il nuovo V escovo Ausiliare di Napoli · 2019. 3. 11. · Foto: New Photo Sud. 2 ¥ 1 7 G EN N A IO...

16
N. 2 • 17 gennaio 2010 • 0,90 Anno LXIV • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Battesimi in Cattedrale 5 VITA ECCLESIALE Il forum delle culture 11 CITTÀ Festa in casa Uco 2 VITA ECCLESIALE 17 gennaio Giornata delle Migrazioni 3 PRIMO PIANO CHIESA Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Antonio Botta Maria Pia Condurro Stefania De Bonis Antimo De Crescenzo Doriano Vincenzo De Luca Margherita De Rosa Salvatore Esposito Delfina Licata Liorenzo Mastroianni Raffaele Mezza Giancarlo Perego Pasquale Puca Mariano Servadei Maria Rosaria Soldi Antonio Spagnoli. Gli interventi Gli ergastolani scrivono al Cardinale 2 In ricordo di monsignor Enrico Cirillo 4 Celebrazione alla chiesa di S. Anna ad Afragola 5 La “piccola via” di Santa Teresa di Lisieux 6 La Caritas si mobilita per il terremoto di Haiti 10 Al Borgo Orefici contrasto al racket 12 Vittime espiatrici: nuova Madre Generale 14 Al Suor Orsola gli studenti per l’ambiente 15 Monsignor Lucio Lemmo è il nuovo Vescovo Ausiliare di Napoli Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare di Napoli il Rev.do Mons. Lucio Lemmo, del clero dell’Arcidiocesi, Parroco della “Madonna della Libera” al Vomero e Decano del quinto Decanato, assegnandogli la sede titolare di Torri di Ammenia. La nomina è stata ufficializzata il 9 gennaio scorso dall’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe davanti ai membri del Consiglio episcopale, del Consiglio presbiteriale, del Consiglio pastorale, del collegio dei decani e della Curia. Una nomina voluta dal Santo Padre per «poter realizzare al meglio – come ha spiegato il Cardinale Sepe – in una diocesi grande come quella di Napoli, questa attività pastorale che è bella, ma anche delicata e difficile. I vescovi ausiliari – ha aggiunto l’Arcivescovo – sono due occhi in più per vedere meglio, due braccia per accogliere tutti, due piedi per andare più spedito, figure che possono sostenere il vescovo nella programmazione del piano pastorale e far sì che tutta la diocesi viva in comunione». servizio alle pagine 8 e 9 Foto: New Photo Sud

Transcript of il nuovo V escovo Ausiliare di Napoli · 2019. 3. 11. · Foto: New Photo Sud. 2 ¥ 1 7 G EN N A IO...

  • N. 2 • 17 gennaio 2010 • € 0,90

    Anno LXIV • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

    Battesimiin

    Cattedrale5

    VITA ECCLESIALE

    Il forumdelle

    culture11

    CITTÀ

    Festain casa

    Uco2

    VITA ECCLESIALE

    17 gennaioGiornata

    delle Migrazioni3

    PRIMO PIANO CHIESA

    Teresa Beltrano • Michele Borriello • RosannaBorzillo • Antonio Botta • Maria Pia Condurro •Stefania De Bonis • Antimo De Crescenzo • DorianoVincenzo De Luca • Margherita De Rosa • SalvatoreEsposito • Delfina Licata • Liorenzo Mastroianni •Raffaele Mezza • Giancarlo Perego • Pasquale Puca •Mariano Servadei • Maria Rosaria Soldi • AntonioSpagnoli.

    Gli interventiGli ergastolani scrivono al Cardinale 2

    In ricordo di monsignor Enrico Cirillo 4

    Celebrazione alla chiesa di S. Anna ad Afragola 5

    La “piccola via” di Santa Teresa di Lisieux 6

    La Caritas si mobilita per il terremoto di Haiti 10

    Al Borgo Orefici contrasto al racket 12

    Vittime espiatrici: nuova Madre Generale 14

    Al Suor Orsola gli studenti per l’ambiente 15

    Monsignor Lucio Lemmoè il nuovo VescovoAusiliare di Napoli

    Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare di Napoli il Rev.do Mons. Lucio Lemmo,del clero dell’Arcidiocesi, Parroco della “Madonna della Libera” al Vomero e Decano delquinto Decanato, assegnandogli la sede titolare di Torri di Ammenia. La nomina è stataufficializzata il 9 gennaio scorso dall’Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe davanti aimembri del Consiglio episcopale, del Consiglio presbiteriale, del Consiglio pastorale, delcollegio dei decani e della Curia. Una nomina voluta dal Santo Padre per «poterrealizzare al meglio – come ha spiegato il Cardinale Sepe – in una diocesi grande comequella di Napoli, questa attività pastorale che è bella, ma anche delicata e difficile. Ivescovi ausiliari – ha aggiunto l’Arcivescovo – sono due occhi in più per vedere meglio,due braccia per accogliere tutti, due piedi per andare più spedito, figure che possonosostenere il vescovo nella programmazione del piano pastorale e far sì che tutta la diocesiviva in comunione».

    servizio alle pagine 8 e 9

    Foto: New Photo Sud

  • Vita Ecclesiale Nuova Stagione2 • 17 GENNAIO 2010

    Giovedì 21 gennaioin Seminario

    “I Giovanie la felicitàdelleBeatitudini”“Beati gli afflitti”:don Antonio Landi

    Giovedì 21 gennaio, alle ore21, presso il SeminarioArcivescovile, viale ColliAminei 3, Napoli, si terrà la:“Lectio e Adorazioneeucaristica” animata daimovimenti e dalleassociazioni.Per ulteriori informazioni:www.seminarioteologicodinapoli.it; www.giovaninapoli.it

    * * *

    Casa PadriVincenziani

    ImpegnoMissionarioProposta di itinerario diapprofondimento delcammino di fede in Cristo e diformazione missionariarivolta a tutti i giovani dai 17ai 30 anni sensibili all’ideale eall’impegno missionario.Prossimo appuntamento,domenica 14 febbraio, aNapoli, presso la Casa deiPadri Vincenziani, in viaVergini 51, al Rione Sanità.Tema della giornata: “Và eanche tu fa lo stesso” (Luca10, 25-37).La giornata inizia alle ore9.30 e finisce con lacelebrazione eucaristica alleore 18. Portare: Bibbia, unquaderno per gli appunti equalcosa da mangiare dacondividere all’ora di pranzo.Per ulteriori informazioni:suor Betty e suor Eleonora,(081.536.31.44 –[email protected]); padreAlex ([email protected]);padre domenico([email protected]).

    Grande entusiasmo e aria di festa,il 9 gen-naio, nella sede del Centro Diocesano del-le Unioni Cattoliche Operaie per la pre-senza dell’Arcivescovo Metropolita di Napoli,Card. Crescenzio Sepe, accolto dal VicarioEpiscopale per il Culto Divino, Mons. SalvatoreEsposito, dall’Assistente Spirituale delle UcoMons. Domenico Felleca, e dal Presidente dioce-sano, Pasquale Oliviero, nonché da tanti ospiti enumerosi soci. Mons. Felleca ha rivolto al Card.Sepe un indirizzo di saluto: “Lei qui è di casa, an-zi è il capo di questa casa o meglio di questa gran-de famiglia delle Unioni Cattoliche Operaie cheguardano a Lei con rispetto, ammirazione e af-fetto filiale, perché, nella luce della fede, nelVescovo noi vediamo il fondamento visibile del-l’unità della Chiesa locale”.

    Il Cardinale ha ringraziato per le espressionidi filiale devozione rivoltegli e ha avuto parole diapprezzamento verso Mons. Esposito e mons.Felleca per lo zelo con il quale svolgono la loroazione di guida spirituale all’interno della parti-colare Organizzazione ecclesiale e nei confrontidei tanti aderenti, dei quali viene esaltata e valo-rizzata, attraverso la preghiera e la catechesi, lavocazione devozionale e la pietà popolare.

    L’Arcivescovo, poi, ha espresso gratitudine alPresidente Oliviero per il prezioso e appassiona-to lavoro che va svolgendo e, proprio come rico-noscimento del suo impegno a servizio dellaChiesa locale, gli ha consegnato l’Onorificenzadell’Ordine Equestre Pontificio di San SilvestroPapa, conferitagli da Benedetto XVI, mentre harivolto espressioni di incoraggiamento e di pa-terno affetto a tutti i soci delle Uco, sottolinean-do l’abilità e la bravura artistica dimostrate nel-l’allestimento dei presepi da quanti hanno presoparte al concorso di arte presepiale “Il Presepenella pietà popolare”, riservato appunto ai socidelle Uco della Diocesi di Napoli e indetto dallaPresidenza Diocesana con il patrocinio

    dell’Arcivescovo. Il Presidente Oliviero ha ringraziato il

    Cardinale Sepe: “Lei, Eminenza, stasera ha volu-to compiere un grande atto di fiducia: conferen-domi l’Onorificenza da parte del Papa BenedettoXVI ha voluto sottolineare la Sua premura pa-storale non solo per la mia persona ma per tutti isoci delle Unioni Cattoliche Operaie della nostradiocesi. Sono certo che Lei mi permetterà di con-dividere tale onore con la mia Consulta che col-labora attivamente e che ringrazio. Noi voglia-mo ricambiare la Sua fiducia con affetto filialema anche con un impegno ancora più incisivonel far crescere questa bella realtà della nostraChiesa locale. Le iniziative intraprese in questianni sono tutte volte a sviluppare, nelle singoleassociazioni, il senso di appartenenza allaChiesa e particolarmente alle comunità parroc-chiali in cui si trovano e vivono. Il PresidenteOliviero, quindi, ha dato inizio alla cerimonia dipremiazione dei vincitori del Concorso di arte:“Saluto e ringrazio, per la preziosa collaborazio-ne, la Commissione di esperti composta daEnzo Perna, docente del Liceo artistico diNapoli, e da Matilde Azzollini della Comunità diSant’Egidio e da Vincenzo Abbruzzese, maestroartigiano esperto di arte presepiale. Un ringra-

    ziamento particolare va alla nostra guida spiri-tuale Mons. Domenico Felleca , con il quale ab-biamo promosso questo evento. Ringrazio an-che i collaboratori Pasqualino Persico, LuigiCapuano e Gennaro Fico; ringrazio, altresì, ilBanco di Napoli, nelle persone di RosarioGiudice, Giovanni Maraniello e FrancescoPaolo Tamma, per averci aiutati nella realizza-zione di questo momento creativo di tradizioneartistico – religioso e popolare. Il “presepe nellapietà popolare” non è una semplice mostra dipresepi, ma rappresenta, sotto forma di concor-so, un modo di evangelizzare e socializzare tra isoci delle Unioni Cattoliche Operaie. L’obiettivoè stato quello di “fare spazio” nelle nostre asso-ciazioni e in modo particolare nel nostro cuoreper accogliere Gesù Bambino, riproponendo ilvalore cristiano del presepe e spiegandone ilprofondo significato”.

    Alla mostra-concorso, inaugurata il 12 dicem-bre scorso, hanno partecipato presepi realizzatinelle Uco, tra cui, anche quest’anno, opere di sti-matissimi artisti , quali Salvatore Ferrara, AndreaScala, Angela Caccavale, De Biase Francesco,Carlino Vincenzo, Adriana Ferri, Papa Chiara,Rita Ragni e Marilena Mercogliano.

    Circa 80 i lavori artistici giunti dal territoriodella Diocesi di Napoli e alcuni da altre localitàdella regione. La Commissione ha decretatoquanto segue: 1°classificato: Uco M.SS.Assunta e S. Gaetano - Miano - Napoli. 2°classi-ficato: Uco M.SS. dell’Arco, Monteleone, Barra- Napoli. 3° classificato: Uco M.SS. dell’Arco,Trav. Mercato, Ercolano. Menzioni di Merito so-no state assegnate a: Uco M.SS. dell’Arco e Tuttii Santi, Barra; Uco S. Pietro, S. Pietro a Patierno;Uco M.SS. del’Arco, via S. G. Calasanzio, Napoli;Uco M.SS. Immacolata ed Arco, viaPizzofalcone, Napoli; Uco M.SS. dell’Arco, vicoCanale a T.P. , Napoli; Uco M.SS. dell’Arco, LaCentrale, via Sanità, Napoli; Uco M.SS. Assuntain cielo, Torre del Greco.

    (a.g.) Eminenza, come ogni anno, per la terza volta, in occasione del-le festività, abbiamo il piacere e la gioia di incontrarci, (grazie a Dio checi da la salute per goderci questi momenti) la sua presenza in mezzo anoi apre i nostri cuori alla speranza ed alla spiritualità.

    Nel suo impegno quotidiano la seguiamo e ammiriamo le sue innu-merevoli iniziative per il sociale, la Chiesa è sempre vicina ai bisognosi,a chi cerca un lavoro che sia dignità e non carità, ai giovani si deve darela possibilità di lavorare, offrendo concrete opportunità di formazione,di crescita umana, sociale e civile. Tutto questo lei, Eminenza, lo sta fa-cendo e noi siamo convinti che è la strada giusta per la Chiesa e le isti-tuzioni.

    Noi siamo in questi luoghi da molti anni, abbiamo bisogno di porta-re avanti le nostre idee lungo un percorso di legalità che abbiamo già in-trapreso, vorremmo tutti lavorare per non essere di peso alle nostre fa-miglie e dimostrare alla società che siamo “redenti”.

    Ci rivolgiamo a lei, Eminenza, affinché possa interferire con qualcheditta che possa darci un lavoro all’interno, lavoro che noi tutti possiamofare con l’autorizzazione della direzione, lavoro che non crei sposta-menti o difficoltà, da svolgere anche nelle proprie celle come da moltianni sta avvenendo nelle carceri del Nord. Perché non può avvenire quial Sud?

    La società siamo tutti, anche noi ne facciamo parte ciascuno contri-buisce alla sua vita e al suo clima morale, in bene o in male, nel cuore diognuno di noi passa il confine tra il bene e il male e nessuno di noi devesentirsi in diritto di giudicare gli altri, ma piuttosto ciascuno deve sen-tire il dovere di migliorare se stesso, non possiamo, non vogliamo, e cer-chiamo di non essere sempre neri come la sfortuna che si fa la tana do-ve non c’è luna.

    Tutti noi abbiamo un passato, struggente, burrascoso, nostalgico,pieno di passioni e di cocenti delusioni, ma siamo ancora “persone”; l’a-natema lanciato da Papa Giovanni Paolo II nella valle dei Templi, lei lo

    ricorda rivolgendosi alla città di Napoli invitando alla conversione, inquesto reparto molti di noi lo hanno già fatto ma ci ritroviamo, con unasperanza ancora soffocata.

    Una unione di intenti tra noi, la direzione carceraria e la comunitàesterna nel coltivare la passione per ogni qualsivoglia forma di creati-vità e di impegno positivo, non può che dare il migliore risultato se siparte dall’esperienza di chi ha investito in prima persona per ricucire unrapporto con la società, e mettersi in discussione con il proprio trascor-so.

    Ringraziamo con profonda ammirazione il Direttore, ilComandante, il personale di Polizia Penitenziaria di questo reparto, l’e-ducatrice, le Suore che ci seguono sempre, il nostro cappellano DonFranco che, ognuno nel loro, ci danno la possibilità di esprimerci, e ciaspettiamo tante altre cose che crediamo possano avverarsi, la ringra-ziamo e le auguriamo tutto il bene che il nostro Dio comanda.

    La salutiamo affettuosamente con l’augurio che l’anno che si sta af-facciando sia veramente “nuovo” e messaggero di cambiamenti positi-vi per tutti gli uomini di buona volontà.

    * * *Di seguito il testo della preghiera scritta e letta da uno dei detenuti.

    Gesù, tu che metti ordine e vivifichi ogni cosa, sgombra il disordine eil caos dalla mia vita, aiutami a cercare la verità nel mio pensiero, libera-lo dalle infondatezze delle illusioni.

    A me giunga forte la luce potente del tuo amore, lavami dalle colpe e daldolore che giacciono in fondo al cuore. Con il calore del tuo alito scioglimiqueste lacrime.

    Fai che sia perfettibile il mio essere in comunione con Te, consenti al-l’anima mia di creare un tocco d’amore libero. Ora e sempre, ti aspetto!

    La lettera scritta dai detenuti del padiglione Venezia e letta al Cardinale Sepe durante la sua ultima visita al carcere di Poggioreale del 30 dicembre scorso

    Un lavoro per non perdere la speranza

    L’Arcivescovoal Centro Uco

    Consegnata a Pasquale Olivierol’onorificenza dell’Ordine Equestre

    Pontificio di San Silvestro

  • Primo Piano ChiesaNuova Stagione 17 GENNAIO 2010 • 3Domenica 17 gennaio:

    96ª Giornata mondiale delle migrazioni

    Un immigrato è un essere umano

    Una speranza per il futurodi Giancarlo Perego *

    Il tema della Giornata mondiale delle migrazioni porta l’attenzione a una particolare figuraoggi in mobilità: i minori migranti e rifugiati. In soli otto anni, i minori stranieri in Italia sono pas-sati dai 284.000 del 2001 agli 862.453 del 2008 (Dati Dossier Statistico immigrazioneCaritas/Migrantes 2009).Oggi sono il 22,2% della popolazione straniera regolarmente residente.

    Annualmente, via mare e via terra, per nascita o per ricongiungimento familiare o per tratta,in fuga da 24 guerre e disastri ambientali, tra fame, siccità e violenze, nascosti spesso nelle stivedi navi, nei camion, negli autobus, arrivano in Italia oltre 100.000 minori: sono volti di bambini,ragazzi, giovani nati in Italia (65.000) o giunti in seguito al ricongiungimento familiare (35.000).Nel 2008, quasi mille bambini, con (700) o senza (300) i genitori, sono arrivati in Italia con unarichiesta d’asilo perché provenienti in particolare: dall’Afghanistan, da Kabul e Ghazni;dall’Etiopia, dalla capitale Addis Abeba, dall’Eritrea, dalla città di Asmara; dall’Iraq, da Baghdade Mossul.Un fenomeno che è cresciuto in questi anni è quello dei minori stranieri non accompa-gnati o anche minori separati.

    Leggendo i dati dell’Osservatorio del Comitato per i minori stranieri e dell’ANCI(Associazione Nazionale Comuni Italiani) si tratta di una realtà in crescita, che fortemente inter-pella le istituzioni e la coscienza civile in Italia. Si tratta, mediamente, per ogni anno di questoultimo triennio (2006-2008), di 7500-8000 minori che sono arrivati in Italia senza un riferimen-to e accompagnamento genitoriale e familiare. In questi anni, il 50% dei minori non accompa-gnati è stato accolto in famiglia; dell’altro 50%, il 40% è stato accolto in istituti e comunità, men-tre quasi il 10% è irreperibile.

    Un dato di cui poco si parla riguarda i minori Italiani nel mondo. Oggi l’Italia vede ancorapresenti nel mondo oltre 650.000 minori di origine italiana, il 16,4% degli emigranti italiani. Lametà proviene da famiglie delle regioni meridionali dell’Italia, oltre il 30% dalle famiglie del NordItalia e il 15% dalle famiglie del Centro Italia. C’è un mondo, anche in Italia di alcune migliaia diminori – per qualcuno corrisponde addirittura alla metà dei 150.000 stimati in Italia - che vivo-no nelle comunità delle minoranze rom, sinti e camminanti.

    È un mondo in movimento, in cammino per i quali non sempre alla conoscenza corrispon-de la capacità di tutela della salute, dell’istruzione, anche se bisogna segnalare l’interessanteesperienza dei patti di legalità e di solidarietà. Già questi primi elementi mostrano la comples-sità delle problematiche legate al fenomeno dei minori stranieri, emigranti, immigrati e rifugia-ti, attorno ai quali è cresciuta anche nella comunità cristiana, in collaborazione con le istituzio-ni, un’attenzione culturale e politica, un servizio, una casa, una famiglia.

    Nel rapporto con i minori migranti è cresciuta anche la Chiesa, da una parte nella sua capa-cità Nel rapporto con i minori migranti è cresciuta anche la Chiesa, da una parte nella sua capa-cità caritativa di costruire servizi (ad esempio nelle case per i minori non accompagnati, nei pro-getti di accompagnamento scolastico, nell’accoglienza familiare,…), per costruire ‘segni di fra-ternità’, ma anche per avviare esperienze di pastorale giovanile che rinnovano gli ambienti di ag-gregazione giovanile e gli oratori, sperimentando percorsi d’incontro e d’intervento specifi ci.Pertanto, è necessario da una parte ricercare forme di collegamento e conoscenza familiari an-che a distanza, dall’altra costruire, in assenza di fi gure genitoriali, un percorso educativo e dicrescita integrale, attento anche alle diverse dimensioni della vita giovanile (famiglia, scuola, af-fetti, amicizie, sport, formazione al lavoro…). .

    * Direttore Generale Fondazione Migrantes

    Due fatti hanno attirato, in modo particola-re, la mia attenzione in questi ultimi giorni: ilcaso della condizione dei migranti, che cerca-no una vita migliore in Paesi che hanno biso-gno, per diversi motivi, della loro presenza, e lesituazioni confl ittuali, in varie parti del mon-do, in cui i cristiani sono oggetto di attacchi,anche violenti.

    Bisogna ripartire dal cuore del problema!Bisogna ripartire dal significato della persona!

    Un immigrato è un essere umano, differen-te per provenienza, cultura, e tradizioni, ma èuna persona da rispettare e con diritti e doveri,in particolare, nell’ambito del lavoro, dove èpiù facile la tentazione dello sfruttamento, maanche nell’ambito delle condizioni concrete divita. La violenza non deve essere mai per nes-suno la via per risolvere le diffi coltà. Il proble-

    ma è anzitutto umano! Invito, a guardare il vol-to dell’altro e a scoprire che egli ha un’anima,una storia e una vita: è una persona e Dio loama come ama me.

    Vorrei fare simili considerazioni per ciòche riguarda l’uomo nella sua diversità religio-sa.

    La violenza verso i cristiani in alcuni Paesiha suscitato lo sdegno di molti, anche perché siè manifestata nei giorni più sacri della tradi-zione cristiana. Occorre che le Istituzioni siapolitiche, sia religiose non vengano meno – loribadisco – alle proprie responsabilità. Nonpuò esserci violenza nel nome di Dio, né si puòpensare di onorarlo offendendo la dignità e lalibertà dei propri simili.

    Benedetto XVI

    Una ricchezza demograficaIn Italia oltre quattro milioni di immigra-

    ti: 862.453 sono minori.Uno dei gravi limiti, attualmente riscon-

    trabili in chi si voglia occupare di emigrazio-ne italiana, è la carenza di informazioni cheriguardano i cittadini italiani nati e residen-ti all’estero. È questo un universo sconosciu-to che implica una serie di ricerche per de-scrivere la situazione delle nuove generazio-ni, i loro legami con l’Italia, il tipo di percor-so migratorio sperimentato dai loro genitorie, talvolta, da loro stessi e quali caratteristi-che di “italianità” possano ancora conserva-re concretamente.

    I dati Aire (Anagrafe degli italiani resi-denti all’estero) smentiscono che si debbaparlare dell’emigrazione italiana come diuna realtà che abbia a che fare unicamentecon gli anziani. Accanto ad essi, infatti, vi so-no circa 650.000 cittadini italiani tra gli 0 e i17 anni, dei quali ben 450mila sono nati al-l’estero da genitori emigrati. Si tratta delleseconde e, talvolta, delle terze generazioniiscritti all’Anagrafe per “nascita” da genitoreresidente all’estero.

    I 433.691 minori nati nel periodo 1990-2007 rappresentano il 71,5% del totale degliunder 18 scritti all’Aire e un terzo del totaledi tutti coloro iscritti per nascita (1.280.065).

    Questi dati dell’archivio del ministerodell’Interno, dalla dimensione quantitativatutt’altro che secondaria, risultano sottosti-mati rispetto al reale numero di italiani natiall’estero in quanto non tengono conto diquelli rimpatriati successivamente.

    Le rilevazioni dei giovani nati e residentiall’estero, seppur con tali problemi di regi-strazione, risultano di notevole importanzaper comprendere appieno le caratteristicheemergenti dell’emigrazione italiana quantoalla fascia di età più giovane e per delinearealcuni possibili sviluppi del fenomeno: negliultimi 18 anni (1990-2007) l’aumento mediodi iscritti all’Aire per nascita è stato di 24 mi-la unità annue. In un periodo di riferimento(1987-2004, la pubblicazione delMovimento migratorio da e per i comuni ita-liani con l’estero è disponibile fino al 2004),analogo a quello preso in considerazione, lecancellazioni anagrafi che dei cittadini ita-liani spostatisi per stabilire la residenza all’e-stero, sono state in media 45 mila all’anno. Èevidente che, dopo i flussi di chi decide dipartire, le nascite sono attualmente l’altrogrande fattore di incremento dell’emigrazio-ne italiana.

    Per i 616.972 minori iscritti all’anagrafedei residenti all’estero, con data di nascitacompresa tra il 1990 ed il 2007, la “nascita” èil motivo prevalente di iscrizione (70,3%),seguito da “espatrio” (26,4%) e da “acquisi-zione di cittadinanza” (1,1%).

    Il numero di nati nel corso del periodo èstato mediamente di 24mila bambini ognianno; nel passato si sono registrati valori piùalti segnatamente nel 1996 (28 mila), nel1999 (27,5 mila) e nel 2002 (25 mila).

    La media si è notevolmente abbassata nelcorso dell’ultimo triennio ma, come antici-pato, ciò è in gran parte addebitabile ai pro-blemi riguardanti le registrazioni anagrafiche. Fino al 2002 il numero dei bambini ita-liani nati all’estero ha superato il numero deibambini venuti alla luce in Italia da entram-bi i genitori stranieri (nel 2007, hanno supe-rato le 60 mila unità).

    Delfina Licata

    Una risposta di giustizia e caritàLa 96a Giornata Mondiale delMigrante e del Rifugiato: “Ilminore Migrante e Rifugiato” unasperanza per il futuro, che sicelebrerà il 17 gennaio èl’occasione per riflettere sullacondizione di questi nostri fratelliper una risposta di giustizia e dicarità da parte della Chiesa e degliuomini di buona volontà.Il Santo Padre Benedetto XVInell’Angelus di domenica 10gennaio ha ricordato che gliimmigrati sono persone, cioèsoggetti di diritti e di doveri. Lapersona è sempre sacra,prescindendo dal colore dellapelle. È chiaro che ognidiscriminazione per quantoriguarda la razza, la religione, ilfattore economico, è sempre daevitare, perché offende la dignitàumana.Ogni uomo è amato da Dio, che èPadre universale, che accoglie nelsuo grembo di amore ogni uomo.Gli episodi ultimi, quelli diRosarno, hanno messo inevidenza la debolezza del sistemadi accoglienza e di integrazione. E’stata una lotta tra poveri e chimaggiormente è stato sconfitto èstato il più povero: l’immigrato.Occorre ricreare un clima dimaggiore e migliore accoglienza,superando le tentazioni dixenofobia, che produce paura,mortificazione dell’umano,perdita di speranza.Contro ogni forma disfruttamento anche da parte dellamalavita organizzata occorreessere attenti e non lasciarsicoinvolgere, ma denunciare edentrare sempre nel clima dellalegalità.L’immigrazione è un problemaumano, profondamente umano.La Chiesa, che è esperta inumanità, ha una profondasollecitudine per questa realtà.«Il migrante è persona umana condiritti fondamentali da rispettaresempre e da tutti. Auspico di cuoreche si riservi la giusta attenzioneai migranti minorenni, bisognosidi un ambiente sociale checonsenta e favorisca il lorosviluppo fisico, culturale,spirituale e morale. Unaparticolare categoria di minori èquella dei rifugiati che chiedonoasilo, fuggendo per varie ragionidal proprio paese, dove nonricevono adeguata protezione»(dal Messaggio del S. Padre,Benedetto XVI). La nostra Chiesa,che ama il suo Signore, ama ipoveri e per essi offre tutta la suadisponibilità di servizio e diaccoglienza nella carità.

    ! Bruno SchettinoArcivescovo di Capua

    Presidente Cemi-Migrantes

  • Vita Ecclesiale Nuova Stagione4 • 17 GENNAIO 2010

    In ricordodi donVincenzoCuomoDon Vincenzo Cuomo, è stato unprofondo conoscitore delMovimento Sacerdotale Mariano,ed animatore instancabile.Parroco da lunga data, nellaparrocchia N. S. di Lourdes inNapoli, chiesa da lui fattacostruire, insieme a tanti suoicollaboratori, e collaboratrici chenon lo hanno mai abbandonato.Educatore, una vita intera spesanella preghiera e nel servizio aifratelli così è stato ricordato damons. Di Donna ausiliare diNapoli) del popolo santo di Dio alui affidato. La sua giornatainiziava molto presto, già alle 5.30con il S.Rosario, la S.Messa el’accoglienza di tante persone che alui si recavano, anche perchè èbene ricordare che gli era statoaffidato l’incarico di esorcistaruolo molto delicato e di profondaspiritualità. Direttore Spirituale econfessore delle SuoreImmacolatine Francescane aBenevento.Per tutti noi, che l’abbiamoconosciuto, diventi monito, inmaniera dolce e garbata, cherispecchia il suo stile di pretesempre persuasivo, e sempre inlinea con la dottrina della Chiesasia in campo catechetico, che incampo morale. La S. Messa diResurrezione è stata presieduta daMons. Di Donna, VescovoAusiliare e concelebrata danumerosissimi sacerdoti per iquali è stato sempre un riferimentocostante. Mi piacerebbe citarlitutti, ma metto in evidenza lospirito sacerdotale e cristianoavuto da padre Cuomo, nell’ultimoperiodo della sua vita. Affaticato,diversi problemi, anche di salute èstato accolto dal parroco donMario di piazza Ottocalli, e datante persone che lo veneravano elo rispettavano. Padre Cuomo èstato più volte anche ad Ischia peri Cenacoli del MovimentoSacerdotale, nei quali era semprepresente il Vescovo Padre FilippoStrofaldi per la profonda stima chenutriva nei suoi confronti. Pressola Parrocchia di Piazza Ottocalli,ha potuto continuare gli incontridel Movimento, che esprimevanola sua devozione filiale verso laMadre di Dio, Maria SS. MadreNostra, che lui diceva inparticolare Mamma dei Sacerdoti.Gli incontri del Movimento siconcludevano con l’agape fraternasia per i confratelli sacerdoti, cheper alcuni laici. Agape benpreparata da diverse persone,anch’esse con spirito riverenzialeper padre Cuomo e per i confratellisacerdoti.

    Antimo De Crescenzo

    Il 15 gennaio di un anno fa la scomparsadi Monsignor Enrico Cirillo

    Giornalista e sacerdotesotto il cielo di Napoli

    di Raffaele Mezza

    Un anno fa, precisamente il 15 gennaio, il clero di Napoli perdeva un altro illustre rappresen-tante con la morte di monsignor Enrico Cirillo, che sebbene molto ammalato, firmò l’ultimoeditoriale della rivista diocesana “Januarius” da lui diretta. Giornalista pubblicista, autore tral’altro dell’apprezzata antologia agiografica “Santi e beati sotto il cielo di Napoli”, monsignorCirillo fu per lunghi anni assistente regionale dell’Unione Cattolica della Stampa Italiana” (UC-SI) e per un certo tempo anche direttore di “Nuova Stagione”.

    Parroco zelante del SS. Redentore e quindi di Santa Maria della Rotonda, prelato d’onore diSua Santità, rivestì altresì la prestigiosa carica di Preposito della Augustissima Arciconfraternitadei Pellegrini (che per statuto annovera al posto di primo associato il Sommo Pontefice) eCappellano del Tesoro di San Gennaro.

    Ma il mio accorato ricordo di monsignor Cirillo non intende soffermarsi, in questa sede, sul-le singole attività ora menzionate (pastorali,culturali e giornalistiche in particolare) che merite-rebbero ciascuna una lunga trattazione. Desidero invece qui tratteggiare un breve, ma speroefficace suo profilo giovanile, che soltanto chi l’ebbe come esemplare condiscepolo può fare.Con il chierico Enrico Cirillo, infatti, ebbi la fortuna di condividere un gioioso quadriennio(1948-1951), al seminario maggiore di Capodimonte, fino alla sua ordinazione sacerdotale avve-nuta il 19 marzo di quell’anno. La sua fu una, come si dice, vocazione adulta. Nato a Napoli nel1927, entrò in seminario dopo aver sofferto molti disagi del dopoguerra. Presto si distinse peruna spiritualità soda ma non formalistica, preferì iscriversi al corso accademico non per velleitàprofessionali ma solo per approfondire gli studi teologici in vista della futura attività apostolica.Quante volte, durante l’ora del passeggio pomeridiano (obbligatorio!) ci allontanavamo insie-me - col permesso del prefetto di camerata - per visitare l’ospizio delle anziane di via Cristallini!Oppure per dare una mano a don Carlo Ponticelli, il prefetto d’ordine, che con una fisarmonicae l’irresistibile risata attirava in seminario un nugolo di ragazzi di Porta Piccola! Da parte sua,Enrico Cirillo non disdegnava, quasi novello Don Bosco, un tocco d’ilarità e quel pizzico di na-poletanità che avrebbero caratterizzato il suo fecondo apostolato. Dalle sue omelie, brevi macondensate, sprigionava il succo dei suoi studi esegetici, che edificavano ed istruivano insiemel’uditorio.

    Poi le nostre vie si divisero. Io, di due anni più giovane, non completai gli studi e mi ritirai,con la benedizione del rettore monsignor Feola. Ma la nostra amicizia, cementata a lungo daun comune ideale, non si allentò mai, tanto da meritarmi il privilegio di averlo, anni dopo, co-me padrino di cresima di un mio figliuolo.

    Arrivederci, caro “Don” Enrico, con Angelo D’Ambrosio, Antonio Ambrosanio, AntoninoPace, Raffaele Russo, Mario Cretella, Pietro Matarese e gli altri che formavano la nostra “al-legra brigata” di leviti felici! Intanto ti ricordano tutti coloro che ti conobbero, certi che SanFrancesco di Sales, patrono dei giornalisti e che festeggeremo tra pochi giorni, ti avrà già ripe-tuto le parole che il Crocifisso rivolse a Tommaso d’Aquino: Bene scripsisti de me!

    Una nota di padre

    Pasquale Puca, nuovo responsabile

    diocesanodell’Apostolatodella Preghiera

    Collaborare all’opera

    dellaRedenzione

    È tuttora valido e impegnativo quanto,nell’aprile 1985, Giovanni Paolo II, rice-vendo in udienza speciale 47 gesuiti di 42nazioni, rappresentanti di migliaia di di-rettori diocesani e parrocchialidell’Apostolato della Preghiera riuniti aRoma per il Congresso dei SegretariNazionali dell’Apostolato della Preghiera,disse: «L’Apostolato della Preghiera, cheio conosco e apprezzo da molti anni, vuo-le esaltare il valore apostolico della pre-ghiera della Chiesa».

    A questo proposito, egli fece osservare:«Inculcando la spiritualità della “offerta”in unione con l’oblazione di Cristo nellaSanta Messa, l’Apostolato della preghieraè sulla scia dell’insegnamento conciliare,che ha presentato il Sacrificio Eucaristicocome fonte, centro e culmine di tutta la vi-ta cristiana e pone nel suo giusto valore la“preghiera dei fedeli”, che la Chiesa ha ri-pristinato nella celebrazione eucaristica enella Liturgia delle Ore».

    «All’Apostolato della Preghiera – ag-giunse il Pontefice – si deve in gran parteattribuire la vitalità dello spirito di offer-ta, di immolazione della vita cristiana, laconsapevolezza di collaborare all’operadella Redenzione, come pure il vigore del-la spiritualità incentrata nel Cuore diGesù, la consacrazione delle famiglie, del-le città, delle nazioni al Cuore di Gesù».

    «L’Apostolato della Preghiera – sottoli-neò ancora il Santo Padre – può portareun contributo valido e concreto per la dif-fusione a tutti i livelli della grande e con-solante enunciazione che ogni cristianopuò essere intimamente unito a CristoRedentore, mediante l’offerta della pro-pria vita al Cuore di Cristo».

    «Continuate, con sempre maggiore erinnovato impegno – chiese poi il Papa – araccomandare e a diffondere la praticadei “Primi Venerdi”. Riconciliato con Dio,con la Chiesa e con i fratelli mediante il sa-cramento della penitenza, il fedele – fecenotare Giovanni Paolo II – si unisce, ci-bandosi del sacramento dell’Eucaristia, alCuore di Gesù e partecipa al suo atteggia-mento di offerta e di riparazione».

    È l’augurio, l’invito, la concreta e chia-ra “consegna” che, all’inizio del 2010, eper tutta la sua durata, i gruppidell’Apostolato della preghiera dellaDiocesi di Napoli accoglieranno e attue-ranno con senso di responsabilità e spiri-to di servizio a Cristo e alla Chiesa; ciascu-no per la sua parte, secondo il ruolo, icompiti specifici e la diversità dei donidello Spirito, per condividerli, attraversola personale, attiva, illuminata, quotidia-na collaborazione di ognuno, con tutti co-loro che Dio ama e vuole aiutare a salvar-si.

    Pasquale Puca sj

    Santa Messa per Mons. Cirillo nellaricorrenza di San Francesco di SalesSabato 23 gennaio alle ore 11,30, presso la Chiesa della S.S. Trinità

    dell’Arciconfraternita dei Pellegrini (all’interno dell’ospedale) si terrà, in occa-sione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, unaConcelebrazione Eucaristica, ad un anno dalla scomparsa avvenuta il 15 gennaio2009, in ricordo di Mons. Enrico Cirillo, già direttore del settimanale diocesano“Nuova Stagione”, della rivista ufficiale “Ianuarius”, nonché Prepositodell’Arciconfraternita dei Pellegrini ed Assistente Spirituale dell’Ucsi.

  • Vita EcclesialeNuova Stagione 17 GENNAIO 2010 • 5

    L’Arcivescovoin visita alla parrocchia diSant’Anna in Afragola

    «Apriamoanche noiil cuore a Cristo»Un evento indimenticabile per ifedeli della parrocchia diSant’Anna di Afragola: la visitadel Cardinale Crescenzio Sepe.Da tempo l’Arcivescovo èimpegnato nella sua operamissionaria, visitando le varieparrocchie, gli ospedali e i puntidi incontro della Diocesi. Il parroco, don Franco Iazzetta,ha sensibilizzato molto i suoifedeli per prepararsi a questoincontro. Un’opera disensibilizzazione che ha visto ilcoinvolgirnento di tutte le realtàparrocchiali, dai bambini delcatechismo e i ragazzidell’oratorio, alle Comunità delCammino Neocatecumenale, iGruppi della Caritas e le Dame diSant’Anna.L’intera comunità si è attivata eha permesso che l’accoglienza delCardinale fosse un vero tripudiodi gioia ed esultanza. «Sonofelice – ha sottolineatol’Arcivescovo – di vedere qui unaChiesa viva, partecipe, animatadallo Spirito e dalla gioia che soloEsso può dare». «Come Maria – ha esortato ilCardinale – apriamo anche noi ilcuore a Cristo, lasciandociprendere da quel moto d’amoreche ci spinge a muoverci per ilprossimo, ad amare senzastancarsi. Facciamolosoprattutto per i giovani, chevivono in un mondo difficile.Loro hanno bisogno di unmondo migliore che li avvolga, liprotegga. Facciamo sentire loroche Cristo Signore nasce ed èpresente in mezzo a noi». L’Arcivescovo, al termine dellacelebrazione non ha esitato alasciarsi circondare da un bagnodi gente che chiedeva una suabenedizione o una carezza aibambini, complimentandosianche per un canto eseguito dapiccoli coristi. Prima di lasciarela parrocchia il Card. Sepe hapromesso: «State tranquilli,tornerò a trovarvi», lasciandouna scia di gioia e di speranza. La visita ha significato tanto peri fedeli di Sant’Anna, è stata lacertezza che anche in un mondocosì difficile e buio, non si è maisoli, ma c’è sempre la MadreChiesa, pronta ad abbracciare isuoi figli; in un mondo cosìviolento si può ancora provare lagioia di sentirsi, tutti assieme, ununico Corpo in nome dell’amoredi Gesù Cristo. Da questa visitala parrocchia di Sant’Anna traeforza per fare ancora meglio, percontinuare la sua opera guidatadallo Spirito Santo, come unapianta che viene innaffiata e sirinvigorisce grazie alla manobenevola del “contadino” che èvenuta a curarla e vivificarla.

    Mariano Servadei

    Il Cardinale Crescenzio Sepe in occasione della Festa del Battesimodi Gesù ha amministrato il Sacramento a dieci neonati

    «Nostalgia di vita piena e autentica»di Doriano Vincenzo De Luca

    Pianti di bimbi e abbondanza di bibe-ron nella Cattedrale di Napoli: do-menica 10 gennaio il CardnaleCrescenzio Sepe ha battezzato un gruppodi bambini. Quest’anno erano 10, prove-nieni da alcune parrocchie della diocesi.L’Arcivescovo era in forma, divertito dallesmorfie dei piccoli quando venivano sve-gliati dall’acqua versata sulle loro testecon una conchiglia, ed ha confessato lasua «gioia speciale» nell’impartire ai neo-nati il primo sacramento della vita cristia-na, «uno dei momenti più espressivi dellanostra fede».

    Nell’omelia della Messa nel giorno delBattesimo del Signore, l’Arcivescovo hariflettuto sul mistero della vita: della vitaumana rappresentata dai nascituri e del-la “vita divina”, che Dio dona ai battezza-ti. Ascoltavano le sue parole i genitori dei

    bambini, accompagnati dai padrini, dal-le madrine, dai familiari e dai numerosifedeli che affollavano il Duomo diNapoli.

    «Il Battesimo predicato e amministratoda Giovanni - afferma il Cardinale - è l’oc-casione per il Padre di presentare e procla-mare Gesù quale suo Figlio», manifestato-si al mondo per la salvezza degli uomini.«Il giusto senza peccato - ha aggiunto - siconfonde con i penitenti e prende parte alla“fraternità” dei peccatori». Ricordando leparole dell’evangelista Luca, l’Arcivescovoha sottolineato che, dopo aver ricevuto ilBattesimo sulle rive del Giordano, Gesùparla con il Padre. Prega non solo per sé,ma per tutti noi. Ed è allora che si apre ilcielo: «Al Signore, proprio mentre scendepiù in basso, gli si aprono i cieli». Da que-sto evento, ha rilevato, comprendiamo

    che quanto più viviamo in comunione conGesù nella realtà del nostro Battesimo,tanto più il cielo si apre sopra di noi,«quando raggiungiamo il punto più bassodel nostro cammino esistenziale, allora ci siaprono i cieli: la grazia».

    Il Cardinale, poi, ha invitato tutti a rivi-vere la propria dimensione di creature:«chi si crede creatore di se stesso – ha detto– disprezza Dio e gli altri uomini, vivendonel peccato». Da qui, ha ricordato ilPorporato, discendo tutti i limiti del no-stro tempo: il relativismo, l’amore fragilee a basso costo, relizioni liquide e prive diprogettualità, la cultura della morte e del-la falsa felicità, la mancanza di solidarietàverso i poveri e i sofferenti. Il Battesimo,ha aggiunto Sepe, non è solo parola, né so-lo una cosa spirituale, «è nostalgia di vitapiena e autentica». Di qui una riflessionesulla vera dimensione del cristianesimo:«si tratta di ritrovare una vita nuova, di es-sere creature nuove, incorporati a Cristo, fi-gli di Dio, eredi della vita eterna, templi del-lo Spirito Santo, membri della Chiesa, par-tecipi della famiglia dei cristiani, un corposolo».

    A conclusione dell’omelia, l’esortazio-ne dell’Arcivescovo ai genitori dei bimbibattezzati, affinché insegnino ai propri fi-gli a pregare e a sentirsi membri attivi del-la comunità ecclesiale: «l’invito del Padre –ha detto – è per noi: conoscere e amareCristo per possedere il dono della vera vita egodere della sua felicità». Il Cardinale, dun-que, ha invitato a riscoprire la profonditàdella Festa del Battesimo del Signore, cheè invito anzitutto a ritrovare le radici cri-stiane autentiche e profonde, che non so-no soltanto quelle culturali – pur impor-tanti – ma sono quelle esistenziali: «essesono sorgente della nostra redenzione, dellanostra salvezza, della nostra liberazione dalmale - ha concluso - mentre contempliamoil Cristo alonato di luce e immerso nelle ac-que che si rivela come il Figlio di Dio».

    Sabato 23 gennaio 2010 alle ore 17.00, nell’Auditorium diLargo Donnaregina 22, Napoli, si terrà il Convegno diocesano inpreparazione alla XXXII Giornata per la vita, che quest’anno sicelebrerà Domenica 7 febbraio . La relazione introduttiva , chesarà incentrata sul messaggio dei Vescovi, sarà tenuta da DonTonino Palmese, di cui si conoscono l’entusiasmo nell’annunciodella Parola e le tante iniziative promosse a favore della vita, indifesa della legalità e della salvaguardia del creato.

    Quest’anno, il testo proposto dalla Conferenza EpiscopaleItaliana sottolinea l’impegno della Chiesa “per lo sviluppoumano integrale, che richiede anche il superamento dell’indi-genza e del bisogno.” I Vescovi sottolineano tutta “la dramma-ticità della crisi finanziaria” che sta mettendo a dura prova mi-gliaia di famiglie, generando ansia e paura.

    Il Convegno sarà, dunque, un momento di riflessione e cre-scita per aiutarci a riconoscere il valore della Vita e a saper de-nunciare “quei meccanismi economici che, producendo po-vertà e creando forti disuguaglianze sociali, feriscono e offen-dono la vita, colpendo soprattutto i più deboli e indifesi”.

    La lettura della situazione fatta dai nostri Pastori apre, co-munque, a scenari di speranza . I Vescovi, infatti, invitano aconsiderare anche questo momento come un’ulteriore occa-sione per rivedere il nostro stile di vita, per cui anche “ la crisieconomica che stiamo attraversando può costituire un’occa-sione di crescita”, riscoprendo i valori della Vita vera, della so-lidarietà e della condivisione che sono alla base della rinascitadi un nuovo tessuto sociale.

    Al Convegno sono invitati gli aderenti ai Movimenti e alleAssociazioni che partecipano alla Giornata per la Vita, gli ope-

    ratori della Pastorale familiare e giovanile e quanti, dalle par-rocchie, desiderano approfondire il messaggio per la Vita diquest’anno. In occasione del Convegno saranno date ulterioriinformazioni sulla celebrazione della Giornata e sull’adesionealla “staffetta virtuale” che si terrà in Piazza del Plebiscito e chesarà coordinata dai volontari del Centro Sportivo Italiano. Leprenotazioni per la staffetta e per ricevere i gadjet per i ragazziche parteciperanno alla “passeggiata in famiglia”da PiazzaDante a Piazza del Plebiscito e che sarà guidata dal Cardinale,possono essere consegnati all’ingresso della sala Convegno. Perulteriori informazioni, telefonare all’Ufficio Famiglia e Vita(tel. 081 5574226).

    * Ufficio Famiglia e Vita

    “La forza della vita una sfida nella povertà”di Maria Pia Condurro *

  • Nuova Stagione6 • 17 GENNAIO 2010 Vita Diocesana

    APPUNTAMENTI

    SeminarioArcivescovile

    Itinerari vocazionali perragazzi e giovani alla ricerca.Gruppi Nazareth, dai 12 ai 14anni, per tutti quei ragazziche hanno voglia di incon-trarsi e conoscere l’amicoGesù: “Messaggio per un’a-quila che si crede un pollo”.Gruppi Betania, dai 14 ai 17anni. In cammino con Gesù!:“Il gabbiano Jonathan”.Gruppi Emmaus, dai 18 anniin su. Chiamati alla sequela diCristo Risorto. “Lungo la viadi Emmaus”.

    I tre gruppi cammineran-no con le “Domeniche inSeminario”, dalle ore 9 alleore 16: 17 gennaio; 21 feb-braio; 14 marzo. Altri appun-tamenti in programma: gio-vedì 22 aprile, VegliaVocazionale in Seminario; dalunedì 14 a giovedì 17 giugno,Campo adolescenti aCasalvelino; da lunedì 28 giu-gno a giovedì 1° luglio,Campo pre-adolescenti inSeminario.

    Per ulteriori informazio-ni: 081.741.31.50 –081.741.86.49 – www.semi-narioteologicodinapoli.it - [email protected]

    Santa MariaIncoronatella

    Nell’oratorio “Pietà deiTurchini”, della parrocchiaSanta Maria Incoronatella,“Il nostro cammino insieme”:progetto di formazione uma-na e spirituale per giovanissi-mi di età compresa tra i 14 e i17 anni. Prossimo appunta-mento: mercoledì 20 gen-naio, dalle ore 18 alle 19.30,con un incontro sul tema: “Lapersonalità: cos’è?”.

    Chiesa del Gesù NuovoTerzo mercoledì del mese,

    incontro mensile di preghieradei malati con San GiuseppeMoscati. Il prossimo appun-tamento è per mercoledì 20gennaio, a partire dalle ore16. Alle ore 17, celebrazionedella Santa Messa, i padri so-no disponibili ad accogliere ifedeli che desiderano riceve-re il Sacramento dellaPenitenza.

    Parrocchia Santi Apostoli

    Giovedì 28 gennaio, alleore 20, adorazione eucaristi-ca decanale nella chiesa deiSanti Apostoli, in largo SantiApostoli, dove è custodito ilcorpo del Cardinale SistoRiario Sforza, nell’ambitodelle iniziative dell’AnnoSacerdotale.

    L’appuntamento riguardai decanati I, II, III, IV, V, VI eVII.

    La “piccola via”

    di Santa Teresadi Stefania De Bonis

    Mercoledì 6 gennaio, nel corsodella S. Messa dell’EpifaniaPapa Benedetto XVI ha sotto-lineato che oggi «manca la capacitàevangelica di essere bambini nel cuore,di stupirsi, e di uscire da sé per incam-minarsi sulla strada che indica la stella,la strada di Dio», quella strada è, pos-siamo dire con certezza, la “piccolavia” di Teresa di Lisiuex, la via dell’in-fanzia spirituale. Quella via “sicura”che cento anni fa, Teresa volle confer-mare. Per farlo scelse non il suo mona-stero di Lisieux, dove c’era ancora unadelle sue sorelle, ma il monastero delleCarmelitane Scalze di Gallipoli, il 16gennaio 1910.

    La Provincia Napoletana deiCarmelitani Scalzi sta per festeggiarequesto evento che accelerò la causa dibeatificazione della carmelitana diLisieux morta a soli 25 anni.

    «La mia via è sicura» furono le ulti-me parole che S. Teresa di GesùBambino pronunziò, rivolgendosi aMadre Carmela del Cuore di Gesù, ap-parendole nella notte del 6 gennaio1910 nel Monastero di Gallipoli.Quella notte, che si ricorda anche peril suo dono di 500 lire fatto alla Prioradelle carmelitane scalze (la comunitàviveva un momento di grande diffi-coltà economica, ai limiti della soprav-vivenza) è diventata importante per laChiesa, perché quelle parole, le ultimerivolte a Madre Carmela, avevano unsignificato particolare, che sfuggiva al-la sua interlocutrice. Solo l’ultima so-rella ancora in vita della suora diLisieux poteva conoscerne il valore econfermarne la veridicità. Dicendo, in-fatti: “La mia via è sicura. Non mi sonosbagliata”, la giovane suora francese

    morta solo 13 anni prima, ma già in odo-re di santità si riferiva alla “Piccola via”dell’infanzia spirituale sperimentata nellasua breve esistenza nel Carmelo diLisieux.

    Il Superiore della ProvinciaNapoletana Ocd, p. Enzo Caiffa spie-ga così lo spirito di questo anniversa-rio: Santa Teresa di Gesù Bambino hainsegnato al mondo “La Piccola Viadell’infanzia spirituale”, ci ha degnatidella sua presenza, della sua visita, èvenuta in uno dei nostri monasteri perdare conferma della sua “Via”. Noi nesiamo riconoscenti, e vogliamo impe-gnarci affinché la nostra vita sia uncontinuo e confidente abbandononell’Amore Misericordioso delSignore. Ciò che fu per lei la via sicu-ra e rapida che porta al cielo.Impegniamoci con coraggio a faretutto il possibile perché il messaggiodella santa di Lisieux sia proposto,meditato, approfondito a vantaggiodell’uomo del nostro tempo”.

    Dal 9 al 17 gennaio 2010, con l’ar-rivo dell’Urna di Santa Teresa diLisieux nel santuario di Cannetoavranno inizio le celebrazioni che cul-mineranno nella solenne concelebra-zione Eucaristica presieduta da PadreSaverio Cannistrà, PrepositoGenerale dei Carmelitani Scalzi nellaChiesa del Monastero carmelitano diGallipoli (sabato 16 gennaio, ore 18).

    E’ l’occasione per approfondire laspiritualità della piccola via, che si of-fre ai giovani (e non solo) come stradapercorribile per un cammino di fede,indispensabile in un mondo che tendesempre di più a escludere Dio dallapropria quotidianità, per relegarlo inpiccoli spazi di preghiera- S. Teresina,alla scuola della grande Teresa d’Avila,ci insegna il contrario: mettersi nellemani di Dio come un bambino, confi-dare nella sua amicizia e nella sua gui-da sicura.

  • Pastorale e DomenicaNuova Stagione 17 GENNAIO 2010 • 7

    17 gennaio: II Domenica del Tempo Ordinario (Gv 2, 1-11)

    I sensi della Scrittura nei Vangeli domenicaliLittera gesta docet: la lettera descrive i fatti. Quid credas allegoria: l’allegoria insegna cosa credere.

    Moralis quid agas: la morale indica cosa fare. Quo tendas anagogia: l’anagogia addita la meta ultima

    La lettera. Il brano evangelico diGiovanni ci porta a Cana di Galilea, a po-chi chilometri da Nazaret. Lì si celebravauna festa di nozze, probabilmente di pa-renti o amici di Maria. Alla festa erano per-ciò presenti Maria, Gesù e i suoi primi di-scepoli. Non vi appare Giuseppe, forseperché forse già morto.

    Nella Lettura si parla anche del vino,dei servi, delle giare, del Maestro di tavolae dello sposo: a) il vino manca, ma poi ab-bonda ed è molto buono; b) i servi, riem-piono di acqua le giare e ne attingono otti-mo vino; c) le giare sono 6, sono di pietra,sono capaci di due o tre barili ciascuna,servivano per la purificazione dei giudei eservirono come misura della “gloria” diGesù; d) il Maestro, al quale Gesù mandaad assaggiare il “suo” vino, e si meravigliadella sua specialità; e) lo sposo, ignaro delmiracolo come il Maestro di tavola, non sadi essere sfuggito a una brutta figura da-vanti agli invitati. Infine di parla del mira-colo, visto come “gloria” di Gesù, dei di-scepoli che vedono tale “gloria” e credono.Non si parla della sposa, che ovviamenteera presente.

    L’allegoria. Questi vari tasselli del rac-conto hanno un loro significato, e Giovanni

    non li inserisce a caso, essendo tutto per luiun “segno”. Non possiamo soffermarci suisingoli tasselli, ma sul loro insieme, che se-condo noi ci presenta una delle solite “iro-nie giovannee”. Se non è un’ironia, moltitasselli del racconto appaiono assurdi, a co-minciare dal miracolo, “eccessivo” perquantità e qualità del vino, e fatto mentregli invitati sono brilli: assurdità rilevatapersino dal Maestro di tavola! Apparirebbeassurda anche la risposta di Gesù allaMadre: “che c’è tra me e te, o donna?”.

    Ecco l’ironia giovannea: Gesù si era dapoco allontanato da casa, e ora per la pri-ma volta torna tra quei parenti che – comelamenterà più tardi – non lo ritenevano unprofeta. E’ Giovanni a ricordarcelo: “Gesùstesso aveva dichiarato che un profeta nonriceve onore nella sua patria” (Gv. 4,43s),e Matteo specifica: “non è disprezzato senon in casa sua” (Mt 13,57). Quei parenticriticavano Gesù per aver rotto i ponti conla casa e con la Madre, lasciandola sola evedova. Quando la Madre chiede il mira-colo, Gesù ironizza dicendo: “Che c’è trame e te, o donna?”. E, operando un mira-colo “eccessivo”, dimostra a quei tali pa-renti, a quelli della “sua casa”, che Eglinon abbandona nessuno!

    La morale. Gesù ci insegna oggi a sa-per valorizzare ed esaltare i valori uma-ni dell’amicizia, dei rapporti parentali,della sana convivialità; ci insegna a esse-re “eccessivi” nell’operare il bene a van-taggio di chi ci disprezza o ci fa del male;Gesù ci insegna che la sua e la nostra“gloria” sta nell’operare il miracolo del-l’amore da far vedere agli altri perché“credano”.

    L’anagogia. Dio è stato “eccessivo”nel creare non miliardi stelle ma di galas-sie, ciascuna composta di miliardi di stel-le che mai nessuno vedrà; eccessivo nelcontinuare a creare miliardi di esseriumani, senza che si conoscano tra loro;eccessivo nel farsi fanciullo e nel morirein croce non per gli amici ma per i nemi-ci; eccessivo nel moltiplicare pani e pescifino a farne superare 12 ceste, e nella pe-sca così abbondante da far rompere le re-ti; eccessivo nel mescolare il suo sanguecol nostro nell’Eucaristia... Ma soprattut-to sarà eccessivo quando accoglierà cie-chi, zoppi, malati per farli sedere allamensa della Cana celeste, ponendosi alloro servizio per l’eternità.

    Fiorenzo Mastroianni, ofm cap

    Comunic@zionedi Teresa Beltrano

    Il fenomeno dellacomunicazione

    La comunicazione ha semprecostituito una dimensioneimportante della vita umana.Questa affermazione è veraanche per le altre specieviventi; ma per quella umanaè particolarmente vera edessenzialmentefondamentale. Nulla di“umano” è immaginabile,pensabile, senza scambio diinformazioni, di pensieri, disentimenti: senza l’uso dellaparola, e di ogni altra formadi linguaggio. Ci sono statetre “ondate”, nella storia dellacomunicazione. Oggi citroviamo all’inizio dellaquarta “ondata”. Come letappe di tipo economico esociale, anche queste dellacomunicazione non siannientano le une con le altre,ma si sovrappongono eavanzano a ritmo incalzante.Le interazioni fra i duefenomeni sono moltocomplicate ma non del tuttoseparate. La prima grandesvolta nella comunicazionerisale a più di cinquemilaanni fa, con l’avvento dellascrittura. Prima quellaideografica (in Cina e inGiappone lo è tutt’oggi), poiquella fonetica. Ciò che eraaffidato alla tradizione orale,al nucleo familiare attorno alsimbolo delle tradizioni fattedi folklore, canti, leggende emiti, con la nascita dellascrittura si consolida edassume un altro stile. La cosastraordinaria è che il pensieropuò essere trasferito,conservato, organizzato.Norme, leggi, costumidiventano “incisi nellapietra”, o avvolti nei papiri. Sicrea una nuova oligarchia: ilpotere della conoscenza.Coloro che sanno leggere escrivere rappresentano lepersone sagge, il dotto divienecolui che senza uso di armi esenza denaro puòdeterminare e influire sullescelte dei potenti, ed ha ilcompito di stabilire, decideregli scambi e i contenuti dellacultura. Alcuni pensano che conl’avvento della scrittura sianoandati persi dei valoriculturali e umani che eranotipici della tradizione orale. Cisono delle verità in questatesi; ma non si può tornareindietro. La ricerca dei valoridella tradizione orale si ètrasformata e si trasforma,inevitabilmente, in libri o altritesti scritti. La nascita dellascrittura ha contribuito aformare una nuova cultura eun nuovo sistema sociale.

    Fedeltà di Cristo,fedeltà del sacerdote

    di Salvatore Esposito

    ANNO SACERDOTALE

    Il rito dell’Ordinazione, hainizio proprio dentro la dina-mica celebrativa della Parola,subito dopo la proclamazionee prima dell’omelia. E comeviene inserito? Attraverso il ri-to di presentazione e di elezio-ne dei candidati. Forse è giu-sto chiederci perchè è statocollocato proprio qui? Perchèprima dell’omelia? Perchèmentre risuona ancora laParola appena proclamata?Perché in quel momento sia-mo stati chiamati da Cristoper sempre attraverso il mini-stero del Vescovo e noi gli ab-biamo risposto: “Eccomi”. C’èdunque una chiamata e una ri-sposta che non sono funziona-li, ma simbolici. È la matricedi tutte le chiamate che Dio hafatto risuonare dentro la no-stra chiamata per portarci lìdove ci troviamo. Noi abbia-mo risposto sempre con“Eccomi”, a volte generoso,pronto e ricco di disponibilità,altre volte a malincuore, senzacapire in profondità le ragionidell’obbedienza, con il deside-rio di voler fare altro o voler es-sere altrove. Comunque ab-biamo detto “Eccomi”. AlSignore non interessa tanto ilcontorno che accompagna ilnostro “Eccomi”, quanto l’a-ver obbedito.

    Segue la presentazione alVescovo, come richiesta daparte di tutta la Chiesa chechiede che “questi nostri fra-telli siano ordinati presbiteri”e nella controdomanda del

    Vescovo: “sei certo che ne sia-no degni ?” non si richiede ungiudizio sulla dignità moraledel candidato: il termine di-gnus, dignitas è un termineche viene a noi dall’uso civile,dal mondo romano, dove di-gnitas non indicava tanto lequalità morali della persona,quanto piuttosto le caratteri-stiche che lo rendevano capa-ce di svolgere un ruolo. La di-gnitas imperatoria, infatti,consisteva nell’avere le capa-cità, le caratteristiche, i doniper poter svolgere il ruolo diufficiale dell’esercito.

    Il Vescovo, quindi, nonchiede se il candidato si è con-fessato o se è a posto con la co-scienza, ma molto di più. Ladignità che viene richiesta èl’aver riconosciuto in quel fra-tello quei doni che gli permet-tono di esercitare un ministe-ro. Non è un giudizio moralesulla persona che la Chiesapronuncia, ma un giudiziosulla capacità della persona, equesto compete alla Chiesa enon già alle nostre ispirazioni:non è un diritto essere preti, èuna chiamata che ha anche inquesta dignitas il suo fonda-mento. Il Vescovo conclude di-cendo: “Con l’aiuto di Dio e diGesù Cristo, nostro salvatore,noi scegliamo questi nostrifratelli per l’Ordine del presbi-terato”. L’assemblea risponde:“Rendiamo grazie a Dio”.

    (18. continua)

    Farsi poverocon i poveri

    di Antonio Spagnoli

    Per tutelare il bene comune, la Magistratura, in caso di reati, ha il compi-to di indagare, di accertare le responsabilità penali degli inquisiti e di inflig-gere le pene proporzionate alla gravità dei delitti commessi. «Lo Stato– si leg-ge nel Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, al n. 402 – ha il dupli-ce compito di reprimere i comportamenti lesivi dei diritti dell’uomo e delle rego-le fondamentali di una civile convivenza, nonché di rimediare, tramite il siste-ma delle pene, al disordine causato dall’azione delittuosa». Di fatto, le pene in-flitte hanno lo scopo di «difendere l’ordine pubblico», servono a «garantire lasicurezza delle persone», ma sono anche «uno strumento per la correzione delcolpevole», per favorire «il reinserimento delle persone condannate» nella so-cietà civile e per «promuovere una giustizia riconciliatrice, capace di restaura-re le relazioni di armonica convivenza spezzate dall’atto criminoso».

    Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa non ignora che, purtrop-po, «le condizioni in cui i detenuti scontano la loro pena non favoriscono sem-pre il rispetto della loro dignità» (n. 403). Drammatico è già semplicemente ilsovraffollamento delle carceri. Oggi, circa 65.000 detenuti sono stipati l’unosull’altro, mentre le carceri italiane ne potrebbero ospitare al massimo pocopiù di 43.000. Èpalese la violazione dei diritti e della dignità delle persone de-tenute che contrasta con l’articolo 27 della Costituzione italiana in cui si af-ferma che «le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso diumanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».

    Oggi, la presenza dei cappellani e dei volontari nelle carceri è di grandevalore perché gli istituti di pena sono tra i luoghi privilegiati nei quali «testi-moniare la sollecitudine cristiana in campo sociale». La loro presenza nellecarceri è di grande valore «non solo sotto il profilo specificamente religioso,ma– come si legge nel Compendio – anche in difesa della dignità delle persone de-tenute».

    Attualmente, insieme ai cappellani, nel nostro Paese sono oltre 200 le as-sociazioni di volontariato attive negli istituti penitenziari con iniziative e pro-getti che rappresentano un valido ed insostituibile contributo al reinserimen-to sociale dei detenuti. La presenza dei cappellani e del volontariato peniten-ziario – reso possibile e disciplinato dagli articoli 17 e 78 dell’ordinamentopenitenziario (Legge 354/75) – rappresenta, dunque, proprio quel ponte tra idue mondi, quello libero, esterno al carcere, e quello interno, riattivando ilnecessario collegamento tra la realtà carceraria e la società civile.

    Anche la Chiesa di Napoli è da sempre impegnata nel mondo del car-cere e lo è ancora oggi con i cappellani, con un gruppo di religiose e di vo-lontari e con alcune associazioni tradizionalmente presenti nel carcere,come la Comunità di Sant’Egidio, Carcere Vi.Vo. (volontariato vincenzia-no) e i Neocatecumenali, alle quali dallo scorso anno si è aggiunta l’AzioneCattolica, presente a Poggioreale e a Secondigliano con un gruppo di per-sone che si dedicano ogni settimana alla formazione cristiana dei detenu-ti e periodicamente all’animazione delle celebrazioni eucaristiche dome-nicali.

    (1. continua)

    ALFABETO SOCIALE

  • Speciale Nuova Stagione8 • 17 GENNAIO 2010Foto: Renato Nicois

    Monsignor Lucio Lemmo, parroco di Santa Maria della Libera e decano al Vomero, nominato nuovo Vescovo Ausiliare di Napoli

    «Gli Ausiliari, due braccia per accogliere tutti»di Rosanna Borzillo

    L’applauso scrosciante del Consiglioepiscopale, del Consiglio presbite-rale, del Consiglio pastorale, deiDecani, dei Laici saluta la nomina del nuo-vo Vescovo ausiliare di Napoli monsignorLucio Lemmo annunciata alle 12 del 9 gen-naio, come è consuetudine, contempora-neamente in Vaticano e nella diocesi di ap-partenenza. È’ il cardinale Sepe a comuni-care, nel Palazzo arcivescovile, la nominache la Diocesi aspettava già dalla partenzaper Sora-Aquinio-Pontecorvo di mons.Filippo Iannone, avvenuta nel settembrescorso. «In una città come Napoli così deli-cata e difficile è necessario – ha sottolineatoSepe – avere un aiuto per poter meglio gover-nare. I vescovi ausiliari – ha aggiunge - sonodue occhi in più per vedere meglio, due brac-cia per accogliere tutti, due piedi per andarepiù spedito, figure che possono sostenere ilvescovo nella programmazione del piano pa-storale e far sì che tutta la diocesi viva in co-munione». Monsignor Lucio Lemmo, 63anni, sacerdote a 27 anni, è stato parroco adArzano, Casoria e rettore del SeminarioMinore di Napoli. Dal 2005 parroco mode-ratore della chiesa di Santa Maria dellaLibera e decano del Vomero. Il suo grazie èper la comunità parrocchiale. «Grazie – di-ce mons. Lemmo - perché mi hanno permes-so di conoscere la città. Grazie ai sacerdotidella parrocchia monsignor Luigi Paesano eSalvatore Cantalupi, esempi di umiltà chemi hanno fatto sentire forte la famiglia e mihanno dato la possibilità di crescere».

    È emozionato il nuovo vescovo ma nondimentica di ringraziare e di chiedere col-laborazione a colui che definisce una «gui-

    Giovedì

    11 febbraio,

    giorno in cui

    si celebra

    la Madonna

    di Lourdes,

    alle ore 17.30,

    in Cattedrale,

    la

    consacrazione

    episcopale

    di monsignor

    Lucio Lemmo.

    L’Arcivescovo

    di Napoli

    sarà affiancato

    dal Nunzio

    apostolico

    in Italia

    monsignor

    Giuseppe

    Bertello

    e dal

    Vescovo

    Ausiliare

    S.E. Mons.

    Antonio

    Di Donna

    «Stupore per un dono così grande»Le parole di ringraziamento del nuovo Vescovo

    Desidero ringraziare il Santo Padre peravermi nominato Vescovo Ausiliare di SuaEminenza Rev.ma Il Cardinale CrescenzioSepe.

    Nel mio cuore c’è solo stupore e mera-viglia per aver ricevuto un dono così gran-de che, come potete tutti immaginare, nonè per nulla dipeso da alcun mio merito oaltro.

    L’Eterno Padre, nella Sua infinitaMisericordia, mi concede questa Grazia inassoluta Sua gratuità, perché possa servi-re la Sua Chiesa attraverso questo nuovoministero.

    A Sua Eminenza, il Cardinale Sepe, acui, sin dall’inizio della sua missione inquesta nostra Diocesi, mi sono spontanea-mente unito, abbracciando con forte entu-siasmo il suo progetto pastorale, sento diesprimergli tutto il mio affetto, assicuran-dogli, sin da questo momento, la totale e

    incondizionata unità di pensiero e nelleazioni.

    A sua Eccellenza Mons. Di Donna, a cuisono legato da una sincera amicizia e sti-ma, subito gli voglio assicurare la pienacollaborazione e gli chiederei di continua-re ad avere la pazienza necessaria per far-mi crescere, così come già ha fatto nel mioservizio decanale.

    Il solo pensiero di poter vivere la pienacomunione con Sua Eminenza e conMons. Di Donna, e servire così la nostraamata Chiesa, mi fa scoppiare di gioia!

    Agli amici Sacerdoti Decani, saggia-mente aiutati da Mons. Matino, e a tutti iconfratelli del V Decanato, dico unprofondo e sincero grazie per avermi datola possibilità di vivere una reale esperien-za di fraternità sacerdotale, premessa fon-damentale, ora, per questo nuovo serviziopastorale.

  • Speciale Nuova Stagione 17 GENNAIO 2010 • 9

    e decano al Vomero, nominato nuovo Vescovo Ausiliare di Napoli

    accia per accogliere tutti»nna Borzillo

    da saggia con la quale continuare a creareunità e collaborazione»: monsignorGennaro Matino. Per lui Sepe ha in serbouna nomina speciale: moderatore di Curia,che per i non addetti è un capo di gabinetto“made in ecclesia”. «Figura fondamentale –la definisce Sepe – dovrà coordinare tutte leattività della Curia». «Ma anche promozio-nare, migliorare e incrementare - aggiungeSepe - l’attività che svolgiamo come Curia».

    «Dopo la partenza di monsignor Iannone– dice Sepe – avevamo bisogno di un altroVescovo: ce ne sarebbe bisogno ancora di unaltro. Ma per ora dobbiamo accontentarci.Chissà che, in futuro, la Chiesa di Napoli nondovrà donare qualche suo sacerdote ad altrechiese consorelle». Intanto annuncia altricambiamenti significativi. A monsignorPonte, vicario episcopale per il laicato, laresponsabilità di gestire in autonomial’Ufficio confraternite. Incarico delicato eprestigioso che svolgerà per un quinquen-nio e che lo poterà a finire la riorganizzazio-ne del settore. Alla guida della chiesa vome-rese, lasciata da monsignor Lemmo, succe-de monsignor Sebastiano Pepe che, fino adoggi, aveva ricoperto il delicato incarico disegretario particolare del cardinale Sepe,ruolo a cui subentra don Pasquale Di Lucaattualmente parroco a Casavatore. Cambioanche alla guida della cattedrale: nominatocancelliere monsignor Antonio Tredicini,che viene sostituito con don Enzo Papa.

    Una piccola rivoluzione che si comple-terà nei prossimi giorni, quando l’arcive-scovo dovrà ancora nominare e definire al-tri 40 tra decani e parroci e viceparroci del-la diocesi e completarne definitivamente lariorganizzazione territoriale.

    Le nuovenomine

    Vescovo AusiliareS. E. Mons. Lucio Lemmo

    Moderatore della CuriaMons. Gennaro Matino

    CancelliereMons. Antonio Tredicini

    Direttore Ufficio Matrimoni -Giudice del Tribunale

    Ecclesiastico Mons. Ciro Esposito

    Direttore Ufficio ConfraterniteMons. Raffaele Ponte

    Parroco chiesa cattedraleDon Enzo Papa

    Parroco chiesa Santa Mariadella Libera Vomero

    Mons Sebastiano Pepe

    Segretario particolare del Cardinale

    Don Pasquale Di Luca

    Incaricato formazione giovanisacerdoti

    Don Maurizio Pepe

    Direttore Casa del CleroMons. Enrico Ferrara

    Procuratore di Giustizia presso il Tribunale

    Ecclesiastico RegionaleMons. Carlo Pinto

    Vicario Giudiziale TribunaleEcclesiastico Regionale

    Padre Bruno Boccardelliofm conv.

    (p.p.) «Nel mio cuore c’è solo stuporee meraviglia per aver ricevuto un donocosì grande». Nelle prime parole pro-nunciate dal nuovo Vescovo ausiliaremonsignor Lucio Lemmo si legge unagrande emozione…

    «Stupore e meraviglia perché si vienechiamati e si coglie la propria incapacità eindegnità ma è un servizio».

    C’è stato un applauso fortissimoquando il Cardinale ha annunciato lasua nomina…

    «La gioia più grande è proprio sapereche il clero mi ha accolto con entusiasmoun’anteprima meravigliosa perché vuol di-re che tutto il clero mi vuole. Posso lavora-re serenamente e continuare il rapporto se-reno che ho iniziato in questi anni conognuno dei miei confratelli».

    Il Cardinale Sepe ha dato una svoltaforte alla città. Lei ora è l’altro braccio.Come si sente?

    «Di fronte a questo “Vulcano buono diNapoli” ho pensato che il mio compito èsemplice: fare comunione. Lui ha il cari-sma e le intuizioni io devo solo creare co-munione. Elaborare progetti per la città ècompito suo, a me il compito di scompari-re per far risaltare lui».

    Da subito ho sposato la sua azionepastorale…

    «Lo ho visto come il parroco della città:un aspetto che mi è piaciuto molto. Ha unamore grande per i sacerdoti che ama e se-gue così come la sua gente che ricambia ilsuo amore. È quello che mi ha entusiasma-to».

    Quale è il progetto che più ama deitanti che ha l’arcivescovo ha messo in-sieme. Quello che pensa di promuoveremaggiormente?

    «“Aiutami a crescere”. I regali che rice-verò per la mia ordinazione episcopalesarà destinati alle ad adozioni a distanza.I bambini sono il futuro di Napoli: devonocrescere sereni. La grande lacuna è la man-canza di educatori».

    Ora dovrà lasciare la sua parrocchiadove in tanti l’hanno seguita…

    «Il mio grazie va alla parrocchia di S.Maria della Libera. Grazie perché mi han-no permesso di conoscere la città. Ho gira-to molto in provincia: sono stato parroco aCasoria, Arzano. Perciò sento di dover diregrazie ai sacerdoti del Vomero: mi hannofatto conoscere la città. Grazie, soprattut-

    to, a mons. Luigi Paesano e mons.Salvatore Cantalupi con i quali ho collabo-rato per quattro anni. Esempi di umiltàche mi hanno fatto sentire forte la famigliae mi hanno dato la possibilità di cresceregrazie alla loro umiltà».

    La Curia si dota di una figura che col-laborerà con il Cardinale Sepe: il mo-deratore di Curia, nella persona dimons. Gennaro Matino. Per tanti in pre-dicato lui quello che è diventato lei og-gi…

    «Una guida saggia con la quale è inizia-ta una forte esperienza di comunione.Continueremo questa esperienza. I ruolisono relativi. L’importante è creare unitàtra di noi».

    «I bambini, futuro di Napoli»Intervista al nuovo Vescovo ausiliare monsignor Lucio Lemmo

    Uno sguardo alla biografiaMons. Lucio Lemmo è nato a Napoli il 23 maggio 1946. Dopo aver frequentato da ragazzo la Scuola Professionale di indirizzo

    Commerciale presso l’Istituto “G. Fortunato” al Vomero e aver conseguito il diplo-ma di computista commerciale, è entrato nel Seminario Maggiore di Napoli, al-l’età di 19 anni, ed ha frequentato la Pontificia Facoltà Teologica dell’ItaliaMeridionale, Sezione San Tommaso.

    Per sei anni consecutivi ha ricoperto il ruolo di Assistente presso i ragazzi delSeminario Minore.

    Consegue la Licenza in Sacra Teologia e all’età di 27 anni viene ordinato pre-sbitero, nella cattedrale di Napoli, dal Cardinale Corrado Ursi, il 18 luglio 1973.

    Inizia il suo ministero sacerdotale come vicario parrocchiale, per quattro an-ni, presso la parrocchia di Nostra Signora del Sacro Cuore, al Vomero.

    Nel 1977 viene nominato parroco della parrocchia di Maria SantissimaAnnunziata ad Arzano.

    Nel 1983 il Cardinale Corrado Ursi lo nomina Rettore del Seminario Filosofico“Paolo VI” con sede a Casoria e dal 1986 ai Ponti Rossi in Napoli.

    È Cappellano di Sua Santità dal 28 febbraio 1986.Nel 1995, dal Cardinale Michele Giordano, viene nominato Parroco della par-

    rocchia di Sant’Antonio Abate a Casoria. Nel 2005, sempre dal Cardinale Giordano, viene nominato Parroco

    Moderatore della parrocchia di Santa Maria della Libera, al Vomero. L’attuale Arcivescovo di Napoli, il Cardinale Crescenzio Sepe, lo ha nominato

    Decano del V Decanato e Consultore Diocesano.

  • Vita Ecclesiale Nuova Stagione10 • 17 GENNAIO 2010

    La Caritas accanto alla popolazione di Haiticolpita dal violentissimo sisma

    Un appello per gli aiuti

    A cento anni dalla nascita di Simone Weil

    Azione e contemplazionedi Michele Borriello

    Quella di Simone Weil è una delle piùgrandi esperienze spirituali del Novecento.Esile donna nella Parigi del 1931 tenne testaa Trotzkij e nella sua breve vita (1909-1943)passò dall’essere insegnante a operaia, dabolscevica a socialista, da volontaria nellaguerra civile spagnola a militante nella resi-stenza, da ebrea agnostica alla fede in Cristo.Da filosofa si trasformò in pellegrinadell’Assoluto ed interprete delle più profon-de inquietudini dell’uomo di oggi. E non so-lo: raggiunse gradatamente, con dolorosaascensione, le vette della mistica.

    Simone nasce a Parigi il 3 di febbraio del1909 da famiglia borghese ed ebraica, bril-lante studentessa alla Normale di Parigi tro-va un punto di riferimento nella filosofia ditradizione spiritualistica e laica di De Biran.Inizia il suo insegnamento della filosofia neilicei, ma spinta dal suo profondo senso digiustizia lo lascia e nel 1934 inizia a lavorarecome operaia alla Renault.

    Si ammala di pleurite e, quindi, costrettaa lasciare il lavoro, si arruola volontaria inSpagna, durante la guerra civile, nelle fileanarchiche della colonna detta Derutti. Unaferita al piede la costrinse a rientrare inFrancia. Tra il 1935 ed il 1939 ebbe ripetute“illuminazioni mistiche” che le procuraronouna fede sua personale.

    Per il regime di Vichy, filonazista, dovettelasciare la sua patria; mise in salvo i genitoried emigrò in America. Tornò in Europa,pronta a lottare ancora una volta contro ognitirannia, arrivata in Inghilterra, dopo unabreve malattia, a soli 34 anni raggiunse quel

    regno di giustizia e di pace che aveva sempredesiderato.

    A differenza di altri il lavoro alienante al-la Renault e la dolorosa tensione verso ilBene le diedero la possibilità, rara, dell’in-contro con l’Assoluto. Ella, dunque, raggiun-ge la conoscenza affettiva del Padre. Nellasua “autobiografia spirituale” afferma cheDio stesso le è andato incontro, trasforman-do la sua esperienza d’amore interiore inquella esteriore: e questo attraverso tre tap-pe.

    La prima nel 1935 in Portogallo, quandonel giorno dell’Addolorata ebbe «la certezzache il cristianesimo è per eccellenza la religio-ne degli schiavi e che gli schiavi non possononon aderirvi, ed io con essi».

    L’altra fu ad Assisi nel 1937 nellaPorziuncola dove si inginocchia e adora il mi-stero. La terza è in Solesmes, nota abbazia be-nedettina francese, ove nel 1938, nel mentrelegge dei versi del poeta inglese Herbert dal ti-tolo Love, si accorge che in realtà non è unapoesia ma una preghiera. Scrive ad un suoamico sacerdote che ripetendo la parola love(amore) «Cristo stesso è sceso e mi ha presa».

    Durante il periodo trascorso come ope-raia alla Renault, tra le altre considerazioni,scrive: «Sono rimasta in una precisa posizio-ne, sulla soglia della Chiesa, senza spostarmi,immobile ma ora il mio cuore è stato traspor-tato, per sempre spero, nel SantissimoSacramento dell’altare».

    Recitava il Pater noster in greco, ognigiorno prima di andare al lavoro, in fabbrica.Ciò nonostante, sempre sulla soglia della

    chiesa, rimandava la sua decisione di riceve-re il Battesimo. Pur riflettendo sulla possibi-lità di accostarvisi, la tratteneva quella carat-teristica peculiare della Chiesa cattolica. PerSimone cattolica, come da etimologia, signi-ficava universale, mentre per lei proprio que-sto mancava alla Chiesa. Del resto, diceva:«Non aveva avuto nessun comando da Dio perchiedere di essere battezzata». Ma tendeva contutta l’anima a unire la sua sofferenza e le sof-ferenze del mondo, di cui si sentiva indegnaportatrice, alla Croce di Cristo.

    Scriveva al suo amico don Perrin: «Il mioporto è la Croce. Se non potrà essermi conces-so di meritare di condividere un giorno laCroce di Cristo, spero mi sia data almeno quel-la del buon ladrone».

    E ancora afferma: «Dio ha creato per amo-re, e ai fini dell’Amore. Dio non ha creato altroche l’amore stesso e i mezzi dell’amore. Hacreato tutte le forme dell’amore. Ha creato es-seri capaci di amare a tutte le distanze possibi-li. Lui stesso, poiché nessun altro poteva farlo,è andato alla distanza massima, alla distanzainfinita. Questa distanza infinita tra Dio e Dio,strazio supremo, dolore che non ha pari, mira-colo d’amore, è la Crocifissione».

    Il 15 aprile 1943 fu notata l’assenza dellaWeil dal lavoro, e un amico recatosi a casasua, la trovò quasi moribonda. Fu trasporta-ta in ospedale ove le fu riscontrata una formaacuta di tubercolosi. Il cappellano, ottenutoil permesso di battezzarla, prese l’acqua dalrubinetto e pronunciò la formula. Il 24 ago-sto 1943, battezzata e figlia della Chiesa,morì in un sanatorio del Kent.

    GruppoInterconfessionaledi AttivitàEcumeniche Napoli

    Settimana di Preghieraper l’Unità dei Cristiani18-25 gennaio 2010

    Domenica 17 gennaioGiornata del dialogoEbraico-Cristiano– Riflessioni a due voci sulDecalogo– Musica ebraica Zelter StringTrioLa cetra di Davidea cura dell’Amicizia EbraicoCristianadi NapoliBasilica di San PaoloMaggiorepiazza San Gaetano

    Lunedì 18 gennaioCelebrazioni di aperturaSettimana di Preghiera con il Rev. Kingsley JoyceChiesa Anglicana - Christ’sChurchvia San Pasquale a Chiaia,15/bNapoli

    Domenica 24 gennaioCelebrazione Ecumenicaper l’Unità dei Cristianicon l’Arcivescovo di NapoliCardinale Crescenzio Sepee rappresentanze delle ChieseCristianedella CampaniaInterviene Sua EminenzaInnokentijArcivescovo di Korsun.Ordinario del PatriarcatoRusso Ortodosso di Mosca perFrancia, Svizzera, Italia,Spagna e Portogallo.

    La Caritas diocesana di Napoli manifesta la sua solidarietà a tutto il popolo di Haiti e lancia un appello per poter contri-buire alla realizzazione del piano d’emergenza.

    Per sostenere gli interventi in corso si possono inviare offerte tramite:– conto corrente postale n° 14461800 intestato a “Caritas Italiana Opera Diocesana Assistenza Napoli” - Largo Donnaregina,

    23 - 80138 Napoli. Causale: emergenza HAITI– conto bancario n° 6483 - intestato a “Arcidiocesi di Napoli – Caritas Diocesana Napoli”

    IBAN IT 07 K 03359 01600 100000006483Causale: emergenza HAITI

    Foto: AgenSir

  • CittàNuova Stagione 17 GENNAIO 2010 • 11

    Al DuelVillage siinaugura‘Al cinemacon i nonni’Sconti per i bambiniaccompagnatiAl via al Duel Village di Casertal’iniziativa ‘Al cinema con inonni’. Il progetto, realizzato incollaborazione con l’assessoratoalle politiche sociali del Comunedi Caserta, consentirà a tantibambini e ai loro nonni dipartecipare dal lunedì al venerdìalle proiezioni cinematografichepomeridiane ad un prezzo superscontato. «L’obiettivo – spiega alriguardo Patrizia Cerasuolo,general manager del Duel Village- è quello di promuoverel’incontro tra due generazioni chehanno da sempre un rapporto unpo’ speciale. In una provincia,come la nostra, dove sempre piùspesso sono i nonni a fare dababy-sitter ai nipoti quando igenitori sono a lavoro, il ruolo eil confronto tra queste duegenerazioni sta assumendoinfatti una importanzaeccezionale sia sul pianoeducativo che su quello sociale. Inonni sono sempre piùconsiderati dai bambini delleguide, dei maestri di vita, ingrado di trasmettere valori econoscenze ma sono al tempostesso visti come compagni digioco disposti a concedere anchepiù del dovuto malgrado leraccomandazioni dei genitori».Proseguirà fino a maggio invecela rassegna didattico-formativa‘Scuole al Duel’ destinata aglialunni delle scuole elementari,medie e superiori. Oltre diecimilagli studenti che hanno varcato lasoglia del Duel Village negliultimi tre mesi. Un percorsoideato per centrare un dupliceobiettivo: educare gli studentialla visione del film e alimentareil dibattito su temi di attualità,storia, politica, costume esocietà. Grande attenzione saràriservata ai ceti meno abbienti.Anche quest’anno infatti il DuelVillage si accollerà per intero lespese per quegli studenti che nonpossono sostenere i costidell’iniziativa, che, oltre altransfer e alla proiezione del film,prevede anche un momentoludico e ricreativo.

    Fare memoria per costruire

    il futuroA Napoli la quarta edizione

    del forum universale delle culture 2013di Maria Rosaria Soldi

    E dopo Barcellona, Monterrey e Valparaiso, sarà Napoli nel 2013 ad ospitare la quar-ta edizione del Forum universale delle culture. A presentare l’iniziativa, lunedì 11 gen-naio, presso l’ex Facoltà di Economia e commercio in via Partenope, è Nicola Oddati,Assessore alla Cultura del Comune di Napoli e Presidente della Consulta Generale del fo-rum, alla presenza del presidente della Regione Campania, Antonio Bassolino, degli as-sessori della Giunta Guida, Amaturo, Raffa e Belfiore, del presidente della CommissioneCultura del Consiglio Comunale, Pasquale Sannino, e dell’Ambasciatore presso l’UnescoCaruso. Un incontro con la città che segna i primi passi di un lungo cammino di cresci-ta e sviluppo.

    «Tre anni ci separano dall’apertura del forum - dice Oddati - un tempo abbastanza lun-go per consentire il pieno protagonismo e la partecipazione della città a questo evento,che vuole essere non il punto di arrivo, ma il punto di partenza di un percorso che con-duca Napoli ad essere una città più ricca economicamente e nello spirito civico e pubbli-co, una città più orgogliosa di sé e della propria storia».

    Quattro le tematiche principali attorno alle quali ruota il forum: promozione della pa-ce, conoscenza, sviluppo sostenibile, diversità culturale. In aggiunta un quinto tema,quello della memoria storica, necessaria per progettare e costruire il futuro insieme, chesi concretizzerà nell’allestimento di una “Casa Napoli” a Valparaiso, dove saranno espo-ste le eccellenze artigianali, artistiche e commerciali di Napoli. Firmato anche un accor-do di partenariato con l’Expo di Milano 2015 per un progetto di cooperazione interna-zionale legato ai temi della formazione e dell’istruzione in Asia e in Africa. Diverse saran-no le iniziative che già dalle prossime settimane si susseguiranno, volte a creare le con-dizioni per una partecipazione attiva della città. Dieci milioni di euro sono stati stanzia-ti dalla Regione per il forum, e di questi un decimo saranno investiti proprio in progettipreparatori della città.

    Fissare appuntamenti con la città a scadenza trimestrale fino al 2013: questa la pro-posta del presidente della Regione, Antonio Bassolino. Centouno giorni da aprile a luglioin cui Napoli sarà grande capitale mondiale della cultura. Convegni, dialoghi intercultu-rali, dibattiti sui temi più urgenti del nostro tempo, esposizioni e spettacoli accompagne-ranno questi giorni. I luoghi principali che ospiteranno gli eventi saranno gli spazi dellaMostra d’Oltremare, l’area di Bagnoli, dell’ex Collegio Ciano, Città della Scienza, Pompeie diverse piazze, quale Piazza del Plebiscito. Ma promotori dell’evento, di iniziative e diidee non sono soltanto le istituzioni, ma gli stessi cittadini. All’intervento dell’assessoreOddati ha fatto seguito, infatti, un lungo dibattito al quale hanno preso parte diversi espo-nenti delle associazioni culturali presenti in sala, che hanno condiviso iniziative intra-prese in passato e proposte da poter realizzare durante i giorni del forum. Dialogo tra glioperatori culturali della città, collegamento internazionale e rete con la realtà scolasticasono i criteri che guideranno il lavoro preparatorio di questi tre anni.

    «Un lavoro spalla a spalla da compiere con spirito collaborativo e non competitivo».È con queste parole che Oddati conclude il suo intervento, richiamando l’attenzione alprotagonismo di tutti, e soprattutto dei giovani. Numerose sono le idee in cantiere e so-prattutto le aspettative, ma perché si raggiungano i risultati attesi ciascuno dovrà davve-ro sentirsi protagonista guardando Napoli e il futuro con occhi di speranza.

    Nasce a Napoli il “Tavolo

    permanente sul

    Mezzogiorno”,proposto

    dalla Fondazione

    ValenziSi è svolto a Napoli, nella sede della

    Fondazione Valenzi al Maschio Angioino,il primo incontro per la costituzione delTavolo permanente sul Mezzogiorno che èstato lanciato dall’istituzione dedicata aMaurizio Valenzi, l’ex parlamentare ita-liano ed europeo sindaco delle primegiunte di sinistra a Napoli dal 1975 al1983.

    L’incontro, che è stato totalmente aporte chiuse, si è aperto con il messaggiodel Vicepresidente del ConsiglioSuperiore della Magistratura. NicolaMancino ed ha visto la partecipazione diparlamentari nazionali ed europei, dei re-sponsabili Mezzogiorno dei Partiti e deimaggiori centri studi italiani. Il Tavolosarà coordinato dal Segretario Generaledella Fondazione Roberto Race e si ag-giornerà periodicamente, anche congruppi tematici.

    Hanno aderito al Tavolo e sono statipresenti all’incontro i parlamentariFrancesco Barbato, Annamaria Carloni,Pasquale Ciriello, Eugenio Mazzarella,Luigi Nicolais, Leoluca Orlando, EnzoRivellini, i rappresentanti della UIL, dellaCGIL e della Lega delle Autonomie Locali,e il responsabile Mezzogiorno dell’IdvMarco Esposito.

    Pur non potendo essere presenti all’in-contro, hanno aderito al Tavolo, tra gli al-tri, il Vicepresidente del ConsiglioSuperiore della Magistratura NicolaMancino, i parlamentari: EmerenzioBarbieri, Giuliano Barbolini, RoccoButtiglione, Massimo Calearo Ciman,Cinzia Capano, Marco Causi, AndreaCozzolino, Emilia Grazia De Biasi,Nunzia De Girolamo, Oriano Giovanelli,Pia Locatelli, Erminia Mazzoni, GianniPittella, Nino Randazzo, Amalia Schirru,Bruno Tabacci, Michele Vietti e il respon-sabile Mezzogiorno del Pd UmbertoRanieri. Tra le adesioni non politiche ilpresidente della Svimez Nino Novacco, ilpresidente dell’Istituto Banco di NapoliFondazione Adriano Giannola, ilPresidente dell’Unione degli Industriali diNapoli Gianni Lettieri.

    «La Fondazione - dichiara LuciaValenzi - con la proposta di creare il Tavolopermanente sul Mezzogiorno vuole offrireun’occasione di elaborazione politica e pro-gettuale che va al di là dei partiti supportan-do i parlamentari anche con studi e ricer-che. Il Mezzogiorno ha bisogno di un nuo-vo impegno civile e noi nel nostro piccolovogliamo provare a fare la nostra parte.Dopo il lancio della Fondazione del 15 no-vembre con il Presidente della RepubblicaNapolitano vogliamo operare nello spiritocostruttivo che ha sempre animato mio pa-dre, e non è un caso che una delle prime ini-ziative sia la nascita del Tavolo».

  • Nuova Stagione12 • 17 GENNAIO 2010 CittàFederazione Città Sociale

    Solidarietàai lavoratoridi PomiglianoLa Federazione Città Sociale,coordinamento di Enti eAssociazioni che lavorano nelsettore del disagio giovanile,dell’handicap e dellapromozione della legalità,esprime ai lavoratori diPomigliano D’Arco, chevedono a rischio il loro postodi lavoro, una forte e sentitasolidarietà.Per dare concretezza a questadichiarazione di solidarietà igiovani dei centri diaccoglienza, gli operatorisociali ed i volontari dellaFederazione sosterrannol’azione di lotta dei lavoratoricon una loro presenza attiva.In particolare organizzandoun concerto popolare dimusica tradizionale offertopresso la sala Consiliare diPomigliano agli operai e alleloro famiglie dalDipartimento Arte Cultura eComunicazione dellaFederazione Città Sociale; I rappresentanti dellaFederazione Città Sociale donTonino Palmese (PresidenteOnorario della Federazione),Nicola Balzano, AntonioD’Amore e Salvatore Esposito(Socio Benemerito dellaFederazione Città Sociale)auspicano che questaimportante vertenza, conl’aiuto di tutte le istituzionipossa positivamenterisolversi.La questione sociale e laquestione del lavoro, laquestione dello svilupposostenibile e la questione dellademocrazia sonoassolutamente inscindibiliper costruire un futuro didignità per le nuovegenerazioni.Per la prima volta duegenerazioni assieme, padri efigli, vivono nello stessotempo il dramma delladisoccupazione e dellamancanza di futuro e diopportunità. Da questa crisisi esce praticando lasolidarietà vera e concreta,assicurando dignità a tutti esolo attraverso lottedemocratiche, non violente edi popolo.Per la prima volta nel nostroPaese i lavoratori del Welfarescendono in lotta a fianco deilavoratori dell’industria edoffrono loro una solidarietàconcreta. È un segno digrande difficoltà ed è,assieme, un segno di veraprofonda speranza per unfuturo di pace, di giustizia edi solidarietà.

    Misure di contrastoal racket

    Le ha varate la Commissione legalitàdel Consiglio comunale di Napoli

    Arriva il primo Adi Design Codex Campania: lo scorso 14 gen-naio presso la Camera di Commercio di Napoli, è stato presen-tato il volume che raccoglie le eccellenze del design campano.

    Prosegue, dunque, il sodalizio tra l’Api Napoli e l’AdiCampania – delegazione territoriale dell’associazione per ilDisegno Industriale - che, insieme anche alla Camera diCommercio di Napoli, promuovono la raccolta regionale di ini-ziative, prodotti e progetti particolarmente significativi e inno-vativi, nati negli ultimi anni, che coniugano la funzionalità, l’e-stetica, l’estro, la ricerca ed i risultati economici con la qualità elo sviluppo.

    La pubblicazione, promossa nell’ambito del Programma“Pmi&Design”, parla di designer e di varie imprese, anche nonaderenti all’Api Napoli, i cui contributi sono stati esaminati a li-vello tecnico-scientifico da esperti dell’ADI Campania.

    L’Adi Design Codex Campania n°1, edito da Pittogramma, ècompost