Il Poema Sulla Natura - Parmenide Di Elea

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  • www.romanzieri.comluglio 2003 PARMENIDE DI ELEAIL POEMA SULLANATURA Traduzione e commento acura di Marco VignoloGargini

  • Del poema in esametri diParmenide, menzionato daSimplicio (De clo 556, 25)e in seguito per convenzioneda tutti con il titolo Dellanatura, ci sono giuntidiciannove frammenti, alcuniallo stato di mero stralcio,altri assai pi lunghi.Lordine che ho seguito ancora quello delledizioneDiels-Kranz.

  • Fr. 1 Proemio Le cavalle che mi portano,fin dove il mio animo vuolemi fecero giungere, poichmi condussero sulla via riccadi notizie che appartienealla divinit che per ogniluogo porta luomo che sa:l fui condotto: l infatti miportarono le molto avvedutecavalletirando il carro, e le fanciulle

  • indicarono la strada.Nei mozzi mandava un suonostridente lasseinfuocato (poich premuto dadue rotanticerchi da ambo i lati, quandosi affrettavano nel guidarmile fanciulle Elidi,abbandonate le case dellaNotte,verso la luce, levandosi conle mani i veli dal capo.L la porta dei sentieri

  • della Notte e del giorno,e ha ai due estremi unarchitrave e una soglia dipietra;e la stessa, eterea, riempitada grandi battenti,di cui Dike che molto castigapossiede le chiavi che sialternano.Le fanciulle, allora,rivolgendole parole soavila persuasero abilmente atogliere in un baleno per loro

  • la sbarradalla porta: e questaspalancandosiprodusse unaperturavoraginosa dei battentifacendo ruotarenei cardini uno dopo laltro igravidi assi bronzeifissati con chiodi e perni; dil subito attraverso la portadiritto lungo la strada lefanciulle guidarono carro ecavalle.

  • E la dea benevolmente miaccolse, con la mano la miamano destrami prese, e cos parlo e a meprofer: O giovane che insieme aguide immortalicon le cavalle che ti portanogiungi alla nostra casa,rallegrati, ch non unamalvagia sorte ti ha condottoper questa via (infatti fuoridalla via battuta dagli

  • uomini),ma la legge divina e lagiustizia. Bisogna che tuimpari ogni cosasia il cuore che non tremadella ben rotonda Veritsia le opinioni dei mortali,nelle quali non v certezzavera.Ma tuttavia anche questoimparerai, come le coseapparentibisognava che fossero

  • verosimilmente essendo tuttein tutti i sensi. Fr. 2 Orbene io ti dir, e tuascolta accuratamente ildiscorso,quali sono le vie di ricercache sole sono da pensare:luna che e che non possibile che non sia,e questo il sentiero della

  • Persuasione (infatti segue laVerit),laltra che non e che necessario che non sia,e io ti dico che questo unsentiero del tuttoinaccessibile:infatti non potresti averecognizione di ci che non (poich non possibile),n potresti esprimerlo. Fr. 3

  • infatti lo stesso pensare ed essere. Fr. 4 Considera tuttavia comecose assenti siano presentisaldamente alla mente:difatti non scinderai lesseredalla sua connessione conlessere,n disgregato in ogni senso

  • completamente secondo uncerto ordine,n raccolto insieme. Fr. 5 Per me lo stesso,da qualsiasi parte io cominci:l infatti di nuovo farritorno. Fr. 6

  • Occorre per il dire e ilpensare che lessere sia:infatti lessere ,mentre il nulla non : questecose ti esorto ad ammettere.Poich da questa prima via diricerca ti tengo lontano,e poi anche da quella su cui imortali che niente sannovanno errando, uomini a dueteste: infatti limpotenzache nei loropetti dirige una mente

  • errante; ed essi sonotrascinatisordi e ciechi insieme,attoniti, gente senza facoltdi giudizio,dai quali lessere e il nonessere sono considerati lostessoe non lo stesso, e perci ditutte le cose il cammino reversibile. Fr. 7

  • Giacch questo mai puimporsi, che siano le coseche non sono:ma tu da questa via di ricercaallontana il pensiero,n la consuetudine nata damolteplici esperienze ti forzisu questa viaa muovere locchio che nonvede, lorecchio cherimbombae la lingua, ma giudica con la

  • ragione la confutazionemolto dibattutache da me ti fu esposta. Fr. 8 Rimane solo il discorso dellaviache : su questa vi sonoprove indicativeassai numerose, che lessere ingenerato e imperituro,difatti intero nelle sue

  • membra e saldo e senza fine;n mai era n sar, giacch ora tutto insieme,uno, continuo: quale origineinfatti cercherai per esso?Come e donde sarebbecresciuto? Dal non-esserenon ti permetton di affermarlo n dipensarlo: dato che non possibile affermare npensareche non . Quale necessit lo

  • avrebbe mai spinto,dopo o prima, a nascere sedal nulla ha principio?Cos necessario o che siadel tutto o che non sia perniente.Giammai poi la forza dellacertezza potr ammettere chedal non-esserenasca qualcosa che va oltread esso; per questo n ilnasceren il perire gli concesse Dike

  • allentando i legami,ma lo tiene fermo; ladecisione intorno a tali cosesta in questo: o non ; pertanto sdeciso, come di necessit,di abbandonare luna dellevie in quanto impensabile einesprimibile (difatti non lavia della verit),e che laltra invece ed autentica.Come potrebbe esistere

  • lessere in futuro? Comepotrebbe esser generato?Poich se nacque, non , nesso se mai dovr esserenel futuro.Cos la nascita si estingue ela morte non ha traccia.Neppure divisibile, perch tutto uguale;n c in qualche parte un dipi che possa impedirglidessere contiguo,n c un di meno, ma tutto

  • pieno di essere.Perci tutto contiguo:lessere infatti si accostaallessere.Ma immobile nei limiti divincoli grandi senza principio e senzafine, dacch nascita e mortefurono respinte lontano, e lescacci una veraconvinzione.E restando identico enellidentico, giace in se

  • stessoe cos rimane l immobile;infatti la inflessibileNecessitlo tiene nelle strettoie dellimite, che tutto intorno loserra,poich non pu essere chelessere sia incompiuto;quindi non manca di nulla: semancasse di qualcosa,mancherebbe di tutto.La stessa cosa pensare e il

  • pensiero che .Perch senza lessere, nelquale espresso,non troverai il pensare:nullaltro infatti o sarallinfuori dellessere, poichla Moira lo vincolad essere intero e immobile;perci non saranno altro chenomitutte quelle cose che i mortalihanno posto, convinti chefossero vere,

  • nascere e perire, essere enon-essere,cambiare di luogo e mutare illuminoso colore.Ma essendovi un limiteestremo, esso compiutoda ogni parte, simile a unamassa di una rotonda sfera,dal centro in ogni parte tuttouguale: infatti n pi grandein qualche modon pi piccolo necessarioche sia in questo o quel

  • punto.E non c proprio un non-essere che gli impedisca digiungerealluguale, n possibile chelessere sia dellesserequi maggiore e l minore,perch tutto quantoinviolabile:infatti identico da ogni parte,ugualmente nei suoi limiti sitrova.E qui concludo il discorso

  • della certezza e il pensierointorno alla verit; da questopunto le opinioni mortaliapprendi ascoltando lordineingannevole delle mie parole.Difatti loro stabilirono didare nome a due formeuna delle quali non occorrenominare in questo essi sisono ingannati -le giudicarono contrappostenegli aspetti e stabilirono isegni

  • reciprocamente distinti, quiletereo fuoco della fiamma,che dolce, molto lieve,dappertutto identico a sestesso,ma non identico allaltro; eanche laltro lo posero per sestessocome suo contrario, la nottesenza luce, di aspetto denso epesante.Questo ordinamento delmondo in tutto apparente te

  • lo espongo con compiutezza,cos che nessuna opinione deimortali potr vincerti. Fr. 9 Ma dato che tutte le cosehanno avuto il nome luce enottee queste secondo le loro forzesono attribuite a queste o aquelle,tutto ugualmente pieno di

  • luce e di notte oscura,ambedue uguali, perch ilnulla non si riferisce nalluna n allaltra. Fr. 10 Conoscerai la naturadelletere e nelletere tuttele stelle, e della pura elucente lampada del solele opere distruttrici e da doveebbero origine,

  • apprenderai le errabondeazioni della luna dallocchiorotondoe la natura, e conosceraiinoltre il cielo che tuttocircondada dove nacque e come laNecessit guidandolo locostrinsea tenere i confini degli astri. Fr. 11

  • come la terra e il sole ela lunae letere che tutto abbraccia ela celeste via lattea elolimpoestremo e la calda forza degliastri ebbero impulsoa nascere. Fr. 12 Giacch le pi strettefurono riempite di fuoco non

  • mescolato,e quelle seguenti di notte, main esse si immette una partedi fiamma;nel mezzo di queste la deache tutto governa:essa infatti ovunque presiedeal doloroso parto eallamplessospingendo la femmina adunirsi col maschio e alcontrario di nuovoil maschio con la femmina.

  • Fr. 13 E primo tra tutti gli diide Eros Fr. 14 Luce splendente di notte diuno splendore non suo e cheerra intorno alla terra Fr. 15

  • Sempre guardando verso iraggi del sole Fr. 15a (la terra) ha radicinellacqua Fr. 16 Come infatti in ciascuno

  • avvenuta la mescolanza nellemembra molto erranti,cos negli uomini si ritrova lamente; infatti lo stesso ci che negli uomini pensala natura delle membra,in tutti e in ognuno: difatti ildi pi pensiero. Fr. 17 A destra i maschi, a sinistrale femmine

  • Fr. 18 Quando la femmina e ilmaschio mescolano insieme isemi di Venere,la forza che si forma nellevene da sangue diversoplasma corpi ben costituiti seconserva lequilibrio.Infatti se mischiatosi il semele forze contrastanoe non formano ununit nel

  • corpo mescolato, crudelitormenteranno il sesso chenasce col duplice seme. Fr. 19 Cos secondo opinionenacquero queste cose e orasonoE da ora in poi cresceranno eavranno un termine;ad esse gli uomini posero unnome come distintivo per

  • ciascuna.

    La dottrina di Parmenide Parmenide, il protagonista

  • dellomonimo dialogo diPlatone, redatto dal filosofoateniese nel periodo della suaultima fase. In questoperaParmenide ci vienepresentato da Platone comeun vegliardo di bellaspettoche era giunto ad Ateneinsieme al suo allievoZenone, di venticinque annipi giovane, per assistere alleGrandi Panatenee, le solennicelebrazioni quinquennali in

  • onore di Atena. In quellaoccasione avrebbe conosciutoSocrate. Non si hanno moltenotizie su Parmenide oltreagli accenni fatti da Platone.Del suo poema Della naturagli studiosi, pi o menoconcordi, sottolineanolaspetto autobiografico,inteso come la descrizione diunesperienza personaleparadigmatica, nonnecessariamente reale, se non

  • addirittura di unesperienzainiziatica. Lincontro delfilosofo con una divinit, cheillustra la differenzasconosciuta ai pi tra laverit (aletheia) e lopinione(doxa), pu essere unapratica narratoria cheParmenide riceve dallatradizione poetica e traduce,con altri riferimenti,allinterno del poema. Ancheil tema del viaggio per venire

  • a contatto con unentitsoprannaturale, che troviamonel Proemio, potrebbeindicare il passaggio da unostato di ignoranza ad unostato di acquisizione dinozioni non disponibiligeneralmente, rivelate quindial singolo individuo,Parmenide, che si messo incammino per superare lapropria condizione di umanatenebra intellettuale. Viaggio

  • quindi nel senso diimmagine, da non prenderealla lettera, che rappresenta ilmutamento di colui che,partendo da un grado zero diconoscenza (lopinione),raccoglie la rivelazionedella verit. Il poema sarebbeallora la descrizione diunesperienza che ha valoreuniversale, pur essendo statavissuta in prima persona daParmenide, in quanto

  • principio per gli uomini cheriescono a superare lacondizione di ignoranza. Parmenide descrivendoquesto suo viaggio dimostrache la conoscenza possibile, grazieallintervento divino, e puessere trasmessa. I n Della natura vi sonoinoltre dei Leitmotive, qualiquello della via (odos,keleuthos) da percorrere o da

  • abbandonare per non errarelungo il sentierodellopinione, che troviamonel Proemio, nel fr. 2, nel fr.6, nel fr. 7 e allinizio del fr.8; altro motivo quello delgiorno e della notte, nelsenso cosmologico di terminiopposti che si riconduconoalla luce e alloscurit, comenella fine del fr.8, alliniziodel fr. 9 e nel fr. 11; lapresenza di Dike, la divinit

  • che impersona la giustizia ela garanzia che Parmenidepossa essere iniziato allaVerit, come nella primaparte del Proemio e nel fr. 8. Nel Proemio si descrive unpercorso che va dalla doxaallaletheia, mentre nel restodel poema si analizza ilpercorso inverso,dallaletheia a l l a doxa, permeglio comprendere esuperare lentit della doxa,

  • dellopinione degli uomini. La dottrina esposta daParmenide riguardaessenzialmente il concetto diverit che coincide con la viadellessere (inizio fr. 2:Orbene io ti dir, e tuascolta accuratamente ildiscorso,/ quali sono le vie diricerca che sole sono dapensare:/ luna che e chenon possibile che non sia), contrapposta alla via del

  • non-essere (fr. 2, v. 4: laltra che non e che necessario che non sia),dove il non-esserecorrisponde al nulla (iniziofr. 6: Occorre per il dire e ilpensare che lessere sia:infatti lessere ,/ mentre ilnulla non ), e allaconfusione generatadallopinione degli uomini,per i quali lessere e ilnon essere sono considerati

  • lo stesso/ e non lo stesso (fr.6, vv. 8-9). L essere perParmenide verit e siidentifica con il pensiero, inquanto, presumibilmente,logica del pensiero che sibasa sui principi di noncontraddizione ( impossibileche una proposizione,oggetto del pensiero, siacompatibile con unaltraproposizione a lei opposta: e non pu non essere) e

  • d e l terzo escluso (ogniproposizione aventesignificato ammette due solepossibilit, luna che siavera, laltra che sia falsa: o non ). In Parmenide, inoltre, lavoce , e s t i in greco,avrebbe tre accezionifondamentali nel suosignificato: copulativa (qualcosa), esistenziale(esiste) e equivalente al

  • concetto di verit (dire opensare equivale a dire opensare vero).