il Resto del Carmelo - Edizione 2014

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Martedì 12 Agosto 2014 | Anno 4 - Numero 12 | 2.475.000 lettori (dati Audipress 2014/III) | www.carmelocup.altervista.org FIGC ECCO L’INTERVISTA ESCLUSIVA La Federcalcio riparte da Tavecchio “Lavorerò come un negro per l’Italia”. » PAOLITTO Antonio (pag. 2) CHAMPIONS IBRA IN MACELLERIA “Almeno qui me la date la coppa?” Disperato: aggredisce il macellaio » COLLUCCIELLO Guido MOLLO COSA, CAZO? Da un sistema pallonaro come quel- lo italiota non ci si poteva aspettare che la confusione in ogni sua ac- cezione, in ogni sua sfumatura, in ogni sua circostanza. Anche il cap- itolo “Carmelo Cup” ha visto i suoi momenti di caos, di controversia, di polemica: lo specchio perfetto per mostrare un’attitudine ormai con- solidata e perfetta per sviare appas- sionati e addetti ai lavori dalle vere problematiche che affliggono il cal- cio italiota. Si fa un po’ di “caciara”, qualcuno si arrabbia e alla fine ci si dimentica tutto. Come la politica, del resto. L’Italia è questa. Siamo qui però per parlare di ciò che di positivo continua ad esserci in una manifestazione come la nos- tra. Polemiche e problemi sembra- no essere quasi archiviati, ci siamo, oggi (consentiteci un FINALMENTE in caps lock) si comincia con il cal- cio giocato. Nella giornata di ieri, all’ombra di una capannina di Nyon, sono stati effettuati i sorteggi delle squadre, con i giocatori divisi in 5 diverse urne seguendo il solito e rigoroso metodo alla cazzo di cane. Un sorteggio particolarmente stra- no e criptico, che rende il torneo an- cor più di difficile lettura rispetto alle passate edizioni ed è per questo che anche i bookmakers d’oltremanica sono andati in tilt senza riuscire ad esprimere un giudizio netto e deci- so. Ma andiamo con ordine. Nella prima squadra spicca la col- laborazione Gazzilli-D’Abramo che nella prima edizione della Carmelo Cup aveva portato fino alla finalis- sima il team BiNapoli: con uno Sci- arretta in versione Bale (e non il De Ceglie degli ultimi tempi) possono dire la loro. Nella seconda squadra spicca la fantasia di Minchillo, la solidità dif- ensiva di Salvatore e Zagaglia ma purtroppo per loro anche la panza di Florio. Ben più assortita sembrerebbe in- vece la terza squadra, con il trio tutto Sacro Cuore Valentini-Di Sal- vatore-Busico pronto a deliziare la platea del St. James’ Park con gio- cate d’alta scuola e calcio spuman- te. Se poi ci aggiungi anche la catti- veria agonistica di un mini bomber di razza come Manzi, il Binho dei poveri, allora lo spettacolo è garan- tito. Ultima ma non per importanza la quarta compagine, quella di patron Paolitto per intenderci. Quest’an- no la dea bendata lo ha messo in squadra con un Bibbò già vincitore due anni fa con il glorioso team A.C. Polla, ma anche alle prese con gli altri elementi della squadra che non hanno mai giocato una manifestazi- one del genere. Bisognerà lavorare molto sul temperamento dei ragazzi e sulla loro emotività, perchè cal- care palcoscenici come questo non è affatto da tutti. Non ci resta che augurare una buona Carmelo Cup a tutti, il nos- tro impegno nel cercare di creare qualcosa di carino non manca mai, nonostante tutto. Marco D’Abramo Tra le ”gaffe” di Tavecchio e l’incertezza generale, torna la Carmelo Cup

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Martedì 12 Agosto 2014 | Anno 4 - Numero 12 | 2.475.000 lettori (dati Audipress 2014/III) | www.carmelocup.altervista.org

FIGC ECCO L’INTERVISTA ESCLUSIVA

La Federcalcio riparte da Tavecchio“Lavorerò come un negro per l’Italia”.

» PAOLITTO Antonio (pag. 2)

CHAMPIONS IBRA IN MACELLERIA

“Almeno qui me la date la coppa?”Disperato: aggredisce il macellaio

» COLLUCCIELLO Guido

MOLLO COSA, CAZO?

Da un sistema pallonaro come quel-lo italiota non ci si poteva aspettare che la confusione in ogni sua ac-cezione, in ogni sua sfumatura, in ogni sua circostanza. Anche il cap-itolo “Carmelo Cup” ha visto i suoi momenti di caos, di controversia, di polemica: lo specchio perfetto per mostrare un’attitudine ormai con-solidata e perfetta per sviare appas-sionati e addetti ai lavori dalle vere problematiche che affliggono il cal-cio italiota. Si fa un po’ di “caciara”, qualcuno si arrabbia e alla fine ci si dimentica tutto. Come la politica, del resto. L’Italia è questa.

Siamo qui però per parlare di ciò che di positivo continua ad esserci in una manifestazione come la nos-tra. Polemiche e problemi sembra-no essere quasi archiviati, ci siamo,

oggi (consentiteci un FINALMENTE in caps lock) si comincia con il cal-cio giocato.Nella giornata di ieri, all’ombra di una capannina di Nyon, sono stati effettuati i sorteggi delle squadre, con i giocatori divisi in 5 diverse urne seguendo il solito e rigoroso metodo alla cazzo di cane. Un sorteggio particolarmente stra-no e criptico, che rende il torneo an-cor più di difficile lettura rispetto alle passate edizioni ed è per questo che anche i bookmakers d’oltremanica sono andati in tilt senza riuscire ad esprimere un giudizio netto e deci-so. Ma andiamo con ordine.Nella prima squadra spicca la col-laborazione Gazzilli-D’Abramo che nella prima edizione della Carmelo Cup aveva portato fino alla finalis-sima il team BiNapoli: con uno Sci-

arretta in versione Bale (e non il De Ceglie degli ultimi tempi) possono dire la loro.Nella seconda squadra spicca la fantasia di Minchillo, la solidità dif-ensiva di Salvatore e Zagaglia ma purtroppo per loro anche la panza di Florio.Ben più assortita sembrerebbe in-vece la terza squadra, con il trio tutto Sacro Cuore Valentini-Di Sal-vatore-Busico pronto a deliziare la platea del St. James’ Park con gio-cate d’alta scuola e calcio spuman-te. Se poi ci aggiungi anche la catti-veria agonistica di un mini bomber di razza come Manzi, il Binho dei poveri, allora lo spettacolo è garan-tito.Ultima ma non per importanza la quarta compagine, quella di patron Paolitto per intenderci. Quest’an-

no la dea bendata lo ha messo in squadra con un Bibbò già vincitore due anni fa con il glorioso team A.C. Polla, ma anche alle prese con gli altri elementi della squadra che non hanno mai giocato una manifestazi-one del genere. Bisognerà lavorare molto sul temperamento dei ragazzi e sulla loro emotività, perchè cal-care palcoscenici come questo non è affatto da tutti.Non ci resta che augurare una buona Carmelo Cup a tutti, il nos-tro impegno nel cercare di creare qualcosa di carino non manca mai, nonostante tutto.

Marco D’Abramo

Tra le ”gaffe” di Tavecchio e l’incertezza generale, torna la Carmelo Cup

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A TU PER TU COL TAV

Amici sportivi, lettori del resto del carmelo, oggi per voi in esclusiva l’intervista al nuovo padrone del calcio italiano, eletto nonostante molte critiche con una maggioranza schiacciante.

D - Presidente buongiorno, come si sente dopo questa fantastica vitto-ria?R - Come Robben che viene parag-onato a Cerci.D - Cosa farà per rilanciare il calcio italiano?R - Mangerò tante banane, perché contengono fosforo e potassio. A 70 anni suonati sono un alimento fondamentale per mantenere la lu-cidità mentale.D - Ahia, presidente, lei si sposta già su temi delicati: vuole chiarire una volta per tutte la questione optì pobà?R - No.D - E perché lo ha detto allora?R - Perché ce l’ho piccolo e sono invidioso dell’albero maestro dei negri; inoltre non avendo i soldi di Berlusconi non posso permettermi

di fare la vita sessuale che vorrei, come fa lui con le olgettine (ride, ndr.)D - Tavecchio, lei sa cos’è il nazis-mo?R - No, ma ogni tanto mi sale.D - Caro presidente, come pretende di insegnare i sani valori dello sport, pur essendo lei un pluricondannato a livello penale?R - In questo Paese se non rubi non puoi dare lezioni di vita o ricoprire cariche importanti; il mio è il profilo giusto.D - Cosa vuol dire in conclusione ai tanti lettori del resto del carmelo?R - Meritate di morire a mazzate, andate tutti a fare i barristi. Ciao, un bacio.

A. Paolitto feat. C. Tavecchio

IL PROTAGONISTA DEL MOMENTO IN UN’INTERVISTA ESCLUSIVA

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TI RICORDO ANCORA

Buongiorno a tutti, cari amici e let-tori del resto del Carmelo. Anche quest’anno, immancabile, arriva la rubrica amarcord più seguita e nostalgica del mondo. Si parte subito col botto, oggi vogliamo ri-cordare le eroiche gesta di Roberto Maglione, un uomo che nel bene e nel male ha fatto molto parlare di sé. Attimi di nostalgia canaglia purissima, con annessa lacrimuc-cia, per quest’uomo, vero italiano medio come pochi. Roberto nasce come portiere di dubbio gusto (ma quanto se la ricredeva di essere forte, ndr.) e comincia a calcare i blasonati campetti dello stamford brigida e del fidelity stadium fin da bambino. Capendo che forse il des-tino non era proprio nelle sue mani e nei suoi guanti, decide di passare inspiegabilmente in attacco, e di provare a fare tanti gol: complici squadre avversarie che applicavano una difesa zemaniana riesce anche a farlo, dopo tante chiacchiere, ma a sentirlo parlare pareva fosse il

nuovo Messi. Un primo capolavoro lo regala quando pretende di forza di entrare nello staff organizzati-vo della carmelo cup promettendo mari e monti: in realtà si trattava di fare due semplici cose, parlare con la preside e col don per confermare il campo e la partnership parrocchi-ale; la storia, purtroppo, è ben altra e tristemente nota, coi soliti fessi Paolitto e Minchillo (per dovere di cronaca, quest’ultimo attende an-cora la quota di Benny che si è im-pennata con gli interessi moratori) che dovettero sbrogliare da soli la matassa intricata, per la serie, se-dotti e abbandonati. La svolta arriva poco meno di due anni fa: Roberto si innamora di Cristina, una giovane e promettente bellezza locale e de-cide di metter su famiglia; da allora neanche “chi l’ha visto” ha più sue notizie. Da ottimo italiano medio, quelle poche volte che lo si vede at-tivo sul territorio lo fa per questioni politiche, legandosi al nuovo partito del Movimento5stalle, guidato da

Michele Misseri; si cominciano a toccare temi importanti come quelli della sovranità monetaria e dell’us-cita dall’euro con la stessa prepa-razione e competenza tecnica pos-seduta da Salvatore Bagni nelle sue immortali telecronache, col preved-ibile risultato flop alle elezioni. Ma il giovane Robertino non si abbatte e rilancia alla grande compiendo recentemente l’ultimo grande capo-lavoro, quello da indiscusso artista tirapacchi: dopo aver chiesto per un estate intera della carmelo cup, sul più bello si tira indietro con un “ti faccio sapere” che non lascia nulla di intentato al caso. Per la cronaca, il sottoscritto non l’ha ancora sapu-to, ma voci di corridoio parlano di un’assunzione alle poste che gli ha svoltato la vita e gli permetterà di metter su famiglia con donna Cristi-na. A San Basso poi si è veramente superato, dicendo che andava ad un altro falò ma che sarebbe passato a salutare, ovviamente senza pagare, perché “siamo tutti una grande fa-

miglia” (cit.): uno scrocco in grande stile degno della sua linea politica ribelle; a pensare che Socrate pur di esser coerente fino in fondo bevve cicuta e morì invece di scappare non ci resta che piangere. Ci piace ricordarlo così, come un uomo che ti rimproverava sempre perché non lo chiamavi a calcetto ma quando lo chiamavi non era mai disponibile; per lui, tirapacchi indiscusso, non poteva che esserci lavoro migliore, quello alle poste, perché il tempo è galantuomo con gli onesti, e noi, caro Roberto, non possiamo che ringraziarti per avercelo ricordato.

Antonio Paolitto

ROBERTO MAGLIONE: UN PACCO TIRA L’ALTRO MA SIAMO TUTTI UNA GRANDE FAMIGLIA

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