Il privilegio di leggere al A.s. 2017 /18 Privitera · 2018. 1. 17. · per questo laboratorio....

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Oggi, 26 ottobre 2017, nei locali della nostra Scuola, è iniziato un nuovo progetto dal titolo “Giornali-amo”. A partecipare sono alcuni alunni delle classi 2 A e 2 E. Il progetto, condotto dalla Prof.ssa Luciana Bono, ha come fine quello di riuscire a ideare e scrivere alcuni arti- coli di giornale. Il pomeriggio di lavoro è iniziato proprio dalla crea- zione di questo articolo e dal perché del nostro entusiasmo per questo laboratorio. “Vorrei svagarmi imparando ad intervistare!”. È questa la frase che una ragazza di 11 anni, di nome Sofia, ha detto mentre si stava dialogando. Una di noi ha pure detto “partecipo per imparare a scrivere meglio e acquisire nuove tecniche di scrittura.” Dalla nostra conversazione è emerso che stiamo parteci- pando a questo progetto per svariati motivi: spicca fra tutti “la possibilità di poter socializzare con altri ragaz- zi”, imparando cose nuove e, non da ultimo, “la possibilità di imparare ad esprimerci meglio”. Resta, in ognuno di noi, la speranza di aver iniziato col piede giusto! La redazione PARTECIPIAMO AL PROGETTO “GIORNALI -AMO” PERCHE’… ESPERIENZA DEL LABORATORIO GIORNALINO INFORMATICO. L’esperienza fatta durante il laboratorio di informatica, con- dotto dalla Prof. Vita Barranca sulla stesura al computer del giornalino della scuola, è stata molto bella e molto educativa in quanto abbiamo imparato molte cose e socializzato con altri alunni della scuola. La prof.ssa Barranca ci ha aiutato molto a capire le basi di come lavorare al computer e pian piano, assieme agli alunni del laboratorio giornalino, ab- biamo cominciato a capire co- me impostare un giornale. Per esempio non sapevamo nemmeno che esistesse il soft- ware Publisher oppure non sapevamo che fosse possibile modificare i testi in Wor- dArt . Il Publisher è un software adatto a scrivere un giornale o un biglietto da visita o una cartolina ecc... in quanto ne cura molto l’effetto grafico. Sembra difficile ma avendo pazienza direi che qualche cosa l’abbiamo imparata. Sarebbe stato bello che que- sto progetto fosse durato più a lungo per imparare tante altre cose utili per la nostra vita futura. Di Chiara Chimenti e Alessia Salvaggio 2^ C Gli Informatici di “Privi-leggendo” … e la Prof! Il privilegio di leggere al Privitera La redazione di “Privi- leggendo”… ... e la Prof.! Prima Edizione A.s. 2017 /18

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Oggi, 26 ottobre 2017, nei

locali della nostra Scuola, è

iniziato un nuovo progetto

dal titolo “Giornali-amo”.

A partecipare sono alcuni

alunni delle classi 2 A e 2 E.

Il progetto, condotto dalla

Prof.ssa Luciana Bono, ha

come fine quello di riuscire a

ideare e scrivere alcuni arti-

coli di giornale.

Il pomeriggio di lavoro è

iniziato proprio dalla crea-

zione di questo articolo e dal

perché del nostro entusiasmo

per questo laboratorio.

“Vorrei svagarmi imparando

ad intervistare!”. È questa la

frase che una ragazza di 11

anni, di nome Sofia, ha detto

mentre si stava dialogando.

Una di noi ha pure detto

“partecipo per imparare a

scrivere meglio e acquisire

nuove tecniche di scrittura.”

Dalla nostra conversazione è

emerso che stiamo parteci-

pando a questo progetto per

svariati motivi: spicca fra

tutti “la possibilità di poter

socializzare con altri ragaz-

zi”, imparando cose nuove e,

non da ultimo, “la possibilità

di imparare ad esprimerci

meglio”.

Resta, in ognuno di noi, la

speranza di aver iniziato col

piede giusto!

La redazione

PARTECIPIAMO AL PROGETTO “GIORNALI

-AMO” PERCHE’…

ESPERIENZA DEL LABORATORIO

GIORNALINO INFORMATICO.

L’esperienza fatta durante il

laboratorio di informatica, con-

dotto dalla Prof. Vita Barranca

sulla stesura al computer del

giornalino della scuola, è stata

molto bella e molto educativa in

quanto abbiamo imparato molte

cose e socializzato con altri

alunni della scuola.

La prof.ssa Barranca ci ha

aiutato molto a capire le basi di

come lavorare al computer e

pian piano, assieme agli alunni

del laboratorio giornalino, ab-

biamo cominciato a capire co-

me impostare un giornale.

Per esempio non sapevamo

nemmeno che esistesse il soft-

ware Publisher oppure non

sapevamo che fosse possibile

modificare i testi in Wor-

dArt .

Il Publisher è un software

adatto a scrivere un giornale

o un biglietto da visita o una

cartolina ecc... in quanto ne

cura molto l’effetto grafico.

Sembra difficile ma avendo

pazienza direi che qualche

cosa l’abbiamo imparata.

Sarebbe stato bello che que-

sto progetto fosse durato più

a lungo per imparare tante

altre cose utili per la nostra

vita futura.

Di Chiara Chimenti e

Alessia Salvaggio 2^ C

Gli Informatici di “Privi-leggendo” … e la Prof!

Il privilegio di leggere al Privitera

La redazione di

“Privi-

leggendo”…

... e la Prof.!

Prima Edizione A.s. 2017 /18

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UNA GIORNATA

SPECIALE:

filosofando in classe

Oggi 22\11\2017 l’Istituto Comprensivo

“Privitera – Polizzi”, ha ospitato il pro-

fessore Antonio Cosentino, che ci ha

fatto fare una “lezione al contrario”,

anzi, una non lezione. Il Prof. Antonio

ci ha fatto leggere un racconto sulla

democrazia. Ci siamo posizionati in

cerchio e discusso insieme. Il racconto

parlava di ragazzi che trattavano in clas-

se l’argomento “democrazia”, le leg-

gi…. Il racconto è stato molto bello. Il

professore ci ha divisi in 4 gruppi e

ognuno doveva cercare di formulare

una domanda su questi argomenti. Ab-

biamo parlato anche della libertà! In

poche parole, all’inizio, abbiamo detto

che la libertà é quando una persona è

libera di fare tutto quello che vuole sen-

za ostacoli. Poi, però, ci siamo resi con-

to che così, con troppa libertà, si poteva

arrecare danno agli altri. Quindi alcu-

ni di noi hanno parlato e altri ascolta-

to questa nuova e interessante

“lezione” che non è di tutti i giorni.

Soprattutto abbiamo imparato che

siamo e dobbiamo esse liberi di espri-

mere il parere in pubblico e anche di

parlare di ciò che più ci piace e dei

nostri interessi. Quindi la democrazia

è un insieme di leggi molto importan-

ti, decise dalla maggioranza, che tutti

dovrebbero seguire e rispettare. Per

questo la democrazia serve molto,

perché senza rispetto e senza regole

non avremmo un Paese civilizzato.

Questa giornata scolastica è stata

istruttiva, diversa da quello che tutti i

giorni facciamo a scuola e la rifaremo

volentieri!

Scritto da

Marcela Aionitoi,

Luigi Saraceno, Rosy Drago—2^ E

Informazioni:

Antonio Cosentino: presidente del C.R.I.F., “facilitatore” e

formatore nei gruppi per la P4C (Philosophy for Children).

La Philosophy for children (P4C) è la pratica filosofica

ideata da M. Lipman negli anni ’70 che si pone l’obiettivo di

trasformare la classe scolastica in comunità di ricerca filosofi-

ca. Questa attività è garantita dal facilitatore che, con le sue

competenze filosofiche e pedagogiche, e una specifica forma-

zione, aiuta i membri della comunità a sviluppare il pensiero

complesso: critico, creativo e valoriale.

Articoli x caso:

LA SCUOLA CHE VORREMMO

Seduti in cerchio a riflettere su come vorremmo la nostra scuola, sono sorte tante idee, che insieme formano il nostro proget-

to ideale, il nostro punto di vista, sulla scuola che vorremmo.

Alcuni di noi non la vorrebbero proprio la scuola, perché a loro non piace studiare! Per altri è invece un’ottima cosa, ma

dovrebbe essere solo un po’ diversa: i prof dovrebbero interrogare solo quando diciamo noi e soprattutto senza voti, senza

compiti e senza note!

Non vorremmo tutti i prof ad insegnare, ma solo alcuni, quelli che decidiamo noi e non dovrebbero mai perdere la calma.

Vorremmo una scuola dove si può usare il cellulare e non ci dovrebbero bocciare.

Vorremmo dei bagni adeguati alle nostre esigenze: specchi, tovaglie…; vorremmo la mensa a scuola e dovrebbero farci

scendere giù per l’intervallo per incontrare i nostri amici. Sarebbe bello indossare divise sia maschili che femminili e ognuno

di noi dovrebbe avere un suo armadietto personalizzato e niente zaini pesanti.

Scritto da: Ilenia Cinquemani, Sofia Mineo, Simone Corrao, 2^ E

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A TU PER TU CON LA MIA PRESIDE! Intervista

La nostra Preside è una signora di circa

60 anni, capelli corti, sempre sorridente

quando ci incontra nel corridoio. Io e

una mia compagna, Marcella Aionitoi,

l‘abbiamo intervistata nel suo studio: le

abbiamo chiesto alcune informazioni

sulla sua carriera e su di lei. È stato

interessante parlare un pò da sole e non

ero intimorita perchè mi ha messo a mio

agio.

Ecco l‘ intervista.

Da quanti anni fa il suo mestiere?

Da 10 anni.

Perchè ha scelto questo mestiere?

Perchè intanto io credo nella scuola ed

ero professoressa e ho deciso di dare

una svolta alla mia vita diventando

dirigente.

Come fa a ricordarsi sempre tutto?

Perchè leggo molto i nomi dei ragazzi e

quindi me li tengo sempre in mente.

È difficile o divertente il suo lavoro?

É sia difficile e sia divertente: difficile

perchè a volte ci sono complicazioni ma

allo stesso tempo dobbiamo rimanere

con il sorriso.

Visto che abbiamo parlato in classe

della disabilità,volevamo chiderle

cosa ne pensa?

Io penso che la ragazza o il ragazzo

disabile é una risorsa per gli altri!

Non è la ragazza o il ragazzo disabile

che ha bisogno di aiuto ma sono gli

altri che, conoscendo un ragazzo

disabile maturano di più.

Lei ha mai fatto il giornalino della

scuola?

Si, io ho fatto il giornalino con la mia

classe nel 1992 e si chiamava Gior-

nalisti per gioco.

Quale era la sua materia preferita a

scuola?

Italiano e ho insegnato anche lettere.

Cosa faceva prima di diventare

dirigente scolastico?

Io facevo la professoressa di italiano,

storia e geografia perchè si diventa

dirigente attraverso quello che ho

imparato quando ero una professo-

ressa.

Intervista di: Rosy Drago, 2 E

Copy by: Annamaria Nania, 2 F

Articoli x caso:

IL MONDO CHE VORREMMO

Che mondo vorremmo? Ce lo siamo chiesto oggi, chiacchierando fra noi compagni. Abbiamo così deciso di esprimere le

nostre idee e i nostri desideri, tutti insieme e di scriverne un articolo. È nato un acceso dibattito.

Queste sono le riflessioni fatte durante il discorso: abbiamo parlato del nostro mondo, confuso, inquinato a causa della gente

incivile che getta i rifiuti per terra al posto di scaraventarli nei cassonetti.

A Partinico c'è anche la Bertolino, che inquina il nostro paese facendo venire tumori e malattie.

In Sicilia parliamo spesso di COSA NOSTRA, cioè la Mafia, che fa attentati ai nostri giudici. Infatti per colpa di COSA NO-

STRA ci fu l'attentato a Giovanni Falcone a Capaci.

In questa nostra discussione è emerso che la politica è molto lontana da noi giovani, perché alcune scelte che fanno loro non

sono buone né corrette. Una cosa che noi tutti vorremmo escludere dal mondo è la guerra, soprattutto quella dell'ISIS, che

ogni giorno progetta nuovi attentati per fare terrorizzare la gente. Inoltre, in alcuni Paesi, minaccia le persone per farli con-

vertire all'Islam. Alcuni si sono convertiti, altri invece no e sono stati uccisi.

Questa è stata la discussione sul "Mondo che vorrei", anzi, vorremmo, ma è emerso soprattutto come non lo vorremmo!

Scritto da: Toti Ascone e Sophia Cinquemani— Classe II A

La Dirigente Rosa Maria Rizzo

con Rosy Drago

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LA GIORNATA DELLA LETTURA

Il 24 ottobre 2017 nell’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Privitera Polizzi” si è svolta “La giornata della lettura”, una

giornata dedicata al piacere di leggere e socializzare fra noi ragazzi. Gli alunni hanno esposto insieme, aiutati e supportati

dalla prof.ssa Tilde Di Dio e dalla nostra prof. Marianna Rizzo, delle riflessioni personali sul concetto di disabilità, dopo

aver letto un brano sull’argomento, intitolato “Gli amici di Valentina”.

Il brano parlava di un ragazzo disabile che, nonostante le sue condizioni fisiche (non parla né cammina), riesce a trovare

amici che credono in lui, imparano a comunicare con lui e a volergli bene.

La prof.ssa ha inoltre mostrato agli alunni un cortometraggio molto significativo sull’argomento. Gli alunni hanno realiz-

zato cartelloni dove hanno scritto alcune riflessioni.

Scritto da: Karola Motisi 2^A

Copy by: Beatrice La Corte 1^B

CREIAMO SCRITTURA

Quest' anno con la Prof.ssa Rita Calagna e con i miei compa-

gni, nell' ora di approfondimento, abbiamo lavorato ad un pro-

getto di "scrittura creativa". Abbiamo capito che si possono

inventare delle storie partendo da qualsiaisi spunto. Per esem-

pio, abbiamo coniato delle parole nuove e strane mettendo in-

sieme due termini diversi, per esempio da “cane” e “armadio”

abbiamo coniato “il carmadio" e abbiamo cominciato una storia

fantastica.

La scrittura creativa serve per:

Imparare a scrivere e disegnare al computer (noi abbiamo usato

Paint!)

Per sviluppare la fantasia e la creatività

Per migliorare la competenza linguistica

Scritto da Sofia Mineo e Ylenia Cinquemani —2 E

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Intervista

UN COLLABORATORE

SCOLASTICO… CANTASTORIE!

Una mattina nell’ auditorium ho intervi-stato il signor Barbaro, uno dei nostri collaboratori scolastici. Ho chiesto informazioni sulla sua passione: la mu-sica. Nella mia intervista ho chiesto informazioni sulla musica folk siciliana, della sua esperienza da cantautore, sulla vita in Sicilia negli anni 50. Ecco l’intervista… Sig. Barbaro, Lei che tipo di cantante è? Io sono un cantante di musica folk po-polare. Come è nata la sua passione per la musica? È nata da sempre! Praticamente a casa mia già c’erano musicisti: mio fratello insegna musica, insegnava pianoforte. Che strumento o che strumenti suo-na? Io sono polistrumentista, cioè suono diversi strumenti! Che vuol dire polistrumentista? Polistrumentista vuol dire suonare più strumenti. In particolare il pianoforte, la chitarra, il basso e la batteria. Questa sua passione si è mai trasfor-mata in un lavoro? Si, per un periodo si! Ha mai scritto canzoni? Si tante! Di cosa parlano e soprattutto da cosa trae ispirazione? Parlano del sistema sociale, altre sono canti d’amore e di tantissime altre cose. Sappiamo che ha conosciuto una can-tante siciliana, Rosa Balistreri …ci

può raccontare qualcosa di lei e di quegli anni? Si! Rosa Balistreri era una che era “la voce del popolo”! Quello che non sape-va esprimere il popolo antico, e stiamo parlando di tanti anni fa…! Era un po-polo più che altro di contadini, di gente povera… Allora lei era la portavoce di questa gente e lo faceva attraverso le canzoni, attraverso quello che racco-glieva in giro… faceva domande alle persone e poi diventavano i canti popo-lari antichi. Si riscoprivano cose… C’erano persone che avevano avuto problemi nel vivere, come la povertà… erano stati sempre sottomessi ai padro-ni! Ha conosciuto altri cantanti famosi? Si diversi! Ho fatto una tournè con di-versi cantanti: ho lavorato con i “Mattia Bazzar”; ai tempi abbiamo fatto una tourné con Gino Paoli e i Via-nella; i Vianella sono Eduardo Vianella e la moglie Virma Goic… ho conosciu-to tantissimi cantanti! Noi ragazzi siamo ormai lontani dalla nostra tradizione popolare, cosa si potrebbe fare, secondo lei, per entu-siasmarci nuovamente? Intanto ci vorrebbe che i ragazzi cono-scessero questa nostra cultura popola-re! È importante perché nessuno ne parla e quindi è una cosa sconosciuta! Se c’è qualcuno che te ne parla, allora tu magari poi incomincerai a capire il senso di quella canzone, della tradizio-ne popolare … però ci deve essere qualcuno che ti deve indirizzare su quella cosa, perché se non c’è nessuno che te ne parla resta una cosa non co-nosciuta! Pensa che la musica folk potrebbe di nuovo entusiasmare i giovani e por-tarli a capire il disagio sociale, visto

che ormai il disaggio sociale non vie-ne più cantato? Si! Ripeto, i giovani non conoscono che genere musicale è! Bisognerebbe qual-cuno che gli spiegasse perchè si è fatta questa bella musica, anche e soprattutto per non fare perdere le nostre tradizio-ni, perchè praticamente è la nostra sto-ria che è raccontata attraverso le can-zoni! La nostra storia siciliana! Attra-verso le canzoni tu riscopri tante cose belle, riscopri a chi appartieni, c’è un’i-dentità sociale, quella che oggi si è persa! Le va di raccontare un pò degli anni 50, a Partinico, in Sicilia …come era un tempo? C’era una povertà di quella terribile! Io sono nato a Palermo, nel dopoguerra … c’era gente che non sapeva come vivere e allora cercavano un appoggio dai politici, del lavoro, che però non c’era! Allora qualcuno di questi fatti si raccontava e quindi incominciarono a lamentarsi con i padroni, anche perchè i padroni sono sempre esistiti. C’è un canto popolare che si chiama “Sant’Agata”, che dice così: “Sant’Agata quant’è avutu lu suli, fallu piccarità, fallu calari! n’un lu fari pi lu patruni ma fallu pi nui avutri poviri iurnatari! Sìrici uri stati a la bbuccuni, i rrini si li mancianu li cani! Iddu si vivi vinu a la mmucciuni, e a nnu avutri nni runa l’acqua di vadduni, r’unni si tennu a moddu li lliami!” ecco, cosa intendo, per canto popolare!

A cura di: Antonino Pezzino e Cristian Leto, 2^ E

TRADIZIONI POPOLARI, CULTURALI, GASTRONOMICHE...

...Ma sugnu certu ca n’un m’abbannuna

la giovintù spiranza siciliana faciti ca sta terra duna amuri

comu nni la lassau nostru signuri! ...

Da “CANTU A TIA” CANZONE DI ENZO BARBARO

CURIOSITA’- di L. Saraceno, II E

IL TERMINE FOLK : Folk in po-

che parole è un canto leggero, po-

polare.

GINO PAOLI: è un cantautore,

musicista e politico italiano. Ha

scritto e interpretato brani di vasta

popolarità, quali "Il cielo in una

stanza", "La gatta","Che cosa c'è",

"Senza fine" e "Sapore di sale"........

ROSA BALISTRERI: cantante e

cantastorie Siciliana di musica Folk,

nata a Licata nel1966, morta a Pa-

lermo nel 1990. Conosciute molte

sue canzoni come “Mi votu e mi

rivotu”, “Cu ti lu rissi”...

Il Sig. Barbaro, Antonino Pezzino e

Cristian Leto (2 E) durante un momento

dell’intervista.

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Intervista IERI E OGGI: LA RACCOLTA

DELLE OLIVE Ho intervistato mio padre che lavora in campagna da quand’era piccolo. Si chiama Salvatore e ha 46 anni. Ecco la mia intervista fatta a casa dopo una fati-cosa giornata di lavoro. É faticoso raccogliere le olive? Raccogliere le olive rispetto hai tempi antichi è meno faticoso, grazie alla nuova tecnologia che aiuta ad accelera-re la raccolta; questi attrezzi possono essere: scuotitore a vibrazione o pettine a vibrazione. Dopo una giornata di lavoro si prova soddisfazione, perché? Dopo una giornata di lavoro si trova soddisfazione perché lavorando, a fine giornata, è bello vedere tantissime olive dalle quali ricavare del buonissimo olio che poi si andrà a consumare sulle no-stre tavole . Com’è stata la produzione di olive quest’anno? La produzione quest’anno è stata buona perché non ci sono stati attacchi di nes-sun insetto, gli alberi hanno prodotto delle ottime olive con una buona resa. Le olive, hai tempi antichi, come si lavoravano e si raccoglievano? Ai tempi antichi le olive venivano rac-

colte a mano, a una a una, senza l’aiuto di nessuna tecnologia, senza reti, perciò le olive cadevano per terra, e si raccoglievano dal terreno sempre a mano; poi le olive si met-tevano nei sacchi di tela per poi portarli al frantoio. Il frantoio di una volta era con la

“mulazza in pietra”, fatta mettere in funzione con la forza degli ani-mali e successivamente la mulazza di pietra, diventa a motore, fino ad arrivare al frantoio dei giorni no-

stri. È diverso l’olio di oggi da quello di un tempo? L’olio rispetto a prima è diverso perché ha molta lavorazione; viene più filtra-to, invece quello dei tempi antichi risul-tava più grezzo. Raccogliere le olive è un antica tradi-zione; lo faceva anche da piccolo? La raccolta delle olive nella mia fami-glia è un’antichissima tradizione che partiva già dai miei bisnonni; anch’io da piccolo andavo con la mia famiglia ad aiutarli. Le giornate di lavoro come passava-no? Avevate pause? Le giornate di lavoro passavano racco-gliendo le olive degli alberi e poi da terra. Vi era una sola pausa ed era a pranzo. Cosa mangiavate? E ora? Prima si mangiava insalata di limoni, olive salate, acciughe e qualche pezzo di formaggio oppure qualche zuppa fatta con pomodori, olive, verdura cotta e alimenti che si trovavano in natura. Invece oggi si mangia la qualsiasi cosa: da un secondo di carne, panini conditi con affettati, formaggi, salumi vari, rosticceria ecc..

Intervista a cura di: Giuseppe Ferro 2^A

Copy by: Angela Tornetta 2^C

TRADIZIONI POPOLARI, CULTURALI, GASTRONOMICHE...

Intervista:

LE TRADIZIONI RUMENE

Ho deciso di fare questa intervista alla signora Simona, immigrata rumena in Italia da molti anni, nonché la mia mamma. Lo

scopo dell’intervista è stato quello di discutere le sue tradizioni culinarie. Ho scoperto che c’ è un bel po’ di differenza tra le

tradizioni rumene e quella italiane.

Le mancano le tradizioni rumene di un tempo?

Si sento veramente la mancanza del mio paese e anche della tradizioni di una volta !

Mi può dire un piatto tradizionale rumeno?

Credo che il primo piatto tradizionale fu la “mamaliga”, che è tipo la polenta , ma quello tradizionale di oggi è “sarmale”

oppure “ mici”.

Qual è uno dei dolci tipici rumeni?

Assolutamente “cozonac” che si fa soprattutto a Natale, dove all’ interno mettiamo: marmellata, cioccolata ecc. e hanno una

forma particolare

Quali feste tradizionali si celebrano in questo periodo?

Con l’ arrivo del Natale c’è ne sono molte, però la più importante è il “Colindotur” cioè una festa dove i bambini vi si reca-

no nelle case per cantare e in cambio gli regalano una ciambella calda.

Alcuni cibi rumeni sono come quelli di qua?

Si, certo! Ci sono un sacco di prodotti rumeni che si vendono anche in Italia.

Qual era il cibo che più era popolare nel tuo paese quando eri piccola?

Ricordo che mia nonna faceva delle torte buonissime! E che li vendeva .

Intervista a cura di : Marcela Aionitoi, 2^E

Copy by: Alessia Misuraca 1^B

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USO DEL CELLULARE: 2 generazioni a confronto

Scritto da

Sofia Mineo e Ylenia Cinquemani 2 E

È attraverso le interviste doppie che

oggi abbiamo imparato una nuova co-

sa: che l'uso del cellulare da una età

all'altra è molto diversa!

Intervista ad una signora.

Quanti anni ha?

49 Anni

A che età ha avuto il primo cellulare?

A 30 anni

Secondo lei quanto è importante ave-

re un cellulare e perché?

Secondo me il cellulare bisogna usarlo

solo in caso di bisogno

Come lo utilizza?

Solo per telefonare è stare un poco su

Facebook

Quanto tempo usa al giorno il cellula-

re e per cosa?

Lo uso per delle ore e mi passo il tempo

Come la sua vita senza l' uso del cel-

lulare?

Sarebbe normale

Ci sono dei momenti in famiglia che

si perde a causa del cellulare?

Nella mia no, ma purtroppo nelle fami-

glie non c'è più dialogo

In quanti e quali social network é?

Su Facebook

Sa spiegare questi termini: Instagram

Non lo uso e non lo conosco!

Facebook

Lo uso e alcune volte metto dei post

Twitter

Non lo conosco

Musical.ly

E’ una applicazione in cui tutti i ragazzi

o ragazze muovono il cellulare e balla-

no.

Pensa che i nuovi mass media possa-

no essere dannosi per le nuove gene-

razioni?

Solo se non si riconoscono le notizie

vere da quelle false.

Ha mai regalato un cellulare ad un

bambino?

No, solo ai miei figli ma ad una età

giusta.

Pensa sia giusto che i bambini abbia-

no il cellulare? E perchè?

No, perchè tolgono l'opportunità di

sociallizzare, interagire con il coetaneo

creandosi così un mondo a sè.

Sa cos'è il cyberbullismo?

Si! È il bullismo attraverso computer,

cellulari e social network.. Ne ho senti-

to parlare in TV.

Ha paura di questo fenomeno e per-

chè?

Si! Credo che tutti i genitori hanno pau-

ra di questo fenomeno perché ormai è

molto diffuso e può portare a conse-

guenze tutt'altro che belle.

Non immagino una vita senza il cellu-

lare anche perchè siamo nel 2017 e

l'eletronica è avanzata!

In quanti e quali social sei?

Instagram, whastapp, tumblr, musi-

cal.ly...

Pensi che i nuovi mass media posso-no essere dannosi per le nuove gene-razioni? Dipende! A volte si può perdere il controllo e usare i social in modo esagerato… a volte si possono trovare storie false... Pensi sia giusto che i bimbi abbiano il cellulare? Se troppo piccoli, no! Per quelli più grandi si…anche se l’adolescenza non è solo stare con il cellulare! Sai cos'è il cyber bullismo? Si! È un bullismo fatto attraverso i social Ne hai mai sentito parlare? Si… è stato argomento di lezione in classe; ne hanno parlato in tv e nei social…

Hai paura di questo fenomeno? Mi spaventa soprattutto quando il bulli-smo tocca le donne… e si trasforma in molestia!

Intervista ad una ragazza.

Quanti anni hai?

12 anni

A che età ha avuto il primo cellulare?

A 10 anni

Secondo te quanto è importante avere

il cellulare e perchè?

Prima pensavo che era davvero impor-

tante avere un cellulare, però poi ho

capito che è più bello viversi le persone

che hai accanto

Come lo utillizzi?

Stando con tutti i social, passandomi il

tempo a chattare, su internet, a giocare

Quanto tempo al giorno usi il cellula-

re e per cosa?

Lo uso quando posso… come passatem-

po

Come sarebbe la tua vita senza cellu-

lare o senza i social?

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Prima Edizione Pagina 8

STORIA di Djabate

Questa è la storia di un ragazzo di 15 anni

arrivato da una terra lontana per sfuggire

alla povertà e alla fame, alla ricerca di una

vita migliore. Lui è Djabate. Nel 2016 ha

dovuto affrontare un viaggio difficile e lun-

go diverse settimane per arrivare qui in Ita-

lia, da solo. Adora la scuola e fare tante

amicizie, ma gli manca molto suo papà.

Quando è arrivato l'hanno portato in una

comunità allogio per minori, dove vive an-

cora adesso. Questa è una delle tante storie

di ragazzi, proprio come noi, che devono

lasciare tutto e tutti per andare alla ricerca di

una vita migliore.

1) Da quanti anni sei in Italia?

1) Da 1 anno e un mese

2) Qual’è il tuo primo ricordo di quando sei

arrivato?

2) Palermo

3) Cosa ricordi del tuo paese?

3) La famiglia

4) Come sei giunto in Italia?

4) Con la barca. Ho fatto un viaggio molto

lungo: sono arrivato dalla Costa d'Avorio e

ho attraversato il Burchinia, la Nigeria, la

Libia e sono arrivato in Italia sbarcando a

Palermo.

5) Ci sei piu' tornato?

5) No, ma ci tornerò!

6) Qual’è la cosa che ti piace di più di qui?

6) I miei amici.

7) E quella che ti piace di meno?

7) Il fatto che voi italiani gridate sempre!

8) Ora dove vivi e con chi?

8) Con i ragazzi italiani a partinico, in co-

munità.

9) Quali sono i cibi italiani che ti piacciono

di piu'?

9) La pizza

10) Di che religione sei?

10) Musulmana

11) Che cibo ti piace del tuo paese, quale

ricordi?

11) Si chiama Attiéké, ed è un tipo di cous

cous.

Informazioni:

ATTIEKE’: E’ UNA PIETANZA A BASE DI

MANIOCA TIPICA DELLA CUCINA DEL-

LA COSTA D'AVORIO, IN AFRICA. IL

PIATTO E’ PREPARATO CON LA POLPA

FERMENTATA DELLA MANIOCA CHE

POI VIENE GRATTUGIATA O FATTA A

GRANELLI. LA ATTIEKE’ PUO' ANCHE

ESSERE ESSICCATA, CON ASPETTO

SIMILE AL COUS COUS.

nico?

8) Il mare

9) La cosa che ti piace di meno di Partinico?

9) Troppa sporcizia

10) Quali sono i cibi che ricordi del tuo

paese e che ti piacciono di più?

10) I “mici“

11) Il cibo italiano che ti piace di più?

11) La pizza

12) Cosa fai il pomeriggio dopo la scuola ?

12) I compiti e a volte esco

13) Fai sport ?

13) No

14) Cosa ti manca di più del tuo pase ?

14) I familiari

15) Sei figlia unica ?

15 ) Si

16) Perchè sei venuta in Italia ?

16 ) Per questioni economiche

STORIA di Marcela

Questa è l’intervista a una bambina di no-

me MARCELA di quasi 12 anni che viene

da un paese che si chiama BOTOSANI, in

ROMANIA.

Ecco la nostra intervista:

1) Come ti chiami ?

1) Marcela

2) Quanti anni hai ?

2) Quasi 12 anni

3) Da quanti anni sei in Italia ?

3) Da quando avevo un anno e otto mesi

4) Qual è il tuo primo ricordo da quando sei

arrivata?

4) Non mi ricordo bene perché ero molto

piccola, ma una forte emozione

5) Cosa ricordi del tuo paese ?

5) Ricordo tutto perché ci vado sempre in

estate

6) Da quale paese vieni ?

6) Da Botosani

7) Come sei giunta in Italia ?

7) Con il pulman

8) Qual è la cosa che ti piace di più di Parti-

Articoli e interviste di: Sophia Cinquemani e

Asia Bellaruota, classe 2 A

Sophia, Asia, Djabate e Marcela

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VIDEOGAMES,

CHE PASSIONE!

di Riccardo Collica, Cristian Leto e

Antonino Pezzino, 2 E;

Copy by Giuseppe Guzzardo, 2 C

ASSASSIN CREATED

Questo gioco è stato creato dalla Ubi-

soft monters .

È un videogioco di ultima generazio-

ne: l’ ultima versione è di quest’ anno

e ne hanno anche prodotto il film.

Per legge dovrebbero essere i ragazzi

di sedici anni a poterlo comprare e

usare, ma, in realtà, è molto diffuso

anche fra i piu piccoli. Si basa soprat-

tutto sulle missioni fatte da pirati buo-

ni che si scontrano con pirati cattivi

che navigano nelle barche: spagnole,

golette e francesi… Alcune missioni

sono su terra ferma; in particolare si

deve assassinare e trovare tesori. Ad

un certo punto devi potenziare la tua

barca chiamata “jakdown” a cui devi

potenziare cannoni, scafo ecc…

Per me questo gioco è entusiasmante

perché ha una visuale bellissima e

anche per la caratteristica delle mis-

sioni.

Il personaggio principale si chiama

Eduard Kenwey.

Questo personaggio ha addosso pisto-

le, spade e tante altre cose; queste

devo essere potenziate per diventare

più forte e potente perché nel combat-

timento si potrebbero rompere.

E’ un gioco davvero avvincente!

GTA V GTA V è un gioco per playstation 4

che coinvolge molto adulti e ragaz-

zi.

Si gioca sia da soli che online con

altri giocatori stando comodamente

seduti sul proprio divano.

Non c’è un orario preciso per poter

giocare e incontrare avversari: di

notte, dopo la scuola, durante le

feste…

È un vero piacere giocare a GTA V

anche se gli argomenti non sono

molto appropriati.

Infatti, GTA V si basa sull’ attività

di traffico, spaccio di droga e rapine

e sull’ incitamento alla violenza.

È uno dei tanti videogame che inco-

raggiano modelli di comportamento

e stili di vita negativi.

HOBBY, GIOCHI E CURIOSITA’

MINECRAFT

Uno dei videogiochi che appassionano molto i ragazzi dai 10 anni in su è MINECRAFT! È un mondo tutto a cubi dove si

può costruire tutto quello che vuoi. Puoi uccidere animali, zombie e scheletri ecc… A “MINECRAFT” ci sono tante mo-

dalità, tanti mondi e “mod” e puoi giocare online o da solo. Ci sono armi e armature e alcune li puoi costruire; puoi volare,

ci sono tanti modi di gioco, sopravvivere con i mostri avere cose infinite o immortalità, puoi avere diversi personaggi che

puoi fare o scegliere nei siti. Minecraft ha una bella grafica ed è gratis da giocare. Il videogioco è prodotto dalla casa ingle-

se ROCKSTAR dei fratelli Sam e Dan Houser e si è notevolmente evoluto negli anni, sia a livello di contenuti che per

quanto riguarda la grafica ottenendo ottimi risultati.

CALL OF DUTY

Benvenuto nel 2065.

La nascita di una nuova generazione

di soldati “black ops” ha reso abile il

confine tra l’umanità e la robotica

militare. Nel gioco si decide il futu-

ro fra avvincenti guerre, in cui le

ombre del male introducono 4 ignoti

personaggi che devono scoprire i

segreti e affrontare le sfide prepara-

te. Il fine è quello di guidarli lungo

un cammino di redenzione. I prota-

gonisti sono Jeff Goldblum, Heather

Graham, Neal Mc Donough e Ron

Perlman interpretano “le ombre del

male”, una nuova esperienza di so-

pravvivenza cooperativo. “Call of

duty: black ops III” porta alla luce

oscuri segreti ed esplora un immen-

so mondo in stile film noir; è una

super esperienza zombies!

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J’AIME L’HOVERBOARD

L’hoverboard est un objet qui me

permet d’aller soit dans la route soit

à la maison.

Il est composé d’une base ou on va

mettre les pieds et ou il faut rester

en equilibre. Il tourne, marche à tra-

vers ses roues et il est alimenté par

une batterie electrique. Je l’ai acheté

pour mieux me deplacer mais aussi

parce que c’est plus moderne par

rapport au vélo. Tout le monde aime

l’hoverboard, il facilite la socialisa-

tiont et il sert souvent a se faire des

amis et à connaitre les filles. Mais il

faut faire attention parce que c’est

difficile de conduire et on peut facile-

ment tomber et se faire du mal.

di: Djabate Vakadamoko, 2^E

HOBBY, GIOCHI E CURIOSITA’ UNA CANZONE NEOMELODICA

di Ignazio Maccarrone

Una delle canzoni che mi piace di più e mi emoziona ogni volta che l’ascolto è “un piccolo eroe”, del cantante neomelodico Daniele De Martino. Questa canzone parla di un bambino disabile, con la Sindrome di Down (detta anche Trisomia 21). Il testo racconta di un sogno speciale fatto dal cantante, dove compare la sua fidanzata morta, che gli chiede chi sia questo bimbo che spesso gioca con Daniele. Il bimbo è un suo caro amico. Comincia così il video, girato a Palermo e a Mondello, sulle diffi-coltà della vita soprattutto di chi è nato disabile. . Il cantante De Martino e il piccolo Dome-nico scherzano, ridono, giocano a pallone, vanno in giro per le bancarelle… La canzone è una delle mie preferite per-ché trasmette emozioni, mi commuove perché mi fa riflettere.

DOLCE TIPICO NATALIZIO Il Natale ha, come tutte le altre festività, dei

dolci tipici: tra essi c’è il panettone.

Il panettone nasce in Italia, esattamente in

Lombardia, nella zona di Milano. Secondo la

legenda, il cuoco di Ludovico il Moro venne

incaricato di preparare un sontuoso pranzo di

Natale. Quel giorno il dolce fu dimenticato

nel forno; così sopraggiunse uno sguattero di

nome Tony che con alcuni ingredienti preparò “il panettone” senza fare inso-

spettire gli invitati; esso propose al cuoco di servirlo durante il pranzo natali-

zio. Il cuoco fu d’accordo e lo servì. Tutti gli invitati gradirono molto il panet-

tone, chiamato da allora “Pan de Ton”, così tanto da fare i complimenti al

Duca. Il panettone viene chiamato così in onore di Tony. Grazie a lui oggi

possiamo mangiare questo buon dolce.

Di Greta Petruso, 2^ A

I CUCCIDDATA di Greta Petruso, 2^A

Ingredienti:

kg 1 farina 00,

g200 zucchero,

g250-300 sugna,

2 b vaniglia,

g 10 ammoniaca,

latte q.b.

marmellata q.b.

Impastare tutti gli ingredienti fino ad

ottenere un impasto omogeneo. Fare

riposare la pasta per alcune ore, quindi

stirarla e mettervi dentro la marmellata.

Chiudere e tagliare secondo il modello

desiderato. Cuocere in forno caldo a

170° e guarnire con glassa e “paparina”

secondo il modello desiderato.

LA MODA DEI TATUAGGI di Ignazio Maccarrone

Il tatuaggio è un disegno che si fa

sul tuo corpo.

Eseguire questo disegno è il tatuato-

re con uno strumento simile ad una

pistola che spara inchiostro.

Si possono fare sia in casa, in forma

privata e illegale ma più economica,

sia centri estetici autorizzata ormai

è una moda e a tatuarsi sono i ragaz-

zi/e di qualsiasi età. Di solito si de-

cide di fare un tatuaggio perché fa

sentire alla moda, più affascinante

con le ragazze e permette di avere

una cosa in comune con i tuoi coe-

tanei .

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costruiti lì perché era un posto strategico, dove, oltre ad esserci uno stupendo pano-rama, si poteva tenere sott’occhio tutta la piana di Partinico. Inoltre, dietro questi “Casalini” – aggiunge Giulia Cannavò, 3 D –c’era una sorgente dove usciva tanta acqua da poter soddisfare il fabbisogno quotidiano. Da questo luogo si può scor-gere “la cava” di Mirto, da dove si estrag-gono blocchi di calcare dolomitico. Ricordate il nome di alcune formazioni geologiche che avete osservato? Si… il calcare dolomitico, la quarzarenite, il travertino…! – dice Giulia Di Marco - Vorrei aggiungere una curiosità, un feno-meno osservato – ha parlare è Daniela Lo Chirco - : come sappiamo da Monte Mirto sgorga acqua che, scorrendo lentamente sul terreno, formava delle incrostazioni sui resti vegetali che incontrava lungo il tra-gitto; col passare del tempo, le incrosta-zioni si compattavano lasciando tracce di foglie e altri resti vegetali! Durante la nostra passeggiata il Geologo Pantaleo ci ha fatto proprio osservare questi resti fossili. A me invece ha colpito - dice Giulia Cannavò – il colore della quarzarenite che

abbiamo trovato nel terreno argilloso del sentiero e ne abbiamo osservato di diver-se… la maggior parte di colore tendente al rosso. Infatti, il rosso è dato dalla presen-za di minerali ossidati al suo interno. Lungo il percorso, quali piante vi hanno incuriosito di più? Silvia Inghilleri, 3 D dice che …la pianta che mi ha colpito di più è il “Cardo Ma-riano”. Il prof. Inghilleri ci ha pure rac-contato una leggenda: un giorno da Ma-ria, durante la fuga in Egitto, mentre allat-tava Gesù sopra l’asinello, alcune goccie di latte caddero sulle foglie di questa pian-ta e si colorarono di bianco come il latte. Ecco perché prende il nome di “Cardo di Maria”. Daniela aggiunge che Questa pianta è commestibile perché fa bene al fegato.

Il 21 ottobre, alcuni alunni della nostra scuo-la insieme ai docenti Dino Inghilleri, Liliana Naro, Raffaella Salvia, Rita Calagna, Franca Giacopello, Raffaella Sansone e Luciana Bono e ad un gruppo di genitori, hanno par-tecipato alla “Settimana della terra 2017 - Geoevento: Trekking sui sentieri di Mirto” promosso e organizzato dall’Ordine Regio-nale Geologi Sicilia, in sinergia con le scuo-le del territorio e con altre associazioni. La passeggiata naturalistica ha visto i parteci-panti partire dai “Casalini” sino ad arrivare al Mulino di Mirto nei pressi della scuola elementare fatta costruire da Danilo Dolci. A guidare il gruppo della nostra scuola, il Prof. Inghilleri che ha permesso l’osserva-zione e l’identificazione delle numerose specie floristiche e faunistiche presenti nel territorio. Grande entusiasmo di tutti i parte-cipanti ma, soprattutto, dei nostri alunni, meravigliati nello scoprire un sito ricco di storia, dove qualsiasi cosa parla delle sue origini e del tempo passato. Ecco le nostre interviste ad alcuni partecipanti: A rompere il ghiaccio e iniziare a parlare è Valentina Guida, della 3 D Ci raccontate la passeggiata fatta sul Monte Mirto? In quanti eravate? Tantissimi! Nel nostro gruppo eravamo circa 50, forse di più. Poi c’erano altre scuole con i loro accompagnatori. Con noi, oltre ai Prof., c’era pure il geologo Pan-taleo che ci ha fatto osservare gli elementi geologici del territorio presenti nell’area visitata; il Prof. D’Asaro, storico di Partini-co che ci ha descritto la storia dei Casalini di Mirto e, infine, i ragazzi della Protezione Civile. Appena arrivati alle pendici di Mon-te Mirto (di 1076 m!), il prof. Inghilleri ci ha fatto assaggiare del buonissimo formaggio appena fatto da un pastore … poi ci siamo messi in marcia. Cosa avete visitato, quali elementi storici del territorio ricordate? Ma – dice Daniela Lo Chirco, 3D – la prima costruzione incontrata sono stati i “Casalini di Mirto, risalenti all’anno mille circa. Il prof. D’Asaro ci ha spiegato che furono

Un’altra pianta incontrata è la “ruchetta violacea”, chiamata nel nostro dialetto “pisciacane” che, insieme al “Cavolo rapa selvatico” (detti “cavuliceddi”) sono com-mestibili! – aggiunge Silvia - A me è rima-sto impresso l’aneddoto sul càccamo (“bagolaro”), - dice Daniela - un frutto dal sapore dimenticato. Infatti, i ragazzi, un tempo, mettevano il frutto in bocca, ne suc-chiavano la polpa e poi con una cannuccia presa dall’inflorescenza della canna, gioca-vano a tirarsi i semi addosso; si sfidavano e si colpivano. Era un gioco! Valentina Guida ci parla poi … di un’altra pianta, molto particolare e utile, che si chia-ma Tifa, o “Bura” in dialetto! È una pianta speciale perché ha un’inflorescenza che veniva usata dai contadini per cicatrizzare le piccole ferite. Abbiamo incontrato anche una pianta utile per fare decotti, tisane: la verbena. – dice Silvia, che aggiunge - Du-rante il percorso ci siamo imbattuti nel su-ghereto alle pendici di Pizzo Abbadessa. … e la mela cotogna – raccontano Giulia C. e Daniela- anche questo un frutto antico, che abbiamo dimenticato, dal sapore molto aspro, che si può mangiare solo dopo averlo tenuto per un po’ di tempo al buio fra la paglia! Abbiamo visto pure “i zorbi” o sor-be, un frutto molto antico, anche questo che matura col tempo e con la paglia. A tal pro-posito, il prof. Inghilleri ci ha detto un vec-chio proverbio siciliano “C’u tempu e c’a pàgghia maturanu i zzorbi”! Poi alberi di mandorle, noci, fichi, fichi d’india, bacche, more… Una pianta non commestibile che abbiamo osservato è la “Mandragora Au-tunnale”, spesso scambiata per comune verdura commestibile, è invece una pianta velenosa, che può provocare malessere e allucinazioni. – dice Mattias Digato, 3 E. Quali sensazioni hai avuto dopo o durante questa esperienza? È stato bellissimo trascorrere una mattinata immersi nella natura! Abbiamo imparato molte cose e ci siamo piacevolmente sorpre-si a divertirci e a incuriosirci. Per la prima volta abbiamo osservato, odorato, toccato e non solo guardato! Queste le affermazioni dei ragazzi, entusiasti dell’esperienza che, all’unisono, hanno poi aggiunto: Si, un’espe-rienza da rifare!

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TREKKING SUI SENTIERI DI MIRTO

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L’INFINITA “QUESTIONE” BERTOLINO!

Ribelle, pignolo, altruista sono gli aggettivi che più gli si addicono. Que-sto è Salvatore (Toti) Costanzo, militante del Partito Comunista dal 1980 di 78 anni, mio nonno!

Ho deciso di intervistarlo perché volevo saperne di più su un argo-mento che lo appassiona sempre: la distilleria Bertolino.

Da quanto tempo cerchi, insieme al tuo partito, di far chiudere la distille-ria Bertolino ? Era il luglio del 1984 la Distilleria Bertolino aveva immesso negli scari-chi acqua fortemente inquinata che arrivava dal mare. Il sindaco revocò l’autorizzazione e la Distilleria fu costretta a sospendere la lavorazione delle vinacce. Pochi giorni dopo, però ri-autorizzò l’apertura dell’attivi-tà. Quante manifestazioni hai fatto per chiudere Bertolino? Dal luglio del 1984 a ora ho perso il conto! Perché vuoi che chiuda? La Distilleria va chiusa perché palesemente e da diversi decenni, conti-nua ad andare oltre le leggi, favorendo l’inquinamento dell’aria, della terra, del mare... Perché non ci siete mai riusciti? Perchè non si è riusciti? Perché sono tanti gli interessi economici che ne tutelano l’attività anche se può creare problemi alla salute dei cittadini. Non si può tacere come da sempre l’industriale abbia goduto di prote-zione politiche, non solo di tante amministrazione comunali della nostra città, ma dalla stessa Regione Siciliana. Hai mai ricevuto messaggi intimidatori Messaggi intimidatori mai, ma cinque querele dall’imprenditrice per diffamazione. Tra quanti anni potrebbe chiudere? La Distilleria chiuderà soltanto quando la distillazione del vino non produrrà più profitti. Non prima. Ma già la proprietaria ha realizzato, in contrada Bosco Falconeria, una nuova industria. Quante persone siete che combattete questa battaglia? Adesso abbastanza poche. Le persone negli anni si sono sfiduciate rite-nendo che si tratta di un potere economico difficilmente piegabile alla volontà delle leggi. Ma ovviamente io la penso diversamente. È bello, gratificante, combattere per non fare inquinare il nostro paese? È bello, ma duro, gravoso, non facile. Ma ne vale la pena perché si trat-ta di restituire alle nuove generazioni dignità ad un ambiente violentato ormai da oltre 35 anni. E ovviamente, oggi, non solo dalla distilleria ma da tutti coloro che abusivamente scaricano lungo il torrente Puddastri che porta al fiume Nocella e quindi al mare acque altamente inquinate. Tutto questo ha distrutto in questi anni un fiume che una volta era navi-gabile almeno fino all’attuale SS.113 ricco di flora e fauna marina (granchi, anguille, “urgiuna”) mentre lì soleva nidificare il “pendolino”, un uccellino proveniente dall’Asia che veniva a costruire, lungo il nostro fiume, il suo particolare nido.

INTERVISTA DI: Toti Ascone Modica, 2^ A COPY BY: Alice Lo Iacono 2^F

Toti Ascone Modica con il nonno Toti Costanzo

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Laboratorio—Redazione “GIORNALI-AMO” curato dalla Prof.ssa Luciana Bono.

Hanno partecipato: Marcela Aionitoi, Rosy Drago, Luigi Saraceno, Ilenia Cinquemani, Sofia Mineo, Simone Corrao,

Antonio Pezzino, Cristian Leto, Giuseppe Ferro, Greta Petruso, Riccardo Collica, Asia Bellaruota, Sophia Cinquemani,

Toti Ascone Modica, Ignazio Maccarrone , Djabate Vakadamoko

Laboratorio Informatico-Giornalistico curato dalla Prof.ssa Vita Barranca

Hanno partecipato: Alessia Misuraca, Beatrice La Corte, Alessandra Cusumano, Giulia Bacchi, Giada D’Asaro, Mattia

Frisella, Giuseppe Guzzardo, Chiara Chimenti, Aleassia Salvaggio, Angela Tornetta, Caterina Marasà, Alessio Cangialo-

si, Marjanne Albano, Alice Lo Iacono, Anna Maria Nania.