Il Principino

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  • Ida BacciniIl Principino

  • Indice generale

    I.......................................................................................6II....................................................................................12III..................................................................................18IV...................................................................................27V....................................................................................35VI..................................................................................42VII.................................................................................50VIII...............................................................................62IX..................................................................................66X...................................................................................72XI..................................................................................76XII.................................................................................81XIII...............................................................................92XIV................................................................................99

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  • Ida Baccini

    Il PrincipinoNovella

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  • I.

    ...e per la seconda volta il timbro d'argento diffuse lesue vibrazioni nelle grandi anticamere e nei corridoi dellaReggia.

    Siete diventati sordi? domand stizzosamente ilprincipe Renato ad un servitore che era rimasto immobile,in atto d'ossequio, sul limitare della porta.

    Perdono, Altezza. Tutte le persone di servizio sonooccupate nell'addobbo dell'Albero natalizio e per unmomento rimasta deserta l'anticamera di Vostra Altezza.

    Come sta il Principino? Non benissimo del tutto; si lagna ancora di un po' di

    mal di testa e di una certa irritazione alla gola. Ma ildottore gli ha permesso di assistere alla festa dell'Albero edi porgere egli stesso i doni pi importanti ai signoriniinvitati...

    A che ora avr principio la festa? Subito dopo la colazione di famiglia, Altezza. E S. M. il Re? E la Regina dove sono? S. M. il Re lavora coi ministri, S. M. la Regina

    nella sala dell'Albero, dove imparte gli ordini opportuni,per la disposizione degli oggetti.

    Vi sono molti doni eleganti? Non ho avuto il tempodi veder nulla.

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  • ...a dirittura splendidi, Altezza. Bellissime bambolevestite di raso, broccato e velluto: armi e giocattoli di tutti

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  • i generi, ricchi libri pieni d'illustrazioni, dolci e fiori aprofusione e, pei signorini e per le signorine pi grandi,una quantit di gioielli in corallo, madreperla, argento etartaruga...

    Benissimo. Vostra Altezza Reale aveva qualche ordine da

    impartirmi? Ah! Dimenticavo. Vi farete consegnare dal mio

    segretario, le suppliche dirette a me in questa settimana. Desidera Vostra Altezza ch'io mandi qui il cavaliere? No. incomodato e non lo disturberete. Vi farete

    consegnar soltanto le suppliche e me le portereteimmediatamente...

    ** *

    Questo colloquio avveniva nel palazzo reale diCollebianco, la splendida citt capitale del regno diAchilberg, molti anni or sono.

    Se gli agi, gli splendori d'una corte, l'altezza d'un nomeche risaliva a tempi antichissimi e gloriosi: se tutto questounito alla giovent, alla forza, alla salute e alla bellezza,avesse virt di far felice un uomo, il principe Renato diAchilberg, fratello del Re, si sarebbe potuto chiamare ilpi beato fra gli uomini.

    Ma... invece egli era il pi sventurato poich aveva rosoil cuore dalla terribile malattia che accende una perpetuafebbre nell'anima, che consiglia tutte le perfidie, che fasembrar naturali e concesse tutte le vilt.

    Questa malattia, bambini, l'ambizione. Ma,intendiamoci, v' ambizione e ambizione. Ed degna

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  • altamente di lode quella che ci sprona al compimento diatti magnanimi, alla nobilt del sacrifizio, all'eroismo ealla gloria.

    Ma c' l'ambizione a freddo, che edifica sulle rovine,che per salire calpesta, che per far brillare spenge, che pervivere uccide. E questa era l'ambizione che rodeva ilcuore del principe Renato.

    Egli aveva sete di potere e di regno: e la salute incertadel fratello gli aveva fatto concepire l'orribile speranza disuccedergli presto sul trono.

    Sul primo, questa speranza gli si era affacciata allafantasia come una timida e quasi assurda supposizione...

    Se il mio caro Wando dovesse mancare... avevapensato. E non era andato pi oltre, preso da una tal qualevergogna di s.

    E qui bene avvertirvi, bambini, che i pensieraccipossono venire a tutti, perfino ai santi. La virt dell'uomoconsiste nel vincerli... Ma guai a fermarcisi sopra, acarezzarli, a rivoltarli da tutte le parti! Cos, pur troppo,fece Renato, e i pensieracci, a poco per volta, presero ilsopravvento sull'animo suo e lo vinsero.

    Non si limit pi a pensare: Se il mio caro Wandovenisse a mancare... ma disse risolutamente:

    Se mio fratello, gracile com', morisse scapolo esenza figli, il trono sarebbe mio!

    E cominciarono i sogni febbrili di grandezza, i disegnimagnifici...

    Ma ahim! Il caro Wando non solo, grazie a unadiligente cura medica torn a rifiorire, ma prese moglie edebbe un bambino.

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  • Cos tutte le colpevoli speranze di Renato sisfrondarono e caddero ad una ad una come le fogliesecche d'un albero, scosso dal tramontano.

    Luminarie, musiche, tornei, fuochi d'artifizio,cannonate, nulla fu risparmiato in quei giorni e il principeRenato, pure inghiottendo veleno, dov fingere dipartecipare alla gioia della Reggia e a quella de' popoli,che vedevano omai assicurato sul trono il ramo legittimodella gloriosa famiglia di Achilberg...

    Un altr'uomo, meno birba di questo signore, avrebbefinito col metter l'animo in pace e con l'accettar le cosequali il destino le aveva disposte.

    Ma Renato non la intendeva cos e continuamentespiava sul visino del piccolo Riccardo ogni segno dimalessere fisico.

    La scarlattina, il vaiuolo, la rosolia, i gattoni, tutti i maliche in generale salutano graziosamente i fanciulli, al loroentrar nella vita, erano stati un continuo argomento disperanze pel triste zio, che nascondeva i suoi verisentimenti sotto le apparenze di una tenera trepidazione.

    Tutti, in corte, non facevano che portare a cielo l'affettoe le premure di Renato pel reale nipotino, e il Re, perdimostrare al fratello la propria gratitudine, gli avevaregalato, in occasione del Natale, un magnifico tiro aquattro, degno d'un imperatore.

    Chi non prestava cieca fede a quelle bugiardedimostrazioni di tenerezza era la regina Elsa, madre delprincipino. Le mamme, popolane o regine, nons'ingannano troppo facilmente, e la buona signora avevasorpreso pi d'un'occhiata torva, scagliata da Renato sulcapino biondo del giovanetto erede.

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  • Sar diceva fra s sar che mio cognato vogliabene a quella creatura, ma io ci ho i miei dubbi!...

    Le cose erano a questo punto quando avvenne ilcolloquio da noi riportato al principio di questo capitolo.

    Dopo pochi minuti, il servitore ricomparve tenendosulle braccia un vassoio d'argento, pieno di carte. Lodepose sulla scrivania del principe e piegata la persona inatto d'ossequio, usc dalla stanza.

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  • II.

    Con occhio distratto, il principe Renato cominci ascorrere le numerose domande che centinaia di miserabiligli rivolgevano ogni giorno e specialmente in certeoccasioni come il Natale, la Pasqua o il compleanno diqualche illustre personaggio.

    Chi non aveva da pagar la pigione, chi, afflitto dalunghe e dolorose malattie, non trovava pi modo diguadagnarsi un pezzo di pane; chi, desideroso d'istruirsi,sollecitava un posto gratuito in qualche istituto del Regno;ma queste ultime domande erano in minor numero...

    Il principe Renato leggeva, sbadigliava e prendeva dellenote con un piccolo lapis turchino, rilegato in oro. Ad untratto il suo viso, di distratto e noiato, si fece attento, gliocchi gli risplenderono di luce inusitata, e le pallide labbraebbero come un tremito lieve sotto i folti baffi biondi.

    Che cosa conteneva la supplica, scritta in cartagrossolana, ch'ei rileggeva per la terza volta?

    Altezza Reale diceva lo scritto io mi rivolgo,disperata, alla sua ben nota carit, perch voglia essermibenigna d'un pronto soccorso. Ho l'unico mio figliuolo,appena settenne, in fin di vita e mi mancano i mezzi percircondarlo di quelle cure amorose di cui il poverino haancora bisogno.

    La maravigliosa rassomiglianza del mio poveroErmanno col Principino ereditario (Dio salvi i suoigiorni) mi fa sperare anche pi ardentemente nell'aiuto

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  • generoso di Vostra Altezza Reale, a cui porgo, col mioumile e devoto ossequio, l'espressione della pi vivariconoscenza.

    Via Guttemberg, N, 14.

    MARGHERITA PLATEN.

    Il principe Renato si alz di scatto, consult l'orologio etocc il bottone elettrico..

    I miei vestiti e la carrozza; subito disse con tuonoimperioso al vecchio servitore, che, avvezzo com'era atrattar con una certa famigliarit tutti i membri dellafamiglia reale, os osservare

    Vostra Altezza ricorder certo che alla colazione difamiglia non mancano che tre quarti d'ora...

    In tre quarti d'ora s'impiccano cento imbecilli comete e si prepara un pranzo al papa! risposegraziosamente il principe, e, poco dopo, salito nel suoelegante coup, dava al cocchiere quest'indirizzo:

    Via Guttemberg, N. 14, signora Margherita Platen.

    ** *

    In una gelida soffitta del quartiere pi isolato e desertodi Collebianco, si consumava lentamente da tre mesi unfanciullo di meravigliosa bellezza.

    Figliuolo unico di una vedova disgraziata che lavoravadalla mattina alla sera in pazienti ricami sulla tela battistae sulla seta, non a dire se gli mancassero e cure e amore.Tutto il proprio guadagno e non era molto! la poveradonna lo impiegava per l'adorato piccino. A lui lecamiciuole pi morbide, a lui i bocconi pi delicati, a lui

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  • la ricreazione di frequenti passeggiate in campagna,quando i prati sono tutti in fiore e fra gli alberi frondosi un gaio alternarsi di pigolii e di canti.

    Ma il piccolo Ermanno aveva purtroppo ereditato dalbabbo il germe d'una malattia che non perdona: la tisi! Evenne un giorno in cui, malgrado le cure appassionatedella mamma, egli dov mettersi a letto, straziato da unatosse bronchiale che gli lacerava le viscere.

    Margherita non potendo pi lasciar solo il piccoloinfermo, chiese ed ottenne che le fosse dato il lavoro acasa.

    Ma come star seduta, mentre Ermanno negli eccessidella tosse correva pericolo di rimanere soffocato? Comedisegnare e ricamare i fiori sulla tela, quando quel dilettofiore della sua vita minacciava di troncarsi?

    Allentato il lavoro, i guadagni diminuirono:diminuirono, mentre le spese crescevano ogni giorno inmodo spaventevole. Ora si trattava di comprar medicine,molto care, ora di biancheria finissima per tener pulito ilcaro malatino, ora di legna e di vini generosi.

    La povera mamma ide e comp i sacrifizi pi penosi,vend ed eran ben poche! le superfluit com'ella lechiamava della sua vita di donnina ancor giovane epiacente: gli orecchini ricordo del marito unacollanetta di corallo, uno sciallino di crespo, una lampadaa sospensione che aveva illuminato i gai desinaretti dellapiccola famiglia riunita e, in ultimo, l'anello nuziale...

    Quando, spinta dalla disperazione, aveva scritto lasupplica al principe Renato fratello del Re, il medico leaveva detto poche ore avanti:

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  • Se potesse condurre il bambino in un paese picaldo, forse ci sarebbe ancora modo di salvarlo. Aveteparenti nel mezzogiorno?

    Margherita ricord piangendo che a W..., piccolopaesello ben difeso dai monti e relativamente caldo,abitava una sua zia, abbastanza agiata, che pi volte leaveva offerto ospitalit.

    Ma come muoversi, senza un centesimo? Come farfronte alle spese d'un viaggio abbastanza lungo?

    Rivolgetevi alla casa Reale, al principe Renato che ricco e solo aveva suggerito il medico.

    E la supplica era stata scritta e mandata nel giornostesso. Proprio nel momento in cui la carrozza delprincipe si ferm davanti alla porta della povera casa, ilpiccolo Ermanno dopo un violento eccesso di tosse,appoggiato il biondo capo sul petto della mamma, avevapreso il volo verso il paese incantato, ben difeso dallenubi, ove stanno a guardia gli angeli e da cui i poveribambini non tornano pi.

    Margherita, impietrita dal dolore, e, tutta intenta acontemplare il visino della sua creatura, non avvert ilrumore del coup, non i passi affrettati sulle scale.

    E solo quando nel vano del povero uscio socchiuso, sideline l'alta e maschia figura del principe, ella cacci ungrido straziante, mormorando Altezza, troppo tardi!

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  • III.

    Quando il principe Renato, soffermatosi pochi secondisulla soglia della funebre stanzetta, ebbe inteso lo sguardosul cadaverino che la sventurata madre ricopriva di baci edi lacrime, non pot trattenersi dall'esclamare:

    Ma questa pi che una somiglianza: una copia!E s'inoltr in atteggiamento pietoso.Margherita trov la forza d'inchinarsi, non quella di

    ringraziare: e in mezzo ai singulti soffocati, due parole lericorrevano continue sulle labbra:

    Troppo tardi! Troppo tardi!Il principe rimase a lungo silenzioso, sempre con lo

    sguardo fisso sul piccolo volto angelico a cui la morteaveva reso una grande espressione di serenit! Poi a vocelenta, volgendosi alla madre, disse:

    Che pensereste, Margherita, se questo vostrofigliuolo vi fosse reso?

    L'infelice donna scatt, fissando con occhi dilatati ilsuo interlocutore che prosegu, evitando di guardarla:

    Sentite, Margherita: il destino vi vuole a parte di ungrande segreto di Stato; forse il vostro angioletto cheprega per voi...

    La donna si sollev alquanto e prese l'atteggiamento dichi ascolta con attenzione.

    Margherita: il Principino ereditario, cos somigliantea questo povero piccolo morto, corre grave pericolo divita...

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  • Ammalato? Peggio ancora: V'ha chi insidia alla sua esistenza.

    Un gruppo di anarchici ne ha decretata l'uccisione... Che orrore! Un innocente! Lo mettano in salvo! quello che sto pensando, Margherita... Ma perch

    il Principino sia salvo davvero occorre ch'ei venga credutomorto di morte naturale, anche dai suoi genitori... Ungiorno, quando ogni pericolo sar scomparso, egliriprender il suo nome, la sua personalit...

    Non intendo... Non importa che intendiate molto, Margherita.

    necessario ch'io sappia se siete o no disposta a compiereun grande atto...

    Altezza, Le ripeto che non intendo; non vorrei chequesto, da Lei chiamato un grande atto fosse invece unacattiva azione...

    E io, io, cos prossimo al trono, io sulla cui onestnessuno al mondo pu trovare a ridire, io ve la proporrei?

    Ad ogni modo parli e mi dica quel che dovrei fare. Ben poco, lasciare subito il paese; le condizioni

    lacrimevoli del vostro figliuoletto, di cui tutti, per ora,ignorano la morte, giustificheranno ampiamente questavostra repentina partenza verso climi pi miti...

    Lasciare il paese? Col Principino ereditario che vi verrebbe consegnato

    questa notte alla stazione e che dovreste far passare per...vostro figlio fino a nuove disposizioni. E guai se visfuggisse una parola che potesse metter qualcuno sulla viadi scoprire il, segreto!

    Altezza!

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  • I vantaggi che ritrarreste , dalla vostra cooperazionesono i seguenti: la gloria di riacquistare un altro figlio chevi adorer, perch il Principino un angelo; una vitacomoda, anzi signorile, poich oltre alla sommaabbastanza importante che vi lascio qui (e trasse fuoridalla tasca un gonfio portafoglio) riceverete ogni mese unassegno vistoso...

    Margherita torn a curvarsi sul suo morticino, come achiedergli consiglio; poi, sollevando il capo:

    No, disse io non posso fare quanto Ella michiede. Non mi separer mai dalla mia creatura...

    Che dormir il suo ultimo sonno nei sepolcri reali,su cuscini di raso bianco, tra un nimbo di fiori...

    Tomba rubata! Ad ogni modo conchiuse il principe Renato

    alzandosi e deponendo il portafoglio sul caminetto voinon potete rimanere depositaria disinteressata di un similesegreto; se non accettate, questa sera dormirete in carcere.Per quanto tempo? Dio solo lo sa!

    Ma questa una prepotenza! proruppeMargherita. Io vi denunzier...

    Non potrete. Fino da quando sono entrato qui, sieteguardata a vista; e al primo passo che farete per sottrarvi aquanto ho stabilito sarete arrestata...

    Margherita si sent perduta e cap che non le rimanevache obbedire. Si abbandon, pi che non cadde, su l'unicapoltroncina che si trovava nella stanza e non si lasci pisfuggire dalle labbra che rari e fiochi lamenti.

    Il Principe profitt di quell'abbattimento per sussurrarleall'orecchio le ultime disposizioni.

    Poi, lentamente, si allontan.

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  • Rimasta sola, Margherita, si lasci andarecompletamente a una vera crisi di singulti e di lacrime.Poi, rivolgendosi ancora al piccolo morto, che sembravasul punto di parlarle e di sorriderle

    Tu certamente sei in cielo, anima bella! singhiozz. E come, come potrei esser degna diseguirti nella patria immortale, se ora mi rendessicomplice di un delitto?

    Il mio dovere proprio quello di denunziare almagistrato questo principe iniquo: di mostrar l'oro con cuiha tentato di corrompermi... Coraggio!

    E piena di questa idea generosa, mosse un passo versol'uscio; ma una riflessione la trattenne e la fece fremere:

    Voi siete guardata a vista le aveva detto loscellerato. Al primo passo che tentereste per sottrarvia quanto abbiamo stabilito, sareste arrestata.

    Essere arrestata, imprigionata, morire anche sotto i picrudeli tormenti, oh non fu quello il pensiero che pi lestrinse il cuore... Ella pens subito al bambino realesempre esposto alle malvagie insidie di Renato, a quelbambino reale, che rassomigliava al suo in modo dasbagliarsi.

    E se quella fatale rassomiglianza fosse appunto unsegno che ella doveva piegarsi al suo destino?

    Se fosse davvero un decreto del Signore che elladovesse rimaner madre, e d'un figlio non suo, per sottrarloa tremendi pericoli, per educarlo nell'amore e nel rispettodel bene?...

    Vedete, eh, bambini, come in certi momenti didisperazione si oscura la limpidit del ragionamento?

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  • Si pu egli mai supporre che Dio, per farci giungere aun fine nobile e virtuoso, ci consigli una via falsa?

    Povera Margherita! Forse agiva in lei, a sua insaputa, ilterrore della morte e siccome ell'era naturalmente buona epietosa, s'ingegnava di colorire, con tinte pi gentili, quelsentimento cos naturale, cos istintivo!

    Che vi dir, amici miei?A notte inoltrata, dopo aver baciato. e ribaciato mille

    volte il perduto bambino, dopo averlo bagnato di tutte lesue lacrime di mamma, ell'ebbe la forza di staccarsene, einosservata (nessuno del vicinato aveva saputo dellasventura che l'aveva colpita) si diresse verso la stazione,angolo Nord, da cui si diramavano i treni delmezzogiorno.

    Pass due ore in una tremenda agitazione,comprimendosi colla destra, sul petto, il gonfioportafoglio che le pareva ed era infatti il prezzo deltradimento e della vergogna.

    A una certa distanza due ombre nere, due uomini, nonla perdevano un momento di vista.

    Che cosa avveniva in quel momento a casa sua?Quali mani sacrileghe toccavano, profanavano il

    piccolo morto? E se non fosse stato proprio morto? Se ainuovi e bruschi contatti avesse aperto gli occhi (oh i dolcie melanconici occhi azzurri!) e avesse chiamatoMamma!.

    Oh che strazio, che strazio, gran Dio! E com'eraorrendo il delitto da lei commesso! Fra pochi istantiun'altra madre, la buona Regina, sarebbe colpita, per colpasua, da quel dolore ineffabile, sconfinato, che la mortedella propria creatura!

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  • Fra poche ore, tutto un popolo piangerebbe con ladesolata Signora!

    Ed ella intanto, la ladra, correrebbe, correrebbe, atraverso le campagne nere, a traverso le nuove regioni conla vittima innocente d'una sconfinata cupidigia!

    Lo spasimo di questi pensieri divenne s acuto cheMargherita fu sul punto di prorompere in grida, di gettarlungi da s il portafoglio e di denunziare il colpevole atutta la citt. Ma proprio in quel momento le siavvicinarono un uomo tutto intabarrato e un bambino chetremava convulsamente, quantunque ben ricoperto da unmantello pellicciato.

    Eccolo le disse semplicemente l'uomoconsegnandole il fanciullo.

    E prima che ella avesse potuto pronunziare una solaparola, egli era gi scomparso nella profonda oscurit diuna via laterale.

    Una manina fredda, ma morbidissima, cercansiosamente quella della sciagurata e una voce dolcecome un sospiro disse supplichevolmente:

    Voi non mi ucciderete, non vero, signora? Vi vorrtanto bene.

    Un tremendo sussulto ricerc tutte le fibre diMargherita.

    Quella manina, quella voce, quel tono implorante eranola carne, la voce del suo bambino malato!

    Si pieg delirante sul Principino e: Ti adorer, poverino! Sta tranquillo! gli sussurr

    piangendo! E mi difenderete se i cattivi uomini della rivoluzione

    volessero prendermi? le domand Riccardo.

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  • Margherita, da prima non cap di che uomini e di cherivoluzione andava fantasticando, il piccolo innocente.Poi, un lampo di luce le rischiar il pensiero. Certo, perfar tacere il Principino, per impedire i suoi gridi e le sueproteste, il terribile zio doveva avergli dato ad intenderequalche atroce storia! Fra poco sapr tutto pensMargherita ora necessario non perder tempo eprofittar subito del treno che parte per Monaco. Appenasaremo in vapore, se avr la fortuna di trovarmi sola colbambino, potr interrogarlo a tutto mio bell'agio.

    E a voce alta soggiunse:

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  • Certo che ti difender anche a prezzo del miosangue. Non tremar cos e chiamami mamma...

    Il fanciullo reale non rispose, ma Margherita avvertbenissimo il suono di un singhiozzo soffocato...

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  • IV.

    Era giorno da poco e gi un fermento inconsueto avevaagitata la modesta locanda ove avevano preso stanzaMargherita e il nuovo Ermanno che, ormai, seguiteremo achiamare con questo nome.

    Il telegrafo aveva portata e diffusa la notizia dellasubitanea morte del principino ereditario, trovato cadaverenel suo letticciuolo.

    Margherita si dest di soprassalto e sul primo rimasecome trasognata, guardandosi paurosamente intorno,come sotto l'incubo della febbre. Ma la vistadell'innocente bambino addormentato che le dormivaplacidamente al fianco, e le grida e le confuseesclamazioni che giungevano fino a lei, la richiamavanopur troppo alla dolorosa realt.

    Si curv piangendo sul fanciullo e con un lungo epietoso bacio sugli occhi, lo dest.

    Mary balbett egli sussultando e credendosi,come al solito, destato dalle cure affettuose dellagovernante francese che lo aiutava a vestirsi, gli preparavail bagno ecc. Mary, laissemoi donc en paix! Je veuxdormir encore!

    Oh, signorino, signorino mio, si desti per piet. Sirammenti dell'accaduto, noi corriamo dei grandi pericoli...

    Il bambino, al suono della nuova voce, spalancimmediatamente i begli occhioni azzurri in cui parevariflesso un lembo di cielo; guard per un momento, come

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  • smemorato, l'infelice donna piangente, poi aggrott lesopracciglia, si ricord e proruppe in lacrime, in lacrimeardenti, disperate.

    Riconducetemi da mia madre singhiozz riconducetemi a lei per amor di Dio!

    Caro signorino, per carit, raccolga i suoi pensieri,rifletta a quanto accaduto...

    Ah! balbett il povero fanciullo col volto lividodi terrore mi ricordo, mi ricordo! La rivoluzione!

    Senta gli disse ancora Margherita senta quelche si vocifera nei corridoi. Dicono che Vostra AltezzaReale sia stata trovata morta nel suo letto!

    Ma, se sono qui! esclam Ermanno, rifugiandosiistintivamente contro Margherita che stava vestendolo eravviandolo.

    Vede? gli uomini che l'hanno rapita e consegnata ame, hanno posto in sua vece un altro fanciullo la vocedi Margherita trem un fanciullo morto che Larassomigliava!

    Oh! E del Re e della Reg... della mamma che saravvenuto? Li avranno uccisi? come una volta i cattiviuomini francesi fecero di Luigi XVI e di MariaAntonietta?

    Speriamo, speriamo di no, Altezza! Ma intantobisogna che Ella si sottoponga a una operazione per nonesser riconosciuto... Bisogna nasconder cotesti capellid'oro sotto un parrucchino nero e cuoprire con uno stratodi crema bruna la bianchezza della sua pelle...

    E siccome il fanciullo si ritraeva in atto di disgusto,Margherita prosegu, infervorata, sottovoce:

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  • Pensi, Altezza, a quel che succederebbe se ora,uscendo da questa camera, qualcuno la riconoscesse?Certo, sarebbe una buona cosa se cadesse in mano diamici, ma se invece fossero nemici, se me la rapissero erinchiudessero me in una prigione?

    Oh, no, no! Mi tenga con s, mi faccia quello chevuole proruppe Ermanno. Io sono pronto a tuttopurch Lei, che mi sembra tanto buona, non mi abbandonimai...E da qui avanti, La prego, non mi chiami piAltezza; io, dal canto mio, la chiamer sempre mammafino al giorno, almeno, in cui il Signore non mi farriabbracciare la mia.

    E si prest docilmente alla strana toilette che lo mut inun bruno ragazzetto dal tipo meridionale.

    ** *

    Quando uscirono, dopo aver pagato un conto pi chemodesto, nessuno bad a loro, tanto tutti eranopreoccupati del recente lutto che aveva colpito la CasaReale.

    Povero piccino! disse uno abbastanzadistintamente perch le sue parole potessero giungereall'orecchio di Ermanno quella non dev'essere statacerto una morte naturale!

    Poich erano appena le nove e il treno per Insbruck nonpartiva che alle undici, Margherita e il fanciullo entraronoin una chiesa. L'infelice donna sentiva irresistibile ilbisogno di pregare, di elevare la pentita anima a Dio in uncoraggioso proposito di espiazione e di riparazione.

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  • Anche il reale fanciullo preg a lungo pei suoi genitori,per la patria che egli lasciava forse per sempre e per lo ziosciagurato, cagione di tutte le sue lacrime.

    Le dieci e mezzo battevano maestose e solenni algrande orologio della cattedrale e Margherita, preso per lamano il piccino, stava per uscir di chiesa e avviarsi allastazione, quando uno sconosciuto le si avvicinrapidamente e le mise in mano una lettera.

    L'atto fu cosi fulmineo, e l'uomo si dilegu con tantaammirabile prestezza, che Ermanno non si accorse dinulla.

    Margherita, ignorando il contenuto di quella lettera, nongiudic prudente di partecipare al fanciullo il nuovoincidente e in men che si dice presero posto in un comodovagone di seconda classe dove, per fortuna, non c'eraalcuno.

    La mana viaggiatrice non era ancora diffusa come ora;e il popolo, piena ancora la testa dei recenti ricordi delletraballanti diligenze strascicate da quattro cavalli magricoi bubboli, non si fidava ancora pienamente di quelmostro nero che filava urlando per monti e per valli colventre pieno di fuoco e senza che alcun cavallo deldiavolo lo strascicasse nella sua pazza corsa.

    ** *

    Il tran-tran del vapore, la monotonia della strada e lastanchezza ebbero presto ragione del povero Principinoche, allungatosi sopra uno dei divani laterali, siaddorment profondamente.

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  • Margherita ne profitt subito per leggere la letterastatale consegnata in modo s misterioso. Eccone ilcontenuto:

    Come potete convincervene, non vi perdiamo unmomento di vista. Ci vi serva di norma nel caso in cuispinta da uno scrupolo tardivo tentaste di sottrarviall'impegno da voi volontariamente accettato....

    Ah, l'infame! balbett Margherita soffocando agran pena un grido d'indignazione. E prosegu, tremando,l'odiosa lettura.

    Neppur l'uccidervi vi gioverebbe ad alcuna cosaalmeno per quel che riguarda il bambino. Egli non rivedrpi il suo paese n chi sapete. Ora state bene attenta alleseguenti istruzioni:

    Non vi tratterrete a Insbruck che il tempo necessarioper aspettarvi il treno che va a Venezia; e neppure inquesta citt farete lunga permanenza. Dopo una notte diriposo all'albergo dei Dogi partirete subito per Bolognae da Bologna muoverete verso Firenze. A Firenze, luogodella vostra residenza, prenderete in affitto un quartierinomobiliato in una strada poco rumorosa.

    Vi spaccerete per una vedova tedesca benestante,venuta nel mezzogiorno per ragioni di salute. Cerchereteper il bambino un buon professore d'italiano, e sarvostra cura assidua principalissima che in poco tempoegli perda con l'accento tedesco anche il ricordo della suanazionalit. Inventategli tutte quelle storie che reputereteal caso per togliergli ogni coraggio di rivelare l'esser suo.Non tenetegli nascosto che la pi lieve imprudenzapotrebbe costargli la vita. Non collocate i vostri danari inalcuna banca; ma cambiateli a poco a poco, secondo le

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  • esigenze dei vostri bisogni. Voi avete di che viverelargamente per molti e molti anni. Ad ogni modo ogni seimesi riceverete una somma importante. Abbiate giudizio ebuona fortuna!.

    Margherita si pose precipitosamente la lettera in seno, efingendo, anch'essa, di cedere al sonno, pianse a lungo,pensando allo strano destino che l'aveva voluta madresventurata e complice del pi nero delitto che l'ambizioneabbia mai registrato nei suoi lacrimevoli fasti. Ad unafermata del treno un giornalaio vendeva la Gazzetta diCollebianco ove erano tutti i particolari del luttuoso fattoavvenuto al Palazzo Reale. Margherita si affrett acomperarla, ed ecco quanto lesse allorch il treno si rimisein moto:

    La citt tutta in costernazione per il tristissimoavvenimento che ha privato il trono del suo legittimoerede.

    S.A.R. il principino Riccardo era indisposto daqualche tempo, ma trattandosi di lievissimi disturbigastrici, non era stato mai visitato seriamente dai medici.Ieri sera lagnandosi d'un po' di mal di capo non scesenegli appartamenti reali dove si festeggiava l'Albero diNatale. S.M. la Regina lo consigli a mettersi in letto: edil fanciullo, noto per la sua dolcezza, obbed. Ognunogiudichi il dolore, la disperazione delirante da cui fu presal'Augusta Signora, quando poche ore dopo, entrata incamera del figlio per dargli un bacio, non trov pi che uncadavere! Alle sue grida accorsero tutti: il Re, il principeRenato, i cavalieri, le dame di onore e tutta la servit!

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  • Ohim! Il povero piccino era ben morto! La Reginavoleva assolutamente abbracciarlo, vestirlo con le suemani, ricoprirlo di baci e di fiori!

    La sventurata Signora fu tratta quasi a forza nelle suestanze dal Re piangente, che non sa darsi pace. Il principeRenato non permise che alcuna mano estranea toccasse ilpiccolo cadavere. Con una fermezza eroica, soffocandovirilmente i singhiozzi che gli spezzavano il petto, eglistesso lav e vest il reale fanciullo e ne composepianamente le membra nella piccola bara ovattata di rasobianco...

    Povero piccolo Principe! Tutte le madri tedescheavranno una lacrima e un fiore pel gentile fanciullo che cisorrideva con tanta affabilit, e che soleva dire a' suoiprecettori:

    Quando sar grande non voglio che ci sieno pipoveri!

    Sua Maest il Re in uno stato da far piet. Hadichiarato di volersi astenere per qualche tempo da ognioccupazione inerente allo Stato, pregando il fratello a farle sue veci. Si parla gi di una reggenza, che nonriuscirebbe sgradita, considerate le forti virt che formanola base del carattere di S.A.R. il principe Renato. Ad ognimodo che il Signore consoli l'angoscia dei due genitoriaffranti.

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  • V.

    Non c'era molta gente a prendere i biglietti; quindi laMargherita non impieg molto tempo a provvedersi de'suoi, ed ebbe la singolar fortuna di entrare in unoscompartimento di seconda classe dove non c'eraun'anima.

    Via, via, si calmi, poverino disse al fanciullo cheseguitava a singhiozzare sommessamente, tenendosi lamano sulla bocca come una vecchina.

    Lei, dunque, non mi far del male? torn adomandarle, fissandole in volto i begli occhioni celesti,pieni di lacrime.

    Ma, Dio mio! Come pu Vostra Altezza Reale... Zitta, zitta, per piet la interruppe Riccardo

    terrorizzato non mi esponga al pericolo di esserriconosciuto e ammazzato!

    Ma che cosa le han detto prima di affidarla a me? Come! Lei non sa tutto? domand il Principino

    meravigliato...Margherita ebbe un sussulto di paura... Se il suo

    tradimento venisse scoperto! So, so, rispose frettolosamente, ma bene che

    Ella mi racconti tutto, anche i pi minuti particolari,affinch io possa regolarmi...

    Ecco: Subito dopo la festa dell'Albero di Natale, acui assisterono moltissimi illustri personaggi, io mi lagnaid'un po' di mal di capo; e siccome la Reg...., volevo dir la

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  • mamma, trepidante sempre per la mia salute, mi preg diritirarmi, in camera mia e di non intervenire al pranzo digala; obbedii, e verso le otto mi fu servita in camera unatazza di brodo con un'ala di pollo. Spelluzzicai pi chenon mangiassi e poich la mamma non mi avrebbepermesso di scender le scale, chiesi di andare a letto, dovemi trovo tanto bene, perch sogno di essere un fanciullopovero, felice di viver sempre con la sua mamma... LaRegina mi venne a dare un bacio e io m'addormentai quasisubito. Dopo un sonno di circa tre quarti d'ora, fuisvegliato da un lieve rumore presso la porticina segreta,dalla quale vengono talvolta fino a me i miei genitori, perdarmi un bacio durante la notte, senza il noioso interventodelle cameriere e di servi. Prima ancora ch'io fossi bendesto due uomini si precipitarono verso di me; uno mipose la mano sulla bocca, mentre l'altro mi sussurra sottovoce, ma ben chiaramente all'orecchio:

    Non una parola, non un grido, Altezza! scoppiatala rivoluzione! Il popolo acclama il principe Renato comePresidente della Repubblica e non vuol pi saperne de'suoi genitori, n di Lei! Noi La mettiamo in salvo! Ma perpiet non gridi! Si rammenti di Luigi XVI e di MariaAntonietta di Francia!

    Ah, gl'infami! mormor Margherita, fra i denti. Estringendosi al seno il reale fanciullo:

    Ella ha avuto dunque molta paura! Oh! non so dirglielo a parole! Sono stato portato di

    peso gi per la scaletta di servizio, e ficcato in unacarrozza, dove ho trovato altri due nomini, mascherati, iquali mi han detto che dovevo star buono buono, che non

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  • dovevo mai mai pi ricordarmi d'essere stato unprincipino ereditario, se pure volevo aver salva la testa.

    Voi sarete consegnato (mi ha detto quello dei dueche pareva aver maggior autorit) a una buona donna chevi porter fuori dei confini, forse in Italia. L'amerete comeuna madre e non la lascerete mai pi.

    Margherita, nell'udir risonare su quella piccola bocca laparola madre, afferr una mano del bambino e sel'accost alle labbra con indicibile commozione.

    Riccardo, intenerito da quella carezza, volle baciar lasciagurata e le disse:

    Io le vorr bene, non certo come a una mamma, maquanto pi mi sar possibile. contenta?

    Oh, caro amore! balbett Margherita, io tiadorer come se tu fossi la creaturina... una creaturinamia, e quando saremo soli, ben soli, parleremo della tuamamma, a cui spero di poterti riconsegnare un giorno.Intanto per disse tutta rasserenata da questo buonproposito bisogna che nessuno sospetti nulla. Tu michiamerai mamma e io ti chiamer... Ermanno.

    Che bel nome! osserv il principino con lavolubilit propria dei ragazzi che passano con facilit daun'idea ad un'altra. Cercher d'abituarmi a sentirmichiamar cos...

    Intanto il treno volava, volava, volava.Giunsero a Monaco a notte inoltrata. Il bambino aveva

    gran bisogno di riposo, e poich il treno non partiva perInsbruck che la mattina dopo, alle undici, ella scese alprimo albergo che trov accanto alla stazione. Allora, laluce elettrica, che fa della notte un giorno pi prolungato epi fulgido, era appena conosciuta; quindi Margherita e il

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  • nuovo Ermanno poterono attraversare il corridoio chemetteva ad una modesta cameretta senza dar tropponell'occhio, anzi, senza darlo affatto.

    Quando furono ben soli, il Principe si strinse conimpeto alla disgraziata donna, dicendole fra i singulti:

    Rendetemi alla mamma, ve ne prego! E se c' laRivoluzione, tanto meglio! Fatemi morir con lei!

    Margherita si dette a calmarlo con tutte le parole pidolci che le venivano suggerite dal suo ottimo cuore didonna e di madre; e non fu contenta che quando lo videcoricato in un buon letto ben caldo. Piano piano, e coidolci occhi azzurri ancora bagnati di lacrime, il Principinosi addorment.

    Allora la donna cominci a pensar seriamente ai casisuoi. Se fuggisse, magari dalla finestra, mentre il piccinodormiva, lasciando una dichiarazione scritta di tuttoquanto era avvenuto, e designando Renato alla vendettadei buoni tedeschi! Ella non era conosciuta, avrebbepotuto proseguire con facilit il suo viaggio in Italia e l...aspettare gli avvenimenti!... In tal modo provvedeva allasua sicurezza, al trionfo della verit e al bene delPrincipino!

    Piano piano, si avvicin alla finestra, ne tolse ichiavistelli, la spalanc e immerse il capo nell'oscurit,interrotta appena dalla luce rossastra di qualche fanale.Aguzz lo sguardo, tese l'orecchio.

    Non vide, non udi alcun rumore, un orologio lontanobatt le due dopo la mezzanotte. Ora propizia per effettuarla fuga, resa facilissima dall'esser la finestra a un primopiano, basso come un terreno; una specie di mezzanino.Senza pensare a richiuderla, col cuore che le dava fiere

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  • pulsazioni, si avvicin al letto ove continuava a dormireplacidamente il Principino. Com'era bello e mansueto inquel suo sonno d'angelo! I ricci dei capelli biondissimi, unpo' scomposti dal disagio del viaggio e dal sonno, gliformavano come un'aureola intorno alla pura fronte.Margherita si pos su di lui per dargli un bacio; ed eglimormor dolcemente, senza svegliarsi, con la piccolabocca arcuata:

    Mamma!In quel mentre, un foglio accuratamente piegato fu

    lanciato nel mezzo della stanza.La donna dette in un sussulto e corse alla finestra

    abbastanza rapidamente per scorgere un'ombra nera che sidileguava.

    Ah! dunque era stata seguita fino a Monaco! Dunqueera spiata continuamente! Dunque il destino la incatenavaormai a quella creaturina derelitta!

    Richiuse la finestra tremando e s'affrett a raccogliere ea svoltare il foglietto involto.

    Vi erano scritte poche parole, ma terribili, comesempre: state in guardia; noi vegliamo.

    Stanca, affranta da tante emozioni, Margherita si corical fianco di quegli che, oramai, ella doveva considerarecome figlio; e non tard ad addormentarsi.

    A questo punto della mia storia, mi piace di richiamar lavostra attenzione, o miei cari bambini, sopra unadebolezza umana, molto comune, pur troppo, ma dallaquale possono avere origine le pi grandi sventure e le pigrandi vergogne. Questa debolezza si chiama la paura dimorire.

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  • Certo, l'approssimarsi della morte ha fatto tremared'angoscia i santi e perfino lo stesso Ges, quandonell'orto di Getsemani preg il suo Padre divino affinchgli fosse rimosso dalle labbra il calice della supremaamarezza. Ma concesso alla fragilit umana qualchemomento d'ineffabile incertezza, dobbiamo pur ricordarciche non siamo venuti al mondo per salvar la pelle ad ognicosto, anche al prezzo d'una vilt o d'una colpa.

    Se Margherita avesse effettuato il suo progetto,lasciando il bambino all'albergatore insieme con unadichiarazione scritta, certo il perfido agente che la spiavaper ordine del principe Renato l'avrebbe uccisa.

    Ma dalla morte d'una eroina del dovere, quanti benefizisarebbero derivati!

    La restituzione del reale fanciullo ai suoi genitori, lasmascheratura dell'iniquo Renato e un nuovo esempiod'eroismo femminile da designarsi all'ammirazioneumana!

    Ma Margherita ebbe paura e tacque.Cosi l'odioso meccanismo non poteva esser meglio

    architettato.Margherita comprese che ogni tentativo di ribellione

    sarebbe riuscito inutile a lei, fatale al bambino. Mapoich, come dicemmo, ell'era naturalmente buona ereligiosa, offr in quel momento la sua sconsolata e pentitaanima a Dio, invocando la sua protezione sul capodell'innocente.

    Egli tutto pu pens e le trame complicatedegli scellerati non sono ai suoi occhi che povere tele diragno in bala del turbine.

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  • E assorta in pietosi pensieri, anch'essa ced al sonno esi svegli soltanto quando, pochi minuti prima di giungeread Insbruck, una dolce voce le sussurr all'orecchio:

    Mamma, svegliati!

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  • VI.

    Tutti i bambini del mondo, anche quelli mediocrementeistruiti, conoscono Firenze.

    Le stampe, le incisioni e in questi ultimi tempi lefamose cartoline illustrate (di cui non si pu dir tanto beneche basti) hanno riprodotto a migliaia, a milioni, tutte lebellezze artistiche della patria di Dante...

    La piazza della Signoria, gli Uffizi, la Loggiadell'Orcagna, l'Arno, il Ponte degli Orefici (Pontevecchio), Santa Maria del Fiore, Santa Croce, SanMiniato, per tacer di molti altri monumenti, sono divenutidi dominio universale e ogni piccolo italiano che sirispetta ha, nella sua collezione, una Firenze completa adomicilio.

    Ma quello che non possono rendere n le stampe, n leincisioni, n tutte le cartoline illustrate del mondo, sono idintorni della bellissima citt, quei dintorni che

    popolati di vigne e di olivetimille di fior al ciel mandano incensi.

    Questi dintorni, per cui ebbero dolcissimi impeti dialata poesia Dante e l'Alfieri, l'Ariosto e Ugo Foscolo, sivanno popolando ogni giorno di deliziosi villini,biancheggianti in mezzo a enormi ciuffi di rose, digelsomini, di lilla...

    Oh potessi condurvi meco, fanciulli, che non conosco eche amo, a traverso l'incantagione del viale de' Colli, fra le

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  • ciclopiche mura di Fiesole antica, negli storici castelli diVincigliata, di Poggio a Caiano e della Petroia! Potessi,risalendo con voi il corso del fiume fatato, condurvi invetta alle alture da cui, nel 1428, gli eserciti spagnuoli etedeschi, capitanati da Filiberto d'Orange, salutaronoFirenze.

    Ma poich tanto non m' dato, siate contenti che io vifaccia entrare spiritualmente nel salottino ombroso d'unagraziosa villetta situata appunto in quel magico viale de'Colli, sogno di tutti gli stranieri che vengono a noi.

    ** *

    In questo salottino sono riunite tre persone, che vitrattegger alla brava, cos come potrebbe fare un buonpittore da dozzina, sprovvisto d'ingegno e anche dipretese.

    Mi rif dalla bambina, dir meglio dalla giovinetta,perch la Lisa dev'essere ormai sui tredici anni.

    molto alta per la sua et, svelta e graziosa. Ha occhi ecapelli neri, un bel paio di manine bianche chevolteggiano rapidamente nelle evoluzioni richieste da uncerto suo lavoretto al crochet.

    La seconda persona... un uomo sui cinquant'anni cheha qualche cosa del servitore, dell'uomo di chiesa e...ohim! del galeotto.

    Ben complesso della persona, sbarbato e vestitosemplicemente d'una giacca di tela d'Affrica, ritto soprauno scaleo, intento a cercare un libro statogli chiesto dallaterza persona seduta a una scrivania, presso la finestra.

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  • La luce che viene da la finestra, mette in piena evidenzai lineamenti dell'uomo; ha gli occhi azzurri, assai dolci,ma un po' arrossati come di chi ha lungamente pianto o stato privo per gran tempo della luce. La bocca, dallelabbra sguarnite di pelo e sottilissime, conservava ancorauna espressione triste e dura. Se gli occhi hanno versatodelle lacrime, quella bocca deve aver bestemmiato oprofferito parole crudeli...

    La terza persona un prete, anch'esso sulla cinquantina,dalla fisionomia bonacciona, dai grandi occhi candidi, mapieni di risolutezza e di energia.

    E cos questa Fabiola Non si trova, Don Leonardo! E s de' libri ne ho

    buttati all'aria.Le manine, che volteggiano ne' laberinti dei colonnini e

    dei punti bassi, sospendono un momento il loro lavoro, ela loro proprietaria senza alzar troppo gli occhi, dicedolcemente:

    La Fabiola? Oh, caro zio, perdonami! La prestai ieril'altro a Ermanno.

    Ma e perch non dirlo subito? proruppe conleggiera impazienza Don Leonardo, mentre Ceccoscendeva dallo scaleo, crollando il capo e ridendo sotto ibaffi che avrebbe benissimo potuto avere, ma che, comeabbiamo detto, non aveva.

    Non mi sono arrischiata, zio rispose la dolcevocina.

    E s, s la conosciamo la tua timidit, sfacciatella!Mi hai saccheggiato tutti i miei scaffali per quel benedettoragazzo!

    Ha tanta voglia di leggere e di studiare il mio amico!

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  • Oh, ne so qualche cosa anch'io! un giovinettointelligentissimo! Ma almeno abbi un po' pi di giudizionella scelta dei libri che gli fai leggere! La Fabiola troppo difficile, eppoi non un libro da ragazzi!

    Ma se Ermanno non vuol saperne de' libri daragazzi! Dice che sono stupidi!

    Non ha tutti i torti! Egli non fa eccezione che pei racconti meravigliosi,

    ove i piccoli protagonisti, strappati dai genitori, liritrovano dopo lunghe e dolorose vicende...

    Tutti i tedeschi sono cos immaginosi...!Cecco si era allontanato pianamente; ma se i due

    interlocutori avessero fatto attenzione a un certo tremoliodella portiera, si sarebbero accorti che egli era rimastonascosto dietro la soglia dell'uscio ad ascoltare.

    Che differenza osserv la Lisa fra la mamma eil figliuolo! Certo che la signora Margherita non unadonna rozza, ma non paragonabile ad Ermanno! Chefinezza di lineamenti, che fare altero e nello stesso tempocortese! Pare un principe travestito!

    Tutti i tedeschi sono cos! concluse bonariamenteDon Leonardo, non perch, forse, la pensasse a quelmodo, ma perch non desiderava che la sua nipotina,figlia dell'unica sua sorella morta, si lasciasse trasportartroppo dai voli della sua fervida fantasia.

    La bambina, per, non sembrava disposta a far troppeconcessioni, e riprese:

    Ho fatto anche un'altra scoperta: La signoraMargherita Stumm non tratta il figliuolo con la familiaritaffettuosa, con la confidenza delle altre mamme; sembraquasi che, a momenti, ella abbia soggezione di lui; lo

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  • guarda trepidante, quasi volesse, senza interrogarlo, spiarei minimi desideri di lui e... te ne dir un'altra, zio: l'altrogiorno, ella gli dette del... lei!

    Belle forze! esclam il buon prete, alzandosi estropicciandosi allegramente le mani la signoraMargherita comincia soltanto ora a parlare un po'd'italiano a garbo; come vuoi che ella sia gi tantopadrona dei pronomi personali da collocarli al loro posto?Via, via, non fabbricare pi romanzi sul conto dei nostrivicini, Lisa: e piuttosto va in cucina a sollecitar Cecco chemetta in tavola. Ho una fame indiavolata stamane.

    Il tremolo della portiera si ferm per incanto, e Lisa fututta sorpresa, entrando in cucina, di non trovarvi alcuno.

    Povero Cecco pens deve avere le sue famosegiornate di scioperataggine. Fortuna che il brodo abollore. Non manca che buttar gi la minestra.

    E si mise a soffiar bravamente al fornello, senzaimpazienza, senza riprendersela con nessuno,precisamente come avreste fatto voi, piccola lettrice, chestate leggendo questa storia fantasiosa.

    ** *

    Come si potuto rilevare da questo dialogo, Margheritaaveva seguito a puntino (e come non seguirle?) leprescrizioni ricevute, e sotto il finto nome di Stummaveva preso in affitto un grazioso villino sul viale deiColli, e vi si era stabilita col caro piccino al quale sisentiva affezionata ogni giorno di pi.

    Ma Ermanno, pur mostrandosi grato alle cure dellabuona donna, non poteva dimenticar la mamma, che era

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  • anche la sua Signora, la sua Regina. E le cinque o sei gaiestanzette della nuova casa, quantunque arrise dal bel soled'Italia, gli facevano provar pi acuta, pi dolorosa, lanostalgia del suo austero palazzo storico, tutto decorato dibronzi, di statue, di arazzi: ove ciascun mobile era uncapolavoro artistico...

    E rivedeva continuamente la folla degli alti dignitariossequianti suo padre, l'alta figura disdegnosa dello zioRenato, il vispo stuolo delle dame d'onore checircondavano sua madre nei giorni di ricevimentoufficiale.

    Oh quelle dame! Com'erano buone e materne con lui!Come belle, come seducenti! Che morbidezze di broccati,che vaporosit di trine, che luccichio di diamanti sulleloro spalle ignude! Che onda di delicati profumi sisprigionava dai loro abiti da ballo!

    Poi con l'acuta percezione del desiderio rivedeval'appartamento del Re, la lunga sfilata delle sale, la severabiblioteca, lo studio, verde e oro, dove due volte al giornoegli si recava a baciar la mano a suo padre, a suo padre sdolce, s buono!

    E le fanfare? E la marcia reale? E le visite?Oh Signore, Signore, liberate il povero fanciullo reale

    dalle visioni del passato o richiamatelo, davvero, a Voi!

    ** *

    Egli cominci a provare un leggiero sollievo alleproprie amarezze nello studio amoroso sulla nostra bellalingua, nella lettura dei nostri poeti, nelle visite frequenti

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  • ai musei, alle gallerie, ai luoghi tutti ove s'accolgono lemanifestazioni pi svariate dell'ingegno umano.

    In quei luoghi, pi che in altri, sent che il genioaffratella tutti gli uomini, e che la pazienza unita ad unforte volere finiscono con l'aver ragione di tutti gliostacoli.

    Capiva che un gran mistero lo circondava: un misterodoloroso, terribile, di cui non poteva tentare pel momentodi squarciare il velo: ma fin d'allora gli fior nell'animo ildesiderio ardente di riconquistare e patria e genitori etrono con le proprie forze e col proprio lavoro.

    Poi, a mettere una nota gaia nella vita cos sconsolata,venne l'amicizia coi simpatici vicini, l'amicizia con laLisa...

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  • VII.

    Don Leonardo Capponi occupava da parecchi anniquella sua graziosa casetta, molto prima che l'architettoPoggi ideasse quella meravigliosa poesia di verde e diluce che si chiama il Viale dei Colli. Per miracolo, lacasetta che si trovava fra l'insenatura di due piccole alturefu risparmiata dal ferro demolitore; ed egli, dopo averlaabbellita come si conveniva alla novella sua importanza,le cre, adagio adagio, una minor sorella nell'elegantevillino che venne preso in affitto dalla signora Margherita.

    Il buon sacerdote, rimasto privo, giovanissimo, deiparenti pi stretti, aveva raccolto tutte le sue tenerezze sulcapo dell'unica nipotina che la sorella e il cognato,moribondi pel colera che nel 18... fece tante vittime inItalia, gli avevano raccomandata piangendo.

    Ed egli se l'era tirata su a modo suo, istruendola come siaddice a una fanciulla di civile condizione, ma lasciandoleintatte tutte quelle grazie e quelle ingenuit che oggi, purtroppo, gli studii e la vita un po' maschile tolgono del tuttoalle fanciulle.

    Negli ultimi tempi, poi, era occorso al nostro DonLeonardo un fatto assai curioso che lo aveva posto semprepi alto nella stima delle persone beone e caritatevoli.

    Una sera in un magnifico tramonto d'estate, mentrescendeva lentamente i gradini della basilica di SanMiniato dov'era stato celebrato il funerale d'un riccosignore, si vide accostare da una specie di figuro, con la

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  • giacchetta sulle spalle, il viso scarno, sbarbato e gli occhiprofondi dove sembrava che ardesse una fiamma.

    lei disse, togliendosi il cappellaccio DonLeonardo Capponi, prete officiante in questa chiesa?

    S, amico rispose, garbatamente l'interrogato. In che cosa posso esservi utile?

    Vorrei dirle due parole. In chiesa...? No rispose con precipitazione in chiesa no,

    almeno per ora. Ebbene, scendiamo per questo sentieruolo fra i

    campi, e ditemi liberamente l'animo vostro... Don Leonardo cominci lo sconosciuto subito

    a scanso di malintesi, circa un mese che sono uscito digalera...

    Il prete indietreggi istintivamente, guardandosiintorno, per l'aperta, solitaria e divina campagnafiorentina, tutta dorata dal tramonto estivo. Non che egliavesse avuto precisamente paura, che nella sua vita disacerdote a ben altre sciagure s'era trovato presente.... Maanche un prete un uomo e non fa piacere di trovarsi lasera in un luogo fuori di mano, con un uomo sconosciutoche vi dichiara d'essere uscito di galera da un mese.

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  • 47

  • Perch mi dite cos? domand dolcemente ilCapponi, dopo essersi rimesso da quel minutod'imbarazzo. Vi prevengo che io non ho paura; e chementre con le buone potrete ottener da me quello chedesiderate, mi ribello alla violenza e son pronto aresistervi fin dove mi bastano le forze.

    No, no si affrett a dir l'uomo, scostandosi comese avesse voluto dimostrar con quell'atto l'onest delle sueintenzioni io non ho detto a quel modo per menarne untriste vanto o per incuterle timore; ma per esser subitofranco e leale con lei...

    Quand' cos, vi approvo e vi ascolto. Come le dicevo, un mese appena che sono uscito

    di l, dove fui trascinato da... Amico lo interruppe il Capponi qui non siamo

    in chiesa, n voglio, quindi, la vostra confessione che mifarete, spero, in un momento pi opportuno. Ditemipiuttosto in che posso servirvi.

    Quella parola fu pronunziata in un modo cos dolce,cos umano, che il nostro ex-galeotto ne prov una speciedi rimescolamento. Ma non lo dette a dividere e continucos

    Uscii dunque di l, dov'ero stato la bellezza divent'anni (ora ne ho quarantatr, signor curato!) col miofagotto di panni sulle spalle e una cinquantina di lire intasca. Siccome in quei vent'anni mi sono sempre portatobene, tanto che il signor direttore mi faceva spesso andarein casa sua a far le faccende e mi affidava i bambiniperch li baloccassi, cos credevo che anche fuori gliuomini mi dovessero accogliere con piet, e darmi mododi guadagnarmi onoratamente questi po' di giorni che mi

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  • restano da campare! E, invece, Don Leonardo, finch misono durati quei cinquanta franchi, un po' di cameruccia eun boccon di pane li ho trovati. Non ero obbligato a dire ifatti miei: pagavo ed ero servito. Ma dopo, quando perentrare a opra da un contadino o in una bottega a far dauomo di fatica, da sguattero, da spazzino, da qualunquecosa! ero costretto, per onest, a dir di dove venivo, ohche usciate sul viso, che improperii, che minacce! Mimandano via come un can frustato!

    Che vuol che le dica! Ieri sera, dopo due lunghi giornidi digiuno, preso dalla disperazione, aveva stabilito di farl'ultimo capitombolo in Arno, quando sul ponte alle graziepass un trasporto funebre... Lei era avanti a tutti, DonLeonardo, la luce delle torcie la rischiarava come se fossestato di giorno. Tre signori la guardarono e dissero:Eccolo il vero prete cristiano, pieno di carit e d'amorecoi disgraziati! Chi ricorre a lui non va mai viasconsolato!.

    Dove sta? domand uno di quei tre signori. Nella via tale rispose un altro; ma fino ad una

    cert'ora della sera si trova sempre a San Miniato...Eccole detto tutto, Don Leonardo, fino da ieri sera

    stabilii di presentarmi a lei, di esporle il mio caso edeccomi qui.

    Il prete si ferm un momento in mezzo alla via,pensieroso. Il sole era omai calato dietro la vetta de'poggi, ma aveva diffuso pel cielo un tale splendore diporpora e d'oro che tutto il viso del sacerdote ne erailluminato.

    Non ho altro desiderio che di credervi e d'aiutarvi disse dolcemente. Ma pur necessario, non ve lo

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  • abbiate a male, che io m'informi dell'esser vostro; ch'ioabbia dei ragguagli precisi sui... disgraziati vent'anni,passati in quel luogo d'espiazione. Non temete, per, nonvi rattristate: di qualunque genere sieno le informazioniche attinger sul vostro conto io non vi abbandoner pi...

    Ah! fece l'ex galeotto con slancio di gratitudine, ebaci le mani del Capponi.

    Indegnamente riprese sorridendo il sacerdote io rappresento un po' Iddio: e Iddio non si lascia sfuggirele anime che ricorrono a lui. Quindi... Se non foste statobuono, come mi avete assicurato e come credo, vi, aiuterin un'altra maniera. Come vi chiamate?

    Cecco... Francesco Agnelli. E venite?... Da Volterra. Basta cos. Cominciando da ora passate tutti i giorni

    da casa mia, a mezzogiorno e la sera a mangiare un po' diminestra. La notte anderete a dormire da un contadino mioamico che non vi far usciate n mal garbi e al quale, delresto, non siete obbligato a dir nulla! Fra otto o diecigiorni vi accomoder in modo pi sodisfacente. Addio, afra poco...

    E Don Leonardo si allontan, lasciando Cecco in unostato che confinava con la beatitudine...

    Dopo tre giorni di quello strano incontro, il nostro DonLeonardo riceveva la seguente lettera del direttore delBagno penale di Volterra:

    Reverendo Signore, non so dirle quanto io sia rimastocontento nel ricever notizie del mio povero Cecco a cuisono sinceramente affezionato; e nel sapere che

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  • quell'anima dolorosa ha incontrato la sua. Oh, s,reverendo Signore, prenda pure, senza tema, a proteggereil disgraziato; lo accolga con sicurezza sotto il suo tetto enon avr a pentirsene. Dell'antica violenza (a ventidueanni, in un impeto di cieca rabbia e dietro graveprovocazione, egli uccise un compagno di giuoco e didisordini!) non gli rimasto che un odio ardente per ilmale, una smania di veder trionfare la giustizia, unaprofonda piet per tutti i perseguitati.

    Pregando Iddio che le conceda ogni bene, ho l'onore,Signore, di professarmele

    Devot.X.

    (Direttore del Penitenziario di Volterra).

    Letta questa lettera, Don Leonardo chiam a s Cecco,che stava appunto in anticamera, egli disse: Amico, ioti offro qui, nella mia casa, un posto di servitore; saraitenuto in conto di un membro della famiglia, avrai tutta lamia fiducia, desinerai alla mia tavola, parteciperai alle mierare contentezze e ai molti miei dolori. Quindi...

    Il buon prete non pot proseguire. L'ex galeottoproruppe in un violento scoppio di pianto, e balbett fra isinghiozzi

    Giuro di vivere e di morire per lei...Ed ecco come Cecco fece parte della famiglia Capponi.

    ** *

    una dolce profumata sera di luglio: il caldo ha forsemolestato un po' pi del solito, durante il giorno, i buoni

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  • fiorentini; e specialmente quelli che, troppo fedeli allevecchie costumanze, preferiscono soffocare in due o treanguste stanzette poste nel centro della citt, piuttosto cheallungare un po' pi la strada e abitare qualche graziosacasina fuori d'una barriera. Certo che lo scorgere dallefinestre della propria abitazione uno spicchio dellaCattedrale, un finestrone di Palazzo Vecchio o un'arcatadegl'Uffici deve far piacere, sopratutto a chi innamoratodell'arte; ma la vista de' monti, l'aria libera che circolanelle povere stanzine, il piccolo orticello da cui ladiligente mamma ritrae tanta buone ed utili cose, sono digran lunga preferibili.

    Le finestre del villino di Don Leonardo erano tutteaperte alle fresche aure notturne; e sulla terrazzailluminata sobriamente da alcune lampadine multicolorialla veneziana, chiacchieravano del pi e del meno i nostriamici, fra i quali la signora Margherita e... Ermanno;Cecco, in un angolo, fumava silenzioso qualche mezzosigaro dovuto alla benevolenza del padrone. Un veroquadro di famiglia, almeno per chi avesse giudicate lecose dall'apparenza.

    Sicch questa nostra Firenze t'incanta ogni giorno dipi, eh, Ermanno? domand il buon prete al fanciulloche con gli occhi fissi verso un punto lontanodell'orizzonte sembrava immerso in gravi pensieri. Eglinon rispose.

    Ermanno! esclam vivamente la signoraMargherita non senti quel che ti dice Don Leonardo?

    Il giovinetto dette in una scossa violenta. Oh, no,purtroppo, non udiva, in quel momento! Oltre al fatto dinon essersi ancora potuto abituare a venir chiamato senza

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  • il titolo di Altezza e con un nome diverso dal suo, il suopensiero volava sempre ai suoi diletti lontani! E in quellamite sera di luglio, tutta scintillante di stelle, egli rivedevail magnifico parco di Collebianco, le statue, i giardini, levasche, le terrazze marmoree prospicienti sul lago... Erivedeva se stesso, seduto ai piedi della Regina, dellamamma, che aveva sempre qualche graziosa storiella daraccontargli!

    Scusi! disse gentilmente.E quando Don Leonardo ebbe ripetuta la domanda: Oh esclam se la bella Firenze m'incanta!

    Potessi trasportarvi... e s'interruppe confuso. Hai lasciato dei parenti molto cari in Germania?

    gli domand Lisa.

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  • 54

  • S, s si affrett a rispondere abbiamo, lasciatouno zio, dei cugini...

    Ah!...E la conversazione torn a languire. Don Leonardo

    cominci a credere che la sua nipotina non avesse tutti itorti quando esternava il dubbio che un qualche grandemistero avvolgesse la pallida signora; e il fanciulloErmanno a dissipare quel malessere, riprese con vivacit:

    La mamma ha voluto darmi una grande contentezza,Don Leonardo. M'ha fatto prendere un abbonamento alGabinetto letterario Vieusseux... Cos potr prenderequanti libri voglio!

    Che cos' il Gabinetto Vieusseux? domand laLisa.

    un'importantissima libreria circolante... Dove si hanno i libri a domicilio mediante una tassa

    mensile? S disse Ermanno tutto contento. Con pochi

    soldi al mese, che tutti potrebbero economizzare su tantespese inutili, si possono leggere bellissimi racconti, storiedi viaggi, di scoperte scientifiche, romanzi...

    Tutta codesta roba in italiano? torn a domandarela Lisa.

    In tutte le lingue del mondo, bambina mia disseDon Leonardo. Oltre a cotesto vantaggio, il Gabinettooffre magnifiche sale per la lettura dei giornali stranieri,delle Riviste, ecc.

    Che cosa prenderai di bello domani? Un romanzo diWalter Scott?

    Oh Lisa! E puoi pensarlo? per quanto io stimi ilgrande scrittore scozzese non posso preferirlo ai miei cari

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  • tedeschi! Che racconti interessanti tutti pieni di fate, diguerrieri, di bei principini sventurati!

    Questa sera non sto benissimo disse la signoraMargherita. N so se domani potr accompagnarti dalVieusseux.

    E io non ci sono, signora? brontol dal suoangolo Cecco. Il padrone mi ha detto di star sempre asua disposizione.

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  • VIII.

    Era un pezzetto che Margherita non si sentiva bene. Unsordo malessere che le serpeggiava nel sangue e mettevadue macchie rosse sulle sue guancia, la rendeva triste eirrequieta. Pur nonostante, le giornate, alla peggio, lepassava; ma le notti, le notti erano per lei addiritturainsopportabili. Dormiva appena, e i brevi sonni levenivano turbati da terribili visioni. Ora le appariva lafaccia torba del principe Renato che le imponeva difuggire rapidamente di terra in terra per nascondere iltemuto fanciullo: ora le si faceva innanzi, pallida di doloree tutta avvolta nei crespi del lutto, la sventurata Reginache le sussurrava con voce rotta dai singulti:

    Rendimi il mio bambino!E quasi ci non bastasse, vista pi d'ogni vista

    angosciosa, le compariva davanti agli occhi il piccoloErmanno.

    Toglimi le diceva piangendo da questosepolcro reale. La corona, i fregi, i marmi troppo gravanosul mio delicato corpicino... Strappa d'intorno a me questofasto bugiardo, mamma. La morte non deve mentire comementisce la vita. Prendimi, mamma, fammi dormire cost,vicino a te, su quel colle fiorito che prende il nome dalleCroci.

    E rendi, mamma, rendi il povero piccolo esule alla suafamiglia. Non ti spaventi il furor di Renato. Un uomo non

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  • pu tanto in perfidia quanto ne pu il Signore in giustizia.Coraggio!

    facile supporre in quale stato da questi sogni sisvegliasse l'infelice donna.

    Si alzava sul letto con le treccie disfatte, con la frontegrondante di sudore, col cuore che le batteva in modo daspezzarsi.

    Una notte, quella appunto che segu la conversazioneserale sulla terrazza, Margherita stette pi male del solito.Balz impaurita sul letto, decisa di farla finita e ditroncare con un supremo atto colpevole quell'esistenza cheoramai le riusciva insopportabile.

    Ma ecco che dal vicinissimo monte alle Croci sisprigiona un suono flebile di campana, un suono che dicea Margherita: In questo momento da mille asilireligiosi s'inalza a Dio una voce di preghiera. Coi flebilimattutini, mille e mille poveri fraticelli inneggiano a Dio einvocano il suo aiuto per l'umanit sofferente che sta perdestarsi ai dolori quotidiani. Unisci la tua prece a quelladei tuoi sconosciuti fratelli, Margherita, e, invece dellamorte, desidera la vita per fare ammenda del tuo fallo, perriparare il grave male da te compiuto per paura.

    E poich sei debole e incerta, affidati ad un'anima fortee sicura; versa il tuo dolore nel seno del bravo sacerdoteche Dio ha messo sulla tua strada, alleggerisci il tuospirito di cotesto peso tremendo. Confessati, umiliati,chiedi forza e l'avrai...

    Cos diceva il flebile suono delle campane mattutine; eMargherita, infiammata dal loro linguaggio, promisesolennemente di obbedire al pi presto, forse nel giornodopo.

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  • E piena l'anima di questa virtuosa risoluzione, siaddorment, pi quieta, in un sonno riparatore.

    La mattina, Ermanno, a seconda del fissato, usc,insieme con Cecco, avviandosi pel viale delle Rampe,verso Firenze. Una leggiera pioggierella caduta durante lanotte aveva rinfrescata l'aria e purificato il cielo che maiera parso cos limpido ed azzurro agli occhi estasiati delgiovanetto principe. L'Arno rifletteva la purezza del cielo,i colli si staccavano nitidi dallo sfondo ceruleo e a pocadistanza la massa bruna degli Uffici parlava, essa pure, unlinguaggio di bellezza e di armonia. Ermanno non parlava.L'anima sua volava alla mamma lontana. Oh, averla avutal, vicina a lui! Aver potuto ammirar con lei quelle divinemeraviglie della natura e dell'arte! Quando saraigrandino gli diceva talvolta, accarezzandolo ticondurr in Italia. Vedremo la bella Firenze, giardinoeternamente in fiore, tra le cui ombre si aggirano ancora leanime degli antichi artisti e dei poeti! Contempleremoinsieme, ritti sulle scogliere di Posilipo e di Mergellina, imagici tramonti del golfo di Napoli! Ti guider, amorosa,fra le rovine dell'antica Roma e pregheremo sotto lenavate di San Pietro.

    Povera cara mamma! Egli la vedeva, ora, questamagnifica Italia, ma la vedeva solo, sotto un nomementito, a fianco di un vecchio forzato!

    Il vecchio forzato si era fermato, ad un tratto, nel belmezzo del Lungarno delle Grazie, guardando con pigliominaccioso un uomo assai ben vestito che si dileguavarapidamente verso la piazza dei Giudici.

    Che cosa guardate? gli domand il fanciullo.

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  • Eh, signorino! Tengo dietro con gli occhi, nonpotendo tenergli dietro con le gambe, a un figuro che, daqualche mese, divenuto la nostra ombra. Passa dellelunghe ore ne' dintorni delle nostre case e quando andiamofuori, specialmente con Vossignoria, ce lo vediamosempre fra i piedi. Non le ha mai dato nell'occhio?

    S, rispose il fanciullo, impressionato. L'hovisto pi volte, ma mi sempre mancata l'opportunit diparlarne.

    Non faccia tanto di venire a portata della mia mano brontol Cecco. Gli farei capir subito alla prima cheFirenze non terreno da spie!

    Spia! ripet ridendo il fanciullo. E a chi e suchi dovrebbe far la spia?

    Chi vivr vedr concluse l'ex galeotto e nonaggiunse altro.

    Erano giunti in Piazza Santa Trinit, in faccia alGabinetto Vieusseux.

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  • IX.

    Tutte le citt d'Italia e dell'estero posseggono una o pidelle cos dette Librerie circolanti dove il lettore,pagando una tassa mensile pi o meno elevata, ha il dirittodi scegliere i libri che pi gli convengono e di portarseli acasa.

    Per mezzo di queste simpatiche istituzioni le personedesiderose di leggere e di istruirsi possono stare in giornodi tutto quanto si pubblica, senza bisogno di comprar tuttii libri nuovi.

    E pochi son coloro anche tra i signori chepotrebbero sollevarsi a una tale spesa!

    Una fra le pi belle Librerie circolanti d'Europa sto per dire la pi bella il Gabinetto scientificoletterario Vieusseux di Firenze. Oh, potessi, cari bambini,guidarvi a traverso quelle ricche tavole piene di riviste, digiornali e di libri italiani, francesi, tedeschi, inglesi, russi,danesi!...

    Tutto quanto pu interessare e attirare l'attenzione delpoeta, dell'educatore, dello storico e dello scienziato; tuttoquanto pu divertire i dolci ozi delle signore e deifanciulli; tutto si trova l, a portata di mano!

    E per chi desidera passare qualche ora in pace, lontanodai rumori di casa, vi sono altre magnifiche sale, apertedalla mattina alle nove fino alle undici della sera.

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  • Numerosi e gentilissimi impiegati si affrettano adappagar le richieste dei lettori, i quali, per le loro scelte,possono consultare i cataloghi, stampati in tutte le lingue.

    ** *

    Appena entrato in quel luogo di elevazione morale, ilnostro Ermanno emise un gran sospiro di contentezza, gliparve di esser tornato a casa, nella sua bella e poeticareggia, nei salotti severi, ove si allineavano nellebiblioteche d'ebano tutti i grandi scrittori del mondo...

    Si avvicin con alquanta trepidazione ad un bancodavanti al quale si trovava lo stesso Cav. Vieusseux, detteil falso nome, pag la tassa e chiese un libro tedesco il cuititolo tradotto in italiano, suona, press'a poco, cos:Senza patria e senza madre.

    In quel mentre Cecco non perdeva di vista due signorid'et dall' apparenza marito e moglie che alla vistadel fanciullo fecero un gesto di altissima maraviglia; e nonso ridirvi il suo stupore quando ud la signora esclamaredistintamente, in un cattivo italiano:

    Ma sua Altezza Reale! Certo che la somiglianza prodigiosa! rispose il

    signore adattandosi il monocolo sull'occhio.Ma accorgendosi che il nostro ex galeotto li guardava

    stupefatto, mutarono discorso, allontanandosidiscretamente.

    Possiamo andare! disse il Principino avviandosiverso l'uscita.

    Che bel signorino pens il signor Vieusseuxaccompagnandolo con lo sguardo. Io non ho mai

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  • veduto una figurina di fanciullo pi nobile ed elegante diquesta!

    ** *

    Un'Altezza Reale! rimuginava Cecco fra s,mentre il giovinetto gli camminava al fianco, tutto assortonella lettura del suo romanzo. Caspiterina! Si tratta diun nonnulla! Ma che sia davvero un pezzo grosso? Tuttosi spiegherebbe! Il mistero che lo circonda e di cui lasignora Margherita non vuol dar la chiave neanche al miopadrone che, di sicuro, non la tradirebbe; quella spiasempre appostata a seguire i passi di questa creatura e...perch no? Il fare, non superbo, ma aristocratico e alterodel Signorino! Spesso gli sfuggono certe parole, certemosse che tradiscono un'origine ben diversa dalla nostra.Certo egli vuol bene alla sua mamma, ma di tanto in tantola tratta con un freddo sussiego che non naturale...Un'Altezza! Oh, io bisogna che ne abbia il cuore libero.Violenze, no, non voglio commetterne; ma quel birbo checi segue dev'essere in grado di dar delle informazioni... eio lo far parlare o io non son Cecco!

    ** *

    La mattina dopo l'incidente che abbiamo raccontato,Margherita si alz all'alba, decisa ad effettuare il suonobile proposito. Fu tutta sorpresa, avviandosi verso laporta d'uscita, di vedere gi alzato Ermanno.

    Perch vi siete levato cos presto? gli domand ladonna un po' inquieta.

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  • Il giovinetto arross, come se fosse stato colto in fallo. Non avevo pi sonno, Margherita rispose

    dolcemente e ho preferito leggere piuttosto cherimanere a smaniare nel letto...

    un pezzo che non dormiamo pi tranquilli,Altezza... mormor la sventurata a voce bassa.

    Il giovinetto le gett le braccia al collo e con tuonotenerissimo:

    Perch non mi riconduci in Germania? Megliomorire coraggiosamente in patria, io vicino ai mieigenitori e tu al tuo bambino sepolto, che condurre questavita odiosa di simulazione e di vilt.

    Ah, Altezza, Altezza! io finir con l'impazzare! sussurr piangendo la donna. Ad ogni modo pi tardiparleremo. Vado in chiesa a pregare.

    E fugg, mentre il principe crollava malinconicamente ilcapo in atto di sfiducia.

    Oh sospir quando fu ben solo se io aspettoun'eroica risoluzione da questa povera anima sconvoltadalla paura, avr tutto il tempo di fare i capelli bianchi. meglio agire. La lettura di questo libro meraviglioso in cuiun fanciullo, dopo mirabili avventure, riesce a trovar lamadre e a riconquistar la patria, mi ha illuminato la mente,m'ha detto qual' il vero dover mio: Fuggire da questagente e procurare, in qualunque modo di riavvicinarmi almio paese e alla mia famiglia, dalla quale debbo esserstato rapito per qualche misterioso e colpevole fineindipendente da ogni ragione di stato.

    Ho scorso qualche giornale e non ho mai sentitoaccennare a rivolte e molto meno a cambiamenti digoverno. Anzi, giorni sono, vidi proprio scritto, in una

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  • corrispondenza da Collebianco i nomi di pap e dellamamma. Dunque essi sono vivi e regnano... Ma come hanpotuto rassegnarsi della mia assenza? Pareva che lamamma non vivesse che per me!

    Fuggire, dunque. Ma quando, se sono quasi guardato avista, come un prigioniero? Se quel maledetto figuro sempre appostato su qualche cantonata? Bisognerebbe cheun bel mattino, all'alba, profittassi del sonno di tutti e mela svignassi!... All'alba!... Ma anche stamani ... l'alba e incasa non c' nessuno. Perch non profitto dell'occasione?

    Un ardire subitaneo, una risoluzione ardente,irresistibile, infiammarono il cuore e la fronte delgiovinetto. Corse al terrazzo per esplorare il viale ancoraaddormentato; non c'era un'anima. Allora rientr in casa,prese da uno scrittoio un pugno di biglietti di banca, conalcune monete d'argento e pianissimo usc, non senzaprima avere inviato un pensiero di tenerezza agli amicipresso i quali aveva passato molte ore serene...

    Se le cose anderanno bene tu sarai felice, o piccolaLisa! mormor fra s e spar dietro una folta albereta,fra cui biancheggiavano immersi nella nebbia le torri e lecupole della bella Firenze...

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  • X.

    Uno dei pi consolanti e difficili doveri che ci vengonoimposti dalla nostra religione certo quello dellaconfessione.

    Quanta timidit, quanta falsa vergogna bisogna vincereper avere il coraggio di confessare al sacerdote tutte lenostre mancanze! Ho sottolineato la parola tutte perchguai se il fanciullo ne tacesse una sola! La confessione,allora, invece di un sacramento diventerebbe unsacrilegio! E che consolazione quando scende sulle nostreanime il perdono celeste, quando le tre parole del ministrod'Iddio ci fanno degni di accostarci alla mensa eucaristica!

    Margherita confess tutto in mezzo ai singhiozzi e allelacrime; e al Capponi, inorridito e commosso, mancperfino la forza d'interromperla e di calmarla. Ma quandoil doloroso racconto fu finito:

    Oh, figliuola proruppe quanto male avete fattoa voi stessa e agli altri!

    Ma egli mi avrebbe uccisa, singhiozz la donna.Ah, eccola la gran parola che serve di scusa a tante

    colpevoli condiscendenze! La vita! Essa certamente undono divino di cui bisogna tener molto conto, quando sipu impiegar nell'esercizio del bene e nella glorificazionedel Signore. Ma conservarla a prezzo della vergogna, maamarla pi del dovere, pi dell'onore, pi di Dio, ohquesto no, figliuola, questo no! Aprite la storia e leggeteviil nome dei mille martiri che l'han sacrificata serenamente

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  • in omaggio alla loro fede. Quello scellerato signore nonpoteva uccidere che il vostro corpo; ma non aveva alcunpotere sull'anima vostra che si sarebbe presentata a Diogloriosa del suo martirio; che, a quest'ora, ricongiunta perl'eternit al caro piccino perduto, sarebbe immortalmentebeata!

    Che debbo fare? Che debbo fare? implorava tra lelacrime l'infelicissima donna. Ditemelo, padre, e nonesiter un'ora, un momento.

    Che cosa dovete fare? Ammenda pronta: restituire ilfigliuolo ai genitori, costituirvi, confessar pubblicamentela vostra colpa e sopportarne il castigo, qualunque essosia!

    Far, far tutto, padre. Ma ho bisogno di consiglio,di aiuto.

    Il principe Renato, vedendosi scoperto e perduto,potrebbe scendere a violenze contro il fratello, contro lacognata.... Potrebbe....

    Avete ragione rispose il buon sacerdote. Nonbisogna precipitare, ma disporre tutto con ordine e calma.

    Non vi nascondo per che necessario affrettarci,prima in omaggio al dovere e per la piet della poveraRegina; poi perch qua a Firenze si aggira da qualchetempo un'associazione di malfattori che rubano i fanciulliper farne un traffico iniquo....

    Oh, che cosa mi dite mai! E io che ho lasciato ilPrincipe solo in casa!

    Gli avete raccomandato di non uscire? Non ci ho pensato, tant'era l'ansia di venire a

    prostrarmi ai vostri piedi....

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  • Correte, correte dunque a casa! E poich il destinoha voluto cos, vegliate gelosamente sul vostro tesoro,finch non lo avrete rimesso nelle braccia materne.

    E... non mi dite una parola, una parola sola, chem'infonda coraggio, che mi metta l'anima in pace?

    Figliuola, il coraggio e la pace vi verranno dallastessa energia che impiegherete nel riparare al grave fallocommesso. Finch sussiste il male, finch, in un modo oin un altro ne godrete il frutto, finch c' una madre chelacrima sconsolatamente per colpa vostra, finch c' unoscellerato che a buon dritto vi crede sua complice, io nonposso dirvi la parola che assolve e purifica. Pregate,pregate molto. Io benedico fin d'ora voi e i vostri sforzi.Andate.

    ** *

    Quando Margherita usc dalla Basilica di San Miniato,il sole inondava della sua trionfale luce d'oro tutta laridente campagna fiorentina e il cimitero stesso nonpareva pi che un immenso giardino, seminato di aureichioschi e di statue accennanti tra il verde...

    Se non interamente consolata, Margherita si sentivaper come alleggerita da un peso enorme e questo ilfrutto che reca la confessione umile e sincera; non erastata assolta, ma benedetta nelle difficolt che ella avrebbeincontrate prima di avere interamente riparato i suoi gravitorti; e questo pel momento le bastava. Singolare effettodella preghiera! Ora tutto le pareva pi facile, piattuabile; e la vita la sua vita! non le sembrava pi che

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  • una povera miserabile cosa che ella avrebbe sacrificatocon gioia!

    Le pareva, anzi, che una dolce vocina dall'alto lesussurrasse amorosa: Mamma, oh mamma! Vieni!Vieni! tanto che ti aspetto!

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  • XI.

    Quando Margherita fu presso il portone del villino, fututta sorpresa nel vederlo socchiuso. Eppure ella era bencerta di esserselo tirato a s, uscendo! Chi poteva averloriaperto? Che il Principino fosse uscito? Che qualchemalfattore, appartenente alla famosa banda di cui le avevatenuto cenno, in confessione, il sacerdote, si fosseintrodotto in casa? Ella non aveva la forza di entrare, tantopi che uno strano malessere, affrettandole le pulsazionidel cuore, lo fiaccava letteralmente le gambe. Pure, dopoessersi col pensiero raccomandata a Dio, entr chiamandocon voce fioca: Ermanno!

    Nessuno le rispose. Sempre pi debole, sempre piturbata, sal la prima scala, ed entr nel salottino in cuiabitualmente passava le lunghe ore del giorno il giovaneprincipe: Nessuno! Uno sguardo alla scrivania aperta, dacui facevano capolino alcuni fogli di banca, la feceaccorta dell'orribile verit: il fanciullo era fuggito dopoessersi provvisto di danari! Ebbe la forza di trascinarsi allafinestra, di affacciarvisi e di chiamare a bassa voce la Lisache stava cogliendo i fiori nell'orto sottostante.

    Questa alz il capo e veduto il volto scomposto,cadaverico, della signora Margherita, dette in un grido disgomento e in men che si dice fu presso a lei...

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  • 71

  • Fu appena in tempo a sorreggerla, e ad adagiarla sulcanap ov'ella parve riaversi un momento.

    Il Principe fuggito! balbett con un fil di voce. Il Principe! ripet la fanciulla esterrefatta. Di

    chi intende parlare, buona signora? E nel suo spaventosuppose per un momento che Margherita delirasse.

    ...il Principe! ripet la sventurata. Ermanno non mio figlio. un giovinetto di sangue reale, rapito alla suafamiglia per le scelleratezze di uno zio... Renato...Riparate al mio fallo... Io muoio!

    Il Capponi, che era uscito di chiesa pochi minuti dopoaver udito la confessione di Margherita, era statoprevenuto, appena giunto a casa, dell'improvviso maloreche aveva assalito la poveretta e si era affrettato a correrda lei. Col colpo d'occhio sicuro che posseggono coloroche per il loro ministero si trovano frequentemente alcospetto della morte, egli si accorse che Margherita eraagli estremi. Le s'inginocchi accanto, facendo cenno allanipote di allontanarsi; poi con voce ben chiara le sussurrall'orecchio la sacra formula dell'assoluzione.

    Una gioia purissima si diffuse sul volto della poverinache rivolse al sacerdote il pi dolce, il pi commoventedei suoi sorrisi: poi balbett con voce appena intelligibile:

    Il mio bambino morto... Egli vive eternamente in Dio, Margherita, e stende le

    braccia alla mamma!Un nuovo sorriso, un prolungato sospiro l'anima della

    povera debole donna si era sprigionata dal suo involucromortale.

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  • Dov' il Signorino? domand subito il Capponialla Lisa che, ritornata presso la morta, ne ricomponevapietosamente le membra.

    O zio! E non lo sai? fuggito! questo il colpo cheha ucciso la povera signora! Ma noi dobbiamo cercarloe...

    Il sacerdote fece cenno alla giovinetta di tacere e siraccolse in una profonda meditazione.

    Come ricercare il fanciullo? Quali indizi e schiarimentioffrire alla polizia? Come riparare al grave fallo diMargherita?

    Egli aveva saputo tutto in confessione; e poteva egliservirsi di questo mezzo per far trionfare la verit, perrendere un figliuolo ai genitori derelitti? No, non poteva.Il segreto della confessione sacro, inviolabile, e non sipu tradire neanche se ne andasse la vita di un uomo,mille vite di uomini, quella dello stesso sacerdote!

    Un gemito prolungato usc dalle labbra del vecchiovenerando che si nascose la faccia tra le mani, in atto diprofondo sgomento.

    Ma il Signore nei suoi alti intendimenti aveva inviatouno dei suoi angeli al fianco della donna morente, laquale, come sappiamo, aveva rivelato il doloroso segretoall'atterrita fanciulla.

    Questa indovin i pensieri che travagliavano l'amatozio, e gli disse senz'altro:

    Caro zio, debbo farti una importante rivelazione. Ilgiovinetto Ermanno non figlio di questa povera donna.Essa mi ha detto, pochi minuti prima del tuo arrivo, cheesso appartiene a stirpe reale e che stato rapito alla suafamiglia. Mi ha supplicato di adoperar tutti i mezzi per

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  • riparare a questo... grave fallo. Quindi, io credo chefaremo bene a cercare nelle sue carte tutto quanto pumetterci sulla via della verit!

    Il pio sacerdote beveva le parole della fanciulla comeun assetato le stille refrigeranti d'una fresca sorgente.

    Oh gioia immensa, purissima, quella di poter fare ilbene, di poter riparare all'errore senza venir meno alproprio dovere!

    Come si era mostrato pietoso il Signore nel permettereche la buona fanciulla ricevesse la suprema confidenzadella sventurata!

    Oh, che mi dici! esclam il Capponi con vocecommossa. Certo che adempiremo al desiderio dellapovera donna! E non mi chiamer contento finch nonavr rimesso il fanciullo nelle braccia dei suoi genitori.Ma dove sar andato?

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  • XII.

    Era tale e tanto l'ardore che aveva acceso il nostroErmanno che egli, scendendo a precipizio il colle di SanMiniato, non riflett affatto all'importanza dell'atto da luicompiuto, non ai pericoli a cui andava incontro, non alledifficolt che avrebbe dovuto superare.

    Ma non appena ei si trov solo, in citt, possessore diuna somma vistosa, inesperto assolutamente della vita,prov come un rimescolio interno che lo obblig a sostaree a rifugiarsi nella vicina chiesa di San Niccol, deserta aquell'ora.

    L, in quel silenzio, pens, avr tutto il tempodi stendere il mio piano.

    Entr, si prostern a Dio e sed sopra una panchinaappartata.

    Tornare a casa? Chieder perdono a Margheritadell'atto imprudente? No, mille volte no! A che proricominciare la solita vita che nessun raggio di speranzaavrebbe mai rischiarata?

    Fuggiva egli, come tanti fanciulli imprudenti, in cercadi avventure, tanto per sottrarsi ai doveri che impone ilviver civile? Abbandonava un padre, una madre, cheavrebbero avuto un giorno bisogno del suo aiuto, della suadevozione? Ahim! Ahim! Ben altre ragioni e tutte alte etutte generose lo avevano spinto alla fuga! L'amoreinestinguibile della patria, quell