Il partito del cemento

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Il partito del cemento di Marco Preve e Ferruccio Sansa Prefazione di Marco Travaglio Collana Principioattivo Pagine 320, prezzo 14,60

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Inchieste e reportagePRINCIPIOATTIVO

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Avventura Urbana Torino, Andrea Bajani, Gianni Barbacetto,

Stefano Bartezzaghi, Oliviero Beha, Marco Belpoliti, Daniele Biacchessi,

David Bidussa, Paolo Biondani, Caterina Bonvicini,

Alessandra Bortolami, Giovanna Boursier, Carla Buzza, Olindo Canali,

Davide Carlucci, Luigi Carrozzo, Carla Castellacci, Massimo Cirri, Fer-

nando Coratelli, Pino Corrias, Gabriele D’Autilia, Andrea Di Caro, Gio-

vanni Fasanella, Massimo Fini, Fondazione Fabrizio De André, Goffredo

Fofi, Massimo Fubini, Milena Gabanelli, Vania Gaito,

Mario Gerevini, Gianluigi Gherzi, Salvatore Giannella,

Francesco Giavazzi, Stefano Giovanardi, Franco Giustolisi, Didi Gnocchi,

Peter Gomez, Beppe Grillo, Ferdinando Imposimato, Karenfilm,

Giorgio Lauro, Marco Lillo, Felice Lima, Giuseppe Lo Bianco,

Carmelo Lopapa, Vittorio Malagutti, Luca Mercalli, Lucia Millazzotto,

Angelo Miotto, Letizia Moizzi, Giorgio Morbello, Alberto Nerazzini,

Sandro Orlando, Pietro Palladino, David Pearson (graphic design),

Maria Perosino, Renato Pezzini, Telmo Pievani, Paola Porciello

(web editor), Marco Preve, Rosario Priore, Emanuela Provera,

Sandro Provvisionato, Luca Rastello, Marco Revelli, Gianluigi Ricuperati,

Sandra Rizza, Marco Rovelli, Claudio Sabelli Fioretti, Andrea Salerno,

Ferruccio Sansa, Evelina Santangelo, Michele Santoro, Roberto Saviano,

Matteo Scanni, Filippo Solibello, Bruno Tinti, Marco Travaglio,

Carlo Zanda.

chiarelettereAutori e amici di

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PRETESTO1

“La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artisticodella Nazione.”Articolo 9 della Costituzione italiana.

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PRETESTO2fpagine 75-76, 266

“La colata di cemento che con la benedizione trasversale di tutte le forze politiche sta per abbattersi sulla Liguria dovrebbe essere oggetto di grande preoccupazione, per non dire allarme.”Anna Canepa, pm presso la Procura distrettuale antimafia di Genova.

“Albenga rischia di essere rovinata per sempre. Quando ho visto il progetto credevo di essere su Scherzi a partee invece, purtroppo, è tutto vero... Dobbiamo mobilitarci tutti. Non lasciamo che Albenga e la Liguria siano rovinate per sempre.”Antonio Ricci, autore e inventore tra l’altro di Striscia la notizia.

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PRETESTO3fpagina 58

“Caro signor Porchia non sei il sindaco di Imperia, sei il capo di un gruppo parassitario che non conta un tubo e non prende un voto.”Claudio Scajola, ex sindaco di Imperia, attuale ministro dello Sviluppo economico, a Claudio Porchia, segretario della Cgil di Imperia, reo di aver criticato il progetto di realizzazione di quello che dovrà diventare uno dei più grandi porti del Mediterraneo (1440 posti barca, 112 appartamenti, negozi e altre attività).

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“Casamenti cittadini di sei-otto piani, a biancheggiare massicci come barriere di rincalzo al franantedigradare della costa, affacciando più finestre e balconi che potevano verso mare. La febbre del cemento s’era impadronita della Riviera.”Italo Calvino, La speculazione edilizia (1957).

“Oggi noi viviamo un secondo dopoguerra. Ogni volta che torno nella mia Savona non posso fare a meno di notare il progressivo innalzarsi delle costruzioni. E non capisco... continua a sorprendermi che in tutti, istituzioni, imprenditori, ma anche negli stessi cittadini, l’idea di modernità debba per forza passare attraverso il costruire, l’edificare.”Fabio Fazio, tratto da MicroMega, luglio 2006.

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PRETESTO5fpagina 168

“Il porto di Lavagna è uno dei più grandi del Mediterraneo, con 1600 ormeggi, una previsione di ulteriore sviluppo, un giro d’affari plurimilionario e una contraddizione da Guinness dei primati: non è stato ancora collaudato.” Il porto turistico di Lavagna è attivo dal 1973.

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© Chiarelettere editore srlSoci: Gruppo Editoriale Mauri Spagnol SpaLorenzo Fazio (direttore editoriale)Sandro ParenzoGuido Roberto Vitale (con Paolonia Immobiliare Spa)Sede: Via Guerrazzi, 9 - Milano

ISBN 978-88-6190-011-0

Prima edizione: luglio 2008

Seconda edizione: luglio 2008

Terza edizione: novembre 2008

www.chiarelettere.itBLOG / INTERVISTE / LIBRI IN USCITA

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Marco PreveFerruccio Sansa

Il partito del cemento

chiarelettere

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Marco Preve è nato quarantaquattro anni fa a Torino, dove ha iniziato ad amare lacioccolata e lo sci. Ha trascorso l’adolescenza e gli anni dell’ozio a Savona, e oggivive con la famiglia a Genova dove lavora alla redazione di «la Repubblica» e si oc-cupa di cronaca giudiziaria. Non è mai stato uno studente brillante ed è forse percompensare anni di dispiaceri ai suoi genitori che oggi, nel suo mestiere, cerca dianalizzare, capire, approfondire, e svelare i lati torbidi delle vicende di cui si occupa.Si impegna per far emergere gli aspetti oscuri di affari all’apparenza cristallini, comepure a guardare oltre le veline e dietro a certe entusiastiche conferenze stampa. Si èoccupato del G8 di Genova, per strada e nei corridoi della Procura, ha dato qualchedispiacere agli amici liguri – tanti – di Fiorani, e appena può si dedica ai casi di spe-culazione edilizia. Collabora con «MicroMega» e «L’espresso», ed è membro di giuntadel sindacato ligure dei giornalisti. Un sindacato che combatte e che è anche riu-scito a convincere i colleghi a restituire, alla banca che li aveva regalati per una con-ferenza stampa, dei preziosi orologi.

Ferruccio Sansa è nato nel 1968. Dopo la laurea in legge e la scuola di giornalismodi Milano, nel 1996 è approdato a Roma, a «Il Messaggero». Dal 2000 è passato a«la Repubblica», prima a Roma, quindi a Milano. Nel 2007 è diventato inviato de«Il Secolo XIX». Ha pubblicato la raccolta di racconti Se ci fossimo parlati (De Fer-rari, 2001) e, con Luigi Offeddu, i libri-inchiesta Ragazzi di Satana (Bur, 2005) e Mi-lano da morire (Bur, 2007). Ha collaborato ad «Airone», Radio Popolare e «TheGuardian». Scrive per «MicroMega». Questo è il curriculum ufficiale. Ma per unlibro che parla della nostra terra e, quindi, anche di noi, dobbiamo dire un po’ di più.La mia carriera ha proceduto al contrario: ho cominciato da direttore. A sette annidirigevo il settimanale «L’Inchiostro» (sette copie con la carta carbone). Insomma,non ho mai voluto fare altro che il cronista, perché questo lavoro ti costringe a ca-pire gli altri. Si alimenta di curiosità e meraviglia. È, in sostanza, una forma di pas-sione per la vita. Ma il lettore forse si chiederà perché ho scritto questo libro: hoquarant’anni e sono arrivato al punto in cui devi decidere se rassegnarti perché in-tanto non cambierai niente o se provarci ancora.

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Prefazione di Marco Travaglio xv

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Premessa 3

Liguria-Italia 5Le mani della politica sul territorio

PRIMA PARTE. IL POTERE

Gli amici degli amici di Claudio Burlando 21

Poltrone, appalti e altre concessioni: la grande spartizione

Il regno di Claudio Scajola 56

Da Imperia a Roma: come nasce un ministro

Luigi Grillo: il banchiere contadino 77

Quando le banche puntano sul cemento

SECONDA PARTE. I LUOGHI

Una barca ogni 47 abitanti 109

La corsa all’oro dei porticcioli

De André. Una piazza stonata a Savona 120

Il comune rosso e la febbre delle concessioni edilizie

Amministratori geneticamente modificati 130

La «riqualificazione» a due passi dal mare

Sommario

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I furbetti del box 142

Le società che vincono sempre gli appalti

Case da pazzi. Gli ex manicomi di Quarto e Cogoleto 153

Il grande affare del «cambio di destinazione d’uso»

Aura. Cioccolato al gusto di cemento 161

Storia di una speculazione annunciata

Fronte del porto. I casi di Lavagna e Sestri Levante 168

Storia di un porto mai collaudato

L’airone del Magra 176

Basta con la desolazione: arrivano negozi, discoteche e ombrelloni colorati

I moli insostenibili e l’erosione del turismo 181

Traffico, rumore, cemento: la testimonianza di un biologo

La carica degli architetti 185

Bofill, Fuksas, Botta, Consuegra, Mar, Grattarola

TERZA PARTE. LE BATTAGLIE

C’è chi dice no 203

Due giovani architetti si oppongono a un progetto improponibile

Il miracolo degli «indici». Genova e il Levante, i vip per Portofino 207

Quarto, Sant’Ilario, Recco, Andora: le nuove resistenze

Le Cinque Terre sono ancora patrimonio dell’umanità? 221

I Vas (Verdi Ambiente e Società): un’associazione contro la gestione del Parco

Il sogno infranto di Renzo Piano 229

Erzelli: la nuova cittadella tecnologica a due passi da Genova

Il quadro di Carlo Levi e il Gabibbo di Ricci 254

Alassio e Albenga: l’opposizione necessaria

Quelli che internet 267

La rete come spazio di resistenza civile

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Prontuario anticemento 273

Come difendersi dalla speculazione edilizia

APPENDICE

Claudio Burlando e i porticcioli. Rassegna stampa 279

Ringraziamenti 287

Indice dei nomi 289

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Prefazionedi Marco Travaglio

Nei miei primi venticinque anni, la Liguria è stata sinonimo dimare, di vacanze, di estate, di focacce, di pesce fresco, di ra-gazze, di allegria. Poi, quando cambiai rotta per le ferie, rimaseun bel ripostiglio di ricordi e di emozioni, che riemergevano aogni canzone di De André, a ogni spettacolo di Grillo, a ognipoesia di Montale, a ogni film di Villaggio. Nel luglio del 2006mi arrivò il numero 5 di «MicroMega». C’era una lunga in-chiesta di Marco Preve e Ferruccio Sansa, due fra i migliori cro-nisti che conosca. S’intitolava «L’Unione fa il cemento». Daallora, la Liguria mi è diventata sinonimo di tristezza, di rabbia,di impotenza. Decisi di fare qualcosa, nel mio piccolo.

Ripresi l’inchiesta in una delle mie rubriche quotidiane su«l’Unità». La intitolai «Calce & Martello», nella speranza di pro-vocare una qualche reazione dei politici citati. Invitai i turistiche stavano per mettersi in autostrada verso le spiagge liguri amunirsi di macchina fotografica per immortalarne i paesaggimarini, perché quello poteva essere l’ultimo anno utile per am-mirarli, prima della grande colata di cemento, prima della «ra-pallizzazione-bis». Domandai che fine avesse fatto la sensibilitàambientalista del centrosinistra che governava la Regione quasiininterrottamente da sessant’anni. Citai le cifre di Preve e Sansaa proposito dei quindici progetti per altrettanti porti turisticida 9807 posti-barca che, oltre a occupare buona parte di quelche resta della costa, porteranno con sé 37.882 metri quadri diedilizia residenziale, 51.601 di uffici e negozi, 19.122 di alber-

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ghi, 33.918 di artigianato e 11.007 posti auto fra Ventimiglia,Bordighera, Diano Marina, Alassio, Loano, Savona, Finale, Al-bissola, Varazze, Arenzano, Santa Margherita, Portovenere. (Maadesso si scopre che in tutta la Liguria, come ricordano gli au-tori in questo libro, sono in arrivo quasi tre milioni di metricubi di cemento!)

Ricordai il patto d’acciaio siglato a Imperia dai due Claudii:il reuccio del luogo, il forzista Claudio Scajola detto «Sciabo-letta», e il governatore diessino Claudio Burlando, che avevanoda poco festosamente posato la prima pietra del nuovo porto:un’opera faraonica da 90 milioni di euro, con 1392 posti barca,1887 posti auto, 40.000 metri cubi di edifici con 100 apparta-menti, e poi garage, commercio, officine e si parla persino di uncampo da golf con vista mare. Cerimonia nobilitata dalla pre-senza dei rappresentanti della società costruttrice: l’Acquamaredi Gaetano, Francesco e Ignazio Bellavista Caltagirone, uno deitanti nomi eccellenti, quest’ultimo, sfiorati dall’inchiesta An-tonveneta, in cui era ed è coinvolto anche l’immobiliarista pie-montese Luigi Zunino, uno dei furbetti al seguito di Ricuccinelle scalate illegali del 2005. Quello stesso Zunino che è pureimpegnato nella costruzione di case extralusso sulla costa diAlassio. Così come Gianpiero Fiorani, quello del blitz su An-tonveneta, era interessato alla mega-speculazione sull’ex Italce-menti di Imperia, ed era in intimi rapporti con altri protagonistidelle speculazioni in Liguria: il trasversalissimo e dunque sem-preverde costruttore pluri-indagato Marcellino Gavio; il sena-tore forzista ligure Luigi Grillo; la banca Carige, nel cui Cdasiedono il fratello di Scajola e il figlio dell’eurodeputato UdcVito Bonsignore, pure lui indagato come Grillo per il fallito as-salto ad Antonveneta.

Rammentai il caso di Savona, che sarà presto ingentilita datre grattacieli: una torre e un crescent progettati dall’architettocatalano Ricardo Bofill e il «faro ricurvo» ideato da Massimi-liano Fuksas, un bananone luminoso alto 120 metri a stra-piombo sul mare. En passant, citai anche lo scandalo di Rapallo,che rischia di essere «ri-rapallizzata» con operazioni immobi-

XVI Il partito del cemento

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liari nello splendido borgo di San Michele di Pagana, uno deipochi scampati alla cementificazione selvaggia del dopoguerra:«la Repubblica» aveva appena svelato un’inchiesta della Procuradi Chiavari, incuriosita dalla presenza dei figli del sindaco didestra Ezio Armando Capurro, detto «il Berlusconi del Tigul-lio», nell’immobiliare che aveva acquistato le aree su cui stavaper sorgere un hotel a 4 stelle sebbene lo stesso Comune le con-siderasse inedificabili (trovai irresistibile, fra l’altro, che Capurroportasse lo stesso nome del simpatico truffatore interpretato daTotò ne I due marescialli con Vittorio De Sica).

La mia rubrica su «l’Unità» si concludeva con un espedienteretorico, tra il beffardo e il provocatorio: «Ce n’è abbastanza perprevedere che, alla fine dei lavori, il paesaggio ligure ne uscirà,se non sfigurato, ampiamente modificato. E c’era da immagi-nare che l’inchiesta uscita su “MicroMega” suscitasse dibattiti,polemiche e soprattutto smentite dalla giunta regionale. Nientedi tutto questo. Silenzio di tomba. Nessuna smentita nemmenosulla presunta “pax burlandiana”, cioè sul ruolo decisivo dimolti esponenti della sinistra ligure e sugli strani trasversalismifra comuni di destra e di sinistra interessati ai progetti. Forsegli amministratori regionali erano troppo impegnati in altre fac-cende, per leggere la lunga inchiesta di “MicroMega” e per ri-spondere. Per questo l’abbiamo riassunta su “l’Unità”: nellasperanza che qualcuno ci dica che è stato tutto un brutto sogno,e che non è vero niente».

L’articolo uscì il 30 agosto 2006. Sto ancora aspettando unarisposta, un cenno, una parola. Niente. Nemmeno ai lettori de«l’Unità» il compagno Burlando ritenne di dovere delle spiega-zioni. Non pervenuto. Lui, del resto, preferisce rivolgersi diret-tamente agli editori per lamentarsi dei giornalisti che locriticano. Ama le scorciatoie. Come quando fu sorpreso in automentre imboccava in contromano una superstrada e, fermatodalla polizia, estrasse pure il tesserino di ex parlamentare, pe-raltro scaduto.

Nel frattempo Preve e Sansa hanno continuato a scavare inquella lingua di terra che rischia di diventare la nostra Striscia di

Prefazione XVII

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Gaza, senza bombe ma tutta asfalto e cemento. Con meno abi-tanti (caleranno di centomila unità nei prossimi vent’anni), macon più case, più auto, più barche, più turisti (ancora!) e più ar-resti per tangenti e gare truccate. Ne è nato questo bel libro,scritto con precisione e amore non solo per i dettagli, ma ancheper la terra di Liguria devastata da orde di predatori indigeni eimportati da fuori. Che non sono però i tamarri da spiaggia li-bera armati di stereo in spalla e tovaglia di spugna. Sono politici,amministratori, architetti, costruttori, speculatori, immobiliari-sti, qualche mafioso, col contorno delle immancabili cooperativerosse che non mancano mai per garantire la mancanza di oppo-sizione a sinistra. Non a caso, alle ultime elezioni politiche, perla prima volta dalla Liberazione il centrodestra ha scavalcato ilcentrosinistra, violando una delle ultime roccaforti «rosse» con-siderate inespugnabili e puntualmente espugnata.

Non ci sono soltanto storie di ordinario malaffare e straordi-naria speculazione, in Il partito del cemento. Ma anche raccontiai confini della realtà, come quello dei medici che posano ingruppo con lo sgovernatore Burlando in un memorabile calen-dario e poi si ritrovano quasi tutti promossi a primari. E c’è so-prattutto la nostalgia per una terra povera ma bella, che untempo attirava uomini di cultura da tutto il mondo, da Mar-guerite Duras a Ernest Hemingway, e oggi calamita palazzinarie professionisti del brutto, sempre più rinomata per la malapo-litica e per le retate di colletti bianchi. Anzi, sporchi.

XVIII Il partito del cemento

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il partito del cemento

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Chi fa a pugni con il mondo intero ritrova la sua dignità,

ma la paga a un prezzo altissimo, perché è sicuro di venire sconfitto.

Primo Levi, I sommersi e i salvati

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Premessa

Liguria-Italia. Perché quello che sta succedendo in una regionedice tanto dei mali dell’intero Paese. Perché tirando i fili delpotere si scopre che in Liguria, e in Italia, si è formato un par-tito unico, trasversale, che va da sinistra a destra. Uno schiera-mento che governa ogni genere di attività, dall’edilizia alla Sa-nità, in base a regole non sempre chiare e condivise. Perchéqui oggi si comincia a mettere in discussione la Santa Alleanzatra il sistema politico, quello finanziario e gli imprenditori delmattone.

Ecco allora che la radiografia completa del corpo di una re-gione rivela anche le ragioni profonde della sconfitta del Parti-to democratico nelle elezioni della primavera 2008 e raccontacome il mito delle buone amministrazioni locali di sinistra ri-schi ormai di essere soltanto una leggenda.

I grandi fenomeni politici spesso hanno radici in avveni-menti apparentemente marginali. Locali. Talvolta perfino piùcircoscritti, come un condominio che ci sta nascendo sotto gliocchi. Partendo da episodi di cronaca passati quasi inosservatiabbiamo provato a mettere in luce la trama del potere, fino al-la sua origine prima. Dietro a una speculazione edilizia, al pro-getto di un porticciolo si ritrovano molteplici interessi, dena-ro, banche, sindaci e partiti. Protagonisti i cui nomi non com-paiono quasi mai sui cartelli affissi nei cantieri.

Ripercorrendo questo filo abbiamo così scoperto che dietroalla colata di cemento che rischia di portare in Liguria quasi

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Premessa

Liguria-Italia. Perché quello che sta succedendo in una regionedice tanto dei mali dell’intero Paese. Perché tirando i fili delpotere si scopre che in Liguria, e in Italia, si è formato un par-tito unico, trasversale, che va da sinistra a destra. Uno schiera-mento che governa ogni genere di attività, dall’edilizia alla Sa-nità, in base a regole non sempre chiare e condivise. Perchéqui oggi si comincia a mettere in discussione la Santa Alleanzatra il sistema politico, quello finanziario e gli imprenditori delmattone.

Ecco allora che la radiografia completa del corpo di una re-gione rivela anche le ragioni profonde della sconfitta del Parti-to democratico nelle elezioni della primavera 2008 e raccontacome il mito delle buone amministrazioni locali di sinistra ri-schi ormai di essere soltanto una leggenda.

I grandi fenomeni politici spesso hanno radici in avveni-menti apparentemente marginali. Locali. Talvolta perfino piùcircoscritti, come un condominio che ci sta nascendo sotto gliocchi. Partendo da episodi di cronaca passati quasi inosservatiabbiamo provato a mettere in luce la trama del potere, fino al-la sua origine prima. Dietro a una speculazione edilizia, al pro-getto di un porticciolo si ritrovano molteplici interessi, dena-ro, banche, sindaci e partiti. Protagonisti i cui nomi non com-paiono quasi mai sui cartelli affissi nei cantieri.

Ripercorrendo questo filo abbiamo così scoperto che dietroalla colata di cemento che rischia di portare in Liguria quasi

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tre milioni di metri cubi di nuove costruzioni, talvolta c’eranostrani imprenditori e amici dei «furbetti del quartierino» chenell’estate del 2005 stavano per conquistare la scena finanzia-ria italiana. Abbiamo riscontrato che le operazioni edilizie so-no state realizzate anche da costruttori vicini a figure di pri-missimo piano della politica nazionale.

Insomma, i mali che stanno mettendo in crisi il nostro Pae-se possono avere origine anche in comportamenti che sonosotto i nostri occhi tutti i giorni. E forse l’unico modo per cu-rare le malattie più gravi dell’Italia di oggi è combattere i lorosintomi locali. Cominciando a parlare del cemento si arriva adiscutere della mancanza di senso delle regole e dell’idea di be-ne comune. Si può arrivare a chiedersi, come è successo a noi,che cosa significhi in Italia oggi essere cittadini, ognuno perproprio conto e tutti insieme.

Così questo è anche un libro sul rapporto con la terra doveviviamo, un’Italia che, talvolta, in nome di interessi egoistici,di distorte concezioni dello sviluppo o di idee di corto respirorischia di vendere se stessa. E neppure al miglior offerente.

Alla fine, partendo dal «mattone» ti ritrovi a discutere diquestioni grandi: potere, politica. Perfino del futuro.

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