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Il restauro del volume De Historia Plantarum di teofrasto della Biblioteca dell’orto Botanico di napoli A. MIGNOGNA Legatoria Artigiana, San Biagio dei Librai 39, 80138 Napoli, Italia. [email protected] / www.legatoriartigiananapoli.it riassunto. De Historia Plantarum di Teofrasto è un’opera di enorme interesse scientifico per la bota- nica storica, rappresentando uno dei più completi manoscritti sulle piante del mondo antico. Per la prima volta nel mondo occidentale descrive det- tagliatamente piante da droga e medicinali e il loro valore terapeutico. Una copia di quest’opera, risa- lente al XVII secolo, è presente nella Biblioteca dell’Orto Botanico di Napoli. Il trascorrere dei se- coli ha arrecato danni a questo volume rendendo necessari interventi di restauro. Sono qui descritte le operazioni di restauro dell’opera, illustrando le tecniche adottate. Sono inoltre fornite informazioni sulla storia del restauro di libri antichi e sulla im- portanza della conservazione del patrimonio libra- rio di interesse culturale. Abstract. De Historia Plantarum by Theophrastus is a work of enormous scientific interest for the his- tory of botany, representing one of the most com- plete sources of information on the plants of the ancient world. For the first time in western tradi- tion, it described in detail drugs, medicinal plants and their therapeutic values. A copy of a seven- teenth-century edition of this book is kept in the library of the Botanical Garden of Naples, Italy. Time has caused damage to this volume, that requi- red restoration. The present paper describes in deta- il the restoration work operations, illustrating the techniques employed. It also provides information on the history of the restoration of ancient books and on the importance of conservation of books of cultural interest. Key words: Ancient books, De Historia Plantarum, Restoration, Theophrastus Delpinoa 52-53: 23-30. 2010-2011 IntroduzIone La conservazione del patrimonio librario L’esigenza della conservazione del patri- monio librario nasce praticamente insieme alla civiltà umana, cioè con la nascita della scrittu- ra. Appena creati i primi manoscritti, si avver- tì subito il problema di come conservarli. Inizialmente come supporti furono usati la pietra e il metallo, per passare poi al papiro, alla pergamena, alle foglie di palma e di betul- la, fino alla carta, molto più pratica e maneg- gevole, ma facilmente deteriorabile. Fino al Medio Evo il problema della con- servazione non fu particolarmente avvertito grazie all’uso di un materiale resistente come la pergamena. Già popoli antichi, come gli Egiziani, i Greci e i Romani, usavano scatole di legno o di avorio per proteggere i rotoli di papiro da insetti e umidità. La conservazione diventò invece essenziale man mano che incre- mentava l’uso della carta, come supporto della scrittura prima e della stampa poi. L’invenzione della carta è molto antica: vi sono campioni cinesi che risalgono al 150 d. C. I Cinesi, però, ne ostacolarono la diffusione tenendone segreta la ricetta finché, nel IX secolo d. C., gli Arabi fecero prigionieri alcuni fabbricanti di carta cinesi e li costrinsero a sve- lare il segreto del procedimento di fabbricazio- ne della carta. Fu così che iniziò la diffusione della carta nel bacino del Mediterraneo, cominciando da Egitto, Spagna e Sicilia. Nel 1200 la carta compare a Fabriano, vici- no al porto di Ancona, in Italia, dove erano fre- quenti i contatti con l’Oriente. È così che i car- tai di Fabriano diventano molto importanti

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Il restauro del volume De Historia Plantarum di teofrasto

della Biblioteca dell’orto Botanico di napoli

A. MIGNOGNA

Legatoria Artigiana, San Biagio dei Librai 39, 80138 Napoli, [email protected] / www.legatoriartigiananapoli.it

riassunto. De Historia Plantarum di Teofrasto èun’opera di enorme interesse scientifico per la bota-nica storica, rappresentando uno dei più completimanoscritti sulle piante del mondo antico. Per laprima volta nel mondo occidentale descrive det-tagliatamente piante da droga e medicinali e il lorovalore terapeutico. Una copia di quest’opera, risa-lente al XVII secolo, è presente nella Bibliotecadell’Orto Botanico di Napoli. Il trascorrere dei se-coli ha arrecato danni a questo volume rendendonecessari interventi di restauro. Sono qui descrittele operazioni di restauro dell’opera, illustrando letecniche adottate. Sono inoltre fornite informazionisulla storia del restauro di libri antichi e sulla im-portanza della conservazione del patrimonio libra-rio di interesse culturale.

Abstract. De Historia Plantarum by Theophrastusis a work of enormous scientific interest for the his-tory of botany, representing one of the most com-plete sources of information on the plants of theancient world. For the first time in western tradi-tion, it described in detail drugs, medicinal plantsand their therapeutic values. A copy of a seven-teenth-century edition of this book is kept in thelibrary of the Botanical Garden of Naples, Italy.Time has caused damage to this volume, that requi-red restoration. The present paper describes in deta-il the restoration work operations, illustrating thetechniques employed. It also provides informationon the history of the restoration of ancient booksand on the importance of conservation of books ofcultural interest.

Key words: Ancient books, De Historia Plantarum, Restoration, Theophrastus

Delpinoa 52-53: 23-30. 2010-2011

IntroduzIone

La conservazione del patrimonio librario

L’esigenza della conservazione del patri-monio librario nasce praticamente insieme allaciviltà umana, cioè con la nascita della scrittu-ra. Appena creati i primi manoscritti, si avver-tì subito il problema di come conservarli.

Inizialmente come supporti furono usati lapietra e il metallo, per passare poi al papiro,alla pergamena, alle foglie di palma e di betul-la, fino alla carta, molto più pratica e maneg-gevole, ma facilmente deteriorabile.

Fino al Medio Evo il problema della con-servazione non fu particolarmente avvertitograzie all’uso di un materiale resistente comela pergamena. Già popoli antichi, come gliEgiziani, i Greci e i Romani, usavano scatole

di legno o di avorio per proteggere i rotoli dipapiro da insetti e umidità. La conservazionediventò invece essenziale man mano che incre-mentava l’uso della carta, come supporto dellascrittura prima e della stampa poi.

L’invenzione della carta è molto antica: visono campioni cinesi che risalgono al 150 d. C.I Cinesi, però, ne ostacolarono la diffusionetenendone segreta la ricetta finché, nel IXsecolo d. C., gli Arabi fecero prigionieri alcunifabbricanti di carta cinesi e li costrinsero a sve-lare il segreto del procedimento di fabbricazio-ne della carta. Fu così che iniziò la diffusionedella carta nel bacino del Mediterraneo,cominciando da Egitto, Spagna e Sicilia.

Nel 1200 la carta compare a Fabriano, vici-no al porto di Ancona, in Italia, dove erano fre-quenti i contatti con l’Oriente. È così che i car-tai di Fabriano diventano molto importanti

nella diffusione della carta, in Italia prima e intutta Europa poi.

La carta, pur se di ottima qualità, tendevaperò a deteriorarsi nel tempo: fu questa fragili-tà a rendere più complesso il problema dellaconservazione. Problema che peggiorò conl’invenzione della stampa e la sempre più cre-scente richiesta che fece peggiorare la qualità,e quindi la resistenza, della carta.

Nelle biblioteche, pertanto, cominciò adiventare essenziale interessarsi della cura edella conservazione del patrimonio librario.

Breve storia del restauro dei libri

Nell’arte del restauro, inizialmente si pro-cedeva per tentativi e spesso poteva capitare didanneggiare in modo irreparabile libri e docu-menti. Al contempo, però, tramite i soli esperi-menti empirici, si scoprirono anche metodi co-sì efficaci da essere rimasti validi nei secolifino ad oggi.

Uno dei primi scritti che dà precise indica-zioni sulle tecniche del restauro fu pubblicatonel 1806 con il titolo di “Lettera al biblioteca-rio di Modena intorno al restauro dei libri” diGiovanni Fabbroni (FABBRONI 1806) e seguitodal più importante saggio del Bonnardot (BON-NARDOT 1846), pubblicato nel 1846 e ancora inqualche modo attuale (MORGANA 1932).

Ma la vera storia moderna del restauro deilibri comincia nel 1898, quando il cardinaleFranz Ehrle (EhRLE1909), della BibliotecaApostolica Vaticana, organizzò una conferenzadedicata specificamente al restauro del libroantico e chiese una rivisitazione dei metodifino allora adottati; la sua richiesta fu ribaditanegli anni successivi in sede congressuale da-gli Archivisti a Dresda e dai Bibliotecari a Pa-rigi (MORGANA 1932).

L’interesse così accresciuto fu ripreso conforza alla fine della prima guerra mondiale ediede il via a diverse scuole e istituzioni spar-se nel mondo, che ancora oggi continuano aoccuparsi attivamente dello studio del restaurodel libro e dei complessi problemi a esso ine-renti. Tra queste, nel 1938, su iniziativa diAlfonso Gallo, fu creato l’Istituto di Patologiadel Libro, centrato sullo studio dei processidegenerativi della carta e delle migliori tecni-

che da applicare. Le procedure elaborate dal-l’Istituto costituiscono ancor oggi un esempiodi correttezza metodologica a livello interna-zionale. Anche il dramma dell’alluvione di Fi-renze nel 1966 dette un forte impulso ad ap-profondire e migliorare i processi esistenti.

Il restauro dei libri: un lavoro artigianale

La conservazione e il restauro del libro so-no ancora oggi lavori esclusivamente artigia-nali, nonostante i progressi compiuti dalla tec-nologia.

Ogni libro è un caso a sé, con la sua storiae le sue problematiche, e in tal senso anche leoperazioni di recupero, seppur con comunemetodologia di base, possono essere “persona-lizzate”: a volte può perfino necessitare di so-luzioni tecniche ad hoc, nate dall’ingegnosità edall’abilità del restauratore.

Ovviamente nei secoli le innovazioni scien-tifiche hanno aiutato a capire meglio le causedel deterioramento e hanno contribuito a esclu-dere sistemi o sostanze che potevano crearedanno, ma si può affermare che i metodi e letecniche tradizionali hanno resistito al tempo erimangono insostituibili.

Il lavoro del restauratore, oltre all’essenzia-le abilità artigianale, esige anche una buonaconoscenza della storia del libro, dei diversistili e di alcune nozioni di fisica e chimica.Infatti, l’arte del restauratore di libri è passatadalla sola esperienza pratica all’arricchimentodi studi specifici, così da poter procedere conmetodo e competenza.

Molteplici sono le operazioni volte a tutela-re carte, scritture e legature. Di seguito, utiliz-zando un esempio di restauro effettuato, neelencheremo le diverse fasi.

Il restAuro del De HIstorIa PLantarum dI

teofrAsto

Informazioni sul testo

Teofrasto (Ereso, 371 a. C. - Atene, 287 a.C.) fu discepolo di Aristotele. È consideratouno dei padri della botanica. Il suo De Historia

plantarum rappresenta uno dei più completi

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manoscritti sulle piante del mondo antico aessere pervenuto fino ad oggi e rappresentònelle epoche successive alla sua stesura un im-portante punto di riferimento. Merito di Teo-frasto fu, tra l’altro, aver classificato per la pri-ma volta nel mondo occidentale piante da dro-ga e medicinali e aver indicato il loro valore te-rapeutico. Teofrasto è ritenuto il Padre dellaTassonomia. Il suo testo fu trascritto e tradottonumerose volte in Greco e in Latino.

Il testo sottoposto a restauro è una riedizio-ne del 1644 depositato nella biblioteca dell’Or-to Botanico di Napoli. Informazioni su questabiblioteca sono riportate nel lavoro di SIBILIO

& PAINO (2010-2011) consultabile nel presentevolume di Delpinoa.

Nel corso dei secoli, il testo ha subito dan-ni, rendendo necessari interventi per il suorestauro. Lo stato di degrado del testo, riguar-danti sia la copertina sia il suo interno, sonoosservabili nella Fig. 1.

La Biblioteca dell’Orto Botanico di Napolidecise pertanto di provvedere al restauro del-l’opera, affidando il lavoro alla Legatoria Arti-giana di Napoli, il cui titolare è autore del pre-sente lavoro.

Descrizione delle operazioni di restauro

La Tab. I riporta la scheda tecnica del testo.Segue la descrizione delle singole operazionidi restauro a cui l’opera è stata sottoposta.

I termini tecnici seguiti da un asterisco sonodefiniti nel Glossario riportato in coda.

Esame dello stato dell’opera

Il testo, di cui la Fig. 1 riporta la documen-tazione fotografica prima del restauro, presen-tava i seguenti danni: usura della coperta* ori-ginale con parti mancanti di pelle e distaccolungo il dorso, cucitura compromessa, macchiedi umido e alta acidità.

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Fig. 1 – La coperta (foto a sinistra) e l’interno (le due foto adestra) del testo che mostrano alcuni aspetti del suo stato didegrado.

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Collazione

Per collazione s’intende il controllo e la nu-merazione delle carte, così da poterle ricom-porre nella identica posizione che avevano pri-ma dell’intervento.

Durante questa fase vanno annotate even-tuali mancanze o irregolarità che vengono ri-portate sulla scheda di restauro.

Smontaggio e Scucitura

Se il restauro deve essere effettuato sullamaggior parte dei fogli, è necessario smontarequello che resta della rilegatura originale escucire il libro. Questa operazione serve aseparare i fascicoli dalla coperta e poi i fasci-coli tra di loro recidendo il vecchio filo di cuci-tura: è un’operazione molto delicata, specie sele carte sono fortemente compromesse.

Lo smontaggio prevede anche la rimozionedella precedente indorsatura e il distacco dellecontroguardie* e la conservazione della coper-ta originale o di quello che ne resta: una voltastaccata verrà conservata a parte.

Pulitura a Secco

Quest’operazione prevede una spolveraturaaccurata con pennello a setole morbide esgommatura con gomma Wishab per unaprima pulitura superficiale delle carte. Questaoperazione può essere effettuata sia come al-ternativa al lavaggio sia prima di procedere al-le operazioni umide.

Lavaggio

Nel caso in cui la condizione di sporco per-sistente lo richieda, si procede inizialmente alcontrollo della solubilità degli inchiostri perverificare la possibilità di effettuare passaggiper via umida e alla misurazione del ph perverificare il grado di acidità delle carte. Que-st’ultima misurazione viene effettuata ponendoa contatto del supporto cartaceo un elettrodo abulbo piatto di un phmetro.

Comincia a questo punto la fase vera e pro-pria del lavaggio, che si esegue con acqua de-mineralizzata a temperatura inferiore a 37 °C.In questo caso i bifogli* sono stati immersi suapposite retine o su carta tessuto-non-tessuto*e poi lasciati asciugare a temperatura ambientesu carte filtro che assorbono l’acqua eccedentesenza ledere la struttura della carta (Fig. 2).

Nei casi in cui il ph è uguale o inferiore a5, dopo il lavaggio si procede alla deacidifica-zione, che serve ad ottenere la neutralizzazio-ne delle sostanze acide presenti.

Steccatura

I fogli, una volta asciutti, vengono distesi,mediante pressione manuale, con l’aiuto di unastecca d’osso, utilizzando il tessuto-non-tessu-to come protezione intermedia tra la carta e lastecca.

Ricollaggio

A questo punto si procede con il restituirealla carta la sua collatura originale tramite so-

Titolo De Historia Plantarum

Anno 1664

Autore Teofrasto

N. Inventario 1237

Argomento Botanica

Luogo di pubblicazione Amsterdam, Olanda

N. pagine 1.275

DimensioniAltezza: 36 cm

Larghezza: 22 cm

Tab. I – Scheda tecnica del testo restaurato.

Fig. 2 - Operazione di Lavaggio. Bifogli immersi esupportati da retine che hanno la funzione di con-trastare la fragilità a cui va incontro la carta in con-seguenza dell’azione del lavaggio.

luzione acquosa con Tylose 300 P 2 al 1-2%stesa a velo con un pennello a setole morbide(Fig. 3). Dopo l’asciugatura si provvede a spia-nare nuovamente le carte con un primo accura-

to pressaggio dei singoli fogli.

Restauro Cartaceo

Si arriva così al restauro vero e proprio del-la carta che può essere lacera o lacunosa.

Per quest’operazione si sceglie carta giap-ponese* che abbia metà della grammatura del-la carta (in quanto va raddoppiata per le toppea sandwich) o di grammatura leggermente in-feriore (per le toppe singole o a velo). Essen-ziale è la capacità di operare una leggera scar-nitura dei margini della carta originale così dafarli combaciare con la carta da restauro.

Il colore della carta giapponese deve essereil più simile possibile a quello originale.

Per i piccoli fori, se presenti, si procede conla stuccatura usando un impasto di fibre di car-ta giapponese con colla Tylose.

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Fig. 3 - Operazione di Ricollaggio della carta.

Fig. 4 - Operazione di Cucitura. Legatura a “spaghi passati”, realizzata sui nervi di spago (a sinistra) ecucitura a mano del capitello con filo refe (a destra).

Fig. 5 - Operazione di Restauro della Rilegatura. A. Restauro della legatura. B, C. Rivestimento con unapelle simile all’originale.

A B C

Cucitura

Nel caso qui descritto è stata rispettata l’o-riginale modalità di cucitura realizzata su nervidi spago*: per questa operazione si è riprodot-to lo stesso spessore dei cordoni originali, al-lungati così da consentire una legatura a spaghipassati* (Fig. 4).

Anche per il capitello* si è seguita la tecni-ca della cucitura a mano; in questo caso confilo refe come l’originale (Fig. 4).

Restauro della Rilegatura

La rilegatura, che include la cucitura e l’in-dorsatura*, è l’operazione che nel corso dei se-coli più frequentemente ha interessato il libro:

nell’ambito del restauro la legatura costituisceuna parte essenziale e inscindibile, ed è spessofonte di molte importanti informazioni.

In genere si cerca di salvare il più possibilela rilegatura originale, se presente, o almeno leparti residue. In caso contrario si ricostruisceex novo, cercando di evitare “falsi storici”.

Si usano invece per quanto possibile mate-riali e tecniche originarie simili alle preesisten-ti, curando soprattutto la funzionalità dellastruttura e il suo legame con l’opera. Con lostesso criterio si eseguono gli elementi aggiun-tivi come quadranti*, nervi*, chiusure.

Nel nostro esempio, dopo l’ indorsatura si èproceduto al restauro della legatura originale

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Fig. 6 - Operazione di Restauro della Rilegatura. Nella fase finale della Rilegatura i frammenti originaliche erano stati staccati dai cartoni (A) vengono posizionati come nella rilegatura originale (B, C).

Fig. 7 - Il libro dopo le operazioni di restauro.

A B C

che si presentava in tutta pelle, priva di dorso,tranne pochi frammenti, e con ampie lacera-zioni su entrambi i piatti* (Fig. 5 A).

Per la scelta delle tecniche si è ovviamentescelto di aderire allo stile preesistente, comegià fatto per la cucitura, per cui si è utilizzatala legatura a spaghi passati, tipica dell’epoca.

Si è poi passati al rivestimento con unapelle di colore e aspetto simile all’originalecon un’applicazione diretta al dorso, dove lapelle è andata ad adagiarsi lungo i cordonicreati dagli spaghi di cucitura: in quest’opera-zione è essenziale la pinza per nervi, che aiutaa far calzare meglio la pelle e a delinearne icontorni (Fig. 5 B, C).

Formata così la nuova coperta per dare sta-bilità e qualità di conservazione al volume, si èprovveduto infine a recuperare i frammentioriginali che erano stati staccati dai cartoni emessi da parte (Fig. 6 A). Posizionati comenella rilegatura originale, hanno contribuito arestituire almeno in parte l’aspetto di autentici-tà e di memoria storica che il volume conserva(Fig. 6 B, C).

Documentazione fotografica dopo il restauro

Come da regola, si è provveduto alla docu-mentazione fotografica dopo le operazioni direstauro a testimonianza degli interventi effet-tuati (Fig. 7).

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* GlossArIo

Bifogli. Fogli piegati a metà per formare quat-tro pagine da ognuno di essi; più bifogli costi-tuiscono un fascicolo.Capitello. Parte strutturale del libro che lega ifascicoli tra loro e protegge il libro dallo sfre-gamento alla base. È costituito da un rotolinodi pelle o spago intorno a cui si fa passare unfilo grezzo o da ricamo, a volte colorato, cosìda creare come una mezza luna fissata con il fi-lo all’interno dei fascicoli del libro.Carta giapponese. Carta fabbricata a mano inGiappone, utilizzata per le operazioni di re-stauro conservativo essendo resistente alle sol-lecitazioni meccaniche.Controguardia. Detto anche risguardo. Fogliodi carta, di pergamena, di tessuto o di pelle (ve-di guardie), incollato nella parte internadel piatto (vedi) (anteriore e posteriore) pernascondere i rimbocchi (vedi) e le operazionidi fissatura dei nervi (vedi). Come per i piatti

(vedi), si ha un risguardo anteriore e uno poste-riore.Contropiatto. Lato interno del piatto (vedi)della legatura sul quale si incollano i rimboc-

chi (vedi) del materiale di copertura e che vie-ne foderato dalla controguardia (vedi).Coperta. Rivestimento del dorso (vedi) e deidue piatti (vedi) della legatura.Dorso. Nella legatura è la parte che copre lacucitura e unisce i due piatti (vedi), oppostaal taglio anteriore del libro. Si può presentare

con nervature oppure liscio.Guardie. Fogli che precedono la prima eseguono l’ultima carta del libro. Quelli incolla-ti sul contropiatto (vedi) sono detti contro-

guardie (vedi), gli altri semplicemente carte diguardia.Indorsatura. Operazione di legatura che rin-forza il dorso (vedi) incollando su di esso stri-sce di tela di garza, canapa, carta o pergamena.Legatura a spaghi passati. Questa legatura siottiene “passando” gli spaghi dei nervi (vedi)nei cartoni che formeranno la coperta (vedi),creando un tutt’uno.nervi. Strisce di cuoio attorno a cui si attorci-gliano i fili di cucitura. Fissato ai piatti (vedi),ne assicurano l’unione con il corpo del libro.nervi di spago. Rigonfiamenti che sporgonodal dorso: nascono all’origine per unire il libroai piatti (vedi) della coperta e come tali forma-no parte integrante della cucitura; è con lo stes-so filo, infatti, che alcuni cordoni di spago o dipelle, proporzionati all’altezza del volume,vengono annodati al corpo del volume; lo spa-zio vuoto tra un nervo e l’altro sul dorso vieneimbottito con carta giapponese (vedi).Piatti. Detti anche Quadranti. I due cartoni, an-teriore e posteriore, che con il dorso (vedi)compongono la coperta (vedi). Quadranti: Vedi Piatti.rimbocchi. Lembi del rivestimento dei piat-

ti (vedi) della legatura ripiegati verso l’interno

Pubblicato nel mese di dicembre 2016

del volume e incollati sui contropiatti (vedi).tessuto-non-tessuto. Speciale foglio tecnico

con struttura in poliestere usato come supportoper la carta, che in acqua diventa più fragile.

LETTERATURA CITATA

BONNARDOT A. 1846. Essai sur la restaurationdes anciennes estampes et des livres rares.Deflorenne Neveu, Paris. Supplémental’Essai sur la restauration des vielles estam-pes, etc. . . . contenant des corrections, no-tes, éclaircissements, et addition d’un cha-pitre sur la relieure des livres rares. Impri-merie de Guiraudet et Jouaust, Paris.

EhRLE F. 1909. Della Conferenza Internazio-nale di San Gallo (1898). Rivista delle bi-blioteche e degli archivi (Firenze). XX:

113-132.FABBRONI G. 1806. Estratto di una Lettera del

Sig. Giovanni Fabbrone. Nuovo Giornaledei Letterati, Pisa. Tomo IV, Articolo XII:408-418.

MORGANA M. 1932. Manuale hoepli. Restaurodei libri antichi. hoepli, Milano.

SIBILIO G., PAINO L. 2010-2011. Il restauro, lariedizione e la digitalizzazione di libri anti-chi della Biblioteca dell’Orto Botanico diNapoli. Delpinoa 52-53: 5-22.

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