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68 Il restauro del Grattacielo Pirelli La Chiesa nuova e la Cella di Padre Pio Saie 2004 Bimestrale di attualità, tecnica e cultura Bimestrale di attualità, tecnica e cultura Anno 15 - N.68 - Febbraio 2005 - Spedizione in a.p.- 70% - Filiale di Milano - Tassa pagata - Taxe perçue - contiene I.P. In caso di mancata consegna restituire all’ufficio di Milano/Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa

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Il restaurodel Grattacielo Pirelli

La Chiesa nuova e laCella di Padre Pio

Saie 2004

Bimestrale di attualità, tecnica e culturaBimestrale di attualità, tecnica e cultura

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Anche quest’anno Mapei invita i Lettori di

a visitare SaieDue Living, i Saloni Internazionali dell’Architettura,

delle Finiture d’Interni, del recupero e delle Tecnologie per l’Edilizia,

in svolgimento a BolognaFiere, dal 16 al 20 marzo 2005.

Mapei Vi attende in diversi punti

dove saranno messe in

evidenza le soluzioni più innovative per le finiture murali e le

pavimentazioni in continuo in resina e cementizie, oltre a diverse

altre novità.

, nel cuore del padiglione dei

pavimenti in legno, con tutte le novità per la posa del Parquet.

, la mostra – percorso

attraverso le ultime frontiere in tema di prodotti e soluzioni per

facciate e partizioni interne.

Mapei vi stupirà ancora …

Visitateci!

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RIVISTA BIMESTRALEAnno 15 - numero 68 - febbraio 2005

DIRETTORE RESPONSABILEAdriana Spazzoli

SEGRETERIA DI REDAZIONECarla Fini

REDAZIONEAnna Calcaterra,Tiziano Tiziani, Federica Tomasi

RICERCA FOTOGRAFICADavide Acampora

COORDINAMENTO TECNICOLuigi Coppola

PROGETTO GRAFICO - IMPAGINAZIONEMagazine - Milano

DIREZIONE E REDAZIONEVia Cafiero, 22 - 20158 Milanotel. 02-37673.1 - fax 02-37673.214www.mapei.com - E-mail: [email protected]

Abbonamenti: [email protected]

EDITORE: Mapei S.p.A.Registrazione del Tribunale di Milano n. 363 del 20.5.1991

Hanno collaborato a questo numerocon testi, foto e notizie:Addessi Service, Paolo Banfo, AchilleCarcagnì, Luca Cella,Tiziano Cerulli,Diane Choate, Luigi Coppola, GianniDal Magro, Paola Di Silvestro,Paolo Giglio, Pino Mancini,Giulio Morandini, Carolyn Ryan,Aldo Sassi, Studio Image.

In copertina:Il Grattacielo Pirelli di Milano, aseguito dell’incidente aereo del18 aprile 2002, è stato sottoposto

a un complesso intervento di restauro(articolo a pag. 2).Nella foto è riprodotta un’opera di Marco Petrus: “Il Pirelli”,2004, olio su tela di cm 60x50, Collezione privata.

FOTOLITO: Overscan - Milano

STAMPA: Arti Grafiche Beta - Cologno Monzese (Mi)

Tiratura di questo numero:125.000 copieDistribuzione in abbonamento postale in Italia: 115.000 copie - all’estero: 7.000 copie

Tutela della riservatezza dei dati personaliIl trattamento dei dati personali dei destinatari di Realtà Mapei èsvolto nel rispetto della Legge 675/96 sulla tutela della privacy.In qualsiasi momento è possibile richiedere la modifica,l’aggiornamento o la cancellazione di tali dati, scrivendo a:Mapei - Ufficio Marketing - Via Cafiero, 22 - 20158 Milano Fax 02/37673214 - E-mail: [email protected] Chi non avesse ricevuto il modulo per l’autorizzazione all’utilizzo deidati, può richiederlo all’indirizzo sopra indicato.

R E F E R E N Z E

Il restauro del Grattacielo Pirelli pag. 2

Il nuovo Santuario della preghiera pag. 10

La cella di Padre Pio pag. 16

Vita nuova per la Galleria pag. 22

Vivere da Kleopatra pag. 36

La Brigata si rifà la facciata pag. 38

Lady Liberty pag. 40

Un supermercato “eco-friendly” pag. 44

F I E R E

SAIE 2004: l’edilizia non conosce crisi pag. 26

F O R M A Z I O N E

Pavimentazioni industriali pag. 30

P R O D O T T I I N E V I D E N Z A

Mapecrete System pag. 31

Quarzolite, il sistema al quarzo pag. 32

Planitop 580 pag. 33

Dynamon Easy pag. 34

Mapegrout SV pag. 35

L ' I M P E G N O N E L LO S P O R T

Progetto maratona pag. 48

M E R C H A N D I S I N G & P U N T O V E N D I TA

Mapei Shop 2005: promozione espositori pag. 52

Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Tutti gli articoli pubblicati in questo numero possono essere ripresi,previa autorizzazione dell’editore, citando la fonte.

�Sul sito Mapei trovate tutte le informazioni sui prodotti, sull’organizza-zione del Gruppo in Italia e nel mondo, sulla partecipazione alle piùimportanti fiere di settore.

www.mapei.com

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Aspetti di diagnostica, conservazione dei materiali e strategie di restauro.

Il Grattacielo Pirelli, realizzato tra il 1956 e il 1960è opera dell’architetto Giò Ponti,che si è avvalsoper la progettazione delle strutture di Pierluigi

Nervi, Arturo Danusso e Piero Locatelli.Mapei partecipò attivamente alla realizzazione diquello che diverrà da subito il simbolo dellaMilano moderna.Ottantamila metri quadri di pavi-menti in linoleum e gomma Pirelli furono posati supannelli in masonite con ADESILEX 3. Progettatoda Giò Ponti, è il primo esempio di pavimento flot-tante in Italia.Ora come allora Mapei è stata prota-gonista del restauro, iniziato nel 2002 dopo il notoincidente (in cui un aereo privato si schiantò con-tro il 26° piano del grattacielo). Questo interventoè stato fondato sulla consapevolezza che il palaz-zo Pirelli è un monumento dell’architettura con-temporanea e su questo assunto iniziale si è basa-ta l’intenzione di conservare, fin dove possibile, ilvalore architettonico e tecnico del monumento.Ad oggi sono stati ultimati i lavori di conservazio-ne della facciata, l’esecuzione delle pavimentazio-ni sia in esterno sia in interno (in marmo di Carrara)e il consolidamento statico delle strutture in calce-struzzo. Il grattacielo è stato riaperto il 18 aprile2004. Nello stesso periodo si sono tenuti due con-vegni sull'argomento:uno al salone del restauro diFerrara il 27 marzo ("Tecnologie moderne e restau-ro: il caso Pirelli") e l'altro al Politecnico di Milano il1° giugno ("Il restauro del grattacielo Pirelli").

I lavoriNell’ambito del progetto di restauro delGrattacielo Pirelli si possono distinguere due atti-vità essenziali:1) la conservazione delle facciate, in cui sono statidefiniti gli ambiti e le modalità degli interventimiranti a preservare le parti autentiche esistenti;2) il recupero funzionale, in cui sono stati definitigli interventi tesi a reintegrare le parti lacunose e arestituire all’edificio piena leggibilità formale efunzionalità.Relativamente alla conservazione delle facciate, leoperazioni di ripristino sono state precedute dauna fase diagnostica costituita da test effettuati incantiere e da analisi di laboratorio, per mezzo deiquali è stato possibile determinare la stratigrafiadel rivestimento stesso. L’indagine, quindi, ha evi-denziato come il punto debole del sistema fosserappresentato, nella quasi totalità dei casi, dall’in-terfaccia malta di posa/calcestruzzo di regolarizza-zione. Al fine di determinare la tecnica di ripristino

di Luigi Coppola, Paolo Banfo, Tiziano Cerulli,Paola Di Silvestro e Paolo Giglio - Mapei S.p.A., Milano

Immagine della facciatadel grattacielo Pirelli dopo

l’incidente aereo del 18 aprile 2002.

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Maggio 2004

per l’eliminazione di questa patologia, sono staticondotti test in cantiere,grazie ai quali è stato pos-sibile stabilire che la migliore soluzione era l’inie-zione – all’interno della soluzione di discontinuitàtra malta di posa e calcestruzzo di regolarizzazio-ne – di un sistema epossidico a bassissima viscosi-tà. In alcuni punti della facciata, laddove si era veri-ficato il completo distacco delle tesserine inmosaico, si è invece proceduto alla posa di nuovomosaico vetroso, perfettamente riproducentequello originale, utilizzando adesivi cementizi adalte prestazioni. Il progetto di restauro del gratta-cielo ha, inoltre, incluso il rifacimento della pavi-mentazione del piazzale antistante l’edificio, inpiastrelle di gres porcellanato e gomma “attaccocemento”, e l’esecuzione delle nuove pavimenta-zioni della sala congressi, in particolare quelladella hall in marmo di Carrara, materiale facilmen-te soggetto a macchiature, che ha richiesto accor-gimenti specifici per la posa. Sono attualmente incorso i lavori per il ripristino dei sottofondi dellepavimentazioni in tutti i restanti piani del gratta-cielo, dove verranno posate pavimentazioni ingomma, linoleum e legno. Il ripristino strutturaledell’edificio a seguito dell’incidente dell’aprile2002, infine, è consistito nel riallineamento degliimpalcati dei piani 26° e 27° e nella restituzionedella portanza originale ai carichi permanenti eaccidentali mediante il rinforzo con cavi post-tesi– esterni alle travi - oltre che nel rinforzo staticodelle travi e dell’intradosso delle solette impattatemediante placcaggio con lamine in materiali com-positi in fibre di carbonio (CFRP).1. La conservazione della facciata.Il “Pirellone”, così viene chiamato dai milanesi,costituisce un’immagine unica ed un elementofigurativo inconfondibile nello sky-line della cittàlombarda.Localizzato in un’area strategica, di fronte allaStazione Centrale di Milano, misura un’altezza dicirca 125 m, con i due prospetti principali com-pletamente vetrati, segnati sulle facciate dallapresenza dei due “setti” trasversali sulla PiazzaDuca d’Aosta, da tali setti e dai vani tecnici su viaFabio Filzi, e racchiusi agli estremi dalle due“punte” in calcestruzzo armato. Tutte le strutturein c.a. presenti sulle facciate, e le due punte diestremità, sono rivestite da tesserine in mosaicovetroso. La Regione Lombardia aveva commis-sionato già nel 2000 un “monitoraggio” dellostato conservativo della facciata e un resoconto

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mv(kg/m3)

2200

2165

2202

2179

2152

mv(kg/m3)

2325

2295

2210

2255

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1

generale delle patologie di degrado, al terminedel quale fu presa una decisione coraggiosa:conservare i profilati in alluminio delle facciatecontinue e il mosaico a tesserine di vetro, abban-donando le più sbrigative soluzioni sostitutive,affiorate in un primo momento.1.1 Il rivestimento in mosaico di vetro.1.1.1 Mosaico esistente.Ai fini della caratterizzazione chimico-fisica delrivestimento sono state condotte analisi di dif-

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Foto 1.Foto macro delletesserine dirivestimento prelevatedal Grattacielo Pirelli.

Foto 2.Sezione di unapiastrella con misuredello spessore dellostrato superficiale: lospessore varia da circa100 a circa 400 μm.

Foto 3.Confronto tra gli spettriXRF della superficie diuna tessera originariadel Grattacielo Pirelli(in rosso) e di unaprodotta in Malaysia(in blu).

3

Carota n°

03-SE-06 75-01

03-SE-07 75-01

10-SS-08 75-01

10-00-12 75-01

Rcil (h/d=1)(N/mm2)

58.3

35.7

42.5

33.8

Rcil (h/d=2)*(N/mm2)

52.8

32.3

38.5

30.6

Rcub **(N/mm2)

66.0

40.4

48.0

38.2

v(m/s)

4160

4130

4240

4210

E(N/mm2)

38150

37050

37530

37850

Tabella 1. Resistenza meccanica a compressione, massa volumica (mv), velocità di propagazione delle ondeultrasonore (v) e modulo elastico dinamico (E) del calcestruzzo della struttura in c.a.

*: Rcil (h/d=2) = Rcil (h/d=1) • 0.905

**: Rcub = Rcil (h/d = 2) / 0.80

Carota n°

03-SE-06 75-01

03-SE-07 75-01

03-NO-13 75-01

03-SE-15 75-01

10-SE-06 75-01

a(%)

3.8

4.3

4.0

4.1

4.2

v(m/s)

4000

4210

4220

4120

4100

E(N/mm2)

33375

36357

37127

35053

34000

Costituenti

_

_

_

Quarzo, Biotite, Clorite, Calce

Quarzo, Biotite, Clorite, Calce

Tabella 2. Massa volumica (mv), assorbimento d’acqua (a), velocità di propagazione delle onde ultrasonore (v),modulo elastico dinamico (E) e principali costituenti del calcestruzzo di regolarizzazione.

frazione ai raggi X (XRD) , di fluorescenza (XRF) oltre alla realizzazione dinumerose sezioni sottili dei campioni prelevati (foto 1). Da queste indagi-ni è stato possibile confermare che le piastrelle, di dimensione 2x2 cm espessore 4 mm, sono costituite fondamentalmente da due strati (foto 2):entrambi sono costituiti da silice (SiO2), allumina ed alcuni ossidi alcalini(Na2, K2O, MgO, CaO, PbO) che confermano la natura prevalentementevetrosa del rivestimento. Lo strato superficiale è costituito, oltre che daisuddetti elementi, anche da ZnO e ZrO2 e ossidi responsabili della colo-razione (variabile dal biancastro al grigio-azzurro) e della durezza super-ficiale della piastrella.Queste analisi sono risultate utili anche durante la seconda fase dei lavo-ri, quando si è reso necessario sostituire e integrare alcune tessere man-canti del rivestimento con nuove che riproducessero esattamente quelleoriginali.1.1.2 Mosaico nuovo.Le nuove tesserine prodotte sono risultate simili, per dimensioni e colore,a quelle originarie del grattacielo Pirelli, già descritte nel precedenteparagrafo. Dal punto di vista chimico hanno composizione simile per glielementi maggiori (sono silicoalluminatiche), ma differiscono per la con-centrazione di alcuni elementi minori. Infatti, come si può notare dallafoto 3, le nuove tessere hanno un maggior contenuto di Zr di quelle ori-ginarie e non contengono Pb. Entrambe le tessere (sia quelle originarie

L'analisi chimica elementare dei provini è stata eseguita mediante microscopia elettronica acquisendo icorrispondenti EDS nei laboratori di R&S Mapei.

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che quelle nuove) sono costituite da due parti principali: lo strato super-ficiale e il corpo. Lo strato superficiale delle nuove tessere è totalmentevetroso, il corpo, invece, è per entrambe le tessere caratterizzato dalla fra-zione vetrosa e da quella cristallina.1.2 Stratigrafia del rivestimento di facciata.Relativamente alla conservazione delle facciate, le operazioni di ripristinodei rivestimenti esistenti in mosaico vetroso sono state precedute da unaprima fase diagnostica, costituita da test effettuati in cantiere e da analisidi laboratorio, per mezzo dei quali è stato possibile determinare la strati-grafia del rivestimento stesso, che può essere schematizzata come segue:• struttura portante in calcestruzzo armato;• strato di calcestruzzo spesso alcuni centimetri, realizzato al fine di elimi-nare i “fuori piombo”, definito nel seguito“calcestruzzo di regolarizzazione”;• intonaco di spessore 1-2 cm realizzato per poter effettuare la posa delmosaico di vetro, nel seguito individuato con il termine “malta di posa”;• "pastina superficiale" spessa qualche millimetro nella quale sono stateinglobate le tesserine del mosaico vetroso;• tessere di mosaico vetroso del rivestimento.1.2.1 La caratterizzazione elasto-meccanica degli strati.Per poter determinare le caratteristiche fisico-meccaniche dei calcestruz-zi e delle malte in facciata, sono stati prelevati campioni mediante caro-taggi.Struttura portante in calcestruzzo armatoA causa degli esigui spessori dei vari strati è stato possibile effettuare laprova di schiacciamento per la determinazione della resistenza meccani-ca a compressione soltanto su 4 carote e solo per il calcestruzzo dellastruttura portante in c.a. I risultati in termini di resistenza meccanica acompressione e massa volumica, unitamente alla velocità di propagazio-ne delle onde ultrasoniche e al relativo valore stimato per il modulo ela-stico dinamico, sono riportati in Tab. 1.I dati di resistenza a compressione (Rcub) indicano per il conglomeratodella struttura in calcestruzzo armato una qualità elevata se si tiene contoche il valore minimo è risultato pari a 38,2 N/mm2 e in un caso è stata regi-strata una Rcub di 66 N/mm2. L’eccellente qualità del calcestruzzo dellastruttura è stata, inoltre, confermata dai valori della velocità di propaga-zione della onde ultrasonore, che sono risultati tutti superiori a 4000 m/s,limite oltre il quale generalmente si assume per il conglomerato l’assen-za di fessure, macrovuoti ed in generale di difetti di compattazione. Ilmodulo elastico dinamico, infine, mediamente di circa 37650 N/mm2, èrisultato congruente con i dati di Rcub.Strato in calcestruzzo di regolarizzazioneNon è stato possibile effettuare prove di schiacciamento a causa degli esi-gui spessori del calcestruzzo di regolarizzazione. Pertanto, al fine di carat-terizzare il conglomerato sono state eseguite analisi per diffrazione deiraggi X, prove di assorbimento d’acqua, quale test per la valutazione dellaporosità aperta del materiale, e di velocità di propagazione delle ondeultrasonore (Tab.2).Come si può notare, i dati sulla velocità di propagazione delle onde sono-re, tutti superiori a 4000 m/s, indicano che il calcestruzzo di regolarizza-zione in termini di compattezza, assenza di fessure e di macrovuoti perdifetti di compattazione, deve ritenersi sostanzialmente equivalente alconglomerato della struttura in calcestruzzo armato. L’eccellente qualitàin termini fisici ed elasto-meccanici, ed in particolare l’assenza di macro-vuoti e di porosità significative, è stata indirettamente confermata daivalori di assorbimento d’acqua. Essi, infatti, sono risultati tutti inferiori al4.3% indicando, quindi, che la matrice cementizia è costituita da unaridotta porosità aperta se si tiene conto che per calcestruzzi scadenti l’as-sorbimento di acqua può risultare anche superiore all’8-10%. Peraltro,queste eccellenti proprietà sono state suffragate dall’assenza di fenome-ni di degrado chimico in atto, come confermato dalle analisi per diffra-zione dei raggi X che hanno escluso la presenza di sostanze derivanti dareazioni chimiche deleterie per il conglomerato.Malta di posaLe analisi per diffrazione dei raggi X hanno evidenziato l’assenza di

sostanze degradanti e la presenza di soli costi-tuenti “fisiologici”, quali quarzo, feldspati, biotite eclorite. Le analisi hanno confermato, inoltre, lapresenza di carbonato di calcio in misura supe-riore al 30% e l’assenza di calce idrata, confer-mando che la malta di posa risulta di tipo“bastardo” (calce/cemento) e si presenta com-pletamente carbonatata.Pastina superficialeQuesta pastina è risultata costituita prevalente-mente da cemento e calce. Inoltre, le prove di dif-frazione dei raggi X hanno rilevato la presenza digesso probabilmente da ascrivere ad una parzia-le “solfatazione” del materiale cementizio pereffetto del contatto con l’atmosfera ed in parti-colare con l’anidride solforosa.1.2.2 I dissesti prevalenti.Le indagini in cantiere hanno denotato che i dis-sesti presenti sul rivestimento di facciata si mani-festavano in forme differenti, sebbene le piùricorrenti riguardassero:1) il completo distacco della malta di posa e,

4

Foto 4. Completodistacco della "malta diposa" e, quindi, delrivestimento vetrosolasciando in vista il"calcestruzzo diregolarizzazione".

Foto 5. Distaccoparziale della "malta diposa" dal sottostante"calcestruzzo diregolarizzazione" senzaevidenziare il "crollo"del rivestimento inmosaico vetroso.

quindi, del rivestimento vetroso lasciando invista il calcestruzzo di regolarizzazione (foto 4);2) il distacco delle sole tesserine di mosaico dalla“pastina superficiale”;3) il distacco parziale della malta di posa dal sot-tostante calcestruzzo di regolarizzazione senzaevidenziare il “crollo”del rivestimento in mosaicovetroso (foto 5).Quest’ultima tipologia di dissesto si manifestavaevidenziando in alcune zone soluzioni di conti-nuità dell’ordine del decimo di millimetro. Inaltre situazioni, invece, il distacco era così accen-tuato che, sia pur senza denotare il “crollo” del

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rivestimento in mosaico, presentava dei vuoti dispessore centimetrico tra la “malta di posa” e il“calcestruzzo di regolarizzazione”.Fatto salvo qualche situazione locale, che costi-tuisce l’eccezione, in nessun caso si è rilevato:- il distacco del calcestruzzo di regolarizzazionedella struttura portante;- il distacco della pastina dalla malta di posa.L’indagine, quindi, ha evidenziato come il puntodebole del sistema fosse, nella quasi totalità deicasi, rappresentato dall’interfaccia malta diposa/cls di regolarizzazione.1.3 Le tecniche di intervento.1.3.1 Le iniezioni (prove di campo e verifiche).Al fine di determinare la tecnica di ripristino perl’eliminazione della tipologia di dissesto più dif-fusa (distacco parziale della malta di posa dalsottostante calcestruzzo di regolarizzazionesenza evidenziare il “crollo” del rivestimento inmosaico vetroso), sono stati condotti test in can-tiere che hanno previsto l’iniezione di EPOJETLV*, sistema epossidico a bassissima viscosità(140 mPa·s), in due zone denominate ZONA A eZONA B.L’intervento di iniezione è stato effettuato conpompa a motore pneumatico a doppia membra-na, avente pressione massima di 8 bar e portatadi 5 litri/min (nelle zone distaccate di piccolaestensione le iniezioni sono state effettuate conuna siringa) , e si è articolato nelle seguenti fasi(foto 6):1. realizzazione di due fori di diametro 10 mmfino ad una profondità superiore a 3 cm, in mododa intercettare la soluzione di continuità presen-te tra malta di posa e calcestruzzo di regolarizza-zione;2. pulizia dei fori con aria compressa alla pressio-ne di 7-8 bar;3. inserimento nei fori del tubetto di iniezione e

Foto 6. Iniezione diresina epossidicaEpojet LV. Realizzazionedei fori di iniezione(diametro dei fori:10mm; profondità: 30mm - in modo daintercettare lasoluzione di continuitàtra malta di posa ecalcestruzzo diregolarizzazione).Pulizia dei fori con ariacompressa.Posizionamentoall'interno dei fori deltubetto d'iniezione edel tubetto spia.Iniezione di resinaepossidica.

Foto 7. Test di adesioneeffettuati mediantedinamometrotorsionale.

del tubetto spia a una profondità di circa 1 cm esigillati con EPORIP TURBO*, resina poliesterebicomponente a rapido indurimento;4. iniezione di aria compressa alla pressione 4-5bar per accertare che il circuito di iniezione fossecompletamente aperto tra i due fori;5. miscelazione dei due componenti della resinaepossidica a bassa viscosità EPOJET LV* e iniezio-ne nel tubetto posto in basso fino alla fuoriuscitadal tubetto spia posto nella parte alta, alla pres-sione di 0,5-2,5 bar.Dopo 7 giorni sono state eseguite prove di adesio-ne mediante un “dinamometro manuale” (foto 7).Nelle Tab. 3 e 4 vengono riportati i risultati delleprove di strappo.Le prove hanno evidenziato come la “crisi” potes-se avvenire quasi esclusivamente o nello strato diadesivo che lega il rivestimento alla malta di posao nel calcestruzzo di regolarizzazione, confer-

7

6

Prova n°

2A

2B

2C

2D

Forza max(KN)

5,1

>9

>9

7,6

Adesione(N/mm2)

2,0

>3,6

>3,6

3,0

Tipo di rottura

Rottura "pastina" del mosaico

Rottura calcestruzzo di regolarizzazione

Rottura "pastina" del mosaico

Rottura calcestruzzo di regolarizzazione

Prova n°

3B

3C

Forza max(KN)

>9

7,7

Adesione(N/mm2)

>3,6

3,1

Tipo di rottura

Rottura calcestruzzo di regolarizzazione

Rottura "pastina" del mosaico

Tabella 4. Risultati delle prove di adesione effettuate nella ZONA B.

Tabella 3. Risultati delle prove di adesione effettuate nella ZONA A.

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zero e c’era il rischio che, utilizzando un adesivo apresa normale, nelle ore notturne l’acqua d’impa-sto potesse gelare, compromettendo quindi lacorretta idratazione dell’adesivo. Di conseguen-za, è stato scelto un adesivo a presa ed idratazio-ne rapida, caratterizzato inoltre da un’elevatadeformabilità, indispensabile per la posa in fac-ciata su grandi altezze. Per ovviare ai problemisopra descritti e per facilitare le operazioni diposa, inoltre, i piani del ponteggio sul quale sistava lavorando sono stati chiusi ermeticamentemediante il posizionamento di lastre di materialeisolante e scaldati immettendo aria calda dalbasso, al fine di mantenere una temperaturacostante di circa 5°C.Sia nel caso descritto in questo paragrafo che inquello del paragrafo precedente, la stuccaturadelle fughe tra le tesserine è stata effettuata conULTRACOLOR*, malta ad alta prestazioni, di classeCG2 secondo la norma EN 13888.2. L’esecuzione delle pavimentazioni esterne.Nell’ambito dell’intervento di recupero delGrattacielo Pirelli si è anche provveduto al rifaci-mento della pavimentazione del piazzale anti-stante l’edificio.La nuova pavimentazione, in piastrelle di gresporcellanato e quadrotte di gomma "attaccocemento", è stata posata su un sottofondo in cal-cestruzzo. Dopo avere provveduto ad effettuareriparazioni localizzate del fondo mediante utiliz-zo di PLANITOP 400*, malta cementizia tissotro-pica a ritiro compensato, a presa rapida (resisten-za a compressione Rc > 45 N/mm2, resistenza aflessione Rf > 7N/mm2, modulo elastico dinami-co E > 24000-28000 N/mm2), è stata eseguita unalisciatura del getto (foto 9) con ADESILEX P4*,malta a presa rapida (Rc =14 N/mm2, Rf > 5N/mm2).La posa delle piastrelle in gres porcellanato èstata effettuata con KERAFLEX*, adesivo cemen-tizio ad alte prestazioni, resistente allo scivola-mento e con tempo aperto allungato, di classeC2TE secondo EN 12004. La posa della gommaattacco cemento, invece, è stata effettuata conGRANIRAPID*, adesivo cementizio bicomponen-te ad alte prestazioni, a presa rapida, di classeC2F secondo EN12004, provveden-do a stendere lacolla sia sul suppor-to che sul retrodelle quadrotte.3. L’esecuzionedelle pavimenta-zioni interne.Per quanto attienele pavimentazioniall’interno dell’edifi-cio, allo stato attua-le sono già stateposate quelle del-l’auditorium e dellahall antistante,

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mando l’efficacia del sistema epossidico scelto (EPOJET LV), che oltre asigillare le soluzioni di continuità, è stato in grado anche di penetrareall’interno della matrice cementizia per circa 3 mm contribuendo ad unamigliore ricomposizione della monoliticità degli elementi di facciata(foto 8); EPOJET LV* è caratterizzato dalle seguenti proprietà:- viscosità Brookfield: 140 mPa.s- adesione al calcestruzzo: >3,5 N/mm2

- resistenza a flessione: 20 N/mm2

- modulo elastico: 1100-1800 N/mm2

Si tratta di un sistema epossidico privo sia di cariche che di solventi, carat-terizzato da una viscosità decisamente più bassa di quella dei tradiziona-li sistemi epossidici utilizzati nel settore dell’edilizia e, a maggior ragione,con caratteristiche di fluidità assolutamente non paragonabili a quelledelle sospensioni cementizie. Inoltre, il valore di resistenza a trazione perflessione del sistema (20 N/mm2), essendo di gran lunga maggiore diquello (3-10 N/mm2 massimo) che può garantire un qualsiasi sistemacementizio (anche di alte prestazioni), è ulteriore fattore di maggior sicu-rezza del grado di adesione tra gli strati.A seguito di questi test preliminari, Il sistema iniettante con resina epos-sidica è stato quindi scelto per il ripristino dell’intera facciata del gratta-cielo, in quelle zone ove era prevalente il problema del distacco dellamalta di posa dal calcestruzzo di regolarizzazione.1.3.2 Gli incollaggi parziali.Laddove si è verificato il distacco delle sole tesserine di mosaico dalla“pastina superficiale” utilizzata per la posa, l’intervento di ripristino è con-

8Foto 8. Sezione di uncampione consolidato.Da destra a sinistra sitrovano: le tessere, la"pastina", l'intonaco e ilcalcestruzzo diregolarizzazione.

Foto 9. Lisciatura delgetto in calcestruzzocon ADESILEX P4.

sistito nell’incollaggio delle tessere nuove, con ADESILEX P10* miscelatocon ISOLASTIC* diluito in rapporto 1:1 con acqua, adesivo cementizio adalte prestazioni, resistente allo scivolamento e con tempo aperto allunga-to, deformabile, di classe C2TE secondo la norma EN 12004 e di classe S1secondo la norma EN 12002.1.3.3 Il rifacimento degli intonaci e la posa del nuovo mosaico.Per la risoluzione, invece, della tipologia di dissesto in facciata caratterizza-ta dal distacco completo della malta di posa dal calcestruzzo di regolariz-zazione, si è deciso di realizzare un intonaco cementizio, impiegandoNIVOPLAN* miscelato con acqua e 2 kg di PLANICRETE* per sacco, maltalivellante per pareti con elevata capacità di adesione al supporto (valori diadesione > 2,5 N/mm2 dopo 28 gg), resistenza a flessione elevata (8N/mm2), per ridurre il rischio di fessurazione e modulo elastico prossimo aquello degli intonaci normalmente usati in facciata. Si è quindi procedutoalla posa delle nuove tessere di mosaico utilizzando KERAQUICK* miscela-to con LATEX PLUS* diluito 1:1 con acqua, adesivo cementizio ad alte pre-stazioni, resistente allo scivolamento e a presa rapida, altamente deforma-bile, di classe C2FT secondo la norma EN 12004 e di classe S2 secondo lanorma EN 12002.La scelta di un adesivo diverso rispetto a quello utilizzato per la posa dellesingole tesserine staccatesi dalla “pastina superfiale” si è resa necessariaperchè questo tipo di intervento è stato effettuato nella stagione inverna-le, quando le temperature durante la notte scendevano anche sotto lo

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rispettivamente in quadrotte di gomma autopo-sante ed in marmo di Carrara (foto 10).Sono attualmente in corso i test preliminari dicantiere per la determinazione delle tecniche diripristino o di rifacimento dei sottofondi dellepavimentazioni in tutti i restanti piani del gratta-cielo, dove verranno posati gomma, linoleum elegno.3.1 La posa del marmo di Carrara: stabilitàdimensionale e macchiatura.La nuova pavimentazione all’ingresso della salacongressi, in lastre di marmo di Carrara, è stataposata con KERAQUICK*, adesivo cementizio adalte prestazioni, a presa rapida e resistente alloscivolamento, di classe C2FT secondo EN 12004.La scelta di un adesivo a presa rapida è stata det-tata dalla consapevolezza che i materiali lapidei

naturali ed artificiali possono subire notevoli imbarcamenti e/o dilatazioniin presenza di umidità o per effetto di gradienti termici; essi, inoltre, in pre-senza di acqua proveniente dal sottofondo, possono macchiarsi e/o pre-sentare antiestetiche efflorescenze.Nel caso specifico del marmo di Carrara, questo risulta dimensionalmentestabile ma presenta il problema delle macchiature da ascrivere alla pre-senza nel materiale lapideo di sostanze (principalmente minerali ferrosi)che possono essere disciolte dalla soluzione acquosa proveniente dall’a-desivo o dalla malta di sabbia e cemento utilizzata per la posa con la tec-nica tradizionale; queste sostanze, trasportate sulla superficie del materia-le lapideo, per effetto dell’azione dell’ossigeno e della luce, si ossidanodeterminando il deturpamento estetico del rivestimento.Per la risoluzione di questa problematica, nel grattacielo Pirelli la posa delmarmo di Carrara è stata effettuata dopo avere accertato l’assenza di risa-lite di umidità dal sottofondo e che il massetto avesse un’umidità residuaal di sotto dei valori non pericolosi per la formazione delle antiestetichemacchie ed efflorescenze. Inoltre, la posa è stata effettuata utilizzando unadesivo rapido (KERAQUICK*), in quanto l’elevata velocità di idratazionedel legante che lo costituisce, consente di limitare - in poche ore – il con-tenuto di umidità nell’adesivo a valori tali da non promuovere la forma-zione di macchiature sulle lastre del materiale lapideo posato ((foto 10).4. Il consolidamento statico delle strutture in calcestruzzo armato.Il giorno 18 aprile 2002 alle ore 17,47 un monomotore Commander 112Tc ha colpito la facciata del grattacielo Pirelli su Piazza Duca d’Aosta, tral’impalcato del 26° piano e quello del 27° piano, praticamente sulla mez-zeria dell’edificio, penetrando all’interno. In seguito all’urto, il motore del-l’aereo si è separato dalla fusoliera, fuoriuscendo dalla facciata di via FabioFilzi, e i due serbatoi, posizionati in prossimità delle ali, sono esplosi. Diconseguenza, si è aperto uno squarcio nella facciata e si è attivato unincendio con una vistosa colonna di fumo uscente dall’edificio.Dopo essere penetrato attraverso la facciata dell’edificio su piazza Ducad’Aosta, il velivolo, già frenato dall’urto contro la facciata, ha definitiva-mente interrotto il suo moto con l’urto delle ali contro i vani tecnici. Sulpavimento dell’impalcato del 26° piano non si sono rilevati danni sostan-ziali.Tuttavia, l’onda prodotta dalla sovrapressione che si è generata all’in-terno, innescata dall’esplosione dei serbatoi, ha provocato vistose defor-mazioni verso il basso dell’impalcato del 26° piano e verso l’alto di quellodel 27° piano.Il progetto di risanamento ha quindi previsto il recupero statico delle travidella zona centrale degli impalcati dei piani 26° e 27°, danneggiati aseguito dell’impatto del veivolo.Di fronte alla vistosa deformazione, si è previsto, innanzitutto il riallinea-mento dell’impalcato mediante una sua “forzatura”, controllata in terminidi forze, e, successivamente, una volta ricostruite le sezioni danneggiate esigillate le fessure, si è dovuto restituire l’originaria portanza alle strutturedanneggiate, mediante una coazione prodotta da cavi esterni post-tesi eplaccaggio dell’intradosso delle travi e di parti della soletta mediantemateriali compositi in fibre di carbonio CFRP (foto 11).4.1 Preparazione del substrato.Le operazioni di placcaggio sono state precedute da interventi di ripristi-no del calcestruzzo danneggiato: le fessurazioni sono state sigillate conEPOJET*, adesivo epossidico (viscosità Brookfield 380 mPa·s, adesione alcalcestruzzo > 3 N/mm2) iniettato a bassa pressione attraverso tubicinicollocati ai lati delle lesioni.E’ stata quindi effettuata la passivazione delle armature scoperte median-te stesura sui ferri, precedentamente sabbiati e puliti, di MAPEFER*, trat-tamento protettivo rialcalinizzante (adesione al calcestruzzo > 2,5 N/mm2,adesione all’acciaio sabbiato > 2,5 N/mm2, ottima resistenza alla nebbiasalina dopo 120 h secondo DIN 50021).La ricostruzione delle sezioni di calcestruzzo degradate è stata effettuatamediante getto entro cassero di betoncino autocompattante a stabilitàvolumetrica e ad alta resistenza meccanica confezionato con STABILCEMSCC* e GHIAIETTO* 0-8 (spandimento 71 cm, resistenza a compressionedopo 28 gg Rc > 49, resistenza a flessione dopo 28 gg Rf > 6 N/mm2,

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Foto 10.Posa di marmo diCarrara effettuata conKeraquick bianco.

Foto 11.Particolare dei cavi di post-tensione e del rinforzo della soletta con Carboplate E170/50.

Foto 12.Rinforzo della soletta.

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modulo elastico dinamico E=25000 N/mm2).4.2 Applicazione delle lamine in CFRP.Una volta terminati gli interventi di ripristino delcalcestruzzo degradato, il rinforzo strutturaledelle travi e dell’intradosso delle solette è statoeffettuato mediante applicazione di lamine pul-truse in fibre di carbonio.Le modalità di applicazione delle lamine sono leseguenti:1. pulizia accurata del sottofondo mediante sab-biatura, idrosabbiatura o semplice spazzolaturain modo da eliminare dal calcestruzzo ogniparte friabile ed incoerente;2. applicazione a pennello o a rullo di MAPE-WRAP PRIMER*, primer bicomponente a base diresine epossidiche esente da solventi (viscosità:300 mPa.s, adesione al calcestruzzo >3 N/mm2),atto a consolidare le superfici in calcestruzzoprima dell’applicazione delle lamine in fibre dicarbonio;3. applicazione di uno strato uniforme di 1-1,5mm di spessore di resina epossidica ADESILEXPG1* su un lato della lamina pultrusa dopoavere rimosso la pellicola protettiva;4. stesura di uno strato di ADESILEX PG1* anchesul sottofondo sul quale si deve incollare la lami-na;5. posa della lamina pultrusa in fibre di carbonioCARBOPLATE E170/50* (foto 12) esercitandouna pressione costante su tutta la sua estensio-ne con un rullino di gomma rigida ed elimina-zione della resina in eccesso con una spatola;6. applicazione in spessore uniforme sulla lami-na di adesivo epossidico a media viscosità perpotere procedere alla sabbiatura della superfi-cie qualora la si voglia intonacare.5. Conclusioni.L’intervento di restauro del Grattacielo Pirelli hariguardato principalmente il ripristino del rive-stimento di facciata, il rifacimento delle pavi-mentazioni esterne ed interne, nonchè l’ade-guamento statico delle travi e delle solette deipiani XXV e XXVI impattate a seguito dell’inci-dente aereo del 18 aprile 2002.Sono state descritte le attività di diagnosticaeffettuate in fase preliminare, aventi lo scopo didefinire le tecniche di restauro ed i materiali dautilizzare al fine di preservare ed integrare leparti autentiche esistenti del rivestimento inmosaico di facciata. Per il rifacimento delle pavi-mentazioni, ed in particolare per la posa deinuovi rivestimenti, particolare attenzione è statarivolta alla scelta degli adesivi. Il recupero fun-zionale delle strutture impattate del Grattacielo,infine, è stato realizzato mediante il rinforzo concavi post-tesi, ai quali è stata affidata la portan-za ai carichi permanenti ed accidentali, ed ilplaccaggio con lamine pultruse in materiali infibre di carbonio, ai quali è stata invece affidatala portanza ai carichi eccezionali.In questo momento sono in corso i lavori all'in-terno per il consolidamento dei sottofondi e laposa dei resilienti in sostituzione di quelli origi-nari (foto 13).

Questi lavori si sviluppano su tutti i piani del Pirelli e si prevede che ter-mineranno nel 2005. Durante quest'anno pubblicheremo un resocontodettagliato dell'intervento.

Grattacielo Pirelli, MilanoIntervento: conservazione dei rivestimenti in facciata in mosaico vetroso, realizzazionedelle pavimentazioni interne ed esterne e adeguamento statico delle strutture in cal-cestruzzo armato.Anno di costruzione: 1956 - 1960Anno d’intervento: 2002 - 2004Impresa appaltatrice: Grassi & Crespi Srl. e Marcora Srl.Coordinamento Mapei: Andrea Aliverti,Tiziano Cerulli, Luigi Coppola, Fulvio Bianchi,Paolo Giglio, Massimiliano Nicastro e Matteo Venturini.

SCHEDA TECNICA

*Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengonoalle linee “Prodotti per ceramica e materiali lapidei” e “Prodotti peredilizia”. Le relative schede tecniche sono contenute nel CD “MapeiGlobal Infonet” e nel sito internet www.mapei.com. Gli adesivi e lefugature Mapei sono conformi alle norme EN 12004 ed EN 13888.Adesilex P4 (C2F): adesivo cementizio ad alte prestazioni,autobagnante, a presa rapida per piastrelle ceramiche e materialelapideo.Adesilex P10 (C2TE): adesivo cementizio bianco ad alte prestazioni, ascivolamento verticale nullo e con tempo aperto allungato, perrivestimenti in mosaico vetroso, ceramico e di marmo.Adesilex PG1: adesivo epossidico a consistenza tissotropica per incollaggistrutturali.Carboplate: lamina pultrusa in fibre di carbonio preimpregnata con resinaepossidica, protetta da una doppia pellicola di plastica.Epojet: resina epossidica bicomponente superfluida per iniezioni.Epojet LV: resina epossidica bicomponente, a bassissima viscosità, per l’iniezionein microfessure.Eporip Turbo: resina poliestere bicomponente a rapidissimo indurimento.Granirapid (C2F): adesivo cementizio bicomponente ad alte prestazioni, a presaed idratazione rapida, per piastrelle ceramiche e materiale lapideo.Isolastic: lattice elasticizzante da miscelare con Kerabond, Kerafloor e AdesilexP10.Keraquick (C2FT, classe S2 con Latex Plus secondo norma EN 12002): adesivocementizio ad alte prestazioni, a presa rapida e scivolamento verticale nullo, perpiastrelle ceramiche e materiale lapideo.Keraflex (C2TE): adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamento verticalenullo e con tempo aperto allungato, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo.Latex Plus: lattice elasticizzante da miscelare con Keraquick.Mapefer: malta cementizia anticorrosiva bicomponente per la protezione dei ferridi armatura.MapeWrap Primer 1: primer epossidico specifico per il sistema MapeWrap.Nivoplan: malta livellante per pareti e soffitti all’interno e all’esterno.Planicrete: lattice di gomma sintetica per impasti cementizi.Planitop 400: malta tissotropica a ritiro compensato a presa rapida per ilripristino corticale e la finitura del c.a. applicabile in spessore variabile da 1 a 40mm in una sola mano.Stabilcem SCC: legante cementizio per confezionare betoncini e calcestruzziautocompattanti a stabilità volumetrica, da impiegarsi per il ripristino di strutturein calcestruzzo.Ultracolor (CG2): malta ad alte prestazioni per la stuccatura di fughe da 2 a 20mm, a presa ed asciugamento rapido, disponibile in 26 colori; non produceefflorescenze.

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San Giovanni Rotondo, località in provincia di Foggia, deve il suonome alla chiesetta della Rotonda, un antichissimo battistero apianta circolare che, dice la leggenda locale, fu costruito su un

tempio dedicato a Giano. Ora però il suo nome si identifica con ilconvento di Santa Maria delle Grazie, dove nel 1916 entrò, per rima-nervi fino alla morte, un frate chiamato Padre Pio. Oggi il piccolo con-vento, risalente al 1500, e la chiesetta annessa sono visitati da settemilioni di pellegrini all'anno, che ne hanno fatto il santuario più fre-quentato d'Europa, secondo nel mondo solo a quello di Santa Mariade Guadalupe in Messico. Nel 1994 i Frati Cappuccini che gestisconoil Santuario - al quale si affiancano altre opere volute direttamenteda Padre Pio come la "Casa di sollievo della sofferenza", l'imponente

ospedale aperto nel 1956, e la monumentale Via Crucis illu-strata dalle figure di bronzo di Francesco

Messina - hanno deciso di edificare, dietro il conventooriginale, una nuova chiesa. La struttura

sacra, dalla forma semplice e avveniri-stica di una chiocciola, è stata progetta-

ta dall’architetto Renzo Pianoed è in grado di accogliere

Porta la firma di Renzo Piano il Santuario che ogni anno accoglierà i milioni di fedeli di Padre Pioprovenienti da tutto il mondo. Anche qui Mapei ha dato il suo contributo.

Foto 1.Veduta d'insieme delcomplesso religioso diS. Giovanni Rotondo.

Foto 2.La grande croce e ilcolonnato che sostienele otto campane inbronzo: tutto realizzatoin pietra di Apricenache è stata protettadall’aggressione degliagenti atmosferici conAntipluviol S.

Foto 3.Esterno della nuovaChiesa progettata daRenzo Piano.

Foto 4.Il tetto realizzato inrame preinverdito.

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Testo di Achille Carcagnì, Mapei SpA - Foto di Studio Image

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migliaia di fedeli sia all’interno che nel piazzaleantistante. Nella cripta situata nella parte sotto-stante dell'aula liturgica della nuova chiesaverrà presto trasferito il sarcofago di marmoscuro del frate. Il sarcofago attualmente si trovanella cripta della piccola chiesa dove Padre Piopregò e ricevette le stimmate; questa piccolachiesa è inglobata in un'altra più grandecostruita alla fine degli anni 50 per accogliere idevoti sempre più numerosi giorno dopo gior-no. Peraltro, accanto alla piccola chiesa si trovaanche il convento che accoglie la cella dovevisse Padre Pio (la cella n. 5) che è stata recen-temente ristrutturata, intervento che vienedescritto nell'articolo a pag. 16.

La nuova chiesa: dal progetto all'inaugurazioneInaugurata il primo luglio del 2004, la nuovaChiesa dedicata a Padre Pio è costata tra i 25 ei 35 milioni di euro, in buona parte offerte pro-venienti dai fedeli di tutto il mondo. I lavori perla costruzione sono cominciati alla fine delluglio 1994 e ogni giorno vi hanno lavorato 150operai. Per realizzare l’imponente costruzionesono stati usati 30mila metri cubi di cementoarmato, 22 archi in pietra dei quali 17 portanti,1.320 blocchi in pietra di Apricena, 60mila chilidi acciaio, 500 metri quadrati di vetro. Comecapienza, la grande chiesa è inferiore solo alla

Basilica di San Pietro, e contiene al suo interno 6.500 fedeli seduti su1.682 banchi e all’esterno, sul sagrato, possono stare 30-40mila perso-ne in piedi, ma tutti in grado di poter guardare l’officiante tra le quinteformate dagli archi in pietra di Apricena.Per arrivare al Santuario bisogna percorrere un viale pedonale largo 8metri affiancato da un doppio filare di cipressi, ai cui lati sono staticostruiti terrazzamenti di aree a verde attrezzati per il riposo dei pelle-grini. L'attenzione di chi si reca al Santuario viene attirata dall'impo-nente muro che regge il lato esterno del grande sagrato, ed è questomuro che i pellegrini si trovano a costeggiare mentre s'incamminanosu per la collina. Nel suo tratto più alto il muro raggiunge un'altezza di25 metri. I pilastri portanti del muro creano un colonnato e fra le primenove colonne sono alloggiate otto campane in fila orizzontale.L’ingresso principale è posto all’incrocio tra il viale pedonale e l’iniziodel colonnato: questo “snodo” è caratterizzato da un’imponente crocein pietra di Apricena alta 40 metri e con braccia di 10 metri, sempre fir-

mata da Renzo Piano. All’esterno il complesso èstato progettato in modo che in qualsiasipunto del sagrato (anch’esso rivestito in lastrein pietra di Apricena) il visitatore si trovi, sonosempre visibili solo tre punti fissi: la chiesa conla sua imponente copertura in rame preinver-dito, il cielo e la pianura lungo la quale si sno-dano le vie di accesso al luogo di pellegrinag-gio.Attraverso l’imponente arco dell'ingresso, chesvolge anche le funzioni di grande vetrataluminosa senza la quale l'interno della chiesarimarrebbe al buio, si accede all’aula liturgica.Quest’ultima è caratterizzata da un doppioordine di archi, uno esterno e uno interno, alli-neati su di un unico centro geometrico, dove sitrova l’altare sormontato da un crocifissosospeso. Lo studio preparatorio per il posizio-namento degli archi ha coinvolto uno staff digeologi: la struttura sorge infatti in una zona arischio sismico e potrà sopportare sollecitazio-ni sei volte maggiori all'intensità dei terremotiregistrati finora in questa parte della Puglia. Gliarchi sono progressivamente decrescenti inluce e altezza e il loro insieme definisce la pian-ta dell’aula, che ha la forma di una spirale.Sempre realizzati in pietra di Apricena, gli archisostengono, attraverso un sistema di puntoniin acciaio inox, la copertura costituita da uncomplesso di travi radiali e anulari in legno

lamellare. Il pavimento, sopraelevato rispetto alsottostante solaio in cemento armato così dapermettere il passaggio delle canalizzazioniprovenienti dalle centrali di trattamento aria, èin pietra di Apricena, con le stesse caratteristi-che geometriche e di finitura di quello delsagrato. Il pavimento ha una curvatura concavacon le file circolari di posti a sedere disposte agradini in salita che girano intorno all'altaremaggiore e assicurano la visibilità dell’altare daciascuno dei settori in cui lo spazio interno èvirtualmente suddiviso dagli archi in pietra.Retrostanti all’area del presbiterio sono ubica-te la sacrestia e la cappella dell’Adorazione.Dall’aula liturgica è possibile accedere permezzo di ascensori, scalinate e una rampa anu-

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lare direttamente alla cripta sotterranea, postaesattamente sotto l’area presbiteriale. In que-sto spazio sarà collocato il sarcofago di PadrePio. Qui sono localizzati anche la penitenzeria egli spazi di accoglienza.

L’intervento di MapeiQuest’opera maestosa progettata dal notoarchitetto Renzo Piano ha visto la partecipazio-ne di molte aziende leader nel proprio settore,tra cui Mapei, che ha dato il proprio contributopartendo dai calcestruzzi, passando per le pavi-mentazioni e finendo con i trattamenti protet-

tivi della pietra di Apricena. Mapei fu contatta-ta nel 1999 dall’impresa costruttrice per pro-gettare e realizzare un calcestruzzo a ritirocompensato da impiegare per la costruzionedelle velette di collegamento degli otto grandiarchi in pietra di Apricena, situati lungo il peri-metro esterno della grande aula liturgica.Il Laboratorio di Ricerca e Sviluppo Mapei, instretta collaborazione con la propria AssistenzaTecnica, sono riusciti a mettere a punto e rea-lizzare il mix design del calcestruzzo a ritirocompensato avvalendosi di MAPEFLUID N100*,un additivo superfluidificante con leggero

Foto 7 e 8.Durante le varie fasi dilavorazione sono statiutilizzati diversiprodotti come Eporipper le riprese di getto,Adesilex PG1 per gliincollaggi strutturali,Mapegrout T40 per laregolarizzazione divespai e nidi di ghiaia,Mapegrout Colabileunito a Fibre FF perrealizzare alcune travi

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Foto 5 e 6.Per realizzare le strutture il LaboratorioRicerca e Sviluppo Mapei (Foto A e B)ha studiato un mix design delcalcestruzzo a ritiro compensatoutilizzando l’additivo Mapefluid N100in combinazione con Expancrete.

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effetto ritardante per calcestruzzi impermeabi-li, durabili e meccanicamente resistenti, in com-binazione con EXPANCRETE*, un agente espan-sivo per il controllo del ritiro igrometrico delcalcestruzzo.Oltre alla realizzazione del calcestruzzo i pro-dotti Mapei hanno accompagnato la costruzio-ne dell’opera in tutte le sue fasi di lavorazione,a cominciare dall’utilizzo di EPORIP*, adesivoepossidico fluido utilizzato per le riprese digetto, di ADESILEX PG1*, adesivo epossidicotissotropico utilizzato per incollaggi strutturali,di MAPEGROUT T40*, malta tissotropica fibro-

particolarmenteresistenti a flessione.

Foto 9.La pavimentazione delsagrato è statarealizzata con listelli dipietra di Apricenaposata con il sistematradizionale e fugatacon Marmocolor.

rinforzata utilizzata per la regolarizzazione divespai e nidi di ghiaia, di MAPEGROUT COLABI-LE*, a cui sono state aggiunte le FIBRE FF*, cosìda ottenere una malta cementizia a ritiro com-pensato rinforzata con fibre in lega metallicaamorfa di ferrocromo, utilizzata per la realizza-zione di alcune travi che dovevano avere un’e-levata resistenza a flessione e alta duttilità.L’elemento principale che ha contraddistinto larealizzazione di questa grande idea progettua-le è costituito dall’utilizzo della pietra locale, lapietra di Apricena, con cui sono stati realizzatitutti gli archi, il colonnato, la grande croce, ilsagrato e tutte le pavimentazioni. Diversiambienti tra cui l’aula liturgica, la sacrestia, lacappella dell’Adorazione, la penitenzeria, perun totale di circa 12mila metri quadrati, sonostati pavimentati con listelli sempre in pietra diApricena bocciardata (formato 48x8x4 cm)posati con KERAFLEX* bianco, adesivo cemen-tizio ad alte prestazioni a scivolamento vertica-le nullo e con tempo aperto allungato per pia-strelle in ceramica e materiale lapideo, di classeC2TE secondo Norma Europea EN 12004.Le fughe sono state stuccate con MARMOCO-LOR*, malta ad alte prestazioni a presa e asciu-gamento rapido, esente da efflorescenze per lastuccatura di fughe fino a 5 mm, di classe CG2secondo Norma Europea EN 13888.In questi spazi i rivestimenti sono stati realizza-ti con lastre in pietra di Apricena levigata (for-

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mato 98x48x3 cm) e sono stati posati conKERAFLEX MAXI* grigio, adesivo cementizio adalte prestazioni, a scivolamento verticale nullo,a tempo aperto allungato, deformabile, parti-colarmente indicato per la posa di grès porcel-lanato e pietre naturali di grande formato, diclasse C2TE secondo la Norma Europea EN12004, ed S1 secondo la Norma Europea EN12002.Tutti i locali tecnici, per un totale di circa 4milametri quadrati, sono stati pavimentati con pia-strelle in grès porcellanato spessorato antisci-volo (formato 20x20x1,2 cm) posato con KERA-FLEX* bianco, e fugato con KERACOLOR GG*,malta cementizia ad alte prestazioni per lastuccatura di fughe fino a 6 mm, di classe CG2secondo la Norma Europea EN 13888.La pavimentazione del sagrato e della Chiesasuperiore per un totale di circa 20mila metriquadrati è stata realizzata con listelli in pietra di

Foto 10.La pietra di Apricena èstata posata nell’aulaliturgica e in altriambienti con Keraflexbianco e le stuccaturesono state realizzatecon Marmocolor.

Foto 11.L’adesivo Adesilex P9grigio è stato utilizzatoper la posa delrivestimento in pietradi Apricena sulle scaledi accesso alla Chiesainferiore.

Apricena bocciardata (formato 48x8x6 cm), posata con il sistema tradi-zionale e fugata con MARMOCOLOR*. Le grandi lastre in pietra diApricena utilizzate per il rivestimento della base degli archi sono stateposate utilizzando GRANIRAPID* bianco, adesivo cementizio bicompo-nente ad alte prestazioni, a presa e idratazione rapida per piastrelleceramiche e materiale lapideo di classe C2F secondo la Norma EuropeaEN 12004.Le sigillature di tutti i giunti orizzontali e verticali sono state realizzatecon MAPESIL LM*, sigillante siliconico a reticolazione neutra inodore, abasso modulo elastico per giunti di dilatazione.Inoltre nel corso della realizzazione del cantiere sono stati utilizzati inquantità più piccole anche l’adesivo cementizio ad alte prestazioniADESILEX P9* grigio, utilizzato per la posa del rivestimento in pietra diApricena sulle scale di accesso alla Chiesa inferiore; la lisciatura autoli-vellante ULTRAPLAN MAXI*, preceduta dalla stesura dell’appretto PRI-MER G*, è stata utilizzata per livellare alcune differenze di quota nellapavimentazione interna della grande aula liturgica; la malta anticorro-sva MAPEFER* è stata applicata sui ferri d’attesa nei calcestruzzi ester-ni; il sigillante siliconico MAPESIL LM* è stato usato per la sigillaturadelle canalette di raccolta dell’acqua situate nella pavimentazione del

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*Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengonoalle linee “Prodotti per edilizia”,“Prodotti per ceramica e materialilapidei” e “Additivi per calcestruzzi”. Le relative schede tecnichesono contenute nel CD “Mapei Global Infonet” e nel sito internetwww.mapei.com. Gli adesivi e le fugature sono conformi allenorme EN 12004 ed EN 13888.Adesilex P9 (C2TE): adesivo cementizio ad alte prestazioni, ascivolamento verticale nullo e con tempo aperto allungato, perpiastrelle ceramiche.Adesilex PG1: adesivo epossidico bicomponente tissotropico perincollaggi strutturali.Antipluviol S: impregnante idrorepellente incolore a base di resine silossaniche.Eporip: adesivo epossidico per riprese di getto e la sigillatura monolitica dellefessure nei massetti.Expancrete: espansivo per calcestruzzi.Fibre FF: fibre flessibili inossidabili in lega amorfa di ferro cromo da aggiungere aMapegrout FMR per migliorarne la duttilità.Granirapid (C2F): adesivo cementizio bicomponente ad alte prestazioni, a presa edidratazione rapida, per piastrelle ceramiche e materiale lapideo.Keracolor GG (CG2): malta cementizia ad alte prestazioni per la stuccatura difughe da 4 a 15 mm.Keraflex (C2TE): adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamento verticalenullo e con tempo aperto allungato, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo.Keraflex Maxi (C2TE): adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamentoverticale nullo, a tempo aperto allungato, deformabile per piastrelle in ceramica emateriale lapideo: particolarmente indicato per la posa di grès porcellanato e pietrenaturali di grande formato (spessore di adesivo da 3 a 15 mm).Mapefer: malta cementizia anticorrosiva bicomponente per la protezione dei ferridi armatura.Mapefluid N100: superfluidificante per calcestruzzi con leggero effetto ritardante.Mapeflex AC4: sigillante acrilico in dispersione acquosa monocomponente.Mapegrout Colabile: malta a ritiro controllato fibrorinforzata per il risanamentodel calcestruzzo.Mapegrout T40: malta tissotropica a media resistenza (40 MPa) per il risanamentodel calcestruzzo.Mapesil LM: sigillante siliconico monocomponente a reticolazione neutra a bassomodulo per giunti con movimento fino al 25% della larghezza.Marmocolor (CG2): malta ad alte prestazioni a presa ed asciugamento rapido perla stuccatura di fughe fino a 5 mm tra lastre di materiale lapideo. Non produceefflorescenze.Primer G: appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa.Silancolor Pittura: pittura a base di resina siliconica in dispersione acquosa ad altatraspirabilità e idrorepellenza per esterni.Silancolor Primer: primer isolante a base di resina siliconica in dispersioneacquosa.Ultraplan Maxi: lisciatura autolivellante ad indurimento ultrarapido per spessori da3 a 30 mm.

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Il nuovo Santuario della preghiera San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo (FG)Intervento: fornitura additivi per calcestruzzo, posa e stuccatura delle fughe delle lastrein pietra di Apricena, posa delle piastrelle in grès porcellanato, sigillatura dei giunti,protezione delle superfici esterne in pietra di Apricena.Anno di intervento: 1999-2004Progetto: Renzo Piano WorkshopConsulenti per le strutture: Ove Arup & Partners, Londra; G. Del Mase; A. LenczerConsulente per l’acustica: Müller – BbmDirezione lavori e supporto locale: ing. Giuseppe Muciaccia, FoggiaImpresa esecutrice: Pasquale Ciuffreda, Foggia, (Fabbrica della Chiesa S.c.a.r.l.);direttore di cantiere ing. Aldo ParanzinoCoordinamento Mapei: Luigi Coppola, Achille Carcagnì e Luca Chiola

SCHEDA TECNICA

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sagrato; il sigillante acrilico MAPEFLEX AC4* èstato utilizzato per sigillare i giunti verticalisulle pareti prefabbricate; SILANCOLOR PRI-MER* e SILANCOLOR PITTURA* sono stati appli-cati come mano di fondo sulle pareti dell’aulaincontro. La pietra di Apricena utilizzata per lacostruzione degli archi, del colonnato dovesono alloggiate le 8 campane in bronzo e dellagrande croce a "bilancia" è stata oggetto di par-ticolare studio da parte del Laboratorio diRicerca e Sviluppo Mapei per poter individuareil prodotto che meglio potesse soddisfare leesigenze di protezione dall’aggressione degliagenti atmosferici.Alla fine è stato deciso di intervenire utilizzan-do ANTIPLUVIOL S*, un impregnante protettivoidrorepellente incolore a base di resine silossa-niche, utilizzato massicciamente per la prote-zione di tutte le parti esterne in pietra diApricena.

Foto 12. Al centro il direttore di cantiere,ing. Aldo Paranzino, insieme ad Achille Carcagnì e Luca Chiola di Mapei.

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Qualche anno fa, per conservare e preser-vare il patrimonio religioso e culturaledel vecchio Convento di Santa Maria

delle Grazie a San Giovanni Rotondo (accantoal quale è stata edificata la nuova chiesa intito-lata a Padre Pio di cui parliamo nelle pagineprecedenti), l’Ordine dei Frati Cappuccini hadeciso di effettuare una serie di interventistrutturali per migliorare sismicamente alcuniambienti, tra i quali la cella n. 5, che ha ospitatoper molti anni Padre Pio. Sono stati eseguitiinterventi sia di consolidamento statico sia direcupero e conservazione del manufatto archi-tettonico e degli arredi in esso contenuti.In particolare i lavori di consolidamento hannointeressato la struttura voltata del soffitto dellacella, danneggiata leggermente in occasionedegli ultimi eventi sismici.L’utilizzo dei materiali compositi in fibra di car-bonio della linea MAPEWRAP SYSTEM* diMapei ha permesso di recuperare staticamentela volta danneggiata dal sisma; rispetto alletecniche convenzionali, l’intervento è risultatomeno invasivo e di più facile esecuzione anchein considerazione delle precarie condizioni dilavoro.Nonostante il supporto presentasse numerosiproblemi in termini di prestazioni meccanicheofferte e tessiturali, questo non ha impeditol’applicazione di questa tecnica dimostrando lasua grande adattabilità in ogni situazione.

Analisi e procedura d’interventoNei giorni successivi all’ultimo terremoto i tec-nici hanno effettuato alcuni sopralluoghi perindividuare l’entità e la modalità dei dissestipresenti. Il primo problema affrontato hariguardato l’accessibilità all’estradosso dellavolta della cella n. 5: la struttura, infatti, nonaveva un accesso diretto e presentava unospazio libero in altezza tra l’estradosso e lasoprastante copertura di appena 80 cm.L’analisi diagnostica ha rilevato nell’estrados-so la presenza di numerose soluzioni di conti-nuità, alcune di notevoli dimensioni.Sull’estradosso, inoltre, sia gli elementi lapidei

Recentemente la cella di Padre Pio è stata sottoposta a un intervento di consolidamento grazie ai prodotti Mapei.

Testo di Luigi Coppola e Giulio Morandini, Mapei SpAFoto di Addessi Service Srl

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Foto 1. L’anticachiesetta di Maria SS.delle Grazie di SanGiovanni Rotondo inun’immagine del 1916.Accanto alla chiesa,consacrata il 5 luglio1676, sorge il vecchioconvento dove si trovala cella in cui vissePadre Pio, oggettodell’interventodescritto in questoarticolo. In alto, unaveduta panoramicadell’area come sipresenta oggi: accantoalla chiesettaoriginaria, la chiesasantuario di SantaMaria delle Grazie,costruita negli anni 50per accogliere il flussosempre maggiore dipellegrini. Sullo sfondo,a destra, il nuovoSantuario dedicato aSan Pio (della cuicostruzione parliamonelle pagineprecedenti).

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con cui la volta era realizzata, sia le malte, pre-sentavano scadenti prestazioni meccaniche.La prima operazione, di particolare importan-za, è stata quella di caratterizzare e definire imateriali che costituiscono l’estradosso dellevolte dal punto di vista elasto-meccanico. NelLaboratorio Ricerca e Sviluppo di Mapei sonostate effettuate le analisi su alcuni campioni dimateriale prelevati in sito, così da individuare ilconsolidante più idoneo da usare per il sup-porto. I risultati ottenuti dai test di consolida-mento hanno evidenziato che il CONSOLIDAN-TE 8020* (un prodotto acrilico per consolidaremurature e intonaci, disponibile su richiestaper progetti particolari) era in grado di incre-mentare la resistenza meccanica a compres-sione delle pietre e delle malte di allettamentograzie all’elevato potere di penetrazione con-seguente alla bassa viscosità del sistema. Il

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trattamento con il CONSOLIDANTE 8020* hapermesso di migliorare le prestazioni mecca-niche dell’apparato voltato, ma non potevarisolvere il problema legato alla presenza disoluzioni di continuità presenti nelle volte. Difronte a nuove possibili scosse sismiche, inol-tre, la struttura non offriva nessuna resistenzaper ovvie ragioni statiche.Per preservare la struttura da ulteriori solleci-tazioni dinamiche, è stato deciso di intervenire“appendendo” le volte alle murature perime-trali, così da limitare le deformazioni indottedalle accelerazioni. Il progetto prevedeva poil’intervento con i tessuti unidirezionali e qua-driassiali in fibra di carbonio ad alta resistenzadella linea MAPEWRAP SYSTEM*.La scelta di questa tecnica si scontrava con lamancanza di planarità dell’estradosso dellevolte, che infatti si presentavano fortemente

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Foto 2. L'interno della cellan. 5, vista dall'alto, durante ilavori. Sulla porta PadreGian Maria Cocomazzi,padre guardiano delconvento dei Frati MinoriCappuccini

Foto 3 e 4. L’estradossodella volta non avevaaccessi diretti e lo spaziotra l’estradosso e lacopertura era di solo 80 cm.

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da 0-8 mm, che offrisse una consistenza tisso-tropica e particolari caratteristiche elasto-meccaniche.Questa malta è stata applicata sull’estradossodelle volte esclusivamente nelle zone dove erastato previsto il posizionamento dei tessutiMAPEWRAP*. In questo modo, evitando cioè larealizzazione di una cappa che coprisse l’inte-ra superficie estradossale della volta, si èovviato anche alla possibilità di alterare l’equi-librio termoigrometrico della struttura, oltreche limitare l’incremento delle masse.

L’interventoLe operazioni eseguite per la preparazionedella superficie della volta, sono partite daun’accurata aspirazione di tutto il supportodella volta per eliminare qualsiasi frammentodi materiale incoerente; questa operazione èstata seguita dal consolidamento delle pietree dell’allettamento costituenti la volta attra-verso l’applicazione a pennello del CONSOLI-DANTE 8020*. Sono stati poi realizzati dei fori,è stata aspirata la polvere, dopo di che tali fori

Foto 5.L’estradosso risultavairregolare e incoerente.

Foto 6.Per prima cosa sonostati realizzati dei fori,poi primerizzati conMapeWrap Primer 1.In essi sono statiinseriti dei tasselli inoxancorati con la resinaAdesilex PG1.

Foto 7.Poi è stata posizionatauna rete inpolipropilene così dacollegare la malta allastruttura.

irregolari con “gibbosità” dell’ordine di 8-10cm rispetto all’ipotetica curvatura delle volte enon compatibili con l’utilizzo dei materialicompositi la cui applicazione deve avvenire suun substrato sostanzialmente planare.Per ottenere la planarità necessaria e indispen-sabile all’applicazione dei tessuti MAPEWRAPSYSTEM*, i tecnici hanno deciso di realizzareall’estradosso delle volte una “cappa” di maltain forma di strisce. Era necessario però studia-re una malta idraulica con caratteristiche ela-sto meccaniche simili a quelle del supporto,differente dai normali prodotti disponibili incommercio per il restauro del calcestruzzo cherisultavano troppo rigidi e di conseguenzanon compatibili con la muratura preesistente.Per espressa richiesta della Sovrintendenza aiBeni Culturali questo impasto doveva inoltreessere privo di cemento. Il Laboratorio Ricercae Sviluppo Mapei ha studiato ed elaboratocosì un impasto costituito da MAPE-ANTIQUERINZAFFO*, malta premiscelata di colore chia-ro esente da cemento e resistente ai sali, eGHIAIETTO PER MALTE*, dalla granulometria

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sono stati primerizzati con l’applicazione, tra-mite scovolino, di MAPEWRAP PRIMER 1*, unprodotto bicomponente a base di resine epos-sidiche, realizzato appositamente per la prepa-razione delle superfici in calcestruzzo chedevono essere riparate o rinforzate tramitel’incollaggio di tessuti in fibra di carbonio.Sono stati inseriti dei tasselli in acciaio inoxancorati con la resina epossidica bicomponen-te tissotropica per incollaggi strutturali ADESI-LEX PG1*, che indurisce in poche ore trasfor-mandosi in un composto di eccezionale ade-sione e resistenza meccanica.Successivamente è stata posizionata una retein polipropilene fissata ai tasselli metallici, cosìda collegare la malta alla struttura. E’ stata poirealizzata una “griglia” a base della malta stu-diata appositamente nei laboratori Mapei ecomposta da MAPE-ANTIQUE RINZAFFO* eGHIAIETTO PER MALTE*, preceduta dall’appli-cazione a pennello, “fresco su fresco”, di EPO-RIP*, una resina epossidica fluida per riprese digetto, con l’obiettivo di rendere monolitico ilgetto al supporto esistente. La malta è stata

protetta in fase di stagionatura, umidificando-la con acqua nebulizzata e coprendola con untessuto-non tessuto umido per circa 28 giorni,con lo scopo di permettere una giusta idrata-zione del sistema legante.

Realizzazione del rinforzo Sulla base delle lesioni individuate e della geo-metria molto complessa della struttura, i pro-gettisti, in collaborazione con l’AssistenzaTecnica Mapei, hanno redatto il progetto dirinforzo che prevedeva l’applicazione di tessu-ti in fibra di carbonio ad alta resistenza unidi-rezionali e quadriassiali MAPEWRAP SYSTEM*.Questi prodotti sono particolarmente indicatiper l’adeguamento antisismico di strutturelocalizzate in zone a rischio e possono essereposti in opera con due differenti tecniche: ilsistema "a umido" e il sistema "a secco", sceltoin questo caso.I tessuti, ancorati al supporto con una serie diresine epossidiche ad alte prestazioni, permet-tono la riabilitazione statica delle strutturedanneggiate senza alcun incremento delle

Foto 8.Dopo avere steso laresina epossidicaEporip, è statarealizzata una grigliacon una maltastudiata nellaboratorio Mapei,costituita da Mape-AntiqueRinzaffo e Ghiaiettoper Malte.

Foto 9.La malta, umidificata eprotetta con un telo, èstata stagionata per28 giorni.

Foto 10.Il rinforzo della volta èstato eseguito con iprodotti della lineaMapeWrap System.Inizialmente è stataapplicata a rullo laresina epossidicaMapeWrap Primer 1.

Foto 11.Le superfici sono statepoi regolarizzate conla stesura a spatola diMapeWrap 11.

Foto 12.La fase diimpregnazione con ilmetodo a secco è stataeffettuata stendendouna prima mano diMapeWrap 31, poisono stati posizionati itessuti unidirezionali equadriassiali in fibre dicarbonio.

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masse e degli spessori esistenti. Inoltre i materiali compositi in fibra dicarbonio sono totalmente immuni alla corrosione e sono assoluta-mente reversibili.L’intervento di rinforzo è partito dall’applicazione a rullo di MAPE-WRAP PRIMER 1*, seguito poi dalla stesura a spatola dello stucco epos-sidico bicomponente per la regolarizzazione delle superfici MAPE-WRAP 11*.La fase dell’impregnazione con il metodo "a secco" del tessuto in fibradi carbonio è stata eseguita con la stesura a pennello di una primamano della resina epossidica bicomponente MAPEWRAP 31*. In segui-to è stato posato il tessuto unidirezionale in fibra di carbonio ad altaresistenza MAPEWRAP C UNI-AX 600/20* e il tessuto quadriassialebilanciato in fibra di carbonio ad alta resistenza MAPEWRAP C QUA-DRI-AX 380/48*, impregnandoli poi sempre con la resina MAPEWRAP

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Foto 13 e 14.Per finire è stata stesa unaseconda mano diMapeWrap 31 e le superficisono state passate a rulloper espellere le bolle d’aria.

Foto 15.Per migliorarel’ancoraggio dei tessuti èstato studiato un sistemacostituito da barre in fibradi carbonio Maperod E150/10.

Foto 16.Per accedere alla cella sipassa attraverso lasacrestia del vecchioconvento.

Foto 17.La cella n. 5 al termine deilavori di ristrutturazione.L'ambiente, con i sempliciarredi protetti da teche dicristallo, è rimastoimmutato da quando eraabitato da Padre Pio.

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*Prodotti Mapei: i prodotti citati in questoarticolo appartengono alla linea “Prodottiper edilizia”. Le relative schede tecnichesono contenute nel CD “Mapei GlobalInfonet” e nel sito internetwww.mapei.com.Adesilex PG1: adesivo epossidico aconsistenza tissotropica per incollaggi strutturali.Consolidante 8020: speciale consolidantedisponibile su richiesta.Eporip: adesivo epossidico bicomponente per ripresedi getto e la sigillatura monolitica delle fessure neimassetti.Ghiaietto per malte: ghiaietto in curvagranulometrica da 6 a 10 mm per ilconfezionamento di malte colabili da gettare incassero in uno spessore superiore a 2 cm.Maperod E150/10: sistema costituito da barrepultruse in fibra di carbonio.Mape-Antique Rinzaffo: malta premiscelata,“saliresistente”, di colore chiaro, esente da cemento daapplicare prima di realizzare intonaci deumidificanticon Mape-Antique MC, Mape-Antique CC e Mape-Antique LC su supporti in pietra, mattone e tufo.MapeWrap 11: stucco epossidico con normali tempidi presa, a consistenza tissotropica per laregolarizzazione delle superfici in calcestruzzo.MapeWrap 31: adesivo epossidico a media viscositàper l’impregnazione con “sistema a secco” diMapeWrap.MapeWrap Primer 1: primer epossidico specificoper il sistema MapeWrap.MapeWrap C Quadri-AX 380/48: tessutoquadriassiale bilanciato in fibra di carbonio ad altaresistenza.MapeWrap C Uni-AX 600/20: tessutounidirezionale in fibra di carbonio ad alta resistenzacon elevato modulo elastico.

Cella di Padre Pio nel Convento di S.Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo (FG)Intervento: consolidamento statico delle volte dellacella.Anno di intervento: 2002-2003Progetto e direzione lavori: Studio Gaggiotti-Gambacorta & Associati (AN) - ing. Livio Gambacorta earch. Roberto StellaImpresa appaltatrice: Di Modugno Costruzioni,Cerignola (FG)Impresa esecutrice dei lavori di consolidamento:Addessi Service, Itri (LT)Coordinamento Mapei: Achille Carcagnì e Luigi Coppola

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sulle quali venivano risvoltati i tessuti prove-nienti dalle zone centrali.Un intervento che non solo doveva risultarepoco invasivo ma che andava svolto in unospazio ristretto, ha avuto successo grazie aiprodotti all’avanguardia di Mapei.

31*. Per finire, le superfici dei tessuti sono statetrattate con l’apposito rullo in modo da espel-lere l’eventuale aria inglobata all’interfacciatessuto/substrato.In collaborazione con l’Assistenza TecnicaMapei è stato, inoltre, studiato il problema del-l’ancoraggio dei tessuti: in caso di un altro ter-remoto infatti, le zone terminali dei tessutipossono strapparsi dal supporto per via dell’e-levato sforzo di trazione che si instaura inquelle zone. Per evitare questo fenomeno ènecessario predisporre dei sistemi di ancorag-gio che possano assorbire queste sollecitazio-ni. Nel caso specifico è stato studiato un siste-ma costituito da barre pultruse in fibra di car-bonio MAPEROD E150/10*, disposte parallela-mente alle murature perimetrali della volta

Foto 18.Da sinistra: VincenzoAddessi, direttoretecnico di AddessiService, insieme adAchille Carcagnì, LucaChiola e Luigi Coppoladi Mapei.L'ambiente è ilrefettorio del vecchioconvento, tuttora usatodai frati. Un mazzo difiori, costantementepresente, segnala ilposto che era solitooccupare Padre Pio,mai più usato dopo lamorte del frate.

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“Oggi torna laluce doveprima c’era il

buio”, così il sindaco diRoma Walter Veltroni ha

inaugurato il 4 dicembre 2003la Galleria Colonna, intitolata ora

ad Alberto Sordi che proprio nelteatro, che aveva qui la sede,

mosse i primi passi della sualunga carriera. Il complessoprogetto di restauro che ha

avuto come protagonista laGalleria, che si affaccia su piazzaColonna, ha risposto all’obietti-vo di contribuire a dare unnuovo volto e nuova luce ai pic-coli e grandi tesori di cui laCapitale italiana non difetta. Il

rilancio culturale e commercialedella Galleria ha previsto infatti la

ristrutturazione e la riqualificazionedell’edificio, nel rispetto della sua

vocazione storica originaria che avevavisto la sua nascita come galleria com-

merciale e lo ha fatto tenendo sempre benpresente il suo valore storico ed artistico e il contesto archi-

tettonico in cui è inserita. Un’opera impor-tante e simbolica visto che, a diffe-

renza di Milano e Napoli, Roma nonoffre ai suoi abitanti gallerie.

All’interno, immersi fra i marmi egli stucchi, sembra di vivere in

un altro tempo. Infatti la Galleriafu inaugurata agli inizi del secolo

scorso,poi venne chiusa e lasciata inuno stato di abbandono; per molti

anni, esattamente 13, i romani nonhanno più potuto passeggiare tra le

colonne e sotto le vetrate policrome dellevolte in stile Liberty. Il restauro, iniziato nel

1999, è durato ben 48 mesi con una spesa di50 milioni di euro ed è stato curato nei minimi

particolari: esempio ne è il rifacimento, su pro-getto dell’epoca e poi mai realizzato per mancanza di denaro, del

pavimento a mosaico con disegni circolari rosso scuro alquale ha contribuito Mapei fornendo i prodotti per la

posa. Un restauro a cui una squadra di manodoperaspecializzata, con materiali di pregio e prodotti all’a-vanguardia, ha lavorato giorno e notte insieme a

un centinaio fra carpentieri, muratori, elettricisti,fabbri e decoratori per permettere l’inaugurazione

del 4 dicembre. La Galleria è chiusa da una cancellata,aperta dalle 8 alle 22, e per ora ospita trentacinque

negozi, tra cui un’immensa libreria, ed è completata da unparcheggio sotterraneo per 2.000 auto e da vetrate che chiudono gli

La Galleria Colonna a Roma, che dopo molti anni ha riaperto le porte al pubblico, ora è intitolata adAlberto Sordi.

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ingressi sul Corso e su via Santa Maria. Un potente sistema di clima-tizzazione celato dietro il velario permette alla Galleria di essereun’oasi a prova di caldo estivo e freddo invernale. Oltre ai negozi, laparte superiore della Galleria prossimamente accoglierà anche alcu-ni uffici della Presidenza del Consiglio.

Le vicissitudini della Galleria La storia della lunga gestazione della Galleria iniziò nel 1872 con laproposta di ingrandimento di piazza Colonna a seguito dell’abbatti-mento di Palazzo Piombino. Una serie di proposte e ipotesi proget-tuali fra le più svariate (tra gli altri, uno dei progetti proposti prevede-va la costruzione di una galleria simile a quella di Milano per gran-dezza) coinvolsero in accese discussioni i romani, sino al 1911 con ladecisione finale di approvare il progetto dell’arch. Dario Carbone.Tuttavia per vedere compiuta la realizzazione della Galleria Colonnafu necessario attendere oltre dieci anni: la sua inaugurazione infattiavvenne solo il 20 ottobre 1922.Le vicende della Galleria furono stret-tamente collegate al nuovo ruolo assunto da piazza Colonna nel-l’ambito della vita politica e sociale della città dopo la riunificazioned’Italia nel 1870. Infatti la vicinanza del Palazzo di Montecitorio, scel-to come sede della Camera dei Deputati, portò a una frequentazionedella piazza molto più intensa e proprio qui si radunava il variegatomondo di giornalisti, clienti e procacciatori d’affari che gravitavanogià allora attorno al mondo politico. La sua funzione pubblica siaccentuò ancora di più con il trasferimento delle Poste da PalazzoMadama, scelto come sede del Senato del Regno, nell’edificio chechiudeva la piazza dal lato di Montecitorio, dove trovò posto provvi-soriamente anche il Ministero dell’Istruzione.

La filosofia del restauroL’obiettivo della ristrutturazione e dei lavori è stato sempre lo stessofin dall’inizio: inserirsi nelle strutture esistenti e non alterare il com-portamento statico di tutto il complesso. All’inizio dei lavori, avvenu-to nell’agosto 1999, le indagini strutturali e le ricerche geologichehanno permesso di conoscere la natura del terreno verificando e con-fermando, innanzitutto, se l’ubicazione della falda riportata nei testicorrispondesse all’effettivo posizionamento a 90 cm sotto il calpestìodel piano interrato. In seguito è stata studiata la correlazione tra que-sta falda, l’acqua votiva della vicina Chiesa di Santa Maria in Via e leacque che scorrono sotto via del Tritone, verificandone l’interazionecon le inondazioni del Tevere. Si è scoperta l’esistenza di diverse ecomunicanti “camere di compensazione”, che anche oggi impedisco-no al livello dell’acqua, in particolari circostanze climatiche, di alzarsifino alla base della costruzione allagando l’edificio. Analizzando lestrutture dell’edificio e gli elementi costruttivi che lo compongono èstata utile e di grande interesse la consultazione della manualisticatecnica dell’epoca, che ha consentito un riscontro sulle tecnologie e imateriali impiegati allora. Dopo il monitoraggio e l’analisi di tutti glielementi costruttivi, nel gennaio 2001 sono iniziati i lavori veri e pro-pri con la demolizione delle superfetazioni che modificavano l’archi-tettura originale e la bonifica radicale delle strutture esistenti, conser-vandone le loro caratteristiche e geometrie. Sulla traccia dei docu-menti rinvenuti e custoditi presso l’Archivio Capitolino è stato possi-bile realizzare il mosaico che avrebbe dovuto ornare il pavimentodella Galleria e che non fu eseguito per problemi economici, cosìcome progettato dall’arch. Dario Carbone. Sono state restaurate la

superficie vetrata del velario di copertura e tuttele decorazioni e le modanature delle paretiinterne della Galleria riportate allo stato origina-le.Un lungo lavoro di recupero e pulitura ha resovisibili le decorazioni in marmo "pavonazzetto"che ornano l’ambiente centrale nel cuore dellaGalleria originariamente destinato ad attivitàbancaria e successivamente utilizzato per spet-tacoli cinematografici e di varietà. Una particola-re cura è stata posta anche nel ripristino dell’il-luminazione interna della Galleria grazie al recu-pero e, in alcuni casi, alla riproduzione dei globioriginali. Il sistema di climatizzazione, le moder-ne porte di ingresso trasparenti per non alterarele facciate, l’adeguamento degli impianti elettri-ci e antincendio, l’isolamento acustico e l’otti-mizzazione dei dispositivi di sicurezza hannomigliorato lo standard qualitativo dell’edificio,adeguandolo alle moderne esigenze e funzio-nalità.

L’intervento di MapeiMapei ha contribuito alla realizzazione di que-st’opera impegnativa che ha visto il recupero di4.000 metri quadri di pavimenti, 3.400 interni e600 esterni, fornendo i prodotti per la posa delmosaico decorativo. Per la formazione dei mas-setti all’interno della zona adibita a negozi èstato utilizzato TOPCEM* mescolato a ghiaietto

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di granulometria variabile da 0a 8 mm per spessori che anda-vano da 4 a 6 cm circa. E’ stataeffettuata anche la desolariz-zazione dalla strutturamediante la stesura di unfoglio di polietilene. Il sotto-fondo realizzato con TOPCEM*è stato preferito per il ritiroidrometrico ridotto, che avvie-ne entro le 24 ore dal getto, eper l’elevata resistenza mecca-nica (30 MPa dopo 28 giorni distagionatura a 23°C e 50% diumidità relativa) che lo rendeidoneo a ricevere una pavi-mentazione sottoposta a traffi-co pesante e continuo come inquesto caso. Inoltre il prodottodopo 4 giorni possiede un'u-midità residua del 2%, per cui èadatto alla posa di qualsiasipavimentazione sensibile all'u-midità (materiale lapideo, resi-liente, legno) ed è pedonabiledopo 12 ore.Caratteristica, quest'ultima,preziosa e indispensabile alfine di evitare agli allestitoriinutili interruzioni nell'esecu-zione dei lavori.Tutte le superfici, sia nellaGalleria che nei negozi, sonostate trattate con PRIMER G*,un appretto a base di resinesintetiche miscelato conacqua, che si utilizza primadella rasatura per uniformarela capacità di assorbimento delsottofondo. La livellatura dellesuperfici è stata effettuata poicon ULTRAPLAN* in modo darendere i sottofondi idonei aricevere pavimentazioni suc-cessivamente sottoposte adun traffico intenso.Si è proceduto poi, nella galle-ria centrale, alla posa del pre-zioso mosaico realizzato in

marmo Botticino nei colori rosso Verona e verde Issoria,scelto nei formati2x2 cm, 1,5x1,5 cm e 1x1 cm, tutti con spessore di 10 mm, eseguita conADESILEX P10*, miscelato con ISOLASTIC* in sostituzione del 50% del-l’acqua. Questo ha permesso di ottenere un prodotto ad adesionemigliorata, elastico (classe C2TE/S1), caratterizzato da un tempo di attesaper la pedonabilità e la stuccatura delle fughe di 24 ore. Per la stuccatu-ra è stata utilizzata la malta ULTRACOLOR* che, oltre a una perfetta uni-formità del colore, non genera efflorescenze e asciuga rapidamente.All’esterno, davanti all’entrata della Galleria e di fronte a piazza Colonna,sono state posate lastre in marmo Botticino, formato 20x20 cm e 60x100cm e con spessore di 3 cm usando l’adesivo GRANIRAPID* bianco idealeper pietre naturali e artificiali. Un sistema di posa a due componenti chesi presta a essere usato per lavori di rifacimento rapido delle superficidove, come in questo caso, viene richiesta una messa in opera veloce. Perla stuccatura è stato utilizzato sempre ULTRACOLOR*. Per l'ancoraggio

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delle sottopiastre di calcestruzzo della carpen-teria metallica dei soppalchi dei negozi e dellesedi metalliche è stato utilizzato MAPEFILL*,una malta fluida espansiva con eccellenti pro-prietà adesive, un’ottima resistenza alle solleci-tazioni meccaniche e avente un modulo elasti-co conforme a quanto richiesto dal progettista.La ristrutturazione della Galleria ha dimostratola possibilità di far convivere tecnologia e opered’arte e si è proposta come esempio di riqualifi-cazione di antichi edifici storici altrimenti desti-nati a un lento, ma inesorabile degrado.

*Prodotti Mapei: i prodotti citati in

questo articolo appartengono alle

linee “Prodotti per edilizia” e ”Prodotti

per ceramica e materiali lapidei". Le

relative schede tecniche sono conte-

nute nel CD “Mapei Global Infonet” e

nel sito internet www.mapei.com.

Gli adesivi e le fugature sono conformi alle

norme EN 12004 ed EN 13888.

Adesilex P10 (C2TE): adesivo cementizio

bianco ad alte prestazioni, a scivolamento verticale

nullo e con tempo aperto allungato, per rivestimenti

in mosaico vetroso, ceramico e di marmo.

Granirapid (C2F): malta adesiva cementizia

bicomponente ad alte prestazioni, a presa ed

idratazione rapida, per piastrelle ceramiche e

materiale lapideo.

Isolastic: lattice elasticizzante da miscelare con

Kerabond, Kerafloor e Adesilex P10.

Mapefill: malta fluida espansiva per ancoraggi.

Primer G: appretto a base di resine sintetiche in

dispersione acquosa.

Topcem: legante idraulico speciale per massetti a

presa normale e ad asciugamento veloce (4 giorni).

Ultraplan: lisciatura autolivellante ad indurimento

ultrarapido per spessori da 1 a 10 mm per mano.

Ultracolor (CG2): malta ad alte prestazioni per la

stuccatura di fughe da 2 a 20 mm, a presa ed

asciugamento rapido, disponibile in 26 colori; non

produce efflorescenze.

Recupero e ristrutturazione della Galleria Colonna,ora Galleria Alberto Sordi, a Roma.Intervento: realizzazione dei massetti, posa del mosaicoe delle lastre di marmo per la pavimentazione dellaGalleria e dei negozi, in interno ed esterno.Anno di intervento: 1999-2003Progetto e direzione lavori: arch. Bruno MoauroImpresa: Lamaro Appalti SpA RomaImpresa di posa: Memorie SrlCommittente: Immobiliare Colonna s.r.l.Rivenditore Mapei: prodotti per la posa sui pavimentiInnamorati Edilizia (L'Aquila); prodotti per altri interventiLamaro Appalti (Roma)Coordinamento Mapei: Pino Mancini e Renato Soffi(Foto di Pino Mancini)

SCHEDA TECNICA

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Oltre duecentomila metri quadrati disuperficie, 1.890 espositori di cui 450esteri hanno confermato il SAIE (Salone

internazionale dell’industrializzazione edilizia)di Bologna, come l’appuntamento leader euro-peo per il mondo delle costruzioni. Dal 13 al 17ottobre di quest’anno, hanno partecipato allaquarantesima edizione oltre 168.000 operatoriprofessionali di cui 7.198 esteri riconfermando inumeri dell’edizione 2003.Il settore delle costruzioni registra segnali posi-tivi in diversi ambiti; i più qualificati osservatoriritengono che il 2004 sarà il sesto anno conse-cutivo di crescita per il settore, con uno svilup-po degli investimenti che dovrebbe attestarsiattorno all’1,5 per cento. Un dato confermatoanche dalle rilevazioni del secondo semestre2004 che ha fatto registrare un indice della pro-duzione nel settore pari a 124,6 (confronto conil 2000 a base cento), con una crescita del 3,3per cento rispetto al corrispondente periododel 2003.Tra le molte novità dell’edizione 2004 l’ingressodi un nuovo settore merceologico “Gallerie eopere in sotterraneo” che ha sviluppato latematica della perforazione, legata alle grandiopere infrastrutturali. Un tema di interesse, tral’altro, per i progressi compiuti in ambito pro-gettuale e costruttivo e nel mettere a puntomateriali e tecnologie innovativi. Un argomen-to questo, che, come vedremo, è stato sviluppa-to da Mapei con uno spazio espositivo apposi-tamente dedicato.

Uno di alta tecnologiaMapei ha confermato il proprio ruolo di leader

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visualizzare in modo concreto ogni fase di lavo-razione in ogni parte della facciata. Si sonopotuti così evidenziare diversi tipi di interventoper ognuno dei quali Mapei ha proposto unasoluzione ottimale. Per esempio tra gli inter-venti più importanti e i sistemi di prodottiMapei utilizzati, sono stati considerati il ripristi-no del frontalino/balcone, la riparazione delpilastro/trave, il recupero di murature recenti estoriche da umidità di risalita, la rasatura e fini-tura delle facciate, l’isolamento a cappotto e ilrinforzo e il consolidamento mediante l’FRPSystem.

I prodottiIl SAIE è stata, naturalmente, soprattutto l’occa-sione per presentare nuovi prodotti e confer-mare efficaci soluzioni.Un’assoluta novità è il Mapegrout SV, unamalta colabile a presa e indurimento rapidi diuso generale, che dà il meglio di sé nel ripararepavimentazioni in calcestruzzo in industrie,magazzini, centri commerciali, nel riparare mar-ciapiedi stradali, pavimentazioni aeroportuali,fissare arredi urbani e recinzioni e fissare chiusi-ni fognari e pozzetti di ispezione.Si tratta di un prodotto facile e veloce da porrein opera, indurisce senza ritiro e ha un’elevataresistenza meccanica già dopo due ore e anchea basse temperature. Sempre di grande interes-se per i visitatori è l’area dedicata al recuperofacciate. Tra le non-novità presentate c'èLampocem, legante idraulico antiritiro prontoall’uso, a presa e indurimento rapidi.Lampocem, che ha un tempo di presa rapidis-simo, si usa per fissaggi rapidi di ogni genere susuperfici verticali e orizzontali in calcestruzzo emuratura, fissaggio di zanche, tubazioni, sanita-ri, cardini, posa di falsi telai in legno e metallo.Sempre per le facciate è ancora più ricco ilSistema Planitop, rasatura bianca a base dicalce e gesso per la finitura liscia di intonaci,interni in gesso, anidrite o calce/cementoasciutti e sta-gionati. I suoiambiti di appli-cazione sono larasatura fine diintonaci tradizio-nali o premisce-lati, prima delladecorazione conpitture e rivesti-menti minerali osintetici a spesso-re sottile. Peresempio, la parti-colare composizio-ne e la notevolefinezza conferisco-no al prodotto otte-nuto miscelando Planitop 580 con acqua, unelevato potere adesivo e scorrevolezza nellastesura con spatola metallica liscia.

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nel settore partecipando al SAIE con uno stand suddiviso in diffe-renti “isole” per facilitare ai visitatori la visione dell’articolato mondoMapei. Lo spazio espositivo, anche dal punto di vista architettonico,è stato realizzato come un percorso che ha permesso di conoscereveri e propri sistemi di utilizzo dei tanti nuovi prodotti presentati,visualizzando concretamente le varie fasi di lavorazione. Così, unospazio è stato dedicato appositamente ai sistemi per le pavimenta-zioni industriali (tema al quale Mapei ha dedicato anche un conve-gno all’interno della manifestazione, di cui parliamo a pag. 30); un’i-sola agli impermeabilizzanti per ponti, gallerie e terrazze. Ancora, laricostruzione virtuale di una strada urbana ha permesso di verifica-re, visualizzando le facciate degli edifici, l’utilizzo di 6 sistemi specifi-ci per facciate. Un’altra sezione dello stand era dedicata alle opere insotterraneo, per le quali Mapei ha presentato i grandi progetti suiquali ha lavorato. Ancora, un’ultima sezione era quella relativa agliadditivi per calcestruzzi. Infine, una parte dello stand è stata dedica-ta alla ricostruzione di un esempio di corner di vendita Mapei, layout di un angolo espositivo che i rivenditori Mapei possono realiz-zare nel proprio negozio per presentare i prodotti e i sistemi Mapeiper l’edilizia (vedi pag. 52).Ed è nel ripristino delle facciate che è emersa concretamente al SAIEl’intenzione di Mapei di presentare al pubblico, non solo i suoi tantied evoluti prodotti, ma dei veri e propri sistemi in grado di favorire,fin dalle prime fasi di lavorazione, il raggiungimento dei risultati pre-fissati. Percorrere la via virtuale realizzata nello stand ha permesso di

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Nell’ampio catalogo “Prodotti per Finitura” ein quello nuovissimo intitolato “Finiture &Colore” presentati al SAIE di quest’anno,compa-re in modo esemplificativo l’esperienza Mapeiper il ripristino delle facciate. Viene qui eviden-

ziato su carta quelloche i visitatori dellafiera potevano perce-pire dal vivo sullostand: la tecnologiaMapei e la filosofiache la sottende.La ricerca e lo svilup-po di prodotti miratialla soddisfazionedel cliente nel mer-cato dell’ediliziamondiale sono ilfrutto del lavoro deilaboratori Mapei,dotati delle piùmoderne e sofisti-cate apparecchia-

ture per la diagnostica in edilizia.Al secondo piano del grande stand Mapei i visi-tatori hanno potuto constatare da vicino i risul-tati del lavoro di ricerca e sviluppo dell’azienda einteragire con un terminale per scegliere, adesempio, i colori più adatti per le finiture.Infatti, i prodotti di finitura, disponibili in un’am-pia gamma di colori e realizzabili in tutti i pro-dotti con il sistema di colorazione Colormap,sono sviluppati per una perfetta compatibilitàcon i sistemi di ripristino delle superfici. Per que-sto, i Sistemi di facciata che vengono pre-sentatida Mapei consentono al committente di ottene-re il migliore risultato nella scelta delle modalitàdi rifacimento di facciate integrati con prodottidi finitura specifici.A questo proposito, una delle novità presentatequest’anno al Saie da Mapei, è il sistema al quar-zo Quarzolite. E’un sistema a base di resine acri-liche in dispersione acquosa e quarzo microgra-nulare a elevato riempimento per la verniciatura

di tutte le superfici murarie. QuarzoliteTonachino è un rivestimento murale perinterni/esterni a effetto rustico e consente didecorare e proteggere adeguatamente lepareti uniformando eventuali imperfezioni disuperficie. Quarzolite Pittura consente la pit-tura di tutte le superfici vecchie e nuove,anche se già verniciate, dove si vuole conferireal supporto, oltre a un piacevole effetto esteti-co, una protezione durevole nel tempo dagliaggressivi ambientali e dalle radiazioni solari.Per il sistema di pavimentazione industriale,Mapefloor System, due proposte: Ultratop eMapecrete System. Ultratop è un innovativopavimento cementizio autolivellante con unastraordinaria versatilità di impiego, e applicabile in spessore da 3 a 40mm, ultrarapido e resistente alle abrasioni. Frutto della ricerca Mapei èuna speciale malta autolivellante che rimane a vista come pavimento fini-to: perfettamente planare, resistente e veloce da realizzare. MapecreteSystem, che Mapei presenta come un “calcestruzzo senza limiti”, è un rivo-luzionario sistema per la realizzazione di strutture in calcestruzzo digrandi dimensioni senza giunti di ritiro. Può essere utilizzato per l’esecu-zione di qualsiasi opera, dalle pavimentazioni di ampia superficie, ai solet-toni di fondazione e ai muri di grande lunghezza. I calcestruzzi confezio-nati con Mapecrete System possono sviluppare un livello di espansionesufficiente a compensare il ritiro in fase plastica anche in condizioni dimaturazione non ottimali.Anche la grande famiglia degli Addittivi per Calcestruzzi si è arricchita.Al SAIE Mapei ha presentato Dynamon Easy, l’evoluzione della lineaDynamon System, il collaudato sistema di additivazione ad altissimocontenuto tecnologico che consente di confezionare calcestruzzi dalleprestazioni eccezionali. La gamma è composta da tre additivi superflui-dificanti che si differenziano l’uno dall’altro principalmente per i diversitempi di mantenimento della lavorabilità alle varie temperature, consen-tendo in questo modo di avere la soluzione ideale per ogni stagione. Ilsistema Dynamon Easy, basato sulla tecnologia DPP (DesignedPerformance Polymer), permette di modulare le caratteristiche dell’addi-tivo in relazione alle specifiche prestazioni richieste per il calcestruzzo edè stato studiato per rispondere alle esigenze quotidiane delle centrali dibetonaggio.

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più importante settore in tutto il mondo. Nehanno dato dimostrazione in fiera i grandi pan-nelli fotografici dei cantieri dove Mapei ha lavo-rato: dalla Bundestrasse B236 di Dortmund, allametropolitana di Oporto, sino a quella, spet-tacolare, di Singapore.Non bisogna dimenticare infatti l’internazionali-tà del Gruppo Mapei e la sua duttilità nel saperoperare in tutti i mercati del mondo. "The worldof Mapei" era infatti lo slogan che campeggiavain grande sulla facciata dello stand Mapei. Unoslogan che vuole significare non solo la raggiun-ta internazionalità dell’azienda, ma soprattuttola volontà di essere presenti ovunque con i pro-dotti migliori.

All’interno dello stand Mapei, in un ampio e ben visibile spazio, è statopresentato l’Underground Technology Team (UTT), il team superpro-fessionale che opera a livello internazionale e che Mapei ha dedicato allegrandi opere in sotterraneo. Queste opere, complesse sia nella fase diprogettazione, sia soprattutto in quella di realizzazione data la severitàdell’ambiente di lavoro, richiedono l’utilizzo di particolari tecnologie e disistemi di prodotto appositamente studiati, nonché di persone compe-tenti e tecnicamente preparate. Con l'occasione è stato anche presentatoil sito web dedicato a questo settore. Mapei, con l’UndergroundTechnology Team, si pone l’obiettivo di soddisfare nella loro globalitàogni necessità tecnica dei propri clienti per quanto concerne costruzioniin sotterraneo, proponendo una gamma completa di prodotti adatti aogni esigenza e a ogni condizione. E i diversi acceleranti di presa privi dialcali per calcestruzzi proiettati della linea Mapequick AF, sono la rispo-sta che ha decretato il successo dell’azienda in questo delicato e sempre

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Anche quest’anno, in occasio-ne del SAIE 2004, Mapei haorganizzato un importante

convegno dedicato alle pavimenta-zioni industriali al quale hanno par-tecipato oltre 700 tra progettisti etecnici del settore edilizia.L’incontro si è tenuto il 15 ottobre2004 presso la sala Europa del Palazzodei Congressi di Bologna. Il tema cen-trale del convegno è stato:“Nanotecnologie, sistemi cementiziautolivellanti e finiture in resina per larealizzazione di nuovi pavimenti e ilripristino di quelli esistenti”.I lavori sono stati aperti dall’ing. FulvioBianchi, responsabile Divisione GrandiOpere di Mapei, che, nella veste dimoderatore del seminario, ha salutato ipartecipanti e ha presentato il program-ma della giornata.L’ing. Luigi Coppola, responsabile Assistenza TecnicaMapei, ha guidato i partecipanti nel vivo del convegno. Iltema della sua relazione era centrato sulle nanotecnologieapplicate al settore delle pavimentazioni continue in calce-struzzo nuove ed esistenti. Coppola ha introdotto la suarelazione con una descrizione delle nanotecnologie e delleloro potenzialità nel settore industriale e in particolare inquello delle costruzioni, dove vengono utilizzati molti mate-riali le cui proprietà sono controllate dal comportamento inscala nanometrica. Le nanotecnologie offrono la possibilitàdi progettare e produrre a costi inferiori, rispetto a quelliattuali, materiali con prestazioni migliorate, ”tailored” perapplicazioni specifiche.Coppola ha inoltre illustrato i risultati della ricerca Mapei inquesto settore e in particolare ha illustrato l’approccioMapei che consiste nello sviluppo di tecniche innovative nelcontrollo della velocità di interazione dei polimeri organicicon i granuli di cemento. Questo combinato sistema di ricer-ca Mapei ha permesso la sintesi di una nuova generazionedi additivi polimerici poliacrilici/policarbossilici e lo svilup-po di nanotecnologie basate sull’utilizzo combinato di“nanoformulazioni”. I risultati raggiunti da Mapei in questoavveniristico settore sono stati infine descritti da Coppola,col presentare gli studi che hanno permesso lo sviluppo, tragli additivi, di MAPECRETE e, tra le malte speciali ultrarapidead elevata stabilità dimensionale, di ULTRATOP.Il professor Franco Mola del Dipartimento di IngegneriaStrutturale, Facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano,ha affrontato il tema dei problemi strutturali nelle pavimen-tazioni in calcestruzzo con un'interessante presentazione diun caso concreto: la ricostruzione della pista 36Rdell’Aeroporto di Milano Linate. La sua dettagliata analisitecnica, supportata da numerose fotografie che illustravanole varie fasi del cantiere aeroportuale, ha sottolineato quan-to sia importante, per la realizzazione di opere destinate adurare nel tempo mantenendo inalterate tutte le caratteri-

stiche desiderate, avvalersi di studi e diprodotti avanzati. Ed è stata questauna case history molto apprezzata dalpubblico sia per l’importanza del can-tiere, sia per le evidenti difficoltà teo-riche che hanno poi trovato unacompleta risoluzione pratica.Infine Piercarlo Rocca, responsabileMapei per i pavimenti in resina, haaffrontato il tema delle pavimenta-zioni in resina per l’edilizia civile eindustriale. Rocca ha anzi tutto evi-denziato i diversi vantaggi di que-sto tipo di pavimentazione cheviene utilizzata prevalentementenelle industrie chimiche e farma-ceutiche, in quelle alimentari, neimagazzini meccanizzati, nei centricommerciali, nei locali sterili(laboratori e ospedali) e nelle

industrie meccaniche.Le pavimentazioni in resina, ha ribadito Rocca, sono antipol-vere e antiolio e con diversi gradi di antisdrucciolo rendonole aree di lavoro più sicure. Sono di facile lavabilità e puliziae presentano una migliore planarità delle superfici con unottimo effetto cromatico. Per ciò che concerne i vantaggicaratteristici, le pavimentazioni in resina offrono ottimeresistenze chimiche e meccaniche e un’eccellente resisten-za all’abrasione. Prevedono una rapida e semplice manu-tenzione e sono adatte per il recupero di pavimentazionianche molto danneggiate. Infine hanno un ottimo rapportoprezzo/prestazioni e riducono drasticamente i giunti di con-trazione.Rocca ha descritto infine l’approccio col quale Mapei ha svi-luppato, attraverso MAPEFLOOR SYSTEM, una serie di siste-mi di rivestimento per le pavimentazioni industriali e civili infunzione delle differenti problematiche dei supporti e allemolteplici esigenze degli utilizzatori finali.Numerose fotografie di varie fasi di lavorazione hanno con-sentito a Rocca di confermare, con esempi concreti, la realeefficacia di MAPEFLOOR SYSTEM ed evidenziare diversi tipidi intervento resi possibili dalla poliedricità di questo arti-colato sistema di intervento.Rocca ha infine descritto, sempre supportato da esempiconcreti, le caratteristiche delle tre serie di prodotti checompongono il sistema Mapefloor: MAPEFLOOR SYSTEMserie 30 (sistemi impermeabili al vapor d’acqua), MAPE-FLOOR SYSTEM serie 50 (sistemi permeabili al vapor d’ac-qua) e MAPEFLOOR SYSTEM serie 90 (sistemi per il recuperodi pavimentazioni molto degradate o soggette ad un traffi-co particolarmente pesante).Il tema trattato dal convegno organizzato da Mapei, la qua-lità degli interventi trattati dai relatori e, soprattutto, gliimmediati riferimenti ai problemi pratici e applicativi sonostati molto apprezzati dal pubblico presente. Ancora unavolta la formula Mapei di alternare esempi concreti conapprofondimenti di ricerca si è rivelata vincente.

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Mapecrete System è il rivoluzionario sistema per la realizzazione distrutture in calcestruzzo di grandi dimensionisenza giunti di ritiro. Può essere utilizzato per l’e-

secuzione di qualsiasi opera, dalle pavimentazioni diampia superficie, ai solettoni di fondazione, ai muri digrande lunghezza.Grazie alla innovativa combinazione dei suoi componen-ti, Mapecrete System permette di modulare l’espansionedel calcestruzzo e, a seconda delle esigenze progettuali edelle condizioni di maturazione del conglomerato, con-sente il controllo e l’eliminazione delle fessurazioni dovu-te al ritiro idrometrico del calcestruzzo stesso.Come è noto, i calcestruzzi confezionati con l’utilizzo diespansivi devono essere maturati in ambiente saturo diumidità, per sviluppare un livello di espansione sufficientea compensare il normale ritiro idrometrico del conglomera-to cementizio. I calcestruzzi confezionati con MapecreteSystem, al contrario, risentono in misura ridotta delle condi-zioni di maturazione e consentono quindi un corretto sviluppo dell’espansione,anche in caso di condizioni di maturazioni non ottimali.Mapecrete System è una tecnologia esclusiva Mapei, basata su un’attenta com-binazione di DYNAMON SYSTEM, EXPANCRETE e MAPECURE SRA.DYNAMON SYSTEM è l’innovativa gamma di additivi superfluidificanti nanotec-nologici a base acrilica modificata di ultima generazione, articolata in quattrofamiglie di prodotti specifici per tutte le applicazioni del calcestruzzo preconfe-zionato, prefabbricato e per la cantieristica.EXPANCRETE è una agente espansivo per il confezionamento di malte e calce-struzzi a ritiro compensato.MAPECURE SRA è un additivo in grado di favorire l’espansione, anche in assenzadi stagionatura umida, e di ridurre il ritiro idraulico e la conseguente formazionedi fessure.Attraverso l'impiego di Mapecrete System si possono conferire a malte e calce-struzzi prestazioni abitualmente ritenute irraggiungibili per i sistemi cementizi.Tra i risultati che si possono ottenere:- conseguimento dell’espansione progettata in tutte le condizioni di stagiona-

tura, con una miglior resa dell’agente espansivo;- livello estremamente basso del ritiro finale dei conglome-

rati;- controllo ed eliminazione delle fessurazioni da riti-

ro idrometrico;- riduzione ed eliminazione della maturazione a

umido;- complessiva maggior facilità nella gestionedel cantiere.Le eccezionali caratteristiche di MapecreteSystem lo rendono vantaggioso per lacostruzione e il ripristino di impalcati e piledi viadotti autostradali, pavimentazioniindustriali, parcheggi multipiano, opereidrauliche (canali, dighe, sfioratori, vasche,

ecc.), strutture prefabbricate in calcestruzzo,piedritti e calotte di tunnel stradali e ferroviari.

Per maggiori informazioni su questi prodotti, con-sultare le relative schede tecniche contenute nel sito

www.mapei.com.

Le tecnologie Mapei per il calcestruzzo senza limiti.

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Il quarzo è costituito da silice, un elemento tra i più diffusi in natura. E’ inerte chimicamente,cioè insensibile agli attacchi da parte di sostanze aggressive, quali le piogge acide chedegradano per esempio i prodotti a base di calce, attraverso la reazione di solfatazione.

Il quarzo conferisce inoltre alla superficie sulla quale è applicato un’elevata curabilità neltempo.Il sistema al quarzo ideato da Mapei e composto da QUARZOLITE TONACHINO eQUARZOLITE PITTURA è l’ideale per la finitura di tutti gli intonaci a base cementizia o dicalce, sia nuovi sia vecchi e per la finitura su tutti i supporti già verniciati, anche in presen-za di rivestimenti plastici o minerali.Entrambi i prodotti sono facili da applicare, sia nella versione a spessore (QUARZOLITETONACHINO) con spatola metallica, sia nella versione liscia (QUARZOLITE PITTURA) con rullo,pennello o spruzzo.Si presentano opachi e conferiscono al supporto murale una finitura tipo intonaco civile, grazie allespeciali cariche utilizzate.Sono inoltre disponibili in una illimitata gamma cromatica realizzabile con il sistema tintometricoCOLORMAP.QUARZOLITE TONACHINO è indicato per la decorazione di tutti gli intonaci a base cementizia o calcee per le pareti lisciate con tutti i prodotti rasanti della gamma Mapei.E’ un prodotto che resiste a tutte le condizioni climatiche, non teme l’aggressionedello smog, della salsedine e dei raggi solari. Oltre alla protezione, conferisce al sup-porto un gradevole effetto rustico e aderisce perfettamente su tutti i tipi di intonacitradizionali.E’adatto anche per applicazioni in interni sia su gesso sia su vecchie pitture purché benaderenti e non sfarinate, previa applicazione di MALECH.QUARZOLITE PITTURA è una pittura protettiva murale per esterno e interno che resistea tutte le condizioni climatiche e aderisce al meglio su tutti i tipi di intonaci. Serve per lapitturazione di tutte le superfici vecchie e nuove anche se già verniciate dove si vuoleconferire al supporto, oltre a un piacevole effetto estetico,anche una protezione dure-vole nel tempo dagli aggressivi ambientali e dalle radiazioni solari.Può essere utilizzato per la verniciatura protettiva di tutti gli intonaci a basecementizia o calce, sia nuovi ben stagionati, sia vecchi purché coesi, benaderenti e non sfarinati.Può essere inoltre utilizzato per la verniciatura su vecchie pitture, vecchi rive-stimenti plastici o minerali ben aderenti al supporto.Quarzolite, il sistema al quarzo ideato da Mapei, è stato studiato per aderiresu tutte le superfici e per rendere omogenee le imperfezioni del supportomurale. E’ di eccezionale resistenza e rimane inalterabile pur essendo lavabi-le. Il suo insuperabile effetto lo rende estremamente decorativo e moderno.

Per maggiori informazioni su questi prodotti, consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com.

Quarzolite Tonachino e Quarzolite Intonaco: pittura e rivestimento a base di resina acrilica in dispersione acquosa e quarzo microgranulare per proteggere le murature in facciata.

Particolare di uncristallo di quarzo

(Laboratorio R&S Mapeidi Milano).

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Rasatura bianca a base di calce e gesso per lafinitura liscia di pareti in interno.

PLANITOP 580 è unarasatura premiscela-ta monocomponente

di colore bianco a induri-mento normale, a base dicalce idrata, gesso, farina dimarmo finissima, additivireologici e polimeri sinteticiin polvere, secondo unanuova formula sviluppatanei laboratori di ricercaMapei.PLANITOP 580 è utilizzata perla rasatura fine di intonaci tra-dizionali o premiscelati, primadella decorazione con pitturee rivestimenti minerali o sinte-tici a spessore sottile.La particolare e innovativa composizione e la notevolefinezza, conferiscono al prodotto ottenuto miscelandoPLANITOP 580 con acqua, un elevato potere adesivo e unaeccezionale scorrevolezza nella stesura con spatola metalli-ca liscia.Planitop 580 è dunque scorrevole e facile da applicareanche su pareti estese, uniforma le irregolarità presentisugli intonaci e sulle rasature a grana grossa e conferiscealle superfici trattate una finitura perfettamente liscia.Applicabile in uno spessore massimo di 3 mm per ogni sin-gola mano su intonaci stagionati, PLANITOP 580, grazie allasua tessitura fine, rappresenta un valido supporto per pit-ture o marmorini della linea SILEXCOLOR e SILANCOLOR.Numerosi sono i campi di applicazione di PLANITOP 580.Dalla lisciatura di intonaci interni a base calce, gesso ecemento, purché sufficientemente secchi e stagionati, aquella di intonaci in locali dove è prevista l’applicazione dicarta da parati o rivestimenti tessili leggeri.PLANITOP 580 può essere utilizzato come stucco per vec-chie murature intonacate, con piccole irregolarità a seguitodella rimozione di vecchie pitture, carte da parati o rivesti-menti tessili ed è un eccellente prodotto rasante di superfi-ci in gesso, blocchi in cemento cellulare o in latero-gesso.PLANITOP 580, indispensabile per la finitura di intonaci tra-dizionali o premiscelati, può essere usato anche comemano a finire liscia da applicare su rasature a grana grossa.

Per maggiori informazioni su questi prodotti,consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com.

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La nuova famiglia di prodotti Mapei per l’industria del calcestruzzo preconfezionato.

Nella ampia gamma degli additivi superfluidificanti per il mercato del calcestruz-zo preconfezionato, Mapei ha creato una nuova famiglia di prodotti apposita-mente studiati e formulati per rispondere alle esigenze quotidiane delle centra-

li di betonaggio.Sono tre gli additivi superfluidificanti che compongono la famiglia Dynamon Easy:DYNAMON EASY 11, DYNAMON EASY 21 e DYNAMON EASY 31.Tutti sono a base acrili-ca modificata e appartengono al nuovo sistema Mapei Dynamon System.Il sistema Dynamon System è basato sulla tecnologia DPP (Designed PerformancePolymer), una nuova chimica di processo che permette, attraverso la completa proget-tazione dei monomeri (know-how esclusivo di Mapei), di modulare le caratteristichedell’additivo in relazione alle specifiche prestazioni richieste per il calcestruzzo.I tre prodotti della linea Dynamon Easy si differenziano l’uno dall’altro principalmenteper i diversi tempi di mantenimento della lavorabilità alle varie temperature, consen-tendo in questo modo di avere la soluzione ideale per ogni stagione.Grazie alla loro elevata lavorabilità (classe di consistenza S4 o S5 secondo norma UNI EN206-1), i calcestruzzi confezionati con Dynamon Easy risultano di facile posa in operaallo stato fresco e di elevate prestazioni allo stato indurito.Sono inoltre particolarmente indicati nel settore del calcestruzzo preconfezionato eovunque esista la necessità di una buona riduzione dell’acqua e sono destinati a opereimpermeabili e durevoli.Le caratteristiche principali di questi innovativi prodotti Mapei sono:- ottimo potere fluidificante- ottimo mantenimento della lavorabilità- basso inglobamento d’aria- modulabilità del dosaggio- facilità d’uso.DYNAMON EASY 11 è capace di garantire al calcestruzzo un ottimo mantenimentodella lavorabilità nelle diverse classi di consistenza,senza ritardare lo sviluppo delle resi-stenze meccaniche. Per questo è particolarmente vantaggioso quando si devono effet-tuare getti in clima freddo o quando si ha la necessità di trasportare il calcestruzzo perlunghe distanze con temperature invernali.DYNAMON EASY 21, studiato per un lungo mantenimento della lavorabilità anche contemperature ambientali elevate, è utile quando si devono effettuare getti in clima caldoo, quando si deve trasportare calcestruzzo per lunghe distanze con queste condizioniambientali.DYNAMON EASY 31 ha un lunghissimo mantenimento della lavorabilità ed è perciòindicato quando si devono effettuare getti o trasportare il calcestruzzo per lunghedistanze in clima caldissimo.

Per maggiori informazioni su questi prodotti, consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com.

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Malta colabile a presa ed indurimento rapidi da utilizzare per:

➧ Riparare pavimentazioni in calcestruzzo inindustrie, magazzini, centri commerciali, ecc.

➧ Riparare marciapiedi stradali

➧ Riparare pavimentazioni aeroportuali

➧ Fissare arredi urbani e recinzioni

➧ Fissare chiusini fognari e pozzetti d'ispezione.

MAPEGROUT SV è una malta premiscelata mono-componente in polvere composta da specificileganti idraulici, cementi ad alta resistenza, inerti

selezionati e speciali additivi secondo una formula svilup-pata nei laboratori di ricerca Mapei.Variando opportunamente la quantità di acqua,MAPEGEGROUT SV assume una consistenza fluida o super-fluida che rende la malta idonea a essere colata,anche inforte spessore (fino a 5 cm), senza rischio di segregazione,entro una sede o casseri opportunamente predisposti.MAPEGROUT SV è facile e veloce da porre in opera, induri-sce senza ritiro e ha una elevata resistenza meccanica giàdopo 2 ore anche a basse temperature. Queste caratteristi-che consentono una rapida messa in esercizio delle strut-ture riparate e, nel caso di un suo impiego in una sede stra-dale, una tempestiva riapertura della viabilità.

La particolare composizione e gli speciali additivi contenutiin questo nuovo prodotto Mapei, conferiscono alla maltaelevate prestazioni meccaniche anche a lunga scadenza,impermeabilità all’acqua e notevole resistenza all’abrasione.

VANTAGGI:● Facile e veloce da porre in opera● Indurisce senza ritiro● Elevata resistenza meccanica già dopo 2 ore anche a bassetemperature● Consente una rapida messa in esercizio delle struttureriparate ed una tempestiva riapertura della viabilità.

Per maggiori informazioni su questo prodotto, consultare la relativa scheda tecnica contenuta nel sito www.mapei.com.

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Chi non conosce le figure storiche di Cesaree Cleopatra? Nessuno probabilmenteignora questi personaggi del passato e a

loro si sono ispirati i costruttori ungheresi diquesti due grandi complessi residenziali aBudapest. Quello che porta il nome del condot-tiero romano è un intervento urbanistico impo-nente composto da quattro palazzi divisi in 380appartamenti inaugurato nel 2002. Alla finedello stesso anno è iniziata la costruzione di unaltro complesso residenziale, composto da bensei edifici di 460 appartamenti, che copre un’areadi oltre 10mila metri quadrati e che è stato chia-

mato come la grande regina egiziana Cleopatra. Dopo la realizzazionedelle strutture murarie è stata la volta dei rivestimenti esterni ed interni.Per la fornitura delle piastrelle in ceramica di capitolato sono state presein considerazione un ampio gruppo di aziende sia italiane che israelianee tra esse i proprietari degli appartamenti hanno potuto scegliere imodelli preferiti. Per posare le piastrelle è stata scelta la HungarianProject Kft. che aveva già pavimentato tutti gli appartamenti della CesarHouse mentre come fornitore di adesivi per la posa è stata scelta la socie-tà Flinstone 2000 Kft., cliente ungherese di Mapei. Gli appartamenti dove-vano essere consegnati ai proprietari nel maggio 2003 e perciò eranecessario, visto il poco tempo disponibile, la grande varietà di rivesti-menti da posare e la richiesta di un’esecuzione del lavoro di alta qualità,di poter contare su prodotti sicuri, affidabili, rapidi e tecnicamente all’a-

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vanguardia. Per questo sono stati scelti e selezionati prodotti Mapei chepotevano soddisfare le richieste del committente e dell’impresa di posa.La posa, iniziata nel mese di ottobre, è stata ostacolata da un tempoatmosferico particolarmente inclemente, con giorni di pioggia e freddotanto da rendere necessario coprire le superfici esterne con fogli imper-meabili protettivi e riscaldare le terrazze esterne così da non dover inter-rompere i lavori.Per le superfici esterne è stata usata inizialmente la maltacementizia MAPELASTIC*, ideale per la protezione impermeabile di bal-coni e terrazze. Dopo alcuni giorni, necessari per la stagionatura del pro-dotto, sono state posate le piastrelle utilizzando KERAQUICK*, un adesivocementizio a presa rapida. Per la stuccatura delle fughe è stato sceltoULTRACOLOR*, una malta che assicura una presa e un asciugamento rapi-do e non genera efflorescenze in superficie, mentre gli angoli e i giunti didilatazione sono stati sigillati con MAPESIL AC*. KERAQUICK* è stato l’a-desivo scelto anche per posare le piastrelle di ceramica sia nei corridoiche nelle scale degli ambienti interni. Come giunto in questo caso è statousato PROFILPAS* un giunto preformato. Nei locali di servizio le piastrellein ceramica sia sui pavimenti che sulle pareti sono state posate con l’ade-sivo cementizio ADESILEX P9*, ad alte prestazioni e scivolamente vertica-le nullo. Prima della posa i bagni sono stati impermeabilizzati stendendouno strato di guaina liquida MAPEGUM WP*. Per la stuccatura delle pia-strelle all’interno sono stati usati due diversi prodotti, le malte ULTRACO-LOR* e KERACOLOR GG* e per la sigillatura dei giunti di dilatazione è statoutilizzato anche qui MAPESIL AC*, scelto nello stesso colore della maltaper la stuccatura. I sottofondi dei soggiorni pavimentati con piastrelle inceramica sono stati precedentemente livellati con la lisciatura ultrarapidaULTRAPLAN MAXI*. Grazie all’utilizzo di prodotti sicuri e rapidi nella presae nell’asciugatura, oltre la metà delle 460 famiglie proprietarie hannopotuto traslocare nello loro nuove case prima del mese di maggio quan-do i lavori sono definitivamente terminati.

Nelle foto, alcuni particolaridegli interni del complessoresidenziale Kleopátra.

Kleopátra Ház a Budapest (Ungheria)Intervento: posa e stuccatura dei rivestimenti in pia-strelle di ceramica e lastre di granito su pavimenti epareti all’esterno e all’interno Anno di esecuzione: 2002-2003Committente: Autòker-Holding Rt.Progettisti: Citinvest Kft, dr. Lajos Fekete e Ass.Impresa di posa: Hungarian Project Kft.General contractor: Délépitö Kft.Rivenditore Mapei: Flinstone 2000 Kft.Coordinamento Mapei: Csaba Németh - Mapei Kft.

SCHEDA TECNICA

*Prodotti Mapei: i prodotti citati inquesto articolo appartengono allalinea “Prodotti per ceramica e materia-li lapidei”.Le relative schede tecniche sonocontenute nel CD “Mapei GlobalInfonet” e nel sito internetwww.mapei.com. Gli adesivi e le fugaturesono conformi alle norme EN 12004 ed EN 13888.Adesilex P9 (C2TE): adesivo cementizioad alte prestazioni, a scivolamento nullo e contempo aperto allungato, per piastrelle ceramiche.Keracolor GG (CG2): malta cementizia ad alteprestazioni per la stuccatura di fughe da 4 a 15 mm.Keraquick (C2FT): adesivo cementizio ad alteprestazioni, a presa rapida e scivolamento verticalenullo, per piastrelle ceramiche e materiale lapideo.Mapegum WP: membrana liquida elastica, a rapidoasciugamento, per impermeabilizzazioni all’interno.Mapelastic: malta cementizia bicomponenteelastica per l’impermeabilizzazione del calcestruzzoe di balconi, terrazze, bagni e piscine.Mapesil AC: sigillante siliconico a reticolazioneacetica resistente alle muffe, esente da solventi,disponibile in 26 colori e trasparente.Profilpas: giunto preformato; questo prodotto èdisponibile sul mercato ungherese.Ultracolor (CG2): malta ad alte prestazioni per lastuccatura di fughe da 2 a 20 mm, a presa edasciugamento rapido, disponibile in 26 colori; nonproduce efflorescenze.Ultraplan Maxi: lisciatura autolivellante adindurimento ultrarapido per spessori da 3 a 30 mmper mano.

Questo articolo è tratto dal n. 7 di “Mapei Krónica”, che ringraziamo.

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Muri esterni ripristinati per l'edificio che ospita la 46a Brigata Aerea di Pisa.

Si trova all’interno dell’aeroporto militare diPisa la palazzina, dedicata alla memoria delS.Ten. Silvio Angelucci Medaglia d’Oro al

V.M.,che ospita il comando della 46a BrigataAerea. La Brigata ha il compito di assicurare ilmovimento per via aerea degli uomini, degliequipaggiamenti e del materiale tecnico, difavorire l’incremento della mobilità tattica e didare il sostegno logistico all’esercito, attraversooperazioni di aerotrasporto, aviosbarco, aviolan-cio e aviorifornimento.Compatibilmente con la disponibilità e con ilsoddisfacimento dei compiti istituzionali, la 46a

Brigata Aerea viene anche impegnata, in camponazionale e internazionale, in missioni di ricercae soccorso, trasporto di materiali, mezzi e perso-nale sia civile che militare in supporto alla fun-zione di intervento e di presenza dello Stato ita-liano nel mondo; interviene anche per particola-ri esigenze della collettività, come ad esempio lecalamità pubbliche e le azioni antincendio, gliinterventi umanitari, l’evacuazione sanitaria, iltrasporto urgente di feriti o malati in pericolo divita, il supporto all’attività di ricerca scientifica.La Brigata è chiamata inoltre a svolgere opera-zioni multinazionali di mantenimento dellapace e di supporto alle attività militari sia sottol’egida della Nazioni Unite, sia della Nato. A voltela Brigata ha operato in sinergia e a favore dellaCroce Rossa Italiana e Internazionale.

L’intervento di MapeiDopo anni di onorato servizio, però, la palazzinaaveva bisogno di essere ristrutturata e l’impresa,alla quale erano stati affidati i lavori di ripristino,ha contattato, per una consulenza sul restaurodei 4mila metri quadrati di facciata, i tecniciMapei che inizialmente hanno effettuato un’at-tenta analisi della situazione. Questo ha permes-so di verificare lo stato effettivo e la solidità deisupporti del rivestimento esterno e di stabilire,insieme all’impresa esecutrice dei lavori e al per-sonale militare dell’ufficio tecnico, il ciclo degliinterventi da eseguire. La prima operazione con-sigliata è stata un accurato idrolavaggio a pres-

Foto 1. Come appariva,prima dell’iniziodell’intervento,l’esterno dell’edificio.

Foto 2. La primaoperazione consigliataè stato un accuratoidrolavaggio apressione delle superficiper asportare tutte leparti friabili eindividuare le parti incalcestruzzo degradatoda ripristinare.

Foto 3. I ferri diarmatura sono statiaccuratamente pulitidalla ruggine e dalleparti incoerenti e su diessi poi è stato steso apennello Mapefer.

Foto 4. Dopol’asciugatura diMapefer l’intervento èproseguito conl’applicazione diMapegroutTissotropico.

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sione delle superfici che ha permesso così diasportare tutte le parti friabili e le parti in via didistacco della vecchia pittura e di individuare leparti in calcestruzzo degradato da ripristinare.Per quello che riguarda i ferri di armatura sonostati preventivamente puliti dalla ruggine edalle parti incoerenti e su di essi poi è statosteso a pennello MAPEFER*, un composto abase di polimeri in dispersione acquosa, leganticementizi e inibitori della corrosione.Dopo l’asciugatura di MAPEFER*, l’interventoper il risanamento delle parti in calcestruzzodanneggiate è proseguito con l’applicazionedella malta a ritiro controllato fibrorinforzataMAPEGROUT TISSOTROPICO*.Ultimato il ripristino delle parti di calcestruzzodegradato, visto che il supporto murario prece-dente era a finitura bucciata, i tecnici Mapeihanno consigliato di effettuare la rasatura con lamalta cementizia PLANITOP 200*, particolar-mente indicata per la lisciatura di pareti esternelievemente irregolari da rivestire con materialeceramico oppure, come in questo caso, da tin-teggiare, e specifica per rasare vecchi rivesti-menti plastici e vecchie pitture purché benancorate. Per ottenere una malta plastica e facil-mente applicabile a spatola, PLANITOP 200* èstato miscelato con il 18% di acqua pulita. Dopola rasatura si è proceduto alla fase finale di pro-

Palazzina del comando della 46a Brigata Aerea a Pisa.Intervento: ricostruzione delle parti in calcestruzzodegradato, rasatura, protezione e tinteggiatura delle facciate.Anno di intervento: 2003Direzione lavori: Mag. Roberto Leomporra Servizi Logistici Operativi: Col. Alfredo Della BonaImpresa: Tecnicostruzioni di Lombardo GiuseppeAssistente: M.llo Francesco PalmaRivenditore Mapei: Edilcomes di PisaCoordinamento Mapei: Andrea Lambardi

SCHEDA TECNICA

*Prodotti Mapei: i prodotti citati inquesto articolo appartengono allalinea “Prodotti per edilizia”. Le relativeschede tecniche sono contenute nelCD “Mapei Global Infonet” e nel sitointernet www.mapei.com.Mapefer: malta cementiziaanticorrosiva bicomponente per laprotezione dei ferri di armatura.Mapegrout Tissotropico: malta a ritirocontrollato fibrorinforzato per ilrisanamento del calcestruzzo.Planitop 200: malta cementizia monocomponentea presa normale per la rasatura dei vecchi intonacicementizi e rivestimenti plastici.Silancolor Pittura: pittura a base di resina siliconicain dispersione acquosa ad alta traspirabilità eidrorepellenza per esterni.Silancolor Primer: primer isolante a base di resinasiliconica in dispersione acquosa.

tezione e tinteggiatura della facciata. Sui muri èstato steso inizialmente il fondo isolante a basedi resina siliconica in dispersione SILANCOLORPRIMER* con un alto potere di penetrazione.Dopo l’asciugatura del PRIMER è stata stesa lapittura a base di resina siliconica SILANCOLORPITTURA* che, grazie alla sua particolare formu-la, permette al supporto di avere un’elevata per-meabilità al vapore d’acqua e un’alta idrorepel-lenza. La pittura è stata scelta direttamente dalcomando della Brigata, ovviamente in verdemilitare.

Foto 5. Per la rasaturadelle facciate è statascelta la maltacementizia Planitop 200miscelata con il 18% diacqua.

Foto 6. Planitop 200 èindicato per la lisciaturadi pareti esternelievemente irregolari darivestire con materialeceramico oppure, comein questo caso, datinteggiare.

Foto 7. Dopo la rasaturasi è proceduto alla fasefinale di protezione etinteggiatura dellafacciata. Sui muri èstato steso inizialmenteil fondo isolanteSilancolor Primer e poila pittura SilancolorPittura. La pittura èstata sceltadirettamente dalcomando della 46a

Brigata in verde militare(Foto 8).

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I prodotti Mapei sono stati utilizzati per rinnovare gli spazi interni alla basedella Statua della Libertà di New York.

Dall’11 settembre 2001, i visitatori, sia ameri-cani che stranieri, potevano solamenteaccedere a Liberty Island, ma non alla

Statua della Libertà, il cui accesso era stato chiusoper motivi di sicurezza. Lady Liberty, questo ilsoprannome affettuoso che hanno dato i cittadi-ni americani alla grande statua donata dallaFrancia nel 1886, era stata chiusa circa tre anni facome misura precauzionale dopo gli attentaticontro le Twin Towers di New York. Da allora, leuscite di emergenza sono state migliorate e nesono state create di nuove; accanto a questi inter-venti ne sono stati fatti altri considerati fonda-mentali per aumentare la sicurezza del monu-mento. L’ingresso alla base e all’interno dellaStatua della Libertà è stato riaperto il 4 agosto del2004 dopo tre anni di chiusura.Unico luogo inter-detto al pubblico è l’accesso alla corona di LadyLiberty, un divieto che ha suscitato lamentele eproteste da parte di molti visitatori che non pos-sono arrivare sulla cima del più conosciuto sim-bolo americano. Sette milioni di dollari derivantida donazioni hanno reso possibile dotare laStatua e la base di nuove attrezzature di sicurezzae nuove procedure di controllo per l’accesso,simi-li a quelle in uso negli aeroporti, e sistemi di pre-notazione per evitare le lunghe file.

La lunga storia di Lady LibertyDono del popolo francese, Lady Liberty è il sim-bolo di New York e di tutti gli Stati Uniti. Dalla suainaugurazione migliaia di immigrati sono stati

Testo di Diane Choate e foto di Carolyn Ryan (Mapei Corp.)

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accolti al loro arrivo nel Nuovo Mondo da questomonumento. Dalla sua posizione strategica (laStatua è infatti posta su un'isola davanti aManhattan) sembra quasi voler dare il benvenutoai nuovi arrivati e, allo stesso tempo, con i suoi 93metri di altezza, dal terrapieno alla torcia, proteg-gere la città e ricordare a tutti gli ideali di libertàsu cui gli Stati Uniti sono fondati. Le origini dellaStatua della Libertà ci rimandano alla Parigi rivo-luzionaria: nel 1865 l'attivista Edouard RenéLefebvre de Laboulaye e lo scultore Frédéric-Auguste Bartholdi, dopo aver passato la seratainsieme, decisero di costruire un monumento inonore dell'ideale americano di libertà politica eideologica e di donarlo a quella che veniva consi-derata già allora la "Terra delle Opportunità". Ilprogetto vero e proprio si deve a Bartholdi, ma lastruttura interna di ferro è un'idea e una realizza-zione del più conosciuto Gustave Eiffel. Costruitae montata in Francia, la statua venne poi smonta-ta, spedita a New York e quindi rimontata sull'iso-la dove sorge tutt'ora. Ventun anni dopo, il 28ottobre 1886, la “Libertà che illumina il Mondo”fuscoperta al cospetto del presidente GroverCleveland, in mezzo a una massa euforica di bar-che e navi che affollavano il porto di New York.Nel 1986, in occasione del suo centesimo com-pleanno, venne completamente ristrutturata,ripulita e la torcia dorata, ormai corrosa dalleintemperie e dal tempo, fu sostituita con unanuova. La vecchia torcia originale è ora espostanell'atrio dell'entrata alla Statua.E' possibile visita-re la Statua della Libertà anche dall'interno: unaserie di scale portano fino in cima al basamento,da dove si gode una bellissima vista sullo skylinedi Manhattan.Tuttavia, per i più audaci, era possi-

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Foto 1.Lady Liberty cheinnalza la torcia dellaLibertà nella marinadel Porto di New York.

Foto 2.Vista interna dell’EllisIsland ImmigrantProcessing Building,l'edificio in cuisbarcavano gliimmigrati chearrivavano negli StatiUniti.

Foto 3.Il percorso prima deilavori di rinnovo.

Foto 4.Un percorso perpersone disabili è infase di realizzazione.

Foto 5.I lavori di posaterminati.

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bile fino a tre anni fa salire internamente, grazie auna strettissima scala a chiocciola, e raggiungerela testa, dove ci si poteva affacciare dalle piccolefinestrelle aperte sulla corona. Ora purtroppo, perragioni di sicurezza, non è più possibile accedervi.

L’intervento di MapeiTalvolta un lavoro è più di un lavoro e quando unintervento di questo tipo avviene sulla messa insicurezza e il ripristino di alcune parti della Statuadella Libertà diventa una questione di orgoglionazionale. Anche Mapei, tramite l’assistenza delpersonale tecnico di Mapei Corp., consociataamericana del Gruppo Mapei, ha dato il suo con-tributo fornendo autolivellanti, additivi per ilcemento e malta adesiva per la posa delle lastrein pietra che sono serviti a ristrutturare la base delsimbolo nazionale americano. “Tutti hanno lavo-rato con partecipazione e con orgoglio a questolavoro” ha affermato Robert Barron, presidente diPhillipsburg Marble Company Inc., che ha sceltodi usare prodotti Mapei perché la sua aziendaaveva già lavorato con essi in passato ottenendosempre eccellenti risultati. L’intervento è avvenu-to sui pavimenti e i passaggi del centro visitatorialla base della Statua.La maggior parte del lavoro è stato effettuato sulterzo livello della base che conduce al livellosuperiore Fort Wood e ha compreso anche la rea-lizzazione di una nuova rampa d’uscita accessibi-le ai disabili che fa parte del Life Safety UpgradeProject, iniziato il 15 aprile 2004. Infatti uno degliobiettivi di questo progetto era fornire una viad’uscita aggiuntiva alla Statua in caso di emer-genza. I materiali impiegati durante questo inter-vento hanno dovuto armonizzarsi e uniformarsi aquelli utilizzati durante la più importante ristrut-turazione della Statua, avvenuta nel 1986 perfesteggiare il 100° anniversario di Lady Liberty. Lelastre in granito Iridian e in granito Dark Pearl, cherivestono i pavimenti, la passerella di accesso perdisabili e gli zoccolini (circa 2.600 metri quadratidi superficie), sono stati posati con la malta adesi-va GRANIRAPID SYSTEM* che ha permesso allasquadra di posa di procedere rapidamente. Lafugatura è stata poi realizzata con la malta KERA-COLOR S*. Prima che il granito venisse installato,circa 2.000 metri quadrati di pavimento in cemen-

Foto 9.Robert Barron della PhillipsburgMarble vicino al percorso.

Foto 10.Il rinnovato ingresso alla basedella Statua pronto peraccogliere i visitatori.

Foto 11.La vecchia torcia della Statuadella Libertà che, fu sostituitanel 1986, oggi si trovanell’ingresso alla base dellaStatua.

Foto 6.Gordon Emslie dellaPhillipsburg Marblementre posa il granito.

Foto 7.Un primo piano delpercorso giàcompletato.

Foto 8.Il granito è stato usatoanche per rivestire lescale a fianco delpercorso.

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*Prodotti Mapei: Granirapid System,Keracolor S, Ultraprime L,Ultraplan.Questi prodotti sonorealizzati e distribuiti sulmercato americano daMapei Corp. (USA) e MapeiInc. (CDN). Per maggioriinformazioni consultare ilsito internetwww.mapei.com

Statua della Libertà, New York (Stati Uniti)Intervento: rifacimento del sottofondo in cemento,posa di lastre in granito sul pavimento del terzo livello esulla passerella di uscita per disabiliAnno d’intervento: 2004Progetto: Highland Associates of New YorkImpresa esecutrice: Joseph A. Natoli ConstructionImpresa di posa: Phillipsburg Marble Company Inc.Fornitore granito: Cold Spring Granite Co.Rivenditore Mapei: Phillipsburg Marble Coordinamento Mapei: Ed Parma, Mapei Corp.

SCHEDA TECNICA

to preesistente hanno dovuto essere riparati elivellati. Per questa parte di lavoro, sono stati uti-lizzati ULTRAPRIME L*, un lattice acrilico percemento, e la lisciatura ULTRAPLAN 1*. I prodottiscelti dovevano assicurare velocità nell’esecuzio-ne delle parti in cemento degradato e rapiditànella posa e nella stuccatura delle lastre in grani-to, oltre a un’elevata resistenza al traffico e ai cari-chi. Soprattutto era fondamentale assicurare lavelocità di esecuzione: infatti una volta che ilSegretario dell’Interno Gail Norton ha annunciatoche i piani finali per la sicurezza erano stati appro-vati per permettere al pubblico di entrare nuova-mente all’interno della Statua, gli interventi sullabase dovevano iniziare e procedere velocementee senza intoppi. Quando è stato chiesto a RobertBarron di dare un giudizio globale sul lavoro effet-tuato all’interno della Statua della Libertà, egli haaffermato “era meraviglioso sapere che il monu-mento sarebbe stato riaperto al pubblico per laprima volta dall’11 settembre 2001. Quando lanostra impresa è stata scelta per posare le lastrein granito, eravamo orgogliosi di svolgere unruolo, anche piccolo, nel rendere di nuovo visita-bile al pubblico la Statua. I caposquadra mi hannoriferito che il livello di cooperazione tra tutti gliaddetti che hanno lavorato al progetto era ilmigliore che loro avessero mai visto.Tutti si sono resi conto che era un lavoro dellamassima importanza e l’eccitazione di poter lavo-rare al nostro simbolo nazionale di libertà ha aiu-tato tutti a partecipare con orgoglio al lavoro”.Stesso spirito di cooperazione e di orgoglio cheha sostenuto l’assistenza tecnica fornita da Mapeie dai suoi prodotti.

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A Fremont, non lontano da Seattle è statoinaugurato un punto vendita

di prodotti alimentari biologici.Fra le particolarità un pavimento colorato

realizzato grazie ai prodotti Mapei.

Il Puget Consumers Co-op (PCC) Natural Markets diFremont, non lontano da Seattle, fa parte di una cate-na di punti vendita che serve centinaia di clienti e

offre generi alimentari, freschi e già pronti, e prodotti didiverso tipo di provenienza biologica. PCC è la maggio-re cooperativa di cibi naturali negli Stati Uniti e conta suoltre 40mila soci che fanno acquisti nei sette negozilocalizzati nella regione del Puget Sound, nello stato diWashington. I punti vendita PCC sono aperti anche ainon soci e sono molto popolari nella zona. La coopera-tiva si impegna non solo a offrire cibi di alta qualità aisuoi clienti, ma anche a fornire un’atmosfera piacevole eun ambiente gradevole durante gli acquisti. Alla fine dimaggio del 2003 è stato inaugurato proprio a Fremont,un nuovo supermercato in sostituzione di un vecchiospazio di vendita, che, oltre ad aumentare la metraturae l’offerta merceologica, offre ai clienti un parcheggiosotterraneo. La nuova costruzione non solo vende cibi eprodotti organicamente naturali ma è stata progettatae realizzata nel rispetto dell’ecosistema che la circonda:infatti utilizza lampade a risparmio di energia, strutturee scaffali in acciaio riciclato, pannelli solari per riscalda-

Testo di Diane Choate e foto di Carolyn Ryan (Mapei Corp.)

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Foto 1.L’esterno del PCC

Natural Markets diFremont.

Foto 2 e 3.Dopo aver trattato lasuperficie conPlanibond Eba, è statoapplicato ilrivestimento delpavimento realizzatocon il leganteautolivellante a presarapida Ultratop.

Foto 4.Per decorare ilpavimento sono statiposizionati grandimedaglioni in metallo“inglobati” poi nelrivestimento.

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re gli interni e sistemi refrigeranti ecologici. Sipuò tranquillamente affermare che il nuovo PCCdi Fremont si distingue come il supermercatopiù "eco-friendly" di tutta Seattle.Il contributo di Mapei a quest’opera impegnati-va si può ammirare nel rivestimento decorativodel pavimento. Gli installatori hanno superatodiverse sfide durante la sua realizzazione e tutterisolte con successo. Mike Jackson di Gyptech,l’impresa che ha eseguito i lavori, sapeva che perogni problema Mapei con i suoi prodotti era ingrado di rispondere con una soluzione valida einnovativa. Il suo suggerimento di utilizzare pro-dotti come il primer PLANIBOND EBA* e come ilrivestimento autolivellante ULTRATOP* ha fattosì che il progetto del punto vendita alimentareriuscisse al meglio.In questo grande negozio l’esposizione dei pro-dotti da forno, della verdura e della frutta frescae di tutti i generi alimentari e no offerti è moltoimportante, e non coinvolge solo le scaffalature,gli espositori e i banchi refrigerati ma anche lefiniture sono state curate in modo particolare,come ad esempio la realizzazione del pavimen-to. Quest’ultimo è caratterizzato da un aspettosemplice ma allo stesso tempo raffinato grazieall’inserimento di medaglioni dorati, di grandibande colorate e di tasselli realizzati in altromateriale come piastrelle in monocottura edoghe in legno. E proprio per l’esecuzione di10mila metri quadrati di pavimento sono statiselezionati e utilizzati i prodotti Mapei chehanno permesso di ottenere un risultato finaleesteticamente piacevole e duraturo nel tempo.Inizialmente è stato utilizzato MAPECEM 101*,una malta cementizia a presa rapida, per ripristi-nare, dove era necessario, le superfici orizzontaliin cemento.

Foto 5.Lungo il banco frutta everdura sono stateinserite una fila dipiastrelle decorate.

Foto 6.Il lay out di PCC NaturalMarkets prevedeva chele corsie e le zonemerceologiche fosserocontraddistinte dabande colorate darealizzare con lo stessorivestimento che copreil pavimento. E’ statoutilizzato Ultratopmiscelato con pigmenticolorati.

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*Prodotti Mapei: MAPECEM 101,PLANIBOND EBA, ULTRATOP.Questi prodotti sono realizzati edistribuiti sul mercato americanoda Mapei Corp. (USA) eMapei Inc. (CDN). Permaggiori informazioniconsultare il sito internetwww.mapei.com

Successivamente per una migliore adesione delrivestimento finale, è stato applicato sui 10milametri quadrati di superficie interessata il primera due componenti PLANIBOND EBA*.Il lay out di PCC Natural Markets prevedeva chele corsie e le zone merceologiche fossero con-traddistinte da bande colorate da realizzare conlo stesso rivestimento che copre il pavimento.Era necessario perciò utilizzare un prodotto cheassicurasse ottime prestazioni, durabilità neltempo in condizioni di massimo utilizzo, possibi-lità di essere colorato. I tecnici Mapei hanno pro-posto l’utilizzo di ULTRATOP*, uno specialelegante idraulico autolivellante, a indurimentoultrarapido per realizzare pavimenti resistentiall’abrasione e particolarmente consigliato pro-prio per pavimenti di centri commerciali e nego-zi. Inoltre la finitura di ULTRATOP* è esteticamen-te piacevole e può rimanere a vista come pavi-mento finito. Dopo la preparazione, effettuatamiscelando il prodotto con acqua e con pigmen-ti colorati, il prodotto è stato applicato meccani-camente con una pompa per malte sulla superfi-cie pulita. Prima sono state realizzate le larghebande colorate nelle gradazioni del rosso chedefiniscono il lay out del negozio. Dopo la colatainiziale, le forme sono state completate a mano.Poi sono state inserite le piastrelle decorate e imedaglioni in metallo che citano proverbi emassime sull’importanza del cibo. Per finire èstata eseguita l’ultima colata di ULTRATOP* incolore “naturale”. La direzione di PCC durante l’i-naugurazione era molto soddisfatta del risultatoottenuto e l’impresa esecutrice ha affermato diavere imparato molto dall’uso dei prodottiMapei, a cominciare dalla scelta del primer sinoalla realizzazione del pavimento finito.

PCC Organic Grocery Store a Fremont (Washington Stati Uniti).Intervento: preparazione delle superfici e realizzazionedei pavimenti.Anno d’intervento: 2003Progetto: VelocipedeImpresa di posa: GyptechRivenditore Mapei: John C.Plasker & AssocCoordinamento Mapei: Tom Lundgren, Mapei Corp.

SCHEDA TECNICA

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Foto 7.Per movimentareulteriormente ilpavimento e definire isettori sono statiutilizzati anche altrimateriali affiancati aUltratop applicato invarie gradazionicromatiche.

Foto 8.Il logo di PCC NaturalMarkets.

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... qui Milano

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Le braccia aperte, grandi come le ali di unaliante. Gli occhi socchiusi, come per vivereancor più intensamente, dentro, quell’atti-

mo così fuggente e al tempo stesso tantoimportante da lasciare sicuramente una tracciaindelebile nella sua storia d’atleta, nella sua vitadi uomo. Così Daniel Cheribo, il 28 novembre2004, dopo 2 ore 8 minuti e 38 secondi, ha taglia-to il traguardo della Citroën Milano CityMarathon. Pochi minuti prima nella piazza, aipiedi della Madonnina, l’altoparlante avevaannunciato una fresca notizia rimbalzata daFirenze: la vittoria di Benjamin Kiprotich nellamaratona che si correva in concomitanza nelcapoluogo toscano. Si chiudeva in manierastraordinaria, per questi atleti Mapei, un’avvin-cente partita giocata tra pianificazione e desti-no, dove quest’ultimo si è deciso, infine, amostrare il lato positivo del suo volto, al terminedi un’avventura incominciata tre mesi prima…Ma andiamo con ordine.

Siamo verso la fine di luglio. Da un po’ di tempoil Centro Ricerche Mapei per lo Sport diCastellanza si sta interessando con maggioreattenzione al mondo della corsa a piedi e dellemaratone in particolare. Nasce l’idea di passareall’operatività con qualche atleta, magari perpreparare una maratona autunnale italiana. Almarketing Mapei la dottoressa Spazzoli da alcu-ni mesi sta guardando con attenzione al podi-smo, ed alle maratone in particolare, per tuttociò che questo mondo sa trasmettere, in terminidi comunicazione dell’immagine e non solo...L’idea trova dunque adeguato supporto per pas-sare all’operatività. Non si fa in tempo a definirlanel dettaglio, che il dottor Squinzi le imprimesubito un’accelerazione: perché non pensare diportare qualche atleta Mapei già in autunno allamaratona di New York?I tempi sono strettissimi. I migliori atleti del ran-king internazionale sono già accasati. Sarebbemeglio rimandare al 2005… Ma come si puòrifiutare una simile disponibilità? Detto fatto (anche se in realtà non è stato sem-plice come dirlo…), Gianni Demadonna (ex-maratoneta di livello internazionale, oggi mana-ger di atleti di primissimo piano, quali l’olimpio-nico Stefano Baldini), contatta in Kenya alcuniatleti. Così, il due settembre, sette giovani mara-toneti arrivano a Domodossola, base operativadi Co-Ver Sportiva, la società del running con laquale Mapei, attraverso il Centro di Castellanza,ha iniziato un rapporto di collaborazione all’ini-zio del 2004. Ai kenioti si aggiungono altri duegiovani italiani e un ventitreenne ucraino, VasylMatviychuck: nasce un gruppo di lavoro molto

Sopra, l'allenamentodegli atleti a kaptagatin Kenia.

Nella pagina a fianco,Daniel Cheribovittorioso al traguardodella maratona diMilano.Sotto, le atlete di Co-Ver Mapei aMilano hannodominato la garafemminile,conquistando l'interopodio: 1a Rita Jeptoo,2a Gloria Marconi,3a Deborah Toniolo

... qui Kaptagat

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affiatato, ben supportato da Severino Bernardini(allenatore, ex maratoneta con un personale di 2ore e 10 minuti…) e dalla grande esperienza sulcampo di Danilo Guidi. Entrambi operano instrettissimo coordinamento con il Centro diCastellanza, che imposta le linee di lavoro.L’obiettivo agonistico viene ben presentato daifratelli Pizzi – anime e motori della società spor-tiva – nel corso di una conferenza stampa che sitiene nella sala comunale di Domodossola il 13settembre: impostare la preparazione di questiatleti seguendo un nuovo approccio metodolo-gico - elaborato da Sport Service Mapei - e por-tare i migliori due a correre la maratona di NewYork 2004, il 28 novembre.Nelle successive due settimane il lavoro procedeper il meglio: il progetto prevede anche lo svi-luppo di un lavoro di ricerca scientifica su questiatleti, coordinato dal responsabile scientifico delCentro, il professor Franco Impellizzeri. I test rive-lano quali sono i due uomini sui quali puntareper New York: Cheribo e Kiprotich; l’esperienzadei tecnici che stanno sul campo rafforza la scel-ta. Matviychuck non è ancora pronto per correreuna maratona; gli viene proposto di fare da“lepre” nella gara della Grande Mela: dovrà cor-rere per 25-30 chilometri al massimo, per “fare ilritmo” ai due compagni keniani. Tutto è chiaro.Ma i veri problemi devono ancora arrivare.I permessi di soggiorno dei tre uomini più forti

devono essere rinnovati dal Kenya.Tornano dun-que nel loro Paese, dove si decide di farli sog-giornare agli oltre 2000 metri di quota deglialtopiani africani fino alla settimana che precedela gara. Con loro vanno in Kenya Marcello Iaia,

giovane ricercatore del Centro di Castellanza, eDanilo Guidi. Gli altri atleti rimangono in Italia arifinire la preparazione per le maratone di Carpie Venezia: i risultati sono modesti, in parte per-ché in queste due maratone i ritmi di gara impo-sti dai migliori nei primi 25 chilometri, sono al disopra delle potenzialità dei nostri atleti.Ciononostante, David Cherui – quinto a Veneziain 2 ore 14 minuti 20 secondi – migliora il suoprimato personale di quasi due minuti, davanti aSolomon Rotich (sesto) che con lo stesso tempoavvicina il proprio personale di una quindicina disecondi. Mentre a Carpi il ventunenne KennethKorir chiude all’ottavo posto la prima maratona

A sinistra, Matviychucka New York incontra ilcampione olimpicodella maratonaStefano Baldini.Sopra, arrivo diMatviychuck (13°) aCentral Park.

Nella pagina a fianco,Solomon Kiprotichall'arrivo dellamaratona di Firenze.

... qui New York

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della sua vita, in 2 ore 16 minuti e 14 secondi. Male vere attese sono per Kiprotich e ancor più perCheribo, a New York.A poco più di venti giorni dalla maratona dellaGrande Mela, arriva dal Kenya una brutta notizia.Cheribo accusa un forte dolore al polpaccio sini-stro: deve sospendere l’allenamento, probabil-mente per diversi giorni… Addio New York…Guidi e Iaia si danno da fare: arriva al camp diKaptagat un terapista keniota, per trattare il pol-paccio di Daniel con appropriati massaggi.Cinque giorni dopo si può incominciare a ripren-dere il lavoro, ma con prudente gradualità. Aquesto punto non si sa se sarà possibile recupe-rare in tempo l’atleta, che è l’uomo di punta ditutto il gruppo di lavoro.A una settimana dalla maratona Cheribo sembracomunque aver superato abbastanza bene ilproblema: non resta che andare a Nairobi perritirare il visto – la qual cosa, di norma, non rap-presenta che una semplice formalità – e in sera-ta prendere il volo per gli Stati Uniti.Ma il destino vuole che Kiprotich e Cheribo noncorrano quella maratona: un errore nella compi-lazione dei documenti, forse un’incomprensio-ne, e il visto viene negato. I due atleti sono dispe-rati: sfuma un sogno coltivato passo dopo passoper mesi, l’occasione che può cambiare la vita… Quando si perde definitivamente ogni speranzadi poter far giungere i due keniani a New York,Vasyl Matviychuck è già lì: correrà tutta la mara-tona, la prima maratona della sua vita. La suaavventura nella corsa della Grande Mela - splen-didamente raccontata in un documentario rea-lizzato da Lucilla Granata per Sky Tv – si conclu-de a Central Parck con un tredicesimo posto aldebutto sulla distanza, dopo aver perso la deci-ma posizione a due chilometri dall’arrivo, vittimadei crampi, e di un ritmo anche per lui troppoforte nei primi 25 chilometri. Vasyl è contento,ma solo in parte, perché capisce che una diversagestione del ritmo gli avrebbe consentito di faremolto meglio. Ma la prima maratona è la primamaratona e – come sottolinea l’olimpionicoStefano Baldini – veramente New York è fin trop-po buona per farti capire fin dalla prima volta…cos’è una maratona!Il progetto, però, non è concluso. Non può chiu-dersi così – nonostante la coinvolgente espe-rienza di Vasyl… – senza aver potuto verificare ifrutti del lavoro svolto coi due uomini di punta.Si decide presto di continuare. Si fa il massimoper far riprendere fiducia ai due atleti, tutt’altroche favoriti dalla sorte, e si pongono loro duenuovi immediati obiettivi: Firenze e Milano.Quando la sagoma di Daniel Cheribo si profila,nella più sperata delle solitudini, dal fondo dicorso Vittorio Emanuele, tra due ali gremite difolla, mentre ancora riecheggia dall’altoparlantela vittoria di Solomon Kiprotich a Firenze, sem-bra quasi impossibile che a volte si avverino isogni.E sul traguardo, come nei momenti più belli, c’èancora una maglia Mapei.... qui Firenze

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