Il programma Autunno 2015 di Officina Giovani

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OFFICINA GIOVANI Programma Ottobre – Dicembre 2015 On stage Teatro Mercoledì 7Ottobre 2015 ore 21:30 Gli Omini “L’asta del Santo – Un mercante in fiera sulle vite dei santi” Carte di Luca Zacchini Scritture di Giulia Zacchini Con Luca Zacchini e Francesco Rotelli Il maggior nemico del riso è l’emozione. Il comico esige dunque, per produrre tutto il suo effetto, qualcosa che somigli a un’anestesia momentanea del cuore. Henri Bergson Non avrò motivo di arrossire, se la critica sorgerà a rimproverarmi di aver dedicato lavoro a soggetto tanto umile. Le distrazioni, il divertimento, i giuochi costituiscono uno dei primi bisogni dell’uomo. Jacopo Gelli È in gioco il futuro del mondo, aprite il cuore al Signore che viene. Il Papa Lo sapevate che Sant’Antonio da Padova era di Lisbona? E che Santa Barbara è il nomignolo degli esplosivi perché suo babbo morì fulminato subito dopo averla decapitata? Sapete a chi chiedere aiuto in caso di geloni? E chi è il patrono dei rosticcieri? E sapete il perché? E che spesso i perché sono fuori dalla grazia di Dio?

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Il programma Autunno 2015 di Officina Giovani

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OFFICINA GIOVANIProgramma Ottobre – Dicembre 2015

On stage Teatro

Mercoledì 7Ottobre 2015 ore 21:30Gli Omini“L’asta del Santo – Un mercante in fiera sulle vite dei santi”

Carte di Luca ZacchiniScritture di Giulia ZacchiniCon Luca Zacchini e Francesco Rotelli

Il maggior nemico del riso è l’emozione. Il comico esige dunque, per produrre tutto il suo effetto, qualcosa che somigli a un’anestesia momentanea del cuore. Henri BergsonNon avrò motivo di arrossire, se la critica sorgerà a rimproverarmi di aver dedicato lavoro a soggetto tanto umile. Le distrazioni, il divertimento, i giuochi costituiscono uno dei primi bisogni dell’uomo. Jacopo GelliÈ in gioco il futuro del mondo, aprite il cuore al Signore che viene. Il Papa

Lo sapevate che Sant’Antonio da Padova era di Lisbona? E che Santa Barbara è il nomignolo degli esplosivi perché suo babbo morì fulminato subito dopo averla decapitata? Sapete a chi chiedere aiuto in caso di geloni? E chi è il patrono dei rosticcieri? E sapete il perché? E che spesso i perché sono fuori dalla grazia di Dio?L’Asta del Santo non è solo un gioco. Eppure non si può nemmeno dire sia uno spettacolo teatrale.Di certo c’è un mazzo di carte. E le vite dei santi. Un uomo solo di fronte alla folla. Un uomo che renderà Natale ogni giorno dell’anno. Che per la gente ha selezionato 52 santi tra i 4000 esistenti per narrarne vita, gesta, miracoli e poi farne un gioco da tavola, o da bettola, o da teatro. Ogni Santo ha una sua storia di straordinarie avventure, sovrannaturali peripezie, impensabili morti, superpoteri. E sta dipinto su una carta. Ogni storia verrà raccontata per vendere tale carta al migliorofferente. Il gioco sta nel credere forte in uno o più Santi, comprarli, puntare su quelli per arrivare in finale e vincere uno dei tre premi in palio. I giocatori di turno avranno la fortuna di assistere al duro percorso di santificazione dell’uomo solo dinnanzi a loro. Questo percorso prevede la realizzazione live di alcuni miracoli e la distribuzione dei beni terreni. Una distribuzione iniqua, casuale, senza criterio, che porterà i giocatori ad avere forse centomila lire, forse mille. Con quei soldi, quanti siano dipende dal santo culo, si potranno

comprare i Santi. Solo in tre vinceranno. Per gli altri sarà forse cocente la delusione, ma almeno sapranno a chi appellarsi in caso di cocenti delusioni.

Per diventare santo occorre una grande determinazione. Poi, si devono fare almeno due miracoli. Adesso procedo con il secondo, se avremo tempo, dopo, vi racconterò del primo. Spavaldo Zacchini

Mercoledi 14 Ottobre 2015 ore 21:30 Terzo Piano Teatro“Di fronte al fronte”

Lo spettacolo teatrale “Di fronte al fronte” nasce dalla volontà di proporre nella forma comunicativa del monologo teatrale una delle tante, possibili “storie” dei soldati italiani sul fronte orientale durante il triennio 1915-18. Il protagonista, Oreste, è un comune cittadino appartenente a un ceto medio-basso, che, in maniera analoga a molti altri, decide di arruolarsi come volontario nell’esercito italiano durante la campagna di mobilitazione del maggio 1915. Animato dai grandi ideali sbandierati dalla propaganda nazionalista, ma spinto anche da motivazioni di altra natura, Oreste compie un’esperienza di vita, articolata in quattro momenti/scene, che si configura come un percorso di contatto con la realtà drammatica della guerra di trincea, di narrazione tragicomica della vita al fronte, di rievocazione dal punto di vista del “singolo” individuo di quella “tragedia nazionale” che fu la sconfitta di Caporetto, e infine di presa di coscienza dell’inutilità e della violenza della guerra dopo il ritorno dal fronte. Con toni concitati e drammatici, ma anche con spunti ironici e satirici, il protagonista racconta la propria esperienza, mettendo in luce i temi più significativi e interessanti evidenziati dalla letteratura e dalla ricerca storica sulla Grande Guerra (errori strategici dei comandanti, impreparazione tattica dell’esercito, severità della disciplina, ruolo della propaganda, rilevanza della guerra di trincea come fattore di unificazione linguistica dell’Italia, brevi accenni storici alle conseguenze dell’armistizio e della vittoria italiana). Nella recitazione artistica sono inserite tracce musicali evocative 3 delle situazioni descritte e riferimenti ben precisi, compiuti in maniera esplicita o implicita, ai grandi autori della letteratura italiana contemporanea che hanno vissuto, pur in modo diverso, l’esperienza della Grande Guerra e ci hanno lasciato preziose testimonianze al riguardo (Ungaretti, D’Annunzio, Lussu, Gadda).

Mercoledì 21 Ottobre 2015 ore 21:30Teatro Metropopolare“Da lontano era un’isola”

Teatro Metropopolare è un collettivo di artisti che provengono dal mondo dell’arte visiva, del teatro, della danza e del cinema, fondato nel 2006 da Livia Gionfrida. Ad esso aderiscono Ilaria Cristini, Alice Mangano, Nicola Console, Marco Serafino Cecchi, Alessia Brodo e Giulia Aiazzi. Metropopolare ha sede a Prato dove svolge attività di produzione, formazione e diffusione nell’ambito della ricerca teatrale e video. Dal 2007 l’Associazione è iscritta come Ass. Culturale al Registro Regionale Toscano delle Ass. di Promozione Sociale e Culturale e lavora stabilmente all’interno della Casa Circondariale La Dogaia di Prato dove ha creato un Centro permanente di ricerca e produzione teatrale a cui lavorano attori detenuti e artisti del collettivo. Dal 2010 fa parte del Coordinamento Teatro e carcere della Regione

Toscana e dal 2011 fa parte del Coordinamento Nazionale Teatro in carcere. Le attività del collettivo si svolgono in collaborazione con il Teatro Metastasio – Stabile della Toscana e con il Comune di Prato e la Regione Toscana.Negli ultimi anni, dopo i lavori performativi attorno all’opera di R.W.Fassbinder, abbiamo prodotto all’interno del carcere la trilogia shakespeariana Shakespearemachine, di cui fanno parte Hamlet’s Dream (2011-12), Macbetto (2013), H2Otello (2014); spettacoli che hanno per protagonisti attori-detenuti e professionisti e che sono stati replicati sia per un pubblico esterno che interno all’Istituto. L’intera trilogia è stata documentata da diversi artisti, video maker, fotografi e in particolare sono stati realizzati due documentari video Macbetto e H2Otello che documentano l’esperienza della compagnia e che ci hanno dato modo di portare “fuori” tutti gli attori detenuti, attraverso proiezioni pubbliche all’interno di Rassegne e Festival. Il collettivo ha ottenuto recentemente un riconoscimento da parte Ministero della Giustizia per la realizzazione del documentario di animazione Un’Acerba Felicità, realizzato all'interno dell'IPM femminile di Pontremoli. Nel 2014 è stata realizzata una performance teatrale e pittorica presso l'IPM maschile di Firenze, come esito del laboratorio di teatro e scenografia tenuto dal collettivo. Teatro Metropopolare svolge durante tutto l’anno un’intensa attività di Formazione. Tutti i detenuti possono fare domanda per accedere ad un vero e proprio laboratorio di ricerca, all’interno del quale si lavora sia alla preparazione fisica e vocale degli attori e degli allievi, sia alla drammaturgia e alla creazione. In alcuni momenti dell’anno vengono organizzati momenti di Alta Formazione, in cui professionisti della scena vengono invitati ad incontrare e/o a lavorare insieme al gruppo. Quest’anno abbiamo ospitato Roberto Latini, Arianna Scommegna e Fausto Russo Alesi. Durante il 2015 Luigi Lo Cascio terrà un incontro sul tema dell’Othello. Sono previsti anche seminari della durata di alcuni giorni, da realizzare in collaborazione con scuole di teatro che rispondano al requisito imprescindibile per noi della qualità. Nel 2014 gli allievi dell’ultimo anno della scuola Teatro la Limonaia sono entrati in carcere per studiare fianco a fianco con gli allievi-attori detenuti.Dopo anni di tenace attività, e grazie alla collaborazione del Comune e della Regione ma soprattutto della Direzione, dell’area Educativa e degli agenti della C.C., siamo riusciti a sviluppare sempre più l’idea di un carcere “aperto” ad eventi esterni che non siano troppo occasionali e non siano limitati alle produzioni che la nostra compagnia realizza all’interno del carcere. Si è fatta strada l’ipotesi di un cantiere culturale che possa anche ospitare altri artisti ed il pubblico con più eventi durante tutto l’anno. Nel 2014 abbiamo realizzato, oltre agli spettacoli teatrali, anche dei concerti di cui hanno potuto beneficiare in più repliche non solo il pubblico esterno, ma anche una gran parte della popolazione detenuta. Abbiamo ospitato il cantautore Paolo Benvegnù, Andrea Franchi, lo spettacolo-concerto di Peppe Voltarelli.

Mercoledì 28 Ottobre 2015 ore 21:30Compagnia Sinestesia“Giorno di nozze tra i Cro-Magnon”Giorno di nozze tra i Cro-Magnon’ è l’opera più giovanile ( 2001) del drammaturgo libanese Wajdi Mouawad , oggi autore ormai affermato nel panorama teatrale in NordAmerica e Europa , consacrato ad Avignone con la quadrilogia ‘ Litoral – Incendies – Foret – e Ciel’ ( da cui tra l’altro è stato tratto il film , “ La donna che canta” che è passato – velocemente- sugli schermi di casa nostra) e racconta nella forma di una commedia-favola surreale la vita – e la morte – in un famiglia di Beirut , all’epoca della guerra civile tra fazioni , e perciò più tragica e disumana , di cui il Libano è stata ‘ teatro’ più volte negli ultimi decenni ( ufficialmente fino al 1990 , ma con altre ricadute) , una vita assediata e assurda , in cui le famiglie, ragazzi bambini madri , sono imprigionati nelle case , esposti ai colpi dei mortai e dei kalashnikov e costretti ad assistere alle battaglie feroci delle milizie

rivali e alle loro atrocità. La ‘ festa di nozze’ , che intitola la piece , è quella sognata dalla figlia Nelly , che la famiglia ha deciso di allestire comunque - nonostante non ci sia alcun fidanzato all’orizzonte ! - per salvare la ragazza dallo stato di autismo letargico in cui versa da anni , estrema difesa dai traumi delle bombe e delle morti intorno a lei . Le nozze divengono dunque un espediente per affermare la possibilità di aver ancora fede in una vita degna di tale nome: l’estremo antidoto alla mutazione antropologica regressiva che sta lentamente trasformando gli uomini in quei selvaggi che dovettero essere gli antenati dell’‘ homo sapiens’ , i Cro-Magnon appunto. Una famiglia è in scena , dunque , Nehif e Nahza , i genitori , e Neel , il fratello adolescente , mentre Nelly non compare: per quasi tutto il tempo se ne avverte solo la voce fuori scena , come un controcanto al dialogo e all’azione dei protagonisti , a cui si è aggiunta una amica del vicinato , Souhalya , con i suoi manicaretti per il pranzo nuziale e la sua curiosità per un matrimonio davvero improbabile. Ci sono infine misteriosi accenni a Walter , l’altro figlio maggiore , e sul suo mancato ritorno a casa: scampoerà ai combattimenti ? Tornerà a casa? E , soprattutto , verrà il fidanzato e chi sarà? Come allestire il pranzo con le magre cibarie di casa e i negozi sbarrati per gli scontri , senza il ‘ piatto di portata’ , la pecora, e la luce per arrostirlo? E’ scoppiata la battaglia , e sotto il crepitio crescente delle bombe si succedono gags di humour decisamente ‘ nero’ , poiché ciascuno introietta la violenza che lo circonda : Nahif prima macella una pecora in casa sotto gli occhi attoniti degli altri , poi sfoga sulla moglie il suo rancore per la vita indegna cui sono stati costretti , Nahza intona una preghiera per invocare il miracolo della rinascita di sua figlia , mentre il ragazzo , Neel , fra un attacco di panico e una serie di volgari giochi sessuali sulla ospite Souhalia , si abbandonerà infine all’allucinata evocazione degli scenari più raccapriccianti di crudeltà e di morte cui ha assistito , e che abitano come ‘incubi’ il suo mondo di adolescente . Non ci sono davvero motivi per essere ottimisti . Ma c’è , alla fine , quel rito del pranzo di fidanzamento da celebrare ! E allora , anche solo per trovare il vestito di Neel , ci sarà una azione intrepida del babbo sotto il fuoco dei cecchini sui tetti. Sogno e ‘ iper-realtà’ si alternano in tutto il corso delle scene : alla tempesta , alla paura , alla distruzione risponde dal fondo la voce di Nelly , che canta con forza le sue visioni di amore e di gioia , per sé e per la propria terra. E quando , al culmine di un bombardamento , tutti ormai sono sul punto di scendere in rifugio , busserà e entrerà il giovane sposo promesso , compiendosi così il viaggio di salvezza di Nelly. Ma è solo per lei : la maledetta mitraglia si porta via la vita di Neel , e con essa i suoi sogni negati di ragazzo. C’è molta rabbia , oltre che poesia , in questo interno dilaniato di famiglia , fermato e colto principalmente con lo sguardo e il cuore ferito dell’adolescente , Neel , quello stesso dell’autore in gioventù , che ha dovuto fuggire - come Nelly - per ritrovare la luce e speranza oltre i tremendi vissuti del suo popolo. E suona intensa nella piece , nonostante l’ andamento da commedia e l’impronta favolistica , un’ accorata denuncia , di assoluta attualità , incentrata sui personaggi – toccanti e sensibili - dei figli , Neel e Nelly.

Mercoledì 4 Novembre 2015 ore 21:30Con-fusione - Uthopia/tra Cielo e Terra “Che fine ha fatto Cenerentola”di Giacomo Fanfani con Caterina Fiocchetti, Ciro Masella, Rafael Porras Montero allestimento Silvia Avigo regia Ciro Masella produzione Con-fusione/Uthopia/tra Cielo e Terra

Che fine ha fatto Cenerentola dopo il matrimonio con il Principe Azzurro? E cosa è successo ad Anastasia e Genoveffa? Come sono invecchiati i protagonisti di una delle più celebri favole di Perrault? Ispirandosi al fascino del bellissimo film con Bette Davis e Joan Crawford, il testo originale di Giacomo Fanfani si interroga – e ci interroga – sul mistero della bellezza e sui suoi malefici. Quanto pesa avere a che fare con la bellezza? Il bene e il male sono davvero così nettamente distinti? Gli occhi del principe erano davvero tanto azzurri? E, alla fine della fiera, ”i sogni son desideri…”? Che fine ha fatto Cenerentola? è il tentativo di esplorare da altre angolature - partendo dalle suggestioni della fiaba - le connessioni che legano un mitico immaginario collettivo alla nostra visione contemporanea del mondo.

Mercoledì 11 Novembre 2015 ore 21:30Open Space di Giocoleria

Il palco sarà invaso dall’allegria di giocolieri, funamboli e clown. Il gruppo di artisti coinvolgerà il pubblico in performance divertenti e psicopatie sul palco, facendo tornare tutti bambini per qualche ora.

Mercoledì 18 Novembre 2015 ore 21:30SeDaBoN TeaTRo“Finchè fa male”Lo spettacolo nasce da un'idea dell'attrice Piera Dabizzi e del regista Massimo Bonechi, che dopo anni di fruttuose collaborazioni, hanno deciso di dar vita ad un progetto proprio, SeDaBoN TeaTRo: la sintesi di due percorsi teatrali intensi, vitali, appassionati, eppure così diversi, ma che si sono ritrovati e uniti nella lettura di uno scrittore, come David Sedaris, e in particolare nella scoperta di un suo formidabile racconto: dieci pagine fulminanti che guardano con occhio critico alla moderna società dei consumi, che riduce tutti a clienti e si nutre di sé stessa, una critica impietosa attraverso l'arma del paradosso estremo e del sarcasmo più micidiale.La messa in scena è tratta da un gustosissimo racconto “Natale significa dare” di David Sedaris, autore americano dal tratto esilarante e feroce che riesce a delineare una vicenda grottesca, dai toni spassosi e crudeli. E' una saga, l'epopea di una famiglia molto benestante, della sua ascesa e della sua caduta. E' la guerra tra questa famiglia e i propri vicini, i Cottingham, per il dominio del quartiere.Una narrazione quasi selvaggia che, in poche pagine, descrive l'assurda e surreale gara allo strapotere, all'edonismo, alla raccolta sconsiderata della roba. I protagonisti sono pazzi, completamente guidati dalla follia materialista, e incarnano in modo iconografico il simbolo di una generazione e di un ceto sociale aberrante e in costante involuzione.La vicenda scivola piano piano nel macabro e chi assiste all'insensata faida dei protagonisti - che li porterà al finale più estremo - non sa se rimanere sconvolto oppure meravigliarsi della facilità con cui tutto diventa quasi accettabile.Lo scontro che caratterizza tutta la narrazione giunge fino al parossismo, al gesto estremo di donare a un accattone i propri figli: "Perché continuare a rincorrersi quando sapevamo tutti qual era la cosa davvero importante? Dopo un breve consulto, io e Beth chiamammo il barbone e gli chiedemmo se preferiva i maschietti o le femminucce. Con nostra somma gioia lui rispose che le femmine davano troppi problemi, ma che gli era già capitato di divertirsi con dei maschietti appena prima del suo ultimo soggiorno preso il carcere statale. Non ci fu bisogno di aggiungere altro: gli regalammo (…) i nostri figli (...) Quell'anno realizzammo un biglietto natalizio memorabile. Ritraeva lo straziante addio dei nostri figli, accanto al messaggio: Natale significa dare. Finché fa male".

In scena due soli attori che interpretano Lui e Lei, personaggi inquietanti e orribili, eppure così normali. La loro umanità è comprensibile, perché si annida secondo diverse gradazioni in ognuno di noi: siamo quelli che preferiscono essere riconosciuti piuttosto che ignorati, che soffrono se qualcuno possiede di più, che vogliono a tutti costi apparire e non si curano di essere, che lottano per ostentare, che cercano approvazione ad ogni costo. Sulla scena solo alcuni tavoli e pochi semplici oggetti nell'intento di giocare sul contrasto fra l'opulenza esteriore esibita e la povertà interiore celata e mettere in evidenza che l'ostentare è solo la maschera sulla nostra miseria.

Mercoledì 25 Novembre 2015 ore 21:30Angelo Castaldo e Mirko Grimaldi “Io sono Nessuno!” “Io sono Nessuno” omaggio a Helen Keller, è uno studio sul silenzio e il buio che pervade l'anima di chi è impossibilitato a vivere. Esso parla del disabile sociale, del diverso, di chi smette di cercare la conoscenza, di chi si rinchiude in una gabbia negandosi la possibilità di esprimere liberamente sé stesso, le proprie emozioni, il proprio Io. In scena Serena Berti e Mirko Grimaldi, in un dialogo di corpo, parole e musica.Noi tutti, vedenti e non vedenti, ci differenziamo gli uni dagli altri non per i nostri sensi, ma nell'uso che ne facciamo, nell'immaginazione e nel coraggio con cui cerchiamo la conoscenza al di là dei sensi.

Mercoledì 2 Dicembre 2015 ore 21:30Compagnia Gogmagog“Cappuccetto Osso”

Text based performance di Marcella Vanzo per Gogmagog Con: Cristina Abati e Carlo Salvador Voce: Tommaso Taddei Luci: Antonella Colella Produzione: Gogmagog, con il contributo di Regione Toscana - Sistema Regionale dello Spettacolo e il sostegno di Giallo Mare Minimal Teatro e Teatro Studio Krypton L’artista Marcella Vanzo e la compagnia Gogmagog di nuovo insieme, questa volta per presentarci Cappuccetto Osso, una performance cruda e immaginifica. Mitologia del contemporaneo, che contrappone due famosi personaggi: una dolce bimbetta che al solo vederla le volevan tutti bene e un uomo solo e dimenticato, che vuole disperatamente dimostrare di essere vivo. Una nuova riflessione sulla coppia, tutt’altro che dolce. Cappuccetto Rosso e Travis Bickle, meglio noto come Taxi Driver si incontrano nel bosco. Lui è un lupo tirato a lucido e lei una ragazzina che a tutti costi vuol credere all’amore. Lui è un essere mitologico, una bestia con la bava alla bocca, che parla solo con le parole di un film. Lui è De Niro, è certo di esserlo. Lei mischia yoga, pistole e arcobaleni, smalti colorati e amori marciti. Di fiabesco è rimasto molto molto poco. Lui s’impillola e balla. Lei canta, si eccita e poi cambia idea e scappa: no il lupo, no. M’ama, non m’ama, il loro è un gioco pericoloso, in bilico tra una rabbia fottuta e una paura sempre più grande, la miccia è accesa, l’amore, ma quale amore? esplode. La voce sinuosa di Perrault li accompagna e li incita, li spinge in fondo alla più primordiale delle favole, nel vortice di un bosco rosso fuoco, dove le Magnum 44 si alternano a quasi baci e Paradise e Furia accompagnano persino una rima del Poliziano. Cappuccetto Osso è un esperimento basato sull’incrocio di testi già scritti, di mito presente, concepito apposta per Carlo Salvador che qui sniffa, ruggisce e sbava, restituendoci l’animale che Travis Bickle tenta – inutilmente – di tenere a bada e per

Cristina Abati, bimba fuori scala, ingenua domatrice d’un nefasto bisogno d’amore, accompagnati, se non istigati, dalla voce complice di Tommaso Taddei. Cappuccetto Osso è una performance d’emergenza, l’invenzione d’un incontro sovrapposto che degli attori ci restituisce le viscere, catapultando personaggi da fiaba e cinematografia mitica in un disagio surreale e ironico, tutto contemporaneo. Il cinema scorre in fast forward e la vita non gli sta dietro.

Mercoledì 9 Dicembre 2015 ore 21:30

Felix Siriano

Stand up Comedy

Uno spettacolo che si inserisce pienamente nella tradizione anglo-sassone della stand up comedy, un genere di comicità irriverente, senza fronzoli, che usa con disinvoltura lo sproloquio e il linguaggio di strada per trattare i temi più svariati, dalla quotidianità, alla satira sociale, ai grandi temi della politica nazionale e internazionale. 

Felix Siriano in questo spettacolo approfitta dell’innocua domanda posta da un anonimo interlocutore ‘Cosa stai facendo?’, per analizzare tutto ciò che gli è accaduto durante gli ultimi mesi.

"...I never wanted to be a comedian. When I was very young I wanted to be a writer (...) and then later a writer of thrillingly inclined philosophy, like Albert Camus, Franz Kafka or Samuel Beckett. I never really wanted to be a 'comedian'. I wanted to be an alternative comedian, because all other types of comedian were sell-out scum and whores of the system." (Stewart Lee) 

Felix Siriano, (all'anagrafe Fabio Cardetta, classe 1986) è autore e attore satirico, umorista, scrittore surreale. I suoi testi variano dalla satira, alla parodia, ai racconti surreali, in un mix di stili che per lo più vanno dal teatro giullaresco italiano, alla stand up comedy anglo-sassone, alle avanguardie letterarie occidentali. Si è esibito in numerosi teatri, associazioni e piazze in giro per l'Italia.Dal 2010 è stato allievo del Laboratorio teatrale Teatro2 di Mila Moretti. Nel 2013 ha frequentato l'Ecole Internationale de Theatre Lassaad di Bruxelles. 

 

Mercoledì 16 Dicembre 2015 ore 21:30Midansé“My shoes”

Il SEGNO, elemento visivo e tangibile, diventa il simbolo del percorso personale di ognuno.I segni si tracciano, scorrono, si interrompono, si riprendono….I percorsi individuali si sviluppano, si intrecciano, si incontrano, si scontrano, si fondono….. le storie individuali diventano la storia collettiva.Con le mie scarpe ho camminato fino ad ora, con le mie scarpe andrò incontro al futuro….

On stage Musica

Sabato 3 Ottobre 2015 ore 22:00

GATTI MÉZZI

È un anno speciale questo 2015, il decimo insieme dopo 5 album (un sesto in arrivo in autunno) ed incorniciato dalla candidatura ai Nastri d’Argento per “Morirò d’Incidente Stradale” dalla colonna sonora del film di Roan Johnson “Fino a qui tutto bene” Quest'anno i Gatti Mézzi compiono 10 anni di attività e per festeggiare insieme a tutti voi, annunciano un concerto speciale, all’interno del quale, nel corso della serata verranno suonati alcuni dei brani storici dei Gatti e rispolverati un paio di monologhi, che non riproponevano da tempo. Questo 2015 è un anno importante, oltre al decennale insieme, al nuovo album in lavorazione previsto per autunno, il 19 marzo nelle sale cinematografiche di tutta Italia, distribuito da Microcinema, è uscito “Fino a qui tutto bene”, il nuovo film di Roan Johnson del quale i Gatti Mézzi hanno scritto e arrangiato la colonna sonora, che è valsa al duo pisano una preziosa candidatura ai Nastri d’Argento nella categoria “Miglior canzone originale”. I Gatti Mézzi ci raccontano “Morirò d'Incidente Stradale” il singolo che è stato scelto da Roan Johnson per il trailer del film “Fino a qui tutto bene”: “Tante cose hanno scritto questa canzone “Morirò d'Incidente Stradale” è un testamento, una storia d'amore terminata tragicamente, un promemoria amletico personalizzato. E' la malattia del padre, è una promessa al figlio, è uno schiaffo al destino. E' un'inutilissima passione per i motori e l'amore più grande di tutti, quello per la vita. Morirò d'incidente stradale è la voglia smodata di campare cent'anni, raccontata nel peggiore dei modi.” Dopo il tour estivo di “Vestiti Leggeri” (Picicca-Sony), in compagnia di tutti i personaggi che hanno colorato i cinque album del duo toscano, I Gatti Mézzi annunciano l'uscita di un nuovo album in autunno, che si preannuncia carico di lirismo, auto-ironia ed umanità vissuta. Il tour invernale 2014-2015 ha condotto il duo pisano in lungo ed in largo per la penisola con un concerto all'insegna della canzone, e delle storie di paese che i due musicisti pisani hanno saputo convertire ed illuminare dall'interno con la consueta bellezza carica di ironia pungente e citazioni provenienti da letteratura e dalla migliore tradizione della canzone italiana.

Sinfonico Honolulu

Oltre ad essersi esibita in oltre cento palchi in tre anni, fra cui Carroponte Festival, Mi Ami, Artivive, Asti Musica, Blue Note, Auditorium Parco della Musica, Teatro Goldoni di Livorno, Ha preso parte due volte al Premio Ciampi, nella diciottesima e diciannovesima edizione del quale, rispettivamente coi brani “Livorno” e “Fra Cent'anni” sono stati inseriti nella compilation “Cosa resta di Piero Ciampi” e nella compilation in free download su Xl di Republica edita da Gibilterra Management con la rivisitazione del brano “Please, Please, Please, Let Me Get What I Want” degli Smiths. Il Sinfonico Honolulu dopo aver avviato una proficua collaborazione col noto interprete Mauro Ermanno Giovanardi, incidono un album “Maledetto Colui che è solo” per Sam-Audioglobe in collaborazione con Musiche Metropolitane uscito nel maggio 2013. Il brano “Storia d'Amore” si collocherà per una settimana all'ottantottesimo posto in classifica generale ed al ventisettesimo della classifica EarOne tra i brani più trasmessi dell'estate 2013. Nel luglio 2013 la band si

esibisce in prima serata su Canale Cinque accompagnando l'interprete Chiara Galiazzo, vincitrice di X-Factor 2012, sul format televisivo “Studio 5” diretto da Alfonso Signorini. Nel dicembre 2013 il Sinfonico Honolulu e Mauro Ermanno Giovanardi sono i vincitori del Premio Tenco nella categoria interpreti col disco “Maledetto Colui che è solo” e si esibiscono insieme a Niccolò Fabi interpretando il brano “Vento d'Estate” sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari. La band nel dicembre 2014 annuncia l'uscita del nuovo album di inediti previsto per l’autunno del 2015, e prosegue un fitto tour in tutta italia presentando un repertorio volto a rivisitare i grandi successi del pop e del rock internazionale, insieme ai migliori brani della canzone d'autore italiana degli anni sessanta e settanta, riconvertiti in sonorità spensierate. Il Sinfonico Honolulu è composto da: Steve Sperguenzie (voce e ukulele), Luca Carotenuto (voce e ukulele), Giorgio Mannucci (voce e ukulele), Daniele Catalucci (basso, cori e direzione musicale), Luca Guidi (ukulele e cori), Giovanni Guarneri (ukulele e cori), Gianluca Milanese (ukulele e cori), Filippo Cevenini (ukulele), Francesco Damiani (ukulele), Matteo Scarpettini (Percussioni).

Giovedì 5 Novembre 2015 ore 22:00

News for Lulu

Prima di ogni evento della vita esiste un attimo in cui l'essere umano si blocca e, non sempre in maniera consapevole, valuta quanto questo accadimento cambierà il proprio percorso. Il fatto è che l'uomo tende ad essere un animale “resistente”, ancorato alla staticità piuttosto che attratto dal cambiamento, vuoi per insicurezza, per paura di quello che non si conosce o forse per un continuo atto di autosabotaggio. Il nuovo disco dei News For Lulu parla di questo e le dodici canzoni che lo compongono sono fotografie di quell'attimo in cui tutto è immobile, prima che succeda qualcosa. Si intitola “Circles”, perché questo processo di resistenza al cambiamento, in cui ci si ritrova dopo molte fatiche di nuovo al punto di partenza, spesso prende le sembianze di un cerchio. All'interno di questo cerchio ci sono le canzoni dei News For Lulu: eleganti e ricercate, ricche di melodia, figlie di un processo di maturazione musicale lungo dieci anni, che omaggiano Harry Nillson (“Into Nowhere”) e il miglior pop sognante dei tardi Settanta alla Fleetwood Mac (“Follow And Run”), che rielaborano la psichedelia come i Band Of Horses di “Cease To Begin” (“Spring Burns”, il bellissimo singolo che ha anticipato l’album) o che partendo dal piano wurlitzer la riempiono di coralità, come in “Grin And Bear It”. E se qualcuno pensa che una canzone pop non possa essere irregolare, ecco “Eagles” a far cambiare idea agli scettici, con una struttura varia e studiata battuta dopo battuta, o una “Say Hello With A Wave” che rimane su binari più lineari e che potrebbe essere una canzone degli Electric Light Orchestra. Ma il ventaglio di sfumature pop che i Lulu sanno estendere è fatto anche di pezzi più tirati come “New Year's Eve”, di collage sonori (“Rain”), di episodi che si appoggiano su una batteria pulsante, da cui far partire trame vocali e sonore curiosissime (“Your Uniform”). E se alla lezione sui Beatles erano tutti presenti, i cinque pavesi con “Flowers In The Oven” dimostrano di aver apprezzato anche quella sui Roxy Music, per poi ritornare ad un pezzo arrangiato con tagli netti su un mare di percussioni che si slabbrano tra di loro (“Oh no”). Il disco non può terminare che con l'omonima “Circles”, a sottolineare un continuo ritorno. "Circles" è stato registrato e mixato da Ben Brodin (Mynabirds, Bright Eyes), presso gli Another Recording Company Studios di Omaha in Nebraska, e masterizzato a New York dal guru Joe Lambert, uno che si è occupato dei dischi di Animal Collective, The National e Deerhunter, solo per citarne alcuni. E tra gli ospiti troviamo lo stesso Brodin e le incredibili voci di Laura Burhenn (Mynabirds, Postal Service) e Orenda Fink (Azure Ray). Il disco, il cui artwork è stato

realizzato dal celebre illustratore americano Robert Beatty, uscirà per Urtovox anche in edizione limitata (500 copie numerate) su vinile 180 grammi. “Circles” non è un concept, è un disco che parla di momenti simili in situazioni diverse, di barriere, di sabotaggi incoscienti ma in fin dei conti volontari, di strade lunghissime che riportano agli stessi checkpoint. Musica solare che si intreccia con testi lunari. Canzoni che per come sono pensate e rese, per come suonano e per quel che trasmettono, rasentano davvero la perfezione. Come un cerchio.

The NiroDavide Combusti, in arte The Niro, nasce a Roma nel 1978.Cantautore e polistrumentista, Davide sviluppa sin dall’inizio il proprio percorso musicale attraverso una grande attività live, che lo porta a dividere il palco con tanti nomi illustri del panorama musicale mondiale come Deep Purple, Lou Barlow, Badly Drawn Boy, Amy Winehouse, Carmen Consoli, Zephyrs, Okkervil River, Isobel Campbell, Sondre Lerche, Tom Hingley degli Inspiral Carpets, TKO.

In poco tempo, complice un tour negli Stati Uniti, The Niro viene chiamato a partecipare altributo mondiale in onore di Elliott Smith organizzato dalla Radio dell'Università di Boston, e viene poi scelto da Chris Hufford, manager dei Radiohead, per cantare nel progetto Anti Atlas, prodotto insieme a Ned Bigham.

Nel 2007 viene notato dalla Universal, divisione internazionale, che gli propone un contratto in cast; a seguito di ciò, pubblica dapprima un EP, “An Ordinary Man”, seguito pochi mesi dopo dall'album di debutto omonimo, “The Niro”, il cui artwork porta la firma dall’artista newyorkese Mark Kostabi (già autore delle cover di “Use Your Illusion I” dei Guns ’n’ Roses e di “¡Adios Amigos!” dei Ramones). Tutti i brani sono in lingua inglese.

Nel 2008 partecipa al Concerto del Primo Maggio a Roma, mentre un mese dopo si esibisce a Losanna in occasione della Festa Europea della Musica, e nello stesso anno viene premiato come Artista Rivelazione dell’Anno al Meeting delle Etichette Indipendenti. Nel 2009 si esibisce in tutta Europa e infine viene invitato a Los Angeles, Stati Uniti, per la prima edizione dell’H(It) Week Festival, insieme a Subsonica, Negrita e Franco Battiato tra gli altri. Nel 2010 esce il suo secondo album, “Best Wishes”, di nuovo cantato interamente in lingua inglese. L’album viene presentato nell’ambito del prestigioso South By Southwest Festival di Austin, Texas, e il lungo tour che ne segue vede The Niro esibirsi in Italia e all’estero, in un occasione dividendo il palco con Jønsi, voce dei Sigur Ros, e con i Kings Of Convenience. Parallelamente, The Niro muove i primi passi nell’ambito della cinematografia cominciando a scrivere colonne sonore. Nel 2011 firma le musiche di “Disoccupato in affitto” di Pietro Mereu e Luca Merloni, e poi di “Mr. America” di Leonardo Ferrari Carissimi. Sempre nel 2011 la CNN lo invita a raccontare la città di Roma attraverso la sua musica per un documentario tutt’ora trasmesso dal canale statunitense.

Nel 2012 esce “The Ship”, pubblicato da Viceversa Records, pubblicato in solo vinile e distribuito da EMI. The Niro nel frattempo fa il suo esordio come autore firmando “Medusa” per Malika Ayane e “Sogno d’estate” per Nathalie.

Per tutto il 2013 lavora in studio al nuovo album. E’ un grande passo nella carriera dell’artista romano perchè, a differenza delle precedenti opere, il disco è interamente scritto e cantato in italiano.

Giovedì 3 Dicembre 2015 ore 22:00

Bamboo

L’idea di formare i Bamboo è di Luca Lobefaro, che nel 2008 raduna i musicisti più validi di un suo laboratorio di strumenti extra-musicali, per continuare il lavoro di ricerca sonora con una vera e propria band. Lo scopo è quello di fare musica con strumenti “alternativi”, del tutto lontani da quelli tradizionali, oggetti comuni della vita di ogni giorno. Dal 2010 la formazione include Luca Lobefaro, Massimo Colagiovanni, Valentina Pratesi, Davide Sollazzi e Claudio Gatta.Nel 2011 si classificano primi nel contest “Voci Della Periferia” indetto dal Comune di Roma. Suonano ovunque a Roma (Auditorium Parco Della Musica, Circolo Degli Artisti, Villa Ada – Roma Incontra Il Mondo, Lanificio159…) e in giro per l’Italia sia in locali e piazze che per strada.

Ad aprile del 2013 cominciano le riprese del loro primo lavoro discografico, un DVD girato in una casa in campagna, intitolato “What’s In The Cube?” che raccoglie 7 pezzi del repertorio composto negli anni dai Bamboo. La geometria della casa ispira il titolo e il packaging del prodotto che, concepito per trasformarsi in una scatola cubica, si sposa perfettamente con il concetto di trasformazione e utilizzo alternativo che i Bamboo mettono in pratica nel loro modo di fare musica. “What’s In The Cube?” esce per l’etichetta romana Bomba Dischi il 14 Novembre 2013, data alla quale segue un tour di circa 70 concerti, che nell’arco di un anno tocca tutta l’Italia. Nel gennaio 2014 partecipano come ospiti alla trasmissione “Occupy Deejay”, in diretta su Deejay TV. Il 9 agosto 2014 suonano al Parco San Rossore in occasione della Route Nazionale Scout, davanti a 35.000 ragazzi, e in diretta televisiva su TV2000.

Opening act a cura di Santa Valvola Record

Laboratori

“Io sono Nessuno!”Laboratorio teatrale di e con Angelo Castaldo

“Il teatro è ricerca…” Partendo da questo concetto base, l’obiettivo del laboratorio teatrale è esplorare le risorse del corpo attraverso un training fisico e vocale. Il percorso servirà a destrutturare, distruggere per far emergere e/o riemergere la natura, la spontaneità eliminando il superfluo. Il laboratorio sarà di 8 incontri, nell’arco di questi incontri verranno esplorati i cinque sensi, proveremo a fare a meno di essi. Il lavoro che vorrei fare nel teatro è un dialogo sincero senza finzioni. E’ l’essenza del teatro stessa che ricrea la magia e ne sottolinea il messaggio. Daremo molta importanza al corpo per disorientare la mente. La ricerca sta nel ritrovare la naturalezza del gesto. Useremo il teatro per ritrovare l’uomo, per dare voce al corpo. Useremo il teatro per il teatro.

“Io sono Nessuno! Tu chi sei? Sei nessuno anche tu? Allora siamo in due! Non dirlo! Potrebbero spargere la voce! Che grande peso essere qualcuno!" Emily Dickinson

Il laboratorio condotto da Angelo Castaldo è rivolto a persone di tutte le età che vedono nel teatro uno strumento di ricerca della propria espressività fisica, non fisica, verbale, non verbale, emotiva, muta, silenziosa, frenetica, leggera; una "palestra" dove è possibile allenare fantasia, creatività, immaginazione; un luogo dove relazionarsi con l'altro in maniera semplice, sincera; un angolo dove ricercare sé stessi guardandosi in faccia, guardando ognuno il proprio orizzonte; un modo per scoprirsi. Stimoleremo la fantasia, la creatività. Non è un corso per attori o per non-attori, è un laboratorio dove chi vuole può venire e partecipare, anche se solo incuriositi. Non ci sono limiti di età, nazionalità, sesso, razza, religione ecc ecc è da questo gruppo eterogeneo che inizia la ricerca intesa come creazione. Il lavoro è molto personale pur essendo svolto in gruppo, con ogni partecipante ci sarà un approccio diverso, tutti troveranno una loro dimensione pur lavorando in gruppo, questo è secondo me un concetto molto importante che ci permetterà di allenare ognuno sé stesso con l’altro. Il lavoro sul corpo, il sudore della fronte, l’azione e re-azione, l’emozione, sono parole chiave del laboratorio. Ai partecipanti non verrà richiesto nessun contributo economico. Gli incontri sono gratuiti e aperti a tutti, anche chi non ha esperienza di teatro. Ai partecipanti è richiesto solo un abbigliamento comodo.

E’ previsto un numero massimo di 12 partecipanti. Gli interessati sono pregati di inviare la propria candidatura a angelo.cas1987@liberoIl laboratorio si svolgerà ogni martedì dalle 21:00 alle 23:00, partirà Martedì 6 Ottobre e si concluderà Martedì 24 Novembre. La partecipazione al laboratorio è gratuita.

“Jamming Hearts”Laboratorio di improvvisazione musicale curato da Luca Leone

“Jamming Hearts” è un laboratorio gratuito di improvvisazione musicale aperto a tutti, incentrato sull'utilizzo di strumenti a percussione; il laboratorio è curato da Luca Leone, batterista attivo sul territorio dal 1995. Attraverso l'esecuzione di semplici pattern, montati l'uno sull'altro, si arriva alla creazione di un prodotto musicale che guida i partecipanti in uno stato mentale liberatorio che difficilmente si attiva nella quotidianità.

Obiettivi

L'obiettivo principale è quello di divertirsi. Il secondo è quello di creare una connessione primordiale, mediata dal ritmo, lontana dai normali processi cognitivi a cui siamo abituati a causa dell'utilizzo predominante della parola nella nostra comunicazione, che sia invece costruita attraverso le emozioni. Per raggiungere questo tipo di comunicazione è necessario sviluppare delle semplici abilità:– Presa di coscienza del proprio corpo: eseguire un movimento e renderlo automatico. Per liberare la mente dobbiamo prima liberare il corpo.– Ascolto: guidare l'attenzione da dentro a fuori, focalizzandola su ciò che stiamo eseguendo e al modo in cui si mette in relazione con ciò che stanno eseguendo gli altri.

Contenuti

Peculiarità della percussione è quella di poter essere eseguita con qualsiasi cosa, sia strumenti musicali che oggetti della quotidianità. Insieme a strumenti a percussione classici si utilizzeranno quindi oggetti di ogni sorta che i partecipanti possono scegliere e proporre liberamente. Nella prima parte del laboratorio i partecipanti verranno guidati nell'esperienza affinché ne colgano gli aspetti che in un secondo momento gli

consentiranno di accedervi in maniera autonoma. Nonostante il laboratorio sia quasi esclusivamente pratico, il campo fornirà necessariamente spunti teorici che verranno brevemente affrontati al fine di semplificare l'esperienza.

Finalità

Il bello dell'improvvisazione è che non si sa dove può portare, si tratta di seguire un flusso imprevedibile. Il fulcro del percorso è la conoscenza di se stessi e lo stare bene con gli altri: utilizzare le percussioni come mezzo per entrare in comunicazione profonda, bypassando tutte quelle barriere acquisite durante la crescita che non ci consentono di giocare come bambini.

Partecipazione

– Il laboratorio è ad ingresso gratuito e aperto a tutti, anche e soprattutto a chi non ha sviluppato abilità musicali.– Il laboratorio sarà aperto ad un massimo di 20 partecipanti; sarà attivato al raggiungimento di minimo 10 iscritti

Durata del laboratorio 12 incontri da due ore ciascuna nell'arco di tre mesi (a partire da Giovedì 1 Ottobre), ogni giovedì dalle 21:00 alle 23:00.

Contatti

Per iscrizioni mandare e-mail a [email protected] Leone 349 3132316