Il Resto del Carlino 17 maggio 2016 - Intervista sulle adozioni

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Il proble- ma è che in Italia pare siano pro- prio alcuni tribunali a non avere la banca dati, per cui è ipotizzabi- le che nemmeno sappiano chi so- no i minori adottabili sul loro ter- ritorio», spiega Marco Griffini, presidente dell’Ai.Bi., l’associazio- ne Amici dei bambini, che si occu- pa di adozioni. UN OSTACOLO che crea enormi difficoltà per quanto riguarda le procedure di avvicinamento di una famiglia a un potenziale fi- glio. «Non essendoci una banca dati na- zionale – spiega Gianfranco Arno- letti, presidente della Cifa, ong molto attiva in materia – i genito- ri che presentano la domanda in un tribunale dei minori si trova- no a disposizione solo i bambini adottabili in quel tribunale, men- tre se la ricerca si estendesse a tut- ta Italia sarebbe molto più facile riuscire a venire incontro alle ri- chieste delle famiglie». La mancanza della banca dati, poi, ostacola anche le adozioni da parte di genitori stranieri. «Ci sono coppie italoamericane che ci hanno chiesto la possibilità di trovare figli in Italia – spiega Griffini –. Ma attualmente, senza banca dati, non è possibile, nono- stante il nostro paese abbia sotto- scritto la convenzione dell’Aja». Pur con una lieve flessione, resta- no sostanzialmente stabili le ado- zioni nazionali: circa mille bambi- ni ogni anno. Tuttavia aumenta- no, e di molto, i bambini fuori fa- miglia, spesso ospitati in istituti. «NON È VERO che non ci sono fa- miglie disposte ad accoglierli – spiega Griffini –. Consideri che in Italia sono oltre 5 milioni le cop- pie coniugate senza figli. Il proble- ma è che con le difficoltà burocra- tiche molte coppie non credono più all’adozione. In troppi non co- minciano nemmeno il percorso per paura delle difficoltà che po- trebbero incontrare». Difficoltà economiche, certo. Ma anche la paura di doversi assenta- re dal lavoro, soprattutto per le adozioni internazionali. «Sono giusti i controlli, ma a volte vengo- no richieste ai genitori anche ven- ti sedute dallo psicologo – conti- nua Griffini –. Diventa un percor- so a ostacoli. Poi in Italia l’adozio- ne viene vista ancora più come un processo che come un accompa- gnamento. Siamo l’unico stato in Europa, insieme al Belgio, che prevede il passaggio davanti al giudice». La ricerca di un bambino fuori dai confini nazionali per molte fa- miglie è diventata, quindi, una scorciatoia, anche se più costosa. Tuttavia gli ultimi dati forniti dal ministro della Giustizia mostra- no una flessione sostanziale: nel primo trimestre 2015 i procedi- menti internazionali definiti dal nostro Paese sono stati 3.189, a fronte degli 8.540 definiti nel 2012, dei 7.421 del 2013 e dei 6.739 del 2014. «Una volta era sicuramente più fa- cile adottare all’estero per il sem- plice motivo che c’erano più bam- bini disponibili – precisa Arnolet- ti –. Ora in paesi come la Russia e il Brasile, dove la situazione eco- nomica è migliorata, sono aumen- tate le famiglie locali che decido- no di adottare. Inoltre è venuta a mancare una politica di sviluppo di accordi con altri Paesi, come la Cambogia, ma non solo, per cui, in alcuni casi, le adozioni sono bloccate». Paradosso da sanare Ogni tribunale minorile non sa se ci sono bambini adottabili in altre regioni diverse dalla propria La burocrazia lasci Adozioni impossibil Migliaia di coppie pronte, manca la ban INFANZIA E DIRITTI IL WELFARE DELLA FAMIGLIA Quando raggiungono la maggiore età sono costretti a uscire dalle strutture E molti finiscono su cattive strade... Educatori so Ci vorrà la l Moldavia, Russia e Brasile hanno un archivio nazionale dei minorenni senza genitori Situazione reale 35 mila I bambini presenti negli orfanotrofi italiani 400 i neonati abbandonati ogni anno alla nascita 1.000-1.300 le adozioni nazionali in un anno I NUMERI LA PARLAMENTARE DEL PD VANNA IORI «È un?8emergen Migliaia di raga Il dramma a 18 ani Tutte le Commissio Camera (questa set tocca al Bilancio) parere favorevole prima firmataria V sugli educatori-pe Novità: laurea obbl Ovviamente, non è pr nessun criterio di retroattività La novità ROMA «IL PROBLEMA è che non ci so- no nemmeno dati certi sui bambi- ni da adottare. L’Istat fornisce nu- meri, il Dipartimento di giustizia minorile ne fornisce altri». L’onorevole del Pd Vanna Iori (nella foto) fa parte della commis- sione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza e ha presentato un’interrogazione al ministro del- la Giustizia per capire come mai la banca dati prevista dalla legge 149 del 2001 non sia ancora atti- va. «Solo 11 tribunali su 29 hanno fornito i dati e comunque sono ag- giornati al 2013», precisa. A che cosa servirebbe la ban- ca dati? «È fondamentale per mettere in contatto le famiglie con i bambini che possono essere adottati. An- che perché il problema dei mino- ri fuori famiglia è una vera e pro- pria emergenza umanitaria: si par- la di cifre tra i 28 e i 35mila, tra adottabili e non. Metà vivono in famiglie affidatarie, ma l’altra me- tà si trova in strutture residenzia- li, anche tra gli adottabili». Quando un ragazzo compie 18 anni, ma non ha finito gli studi e non è indipendente, deve uscire dalle strutture? «Sì. Anche questo è un problema enorme. Con le Ausl e i Comuni sono state trovate soluzioni e vie- ne fornito un sostegno per poter finire gli studi superiori». Per questi giovani è p possibile pensare al tà. «È molto difficile. Diciamo che si cerca di inserirli nel mondo del la- voro. Molti finiscono su cattive strade e questo è un fallimento so- ciale gravissimo» Le adozioni sono in ca «Si è parlato di un problema di co- sti, dovuto anche alla crisi econo- mica. In realtà i problemi sono an- che altri, come i tempi e le proce- dure burocratiche, che ora come ora, scoraggerebbe chiunque. Poi c’è la questione dei fallimenti adottivi: circa il 20% dei bambini torna nelle strutture. E per loro è un secondo abbandono». Che cosa si sta facend lo legislativo? «Dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili, si è preso l’im- pegno di riorganizzare la materia. Io faccio parte della Commissio- ne giustizia e posso dire che sono già cominciate le audizioni». Sabrina Pignedo VIAGGI DELLA SPERANZA Ogni anno vengono accolti da famiglie italiane da 6mila a 8mila minorenni stranieri

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12 MARTEDÌ17 MAGGIO 2016

IL GIORNOil Resto del CarlinoLA NAZIONE

Sabrina PignedoliROMA

CI SONO potenzialmente dieci fa-miglie per ogni bambino adottabi-le in Italia. E in alcuni distrettidei 29 tribunali minorili si arrivafino a venti.Manonostante ciò re-stano 300 bambini adottabili chenon riescono a trovare genitori. Esono in continua crescita iminorifuori dalle famiglie, arrivati or-mai a 35mila. Secondo le stime,ovviamente. Perché dati precisi,ufficiali, non ce ne sono.Motivo?

IN ITALIA manca una banca datinazionale sui minori da adottare.

«La Russia, il Brasile ce l’hanno.Anche Stati piccoli, come la Mol-davia, si sono attrezzati. Il proble-ma è che in Italia pare siano pro-prio alcuni tribunali a non averela banca dati, per cui è ipotizzabi-le che nemmeno sappiano chi so-no iminori adottabili sul loro ter-ritorio», spiega Marco Griffini,presidente dell’Ai.Bi., l’associazio-neAmici dei bambini, che si occu-pa di adozioni.

UN OSTACOLO che crea enormidifficoltà per quanto riguarda leprocedure di avvicinamento diuna famiglia a un potenziale fi-glio.«Nonessendoci unabanca dati na-zionale – spiegaGianfrancoArno-letti, presidente della Cifa, ongmolto attiva inmateria – i genito-ri che presentano la domanda inun tribunale dei minori si trova-no a disposizione solo i bambiniadottabili in quel tribunale, men-tre se la ricerca si estendesse a tut-ta Italia sarebbe molto più facileriuscire a venire incontro alle ri-chieste delle famiglie».La mancanza della banca dati,poi, ostacola anche le adozioni daparte di genitori stranieri.«Ci sono coppie italoamericaneche ci hanno chiesto la possibilitàdi trovare figli in Italia – spiega

Griffini –. Ma attualmente, senzabanca dati, non è possibile, nono-stante il nostro paese abbia sotto-scritto la convenzione dell’Aja».Pur con una lieve flessione, resta-no sostanzialmente stabili le ado-zioninazionali: circamille bambi-ni ogni anno. Tuttavia aumenta-no, e di molto, i bambini fuori fa-miglia, spesso ospitati in istituti.

«NONÈVERO che non ci sono fa-miglie disposte ad accoglierli –spiegaGriffini –. Consideri che inItalia sono oltre 5 milioni le cop-pie coniugate senza figli. Il proble-ma è che con le difficoltà burocra-tiche molte coppie non credonopiù all’adozione. In troppi non co-minciano nemmeno il percorsoper paura delle difficoltà che po-trebbero incontrare».Difficoltà economiche, certo. Maanche la paura di doversi assenta-re dal lavoro, soprattutto per leadozioni internazionali. «Sonogiusti i controlli,ma a volte vengo-no richieste ai genitori anche ven-ti sedute dallo psicologo – conti-nuaGriffini –.Diventa un percor-so a ostacoli. Poi in Italia l’adozio-ne viene vista ancora più come unprocesso che come un accompa-gnamento. Siamo l’unico stato inEuropa, insieme al Belgio, cheprevede il passaggio davanti algiudice».La ricerca di un bambino fuoridai confini nazionali permolte fa-miglie è diventata, quindi, unascorciatoia, anche se più costosa.Tuttavia gli ultimi dati forniti dalministro della Giustizia mostra-no una flessione sostanziale: nelprimo trimestre 2015 i procedi-menti internazionali definiti dalnostro Paese sono stati 3.189, afronte degli 8.540 definiti nel2012, dei 7.421 del 2013 e dei6.739 del 2014.«Una volta era sicuramente più fa-cile adottare all’estero per il sem-plicemotivo che c’erano più bam-bini disponibili – precisaArnolet-ti –. Ora in paesi come la Russia eil Brasile, dove la situazione eco-nomica èmigliorata, sono aumen-tate le famiglie locali che decido-no di adottare. Inoltre è venuta amancare una politica di sviluppodi accordi con altri Paesi, come laCambogia, ma non solo, per cui,in alcuni casi, le adozioni sonobloccate».

Giovanni RossiROMA

FUNZIONA COSÌ. Da quando laCamera ha approvato le unioni ci-vili, centro cattolico e Pd renzianosi fronteggiano per rubarsi l’auten-tica interpretazione dei codici (edelle priorità del cosmo). Alleati?Sì,ma per necessità. Perché se unodice, l’altro contraddice. E i distin-guo si moltiplicano: uno tira l’al-tro – come le ciliegie e gli hashtag.La giornata di ieri è stata un capo-lavoro. Bonus bebè, sostegni fami-liari e asili nido: subito in secondopiano. Crollo adozioni internazio-nali?Non commentato.E i 300mi-nori italiani adottabili e non adot-tati sono un delitto, vero: ma vuoiparagonarlo al rischio che qualchetribunale possa, in casi specifici,approvare la stepchild adoption –l’adozione del figliastro – in unacoppia gay?

L’USCITA domenicale del mini-stro allaFamigliaEnricoCosta sul-la necessità di uno stop «all’inter-pretazione creativa» dei tribunalideiminori offre una stimolante re-plica al Guardasigilli Andrea Or-

lando. IlministroPd si presenta al-laCommissioneGiustizia della Ca-mera e dichiara: «La legge non dàuna soluzione che prevedeun auto-matismo, ma dà al giudice il com-pito di valutare quale sia la soluzio-nemigliore per assicurare la conti-nuità affettiva al minore. Questoesclude qualsiasimodello di giudi-ce ‘bocca della legge’. Siamonoi le-gislatori a chiedere ai giudici di in-terpretare la legge». Vedi previsio-ne specifica della 184/1983 quan-do rimanda ai «casi particolari»previsti dall’articolo 44. In ogni ca-so, «la congruità delle singole sen-tenze – osserva Orlando – è garan-tita dai diversi gradi di giudizio edal ruolo insuperabile e centrale

della Cassazione, che sarà chiama-ta a esprimersi tra qualche gior-no».

NELFRATTEMPOnonè cheMau-rizio Lupi, Rocco Buttiglione oPaolaBinetti (Ap/Ncd) restino afo-ni. Lupi: «Ilministro della Giusti-zia dice una cosa ovvia, quindinon si capisce perché la dica. Nel-le adozioni il giudice considerasempre il caso concreto, ma non ècreatore della legge, non è di fron-te al vuoto e non decide in base acriteri solo ed esclusivamentesuoi. Ci sono limiti che non puòvalicare, e il popolo italiano sulleadozioni per le coppie omosessua-li si è espresso chiaramente».Butti-

glione: «Nessuno può tollerareche il giudice faccia prevalere sulcontenuto della norma di legge leproprie visioni, opzioni e tenden-ze politiche. Questi princìpi deb-bono essere fortemente ricordati».Binetti: «In fatto di adozioni spe-ciali vedremo più creatività che ri-gore».

«QUANDOmai uno stralcio parla-mentare dà la linea interpretativaai giudici?», si chiede la deputataPd Anna Rossomando criticandola posizione centrista. «Il varo del-la legge sulle unioni civili non re-stringe affatto la facoltà dei giudicidi optare per la stepchild adoption –puntualizza il senatore democrati-co Francesco Verducci –. Anzi,ora i giudici dovranno tenere con-to del riconoscimento delle coppiedello stesso sesso attraverso l’istitu-to delle unioni civili, che in prece-denza non esisteva». «I giudicinonhanno lemani legate e potran-no continuare a fare il loro lavoroper il bene dei bambini», aggiungela senatrice dem Monica Cirinnà(polemizzando con Formigoni suRadio2). Il ministro Costa non cista e promette battaglia già doma-ni. Ancora in Commissione, allaCamera.

«Coppie gay, valutano i giudici»Orlando amuso duro controNcdIl Guardasigilli: «Non tocca al governo dire come decidere sui figli»

Paradossoda sanare

Ogni tribunale minorilenon sa se ci sono bambiniadottabili in altre regionidiverse dalla propria

Lupi: il popolo italianosulle adozioniper le coppie gay si èespresso chiaramente

La burocrazia lascia soli 300 bimbiAdozioni impossibili per le famiglieMigliaia di coppie pronte,manca la banca dati nazionale deiminori

INFANZIAEDIRITTIIL WELFARE DELLA FAMIGLIA

L’Italia si conferma primo Paese di accoglienza in Europa per numerodi minori adottati e secondo al mondo dopo gli Stati Uniti: lo rende notola Commissione Adozioni Internazionali (Cai), che pubblica sul suo sito(www.commissioneadozioni.it) una tabella che anticipa i dati 2014/5

Accoglienza deiminori, siamo i secondi almondoE i primi nel Vecchio Continente

Quando raggiungonolamaggiore etàsono costretti a usciredalle struttureEmolti finisconosu cattive strade...

Educatori socialiCi vorrà la laurea

Moldavia, Russia eBrasile hanno un archivionazionale dei minorennisenza genitori

Situazionereale

35milaI bambini presenti negli orfanotrofi italiani

oltre 5 milionile coppie sposate senza figli

500le coppie italiane che adottano ogni anno

300i bambini adottabili che non riescono a essere adottati

400i neonati abbandonati ogni anno alla nascita

1.000-1.300le adozioni nazionali in un anno

I NUMERI

LAPARLAMENTAREDELPDVANNAIORI

«Èun’emergenza umanitariaMigliaia di ragazzini da aiutare»

Il drammaa18 anni

Tutte le Commissioni dellaCamera (questa settimanatocca al Bilancio) dannoparere favorevole al pdl,prima firmataria Vanna Iori,sugli educatori-pedagogisti.Novità: laurea obbligatoria.Ovviamente, non è previstonessun criteriodi retroattività

Lanovità

Ap tieneil punto

Il casusbelli

Il ministro alla FamigliaCosta aveva detto:basta sentenze creativedel tribunale dei minori

ROMA«IL PROBLEMA è che non ci so-nonemmenodati certi sui bambi-ni da adottare. L’Istat fornisce nu-meri, il Dipartimento di giustiziaminorile ne fornisce altri».L’onorevole del Pd Vanna Iori(nella foto) fa parte della commis-sione parlamentare per l’infanziae l’adolescenza e ha presentatoun’interrogazione alministro del-la Giustizia per capire come maila banca dati prevista dalla legge149 del 2001 non sia ancora atti-va. «Solo 11 tribunali su 29 hannofornito i dati e comunque sono ag-giornati al 2013», precisa.Ache cosa servirebbe la ban-ca dati?

«È fondamentale per mettere incontatto le famiglie con i bambiniche possono essere adottati. An-che perché il problema dei mino-ri fuori famiglia è una vera e pro-pria emergenza umanitaria: si par-la di cifre tra i 28 e i 35mila, traadottabili e non. Metà vivono infamiglie affidatarie,ma l’altrame-tà si trova in strutture residenzia-li, anche tra gli adottabili».Quando un ragazzo compie18 anni, ma non ha finito glistudi e non è indipendente,deve uscire dalle strutture?

«Sì. Anche questo è un problemaenorme. Con le Ausl e i Comunisono state trovate soluzioni e vie-ne fornito un sostegno per poterfinire gli studi superiori».Per questi giovani è però im-possibilepensareall’universi-tà.

«Èmolto difficile. Diciamo che sicerca di inserirli nelmondodel la-voro. Molti finiscono su cattivestrade e questo è un fallimento so-ciale gravissimo»Le adozioni sono in calo.

«Si è parlato di un problemadi co-sti, dovuto anche alla crisi econo-mica. In realtà i problemi sono an-che altri, come i tempi e le proce-dure burocratiche, che ora comeora, scoraggerebbe chiunque. Poic’è la questione dei fallimentiadottivi: circa il 20% dei bambinitorna nelle strutture. E per loro èun secondo abbandono».Checosasi sta facendoa livel-lo legislativo?

«Dopo l’approvazione della leggesulle unioni civili, si è preso l’im-pegno di riorganizzare la materia.Io faccio parte della Commissio-ne giustizia e posso dire che sonogià cominciate le audizioni».

Sabrina Pignedoli

AndreaOrlando (ImagoEconomica)

VIAGGI DELLA SPERANZAOgni anno vengono accoltida famiglie italiane da 6milaa 8milaminorenni stranieri