Il padroncino molla il volante: «Ormai siamo solo io e il mio camion»
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5/13/2018 Il padroncino molla il volante: «Ormai siamo solo io e il mio camion» - slidepdf.com
http://slidepdf.com/reader/full/il-padroncino-molla-il-volante-ormai-siamo-solo-io-e-il-mio-camion 1/3
«Prima volevano il piccolo trasportatore perchégarantiva degli standard professionali, per la suametodologia di lavoro. Ora non importa più niente.
Conta solo il prezzo, vince chi riesce a farsi pagaredi meno. A queste condizioni è chiaro che quelliche arrivano dall’Est ci sbaragliano. Per questo tantidi noi sono costretti a smettere». Pierino Chiandussiè un camionista di frontiera. Friulano, alla guida da35 anni, è un imprenditore ma con un solo dipen-
dente: se stesso. Il suo capitale è il suo mezzo: «UnoScania, ormai ha 11 anni, dovrei cambiarlo», dice,«ma come si fa?». “Classe zero” allo stato puro.
In Italia come lui sono in 51.192. Tutti “mono-veicolari”, vale a dire imprese di autotrasporto cheposseggono un solo camion. Trasportano di tutto:
alimenti, farmaci, giornali, prodotti elettronici, maanche carichi pesanti. Spesso sono molto specia-lizzati. Sono il 45% del totale delle imprese del set-tore, la fetta più importante dei 110mila autotra-sportatori iscritti all’albo. «Ma sono anche tra i piùesposti alle dicoltà. Sono tanti ma frammentati,
per questo hanno scarso potere contrattuale versola committenza», dice Cinzia Franchini, presidentenazionale Cna - Fita, una delle sigle più rappresen-tative del settore.
«Le imprese pensano solo a spendere il menopossibile, e in questo periodo accade sempre più
spesso», continua Chiandussi, «ma per noi i costisono diventati esorbitanti, non ci stiamo più dentro,
il prezzo del gasolio è insostenibile». Certo, adessodal governo è arrivato un sostegno per il rimborsodelle accise sul carburante. Sarà trimestrale e nonpiù annuale, un provvedimento accolto positiva-mente dai camionisti italiani. Ma per molti padron-
cini non ci sarà neanche questa boccata d’aria: «Ilrimborso per i piccolissimi sarà irrisorio. Il consumodi carburante è signicativo per un’azienda che hauna ventina di camion, ma se ne hai solo uno ticambia poco», a erma Marco Digioia, della segre-teria nazionale di Confartigianato trasporti. Tanto
più che possono fare richiesta per i rimborsi solo imezzi dalle 7,5 tonnellate in su. E tra i monoveicolaririmangono fuori quasi 19mila camionisti, quelli conmezzi sotto le 6 tonnellate, sempre secondo i datidell’Albo.
Al di là dei provvedimenti recenti, la crisi dei pa-
droncini arriva da lontano. «Il mercato è stato sna-turato negli ultimi quindici anni, la situazione èpeggiorata con l’allargamento dell’Europa. Ormaientrano cani e porci, senza regole», denuncia Chian-dussi, che è anche presidente della ConfartigianatoTrasporti del Friuli. La rabbia si comprende se si
guardano i dati nella sua regione: nel 2011 sono stateregistrate 720 imprese in meno, molte di camionisti“autonomi”. «Siamo arrivati a questo punto perchéin poco tempo abbiamo perso circa il 70% del tra-sporto internazionale; prima lo facevamo noi, orapreferiscono gli sloveni», osserva Chiandussi. «E
alla concorrenza sleale, poi, vanno aggiunti l’abu-sivismo e le inltrazioni maose.
di Antonio Sgobba
«Ormai siamo solo io e il mio camion»Il padroncino molla il volanteSono 51mila i “monoveicolari”: camionisti, tartassati, dipendenti di se stessi
Il tasso d’inazioneè stato maggiore perchi ha redditi bassi
1° decile
media
10° decile
1999 2009
130
120
110
100
Il primo “decile” corrisponde
a chi ha i redditi più bassi,
il decimo a chi ha i redditi più alti.
In dieci anni l’in azione è stata
maggiore di sette punti
per i contribuenti più poveri.
I beni ad altafrequenza d’acquistosono i più colpiti
1999 2011
140
120
1
alta
media
bassa
Paradossalmente, il tassod'in azione e ettivo è più alto
proprio sui beni a media e alta
frequenza d’acquisto, che sono
anche quelli più ricorrenti nella
“lista della spesa” delle famiglie.
L’Italia è un paese che costa caroin rapporto al Pil procapite
livellodei prezzi
Pil procapite
104 104
126119
89
112
97102
ITALIA GERMANIA FRANCIA SPAGNA
I dati si riferiscono al 2010:
fatta 100 la media dei 27 Paesi
della Ue, l’Italia ha prezzi più alti
di quattro punti e il Pil procapite
soltanto di due punti.
G e t t y I m a g e s
I numeridella crisi
I queste pagine presentiamo per la
prima volta alcune delle elabora-
zioni tratte dalla ricerca sviluppatadall'economista Luigi Campiglio
e che dimostrano come la crisi vada
a gravare soprattutto sulle fasce
di popolazione dal reddito più basso.
VITA5 3 FEBBRAIO 2012
PRIMO PIANO
5/13/2018 Il padroncino molla il volante: «Ormai siamo solo io e il mio camion» - slidepdf.com
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Un padroncino può reagire solo stringendo la
cinghia, per andare avanti non può mettersi asfruttare i dipendenti, sfrutta solo se stesso», a er-ma Franchini.
E per un’impresa micro come quella di un ca-mionista, i problemi che stanno minando tutta larete delle piccole-medie imprese italiane sono an-
cora più grandi. A partire dal problema per eccel-lenza, l’accesso al credito. «Con le dicoltà eco-nomiche che si ritrovano ad avere, dicilmente imonoveicolari riescono ad accedere a prestiti. Ilpadroncino duro e puro su questo fronte ha anchepiù ostacoli delle piccole e medie aziende», ricorda
Digioia. Bisogna poi aggiungere i problemi carat-teristici del territorio in cui si lavora. Il divarioNord- Sud pesa. «Nelle regioni meridionali le tari esono più basse e le infrastrutture sono peggiori»,ricordano a Confartigianato. Non è un caso che leproteste più rumorose siano nate in Sicilia. «Lì un
camionista si trova davvero in dicoltà a fare ilsuo lavoro. Le normative europee impongono diguidare al massimo nove ore al giorno. Poi devoriposarmi. Ma come è possibile se in quel temponon riesco neanche a portare a termine una con-segna? Allane non ho scelta: o rispetto le richieste
del committente o trasgredisco la legge».C’è una via di uscita? «Chi è da solo deve fare
rete con gli altri. Già ora molti si uniscono in coo-perativa. La strada è quella», rispondono da Con-fartigianato. «Ci vuole l’aggregazione, ma fatta sulserio», continua Digioia, «non solo per prendere
gli incentivi o per diventare dipendenti di impresepiù grandi. Ma per essere più ecienti, fare menoviaggi a vuoto. Bisogna cambiare mentalità im-prenditoriale. In Francia lo hanno fatto dieci annifa e oggi riescono a stare sul mercato».
Vita on-the-roadIvano Tesi, camionista: 1.200 euroal mese. Last minute compresi
«Domani devo caricare da un artigiano a Modena, vado a
San Donato Milanese e lì faccio un altro carico per Sassuolo».
Ivano Tesi, 64 anni, descrive così la sua prossima giornata la-vorativa. «Faccio questo mestiere da quarant’anni, una vita da
camionista», dice. Ivano è uno dei cosiddetti “monoveicolari”.
«Lo farònché ho le forze. Ho un piccolo camioncino, da 35
quintali, faccio trasporti leggeri, ormai non ho più il sico per
fare quelli più pesanti, una volta trasportavo i prefabbricati»,
dice. «Il mezzo è duttile, ci mettiamo al servizio del territorio.
Tra le aziende con cui lavoro più di frequente ce n’è una che fa
porte e serramenti, ma fornisco servizi a tutto l’artigianato
modenese che non ha mezzi propri», racconta Tesi.
Per lui questo è il periodo più dicile. «A gennaio va tutto a ri-
lento. L’attività stenta a riprendere. Le aziende erano ferme -
no a poco tempo fa e alcune neanche hanno ripreso», spiega
Tesi. Quanto guadagna? «Al mese tra i 1.200 e i 1.300 euro
netti. Un terzo delle spese vanno via in gasolio. Una volta l’in-
cidenza dei costi rispetto al fatturato era molto più bassa in
percentuale, oggi ci sono dei margini veramente stretti. Un tir
con un litro di gasolio fa due chilometri e mezzo. Poi c’è l’auto-
strada, anche 15 centesimi al chilometro, una cosa pesantissi-ma». Ora lavora intorno alle trenta ore settimanali. «Si fa fatica
ad arrivare alle quaranta o cinquanta ore che facevamo no a
poco tempo fa», dice. Secondo Tesi per gli “autonomi” ci sono
due possibilità. «O si rimane da soli oppure ci si mette in coo-
perativa, per avere un potere più forte. Io ad esempio faccio
parte di una cooperativa di artigiani a proprietà divisa, ciascu-
no possiede il proprio mezzo. Gli artigiani si associano per ac-
quisire le consegne insieme e distribuire il lavoro». La sua
coop si chiama Movitrans Group, la sede è a Modena. Sul sito
si trovano anche le o erte Last Minute. [A.S.]
Far la spesa è uno slalom,tra o erte sottoprezzo
e il boom dei discount sotto casaLe catene low cost crescono dell’8% e i prodotti in promozione sono il 26,7%
Il tasso d’inazione20022011 per alcuni benie servizi “simbolici”
pane
latte
pesce
atto
elettrodomestici
ristoranti e ca è
parrucchieri
gioiellieri
totale
26,2
21
28,5
24,5
3,7
29,2
22,1
127,2
22,2
15,8
10,5
14
26,1
-15,3
19,6
18
74,7
18,6
11,8
11,7
27,1
10
-5,4
13,6
10,2
29,7
16,5
24,4
17
21
17,9
-4,7
27,1
21
73,9
20,4
atto
elettrodomestici
ristoranti e ca è
24,5
3,7
29,2
26,1
15,3
19,6
0
5,4
13,6
17,9
4,7
27,1
ITA FRA GER EU
Il tasso d’inazione20022011 per alcuni benie servizi “simbolici”
pane
latte
pesce
atto
elettrodomestici
ristoranti e ca è
parrucchieri
gioiellieri
totale
26,2
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28,5
24,5
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29,2
22,1
127,2
22,2
15,8
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10
-5,4
13,6
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24,4
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17,9
-4,7
27,1
21
73,9
20,4
atto
elettro omestici
ristoranti e ca è
24,5
3,7
29,2
26,1
15,3
19,6
0
5,4
13,6
17,9
4,7
27,1
ITA FRA GER EU
I prezzi dei benialimentari dal 2002cresciuti oltre il 20%
105
115
125
2002 2011
1
Italia
Euro area (17)
Francia
Germania
L’aumento del costo del cibo
in Italia è nettamente superiore
a quello dei grandi Paesi e anche
della media dei Paesi area euro
«Di solito, la grande distribuzione è anticiclica:in periodi di crisi, cresce. E invece...». E invecestavolta la crisi smentisce anche le regole asso-date, come con dovizia di numeri mostra CristinaFarina, Client manager di Nielsen, che ha svilup-pato una ricerca sui trend del largo consumo ita-
liano, mettendo a confronto quelli della Gdo clas-sica (iper e supermercati) con quelli delle catenedi discount. Fenomeno in crescita (fatturato a+8,4% a dicembre 2011, rispetto al -2,1% di iper esuper), «soprattutto dal settembre 2011, dopo leprime manovre anti default», sottolineano da
Nielsen, ad indicare come l’ulteriore compressio-ne della capacità d’acquisto delle famiglie italianesi sia subito tradotta in un cambiamento drasticodi abitudini nell’acquisto dei beni primari di con-sumo. Alimentari in testa.
«Quello cui stiamo assistendo è una rideni-
zione del carrello della spesa», spiega FrancescoCecere, direttore Marketing information e con-trollo di Coop Italia: «Più che fare attenzione al
singolo prezzo, ora gli italiani stabiliscono a prioriquanto vogliono spendere, per esempio 50 euroogni volta che fanno la spesa al super, e dentroquella cifra cercano di ottimizzare il rapporto co-sti-beneci: magari prendono il detersivo per ipanni di primo prezzo, perché mi basta che i pan-
ni siano puliti, mentre magari il ca è lo scelgonodi marca, o prendono il prodotto di marca quandoè in promozione...».
Già, le promozioni, una delle leve attraversole quali la Gdo cerca di tamponare la perdita delpotere d’acquisto delle famiglie. «Tra il 2004 e il
2009 l’incidenza delle promozioni sugli acquistitotali era del 22%; nel primo semestre del 2011siamo arrivati al 26,7%. E si tratta di ribassi chearrivano anche al 30, 40% del prezzo», sottolineaStefano Crippa, direttore Area ricerche di Feder-distribuzione. «Le altre due leve attraverso le qua-
li i nostri associati tentano di arginare la situazio-ne sono l’allargamento dei prodotti di “primoprezzo”, ovvero della fascia di prezzo più basso,che in genere tengono come benchmark di costoi prezzi del discount più vicino, e l’aumento di ti-pologie di prodotto – alimentari in primis – a mar-
chio del distributore: no al 2006 rappresenta-vano il 12,5% degli acquisti, oggi siamo al 16,6%».
Pur nel generale arretramento degli acquisti,c’è un dato positivo che gli esperti tendono a os-servare: sarà la crisi, sarà che la sostenibilità co-mincia a diventare pratica comune, fatto è che
«gli italiani sprecano molto meno. Si fanno menoacquisti di grande volume, le “scorte” di cibo chepoi si niva per buttare anche al 30, 40%, e ac-quisti più frequenti di minore importo», dice Ce-cere. «Quel che si acquista viene e ettivamenteconsumato in una percentuale maggiore, segno
di un cambiamento di cultura nell’economia do-mestica». [Mattia Schieppati] E
l i s a
L o c c i
VITA3 FEBBRAIO 2012 6
PRIMO PIANO
5/13/2018 Il padroncino molla il volante: «Ormai siamo solo io e il mio camion» - slidepdf.com
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