Il passato, il presente e il futuro nell'arte figurativa ... · la sua storia “vissuta”...

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Introduzione

Il seguente modulo ha il compito di introdurre, attraverso il tema delle Arti figurative nel Novecento, il legame significativo esistente tra il tempo passato, presente, futuro. L’obiettivo è quello di aiutare il lettore a comprendere come nella storia dell’uomo, il passato con la sua storia “vissuta” influisca e determini la costruzione della storia presente, e come nel presente sia possibile individuare alcune di quelle che saranno le caratteristiche salienti del prossimo futuro. A distanza di un secolo dal Futurismo possiamo infatti affermare che il passato ha prodotto non solo “opere”, ma anche il “quotidiano” del nostro presente: su queste tematiche possiamo iniziare a riflettere proprio cercando di rispondere agli interrogativi che seguono. Non viviamo noi forse oggi in un mondo in continua e rapida evoluzione? Non abbiamo forse creato una società moderna e super tecnologica senza la quale non siamo più in grado di operare? Non abbiamo forse accelerato anche il significato immutabile del tempo, velocizzandolo in base alle mille cose che l’uomo d’oggi si trova a dover realizzare? Era proprio questo che l’uomo del passato voleva per il suo futuro e nostro presente? Le primizie del nostro futuro sono già visibili nel nostro presente? Queste, ma anche altre domande relative al nostro attuale presente condurranno il lettore a una riflessione sul tempo e su come il tempo sia presente e operi in simultanea con l’uomo stesso, nel suo divenire. In ogni epoca, il presente se osservato attentamente reca in sé gli “albori” di quella che sarà la storia futura dell’uomo, nel suo tempo futuro. Il lavoro che segue, non ha nessuna pretesa di essere esaustivo, ma vuole essere solo una breve sintesi di un periodo storico complesso e ricco di avanguardie artistico-culturali: l’auspicio è che il lettore possa essere incuriosito e motivato ad uno studio più approfondito delle arti figurative del Novecento. Va comunque sottolineato che si è ritenuto importante affiancare ad ogni capitolo del seguente modulo alcuni link esplicativi di quanto brevemente esplicitato.

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Nel campo dell’arte vari furono i pittori che trattarono nelle loro opere il concetto di tempo, intendendo molto probabilmente sottolineare come il tempo passato influenzi il tempo presente e come lo stesso presente, se osservato con attenzione, ci permetta già di intravedere ciò che nel futuro si “realizzerà”.

Fra i tanti Tiziano nella sua “Allegoria della Prudenza “ datata tra il 1560 e il 1570, raffigura in un quadro tre teste umane: un vecchio, un uomo maturo ed un giovane, che rappresentano rispettivamente il passato, il presente e il futuro.

I tre volti raffigurati esprimono un ammonimento che invita alla Prudenza, intesa come “saggio agire”. A conferma di quanto enunciato, sopra il triplice ritratto, Tiziano ha inserito un motto diviso in tre parti che spiega il senso dell’allegoria:

• “EX PRAETERITO Dal passato il presente • PRAESENS PRUDENTER AGIT agisce prudentemente per • NI FUTURA ACTIONE DETURPET non compromettere le azioni future.”

L’evoluzione della storia dell’Arte è quindi frutto di un percorso continuo, che trova in ogni epoca il suo inizio nel passato, la sua espressione più profonda e matura nel presente, e, ancora nel presente, l’inizio di ciò che l’arte stessa sarà nel futuro. Originariamente però le opere d’arte, frutto inscindibile di contesti magici e religiosi, affermavano la loro autorità e autenticità, proprio grazie al loro rappresentare il mondo del culto. Successivamente con il Rinascimento e poi con il Romanticismo, l’atteggiamento rituale e culturale nei confronti dell’arte si modifica e lo ritroviamo nelle forme profane del “culto della bellezza”. Con il trascorrere del tempo quindi la cultura e l’arte subiscono grandi cambiamenti, frutto e conseguenza del lento cammino iniziato a livello storico nel XVIII secolo, con la rivoluzione industriale. La tecnologia e le scoperte scientifiche permettono infatti all’uomo di muoversi in un mondo che cambia e che riconosce sempre più la singolarità e l’intimità dell’individuo. Non solo l’arte figurativa, ma tutta la cultura risente dei cambiamenti in atto, legati al trascorrere del tempo, alle nuove esperienze e alle nuove esigenze, ai nuovi studi. L’uomo sposta il suo punto di osservazione da fuori di sé, a dentro sé e inizia a insegnare l’arte come si insegnano altri saperi. Il nuovo artista non è più un riproduttore di belle cose e la sua “opera d’arte”, inizia ad avere un’anima propria: ogni opera, in ogni campo, diviene espressione dell’anima dell’artista che la crea e ne rappresenta l’individualità. Il Novecento sarà quindi il secolo in cui l’arte, in ogni settore sia esso filosofico, letterale o artistico permetterà ad ogni artista di esprimere la propria singolarità: nascono in questo secolo le avanguardie del Novecento. Link esplicativi http://www.youtube.com/watch?v=9ZQOMzTHHzk http://it.wikipedia.org/wiki/Allegoria_della_Prudenza

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Il termine avanguardia, di derivazione militare, fu introdotto nell’Arte nel XX secolo dai Futuristi. Si utilizza questo termine per riferirsi all’attività di gruppi di persone che sono alla ricerca di nuove forme espressive, in opposizione a forme estetiche tradizionali, e che spesso ne creano il superamento. Nel Novecento, in Italia, Filippo Tommaso Marinetti, definisce con questo termine le nuove linee dell’arte, dell’architettura e della letteratura futuriste. Ancora oggi il termine “avanguardie”, viene utilizzato per indicare tutti quei movimenti sorti in seguito alla crisi del Romanticismo e sta ad indicare tutti i movimenti di opposizione e di sperimentazione di nuove forme, a partire dall’ambito letterario, pittorico, musicale, artistico… Link esplicativi http://fc.retecivica.milano.it/dallo%20Staff/Moderatori/RCMWEB/Tesoro/03sito/dweb/doc/correnti900.pdf http://www.youtube.com/watch?v=xyrJFLI7wdk http://www.youtube.com/watch?NR=1&feature=fvwp&v=YE1n1YkT7dU

Pensare a questo secolo, il Novecento, solo come a un secolo di rottura con il passato sarebbe comunque un errore. Come affermato nell’introduzione a questo capitolo, il cammino della storia dell’arte contempla e congloba sempre nel suo lungo percorso, il passato. Il passato, con tutte la sue meravigliose produzioni artistiche, è infatti presente nelle opere d’arte degli uomini del Novecento, che attraverso studi e rielaborazioni le hanno usate per esprimere la loro maturità artistica. Ciò che l’artista del Novecento “racconta” nelle proprie opere, altro non è che il cammino della storia dell’arte, liberata da strutture convenzionali e resa più consapevole di se stessa, più libera di esprimersi. L’uomo del Novecento si libera quindi solo simbolicamente del suo passato per tornare a cercare dentro sé, i suoi istinti primordiali, le sue paure e i suoi bisogni più intimi, il suo stupore. Nelle opere d’arte del Novecento troviamo infatti i tratti e i segni dei graffiti preistorici, ma anche le caratteristiche tipiche dell’arte Egizia, la grandiosità delle opere Greche, le decorazioni Bizantine e le stupende innovazioni dei grandi artisti del Rinascimento come il Tiziano. Il Novecento è comunque il secolo che esprime, come non mai in passato, una “rapida velocità” di evoluzione nel campo della cultura artistica: le sperimentazioni e le innovazioni si susseguono in modo quasi frenetico, tanto che diviene impossibile definirle in un quadro omogeneo. In questo contesto appare il movimento del Futurismo, considerato proprio uno dei movimenti d’avanguardia del primo Novecento. Link esplicativo http://www.libello.it/Arte_Grafica/Arte_nel_Novecento.html

Il Futurismo si espande in modo considerevole in vari campi dell’esperienza umana, quali letteratura, arti figurative, musica, costume, morale, politica proponendo grandi cambiamenti anche nello stile di vita. Cosa questa, resa possibile grazie alle grandi invenzioni che

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avvengono in questo secolo. Invenzioni quali ad esempio la luce elettrica, l’automobile, l’aeroplano, ma anche quella di armi terribili che segneranno per sempre la storia dell’intera umanità. L’esaltazione delle macchine, della modernità, della velocità, dell’aggressività promuove così la fine di molte vecchie ideologie e la nascita del Futurismo. Il movimento del Futurismo, di matrice totalmente italiana, prende voce dal Manifesto Futurista pubblicato su “Le Figaro”, nel 1909 da Filippo Tommaso Marinetti. In questo documento emergono già con forza le caratteristiche del nuovo movimento: dopo una breve introduzione, gli aspetti salienti sintetizzati in undici punti, ne esplicitano chiaramente il contenuto. Uno tra gli articoli più singolari è il numero 9 che ritiene la guerra come un “bisogno per lo spirito umano”. Si sottolinea che in seguito alcuni studiosi evidenziano come questa definizione, abbia influenzato e determinato il nascere del totalitarismo in Italia, Germania e in Russia: qui, si estese in modo diverso e successivamente creò le premesse per il “Costruttivismo”. Link esplicativi http://www.youtube.com/watch?v=Sj1I9Xgo0DY&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=w0Ym8ycZvKs&feature=related

Per una maggiore comprensione, di quanto il Manifesto di Marinetti si sia fatto portavoce e sia stato precursore di eventi e fatti che riconosceremo nel tempo prossimo futuro dell’epoca, si riportano di seguito gli undici punti del documento sintetizzati. (Tratto da http://it.wikipedia.org/wiki/Manifesto_del_futurismo ) 1. NOI VOGLIAMO CANTARE l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3. La letteratura esaltò fino a oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo e il pugno. 4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo... un'automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bella della Vittoria di Samotracia. 5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. 6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. 7. Non v'è bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere conseguita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. 8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio

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morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. 9. Noi vogliamo glorificare la guerra — sola igiene del mondo —, il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo, perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii. Già per troppo tempo l’Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.” Link esplicativi Filippo Tommaso Marinetti http://www.youtube.com/watch?v=LW1RLQWNWiE&feature=related http://www.youtube.com/watch?v=RSSOFVOU2DM&feature=related http://www.google.it/imgres?q=manifesto+marinetti&hl=it&biw=1280&bih=607&gbv=2&tbm=isc

h&tbnid=B6P1ruHWj1qdgM:&imgrefurl=http://www.collezioni-f.it/fut_pr.html&docid=FrEGxe-

aum9EgM&imgurl=http://www.collezioni-

f.it/fut_pr_ma.jpg&w=400&h=534&ei=DVW6T9PLKMvT4QTL0MTLCQ&zoom=1&iact=hc&vpx=608

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Pur nascendo negli anni della Sinistra storica e dello sviluppo industriale, il Futurismo sopravvivrà anche al tempo del fascismo, anzi in qualche modo ne sarà il “precursore”. Nel Manifesto di Marinetti si celebrano la proiezione verso il futuro, verso il progresso tecnologico, si canta l’audacia, il pericolo, la velocità, la ribellione. Si oppone al concetto di cultura immobile e assonnata, il concetto di una cultura dinamica e in continuo movimento. La guerra è vista come la sola forma di “igiene del mondo”. Si disprezzano i musei colpevoli di trasmettere una cultura stereotipata, classica; si arriva al disprezzo anche nei confronti della donna. Il Futurismo quindi contribuì all’esaltazione di una nuova civiltà urbana, promuovendo un violento attacco verso tutto ciò che era di ostacolo al progresso e alla dimensione del “moderno”: ha abolito il romanticismo letterario e politico, l’impressionismo pittorico e il tardo neoclassicismo architettonico.

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In tal senso il movimento ha voluto rompere con la cultura del passato e promuovere le fondamenta di una cultura basata sulla sperimentazione letteraria, artistica, musicale e anche teatrale (teatro dell’assurdo). Si può ancora dire che il Futurismo sia stato l’espressione di una borghesia ottimista e fiduciosa di sé e delle proprie idee. E, ancora, che proprio in nome della scienza e di un progresso veloce, la borghesia del tempo abbia utilizzato il Futurismo per nascondere le proprie ambizioni di ulteriori successi e conferme. Ciò che nel tempo è scaturito dall’ ideologia del Futurismo, è stata infatti la volontà di potenza e di potere della cultura borghese su quella rurale e operaia. In questo contesto rientra anche “l’ingenuo fervore” dei futuristi verso la guerra, vista come mezzo per distruggere e annullare il mondo vecchio e crearne uno nuovo più dinamico e progressista. Inseguendo il progresso, il futurismo però ha “chiuso gli occhi” e non ha voluto vedere gli orrori del nazi-fascismo. Resta significativo il fatto che alcuni futuristi fossero tra coloro che organizzarono uno dei primi episodi di squadrismo fascista, come l’incendio della redazione milanese dell’Avanti (1919). La Critica italiana anche per queste “incomprensibili” relazioni tra Futurismo e Fascismo non ha riconosciuto e valorizzato per lungo tempo, quanto di importante e nuovo il futurismo aveva espresso sul piano artistico-culturale: basterebbe pensare al design e al grande contributo dato alle moderne espressioni artistiche come architettura, teatro, danza, decorazione, pubblicità, moda, pittura. Link esplicativi http://www.storiaxxisecolo.it/fascismo/fascismo19a.htm http://www.youtube.com/watch?v=RX9m13C-j8I&feature=related

Al Futurismo aderirono letterati come il poeta e promotore del “Manifesto”, Filippo Tommaso Marinetti, ma anche pittori, scultori, musicisti. Tutti si fecero portavoce di un nuovo atteggiamento nei confronti del concetto di Arte. Nel giro di pochi anni molti pittori che aderirono a questo movimento crearono un vero e proprio “stile futurista”, caratterizzando l’arte futurista in modo chiaro e preciso. Tra questi l’esponente maggiore fu Umberto Boccioni, al quale seguirono Giacomo Balla, Gino Severini, Luigi Russolo e Carlo Carrà. Per le sue caratteristiche di “virile forza”, il movimento finirà per integrarsi nell’ideologia del fascismo. Il fascismo infatti utilizzerà con successo i caratteri peculiari del futurismo e ne approverà il suo aspetto tipicamente nazionalista. Link esplicativi http://www.archeologiaecultura.com/ http://www.scultura-italiana.com/Biografie/Boccioni.htm http://www.studenti.it/video-lezioni/storia/il-futurismo-e-boccioni.html

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1-Futuristi, Russolo Carrà Marinetti Boccioni Severini, (Marinetti al centro)

Il futurismo si presenta sin da subito come un movimento che ha due caratteri fondamentali: “l’esaltazione della modernità e l’impeto irruento del fare artistico”. Il movimento ha il “culto del tempo” inteso come veloce, dinamico, che tutto muove fino a creare la deformazione delle cose. Il mito della velocità porta il Marinetti, autore del manifesto Futurista, ad affermare in uno scritto:”Se pregare vuol dire comunicare con la divinità, correre a grande velocità è una preghiera”. Così la velocità, intesa come tempo che scorre veloce, assume importanza vitale e diviene forza predominante nei quadri dei pittori futuristi. Ma la velocità, (intesa come scorrere veloce del tempo e quindi azioni in rapida successione) caratteristica nascente e peculiare nel Novecento, diverrà aspetto fondamentale della quotidianità nel secolo successivo. E, questo, porterà l’uomo e l’artista del futuro a profonde riflessioni sul concetto di tempo e sulla profonda relazione che da sempre intercorre tra il tempo e l’essere umano. Link esplicativi http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=WqE2A-QFEYg#t=43s http://www.unipi.it/athenet/29/art_7.htm

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La pittura futurista non ricerca la rappresentazione oggettiva della realtà, ma mira a coinvolgere lo spettatore in un “movimento dinamico” conducendolo direttamente al centro del quadro. Si evince quindi, rispetto alle epoche precedenti un gusto estetico molto diverso nei quadri del futurismo, che conduce all’esaltazione della velocità. I pittori del Futurismo proprio nella rappresentazione del movimento pongono il problema della durata temporale dell’azione per cui tendono a fondere la figura che rappresenta l’oggetto con lo spazio circostante. Così, in alcuni quadri futuristi la velocità si traduce in linee di forza rette che danno l’idea della scia che lascia un oggetto che corre a grande velocità. In altri invece, la sensazione dinamica è data dalla moltiplicazione di immagini messe in sequenza tra loro. I colori dei pittori futuristi hanno un cromatismo acceso e a volte violento. Anche il colore deve contribuire ad esaltare la dinamicità e deve contribuire a creare una nuova spazialità. Grande importanza assume in questo contesto la luce che assieme al moto realizza una compenetrazione degli oggetti tra loro. La pittura futurista e quella del cubismo condividono solo alcuni aspetti, ma il risultato stilistico finale è molto simile: ciò che distingue fondamentalmente i due movimenti resta però il diverso valore dato proprio al tempo. Nel cubismo il tempo è lento, è un tempo di riflessione, di osservazione; nel futurismo il tempo deforma e agita in velocità l’immagine di tutte le cose. Nel primo manifesto sulla pittura futurista del 1910 ad opera di Boccioni, Carrà, Russolo, Severini, si legge: (tratto da http://www.francescomorante.it/pag_3/310.htm )

• “Il gesto, per noi, non sarà più un momento fermato del dinamismo universale: sarà, decisamente, la sensazione dinamica eternata come tale. Tutto si muove, tutto corre, tutto volge rapido. Una figura non è mai stabile davanti a noi, ma appare e scompare incessantemente…”.

E, ancora:

• « Lo spazio non esiste più; una strada bagnata dalla pioggia e illuminata da globi elettrici s’inabissa fino al centro della terra. Il Sole dista da noi migliaia di chilometri; ma la casa che ci sta davanti non ci appare forse incastronata nel disco solare? […] Le sedici persone che avete intorno a voi in un tram che corre sono una, dieci, quattro tre: stanno ferme e si muovo; vanno e vengono, rimbalzano sulla strada, divorate da una zona di sole, indi tornano a sedersi, simboli persistenti della vibrazione universale. E, talvolta, sulla guancia della persona con cui parliamo nella via noi vediamo il cavallo che passa oltre. I nostri corpi entrano nei divani su cui ci sediamo, e i divani entrano in noi, così che il tram che passa entra nelle case, le quali alla loro volta si scaraventano sul tram e con esso si amalgamano.»

Il documento si conclude con una sintesi finale su quattro punti fondamentali: “NOI PROCLAMIAMO:

• Che il complementarismo congenito è una necessità assoluta nella pittura, come il verso libero nella poesia e come la polifonia nella musica;

• Che il dinamismo universale deve essere reso come sensazione dinamica; • Che nell’interpretazione della Natura occorre sincerità e verginità; • Che il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi.”

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Link esplicativi http://www.francescomorante.it/pag_3/310.htm http://www.arte-argomenti.org/manifesti/futurismo.htm

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