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Il Nuovo Corriere della Agosto/Settembre 2019 AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA “NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE” PAGANDO SOLO

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Il Nuovo Corriere della

Agosto/Settembre 2019

AIUTACI A MANTENERE IN VITA LA RIVISTA“NUOVO CORRIERE DELLA SIBARITIDE”PAGANDO SOLO

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Anno 4 n. 4 - Agosto/Settembre 2019Sped. in abb. post. Tab. D aut. DCO/DCCosenza/127/2003 valida dal 14-3-2003

Sede Redazione:870645 Corigliano Cal. Scalo (CS)

Via Nazionale, 57tel. (+39) 0983 885.985cell. 392 46 22 722

E-mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILE:Antonio Benvenuto

HANNO COLLABORATOA QUESTO NUMERO:Antonio Benvenuto, Salvatore Arena,Fabio Pugliese, Franco Liguori, Rita Beni-gno, Mario Vicino, Luigi Visciglia, ElmoreBenvenuto, Francesco Verardi, FilomenaGreco, Rosa Maria De Rosis, Elmore Ben-venuto, Elisa Scutellà, Martino Rizzo, LuigiFranzese, Salvatore Perrone, AdrianoMazziotti, Cristian Fiorentino, FrancescoDi Napoli.

FOTOGRAFIE: Salvatore Visca

CONTRIBUTO SPEDIZIONE 15,00SOSTENITORE 30,00

IBANIT43 G010 0580 6900 0000 0002 365

Benvenuto AntonioCorigliano Calabro (Scalo)

AVVISO

La collaborazione è libera e gratuita.Ogni articolo o lettera verrà pubbli-cato su decisione insindacabile delDirettore e del Comitato di Reda-zione il cui contenuto rispecchia ilpensiero dell'autore e non impegnala responsabilità della testata. Nonviene poi restituito all'autore.

FOTO di COPERTINA: Antica chiesadi “San Marco” - Rossano

COME NOILA PENSIAMO

SOMMARIO

Può sembrare un atto di partigia-neria, così non è in quanto espri-miamo, come sempre, le nostreconsiderazioni sull’operato dellepersone.E’ il caso del nostro sin-daco Flavio Stasi della città Cori-gliano Rossano.Secondo alcune voci sta dimo-strando di essere “Rossanese”.Se così fosse, non perderemo oc-casioni per criticarlo, come è no-stra abitudine, quando dovessimoverificare azioni di “parte” da unapersona responsabile.Noi crediamo e ci auguriamo cheil sindaco dl Corigliano Rossano,Flavio Stasi, non sia” di parte” masappia comprendere le esigenze,i ruoli, l’importanza, le caratteri-stiche della ormai città unica.Qualcuno sostiene di essersi pen-tito di aver sostenuto la fusione.Noi diciamo: aspettiamo e ve-diamo cosa farà nel concreto ilsindaco Stasi. Una considerazione la vorremmoanche fare nei confronti dei Re-sponsabili coriglianesi: abbiamoun vice sindaco, alcuni assessori.Se costoro si dovessero accorgereche la barca amministrativa do-vesse navigare a senso unico, al-lora sarebbe il caso di dimettersiimmediatamente.

Antonio Benvenuto

NON V’HA LIBROSÌ CATTIVO

CHE NON ABBIA QUALCOSA DI

BUONO

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· Come noi la pensiamo

· Condoglianze

· Trofeo Kinder+Sport 2019: saluto Oliverio

· La Calabria a San Paolo del Brasile

· Nuovo libro sulla storia e la cultura dei Bretii

· Francesco Dima, medico e politico

· Dima, democristiano della prima ora

· Ecoross: una saggia realtà

· Rilancio

· Viaggio nella Sila greca

· 75 mila euro per adeguamento logistico

· Blitz antibracconaggio in Sila

· Logistica urbana: manifestazione d’interesse

· Culla

· Poesie

· Trenitalia, dal mare alla montagna

· L’inarrestabile fuga dal Sud (il Quotidiano)

· Fistilli, il Vescovo che si dimise

· Lutto

· Lettera di Mons. Savino

· La “Madonna Nera” di Schiavonea

· Lo spazzacorrotti un obiettivo europeo

· Incontri con intergruppo geografia giudiziaria

· Ricordo

· I cinghiali sono ormai di casa

· Presentata ricerca su calabresi illustri

· Il nuovo frecciargento a Sibari

· In ricordo di padre Chimienti

· Codex Purpureus Rossanensis

· Alternanza scuola lavoro

· Giornate europee del patrimonio 2019

· Pugliese incontra Salvini a Catanzaro Lido

· Visita del Patriarca Bartolomeo I

· Brevi

· Poesia

· Taranta di successo

· Diffondiamo i nostri uomini di cultura

Attendiamo il vostro pareresulla rivista. Grazie

Condoglianze Nel mese scorso è deceduto aRossano il padre del GeneraleGiuseppe Graziano. All’illustre fi-glio e a tutti i familiari giungano lepiù sentite condoglianze da partedel Direttore, dei Redattori e Col-laboratori del nuovo Corrieredella Sibaritide.

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TROFEO KINDER + SPORT 2019: IL SALUTO DIBENVENUTO DEL PRESIDENTE OLIVERIO AI4000 ATLETI

Di seguito riportiamo il breve saluto del Presidente della Re-gione, Mario Oliverio, agli oltre quattromila atleti provenientida ogni parte d’Italia e presenti nel pomeriggio di oggi allo sta-dio “Ezio Scida” di Crotone per partecipare alla cerimonia diapertura del “Trofeo Kinder + Sport 2019”.“Benvenuti in Calabria a tutte le ragazze e i ragazzi giunti datutte le regioni d’Italia. Stasera qui c’è lo sport che unisce l’Italia ed è un fatto davveromeraviglioso.Ringrazio i nostri ospiti e, in particolare, il presidente del ConiMalagò che ha accolto la proposta del Presidente MaurizioCondipodero, sostenuta dalla Regione e dal Comune di Cro-

tone, perché la sesta edizione di queste “piccole Olimpiadi,” come le ha definite il presidente Malagò, potes-sero svolgersi in terra di Calabria, a Crotone, nella città di Milone. Noi siamo orgogliosi di ospitare l’Italia dello sport, i giovani, il futuro, qui, in questa nostra terra che, quandola conoscerete in questi giorni, scoprirete quanto è accogliente e calorosa, ma soprattutto quanto è bella, conil suo mare, con il suo patrimonio di beni culturali. Crotone rappresenta il passaggio della civiltà, della Magna Grecia.Siamo soddisfatti di avervi qui e sono sicuro che, a conclusione di questa “tre giorni”, porterete nel cuorequesta terra, perché chi visita la Calabria ne rimane segnato e ci ritorna. Il fatto che qui ci sono tantissimi giovani atleti è per noi l’auspicio che il futuro di questa terra possa essere unfuturo glorioso insieme all’Italia che deve, nella diversità, nella ricchezza delle diversità, trovare sempre ilcammino della coesione, il cammino comune, perché o si cresce insieme o, insieme, si deperisce.E lo sport è un lievito importante per la crescita del Paese e per guardare al futuro. Tanti, tantissimi auguri a tutti quanti voi”.

LA CALABRIA AD “ABAV EXPO TOUR” DI SANPAOLO DEL BRASILEAl prestigioso evento fieristico sul turismo internazionale partecipa una selezione di operatori ca-labresi.Ha aperto i battenti ieri a San Paolo del Brasile, la manifestazione fieristica “ABAV Expo Tour” la più grandefiera del Paese sul Turismo Internazionale, dove una selezione di operatori calabresi del comparto turisticoè presente all’interno di uno spazio Calabria.La partecipazione della Regione al prestigioso evento si inserisce nel contesto di una missione finalizzataalla Promozione del territorio calabrese in Brasile il cui calendario di attività prevede dal 23 al 28 settembreun programma integrato di interventi con incontri di affari e di match-making con tour operators Brasilianie Sud Americani anche nelle città di Rio de Janeiro e Porto Alegre.L’Iniziativa si inserisce nel quadro del progetto “DESK CALABRIA BRASILE – OUTCOMING BRASILE” at-tivato dal Settore Internazionalizzazione della Regione Calabria con la Camera di Commercio Italiana diSan Paolo e fa seguito alla missione del settore agroalimentare nel Paese, prevista dal medesimo progetto,tenutasi nel mese di giugno, grazie alla quale 12 aziende calabresi del comparto hanno avuto l’opportunitàdi presentare le proprie produzioni nel corso di appuntamenti di Wine & Food Testing e di match-makingnelle tre città brasiliane nonché all’interno di uno spazio espositivo presso la fiera FISPAL, il più grandeevento dell’industria dei servizi alimentari in America Latina.Il Brasile risulta il più grande mercato del settore in Sud America e, secondo le stime degli esperti, i brasilianiviaggeranno sempre di più all’estero nei prossimi anni. Se l’Italia rappresenta, in assoluto, uno dei Paesipreferiti dai turisti brasiliani, la Calabria si pone in primo piano come offerta di attrazioni per questo pubblicoin termini di paesaggi naturali, gastronomia, storia e cultura. Il progetto sigla, pertanto, una sinergia proficuatra Calabria e Brasile che assume maggiore valenza in considerazione del fatto che il Paese sudamericanoospita una delle più forti comunità di origine calabrese al mondo i cui componenti, che mantengono ancorale tradizioni del territorio di provenienza, anelano a poter conoscere la terra di origine dei propri padri.

Francesco Di Napoli

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NUOVO LIBRO SULLA STORIAE LA CULTURA DEI BRETTIIL’autore, Pier Giovanni Guzzo, illustracon nuove ipotesi di lavoro, la storia eil carattere identitario dell’antico po-polo della Calabria preromanadi Franco Liguori

(II Parte) Un aspetto interessante del libro, ricco di tantenuove riflessioni critiche, è senz’altro l’indagineche l’autore fa intorno alla lingua dei Brettii, di-scutendo su alcuni documenti epigrafici redattiin un alfabeto derivante da quello acheo ar-caico, “evidente segno di uno stretto rapportodi coloro che l’adottarono con le poleis acheedella costa ionica da Sibari a Caulonia”. La con-clusione a cui l’autore perviene è che si trattadi una lingua “di radice italica e di ceppo san-nita”, frutto dell’evoluzione seguita da un’ana-loga, più arcaica lingua, ugualmente di cepposannita, di cui restano quattro documenti epi-grafici trovati in territorio calabrese (Stalettì,Forge di Cecita-Spezzano della Sila, Castelluc-cio sul Lao, Tortora). Già nel VI secolo a.C. , se-condo l’indagine di Guzzo, era in uso unidionimo, con radice italica “brut”, “talchè l’et-nonimo dei Brettii pare dipendere” - scrive l’au-

tore - “da una denominazione non dispregia-tiva né derivante da un’iniziativa lucana”. Con-seguenza di ciò è che molto probabilmente lamaggior parte dei Brettii non sono da conside-rarsi come servi-pastori dei Lucani, e per essi sipuò ipotizzare ragionevolmente una “probabilediscendenza dalle popolazioni indigene di tra-dizione protostorica abitanti in Calabria”, cioè,dagli Enotri. Secondo Guzzo, insomma, si puòproporre che i Brettii siano i tardi discendentidegli Enotri, assoggettati dai Lucani nel corsodella loro espansione dagli Appennini allecoste, nel corso del V sec. a.C. Il secondo capitolo del libro tratta il periodo sto-rico che va dal 356 a.C., data della proclamataautonomia dei Brettii, al 272, anno della presadi Taranto da parte dei Romani. Anche qui l’au-tore si sofferma con approfondite analisi sullefonti storiche antiche che parlano dei Brettii, iquali, fin dai primi atti indipendenti, si sareb-bero riuniti in una confederazione, formata dacantoni o popoli. Questi “cantoni” erano rettiprobabilmente da magistrati, secondo regoledemocratiche; in tempo di guerra,invece, i ma-gistrati dei diversi cantoni si riunivano per eleg-gere un “re”. I cantoni avrebbero avuto,secondo le fonti storiografiche, norme comuniderivate dal supposto potere legislativo dellaconfederazione, ma, secondo Guzzo, si trattadi norme comuni più a livello etnografico chegiuridico. Noti per il carattere pastorale, maanche per l’abilità a guerreggiare, i Brettii riu-scirono a diventare temibili prendendo le armie compiendo azioni militari contro le città ma-gnogreche di Terina, Kroton, Hipponion, Thurii,e molte altre. Il libro di Guzzo riferisce ampia-mente anche su queste vicende guerresche.L’autore, d’altra parte,non manca di darci infor-mazioni sulla economia dell’antico popolo,che, dopo aver conquistato molta parte dellaCalabria greca, passò da una prevalente attivitàpastorale a praticare anche l’agricoltura ed altreattività, come l’estrazione della pece e il com-mercio del tonno sotto sale. Lo sfruttamentodella pece, estratta dagli alberi di natura resi-nosa della Sila, grazie ai molteplici usi che neerano possibili, rivestiva un rilevante interesseeconomico. Importante, nell’economia deiBretti, fu anche la conservazione del tonno

Castiglione di Paludi, torre cinta muraria brettia (IV sec.a.C.)

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sotto sale all’interno di recipienti, trasportato permare fino ad Atene. Si sa, da altre fonti storicheantiche, che già nella seconda metà del IVsec.a.C., a Hipponion (odierna Vibo Valentia)venivano pescati tonni dal gusto prelibato. MaGuzzo, da appassionato archeologo di lungaesperienza, che ha scavato in tanti siti della Ca-labria magno- greca, non poteva non riservareparticolare attenzione, nel suo libro, alle evi-denze materiali dei Brettii, di cui fornisceun’ampia illustrazione critica, prendendo inesame tutti i ritrovamenti, vecchi e nuovi, effet-tuati nei vari “cantoni” in cui si distribuì il po-polamento brettio della Calabria antica : daThurii a Petelia, da Petelia a Skilletion, da Skil-letion alla Locride, la valle del Crati, la valle delNeto e l’altopiano silano, l’istmo lametino, lacosta tirrenica da Laos a Terina, da Hipponiona Taureana e all’Aspromonte. E’nel periodo dal356 al 272 a.C. che si colloca cronologica-mente la maggior parte di evidenze archeologi-che note riferibili ai Brettii. “La cultura materialenota che si identifica come brettia” – scrive l’au-tore - “non si distingue per forme e modelli de-corativi da quella in uso, in sincronia, nelle cittàitaliote della costa se non per le particolaritàdelle argille impiegate e per la qualità delle ver-nici nei manufatti ceramici (…). Distintivo,in-vece, dei Brettii è l’uso dei cinturoni in laminadi bronzo, e la deposizione di oggetti dipiombo, imitanti le forme degli arredi da sim-posio e da banchetto”, nelle tombe maschili,mentre le donne appartenenti al livello socialepiù elevato, venivano sepolte con le proprievesti con fibule d’argento e disponevano di un

ricco corredo ceramico. Molto difficile sarebbevoler riferire, sia pure per sommi capi, dell’ana-lisi approfondita che Guzzo fa delle numeroseevidenze materiali brettie presenti in tutta la Ca-labria, con particolare attenzione alle “fortifica-zioni” (Castiglione di Paludi è la più imponenteed importante) e alle “tombe a camera” (tra cuisi segnalano quella del guerriero di Cariati-Saltoe quella femminile di Strongoli-Gangemi). Ed èsoltanto su questi “documenti materiali” chepossiamo contare, a suo avviso, per ricostruirela storia e la cultura dei Brettii., perché,all’in-fuori di qualche epigrafe, nessun testo scrittobrettio è, ad oggi, conosciuto. Rileva Guzzo chele tradizioni, le genealogie, le leggende eranoprobabilmente tramandate dai Brettii oralmente,a memoria. La maggior parte delle attestazioniarcheologiche si riferisce a deposizioni sepol-crali, dalle quali si riesce in qualche modo a ri-costruire l’approccio che i Brettii avevano neiconfronti dell’ideologia della morte, ma anchedella posizione sociale del defunto. Questo lu-cido, approfondito e stimolante saggio di PierGiovanni Guzzo, che ci svela tanti aspetti diquesto “misterioso” popolo della Calabria an-tica, è il coronamento di un’indagine lunga eappassionata che parte dagli anni Settanta e ar-riva fino ad oggi, facendo del Nostro il maggiorestudioso in assoluto dei Brettii, nei quali non èdifficile individuare, per i suoi tratti identitari eculturali,i progenitori dell’odierno popolo ca-labrese. Tutti noi calabresi d’oggi dovremmo es-sere, per questo, molto grati a Pier GiovanniGuzzo!

Cariati, tomba del guerriero brettio (330 a.C.)

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Mi piace riprendere un articolo pubblicato dalmio indimenticabile amico Giuseppe Arcidia-cono su CorBonum del 20 luglio 1974 direttodall’avv. G.B. Policastri e riguardante la figura diun personaggio coriglianese che risponde alnome del dottor Francesco Dima.Arcidiacono, giovane, lo conobbe e lo frequentòin sezione fin dalla nascita della DemocraziaCristiana. Francesco Dima è stato un illustre me-dico che si è prestato alla politica. Ho avutol’onore di conoscerlo anch’io perché era amicodi mio padre e perché spesso m’intrattenevo coni miei compagninella sezione e neapprezzavo fin daallora le sue qua-lità morali.Conosciutissimocome medico, ildottor FrancescoDima è stato sem-pre al servizio delprossimo biso-gnoso delle suecure. Stimato datutti e ritenuto unvero clinico. Po-teva fare carrierain qualsiasi cittàd’Italia, ma dopouna breve espe-rienza fuori, ha preferito servire i suoi concitta-dini. E, qui, nella sua terra, covava segretamente dipoter essere utile socialmente e politicamente.Era il periodo in cui, fra l’altro, dopo la SecondaGuerra Mondiale, intorno a noi c’era una grandemiseria.Con l’avvento della DC, Francesco Dima colsela palla al balzo e si diede alla politica. Fu tra iprimi fondatori della sezione a Corigliano. Dipoche parole ma operativo. Vice sindaco conl’Amministrazione di G.B Policastri ha dato sfogoalla sua nascosta passione, intesa come servizio.Ha rivestito cariche importanti.E’ stato vicino all’Arcivescovo mons. Rizzo al

clero locale, ai fratelli Colosimo, ai padri Minimi.Di lui ricordo un episodio che allora fece scal-pore. Infatti, fu protagonista di un vero atto di co-raggio: mentre il sindaco Policastri e gli assessorie i consiglieri uscivano dal Comune, si imbatte-rono con uno sconsiderato che, munito dibomba a mano, minacciava tutti. L’unico a lan-ciarsi contro quest’uomo fu proprio il dottorFrancesco Dima che di scatto lo afferrò dal brac-cio e lo costrinse alla resa.Il Nostro poteva essere un ottimo parlamentarema ha sempre rifiutato di partecipare alle varie

competizioni. Ad un certo mo-mento, decise diabbandonare lapolitica e di dedi-carsi esclusiva-mente ai suoiammalati. Una de-cisione certamentesofferta di cui nonsapremo mai la ra-gione vera. Proba-bilmente, con lasua viva intelli-genza aveva ca-pito prima di noiche la DC stava percambiare volto inpeius. Il suo esem-

pio fu contagioso: molti altri suoi amici di cor-data, poco dopo, lo seguirono. La sezione DC coriglianese alla sua morte erastata intitolata proprio a Francesco Dima. Con iltrascorrere degli anni è sparita anche la sezione.Rimane, però, sempre vivo il ricordo di un va-lente medico che ha creduto nella democraziae che ha contribuito a sanare le sorti del propriopaese. Non tutti lo fanno. Lui lo ha fatto, sorrettosempre dall’incrollabile Fede in Dio.Scriviamo di Lui perché i giovani di oggi trag-gano esempio da quei personaggi che li hannopreceduti, scrivendo belle pagine di storia patria.

FRANCESCO DIMA MEDICO EPOLITICO NONCHÈCATTOLICO PRATICANTE

di Salvatore Arena

Davanti alla Chiesetta di “S. Francischiello”Da sin.: il Cav. Luigi De Novellis, Cosimo Gallina, Padre Stea,il prof. F. A. Arena, il dott. Dima, il prof. Pasquale Leonetti e

Arturo Costa. (Foto Archivio Arena)

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Erano i tempi dei primiaccenni, dei primipassi, delle prime cono-scenze sui rari docu-menti e pubblicazionidell’antico PPI e di ciòche in varia stampa delrisorto partito, mala-mente tramutato nelnome, si principiava ascrivere: mondo nuovodi interessi, d’ideenell’odio della ancoracalda guerra guerreg-giata e fratricida, fra par-

titi formatisi nella protesta e nella rivalsa. Tempiaccesi di passioni, folle di reduci e disoccupati,fame, cortei tumultuanti: dopoguerra di caos, diviolenza, di miseria! E noi che conoscemmo Ni-coletti al luglio del 1943 chiedemmo che in Co-rigliano raccogliesse l’appello del maestro, alprincipiare dell’autunno di quel terribile anno.Lo si indicò subito nella voce popolare: il dottorFrancesco Dima, clinico illustre, uomo d’altapubblica stima, tanto da essere chiamato “pro-fessore”, carattere deciso, onesto a tutta prova.E lo conoscemmo una sera del novembre sus-seguente, nella sagrestia di San Giacomo, dovedue preti, e un libero docente (i fratelli Colo-simo), i presidenti delle congreghe religiose equattro ragazzi (quale noi si era) per l’ A. C. but-tarono giù le prime strutture organizzative. Dalì al localetto di Piazza Castello e da quello aVia Principe Umberto. Tappe faticose, fitti pagaticon le raccolte, manifesti attaccati di notte concolla ottenuta rubando a casa un po’ di farina equesta cuocendo nel paiolo in luoghi nascosti,pazienti lezioni di sociologia, storia ed econo-mia da una parte e dall’altra, corsi di parlare inpubblico fatti con passione ed affetto dal prof.Leonetti: riunione, organizzazioni, scuola adun-que per uomini e donne; e i primi notabili chefortunosamente approdavano in Corigliano.In questo tempo e in queste azioni va inqua-drato l’insigne medico. E lo era, infatti. Conseguìcon 110/110 la laurea in medicina in Napoli; sispecializzò in igiene, malattie tubercolari, ma-lattie professionali, medicina interna, sangue, ri-cambio, tanto che chi andava a casa sua trovavale pareti letteralmente tappezzate di diplomi; eil valore della professione, da gran clinico nato,aveva già dimostrato a Novara, Milano, Vige-vano. Egli ricalcava la sfortuna (se così può dirsi)di Fortunato Bruno: uomini destinati alle catte-dre universitarie per destinazione naturale di-

remmo, e che la legge antica, forte e pesante,della razza calabrese, il culto della famiglia, lavicinanza al proprio sangue immola sul suo al-tare; fatto che al superficiale appare egoisticoma che all’esame dell’anima e delle virtù anti-che nostre è solo istinto!E subito si affermò. I casi disperati per lui eranosemplici, la diagnosi un colpo d’occhio (e, diquei tempi, come si potevano fare gli accerta-menti?.), dono della natura di medico, la terapiala meno costosa, la più efficace: poteva dire (enon lo diceva) che in quell’epoca, e con queimezzi, non gli morì un ammalato. Lavoratoreinstancabile, conosceva studio e casa di clienti,parecchi dei quali non pagavano: fatto che luitrascurava, pago del bene che faceva, dei risul-tati miracolosi che conseguiva, della sofferenzache guariva: ma tutto questo noi pensiamo do-vesse ricordare, se non dire, nell’intimo allamessa domenicale delle “Monsachelle”, alquale appuntamento non venne mai meno; direo pensare non per vanagloria, perché non neconosceva, ma perché ricalcasse il detto di Da-vide “mio dialetto e la legge del Signore”, quelladell’effondersi, del dare, del sanar pieghe,menti, cuori!.Avrebbe potuto continuare, in tal modo vivendomeglio e più a lungo, riprendendo l’interrotta di-rezione del 925/ al 927 del nostro civico Ospe-dale, o sviluppandosi sul piano provincialecome multiforme specialista di fama. Ma nonpotè ignorare l’appello della sua anima di cat-tolico convinto ed integrale, e questa tradurresul piano politico in un ambiente –si badi bene-senza alcuna tradizione di partito di cattolici.Infatti, forti erano i ceppi della destra tradizio-nale e fortissimi quelli socialcomunisti, per cuiquesti partiti non sorsero nel 943 dal nulla,

FRANCESCO DIMA, DEMOCRISTIANO DELLA PRIMA ORA

Giuseppe Arcidiacono

Dicembre 1945Il dott. Francesco Dima accanto alla moglie, sig.ra

Caterina Pismataro di Cariati.

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come invece dal nulla e nella generale ostilitàsorse qui il partito di maggioranza. Avrebbe po-tuto –infine- aggiungere alla grande arte clinica,che aveva, altre pubblicazioni, di alto interessescientifico (ne ha lasciato ben otto!), oltre lepregiate collaborazioni a riviste mediche d’altoe generale interesse. Preferì non farsi torto, nonsmentire la sua anima cattolica, non ignorareche un uomo come lui aveva doveri verso il suopaese. Ed eccolo segretario di sezione, membroprestigioso del primo comitato provinciale,capo del gruppo d.c. nella lista comune dellacroce, vice sindaco nell’amministrazione G.B.Policastri, solerte nel partito quanto nell’ammi-nistrazione della cosa pubblica, retto, libero,coraggioso tanto da disarmare un violento chelo aveva aggredito con una bomba a mano nelsuo ufficio sindacale. Perché allora si ammini-strava nella disoccupazione, nella fame, nellaesplosione della brutalità del dopoguerra! Per-ché allora il sindaco doveva requisire derrate digrano per i pochi grammi “pro capite” di pane,e una volta che nemmeno questo c’era perso-nalmente requisì il pesce e lo fece distribuire!La segreteria provinciale del partito, ammiratagli offrì la candidatura politica per le prime ele-zioni del Parlamento. Rifiutò e continuò sino aquando di colpo preferì ritirarsi dalla vita poli-

tica, attività che aveva amaramente e dura-mente pagata di persona; e continuò il suo la-voro di libero professionista e di medico nelleprime mutue di Rossano imponendosi subitoanche lì, tanto che nel volgere di appena dueanni, da medico di controllo passo a primo me-dico, carica che detenne egregiamente, sinoalla dolorosa ed improvvisa fine.Abbiamo voluto scrivere queste povere note inmemoria del nostro grande amico ad un dodi-cennio di distanza dalla sua fine: e lo abbiamofatto con la scarsezza della nostra prosa, macon il cuore traboccante dell’affetto che sempregli portammo; l’abbiamo fatto per dovere e ri-conoscenza ed –infine- perché si sappia e restiil sacrificio di uno dei migliori figli di Coriglianoall’esercizio –oggi illimitato se non abusato- -del gran dono della libertà civile; lo abbiamofatto- -soprattutto- perché non cadano nella fre-nesia veloce dei tempi un nome ad un esempiomemorabili.

Giuseppe Arcidiacono

n.b. La foto ci è stata gentilmente fornita dallafiglia del dott. Dima, prof.ssa Maria Gabriellaalla quale va il ringraziamento della direzionedel giornale

Nel programma dell’ECOROSS si tenta di rea-lizzare i comportamenti igienici che Ecorosspromuove costantemente nelle sue attività dasoggetto gestore del Servizio di Igiene Urbanacittadina. Tra le aule scolastiche si svolge il pro-getto “Io riciclo di più” che sensibilizza i piùpiccoli alle buone pratiche per una crescitaconsapevole e impegnata. Lunedì 14 ottobrel’Informatrice ambientale dell’ECOROSS ini-zierà la sua attività informativa nelle scuole pri-marie (classi quarte) dell’area urbana diCorigliano, svolgendo il programma relativoall’utilizzo sia linquistivo che visivo,cercando

di raggiungere, unitamente all’insegnamento, lostimolo e la creatività nel rispetto del modo diessere di ogni bambino.Nei due incontri previsti, momenti di riflessionesi alterneranno alla discussione e al gioco af-frontando le tematiche degli impianti di sele-zione e di stoccaggio, mettendo nella pratica loscopo principale dell’ECOROSS: riparare, riuti-lizzare, differenziare e riciclare le funzioni deglioperatori ecologici. Nella parte conclusiva, unvideo accompagnato da una canzone melo-diosa servirà a rafforzare il messaggio della le-zione.

Giovedì 26 settembre p.v., presso la Sala Kochdel Senato - Piazza Madama a Roma, dalle ore10:00 alle 13:00, l’USPI ha presentato ai parla-mentari, al nuovo governo e al pubblico pre-sente le azioni intraprese e finalizzate a

rilanciare il settore dell’editoria cartacea e digi-tale, a favorire la ripresa dell’occupazione, acontrastare il lavoro precario e sostenere la te-nuta del sistema previdenziale,

ECOROSS: UNA SAGGIA REALTA’

RILANCIO EDITORIA

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VIAGGIO TRA AREE RUPESTRI E MONASTERIBASILIANI DELLA SILA GRECARiuscita iniziativa culturale della SIPBC-Calabria

Un’interessantissima iniziativa culturale si èsvolta, quest’estate, nella città di Corigliano Ros-sano, a cura della Sezione regionale calabresedella SIPBC (=Società Italiana per la Protezionedei Beni Culturali), sul monachesimo calabro-greco o “basilano” e le testimonianze archeolo-giche e storico-artistiche da esso lasciate inCalabria e, in particolar modo, nelle aree mon-tane della Sibaritide, dette, appunto, “SilaGreca”. Il primo momento della manifestazioneè consistito in un interessante incontro culturalesul Basilianesimo nella Calabria settentrionaleionico-silana, che si è tenuto, il 17 agosto u.s.nell’auditorium della bellissima chiesa coriglia-nese di Santa Maria Maggiore, di fondazione bi-zantina, poco distante dal Castello ducale. Amoderare il convegno è stato Don Santo Aqui-lino, parroco della suddetta chiesa, e uomo dicultura, che ha non ha mancato di fornire unsuo cenno introduttivo storico-artistico sull’edi-ficio sacro di S. Maria Maggiore e sulle sue ori-gini bizantine. Ha preso, poi, la parola il dr.Ernesto Borromeo, socio della SIPBC-Calabriae dell’Associazione “Le Aquile”, che è statol’ideatore dell’iniziativa sui monasteri basilianidella Sila greca, il quale ha affermato che “lamanifestazione ha come obiettivo la valorizza-zione e la riscoperta degli antichi monasteri ca-labresi, e dei tratturi dei monaci basilianidell’anno Mille, ma anche la valorizzazione delnostro patrimonio boschivo, unico in Italia, perla sua biodiversità”. Il dr. Luigi Petrone, attentostudioso dei beni artistici di Corigliano, ha rela-zionato sul tema: “Il colle del Serratore ed i Ba-siliani”, aggiornando l’uditorio, attento enumeroso, sulle sue ultime ricerche intorno alla

presenza bizantina sul colle del Serratore, ilcolle dove sarebbe sorto il primo nucleo abita-tivo della città di Corigliano , ad opera dei Mau-resi, i profughi del vicino borgo fortificato di SanMauro, distrutto dai Saraceni intorno al 977 d.C.Ha preso la parola, infine, il prof. Franco Li-guori, presidente della Sezione calabrese dellaSIPBC, che ha illustrato ampiamente con unasua apprezzata relazione, aspetti e caratteridella civiltà basiliana in Calabria, con partico-lare riferimento al territorio di Corigliano Ros-sano e dei paesi della Sila greca (Caloveto,Pietrapaola, Campana, Scala Coeli, Paludi, Cro-palati , Cariati ) “Tra il IX e l’XI secolo andò ma-turando nella nostra regione, l’importantefenomeno del monachesimo di rito greco, detto“basiliano”, che influenzò profondamente lavita religiosa calabrese e le manifestazioni arti-stiche ad essa legate” ha affermato Liguori, checosì ha continuato: “I monaci basiliani trasfor-marono il volto della Calabria, non soltantosotto il profilo religioso, ma anche culturale edeconomico. Con essi rifiorì l’economia. Con lozelo e la passione dei pionieri i basiliani abbat-terono i boschi, dissodarono i campi, li coltiva-rono e li resero produttivi. Grazie a loro, i collisi ricoprirono di vigneti ed ulivi, le pianurebiondeggiarono di messi, i prati si popolaronodi armenti e di greggi; sorsero fattorie, casali,centri agricoli e piccole industrie i cui prodotti,come il legname, la pece e il catrame, venivanoanche esportati. Le comunità basiliane furono,inoltre, centri di studio, depositarie di sapere edi civiltà, fari di luce nelle tenebre medievaliCon i basiliani la Calabria diventò un vero fo-colare di civiltà: fiorirono le arti, le lettere, glistudi filosofici, la patristica, l’agiografia, l’inno-grafia”. Rossano e Reggio furono i maggiori cen-tri di questa splendida fioritura culturale”.Il secondo momento dell’iniziativa della SIPBC-Calabria, si è avuto il 25 agosto u.s. presso laChiesa del Pathirion (Rossano), dove sono con-venuti alcuni soci dell’associazione, insieme aloro amici, che, dopo una visita alla monumen-tale chiesa di S.Maria del Patìr, fondata intornoalla metà del XII secolo dal monaco basilianoBartolomeo da Simeri, sono partiti a piedi peruna”camminata” lungo i sentieri percorsi milleanni or sono dai monaci calabro-greci, che lì si

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insediarono, prima in grotte scavate nella roc-cia, poi in piccoli cenòbi costruiti in luoghi im-pervi e solitari, per potersi occultare e tenersilontani sia dagli echi minacciosi delle guerrearabe, sia dagli eccessi focosi della “monaco-manìa” degli editti imperiali iconoclasti. Erapresente alla partenza dei partecipanti alla “sto-rica” camminata anche il presidente dell’asso-ciazione, prof. Franco Liguori, che si è detto

compiaciuto della originale iniziativa messa inatto dai soci della SIPBC-Calabria e li ha ringra-ziati per il loro impegno a portare avanti la va-lorizzazione turistico-culturale del nostroterritorio, che è una delle finalità principalidella SIPBC.(Comunicato-stampa della SIPBC-SezioneRegionale CALABRIA)

Il vicesindaco CLAUDIO MALAVOLTA ha comunicato alla stampa l’approvazione e il finanzia-mento del progetto presentato da Corigliano-Rossano circa il finanziamento relativo all’adegua-mento logistico e funzionale del mercato ittico di Schiavonea ..Gli interventi sono stati pensatiper superare le serie di problematiche che ad oggi influenzano il corretto funzionamento dellastruttura ittica e rafforzare il ruolo delle Comunità di pescatori nello sviluppo e nella governancedelle risorse di pesca locale e delle attività marittime.È di 74 mila 468 euro il finanziamento concesso dal Dipartimento Agricoltura e Risorse Agroa-limentari (ARA) della Regione Calabria all’Ente che aveva partecipato al bando promosso dalFLAG – I borghi marinari dello ionio, Porti, luoghi di sbarco, sale per la vendita all’asta e riparidi pesca nell’ambito dei fondi PO FEAMP 2014/2020.Nell’esprimere soddisfazione insieme al Sindaco Flavio Stasi Malavolta coglie l’occasione percongratularsi con il presidente del Flag Cataldo Minò per la capacità dimostrata nel predisporremisure di interventi idonei a risolvere le criticità presenti nel settore della pesca ed a migliorarneil suo sviluppo.

Elmore Benvenuto

PROGETTO DI 75 MILA PER ADEGUAMENTOLOGISTICO E FUNZIONALE PRO PESCA

È scattato alle prime luci dell’alba l’intervento degli Agenti del Distaccamento di San Giovanniin Fiore, che ha portato anche al sequestro di un cardellino usato come richiamo vivo Tre cacciatori denunciati e sequestro penale di diverso materiale illecito tra cui un telo, gabbiettemetalliche, contenitori per uccelli, un barattolo di sostanza adesiva, una cesoia, dei rami dileccio con le punte invischiate della stessa sostanza rinvenuta nella disponibilità delle personeidentificate, oltre ad un cardellino utilizzato come richiamo vivo per attirare altri uccelli dellastessa specie. È il risultato di un’operazione antibracconaggio eseguita dagli Agenti della PoliziaProvinciale di Cosenza in servizio presso il distaccamento di San Giovanni in Fiore, a corollariodi una serie di attività investigative portate avanti negli ultimi giorni sul territorio dello stesso Co-mune silano.Agli ordini del Comandante dott. Pasquale Monea e con il coordinamento del Sostituto Com-missario Maria Antonietta Pignataro, gli agenti sono entrati in azione alle prime luci dell’alba didomenica scorsa, intercettando tre persone del luogo che stavano praticando l’esercizio illegaledell’uccellagione finalizzata alla cattura di specie di volatili canori, in particolare cardellini.

Rita Benigno

BLITZ ANTIBRACCONAGGIO DELLA POLIZIAPROVINCIALE IN SILA: TRE DENUNCE

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LOGISTICA URBANA: NUOVAMANIFESTAZIONE DI INTERESSEPRO CENTRI URBANILa Regione Calabria ha tra gli obiettivi principalilo sviluppo della sostenibilità dei centri urbani. Per questo promuove azioni volte a migliorarela qualità della vita dei cittadini e a dare vigorealle attività commerciali, che qui hanno unamaggiore concentrazione, considerando l’effi-cienza della distribuzione delle merci. Con laprima Manifestazione d’Interesse per la conces-sione di contributi finalizzati alla realizzazionedi interventi di logistica urbana, la Regione hafinanziato interventi in attuazione della Misura2.5 City Logistics del Piano Regionale dei Tra-sporti, approvato nel 2016, dotato di VAS e va-lutato positivamente dalla CommissioneEuropea. Questo avviso ha consentito di finan-ziare tre città che hanno presentato progetti am-missibili: Reggio Calabria, Rende e ViboValentia. Il 16 settembre è stata pubblicata una nuovaManifestazione di interesse, per realizzare pro-getti di logistica urbana in altre città.Il Presidente Mario Oliverio ha evidenziatocome l’intento sia quello di rendere le città ca-labresi più vivibili, più accessibili, meno inqui-nate, in cui sia tutelata la salute dei cittadini esia incentivato lo sviluppo del commercio. L’impegno della Regione va, quindi, nella dire-zione di ridurre entro il 2030 l’impatto ambien-tale negativo dovuto al trasporto tradizionaledelle merci, seguendo gli obiettivi dell’UnioneEuropea e sviluppando allo stesso tempo i centricommerciali naturali che sono proprio i centriurbani.Con la pubblicazione di questa ulteriore Mani-festazione di interesse per la concessione di

contributi per la logistica urbana, la Regionevuole spingere le altre città calabresi e tutti icentri turistici a produrre progetti, integralmentefinanziabili dalla Regione, per il miglioramentodella qualità della vita nelle aree urbane. Anche il Vicepresidente Francesco Russo, haespresso soddisfazione per le azioni program-mate e attuate in materia di City Logistics, sot-tolineando l’attenzione del Governo regionaleverso la vivibilità e la sostenibilità dei centri ur-bani. Il Prof. Russo ha evidenziato come “L’obiettivodi una logistica urbana sostenibile è in linea conle migliori indicazioni a scala europea e mon-diale. L’impegno della Regione guarda anchealla nuova programmazione europea 2021-2027 ed in particolare agli obiettivi di un’Eu-ropa più intelligente, e più verde e con basseemissioni di carbonio”. “E’ da evidenziare che pur essendo l’obiettivodi logistica urbana a zero emissioni di CO2entro il 2030 un obiettivo europeo, non sono di-sponibili risorse POR e PON e nemmeno risorsestatali per perseguire l’obiettivo, con una evi-dente contraddizione.E’ necessario notare come la Calabria stia ope-rando con Fondi del Programma di Azione eCoesione regionale anticipando l’UE e l’Italiacostituendo un esempio per le altre regioni ita-liane e per quelle europee”. f.d.

L’Avviso è consultabile al seguente link:https://portale.regione.calabria.it/web-

site/portaltemplates/view/view.cfm?15084

Il 7 Agosto scorso ha visto la luce in Roma la piccola Beatrice, secondogenita dei coniugi Squat-triti-Iannucci, accolta con immensa gioia dalla sorellina Benedetta.Ai genitori, professori Francesca e Alessio, nostri cari amici, gli auguri più belli da parte di tuttinoi del nuovo Corriere della Sibaritide. Ci corre l’obbligo di estendere gli auguri anche ai nonniGermano e Maria e alla nonna paterna Maria Teresa.

CULLA

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Omaggio alla poetessa Clementa Lòpez Pèrez, di nazionalità spagnola, per il suo grande im-pegno nella divulgazione della cultura come bellezza sociale. (Luigi Visciglia)

ALHAMBRA(Castillo Rojo)

10 settembre 2019

Alahambra per il mondo incoronato,sei un frutteto di giardini, da giardini laureati, dove sirompe il silenzio, quando arriva l’alba, nei tuoi giardinifioriscono con la carezza dell’alba

Voglio riempirti, ascoltare la tua storia sussurrata.Voglio cantare la mia canzone per te, quando ti svegli lamattina, ma non posso, disperazione, vederti in cielo.Accarezzare la tua ombra è il mio desiderio.

Dormi la tua ombra sul pavimento, abbracciata dal suo zelo,acuita dal cielo, che muore di amore e desiderio.

Voglio tenerti nei miei occhi e contemplare la tua immagine perfetta,sii la tua banderuola, in tutte le mie ore deserte,piangi per ammirazione,aspettando che le tue porte si aprano,così puoi sentire la tua risata, engolada dagli spalti.

Voglio sentire la tua presenza, calda come la tuaessenza, essere portatricedella tua piuma volante, del passato e del presente,voglio essere onnipotente,Storia dell’Alhambra di una storia di ieri all’alba del mio presente.

Clementa Lòpez Pèrez.

POESIA

POESIALa traduzione di una Poesia Bengalese contem-poranea del celebre poeta Ramen Acharya, tra-dotta dal poeta Ujjal Ghosh

Con maestria ed eleganza:

L’albero-Ragazza

Di ritorno dal lavoro quotidianoC’è chi va prima in giardinoChe hanno sempre spezzato il loro cuore.Alcuni di quelli che li stanno aspettando a casaPreoccupato da questo, alcuni sono arrabbiati.L’aria di indifferenza viene dall’interno

Io vado ad ogni albero a sua volta, seduto ac-canto a loro.Garden Grata salviette il sudore con l’ario verde.

Gli alberi mi raccontano le loro storie per tutto il giorno,In coro, si fanno saltare la testa.Chissà perché queste ragazze mi hanno fatto notare.Quando i germogli appaiono, l’albero-ragazzaMi dice di prendere il permesso e chiedere:“Lo sai che una pianta desidera morire,Se uno non raccoglie i suoi gambiDove sono sparsi per terra?Quando cala la notte densa, esce l’occhio del fuoco,Noi, nudi, ci facciamo il bagno nell’aria magica.Non siamo donne, eppure abbiamo tenutoquesta mano delicata.

Nuovi amici sono arrivati alle mie bracciaPrendi il permesso dal tuo lavoro e stai ac-canto a me.”

Ramen Acharya

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Corigliano Rossano, 7 ottobre 2019Il Frecciargento Sibari – Bolzano, via Roma, èun’ulteriore conferma dell’impegno di Trenitalia(Gruppo FS Italiane) per il Sud. Se ne è parlatoal convegno: Il Frecciargento e lo sviluppo dellaSibaritide organizzato all’Hotel Roscianumdalla Senatrice del M5S Rosa Silvana Abate perpromuovere il servizio ad agenzie di viaggio,tour operator, albergatori e villaggi turistici.Sabrina De Filippis, Responsabile Contratti diServizio Long Haul di Trenitalia, ha illustrato ilpercorso che ha portato alla realizzazione delFrecciargento fra Sibari e Bolzano, un serviziosvolto su richiesta della Regione Calabria checontribuisce alla sostenibilità economica deidue collegamenti considerandoli essenziali perla mobilità da e per l’area jonica.Serafino Lo Piano, Responsabile Vendite LongHaul di Trenitalia ha invece illustrato la possi-bilità di destagionalizzare i flussi turistici anchenel territorio della Sibaritide, evidenziandoanche l’importanza dell’impegno di operatorituristici e agenzie di viaggio affinché attorno alFrecciargento si costruiscano le azioni necessa-rie di marketing turistico.

La senatrice Rosa Silvana Abate, invece, hasottolineato come si tratti di un treno sociale chepermetterà sia di collegare in maniera direttal'Alto Adige e le regioni più meridionali dell'Ita-lia consentendo di spostarsi con il treno, rinun-ciando all'auto privata. Sia, soprattutto, unservizio che aiuterà lavoratori, persone con pro-blemi di salute (e di mobilità) e studenti a spo-starsi facilmente. In chiusura, infine, un dibattitoha permesso agli operatori di settore di avere unproficuo scambio di idee con i dirigenti di Tre-nitalia per lavorare ad agevolazioni, pacchetti esoluzioni ad hoc per favorire il collegamento,fondamentale per unire il mare alla montagnama, soprattutto, per lo sviluppo della Sibaritide.

TRENITALIA, DAL MARE ALLAMONTAGNA COL FRECCIARGENTOSIBARI – ROMA – BOLZANO

Rosa Silvana Abate

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da il Quotidiano

Condividiamo la nota del prof. Giuseppe Somma-rio, Università Cattolica del Sacro Cuore di Mi-lano.Purtroppo i politici deludono le aspirazionidei giovani, assai bravi nel promettere.

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GREGORIO MARIA FISTILLI, IL VESCOVO ROSSANESE CHE SI DIMISEGregorio Maria Fistilli era nato a Rossano il 20febbraio 1798 e fu ordinato sacerdote il 23 di-cembre 1820. Proveniva da un’antica famigliarossanese che nel 1812 annoverava tra i suoimembri Filippo Fistilli, uno dei tre distributoridi sale. Uomo di cultura, Gregorio divenne ca-nonico, maestro di teologia dogmatica e mo-rale, esaminatore pro-sinodale, rettore delSeminario cittadino. Il 24 novembre 1845 funominato vescovo di Capaccio, in provincia diSalerno. Qui, però, ebbe la sfortuna di incorrerenei preparativi del ’48 e nel parroco di Agro-poli, Filippo Patelli (Agropoli, 25.3.1817 – Na-poli, 11.1.1898), attivissimo rivoluzionario, chegli rese la vita difficile. Patelli per la sua fede re-pubblicana e democratica era sorvegliato dalleautorità borboniche e perseguitato. Così, ancheil vescovo dovette fare la sua parte nella perse-cuzione; all’epoca il controllo borbonico sulclero era pressante. E il Cilento, insieme alla Ca-labria, era uno dei territori più caldi. Il 17 gennaio 1848 i Cilentani innalzarono labandiera della rivolta, preparandosi a marciaresu Napoli; marcia che però non avvenne in se-guito alla notizia della concessione della costi-tuzione. Ma il generale gaudio ebbe brevedurata: dopo il 15 maggio vennero sospese legaranzie costituzionali e si diede inizio a unaferoce reazione che spalancò nuovamente leprigioni, anche per i tanti preti liberali.In questo clima il nostro vescovo, accerchiatodagli eventi, a soli cinquant’anni, il 26 settem-

bre 1848, rassegnò le dimissioni per “motivi disalute”, facendo ritorno a Rossano per respirarela “sua aria”. Evidentemente l’aria del suo paese gli fecemolto bene perché poi mori nel 1872, a 74anni.Il parroco Patelli invece, che era in corrispon-denza diretta con Mazzini, nel ’49 seguì Gari-baldi, col grado di maggiore, nell’avventuradella difesa della Repubblica Romana e poiprese parte alla Spedizione dei Mille, combat-tendo agli ordine di Bixio. Per l’ingresso di Vittorio Emanuele II a Napoli,il 6 novembre 1860, lo storico Gradilone se-gnala un entusiastico indirizzo di omaggio alnuovo sovrano fatto da Gregorio Maria Fistilli.Suona strano quest’atto di riverenza al nuovo repiemontese da parte dell’ex vescovo che avevaperseguitato il suo parroco rivoluzionario diAgropoli e che, come importante rappresen-tante della Curia rossanese, aveva assistito qual-che giorno prima - il 20 ottobre - all’arrestodell’arcivescovo di Rossano Pietro Cilento, per-ché fedele alla dinastia borbonica. Questi sono i fatti e a rileggerli oggi viene vogliadi ritrovare la quadra, magari togliendosi la cu-riosità di scoprire in cosa effettivamente consi-stevano quei sempre diplomatici “motivi disalute” accusati dal nostro illustre concittadinoper motivare le proprie dimissioni da vescovo.

Martino A. Rizzo

Apprendo con ritardo che nel mese di giugnoscorso ha cessato di vivere improvvisamentel’insegnante Maria Giovanna Rega in Posterivo.E’ stata una brava moglie e una madre esem-plare nonché ottima insegnante. Aspettava conansia la rivista che le inviavo in omaggio per-ché, nonostante a Rossano da molti anni, con-servava memorie e ricordi di Corigliano e dellepersone amiche.Da giovane è stata valida collaboratrice dell’As-sociazione “Ritorno a Sibari” ed ha sempre or-ganizzato i vari convegni che si sono tenuti

nella zona. Tant’è che l’Università Popolare diRossano nel febbraio 2006 nel corso di una ce-rimonia in occasione del 45° anniversario dellapredetta associazione le ha conferito un di-ploma di benemerenza.La ricordiamo tutti con grande commozione. Almarito, il carissimo Tonino Posterivo, mio com-pagno di Liceo a Rossano, al figlio, al fratelloAmm. Luigi e ai parenti il cordoglio mio perso-nale e del direttore e dei redattori della rivista alei cara.

Salvatore Arena

LUTTO

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LETTERA DEL VESCOVO

DOMENICA 13 OTTOBRE A SCHIAVONEAFESTEGGIATA LA “MADONNA NERA”

In occasionedell’inizio delnuovo anno sco-lastico, con unalettera indiriz-zata ai dirigenti,ai docenti, ai ge-nitori, agli stu-denti, aidipendenti am-ministrativi eco l l abo ra to r iscolastici delle

scuole di ogni Ordine e Grado del territoriodella Diocesi di Cassano allo Ionio, il Vescovodella Diocesi di Cassano, mons. Savino ha ri-volto un messaggio augurale in cui si legge, te-stualmente, tra l’altro: “Un nuovo anno scolastico inizia. A tutti il miosaluto. Anche quest’anno-chiosa Mons. Savino-non per consuetudine ma per un’affezione al-l’arte dell’educazione che vede tutti protagoni-sti, il vostro Vescovo vi affida qualche traccia diriflessione partendo da domande emergenti. Acosa serve la scuola? Non certo soltanto luogodi trasmissione del sapere; la scuola-precisa ilPresule- è il luogo che coltiva il desiderio di co-noscere per sapere accendendo interessi, pro-muovendo capacità, suscitando domande,

coltivando curiosità. Già Albert Einstein avevasegnalato che esisteva il pericolo che la scuolatradisse il suo scopo. “È un vero miracolo -di-ceva infatti- che i metodi moderni di istruzionenon abbiano ancora completamente soffocatola sacra curiosità della ricerca: perché questadelicata pianticella, oltre che di stimolo, ha so-prattutto bisogno di libertà, senza la quale ine-vitabilmente si corrompe e muore. È ungravissimo errore pensare che la gioia di vederee di cercare possa essere suscitata per mezzodella coercizione e del senso del dovere” (inAutobiografia scientifica, Bollati Boringhieri,2014). Ed invece prevale dovunque la “ferrealegge dei numeri” soffocando perfino la scuola.“Educare è come seminare-spiega ancora Sa-vino-; il frutto non è garantito e non è imme-diato, ma se non si semina-si legge nella missivadel Presule- è certo che non ci sarà un raccolto”(Carlo Maria Martini). Nei tempi della tecnicaè prevista l’istruzione, la formazione, l’addestra-mento, l’informazione, ma l’educazione,spesso, non è considerata, è come se fosse unresiduo di tempi passati. Il mio augurio-con-clude la lettera- è che possiate coltivare il Vero,il Bene e il Bello per amare la vita. A tutti, co-raggio e buon cammino!

Luigi Franzese

La storia afferma chealla guardia torriera, An-tonio Ruffo, detto Anto-naccio, era apparsa laMadonna nera.(SantaMaria ad Nives) mentreprestava servizio lungola spiaggia.Il nuovo parroco, padreFrancesco ANSALONE,ha voluto festeggiaretale occasione ricor-dando ai suoi parroc-chiani l’avvenimento.Antonaccio, dopo l’ap-parizione, fece dipin-

gere l’attuale quadro della Madonna nera, lavoroeseguito nella chiesa di San Pietro e poi traslatanella chiesa di San Lorenzo. Ora il quadro rimanenella vecchia chiesa e, nelle grandi occasioni,viene esposto nella chiesa grande, Lo spostamentodalla chiesa di San Pietro da Corigliano, avvenneil 13 ottobre 164I. Il nuovo parroco, padre France-sco ANSALONE, ha elaborato un mini programmacosì svolto: ore 7,30 e ore 11 celebrazioni delle

sante messe, ore 9,30 santa messa di inizio Annopastorale, ore 17 mini processione per i borghi, ore19 santa messa a chiusura della festa. Alcuni bor-ghi sono stati interessati a rivivere l’occasione vo-tiva, addobbando banconi e finestre. Laprocessione è stata allettata dalla Banda di Cori-gliano. Al ritorno della processione sono state spa-rate alcune tradizionali botte.Grande affluenza per manifestare la devozione allaMADONNA, festa, diceva il neo parroco, padreFrancesco Ansalone, del borgo e come tale si èsvolta. Per l’occasione alcuni giorni prima il vescovomons. Giuseppe Satriano celebrava la santa messacon un commovente e sostanzioso intervento pre-sentando alla comunità il neo parroco

Padre F. Ansalone,nuovo parroco

Mons. G. Satriano,Vescovo di Rossano

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LA SPAZZACORROTTI È UN OBIETTIVOEUROPEO

COMUNICATO STAMPA N.27/2019CORIGLIANO-ROSSANO - Il Movimento 5stelle in 15 mesi di governo della nazioneha dato importanti segnali nella lotta allacorruzione. Dalla legge “Spazzacorrotti”per finire alle ormai prossime proposte nor-mative contro il conflitto d’interesse. Unavera e propria pulizia delle istituzioni cheoggi deve interessare anche l’Europa, attra-verso nuove iniziative per la trasparenza ela legalità.“Il contrasto alla Corruzione – Dallo Spazzacor-rotti alle proposte in Europa” è questo il titolodel confronto-dibattito promosso dal meet-upCinque stelle di Corigliano-Rossano che si è te-

nuto Domenica 29 Settembre alle ore 16.00nella sala conferenze dell’Hotel San Luca, incontrada Frasso di Rossano (Strada Statale 106).Al dibattitto interverranno la portavoce alla Ca-mera dei Deputati, Elisa Scutellà, e la portavoceal Parlamento europeo, Laura Ferrari.«Una buona occasione – dice Elisa Scutellà –per discutere con i cittadini su uno dei temi cen-trali dell’azione politica del Movimento 5 stelle.Ripulire le istituzioni, a tutti i livelli, dalla cor-ruzione dilagante e, in alcuni casi, incancrenitaall’interno degli apparati pubblici è una prioritàed una battaglia che volgiamo continuare acombattere senza frontiere. Fino ad oggi a li-vello nazionale abbiamo dato segnali impor-tanti rompendo, di fatto, le catene tra quantiall’interno della pubblica amministrazione ri-spondevano solo ai propri interessi. Ed è questoun modello che stiamo cercando di esportareanche in Europa. L’amica Laura Ferrara dome-nica ci dirà il lavoro che stiamo compiendo aStrasburgo proprio per una legge spazzacorrottia livello europeo». L’incontro è stato aperto anche al dibattito congli operatori della stampa e dell’informazione.

SCUTELLÀ: «INCONTRI CON INTERGRUPPOGEOGRAFIA GIUDIZIARIA FISSATI PER LUNEDÌ 21OTTOBRE»

È quanto fa sapere il portavoce del Movimento 5 Stellein seno alla Camera dei Deputati, Elisa Scutellà, com-ponente della Commissione parlamentare Giustizia, non-ché presidente e fondatore dell’Intergruppoparlamentare sulla Geografia Giudiziaria.

CORIGLIANO-ROSSANO (CS) – Giovedì 26 Settembre2019 – Soppressione ex Tribunale di Rossano, al viale audizioni in Parlamento. L’Intergruppo parlamen-tare sulla Geografia Giudiziaria, organo istituzionalecreato proprio per approfondire le questioni chehanno portato alla chiusura di 31 presidi giudiziari,

per il prossimo Lunedì 21 Ottobre 2019 ha convocato la delegazione istituzionale, civicae forense del territorio ionico. Saranno sentiti, tra gli altri, il sindaco di Corigliano-Ros-sano, Flavio Stasi; il presidente del Comitato “Sei da Salvare”, Maurizio Minnicelli; ilcancelliere Cesare Rossi, quale delegato dei dipendenti dell’ex presidio rossanese, e DoraMauro, componente del Comitato di coordinamento per la difesa della giustizia di pros-simità nel territorio della Repubblica italiana.

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“In Agosto, bambiniin montagna si va!”.Così annunciavaNel mezzo dell’estate,tutto festoso, il mio papà.Oh luoghi di un’età feliceOgn’ora ricordati!Dove, per far più vicinaLa vacanza che amavo,la mia valigiaun mese avanti alla partenzagià si riempivadi balocchi e vestiti preferiti.Dopo tanti anniCon la mente sempre vi ri-trovo.Il luogo amenoPuntuale ci aspettavaTutto vestito dell’aria più pulita,dei profumi più rari,di grotte ombroseanimate da guizzanti raggitra frondosi ramiabbracciati intornoa una sorgente cristallina.Frutti di stagioneGià pronti da afferrarePer assaggi innocenti.E, alla sera,drappi di luna

di seta lucentesulle valli e sui colli.E tra i saluti garbati,dai vicini uscendo, si tornavaa casa sorridendo,cantando!E uva dorata,mosto fragrante, vino travasato;e funghi, felci nere e cicla-minida manine esperte raccolti eutilizzati.E pane odoroso si sfornava.Risuonava la casa di voci af-faccendate,che a me, fuori, nei giochitrastullata,arrivavan flautate!E il mandorlo fecondoTutto ripiegatoSullo steccato che recingevacasa;sembrava, da quello, a stentosostenutonella sua dolorosa inclinazione!E la quercia antica Poderosa, ombreggiante.E lo stradone ospitaleSpesso battutoDalle nostre biciclette

In garaDove io, bimbetta,impersonavo il ciclistameno celebratoper poter così giustificare la mia futura sconfittadecretata.Al nostro arrivoI miei occhi impazientiRubavano al tempo Attimi frequentiPer scorgere di fronte,quelle “finestre” chiuseaprirsi d’improvvisoa me,ai giochi in compagnia,alle mie emozioni.Era con me Il mio competitore,che la mia trepida attesaprime che la sua casacome la mia si aprisse,accarezzava!Con lui, sempre d’accordo.Quel bimbetto-compagnoSi chiamava, Ricordo!

Venezia-04/04/2019Rosa Maria de Rosis

RICORDO

I CINGHIALI SONO ORMAI DI CASA

L’ultima apparizione dei cinghiali è quella diCariati, oltre all’uccisione di un amico duranteuna battuta di caccia avvenuta in provincia diCatanzaro e precisamente in Sant’Andrea Apo-stolo dello Jonio, qualche giorno fa. Nonostantegli interventi di alcuni Rappresentanti istituzio-nali a livello nazionale delle 5 Stelle, il pro-blema non è stato risolto perché, a dir loro, èun problema nazionale in quanto i cinghialisono presenti in alcune province italiane.E ilproblema è ancora più grave dal momento ch’ènazionale e non riguarda solo una regione. Re-centemente l Coldiretti, secondo uno studio del

fenomeno cinghiali, afferma che”…in Calabriasi contano oltre 300 mila esemplari. Una specieche sino a qualche anno fa rischiava addiritturadi andare verso l’estinsione, oggi prolifera senzaargini… Per Gino Vulcano, segretario di zonadella Coldiretti, dai dati raccolti questo invernoc’erano all’incirca 300 mila cinghiali. Se sipensa che è una specie che prolifera facil-mente, se è posta nelle giuste condizioni, con-tiamo che in questo momento la popolazionepossa essere raddoppiata se non addirittura tri-plicata…”.Stante alle considerazioni di Vulcanonon si potrà vivere tranquilli. Occorre subitoprovvedere al fine che il problema sia risoltoprima ancora che i cinghiali siano di casa con-vivendo con le piante e forse anche con le per-sone e gli animali causando danni enormi. Ungrido d’allarme che va subito affrontato primaancora che sia troppo tardi. Chi ha poi subitogià danni faccia subito richiesta di rimborsocosì i politici si sveglieranno e provvederannoa trovare il rimedio.

Antonio Benvenuto

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19IL NUOVO TRENOFRECCIARGENTO ASIBARI.L’Assessore alle Infrastrutture della Regione Ca-labria, Roberto Musmanno, ha illustrato nei det-tagli gli aspetti tecnici per l’attivazione del nuovoservizio, e si è anche soffermato sui riflessi di na-tura economica e sociale di quella che è statadefinita una vera e propria “rivoluzione”. Il treno Frecciargento collegherà, a partire dal 16settembre, Sibari con Bolzano percorrendo so-stanzialmente tutta la Penisola fruendo nellamaggior parte del percorso di tratte ad Alta Ve-locità. “Tuttavia - ha proseguito l’Assessore - anchenella tratta calabrese la velocità del treno risul-terà considerevolmente superiore alla media”. Dal canto suo il Presidente della Regione Cala-bria, Mario Oliverio, ha sottolineato l’importanteimpegno economico della Regione stessa nel-l’operazione, rimarcando l’estrema importanzadel coinvolgimento dei territori e delle relativepopolazioni nella fruizione dell’innovativo ser-vizio.La Senatrice Abate, nel suo intervento, ha postol’accento sul forte e corale impegno da partedelle Istituzioni rispetto a un’operazione che al-l’inizio era ritenuta di difficile, quasi impossibile,realizzazione. “Un plauso a quanti hanno lavorato e fortementevoluto questo servizio. Questa importante, e lo-devole, iniziativa è foriera di sviluppi positivianche, e soprattutto, per il mondo del turismo”– questa la dichiarazione di Gianluca Colaci,Presidente del Consorzio Turistico “Borghi Me-diterranei”.

Luigi Franzese

IN RICORDO DI PADRE FRANCESCO CHIMIENTIPadre Francesco Chimienti (4 novembrel925-15novembre 2018) ha operato in Corigliano Cala-bro dall'ottobre 1953 al 1956.Lo Studium Igino Giordani, in col¬laborazionecol Santuario San Fran¬cesco di Paola dellacittà, ne ricorderà la figura sabato 23 novembre2019.L'incontro si terrà presso il Centro Beato Feltondalle ore 18.00. Sono previsti interventi di: donFrancesco Agrippino; Carmela Miglietta di Grot-taglie; Franco Pistoia, assieme ad altre libere te-stimonianze. (Franco Pistoia)Nota del Direttore: E’ da ricordare come padre Chimienti sia statoil celebrante del matrimonio dell’allora presi-dente dell’Azione Cattolica, Antonio Benve-

nuto. Una data da ricordare perchè il matrimo-nio è stato celebrato nella chiesa di San France-sco, nonostante la vicina collocazione dellaparrocchia San Giacomo

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di Mario Vicino

Sec. V (seconda metà)/sec. VI (prima metà)Contenuto: prima metà dell’Epistola di Eusebiodi Cesarea a Carpiano; indice dei capitoli di S.Matteo; Vangelo di S. Matteo; indice dei capitolidi S. Marco; Vangelo di S. Marco fino al 14° ver-setto del cap. XVIPergamena purpureaFogli 188, di cui 14 miniati; cm. 26x30 circaScrittura a caratteri onciali greci su duecolonne di venti righe ciascuna Oro per leprime tre righe di ogni Vangelo, argento per lealtre. Rossano (Cs), Museo Diocesano e delCodex

Attiguo alla Cattedrale, il Museo Diocesano diRossano fu il primo istituito in Calabria, nel1952.Il 3 luglio 2016 è stato inaugurato un nuovo per-corso fondato sulla ripartizione di duesostanziali sezioni, una riservata al Codex Pur-pureus, evange- lario miniato in oro dallepergamene tinte nella porpora – colore riservatoall’imperatore –, perla dellca cultura mondialeche il 9 ottobre 2015 è stato riconosciuto Patri-monio dell’Umanità e inserito nelle liste Un-

esco, all’interno della categoria “Memory of theWorld”. L’altra sezione è dedicate alla storiadella dio- cesi e della città di Rossano, attraversotestimonianze artisti- che, suppellettili sacre ealtro materiale documentario di varia epoca.È, quello del Codex Purpureus, un linguaggiosulla cui de- finizione storica divergono ancorai pareri degli studiosi, per lo più propensi a dis-taccarlo dalle officine occidentali per attri-buirne la splendida decorazione ad alluminatorid’Oriente, della fase in cui i nuovi moduli diBisanzio vanno dissolvendo il tes- suto dellacultura ellenistica. Questo codice fu visto da Ce-sare Malpica, che ne parla nel suo famoso itin-erario Dal Sebeto al Faro, nel 1845, ma le sueparole non furono prese in conside- razione danessuno. Invece si gridò alla scoperta quandonel 1879, due sommi studiosi tedeschi, OscarVon Gebhardt e Adolfo Harnack, ne feceroconoscere l’esistenza al mondo cul- turale, nelcorso di un viaggio di studio in Calabria e lopubbli- carono nel loro Evangeliorum CodexGraecus. A partire da quel momento il codice èstato oggetto di infinite ricerche filologi- che,storiche ed artistiche. Nel 1898 Haseloff pub-blicò per la prima volta tutte le miniature delmanoscritto, sottolineando che il suo valoreiconografico consiste nell’essere l’unico codicegreco dei testamenti con illustrazioni della vitadi Cristo, ante- riore all’ottavo-nono secolo. Nel1907, poiché intanto la tecnica della ripro-duzione era molto migliorata, le miniaturefurono nuovamente pubblicate da AntonioMunoz che utilizzò i pro- gressi di una tecnicapiù perfezionata, con risultati assai più fe- lici.La maggior parte degli studiosi ipotizzano cheil manoscritto provenga dalla Siria e ancora èaperta la “questione della localizzazione edell’origine del Codex”. Inizialmente pre- valel’ipotesi romanista che vuole il “Rossanensis”esemplato nell’Italia Meridionale. Ben prestoperò si afferma - ed oggi nes- suno più la mettein discussione - la supposizione orientalista, laquale dà per certo che il libro provenga da uno“Scriptorium” monastico dell’Oriente bizantino.

CODEX PURPUREUSROSSANENSIS

La Resurrezione di Lazzaro ( tav. I )

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La stretta parentela artistica e stilistica con illibro della Genesi di Vienna e il frammento delManoscritto di Sinope nella bibliotecaNazionale di Parigi, è fuor di dubbio. Circa ladatazione, dopo varie ipotesi e analisi, è statascartata la supposizione del Funck, che l’asseg-nava al se- colo VIII e ci si è fermati al secoloVI, cioè al tempo dell’impe- ratore Giustiniano.Presumibilmente giunse portato da monaci fug-giti dall’Oriente e diretti in Italia meridionale in-torno alla metà del VII secolo. Il testo del codiceè steso su 188 fogli di pergamena purpurea dicm 30,7 x 20, su due colonne, di 20 linee cias-cuna. Esso conteneva i Quattro Evangeli, maquello che oggi rimane è tutto il Vangelo di Mat-teo e il Vangelo di Marco, fino a XVI, 14. Èscritto in lettere greche onciali argentee, ec-cettuate le prime tre linee di ciascun Vangeloche sono scritte in lettere d’oro, senza accentiné spiriti né separazione di parole. Il Codex èun Evangelario miniato, in quanto comprende15 il- lustrazioni decorative, superstiti immaginidi un ampio corredo iconografico, aventi persoggetto fatti, avvenimenti, parole ri- guardantila vita e la predicazione di Gesù Cristo.Deve essere collocato – per livello artistico e peraffinità sti- listiche – accanto ai grandi mosaiciravennati. Giunto a noi frammentato, mostra fig-urazioni condotte in modo narrativo, con con-tinuità di scene e con vivo senso espressivo.Prevalen- temente le illustrazioni vengono postein una striscia superiore, mentre il resto delfoglio reca il testo evangelico. Pertanto si notaun’impostazione simile a quella delle scene mo-saicate sulle pareti delle chiese; anzi l’Ultima

Cena – almeno dal punto di vista iconografico– mostra alcuni punti di contatto con quella diSant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Nellaminiatura di Rossano c’è tuttavia una maggiorevarietà e vivacità nella differenzia- zione espres-siva degli apostoli, la stessa che si nota purenella lavanda dei piedi contenuta nel medesimofoglio.Talvolta invece la figurazione è a piena pagina,unita o divisa in due da una linea orizzontale.In tali casi essa acquista un’im- postazione mon-umentale, che fa pensare a una derivazione, piùche da mosaici narranti storie successive –come il ciclo cristo- logico di Sant’ApollinareNuovo –, da decorazioni absidali, come indicain alto un semicerchio che comprende e coor-dina tutte le immagini.Le pagine miniate raffigurano: f. 1 r: in alto Res-urrezione di Lazzaro (Giov. XI, 1-45), in bassoDavid, Osea, David, Isaia; f. 1v: in alto Ingressodi Gesù a Gerusalemme, in basso David, Zac-caria, David, Malachia; f. 2r: in alto Cacciatadei mercanti dal tem- pio, in basso David, Osea,David, Isaia; f. 2v: in alto Parabola delle Verginisavie e delle Vergini stolte, in basso David,David, David, Osea; f. 3r: in alto L’ultima cenae la lavanda dei piedi, in basso David, David,David, Sofonia; f. 3v: in alto Comunione degliApo- stoli col pane, in basso David, Mosè,David, Isaia; f. 4r: in alto Comunione degliApostoli col vino, in basso Mosè, David, DavidSalomone; f. 4v: in alto Cristo nel Getsemani, inbasso David, David, Giona, Naum; f. 5r: fron-tespizio delle tavole dei canoni; f. 7r: in altoGuarigione del cieco nato, in basso David, Sir-ach, David, Isaia; f. 7v: in alto Parabola delbuon samaritano, in basso David, Michea,David, Sirach; f. 8r: in alto Cristo davanti a Pi-lato, in basso Pentimento e morte di Giuda; f.

Giotto, Cappella degli Scrovegni, Padova:La Resurrezione di Lazzaro, 1304-06

Giotto e collaboratori: La Resurrezione di Lazzaro,1307-08 circa, Basilica di S. Francesco, Assisi,

Chesa inferiore

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8v: La scelta fra Cristo e Barabba; f. 12 1r: S.Marco e la Divina Sapienza.Le concordanze con le scene del Nuovo Testa-mento e le pro- fezie del Vecchio vengono sot-tolineate dalle scritte sui rotoli.Nell’opera della quale si discute – malgrado lepiccole di- mensioni – c’è un senso digrandezza nelle figure che richiama, come giàscritto, le più vaste composizioni a mosaico; sipuò pensare a un interscambio fra le due tec-niche diverse, ma agisce più fortemente l’ispi-razione al modello comune dell’arte tardo-antica. Si noti anche come il prezioso fondounito color porpora – per questo il codice èdetto “purpureo” – assolve allo stesso compitodel fondo oro dei mosaici.Le miniature tranne tre (IX, X e XV), rappresen-tano visi- vamente la vicenda storica e il mes-saggio evangelico di Cristo nella sua ultimasettimana di vita. Esse sono tratte dai quattroEvangeli, compresi quelli di Luca e Giovanni icui testi sono andati perduti. Le 15 tavole mini-ate occupano altrettanti fogli, distinti da quellicontenenti il testo e riproducono, in conti- nuitàvisiva, il ciclo pittorico o musivo di una chiesao basilica di quell’epoca, dedicato alla vita eall’insegnamento di Gesù: tale espediente pre-senta un’autentica straordinarietà rispetto adaltri codici miniati. Di esse n° 10 illustrazionipresentano la stessa impostazione visiva egrafica: la parte superiore è occu- pata dallascena evangelica ed è separata da una sottilelinea blu dalla scena inferiore, che è destinata -nella parte centrale a quattro Profeti, dipinti amezzo busto, tutti con il braccio alzato, conl’aureola e soltanto David e Salomone anchecon la corona regia; al di sotto dei Profeti, checon la mano destra in- dicano l’avverarsi delleloro profezie nella scena superiore, ci sono in-fine le loro citazioni in cartigli o rotoli. All’e-same del testo e delle miniature fatto dalMunoz, possiamo aggiungere una conferma dicarattere storico e di natura liturgica. Il codicefu portato in Calabria, come ho già scritto, daimonaci greco- melchiti che nel secolo VII eprecisamente nel 636-638 dalla Palestina, dallaSiria e dall’Egitto si rifugiarono nell’Italia Me-ridionale sotto l’incalzare della travolgenteavanzata degli Arabi. Per di più il cosiddettoCodex Liturgicus Rossanensis o Patiriensis, cheè uno dei reperti più importanti con la liturgiadi San Giacomo e di San Marco, costituisce undocumento au- torevole di conferma. Si trattadel cod. vat. gr. 2970, che era nella Biblioteca

del Monastero del Patirion, presso Rossano e daPietro Menniti, Generale dei Basiliani, fu por-tato a Roma nel collegio di S. Basilio da dovepassò poi alla Vaticana com- prato da Pio VI nel1786. Questo codice contiene i testi della litur-gia seguita dai siro-melchiti, mentre i bizantiniseguivano la cosiddetta liturgia di S.GiovanniCrisostomo o di S. Basilio. Evidentemente ilcodice patiriense che è del secolo XIII, do-vette essere copiato su un altro più antico im-portato dalla Siria. Nel tempo in cui il “Codex”è giunto a Rossano, questa era una città-fortezza(Frùrion) sicura e inespugnabile, tanto che, nelcorso del secolo X, diventerà la capitale delladominazione bizantina in Italia, sede di Diocesidal 597 e di Monasteri dalle ricche Bibliotechee dagli “Scriptoria”, fornaci illimitate di libri ecodici (“officinae librorum”), una delle princi-pali zone ascetiche del tempo, patria di Papi(Zosimo, Giovanni VII, Zaccaria, Gio- vanniXVI), dei Santi Nilo e Bartolomeo, co-fondatoridella nota Badia greco-bizantina di Grottafer-rata presso Roma. I pregi del manoscritto mini-ato sono numerosi, tali da renderlo ilcapolavoro della produzione libraria ed artisticabizantina un “unicum” di valore inestimabile,che esprime gli ideali platonici e greco-bizan-tini del “Bello”, del “Vero”, del “Buono”. IlMunoz ritiene che alcuni celebri manoscrittiminiati hanno delle affi- nità tali con l’arte delcodice di Rossano che non si può dubitare dellaloro origine dall’Italia Meridionale. Questo faconcludere che l’arte siriaca dovette influenzarenotevolmente l’arte d’Oc- cidente, sia la car-olingia, sia la cosiddetta benedettina-longo-bardica, che aveva il suo centro a Monte-cassino.Nel X secolo raggiunse una grande notorietà lazona mo- nastica del Mercurion che era local-izzata nella Calabria set- tentrionale e precisa-mente nel territorio montagnoso a nord diCastrovillari, lungo il corso del fiume Lao-Mer-cure, tra Or- somarso e Avena. Oltre che per irigorosi esercizi dell’ascetismonoto attraverso l’agiografia monastica greca delsecolo XI -, il Mercurion dovrebbe essere studi-ato anche nelle sue riper- cussioni calligrafichee artistiche che danno alla Calabria un indubbioprimato nel campo culturale. Il Bios di S. Niloscritto da S. Bartolomeo di Rossano, mette inevidenza l’attività calli- grafica, innografica emelodica del suo santo concittadino, il quale haeducato a questa scuola molti discepoli, di cuine con- dusse alcuni con sé quando nel 985 ab-

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bandonò la Calabria per la Campania. Di questaattività culturale noi abbiamo in documen-tazione codici greci, provenienti dal Mercurion,ora sparsi nelle più importanti biblioteche, spe-cialmente alla Vaticana e a Grottaferrata. L’Artecalligrafica e miniaturistica nel X secolo non eracomunque circoscritta alla sola zona del Mer-curion, poiché codici bellissimi, provenienti dadiverse parti della Ca- labria dimostrano comenel secolo sopracitato esistessero nella regionedegli scriptoria molto operativi.Tra le tavole miniate dell’Evangelario diRossano, una, la prima, merita speciale atten-zione per i suoi riflessi nella Storia dell’Arte ital-iana. È la Resurrezione di Lazzaro, appartenenteal Vangelo di Giovanni, andato perduto, ed è lapiù antica rap- presentazione dell’avvenimentomiracoloso che ha fissato un tipo iconograficotradizionale, che si protrarrà fino a Giotto e at-traverso lui fino al Beato Angelico.Il celebre pittore a cui Dante dedica una terzinanell’XI del Purgatorio viene qui con- sideratoalla luce delle influenze che la Resurrezione diLazzaro ha esercitato proprio sulla pittura dicolui che “…rimutò l’arte del dipignere di grecoin latino e ridusse al moderno…” (Cennino Cen-nini, il Libro dell’Arte).La prima miniatura del” Codex” è una dellescene maggiormente sfruttata dalla primitivaarte cristiana. Essa ricorre nelle catacombe masi tratta di piccoli affreschi parietali o di basso-rilievi di sarcofagi abbozzati e poco movimen-tati. La miniatura, seppur con alcune varianti, simantiene fedele alla tradizione e anche i mo-saici di S. Apollinare Nuovo di Ravennaseguono l’impronta latina. L’Evangelario diRossano invece fissa un altro tipo di raffigu-razione che diventa il prototipo della tradi-zione orientale. Davanti a Pietro, il Cristo barb-uto, con l’au- reola, l’himation greco, la tunicalunga, viene rappresentato in movimento, men-tre seguito dagli Apostoli, pregato dalle so- relleMarta e Maria inginocchiate ai suoi piedi, alzala mano e sta per dire: “Lazzaro vieni fuori”.Lazzaro risorto esce dalla tomba scavata nelmasso, ma come una mummia, con il solo voltoscoperto. Il suo corpo, benché vivo è ancoramaleodorante, dal momento che il giovane chegli sta accanto si tira la tunica sopra il naso;nello stesso tempo lo guida verso l’uscita con lamano sinistra e con la mano destra lo indica allafolla come il primo uomo resuscitato. Un con-fronto tra la miniatura del codice di Rossano egli affreschi di Giotto che rappresen- tano perl’appunto La Resurrezione di Lazzaro nella Cap-

pella degli Scrovegni a Padova e nella Cappelladella Maddalena nella Basilica di San Francescoad Assisi, Chiesa inferiore, fa spiccare una simil-itudine di ideazione e di dettagli tale da giu- sti-ficare la derivazione di questi da quello.Pertanto ci si chiede: Giotto si è ispirato diretta-mente all’Evangelario di Rossano attraverso per-sonale constatazione? A nessuno può sfuggirel’identità che contraddistingue le due sceneanche nei partico- lari. Il dramma è coincidente;Giotto chiaramente vi ha fissato i segni del suopeculiare temperamento attraverso la natura-lezza, l’umanizzazione del divino, l’espressionedei sentimenti, tramite la gestualità e la rappre-sentazione di una spazialità ra- zionalmente in-tesa. Pietro Toesca nella sua Storia dell’Arte Ita-liana - Il Trecento, parla di una riproduzione dalcodice da parte di Giotto. Pertanto occor-rerebbe pensare ad una visione diretta e per av-valorare ciò non si saprebbe su quale puntopoggiare, poiché il Codex non è uscito dallaCalabria e Giotto, da quel che risulta storica-mente, non è mai stato in questa regione e tantomeno al Patirion dove era custodito l’Evange-lario. Perciò si ritiene che egli ne abbia avutoconoscenza indiretta, attra- verso i mosaici e idipinti che a esso si erano precedentementeispirati e grazie ai quali si arriva a Giotto.L’Haseloff ha evidenziato le similitudini che in-tercorrono tra le miniature del codice e i mo-saici bizantini che si trovano un po’ ovunque inItalia.La scena stessa della Resurrezione di Lazzaro delCodex di Rossano era stata riprodotta nei mosaicidi S. Maria del Fiore a Firenze nell’XI secolo e inquelli di Monreale nel XII. Simi- litudine aderenteè riscontrabile nell’affresco della chiesa di S. An-gelo in Formis presso Capua.Concludo affermando che quelli sopradescrittisono i prece- denti ai quali Giotto si è forse ispi-rato e poiché tali antecedenti esempi figuratividerivano dalla tipologia tradizionale orientaledelineata dall’Evangelario rossanese (adespotoperché non conosciamo il nome o i nomi degliautori), a questo occorre risalire per individuarela primaria matrice dell’ispirazione giottesca.I codici miniati, sacri o classici, hanno avuto inogni caso, una grande importanza, non soltantoperché, attraverso i loro contenuti hanno tra-mandato la cultura, ma anche perché hanno dif-fuso le immagini, facendole conoscere a causadella facilità di trasporto in luoghi diversi daquelli di produzione, contra- riamente alla pit-tura monumentale.

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Si riporta quanto è stato brillantemente discussoin sede d’esame da Salvatore Perrone, studentepresso il Liceo Classico di Castrovillari (Cs),classe V C – oggi matricola al corso di laurea iningegneria presso l’UNICAL – durante il collo-quio, in riferimento ad Alternanza Scuola-La-voro, con richiami all’Art. 9 della Costituzione:La Repubblica promuove lo sviluppo della cul-tura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e ar-tistico della Nazione.

la Repubblica@SCUOLA(https://scuola.repubblica.it/)

I.I.S.S. – GARIBALDI-ALFANO-DA VINCI (CS)(https://scuola.repubblica.it/calabria-cosenza-lclaipiissgaribaldialfanodavinci)

ALTERNANZA SCUOLA LAVOROArte calabrese tra Quattrocento e Cinquecentodi Salvatore_perrone00 (https://scuola.repubblica.it/calabria-cosenza-lclaipiissgaribaldialfanodavinci/author/salva-tore_perrone00/) (Medie Superiori) scritto il16.04.2019

Nel Chiostro di S.Bernardino, a Morano Cala-bro, a cura dell’amministrazione comunale - As-sessorato alla Cultura, è stato presentato ilsaggio “La Pittura in Calabria - Quattrocento eCinquecento”, Aurora Editrice, di Mario Vicino,

Docente emerito di Storia dell’Arte nei Licei,socio della Deputazione di Storia Patria per laCalabria e oggi anche socio corrispondentedell’Accademia Cosentina.Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Mo-rano e dell’assessore alla cultura, la presenta-zione ha continuato a svolgersi con l’interventodel relatore Francesco Aronne, il quale ha cosicommentato: “Uno studio di notevole interesseè quello di Mario Vicino, per la quantità di in-formazioni e per la ricchezza delle immagini.Un’opera che è decisamente a disposizionedegli studiosi, non solo della Calabria ma del-l’intera Italia”.In seguito ha analizzato l’armonia raggiunta dal-l’Arte nel corso del ‘500, che come ricordaAlessandra Pagano nella prefazione, l’autoredescrive anche attraverso le esperienze di dueartisti a lui cari: Marco Cardisco e Pietro Ne-groni, costretti a lasciare la loro terra.Difatti Napoli e Messina diventano il riferimentodella committenza feudale calabrese; Aronneha concluso precisando che nella Penisola ope-ravano in modo predominante due grandi“Scuole”, la toscana e la veneta e che come ciricorda Vicino, sono diverse le caratteristiche fi-gurative dei dipinti che abbracciano i due fon-damentali secoli del Quattrocento eCinquecento.E’ toccato poi a me, autore del seguente articoloe relatore al tempo stesso, esporre sintetica-mente la ricchezza artistica che rende Moranoun prezioso scrigno, per passare poi alla tratta-zione del Polittico di Bartolomeo Vivarini checostituisce un capitolo presentato durante l’in-contro. Circa i monumenti sparsi nel Borgo,opera di fondamentale importanza è il castelloNormanno risalente al XIII secolo; oggi dopo unrestauro filologico è stato restituito fruibile allacomunità.Il complesso conventuale intitolato a San Ber-nardino da Siena, venne fondato nel 1452 daAntonio Sanseverino, feudatario di Morano e fu-turo principe di Bisignano; la chiesa consacratanel 1485,rappresenta un vero e proprio gioiellodi architettura monastica quattrocentesca.Tante sono le opere che Morano custodisce. Traqueste cito solamente il polittico del Vivarini,datato 1477, come apprendiamo dall’iscrizionesul pannello centrale: “Istud opus factum Vene-tiis per Bartholomeum Vivarinum de Mu-

ALTERNANZA SCUOLA LAVOROARTE CALABRESE TRA QUATTROCENTOE CINQUECENTO

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Il Polo Museale della Calabria, diretto dalla dottoressaAntonella Cucciniello ha aderito alle Giornate Euro-pee del Patrimonio (GEP) 2019, che si sono svolte sututto il territorio nazionale sabato 21 e domenica 22settembre. Il tema scelto per tale edizione è stato Undue tre … Arte-Cultura e intrattenimento. Questi, di seguito indicati, i luoghi della cultura statalidi propria competenza che hanno partecipato all’at-teso e ormai consolidato appuntamento: Galleria Na-zionale di Cosenza; Museo Archeologico Nazionale“Vito Capialbi” di Vibo Valentia; Museo Archeologicoe Parco Archeologico dell’antica Kaulon-Monasterace(Reggio Calabria); Museo e Parco Archeologico Na-zionale di Capocolonna (Crotone); Museo e Parco Ar-cheologico Nazionale di Locri (Reggio Calabria);Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium– Roccelletta di Borgia (Catanzaro); Museo Statale –Mileto (Vibo Valentia); Museo Archeologico Lamen-tino – Lamezia Terme (Catanzaro); Museo e Parco Ar-cheologico “Archeoderi” – Bova Marina (ReggioCalabria); Museo e Parco Archeologico Nazionale diSibari-Cassano allo Jonio (Cosenza). E proprio que-st’ultimo ha promosso giorno 21 settembre 2019, alleore 17,30, la presentazione del volume Calabria Terradi Capolavori, dal Medioevo al Novecento, Editrice

rano,1477”, proveniente dalla chiesa di S. Ber-nardino, attualmente custodito nella sagrestiadella Collegiata di Santa Maria Maddalena. Talepittura e il trittico di Zumpano (CS), Chiesa diSan Giorgio, del 1480, rappresentano gli unicidipinti del Maestro esistenti nel territorio cala-bro.L’opera di Morano si colloca nella fase dellapiena maturità dell’ottavo decennio, anche seoramai il Vivarini ha preso a ripetere all’infinitoquel suo mondo freddo fatto di uomini sospesinella fissità, isolati nell’abbagliante strato aureo.Nella nicchia centrale è raffigurata la Madonnain trono seduta, col Bambino in piedi; nei pan-nelli centrali, a sinistra San Francesco d’Assisi,a destra San Bernardino da Siena, tutti a figuraintera; in alto sul resto della superficie seguonole altre immagini.Detto ciò il mirabile dipinto oggi risplende illu-minando con la sua radiosa ricercatezza di co-lori, il cuore e la mente di chi l’osserva, nelladolcezza di un’emozione ornata con la pas-sione della bellezza.

Mario Vicino ha portato a termine l’incontro, ri-cordando all’attenta platea le sue origini mora-nesi. Inoltre ha parlato della laboriosità degliabitanti del borgo, uno dei più belli d’Italia, dellocale percorso storico segnato dalle figure di il-lustri personalità e di alcuni capitoli del suolibro.Non sono mancati i ringraziamenti rivolti al Sin-daco Dott. Nicolò De Bartolo e all’intera ammi-nistrazione comunale, ai relatori, all’attentopubblico e all’azienda “Grafica Pollino” per lestampe delle opere che sono state esposte all’in-terno del chiostro.

Salvatore Perrone

Questo componimento è stato scritto sultema:Scrivi l’articolo(https://scuola.repubblica.it/alternanza/2-larticolo/)

GIORNATE EUROPEE DELPATRIMONIO 2019

di Salvatore Perrone

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Aurora – Corigliano Calabro, 2019, di Mario Vicino,docente emerito di Storia dell’Arte nei licei, socio dellaDeputazione di Storia Patria per la Calabria e sociocorrispondente dell’Accademia Cosentina.L’evento relativo a tale saggio, ha avuto lo scopo difar rinascere la passione per l’arte e restituire così lagiusta importanza all’inestimabile patrimonio di cuidispone la Calabria, con la bellezza di suoi tanti tesorinascosti. La presentazione è iniziata con l’intervento della dot-toressa Adele Bonofiglio, direttrice del Museo, la qualeha sottolineato l’importanza dell’iniziativa, ribadendoil valore del volume scritto da Mario Vicino, ritenutoattentamente divulgativo, perché puntuale nella de-scrizione dei contenuti storici e artistici – corredati daricche bibliografie – e pertanto valido strumento perla didattica della Storia dell’Arte.È toccato poi a Mino Vocaturo, docente di Storiadell’Arte nei licei, illustrare la struttura del libro nellasua articolazione, comprendente una prima parte for-mata da attenta periodizzazione storica – densa dicontenuti filosofici e letterari –, e una seconda sezioneriferita ad alcuni capolavori di architettura, pittura escultura presenti nella Calabria ulteriore e citeriore. Lostesso ha ribadito il valore che il volume possiede nelmerito di un eventuale impiego nella didattica, comeè stato in occasione del “Maggio dei Libri 2019”

presso il Liceo Classico Bernardino Telesio di Cosenza.La parola è passata poi a Mario Vicino che ha illustratonel dettaglio la sua opera, raccontando le vicendedegli svolgimenti storici così articolati: da Cassiodoroai Bizantini, l’età normanna, l’età sveva, l’età angioina,l’età aragonese, il Cinquecento, il Seicento e il Sette-cento, l’Ottocento e il Novecento.Di seguito lo stesso ha commentato alcune immaginiriferite ai capolavori illustrati nei singoli capitoli del vo-lume, evidenziandone l’aspetto iconologico e icono-grafico. Infine ha ringraziato la Dott.ssa AdeleBonofiglio, il Prof. Mino Vocaturo, tutto lo staff delMuseo e in special modo la Dott.ssa Anna Lucia Ca-solaro, nonché i giovani archeologi prodighi ancheloro nell’organizzazione dell’evento. Mario Vicinoinoltre ha espresso note di gratitudine alla giornalistae storica dell’Arte Prof.ssa Alessandra Pagano, chiu-dendo il suo intervento con la seguente citazione trattadalla prefazione che la stessa ha compilato per il vo-lume in oggetto: “Come Mario Vicino ama ripetere,nelle pagine di questo saggio – così come in tutti i pre-cedenti – aleggia lo spirito della cara mamma, Anto-nietta Anelo, la quale gli ha trasmesso, per prima, lapassione e l’amore per l’arte”.Non sono mancati i ringraziamenti al folto, qualificatoe plaudente pubblico convenuto.

IL PRESIDENTE FABIO PUGLIESE INCONTRAL’ON. MATTEO SALVINI A CATANZARO LIDO.Dall’incontro, l’impegno di Salvini a rispon-dere già da subito con i fatti nel merito deitanti problemi sollevati dal presidente FabioPugliese sulla S.S.106 in calabria

Nell’ambito dell’incontro il PresidenteFabio Pugliese dell’Associazione ha illu-strato all’On. Salvini la situazione attuale incui versa la S.S.106 in modo complessivo daReggio Calabria a Catanzaro, da Catanzaro aCrotone, da Crotone a Sibari e poi da Sibari aRoseto Capo Spulico dove, al momento, è bloc-cato il Megalotto 3, un progetto di 1,3 miliardidi euro per l’ammodernamento della S.S.106.All’On. Salvini, inoltre, è stato consegnato dalPresidente dell’Associazione un elenco di pro-poste:pianificazioni di investimenti per l’am-modernamento, interventi urgenti di messain sicurezza, proposte concrete e facilmenteattuabili per il miglioramento degli standarddi sicurezza di una strada che, lo stesso Ono-revole Salvini, ha descritto come “indecente perun Paese civile”.SALVINI ha garantito che già tra un mese fis-serà un primo momento di verifica in modo

da affidare all’Associazione i primi riscontridi un impegno che vedrà, da qui in avanti,la Lega affianco delle istanze dei cittadinicalabresi che vogliono una S.S.106 più mo-derna e sicura.Il Presidente Fabio Pugliese ha evidenziatoall’On. Salvini che questo incontro dovrànecessariamente produrre dei fatti ancheper non passare alla storia come un mo-mento di confronto strumentalizzato dalmomento che vede la Calabria a ridossodelle elezioni per il rinnovo del Consiglio edella Giunta Regionale.In ultimo, l’Associazione, ritiene un fatto posi-tivo la scelta della Lega di voler, insieme ad altreforze politiche (Partito Democratico, Italia Viva,Forza Italia e Fratelli d’Italia), sposare la causadell’impegno politico per dar vita ad un frontecomune in favore della risoluzione dei pro-blemi, da sempre irrisolti, che riguardano lafamigerata e tristemente nota “strada dellamorte” in Calabria.

Associazione “Basta Vittime Sulla Strada Statale106” – 25 Settembre 2019

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Una visita che rende più simbolico e significativo ilcentenario della eparchia di Lungro, disgelamaggiormente le controversie del passato, le divergenzeteologiche, abbatte barriere innalzate secoli or sono trafedeli cattolici e ortodossi, supera incomprensioni epregiudizi e apporta benefici sia al dialogo ecumenicoche al processo di avvicinamento fraterno tra i cristianidella Chiesa cattolica e ortodossa. Un processo in fieri,non ostacolato più da freni pregiudiziali e iniziato conpiccoli passi nel lontano 1964 da Paolo VI eAthenagoras , allora patriarca di Costantinopoli, oggiripreso e fortemente appoggiato anche da papaFrancesco.E’ il senso della memorabile visita nella eparchia diLungro, a Rossano, a S. Cosmo Albanese e a S.Demetrio Corone di Bartolomeo I, capo supremo degliortodossi di lingua greca. Una due giorni organizzatanel contesto delle iniziative programmate per ricordareil I centenario della istituzione della eparchia di Lungro.“Un grande onore per tutti noi e la Calabria - come hasottolineato tra l’altro il vescovo di Lungro, DonatoOliverio, - che siamo certi lascerà un grande segno.Niente sarà più come prima. La visita dell’illustre ospitemarca un nuovo singolare cammino di avvicinamentotra la nostra eparchia e Costantinopoli, una eparchiapiccola ma viva, pregna di fede cristiana nonchè dellalingua e cultura arbëreshe; una piccola diocesi cattolica-bizantina per i fedeli italo-albanesi, precursori delmoderno ecumenismo”.A San Demetrio Corone, dove ha fatto tappa il tardopomeriggio del 19 settembre, dopo essere stato dimattina a Rossano e successivamente a S. CosmoAlbanese, il 79enne patriarca di Costantinopoli, con afianco il vescovo Oliverio, è stato accolto all’ombra delmaestoso e austero complesso di Sant’Adriano dalsindaco Salvatore Lamirata e ha ricevuto il calorosoabbraccio dei fedeli.Nel suggestivo chiostro del monastero il patriarcaortodosso ha messo a dimora un alberello di ulivo,simbolo di pace eauspicio di un rilancio delle relazionifra Italia, Grecia e Albania,portato da “Koroni”di Morea,la cittadina greca dalla quale molti esuli greco-albanesiarrivarono nel 1533 in Calabria, incrementando la giàpresente colonia albanofona di S. Demetrio, che dopol’Unità d’Italia aggiunse la denominazione di Corone.Nella splendida chiesa di Sant’Adriano, Sua SantitàBartolomeo ha inaugurato poi la suggestiva mostra di63 icone di artisti di nazionalità diverse, dal tema “La

resurrezione di Cristo”, organizzata dalla AIO(Assemblea interparlamentare ortodossa), cherimarranno esposte fino all’11 ottobre. Qui, tra i cantidel Troparo di S. Demetrio e Sant’Adriano eseguito dalcoro parrocchiale, Bartolomeo è stato accolto dalparroco della comunità, papàs Andrea Quartarolo, cheha illustrato i tesori custoditi nel sacro edificio e haricevuto in dono una icona realizzata dalla iconografaAnna Marinaro.Successivamente, nella sala teatro dell’attiguo Collegio,dopo la esibizione di un noto motivo tradizionaleeseguito dal gruppo di canti e danze “Lulet e rea”, èstato Virgilio Avato, da decenni molto attivo nel dialogotra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, a spiegare leragioni della visita con un puntuale e articolato discorsoin cui ha sottolineato più volte l’opportunità di avviareuna stagione di rapporti tra l’Arberia, la Grecia el’Albania, spiegando i motivi della tappa a Sant’Adriano,luogo dove è avvenuto simbolicamente il passaggio deltestimone fra gli antichi bizantini giunti nel VI secolo edi nuovi che raggiunsero questi stessi luoghi prima e dopola caduta di Costantinopoli.“Vi siamo grati, Santità, e vi ringrazieremo in eterno perla comprensione e vicinanza alla nostra comunità.Avete compreso che la nostra storia è una storiaparticolare, completamente diversa da quella venutasia creare con la nascita dell’uniatismo-ha ricordato l’altroAvato -E concludo dicendo che il rito bizantino in Italiaè presente ininterrottamente da oltre XV secoli e cheoggi, grazie al grande impegno del nostro amatoVescovo Oliverio, sta vivendo momenti straordinari equesta Vostra visita darà nuovo slancio al dialogo fra ledue Chiese”.Dopo i saluti del sindaco Lamirata, del vescovo diLungro e del segretario generale dell’AIO (soggettoorganizzatore dell’intero evento), Andrea Michailidis, èseguito l’affettuoso intervento del patriarca che, oltretutto,ha sottolineato “Siamo qui giunti fino a voi comepellegrini di antiche cose venerabili, vestigia sacre diun’epoca durante la quale questo luogo eracanonicamente unito alla nostra Chiesa orientale e quiprosperava il monachesimo ortodosso che ha dato nonpochi santi . Un luogo che è stato un rifugio spiritualedei cristiani di tutta la regione, e S. Nilo a Rossano, a S.Demetrio Corone e a Grottaferrata con il suo esempioilluminato ha segnato un modello indelebile, non solotra i contemporanei ma anche tra le generazionisuccessive”.

San Demetrio Corone. VISITA DEL PATRIARCABARTOLOMEO ITra ortodossi e cattolici niente piùbarrieredi Adriano Mazziotti

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Tragica morte di un operaio coriglianesenella BrianzaApprendiamo con grande dolore l’avvenuto de-cesso di un nostro concittadino di 49 anni, Car-mine Gabriele a seguito di un infortunio sullavoro avvenuto in Brianza, mentre scaricavamateriali edili. Era divenuto nonno da pocotempo.Noi tutti del giornale esprimiamo le nostre piùvive condoglianze ai familiari, mentre non na-scondiamo la rabbia di questo crescendo dimorti sul lavoro.

La raccomandazione del prof. CaraccioloIl prof. G. Caracciolo, ex sindaco di Rossano, amezzo stampa, recentemente, ha rimesso sultappeto vecchi problemi che l’ex Corigliano el’ex Rossano si portano almeno da cinquan-t’anni a questa parte e che hanno costituito ilcavallo di battaglia in occasione di ogni com-petizione elettorale. Stimiamo il prof. Carac-ciolo e lo ringraziamo per aver ricordato alnuovo sindaco della città unica quanto sta acuore ai cittadini di questo territorio. Ma siamoproprio sicuri che Cosenza e i suoi affiliati localici daranno l’autorizzazione a mettere mano al-meno alla sola 106 Jonica?

Il sindaco Stasi e la vicenda del Coman-dante LevatoE’ ormai notorio, essendo stato oggetto anchedi articoli sui quotidiani e periodici locali, ilfatto che il sindaco Stasi abbia tentato di defe-nestrare, nel mese scorso, il Maggiore avv. Ar-turo Levato da Comandante della PoliziaUrbana. Ebbene, pur non essendo addottoratiin questi giochi di prestigio comunali e politici,pensiamo che una ragione ci deve essere perarrivare a tanto. Di certo non saranno state

quelle due stupide anonime lettere pubblicateche avranno spinto Stasi a fare un passo cosìgrave.Dunque, quale il motivo? Solo Dio lo sa. Noi,da profani, possiamo fare soltanto congetturepiù o meno verosimili. Per fortuna il Viminale ha risolto il caso. Tutto èrientrato. Non è rientrato, invece, il disappuntodei coriglianesi che hanno visto nel tentativo didefenestramento un’offesa all’ex città. Nonsolo: è stato leso, inaspettatamente, il prestigiodi un professionista, titolare di quell’incarico di-rigenziale, che gode di stima e di fiducia daparte dell’intera popolazione. E qui, c’è d’ob-bligo sottolineare che il maggiore Arturo Levatoè avvocato, e, soprattutto, è stato un ex ufficialedell’Esercito Italiano, uno dei pochi fra noi chehanno servito la Patria in armi. Né bisogna sot-tacere che il Maggiore Levato proviene da unafamiglia che da quasi un secolo ha militato -econtinua a militare- nella Benemerita Arma deiCarabinieri. Una garanzia per tutti.Questa vicenda ha arrecato non poco dispia-cere per l’indifferenza dei rappresentanti cori-glianesi di minoranza e di maggioranza chenon ci risulta abbiano presentato nemmenoun’interrogazione al sindaco per chiedere i mo-tivi di questo grave tentativo. Nel silenzio,hanno dimostrato indifferenza o quanto menotacita acquiescenza. E gli onorevoli coriglia-nesi? Tacendo, hanno dimostrato solidarietà alsindaco Stasi.Ci domandiamo: è così che si difendono i coloridi Corigliano? Speriamo capiscano che così fa-cendo l’ex città di Corigliano ben presto è de-stinata a diventare la frazione di Rossano.

al.en.

BREVI

Quando la corruzione politica …Calabria e sanità10 Agosto 2019

Con nenia malinconica cantoLe disgrazie della terra calabraTerra soleggiata baciata dal mareCon fertili pianure e splendidi altopianiCon paesaggi naturali da mozzare il fiatoRicca di frutta e di fresco pescatoAbitata da sudditi e feudatariDove conta l’interesse del singoloDi fronte a quello della comunità

Eleggiamo politici corrottiAsserviti al malaffare e alle lobbyDediti siamo al servilismo per mantenere ilclientelismoNon discerniamo l’oligarchia dalla democraziaTutto è decaduto e l’armonia s’è spentaStrilla il corrotto politico di turnoAbbiamo sperperato le risorse sanitarieIl servizio sarà garantito“Supposte attorcigliate con rametti di rovi”Con esenzione ticket per tutti.

Luigi Visciglia

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A Schiavonea Pienone per I Briganti d’Otranto

Successo oltre le aspettative per la sesta edi-zione della “Notte della Taranta Città di Cori-gliano-Rossano” 2019. L’evento estivo più inascesa in questi anni, nel panorama locale, haricalcato le affermazioni delle annate prece-denti. Sabato 10 agosto, nella location del“Quadrato Compagna-Palazzo delle Fiere”, nel-l’area urbana di Schiavonea di Corigliano, la se-rata è stata un crescendo di canti e balli a ritmodi tarantella, taranta e pizzica salentina. Anima-tori e trascinatori dell’avvenimento i musicistidel gruppo “I Briganti di Terra d’Otranto”. Bandpopolare di caratura internazionale, giunta ne-anche a dirlo dal Salento, formata da 5 uominie 3 donne che hanno fatto letteralmente sobbal-zare la nutrita cornice di pubblico presente.Plausi e meriti per la riuscita della manifesta-zione canora e danzante all’associazione au-trice e promotrice “Musica Oltre le Barriere” byFrancesco Verardi. Iniziativa, inoltre, patroci-nata dal comune Corigliano-Rossano, regione,camera di commercio, sorretta sinergicamentedalla Proloco Corigliano, in collaborazione conRadio Calabria eStudio 85 e realiz-zata grazie al contri-buto fattivo didiversi partner com-merciali. Da anniormai anche sulloJonio coriglianese enon solo su quellosalentino, la “Nottedella Taranta” si stafacendo spazio asuon di consensi.Oltre ai residenti eai molti giunti dallezone limitrofe dellaprovincia, vanno

aggiunti turisti e vacanzieri che con laloro compartecipazione testimonianol’indice di gradimento del progetto. Gra-ditissimo l’immancabile percorso enoga-stronomico predisposto nei vari standcon le tradizionali bontà culinarie trapesce, cullurielli e fresa cunzata e tantealtre tipicità. Bene anche la riffa che met-teva in palio sei premi distinti tutti asse-gnati durante la serata. «Un enorme

grazie- affermano gli organizzatori- va al pub-blico che anche quest’anno ha scelto e graditolo spettacolo e che ci incoraggia alla prosecu-zione per l’avvenire. Impeccabile il gruppo “IBriganti di Terra d’Otranto” che ha generato mu-sica, balli e divertimento garantendo uno spet-tacolo degno della migliore tradizione popolaremeridionale. Grazie al coinvolgente sound tuttii presenti o quasi avrebbero ballato anche tuttala notte. Ci preme esprimere gratitudine all’am-ministrazione comunale, al sindaco ing. FlavioStasi e l’assessore al turismo e spettacolo dott.Tiziano Caudullo, a provincia regione Calabria,alla Pro Loco e agli sponsor che ancora unavolta ci hanno sorretto. Considerato il trend diapprezzamento e crescita, questa manifesta-zione per progredire in futuro avrà bisogno dimaggiore contributi e forze. L’appello va a chiha apprezzato il lavoro messo in piedi in questianni e desidera sospingere l’evento. Arrivedercialla prossima edizione con l’auspicio che possaessere ancora più seguita e travolgente».

Cristian Fiorentino

TARANTA DI SUCCESSO

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VALUTIAMO E DIFFONDIAMO I NOSTRIUOMIMI DI CULTURA

Lo spessore cul-turale del prof.Francesco Mara-dea rimane an-cora sconosciutodalla letteratura.<il suo nomeviene citato sol-tanto nelle lette-ratura calabresedi Antonio Piro-malli senza,però, entrare nelmerito comepoeta e scrittorecoriglianese.L’unico a lasciarci

notizie dettagliate è Francesco Grillo, un emi-grato coriglianese negli Stati Uniti. Purtroppo anche con l’opera del Grillo il Mara-dea non è citato dagli storici.Il Grillo ha dedicato molto spazio al suo amicoMaradea come si evince dal libro”Il poetadell’utopia Francesco Maradea. 1964”.Non si hanno più opere consistenti su Maradeaforse dovuto al vuoto culturale registratosi a Co-rigliano dall’ultima guerra sino ai nostri giorni,anche se si riscontra un risveglio, un interesse,una volontà di un gruppo di giovani professio-nisti- scrittori e studenti-a riscoprire i nostri uo-mini illustri del passato.E tra queste persone è da menzionare Enzo Cu-mino il quale riesce a proporci la conoscenzadi illustri coriglianesi. Ultimo lavoro riguardapropriamente Francesco Maradea.Il suo lavoroè senz’altro apprezzabile perché, cogliendo lospirito poetico di Maradea, è riuscito a tracciarealcuni itinerari storici trattati, in vena poetica,dal nostro poeta.Mi aspettavo di più nel senso che il Cuminofosse entrato nel merito delle opere di Maradeain modo più approfondito e storico al fine di ot-tenere una spinta maggiore verso un riconosci-mento dai critici e storici calabresi.Comunque va riconosciuto al Cumino per averevidenziato quadretti di alcune zone della vec-chia Corigliano in netto contrasto con le attuali.Infatti Il prof. Giulio Iudicissa, nella nota al librodi Cumino,afferma come”…la lettura del volu-

metto con esclusivo intento artistico-letterario,si ritrova, alla fine, ad avere anche rivisitato, ri-leggendo il Maradea, alcuni tra i siti più storicistorici del Centro e, senza nulla temere,eviden-zia il mortificante degrado in cui si trovano granparte di essi come “ i vasci” , evidenzia la fun-zione perduta dell’”acquanova”(Piazza del po-polo) e della “ gghiazza”, del ginnasio Collegio“G.Garopoli”,della collina del Calvario,di so-pralirto.Sono pezzi della nostra Corigliano, sono pezziche meritavano e meritano maggiori attenzionida parte delle Istituzioni non fosse altro per ri-spettare la memoria e il lavoro dei nostri avi.Data la loro importanza dovevano e dovrannocostituire oggetto di richiamo storico.Per Maradea hanno costituito motivi della suaarte poetica e sarebbe bastato che le sue intui-zioni, direi culturali perchè espresse nelle suepoesie, fossero state sfruttate, oso tale termineper meglio farmi capire, dicevo fossero statesfruttate per porle alle attenzioni della gente edegli intellettuali.Contestualmente, poi, porle all’attenzione deicritici e storici.Egli ha vissuto anche in periodi difficili e lo siapprende chiaramente nelle opere raccolte epubblicate nel 1920 con il titolo” Le canzonidella morte”, poi, successivamente le ritro-viamo nel 1927, nella seconda serie di “ Fogliesperse”.Il Cumino, a pagina 56, riporta soltanto la poe-sia dal titolo”La Dipartita”,accennando alla glo-ria agognata del Maradea e mai raggiunta.Sarebbe stato meglio e più opportuno riportarele altre poesia dal titolo” La campana dei cieli”,ritenuta dal prof. Rodolfo Pucci: Originale nelconcetto, circonfusa di mestizia, che tutto in-vade e comprende l’animo di chi legge;è poesiache fa fremere e piangere.In essa si rispecchia(-sono sempre parole delprof. Pucci riportate nel libro ”Poetica: Operaomnia”) ©, il fatale andare di molte anime, nondifformi dalla tua, o Francesco, che, nel conti-nuo errare pel mondo, cercano invano il mododi soddisfare le loro aspirazioni. Ineguali nelcombattimento, si accasciano: questi vinti dallalotta per la vita.E lo stesso Grillo che la ritiene: sinonimo della

Francesco Maradea

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31propria anima destinata a vivere il suo ciclo inun momento ostile e indifferenteSi ritiene pubblicare la poesia,pagina 149,DI SERAOra triste è la mia,quando il crepuscoloTutto d’ombre mi fascia in quattro mura;il pensier della Morte allor mi dominacol Nulla che sarà l’ombra futuraSparir per sempre! E’ questo il fato orribile,questa, fra tante, è la maggior sventuraDa’ tuoi reami, dopo un lieve transito,così mi scaccerai, madre Natura?Tu sola resti eterna;ed io,che in vitati feci bella de’ miei sogni, ahi misero,scenderò nella tenebra infinitas’annienterà questo mio spirto,comefuoco vampante, che si muta in cenere;e tutto sarà perso, anche il mio nomeE’ forse la più bella poesia dei “Canti giovanili”.Viene definita dallo stesso Grillo come:”…ca-polavoro d’arte e di sentimento, in cui il con-cetto e la forma traboccano in onda lirica e sifondono in connubio melodioso e perfetto…”.Nell’opera del Maradea, però, troviamo il su-peramento della sua tristezza e del suo scon-forto , convinto che nel tempo le sue creaturepoetiche trovassero il giusto riconoscimento e,quindi, per merito di opere egregie, raggiungerela sfera degli Immortali sfuggendo il greggedella mediocrità e della dotta ignoranza…cheanche oggi, purtroppo, si registra nella nostracomunità coriglianese.Lo spirito del poeta la riscontriamo nel volumedel Cumino a pagina 46 attraverso la poesia daltitolo:”Ambizione”. Lo riscontriamo pure inun’altra opera dal titolo”Sotto il castello”In proposito il Grillo così si esprime: Magnificoè il sonetto”Presso il castello” in cui evoca conla fantasia di una tiepida sera di primavera, , laincantevole figura di Antonietta, per la qualeaveva tanto fantasticato nella fanciullezza edimmagina ch’essa si aggiri entro il suo manierobaronale come una castellana al tempo dei tro-vadori.Giustamente ed opportunamente il Cumino loha bene rilevato nel suo volumetto a propositodel capitolo”Il castello), pagina 23.Un suggerimento potrebbe essere quello di leg-gere il sonetto sotto il castello.Alcune considerazioni sono necessarie, senzanulla togliere al volumetto del Cumino, ricono-scendogli ciò che il prof. Iudicissa ha eviden-ziato nella premessa e cioè:” è studioso al di

sopra di ogni sospetto, con buona padronanzadegli strumenti e delle tecniche di ricerca ed as-solutamente lontano dalla tentazione di scivo-lare nel mestiere…”Non può fuggirmi un passo del Iudicissa allor-quando afferma:”…al lettore non fuggiranno imotivi della poesia maradeana…”, e poi ancorapiù avanti”…tenendo presente il naturale con-vivere del nostro con i sentimenti forti della vitae della poesia, il tutto congiunto a solida culturaed a perizia nella tecnica del comporre, rendeil Maradea uomo credibile e poeta vero…”.E così termina:”…Da tale premessa discende labontà del saggio, che arricchisce la ricerca lo-cale e, nel contemplo, la stimola…”.La considerazione del prof. Iudicissa ha un fon-damento concreto perché riconosce l’arricchi-mento della ricerca locale. Anche il Cuminosottolinea come”…a livello locale, il Maradeaè ritenuto il più grande poeta coriglianese,mentre, per Cumino,la critica sta rivalutando laproduzione in lingua italiana, fermo restando ilsuccesso delle poesie in vernacolo.Gloria locale, sì, senza dubbio ed approvo latesi del Cumino e Iudicissa pur non condivi-dendo la “Gloria locale”.Allora è da chiedersi: Maradea, oltre al suc-cesso e alla “gloria locale”, ormai indiscutibili,riconosciuti anche dai critici locali, come Ar-cangelo Liguori, è possibile tentare di raggiun-gere, per meriti di opere egregie la metaagognata dal Maradea, cioè la sfera degli Im-mortali?Maradea non è, come definito dallo stesso“poeta degli occhi”, bensì poeta della “Naturae dell’Anima”.Il nostro poeta ritiene le sue opere:”sangue delmio sangue”Allora cosa pensare? Le opere del Maradea levogliamo ancora circoscrivere nel nostro terri-torio o vogliamo interessarci per ottenere quelgiusto riconoscimento dallo stesso poeta e scrit-tore agognato?Se siamo su questa seconda ipotesi invito i poetie gli scrittori locali a dare la disponibilità per unincontro culturale onde creare un Movimentodisponibile a raccogliere quanto più possibilenotizie e scritti su Maradea per, poi, organizzareun incontro culturale ad alto livello, uscendodai propri confini.. Il tutto per sottoporre all’at-tenzione dei critici e storici l’opera del Mara-dea.

Antonio Benvenuto

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