IL RINASCIMENTO A PADOVA - ANDREA MANTEGNA Andrea Mantegna · 2021. 3. 9. · Andrea Mantegna nato...

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IL RINASCIMENTO A PADOVA - ANDREA MANTEGNA Andrea Mantegna nato in un paesino vicino a Padova Isola di Carturo 1431-1506, giovanissimo si era spostato a Padova , come allievo e figlio adottivo di Francesco Squarcione, che era un sarto, ricamatore e pittore, il quale aveva organizzato una scuola artistica, dove i suoi allievi erano spesso adottati come il Mantegna. Questi allievi erano così legati da contratti-capestro attraverso i quali il maestro ne sfruttava il lavoro. Per liberarsene il Mantegna nel 1448 stipulò un compromesso, in seguito al quale ottenne l’indipendenza, nel 1455 dovette ricorrere al tribunale di Padova per ricevere il pagamento delle opere che aveva dipinto precedentemente per conto del maestro. Nella bottega dello Squarcione, Mantegna poté vedere e studiare molti reperti archeologici, infatti divenne molto appassionato di pezzi antichi, che infatti ritroveremo nelle sue opere. L’ambito padovano è stimolante, in quanto caratterizzato da una grande ricchezza culturale, dal 1222 è sede di un’università, dove si insegnava l’antichità classica. A Padova hanno diffuso le nuove idee umanistiche provenienti direttamente da Firenze artisti come Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, ma soprattutto Donatello che ha realizzato il Gattamelata, proprio negli anni dello sviluppo artistico del Mantegna. Il quale più di altri artisti si riallaccia artisticamente a Donatello, nell’opera di San Giacomo condotto al supplizio affresco che andò distrutto, realizzato dopo il 1453, sono donatelliani l’arco e la volta a botte, richiamano quello presente nell’opera di Donatello il miracolo della mula, la figura centrale che vediamo si appoggia sullo scudo richiama chiaramente la scultura di San Giorgio sempre di Donatello. Ma non sono tanto questi elementi che riconducono l’origine del Mantegna al grande artista fiorentino, ma piuttosto quello che vuole esprimere e cioè l’affermazione eroica dell’uomo. Se si osserva la scena appare come un altorilievo, le architetture fanno da sfondo, le figure umane sono poste in primo piano, e svolgono il ruolo di protagoniste, sembrano statuarie quasi di pietra più che di carne. Questo per conferire alle figure una vita eterna, perché costituite non di materia corruttibile, come la carne ma di sostanza solida, inoltre la presenza di oggetti antichi in questa come in altre opere, non vuole dare prova di erudizione dell’artista, ma è un mezzo per nobilitare gli uomini che vivono fra quegli oggetti. Nella grandiosità delle figure del Mantegna si può ritrovare l’idea di Piero della Francesca , come nell’impianto prospettico, ma mentre in Piero della Francesca tutto si immobilizza e ogni oggetto e figura umana è statuaria e ferma, in Mantegna le figure umane come nei rilievi di Donatello si ammassano, creando un continuo movimento plastico, determinando dei forti chiaro scuri. 1

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IL RINASCIMENTO A PADOVA - ANDREA MANTEGNA

Andrea Mantegna nato in un paesino vicino a Padova Isola di Carturo 1431-1506, giovanissimo si era spostato a Padova , come allievo e figlio adottivo di Francesco Squarcione, che era un sarto, ricamatore e pittore, il quale aveva organizzato una scuola artistica, dove i suoi allievi erano spesso adottati come il Mantegna. Questi allievi erano così legati da contratti-capestro attraverso i quali il maestro ne sfruttava il lavoro.Per liberarsene il Mantegna nel 1448 stipulò un compromesso, in seguito al quale ottenne l’indipendenza, nel 1455 dovette ricorrere al tribunale di Padova per ricevere il pagamento delle opere che aveva dipinto precedentemente per conto del maestro.Nella bottega dello Squarcione, Mantegna poté vedere e studiare molti reperti archeologici, infatti divenne molto appassionato di pezzi antichi, che infatti ritroveremo nelle sue opere.L’ambito padovano è stimolante, in quanto caratterizzato da una grande ricchezza culturale, dal 1222 è sede di un’università, dove si insegnava l’antichità classica.A Padova hanno diffuso le nuove idee umanistiche provenienti direttamente da Firenze artisti come Filippo Lippi, Paolo Uccello, Andrea del Castagno, ma soprattutto Donatello che ha realizzato il Gattamelata, proprio negli anni dello sviluppo artistico del Mantegna.Il quale più di altri artisti si riallaccia artisticamente a Donatello, nell’opera di San Giacomo condotto al supplizio affresco che andò distrutto, realizzato dopo il 1453, sonodonatelliani l’arco e la volta a botte, richiamano quello presente nell’opera di Donatello ilmiracolo della mula, la figura centrale che vediamo si appoggia sullo scudo richiama chiaramente la scultura di San Giorgio sempre di Donatello.

Ma non sono tanto questi elementi che riconducono l’origine del Mantegna al grande artista fiorentino, ma piuttosto quello che vuole esprimere e cioè l’affermazione eroica dell’uomo. Se si osserva la scena appare come un altorilievo, le architetture fanno da sfondo, le figure umane sono poste in primo piano, e svolgono il ruolo di protagoniste, sembrano statuarie quasi di pietra più che di carne. Questo per conferire alle figure una vita eterna, perché costituite non di materia corruttibile, come la carne ma di sostanza solida, inoltre la presenza di oggetti antichi in questa come in altre opere, non vuole dare prova di erudizione dell’artista, ma è un mezzo per nobilitare gli uomini che vivono fra quegli oggetti.Nella grandiosità delle figure del Mantegna si può ritrovare l’idea di Piero della Francesca , come nell’impianto prospettico, ma mentre in Piero della Francesca tutto si immobilizza e ogni oggetto e figura umana è statuaria e ferma, in Mantegna le figure umane come nei rilievi di Donatello si ammassano, creando un continuo movimento plastico, determinando dei forti chiaro scuri.

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San Giacomo condotto al supplizio – Padova – Cappella Ovetari

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San Sebastiano, tempera su tavola

San Sebastiano è stato un santo romano, di origine francese, venerato come martire dalla Chiesa cattolica in quanto protettore contro le epidemie. L’opera rappresenta la morte drammatica di San Sebastiano, il corpo del santo è rappresentato trapassato da tante frecce, un corpo straziato, assume l’aspetto di una statua costruita solidamente.

L’opera conosciuta con il titolo di San Sebastiano realizzata dal maestro Andrea Mantegna (1431 – 1506) .

Il San Sebastiano del Mantegna del Museo del Louvre di Parigi – breve descrizione.

Dimensioni 257x142 cm

L’opera del San Sebastiano che vediamo qui sopra in una immagine è quella sicuramente più celebre e conosciuta nel mondo dell’arte che il grande pittore Andrea Mantegna realizzò e che oggi possiamo ammirare andando a vederla nel Museo del Louvre di Parigi.Si conoscono infatti oltre il San Sebastiano del Louvre altre due bellissime opere dipinte sempre dal Mantegna in anni diversi della sua vita e che hanno tutte il medesimo e straziante tema religioso sul Santo e il suo martirio oltre che una similecomposizione e pose.

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Per quanto riguarda il capolavoro del Louvre è stata realizzata in un periodo che va dal 1481 al 1485 circa, quindi in un momento dell’artista che viene considerato già maturo, mentre si trovava in soggiorno presso l’importante città di Mantova. Andrea Mantegna si trasferì intorno all’anno 1460 presso Mantova su invito del potente Marchese Ludovico di Gonzaga dove lavorò e realizzò quelle che sono le sue più belle opere d’arte. La tecnica usata per realizzare il San Sebastiano del Louvre è quella dei colori a tempera su un supporto in tela rettangolare di dimensioni abbastanza grandi. La sua altezza è di circa 257 centimetri mentre la sua larghezza è di 142 centimetri.

In quest’opera notiamo il Santo che è stato legato ad una antica colonna romana ormai in rovina. Infatti notiamo che il martirio del Santo avviene nelle opere del Mantegna tra quelle che sembrano delle antiche rovine di architetture classiche, infatti la colonna con un capitello corinzio a cui è legato il santo rappresenta ciò cherimane di un arco di trionfo. Si intravedono anche dei resti di un piede di quella che doveva essere una statua in origine. Andrea Mantegna oltre a essere un grande artista era anche un grande estimatore e un ottimo conoscitore dell’architettura e della scultura classica. Questa sua passione si intravede in alcune delle sue opere pittoriche, spesso ricche di piccoli e perfetti dettagli architettonici e prospettici.

In primo piano è raffigurato il santo trafitto da dieci frecce e legato ai resti di un edificio classico. Ai suoi piedi stanno vari frammenti classici tra cui il piede di una statua. Nell’angolo in basso a destra si trovano due arcieri. Un fico selvatico cresce tra le rovine, mentre un’edera germoglia tra l’arco e il timpano; fiori di papavero e campanule sbocciano sull’architrave a sinistra, in corrispondenza del gomito destro del santo martire.

In secondo piano vi è un paesaggio montuoso con architetture antiche e moderne sullo sfondo di un cielo sereno attraversato da nuvole. Il monte è dominato in alto da un castello appoggiato su uno sperone roccioso sotto al quale sta una rocca. Più in basso si trova la città (visibile anche a sinistra) sotto la quale spicca una piazza circondata da monumenti romani in rovina.

Nel dipinto San Sebastiano viene raffigurato dal Mantegna con una grande plasticità che lo fa sembrare come una statua romana. Viene descritto con una grande tensione espressiva, quasi come fosse un bellissimo eroe classico dopo essere stato trafitto in varie parti del corpo da numerose frecce e nel momento più drammatico in cui tramille dolori le forze lo abbandonano.

La visuale prospettica coglie dal basso verso l’alto questa tragica scena del Santo, con il torace e il viso illuminati da una luce che sembra creare dei bagliori capaci di accentuare tutti i volumi. In basso in un angolino a destra il Mantegna ha raffigurato due uomini con arco e frecce. I due sono quelli che hanno tirato le frecce al Santo portandolo al martirio. Sembra quasi che il Mantegna voglia togliere questi due uomini dalla scena e dallo spazio del dipinto, dipingendoli come se dovessero quasiscomparire. Qualcuno afferma che questa scelta sia dovuta all’allusione della continuità di questa storia anche nel presente.

San Sebastiano sembra sopportare con pietosa rassegnazione il dolore del martirio grazie alla fede religiosa, come suggerisce il viso rivolto al cielo. Il corpo del Santo appare molto realistico sia grazie alla sua anatomia (muscolatura) sia per la

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posizione che assume, inoltre la leggera piegatura del corpo conferisce dinamismo all’immagine. Un ulteriore segno di realismo è dato dalle frecce conficcate nel corpo e dalpanneggio della veste. Oltre a ciò le corde con cui il Santo è legato trasmettono una sensazione di costrizione poiché sembrano essere molto strette. Le linee del volto dei due arcieri sono molto dure per rappresentare la cattiveria. Le nuvole del cielo in alto a sinistra sembrano avanzare come un segno di minaccia divina.

IL significato simbolico di piante e fiori:

il fico viene considerato l’albero della conoscenza del bene e del male perché, secondo quanto riportato nella Genesi, i progenitori si coprirono con foglie di fico. È anche simbolo di lussuria perché,secondo una leggenda medievale, Giuda si impicca all’albero di fico per la disperazione di aver tradito Gesù per denaro. L’edera, essendo sempreverde, viene associata all’immortalità, alla Passione e alla morte in croce di Cristo. Talvolta l’edera simboleggia anche lo stesso Cristo in quanto, inapparenza debole, è in realtà assai rigogliosa e forte. Il papavero nella religione cristiana simboleggia la Passione di Cristo per il suo colore rosso; viene rappresentato nelle scene della Crocifissione o nelle sacre conversazioni.

Continua con Il San Sebastiano di Vienna e quello di Venezia

Qui sotto vediamo le altre due opere con il tema del San Sebastiano attribuite all’artista italiano del Quattrocento Andrea Mantegna.

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Quella che vediamo qui sopra è stata realizzata da un Mantegna giovane, intorno agli anni1456-57 o poco prima che l’artista partisse da Padova per la città di Mantova. Quest’operache presenta anche una scritta in greco che tradotta significa “opera di Andrea”, quindi attribuita quasi con certezza al Mantegna è stata realizzata con dei colori a tempera su un supporto in legno di dimensioni 68 per 30 centimetri. Oggi è conservata presso il Kunsthistorisches Museum di Vienna. Vediamo come l’impostazione della scena con San Sebastiano è simile a quella del Museo Louvre. Una piccola curiosità è rappresentata dalla strana nuvola in alto a sinistra che assomiglia ad un cavaliere a cavallo.

Confronto tra il San Sebastiano di Parigi e quello di Vienna:

Posizione delle frecce: Nel San Sebastiano di Vienna le frecce sono presenti oltre che nel corpo anche nel volto Aureola: Nel San Sebastiano di Vienna l’aureola è molto evidente poiché assomiglia più ad un disco piazzato sopra il suo capo,mentre in quello i Parigi è più evanescente. Anatomia:Nel San Sebastiano di Vienna si può ancora vedere un accenno di ventre tripartito,mentre nel San Sebastiano di Parigi il ventre è più realistico. Collocazione del soggetto: Il San Sebastiano di Vienna sembra trovarsi all’interno di una stanza poiché si può vedere una pavimentazione,mentre l’altro è all’esterno. Arcieri: A differenza del San Sebastiano di Parigi, in quello di Vienna non sono presenti gli arcieri. Sangue: Nel San Sebastiano di Vienna si può notare una maggior quantità di sangue, il che è più realistico rispetto al San Sebastiano di Parigi.

In entrambi i dipinti il paesaggio è simile infatti è comune l’altura, il sentiero, la cittadina. Le nuvole sono comuni ai due dipinti anche se in quello di Parigi sono più realistiche.

In tutti e due i dipinti San Sebastiano è legato con una corda ad una colonna, la quale nel dipinto di Vienna è a fusto liscio a differenza di quella di Parigi che è scanalata.

Ai piedi di entrambi i soggetti sono presenti dei frammenti classici.

In entrambi i casi il Santo poggia su un masso,con l’alluce del piede destro rivolto verso l’alto.

Anche lo sguardo è in entrambi rivolto verso l’alto.

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Il San Sebastiano che vediamo qui in alto invece è un dipinto conservato presso la Galleria Franchetti nella città di Venezia. Quest’opera è stata identificata insieme ad altre opere importanti e straordinarie che sono state trovate nella bottega del maestro Mantegna nel 1506, subito dopo la sua morte.

Confronto tra il San Sebastiano di Venezia e quello di Parigi

Il San Sebastiano conservato a Venezia sembra quasi uscire dal quadro a differenza del San Sebastiano di Parigi che è più integrato nel suo ambiente.

Il San Sebastiano di Venezia rispetto all’altro non è legato ad una colonna con una corda. Questo si può notare soprattutto guardando le caviglie.

Nel San Sebastiano conservato a Venezia non sono presenti resti antichi. Nel San Sebastiano conservato a Venezia scompare il paesaggio. Nel San Sebastiano di Venezia sembra stia spirando un vento proveniente dalla destra dell’osservatore,questo si nota dalla direzione che assumono i capelli e la veste. Nel San Sebastiano conservato a Venezia si può notare una reminescenza del ventre tripartito, per questo motivo è poco realistico. Nel San Sebastiano collocato a Venezia le frecce sono presenti in quantità maggioree posizionate fino al livello del petto.

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Nel San Sebastiano di Venezia lo sguardo del santo è diretto in alto a destra mentre inquello di Parigi è rivolto in alto a sinistra. A differenza del San Sebastiano di Parigi, nel quale l’aureola è più evanescente,in quello di Venezia l’aureola è simile a un anello.

Mantegna nel San Sebastiano in generale usa un segno duro, secco, spigoloso, che delinea attraverso contorni netti e precisi ogni particolare. Si può notare una piccola eccezione per quanto riguarda l’aureola del santo e le nuvole.

La linea che predomina nella figura del Santo è la linea spezzata (può essere composta da segmenti di linee rette e di linee miste e curve). I significati che comunica questa linea sono la sensazione di dinamismo e il movimento scattante e nervoso. La linea di forza è posta in corrispondenza della mediana in cui è posizionato San Sebastiano con in secondo piano la colonna. Questo trasmette la predominanza della figura del Santo rispetto al resto del dipinto. Nella composizione in seguito anche alla tavola di forma rettangolare prevale la verticalità, evidente nel corpo di San Sebastiano, nella colonna.

Nel san Sebastiano di Andrea Mantegna conservato al Louvre c’è una predominanzadi colori di grigio e azzurro,i quali sono colori insaturi (ovvero quei colori che sono formati aggiungendo bianco o nero a un qualsiasi colore).

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La luce è reale ed arriva dalla nostra destra; è diretta poiché ci sono sia ombre portate (ovvero ombre che vengono proiettate nel piano dagli oggetti rappresentati) sia ombre proprie (cioè ombre specifiche degli oggetti). La luce diretta veicola sentimenti intensi,nel caso di San Sebastiano trasmette sentimenti di dolore e sofferenza.

Orazione nell’orto, tempera su tavola, cm.63x80, Londra National Gallery

Nell'Orazione nell'orto di Mantegna, soltanto l'arbusto funge da richiamo all'ambientazione evangelica del dipinto, ovvero la preghiera di Cristo nell'Orto degliUlivi la notte che fu tradito da Giuda, infatti i personaggi sono posti in una natura arida, spoglia e piena di rocce.Gesù è inginocchiato su un masso, intento a pregare, mentre i tre discepoli (Pietro, Giacomo il Maggiore e Giovanni), sono addormentati in riva a un fiume e sembrano far parte del paesaggio vero e proprio. La scena si svolge in un arido paesaggio roccioso dove il Salvatore è in ginocchio su uno sperone rialzato, che assomiglia a un altare. Davanti a lui sono apparsi quattro angeli (simili ai putti degli antichi rilievi romani) che gli preannunciano il destino mostrandogli gli strumenti della Passione.La solitudine di Gesù è sottolineata dal suo dar le spalle all'osservatore. A destra, dove è rappresentata una strada, vi sono Giuda che indica la via distendendo il braccio e la folla di armati che avrebbe poi catturato il Cristo.Sull'albero a destra vi è un uccello nero, presagio di morte, mentre i leprotti e gli uccelli bianchi nel fiume simboleggiano la vita e la resurrezione.Sullo sfondo vi è una città turrita e fortificata, teoricamente dovrebbe essere

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Gerusalemme, ma sono assai riconoscibili monumenti presi da varie città come Venezia, Verona e Roma. Su alcuni edifici è visibile anche la mezzaluna crescente, simbolo dell'Islam, la quale allude alla caduta di Costantinopoli del 1453 e alla conseguente presa di Gerusalemme da parte dei Turchi.

La scena si svolge in un'atmosfera cupa e crepuscolare, che accentua con i contrasti cromatici la drammaticità dell'evento. Cristo ad esempio è vestito di scuro,isolandolo rispetto agli apostoli vestiti di colori sgargianti, quasi a prefigurarne l'ineluttabile dramma. Anche l'albero secco e il corvo sono presagi di una imminentemorte, mentre i germogli e i leprotti sono simboli della vita e della resurrezione. L'immagine del coniglio allude all'anima che tende a Dio. L'albero divelto allude al peccato. Gli aironi sono un simbolo di Gesù.

In quest’opera viene evidenziata la drammatica solitudine di Cristo, in quanto il pittore colloca il fatto in un terreno roccioso, e spoglio, limita il ricordo degli ulivi narrato nel racconto a un arbusto accanto ai dormienti e a un tronco scheletrico, sul ramo del quale si appoggia un corvo. Il colore accentua la drammaticità dell’evento, ha una tonalità fondamentalmente marrone-bruno.

Fra il 1459 e il 1460 dopo molte indecisioni Andrea Mantegna accetta l’invito del marchese Ludovico Gonzaga e si trasferisce a Mantova dove, a parte qualche breve viaggio resterà tutta la vita.

Mantegna affresca per glorificare la famiglia dei Gonzaga una sala del Palazzo Ducale, quella nota come la Camera degli Sposi.

Qui dipinge ad affresco le pareti e il soffitto . Nel piccolo vano, quasi cubico, le pareti ed il soffitto sono dipinti in modo da simulare un padiglione sostenuto da pilastri, apertosul paesaggio esterno.

La sala dipinta su due pareti contigue, le altre due pareti dovevano essere rivestite da finti tendaggi. Su una parete è raffigurata la Famiglia Gonzaga con la sua corte. Asinistra il marchese con una lettera aperta in mano, si gira a parlare con il suo segretario, secondo alcune interpretazioni la lettera si riferirebbe all’annuncio della nomina del figlio Francesco a cardinale, oppure l’annuncio del ritorno di questi a Mantova.

Sulla parete attigua è rappresentato il marchese in piedi che accoglie alla presenza di alcuni cortigiani il cardinale Francesco, la scena è ambientata in campagna.

Il Mantegna in queste opere è riuscito a trasformare la narrazione di fatti contemporanei da cronaca in storia. Il pittore qui pur non affrontando i grandi temi dell’uomo eroe, infatti l’uomo che lui rappresenta statuariamente, incarna persone normali, che non rappresenta perfette ma con i loro umani difetti. Da a queste figureun tono monumentale, le rende eterne.

Nella camera degli sposi con le sue rappresentazioni sulle pareti tende ad aprire le pareti allargando artificialmente lo spazio della sala, come fa nel soffitto, oculo della volta, rappresenta un oculo in prospettiva sul quale si impostano putti alati sul bordo inferiore, un volatile, visi di donne tra cui una donna di colore avvolta in un turbantea strisce.

L’idea del reciproco rapporto fra chiuso e aperto, fra il costruito e la natura è rinascimentale. Il sottinsù creato da Mantegna, da grandiosità ai personaggi, e il colore caldo trasmette maestosa pacatezza.

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La Camera degli Sposi è un esempio chiarissimo della tendenza, da parte degli artisti del tardo Quattrocento, a realizzare effetti di illusionismo pittorico. Per ampliare percettivamente il piccolo ambiente, Mantegna dipinge architetture che simulano perfettamente l’ambiente reale, attraverso una raffinata finzione scenica.

Oculo in prospettiva sul quale si impostano putti alati sul bordo inferiore, un volatile, visi di donne tra cui una donna di colore avvolta in un turbante a strisce.

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Il marchese con una lettera aperta in mano, si gira a parlare con il suo segretario, secondo alcune interpretazioni la lettera si riferirebbe all’annuncio della nomina del figlio Francesco a cardinale, oppure l’annuncio del ritorno di questi a Mantova.

Il marchese in piedi che accoglie alla presenza di alcuni cortigiani il cardinaleFrancesco

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Palazzo Ducale, Camera degli Sposi.

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