Il rituale scultoreo - Alessandro Giorgi

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1 Matematici di strada e nobili giocolieri Il rituale scultoreo Alessandro Giorgi

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Già dalla loro prima stanzialità attraverso il percorso nomade tra le piazze d’Italia, le “matematiche del giocoliere” di Alessandro Giorgi si caricano di quel potere evocativo che richiama lo spettacolo di strada, il riunirsi di capannelli festosi e lo stupore nel misurare la precisione millimetrica dei gesti, le evoluzioni delle forme colorate in aria, ma anche la sintesi geometrica di quelle traiettorie: da un passaggio estemporaneo nella mente e nello sguardo dell’artista, di nuovo alla strada. Verso altre stanzialità, nuove piazze: per riunire idealmente, attraverso i fotogrammi scultorei di Giorgi, quell’Italia intellettuale, di cultura e di strada, che sa ancora sperimentare la meraviglia di fronte alla bellezza, soffermarsi a contemplare la poesia.

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Matematici di strada e nobili giocolieri

Il rituale scultoreoAlessandro Giorgi

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Matematici di strada e nobili giocolieri

Già dalla loro prima stanzialità attraverso il percorso nomade tra le piazze d’Italia, le “matematiche del giocoliere” di Alessandro Giorgi si caricano di quel potere evocativo che richiama lo spettacolo di strada, il riunirsi di capannelli festosi e lo stupore nel misurare la precisione millimetrica dei gesti, le evoluzioni delle forme colorate in aria, ma anche la sintesi geometrica di quelle traiettorie: da un passaggio estemporaneo nella mente e nello sguardo dell’artista, di nuovo alla strada. Verso altre stanzialità, nuove piazze: per riunire idealmente, attraverso i fotogrammi scultorei di Giorgi, quell’Italia intellettuale, di cultura e di strada, che sa ancora sperimentare la meraviglia di fronte alla bellezza, soffermarsi a contemplare la poesia.

Diletta BenedettoTorino, 14 dicembre 2010

Il rituale scultoreo di Alessandro Giorgi

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L’artista con Roberto Pucci, Sindaco di Massa, e con Massimo Bertozzi, Capo di Gabinetto

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Il Giocoliere Volante di Alessandro Giorgi si esibisce final-mente davanti al Pontile di Marina di Massa.Attende una nuova estate, per divertire vacanzieri sva-gati e abbronzati. Intanto richiama l’attenzione, e spe-riamo l’interesse, dei marinelli che qui abitano, lavorano, aspettano che passi l’inverno.Alessandro Giorgi è in questo contesto una vera sorpresa. Architetto di lungo corso, la sua attività è sempre stata quella di uno sperimentatore curioso e dinamico.La sua idea di architettura, attenta alle soluzioni formali non meno che alle esigenze abitative, non gli ha impe-dito di appassionarsi ai nuovi materiali e alle suggestioni dei colori.La passione per l’arte, che per tanti anni ha tenuto in-sieme il conoscitore e il collezionista, doveva, per forza di cose, prima o poi spingerlo a sfogare altrimenti il suo spirito creativo, per provare ad essere, senza più remore e distrazioni, un artista.Affascinato dalla concettualità dell’espressione, soste-nuto da una straordinaria capacità di assemblare ed istallare, ha prodotto in questi ultimi anni sculture ed oggetti, giocando con la luce e i colori, articolando i numeri e le lettere dell’alfabeto, sfruttando il fascino dei materiali tradizionali e le suggestioni delle nuove tecnologie.

Il Giocoliere Volante è dunque il risultato di una lunga sperimentazione, di un lento accostamento a una pre-cisa idea di equilibrio, di forme e colori.Nel suo elegante dinamismo, che si regge sull’eleganza del movimento oltre che sulla leggerezza dei materiali, trovano così puntuale collocazione il volo delle sfere colorate e la concretezza dei numeri. Massa arricchisce così il suo patrimonio artistico, renden-do accessibile a tutti un’opera di grande suggestione, mettendola in vetrina in uno spazio forte identità.Un opera che respira la brezza di mare e staglia le sue volute argentine contro lo sky line delle nostre monta-gne, richiamando alla riflessione, invitando al gioco, pro-ponendo alla fantasia dello spettatore il suo equilibrio di forme e pensieri.

Roberto PucciSindaco di Massa

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L’artista con Fabrizio Brizzi, Assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Massa

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Alessandro Giorgi è un autore versatile nei linguaggi espressivi e nell’uso dei materiali. La sua esperienza ar-tistica è stata ed è all’insegna del costante confronto con le avanguardie e con la sperimentazione in genere, con la quale si rapporta però con forti spunti personali e mai da epigono. E se volessimo trovare una cifra costan-te della sua produzione, potremmo dire che egli ironizza con lo spazio, mostrandone le geometrie per togliere loro la cartesiana rigidità, utilizzandole come spunto per un gioco senza fine. Disegno, grafica, scultura, realizza-zioni urbanistiche hanno fin dagli esordi un tratto che si reitera, quello di fare del rigore un elemento ludico, per “scherzare” con i volumi arricchendoli, potenziandoli. Giorgi è un “giocoliere” della creatività nel trasporre la sua cultura architettonica, che molto opportunamente non nasconde, nelle più sorprendenti invenzioni geome-triche. Ne è una prova la bella scultura ambientata in Piazza Battisti a Carrara a partire dal mese di giugno che ha arricchito ulteriormente la proposta artistica della XIV Biennale Internazionale di Scultura.Molto interessante è la serie delle Piazze con la quale si è sbizzarrito recentemente, utilizzando alcuni motivi ricorrenti nella sua estetica, ma con la funzione preci-pua di realizzare quella piacevolezza e accoglienza che si addice all’agorà: si tratta ancora una volta di

“addomesticare” lo spazio attraverso il gioco. L’uso sa-piente del marmo offre inoltre spunto di riflessione sulla plasticità di questo splendido materiale.Chissà quante e quali sorprese ancora ci riserverà questo coraggioso artista. Da parte dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Carrara tutto l’apprezzamento che merita e la gratitudine per aver generosamente contribuito a rendere più bella un’importante piazza cittadina.

Giovanna BernardiniAssessore alle Politiche Culturali del Comune di Carrara

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La Matematica del GiocolierePiazza Teatro degli Animosi - Carrara

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Matematici di strada e nobili giocolieri

Gli aerei “esperimenti di jonglerie” de La matematica del giocoliere, ultimo cimento di Alessandro Giorgi, rappresentano un'ideale convergenza tra discipline e storie diverse. Giorgi recupera, infatti, dalla sua memoria di bambino, l'emozione che accompagnava la visione dello spettacolo di acrobazie del giocoliere, la legge-rezza di quel gesto dalla precisione millimetrica, come una danza dietro alla quale si cela una formula segreta che contempla ritmi, numeri, coreografie, insieme in una chimica perfetta, imperscrutabile. Finchè in una congiuntura non casuale di incontri a distanza, Giorgi trova finalmente riscontro, riguardo all'esistenza di una rappresentazione scientifica di quell'alchimia misteriosa, nelle curve del matematico e maestro giocoliere Allen Knutson, docente illustre dell'Università di Berkeley. Ecco che le traiettorie che l'artista toscano aveva immaginato librarsi nello spazio, come tracce istantanee di intrecci volanti di forme e colori, acquistano una nuova legitti-mazione: diventano traduzione poetica tridimesionale non soltanto di quell'emozione conservata fin da bam-bino, ma anche di quella chiave matematica finalmente svelata dietro al loro funambolico equilibrio. Giorgi può dunque, nelle sue sculture, raggiungere una sintesi ulte-riore, contattando un terzo piano espressivo: quello che prevede l'inclusione, nella rappresentazione, della possi-bilità di nuova esperienza agitata dal giocatore in cui di volta in volta si trasforma lo spettatore, l'abitante dello spazio occupato dalle matematiche del giocoliere.

Camminando attraverso le linee metalliche dalle ge-ometrie ardite, rintracciando lungo il percorso le palle colorate, specchiandosi nelle grandi sfere lucide, ogni fruitore dello spazio di relazione costruito dall'artista, dà nuova vita, aggiunge inedite possibilità combinatorie al gioco, compiendo, sotto la regia occulta del grande burattinaio, un'operazione preziosa di riappropriazione dell'elemento più arcaico che anima, nella memoria e nella tradizione, lo spettacolo del giocoliere: la sua na-tura popolare, il richiamo della piazza e della strada. Portate nelle piazze italiane dunque, le matematiche del giocoliere di Giorgi, si ricongiungono con il proprio spirito ancestrale, nomade e colletivo ed è proprio allora che liberano tutto il loro detonante contenuto artistico e relazionale: nel raccogliere ancora, attraverso occhi, mani, interpretazioni sempre nuovi, la trepidazione, l'ec-citazione, la magia coinvolgente di uno spettacolo di strada, distillato in forma nobile di scultura.

Diletta Benedetto

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Lo spazio non si racconta. Si vive.

L’opera La matematica del giocoliere è nata speci-ficatamente per essere collocata in Piazza del Teatro Animosi a Carrara. Fatta dunque per dialogare con la configurazione del luogo, nel contesto di una monu-mentale facciata in marmo bianco in stile neoclassico. L’opera - realizzata in tubi di acciaio inox e sfere spec-chianti, inafferrabile e dinamica - e la facciata potente, massiccia e monumentale del teatro, sono fatte l’una per l’altra: la sinergia che ne scaturisce è esaltante, anche se le due opere sono il risultato formale di diverse famiglie di forme.Importante notare come questa scultura ambientale sia stata accolta dal pubblico: non intimorito né dalle sue dimensioni, né dalla specificità dei materiali, tanto meno dalle modalità di fruizione. Il monumento contempora-neo non è celebrativo, non viene vissuto stando all’e-sterno, ma entrandovi, percorrendolo e specchiandosi in esso, in un sistema ludico, con una diversa dimensione e rapporto tra l’uomo e l’opera.Il fruitore diventa parte dell’opera e l’opera vive con il suo fruitore, che partecipa alle emozioni che essa genera.Da subito il pubblico l’ha sentita come propria, come da sempre fosse stata presente in quel luogo: l’ha attraver-sata, vi si è fatto fotografare, si è specchiato nelle sfere giganti, ha vissuto la nuova spazialità entrando all’inter-no dell’opera, ha immediatamente familiarizzato con essa.

Lo spazio non si racconta. Si vive. Fatto di aria, di vuoto, di rapporti emozionali, è geometria, è numero, è pura astrazione temporale. Penetrare nelle strutture ellittiche, attraversarle, specchiarsi in esse o godere degli elemen-ti cromatici, significa vivere una diversa dimensione del luogo e dello spazio.Lo spazio diventa opera, l’opera è lo spazio con il suo fruitore.Il giocoliere come metafora implica il rapporto spazio–tempo, trasforma la realtà del mondo in realtà interiore ed emotiva ed elegge l’immagine visiva ad elemento emozionale.L’opera del giocoliere è attività creativa non disgiunta dalle leggi della geometria, della matematica e della fisica, come ha teorizzato il grande matematico Allen Knutson attraverso diagrammi e formule matematiche.

Alessandro Giorgi

“L’opera non significa la caduta, ma il timore che ciò avvenga, non il venir meno delle forze, ma il senso di instabilità che ci circonda”

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L’essere umano, da quando si rende conto di essere al mondo, non fa che giocare, vedendo nel gioco una delle attività fondamentali della vita. Già Aristotele nell’Etica Nicomachea paragonava il gioco alla felicità e alla virtù, non avendo altro scopo che se stesse.

Nell’arte di Alessandro Giorgi pittura, scultura e installazione ambientale si incontrano in un terreno sospeso tra realtà e astrazione, tra figurazione e gioco. Il suo lavoro sta tra il vedere e vivere, dove il secondo è legato a ciò che ci sta intorno. Il rapporto arte e vita è cercato nei giochi linguistici, negli spostamenti di senso e di luogo. Creare luoghi è cosa non da poco in un periodo in cui tutto sembra andare in direzione del “non luogo”. Il cosmo di Giorgi è fatto di bellezza, un valore spesso rimosso dalla pratica artistica contemporanea, ma che per Giorgi è elemento fondante dell’arte e sorprendentemente della società. L’arte, infatti, nasce nel momento in cui riesce a liberarsi dal peso del segno del tempo, per trovare un altro luogo che è quello della bellezza. Giorgi è architetto, progettista, designer, ideatore pla-stico. Dopo la laurea in architettura all’Università di Firenze si sviluppa in lui il convincimento che non è pos-sibile fare architettura senza uno stretto legame con la pittura e la scultura. Da qui la costruzione intesa come equilibrio tra segno e linguaggio: gli oggetti vengono separati dalle loro relazioni consuete e divengono tracce

che l’artista raccoglie e ricompone, creando una realtà chiusa all’ordinarietà del significato e all’arroganza del senso. Con il suo alfabeto Giorgi rivendica il diritto lingui-stico all’utopia.

La ricerca estetica di Alessandro Giorgi si propone di utilizzare l’immagine come forma espressiva capace di tradurre e comunicare le emozioni e le sensazioni per rielaborare creativamente i materiali. Con l’unico scopo di spaziare liberamente con la fantasia. L’arte appare qui, in fondo, come il sinonimo di un modus operandi che può affrancarsi dai vincoli tipici della cosiddetta programmazione estetica. Per questo più che parlare in generale di “arte” è meglio richiamare il tema dei giochi artistici. In fondo ogni attività umana contiene qualche aspetto creativo, dunque occorre sapersi calare ogni volta nei singoli “giochi linguistici” anziché evocare con-cetti metafisici totalizzanti come quello di un’arte astrat-tamente intesa.

È sufficiente visitare la grande sala permanente delle esposizioni di alcune sue opere, nel palazzo colorato e luminoso da lui architettato in via della Stazione a Massa, per entrare nel mondo vario e avvolgente della sua ricerca. Per Giorgi l’arte è studiare con occhio critico gli esempi del passato per osservarli attraverso una sorta di prospettiva inversa. Le ceramiche, dai colori intensi e vivaci, hanno forme morbide e tondeggianti

Il gioco dell’arte

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che richiamano i sentimenti forti degli affetti materni e il calore della prima infanzia. La contaminazione tra parola, musica e colore costituisce un ritmo dove la parola viene sostituita da ideogrammi a cui ciascuno dà significato sulla base dei propri stimoli. Le sue lastre di marmo, incise, dipinte e traforate, sono frazionate in grafemi distinti e a sé stanti. La comunicazione è allo stesso tempo globale e univoca, immediata e remota. La parola non è più un codice per comunicare un con-tenuto o un significato, ma puro segnale visivo e sonoro. L’arte della contaminazione tra parola, suono e colore diventa fluidità astratta. Un’opera, quella di Giorgi, che non mira solo a una visualizzazione gratificante, ma che piace e fa riflettere. Nella grande stanza delle esposi-zioni, pareti, pavimento e soffitto sono utilizzati per aprire spazi di armonia e bellezza con giochi di luce e acco-stamenti di colore. La scena si trasforma in una dimen-sione che esiste tra silenzio e un lampo di luce, dove il crinale tra banale e geniale è sempre molto sottile. Le installazioni non mancano mai di sorprendere e istituire un dialogo colto e trasversale con lo spazio circostante. A terra un tappeto di biglie sospese su fili si agita al vento e al tocco dei visitatori, mentre su dei pannelli luminosi sono stampate parole che sollecitano giochi linguistici.Le sue opere non sono soltanto invenzioni sottili ed essen-ziali da un punto di vista formale, ma soprattutto formu-lazioni singolari e intelligenti. L’opera Il Giocoliere volante ruota attorno al tema dell’immaginario linguistico.

Uno studio che si occupa delle relazioni esistenti tra fan-tasia e realtà, tra fiaba e sperimentazione linguistica, tra arte e nonsenso. Lo scopo è dimostrare che la fantasia esiste nella realtà e che non è solo un “delirio” della mente. In un gioco di spirali aggrovigliate che danzano e interagiscono con l’artista, le sfere colorate in vetro-resina restano sospese a mezz’aria. Tutto è dinamico e gioioso nello spazio circoscritto dalle spirali d’acciaio. Persino le palle bicolori si spezzano a metà scivolando per far apparire un terzo colore in una magia che sfida la statica e la dinamica. Il fascino del volo accompa-gna da sempre il desiderio dell’uomo: sconfiggere la forza di gravità e rimanere sospeso nel cielo è il sogno di Icaro. Questo roteare degli occhi, che crea vertigine e smarrimento, si apre all’imprevisto del gioco e della vita che vola via in un baleno. Come un gioco di prestigio la scultura di Giorgi tiene in equilibrio le sue palle colorate che ruotano vorticosamente nello spazio racchiuso di spirali leggere.La tranquilla ed ordinata visione della quotidianità assume gli imprevisti attacchi della surrealtà, vista come unica via di fuga al suo lento e progressivo appiat-timento. L’artista introduce, infatti, nella soggettiva visione del reale, il gusto del nonsenso innescando una sdrammatizzazione dell’esistente, restituendo all’arte l’elemento dello stupore e della sorpresa. L’opera d’arte è una forma espressiva che usa un linguaggio proprio e ha giustificazione in se stessa.

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Giovanna Bernardini, Assessore alla Cultura del Comune di Carrara, all’inaugurazione dell’opera La matematica del giocoliere

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Schiller, nelle Lettere sull’educazione estetica dell’uomo, sottolinea l’importanza del gioco per la storia della cultura. Nella lettera n.15 scrive: «che fra tutte le condizioni dell’uomo proprio il gioco e “solo” il gioco lo rende compiuto». Insomma l’uomo gioca solo quando è uomo nel pieno significato della parola ed è interamente uomo solo quando gioca. Ed ancora nella lettera n.26, si legge: «Fin tanto che l’uomo è ancora allo stato selvaggio, gode solo con i sensi. [...] Non appena comincia a godere con l’occhio, e il vedere acquista per lui un valore indipendente, egli è già anche esteti-camente libero e si è sviluppato in lui l’istinto del gioco. Non appena comincia ad agire l’istinto del gioco, che trova diletto nella parvenza, lo segue anche l’istinto dell’arte». L’istinto del gioco schilleriano deve essere inteso come quel qualcosa che abbraccia l’istinto della forma e l’istinto della materia «perché solo l’unità della realtà con la forma, della contingenza con la necessità, della passività con la libertà, rende compiuto il concetto dell’umanità».

Per questo bisogna contrapporre alla civiltà esistente una civiltà estetica, intendendo per questa l’espe-rienza artistica generalizzata e caratterizzata come libero gioco dell’uomo, come struttura fra l’uomo e l’ambiente, come struttura organizzata creativa contro l’attuale struttura meccanizzata. Giorgi gioca con l’arte, consapevole che solo il gioco dell’artista e il gioco del

bambino possono nascere e morire, costruire e distrug-gere con innocenza.

Giuseppe BenelliDicembre 2009

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Alessandro Giorgi, vive e lavora a Massa. Nel 1964 si laurea in Architettura alla Facoltà di Firenze. Svolge l’attività professionale di Architetto dal 1965, contemporaneamente si dedica alle arti visive e al design. Partecipa a numerosi concorsi nazionali e internazionali, in collaborazione anche con artisti di indiscussa fama, ottenendo importanti riconoscimenti.Considera il colore elemento fondante del processo creativo ed elabora nel 1994 il “Manifesto dell’architettura cromatica”, la cui filosofia trova applicazione in alcune sue realizzazioni architettoniche.Riduce sempre più l’attività di progettazione nel settore edilizio per dedicarsi alla ricerca sul colore e sulla sua applicazione nel campo delle arti visive, dando vita ad uno spazio espositivo.

Alessandro Giorgi lives and works in Massa.In 1964 he graduates in Architecture at the Florence University.He works as professional architect since 1965, devoting at the same time to visual arts and design. He participates to many international and national contests, collaborating with famous artist and receiving reviews.He considers colour a necessary element of the creative process and in 1994 writes the “Manifesto of chromatic architecture”, whose philosophy finds application in some of his architectural works.He reduces the activity of building design and devotes to study colour and its application in visual art, creating an exposition space.

Biografia – Biography

2006 “Vivere nel Colore” – Castello di Rivara – Rivara (TO) KunStart 2006 – Bolzano2007 “Il segno a venire” – Museo Casa del Console – Calice Ligure (SV) “Così è … se vi pare …” – Ponte di Ferro – Carrara (MS) “I testimoni del tempo” – Castello di Rivara – Rivara (TO) “Ceramiche Urbane” – Centro Culturale “Luigi Russo” – Pietrasanta (LU) “Linguaggio di marmo” Centro Culturale “Luigi Russo” – Pietrasanta (LU) 2008 48^ Mostra della Ceramica – Castellamonte (TO) “14 x 14 Sottsass – Giorgi“ – Castello di Rivara – Rivara (TO)2009 Apertura studio d’arte in Massa (MS) “20 Mostre in villa – Arte a confronto” – Villa Borbone – Viareggio (LU)2010 XIV Biennale Internazionale di Scultura – Piazza degli Animosi – Carrara (MS) “Masterpieces – Ceramiche” – Castello di Rivara – Rivara (TO) “Il Giocoliere volante” – Marina di Massa (MS)

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Street Mathematicians and Jugglers

Since their first sedentarism through the nomad path among the Italian squares, the mathematics of the juggler by Alessandro Giorgi have been charged with that evocative power that recalls the street show, the reunion of joyful crowds and the amazement in measuring the millimetric precision of the gestures, the evolutions of the colored shapes in the air, but also the geometric synthesis of those trajectories: from an extemporary passage through the mind and gaze of the artist back to the street.Towards other sedentarisms, new squares: to ideally reunite, through the sculptural photograms by Giorgi, that intellectual Italy, in culture and stre-ets, that can still experiment the amazement in front of beauty and stop to behold poetry.

Diletta BenedettoTurin, 14th December 2010

The sculptural ritual of Alessandro Giorgi

The Juggler’s mathematics was born to be collocated in Teatro Animosi Pla-ce, in Carrara. Made to fit with the surrounding environment in the context of a monumental white marble facade in neoclassical style.The work, made of inox steel tubes and mirror-like shining spheres, is dynami-cal and elusive, and is in contrast with the monumental, solid and massive facade of the theater: the synergy that springs from this confrontation is exiting, even if the two works are the result of different way of conceiving artistic forms. It is important to notice how this ambiental sculpture has been greeted by the audience, who was not intimidated by its dimension nor by the peculiarity of the employed materials. The contemporary monument is not a commemorative work, it isn’t lived by the audience outside it, but in-side it, walking through it and mirroring into it, in a playful system, a different dimension and relation between oneself’s and the work itself.The audience become part of the work, the work lives along with the au-dience, participating to the emotion generated by it. The audience felt like the work was part of them from the beginning, as if it always had been the-re: they walked through it, took photos, mirrored themselves into the giant spheres, they lived the new space entering into the work, familiarizing with it as soon as they saw it. The space must be lived, one must not talk about it. It’s made of air and void and emotional relations, it’s geometry, number, it’s mere temporal abstraction.To walk into the elliptic structures, through them, mirroring in them, or to enjoy the chromatic elements: all this means to live a different and new dimension of place and space, that become the real work of art, along with the audience.The Juggler as a metaphor implies the space-time relation, transforming the reality of the world in an inner end emotional reality, and it elects the visual image to be emotional element.That of the Juggler is a creative activity, not separated from the laws of geometry, of mathematics and physics, like the great mathematician Allen Knuston theorized through diagrams and formulas.

Alessandro Giorgi

“The work does not imply the falling, but the fear of it, it does not imply the strenght failing, but the feeling of unsteadiness sorrounding us”

Living in space, not speaking about it

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The flying Juggler by Alessandro Giorgi is finally exhibited in front of the Wharf in Marina di Massa, waiting for another summer, to amuse holidaymakers.In the meantime, it's attracting the attention of the residents, waiting for the winter to end.Alessandro Giorgi in this context is a real surprise. Experienced architect, his activity has always been that of a dynamic and curious experimenter.His idea of Architecture didn't prevent him to become keen on the use of new materials and on the awesomeness of colors.His passion for Art, which has always conciliated the expert with the collec-tor, brought him to give vent to his creative spirit in other manners, beco-ming an artist in every respect, without any qualms or distractions.Fascinated by the conceptuality of the expression, sustained by a extraor-dinary skillfulness in assembling and installing, Giorgi has produced in these late years sculptures and objects, playing with lights and colors, articulating numbers and letter of the alphabet, exploiting the glamor of traditional materials and the suggestion of new technologies.The flying Juggler is the result of a long experimentation, a slow approach to a precise idea of balance, forms and colors.In its graceful dynamism, based on the grace of movements as well as on the lightness of materials, find place the flight of colored spheres and the concreteness of numbers.Thanks to Giorgi Massa enriches its artistic legacy, offering to the audience a work of great fascination exhibited in a place of strong identity.A work that breathes in the sea breeze and stands out with his silvery spirals against the skyline of our mountains, inviting to play, proposing to the fan-tasy of the audience its balance of forms and thoughts.

Roberto PucciMassa Major

The artist Alessandro Giorgi is versatile in expressive languages and in the use of materials. His artistic experience is constantly confronting with avant-garde works and with new experimentation, to which he relates by adding his personal cues, and never imitating them.A constant element in his production is a way of being ironic towards space, showing its geometries to private them of their Cartesian stiffness, using them as a starting point for an endless game.Drawings, graphics, sculpture, town planning projects, all his works have a recurring feature in their ability to soften severity, trifling with the geometric volumes, enriching and strengthening them. Giorgi is a “juggler” of creati-vity, transposing his architectural culture in the most surprising geometrical inventions.A proof of his ability is the beautiful sculpture in Battisti Square in Carrara, a work that further enriched the artistic proposal of the 19th International Sculpture Biennial.An interesting part of his work is the late Square series, which he realized through the use of some recurrent themes of his aesthetic, imbuing the Squares with pleasantness and comfort, “taming” the space by playing with it. The skillful use of marble offers a mean of reflecting upon the plasticity of this beautiful material.Who knows how many surprises this bold artist has in store.The Culture Assessorship of Carrara shows him with all deserved apprecia-tion and gratitude for his contribution to the enrichment of an important civic square.

Giovanna BernardiniSpokesman for the Art of Carrara

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The Art Game

The “jonglerie experiments” of The juggler’s mathematics, last work by Alessandro Giorgi, represent an ideal convergence of different disciplines and histories.Giorgi brings back from his childhood memories the emotion he felt watching a juggler’s acrobatics, the nimbleness of those gesture of milli-metrical precision, like a dance hiding a secret formula engaging rhythms, numbers, choreography, along with a perfect and unfathomable alchemy.A scientific representation of that mysterious alchemy is confirmed by the curves of the mathematician and master juggler Allen Knutson, teacher at the Berkeley University.The trajectories imagined by the Tuscan artist become a tridimensional po-etics, not only of that childhood emotion, but also of the mathematic key behind the funambolic equilibrium.Giorgi infuses into his sculptures a further synthesis, a third expressive plan including the possibility of a new experience embodied by the juggler in which the audience transforms each time, the inhabitant of the space oc-cupied by The juggler’s mathematics.Each member of the audience, walking along the metallic geometrical lines, seeking the colored balls along the track and mirroring himself into the big shiny spheres, brings a new life into the space of relations built by the artist, adding fresh combinatorial possibilities to the game and performing, under the secret direction of the great puppeteer, a precious operation of re-appropriation of the most archaic element that animates, in memory and tradition, the juggler’s performance: its popular nature, the attraction of the streets and squares.So, brought into the Italian squares, The juggler’s mathematics by Giorgi meet again their ancestral, nomad and aggregative spirit, releasing all their artistic and relational content: by recalling once again, through eyes, hands, interpretations, the excitement and enthralling magic of a street performance, distilled in the noble form of art.

Diletta Benedetto

The human being, from the moment he realizes to be alive, starts to play, seeing in the game one of the essential activity of life. Aristotle himself, in the Nicomachean Ethics, compared playing to happiness and virtue, because they have no other goal than themselves.In the art of Alessandro Giorgi painting, sculpture and ambiental installation meet in a ground suspended between reality and abstraction, game and figuration. His work stands between seeing and living, where the second is related to every thing that is around us. The connection between art and life is sought in linguistic games, in the meaning's and place's shifting. To create places is not easy in a time where all seems to go in the direction of “non-place”. Giorgi's universe is made of beauty, a value often removed from today's artistic practice, but an essential element of art and society. Art, indeed, is born when it releases itself from the weight of time's mark, to find another place which is that of beauty.Giorgi is an architect, designer, planner, plastic ideator. After his master in architecture at the University of Florence, he develops the belief that ar-chitecture is not possible without a tight bond with painting and sculpture. From here springs the idea of construction as equilibrium between sing and language: objects are separated by their usual connections and become traces collected and rewritten by the artist, who creates a reality that is closed to the ordinariness of significance and to the arrogance of sense.With his alphabet, Giorgi claims the linguistic right to utopia.The aesthetic search of Giorgi intends to use images as an expressive form capable of translate and communicate emotions and feelings, to modify materials in a creative way. With the only goal to space freely with fantasy. Art appears as synonymous of a modus operandi that can be free from the typical bonds of the so-called aesthetic programming . For this reason it's better to recall the theme of artistic games. After all, each human activity contains some creative aspect, so we need to identify with every single “linguistic game” instead of evoking metaphysical concepts like that of arty strictly intended.It suffices to visit the permanent exposition of some of his works, in the co-loured and bright palace that he designed in Station Street, Massa, to enter the varied and fascinating world of Giorgi's art.He studies in a critical way the examples from the past and examinates them through a sort of inverse prospective. The clays, with their lively and intense colours and soft, round shapes, recall the strong feelings of

Street mathematicians and noble jugglers

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motherly tenderness and of the early childhood warmth. The contamina-tion between word, music and colour establishes a rhythm where the words are replaced by ideograms that everyone can interpret according to his feelings. His marble slabs, painted, engraved and perforated, are fractu-red in distinct graphemes.Communication is global and univocal, immediate and remote at the same time.Words cease to be a communication code for a meaning or a content, but they become pure visual and auditive signal. This is the art con contamina-tion between word, sound and colour.The aim of Giorgi's work is visually satisfying and intellectually stimulating.In the big exposition room, walls, floor and ceiling are designed to amplify space with light tricks and combination of colours.The scene becomes a dimension of silence and lights, where the bounda-ries between banal and ingenious are always very thin,The exhibitions are always surprising , establishing a cultured and transver-sal dialogue with the surrounding space. On the floor, a carpet of marbles hangs from wires, moved by the wind and by the touch of the visitors, while some luminous panels are engraved with words that stimulate linguistic tricks.His works are essential and brilliant inventions from a formal point of view, and above all they are clever and unique formulas. The work the flying juggler rotates around the theme of linguistic imaginary.A study about the relationships between fantasy and reality, fairy tales and linguistic experimentation, art and nonsense. The aim is to demonstrate that fantasy exists in reality and it's not only a “delirium” of the mind.The coloured spheres made of plastic reinforced by incorporated fibreglass remain suspended in the air in a game of entangles spirals, dancing and interaction with the artist. In the space limited by the steel spirals all is dyna-mic and joyful. Even the two-coloured balls break in two and slide to reveal a third colour in a magic that defies static and dynamics. The fascination of flight has always been humanity's desire: to defeat the gravitational force and remain suspended in the sky is Icarus' dream. Like a magic trick, Giorgi's sculpture keeps in balance its coloured balls, rotating in a space enclosed by light spirals.The quiet and ordinary vision of everyday reality is assaulted by surreality, the only way out to the slow and progressive flattening of life.

The artist inserts the fancy of nonsense into the subjective vision of reality, making it less dramatic and restoring to art the elements of surprise and amazement.The work of art is an expressive form that speaks a language of its own and is justified by itself.Schiller, in his Letters on the aesthetic education of man, points out the importance of play for culture's history. In his letter n.15 he writes: “in all conditions of humanity that very thing is play, and only that is play which makes man complete”.So, man only plays when he is man in the full meaning of the word, and he is man only when he is playing. In letter n.26, we read: “While still a savage, man only enjoys through touch merely aided by sight and sound. [...] As soon as he begins to enjoy through sight, vision has an independent value, he is aesthetically free, and the instinct of play is developed. The instinct of play likes appearance, and directly it is awakened it is followed by the for-mal imitative instinct which treats appearance as an independent thing.”The Schiller's instinct of play must be intended as something embracing the instinct of form and that of matter, “because it is only the unity of reality with the form, of the accidental with the necessary, of the passive state with freedom, that the conception of humanity is completed”For this reason it is necessary to counter the existing civilization with an aes-thetic civilization, meaning by that the artistic experience as a free play of man, a structure between man and environment, an organized structure against the present mechanized one.Giorgi plays with art, conscious that only artist's play and child's play can be born and die, construct and destruct with innocence.

Giuseppe BenelliDecember 2009

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Autorizzazione alla pubblicazione di testi e fotografie ricevuta da Alessandro Giorgi.Nessuna parte di questa pubblicazione può essere memorizzata, fotocopiata o comunque riprodotta senza le dovute autorizzazioni.

Authorization to publish texts and photographs received from Alessandro Giorgi.No part of this publication can be registred, photocopied or reproduced without a specific authorization.

Programma dell’inaugurazione dell’opera Il Giocoliere Volante di Alessandro Giorgi:

22 e 23 dicembre, dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00: visita allo studio dell’artista in Via Carducci per meglio compren-dere le problematiche del Giocoliere volante; inaugurazione delle opere degli studenti artisti dell’Accademia delle Belle Arti di Carrara (Luca Coltelli, Giorgio Tomasi, Dellaclà, Matteo Tenardi).

23 dicembre, ore 11.00: inaugurazione del Giocoliere Volante al Pontile di Marina di Massa e saluti del Sindaco. ore 11.30: conferenza presso Villa Cuturi, sede dell'Agenzia per il Turismo di Marina di Massa; interventi: Giuseppe Benelli, Il gioco dell’Arte; Franz Paludetto, La location dell’opera d’arte; Massimo Bertozzi, Due opere per due città; Alessandro Giorgi, L’importanza dei materiali nel linguaggio dell’arte contemporanea; Simone Caffaz, L’Accademia di Belle Arti di Carrara e il territorio.

UN PARTICOLARE RINGRAZIAMENTO A / SPECIAL THANKS TO:Comune di Massa Comune di Carrara, Robson SRL (Massa), Pier Luigi Mariani (Massa), Carlo Lattanzi (Carrara), Fotografo Riccardo Musacchio (Fondazione Musica per Roma), Nicola Ricci

CATALOGO A CURA DI / CATALOGUE CURATED BY:Franz Paludetto

PROGETTO GRAFICO / GRAPHIC PROJECT: Andrea [email protected] - www.andreasosso.com

TESTI / TEXTS: Alessandro Giorgi, Giuseppe Benelli, Diletta Benedetto

TRADUZIONI / TRANSLASTIONS: Martina Zanza

FOTOGRAFIE / PHOTOS: Alessandro Giorgi, Valerio Eugenio Brambilla, Programma Immagini di Antonio Cozza, Musacchio & Ianniello, Ilaria Salvatori

COPERTINA / COVER: Allen Knutson in La matematica dei giocolieri, conferenza-spettacolo in occasione del Festival della Matematica presso l’Auditorium Parco della Musica di Roma, 15 marzo 2008.

© Edizione Associazione Castello di Rivara - Centro Artistico e CulturalePiazza Sillano 2 - 10080 Rivara (To)Tel. / fax +39 0124 [email protected] - www.castellodirivara.it

Alessandro [email protected] - www.giorgialessandro.it

Stampato nel mese di Gennaio 2011 a Torino da Tipo Stampa in 500 copie, dalla zero alla cinquanta contenenti una serigrafia colorata a mano, numerata e firmata dall’artista.

Printed January 2011 in Turin by Tipo Stampa. 500 copies printed, numbers zero-fifty feature an hand-coloured serigraphy, numbered and signed by the artist.

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