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autunno Periodico di informazione, attualità, cultura dicembre - gennaio - febbraio 2018 - n. 35 - copia omaggio dal 1962 il giornale della nostra tea IL PORTO DI SALIVOLI PUNTA IN ALTO Anno 56- n. 35 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale - 70% DCB Livorno

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9 Editoriale: È tempo di andare avanti! di Ivio Barlettani12 In tribunale la partita Governo-Rebrab di Tony Montero13 Ad Benikene: «Una causa sarebbe danno per i lavoratori» 14 Nello scenario Piombino che ruolo avrà? di Mirko Lami15 Lamiere ai quattro venti di Emilio Guardavilla16 La finestra di Giampaolo Talani17 Mirabilia18 Aziz, il cuoco che viene da lontano di Francesca Ghiribelli23 Unicoop Tirreno, luce in fondo al tunnel?24 Vergognosa offesa degli ultras laziali di Francesca Ghiribelli25 Voce ai giornalisti26 Fatti & Persone (Il consiglio Tiemme Trasporti)27 Fatti & Persone (Donne al comando)28 Fatti & Persone (I “futuri” campioni stranieri)29 Fatti & Persone (Grande successo per il marmo Cadelago)30 Il porto di Salivoli verso l’ampliamento di Emilio Guardavilla 32 Per l’Ormeggio sogno che si avvera? di Francesca Ghiribelli34 Oggi parlo io… di Laura Petrai36 Prestigioso riconoscimento per Campiglia37 Livorno in ginocchio sotto l’alluvione di Francesca Ghiribelli39 Lo strano semaforo del pronto soccorso40 Relax di Giuseppina Toncelli41 Dalila e Thiago, muoiono abbracciati di Marcello Cardinali42 Opera in legno di Giancarlo Rafanelli di Emilio Guardavilla43 #Hastag di Ginevra Bussotti44 Il murale di Poggio all’Agnello di Gianfranco Benedettini45 I benefici delle terme di Riccardo Vigetti46 In giardino: di Elisa46 In cucina: di Elisa47 Park Albatros, via all’ampliamento48 Respirando Livorno di Consalvo Noberini49 Tosca & Nando di Mario Barsellini50 In libreria di Emilio Guardavilla52 Siamo piombinesi e ci basta! di Stefano Tamburini53 La bambina che vide il mare di Licena Pizzi Maccanti54 La magia dell’arte di Daniele Toncelli56 La parola ai lettori59 Ricordo amici scomparsi60 Sandro De Monaco e le sue foto di Pierluigi Galassi62 Le pagelle nel pallone (i migliori calciatori)64 Le mie vacanze indimenticabili a Piombino di Silvia Avallone

Anno 56 - n. 35dicembre - gennaio - febbraio 2018

Periodico trimestraledi informazione,attualità, cultura

Direttore responsabileIvio Barlettani

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Marketing-pubblicitàUmberto Maria Barlettani

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Direzione, redazione, pubblicitàCorso Italia 95 - Piombino

[email protected] 0565 32843 - Fax 0565 474572

334 3378121Registrazione Tribunale Livorno

n. 167 in data 4/7/1962 r.s.

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Editore e pubblicitàCosta Etrusca Comunicazione

Grafica e impaginazioneOpus Piombino

StampaRotostampa

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Gli articoli firmatio con pseudonimo riflettono

unicamente le opinioni dell’autore

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editoriale È tempo di andare avanti! di Ivio Barlettani

Care amiche ecari amici let-tori, eccoci

nuovamente ritrovatia scambiarci gli auguridi buone feste, ma so-prattutto a rinnovarcile speranze per unnuovo anno meno ne-ro, anzi nerissimo, co-me il 2017 che sta perlasciarci. Se eravamorimasti con una situa-zione Aferpi dove per-maneva la calma piat-ta, ultimamente le cosesi sono ulteriormenteingarbugliate. Il mi-nistro Calenda ha rotto definitivamente i rap-porti con Rebrab. Ilrisultato finale, pur-troppo, non è statoquello atteso. Tutto ciò succedementre i dipendentihanno davanti solo un

anno di ammortizza-tori sociali prima delbuio completo! Cosìuna domanda sorgespontanea… non è orache il Governo agiscauna volta per tutte?L’acciaio italiano in-teressa oppure dovre-mo importarlo dallaCina? I nostri politicinon possono più pal-leggiarsi il problemain sterili e inconclu-denti “incontri, riunio-ni e quant’altro”. Ma ora voltiamo pa-gina e passiamo a il-lustrare brevementequanto troverete inquesta edizione inver-nale. La copertina cipresenta una bella im-magine del porto diMarina di Salivoli, acui abbiamo dedicatoanche un ampio ser-vizio alle pagine 30,31 e 32, in vista di un

futuro e valido pro-getto di ampliamento.Si tratta di un incen-tivo per il turismo delnostro territorio basatosu autofinanziamento. Stavolta come giornalelocale, vista la crisiche continua a incom-bere, chiediamo chele forze sindacali, po-litiche e comunali siuniscano per aprireun dibattito nei con-fronti di un progettoin giacenza dal 2014.Se i dirigenti del Ma-rina di Salivoli hannocosì tanta voglia difare usando i proprimezzi, perché non in-coraggiarli? Le even-tuali obiezioni al pro-getto dovranno chia-ramente essere valu-tate. Ebbene, è tempodi andare avanti! Da questo numero dia-mo il via ad una nuova

rubrica: Voce ai gior-nalisti, i quali – dabuoni intenditori dellecose del territorio –rispondono sui varitemi oggi sul tappeto.Per finire un consiglio:leggete il pezzo di Sil-via Avallone sulle sueindimenticabili vacan-ze a Piombino, unacittà che porta semprenel cuore. Salutiamoci con unfiducioso sguardo ver-so il futuro. Buonefeste!

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di Tony Montero

Game over, la partitaè finita. Anche i tempisupplementari con-

cessi dal Governo alla gestioneAferpi non hanno portato anessuna soluzione che ne ot-temperasse le condizioni sta-bilite. Pertanto, il ministroCalenda ha invitato il com-missario straordinario PieroNardi ad avviare le procedurelegali per la risoluzione delcontratto con Aferpi-Cevital.Alla luce di questo stato dicose, si prospetta un futuroancor più nebuloso per il polosiderurgico di Piombino: unnuovo capitolo ambientatonelle aule di tribunale per unavicenda legale che non haprecedenti nella storia dellasiderurgia italiana.Nell’ultimo incontro tra ilministro dello Sviluppo eco-nomico Carlo Calenda e laviceministro Teresa Bellanovacon il Ceo di Cevital IssadRebrab per fare il punto sullostato di attuazione degli im-pegni assunti rispetto allo sta-

bilimento di Piombino, è statoverificato che nessun progressoè stato fattivamente compiutosu tutti i punti stabiliti. Comeè noto, lo scorso 30 giugnoera stato firmato tra il gruppoCevital e il commissario straor-dinario un addendum al con-tratto di compravendita cheprevedeva nell’ordine:- la prosecuzione per ulterioridue anni del regime di sor-veglianza del Ministero sul-l’attuazione della vendita;- la rimodulazione temporaledegli obblighi di Aferpi, con

un primo step che prevedevala ripresa dell’attività di la-minazione per le rotaie entroagosto 2017 e ulteriori impegnidi natura produttiva entro imesi successivi;- l’individuazione, entro ilmese di ottobre, di una part-nership per la parte siderurgicadel Progetto Piombino o inalternativa la presentazionedi un piano industriale, conevidenza delle fonti di finan-ziamento.Al tavolo del Mise, però,Issad Rebrab e Said Benikene

non hanno portato quelle ga-ranzie annunciate allo scaderedell’addendum il 31 ottobrescorso chiudendo, di fatto,ogni speranza di trattativa.«È la solita storia – ha dettoCalenda ai sindacati uscendodal Mise – e mi sono stancatodi essere preso in giro». Nellastessa sede il ministro ha prean-nunciato a Fim, Fiom e Uilmun incontro per fare il puntodella situazione. Ma nel sin-dacato è radicata la convinzioneche solo un decreto simile aquello adottato dal Governoper l'Ilva di Taranto ai tempidei Riva, possa garantire lasopravvivenza dello stabili-mento. Di contro, le Rsu hannochiesto anche «di accelerare icontatti con i soggetti siderurgiciche si sono interessati a Piom-bino in quest'ultimo periodo»,e che il Governo intervenga«per rilanciare rapidamente lasiderurgia a Piombino che sa-rebbe condannata se dopo treanni di immobilismo Cevitalsi dovessero anche attenderei tempi lunghi della burocraziae della giustizia italiana».

Nessun progresso è stato fattivamente compiuto.«Che il Governo intervenga per la siderurgia»

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di Angela Valdes

La città apprezza l’aria cherespira e vuol continuare

a vivere senza l’inquinamentoatmosferico e acustico ge-nerato dal polo siderurgicocon il processo produttivotradizionale.Questo è quanto emergeda una rilevazione di opinione

effettuata da Costa Etruscariguardo alla nuova situazioneambientale che si è venutaa creare dopo lo stop dellaproduzione di acciaio me-diante il ciclo integrale (car-bonili, altoforno, cokeria,acciaieria) avvenuto nell’a-prile 2014. L’indagine èstata effettuata su un cam-pione statisticamente signi-

ficativo (200 unità di sessomaschile e 200 di sessofemminile) estrapolato, conproporzioni equivalenti, tratutte le fasce socio-demo-grafiche della città.Gli interpellati sono statiselezionati secondo 4 fascedi età (20-35 anni, 35-50,50-60, oltre i 60) equamenteripartiti nelle aree abitative.

Il responso è quasi unanime:il 93% della popolazionepresa a campione è contrariaalla riaccensione dell’alto-forno. Nelle stesse propor-zioni, i cittadini sarebberoben lieti di assistere allaproduzione di acciaio conforno elettrico, dislocato,però, lontano dal centroabitato.

Indagine sull’altoforno, i piombinesi dicono no

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Dopo la decisione delministro Calenda diavviare le procedure

legali per la risoluzione delcontratto Aferpi-Cevital eccola dura reazione di Said Be-nikene, ad di Aferpi e Ce-vital.«Siamo rimasti sorpresi dalladecisione del ministro Calendadi dare avvio dell'azione legaleai danni di Cevital. Pensiamoche questo tipo di strada avràsolo una vittima, i 2mila di-pendenti, appesi per anni alledecisioni della giustizia. Ci au-guriamo che non si proseguasulla strada del contenzioso

legale che altrimenti ci vedràcostretti a difenderci, avendodalla nostra il rispetto di tuttigli adempimenti formali». Eancora: «Crediamo nel nostroprogetto di rilancio delle ac-ciaierie di Piombino e stiamocontinuando a lavorare per pre-

sentare il nostro piano industrialeentro la fine di dicembre, comeprevisto dall'addendum. Unprogetto – prosegue Benikene– basato sulla riapertura del-l’altoforno e la costruzione diuna nuova fornace elettrica.Per farlo abbiamo individuato

dei partner solidi ed affidabili,Sinosteel e Magnum Steel, eriteniamo che la congiunturafavorevole del mercato del-l’acciaio ci permetterebbe lamassima valorizzazione dellenostre scelte».

L’ad Benikene: «Sorpresi da Calenda» «Una causa sarebbe

danno per i lavoratori»«Ci auguriamo non si prosegua nel contenzioso,

che altrimenti ci vedrà costretti a difenderci»

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A seguito della decisionedel Mise di procedere allarisoluzione del contratto conCevital, avrà luogo uno scon-tro giuridico tra le più quotatelaw firm italiane. Il gruppoalgerino si sarebbe affidatoalle cure legali dello studiomilanese Gianni, Origoni,Grippo, Cappelli & Partners,mentre la procedura com-missariale di Piero Nardisarà rappresentata da BonelliErede Pappalardo.

Non indietreggia di un so-lo passo il CoordinamentoArt. 1 - Camping Cig nellalotta per la difesa dellostabilimento. Stavolta contoni forti e parole ad effet-to: «Aferpi connection: daldramma alla farsa! Scam-bi di lettere all’ultimo mi-nuto, vagheggiamenti sunuovi partner che non pro-mettono nulla. Nessunagaranzia finanziaria, soloun pezzo di carta».

Anche Enrico Rossi siaspetta una mossa delGoverno.«Ci metteremo in strettoraccordo con le decisioniche prenderà il ministeroma personalmente aggiun-go: se tutto dovesse bloc-carsi, o se i tempi doves-sero allungarsi, perchénon pensare, come è av-venuto per l'Ilva, a un in-tervento ponte da partedello Stato?».

Il neonato sindacato auto-nomo Usb, fondato da Mas-simo Lami e Andrea Marianelliusciti recentemente da Fiom,si schiera per il prolunga-mento del Cds per le trentadipendenti de La Serenis-sima, la ditta vicentina ap-paltatrice delle mense azien-dali nello stabilimento diPiombino. «Chiediamo unintervento di tutte le istituzionisia locali che regionali perpoter risolvere il problema».

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14 dicembre - gennaio - febbraio 2018

di Mirko Lami*

Lo stabilimento di Taranto,il più grosso d’Europa,che fa paura ai vertici

mondiali del mondo dell’acciaio,adesso viene ceduto alla mul-tinazionale Mittal e ad unacordata di imprenditori com-preso l'italiana Marcegagliache attraverso il nome Am In-vestCo hanno presentato unpiano industriale di otto pagineche, in base a ciò che riportala stampa specializzata, siconcentra sui tagli del perso-nale: 9.930 i dipendenti cheAm InvestCo intende impiegareper il rilancio del gruppo si-derurgico quindi, sui 13.930in forza attualmente, vi sa-rebbero 4mila esuberi che sioccuperanno di ripulire tuttala fabbrica attraverso lo sman-tellamento dei vecchi impiantie di quello che non serve perla nuova produzione.Una notizia che non sapreicome interpretare perché sem-brerebbe più uno scoop elet-torale, visti gli alti numeri chevorrebbero impegnare nellebonifiche. Tutto il resto deilavoratori sarà assunto tramiteil Jobs Act perdendo tutele,salario e ricominciando dacapo una scalata professionale:un piano industriale redattodai suoi 3 commissari di go-verno. Non vi pare uno spot?In questo scenario come sicolloca Piombino? La fabbricaè praticamente ferma dopole ultime vicende, in attesadi capire le scelte che l’ottavouomo più ricco del continenteafricano intende portare avantie se vuol sempre investirecon i suoi progetti. Sicuramenteil magnate algerino, non fa-cendo parte della cerchia deisiderurgici mondiali, non haavuto quelle agevolazioni perpartire e produrre acciaio aPiombino come invece accadesu Taranto dove il Governoanticipa i soldi per la coperturadei parchi minerali per abbatterelo “spolverino”. Quindi sorgela domanda: il governo chepensa di fare su Piombino?

Togliere la fabbrica a Cevitalper attendere Jindal o chialtri? E poi, indagherà su comeil nuovo soggetto intenderebbeassumere le maestranze e inche numero? Oppure si limiteràa mettere la fabbrica in manoa chi prenderebbe tutto o solola laminazione? Il progetto diCevital su agroindustriale, ri-mane oppure svanisce? Aquando il bacino per il refittingdelle navi?Vorrei far notare che oggi chiha risistemato gli altoforni stamettendo in equilibrio i contidelle aziende siderurgiche. Cihanno detto che la siderurgianon può più essere pubblicaper gli alti costi, ma fino ache le aziende siderurgicheerano del pubblico c’era unenorme ritorno di soldi attra-verso le tasse che i lavoratoripagavano. Oggi si pensa diaiutare il sistema Paese conle tasse pagate attraverso gliammortizzatori sociali? Finoad oggi Aferpi ha versato oltrecento milioni e due anni distipendi ai lavoratori che vihanno operato, ma adessosi aprirà un periodo di cas-saintegrazione che si potrebbealleviare se le maestranze ve-nissero utilizzate per smontareciò che della fabbrica nonserve più come la cokeria.Nessun imprenditore si è in-teressato a Piombino, quindinon rimane che ripartire allaricerca di un imprenditore in-teressato, che sicuramentesarà straniero. Non intendo entrare nel merito

della vertenza perchè ritengoche ogni passo vada fatto inun contesto temporale checambia via via a seconda delledinamiche che sono presentiin una trattativa complessacome quella di Aferpi e chevengono vissute solo da chisegue in quel momento la ver-tenza. Intanto però da partedel governo ci sono delle aper-ture importanti su Taranto chepotrebbero essere utili anchea Piombino: ad esempio uti-lizzare gli esuberi negli sman-tellamenti e nelle bonifichesotto la regia e la busta pagadi un commissario di governo.Bene, ma allora ci sarebbeda chiedersi perchè non èstata fatta questa scelta ancheper Piombino. Perchè le bo-nifiche a Taranto possono es-sere fatte dal governo e aPiombino devono essere fattedall'imprenditore?Condivido a pieno la posizioneespressa dalla segretaria ge-nerale della Fiom, FrancescaRe David: «Le politiche indu-striali che ci sono oggi sonosolo quelle di andare dietroalle offerte delle imprese senzaporre vincoli, senza un ruolopubblico che abbia un senso.Questo succede solo in Italiae in nessun altro Paese eu-ropeo. Piombino ha un ruolofondamentale, oltre che storico,soprattutto per quello che pro-duce e quindi chiediamo cheil governo non vada a caso efaccia degli interventi seri».Aggiungerei che il governodeve cominciare a valutare di

rientrare in possesso di unapercentuale di azioni che, sepur di minoranza, riesca peròa gestire l’acciaio nel Paese.Credo che a Piombino si debbatornare a colare acciaio, chia-ramente con tutti i criteri egli strumenti innovativi peruna siderurgia meno impattantee ambientalmente più sicuraper la salute dei cittadini edei lavoratori, perché a mioavviso, serve un’industria trai-nante, altrimenti il settore tu-ristico e commerciale sarebberoinsufficienti a rispondere allenecessità occupazionali dellaVal di Cornia. Far ripartire al-toforno e acciaieria, in qualitempi e come? Prima ci sa-ranno da sciogliere nodi im-portanti, uno relativo al ruolodi Aferpi e verificare la volontàdi trattare con il nuovo soggettoe lasciare a breve lo stabili-mento, l'altro nodo riguardainvece un ipotetico ingressodi un nuovo soggetto (Jindal)cancellando l'attuale società.Se così fosse, si aprirebberodue scenari.1) Dove verrebbe ubicata lanuova acciaieria? Una possibileripartenza dell'altoforno po-trebbe avvenire solo nel luogodove è ubicato adesso.2) Con quali strumenti si tu-telano i lavoratori che hannofinito o finiranno gli ammor-tizzatori sociali? Forse do-vremmo pensare di chiedereper Piombino un protocollonuovo di area di crisi complessaper nuovi investimenti e nuoviammortizzatori.Le fasi della vertenza sonomolto delicate e oggi dalledichiarazioni del ministro ora-mai tramonta definitivamentel'esperienza Aferpi, nella spe-ranza che quest'ultima nonintenda aprire un contenziosolegale che porterebbe viamesi prima che un giudicesi pronunci. Se questo acca-desse, sarebbe la fine perl'acciaio a Piombino: la cittàe il comprensorio si meritanodi vivere dignitosamente comeai vecchi tempi.

*Segretario Cgil Toscana

Nessuna agevolazione a Rebrab dal governo.

A Taranto lo Stato è intervenuto anticipando denaro.

Progetto Cevital su agroalimentare, resta o svanisce?

Caso Aferpi, riflessioni di Mirko Lami segretario Cgil Toscana

Nello scenario Piombino che ruolo avrà?

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di Tony Montero

Dietro il rosso mattonedelle mura perimetraliche lo separano dalla

città, il colosso che per oltreun secolo e mezzo ha difesoe nutrito un’intera comunitàsta esalando gli ultimi, ago-nizzanti e penosi respiri. Lostabilimento siderurgico diPiombino sta morendo.Il processo involutivo di quellamacchina perfetta che dalXIX secolo in poi ha colatoe laminato acciaio per l’Italiae per il mondo è iniziato il24 aprile 2014, alle ore 10.56,quando l’Afo 4, dopo averreso la sua ultima colata, èstato spento. E da allora, ine-sorabilmente e senza soluzionedi continuità, lo stabilimentoè stato lasciato sempre piùallo sbando. Sullo sfondodegli avvicendamenti societari,delle vicende gestionali e oc-cupazionali, e dell’alternarsidi ipotesi e smentite, è cadutonel più profondo stato di ab-bandono. Il cost killing im-posto dai management che sisono susseguiti ha ridotto alminimo le presenze fino a

renderlo un relitto di lamiererugginose dislocate su 12 mi-lioni di metri quadrati di ter-reno. Prima l’area a caldo,dopo i laminatoi, e, via via,tutti i reparti accessori e com-plementari.A chi è permesso varcare iltornello di una delle portineriedi accesso ancora operative,lo scenario che si presenta èsurreale. Il silenzio assordanteregna sovrano, il caos calmospadroneggia in lungo e inlargo, dagli impianti vecchi,di nome e di fatto, fino allapalude, quella parte di stabi-limento che qualcuno, a tortoe a ragione, continua a iden-tificare con la locuzione im-pianti nuovi. I quattro ventilo spazzano senza nessunadeferenza, giorno dopo giorno,mese dopo mese, da oltre treanni. Le lamiere ammaccatedi capannoni e infrastrutturesventolano come vessilli bef-fardi di fasti antichi e vanesperanze, che nell’immaginario

comune dei dipendenti hannoassunto ormai la stessa va-lenza. La rete ferroviaria èun monumento alla memoria,quella stradale, oltre sette chi-lometri di asfalto per rag-giungere il confine più a sud,un apparato circolatorio incui il sangue non scorre più.Quei pochi che hanno l’oc-casione di incrociarvisi, dap-prima si guardano diffidenti,poi si rallegrano per l’eventoinaspettato, ed infine si sa-lutano compiaciuti più per ilfatto di sentirsi meno soli eabbandonati che per il piaceredi farlo. Non è mai confortantecondividere una disgrazia. Ilmale comune non è il gaudiodi nessuno.Nelle orecchie di una coloniafelina sempre più smunta efamelica riecheggiano ancorai frastuoni dei convertitori,gli strepiti dei carri siluro e ifragori delle colate continue.I sibili dei laminatoi. Maanche le voci amiche di turnisti

sporchi ed esausti, chiassosie irascibili, che non hannomai fatto mancare loro unpasto abbondante e succulento.Con le loro paure e le lorosperanze, i loro sogni e leloro certezze. Un mutuo ac-ceso, un’auto da rinnovare,un figlio da far studiare lon-tano. Scherzi da caserma,burle memorabili; un supe-renalotto per tutta la squadraa turno, una raccolta per unapensione, un matrimonio oun funerale. Offese e insi-nuazioni da cabaret, canzonie poesie da gran varietà. So-prannomi diventati anagrafici,resoconti di gesta eroiche diquesto o di quell’operaio chenessun romanziere saprebberaccontare meglio, che nessunapenna saprebbe scrivere conpiù maestria di quella intintanello spolverino.Ricordi, vivi ma lontani, dipersone vive ma lontane, omorte ma vicine. Tra le lamierearrugginite in balia dei quattroventi, le anime di tre gene-razioni di operai urlano de-solate la loro dignità. Sottogli occhi tristi di gatti dalcuore d’acciaio.

Stabilimento siderurgico di Piombino sta morendo.Generazioni di operai urlano la loro dignitàsotto occhi tristi di gatti dal cuore d’acciaio

Lamiere ai quattro venti

Come tira vento,è tutto un lamentìo...

‘un si dorme più!

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16 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Storiella cinese: perchéla rana non si accorgadi essere bollita bi-

sogna cuocerla molto len-tamente e quando se ne ac-corgerà non avrà più forzadi saltar fuori dalla pentolaperché sarà già cotta.La cottura lenta è iniziataaddirittura settanta anni faper noi ranocchietti, giustoa fine guerra, ma come po-tevamo accorgercene ine-briati dalla speranza di unmondo migliore? Cioccolatae sigarette, boys e coca-cola, Gary Cooper e giridi giostra, ma talmentestretti e a finestre chiuseda non poter mai però usciredalla pentola della libertàrecintataci attorno. Nel frattempo l’acqua bol-liva con dentro noi caldicaldi e sicuri al riparo dagliorchi cattivi, protetti dagliangeli controllori della de-mocrazia, la loro. Fuori

dalla pentola intanto cam-biavano scene teatri e bu-rattini con l’illusione in-dotta di essere noi a sce-gliere e muovere i fili, as-sieme ai miraggi raccontati

da una informazione ser-vile, di vittorie su mafie,ingiustizie e terrorismi.Solo i morti erano veridavvero, insieme ai dram-mi predisposti ad ingan-

narci la vista e la ragione,complice il brodo semprepiù caldo e la grande manoa girare il mestolo del caosassieme all’occhio dellalibertà, enorme quantotutto l’occidente e che maici ha perso di vista. Settanta anni di cotturahanno abbattuto ogni mi-crobo del buon pensieromorale, culturale, personalee di giustizia sociale, a fa-vore di un potere talmentepovero da possedere soloi suoi troppi soldi. Ed oracon le idee lessate e le pallecotte stiamo ancora ad ascol-tare chi pretende la nostrafiducia e se esiste sempreun colore avversario?È la pentola la nostra nemicae la mano che ci ha tuffatodentro. Siamo ancora inforze e in tempo a saltarfuori, non siamo del tuttocotti perché, non siamo ra-nocchi!

Non siamo ranocchi!

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Anche le olivenel mirino! Furti nelle auto, rapine nellebanche… la lista degli scempisarebbe infinita! Ma adessol’ultima trovata è davvero“comica”, si parla della razziadi numerose cassette di oliveraccolte da un contadino elasciate nell’aia. Per i ladriè stato un gioco da ragazzi!

La gondoladegli elbaniA Portoferraio per risolvereil problema dei parcheggi eper sfoltire il traffico si tornaa rispolverare il famoso “chic-chero”. Il soprannome dellostorico traghettatore che neldopoguerra con il suo “bar-chettino” accompagnava incittà gli abitanti delle frazionibalneari circostanti. Se Caronte era il traghettatoredelle anime nell’inferno dan-tesco, il “chicchero” quasisicuramente rappresenteràper gli elbani e i turisti un’ap-prezzata gondola durante laprossima stagione estiva.

Il gabbiano avanti con i tempiLa diversificazione? Qui danoi significa passare da una

storia industriale ad un futurodi addetti al turismo. Finia-mola di essere i “nostalgicidell’acciaio fuso”, ma pren-diamo esempio da chi perprimo ha intuito la necessitàdel cambiamento, il gabbianodi piazza Gramsci a Piombino! Se ne sta sui palazzi di viaRoma a pettinarsi contro-vento, dove sa di poter rag-granellare cibo dalle personee dai bambini che giocanointorno alla fontana. Hacapito quali luoghi “bazzicare”per sopravvivere, quasi di-menticandosi dell’esistenzadel mare, a pochi isolati.Lui, sì, che sa cosa vuoldire adeguarsi!

L’integrazione,che fatica!Cosa si intende per integra-zione? Un supermarket enon troppo distante un’a-genzia di scommesse spor-tive. Spesso il soggetto èun immigrato straniero al-l’esterno di un market conun cappellino fra le maniche recita: «Ciao babbo!Ciao mamma… ciao bello…

ciao bella!». E non pochiquelli che sganciano la mo-netina. Vediamo il nostroamico addentare un paninocon aria affamata, ma anchespendere parte di quellacifra elemosinata in agenziasu una scommessina. Dire che c’è qualcosa dimale sarebbe una bestem-mia. Un’agenzia di scom-messe fa da importante pon-te di integrazione. Non passamolto che si impari a dire:«Grande… ma vieni!», quandola scommessa è vincente.Oppure: «Porca miseria la-dra!», quando è perdente.Del resto siamo realisti, l’in-tegrazione è difficile da rag-giungere se confidiamo diincontrarci con frequenza aivenerdì letterari.

Quel treninonon conosce crisiL’unico a rappresentare lavera “stazione dei desideri”è il trenino che fa da guidaturistica e da “taxi” allacittà. Oltre a ricoprire beneil suo ruolo di animazione,

ha solidalmente vestito an-che i “panni” di cassainte-grato per dare voce allacrisi delle Acciaierie. Po-tremmo rinominarlo il treninoche non conosce crisi!

Un’ardua impresachiamata turismoE se noi imparassimo daglistessi turisti a fare turismo?Sì, proprio come quei viag-giatori in terre straniere, cheentrano nei negozi con dis-involtura e scelgono contutta calma il loro acquisto. Sono loro gli “stimatori”della cartina della città efanno il giro consigliato...Castello, Cittadella, Porticcioloe così via! Per noi locali lacittà è solo una via sparatadritta che va dal vecchioSempione alla punta dellaRocchetta, il tipico piombi-nese considera il chiostrodi Sant’ Antimo una periferiaestrema e l’asilo Pro Patriaai confini del mondo…

Mirabilia

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Claudio Capuano

Su e giùL’assessore ClaudioCapuano ha dato unadecorosa “potatina”all’ulivo un po’ bar-bone di piazza Gram-sci a Piombino, comesollecitato dai lettoridi Costa Etrusca.

Filippo Nogarin

Filippo Nogarin, sin-daco di Livorno, hafatto visita agli operaidi Camping Cig aPiombino manife-stanti per le Acciaierieportando una ventatadi solidarietà.

Paola Pellegrini, assessora al comune di Piombino,non ha risposto in merito all’iniziativa Il teatrino delSole. In tutti i comuni della provincia l’ingresso allospettacolo era gratuito, mentre a Piombino era di 4euro per adulti e di 2 euro per i bambini. Perchéquesta diversità?

Paola Pellegrini

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18 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Aziz SabihIl cuocoche vieneda lontano

Dal Marocco fino a Piombinocol pallone nel cuore

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di Francesca Ghiribelli

Sguardo buono e sorrisoaperto, fin dal primomomento ti accorgi

della serenità che sprigionail suo volto. Aziz, origini ma-rocchine ma piombinese diadozione, ci racconta la suastoria che inizia 41 anni fatra le strade assolate di Ca-sablanca, in Marocco.Un ragazzino innamoratodel calcio da sempre e conun grande desiderio, chemolti come lui serbano nelcuore, il sogno dell’Europa.Di religione musulmana, nesegue con pieno rigore ogniregola.Nel suo curriculum “colle-ziona” tre importanti episo-di che lo hanno portato a ri-schiare letteralmente la vita.Potremo definirlo l’uomoche visse tre volte, ma so-prattutto un vero esempio diserena integrazione. Ama l’Italia, è incantato dalnostro territorio, le sue paro-le vengono direttamente dalcuore e dal tono della suavoce si percepisce quantoaffetto nutra per Piombino,il luogo che lo ospita. Un af-fetto vero che non si leggespesso neanche negli occhidi chi ne è nativo.

Come è stata la tua infan-zia? Parlaci della tua fa-miglia.«Sono nato a Casablanca, laseconda città più importantedel Marocco. La mia infan-zia è quella di un ragazzinosemplice. Fin da piccolo hosempre aiutato mio padrenel suo negozio, faceva an-che mercati, ora purtroppo èdisoccupato. Mia mamma ècasalinga. Ho molti fratelli,quattro maschi e tre femmi-ne. Io sono il penultimo. Fin da piccolo giocavo apallone insieme agli altricoetanei fra le strade diCasablanca. Guardavo concuriosità in tv l’Italia gio-care, ma soprattutto hosempre tifato Milan. Ementre davo un calcio al

mio pallone sognavo adocchi aperti di essere lì inquel campo al posto di unodei tanti giocatori famosi,mentre al settimo cielo se-gnano il fatidico goal».

Quindi è stata la passioneper il calcio a portarti inEuropa?«Ho lasciato il Marocco nel2000 a 24 anni. Ho semprecoltivato il grande sognodell’Europa, quel qualcosache rappresenta un’isola fe-lice. Un obiettivo che lasciaaperta una piccola grandesperanza per il futuro. Insie-me al grande sogno ovvia-mente mi ha spinto anchel’amore per il calcio. In Marocco non è facile col-tivare una simile passione spor-tiva a trecentosessanta gradi.

Lì la mentalità è molto piùchiusa. Diciamo due grandidesideri che andando di paripasso mi hanno fatto emigrare».

Sarà stata dura abbando-nare la tua terra.«Certo, una parte del miocuore è rimasto là con la miafamiglia. Un’altra cosa chemi manca è l’atmosfera chesi respira nella mia terra, lefestività, le tradizioni. Come sappiamo i pro e icontro esistono sempre. So-no felice del fatto che grazieai mezzi che ci sono oggi,comunque sia possiamosentirci tutti i giorni a di-stanza».

Anche i tuoi fratelli hannolasciato il Marocco?«Tutti gli altri sono rimasti a

Casablanca, sono sposati esi sono creati il proprio futu-ro restando in Marocco,tranne mio fratello Musta-fah, più grande di me diqualche anno. Vive a Santa Monica, inCalifornia. Sono molto or-goglioso di lui, perché par-la ben cinque lingue e haricevuto diversi importantiriconoscimenti per il suolavoro nel campo cinema-tografico». Appena hai lasciato la tuaterra sei arrivato subito inItalia?«Sono partito da Casablancae ho raggiunto in auto Cor-dova, Spagna. Lì sono statopochissimo, in seguito horaggiunto Nizza, in Francia.Ad un certo punto però ildestino ha voluto che fossi

Aziz Sabih, classe 1976, nasce a Casa-blanca, Marocco. Un ragazzino che ini-

zia a giocare a pallone lungo i quartieri del-la sua città. La grande passione per il cal-cio batte nel suo cuore da sempre. Fin dapiccolo osserva giocare in campo l’Italia al-la tv con sguardo incantato, ma il vero tifoè per il Milan. Nel frattempo aiuta il padrein negozio svolgendo attività di mercato,mentre la madre è casalinga. Ha ben quat-tro sorelle e tre fratelli, lui è il penultimodella “squadra”. Ad un certo punto la curiosità verso il gran-de sogno che l’Europa rappresenta insie-me alla passione sportiva lo spingono a la-sciare la sua terra d’origine. In Marocco, re-sta un pezzo del suo cuore, la famiglia. La prima tappa in cui si ferma è Cordova,in Spagna. Subito dopo a Nizza, in Fran-cia, ma il destino lo porta a giocare al

Van Toff (torneo di calcetto in memoria diRuggero Toffolutti, operaio ucciso da uninfortunio in Magona), esattamente aPiombino. Sarà qui che la sua vita avràun’importante svolta, troverà la prima oc-cupazione e stringerà molte amicizie, im-portanti per imparare la nostra lingua eintegrarsi al meglio. Aziz ha fatto l’elettricista alla ditta Sei den-tro la Magona di Piombino, poi ha lavoratoin un ristorante di San Vincenzo per alcunianni. Oggi ricopre il ruolo di aiuto chef al ri-storante piombinese La Rocchetta. Il suo affetto per la nostra città è visceralee ha molto a cuore le sorti del nostro terri-torio a causa della crisi che incombe, ma ilsuo grande desiderio è restare a Piombino.È qui che ha trovato un presente sereno esoddisfacente, ma soprattutto persone chegli vogliono bene.

Chi è Aziz Sabih

Lo staff della Rocchetta, da sx Alessio Chiarentin, Francesco Assirelli, Aziz e Davide Govi

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20 dicembre - gennaio - febbraio 2018

di Umberto Barlettani

Il tratto principale del suocarattere?La solarità.Un suo difetto? Sono permaloso.Stato attuale del suoanimo?Sereno.La persona cuichiederebbe consiglio?Davide Govi, titolare delristorante La Rocchetta,dove lavoro.Il giorno più felice dellasua vita?Quando mia madre è statadimessa dall’ospedale.E il più infelice? Quando mia madre è statamale.Di cosa ha bisogno peressere felice?Della buona salute delle

persone care. Una cosa che non ha maicapito della gente?L’invidia.Il vero lusso è?La salute.Il più bel ricordo dabambino?La campanella della scuola.Cosa voleva fare a 12anni?Sognavo di fare ilcalciatore.Un consiglio ai giovani?Viaggiare e imparare lelingue.L’incontro che le hacambiato la vita?Aver conosciuto CorradoOttanelli.Città preferita?Roma.Il piatto che predilige?Ovviamente il cous cous,ma della cucina italiana

amo gli spaghetti alleacciughe.E la bevanda?Tè alla menta. Quel che detesta di più?Il razzismo. La qualità che preferiscein un uomo?La sincerità.E di una donna?La femminilità.Personaggio storico piùammirato?Cassius Clay, Muhammad Alì.Film cult?Django.Attori preferiti?Samuel Jackson.Cantanti preferiti?Vasco Rossi.Squadra del cuore?Il Milan.Una frase che porterebbesulla t-shirt?No al razzismo.

Libri preferiti?Il Corano.Hobby?Fare passeggiate.Programma televisivopreferito? Le Iene.Il regalo più bello che haricevuto?Il lavoro.Un suo rimpianto?Non aver raggiunto miofratello in America.Ciò di cui non può fare ameno?Del caffè.Nella vita a chi deve diregrazie? Ai miei genitori e agliamici Davide Govi e Corrado Ottanelli.Io vorrei?Il mio più grande sogno,aprire un ristorante aCasablanca.

Bottae risposta

AzizSabih

invitato da un amico stranie-ro a giocare il torneo VanToff a Piombino. Insomma, la mia passioneper il calcio è stata essenzia-le per conoscere il vostro belterritorio. Anzi, non possoche dire il nostro territorio,perché ormai mi sento unpiombinese».

Quindi da quel momentosei rimasto a Piombino?«No, sono tornato a Nizza,ma nel frattempo feci do-manda di lavoro alla Mago-na di Piombino. Dopo pocotempo, infatti fui chiamatodalla ditta Sei con lavori diappalto in Magona per ri-coprire il ruolo di aiutoelettricista. Ci ho lavoratoper 5 anni. Durante questa prima oc-cupazione mi sono creatoimportanti amicizie che mihanno aiutato a impararel’italiano e a sentirmi amio agio in un posto nuo-vo. Cito con piacere An-

drea e Simone, due amiciex colleghi della Magona,che sento tuttora».

L’hai definita la tua primaoccupazione. Dopo cosa èsuccesso?«Purtroppo mia madre haavuto dei problemi di salutee ho dovuto far ritorno inMarocco per alcuni mesi. Inseguito, per fortuna si è ri-presa e la sua salute è mi-

gliorata, così sono tornato aPiombino, ma intanto avevoperso il posto di lavoro allaMagona».

Nuovamente disoccupato.A quel punto cosa hai deci-so di fare? (Il suo sguardosi vela di commozione e no-stalgia).«È stato difficile, ma nessunrimpianto. Per la famiglia sifa questo e altro. E poi la

mamma è sempre la mam-ma, come dite voi! Non hoprovato nessuna sconfitta,mi sono rialzato subito. Grazie alle amicizie cono-sciute in zona, poco doposono riuscito a trovare lavo-ro in un ristorante di SanVincenzo, dove sono rima-sto per alcuni anni».

In Italia ti sei sentito subi-to accolto?«All’inizio ho avuto qualchedifficoltà, ma poi ho trovatopersone che mi hanno datouno speciale benvenuto. Pri-mo fra tutti Corrado Ottanel-li, l’ho conosciuto grazie alVan Toff che mi ha permessodi giungere fino a Piombino.Poi nel 2009 abbiamo rial-lacciato i rapporti, ed è statoproprio grazie a Corrado, extitolare del ristorante LaRocchetta a Piombino, chefui assunto come aiuto cuo-co. Lo considero da sempreil “fratello” non partorito damia madre».

La chef Tiziana Rossi e Aziz

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Lavori tuttora al ristoran-te La Rocchetta?«Certo, sono arrivato a rico-prire il ruolo di aiuto chef,per questo devo essere gratoancora a Corrado, ma ci so-no molte altre persone spe-ciali da ricordare nella lista.Nei primi anni a La Roc-chetta devo ciò che ho impa-rato allo chef Daniele Spa-gnoli, ma non posso certodimenticare Davide Govi.L’attuale titolare della Roc-chetta, prima di tutto unamico e poi un bravo mae-stro. Lavoro con Davide go-mito a gomito da sette anni,lo considero uno di fami-glia, una persona squisitache non si è mai tirata indie-tro quando avevo bisogno diaiuto. Tiziana Rossi, chef del ri-storante, mi rassicura e con-siglia sempre sulla miamansione. Ho imparato tan-to e avrò ancora molto daimparare anche da lei. Ulti-mi nella lista, ma non perquesto meno importanti,Alessio Chiarentin, came-riere, Francesco Assirelli,caposala, Leandro Puntoni,pizzaiolo, Valentina Calde-razzo, barista, Antonia, la-vapiatti e Veronica Ricchia,aiuto in cucina. Tutti buoniamici».

Si dice che tu abbia ri-schiato per ben tre volte lavita. È vero?«È assolutamente vero. So-no stati tre momenti ovvia-mente terribili. La primavolta è successo quando eropiccolo in Marocco. Ho ri-schiato di soffocare con unamonetina. La seconda è ac-caduta sempre a Casablan-ca, avevo circa 14 anni e hotemuto per la mia vita du-rante una burrasca in mareinsieme ad alcuni amici. Horischiato di affogare. Beh, per ultima… la peggio-re, direi. Durante la mia pri-ma occupazione di aiutoelettricista alla ditta Sei inMagona, nel corso della ma-nutenzione ad un tandem,

purtroppo ho preso un vio-lento colpo di altissima cor-rente. Ho fatto un volo dimolti metri accasciandomi aterra privo di sensi. Sonostato in ospedale, ma perfortuna mi hanno dimessodopo pochi giorni».

Insomma l’uomo dalle trevite? «Beh, se così si può dire…in fondo sono qui a raccon-tarlo!». (Alza le spalle conaria divertita).

Ti senti realizzato e soddi-sfatto del tuo presente aPiombino?«Sono contento di ciò cheho nel mio presente. Ho unlavoro che mi soddisfa per-sonalmente, possiedo tantibuoni amici che mi voglio-no bene e che considero co-me fratelli. Con il mio lavoro riesco adaffrontare le spese personaliquotidiane e anche a manda-re una parte dei soldi in Ma-rocco diretta alla mia fami-glia. Con tale cifra nella miaterra riescono a viverci beneper un mese».

Cosa provi quando vediscorrere alla tv le immagi-ni di barconi carichi di im-migrati in cerca di un nuo-vo futuro in Europa? «Sicuramente affrontare unasimile “avventura” non è unviaggio di piacere. Il deside-rio di trovare una vita mi-gliore è forte. Molte voltegli italiani danno alcune co-se per scontate, ma per capi-re meglio bisognerebbemettersi nei panni altrui. Dico però che da entrambele parti ci dovrebbero esserepari rispetto e tolleranza perogni tipo di religione e tradi-zione». (Il suo viso si accen-de di una luce solidale).

Cosa ti piace dell’Italia? Einvece cosa non condividi?«Amo l’Italia, è sempre sta-to il mio sogno raggiungerel’Europa. Adoro la città diPiombino, mi ha dato tanto

e continua a regalarmi unbuon presente. Non sputereimai nel piatto dove ho man-giato! Non mi dispiace peròneanche la bella Livorno. Ho sempre amato il mare,perché mi ricorda la cittàin cui sono nato. Così misembra di sentirne meno lalontananza e la nostalgia.A volte, trovo che gli ita-liani si lamentino spesso enon si accorgano che inve-ce sono nati già un po’ for-tunati».

Cosa ti piace del Marocco?E invece cosa non condivi-di?«L’amore per la mia terraresterà sempre infinito. Pro-vo malinconia per Casa-blanca, è sangue del miosangue. Non ne condivido lamentalità chiusa, a volte pe-rò la ritrovo anche in alcuniitaliani».

Un sincero consiglio ai gio-vani di oggi che hanno unfuturo incerto…«Consiglio di non aver pau-ra di spostarsi e lasciare ilposto in cui sono nati pertrovare fortuna altrove, peròsenza mai dimenticare o rin-negare le proprie origini. Esoprattutto di continuare astudiare, il momento giustoprima o poi arriva».

E invece il tuo futuro? De-sideri rimanere a Piombi-no? (Il suo sguardo sembraisolarsi per un attimo e fis-sare un punto lontano).«Non nascondo che provopreoccupazione nel sentirele notizie che riguardanoPiombino e il territorio. Lapaura che sento per il desti-no dello stabilimento side-rurgico e per i tanti negoziche chiudono i battenti. A volte quindi il pensierosorvola e torna in Marocco,ma anche in America, doveabita mio fratello Musta-fah. È una breve tentazionemista al timore di ciò chepotrebbe succedere, ma poimi guardo intorno… vedoil mare e tanta bellezza! Ilsogno di rimanere a Piom-bino diventa sempre piùforte. Devo tanto, troppo aquesta città…».

Un’ultima domanda. Ti seicreato una famiglia tuaqui a Piombino?«Al momento la mia attualee unica “fidanzata” è la cu-cina. Ah… a proposito dicucina! I piatti italiani sono buo-ni, ma a mio parere il couscous resta sempre il couscous. In fondo, piace sem-pre di più anche a voi ita-liani!».

L’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri e Aziz

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22 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Corrado Ottanelli (titolare Goldbet):

«Ho conosciuto Aziz grazieal torneo di calcetto Van Toffdi Piombino. In seguito è di-ventato un più che valido di-pendente del mio ex ristoran-te piombinese La Rocchetta.Non posso far altro che direbene di lui. Ha tanto da inse-gnare a noi italiani, con il suosguardo e i suoi modi di faretrasmette gioia di vivere. Non fa parte di lui il mini-mo concetto di violenza,non l’ho neanche mai vistoinnervosirsi. È come unfratello per me. Un prati-cante in piena regola dellareligione musulmana e ditutto ciò che impone il Ra-madan».

Davide Govi (titolare La Rocchetta):

«Aziz lavora alla Rocchet-ta da sette anni. È diventatoun ottimo amico fin da su-

bito. Lo ritengo il “figlio”venuto da lontano che conil suo buon cuore e la suasemplicità ha conquistatotutti noi. Non pecca mai dipresunzione, ma chiedesempre consiglio mostran-do una grande considera-zione del sottoscritto. Findal primo momento mi hacontagiato con la sua vo-glia di fare e ricominciareuna nuova vita». .

Tiziana Rossi(chef La Rocchetta):

«Sin dal primo momento ab-biamo instaurato un buonrapporto. In seguito l’intesafra di noi ha permesso di farnascere una speciale compli-cità portando sempre più po-sitività nel nostro lavoro. Haun sorriso aperto e lo caratte-rizza un’educazione esem-plare, che è difficile incon-trare al giorno d’oggi. Il no-stro lavoro deve basarsi sullacollaborazione e sulla genti-lezza verso la clientela».

Dicono di lui

Islam significa “totale sotto-missione, totale abbando-no, totale consegna del fe-dele a Dio”. A sua volta de-riva dalla radice aslama,che vuol dire “essere o por-si in uno stato di sicurezza”,da cui proviene pure il termi-

ne salām, ovvero “pace”. Pertanto i termini islamicoo musulmano indicano lacondizione del fedele cheattraverso la sottomissio-ne religiosa entra in unostato di pace e di sicurez-za spirituale.

SaperePAROLA ISLAM

Il cous cous è un piatto chesi basa sulla manipolazione

del grano tritato. Come diceil Corano, un pasto che siconsuma tutti insieme intornoa un unico piatto utilizzandotre dita della mano destra,perché “con un dito mangiail diavolo, con due il profetae con cinque l’ingordo”. Un piatto di valenza socialemangiato per tradizione quandoè presente tutta la famiglia,parte della comunità o in oc-

casione di ospiti speciali. Ilcous cous è diffuso in Algeria,Marocco, Tunisia, Egitto, Israe-le, Palestina, Yemen, Senegale Costa d’Avorio ed è giuntofino in Italia! A seconda dellaprovenienza ne esistono ver-sioni differenti.

La versione marocchina sidifferenzia dalle altre per al-cuni aspetti: non ha sugodi pomodoro, ne esistonovarianti con pesce, pollo,agnello e prugne, viene la-vorato diversamente con lemani e cotto al vapore. È

più leggero e digeribile, menospeziato e piccante. La pre-parazione prevede più bollituree si impiegano due ore primache sia pronto per essereservito.

La madre di Aziz e il fratello Mustafah

Cous cous , ricettasenza frontiere

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Il consiglio di amministra-zione di Unicoop Tirrenoha discusso l’andamento

della cooperativa e le stimerelative al 2017. Prima peròci sono stati i vari scioperiper chiedere all’azienda dicambiare posizione e in se-guito la manifestazione sin-dacale tenutasi a Roma sottola sede di Lega Coop congrande partecipazione dei la-voratori contro la crisi dellagrande cooperativa. «Ci sal-viamo tutti o non si salvanessuno – ha aggiunto Pie-ralba Fraddanni, segretariagenerale della Filcams Li-vorno – si deve avere la con-sapevolezza che tutti sono arischio, al momento le azioniunilaterali hanno effetto sol-tanto su alcuni dipendenti,ma è in discussione la tenutastessa dell’azienda». Dopo i suddetti risvolti ora

giunge la notizia che i datirelativi al gigante produttivosono in netto miglioramento.«Per quanto riguarda il ri-sultato di bilancio 2017 –spiegano da Unicoop – sa-ranno pienamente rispettatigli obiettivi del piano indu-striale 2017 - 2019 con per-dite che si ridurranno ad unterzo di quelle conseguitenel 2016. L’obiettivo del pia-no è tornare a conseguireutili di bilancio nel 2019». Le dichiarazioni lasciano

comprendere che comunquesia la cooperativa è piena-mente consapevole del fattoche il 2018 si presenterà comeun anno decisivo per l’attua-zione del piano industriale.«Nessun dipendente è statolicenziato confermando unimpegno preso fin dall’ado-zione del piano industriale egarantendo l’occupazione –dicono il direttore generalePiero Canova e il presidenteMarco Lami – in coerenzacon gli accordi 246 dipendenti

sono usciti o stanno uscendovolontariamente utilizzandolo strumento dell’esodo in-centivato». Nel 2017 la co-operativa ha chiuso 9 puntivendita di cui 4 in Toscanae 5 nel Lazio. «Tutti i dipen-denti sono stati ricollocati inaltre strutture di Unicoop Tir-reno – assicura il dg PieroCanova – mentre a Terracinala cooperativa sta trattandola cessione ad altro operatore.Al momento ce ne sono altri“sotto attenzione”, ma faremodi tutto per recuperarli». Nel frattempo si stanno ef-fettuando importanti interventidi ristrutturazione, rilanciodi punti vendita in Toscanae nel Lazio e investimenti ininnovazione. La cooperativasta attuando anche sperimen-tazioni di esternalizzazionelimitati ai negozi che pre-sentano consistenti perdite.

Andamento della grande cooperativa in netto miglioramentoUnicoop Tirreno, luce in fondo al tunnel?

L’obiettivo è tornare a conseguire utili nel 2019.Nessun dipendente è stato licenziato

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24 dicembre - gennaio - febbraio 2018

di Francesca Ghiribelli

Alcuni ultras della La-zio si sono resi pro-tagonisti di uno spre-

gevole atto infangando la me-moria di Anna Frank, la ra-gazza ebrea deportata e uccisanei campi di concentramento.I tifosi hanno attaccato nu-merosi adesivi raffiguranti laFrank con la maglia della Ro-ma. Fra i colpevoli anche al-cuni minori. La verità è che ancora oggi,in Italia e non solo, esiste unodio nei confronti del popo-lo ebraico. Un odio che sifonde sulla follia di pregiu-dizi troppo spesso tollerati.Tanti i gesti simboleggianti

toccante solidarietà: foto-montaggi con il volto diFrank sulle maglie delleprincipali squadre di calcio,editoriali su quotidiani confrasi del tipo “Siamo tuttiAnna Frank” e la propostaper le squadre di serie A discendere in campo con lastella di David sulla maglia. La Lazio ha portato una co-rona di fiori davanti alla si-

nagoga. Il presidente dellasquadra Claudio Lotito si èlamentato dell’assenza del-le autorità della comunitàebraica alla cerimonia…ma come ciliegina sulla tor-ta sembra ci sia stata unasua esclamazione ben pocosolidale nei confronti di ciòche è successo. Una fraseproveniente da dietro lequinte: « E andiamo a fare

questa sceneggiata!». Più che doveroso conclude-re ricordando Anneleis“Anna” Frank, diventata fa-mosa per il suo diario scrit-to durante le persecuzioninaziste. Un documento cheresterà per sempre nella sto-ria dei libri come “Il diariodi Anna Frank”. Di seguito riportiamo unsignificativo passo trattodal testo. È un gran mira-colo che io non abbia ri-nunciato a tutte le mie spe-ranze perché esse sembra-no assurde e inattuabili. Leconservo ancora, non-ostante tutto, perché conti-nuo a credere nell’intimabontà dell’uomo.

Per non dimenticare… “Il diario di Anna Frank” Vergognosa offesa degli ultras laziali

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Cristiano Lozito (giornalista Il Tirreno):

1) Nessuno lo sa, nemmenoil Governo che ha intrapre-so una strada per la qualeserve tempo e il tempo chepassa è il peggior nemicoper uno stabilimento para-lizzato. Rebrab è stretto inun angolo, ma il paradossoè che in fondo solo lui puòsbloccare la situazione. 2) Sconcertante, specie peri modi. Una brutta figura,una battaglia interna in-comprensibile per i piom-binesi mentre la città vivela più grave crisi degli ulti-mi 60 anni.3) Ormai dovrebbe esserechiaro a tutti che Piombinopuò guadagnare un pezzoimportante del suo Pil colturismo. Ma c’è ancora tan-ta strada da fare: marketing,programmazione, una regiache coordini i settori. E poiserve un cambio di mentali-tà dei piombinesi. 4) Meno conservatrice, ca-pace di crescere con un’in-dustria più leggera, un portoimportante, agricoltura diqualità, il turismo basato subellezze ambientali, servizimoderni, piaceri enogastro-nomici.

Maila Papi (giornalista Il Telegrafo):

1) Sono anni che si rincor-rono svolte e soluzioni.Impossibile fare pronosti-ci. Si può solo sperare nel-l’inizio degli smantella-menti. Il rischio altrimentiè quello di ritrovarsi unaBagnoli in casa.2) Non è stato un bello spet-tacolo. Settimane di asprebattaglie, conferenze stam-pa, botta e risposta e poi perla pace del partito tutto ap-parentemente si calma. Noncredo che domani nessunosarà amico di nessuno.3) È stata una stagione contante presenze, gente sullespiagge e anche in città. Po-co ricco però, a Piombino ilcartellone degli spettacoli.Una città che ancora non hala testa per cambiare marciain modo deciso.4) Il territorio ha enormi po-tenzialità, però serve moltolavoro. Bisogna mettere in-sieme i pezzi della piccolaimpresa: turismo, urbanisti-

ca, servizi e ambiente inun’ottica complessiva disviluppo.

Gordiano Lupi(editore e scrittore):

1) Credo che la riaperturadell’altoforno sia impossi-bile. Speriamo solo di limi-tare al massimo la perdita intermini di posti di lavoro. Ilmio futuro da sognatore ve-de uno stabilimento bonifi-cato e riconvertito a parcogiochi acquatico e a museodell’industria. Sognare noncosta niente. 2) Le tessere in casa Pd èun tema che non mi appas-siona.3) Abbiamo visto molte pre-senze in città, non solo diitaliani provenienti dalNord e dalla zona di Firen-ze, ma anche di turisti stra-nieri. Piombino senza spol-verino può regalare l’ariapiù pulita del mondo, unmare splendido e panoramisuggestivi che pochi luoghial mondo possono vantare.

4) Piombino diventeràuna città con meno abi-tanti, sarà sempre più unacittadina turistica: può of-frire un turismo balnearediverso da quello di mas-sa con il suo alternarsi diarenili e scogliere. Inoltreci sono le imbarcazioni dadiporto, i porti turistici, letratte verso le isole del-l’arcipelago.

Fiorenzo Bucci(giornalista):

1) La nostalgia alimenta iricordi ma non aiuta a anda-re avanti. Bisogna dimenti-care il periodo d’oro delgrande benessere. In futurola siderurgia sarà solo unsettore dell’economia dellazona.2) Penso a mio suocero, co-munista dalla culla, che nel1948, viaggiava al Cafaggiocon due pacchi di tessere:“Se non volete quella delPci prendete almeno quelladel Psi”. Non c’erano con-gressi in vista, né posti daspartire ma solo la speranzadi creare un mondo miglio-re. È morto senza aver vi-sto, per fortuna, un mondopeggiore. 3) Non è andata male ma dicerto siamo ancora lontanidal meritarci gli enormi re-gali che la natura ci ha of-ferto.4) Lo sa Dio e non certochi ci governa. Puntare almeglio è un dovere ma bi-sognerà prendere atto chenessuno ci porterà regali.La storia insegna che ildestino è solo nelle nostremani.

Voceai giornalisti

Costa Etrusca ha rivolto quattro domande su importantitemi inerenti il nostro territorio. Rispondono CristianoLozito giornalista Il Tirreno, Maila Papi giornalista Il Te-legrafo, Fiorenzo Bucci giornalista, Gordiano Lupi editoree scrittore.

1) Quale sarà il destino dello stabilimento di Piombino?2) Cosa pensate sulla “guerra” delle tessere in casa Pd?3) Un commento sulla stagione turistica 2017.4) Quale sarà il futuro della città di Piombino?

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26 dicembre - gennaio - febbraio 2018

fatti & persone

L’assemblea dei soci diTiemme spa, un’aziendache oggi rappresenta il

panorama dei trasporti a li-vello nazionale, ha nominatoil nuovo cda della societàcomposto da MassimilianoDindalini di Siena e dal piom-binese Marco Macchioni, chegià facevano parte del pre-cedente organismo, e deinuovi membri Guido Delmiranie Marisa Perugini. Dindaliniè stato nominato nuovo pre-sidente, carica che avevagià ricoperto in passato, oltrea quella di consigliere. Din-dalini subentra a MassimoRoncucci, mentre Marco Mac-chioni è stato confermatovice presidente. Entrano perla prima volta a far parte delcda Guido Delmirani, per ilsuo bagaglio di competenzeprofessionali e Marisa Peru-gini, per la sua conoscenzadel settore e dell’azienda,nonché per la sua profes-

sionalità. Il cda resterà incarica per il prossimo triennio. L’assemblea dei soci haespresso il suo ringrazia-mento ad entrambi i consi-glieri uscenti presenti findalla nascita di Tiemme av-venuta nel 2010, ovveroMassimo Roncucci, che haricoperto la carica di presi-dente per 5 anni, mettendola sua pluriennale esperienzanel settore e Marco Simiani,che ha portato il suo contri-buto nella fase iniziale equindi in quella di consoli-

damento dell’azienda. Il mandato del nuovo consi-glio è l’obiettivo di portareavanti la gestione della retedei trasporti urbani ed ex-traurbani su un territorio cosìvasto ed importante comequello di riferimento, con unocchio sempre rivolto allaqualità dei servizi erogati,agli investimenti per una loroulteriore crescita e allo svi-luppo di nuove tecnologie alservizio di un’utenza, le cuiesigenze sono in continuoaumento.

Dopo il titolo mondiale, ilMascalzone Latino di VincenzoOnorato ha conquistato ilprimo posto nella prestigiosagara “Hong Kong to Vietnam”.Come sfondo il caldo umidodelle acque del mar Cinese.I Mascalzoni con il vento afavore hanno fatto una regatada oltre 800 miglia in pocopiù di due giorni. Un risultatoimportante in vista della pros-sima edizione della RolexSydney Hobart, che già nel2016 lo ha visto nelle posi-zioni di testa. In bocca allupo a Onorato e al suo equi-paggio per altrettanti successi!

Onorato trionfaanche in Cina

La raccolta alimentare Donala Spesa è giunta all’ottavaedizione tenutasi nei 102punti vendita di Unicoop Tir-reno (Toscana, Lazio, Cam-pania, Umbria). Un grandesentimento di solidarietà cheè riuscito a raccogliere 63,8tonnellate di prodotti equi-valenti a 135mila pasti. La colletta rappresenta unaforma concreta di solidarietàlocale che vede un lavoro disquadra composta da oltremille persone tra volontari,soci e dipendenti Coop. Nei 57 punti vendita dellaToscana i risultati ammontanoa 37 tonnellate. I negozi diPiombino e Val di Cornia allafine hanno raccolto in totalecirca 4,5 tonnellate di ali-menti.

Buoni risultatiper Dona la Spesa

Il consiglio Tiemme trasporti

Medicina Estetica dr. R. Vigetti Cell. 338 3186467Omeopatia dr. R. Moretti Cell. 338 9343261Osteopatia dr. M. Bernardini Cell. 331 1092392Dietista dr.ssa S. Cubattoli Cell. 338 8865577

Psicoterapeuta dr.ssa A. Lenzerini Cell. 339 8668408Naturopata counselor dr.ssa. A. Tosi Cell. 348 8122726Logopedista dr.ssa Rossella De Pilla Cell. 328 6218939

STUDIO MEDICO LIBRACORSO ITALIA, 87 - PIOMBINO

Il presidente Dindalini Il vice presidente Macchioni

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27

fatti & persone

Rinnovo cariche dellaFidapa (FederazioneDonne Arti Professioni

e Affari) sezione San Vin-cenzo – Val di Cornia. Dopodue anni di presidenza ladott.ssa Neda Caroti lasciail testimone a Vilna Francioni,libera professionista ora inpensione, che per anni halavorato in studi notarili diRoma. La sua carica varràper il prossimo biennio. LaCaroti proseguirà il suo ruolo

di past-president. Il nuovo direttivo è compostoda Luana Fiorini vice presi-dente, Antonella Nencini se-greteria, Laura Anzuini teso-riera, Giulia Bini, Paola An-zuini e Laura Nelli revisoridei conti. I nuovi consiglieriAnna Parrini, Paola Ribechini,Giulietta Arispici, Elena Ba-dalassi, Clara Bozzolan eMariella Pisaneschi. Rappre-sentante delle socie Youngè Cristina Ciurli.

Donne al comando

La Sagra del Cinghiale di Su-vereto giunge alla sua 50ºedizione.L’evento si svolge in uno deisuggestivi borghi, consideratifra i più belli d’Italia. Tanti ipunti di ristoro, dove assaporareottimi piatti a base del cosid-detto “suino del bosco” conricette tipiche accompagnateda buon vin brulé, castagnee altre delizie. Intrattenimentomusicale con il “Rocca Park”,la banda del borgo, insiemea equitazione, tiro con l’arco,arte e la riscoperta degli antichimestieri.

Sagra del Cinghialea Suvereto

Ha avuto luogo la convocazione da partedell’Autorità portuale dell’Organismo di par-tenariato della risorsa mare. Ecco i membridell’Organismo facenti parte della componenteistituzionale. Stefano Corsini, presidente dell’Appe,Giuseppe Tarzia (capitaneria Livorno), RossellaLoprieno (capitaneria Piombino). Per gliarmatori (Confitarma) Piero Neri (membroeffettivo), Fabrizio Freschi (supplente). PerConfindustria Alberto Ricci (membro effettivo),Gabriele Martelli (supplente). Per le imprese(Ancip) Enzo Raugei, Enio Lorenzini (membrieffettivi), Marco Dalli (supplente), (FiseUniport) Federico Barbera (membro effettivo),Carlo Torlai (supplente). Per gli spedizionieri (Fedespedi) Gloria Dari

(membro effettivo), Maurizio Macera (sup-plente). Per gli operatori logistici (Assofer)Guido Cazzola (membro effettivo), GuidoNiccolini (supplente), (Agens/ Fedetrasportoe Agens) Stefano Mansani (membro effettivo),Alessandro Masini (supplente), (Fercargo)Mauro Pessano (membro effettivo), AndreaEpifori (supplente). Per gli agenti marittimi(Federagenti) Enrico Bonistalli (membro ef-fettivo), Laura Miele (supplente). Per Confcommercio Francesca Marcucci,Confesercenti/Confindustria/Lega CoopMassimo Marini (membro effettivo), AlessiaProsperi (supplente). Mancano all’appellodue dei tre rappresentanti dei lavoratori(per Filt Cgil designata solo Maria LuisaLironi) e uno dell’Autotrasporto.

Autorità portuale, nuovi componenti

Piombino, in arrivo il canileLa sentenza del tribunale diLivorno con la causa vintadall’avvocato Alessandro Na-poleoni obbligava il comunedi Piombino a liberare lastruttura degli ex Macelli,che potevano ospitare solocinque cani. Il numero ecce-dente è stato adottato o tra-sferito a Campagnatico. Agli ex Macelli sono rimastinove animali, anziché cinque.Tale permesso è stato rilasciato

a fronte del pagamento dellapenale prevista dalla sentenza,ovvero cinquanta euro al giorno.Un onere che si è accollatol’Enpa, aiutato da un’iniziativadi raccolta fondi. Nel frattempo si attende laconclusione dei lavori al nuo-vo canile di Montegemoli. LaPizzardi editore attraverso ilricavato della vendita deglialbum Amici Cucciolotti hagià inviato più di 40 cucce!

di Guglielmi dott.ssa ElenaCOMPRAVENDITA

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dicembre - gennaio - febbraio 201828

fatti & persone

Aseguito di una visita alMuseo del Mare dell’I-stituto di Biologia e Eco-

logia Marina di Piombino, ungruppo di extracomunitariospitati dalla Croce RossaItaliana alla Caravella, traPiombino e Follonica, è statocoinvolto in un interessanteprogetto sportivo ideato e cu-rato dal prof. Roberto Bedini,direttore dell’Istituto e tecnicodi atletica leggera per ottoanni nella Nazionale Italianacome responsabile delle corsead ostacoli.L’idea è scaturita dall’occhioclinico dell’ex allenatore che,durante la visita guidata e lerelative dissertazioni, ha in-dividuato nel gruppo numerosifisici atletici e prestanti, par-

ticolarmente idonei alle variediscipline dell’atletica leggeraquali la velocità, gli ostacoli,fondo e mezzofondo. La pro-posta di partecipazione aitest atletici è stata accoltacon grande entusiasmo datutti gli interessati. Dei 58under 21 partecipanti sonostati selezionati, con provesu pista regolamentare, 9atleti per velocità ed ostacoli(4 della Nigeria, 1 del Ghana,2 del Mali, 1 del Senegal ed1 del Gambia) e 6 per mez-zofondo e fondo (2 della Costad’Avorio, 1 del Gambia e 3

del Senegal). Il prof. Bedini seguirà velocistied ostacolisti mentre ElisaFaucci, i fondisti e mezzofon-disti.Il progetto è stato presentatoalla Regione Toscana, alsindaco del comune di Piom-bino Massimo Giuliani, alresponsabile della CroceRossa Italiana per gli extra-comunitari ospitati in loco,Paolo Martelli, alla Prefetturadi Livorno ed alla SocietàAtletica Libertas di Livornoper l’eventuale tesseramentodegli atleti prescelti.

Il bar Cristallo ha compiutotrent’anni. La sua vetratae i tavolini esterni si affac-ciano in bella vista su piazzaVerdi, davanti al Rivellino.Punto cruciale del passeggiocittadino. Il Cristallo è gestitodalla famiglia Persico findal 1984. Una gestione che puntasulla qualità dei prodotti.Nonostante le difficoltà chePiombino e il nostro territoriostanno vivendo, il bar godeda sempre di un’ottima eaffezionata clientela. Il segreto del suo successosta anche nel caffè, il pro-dotto base per un bar. Au-guriamo al Cristallo altret-tanti anni di vita! Ben ven-gano delle attività com-merciali così longeve, dovela passione va incontroalle necessità della clien-tela.

I trent’annidel Cristallo

Il prof. BediniI “futuri”campionistranieri

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Il mercato dell’antiquariato,svoltosi da sempre unavolta al mese in corso Italiaa Piombino, non ha avutopiù luogo. Pare che il comunestia predisponendo un bandoper trovare un nuovo gestore. Ormai una piacevole abitu-dine per i piombinesi, chevalorizza Piombino in tuttele stagioni.Al momento non sembranoesserci novità sul fronte...alla fine quel mercatino nons’ha da fare?

Quel mercatinonon s’ha da fare!

Unitre Piombinosi tinge di giallo

Buono l’intrattenimento, mascarsa partecipazione e pocoincasso per l’evento StandingOvation al Metropolitan inbeneficenza degli alluvionatidi Livorno. Organizzato daiVeterani dello Sport con ilpresidente Claudio Mazzola,il vice presidente Edo Mar-chionni e il gruppo Fratres.Deludente risultato già ri-petutosi per l’evento “Livornonel cuore” sempre al Me-tropolitan. Alla Caritas di Li-vorno devoluti 1575 euro.

Standing OvationLivorno nel cuore

Rio nell’Elbae Rio Marina uniti

Il Foglio Letterario di GordianoLupi pubblica la prima an-tologia elaborata dal Gruppodi Scrittura Creativa dell’Unitredi Piombino. Il volume Unitrein giallo, curato da LucillaLazzarini e illustrato da ElenaMigliorini, si compone di ottothriller ambientati nel com-prensorio ed è il frutto di uncorso specifico tenuto dal-l’Unitre per i suoi allievi. Incorso di pubblicazione, Donnenei vortici del tempo, sedicistorie di donne piombinesi.

Sì alla fusione dei due co-muni di Rio nell’Elba e diRio Marina. Questo è il ver-detto degli elettori, 1250per l’esattezza. Ecco i numeridegli scrutini. A Rio nell’Elbaha votato il 45,44%. A RioMarina ha votato 41,55%. Sarà la Regione a decidere,sulla base di un voto cheha solo valore consultivo evalido anche senza quorum.Prossima la fusione dei duecomuni, con nuove elezioninella primavera del 2018.

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Grande successo perla partecipazione del-la Ica Marmi – Cade-

lago alla fiera di Verona.L’azienda deve i suoi nataliall’imprenditore Franco Ca-delago nel 1957. Cadelago,scomparso circa un annofa, ha lasciato le redini del-l’attività alla sua famiglia,le figlie Cristina e Flavia ar-rivando fino alla terza ge-nerazione con i nipoti Lorenzoe Giacomo. La fiera è stata la meritataconferma a tanti anni di la-voro dedicati, oltre cheall’estrazione, anche allacommercializzazione delmarmo suveretano. Graziea Verona infatti la notaazienda piombinese ha al-

largato i propri confinicommerciali raggiungendoanche molti clienti interna-zionali provenienti da Ame-rica, Asia, Russia e Africa. La cava di Suvereto è con-centrata su un rilievo roc-cioso, Monte Peloso, da cuisi estraggono due tipi di

marmo molto pregiati: noi-sette – fleury e grigio fior dibosco. L’azienda ha variediramazioni societarie chedanno lavoro a una trentinadi dipendenti. L’attività ècosì suddivisa in CadelagoSas nel settore costruzioni,Ica impianti per autotra-

sporti, lavori industriali estradali e dal 2007 la IcaMarmi, che come abbiamogià detto ha rilanciato l’atti-vità di estrazione del mar-mo di Suvereto. La giustaintuizione di un imprendito-re che resterà nella storiadei tempi.

Grande successo per il marmo di Cadelago

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fatti & persone

Mezzacapo, avanti cultura!

Notevole partecipazione perl’Open Day del Crossroad MusicLab, tenutosi in via Leonardoda Vinci, sede dell’associazioneculturale Artisti-ca. Un eventodove uno sfizioso buffet ha ac-colto i tanti ospiti presenti per

festeggiare il 35º anniversariodella sua ricca attività culturale. All’appello delle presenze voltinoti come l’on. Silvia Velo, l’on.Enzo Polidori, gli ex sindaci Lu-ciano Guerrieri, Fabio Baldassarri,Gianni Anselmi e l’attuale vi-cesindaco Stefano Ferrini. Ad intrattenere il pubblico unamostra di quadri firmati da Mez-zacapo con stile surreale macontemporaneo. Altra nota dimerito per l’artista è l’assegna-zione dell’Anfora di Baratti alMuseo Archeologico di Piombinonel 1988. Durante la presen-tazione agli ospiti sono stati il-lustrati i nuovi corsi di musicaper l’anno 2017-2018 e la storiadell’associazione culturale.

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I cusciniinSeparabili

Il fondatore Franco Cadelago

Nuova sedeper Spazio H

Inaugurata la nuova sededi Spazio H a VenturinaTerme in via Cerrini 136/A.L’associazione ha accoltocon entusiasmo la con-cessione del comune. Pre-senti l’assessore AlbertaTicciati, La Provvidenza diPiombino e un folto pub-blico. Tamara Poli, la pre-sidente, ha detto com-mossa: «Nel 1986 le primeattività a domicilio in as-senza di una sede. Orasarebbe bello fare un librosulla storia dell’associa-zione».Un albero con i nomi deiragazzi di Spazio H ha datoil benvenuto agli ospiti.

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di Emilio Guardavilla

All’interno della Coopl’Ormeggio, ne sonotutti pienamente con-

vinti, dal presidente VincenzoDinolfo fino all’ultimo dei453 soci: il futuro di Piombinoviene dal mare. Una consa-pevolezza la loro, più cheuna convinzione, condivisae sostenuta anche dal sindacoMassimo Giuliani durantel’ultima assemblea della co-operativa, nella quale haespresso pubblicamente l’a-pertura delle istituzioni alprogetto di ampliamento delporto, così come verso tuttele attività che potrebbero in-crementare l’economia delmare, l’itticoltura in primis. L’ipotesi del progetto di am-pliamento fu presentata alComune e all’Ufficio del de-manio nel 2014 oltre che es-sere illustrata a tutte le forzepolitiche del territorio con-giuntamente alla relazione diimpatto ambientale e posi-zionamento sul litorale. Ilprogetto, il cui disegno ri-portiamo in versione originale,è di notevole interesse in

quanto il refitting porterebbea circa 800 posti barca (+40%degli attuali), ma soprattuttoperché contempla, grazie agliinterventi strutturali, l’ideadi un ormeggio long term perla grande nautica. Un’idea allettante ma realiz-zabile, che comporterebbequel salto di qualità che lacittà e il territorio meritanoper la crisi del settore indu-striale che ormai impera dalunghi anni. Anche dal puntodi vista occupazionale, i be-nefici sono quantificabili inun raddoppio all’indotto dei121 attuali posti di lavoro.«Il rilancio di Piombino vienedal mare e il contributo chepossiamo dare al comprensorioè anche in termini economici»,queste le parole del presidenteDinolfo.Dati alla mano, è difficile nonconcordare con le prospettivedel Cda di Marina di Salivoli.A prescindere dal fatto chenell’ultimo anno si è registratoin Italia un incremento del13% nel settore della nautica,occorre tenere in considera-zione che nel mondo sono ingalleggiamento circa 5000

barche da diporto superioriai 30 metri e che il 50% diesse naviga nel Mediterraneo.Data la posizione baricentricadi Salivoli, si calcola che al-meno 2000 di esse si trovinoa incrociare nelle nostre acquesenza però poter toccare terraper le limitate strutture portuali.Solo per il bunkeraggio, siparla di circa 3mila litri a ri-fornimento, il business chesi potrebbe generare è incal-colabile. Ma l’ormeggio alungo termine che si prefigura,il 10% dei posti ad esso de-dicati prenotabili per un periodo

molto più esteso dei canonici2 giorni, rappresenta una verae propria opportunità di svi-luppo economico. In alterna-tiva, o in concomitanza, unnumero congruo di posti barcaa contratto da dedicare aicircoli nautici, al diving, aicharter, all’ittiturismo e al sai-ling in generale con relativiservizi. Il soggiorno degliequipaggi, le escursioni, gli

Un disegno moderno e all’avanguardia. Impatto economico su tutto il territorio.

Nessun esborso di denaro pubblico

La fondazione della Co-operativa l’Ormeggio ri-

sale al 1983 per la realiz-zazione dell’approdo Mari-na di Salivoli, mentre l’i-naugurazione del porto av-viene nell’agosto del 2000a seguito di due anni di in-tensi lavori. Nel 2000 ilconsiglio di amministrazio-ne era composto dal presi-dente Fabrizio Ferri, dai vi-ce presidenti Fabio Pre-faut e Giancarlo Scalzini,dai consiglieri GianpieroBalestracci, Mario Borra-celli, Alessandro Fiorilli,Carlo Galli, Omero Prospe-ri, Dario Rossi. Il collegio

sindacale vedeva presi-dente Luigi Fanelli e sinda-ci effettivi Giorgio Gesi eMarcello Villani.L’attuale consiglio di ammi-nistrazione oggi è compo-sto da Vincenzo Dinolfo,presidente, Carlo Vangeli-sti, vicepresidente, e daiconsiglieri Raffaello Ciam-pi, Maurizio Filippini e Ma-rio Pelagatti. Il collegio sin-dacale vede presidenteRossana Faustini e i sinda-ci effettivi sono PasquinaCorsi e Riccardo Petraroja,mentre Alessandro Com-piani è il responsabile tec-nico amministrativo.

Fondazione e cariche

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Il progetto in giacenza dal 2014 Il porto di Salivoli

verso l’ampliamento

Il presidente Dinolfo

dicembre - gennaio - febbraio 2018

Porto attuale

La stagione estiva 2017è stata un successo per

il Marina di Salivoli. Tantele presenze a terra e sullebanchine, tante le manife-stazioni di intrattenimentogratuite offerte ai proprisoci, ma anche alla citta-dinanza e ai numerosi turisti.Ma per il Marina di Salivoliil risultato di maggior spes-sore è certamente rappre-sentato dal superamentodelle difficoltà economicheereditate. La compagine so-ciale ha fatto quadrato at-torno all’attuale “governo”del Marina di Salivoli age-volando così il risanamentoeconomico del porto stesso.È giunta l’ora di guardarefinalmente al futuro con ot-timismo e voglia di fare!

Turismo

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acquisti dei proprietari e losfruttamento dei servizi ac-cessori più disparati, costituisceun volume di affari conside-revole non solo per la Coopl’Ormeggio ma per tutto ilterziario della nostra zona.L’impatto economico sul ter-ritorio della grande nauticalascia intuire degli scenari deltutto nuovi che andrebbero asoppiantare la tanto biasimatamonocultura dell’acciaio; ilprimo passo per quella diver-sificazione a cui le istituzioni

lavorano da tempo.Per mantenersi tra le 5 por-tualità d’eccellenza del Tir-reno, il management di Ma-rina di Salivoli ha approntatovarie strategie per esserecompetitivo, efficiente e al-l’avanguardia. Prime tra tutte,le partnership con il consorzioNavigo Scarl e con il Distrettotecnologico per la nautica ela portualità toscana: inno-vazione tecnologica e soft-ware specifici per l’offshoreatte a modulare gli atterraggisia a Salivoli che negli altriapprodi di Piombino, comu-nicazione e promozione, ipunti cardini su cui far levaper proiettarsi nel futuro. Perla cantieristica e i services,una sinergia con La Chiusa

in località Pontedoro, unastruttura già dotata di un’arearetro-portuale idonea ad ognitipo di fabbisogno tecnico elogistico. La spesa preventiva del pro-getto di ampliamento si aggiraintorno ai 30 milioni di euro.La cifra, spannometrica ecomputata per eccesso, sarebbeinteramente coperta dall’au-tofinanziamento derivantedalle quote dei nuovi soci: i98 in lista di attesa e i 152aspiranti tali. Ciò significache la realizzazione del nuovoporto di Marina di Salivolinon richiederebbe nessun tipodi finanziamento pubblico.Stando così le cose, c’è dachiedersi perché, dal 2014 aquesta parte, nessuna forza

politica abbia trattato l’ini-ziativa per lo meno con ladovuta considerazione.Siamo in attesa che il progettodi ampliamento di Marinadi Salivoli sia inserito nelMaster plan dei porti italianie sottoposto alle verifiche difattibilità. In ogni caso, se èvero che il nostro futuro vienedal mare, occorrerà muoversiquanto prima perché, quandoavrà messo la prua dritta suPiombino, avrà sicuramentebisogno di un approdo al-l’altezza della situazione. Incaso contrario, virerà su un’al-tra rotta.

Mario Pelagatti, il consigliere uscenteper aver ricoperto la carica per due

mandati nella cooperativa l’Ormeggio.Piombinese di terza generazione classe‘54 ed ex imprenditore con la passionedella barca nel sangue, parla fuori daidenti e ci esprime il suo stato d’animo sul-le potenzialità del porto di Salivoli. «Sonosocio dal 1984 ed ora consigliere a finesecondo mandato. Non avrei più niente

da chiedere a questa realtà e potrei ac-contentarmi dello stato attuale delle cose:fare le mie uscite in barca e godermi latranquillità di un porto poco affollato sen-za dovermi battere per dimostrare la vali-dità del nostro progetto. Ma credo che le possibilità di questo por-to siano una garanzia per le nuove gene-razioni e tutti noi abbiamo il dovere didargliela».

Sguardo verso il futuro

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Come giornale locale chie-diamo si apra veramente

un dibattito riguardante ilprogetto del porto di Salivoliin giacenza ormai dal 2014.Si tratta di un incentivo peril nostro territorio basatosu autofinanziamento percreare nuovi posti di lavoroe valorizzare il turismo. Se questi privati della Coopl’Ormeggio hanno così tantavoglia di fare usando i proprimezzi, perché non incorag-giarli? È tempo di andareavanti! Naturalmente tuttele eventuali obiezioni al pro-getto dovranno essere va-lutate. Costa Etrusca coglie inoltrel’occasione per ringraziaretutto lo staff della Cooperatival’Ormeggio al completo perla preziosa collaborazioneprestata ogni anno alla ma-nifestazione “Un giorno…insieme” dedicata ai diver-samente abili, agli anziani,ma anche a tutti gli amicie sostenitori della testata.

Ok, porto!

Il consigliere Pelagatti

Porto attuale e, in tratteggiato,l’ampliamento previsto

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32 dicembre - gennaio - febbraio 2018

di Francesca Ghiribelli

«Questa città sta cer-cando una nuovaidentità, anche se

molte cose sono già nel nostrodna. Siamo una città affacciatasul mare – dice Massimo Giu-liani – non possiamo rimanereancorati ad un vecchio modellodi sviluppo basato principal-mente sull’industria siderur-gica. Bene quindi che ripartal’acciaieria, ma questo nondeve togliere nulla alle nuoveopportunità. Fra queste anchel’itticoltura. L’amministrazionecomunale è impegnata a unrilancio complessivo del settoredell’accoglienza turistica,quindi serve studiare benela situazione sia per nuoviposti di lavoro che per lo svi-luppo del territorio». Le parole del sindaco di Piom-bino sembrano incentivare ilprogetto ideato per il portodi Marina di Salivoli. Un’ideapartorita dalla voglia di ripartireregalando una nuova speranzaalla nostra città. E da dovericominciare? Bene, comespesso succede, si torna alleorigini. E Piombino scava afondo nel suo cuore ritrovandole sue radici, il mare. Il porto di Salivoli è in unaposizione perfetta, definitaaddirittura la location miglioredel Mediterraneo, con l’Elbaa sole cinque miglia di di-stanza. A fornirci i dati di questanuova identità è la Cooperatival’Ormeggio di Salivoli, chesta migliorando i servizi attuali,perfezionando sempre piùl’accoglienza in attesa di unnuovo ampliamento. In poleposition la prospettiva di pas-sare dai presenti 495 postibarca facendoli diventarecirca 800. «Da ragazzo di campagna “pe-scato” dal mare – dice il con-sigliere Mario Pelagatti – sonopiù che fiducioso a crederenel progetto. Nel 2017 il settorenautico è cresciuto e per cre-scita si intende aumento diproduzione. Un dato significativo

specialmente nel periodo diattuale crisi che l’Italia sta af-frontando. Da settembre ab-biamo una collaborazione inattivo con il consorzio NavigoScarl. Navigo è nata nel 2007a Viareggio e conta 150 sociche rappresentano la nauticaa tutto tondo.Un ottimo contatto per tra-sformare il Marina di Salivoliin un porto digitale. Il tuttosenza alcun impatto ambien-tale, perché l’eventuale al-largamento della strutturaavverrebbe verso il largo, indirezione dell’Elba». Il messaggio che quindi giungedal progetto deve tranquillizzarei piombinesi dato che il portonon può andare oltre il RioSalivoli. «Ovviamente siamo aperti aqualsiasi consiglio o propostaper migliorare il progetto. An-che se al nostro fiore all’oc-chiello manca una cosa… ilporto di Salivoli – continuaPelagatti – ha bisogno dellacantieristica, che purtropponon può accogliere per l’as-senza di grandi spazi a terra.Accogliere l’arrivo di grandiyacht da diporto, che allaChiusa di Pontedoro potreb-bero trovare la giusta collo-cazione, porterebbe linfa vitaleal nostro lembo di terra».«L’ampliamento sarà un modoper accogliere le domandedei tanti soci ancora in attesa

di un posto barca – aggiungeVincenzo Dinolfo, il presidente– il porto di Salivoli rappresentaun importante fiore all’occhielloper l’economia del compren-sorio. Un’occasione per ospi-tare anche eventi di spessore.Il consiglio direttivo mira afar crescere la nostra “crea-tura” per regalare nuove pos-sibilità in un settore comela nautica, ultimamente di-ventato fondamentale per re-galare soddisfazioni alla To-scana». Un altro punto importanteper avvicinarsi all’idea diporto digitale sono le boe in-telligenti. Si tratta di puntidi ormeggio esterni al marinaper imbarcazioni di grandestazza che potranno essereprenotati via web e che, op-portunamente programmatici potranno dare una letturaistantanea di inquinamentoe moto ondoso. Il progettosembra essere attento anchealle azioni di dragaggio dellesabbie all’ingresso del portoe alla posa di cassoni in cal-cestruzzo per impedirne il de-posito. Un deposito di sabbiea cui si aggiungono le polveridelle posidonie (alghe). «Non è colpa del porto di Sa-livoli se ci sono le posidonie!Le alghe sono sempre esistitein un ambiente marino comeil nostro… Comunque sia perannullare una cattiva infor-

mazione – afferma Dinolfo –esiste un preciso accordo frail comune di Piombino e lanostra cooperativa per la pu-lizia della spiaggia dalle alghe». Per la valorizzazione turisticadi Piombino si prevedono an-che speciali percorsi che col-legherebbero Salivoli a zonedi fulcro come Punta Falcone,piazza Bovio e Marina.«Non è Piombino che è lontanadal Marina Salivoli, ma è tuttoil quartiere Salivoli che vienevisto lontano dal centro città– continua a illustrare Pelagatti– questo è un retaggio psi-cologico che va combattuto,sarebbe bello creare ad esem-pio un camminamento par-tendo dallo Scoglio d’Orlandosino a Calamoresca dove tro-verebbe la naturale prosecu-zione con la sentieristica delParco che già conduce sinoa Baratti; oppure dal “NastroAzzurro” sino alle cosiddette“106 scalinate” e quindi alvecchio porticciolo e PiazzaBovio. Il tutto magari creatocon materiale ecologico senzaalcun impatto ambientale». Inoltre Pelagatti conclude af-fermando di non dimenticaregli allevamenti ittici nel nostromare. Le potenzialità dell’itti-coltura sono immense, vistoche Piombino è il maggior pro-duttore di pesce allevato d’Italia. Oltre che portare beneficioal nostro territorio, il progettoriserva una speranza auguraleper le nuove generazioni piom-binesi… e a noi non restache concludere con un fidu-cioso ad maiora!

Prospettiva di passare a circa 800 posti barca.

Un altro importante punto, le boe intelligenti.

Speciali camminamenti senza danni ambientali

Una speranza da lasciare in “eredità” alle nuove generazioni

Per l’Ormeggio sogno che si avvera?

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Oggi parlo i

Fausto Bianchi, sessantacinque anni, sposato con due figli,studi classici, laurea in giurisprudenza con 110 e lode e tesiin diritto costituzionale. Avvocato da quasi quarant’anni.Da sempre attivo nella società: presidente dell’associazioneForense Piombinese, componente del consiglio dell’ordinedegli avvocati di Livorno, già presidente della società di calcioVenturina, appassionato di musica lirica.Aspirazioni: “Spero in una impennata della società civile, per-ché smetta di criticare la politica e poi rincorrerla quando habisogno”.La tua città: “Viviamo in un territorio vivace, con gente cheha idee e volontà, la crisi ci frena ma ci si può fare”.Cosa manca a Piombino: “Un po’ di senso di orgoglio cittadi-no: ha un grande passato, un presente problematico e deveavere la consapevolezza di un futuro importante per la città”.Cosa vorresti: “Che le istituzioni e le forze politiche si occu-passero di più del quadro generale e delle infrastrutture, la-sciando che i protagonisti della vita sociale ed economicasvolgano i loro compiti e perseguano i loro obiettivi con mino-re interventismo, divieti”.Domanda al sindaco Giuliani: “La città ha perso il tribunale,ha una Usl subalterna a Livorno, non ha più l’Autorità Portua-le ed ogni tanto si sente dire che se ne andrà l’Agenzia delleEntrate. Non è solo un fatto che crea disagio per i cittadini néuna semplice offesa all’amor proprio della comunità: è que-stione che riguarda la città ed il suo ruolo. Che fare?”.Turismo in Val di Cornia: “Porti, strade e finanziamenti ade-guati: il settore sa pensare da sé al resto”.Aferpi: “Pensiamo seriamente subito ad un piano B. Sarà dif-ficile trovare qualcuno disposto ad investire in una produzionestoricamente in perdita”.Renzi: “Una notevole opportunità”.Grillo: “Un comico”.Salvini: “Gioca benino anche se è un po’ falloso ed il campio-nato al quale può aspirare è, al massimo, l’Interregionale”.Berlusconi: “È simpatico anche ai suoi nemici. Occhio!”.

Gabriele Ferri, piombinese di nascita, scienziato pressola NATO Centre for Maritime Research and Experimenta-tion (CMRE), direttore tecnico de La Grand Challenge dirobotica edizione ‘15 ‘17.Aspirazioni: “Continuare ad occuparmi di cosa mi pia-ce, la robotica, contribuendo a creare opportunità an-che in provincia lontano dai grandi centri per i giovaniricercatori”. La tua città: “Nonostante gli studi e il lavoro mi abbianoportato via da anni, ho sempre un legame fortissimo conPiombino, dove torno spesso e con piacere. Chiamo “ca-sa” solo Piombino”.Cosa manca a Piombino: “Un cambiamento di mentalitàed un sistema economico e sociale che si interfacci conle università e le eccellenze toscane per poter crearenuove possibilità e idee di sviluppo, tremendamente ne-cessarie in questo momento storico”. Cosa vorresti: “Più opportunità di lavoro e realizzazioneper i giovani piombinesi, per evitare che se ne vadano”. Domanda al sindaco Giuliani: “Chiederei se potesse col-laborare con noi coinvolgendo altri comuni, la regione ele realtà aziendali del territorio per creare ancora una vol-ta le condizioni per una nuova gara di robotica”.Turismo in Val di Cornia: “Questa estate ho visto conpiacere un aumento dei turisti, molti stranieri. Dobbiamocontinuare così valorizzando le nostre terre. Chi vieneuna volta ed è ben accolto si rende conto dei tesori cheabbiamo da offrire”. Aferpi: “A quanto so la situazione è molto intricata. Spe-riamo in uno sviluppo positivo della trattativa, probabil-mente con altri “attori” interessati.” Grillo, Salvini, Berlusconi: “Preferisco non rispondere”.

Gabriele

34 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Fausto

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io... di Laura Petrai

Paola Mancuso, ex sindaco di Rio Marina, già segretario generale dell’AutoritàPortuale di Piombino, ha uno studio di consulenza aziendale a Piombino.Aspirazioni: “Lavoro, politica, il secondo libro in cantiere. Mi piacerebbe poterdare il mio contributo alla cosa pubblica”.La tua città: “Mi ha dato molto. Preziosa la mia formazione liceale e l’espe-rienza all’Autorità Portuale”.Cosa manca a Piombino: “La fiducia e la capacità di aprirsi al cambiamento”.Cosa vorresti: “Che le nuove generazioni prendessero con serietà il difficilecompito di formarsi un bagaglio di valori e professionalità”.Domanda al sindaco Giuliani: “Cosa spinge un uomo di sport all’avventuradella politica?”.Turismo in Val di Cornia: “Urbanistica e servizi che tolgano la centralità dellafabbrica”.Aferpi: “Oggi perseverare un minuto di più rischia di essere un suicidio”.Renzi: “Ci ho creduto, ma non ha dato vita al vero cambiamento di passo”.Grillo: “Alla guida del governo delle città con risultati alterni”.Salvini: “Sta cominciando a capire che la demagogia non porta poi tanti con-sensi”.Berlusconi: “Un accampamento per la politica italiana post prima repubblica”.Paola

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36 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Campiglia Marittima èstata premiata fra le100 mete d’Italia. L’e-

vento si è svolto a Roma a Pa-lazzo Madama. Presente lasindaca Rossana Soffritti. Aricevere l’invito anche altri100 sindaci italiani nell’ambitodell’iniziativa editoriale delleEdizioni Dell’Anna “100 Meted’Italia”, che ha lanciato unconcorso dove Campiglia hapartecipato con i progetti Cam-pigliAccademia e ApritiborgoAbc Festival. Il riconoscimento ricevuto èla pubblicazione di una pre-sentazione del territorio diCampiglia, in italiano e in in-glese, nel volume dal titolo“100 Mete d’Italia” di RDE.Un motivo di grande soddi-sfazione essere inseriti nelle100 mete d’eccellenza che rap-

presentano i valori di originalità,stile e storia dell’italianità.I 100 comuni selezionati sonostati poi divisi in 10 sezioniidentificati con fiori e piante.

Campiglia è stata inserita nel“Giacinto”. Fra i prestigiosinomi del comitato d’onore an-che il saggista e critico d’arteVittorio Sgarbi.

Campiglia premiata fra le 100 Mete d’Italia

Prestigioso riconoscimento

È uscito il nuovo libro dellanostra collaboratrice Fran-cesca Ghiribelli: Cuore Zin-garo – Amore a prima vistaVol. I, edito da Il semebianco. Il romanzo è unastoria d’amore contempo-ranea, la protagonista èuna zingara russa.Una ragazza ripudiata a cau-sa delle sue origini. Una vi-cenda intrigata e un amorecomplesso fanno da sfondoad un romanzo dalle tintemoderne. È possibile ordi-narlo nelle librerie tramiteMessaggerie Libri e in tuttele librerie online.

Nuovo librodi Francesca

La sindaca di Campiglia Rossana Soffritti (terza a dx)

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� Produzione e vendita piante da interno e da esterno� Realizzazione di parchi e giardini� Servizi imprese turistiche� Pulizie alberghi e villaggi�� Portierato e vigilanza passiva� Receptionist� Plonge� Assistenza balneazione� Pulizia delle spiagge� Servizi igiene ambientale� Disinfestazione� Derattizzazione�� Pulizie supermercati e uffici

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Manutenzione verde e giardinaggio

Spazzamento e pulizia di spazi urbani

di Francesca Ghiribelli

Acqua e fango, fulminie vento hanno mas-sacrato l’anima di Li-

vorno, mettendo in ginocchiol’intera città sotto una vio-lentissima alluvione. Lo stra-ziante resoconto dell’accadutoconta innumerevoli danni ma-teriali, ambientali, ma soprat-tutto resteranno indelebili lenove vittime, fra cui il piccoloFilippo di 4 anni, che la pioggiasi è portata dietro di sé senzaalcuna pietà. È stato lanciato un allarmemeteo arancione (fenomenimoderatamente forti) diramatodalla Protezione civile regio-nale e comunale. Ma nessunoha dato troppo peso alla cosa.I livornesi, gli addetti alla si-curezza e all’emergenza nonci hanno fatto caso più ditanto. Neanche un’allerta te-lefonica ai cittadini! In seguitoal tragico accaduto sono statenumerose le polemiche e mol-teplici i taglienti botta e risposta

sull’allerta meteo tra il sindacodi Livorno Filippo Nogarine il presidente della RegioneToscana Enrico Rossi. Una città piegata dalla male-dizione della calamità naturale,oltre che già colpita dalla crisi

economica che incombe. IlRio Maggiore e il Rio Ardenzahanno esondato trascinandotutto ciò che incontravanosulla propria strada. Tanti icontributi di solidarietà, comeraccolte di beneficenza de-

volute alla Caritas di Livornoe la presenza di volontari pro-venienti dal territorio circo-stante pronti a spalare tra ilfango per tentare di rialzarein piedi l’intera città devastatadall’alluvione. Peccato, chea tutto si possa rimediare, manon di certo alla morte! Queimaledetti giorni resterannoper sempre nel cuore di tutti,ma soprattutto in quello deifamiliari che hanno perdutopersone care. Coraggio, Li-vorno, rialzati!

Una maledetta calamità naturale Livorno in ginocchio

La furia dell’alluvioneAcqua e fango hanno massacrato la città.Lo straziante resoconto conta nove vittime

Dopo le lunghe e innumerevolipolemiche riguardo la scabrosavicenda delle tessere, i con-gressi appena conclusisi hannoridisegnato gli assetti dellaFederazione Val di Cornia-Elba del Pd. MassimilianoRoventini è stato nominatosegretario al posto dell’uscenteValerio Fabiani. La consul-tazione congressuale è statacaratterizzata da due dati ri-levanti: astensione (ha votatosolo il 40% degli aventi diritto)e incidenza delle schede bian-che. Per le altre cariche, questi gliesiti delle votazioni nei varicomuni:Piombino: segretario dell’U-nione comunale è stato elettoEttore Rosalba. Così nei circoli:Davide Demi eletto in quelloFabbriche, Maida Matalonia Salivoli, Ilvio Camberini alCotone, Andrea Toninelli aRiotorto e Alessandro Leporatti

al Berlinguer.Campiglia: il segretario del-l’Unione comunale è MatteoBrogioni. Nei circoli, elettoGiovanni Piazza a Campiglia,Elisa Liberati a Cafaggio eAlberta Ticciati a Venturina.San Vincenzo: al circolo èstato eletto Dario Ginanne-schi.Suvereto: Massimo Tosi, con-fermato alla segreteria delcircolo.Elba: Simone De Rosas è ilnuovo segretario. I singolicircoli hanno visto l’elezionedi Lorenzo Lambardi a Campo,Fausto Pedrazzini a Porto Az-zurro, Lorenzo Marchetti aRio Marina, Federico Zini aMarciana e Paolo Andreoli aPortoferraio.

Roventini segretario Pd

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dicembre - gennaio - febbraio 201838

Un dolore lancinanteal braccio destro,mia moglie che par-

cheggia con sguardo appren-sivo. Esco come un automa,mentre lei si appresta a chiu-dere le portiere della macchi-na. Il suo sguardo mi scrutaattento e con affetto si strin-ge a me, accompagnandomisottobraccio fino all’entratadel pronto soccorso. Ahi! Peccato che è la partesbagliata a cui sorreggersi…Proprio il braccio malan-dato… ma non posso pren-dermela con lei. Poverina,ha pure trovato il tempo diaccompagnarmi. Sono ca-duto accidentalmente dalloscaleo, mancavano due gra-dini per arrivare a destina-zione… e crack! Un turbinio di imprecazionie un fortissimo dolore da to-gliermi il respiro, neanche iltempo di realizzare cosa mifosse successo, che mi sonoritrovato in macchina direttoal pronto soccorso.Già, mi dicono sempre anchegli amici che per fare certilavori non ho più l’età di unragazzino!

Non ho mai avuto bisognoneanche di un ospedale eadesso per la prima voltami ritrovo in sala d’attesapregando di riuscire ad ar-rivare sano e salvo algiorno seguente. Numerose persone attendonoin quella stanza così asetticae dannatamente bianca! Ilsaggio intervento di mia mo-glie riesce a fermare subitoun’infermiera che sta chiu-dendo la porta dell’accetta-zione. Ci viene detto di at-tendere e quando sarà il mioturno prenderanno i mieidati. Ora che ci penso è anche ilperiodo, in cui l’influenza in-vernale prolifera e ho una

gran paura di beccarmi l’en-nesimo virus da contagio…Siamo seduti nella sala, men-tre siamo in attesa il ragazzodi colore al nostro fianco ini-zia a starnutire, mentre ac-canto a mia moglie un’an-ziana signora sembra avereuna forte tosse grassa senzarimedio. Passa più di mezz’ora, l’in-fermiera apre la porta e ci in-vita a lasciare i nostri dati,chiedendoci cosa è successo.Mi domandano se ho sbat-tuto la testa e io rispondo disì. Lei mi riferisce che sonoin codice giallo! Ci invitanonuovamente ad aspettare insala, mentre cerco di respi-rare piano e mantenere il

braccio in una posizione chemi faccia sopportare al me-glio il dolore. Mi chiedoquando uscirò da lì, se maine uscirò! In quelle ore di attesa mi ac-corgo per la prima volta diquanta ansia covano certiluoghi e dell’ inesorabile len-tezza in un settore che perl’importanza della salute do-vrebbe essere molto più di-namico nel rispecchiare lanatura del suo significato…ovvero “pronto soccorso”! Ma cosa c’è poi di cosìpronto? Il soccorso, l’inter-vento? Dalla mia breve espe-rienza non mi sembra pro-prio che il suo nome calzi apennello. Penso a me stesso,ma nel frattempo provo infi-nita tristezza nel vedere l’en-nesimo rifiuto dato ad unadonna, che poche ore primachiedeva notizie su un suoparente. All’improvviso accade un’al-tra bella trovata, perché miaccorgo che una personaavente il mio stesso codicepassa avanti… allora michiedo quanti livelli di gra-vità esistono per uno stessocodice? Mia moglie resta ba-sita e si rivolge ad un’altrainfermiera che le risponde diripeterle il mio nome. L’in-fermiera controlla in pochiminuti sul computer edesclama con tono tranquillo:«Mi dispiace, lei deve ancoraattendere, ha un codiceverde!». Ma non era giallo?A questo punto il semaforodel pronto soccorso è peggiodi quello stradale! (f.g.)

Una giornata particolarmente intensa all’ospedale VillamarinaLo strano semaforo del pronto soccorso

Un dolore lancinante al braccio destro,interminabile attesa per un codice verde.Ma l’infermiera non aveva detto giallo?

La sala d’attesa del pronto soccorso di Villamarina

Codice rosso

Codice giallo

Codice verde

Codice bianco

Il semaforo del pronto soccorso

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39

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40 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Il GaribaldiInnamorato

RistoranteVia G. Garibaldi, 5 - Piombino - Tel. 0565 49410

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Indovinate di Giuseppina Toncelli1) Chi si fa strada fra i passanti?

2) È un’interruzione di corrente.

3) Quale attività ci fa avere sempre sete?

4) Chi ne ha comanda.

5) Si strappa per sapere.

6) Ha un corpo attraente.

7) Per cantare si contentava di una lira.

8) È un gioco di mano.

Soluzioni:1) La cintura. 2) La diga. 3) La bachicoltura.4) Autorità. 5) La confessione del reo. 6) Il magnete.7) Nerone. 8) La morra.

♥ ♦

Nel 1971 l’uscita di“Imagine” di JohnLennon suscitò forti

emozioni e ancora oggi èconsiderato uno dei miglioribrani musicali di tutti i tem-pi. Al suo grande successoha contribuito soprattutto iltesto, facendoci immaginareun mondo diverso e pacifi-sta. La maggiore ispirazionedell’uomo infatti è la Pacenel mondo. Specialmente ibambini grazie alla loro dolcesensibilità avvertono la con-tinua atmosfera di violentaguerra che avvolge l’interopianeta. Una chiara testimonianzaviene rappresentata dai lo-ro pensieri: «Ho visto tantibambini che giocavano sen-za litigare.Mi è venuta in mente la Pa-

ce e dico loro di lottare tut-ti insieme per raggiunger-la». (Irene Crecchi, 3º ele-mentare Scuola PeruzziSiena). «Per me Pace significa amar-si, aiutare gli amici in difficol-tà». (Carla Del Seppia, 4º BScuola XXV Aprile). «Per Natale vorrei tan-to salutare gli amiciche erano con menell’istituto Ba-lasha Trust aMumbai, India.Vi auguro tantafelicità e Pace.Per Ganesh, Ab-dul, Tanuja,Hussein e Raj».(Farukh Bizzarri, 2ºmedia Massa Marit-tima).Un altro gruppo di scolari:

«Perché la guerra? Perchétutta questa distruzione inuti-le? Domani è un altro giornoe speriamo che sia finita!».(Alessandra, 5º Perticale). «Io sono contraria alla guer-ra, ma posso solo pregare

per la povera gente che stasoffrendo». (Luca, 5º Perti-cale). «La bandiera della Pace è ap-pesa alla nostra finestra. Po-trebbe essere un aiuto perfermare la guerra». (Virginia,5º Perticale). «La Pace nel mondo non socosa sia, ma spero che portitanta allegria e venga senzaandarsene via». (Francesco,5º Perticale). «È sbocciato un fiore nel miogiardino, ha i colori dell’arco-baleno. Spero sbocci così lapace, senza mai appassire».(Costanza, 5º Perticale). «La speranza tu lo sai, lasperanza non muore mai: lasperanza siamo noi!» (Sara,5º Perticale).

Giuseppina Toncelli

I bambini sorreggono il mondo con la Pace

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Dalila e Thiago, un amore travolto dal treno

di Manuela Minichino

Durante il freddo e il lungoinverno, gli animali ne-

cessitano ancor di più del no-stro “caloroso” affetto, cosìche affrontino meglio il bruscocalo delle temperature. Di se-guito piccoli e utili accorgi-menti.Cani - Le taglie più grandimantengono più calore graziealla massa corporea. Per lepiù piccole e le razze a pelocorto speciali attenzioni, come

l’uso del cappottino. Coloroche vivono all’aperto: garantireun luogo asciutto e senzacorrenti d’aria. I soggettianziani o malati devono esserepiù protetti dalle intemperie.Con l’abbassarsi delle tem-perature bruciano più calorie. Sulla neve uso della vaselinafilante sotto le zampe per i

più freddolosi. Occhio ancheall’acqua, consigliamo recipientiin plastica, poiché il metalloconduce il freddo più rapida-mente.Tenete sempre una copertain macchina. Evitare di farespesso il bagno: lava viagli oli protettivi presentisulla cute.

Gatti - Stessi accorgimentisopra elencati, ma in più ne-cessitano di una dieta ricca digrassi e proteine per usare leriserve corporee come “carbu-rante” per scaldarsi. Spazzolandocon regolarità, si stimola la cir-colazione sanguigna e si evitache leccandosi si formino nociviboli allo stomaco. Se si sonobagnati a causa della pioggiao della neve è importante asciu-garli bene, visto che per loroun raffreddore potrebbe esserepericoloso.

Cani & Gatti

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di Marcello Cardinali

Thiago, occhi teneri earia da eterno gioche-rellone. Quel male-

detto pomeriggio andandoin spiaggia, è scappato nonappena la portiera della mac-china è rimasta aperta. Lavivacità lo ha fatto allontanareun po’ troppo: improvvisa-mente si ritrova sui binari,ma senza accorgersi del fret-toloso arrivo del treno allesue spalle. La paura di Dalila

Iafelice, la sua cara padrona,offusca per un attimo unabuona dose di prudenza e unpizzico di sana ragione. L’a-more, però quello vero nonconosce razionalità o con-sapevolezza del pericolo. Lagiovane ragazza ha reagitocosì d’istinto e quello sfug-gevole attimo è costato caro

alla sua vita e a quella delsuo amato Thiago. Una fine violenta, ma altret-tanto “dolce”, perché il loroamore li ha uniti anche nellamorte. Dalila e il suo canesono rimasti sotto al trenoFoggia-Termoli, vicino aChieuti, in provincia di Fog-gia, in Puglia. Lei ha sacri-

ficato la sua vita per salvareil suo cucciolo, da cui nonsi separava mai, davanti allasua compagna Giorgia e adaltri amici. Una ragazza semplice e so-gnatrice, si evince da unasua frase riportata su Face-book, «Non accontentartidell’orizzonte, cerca l’infi-nito». Ebbene, il suo infinitoadesso lo ha raggiunto alfianco del suo migliore amicoe compagno di vita, il caroe amato Thiago.

La maledetta fuga del cane dall’auto.Improvvisamente si ritrova sui binari.

Padrona e cucciolo muoiono abbracciati

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dicembre - gennaio - febbraio 201842

di Emilio Guardavilla

Èstata un’invenzionerivoluzionaria cheha cambiato la visio-

ne del mondo, del modo dispostarvisi e in quello divederlo da prospettive sem-pre sfuggevoli e suggestive,non necessariamente perce-pite dalla sella. Dal 1817 labicicletta è ancora il mezzoa propulsione muscolarepiù usato e più celebratonei cinque continenti. Equesto grazie al genio crea-tivo di un barone tedescocol pallino delle invenzio-ni, tale Karl Drais che il 12luglio dello stesso annodiede alla luce ciò che poifu definito la draisina, il ve-locipede antenato della no-stra bicicletta.Sono stati due secoli di gitee scampagnate, scorribandee capitomboli, salite imper-vie e discese mozzafiato.Dapprima su fondi acciotto-lati e strade semideserte ba-ciate da brezze salubri eodori intensi, poi su asfaltiroventi e inospitali carichidi monossido di carbonio eodore di futuro ostile; persgranchire le gambe, perraggiungere il punto B dalpunto A in minor tempo pos-sibile, per misurarsi con séstessi e con gli altri con lastessa smania di traguardo.Tali e tanti furono i suoi pro-seliti che il Vecchio Conti-nente non poté più farne ameno sia in ambito amato-riale che agonistico. Ed al-lora l’Italia si tinse di rosa,

la Francia di giallo e la Spa-gna di rosso.Giancarlo Rafanelli non è unbarone e, tantomeno, un in-ventore. Al contrario, unpensionato dalle mani d’orocon la passione della bici-cletta. Per commemorare idue secoli della compagnadi sempre e il ventennaledella sua pensione, ha ripro-dotto manualmente, consolo legno e colla vinilica,il prototipo concepito dalbarone tedesco scomparso aKarlsruhe il 10 dicembre del1851. Il modello è perfetta-mente funzionante e deltutto smontabile in cinqueminuti di orologio.Dopo una vita trascorsa tramestole e paiole, destreg-

giandosi con betoniere eponteggi, fili a piombo emazzoli, l’ex muratorepiombinese classe 1941 hadeciso di mettere la sua ma-nualità così sapientementesviluppata al servizio del re-stauro e della creazione diopere in legno. Nel suo laboratorio di viaPietro Nenni 13, il Rafanellipensionato ha deliziatoamici e cono-scenti con opered’arte di falegna-meria sopraffina,pezzi più uniciche rari che pre-sto hanno fattobella mostra di séin salotti e atri ditutti i quartieri.

Nessuno dei suoi numerosiestimatori, però, avrebbemai immaginato una tale ar-dimentosa prova.Già socio della Asd UnioneCiclistica Piombinese, ha la-sciato in disparte la ristrut-turazione di mobilia e og-gettistica in legno di variogenere e ha voluto dare ilsuo personalissimo buoncompleanno alla bicicletta:un capolavoro di artigianatoin legno da esporre, senzascopro di lucro, laddove po-trà ricevere i dovuti omaggi.La meccanica dello sterzo ela sagomatura delle ruote, leoperazioni più impegnativenella realizzazione del pro-getto. È stata un sfida tantoardua quanto stimolante, vi-sti i risultati qualitativi e, so-prattutto, i progetti che nesono scaturiti mentre armeg-giava con la sega combinatainstallata nel suo laborato-rio: in fase di costruzione unmodello di Leonardo daVinci del 1400 e, entro laprimavera, la riproduzionedel primo esemplare a pedalidi Ernest Michaux risalenteal 1861.Buon compleanno, bici-cletta. Buon lavoro, Rafa-nelli.

Tanti auguri alla bicicletta che compie duecento anniOpera in legno di Giancarlo Rafanelli

Da muratore a pensionato dalle mani d’oro.Modello funzionante e smontabile in cinque minuti

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di Ginevra Bussotti

Le persone amanoscattare fotografieper ricordare mo-

menti e luoghi della loro vi-ta e mostrarli agli altri, mase prendessimo in esamequattro fotografi vedremmoche le foto scattate da questisu uno stesso oggetto sareb-bero estremamente diversefra loro essendo punti di vi-sta, rappresentazioni sogget-tive del reale. Gli occhi sonolo specchio dell’anima e inverità per mezzo delle im-magini si ha un’idea piùchiara di colui che ha scatta-to, poiché mostra il suo mo-do di vedere il mondo circo-stante.I tempi cambiano e oggi isocial hanno sostituito ivecchi album pesanti rilega-ti in cantina. Ognuno ha lapossibilità di vedere tantis-sime foto di un’altra perso-na e di gestire un proprioprofilo dove rendere pubbli-che immagini precedente-mente modificate, incorni-ciate con frasi e i popolaris-simi hashtag. Cosa sono gli#hashtag? Non sono altroche semplici parole prece-dute da un cancelletto, sullequali si può cliccare e vede-re i post di altre persone chehanno usato quella stessaetichetta e che hanno creatocollegamenti fra persone ditutto il mondo. Temutissimiper il nome complicato dachi non è molto pratico diapplicazioni come Insta-gram o Twitter, permettonodi guadagnare più “like”(“mi piace”) che danno si-curezza man mano che au-

mentano, diminuiscono ilsenso di solitudine e fannosentire gli utenti accettati eimportanti.Immaginiamo adesso che iquattro fotografi sopracitatiabbiano dei profili su Insta-gram e decidano di fare unavacanza insieme e di docu-mentare il tutto con foto evideo. Fra loro non potrebbesicuramente mancare l’arti-sta, il poeta della situazioneche crede di superare la bra-vura di celebri scrittori conle sue immagini di paesaggi,quadri e attrazioni storiche,il tutto accompagnato dafrasi profonde trovate su In-ternet e hashtag come #arte#photo #poetry. Trovare nel profilo dell’arti-sta una foto del suo volto èquasi un miracolo, poichél’unica cosa importante ècomunicare a tutti i frutti delsuo massimo intelletto. Ilprimo degli altri tre a pren-dere in giro il povero poetasarebbe certamente il fe-staiolo, che ovunque si trovicon la sua comitiva, ama in-

terrompere qualsiasi attivitàcon un urlo straziante: “Sel-fieeeee” costringendo tutti amettersi in posa e avvicinar-si. Le foto di questo indivi-duo hanno sempre una sfu-matura color caramello e so-litamente fornisce il luogodove le foto sono state scat-tate e collegamenti diretti aiprofili dei suoi compagni iltag (etichetta). In fondo allacomitiva si troverebbe l’al-ternativo, comunemente unadolescente in crisi d’identi-tà che condivide frasi depri-menti sul sentirsi soli e fototrovate in rete da abbinarefra loro in sfumature di co-lore. “Distinguersi dallamassa” è il suo motto, ma inrealtà di “originali” comelui ne è pieno il mondo. In-fine ecco il personaggio piùpopolare, che guadagna piùlike, commenti, seguaci, co-lui che batte chiunque inquesto campo: l’influencer.Questo individuo non sipreoccupa di romanticismo,tag o cose simili, ma del suoaspetto esteriore. Vuole far

credere di avere un’autosti-ma smisurata con le sue fotomodificate che evidenzianola sua assoluta bellezza. Inrealtà è il più insicuro, si di-spera se il numero dei likenon arriva almeno a quattro-cento ed entra nella depres-sione più totale chiedendosicosa possa aver sbagliatonella vita per essere abban-donato così dai followers(seguaci). Se i quattro amici decides-sero quindi di andare a Ve-nezia, pur frequentando glistessi luoghi, “inonderebbe-ro” la bacheca di Instagramdi immagini completamentediverse: da foto di gondoleal chiaro di luna accompa-gnate da frasi di Charles Bu-kowski a selfie di grupposul traghetto, da immaginidella folla di turisti con ri-flessioni sul sentirsi soli nel-la massa, a foto del presuntomodello in pose che dovreb-bero sembrare spontanee masono palesemente studiatenei minimi dettagli. Alla fine, guardando tuttiquesti post non avremmomai un’idea completa dellacittà di Venezia e delle sueattrazioni, ma solo delle di-verse sensibilità dei quattroamici del gruppo e sorgereb-be in noi il desiderio diprendere un aereo e rag-giungerli, anche solo perscoprire come persone cosìdiverse si siano ritrovate in-sieme.

Instagram, le foto sono lo specchio dell’anima.Tag, l’etichetta che unisce persone nel mondo.Selfie in posa e seguaci all’ordine del giorno

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di Gianfranco Benedettini

Sono andato a Poggioall’Agnello a fotografarel’edificio della stazione

per una ricerca che sto facendosulla ferrovia Campiglia - Piom-bino, aperta il 5 aprile 1892.Il conte Desideri pose tre con-dizioni per concedere il pas-saggio della “strada ferrata”sulla sua tenuta. La prima: una “fermata” cheportasse il nome di Poggio al-l’Agnello. La seconda: davanti alla lo-comotiva doveva sedere unuomo munito di un corno dasuonare per allontanare daibinari il bestiame brado. Laterza: il macchinista non dovevagettare il sigaro ancora accesonelle stoppie ai lati del binarioper impedire gli incendi. Naturalmente, il tutto accom-pagnato da una somma favo-losa quale indennizzo per l’e-sproprio voluto dalle ferroviedel Mediterraneo. Ci tenevaalla sua tenuta, il conte Desideri! Negli anni Cinquanta del 1900,le venne conferito il titolo di“Stazione più fiorita della lineatirrenica”. Oggi è chiusa. Sonorimasto favorevolmente colpitodal murale dipinto sulla facciatadell’edificio. Un bel lavoro,davvero!Chi l’ha fatto? Ho chiesto ingiro. Gli alunni della scuolaprimaria, con l’aiuto di DanieleGargano, Elena Rapaccini e illoro gruppo. I genitori dell’as-sociazione “Stare insieme”hanno imbiancato la facciataormai cadente, coadiuvati dalQuartiere di Populonia - Fio-rentina.

Poi, i ragazzi hanno fatto ilresto, lavorando, divertendosie svolgendo il compito daltitolo breve ma significativo:il viaggio. Hanno parlato alungo con Giampaolo Talanidi San Vincenzo che, si sa,viene considerato il “pittoredel viaggio” grazie ai suoi nu-merosi lavori sul tema.Gli alunni della prima classehanno disegnato personaggidelle fiabe dai colori vivaci,i bambini della seconda classehanno dato spazio alle emo-zioni colorando un bellissimoarcobaleno. Quelli di terza si sono ispiratial libro rifacendosi ad Omero,ripreso dalla quarta con lanave di Ulisse alla ricercadella patria lontana. Gli alunnidella quinta hanno raffiguratoun bambino e un uomo conla valigia che guardano l’o-rizzonte al di là del mare pre-parandosi al viaggio.Il tutto sormontato dalla frase:la vita è un viaggio e chi viaggiavive due volte. Insomma, il viaggio come me-tafora della vita. Che sia realeo fantastico (i disegni delleprime due classi) prende e la-scia qualcosa nell’inconscio.Chi parte entra nell’orizzontedella scoperta oltre ad immer-gersi nell’universo dei pensieri(i libri di Omero).Oggi, il viaggiare è una dellecondizioni della cittadinanzadel mondo e misura quantosi è disposti a fare per costruirsiil proprio futuro e inseguireun lavoro (il disegno dellaquinta classe).

L’uomo contemporaneo è unnomade che può aprirsi allasocietà come può ribellarsiad essa.Infatti, può facilmente trovarsiovunque perché nessun confinelo ferma né lo spaventa. Quellache poteva essere l’esperienzadell’ignoto (Ulisse e la suanave disegnati dalla quartaclasse) ha lasciato il postoall’abitudine pur correndo ilpericolo di una diffusa perditadi identità.Per me, il murale della stazionedi Poggio all’Agnello, con lasua colorita bellezza, ha rap-presentato un messaggio digrande attualità. C’è solo dacongratularsi con chi l’ha pen-sato e realizzato.

Anno Scolastico 2016/17Plesso Populonia Classe I Insegnanti: Cattaneo Laura,Nebbiai Cecilia, Salerno Maria. Alunni: Bibbò Matteo, CentoIsmaele, Ciurli Alessandro,Gaye Muhtkar, Gucci Ambra,Lahimed Radia, Monelli Gio-vanni, Pala Matteo, PellegriniGiulia, Rombai Pietro, SeiwellGeorgia, Soldi Margherita.Classe II Insegnanti: Spinelli Antonella,Nebbiai Cecilia, Salerno Maria. Alunni: Bibbò Cristian, CeccarelliJacopo, Ciardi Alessandro,Dondini Matteo, El QuassilWadii, Gerli Lavinia, La MuraSullo Libero, Macchioni Matilde,Mariani Jacqueline Noemi,Nkuamambu Phanzu Lucie,Pascadopoli Lorenzo, RomeoGiorgia, Raggiu Lapo, Ruocco

Angelica. Classe III Insegnanti: Benedettini Silvia,Nebbiai Cecilia, Salerno Maria,Tiesi Manuela, Vetrano Caro-lina.Alunni: Bracci Irene, Diaw Ou-mou, Franceschini Giulia, GianiNico, Mascia Mariasole, Mat-teoni Manuel, Meucci Pietro,Pazzagli Tommaso, PellegriniPietro, Pratesi Gianmarco, Pro-perzi Cristina, Provenzano Sara,Soddu Meba, Tamburini Giulia,Vitale Francesco. Classe IV Insegnanti: Tani Anna, SpinelliAntonella, Salerno Maria, Sor-resina Sara. Alunni: Bassetti Daniele, BollaroMaurizio Alessio, Bonanni Gioe-le, Capitani Lorenzo, CiardiJacopo, Ciarla Nicolò, CiavarrellaLara, Collavitti Tommaso,Cu-lurgioni Manuel, De Vivo Anna,Feola Alice, Fulceri Antonio,Fulceri Francesco, GermanelliLorenzo, Giomi Agnese, GiulianiMatteo, Gruevski Sandro, Mon-ticelli Levorato Bianca, NencioniElisa, Pistolesi Davide, SilvestriniLorenzo. Classe V Insegnanti: Faleni Gabriella,Spinelli Antonella, Salerno Ma-ria, Sorresina Sara, CapotostiCinzia, Vetrano Carolina. Alunni: Adriani Sofia, BarontiniJenny, Berneschi Eva, CeccarelliMatilde, Centonze Sabrina,Centonze Sofia, Del Viva Ga-briele, Federighi Ryan, FiaschiMassimo, Grandi Teresa, LazzeriMartina, Macchioni Matteo,Meini Emanuele, Meucci Alice,Miele Mattia, Mori Asia, Nkua-mambu Phanzu Arianna, Pa-scadapoli Asia, Pellegrini Vir-ginia, Ruggi Letizia, SodduFrancesco.

Il murale di Poggio all’AgnelloMessaggio di attualità degli alunni di Populonia.

La stazione, il viaggio come metafora di vita

dicembre - gennaio - febbraio 2018

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di Riccardo Vigetti*

Il concetto di bellezza èsempre stato legato a quellodi benessere e quindi anche

alla medicina termale e allespa (salus per aquam, cioèsalute per mezzo dell’acqua).Storicamente le terme hannoavuto, fin dagli antichi romani,un ruolo di prevenzione, terapiae riabilitazione.Questa pratica si basa sull’u-tilizzo di acque minerali chehanno specifiche proprietà te-rapeutiche sull’organismoumano. I mezzi di cura termalisono le acque (intese comebibita), i fanghi e le grotte.Le applicazioni crenoterapeu-tiche dovrebbero essere ef-fettuate sul posto di originedell’acqua, perché tutte le fasidell’imballaggio e del trasportopossono portare a modifiche

delle caratteristiche fisico-chimiche. Sono numerose lebranche della medicina chepossono trarre vantaggio dallamedicina termale; reumatismie artrosi, psoriasi e alcuneforme di dermatiti, rinopatiee bronchiti croniche, flebopatie,calcolosi urinaria, problemigastrointestinali sono soltantoalcuni esempi di malattie chepossono venire curate con la

crenoterapia.Indubbiamente anche la me-dicina estetica può trarre van-taggio dalla medicina termale:ad esempio i fanghi vengonosempre più utilizzati in der-mocosmesi per prevenire ocurare alcune sofferenze cu-tanee, legate all’invecchia-mento e alla senescenza (rughe,cheratosi, discromie).Le azioni terapeutiche del

fango si hanno per vari motivi:vasodilatazione dovuta al ca-lore, bendaggio occlusivo chepermette la trasmissione delprincipio attivo in esso con-tenuto e aumento dell’idra-tazione dello strato corneo.L’azione terapeutica sarà di-versa in base al tipo di fangoe di acqua usata per farlo ma-turare.Altre terapie come filler, pee-ling e tossina botulinica sonospesso controindicate negliambienti termali proprio perle varie sollecitazioni a cuila pelle è sottoposta nel periododedicato al relax. Sarà co-munque compito del medicotermalista consigliare quandoe come fare altri tipi di trat-tamenti medico estetici.

*Medico esteticoStudio Medico Libra

BELLEZZA, SALUTE E RELAX

I benefici delle terme

Dalla chirurgia a un metodoche prevede “dolci” mani-polazioni (e uso di tutori):la correzione del piede tortonei bambini, grazie al metododi Ignacio Ponseti, descrittofin dal 1963, è cambiata.Ma questo speciale metodo,noto a livello internazionale,in Italia ha stentato a dif-fondersi. Per farlo conoscereil dottor Sergio Monforte,specialista in ortopedia al-l’ospedale dei Bambini Buzzi,di Milano, ha scritto “Guarirecon una carezza” (13 LabEdition).

Piede torto,“dolci” cure

Rimedi “fai da te”per l’inverno

Siamo giunti nel 2017 eora esiste anche il virusdel Nilo. Lo portano gli egi-ziani? No, il virus viene sca-tenato da un tipo di zanzaracrepuscolare molto comune,che solo in rari casi puòinfettare l’uomo. Due casidi contagio: uno a Colle-salvetti e un altro a CampigliaMarittima. Colpiti anche al-cuni cavalli in Toscana pertrasmissione tramite uccelli.Insomma neanche i medicie i ricercatori sanno trovarerisposta ai virus che ormainascono come i funghi…

Virus del Nilo,zanzara punge

Come proteggerela nostra pelle

Ecco alcuni semplici rimediper affrontare la stagioneinvernale. Per influenza osintomi da raffreddamento,preparare un brodo caldocon cavolo e cipolla. Efficaceè la zuppa di zenzero conriso e aglio. Lo zenzerocalma anche il vomito. Pertosse secca arachidi tostateche sciolgono i catarri, pereal miele o insalata di kiwie cetriolo. Per tosse grassala zuppa di riso e rapa biancao di ravanelli. Contro febbrealta centrifuga di ribes o ti-sana alla menta.

La nostra pelle si deve ade-guare ad ogni cambio distagione. Ecco come pre-venire l’arrivo del freddo in-vernale. I geloni possonoessere curati con foglie dicavolo e di cipolla cotti, ap-plicati localmente interi otriturati. Utili anche pediluvicon acqua tiepida e fogliedi salvia. Per le screpolaturedella pelle la fecola di patateè efficace, può essere im-pastata con acqua o conolio di mais o di arachide.Perfette anche tisane di tèverde o tarassaco.

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di Elisa

Il sapore dei ricordi, ladolcezza delle emozio-ni, il caldo abbraccio

dei profumi che si insinua-no invitanti nei nostri cuorie nelle nostre menti fino acondurci per mano ai for-nelli così da ricreare la ma-gica atmosfera di un dolcegoloso che riempie la tavo-la d’amore. E allora cosa aspettate? Latorta della nonna vi aspetta!

Preparazione

In un mixer ponete la farina,il burro freddo tagliato a toc-chetti e azionate le lame perpochi istanti. Trasferite il com-posto su una spianatoia, create

una conca al centro, versatelo zucchero e le uova. Ma-neggiate brevemente l’impasto,formate un panetto, appiattiteloleggermente, copritelo conpellicola trasparente e poneteloin frigo per 30 minuti.Versate il latte in un pentolino,aggiungete la scorza di limonee scaldate a fuoco basso. Inuna ciotola rompete le uovapiù un tuorlo, versate lo zuc-chero e miscelate fino al com-pleto assorbimento. Setacciatela farina con l’amido. Toglietedal latte la scorza di limoneritirate il pentolino dal fuoco,prendete un poco di latte caldoe unitelo alle uova sbattutecon zucchero e le polveri.Rimettete il pentolino sul fuo-co e versate all’interno ilcomposto. Riprendete la cot-tura mescolando con unafrusta per 10/15 minuti, quinditrasferite la crema in una pi-rofila e copritela con la pel-licola. Adesso prendete lafrolla e formate un disco. Im-burrate ed infarinate uno stam-po da crostata e fate aderirela pasta pressando con le dita

ed eliminando l’eccesso cheutilizzerete per il guscio. Bu-cherellate il fondo, versatela crema ormai fredda. For-mate un nuovo disco con lapasta residua, adagiatela sullacrema bucherellatela e rico-prite di pinoli.Infornate a 160° per 50 minuti

nel ripiano più basso, poi spo-statela nel ripiano intermedioper altri 10 minuti a 180°. Fa-tela raffreddare e spolveriz-zatela con lo zucchero.Volete preparare anche la tortadel nonno? Basta aggiungerealla crema del cacao amaroe oplà, il gioco è fatto.

In

cucin

a

Pasta frolla

2 Uova200 g. di burro450 g. farina160 g. zucchero

Crema pasticcera

750 g. latte intero

225 g. zucchero3 uova35 g. amido di mais1 tuorlo30 g. farinascorza di limone25 g. pinolizucchero vanigliato

INGREDIENTI

Torta

della non

na

di Elisa

Il melograno è un bellis-simo albero di medie di-mensioni che oltre a pro-

durre incantevoli frutti, puòdiventare ornamento per ilgiardino. È una pianta moltoantica che proviene dall’A-sia e in Italia è molto colti-vata principalmente per ilsuo dolce frutto utilizzato incucina in tante preparazioni. Se volete farla crescere invaso optate per una varietànana e il periodo miglioreper avviare la coltivazionesia in terrazzo sia in giardino

è quello che va dall’autunnoa fine inverno.Non teme temperature troppoalte, invece mal tollera i ristagniidrici e sopporta la siccitàsolo per brevi periodi. Quindil’irrigazione dovrà essere bencalibrata in base all’andamentoclimatico della stagione. Inautunno e in inverno bisogneràlimitarla, mentre in primaverae in estate basterà innaffiare

ogni 10 giorni circa. I frutti maturano in autunnoquindi le irrigazioni estivesono fondamentali per deter-minarne qualità e quantità.La pianta durante il suo svi-luppo può raggiungere un nu-mero elevato di rametti efoglie, quindi potatela spessoeliminando i rami senza fruttiper permettere agli altri di re-spirare. Per quanto riguarda

la fertilizzazione, interveniteverso fine inverno con con-cimazioni organiche sfruttandoletame giunto a maturazionee stallatico.Attorno al suo frutto ruotanouna pluralità di significatisimbolici tra i quali: fertilità,prosperità ed energia vitale.Cantato in molteplici poesiee attore di mille usanze è uti-lizzato in tutto il mondo: adesempio in Cina i futuri sposimangiano una melagrana lanotte prima delle nozze in se-gno di buon auspicio, mentrein Turchia le neo spose gettanoa terra la melagrana e contanoi chicchi che ne fuoriescono,i quali potrebbero corrispon-dere al numero dei futuri figli. Perciò a partire dai tempipiù remoti fino ad oggi, lamelagrana, ha saputo attirarel’attenzione dell’uomo di-ventando uno dei frutti piùricchi di tradizione, mitologiae leggende.

In

giard

ino

Il melog

rano

dicembre - gennaio - febbraio 2018

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La deliberazione con-siliare n. 99 del 14Novembre 2017, con

la quale il Comune di SanVincenzo approva definiti-vamente la Variante al R.U.per Rimigliano 2011 ed ilcontestuale “Piano AttuativoCamping Village Park Al-batros”, pone fine alla vi-cenda iniziata più di un annofa quando per circa 300 Mo-bile Home era scattata un’or-dinanza di rimozione. Il nuovo progetto, che causaun iter burocratico compli-cato ed ancora lungo nonpotrà essere iniziato primadi gennaio 2018, prevedela realizzazione di una ro-tatoria su via della Princi-pessa, la sistemazione conpista ciclabile e percorsopedonale della via delle Cal-danelle, il mantenimentodelle 1733 piazzole già pre-

viste dai precedenti piani“Il Pinetone” e “Park Alba-tros” con la contestuale ri-duzione dell’area ad uso tu-ristico di circa 25.000 mq.Il direttore, dottor Stefano

Lampati, afferma che: «Lapresentazione ed il controllodi tutta la documentazionenecessaria per ottenere l’ap-provazione Regionale e poiComunale del Piano ha ri-

chiesto più di un anno. Ilnostro gruppo, che dal 21novembre si chiama HumanCompany, non ha mai smes-so di rispondere ad ogni ri-chiesta presentando ancheuna Valutazione AmbientaleStrategica la quale analizza,tra l’altro, gli obiettivi dellavariante e del piano parti-colareggiato, lo stato del-l’ambiente, la probabile evo-luzione dell’ambiente in as-senza del piano e le carat-teristiche ambientali, culturalie paesaggistiche delle areeinteressate». Il Park Albatros,con una media di circa 5000ospiti, che tutti i giorni dis-tribuiscono ricchezza in Valdi Cornia, vale almeno 300posti di lavoro l’80% deiquali vengono dal nostroterritorio. Un in bocca allupo a Human Company edal “nostro” Park Albatros.

Il comune di San Vincenzo ha approvato il piano attuativoPark Albatros, via all’ampliamento

Nessun rischio per i tanti posti di lavoro.Rapporto ambientale con misure preventive.

Rotatoria tra Principessa e le Caldanelle

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di Consalvo Noberini

Amare la propria città,significa respirarneogni alito di vita, co-

noscerne ogni angolo più na-scosto, essere orgogliosi dellasua storia; vuol dire diventarneparte integrante, accettarnepregi e difetti. Queste pagineche parlano della mia città,sono il frutto di pensieri natidurante il mio vivere quoti-diano: le passeggiate, gli in-contri, i momenti di riflessione.Una dedica è d’obbligo, e vaa tutti coloro che voglionobene a Livorno e l’accettanocosì com’è.

Come sono fantasiosi i giovanidella mia città quando stannoa branchi nella piazza Attiasa cicaleggiare, a cercare nuove

esperienze di vita collettivacome: tira’ l’ova marce a chipassa cor un ber loden verdeo a scaracchiassi addosso oa fassi i gavettoni. Come sonosolidali i ragazzi della miacittà quando qualcuno di lorofinisce alla rianimazione ementre lotta contro la morte,loro stanno seduti a fumaree piangere sulle scale del pa-diglione ad aspettare notizie.Come piangono quando qual-

cuno di loro se ne va. Comesono triste quando vedo tantiragazzi della mia città con gliocchi rossi, con quelle gambeinsicure, con quegli sguardinel vuoto, con quelle vite tra-dite, con quella solitudine im-mensa. Com’è brutta certevolte la mia città. Come amo la mia città quandola Gorgona è cinta d’assedioda nuvoloni neri carichi d’ac-qua, quando la Meloria chiama

le saette alle torri, quando leprime gocciole d’acqua dolcesposano in un abbraccio sem-pre più violento l’acqua salatadel mare labronico. Quandoi réfoli di vento ravvivano lenarici, quando la pioggia battele gote. Quando gli scoglisono più neri che mai, quandole tamerici con il loro profumoinebriano l’olfatto, quando igabbiani vanno alla ricercadi un posto sicuro. Come sono belli i lampi e ituoni della mia città quandotremano i portici della viaGrande, quando incelestisconole facciate delle chiese e ivolti delle vecchiette che sifanno il segno della croce.Come è bella la mia città quan-do si squarcia il cielo e il soleprorompe sui tetti e sullestrade, sulle case. Quando l’o-dore dell’erba bagnata placalo spirito, quando i pini, leginestre, i lecci, le querce, glieucalipti, i cipressi, tutto ilverde di una città figlia delmare ma più verde di ognialtra, conquista tutto. Comecambia presto il tempo nellamia città. Come non ti annoiail nuvolo, il sole, l’umido, ilcaldo, la neve. Com’è volubileil tempo nella mia città.

Noberini: respirando Livorno «La Gorgona è cinta

d’assedio da nuvoloni»La città quando le prime gocciole d’acqua dolce

sposano in un abbraccio l’acqua del mare

Mareggiata sulla terrazza Mascagni a Livorno

dicembre - gennaio - febbraio 2018

Tutto lo sport in direttaLivorno - Gold Bet ShangaiViale Cestoni 45Tel. 0586 077997

Piombino - Gold Bet via SpalatoVia Spalato 22

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di Mario Barsellini

Tosca e Nando, lanostra coppia di an-ziani pensionati, che

vivono baccagliando con-tinuamente tra loro, stannocombattendo la guerra peril predominio del “pigino”(come Tosca chiama il te-lecomando), per sintoniz-zare la tv, sul programmapreferito.

Tosca: «Santa Creolina! ONando… te ‘un fa’ artro cheguardà zampe! Zampe dipelosi giohatori dietro unpallone o di ballerine smu-tandate che sartellano! Maiche tu mi faccia vedé unabella telenovella o un berfirmino...». Mentre distrae ilmarito con le sue chiacchie-re, riesce, con la velocità diun prestigiatore, a toglieredi mano a Nando, l’agogna-to “pigino” ed inizia un ve-loce zapping tra i canali te-levisivi. «Questo ‘un misembra un granché! Questopoi, Dio bonino, ‘un mi gar-ba, troppe sparatorie e am-mazzamenti… Qui ‘un tifanno artro che chiaccherà,per l’amordiddio… io dihiacchere e ne so’ piena!T’ò! Badalì? Quella sembrauna di quelle barche che cisiamo andati in giro a quella

popò di festa che t’hannofatto, quelli di Costa Etru-sca, per gli amici disabili».Nando: «… Deh! Marem-ma intorcinata! E t’è piaciu-ta la gita in barca, eh? E tisembravi quell’attrice surTitanicche! E poi er pranzoalla “Pinetina” di Riotor-to… e te lo rihordi?».Tosca: «Quello? Diamine!Diobonino, un mucchio! Maanche la felicità nell’occhidi quei ragazzi…’un me laposso dimentiha!».Nando: «Porcaccia inghia-volata! E ti s’ò delle bellegiornate da ricordarsi di perdavvero! Ma ora deh! Ma-remma infreddolita! Siemoqui ch’è t’è già inverno…tra poho viene Natale… fafreddo… e con tutto quel-l’umidiccio… solo a pen-sacci mi sento tutto tron-chicciaticcio e, mi fanno

male tutte l’ossa dai reuma-tismi!».Tosca: «La mi pora nonnadiceva, Tra pomate, cerotti eimpiastri vecchio mio quan-to mi hosti!».Nando: «Deh! Maremmaacetofeniha! Tosca mi pren-di in giro? E vòi propriofammi arrabbià?».Tosca: «Uimmena, Nando,come sei noioso! Trovamosid’accordo però, te, sei in-quieto di per conto tuo?N’un c’è artro da dì! Anchestamani, ti sei sortito di hasamugolando che siemo vec-chi e ‘un si fa più l’amore!O hosino, ‘unnè corpa miase quando vengo a letto, terussi che sembri un trattorein salita. Deh, Santa Creoli-na, te appena spento il tele-visore e ti schiocchi a letto evia… ti metti in moto come‘na trebbiatrice, che ti spa-venti anche i piccioni surtetto di fronte... Io ti ciò dafa’ sempre un branco di ho-se, prima di venì a letto». Nando: «Porcaccia intorci-nata! Tosca, o che dici? O checiavevi da fa, iersera? Siamoandati a mangià ‘na pizza daGiovanna, una giratina inpiazza Bovio e quando siemorientrati…».Tosca: «… E quando siemorientrati, ti sei schioccato su-bito a letto senza nemmenolavarti i denti! Io, invece, va-do prima in bagno a “siste-marmi” un pohino… si sa lesignore… s’improfumano».Nando: «Maremma puzzo-lenta! Artro che improfu-matti! Un’ora ti ci stai ner

bagno, e mi trovi addormen-tato sì! Io, anche se s’o’ inpensione, ir giorno unn’è stòfermo un minuto, tra lo stan-zino, la macchina…».Tosca: «… E le bevutecoll’amici ar barre! E ti puz-zi sempre di fumo di tabac-co e di vino… che ti si senteda giù, quando entri ner por-tone! E ‘unn’avè paura, l’er-nia per lavorà, un t’è maivenuta da giovane... oradeh! ‘Un te l’augurà…chiappe piatte pe’ sta’ a sedée giohà a carte cu tu’ ami-ci!». Nando: «Maremma inghia-volata, deh! Occhè mi vo’ faarrabbià! Anche l’altra mat-tina… te, e ma’ fatto sta’un’ora sotto quel lavandinodi hucina, perché dicevi cheperdeva…». Tosca: «Perlamordiddio,Nando, ‘un fa’ la vittima!‘Un mi ci fa’ ripensà! T’erameglio chiamà un’idrauli-co… dar casino che t’haihombinato, mi c’è volutodu’ giorni per rimette tutto aposto!».Nando: «Ah, sì? Porcacciad’una porcaccia! Mi ci s’ospaccato anche ‘na manoper aggiustarti tutto!».Tosca (tenera e mielosa):«Suvvia Nando, un’essepermaloso! Facciamo pace.Oggi t’ho preparato una ce-netta… da far rinvivì anchei morti. Porpi alla ghiavola,co’ un pizzico di peperon-cino… Lo so’ che a te tigarba di morto! Vedrai…meglio delle tu’ pasticcheverdi!».

... e ho fatto i porpetti alla ghiavola... n’un te l’augurá s’erano al Beato Angelico!

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50 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Antonio Cambi, medico chirurgo diorigini piombinesi con in bacheca nu-merose altre specializzazioni, esce conun volume il cui sottotitolo recita: Leosservazioni del Dott. Criceto, unaraccolta di scritti incentrati sulle espe-rienze professionali e sul coinvolgi-mento personale con i pazienti che es-se inevitabilmente innescano ad ogniconsulto.Nella collana I sicomori, la casa editri-ce empolese Ibiskos propone una pre-

ziosa raccolta di articoli di natura me-dica che però va ben oltre i dettamiimposti dal giuramento di Ippocrate.Nei trentatre articoli già pubblicati inappendice dalla rivista livornese di ar-te e cultura La Ballata diretta dalladottoressa Giuliana Matthieu Chioc-chini, Antonio Cambi affronta e de-scrive il rapporto tra medico e pazientesotto una luce non convenzionale, ov-vero quella dell’empatia che tra essi siinstaura dal primo loro approccio, par-tendo dall’anamnesi, attraverso la dia-gnosi fino ad arrivare alla risoluzione,temporanea o definitiva in ogni senso,della patologia, reale o presunta tale,che ha innescato il rapporto di fiduciareciproca. Si tratta di un saggio in cuila figura del medico viene rivisitatanella sua poliedricità attraverso l’e-sternazione degli impulsi interiori che,di volta in volta, paziente dopo pazien-te, prendono corpo e si valorizzanonell’umanità del libero professionista. Le tematiche affrontate dalle osserva-

zioni del Dott. Criceto, il nomignoloderiva da un simpatico ammicco allasua alacre operosità suggerito da uncollega, spaziano dalle più futili alle piùdrammatiche, tutte affrontate con lospirito che ha fatto della sua professio-ne un’autentica missione umanitaria.

Il medico osserva, Edizioni IbiskosUlivieri, pagine 126, €15.

Raccolta di articoli medici di Antonio Cambi

Il medico osserva

in libreria

La figura della rondine nel libro di Strinati

Dal proprio nido alla vita

Compositore e pianista già affermato,l’autore emergente Fabio Strinati siaffaccia nel mondo della pagina scrittacon il genere che più si avvicina allasua sensibilità emotiva e al suo geniocreativo: il poemetto. Le liriche di Dalproprio nido alla vita traggono ispirazioneda un’opera narrativa altrettanto poeticaed evocativa, il recente romanzo di Gor-diano Lupi, Miracolo a Piombino pub-blicato da Historica Edizioni nel 2015. L’accostamento tra le due opere soloin apparenza estranee l’una con l’altra

è tanto legittimo quanto logico, vistele tematiche che impregnano l’una el’altra con la stessa profondità. L’ado-lescenza come fase interlocutoria del-l’essere umano ancora in divenire el’infinita sequela di interrogativi esi-stenziali, che essa inculca in un animofragile e suggestionabile, come quellosbocciato e plasmato in una cittadinadi provincia. Abbandonare il nido espiccare il volo diventa l’anticameradi un ignoto che annichilisce e terrorizzafino a ridurre ai minimi termini ognislancio volontaristico. Nonostante il linguaggio semplice eimmediato, intelligibile ed estraneo amanierismi di sorta, i versi di FabioStrinati compongono un testo tutt’altroche leggero. Al contrario, si tratta diun poemetto profondo nella sua proie-zione introspettiva e complesso nel-l’apparato tematico: in altre parole, fi-losofico. Tra le rime si scorgono letappe di un viaggio simbolico nell’esserepiù profondo dipinte con toni crepu-

scolari. Allo stesso tempo, si indovinanol’inquieta cagionevolezza dell’io poeticoframmista alla voglia di infinito costrettae castrata nel fremente desiderio divolare lontano, alla volta della vita.

Dal proprio nido alla vita, Edizioni IlFoglio Letterario, pagine 60, €8.

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a cura di Emilio Guardavilla [email protected]

Antologia di racconti edita dal Foglio Letterario

Raccontare Campiglia

Nella crasi del titolo, la sintesi di unavicenda che si snoda in un itinerariolungo ed articolato sia nello spaziofisico che in quello spirituale. Cristin-cardo è l’opera prima di Gianni Raugi,piombinese classe ‘66, con alle spalledecenni dedicati ai numeri, alle valutee all’economia. Ma la sua esperienzapluriennale di consulente finanziariogli è valsa una crescita interiore cosìspiccata e prorompente, che l’aridosettore della finanza non lascerebbemai neanche sfiorare ad una sensibilità

non dotata degli strumenti critici edemotivi all’altezza. Ed è così che percependo il malesseregeneralizzato dell’uomo dei nostrigiorni dalle consulenze di natura pro-fessionale con questo o quel cliente,reale o potenziale, l’autore riesce adassorbire e a mettere nero su biancole incertezze e la perplessità che l’eratecnologica porta con sé come unpesante e minaccioso fardello. Per itipi delle edizioni Giovane Holden, ilromanzo spicca nella collana Battitorelibero per una trama rielaborata su unastoria in prestito con valenze psicologichee sociali dall’indubbio spessore signi-ficativo; la vita frenetica del terzo mil-lennio, la perdita dei valori fondamentalidell’etica e della morale, il senso difrustrazione e il conseguente sconfi-namento nella disperazione. Cristincardo è il nome di una barcacostruita ex novo da un padre che lavede come unico mezzo capace dirisalire le correnti limacciose della mo-

dernità e riconquistare gli antichi splen-dori dell’animo umano. La prosa diRaugi è asciutta e raffinata, genuinama graffiante, per uno stile narrativoin cui rispecchiare come eravamo ecome vogliamo ritornare ad essere.

Cristincardo, Giovane Holden Edi-zioni, pagine 176, € 14.

L’animo umano nelle pagine di Gianni Raugi

Cristincardo

È grazie alla curatela del presidentedell’Ente Valorizzazione del borgomedievale campigliese Umberto Bar-toli che esce per la prima volta Rac-contare Campiglia, un’antologia diracconti a tema edita dal Foglio Lette-rario di Piombino. Dopo il successodella trilogia dedicata alla narrativaambientata sul promontorio, Raccon-tare Piombino, Piombino in Giallo ePiombinoir, Gordiano Lupi approda aCampiglia raccogliendo, con la mede-

sima iniziativa editoriale, gli stessiconsensi di critica e di pubblico. Una raccolta vasta ed eterogenea pertemi e ambientazioni storiche ma uni-voca nel setting delle trame intessuteda quattordici autori di estrazione geo-grafica e professionale quanto mai dif-ferenziata: Campiglia, dalle origini al-l’anno Duemila. Dentro e fuori le mu-ra, il borgo diventa il palcoscenicounico ma versatile, famoso e allo stes-so tempo sconosciuto, per vicende enarrazioni dalle suggestioni multifor-mi. Rievocazioni storiche stilate conscrupolo e rigore storico da chi, anchenel suo esordio nella narrativa, si è ci-mentato in una probante ricerca storio-grafica, ancor prima che in una com-posizione narrativa dai paletti ben pre-cisi, seppur con ampia libertà creativa.Generi disparati e stili personalizzatiper un prodotto letterario dal valore di-rettamente proporzionale a quello sto-rico e sociale che il progetto ha com-portato nella sua realizzazione.

Gli autori di Raccontare Campiglia:Paola Coppini, Tiziana De Felice, RitaGallarate, Antonella Giannarelli, Fran-cesco Giuliano, Emilio Guardavilla,Pierluigi Lisini, Sara Manganelli, Mi-chele Marchiani, Luca Marconcini,Renato Nesi, Carlo Pisacane, CarloSaffioti, Mauro Ticciati.

Raccontare Campiglia, Edizioni IlFoglio Letterario, pagine 168, €15.

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52 dicembre - gennaio - febbraio 2018

Dal sito e dal gruppo Seipiombinese se il giornalistaStefano Tamburini scrive:

di Stefano Tamburini

Sei Piombinese se co-noscevi Ferruccio. Sin-daco “PISE”. Motto

del gruppo: cencio parla maledi straccio. Il passato uniscepiù di quanto non si possaimmaginare, verrà fuori anchemolto altro di bello da qui inavanti. Che sei piombinese perchéqui sull’orologio non sono le13 e neanche l’una ma è iltocco. Perché limonare o po-miciare sono parole che esi-stono e si dice treppica’ ociuccia’. Perché saddiddanda’

si scrive tutto attaccato e sipronuncia anche così e soloqui va meglio di qualunquealtra cosa. Perché qui si dicestronzolo e conigliolo invecedi stronzo e coniglio e guaise non è così. Perché dire «seicome l’Amburghi che si fissòsulla murena» vale più diogni altra immagine. PerchéSanivoli non andrebbe benema va bene lo stesso e perchéDiaccioni va meglio di Ghiac-cioni, anzi Ghiaccioni è propriosbagliato. Perché si dice si va “in” Piom-bino per dire che si va in centroe va bene dire anche andiamo“in giù”, perché un po’ di di-scesa la trovi sempre per ar-rivare fino in piazza Verdi(anzi degli uccelli morti). Per-ché il catrame si chiama blec-che. Perché la sabbia si chiamarena. Perché Rimigliano (sa-rebbe nel comune di San Vin-cenzo ma lo sentiamo nostro)lo chiamiamo anche Remi-gliano e va bene lo stesso per-ché tanto si capisce. Perchéla mortadella si chiama melonee il melone popone e guai adire anguria, quello è il co-comero. Perché le cozze qui

sono muscoli. Perché le nostremamme la candeggina la chia-mavano acquetta. Perché lasedia si chiama anche siedaperò la Sedia, la collina, èsempre Sedia. Perché qui non si va a buttarela spazzatura ma si va a buttareil sudicio o a buttare il secchioanche se il secchio si è sempreriportato a casa. Perché, sì,va bene qui si porteranno gliocchiali da sole anche quandopiove ma che ve ne frega avoialtri carciofai. Perché guaia dire sotto “i” portici, qui sidice “sotto portici”. Perchéinvece di andare a piedi noiprendiamo “la carrozza delGambini”. Perché guai se qualcuno tichiama livornese anche se an-che a te i pisani non ti garbanoper niente. Perché qui anchequelli che non sanno ben cosafosse è come se fossero rimastiai tempi e all’orgoglio delPrincipato, pensando che laBaciocca sia ancora viva elotti con noi. Alla fine si po-trebbe dire: siamo piombinesiperché non pretendiamo diessere migliori degli altri. Sia-mo noi e basta!

Ironico pezzo dalla penna di Tamburini

Siamo piombinesi e ci basta!

Il filtro famiglia è un soft-ware o un servizio in gradodi selezionare pagine suinternet in base ad alcunicriteri. Dall’inglese paren-tal control (controllo geni-toriale) permette di evitarel’esposizione dei bambinia contenuti considerati pe-ricolosi e violenti. Il filtro quindi non lasciapassare nulla che non siaapprovato dal genitore. È il concetto walled gar-den (giardino recintato).Ma oggi i figli sono moltoprecoci nell’apprenderetecnologie all’avanguar-dia, così alla fine il giardi-no sarà veramente rima-sto incontaminato dallaminaccia di “erbacce”?

Parental control

Il serviziofiltro

famiglia

di Enzo Biagioni

Ecco un breve passo trattodal libro “Scusi, dov’era

piazza Bovio?” di Enzo Biagionirisalente all’anno 2014. L’autoreaffronta in chiave ironica episodidi vita immaginaria riguardantipersonaggi famosi presentinel nostro territorio. La fantasiadello scrittore a volte può rac-chiudere una morale di veritàsotto la forma di una sorpren-dente previsione.

«La Val di Cornia ebbe unosviluppo maggiore della città,lì l’invasione degli stranierifu altissima e in particolaredei tedeschi e degli olandesi.Nella zona di Sassetta avevasoggiornato spesso anche la

Merkel una volta ritiratasidalla politica. Si trattenevaun mese o due presso un’a-mica che aveva un rudere ri-strutturato, una tedesconaconosciuta da tutti. Alcuniavevano visto la Merkel rac-cogliere le olive e altri giuravanodi averla incrociata a Monte-bamboli in cerca di funghi. Carlo d’Inghilterra, che nonfu mai re, soggiornava a Bol-gheri e aveva scritto un piccolotrattato sull’olio di quella zonae sul pane di Suvereto. CamillaParker si era inserita benissimo

e non disdegnava la tomboladel venerdì al circolo deglianziani a Donoratico. Tuttequeste piccole cose facevanodi noi, passettino dopo pas-settino, degli europei. Quei lettori che leggerannoqueste notizie del nostro futurovorranno sicuramente saperecosa ne fu della Concordia,il relitto dell’isola del Giglio.Non venne mai a Piombino,fu rimorchiata in una mattinatanebbiosa e non se ne seppemai più nulla. Sparì in praticamisteriosamente verso il mare

aperto portandosi dietro lasua triste storia in una manierache ricordava la gigantescae indecifrabile nave di fellinianamemoria… a noi tutti restavail dovere del nuovo da cui ri-partire senza retorica e senzainfingimenti».

VOLTI FAMOSI NEL NOSTRO TERRITORIO

Quei lettori curiosi del futuro

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di Licena Pizzi Maccanti*

Il mare si presentò ai suoiocchi all’improvviso quan-do aveva più o meno nove

anni. Era la prima volta chesaliva in treno; quel giornodue emozioni nuove in unasola volta. Che bambina for-tunata! Nonna Teresa la portavaa Piombino a passare le va-canze dalla zia. E appena iltreno ebbe passato Livorno,ecco improvvisamente il mare.L’impressione di Marta fuforte. Cominciò a girare suse stessa gridando di gioia:«Il mare! Il mare! Nonna, ilmare! Dio com’è bello!». Nonse l’aspettava così grande,aveva visto soltanto l’Arno eprovò una gioia infinita.Il treno correva lungo il litorale,entrava in una galleria e tuttoera buio, poi di nuovo costeg-giava il mare lungo il Romitodove, anche ad esserci passatimille volte lo spettacolo invitaad ammirare come la primavolta. Marta tutto questo nonl’ha mai dimenticato. Per lei

mare è costa frastagliata, piccolebaie, scogli giganteschi, pro-montori. Il suo mare è quelloche l’ha incantata la primavolta, come il primo amore!Quando giunse a Piombinoaveva la consapevolezza diessere cresciuta, si sentiva piùgrande; aveva visto il mare,era salita in treno, ed ora vedevauna città, e che città…La zia abitava nel centro sto-rico, a due passi dal mare. Lefinestre della sua casa si apri-vano sul porticciolo di Marina,di fronte all’Elba: piazzaBovio, s’intaglia nel mare esi prolunga sugli scogli for-mando una terrazza straordi-naria. In punta c’è la Rocchettacon il faro. Molte panchinein pietra permettono di sostarein questa splendida “passeg-giata a mare”. Forse coloro che sono nati aPiombino non si rendono ve-

ramente conto della bellezza,unica, di questa piazza.L’hanno trovata lì da sempre.Ma per chi viene da fuori di-venta presto un simbolo, qual-cosa da ricordare e uno stimoloper ritornare. Nella sua mentedi bambina Marta faceva pro-getti futuri. Pensava che quellacittadina sarebbe stata il co-ronamento dei suoi sogni. Leiche era nata in un paesinonon sarebbe riuscita a viverein una metropoli, ma in unalocalità come Piombino sì, lìavrebbe potuto realizzare ilsuo domani. La spiaggia “sotto piazza Bo-vio” era la sua meta preferita.Era vicina; sugli alberelli dellacosta aveva ritrovato le suecicale che cantavano allegra-mente come se l’avessero se-guita dal suo paese. E leioziava felice, stesa al sole,mentre l’acqua ad intervalli

le bagnava i piedi. Alcuneamiche le avevano raccontatola storia – leggenda del “sassodi pane” che si trovava (oranon c’è più), sulla spiaggiaalla sinistra della piazza. Avevala forma di una campana e sipuò riconoscere nelle vecchiecartoline. Marta era partico-larmente attratta da quellaleggenda. Si diceva che i car-cerati (Piombino anticamenteera una fortezza), l’avesserocostruita con le molliche dipane, poi, per “miracolo”,quel pane era diventato sasso,un grande sasso granitico aforma di campana. Peccatoche non ci sia più!Aveva un suo fascino e s’in-tonava con la struttura anticadella piazza. Faceva imma-ginare dolorose storie di uominicondannati, anche ingiusta-mente, privati della libertà,ma pur sempre carichi di uma-nità, di quella che fa rifletteresui valori della vita e su quelliche possiede un uomo libero.

*(da Crescendo, crescendo)

Il piccolo grande amore per la tanto amata città.Marta gridò di gioia: «Nonna, Dio com’è bello!».

Non si aspettava una così grande distesa di blu

La bambina che videper la prima volta il mare

MISERICORDIA DI PIOMBINOANNO DI FONDAZIONE 1574

Sede: PIAZZA MANZONI (CITTADELLA) - Uffici: Tel. 0565 224259Servizio Ambulanze S 0565.220157Servizio Onoranza Funebri: S 0565.220139Fax: S 0565.225659

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Giovanni Cecchini è nato a Cecinanel 1986, dove vive e lavora. È auto-didatta ma è stato educato alla pittu-ra dai genitori collezionisti d’arte.Ha esposto a Pisa (Palazzo delle log-ge), a Atri (Museo Civico), a Fran-cavilla (Museo Civico) e a Cecina invarie manifestazioni culturali e col-lettive di pittura.

Il premio speciale di Costa Etrusca alconcorso di pittura “La castagna d'o-ro”, organizzato dal Comune di Sas-setta, è stato assegnato a GiovanniCecchini. Siamo veramente lieti dipresentare le sue opere e il suo mon-do onirico e fantastico, nella nostrarubrica.Il sogno e la fantasia della psiche, chetanto hanno affascinato con l’arte dimaestri illustri, quali Bosch, Chagall,Possenti, viene riproposto da questotalentuoso autore.Cecchini è un poeta di fiabe, dove ilcolore che si esalta luminoso in mi-steriosi scenari notturni, anima le fan-tasiose forme di strani personaggi.Sembra di assistere ad un film di Fel-lini, dove gli attori diventano prota-gonisti silenziosi di strane storie. Ani-mali fantastici e piumati, come la ti-gre, il cavallo, l’elefante, il gatto, po-polano un circo irreale o leggiadre

navi che diventano arche su un mareazzurro. Ma non c’è vento, né movi-mento e tutto è sospeso nell'enigmamisterioso di un’impossibile speran-za. Giovanni è sorretto da un’eccel-lente tecnica e una fertile fantasia.Nelle sue tele regna una malinconica tri-stezza, che la vivacità cromatica non ri-esce a trasformare in felicità, perché sututto regna la notte, dove perfino le stel-le e la luna non riescono a splendere.

Iva Simeone è nata a Piombino dovevive e lavora. Autodidatta, segue daanni i corsi di pittura di Elena Ra-paccini. Ha iniziato a dipingere ne-gli anni ‘80. Nel 2014 e nel 2017 haottenuto premi al concorso di Ripar-bella. Ha esposto nelle sale della pic-cola galleria “Le gambe verdi” e del-l’Hotel Phalesia.

Il percorso artistico di Iva Simeone èmolto articolato e interessante. Dopoun’esperienza decorativa con la pittu-ra su stoffa, ha iniziato a dipingere ipaesaggi di Piombino cogliendo gliaspetti più caratteristici della città,come il centro storico.Successivamente ha cambiato i suoiinteressi sentendosi libera di sceglieredi volta in volta i soggetti che più lamotivavano. Come i ritratti, i nudi, ifiori e gli animali. Un viaggio fanta-stico dove la tecnica si evolve sorrettadall’esperienza e dalla volontà dicreare e di perfezionarsi. Iva si è mes-sa sempre in gioco e con coraggio haottenuto risultati diversi ma coerentialla sua personalità che l’ha portata acercare l’armonia attraverso la qualitàdelle forme e dei rapporti tonali. Cosìammiriamo i suoi nudi sinuosi negliatteggiamenti che decantano la bel-lezza delle donne, i cavalli ripresi neldinamismo del loro galoppo e i fioridelicati, eleganti e profumati, che

emanano bellezza e purezza.Gli ultimi ritratti sono fiammate dicolore che accarezzano e accompa-gnano le decise anatomie provocandole misteriose e interessanti metamor-fosi, come quella di un’affascinantefanciulla che si trasforma, come d’in-canto, in una stupenda e fiera tigre delBengala. Così con queste opere, la Si-meone ci trascina nel suo fantasticomondo.

Iva Simeone

Fiammate di colore

La magia...

Giovanni Cecchini Stelle nella notte

54 dicembre - gennaio - febbraio 2018

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Taglio dell’uva

La pittrice Stefania Leoni è nata aPiombino nel 1955, qui vive e lavo-ra. È autodidatta ma frequenta lascuola d’arte della pittrice Elena Ra-paccini. Ha esposto i suoi dipinti aPiombino al chiostro di S. Antimo,nella sala Gasparri a Palazzo Appia-ni e presso la galleria d’arte di Ren-zo Mezzacapo.

La scuola di Elena Rapaccini riservasempre delle sorprese. Questa voltaabbiamo scoperto Stefania Leoni, unapittrice piombinese di vero talento. Èpiacevole osservarla mentre dipinge alcavalletto con movenze artistiche e im-pegno emozionale. È talmente imme-desimata nella sua opera che riesce aisolarsi completamente.I suoi quadri sono ben costruiti neltaglio compositivo, nella struttura cro-matica e nella tematica che di voltain volta viene rappresentata. I suoiritratti evidenziano la scrupolosa ras-somiglianza fotografica attraverso unatecnica perfetta e riescono anche a tra-smettere le emozioni nelle loro intro-spezioni psicologiche. L’esatta anatomiaviene personalizzata da alcuni particolaricome le espressioni della bocca, degliocchi, delle mani e l’eleganza di unvestito con il ritmo ondulato dellepieghe che riprende sinuosamente ilmovimento dei capelli che scendono

leggeri sul corpo delicato.Il dipinto “L’aurora boreale” evidenziail fascino della donna che si emananello spazio attraverso la danza deisuoi movimenti sinuosi e il caleidoscopiodei colori dell’evento. “La donna congli scacchi” ci propone invece la fem-minilità immersa in un elegante interno,mentre il gioco si muove sulla prospetticascacchiera e sembra presagire lo scaccomatto della regina bianca al re nero.

Renzo Regoli è nato a Siena nel1970, si è diplomato all’Istitutod’Arte e si è laureato in Geologia.Conduce ricerche mineralogiche,crea opere di musica sperimentalee scrive libri. Ha esposto a Siena,Torino, Lucca, Colle Val d’Elsa eMilano. Ha partecipato a Expo Ar-te e fiere internazionali.

Fra i monti di Sassetta, siamo rimastiincantati dalle magiche visioni delmare! Infatti l'altro premio speciale diCosta Etrusca, al concorso di arte “Lacastagna d’oro”, organizzato dal Co-mune di Sassetta, è stato assegnato alpittore senese Renzo Regoli che ci haofferto, con i suoi dipinti, la possibili-tà di ammirare i suoi stupendi paesag-gi marini. Il mare e lo spettacolo son-tuoso dei suoi sgargianti colori che ri-flettono trasparenti sulle onde spumo-se mentre si agitano impetuose e siinfrangono sugli scogli.Scenari sublimi che ci trascinano nelmovimento ritmico e nella dinamicasorprendente. Sentimenti di ammira-zione, di gioia ma anche di timore,sono trascinati dalla lirica dei suoni edei cromatismi. La pittura di Regoli èpoesia ed è musica. Del resto Renzo èuno scienziato che studia la natura, unpoeta che scrive libri e perfino unmusicista. Le sue immagini hannoapparentemente un taglio fotografico

ed un effetto iperrealistico ma non so-no statiche perché, come in un sogno,si muovono nel tempo e nell’incanto,trascinate dalla luce magica che tra-volge nella sua intensità, l’essenzadel paesaggio. Così diventano irrealile marine, le dinamiche cascate, i mi-steriosi boschi, i fiumi incantati, lestoriche architetture e la neve che,candida, colora di bianco ogni cosa.

Renzo RegoliLa poesia della luce

Stefania Leoni

Scacco matto

dell’Arte a cura di Daniele Toncelli

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Questa rubrica è libera. Ilcontenuto delle lettere puònon collimare col pensierodel giornale. Costa Etru-sca si riserva di ridurre lelettere e di eliminareespressioni che possanointegrare ipotesi di diffa-mazione. Gli autori, pur-chè noti alla direzione, po-tranno chiedere che la lorofirma sia omessa. Precisazioni o rettifiche sa-ranno pubblicate.

GIOCO D’AZZARDO

Ci sono più slot machineche posti letto!

Nel nostro Paese ci sono piùslot machine che posti letto!Sono circa due milioni i gio-catori a basso rischio di di-pendenza, mentre 800mila,specialmente persone anzia-ne, si avviano verso questapatologia, che ha risvoltiumani e sociali molto pesan-ti. Lo Stato è un Giano bi-fronte: da un lato promuoveil gioco d’azzardo, in quantofonte di entrate consistenti;dall’altro, destina 6 miliardidi euro per spese sanitarie egiudiziarie, legate al mondodelle scommesse. Così, sia-mo tutti contenti…

Mariella Mercalli

BARATTI

Escrementi a riva,scarico dalla barcaSono una fra i numerosi ba-gnanti che la scorsa estate siè ritrovata sulla spiaggia diBaratti di fronte ad uno spia-cevole episodio. Ovvero in-

torno all’ora di pranzo io,mio marito e la nostra picco-la Alice abbiamo dovutoconsumare un frugale spun-tino al mare in mezzo ai nu-merosi escrementi prove-nienti dallo scarico di unabarca, che ha svuotato “ele-gantemente” il deposito delbagno in acqua. Alcuni deipresenti hanno chiamato laCapitaneria, che è intervenu-ta subito controllando le nu-merose imbarcazioni. Chi hadovuto fare il “lavoro spor-co”? Sempre noi bagnanti!Abbiamo avuto il piacere di

consumare il nostro pranzoin mezzo all’odore nausea-bondo di una vergognosaimmondizia, provvedendoanche a pulire il misfatto…ma dove è finito il decoroambientale e il rispetto al-trui?

s.v.

CECINA

Via IV Novembre,morsa nel trafficoVia IV Novembre, la prima“autostrada in centro urba-no” a Cecina. Dovremmo

esserne fieri? No, assoluta-mente, non ditelo al sotto-scritto! È un marasma da as-sedio bellico. Siamo stufi divivere da galeotti, imprigio-nati tra quattro mura di casa.Io e molti altri che viviamolungo questa strada abbiamodovuto mettere i doppi vetrialle finestre di casa. Ho spe-so 1500 euro di lavori…colpa del traffico, dei rumo-ri e dello smog! Chiedo unasoluzione al più presto pernoi abitanti della zona e peri pedoni.

cecinese

STORIA E POLITICA

Poca curiosità dagli studenti? Vi siete mai chiesti come maila nostra società sia semprepiù ricca di giovani poveri diconoscenza storica e politi-ca? Dovrebbe sorgerci spon-tanea una domanda rivolta aidocenti scolastici della mate-ria in questione. Sono alcunidi voi ad essere poco attentio sono i giovani studenti adavere poca curiosità e scarsavolontà di apprendimento?

Silvia c.

ALLUVIONE LIVORNO

Caro sindaco,ma la prevenzione?Il nostro caro sindaco Noga-rin riguardo alla devastante etragica situazione di Livornoa causa dell’alluvione, hadetto: «Ci voleva più preven-zione e un maggiore occhiodi riguardo!». Ma scusate…da che pulpito viene la predi-ca? Se non sono il primo cit-tadino e il comune a pensar-ci, chi lo deve fare?

livornese

E LA DECOROSA “POTATINA” È ARRIVATA L’ulivo un po’ barbone

si è fatto i “capelli” Siamo il gruppo di pensio-nati che ama riunirsi spes-so nel centro del corsopiombinese. In una prece-dente lettera a Costa Etru-sca avevamo fatto notareall’assessore Capuano didare una decorosa “potati-na” alla chioma del caro eantico ulivo di piazza Gram-sci. La pianta, ormai com-pagna silenziosa delle no-stre chiacchiere quotidia-

ne è diventata una parte dinoi stessi. Siamo moltosoddisfatti del fatto che lanostra lettera abbia avutoun così rapido e positivo ri-sultato. Grazie all’assessore e alcomune! L’ulivo si è fatto i“capelli”, ora è in attesache le fronde tornino a rin-foltirsi…

Cittadini attenti

dicembre - gennaio - febbraio 2018

Ieri Oggi

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TIEMME

Autobus a martellate,spregio e vergognaOcchio e croce 10mila eurodi danni! Ma si può? Quandoho letto l’episodio dell’auto-bus preso a martellate a Cam-piglia, mi sono chiesto comelo spregio umano possa arri-vare a compiere atti così ver-gognosi e osceni. Il videodell’accaduto diffuso su in-ternet ha sconcertato noi cit-tadini e chiunque abbia unminimo di dignità morale.Nessuno è ancora arrivato al-la causa di simili gesti. Un di-verbio o qualche multa? Unatto vandalico di qualche gio-vinastro in preda all’alcool?Chi più ne ha, più ne metta.Comunque sia, certi fatti so-no già successi anche a Fol-lonica e in un’altra zona unautista è stato accoltellato daun giovane ivoriano. Possibi-le per chi guida avere pauradi svolgere il proprio lavoro eper chi viaggia su mezzi pub-blici essere in continuo ri-schio di incolumità?

p.m.

LICENA PIZZI MACCANTI

Molti consensisul mio libroCi tengo a ringraziare tutticoloro che sono stati presentialle recenti presentazioni delmio ultimo libro “L’abisso ele vette del cielo”. Siete statidavvero numerosi regalando-mi grandi consensi che hannofatto da vero balsamo per ilmio cuore! Chi vi ringrazia èLicena Pizzi Maccanti e pre-go coloro che volessero ac-quistare il mio libro di rivol-gersi alle librerie La Fenice eTornese di Piombino. Inoltrepuò essere ordinato in forma-to e-book su Amazon, Ibs ealtre librerie online. La miaopera ha avuto molto succes-so e ringrazio soprattutto laspeciale collaborazione diCosta Etrusca per avermi aiu-tato a diffondere il mio “su-dato” lavoro. Tutti, e dico tut-

ti, ci troveranno un messag-gio di sana speranza e di fedequando nella vita l’ombraoscura il nostro cuore. Buonefeste a tutti!

Licena Pizzi Maccanti

CENTRO STORICO

Via del Fossato,degrado e abbandonoSono una cittadina di Piom-bino che abita nelle vicinanzedi via del Fossato, che im-boccata dal cuore del centrostorico, corso Vittorio Ema-nuele, porta dritta fino a Ma-rina. Una strada buia, sporca,spesso punto di ritrovo divandali durante la notte. Allamia osservazione si unisconomolte proteste riguardanti lecondizioni della pavimenta-zione, disastrata in tutta lasua lunghezza. Meriterebbeuna degna risistemata!

Maria g.

TRAFFICO A LIVORNO

Piazza Cavour,perché non si riapre? Un’occhiata a sinistra, unosguardo distratto a destra e

poi che succede? Via comeuna freccia ad attraversarepiazza Cavour a Livorno insella al motorino, mentre sivedono auto che avanzanonel tragitto trovando il confi-ne delle fioriere. Scooter emacchine “tagliano” l’area evanno in controsenso versogli scali. Andare da via Mag-gi a via Indipendenza preve-de poco più di 50 metri (permolti un lunghissimo tragit-to!), così ancora una volta si

infrange un divieto esistenteda decenni, mettendo in seriopericolo pedoni, carrozzine eanziani. Un atteggiamentoabituale e scarsamente san-zionato nella zona del centro,che include perfino rimozio-ne di transenne presenti. Per-ché allora noi livornesi nonuniamo più voci e chiediamoancora una volta al sindacovigente… perché non riaprirepiazza Cavour?

g.r.

IL “GRANDE” CENTAURO

Il terribile rombodella moto

violenta l’anima già compromessa

di Angela ValdesIn una giornata di caldo afo-so ho voglia di esprimere isentimenti e le idee che mipassano per la mente, men-tre leggo il giornale come fac-cio di solito.Improvvisamente dalla fine-stra aperta per cercare l'ariafresca dell'esterno, irrompeil terribile rombo assordantee prepotente di una moto. Il“grande” centauro colpisceancora con tutta la sua arro-ganza e stupidità. Il suono è

terribile e violenta l'animaperché penetra dentro facen-do danni ai nostri delicati ap-parati e sconvolgendo la no-stra psiche già compromes-sa da altri eventi. Ma d’altraparte a lui, “eroe” del quoti-diano è consentito tutto. Sembra che le parole “in-quinamento acustico” sia-no sciocchezze. Così comecontinuano a essere scioc-chezze la povertà, il dis-agio, la disoccupazione el'emarginazione.

Viene da chiederci se coloroche dovrebbero tutelare lanostra comunità siano all'al-tezza dei loro ruoli. Ebbene, perché, lassù ai pia-ni alti, alcuni che da troppotempo sbagliano, sono cosìintoccabili? Coloro inveceche soffrono… sono tanti!Questa volta, dalla finestra,non vedo l'arcobaleno, ma lasperanza mi viene stimolatadal gioioso volo delle rondiniche felici aleggiano leggiadrenel cielo azzurro.

Caro Luciano, sono il solitoex militante del nostro partitoPd. Hai ricoperto per due man-dati la carica di sindaco diPiombino, l’incarico di asses-sore alle politiche ambientalialla Provincia e il ruolo di pre-sidente dell’Autorità Portuale.Hai fatto carriera grazie anchea diversi ruoli come consiglierecomunale e assessore. Dallontano 2007 addirittura ricoprila carica di vice presidentedell’associazione Porti Italiani.Vabbè, tanto di cappello! Ti hanno fatto i complimentiper il lavoro che hai svolto econtinuano a farteli, ma non

è giunta l’ora di guardarti in-dietro e ripagare la politicadel nostro territorio per ciòche ti ha dato in tutti questianni? Dedicati di più alla carapolitica che ti ha permessodi avere le redini del potere.Non credi che ultimamentene abbia davvero bisogno? Non pensare soltanto a testesso, anche se so che tiha ben giovato, ma rifletti suitanti giovani che necessitanodi un futuro. Un futuro chepossa credere ancora nellavera politica, quella che ormaista morendo…

Roberto

Lettera aperta a Luciano Guerrieri Dèdicati alla politica che tanto ti ha dato

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BANDIERE

Quel bianco sporcodel nostro tricoloreAl fine di evitare sanzioni, ilnostro tricolore non si puòesporre quando piove, men-tre di notte va illuminato.Certo le norme devono esse-re seguite, se vogliamo por-tare rispetto alla nostra ban-diera. Esiste un modo forsepiù comodo e sicuramentecon effetto subito visibileper offrire a noi, e direi so-prattutto agli stranieri, unabuona immagine dell’Italia. Mi riferisco alle tante ban-diere, esposte in istituti,scuole, edifici ed enti pub-blici che quasi sono… im-barazzate esse stesse delloro aspetto così trascura-to. Appunto il tricolore è ilsimbolo del nostro Paese,ove il colore centrale vienedefinito ottimisticamente“bianco”, mentre lo stessoassume tonalità che vannodal panna al giallo ocra, o

dal leggero grigio al terradi Siena. In poche parole parecchievolte il bianco si presenta

sporco. Bianco vuol direbianco.

Gabriele Barabino

Sulla Costa degli Etruschi, in una splendida e immensa pineta secolare,

il Park Albatros è un gioielloincastonato tra il meraviglioso golfo di Baratti

e i tipici paesini medievali.

Loc. Pineta di Torre Nuova, 2

57027 San Vincenzo (Li)

Tel. 0565.701018

e-mail: [email protected]

www.ecvacanze.itCAMPING VILLAGES IN ITALY

SCRIVE UNA SOCIA COOP Quella libreria di via Gori

occupa troppo spazio!Da socia piombinese Coopho appreso che il super-mercato di via Gori nonverrà trasferito in via Fle-malle. A questo punto saràsicuramente necessariauna ristrutturazione delpunto vendita! A tal proposito mi sembraevidente che la libreria siatroppo dispersiva e debbaessere assolutamente ri-dotta. Così facendo avan-

zerebbe una superficie dadedicare a speciali promo-zioni e a presentazioni dialtri prodotti.Un modo per attrarre laclientela attraverso la pro-posta di marche alternati-ve, magari più convenienti.Il tutto per guadagnare uti-le spazio per nuove solu-zioni commerciali della no-stra Coop.

g.l.

dicembre - gennaio - febbraio 2018

Gli errori di Costa Etrusca

Nel numero scorso (autunno2017) figuravano alcunierrori: a pag. 26 “Fatti e persone”nell’articolo dedicato a DonCastelli, la versione correttaè Don Pierluigi Castelli enon Don Luigi Castelli.A pag. 19 sul servizio riguar-dante Andrea Manciulli, doveviene citato “il giovane stu-dente, figlio di un operaiodelle Acciaierie” è errato, per-ché il padre Raffaello era unimpiegato perito industriale.A pag. 19 sempre inerenteall’intervista a Andrea Man-ciulli, dove viene riportato“la cattedratica milanese,figura centrale nella vita del-l’ateo pisano”, la parolaateo sarebbe dovuta essereateneo.A pag. 55 nella rubrica “inlibreria” a cura di EmilioGuardavilla, il libro di LicenaPizzi Maccanti ha il prezzoerrato,100 euro anziché 10euro.

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di Ivio Barlettani

Gianni Gorini si è spento al-l’ospedale di Villamarina al-l’età di 78 anni. Uno storicocollaboratore della Nazione edel Tirreno e valida pennadello sport, lascia la moglieTina, le figlie Cristiana e Chia-ra e il fratello Fabio. Il suo ri-cordo resterà indelebile nelcuore di chi lo ha conosciuto.

Non ho mai amato scrivererecensioni su libri o necrologidi amici e collaboratori, laconsidero come un’opinionedi parte. Stavolta però pur-troppo mi ritrovo a fare un’ec-cezione per un caro amico eun valido ex collaboratore co-me Gianni Gorini. Dico pur-troppo, perché lo faccio perla sua recente e improvvisascomparsa, che mi ha pro-fondamente addolorato. I ricordi corrono indietro neltempo a quando Gianni al

fianco di Giuseppe Maganzidurante gli anni Settanta eraalla Nazione; per così direconosciuta come lo storico“avversario” del Telegrafodiventato solo in seguito IlTirreno, rappresentato dame e da Aulo Taddei. All’e-poca la tiratura de La Nazio-ne era quasi 5000 copie,mentre Il Tirreno arrivava in-torno alle 400 – 500. Sorrido ripensando a quan-do Maganzi e Gorini andaro-no in pensione, lasciaronoLa Nazione e io approfittai diquel momento “accalap-piandoli” per rinfoltire la miaredazione. Alla Nazione ri-cordo i nomi di ottimi giorna-listi come Cecchi, Mannelli eGavazzeni. Giorno dopo gior-no Il Tirreno scalzò La Nazio-ne, che chiuse le redazionidi Livorno e di Piombino. Daquel momento Il Tirreno di-venne “leader”. Gianni, il suo sorriso un po’

“serioso” e la sua grandecuriosità da giornalista lorappresentavano in primis. Eanche quel cognome in origi-ne croato Gortan italianizza-to in Gorini, forse lo ha resoancor più speciale. Si occu-pava delle pubbliche relazio-ni alle Acciaierie, mentre sol-tanto nel tardo pomeriggioapriva la porta del giornalein compagnia di Maganzinella redazione di via Lom-broso. Il suo amore per igiornali infatti non scompari-rà mai, perché i suoi primiarticoli, le sue interviste e ilsuo accurato taccuino per gliappunti rappresentano unprezioso archivio! Non posso altro che definirlouno storico collaboratore, unattento giornalista e unagran persona perbene. Unbravo cronista, soprattuttodi basket e dotato di fortecuriosità per raccontare lestorie del circondario, in par-

ticolare di Sassetta, suospeciale rifugio. Sono felicedi averlo conosciuto e diaver potuto collaborare conlui riuscendo a condividereinsieme la forte passioneper la “penna”. Ciao, caroamico Gianni, sono sicuroche anche da lassù al fiancodei colleghi di un tempo,Giuseppe Maganzi, AuloTaddei e Valerio Riparbelli…scriverai ancora dei bei pezziper il prossimo giornale!

Gianni Gorini, giornalista ci lascia “in punta di penna”

Ciao, caro amico, scrivi anche da lassù!

Addio a Bettinidel rugby EtruriaCordoglio per Giuseppe Alessan-dro Bettini, se ne è andato a 80anni, da tutti conosciuto come ilcaro Pinuccio. Lascia l’insostitui-bile compagna Paola e la figliaGiulia. Bettini proveniva da Ro-ma, molti anni fa arrivò a Ventu-rina sentendosi subito uno delpaese. Un tipo aperto ad ogniiniziativa di cultura e di politica,infatti si iscrisse al partito socia-lista, dove ricoprì diversi incari-chi in sezione e nelle istituzioni. Faceva il geometra con il suo sti-le unico, ma dall’altra era ancheun grafico dinamico ed eccellen-te: a lui si devono il logo del Co-mitato Cittadino e i disegni perle tante iniziative locali. Senza dimenticare una delle suepiù grandi passioni, lo sport. Alsecondo posto il calcio, mentreil suo primo amore resterà dasempre il rugby, infatti fu uno trai fondatori del gruppo Etruria.

Piombino piange la scomparsa di MauroFerri, figura di spicco dell’associazioni-smo locale. Mauro ci lascia il ricordo diun impegno generoso e quotidiano nel-l’Arci e Anpi, a favore di tanti importantiprogetti e attività ricreative. Fra le ultimeiniziative quella riguardante il riconosci-mento della medaglia d’oro al valor mili-tare per Piombino nella lotta di liberazio-ne dal nazifascismo. Il sindaco MassimoGiuliani lo ha voluto ricordare così: «Allefiglie Mariella e Lorella il mio abbraccio eil mio più sentito cordoglio e di tutta unacittà che gli deve molto». Tanti i messag-gi di vicinanza e lutto in sua memoria.

Città in lutto per Mauro Ferri

È mancato il medico Vico Carnesecchi, pri-mario di medicina dell’ospedale di Campi-glia Marittima dal 1970 al 1989. Carne-secchi si laureò in medicina e chirurgiaconseguendo la specializzazione in medi-cina interna e cardiologia. Per molti anni ha lavorato all’ospedale

di Livorno nell’equipe del prof. GiuseppeBenedetti. Lascia i tre figli, ma grazie alla sua pro-fessione svolta in maniera illustre e al-le sue doti umane lascia un grande vuo-to anche nel cuore delle persone a cuiha fatto del bene. Alla sua morte il suo desiderio è statoquello di riposare nel cimitero del suo caropaese, ai piedi delle boscose colline diCastagneto Carducci.

Cordoglio per la scomparsadel dottor Vico Carnesecchi

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SANDRO DE MONACO

Il fotoamatore che coglie

l’attimo fuggente

Galassi, il decano dei fotoamatoripresenta Sandro De Monaco

PERFETTO TEMPISMO NELLO SCATTO.PARTICOLARE CURA NELLE MOSTRE

di Pierluigi Galassi

Guarda un po’ chi vado ad intervistare questavolta! Nientepopodimeno che uno svizze-ro! Sto parlando del barman per eccellenza

del bar Falesia, che tutti voi sicuramente conosce-te. Sì, è proprio lui, l’amico Sandro De Monaco,che, piombinese d’adozione, è nato proprio a Lu-cerna nel 1966. Fin da piccolo Sandro dimostra di avere passione perla fotografia usando vecchie fotocamere Kodak ePolaroid, passando poi alla Reflex Olympus analogi-ca: con l’avvento del digitale, si adegua e acquista laNikon D50 - D200 (DX) e D700 - D750 (FX).Lo conosco da tempo, è stato socio per alcuni annidel Circolo Sant’Antimo. Siamo andati insieme adimmortalare le Mille Miglia al loro transito sul terri-torio toscano. È un fotografo che centra il bersaglio non appenaimbraccia la fotocamera, un autore che è capace dicogliere infallibilmente l’attimo. Le sue immagini sidistinguono per il tempismo che Sandro dimostra nelcatturare il momento, quello tecnicamente definito“ritardo zero”.De Monaco non ama partecipare ai concorsi fotogra-fici che spesso allontanano il fotoamatore dalla verafotografia, ma preferisce allestire mostre personali,molto curate e suggestive. Tra queste, tutte coronate dall’approvazione dipubblico e critica, ricordiamo la “New Genera-tion” del 2011 al Centro Giovani, “Il volto raccon-ta” del 2012 a Palazzo Appiani; “Fists off stell”del 2013 alla Pugilistica e al vicolo Sant’Antonio;“Big Apple show for 50 cents” presso Cargo,“Nella quiete di una mente silenziosa” del 2015,“Nos bracos dos Cristo Redentor”, reportage sulBrasile e “One photo show”, omaggio alle vittimedell’11 settembre del 2016.Nel 2017 un suo scatto è stato usato per la coper-tina del libro di poesie di Michele Paoletti. Ha rea-lizzato gigantografie per promuovere uno sho-wroom di Verona.

Fin da piccolo ha la passione per la fotografia.È stato socio del Circolo Sant’Antimo.

I suoi scatti per gigantografie e un disco

Pierluigi Galassi è il decano dei fotoamatori di Piombino. È presidente della sezionefotografica del Centro culturale Sant’Antimo. Dopo la presentazione di DomenicoFinno, Sergio Tanfani, Nino Marchi, Guido Morelli, Oreste Malvisi, Luigi Tozzi, RobertoBaroni, Stefano Valdiserri, Davide Bedini, Corrado Coppetta, Luca Ruffoli, PatrickDonati, Fabio Del Ghianda, Manuela Innocenti, Enrico Genovesi, Eleonora Carlesi,Luca Vangelisti, Massimo Daddi, Alessio e Matilde Ricci, Asia Giannelli, FrancescoLivi, Francesco Masangui, Gabriele Tinalli, Sergio Signori, Marco Morrone, StefanoTempestini, Graziella Sapienza, Riccardo Marchionni, Sabrina Costa, RobertoManzani, Sandro Leonelli, Marco Novara, Lucia e Lorella, Franco Martorella portaoggi alla ribalta Sandro De Monaco.

60 dicembre - gennaio - febbraio 2018

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Gli scatti

di Sandro

De Monaco

Lami & Bruscolini srlagenti di assicurazioni

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dicembre - gennaio - febbraio 201862

Ecco la panoramicasul mondo del calcio,una nuova rubrica

ideata da Costa Etrusca cheriporta le pagelle dei gioca-tori relative alle partite dis-putate nell’ultimo trimestre.Purtroppo – per motivi or-ganizzativi – sono esclusealcune squadre del nostroterritorio. Ce ne scusiamo. I voti riportati nelle pagelledei singoli giocatori sono statiespressi da una giuria espertanel settore composta da alle-natori, dirigenti, giornalisti esportivi. Il lettore noterà perogni società sportiva di calciol’attuale migliore giocatore,fino ad oggi, evidenziato inneretto. Seguono altri quattrocalciatori nell’ordine in cuihanno riportato i voti. La rubrica è curata dai co-ordinatori di Costa Etrusca:Marcello Cardinali, EdoMarchionni, Emilio Guarda-villa, Umberto Barlettani eFrancesca Ghiribelli. Appuntamento al primomarzo, edizione primaveradi Costa Etrusca, con i nuovisviluppi delle pagelle!

Livorno

ValianiVantaggiatoLuciMurilloDoumbia

Gavorrano

VitielloSalvadoriRopoloCretellaGemignani

Atl. Piombino

FatticcioniCatalanoRocchiccioli T.PapaMontecalvo

Grosseto

GorelliDe Carolis InvernizziVegnaduzzoSabatini N.

Venturina

FioriniLunghiBalestracciGherardini A.Redi

San Vincenzo

CicaliniAquilanteManettiParriniPetricci

Riotorto

Salvati F. LunardiGrandiBertiniCeccarelli

Calcio: iniziativa di Costa Etrusca premia i migliori giocatoriLe pagelle nel pallone

Per ogni società sportiva il miglior giocatore.Seguono altri quattro calciatori in ordine voti

Mirio Cerri, storico colla-boratore di Telepiombinoe Costa Etrusca, parlandoin piazza Verdi con ungruppetto di tifosi neraz-zurri si lasciava andare aquesta riflessione: «Dome-nica 18 novembre 1951

Stadio Magona Piombino-Roma 3-1 con oltre 13milatifosi sugli spalti. Domenica 19 novembre2017 Stadio Santa LuciaVenturina Terme Piombino-Grosseto 2-0. I tifosi piom-binesi sono stati costretti

ad emigrare perché il Ma-gona non è omologato perospitare più di 200 spet-tatori. Stendiamo un velopietoso». E Costa Etrusca aggiunge:«Signori del comune è unavergogna!».

Mirio Cerri ricorda...

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Suvereto

CiprianiBianchiPetricciLazzerini M.Giovannetti

Salivoli

Micchi ConsiglioFantiPersicoTesi Giancarlo Favarin ha la

stoffa del grande condot-tiero. Subentrato a Bonuc-celli, il Gavorrano era ilfanalino di coda con zeropunti in classifica. Gian-carlo da quel momento hainanellato una splendidaserie di risultati positiviportando la squadra adieci punti, lasciando alPrato (8 punti) la codadella classifica. La tifoseria maremmanaè in festa: «Se conti-nuiamo su questa stradagrazie a Favarin, la sal-vezza non dovrebbe sfug-girci».

Ma se Favarin è statobravo in questo brevelasso di tempo, non pos-siamo certamente dimen-ticare il lavoro svolto daSottil, che ha portato ilsuo Livorno in testa allaclassifica con un buonmargine di vantaggio sulleinseguitrici. Questi due al-lenatori, quindi, figuranoappaiati in testa alla clas-sifica provvisoria dei mi-gliori mister.Favarin (Gavorrano)Sottil (Livorno)Miano (Piombino)Venturini (Venturina)Di Tonno (San Vincenzo)

Allenatori: Favarin e Sottilguidano la classifica

Favarin

Sottil

Livorno in attacco, Valiani spara a rete

Entusiasmo dei tifosi amaranto Esultanza dell’Atletico Piombino

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Per gentile concessio-ne del Corriere dellaSera pubblichiamo ilracconto di Silvia Aval-lone, uno dei suoi tiro-cini più importanti perla scrittura. Il mare, gliamici, la fabbrica, lascelta di andare a vi-verci da liceale: la sto-ria d’amore tra la«straniera» Silvia ePiombino.

di Silvia Avallone

Fu il romanzo d’esor-dio a portarmi vial’estate. Prima, la

stagione durava due mesi,cominciava con un baga-gliaio stipato di valigie, e

coincideva con un luogo,uno solo in tutto il pianeta:l’estate era Piombino. Ioero la ragazzina di Biellache andava a trascorrere levacanze dal papà. Mi chia-mavano così, i coetaneidel mare, «Biella», comequella del motore. Chéerano molto esperti discooter e meno di geogra-fia. Ero la straniera chenon sapeva aspirare la c,che chiudeva le o. Ero at-tratta da loro, loro da me.Ma occorreva ubbidire aun complesso ritualeprima di poterci definire,di nuovo, amici. Accadeva ogni anno, dacapo. Il primo luglio nonvolevo partire. Mia madreimboccava l’A26, e io vo-levo morire. Quando co-minciavo a intravedere le«lavatrici» di Genova, epiù tardi l’Aurelia, prova-vo un senso di oppressio-ne che mi portava via lavoce. Arrivata nella casadi Piombino, baciavo pa-pà e mi chiudevo in ca-mera. Li spiavo dalla fi-nestra. Erano gli stessi,ma cresciuti, più spavaldi

adesso che andavano allesuperiori. Sgommavanoin motorino, affiatati. Par-cheggiavano di fronte allecabine, scendevano inspiaggia a piedi nudi.Ogni loro gesto trasudavacomplicità, mi parlava diun intero anno scolasticoinsieme. E io non c’entra-vo niente. Non ero ab-bronzata, non ero cambia-ta abbastanza. Avrebberofatto finta di non cono-scermi, mi avrebberoignorata. Avrei volutoseppellirmi in quella stan-za, ma i miei genitori mitiravano fuori. Mi costrin-gevano a uscire, ad attra-versare la strada.La spiaggia mi si spalan-cava di fronte. Perfetta,senza nemmeno un turi-sta. Le amiche di mia ma-dre si alzavano per venirea salutarci, esclamavanogenerose: «Oh, com’ècresciuta!». Ero minusco-la, invece. Cercavo con losguardo i miei miglioriamici dell’estate passata,i miei peggiori nemici diquesta. Erano già in ac-qua. Il pallone, i pali con-

ficcati nella sabbia a si-mulare una porta. Le ra-gazze cento volte più bel-le, più slanciate, centra-vano le onde di testa.«Vai a tuffarti anche tu,cosa stai qui a fare?».Tempo una settimana,parlavo toscano.Il mio asciugamano gia-ceva confuso e indistin-guibile in mezzo a quellidegli altri. I miei orari diveglia e di sonno comba-ciavano alla perfezionecon i loro. In spiaggia aSalivoli dalle dieci alletredici, dalle quattordicialle venti, il tempo di unadoccia e di trangugiarequalcosa per cena, poi dinuovo giù al bar fino alleventitré. Non ero più unindividuo, ma parte di unmagnifico organismo.Aprivo le o, aspiravo la c.Ero felice, libera di essereun’altra. Parente, maneanche tanto, della ragaz-za che veniva da Biella. Credo sia stato questo,uno dei tirocini più im-portanti per la mia scrittu-ra: diventare non una per-sona soltanto. L’estate a

Le mie vacanze indimenticabili

a PiombinoSilvia Avallone, autrice d’Acciaio, racconta

le sue estati diventate romanzo

“Il pomeriggio raggiungevo Buca delle Fate”

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Piombino rinnovava perme, ogni anno, la possibi-lità di vivere come dentroun romanzo. Le cose là non accadeva-no semplicemente. Leamicizie, gli innamora-menti, gli scogli, le lette-rine sotto la porta, aveva-no un significato supple-mentare per il solo trovar-si altrove rispetto allaquotidianità. I sentimentipotevano prendere il so-pravvento sulla ragione, idesideri sul dovere. Per-ché tutto durava due me-si. Poi finiva. Il trentunoagosto, la sveglia al mat-tino presto. La macchinagià caricata la sera prima.Tornavo indietro, dal ro-manzo alla vita. Con gliocchi pieni di lacrimepuntati contro il finestri-no, nelle orecchie le cuf-fie del walkman: il lato Ae il lato B della stessa cas-setta riascoltata per 438chilometri. Perché nonsono nata a Piombino?Mi chiedevo buttata sulsedile. Perché non possovivere anche io, a Piom-bino, per sempre? Finiicon il trasferirmici, nel2000. A tanto può arrivarel’amore per un luogo. E, asedici anni, l’amore è unistinto assoluto che nonsente ragioni. Mi iscrissilà al liceo. La mattina an-davo a scuola in motorinoe parcheggiavo insiemeagli altri in via della Pace.E gli altri non erano più imiei amici dell’estate, madi tutto l’anno. Il marec’era anche d’inverno,adesso. Era la presenzacostante, di là dalla fine-stra, che mi aiutava a stu-diare. Imparavo la lungaattesa della bella stagio-ne, osservavo il vento sal-mastro aggredire e consu-mare l’intonaco delle ca-se. Avevo scambiato lavita con il romanzo e,

adesso che ci ripenso, eraineluttabile che finissi perscriverlo.Alcuni lasciarono lascuola per la fabbrica. Ela fabbrica era, persinoper me che venivo da fuo-ri, parte integrante dellavita a Piombino. Era unacosa che stava lì, accantoal mare, come il mare. Neaveva la stessa, colossale,dignità. I racconti dell’ac-ciaio, come me li riporta-vano, senza alcun filtroideologico, i miei amici,furono una storia d’amoredentro quella più vastache stavo vivendo. E fu ancora una volta peristinto che, un’estate dimolti anni dopo, comin-ciai a scrivere. Vivevo aBologna per l’università,ma a luglio tornavo sem-pre là. Di fronte alla fine-stra che incorniciava unframmento di mare, unpezzetto di Elba. Aggre-divo la tastiera durante lamattina. Poi, il pomerig-gio, prendevo la macchi-na e raggiungevo Bucadelle Fate, o la spiaggiadel Quagliodromo inca-stonata tra l’Enel e la Dal-mine, l’acqua così limpi-da che la chiamavamo«Le Bahamas». Mi face-vo accompagnare dove sidiceva portassero via ilrame da alcuni tralicci in

disuso. Mi facevo spiega-re il ciclo integrale del-l’acciaio. Camminavolungo il perimetro dellafabbrica e la spiavo. Sen-za sapere che non mi sa-rebbe stato perdonato.L’estate successiva avevoun contratto firmato, il ro-manzo finito, il più gran-de desiderio esaudito. Achi mi chiedeva novità ri-spondevo a disagio: «Sì,pubblicherò un roman-zo». Che suonava un po’come «vado su Marte».Mica era un lavoro. Alcu-ne delle persone che mistavano di fronte, ormai,erano sposate con figli. Illavoro era l’acciaio: nonla parola, la materia. Erail pezzo di rotaia che imiei amici mi avevano re-galato e che mi sta accan-to sulla scrivania, ancoraadesso. Era una poesia diCaproni che ho imparatoa memoria: «Fondale del-la storia. / L’acciaio. / Ilghiacciaio». Quando arrivò il ventigennaio del 2010, il librofinì in libreria. Io mi ritro-vai su un treno per Roma,su un divano rosso davan-ti a Serena Dandini, a direa voce alta, in televisione,«Piombino». E, come pereffetto di un incantesimo,il romanzo si portò via lacittà. Che in parte mi so-

stenne con entusiasmo. Inparte si arrabbiò molto. Ilsindaco proclamò chenon lo avrebbe mai letto,tanto sapeva già che erabrutto. Quando tornai perla presentazione, nel si-lenzio che mi accolse, ri-suonarono nitide tre paro-le: «Eccola, la stronza».Aprirono una pagina suFacebook per dire chePiombino non era Ac-ciaio. Certo che non loera: Piombino era la miaestate.Da allora, le vacanze sisono sempre più accor-ciate. Le mete sono di-ventate quelle dei festi-val letterari, delle am-bientazioni dei nuovi ro-manzi. Il dovere ha presoil sopravvento. Il ciclointegrale si è fermato,l’Altoforno è stato spen-to. Anche io ho costruitouna famiglia, sono di-ventata adulta, e «Biel-la» si è persa. Si sonopersi il liceo classico,che non esiste più; metàdella spiaggia di Salivo-li, che ha lasciato il po-sto al nuovo porticciolo.È tutto finito, eppure tut-to continua a esistere. Il-leso, in salvo. Perché èanche a questo che serve,scrivere.Rotaie prodotte a Piombino in viaggio per il mondo

Quell’acqua limpidadel Quagliodromo

come «Le Bahamas».

Mi chiamavano «Biella»,

come quella del motore.

Piombino non era acciaio, era la “musa”

della mia estate

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C

T

66 dicembre - gennaio - febbraio 2018

L’impegno di Costa Etrusca èproseguire, il patto d’alleanza con i lettori è

stretto. Ma il sacrificio è notevole. Non nascondiamocidietro un dito: produrre un giornale costa sempre di più.

Forse non ci si riflette abbastanza. Il pensiero collettivo corre alcaro vita, ai generi alimentari che aumentano, alla benzina alle stelle,

alle bollette sempre più pesanti, alle gite fuori porta proibitive a causa deipedaggi autostradali. Ma la domanda: quanto costa produrre informazione, inquanti se la pongono? Eppure è un dato di fatto: mandare in stampa Costa

Etrusca ha un costo.Un costo sempre più alto.

La carta, ad esempio, è un lusso, e il suo prezzo continua a salire.La soluzione, a questo punto?

Mantenere la gratuità del giornale per incrementarne di conseguenza la diffusione,rendendola sempre più capillare.

Costa Etrusca, quindi, resta per sua scelta un giornale gratuito.Il sostegno, la linfa vitale continua ad arrivare dagli inserzionisti, da quanti investono in

pubblicità sulle nostre pagine, e da quelle aziende che credono nelle iniziative dellatestata e le sponsorizzano. Grazie a loro, Costa Etrusca continua ad uscire, senzagravare sulle tasche del lettore, con l’intento di informare e di animare il dibattito

sul territorio, dando risposte e suscitando interrogativi, spunti di riflessione.Questa è la nostra forza: rappresentare una voce di informazione libera,non censurata, non orientata. Alcuni imprenditori del territorio lo capiscono

e lo apprezzano, tanto da decidere di sostenere la nostra rivista,condividendone gli obiettivi. Perché intelligenza imprenditoriale

significa anche contribuire allo sviluppo locale, in terminisociali e culturali, non solo economici.

E l’informazione è ai primi posti.

Ancora grazie a inserzionisti e sponsor!La forza di Costa Etrusca

Costa Etrusca viene distribuitagratuitamente. Le prime copiesono destinate agli studentie a gli insegnanti delle nostrescuole. La inviamo agli oltremille lettori sparsi in tutto ilmondo. Ognuno può trovarlanei centri di maggiore aggre-gazione sociale. È presentenelle principali edicole di Piom-bino e del territorio, nei su-permercati Unicoop Tirrenodella provincia di Livorno, diFollonica, di Massa Marittimae Gavorrano. In tutte le filialidella Banca di Castagneto Car-

ducci, nelle provincie di Livornoe Grosseto. Negli ospedali diPiombino, Cecina e Livorno. A Piombino la trovate ancheal bar Conad in via GiovanniLerario, al Patronato I.n.a.s. –C.i.s.l. in via San FrancescoD’Assisi, al sindacato Uilm invia Pietro Gori, al sindacatoC.G.I.L. in via Roma, al SolitoPosto Beach in via Salivoli, al-l’Albergo Roma in via San Fran-

cesco D’Assisi, al RistorantePizzeria La Rocchetta in piazzaBovio, al panificio Artebiancain via Primo maggio, alla Ma-celleria – Salumeria di Francescae Gerardo in corso Italia, neglistudi medici, da Mauro e PaoloStilisti Parrucchieri per Donnadi via Copernico, al Cinemateatro Metropolitan e al circoloArci Cotone. A San Vincenzola trovate al Camping Village

Park Albatros. A VenturinaTerme al Ristorante Otello eal Medical Group. Si può trovareovviamente all’esterno dellaredazione di Costa Etrusca incorso Italia, 95 a Piombinonell’apposito contenitore.È inoltre possibile scaricare inumeri di Costa Etrusca sultablet, sullo smartphone e sulpc in formato pdf attraversoil sito www.costaetrusca.net.Alla destra della schermatasono presenti tutti i numeripassati e anche l’attuale: cliccae scarica! Buone feste!

Dove trovare Costa Etrusca

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IL NOSTRO IMPEGNOPER IL BENESSERE ANIMALENON È SOLO SULLA CARTA.

Coop si impegna a migliorare le condizioni di allevamento degli animaliper eliminare o ridurre l’uso degli antibiotici. Così si può contrastare l’aumentodi batteri resistenti e dare alle persone una garanzia in più per la loro salute.

Per questo, il benessere animale è nell’interesse di tutti.Scopri di più su e-coop.it/alleviamolasalute

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