IL NOSTRO GIO' di MOTTOLA 4

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Maggio 2009 n. 4 Arrivederci Per noi tutti che siamo persone allegre e poetiamo non è difficile raccontare in rima quanto è da comunicare e lo facciamo proprio principiando, nell’anno scolastico che sta finendo, l’ultimo numero del giornalino sempre ricco e tanto carino. Come sempre succede, di ciò che inizia presto non si vede la sua conclusione e, forse, si crede che il tempo tuttavia passerà, per fede. E così che non sembra vero che un altr’anno è trascorso davvero fra le tante attività da svolgere e i parecchi nodi da sciogliere… ma pure questa è stata un’avventura stimolante avvincente e pura: un grazie a tutti/e voi, allora, e all’anno prossimo ancora! Prof. Virginia Mariani Giornalino scolastico interattivo della SS I grado “A. Manzoni” -“G. De Sangro” di Mottola (TA) "La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso, non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno." (M. Gandhi) "La vera scelta non e' tra non violenza e violenza ma tra non violenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come fratelli moriremo tutti come stolti". (Martin Luther King) "La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia, alla giustizia." (B. Spinoza) Ragazzi/e, ci siamo: anche questo anno scolastico sta per finire! Quante ne abbiamo passate, quante ne abbiamo fatte (e qualcuna si poteva anche evitare, vero?!...), quante ne abbiamo pensate vissute e raccontate in questo giornalino. In questo ultimo numero di maggio ci sono un sacchissimo di cose fra articoli, poesie, racconti…: avete lavorato proprio tantissimo, tanto che questo numero sembra un giornalibro! Ho cercato di accontentare tutti/e sia digitando personalmente alcuni testi e giochi sia attendendo qualche giorno in più rispetto alla scadenza i vostri ultimi contributi; chiedo scusa se, nonostante tutto, qualcuno o qualcosa è sfuggito. In questo numero troverete: a pag. 2 Ultime dalla scuola, a pag. 16 Il mondo e noi con importanti

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Maggio 2009 n. 4

Arrivederci

Per noi tutti che siamopersone allegre e poetiamo

non è difficile raccontarein rima quanto è da comunicare

e lo facciamo proprio principiando,

nell’anno scolastico che sta finendo,

l’ultimo numero del giornalinosempre ricco e tanto carino.

Come sempre succede,di ciò che inizia presto non si

vedela sua conclusione e, forse, si

credeche il tempo tuttavia passerà,

per fede.

E così che non sembra veroche un altr’anno è trascorso

davverofra le tante attività da svolgeree i parecchi nodi da sciogliere…

ma pure questa è stata un’avventura

stimolante avvincente e pura:un grazie a tutti/e voi, allora,e all’anno prossimo ancora!

Prof. Virginia Mariani

Avviso importantee ricetta vincente

Un anno è passatoe con voi abbiamo collaborato:

Antonio, Anna, Antonellala ricetta è sempre quella.

Aggiungete ai soliti ingredienti,e alle dosi state attenti,alunni molto studiosi,

docenti premurosie collaboratori volenterosi.

Impastate bene il tutto e, voilà,

Giornalino scolastico interattivo della SS I grado “A. Manzoni” -“G. De Sangro” di Mottola (TA)

"La felicità e la pace del cuore nascono dalla coscienza di fare ciò che riteniamo giusto e doveroso,

non dal fare ciò che gli altri dicono e fanno."(M. Gandhi)

"La vera scelta non e' tra non violenza e violenza ma tra non violenza e non esistenza... Se non riusciremo a vivere come

fratelli moriremo tutti come stolti".(Martin Luther King)

"La pace non è assenza di guerra: è una virtù, uno stato d'animo, una disposizione alla benevolenza,

alla fiducia, alla giustizia."(B. Spinoza)

Ragazzi/e, ci siamo: anche questo anno scolastico sta per finire!

Quante ne abbiamo passate, quante ne abbiamo fatte (e qualcuna si poteva anche evitare, vero?!...),

quante ne abbiamo pensate vissute e raccontate in questo giornalino.

In questo ultimo numero di maggio ci sono un sacchissimo di cose fra articoli, poesie, racconti…: avete lavorato proprio tantissimo, tanto che questo

numero sembra un giornalibro!Ho cercato di accontentare tutti/e sia digitando

personalmente alcuni testi e giochi sia attendendo qualche giorno in più rispetto alla scadenza i vostri ultimi contributi; chiedo scusa se, nonostante tutto,

qualcuno o qualcosa è sfuggito.

In questo numero troverete:a pag. 2 Ultime dalla scuola,

a pag. 16 Il mondo e noi con importanti approfondimenti,

a pag. 28 L’angolo della poesia che in questo numero è anche taaanti racconti,

e a pag. 46 Giochi e risate con un finale ‘musicale’.

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Un anno di giochi

Numerose sono state le manifestazioni sportive a cui hanno partecipato gli alunni della Scuola Media “Manzoni-De Sangro” nelle quali molti alunni e alunne hanno ottenuto importanti successi e gratificazioni.

Durante il mese di Novembre la scuola ha partecipato alle fasi interdistrettuali e provinciali di corsa campestre: in queste gare gli alunni Greco Leonardo e Scarano Giada hanno ottenuto il 2° posto, e l'alunna Lentini Carla ha vinto la gara ciascuno nelle rispettive categorie.

Successivamente le rappresentative scolastiche di pallavolo femminile e maschile e la rappresentativa di pallacanestro maschile hanno partecipato ai campionati organizzati nell'ambito dei giochi sportivi studenteschi.

In primavera si sono svolti i campionati di atletica leggera: qui i nostri alunni hanno ottenuto vittorie e piazzamenti molto interessanti: nella categoria cadetti/e (2° e 3° media) l'alunna Tinelli Graziana ha vinto la gara di salto in alto con la misura di 1,20; successivamente nella fase provinciale ha ottenuto la seconda posizione con un salto di 1,33 superandosi di ben 8 cm .e qualificandosi per la fase regionale. L’alunna Romanelli M.Vittoria e l'alunno Lentini Francesco hanno vinto la gara di lancio del giavellottino; l’alunno Coladonato Giovanni ha vinto la gara di

marcia a livello regionale, l'alunna Scarano Giada ha vinto la gara dei 1000 m. con un grande distacco, mentre l'alunna Lamarra Silvia ha vinto la gara di getto del peso, e con le compagne Amatulli Rosanna Pastore Loredana e Scarano Micaela hanno vinto la gara di staffetta.

Di seguito l’elenco degli/lle altri/e classificati/e: De Leonardis Sara 3° classificata corsa ad ostacoli, Lentini Carla 2° classificato 80 m.,Tinella Graziana, Toccagino Laura, Todisco Anna, DeCarlo Carla, 2° classificate staffetta, Todisco Anna 2° classificata getto del peso, Le Grottaglie Piero, 2° classificato corsa ad ostacoli, Mastromarino Michele 3° classificato 80 m., Pollino Marco 3° classificato salto in alto, infine Eramo Andrea, Pollino Marco, Mansueto Nicola e Mastromarino Michele, 2° classificati staffetta.

L'attività sportiva della Scuola sta proseguendo in questi giorni e tutte le classi sono impegnate nei tornei di pallavolo, pallacanestro, tiro alla fune, organizzati nell'ambito del progetto “Scuole Aperte”; inoltre si stanno completando le qualificazioni per la fase finale dei Giochi della Gioventù a cui parteciperanno una classe di 1°, 2°, e 3° media che saranno risultati vincitori nelle gare di istituto.

Prof. Vito Salatino

Le nostre paure nel sondaggio Ricordando alcune attività…

Secondo un sondaggio effettuato nella classe 2°G della scuola “De Sangro”

sulle paure. Il risultato è stato quello che la maggior parte delle ragazze, ben

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undici su quattordici, hanno affermato di aver paura del buio, dei ladri, mentre nove su quattordici degli incidenti.

Per quanto riguarda le paure o preoccupazioni per il futuro, molte, ovvero tredici ragazze su quattordici, hanno paura di non trovare lavoro e undici su quattordici di non piacere ai ragazzi; inoltre hanno paura dei problemi legati all’adolescenza, come la droga, l’alcol e le cattive amicizie.

Dei ragazzi, invece, sono cinque su otto ad aver paura dell’adolescenza e tre su otto ad aver paura del buio.

Poi c’è una piccola percentuale tra i ragazzi e ragazze ad aver paura dei vari tipi di animali, tra cui aracnidi e insetti, o mammiferi, come gatti, o anche uccelli oppure degli agenti naturali come il vento, il temporale e del fuoco. Ma attenzione! Da

non confondere con la paura dei fulmini che ha interessato una percentuale molto alta, ovvero venti persone su ventitrè presentano questa fobia.

Questo sondaggio è stato fatto in seguito allo

studio del genere horror. Potete ripetere questo esperimento nelle vostre classi e misurare le percentuali. Rabbrividite e divertitevi!

La scuola “De Sangro” il giorno 6 dicembre ’08 si è recata alla “Manzoni” per assistere ad uno spettacolo teatrale della compagnia Crest. Questo spettacolo è stato tratto dal romanzo di Antoine de Saint Exupery “ll piccolo principe”. È stato molto coinvolgente, appassionante e anche molto commovente. Parlava principalmente dell’amicizia e dell’altruismo e la compagnia teatrale, pur con elementi semplici e casalinghi, ha chiaramente evidenziato come i bambini riescono a capire i dettagli che ad un adulto possono sembrare futili.

La scena più commovente è stata quella in cui è avvenuto il dialogo tra la rosa e il principe, protagonista di questo racconto molto diffuso nella letteratura giovanile. Ma altrettanto straordinario è stato il momento in cui la volpe (uno dei personaggi) chiede al piccolo principe di addomesticarlo all’amicizia o quando il pilota dà da bere al fanciullo. Tutti i personaggi rappresentavano con fantasia ciascuno una virtù o un vizio umano.

Nonostante sia stato un po’ noioso per la gran parte degli alunni, la rappresentazione ha comunicato comunque un messaggio importante: l’importanza dell’ascolto e dell’accoglienza reciproca. Vi consigliamo di acquistare il libro e condividere con noi le stesse emozioni.

Mariancarmela Aprile IIG

Analizziamo il film: “il bambino con il pigiama a righe”-Anno di produzione: 2008.-Paese di produzione: Gran Bretagna, U.S.A.-Regista: Mark Herman.-Attori principali: Asa Butterfield, Zac Mattoon O'Brien, David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Richard Johnson, Sheila Hancock e Jim Norton.-Genere: Drammatico,storico.-Fonte letteraria: dall'omonimo romanzo di Jhon Boyne.-Luogo e tempo della vicenda: seconda guerra mondiale, 1940.-Trama:Bruno è un tranquillo ragazzo di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla loro comoda casa di Berlino, in un'area desolata in cui questo ragazzino solitario non trova nulla da fare e nessuno con cui giocare.

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… magari avresti voluto scrivere al giornalino e…Scrivi qui quali sono state le ‘cose’ più belle di quest’anno scolastico per te.

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Decisamente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignora le continue indicazioni della madre, che gli proibisce di esplorare il giardino posteriore alla casa e si dirige verso la “ fattoria” che ha visto nelle vicinanze.Lì incontra Shmuel, un ragazzo della sua stesa età che viva in un'esistenza parallela e differente dall'altra parte del filo spinato del campo di concentramento.L'incontro di Bruno con il ragazzo dal pigiama a strisce lo porta dall'innocenza a una consapevolezza maggiore del mondo degli adulti che lo circonda, mentre gli incontri con Shmuel si trasformano in un'amicizia dalle conseguenze atroci e terribili, poiché Bruno, per aiutare il suo amico a trovare il padre, entrerà nel campo scavando una buca, e qui verrà trucidato nelle camere a gas con tutti gli ebrei deportati, compreso Shmuel. I genitori arrivarono troppo tardi.-Altri personaggi:a)-principali: Bruno, Ralf padre, Elsa madre, Shmuel e Gretel sorella di Bruno.b)-secondari: Nonna e nonno di Bruno, tenente Kotler, Maria, Pavel, Herr Liszt il tutore.-Analisi della sceneggiatura dialoghi e scene-Il film è piaciuto: MOLTO.

- Che cosa è piaciuto in particolare?E’ piaciuto in particolare l'amicizia tra Bruno e Shmuel, poiché era qualcosa che nessuno poteva sciogliere. Infatti Bruno, ogni giorno, rischiava di essere visto dai suoi genitori mentre andava dal suo amico; invece Shmuel ha perdonato il tedesco anche se, in un’occasione, ha detto di non conoscerlo.- C'è una scena che ha particolarmente colpito? Perchè?Sì, c'è una scena che ci ha colpito in particolare, e cioè quando Bruno è entrato nel campo di concentramento, in seguito è stato ammazzato nella camera a gas con il suo amico Shmuel e tutti gli altri

ebrei. Egli era entrato per ritrovare il padre dell’amico ebreo, scomparso nel nulla.Questa scena ci ha toccato particolarmente, poiché è stata quella più drammatica, che ha fatto piangere persino il nostro cuore e lo ha spezzato in due.Credo che non dimenticheremo mai quell'episodio, ne siamo più che certi.- E quale personaggio? Perchè?Invece il personaggio è sicuramente Bruno sia perchè è un ragazzo coraggioso, che non teme nessuno, che non ha paura di niente; e sia perchè è un ragazzo buono e tenero che non si fa influenzare dalle cattive voci su conto degli ebrei, anzi, lui va contro queste opinioni, scegliendo tutto ciò che gli dice il suo cuore. III E

Il Progetto “ Natural... mente scuola”:come l’abbiamo vissuto, dall’inizio… alla conclusione

Noi ragazzi della III F, stimolati e guidati dalla professoressa di Scienze, Carla Lattarulo, abbiamo partecipato a un progetto di educazione ambientale promosso dalla maggiore industria aeronautica italiana: “Alenia”. Questo progetto, rivolto ai ragazzi delle scuole medie inferiori di Taranto e provincia, aveva la finalità di avvicinare i giovani ai temi fondamentali

dell’educazione ambientale e della tecnologia. Il progetto chiedeva agli studenti di realizzare una storia proiettata nel futuro e poi trasformarla in fumetto.

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Noi abbiamo scritto la storia e ci siamo “visti” tra vent’anni come dei professionisti impegnati in ruoli determinanti nella crescita e nella evoluzione del nostro paese con l’uso di tecniche e strategie attente e rispettose della natura e dell’ambiente.Per trasformare la storia in un fumetto abbiamo chiesto la collaborazione dell’istituto Lentini di Mottola, e precisamente degli alunni della IV A dell’indirizzo tecnico pubblicitario, guidati dalla professoressa Tiziana Recchia. Tra tutti i lavori solo sei sono stati ammessi alla fase successiva del concorso, tra cui il nostro. Il 20 marzo ci siamo recati presso lo stabilimento di Grottaglie: siamo stati ricevuti nell’aula magna, dove erano esposti tutti i lavori, e ci hanno messo a disposizione un gustosissimo e abbondantissimo “welcome coffee”. Dopo questa splendida colazione abbiamo visitato gli impianti, guidati da ingegneri giovani e competenti che lavorano in Alenia e che hanno soddisfatto le nostre curiosità attraverso risposte e spiegazioni semplici ma complete. Una volta terminata la visita agli stabilimenti siamo tornati nell’aula magna, dove ci attendevano le Autorità Locali tra cui il Provveditore agli Studi di Taranto e il Direttore delle Comunicazioni di Boeing Italia che ci hanno parlato del progetto, di noi ragazzi e dell’importanza della salvaguardia dell’ambiente. Dopo tutti questi interventi, è arrivato il momento che attendevamo tutti ansiosamente: la premiazione. Incrociando le dita speravamo tutti nella vittoria, ma la commissione dell’Alenia ha assegnato il primo posto alla classe 1°B dell’Istituto Salvemini di Taranto che ha vinto un viaggio di istruzione a Napoli, al secondo posto la 3°D e la 3°F dell’Istituto Giovanni XXIII di Palagiano, al terzo la 3°C dell’Istituto Shkanderbeg di Faggiano, al quarto la 3°F dell’Istituto Manzoni di Mottola, al quinto la 2°E dell’Istituto Giovanni XXIII di Palagiano e, l’ultimo, alla classe 3°B dell’Istituto Bettolo di Taranto. Inoltre, c’è stato un riconoscimento speciale per la scuola “L. Da Vinci” di Monteiasi.

A tutte le classi è stata regalata una busta piena di gadgets, tra cui le locandine “Tra terra e cielo” e i promozionali Alenia e Boeing.Prima di ritornare ognuno nei rispettivi

paesi ci è stato chiesto di compilare il “Welcome Book” con i nostri pensieri, le nostre considerazioni e quello che ci aveva

insegnato.Partecipare a questo progetto e realizzarlo ha rappresentato per noi motivo di grande entusiasmo. Infatti, è stato interessante per noi cercare e raccogliere il materiale necessario e poi elaborare il progetto.Inoltre, questo lavoro, ci ha permesso di approfondire le tematiche dell’inquinamento e della tutela dell’ambiente, temi questi fondamentali nella ricerca e nello sviluppo delle future tecnologie e che non possono non interessare proprio noi ragazzi, che abiteremo la Terra nel prossimo futuro.Insomma, questa esperienza ha profondamente segnato la nostra vita scolastica, ci ha uniti, ha consolidato amicizie, ha stimolato lo spirito di gruppo e ha fortificato la consapevolezza che il nostro futuro dipende anche da come e da quanto sapremo tutelare la nostra meravigliosa Terra. Siamo inoltre felici e orgogliosi che il nostro Preside, prof. Ferdinando Brienza, abbia ufficialmente apprezzato l’impegno che abbiamo profuso in questo progetto e infatti, in una circolare, si è così espresso: “…colgo l’occasione per conferire nota di merito nei confronti della classe 3^F, ben distintasi nel concorso Natural…mente scuola, sotto la professionale e valida guida della prof.ssa Carla Lattarulo”.

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La 3^F tra le classi premiate dall’Alenia aeronauticanel progetto “Natural… mente scuola”

Venerdì 20 novembre, presso lo stabilimento di Alenia Composite a Grottaglie, si è tenuta la cerimonia conclusiva del progetto di educazione ambientale “natural…mente scuola”, nel corso della quale sono state premiate le classi che, con i loro lavori, giudicati da una commissione scientifica, si sono classificate tra le prime sei:

- 1^ B scuola “Salvemini” Taranto: “Un futuro tutto verde”;

- 3^B scuola”Bettolo” Taranto: “La città possibile”;

- 2^E scuola “Giovanni XXIII” Palagiano: “Palagiano Ecologic Tour”;

- 3^F scuola “Manzoni” Mottola: “Yes I can, yes we can”;

- 3^D-3^F “Giovanni XXIII” Palagiano: “Naturalmente viaggiare”;

- 3^C scuola”Shkanderberg” Faggiano: “Il diario di Sara”

Tale iniziativa ha interessato 590 classi di 37 scuole medie coinvolgendo oltre tredicimila studenti!!!Attraverso questo progetto, voluto, ideato ed impostato dalla maggiore industria aeronautica italiana: L’Alenia, “Best in class” nello sviluppo delle tecnologie e nella gestione dei processi industriali dei materiali compositi, e da The Boeing Company: principale industria aerospaziale nel mondo, si è voluto evidenziare che “coniugare la grande impresa con un più progredito rispetto ambientale è Mission : possibile”.Le due società che sono da tempo impegnate in questa sfida, infatti collaborano nel progetto di costruzione del 787 Dreamliner ”, hanno inteso coinvolgere i giovani della scuola per avvicinarli sempre più alla salvaguardia ambientale e all’innovazione tecnologica e per rafforzare nelle giovani menti l’importanza dei comportamenti individuali ai fini della tutela ambientale.Accolti dal direttore dello stabilimento, dott. Aurilio, una festosa folla di alunni e insegnanti ha “invaso” l’Alenia, per una visita guidata nei capannoni finalizzata a seguire le fasi di costruzione della fusoliera di questo “futuristico” aereo.Successivamente, nell’aula magna, le autorità si sono congratulate con alunni e docenti manifestando la propria soddisfazione per come si è sviluppato il

progetto. In particolare il direttore delle

relazioni di Alenia, Pietro Capogreco, ha affermato che “oggi tutti i partecipanti sono vincitori”. Sono seguiti gli interventi della dott.ssa Basile dell’Ufficio Scolastico, dell’assessore Raffaella Quaranta per la provincia di Taranto e del sindaco di Monteiasi, Anna Rita Leone. Il primo cittadino di Grottaglie, Raffaele Bagnardi, si è augurato che l’iniziativa possa proseguire nel tempo e ha sostenuto che “le istituzioni si devono impegnare a non deludere questi giovani nelle loro richieste ambientali e di vivibilità”.

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Qualche notizia sull’Alenia e sul 787

La maggiore industria aeronautica italiana: L’Alenia, “Best in class” nello sviluppo delle tecnologie e nella gestione dei processi industriali dei materiali compositi, collabora con The Boeing Company: principale industria aerospaziale nel mondo, per la costruzione del 787 “Dreamliner”, soprannominato anche “aereo di plastica” perché costituito principalmente da una resina che impregna le fibre di carbonio.Questo aereo viene prodotto “a pezzi” in diversi paesi del mondo ( 25% in Europa) ed è assemblato negli Stati Uniti. L’Alenia aeronautica, nello stabilimento di Monteiasi – Grottaglie (a pochi chilometri da casa nostra!!!), realizza parte della fusoliera, utilizzando una tecnologia rivoluzionaria: “one piece barrell”, un pezzo unico che consente di

avere tempi di costruzione più rapidi (con meno emissioni e minore consumo energetico)

costruire aerei più leggeri e che quindi fanno consumare di meno;

produrre scarti in quantità inferiore rispetto agli aerei convenzionali (e tutti riciclabili!);

ottenere una migliore qualità finale.Tutto questo grazie alla fibra di carbonio, una specie di nastro adesivo largo 12mm e spesso 0,2 mm., che viene avvolto secondo inclinazioni diversificate, mediante un enorme tornio, intorno ad un calco.La “Clean Room”: stanza pulita che consente di eseguire questa operazione in un ambiente privo di polveri, di possibili contaminanti ambientali e ad una umidità costante, è un ambiente all’interno dello stabilimento ed è grande quanto un hotel a… 3000 stanze!

E…. non finisce qui!Il

nuovo stabilimento Alenia di Grottaglie – Monteiasi che occupa una superficie estesa quanto 12 campi da calcio (80.000 mq), è stato costruito ampliando una struttura preesistente di 40.000 mq, e l’edificio, pur essendo molto

esteso, crea un minimo impatto ambientale, grazie alla forma, alla struttura e al colore…blu come il cielo. La consapevolezza della importanza degli alberi e del loro ruolo insostituibile nell’assorbimento delle emissioni di CO2, ha fatto sì che gli oltre 300 alberi di ulivi secolari che si trovavano nell’area dove è nato lo stabilimento, siano stati reimpiantati nei dintorni o nelle aree scoperte della struttura.Tale realtà costituisce una grande risorsa per il nostro meridione, tanto bistrattato per la mancanza di “prospettive” per i giovani!!!Anche perché il personale (ingegneri e operai) che lavora in questa realtà avveniristica, è tutto rigorosamente della zona!

Le immagini che accompagnano gli articoli sono il frutto del lavoro della classe III F con la IV A

dell’Isitituto “Lentini guidate dalla prof. Tiziana Recchia, nella foto qui sopra.

Conferenza sulla droga: ottima iniziativa a Mottola

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A Mottola, in provincia di Taranto nella sala ricevimenti “La Pentima“, giovedì 12 marzo 2009 è stata organizzata una conferenza per tutti i ragazzi della SMS “A.Manzoni - G. De Sangro” e la scuola superiore Lentini - Einstein per chiarire meglio tutte le cause principali del consumo di droga. È stato molto interessante anche per le testimonianze fatte da alcuni ragazzi provenienti da una comunità chiamata “La Finestra”.

Hanno raccontato la loro storia con grande coraggio e hanno affermato tutti che non è facile uscirne. Inoltre hanno cominciato molto presto, alla nostra età, e ci hanno consigliato questo:<< Non sprecate la vostra vita per queste stupidaggini, dovete essere coraggiosi e se, entrate nel giro,chiedete immediatamente aiuto altrimenti può essere troppo tardi.>> Abbiamo conosciuto alcuni dei tanti ragazzi che, grazie alle comunità, sono riusciti ad abbandonare questo grave problema,ma ce ne sono altrettanti che muoiono:perciò la polizia e le guardie di finanza si sono impegnati a fare di più per non mettere in pericolo la vita di altri ragazzi.

I progressi ci sono stati, infatti a Padova c’è una discoteca analcolica dove se si è ubriachi non si può entrare.

Le dichiarazioni dei ragazzi:<<Siamo contenti di questo perché altri come noi, che vogliono solo divertirsi, possono farlo senza correre rischi; vorrei tanto che fosse aperta per sempre>>.

Da queste dichiarazioni, quindi, ci aspettiamo di avere sempre meno drogati, alcolizzati, ma ragazzi con un futuro.

10 BUONI MOTIVI PER DIRE“ NO “ ALLA DROGA

1- No alla droga perché crea dipendenza;2- No alla droga perché si rischia la vita; 3- No alla droga perché si procurano danni al corpo e alla mente;4- No alla droga per continuare a sorridere e a vivere;5- No alla droga per non perdere anche la libertà fisica;6- No alla droga per non rovinare se stessi e gli altri;7- No alla droga per non vivere in solitudine;8- No alla droga per non creare serie problematiche alle famiglie;9- No alla droga per non imparare a rubare;10- No alla droga per non diventare egoisti.

III E

8La biblioteca di Mottola, nella persana

della Dott. Consiglia Mosca, ringrazia la IIIG e coloro che hanno donato libri per

la biblioteca della comunità.

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I MIEI PRIMI DODICI ANNI

Salve! Mi chiamo C. e sono nata a Mottola, in provincia di “TA”, il 7 Aprile 1996. Frequento la classe 2^D e ho tanti amici. Vi racconterò i miei primi dodici anni, partendo da quando sono nata a oggi.

Appena nata ero molto piccola, voi ora direte che è normale, ma mi dicevano che ero molto, ma molto piccola. Quando ero una bambina dormivo sempre, mangiavo, ma quando mangiavo mi addormentavo subito. 1° COMPLEANNOIl giorno del mio compleanno la casa era piena di parenti: nonni, zii, cugini, la tavola era piena di dolci, bevande e altre cose da mangiare. Mamma e papà scattarono molte foto, davanti alla torta e con gli invitati. Indossavo un maglioncino colorato e un pantalone bianco e dicevano che ero molto carina con quel completino.IL MIO BATTESIMOIo sono stata battezzata dai miei zii: loro sono i genitori di F. e anche dei miei altri due cugini G. e A. Io, il battesimo l’ho fatto quando avevo solo 16 mesi e l’ ho festeggiato nel ristorante la “NUOVA FONTANA”. Ho avuto molto regali tra cui: un bracciale d’oro, due collanine. Mi hanno detto che si sono molto divertiti.2° COMPLEANNOIl mio secondo compleanno l’ho festeggiato alla stessa maniera sapendo scartare i miei regali, perché ero un po’ più grandicella. Il mio completino per quest’occasione era di color celeste,la novità era rappresentata dalla presenza di un fratellino di nome G.LA CONFESSIONEIo ho fatto la confessione quando avevo otto anni, precisamente frequentavo la 3^C della scuola primaria. Ero molto emozionata, però alla fine ce l’ho fatta.LA MIA PRIMA COMUNIONEIl giorno della mia prima comunione è stato il 14/05/06 ed era il giorno dopo la festa della mamma. Quel giorno mi vestii molto elegante, indossavo una maglietta a giro più uno scaldacuore e avevo una gonna; il completo era di colore rosa. Sopra al completo avevo la tunica bianca e in testa una coroncina, i capelli erano molto ricci. Quel giorno sono stata la prima fra tutti i miei compagni a prendere la prima comunione. La sera ho festeggiato e c’erano i miei parenti. Ho avuto tanti soldi. Mi sono molto divertita.1° ANNO DI SCUOLA SECONDARIASono capitata nel corso “D”, dove ho ritrovato solamente due compagne della scuola primaria: G. e C. Sono capitata anche insieme a mia cugina F. e a una amica, “vicina di casa”, di nome G. Il secondo giorno di scuola, alla 4^ ora venne la prof. Di inglese, la “Di Cesare”, la quale disse che eravamo una classe “raddoppiata”, cioè alcuni cognomi erano e sono uguali. Ero contenta di essere capitata in quella classe ed ero felice di aver conosciuto altri amici.2° ANNO DI SCUOLA SECONDARIASono contenta di essere stata promossa, pensavo di andare male e di conseguenza di essere bocciata. Invece no. Quest’ anno abbiamo una nuova prof. Di matematica: secondo noi, è molto brava, paziente e spiega molto bene.

Salve, sono F. e sono nata a Mottola il 9 marzo 1996.Ora vi racconterò alcuni episodi più importanti della mia vita o meglio dei miei primi dodici anni.IL MIO 1° E 2° COMPLEANNOIl giorno del mio 1° compleanno la casa si riempì di gente: nonni, cugini, zii e amici. Ricordo quel giorno dalla testimonianza delle foto nel mio album. Quel giorno avevo un po’di febbre, ma ho festeggiato ugualmente indossando un bel vestitino bianco e blu.Al mio secondo compleanno c’erano le stesse persone, solo che ricevetti più regali del compleanno precedente. I miei genitori mi regalarono un peluche morbidissimo, che chiamai Teddy, di colore beige con un fiocchetto rosso al collo. Appena lo scartai non smisi più di abbracciarlo.D’allora siamo inseparabili. Quel giorno indossai una gonna di velluto rosso con un maglioncino bianco.IL MIO 1° ANNO D’ASILO

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Il mio 1° anno d’asilo non molto volentieri, ovviamente i primi giorni alcuni bambini piangono ed io feci lo stesso per la prima settimana.La settimana successiva, quando iniziai a conoscere i miei compagni, feci amicizia con una bambina bionda, di nome I. , e da quel giorno siamo rimaste molto amiche. IL MIO 1° ANNO DI SCUOLA ELEMENTAREIl mio 1° giorno di scuola elementare ero emozionata. Entrata in classe mi sedetti vicino a I., la mia amica dell’asilo. Conobbi molte altre bambine: R., E., G., C., S. e M.Finita la scuola tornai a casa e raccontai la meravigliosa giornata, seduti nei banchi di scuola, ai miei genitori.LA 1° MEDIA Quella mattina mi svegliai ancora più emozionata della 1^ elementare. Mi lavai, mi vestii e corsi a fare colazione. Mia madre mi accompagnò a scuola. Per strada ripensai a qualche giorno prima in cui andai a vedere in che classe sarei capitata, ma i tabelloni dicevano che non mi sarei trovata con Ilaria, rimanendoci molto male. Però, appena arrivai in classe, io mi sedetti con Antonella, noi due ci conoscevamo dalla 5^ elementare. Fu un anno piacevole, ma io e I. non siamo più amiche come un tempo!

Sono G. e sono nato ad Acquaviva delle Fonti l’11 Dicembre 1996.Sono nato prematuro perché la mia nascita era prevista a fine Gennaio. Pesavo solo 2 Kg. Ed ero lungo 45 cm. Ma dopo il primo mese ho recuperato alla grande.Dopo 21 mesi è nata mia sorella e addio coccole per me, ho cominciato a fare il fratello maggiore.A 3 anni ho cominciato ad andare all’asilo e mi ha seguito la maestra A.Qui ho conosciuto tanti bambini, ma io preferivo sempre giocare a casa con i miei giochi e i miei animaletti. Io ho sempre avuto a casa cani e gatti.A 6 anni ho iniziato la scuola elementare e già mi sentivo più grande perché c’erano più

maestre e più amici. Dei compagni dell’asilo non ce n’era neanche uno. In questi 5 anni di scuola elementare ho imparato a leggere e a scrivere e ho anche conosciuto una lingua straniera: l’inglese.In 3^ elementare ho fatto la prima confessione e l’anno dopo la prima comunione nella Chiesa di San Giuseppe Lavoratore, dove sono stato anche battezzato. Alla fine della 5^ elementare abbiamo festeggiato con gli insegnanti.

Dopo l’estate ho cominciato a frequentare la scuola media dove ho conosciuto nuovi amici e insegnanti che mi hanno accompagnato fino ad

oggi, che sono in 2^. Le mie professoresse le trovo molto competenti e preparate e non le vorrei affatto cambiare.

IIDLa nostra favolosa... 1^C

C’era una volta una giovane coppia che aspettava due piccole gemelle e dopo tanto sacrificio arrivarono al mondo. Una si chiamava Paola e l’altra piccola fanciulla Angela .Le due diventarono subito delle bellissime bambine che però non riuscirono ad entrare in una scuola adatta a loro .

Un giorno si ritrovarono in un grande piazzale ed era proprio quello della scuola “A.Manzoni” .Attesero parecchio prima di sentire il proprio nome pronunciato dal preside Ferdinando Brienza .Egli apparve subito un ottimo preside, in grado di tenere a bada i ragazzi di quel plesso. Finalmente udirono il proprio nome e quando se ne resero conto saltarono dalla gioia e corsero subito nello spazio, dove, poi, vennero chiamati altri ragazzi.

Tutti si radunarono nei rispettivi posti e vennero accompagnati in classe dal professore Vito Quinto, un professore simpatico e adatto per fare italiano perché molto preciso.I ragazzi, compresi Paola e Angela conobbero tutti i professori: la professoressa Rella Angela che insegna storia e geografia simpatica,raffinata e meticolosa nella spiegazione.La prof.ssa Angela D’Onghia educata, cordiale e molto precisa nella spiegazione e adatta nelle uscite didattiche perché molto responsabile e oltre ad insegnare Matematica, Geometria e Scienze è la nostra coordinatrice di classe.La prof.ssa Acquaro che insegna tecnologia sempre molto cortese. La

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prof.ssa Patronelli insegnante di Musica, seria nel suo lavoro ma al tempo stesso gentile. La prof.ssa 11onelli molto spiritosa che insegna Inglese e ci tiene molto nella precisione sulla pronuncia.Il professor 11onelli di Arte e Immagine serioso nel suo lavoro e nella spiegazione, ma anche spassoso e divertente. Il professor Salatino a volte autorevole ma quasi sempre Brioso che insegna Scienze Motorie. La prof.ssa Antonicelli di Francese sempre molto amabile, desidera che i nostri lavori siano eseguiti con precisione. La prof.ssa Putignano insegna religione e ogni giorno vuole il Libro Sacro, quaderno e libro. Ma sempre responsabile e giusta.

P. e A., dopo aver conosciuto i professori, fecero subito amicizia con i compagni di classe: conobbero coetanei simpatici e altri antipatici, però vollero bene a tutti. Complessivamente nella classe erano in 28 ognuno con i propri pregi e difetti.

In un primo momento a P. e ad A. i ragazzi della 1^C non piacevano, ma dopo qualche tempo A. conobbe un ragazzo, era biondo con gli occhi celesti.Paola, invece, rimase sola a pensare con le sue amiche chi fosse il bello della classe, ma non le interessava nessuno. Dopo alcuni mesi in occasione delle vacanze natalizie tutta la classe con i professori si riunirono e giocarono a tombola, mangiarono il panettone e il presepe di cioccolata e così trascorrendo le ore felicemente le due sorelle finalmente andarono a scuola insieme e vissero felici e contente con i compagni e i professori.

Angela Caforio IC

Il viaggio d’istruzione a Amalfi

Il giorno 09/05/09, alle 5.30, ogni alunno/a accompagnato/a dai propri genitori è andato presso il plesso “De Sangro” ad aspettare i pullman per poter partire per Salerno e poi andare ad Amalfi. Durante il viaggio nel pullman ci siamo divertiti molto anche perché la mia classe era su un solo pullman mentre le classi 2^E e 2^F erano in un altro pullman molto più grande. C’era molto traffico e per questo siamo arrivati alle 10.35. Con le guide turistiche siamo entrati nella villa comunale dove ci hanno descritto una statua. A Salerno abbiamo visitato il Duomo che all’esterno aveva delle statue di animali come il leone che combatte con il cane; all’interno c’erano tanti dipinti, la bara di San Matteo e la cosa che mi è piaciuta di più è stato il portone d’ingresso, fatta di bronzo e colorata di verde.

Poi siamo tornati nella villa comunale per consumare il nostro pranzo al sacco e ne abbiamo approfittato per giocare un po’. Poi siamo ripartiti a piedi per andare a

prendere il traghetto dal porto per andare ad Amalfi. Dopo aver percorso quasi 1km a piedi siamo finalmente arrivati al traghetto. Durante il viaggio ci hanno spiegato che le coste erano alte e frastagliate. Per arrivare ad Amalfi abbiamo impiegato 3 quarti d’ora e non è stato noioso. Ad Amalfi abbiamo fatto shopping, ma solo per 30 minuti, e abbiamo visitato la chiesa Egiziana con 62 scale prima

dell’ingresso. La gita volgeva al termine, infatti col

traghetto siamo ritornati a Salerno e da lì abbiamo preso il pullman per il viaggio di ritorno.

Francesco Aloisio IIG

Mottola, 16/03/2009 Cara signora Rawling,ho terminato da poco di leggere un suo libro e ho sentito il bisogno di scriverle per conoscerla e per sapere meglio cosa l’ha spinta a scrivere la storia di Harry Potter.I suoi romanzi mi sono piaciuti molto soprattutto il primo Harry Potter quando inizia a frequentare la scuola di Hogworts dove conosce nuovi amici ed entra nella sua “nuova casa”.

Apprezzo molto la sua fantasia sia nel descrivere i protagonisti sia dei luoghi dove sono ambientate le storie e mi dispiace tanto che ha deciso di non scrivere e fermarsi al settimo volume.

Avrei preferito che ne scrivesse altri. Adesso la saluto con affetto. Il suo ammiratore, Giovanni Carriero IID

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Un’esperienza indimenticabile:

“Alla riscoperta del libro “ PON 2008/2009

Oggi ho deciso di parlare della mia passione più grande, quel vivo desiderio che occupa quasi tutta la mia giornata: leggere. Io amo leggere, adoro divorare i libri, soprattutto quelli di avventura e i gialli, insomma mi piace leggere tutto anche le etichette delle bottiglie. A volte, quando la notte non riesco ad addormentarmi, prendo uno dei tanti libri che ho e lo leggo in un minuto.

La notte mi piace leggere i fumetti, in particolare quelli di Paperino, perché sono divertenti, colorati e molto coinvolgenti. Questa mia grande passione l’ho trasmessa anche a mio fratello, che ha appena otto anni e legge come un bambino di dieci anni. Anche lui colleziona libri, fumetti ed io li prendo e li leggo. Dai racconti di mamma e papà, ho capito che sin da piccolina avevo questo dono, sin dall’ asilo insegnavo ai miei compagni di classe a leggere, certo sempre come può fare una bambina di quell’ età. Secondo me, queste passione è stata favorita dal fatto di saper parlare bene, anzi! Parlare è semplicemente favoloso! La scuola, inoltre, ha potenziato questa mia innata adorazione per quel magico mondo di libri che ci circonda.

Proprio alcuni mesi fa, la professoressa di lettere mi ha dato una notizia a dir poco fantastica: erano quasi le 9 e la prof.ssa ha iniziato a parlare di un certo concorso, che si chiamava Fieralibro. La nostra scuola vi ha partecipato attraverso un progetto PON, intitolato “ Alla Riscoperta del libro “. Quando ho sentito libro ho pensato “Devo proprio partecipare! “Inizialmente ho creduto che a questo concorso potevano partecipare tutti, insomma chiunque poteva iscriversi. Però poi ascoltando il resto del discorso, ho capito che potevano partecipare solo gli alunni che amavano tanto leggere e rappresentavano l’ eccellenza in campo letterario. Quindi la prof.ssa ha ritenuto opportuno scegliere proprio me! Si, io che dovevo partecipare a un concorso! Ero

felicissima, anzi di più, ma allo stesso tempo ancora non ci credevo. Dopo essere stata selezionata sono stata informata sulle modalità del torneo.Intanto è stato un concorso a livello nazionale, hanno partecipato tutte le scuole secondarie di 1° grado di Italia e consisteva nel leggere 82 libri. Tramite internet (perché questo è stato un concorso online) ci venivano forniti dei giochi. L’obiettivo di questo torneo era potenziare la lettura giocando. Comunque più che giochi sono stati dei veri e propri rompicapo: si doveva avere molta pazienza

per risolverli. Il torneo era diviso in fasi, chi riusciva a risolvere i giochi in maniera perfetta passava alle fasi successive, finché non si arrivava alla finale, che si giocherà a Torino. Noi che rappresentavamo Mottola, abbiamo superato non con molta facilità le fasi. I giochi che facevano parte della

prima fase del torneo sono stati abbastanza difficili. Nel primo gioco ci venivano forniti gli incipit della prima pagina di quindici libri, dovevamo trovare i titoli dei libri che comprendevano i quindici inizi. Questo gioco l’ abbiamo risolto con successo. Il secondo gioco ci presentava dei personaggi, che potevano essere i protagonisti, gli antagonisti… e dei luoghi. In base a questi dovevamo abbinare il personaggio di un libro con il luogo corrispondente e anche questo lo abbiamo risolto con facilità. Il terzo gioco era molto difficile: ci venivano distribuiti una quindicina di pezzi che corrispondevano alla parte iniziale, lo svolgimento o alla conclusione di ogni libro. Per questo gioco abbiamo impiegato un po’ di giorni ma alla fine lo abbiamo risolto. Il quarto gioco consisteva in una griglia dove dovevamo cercare di individuare delle coppie di nomi che si incrociavano in modo verticale, obliquo e orizzontale e scrivere il titolo del libro a cui appartenevano. Aldilà di questo, questi giochi hanno coinvolto a tutti noi corsisti, personalmente mi sono proprio emozionata.

Ed è proprio per l’ entusiasmo che abbiamo tutti dimostrato in questo torneo, che la professoressa Scarano Angela, la professoressa Scarano Giuseppina e il nostro caro Preside, dopo averci consegnato una cartellina con una penna e un block notes da conservare, hanno deciso di farci scegliere un libro che durante il corso del

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torneo ci aveva appassionato, per poi regalarcelo. Dopo tutto, ci siamo divertiti tanto, perché le nostre professoresse ci hanno saputo guidare in modo molto responsabile in questa avventura.

Spero che questa esperienza, un giorno si possa ripetere, perché è bello imparare a leggere, giocando!

Marilena Lomartire IIC

Progetto PON: alla riscoperta del libroQuest’anno la mia scuola ha

partecipato, nell’ambito dei progetti PON, al concorso “Libringioco”, indetto da “Fieralibro” per la “Fiera internazionale del libro di Torino”. Ogni scuola partecipante al concorso, per poter giocare a questo torneo di lettura on-line, doveva necessariamente acquistare gli 82 libri elencati nel regolamento e sui quali erano basati i vari “giochi” (prove) da superare.

Il concorso era diviso in tre fasi, oltre la fase finale (da svolgersi a Torino, in occasione della “Fiera del libro”, a Maggio) e una fase “bonus” facoltativa, riconosciuta solo a coloro che, alla fine della seconda fase, risultano tra i primi trenta in graduatoria. Ogni fase era composta da diversi “giochi” o prove rigorosamente basate sugli 82 libri da leggere, che man mano che si risolvevano, diventavano sempre più difficili: ad esempio, il primo gioco (“Chi ben comincia”) consisteva nell’individuare il titolo del libro in base al suo

incipit e l’ultimo, più difficile, (“Agenzia libri in viaggio”) consisteva nell’individuare il libro in base alla descrizione di un luogo presa da esso (della quale, però, venivano omessi tutti i nomi e i particolari più specifici).

La mia scuola ha partecipato al concorso attraverso un gruppo di alunni, scelti uno per ogni classe della scuola e seguiti dall’ insegnante Scarano G. e dall’insegnante Scarano A., come tutor. Purtroppo, però, nonostante gli sforzi e l’impegno, la mia scuola non è riuscita a superare la seconda fase, (42°posto in classifica su 110 scuole medie) soprattutto a causa del pochissimo tempo avuto a disposizione per la lettura e l’analisi di tutti i libri. Il corso, comunque, è stato davvero molto interessante e utile perché ha aiutato gli alunni a conoscere meglio i vari tipi di lettura usati per velocizzare la lettura e, soprattutto, perché ha sicuramente consentito di avvicinare gli alunni a tutti i tipi di libri e di scrittura, anche i più impegnativi.

Vito Alberto Lippolis I DRecensione del libro “Twilight”

Negli ultimi mesi il libro più venduto nelle nostre librerie, soprattutto tra i giovani, è stato “Twilight”.Fu pubblicato per la prima volta in Italia nel 2006 dalla casa editrice Lain, scritto da Stephenie Meyer.TWILIGHT è il primo libro di una storia in quattro volumi, ovvero NEW MOON, ECLIPSE e BREAKING DOWN, scritti sempre dall’autrice del primo.

Il romanzo racconta la storia di Bella, una diciassettenne timida, simpatica e alquanto “attira catastrofi”, che si trasferisce da suo padre nel paese più freddo e piovoso nello stato di Washington, Forks. Qui conosce nuovi ambienti e nuove persone… in particolare Edward Cullen, un ragazzo tanto misterioso quanto affascinante. E Bella, volendone sapere di più, scopre finalmente la grande verità.

Edward Cullen è… bello, gentile, affascinante e assetato di sangue: il predatore buono più forte del mondo e innamorato di Bella. Ma quest’ultima si ritrova presto in grosso pericolo: tre vampiri cattivi la vogliono uccidere. E così Edward e la sua famiglia la salvano e uccidono James, uno dei tre cattivi.

E’ una storia molto originale che si sposta dal fantasy all’amore, appassionando e

affascinando il lettore.Infatti la Meyer con la sua storia vorrebbe oscurare la saga del famoso maghetto scritta da J.K.Rowling.

A novembre è uscito al cinema il film “TWILIGHT” tratto dal libro dell’autrice e ha riscosso lo stesso successo del libro!

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Putino Maria LauraAbruzzi Mina

III CRecensione del libro “Piantatela!”

Quest’anno con la professoressa Pontassuglia abbiamo letto un libro intitolato “Piantatela!”.

Il libro è stato scritto da Jacqueline Wilson una delle più apprezzate scrittrici per ragazzi.Il racconto è stato molto emozionante, bello soddisfacente e in alcuni casi anche commovente.

Il tema che tratta è il bullismo un problema ormai diffusissimo nelle scuole.

Parla di una bambina di nome Mandy che si ritrova ad affrontare le problematiche legate a questo fenomeno.Mandy di fatti è una ragazzina da 10anni con i genitori anziani e che è costretta a vestire in modo classico/antico per volere della madre.Così facendo però diventa un soggetto di ingiurie da parte dei suoi compagni di classe e vittima di bullismo esercitato da tre ragazze: Kim,Melania e Sarah. Kim accompagnata dalle altre due ragazze la offende quotidianamente alla fine delle lezioni quando entrambe percorrono la stessa strada per tornare a casa.Kim la ossessiona dicendole che veste da bambina piccola e che i suoi genitori sono vecchi costringendola a giurare di essere stata adottata, ma Melania sua ex migliore amica nega tutto e le dà della bugiarda. Mandy sentitasi offesa tira una schiaffo a Kim che la spinge sotto un autobus in presenza di Arthur un loro compagno di classe.Mandy per lo spavento sviene, viene portata in ospedale e riporta solo una frattura al braccio. La madre di Mandy preoccupata racconta tutto alla direttrice che chiama Kim Melania e Sarah in direzione. Mandy non parla e non dichiara niente mentre Kim l’accusa di aver cominciato lei con lo schiaffo e che loro hanno continuato.Questo non fa altro che peggiorare le cose ora non prendono in giro solo lei, ma anche Tanya un’amica di Mandy che ha conosciuto quando era a casa per la frattura.La scuola termina e Mandy si fa dare il permesso dalla madre per trascorrere quei mesi di vacanza con Tanya.

La mamma all’inizio non è tanto d’accordo perché è un po’ più grande di Mandy e veste in modo “strano”. Nella mattinata che trascorrevano insieme contavano, giocavano e disegnavano,ma ad un tratto Tanya comincia a rubare e ben presto entrambe si mettono nei pasticci. Tanya viveva in una famiglia affidataria, torna in un istituto, mentre Mandy rimane da sola con Arthur ormai diventato un nuovo amico. La scuola ricomincia e quest’anno in sesta c’è la professoressa Mosaly che come primo argomento da affrontare sceglie il bullismo. Dialoga e ne discute con i ragazzi e fa capire a Melania Sarah e Kim che hanno sbagliato. Così lasciano perdere Mandy anzi diventano amiche.

Non c’è stato un personaggio in cui mi sono immedesimata perché non sono né tanto debole come Mandy né avrei il coraggio di fare le cose che fa Kim.Penso che questo libro ci ha lasciato un buon messaggio ovvero quello di non disprezzare persone diverse da come siamo noie diverse nel modo di vestirsi, parlare o altro.L’autrice ha utilizzato un linguaggio in alcuni casi gergale, ma molto professionale e sociale. Io penso che questo libro andrebbe fatto leggere a tutti i ragazzi delle scuole medie e d elementari, anche perché non è un libro impegnativo anzi attrae alla lettura.

Mariacarmela Aprile

È davvero chiaro che non importa se un/a ragazzo/a hanno dei genitori anziani e non sono alla moda ma importa essere amici e stare bene essere felici e contenti.Il linguaggio del testo è abbastanza semplice perché si tratta di ragazzi e, quindi, si parla in modo semplice.Questo libro mi è piaciuto molto perché mi sono immedesimata sia nella protagonista Mandy sia nelle bulle soprattutto Kim; questa storia ci fa capire che dobbiamo essere educati nei confronti delle altre persone che non hanno possibilità, magari, di far vestire i propri figli alla moda.

Vanessa Chiulli II G

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Le “Miniolimpiadi” in onore di Elia Ciquera”Il giorno 24 e 25/04/09 ci sono state le “Miniolimpiadi in onore di Elia Ciquera”, cioè si

sono svolti dei giochi per questo bambino scomparso 2 anni fa per un grave incidente pochi giorni prima della festa di carnevale.

Il 24 nella palestra “Dante Alighieri” di Mottola si sono svolti i seguenti giochi: pallavolo, pallacanestro e calcetto. Io insieme ad altri miei compagni abbiamo giocato a pallavolo e abbiamo anche conseguito il 1°posto.Il 25 Aprile, invece, si sono svolti i seguenti giochi: salto in alto, 100 metri, lancio del peso, tiro con l’arco, maratona e staffetta. La maratona era obbligatoria perché con questa gara si dava inizio a questa giornata in onore di Elia. Parecchi bambini e ragazzi di scuole elementari e medie hanno vinto il 1°posto e al momento della premiazione sono e siamo stati premiati con medaglie dorate. Noi della scuola “De Sangro”, abbiamo vinto parecchie medaglie in base agli sport che facevamo: ad esempio la squadra che ha partecipato, il venerdì 24, alla partita di pallavolo ha ricevuto una targa, in cui c’era scritto che avevamo conseguito il 1°posto e abbiamo voluto consegnarla al Preside, e lui è stato molto felice e l’attaccata nella sua stanza, perché ha detto che si vuole ricordare della data e del fatto che la “De Sangro” su è distinta in questa importante iniziativa locale.

Marina Guagnano IIG

Caro giornalino, sono un’alunna che frequenta questo istituto e mi chiamo Angela; leggo questo giornale perché apprezzo lo stile degli articoli.

Voglio esprimere il mio pensiero sul valore della vita prendendo spunto dal caso di Eluana Englaro, la giovane ragazza morta che da diciotto anni era in coma vegetativo, in seguito ad un incidente stradale. Sin da piccola ho sempre sentito in famiglia, in parrocchia e a scuola che la vita è il dono più importante che l’uomo riceve da Dio e quindi, come ogni regalo che si riceve, bisogna apprezzarla e proteggerla. In televisione e sui giornali si sono sentite opinioni diverse sulla vita, tra cui la richiesta del padre di Eluana, sostenuto dalla magistratura, di porre fine alla vita della figlia negandogli l’idratazione e l’alimentazione. Questa notizia mi ha colpito profondamente perché non è concepibile negare il cibo e l’acqua ad una persona provocandole quindi la morte per fame e sete. Sono invece convinta che la somministrazione dell'idratazione e alimentazione artificiale vada valutata caso per caso. Perché per un paziente in stato vegetativo permanente rappresenta un sostegno vitale, come mi ha spiegato il mio papà, mentre per un malato in fin di vita è un trattamento sanitario che può diventare troppo gravoso e/o inutile.

Per me Eluana doveva essere curata così come si cura un neonato che viene costantemente accudito in tutte le sue necessità principali e anche quando non se ne fa richiesta. Decisioni così delicate non devono essere prese dalla magistratura ma, fatta salva la dignità del malato, di cui sempre occorre prendersi cura qualunque sia la sua condizione clinica, non si può infatti ignorare la diversità delle situazioni come sempre è avvenuto, col buon senso, al letto del malato. Ciò deve rientrare nell'alleanza terapeutica che lega il medico e il paziente senza escludere i suoi familiari. Questo caso mi porta a riflettere anche su un termine che mai avrei pensato potesse essere apprezzato in Italia: “l’eutanasia”, cioè la morte provocata per porre fine alle sofferenze di un malato. In questo momento di profonda tristezza, dal mio cuore scaturisce solo una preghiera verso Dio che protegga Eluana, come hanno fatto i suoi genitori e come hanno fatto le suore per tanti anni, sostenendo anche la sua famiglia che purtroppo ha preso questa grave decisione.

Angela Rogante II E

Secondo me, l’aver bloccato la nutrizione e, quindi, rispettato la volontà di Eluana è sia giusto sia sbagliato. È giusto perché io penso al padre della ragazza e a quanto ha sofferto, sperando che la figliai si potesse riprendere sebbene abbia detto che per lui è morta diciassette

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attualità, sport, musica, cultura e cronaca di tutti i ‘colori’!

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anni fa. È sbagliato perché, se il suo cuore non aveva ancora cessato di battere, se c’era quella piccolissimo possibilità di svegliarsi un giorno, allora avrei lottato anche contro la volontà di mia figlia.

Sicuramente la questione è più complessa di quanto pare, in ogni caso penso che la decisione spettasse al padre: ha intrapreso la strada più difficile per il suo bene, ma soprattutto per quello di Eluana e io non posso fare altro che rispettare la sua scelta.

Rosa M. II D

Tredici chilometri per vivere

Il suo nome era Mailumo, non aveva ancora 12 anni quando è morta di colera. Mailumo è stata uccisa dall’ acqua sporca. Come lei sono morti in molti, soprattutto bambini, causa della mancanza d’ acqua, un bene prezioso senza il quale è impossibile sopravvivere.Siamo in Africa, esattamente a Banbui, un piccolo villaggio a nord ovest del Cameroun, 1500 metri di altitudine, a tredici chilometri da Bamenda, il capoluogo della regione. Basta percorrere le sue strade polverose per capire, quale sia la situazione della popolazione. Questo è dovuto alle tante guerre e battaglie, anche tra civili, che hanno devastato le città; distruggendo ogni cosa. Molte case sono fatte, ancora, di fango e paglia, le condizioni igieniche sono pessime, con poco o nulla da mangiare, ma soprattutto con niente da bere; cosa immaginabile per un bambino italiano. Ogni giorno donne e bambini, sono costretti a percorrere chilometri e chilometri a piedi, portando bidoni e contenitori di ogni tipo sulla testa, per rifornirsi d’ acqua; non solo! I bambini sono costretti a tralasciare un diritto, cioè il diritto all’ istruzione, per andare a prendere l’ acqua.

Nel 2001 i missionari Cappuccini hanno progettato la costruzione di un acquedotto. Proprio grazie a questo le

condizioni sono migliorate, ma di poco. Da piccolo villaggio è diventato un centro urbano. Ma l’ obiettivo è quello di continuare ad estendere le varie costruzioni. Il lavoro prosegue bene, perché è stata favorita la costruzione di nuove strutture scolastiche.

L’acqua ha dato la possibilità di coltivare i terreni attirando la popolazione delle zone limitrofe e offrendo lavoro a molte persone; la richiesta d’ acqua è aumentata e hanno costruito molti quartieri, perché ora Bambui è popolata da oltre 20.000 persone.Noi la stiamo aiutando a crescere, ma perché andiamo a portar guerra? Anche se non sempre siamo stati noi ma anche loro, con le guerre civili. Insomma la causa è la guerra che non dovrebbe esistere!

Nel mondo sono 500 milioni i bambini che vivono quotidianamente questo problema: ogni 15 secondi uno di loro muore per mancanza d’ acqua potabile, stroncato da malattie come la dissenteria, il colera e il tifo. Secondo l’ Organizzazione mondiale della sanità ogni persona dovrebbe poter disporre di almeno venti litri d’ acqua al giorno per bere, cucinare e lavarsi. Ma venti litri d’ acqua equivalgono oggi al consumo medio di un’ intera famiglia Africana. C’ è ancora molto da fare perché tante famiglie possono contare su un bene così prezioso.

Concludo dicendo che la guerra si può descrivere con una parola e per me

quella parola è disastro! Io mi posso ritenere fortunatissima perché non sono al loro posto… Io che sono la prima a volere di più dalla vita, grazie a questo racconto ho capito che non bisogna mai volere di più dalla vita perché chi si accontenta gode!

Ho voluto scrivere ciò per sensibilizzare quella gente che non sa stare in

pace con se stessa e con gli altri, e farle capire la situazione di una zona a noi estranea, perché è facile dire che tutto va bene, perchè ci basiamo su quello che

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Questa delicata lettera riporta la nostra attenzione sul “testamento biologico”: sai cos’è? Sai, per esempio, che in Germania, dove ancora non esiste una legge sul testamento biologico, nelle chiese cattoliche e protestanti da anni circola un modulo attraverso il quale poter esprimere cristianamente la propria volontà?

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succede all’ interno della nostra casa, o che vediamo in tv; ma se noi ci affacciamo sul Mondo capiremmo che non tutti stanno bene e quasi tutti gli Stati sono in guerra. Guerra dopo distruzione vuol dire malasanità, non libertà, non rispetto dei diritti e tanto altro… La Pace è vita!

Daniela Greco IIIG

Bambini soldato sempre di più

Aumenta vertiginosamente il numero di bambini reclutati negli eserciti del mondo, soprattutto in Africa e in quei paesi afflitti da guerre sanguinose e spietate. Secondo le Nazioni Unite nel mondo i bambini che partecipano ai conflitti sono 300 000 che vengono reclutati in almeno 95 Paesi diversi. L’Africa è il continente in cui il fenomeno dei “baby soldato” è più evidente e drammatico. Gli Stati più colpiti sono: Angola, Burundi e Uganda dove si vantano almeno 36 000 minori reclutati negli eserciti. Anche in America Latina il fenomeno è diffuso: nelle guerriglie che insanguina la Colombia si contano 140 000 bambini e in Paraguay circa 10000 sono impiegati nell’esercito regolare. Il più delle volte l’arruolamento consiste in un rapimento di massa; i bambini vengono poi costretti a combattere attraverso minacce.

II ECriminalità minorile: un fenomeno preoccupante

La criminalità minorile è sempre più precoce nelle varie nazioni del mondo; è un’insidia eclissata, mascherata e celata nell’ombra; è una reiterazione incessante

che ormai provoca timore. La propensione dei giovani al crimine è preoccupante e minacciosa. I reati commessi dai non imputabili sono in aumento ovunque: si è infatti verificato, a Modena, un inconveniente fenomeno di baby-gang: minori di tredici anni spacciavano estasy e tra le dosi e le pasticche circolava anche uno “special”, un particolare tipo di stupefacente che prolungava gli effetti della cocaina: assieme alla polverina bianca veniva mescolato un narcotico molto potente che aumentava le dolci sensazioni tanto ambite dai giovani. I ragazzi coinvolti appartenevano alla classe “medio-alta”. I

denunciati affermano, infatti, che le loro motivazioni erano quelle di evitare noia, disorientamento e solitudine.

Giuseppe Scarano, III E21 MarzoGiorno del ricordo delle vittime della mafia: Napoli non dimentica

Il giorno 21 marzo è la giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime della mafia, nella quale si

commemorano Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e molti altri. “Libera” per la XIV edizione ha scelto Napoli, città delle mille contraddizioni, dai mille colori. “L’etica libera la bellezza”, “Riscattare la bellezza”, “Liberarsi dalle mafie” sono gli slogan che hanno accompagnato questa giornata durante la quale si sono incontrati a Napoli oltre 500 familiari delle vittime delle mafie in rappresentanza di un coordinamento di oltre 3000 familiari. Sono stati presenti dei rappresentanti delle ONG provenienti da circa 30 paesi europei. Durante un corteo sono stati letti ininterrottamente, i nomi di oltre 900 vittime innocenti della mafia come semplici contadini, operai, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell’ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano della mafia solo perché , con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere come Giuseppe Impastato. Ma da questo terribile elenco mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare perché i traffici delle mafie fanno anche altre vittime: quelli dei morti sul lavoro, della tratta degli essere umani, i tanti morti provocati dal traffico degli stupefacenti, dello sfruttamento, della prostituzione, del traffico delle armi, quelle avvelenate e uccise dalla camorra dei rifiuti.

Gianni Cristofalo, Giuseppe Scarano Leonardo Plantone III E

I cento passiTitolo: I cento passi

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Paese e anno di produzione: Italia, 2000Durata: 114 minutiGenere: d’impegno civile, drammatico, storico, biograficoInterpreti: Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Tony Sperandeo, Ninni BruschettaRegia: Marco Tullio GiordanaTrama: La vicenda si svolge a Cinisi, paesino siciliano vicino a Palermo e all’aeroporto di Punta Raisi. Cento passi separano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti, il boss locale. Ma in Sicilia la ribellione diventa sfida allo statuto della mafia. Qui il piccolo Peppino viene introdotto nella società mafiosa del padre Luigi. Al fianco dei contadini che si battono contro l’esproprio delle loro terre per ampliare l’aeroporto. Avvicinatosi al partito Comunista, Peppino dopo un po’ verifica che mancano le azioni contro quest’organizzazione. Dopo varie esperienze fonda “Radio Aut” che infrange la legge dell’omertà. Pur avvisato e minacciato, Peppino cerca forme di impegno sempre più incisive. Nel 1978, in vista delle elezioni decide di candidarsi nelle liste di Democrazia. La sua voce non può più essere tollerata e Peppino viene eliminato dai sicari della mafia che fanno passare la sua morte per un suicidio. La partecipazione in massa dei giovani sembra suggerire che la lotta alla mafia è possibile. Nell’invito a ribellarsi alla mafia il regista sottolinea che è necessario parlare e dimenticare per realizzare la lotta alla mafia. Il messaggio che campeggia più volte nel film è:”La mafia uccide, il silenzio anche”.Il messaggio è di forte impegno politico e civile.

III E La mafia è un fenomeno di cui tutti parlano: è nata nell’800 con il brigantaggio, si è sviluppata nel ‘900 raggiungendo la sua massima potenza e pian piano è quasi scomparsa. Ma sarà veramente così? Oppure vuole riapparire nel momento giusto?Essa è stata un’ organizzazione criminale con un potere parallelo a quello dello stato, il silenzio gli permetteva di fare uccisioni e attentati, con esso la mafia predisponeva

di un potere immenso ed era impossibile fermarla. Però non tutti l’hanno pensato in questo modo, dobbiamo ricordare i personaggi che hanno dato la vita per sconfiggerla: ricordiamo Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino, ma c’è ne sono stati molti altri che meritano un ricordo. La scintilla di tutti questi eventi criminosi l’ha scaturita lo stato, perché si disinteressava della questione meridionale; la Sicilia viveva in grande povertà, dalla

gente è scaturito il malcontento con furti e assassini poi però si è ‘sbilanciata’ troppo e ha continuato con contrabbandi. Nel suo sviluppo ha avuto molti sostenitori anche politici; in cambio di denaro e favori garantiva protezione e sicurezza e oltre alle organizzazioni mafiose siciliane ci sono state anche quelle calabresi come la ‘ndrangheta, napoletane come la camorra e pugliesi come la Sacra corona unita. La mafia siciliana “Cosa Nostra” rispetto ad altre cosche mafiose è più unita, dispone di grandi somme di denaro e prende decisioni politiche. La mafia nacque in Italia esercitando il suo

potere, però, anche all’estero, in particolare negli Stati Uniti; con l’età del proibizionismo i gangster facevano affari d’oro con contrabbandi di droga e alcool e controllando il mondo della prostituzione e del gioco d’azzardo.Secondo noi la mafia non è del tutto scomparsa ma

può riapparire da un momento all’altro come il fuoco che sotto la cenere continua ad ardere. Con il prefetto Mori la mafia si ritirò nell’ombra per le tremende repressioni ricevute,solo che poi si risvegliò, ma se attualmente dovesse riuscire allo scoperto riapparirà più forte a causa delle innovazioni tecnologiche ma la gente ormai sa cos’è la mafia,come si manifesta e come si può distruggerla, tutto il mondo con la coscienza della legalità può stroncare il fenomeno mafia ma lei lo sa e per paura non vuole uscire allo scoperto. Abbiamo vinto noi!

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Secondo noi la mafia non è del tutto scomparsa ma può riapparire da un momento all’altro come il fuoco che sotto la cenere continua ad ardere. Con il prefetto Mori la mafia si ritirò nell’ombra

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Adolescenza: età ingrata

L'adolescenza è un periodo della vita naturalmente molto importante in cui si presenta un distacco dai giochi infantili e quindi dall'infanzia e si entra in un mondo di cambiamenti del fisico, della personalità, del carattere, dei sentimenti e anche degli interessi. In questa età si cominciano ad avere conflitti con il mondo degli adulti e si comincia a fare delle scelte alquanto fondamentali per un futuro di serenità e di comodità. Nella vita di un adolescente possono subentrare problemi di insicurezza, di ribellione, di incomprensione oppure di incomunicabilità in campo scolastico, familiare o anche nel gruppo di amici. In altri casi, invece, si capisce all'istante l'importanza di un gruppo con il quale scambiare opinioni, riflessioni, idee o episodi di vita ed è proprio con il gruppo e con la famiglia che si impara l'importanza della presenza di amore e affetto nella vita di una persona. Secondo me come dicevo prima, però, il passaggio dall'infanzia all'adolescenza può comportare un notevole cambiamento per quanto riguarda il dialogo che si ha con gli adulti in particolare con i genitori che continuano a preoccuparsi e a porsi interrogativi sull'adolescenza e il rispetto insegnato ai loro figli per farli crescere in modo corretto. Il linguaggio dei ragazzi è spesso composto da cattive parole o da termini abbreviati che si fa difficoltà a capire. Insomma i ragazzi sono spesso volgari nel loro modo di parlare e questo può influenzare anche il modo di comportarsi. Questo può essere contagiato

anche dal tipo di compagnie che si frequentano nel senso che molto spesso capita di essere presi in un gruppo di ragazzi che potrebbero portare l' adolescente su cattive strade come quella del fumo, della droga,dell’assunzione esagerato di alcool, cause spesso di incidenti che potrebbero portare addirittura alla morte.

L'adolescente, per gli amici o per piacere a determinate persone ( che lui sente spesso superiori a se stesso), cambia il suo look, oppure modifica il suo atteggiamento e i suoi modi di fare appartenenti alla sua personalità. All'adolescente, importa soprattutto essere accettato e apprezzato dai compagni. Qualche volta, però, entra in scena la timidezza che appare all'adolescente come il più grave ostacolo da superare per ottenere la simpatia e il consenso universale e spesso questo è causato da esperienze brutte vissute in precedenza e che hanno segnato la sua vita. Alle volte, per esempio, può capitare, cambiando discorso, che gli adolescenti fantastichino sui loro amori infatti è proprio in questa fascia di età che si tende ad avere un approccio d'amore con una persona. È giusto, quindi, per gli adulti in genere, interiorizzare che per un adolescente l'amore è un'esperienza meravigliosa, di crescita e di cambiamento, tale, a volte, da trasformare la vita. Quindi in questo periodo adolescenziale i protagonisti di questo lungo e complicato libro che è l'adolescenza, programmano la loro vita a volte facendo delle scelte molto difficili.Stateci vicini quindi, anche quando fingiamo di non aver bisogno di nessuno!

IIIEI pregiudizi razziali in

senso stretto, come coscienza della superiorità "biologica" della propria "razza", si sono sviluppati nell'epoca moderna, alla fine del XVIII sec., per giustificare una politica nazionalistica e colonialistica. Nei confronti degli

schiavi negri, nei primi tempi del

colonialismo, gli europei avevano un disprezzo legato alla condizione sociale e non al sangue. Il nero non veniva considerato di per sé inferiore al bianco, anche se l'arretratezza scientifica e tecnologica veniva usata per

sottomettere le popolazioni

non-europee. Una prima

giustificazione delle differenze "razziali" venne avanzata quando cominciarono a farsi strada delle posizioni favorevoli all'emancipazione degli schiavi negri (vedi ad es. la Rivoluzione francese e il cosiddetto mito del "buon selvaggio", contrapposto

all'uomo civilizzato ma

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L’approfondimento: i pregiudizi razziali

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disumano, perché avido e prepotente).

Nei tempi antichi gli uomini potevano essere perseguitati per motivi religiosi, politici, sociali, culturali... ma non lo sono mai stati per motivi biologici. E' vero che in Grecia Aristotele giustificava la schiavitù dicendo che "per natura" alcuni comandavano e altri obbedivano (schiavi cioè si nasce non si diventa), ma questa differenza era -secondo lui- determinata dal "caso" e comunque non comportava l'eliminazione fisica dello schiavo, né si riteneva che, in via del tutto eccezionale, uno schiavo non potesse, una volta affrancato dal padrone, arrivare ai livelli di una persona libera. Aristotele credeva che l'attitudine fisica a comandare o a servire dipendesse dall'inclinazione del carattere: in tal modo non si rendeva conto di quali differenze sociali potevano impedire a uno schiavo di comandare o comunque di far valere le sue reali potenzialità (da notare che molti schiavi, almeno all'inizio, furono popolazioni libere vinte in guerra). I "barbari" (altro concetto razzista, che tarda a morire) erano considerati tali, dai greci e dai romani, per motivi culturali non biologici (anzi, sul piano biologico, molti li consideravano superiori, perché più robusti fisicamente dei latini). Il disprezzo che si aveva per la loro arretratezza culturale, tecnica, scientifica, militare ci ha sempre impedito di cogliere gli aspetti positivi del loro stile di vita, dei loro valori tribali. I greci e i romani, più che legare il sangue alla razza, legavano il concetto di cittadinanza (che rendeva giuridicamente liberi) a quello di civiltà (che rendeva superiori nello "spirito"). La cittadinanza (cioè il privilegio di appartenere a un popolo evoluto) veniva concessa soltanto a chi accettava i valori della civiltà greco-romana e da questa civiltà veniva riconosciuto idoneo. Era un privilegio sociale,

politico e giuridico, non certo biologico. In virtù di questo privilegio il cittadino poteva guardare con disprezzo le altre culture e civiltà.Nel Medioevo i cattolici europei si consideravano superiori a tutte le altre popolazioni del mondo non solo per motivi culturali ma anche e soprattutto per motivi religiosi: di qui il disprezzo e le persecuzioni di ebrei, musulmani, eretici, pagani (incluse le guerre all'interno dello stesso cristianesimo, fra cattolici e ortodossi, fra cattolici e protestanti). Naturalmente vi furono anche dei cattolici - come ad es. Bartolomeo de Las Casas- che sostennero l'uguaglianza degli uomini, a prescindere dalle loro differenze etniche o religiose. D'altra parte gli stessi vangeli erano chiaramente orientati verso l'uguaglianza universale degli uomini.

Il disprezzo biologico non è che una sofisticazione usata per giustificare meglio quello culturale. Nel XVIII sec. si formò una vera e propria ideologia razzista. Essa partiva dalla differenza dei tratti somatici e del colore della pelle per affermare una differenza di carattere biologico ereditario e quindi una inferiorità intellettuale e morale, oltre che genetica.

Nel XIX sec. si passa a interpretare la storia come una competizione tra razze forti e razze deboli. La decadenza delle grandi civiltà viene spiegata con l'incrocio delle razze che impoverirebbe la purezza del sangue.

Queste tesi furono adottate dal nazismo, che mirò all'eliminazione fisica delle cd. "razze inferiori", ivi incluse alcune categorie sociali (ebrei, slavi, zingari, zigani, pazzi, handicappati, omosessuali...). Ciò però non vuol dire che il nazismo

credesse (nei suoi ranghi intellettuali) nel valore scientifico di queste tesi, che è peraltro indimostrabile, in quanto non siamo in grado di risalire alla formazione originaria delle presunte "razze". Il nazismo si era appropriato di queste tesi perché gli tornavano utili per sconvolgere l'assetto del mondo, determinato a ovest dal potere di G.B. e Francia; a est dal potere dell'URSS; oltre oceano dal potere degli USA. La Germania, convinta di avere grandi potenzialità inespresse, si sentiva tagliata fuori dalla possibilità di dominare una parte del mondo (essa ad es. non aveva potuto partecipare alla spartizione delle colonie).

Per quanto riguarda il fascismo italiano, Mussolini non solo non ha mai creduto al concetto biologico di "razza" (né lo riteneva utile per affermare il proprio nazionalismo), ma era anche convinto che proprio dalla fusione delle razze potevano nascere individui migliori. Questo tuttavia non gli impedì di considerare gli slavi e i neri come dei popoli sottosviluppati da sottomettere, né di perseguitare gli ebrei, dopo l'alleanza con la Germania.Dobbiamo ancora usare il concetto di "razza"? Sì, se lo

usiamo in maniera

puramente convenzionale, per indicare il colore della pelle. Per il resto tutti gli uomini appartengono alla stessa specie, tutti sono derivati da uno stesso ceppo ancestrale, tutti hanno in comune lo stesso patrimonio genetico.Se vogliamo distinguere le popolazioni sul piano

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culturale, dobbiamo parlare di gruppi etnici (eventualmente "misti"), nel senso che l'uomo è un "prodotto culturale".

Oggi tuttavia appare chiaro che il pregiudizio razziale è determinato da fattori di carattere socioeconomico (come i conflitti fra le classi sociali). Prendiamo ad es. i matrimoni misti. Là dove i matrimoni misti sono molto osteggiati e dove gli individui vengono giudicati in base alla loro appartenenza al gruppo, lì esiste una differenza di classe o di casta. Le classi più elevate danno più importanza all'estrazione sociale, alla nascita, alla buona famiglia, al parentado... e non vogliono, di solito, matrimoni con individui di classi inferiori. L'uomo di classe elevata innalza alla propria classe la donna che sposa; l'uomo di classe inferiore la abbassa. Nel mondo occidentale la stratificazione delle classi sono determinate, tendenzialmente, per linea paterna. Se però l'uomo bianco sposa una donna nera, facilmente i figli vengono relegati alla casta della madre.Le prime teorie razziste, basate sulla superiorità biologica e culturale di una razza sull'altra, comparsero e si svilupparono nel '500, col sorgere dei grandi imperi coloniali; cioè quando spagnoli e portoghesi iniziarono il traffico degli schiavi africani da utilizzare nelle miniere e nelle piantagioni americane di cotone. La teoria dell'inferiorità razziale era stata creata per giustificare lo sfruttamento dei neri da parte dei bianchi. Fu solo nell'Ottocento che gli schiavisti cominciarono a perdere le loro battaglie: in Inghilterra la schiavitù venne abolita nel 1808, in Francia nel 1848, in Olanda nel 1863. Lo schiavismo aveva trovato i suoi più accaniti sostenitori tra gli aristocratici possidenti del sud degli Stati Uniti. Qui la schiavitù venne abolita da Abramo Lincoln nel 1861.

Il razzismo contemporaneo nacque in

Europa nella seconda metà del sec. XIX. Il suo fondatore fu il conte de Gobineau, che scrisse un libro sull'ineguaglianza delle razze umane. Alla fine del secolo scorso l'inglese Chamberlain, forte ammiratore dei tedeschi, riprese le teorie di de Gobineau, sostenendo che ogni uomo, solo per il fatto di appartenere a una certa razza, possiede delle qualità destinate a realizzare determinati fini. Per quanto riguarda i tedeschi il loro fine particolare è il dominio del mondo. Con Chamberlain nasce anche la giustificazione teorica dell'antisemitismo e la valorizzazione del concetto di "razza ariana". Tutte le sue idee vennero accettate dal nazismo. Hitler, nel libro Mein Kampf, affermò che l'incrocio delle razze determina il decadimento fisico e spirituale della razza superiore. E' inutile ricercare -diceva Hitler- quale sia la razza originaria portatrice della cultura umana: ciò che conta sono i risultati attuali, nel senso che la razza superiore è quella che riesce a dimostrare d'essere la più forte e la migliore in ogni campo. E quella tedesca coincide con la razza ariana. Le accuse di Hitler agli ebrei furono molto pesanti. Egli sosteneva che l'ebreo, una volta arricchitosi, è in grado di influenzare il potere politico contro gli interessi della stessa nazione; se invece l'ebreo non si arricchiva diventava un comunista, per cui in entrambi i casi egli aspirava al dominio del mondo. Hitler chiedeva allo Stato tedesco di porre al centro della politica demografica il concetto di razza, per spopolare l'Europa e creare lo "spazio vitale" indispensabile all'espansione del popolo tedesco. Inoltre per impedire che nascano

bambini malati o difettosi, ovvero che nascono, grazie alla scienza, individui "puri". A tale scopo occorreva realizzare dei lager di sterminio, di lavoro delle razze inferiori e di sperimentazione scientifica

(trapianti, operazioni senza anestesia, inoculazione di malattie, ecc.). Le razze da sterminare erano

principalmente quella slava, ebraica, zingari, e tutti gli uomini deboli o malati.

Da tempo l'antropologia ha abbandonato il concetto di razza come legato ad esigenze pratiche di classificazione scientifica. Lo si usava per distinguere i vari gruppi umani sulla base di caratteristiche fisiche che si trasmettono ereditariamente. Ora invece si ammette che non esistono particolari attitudini esclusive di una determinata razza, che la rendono superiore a un'altra. Le maggiori capacità di un gruppo sono da attribuire a circostanze storiche, geografiche, sociologiche, non certamente a congenite differenze intellettuali e morali. Il concetto di razza andrebbe quindi sostituito con quello di gruppo culturale. Da questo punto di vista sarebbe opportuno valutare anzi rivalutare tutte le civiltà, in rapporto alla storia di ciascuna di esse, e non sul modello arbitrario di una sola civiltà (ad es. quella occidentale). Una civiltà è il frutto di quelle condizioni di vita (materiali, sociali e culturali) che si sono presentate durante il corso degli eventi. Cinquemila anni fa, p.es., gli egiziani

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avrebbero potuto considerare gli europei degli esseri inferiori o incivili. Il tempo non può essere il metro per misurare lo sviluppo di una civiltà. Mutamenti culturali che per alcuni popoli hanno richiesto dei secoli, per altri possono realizzarsi nel giro di pochi anni. Semmai è un altro l'aspetto da considerare, se si vuole parlare di sviluppo di

una civiltà: la capacità di adattamento al mutare delle condizioni di vita e dei fattori ambientali. E' questa capacità, innata in ogni essere umano, che permette a una civiltà di svilupparsi più o meno in fretta, di modificarsi. Si potrebbe qui aggiungere che i popoli le cui civiltà hanno camminato più lentamente sono quelli vissuti

nell'isolamento, cioè con pochi contatti con i popoli vicini. Lo scambio delle esperienze, delle conoscenze, delle abilità tecniche ed operative è sempre stata la molla che ha fatto scattare l'esigenza di un mutamento.

Cinzia Altamura, Filomena Romanelli

Il razzismo: origini e riflessioniIl razzismo è un insieme di teorie

basate su una divisione in razze superiori e in razze inferiori.Secondo le teorie razziste, il patrimonio biologico determinerebbe, oltre ai comportamenti individuali,gli sviluppi culturali,economici e politici dei gruppi e delle società.

Un atteggiamento di tipo razzistico è stato sempre presente nella storia dell’ umanità, come dimostra la pratica antica della schiavitù.Gli antichi Greci e in seguito i Romani chiamavano barbari quelli che non parlavano la loro lingua, avevano costumi,religioni,istituzioni diverse,e vivevano al limite del loro mondo.Il razzismo si sviluppò partire dal XVII secolo in seguito alle scoperte geografiche e al colonialismo.

Dal XVIII secolo si affermò la teoria poligenetica, che fa risalire le popolazioni a progenitori diversi. L’affermarsi di questa convinzione, portò a ritenere inalterabili le differenze tra individui e popoli e a stabilire un principio di gerarchia secondo il quale la razza bianca era una razza superiore, che dominava sulle altre. Con questo veniva giustificato il dominio dei bianchi sugli altri e l’attribuzione a questi di una missione di civilizzazione.

Il razzismo si è protratto sino ai nostri giorni ed è presente nella quotidianità di tutti, infatti chi può negare di

essere stato vittima o osservatore di atteggiamenti razzistici?

A me l’anno scorso è capitato di assistere a un episodio di razzismo nella mia classe, che mi è rimasto impresso. Una ragazzina di undici anni è stata discriminata a causa del cattivo odore che emanavano i suoi vestiti: altre ragazze, mentre quest’ultima era rivolta verso la cattedra, a sua insaputa le spruzzavano deodoranti addosso per coprire i cattivi odori.

Un’altra ragazzina, pur di non stare seduta vicino a lei, si mise a piangere. Anche la nostra indifferenza di fronte a questi episodi può essere una forma di razzismo.

Secondo me, ai giorni nostri è impensabile trovarsi di fronte a questi episodi.

Giada Panico IID

Il razzismo si presenta in varie forme. Essere razzista significa sentirsi superiore e migliore degli altri perché nati in un posto anziché in un altro,per credere in un Dio anziché in un altro, per avere un colore della pelle rispetto ad un altro.

Il guaio del razzismo è che dalle parole si può passare ai fatti. Infatti questo sentirsi superiore può portare anche ad uccidere.

Secondo me,la diversità è una ricchezza perché possiamo conoscere lingue,costumi e usanze di altri paesi,quindi dobbiamo essere uniti e capire che noi tutti siamo cittadini del mondo.Gli episodi di violenza legati al razzismo sono molti e li conosciamo attraverso il telegiornale: molto spesso gli extra-comunitari sono vittime di tali violenze, vengono sottopagati dai padroni o addirittura vengono trattati come schiavi.I film,i telegiornali, i libri ci devono far capire che il razzismo deve essere tenuto a bada dal guinzaglio della ragione. Mariavittoria Romanelli II D

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Il razzismo è un modo di pensare di alcune persone, che credono alla qualità della loro razza, credendosi superiori alle altre considerate inferiori.Questo atteggiamento di disprezzo e intolleranza verso determinati individui o popoli, è stato a volte la causa di alcune guerre che hanno generato milioni e milioni di morti.

Per esempio i Tedeschi contro gli Ebrei i quali venivano perseguitati, uccisi, maltrattati, portati nei campi di concentramento e di sterminio, dove venivano sparati, impiccati, fatti morire di fame, soffocati nelle camere a gas, messi nei forni crematori e soppressi in tanti altri modi, che la storia ci ha riferito, durante la Seconda guerra mondiale.

Un altro caso di razzismo è quello avvenuto in America: bianchi contro neri, quest’ultimi venivano trattati come bestie, fatti schiavi, tenuti incatenati per utilizzarli nei campi di cotone.L’ unica colpa era quella avere la pelle nera.

Altre forme più semplici, ma sempre di razzismo, si manifestano nei confronti di gente più povera, per esempio nei confronti dei barboni, gente che vive per strada, che non ha casa ed è sporca e che noi teniamo a distanza, non vogliamo avere niente a che fare con loro.Personalmente, gli episodi di razzismo li vedo solo in televisione, al telegiornale, come quello dei cinesi picchiati, oppure di un ragazzo di colore malmenato dai vigili. E mi fanno paura!

Giovanni Carriero IID Martin Luther King e Barack Obama: due grandi personalità

Questi due grandi uomini hanno gli stessi ideali e gli stessi sogni: vivere in un mondo dove possa regnare l'amore, la comprensione per il prossimo, la non violenza, la possibilità di convivere con persone diverse senza distinzione di razza, colore, religione, categorie sociali.

Se quarant'anni fa per Martin Luther King era solo un sogno quello di far sedere allo stesso tavolo uomini bianchi e di colore, creati per vivere

insieme come fratelli, oggi nel 2009, possiamo dire che buona parte di quel sogno si è realizzato con le elezioni di Barack Obama come presidente degli Stati Uniti d' America e come il leader di tutto il mondo.È la prima volta che un uomo di colore, per giunta afro-americano diventi inquilino della Casa Bianca. «Un uomo, il cui padre sessant'anni fa non sarebbe stato neanche servito nei bar è diventato presidente e oggi può pronunciare il giuramento più solenne. Questo è il significato della nostra libertà e del nostro Credo: uomini, donne, bambini di ogni razza e ogni fede religiosa tutti insieme in questo luogo. Dio benedica gli Stati Uniti d'America» queste sono state le parole del neo-presidente prima di giurare solennemente fedeltà al popolo americano e alla sua Costituzione.E allora il sogno di questi due grandi uomini e gli ideali da loro tanto aspirati diventino i nostri sogni e nostri ideali per vivere in un mondo di pace e di convivenza. III E

Lettera aperta a Martin Luther King

Caro Martin Luther King,non sei il solo ad avere un sogno;

anch’io ho un sogno davanti a me, come la stragrande maggioranza delle persone: diventare come te o Ghandi o come tutti coloro che si sono battuti per l’uguaglianza e inoltre con uno strumento grandioso come la nonviolenza!; che devo ammettere prima mi sembrava uno strumento un po’ masochistico, ma vivendo ho imparato che la nonviolenza è una cosa meravigliosa.

Oggi, purtroppo, i comportamenti razzisti non sono finti ed esistono ancora e, se in molti paesi come l’America il problema è risolto da tempo; lo testimonia infatti l’elezione di Barack Obama alla presidenza degli U.S.A.; ma ci sono paesi, come l’Italia, in cui migliaia di ipocriti continuano a stare

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Cosa ne pensi tu dei pregiudizi razziali?Pensi che l’Italia sia a rischio di razzismo e xenofobia? Perché?

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alla larga dalla gente di colore, pur affermando di condividere pienamente le tue opinioni; come se avessero la peste e, inoltre si è aggiunta addirittura la discriminazione fra popoli molto simili, almeno fisicamente, come la vicende degli operai italiani in Inghilterra, o come ultimamente si stiano sempre più accanendosi sulle popolazioni rom in Italia, denunciando i rom dei crimini più atroci e, creandone così uno stereotipo privo di fondamenta, nato semplicemente dalla mente dei mass-media ed insinuatosi in quelle di tutti noi. Ma la cosa che desidero di più è sconfiggere con la nonviolenza parole atroci come “terrone”, che riescono ad allontanare anche gli uomini di una stessa nazione, che dovrebbero sedere per primi al “Tavolo della fratellanza”. Vito Alberto Lippolis I D

Molti ritengono che il cellulare sia indispensabile per sentirsi integrati nella

societàSono stato per un lungo periodo

diffidente nei confronti del telefono cellulare. La gente che ce l'aveva costantemente attaccato allo orecchio, persino alla guida, mi ispirava assai scarsa simpatia. Tuttavia, col tempo, ne sono rimasto catturato anch’io. Non rincorro l'ultimo modello, costerebbe troppo, per me è un sogno; ma riconosco che il telefono cellulare ha, negli ultimi anni , cambiato la vita di tutti noi. Ha per esempio, spedito in pensione le vecchie cabine telefoniche, verso le quali nutro una grande nostalgia.Diffuse capillarmente sul territorio nazionale, presenti in ogni centro grande e piccolo, le cabine telefoniche erano diventate un importante simbolo dell'unità statale. Oggi non ci sono quasi più. E presto forse, spariranno anche gli orologi da polso. Il cellulare li sostituisce egregiamente: oltre a segnare l'ora, fa da cronometro e da sveglia. Non solo: funge da videogioco, da rubrica, da calcolatrice, da foto e da video-camera…. da amico. È multimediale.

Dietro la prepotente affermazione del telefono cellulare non ci sono soltanto

ragioni utilitaristiche. Anzi, come sempre, nell'affermazione di un nuovo oggetto, conta molto la sua funzione psicologica.Portare con sè il telefono è come portarsi dietro un pezzetto di casa: ci si sente più sicuri, meno soli nell'affrontare il mondo, che tutti noi, a volte, percepiamo come ostile.Non solo, il cellulare ci può essere utile nelle situazioni di emergenza, ma anche in circostanze più banali, quotidiane; esso ci permette di sentire più vicine le persone cui siamo emotivamente legati.

In un'epoca di declino forse irreversibile per le lettere, il telefonino, tramite gli sms, ha riconferito valore alla parola scritta, impiegata in una comunicazione al passo con i frenetici ritmi della vita contemporanea, una corrispondenza veloce e immediata. Grande soggetto di socialità, il telefono permette anche ai più timidi di esporsi nella vita sociale, a piccole dosi, in maniera modulata. Il telefono cellulare è la più intima di tutte le nostre tecnologie di comunicazione, sebbene alcuni potrebbero sostenere che è anche la più intrusiva.

Leo Plantone III E

Una tragedia inaspettataPiù di centocinquanta morti e circa

duecentocinquanta i dispersi: questo il bilancio ancora provvisorio (diffuso da fonti ospedaliere) del terremoto che nella notte tra domenica e lunedì ha colpito l'Abruzzo. Anche la Protezione civile, che in un crescendo durato tutta la giornata ha dovuto via via ritoccare quello che assomiglia sempre di più a un bollettino di guerra, ha confermato queste stime. Al termine della giornata di lunedì erano 100 le persone estratte vive dalle macerie degli edifici, mentre i morti identificati sono 98, secondo fonti dei soccorritori. Le prime notizie, all'alba, parlavano di una quindicina di persone decedute. Ma è stato subito chiaro che il numero era destinato a crescere con il passare delle ore e con la rimozione delle macerie sotto cui sono rimaste sepolte centinaia di persone sorprese nel sonno.

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SCOSSA NELLA NOTTE La scossa principale, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrata attorno alle 3,30. L'epicentro è stato individuato a una decina di chilometri dall'Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d'Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti sono circa 1.500 e si calcola che siano almeno 70 mila gli sfollati, intere famiglie costrette ad allontanarsi dalle proprie abitazioni. Una prima stima parla di 10-15 mila edifici danneggiati con pesanti danni al patrimonio storico e artistico della regione. Franco Barberi, presidente onorario della Commissione nazionale grandi rischi, fa sapere che nei prossimi mesi «è poco probabile che si verifichino scosse di grande energia, ma non lo possiamo escludere». Dopo quella devastante della notte, ha aggiunto Barberi, «si sono registrate circa 200 repliche, la maggior parte di piccola magnitudo».

L'ULTIMA SCOSSA Per tutta la giornata di lunedì sono state oltre duecento le scosse susseguitesi nell'Aquilano. Alle 23.57, come ha reso noto il dipartimento della Protezione Civile, se ne è registrata una di magnitudo 3,8 della scala Richter con epicentro nei comuni dell'Aquila, Pizzoli, Barreto e Coppito. La scossa è stata nettamente avvertita dalla popolazione e dagli stessi soccorritori, impegnati a scavare tra le macerie. E ancora una forte scossa sismica, di magnitudo 4,5, è stata registrata alle 01,15 di martedì dalla strumentazione dell'Ingv e della Sala Situazione Italia della Protezione Civile.

STATO DI EMERGENZA Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha firmato lo stato d'emergenza (mobilitando esercito, aeronautica e carabinieri) e ha affidato la gestione a Guido Bertolaso, ha annullato la prevista visita ufficiale a Mosca e si è subito recato all'Aquila insieme ai ministri dell'Interno, Roberto Maroni, e delle Infrastrutture e dei trasporti, Altero Matteoli. Il capo della Protezione civile, che è giunto in Abruzzo nelle prime ore dopo il sisma, ha parlato di una «situazione drammatica, la peggiore tragedia di questo inizio millenio». Dopo l'arrivo all'Aquila, Berlusconi ha tenuto una prima conferenza stampa per fare il punto sulla situazione. «In volo ho visto che dovunque c'è un crollo, c'è qualcuno che aiuta. Nessuno sarà lasciato solo», ha detto il presidente del Consiglio, annunciando tra l'altro l'immediato stanziamento di fondi per fare fronte all'emergenza.

«IMPOSSIBILE PREVENIRE» Il terremoto è avvenuto alle 3,32 di lunedì notte alla profondità

di 8,8 km. Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, ha dichiarato che un sisma di 5,8 gradi Richter è considerato «moderato, con un'intensità 30 volte inferiore a quella che nel 1980 devastò l'Irpinia». L'Abruzzo, che è situato in una delle zone a maggiore rischio sismico della penisola, è interessato da uno sciame di terremoti iniziato lo scorso 16 gennaio con centinaia di scosse e con la Protezione civile che da tre mesi tranquillizza la popolazione sui rischi di un sisma distruttivo. Il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha dichiarato che era impossibile prevedere il terremoto, ma già infuriano le polemiche per la messa in

guardia della scorsa settimana su un'imminente scossa del ricercatore Giuliani, poi indagato per procurato allarme.

SFOLLATI E FERITI Per gli sfollati sono state allestite 13 aree attrezzate e ci sono a disposizione 15.000 posti negli hotel sulla costa abruzzese e

5.000 posti nelle tendopoli. Ripari di fortuna sono stati realizzati grazie anche alle carrozze con cuccette messe a disposizione da Trenitalia. Sono stati distribuiti 25.000 pasti caldi. I pullman messi a disposizione per trasferire le persone negli alberghi sono stati però poco utilizzati,

tanto che nella tarda serata di lunedì ne sono partiti non più di dieci da tutti i comuni colpiti. Maroni ha assicurato che «gli sfollati saranno tutti sistemati in tempi rapidi». Il ministro dell'Interno ha poi spiegato che non ci sono problemi per i feriti: «I posti sono sufficienti, quelli gravi sono stati già evacuati». In serata, a complicare ulteriormente la situazione

per quanti sono costretti a dormire fuori casa, è arrivata pure la pioggia in diverse zone della regione. La Protezione civile, insieme ai volontari della Croce Rossa e con le Forze dell’ordine, è riuscita al momento a mettere sotto le tende del Ministero dell’Interno - sette posti per struttura - tutti i feriti, gli anziani non autosufficienti e i bambini. E’ alto il rischio, vedendo le file, del maggiore accampamento dell’Aquila, che ci possa essere una insufficienza di tende per tutti gli sfollati. Intorno alle 20 le tendopoli in fase di costruzione erano quattro, due alle porte dell’Aquila, nella piana, una in piazza del Duomo allestita dall’esercito, e un’altra appena fuori città. Il buio ha rallentato di molto, se non completamente paralizzato, i tentativi di salvataggio dei dispersi sotto le macerie. La situazione è drammatica.

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OFFERTE DI AIUTO Oltre che da tutte le regioni italiane, offerte di aiuto sono arrivate da molti Paesi e dalla Commissione europea. «In questo momento possiamo dire che la macchina italiana è perfettamente in grado di far fronte alle esigenze», ha detto Agostino Miozzo, dirigente della Protezione civile. «Se nel corso delle operazioni dovessimo avere problemi, i nostri amici sarebbero pronti a intervenire». Ferdinando Nelli Feroci, rappresentante italiano presso l'Ue, ha dichiarato che Roma ha chiesto l'intervento del fondo europeo di solidarietà per le catastrofi naturali.

Cinzia Altamura

Il terremoto in AbruzzoAncora una volta la terra trema,

lasciando dietro di sé morte e desolazione.Sono passati 306 anni dall’ ultima volta che la terra d’Abruzzo tremò.Sono le 3:32 di lunedì 6 Aprile 2009 quando gli abitanti di Onna, Paganica, Sant’Angelo Poggio Picenze,Tempera, Castelnuovo e Torrimpate vengono svegliati da una forte scossa di magnitudo 6.2 della scala Richter, equivalente all’ottavo- nono grado della scala Mercalli.Le urla degli abitanti e gli schianti dei crolli hanno spezzato il buio,ma solo le prime luci del giorno hanno mostrato gli effetti del terremoto.

Alla fine della giornata i morti risultano 150, i feriti 1.500 e 70.000 gli sfollati:una catastrofe. Il paese di Onna formato da 350 persone è distrutto e fino a questo momento solo una cinquantina di persone è salva.Le testimonianze della gente sono tante e agghiaccianti.Ora il Corpo Forestale dello Stato, la polizia e le altre forze armate sorvegliano le case degli sfollati colpiti dal terremoto perché in esse si potrebbe verificare il fenomeno dello sciacallaggio.

Berlusconi ha annunciato che metterà tutto il possibile a disposizione per ricostruire le città

colpite dal terremoto. Inoltre il governo ha stanziato 30.000.000 di euro e la comunità europea 150.000.000 di euro che può arrivare ad un massimo di 500.000.000 di euro.Intanto i funerali di stato si svolgeranno venerdì 10 Aprile 2009 in Piazza d’Armi,alla presenza del Capo dello Stato.

Tutto il Mondo si è commosso davanti alla

tragedia che ha colpito l’Italia.Le Nazioni Unite infatti si stringono attorno a chi ha perso tutto,dedicando un minuto di silenzio alle vittime.Solidarietà e offerte sono arrivate dall’America,dalla Russia,dalla Francia,dalla Germania,dalla Serbia, dall’Egitto, dalla Libia.L’ONU e l’Unione Europea si sono messi a disposizione,e non solo,infatti anche gli operai della Fiat hanno annunciato che doneranno il sangue e inoltre gli abruzzesi che vivono in Germania si stanno organizzando per inviare aiuti e volontari. Questa solidarietà mondiale ha colpito e confortato anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Ora adulti, giovani, bambini e anziani vivono nelle tendopoli,sconfortati perché della loro vita e dei loro sacrifici non è rimasto più niente,ma solo un mucchio di polvere. La gente vuole ricostruire la propria vita e ricominciare a lavorare,i bambini vogliono andare a scuola, infatti il 15 Aprile 2009 le scuole si sono riaperte nelle tendopoli e la gente ha ripreso a lavorare.

La gente, infine, ringrazia tutti i volontari e le forze armate che non hanno pensato a se stessi ma al benessere degli altri.

Giada Panico IID

Il terremoto in Abruzzo

Il 6 aprile notte le case sono crollatee le persone adesso sono disperate:sembra quasi una guerra,ma è il movimento della terra!Case crollate, palazzi inclinati,monumenti rovinati….200 morti e più di 1000 feritie speriamo che qui siano finiti.La protezione civile si dà da fareper aiutare le persone da salvare.

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Il terremoto come un intruso

Nelle nostre case è arrivatoe tutto velocemente ha devastato.Scappare in fretta abbiamo dovutocon una paura che mai abbiamo avuto.Di questo giorno ce ne ricorderemoe per tutta la vita soffriremo.I nostri cari speriamo di ritrovaresani e salvi per ritornarea una vita un po’ più normale…non vogliamo ricordare alcun male!

IIG Mara D’Erchia, Roselita Putino,Luigi Cardetta, Vita Putignao

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Un momentaccio stanno vivendoe molte perdite stanno subendo:questo è il disastro della naturache fa davvero molta paurae che da prevedere difficile èanche se qualcuno che dice sia possibile c’è.Speriamo, comunque, che sia finita qua…Tutta quella gente dove alloggerà?per il momento è in auto e nelle tendee chissà quale futuro l’attende.Se, però, insieme ci uniremoe tutti una mano daremole città presto saranno ricostruite:speriamo proprio che tutte le abitazioni siano restituite!

IIG Francesco Aloisio, Vito De Marinis, Carmine De Vincenzo,Francesco Francavilla, Giuseppe Lentini

Tragedia in Abruzzo

Il terremoto è arrivatoe tutto ha devastato:case e palazzi sono crollatie morti e feriti ci sono stati.I propri beni sono stati distruttie tanti ora sono i lutti.

Famiglie come nomadi sono diventatiperché dalle loro case se ne sono andati:quasi tutta la città è crollatacome una bomba che è scoppiata.Tanti aiuti sono arrivati

per cercare feriti e malati

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IIG Melania Todaro, Alessia Monaco, Vanessa

Chiulli

che nelle tende si sono rifugiaticome profughi appena arrivati.Le famiglie sopravvissute alle maceriefesteggeranno Pasqua senza libertà di ferie…ci auguriamo che una vita nuova possano riacquistaree che con i loro cari in una casa vera possano abitare!

IIG Graziana Notaristefano, Porzia Carucci

Terremoto in Abruzzo

Ho provato ad immaginare le vostre condizionie nessuno può esprimere le vostre emozioni.C’è chi ha perso tutto nelle proprie casee c’è chi rivà per alcune cose.C’è chi ha perso beni materiali e chi, invece, affetti personali.Questo terremoto ha provocato tanta distruzionee ha portato via tante persone.Adesso bisogna andare avantiaffinché si riprendano tutti quanti.Si dice che l’Abruzzo sia una regione forte,che non si ferma neanche di fronte alla morte.In fondo è anche cosìperché si riparte da lì.

Donato Scarano

Il sismoPalazzi crollatia orari sballati…sembra una guerra appena iniziatain una inaspettata eppur prevista data.Gente che urla e che vain cerca qua e làdi amici e parentisperando che siano ancora viventi.Si parla di sicurezzasenza averne la certezza:zone sismiche e costruzionibelle ma fragili come cartoni.Nelle tendopoli c’è molta genteche attende l’aiuto di qualche ente:già, comunque, stanno aiutando gli sfollatidei palazzi purtroppo crollati.Noi speriamo che non accada piùe auguriamo il meglio alla gioventùe a tutta la popolazioneche è parte della nazione.

Le poesie scritte dalla IIGsono state pubblicate

il giorno dopo il terremotosul blog di Mottola.

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Cara gente dell’Abruzzo, 07.04.09

siamo molto dispiaciuti per il terremoto e anche per la morte dei vostri cari. Stiamo seguendo ogni giorno i telegiornali che ne parlano dandoci tutti i dettagli e le vostre tristi testimonianze: siete una popolazione forte e stiamo molto apprezzando la vostra calma e dignità, nonostante quello che state vivendo. Noi vi aiuteremo mandando almeno qualche SMS per fornire i fondi necessari a soccorrervi al meglio.

Speriamo che non ci saranno più scosse così forti come quelle che vi hanno sconvolto la vita. Vi auguriamo ogni bene da parte di tutta la classe II G della scuola media “De Sangro” di Mottola (TA).

Sara Mascarello, Pierfrancesco Lavarra, Marina Guagnano IIG

Pensieri di fine anno scolasticoLa scuola sta finendoe mi sto divertendo…Tanta felicità e l’inverno finirà!Passeggiate sul lungo mare,quante cose da imparare!Gelati a impazziremal di pancia a morire.Dalla sera alla mattinaquanti salti in piscinaGiochi a morire, chissà quante cose da dire. Un‘estate di felicitàe la vita cambierà.La scuola sta finendoe le nuvole stanno diminuendo. Francesco Aloisio IIG

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Un sogno: la PaceIl nostro mondo ormaiè rinchiuso in una prigione,in una gabbia che impedisce di scappareed aprirsi alla libertà.È solo un sogno ormai! Ma no, no, no!E’ un sogno che però una speranza ha.Se noi non facciamo la guerra,potremmo costruire un mondo di pacedove poter ancora sperare, avere nel cuoreuna fiamma d’ amore…e la pace verrà qui, sull’ umanità.Se la pace verrà, lei salvarci potrà.Ma la cosa che devi fare:coltivare la gioia, la generosità,la speranza, la fratellanza e l’ amore proprio dentro il tuo cuore. Andrea La Neve III E

Mafia: un’arcana piaga dell’umanità.Ombra e silenzio

Nero è l’abbraccioche avvolge quell’aspro frammento di terra,

profondo è l’odioche serpeggia fra le genti.

Il dolce chiarore,che un tempo era rifulso di luce intensa,

ora appare soffuso,un’ombra la ghermisce nell’abisso

del silenzio,nelle ignobili vestigia

dell’indifferenza.Il verbo

cade in un torpore profondo e,logoro dall’omertà,

adombra nel cupo marciume che silente,prende forma.

Un algido palmoelargisce morte e giudizi:il gelo gli arde nell’anima,

la pena gli sconforta il core,lembi di innocenti gli gravano il fine,

ma l’esito di un lercio obiettivogli muove la mano.

Giuseppe Scarano III E

SinceritàLa sincerità è qualcosa che ti spingenel profondo dei tuoi sentimentidando uno slancio alla tua voceper farti dire parole sinceresenza nessuna bugia.Parole sagge, generose.Mentire forma una ferita nel cuore.Venir meno di bugie renderà più felici te stesso e gli altri. Laura Carriero ID

È unicoAvere amiche sincere

È unico.Voler bene a delle persone speciali per te

È unico.Essere amati dalla persona cui il cuore batte

È unico.Guardare negli occhi la persona che ami

È unico.Incontrarsi la sera con il gruppo

È unicoRitirarsi la sera un po’ più tardi del solito

È unicoAssillare le amiche per vedere il ragazzo che ti

piace è unico.Il mondo con te è UNICO!

Sara

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Puzzolona CenerentolaCenerentola come sempre puliva la casa e non curava il suo aspetto fisico specialmente i suoi

orrendi piedi . Un giorno comparve la fatina Smemorina e le fece indossare un bellissimo abito rosa . Lei ballò con il principe ma quando suonò l'orologio era mezzanotte, lei scappò e lasciò la scarpetta e un grido che fece svenire il principe per il suo alito puzzolente . Alle sei del mattino il principe andò con la mascherina a casa di Cenerentola e le fece calzare la sua meravigliosa scarpetta di cristallo. Ma lei non lo voleva sposare perchè era brutto e perchè era il principe che aveva perso la vista la sera della festa per i suoi piedi puzzolenti . Dispiaciuto della risposta si fidanzò e, dopo cinque anni si sposò, con la sorellastra di Cenerentola, cioè Genoveffa . Vissero tutti felici e contenti tranne la matrigna che continuò a convivere con una ragazza puzzolona!

Anna Mastrangelo IE Il sogno di Lucia

C’era una volta in una povera famiglia una fanciulla che voleva diventare ballerina. Lei si chiamava Lucia e amava la danza, ma i genitori glielo negavano perché volevano che proseguisse gli studi. Lei di nascosto andava ogni pomeriggio a scuola di danza senza studiare, ma un giorno i genitori la scoprirono e la cacciarono di casa.Lucia trovò lavoro e alloggio presso un ristorante, così il pomeriggio andava a danza, di notte lavorava e la mattina dormiva. Nella scuola di danza lei aveva una rivale che le faceva tanti dispetti perché voleva essere in tutto la migliore. Le tirava sempre calci per non farla ballare.Un giorno Lucia vide uno slogan, cercavano una ballerina al teatro “Opera de Paris” per una coreografia , allora lei colse l’occasione e si presentò al provino. Piacque molto alla giuria e venne presa, mentre la nemica Carmela no, allora per invidia le tagliò le scarpette da punta per impedirle di ballare. In quel momento a Lucia apparve una Fata che le diede delle scarpette da punta magiche e così riuscì a ballare, fu un gran successo e il pubblico la acclamò entusiasta.

Allora Lucia realizzò il suo sogno, sconfisse la sua nemica e i genitori si resero conto che, pur non avendo proseguito gli studi, era lo stesso riuscita a realizzare il suo sogno.

Mimì’98 Lettera di un tedesco a suo figlio

Caro figlio mio,io sono stato troppo crudele, non perchè volevo ma perchè sono stato obbligato da mia madre; mio padre era ebreo e io l'ho ucciso insieme a mio fratello. Mia madre era tedesca e ha obbligato me, il suo primogenito a seguire le orme di Hitler, quell’ uomo è stato ingiusto come me. Abbiamo ucciso troppe

persone innocenti anche se non avevano fatto niente. Io quando vedevo

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L’estate

L’estate è una stagione calda e rilassante. Le scuole chiudonoe si va al mare.Buoni e gustosi sono i gelati.Ci si diverte a guardarele onde del mareche si infrangono sulle rocce spigolose e sabbiose. I fanciulli costruisconocastelli di sabbia…Tra pattini e canoe ci si diverte a tuffarsinelle profondità marine.La fine dell’estate cede il posto con tristezza all’autunno e ricomincia il ciclo della vita di semprelasciandosi alle spalle bei momentitrascorsi tra allegria e spensieratezza.

Belfiore Giusy , D’Auria Maria, Turi Serena IIC

Voglio fare il volontario…Il volontario voglio faree l’Abruzzo aiutare.Da un terremoto sono stati sorpresie non sono rimasti illesi.Molte case sono crollateperché non erano state ben collaudate.Il nuovo ospedale di sabbia era stato costruitoe sembrava tutto bello e rifinito,ma invece ora è tutto lesionato e inagibilee tutto questo è davvero inammissibile!Tanto patrimonio è stato distrutto,ma non è stato perso proprio tutto!Alcuni di loro sono riusciti a scapparema altri, sono rimasti ad aspettare…Nel periodo di Pasqua si sono trovatie la loro fede li ha aiutati.I cuori delle persone sono addoloratiper i tanti morti che ci sono stati.Tanta tristezza ci portano queste notiziee aspettiamo che si faccia presto giustizia.I volontari vogliamo faree l’Abruzzo aiutare…

Lorella Gentile, Daniela Greco, Pietro Dalena IIIG

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persone anziane, disabili, bambini, donne che venivano obbligate o che io stesso obbligavo, a lavorare anche se non riuscivano mi sentivo male e sentivo anche il bisogno di aiutarle e qualche volta anche se non se ne accorgevano io lo facevo. Con queste parole ho voluto dirti di non fare lo stesso mio errore. Io sono stato codardo e merito non solo di morire bruciato vivo nei forni crematori, ma non so che altro. Il tuo papà

III E Il mitico Gigi

C’era una volta in un paesino della Calabria un ragazzino allegro e simpatico, il quale non voleva studiare perché gli piaceva giocare a calcio.I suoi genitori volevano che lui studiasse per avere un futuro nella vita, ma Gigi continuava a essere del suo parere.

Un giorno Gigi partì e andò a Milano per fare un concorso e diventare un calciatore famoso.Lì trovò il suo acerrimo nemico Gianni la lepre. Veniva chiamato così perché era molto veloce.

Toccò a Gianni entrare in scena, e quando stava facendo una serie di dribbling inciampò sulla palla e cadde. Entrò Gigi. Effettuò palleggi, una serie di dribbling, corsa, controllo della palla, cross e tiri. Tutto andò bene infatti vinse lui il concorso. Andò a finire nella sua squadra del cuore: la Juventus.La sua prima partita da titolare la giocò contro l’Inter. Gigi in quella occasione non trovava più le scarpe. Ad un certo punto comparve un mago che gli diede delle scarpe da calcio magiche. Scesero in campo ed al quindicesimo minuto su assist di Camoranesi, Trezeguet segnò. La partita sembrava sotto controllo fino a quando l’attaccante Mario Balotelli riuscì a segnare il gol del pareggio .Per la Juve era tutto

da rifare! In quel momento il quarto uomo segnalava che ci sarebbero stati quattro minuti di recupero. Al novantatreesimo Camoranesi palla al piede entrò in aria ma si scontrò con il difensore Samuel che con un brutto fallo lo atterrò. Tale azione non sfuggì all’arbitro Trefoloni che estratto il cartellino rosso lo mandò a farsi la doccia, assegnando un calcio di rigore per la Juve. Mancando Del Piero per infortunio toccava a Gigi tirare. Concentrato prese la rincorsa ed esplose un tiro all’incrocio dei pali, imprendibile per Julio Cesar. Juve due Inter uno. La Juve vinse la partita grazie al gol di Gigi.

Così i genitori capirono che Gigi era un bravo calciatore e che un giorno sarebbe diventato un campione del calcio.

Antonio Tagliente I ELe punte

C'era una volta una topolina ballerina che andava vestita con un tutù rosso e delle stupende punte fosforescenti.Lei era di multiforme ingegno, perchè inventava balli straordinariamente belli.

Un giorno andò a un mercatino dove c'erano sempre ed esclusivamente le solite cose cioè pantaloni, maglie e borse . Camminando trovò un gattino persiano a cui chiese se poteva ballare con lei.E ballarono tutta la notte finché non si spezzarono le meravigliose punte; loro incominciarono a disperarsi e arrivarono a una soluzione di alzarsi alle sei del mattino e andare al vecchio mercatino. Andarono e videro sempre le stesse cose , ma in una piccola stradina del bosco videro un piccolo negozio di punte, se le misurarono e ne comprarono un bel paio che a vederle sembravano diamantate.Quando le indossarono però per sfortuna si spezzarono .

La morale di questa favola è: non è tutto oro quello che luccica .

La FerrariC’era una volta una fanciulla di nome Cenerentola che non aveva madre e il padre si sposò con

una donna che aveva due figlie:Anastasia e Genoveffa. Il padre partì per un lungo viaggio e la matrigna se ne approfittò per far fare le faccende di casa a Cenerentola. Un giorno arrivò l’invito ad un ballo nel castello del principe.

Cenerentola al ballo non andò perché doveva fare i servizi. Ad un certo punto comparve una fata che fece una magia a Cenerentola. Comparve una Ferrari rossa brillante con un autista campione di Formula 1, e lei aveva delle scarpe di cristallo con un vestito azzurro ed una maschera però doveva andarsene prima di mezzanotte perché poi la magia sarebbe svanita.Cenerentola ballò con il principe, allo scocco della mezzanotte Cenerentola andò via correndo dal ballo e andò subito a casa sua. Il mattino seguente il principe provò a tutte le fanciulle del regno la scarpetta, ma a nessuno calzava. A casa di Cenerentola il principe arrivò e alle due sorelle non calzava. In quel preciso momento Cenerentola porto il tè e il principe fece provare anche a lei. Le calzava perfettamente.

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Cenerentola si sposò con il principe e vissero per sempre felici e contenti.Tagliente Antonio I E

Ridiamoci un po’ su:Biancaneve

C’era una volta in uno splendido regno una fanciulla di nome Biancaneve che aveva una matrigna. Biancaneve era una ragazzina cattiva che odiava la sua matrigna infatti la faceva disperare. Le metteva le rane nel letto mentre dormiva, sporcava e dava fastidio a tutti. La matrigna era buona però era fissata perché voleva avere il regno perfetto infatti chiedeva sempre al suo specchio magico: « Specchio, specchio delle mie brame, chi ha il più bel reame? » E lo specchio rispondeva: « Lo hai tu mia regina ». Il tempo passò e Biancaneve divenne più grande e anche il suo odio per la matrigna. Infatti nel letto ora le metteva i serpenti o cercava di farle cadere il lampadario addosso e dava fastidio a tutti. La matrigna la perdonava sempre, ma quando un giorno alla sua domanda lo specchio le rispose:

« Se il più bel regno vuoi avere, Biancaneve non devi più tenere», allora chiamò il cacciatore e gli ordinò di portarla nel bosco e ucciderla. Arrivati nel bosco Biancaneve capì cosa stava per succedere allora prese un suo calzino, glielo fece annusare, il cacciatore dalla puzza svenne e lei scappò. Trovò rifugio in una piccola casa abitata da sette nani che da quel giorno iniziò a trattare da schiavi. La matrigna venne a sapere dallo specchio che il suo regno perfetto non era perché Biancaneve ancora c’era. Allora si travestì da una vecchia e con una mela avvelenata andò da Biancaneve, che però non voleva mangiarla. I nani aiutarono la matrigna a farle mangiare la mela. Finalmente Biancaneve era morta, il regno era perfetto, ma un giorno un principe trovò Biancaneve morta e, siccome era bella, gli venne il desiderio di baciarla anche se le puzzava l’ alito e così fece e si risvegliò. Partirono insieme e vissero per sempre infelici e scontenti, perché le puzzava ancora l’ alito.

Mimì ’98, Caragnano Miria I E

Cappuccetto RossoMentre il cacciatore tagliava la pancia al lupo e tirava fuori la nonna e

Cappuccetto Rosso, si sentì un forte rumore provenire dal cielo: era un elicottero della Protezione Animali che subito atterrò vicino alla casetta. Scesero medici, infermieri e agenti di polizia che si diressero verso il lupo per rianimarlo, dopo tanti sforzi ci riuscirono, mentre gli agenti di polizia arrestavano il cacciatore. Nonostante la nonna cercava di difenderlo, gli agenti risposero: « Il lupo ha agito per fame mentre lui ha agito per vendetta contro una specie protetta ». Entrambi furono trasferiti in un parco naturale dove il lupo si riprese e il cacciatore fu condannato a dare da mangiare ai lupi per il resto della sua vita. Cappuccetto Rosso capì la lezione: ogni volta che incontra un lupo chiama la Protezione Animali.

Mimì ’98 , Caragnano Miria IE

Pierino e le patateUn giorno la madre di Pierino disse che doveva andare a portare il

sacco di patate alla nonna. Pierino prese la bicicletta e il sacco di patate e partì per andare dalla nonna. Durante il tragitto si fermò a giocare con gli amici lasciando la bici in un posto isolato. Quando ritornò per riprenderla si accorse che non c'erano più né la bici né il sacco di patate. Così per evitare di ritornare a casa ed essere sgridato dalla madre, decise di andare in un hotel. Quando ci arrivò gli assegnarono una camera che a mezzanotte doveva essere lasciata libera o si doveva nascondere perchè doveva

arrivare una coppia di innamorati. Scoccò la mezzanotte e Pierino si nascose sotto il letto, nel frattempo giunsero gli innamorati e il ragazzo disse alla ragazza:”Nei tuoi occhi vedo tutta New York” Ad un tratto uscì Pierino che esclamò:”Ma per caso nei suoi occhi vedi la mia bici e un sacco di patate?”.

Tony De Nicola III E

Cappuccetto Rosso e l’elicotteroCappuccetto Rosso era una bambina che portava sempre in testa un cappuccio rosso,ecco perché

la chiamavano così.Un giorno partì da casa sua per portare alla nonna delle cibarie. Appena uscita da casa trasse dal

cestino il suo MP3 e iniziò a sentire al musica. Decise allora di disubbidire alla mamma e di andare nel bosco:”Che sarà mai il bosco!”

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Poco dopo,mentre lei raccoglieva i fiori apparve un lupo scocciato e imbronciato. Lei lo salutò:”Buongiorno”. E lui con il suo vocione rispose:”Si,infatti un giorno stupendo. Ma se è da ieri sera che non ho niente da mangiare!!”-esclamò il lupo;poi però osservò con più attenzione la bambina e si accorse che per lui era un buonissimo spuntino. Allora spalancò le braccia e aprì la bocca:lei si accorse di quello che il lupo voleva farle, allora disse:”Aspetta!” Il lupo si bloccò e lei trasse dal suo cestino un telecomando,premette un tasto e subito apparve sopra di lei un elicottero, salì veloce la scaletta e si ritrovò in breve là sopra. E così quell’ingenuo di un lupo rimase a bocca asciutta e anche molto impressionato.

Mariasole Lasalvia IE

I caffé e i Chinotti di Cenerentola, la matrigna e le sorellastre

Dopo aver camminato un po’ per scegliere dove prendere un buon caffé,io ed Erminia ci fermammo davanti a un bel bar parigino.Decidemmo di entrare e vedemmo Cenerentola seduta a un tavolo con la matrigna e le sorellastre. Dissi ad Erminia: “Ermi’… avviciniamoci e chiediamo loro un autografo!”Lei mi rispose: “Si,dai… facciamoci anche firmare il fazzoletto dove si sono soffiate il naso… per favore Sole,sono personaggi delle fiabe,perché mai ti dovrebbero interessare? A scusa… è vero… tu vieni dal mondo soprannaturale … me ne ero dimenticata!”“Ah,ah,ah! Spiritosa! Sinceramente voglio solo sapere perché Cenerentola è insieme a quelle ubriache, dopo tutto quello che le hanno fatto…”“Io al posto suo le vorrei già in cella. Comunque ok, avviciniamoci”.Cenerentola stava ridendo insieme a quelle tre e appena ci avvicinammo noi, Genoveffa chiese ad Erminia: “Un Chinotto! Subito”.Erminia,col suo solito modo cortese rispose: “Primo:abbassa le arie e secondo:non sono la cameriera!”Genoveffa ci rimase un po’ male dalla risposta ricevuta;allora intervenni:“Scusatela. Con lei non si può prendere molta confidenza al primo impatto. Ma voi non siete:Cenerentola,la matrigna e le sorellastre?”In coro risposero: “Si,siamo noi. Volete un autografo?”“No grazie,non ci teniamo. Volevamo solo sapere perché siete insieme”Cenerentola,con una bella vocina rispose:“Ho voluto perdonarle. Sono sempre cresciute con me. Il mangiare me l’hanno dato,non posso mica

lasciarle sulle autostrade,come voleva fare mio marito.”Da lontano poi,la matrigna e le sorellastre non avevano poi un’aria sospetta di finto divertimento, anzi, erano proprio felici.Sembrava come se in passato non fosse successo niente e non ci fossero mai state quelle brutte litigate,sembra che siamo in una fiaba nuova cioè:Cenerentola viveva con la matrigna e le sorellastre. Un giorno è venuto il principe,se l’è portata e si sono sposati. Basta…Fine…The end…“E’ tutto molto strano”- disse Erminia.“Ma và”.- esclamai.Cenerentola ci chiese: “E voi? Voi chi siete?”“Io sono Sole e lei è Erminia”.“Piacere di avervi conosciute,arrivederci”.- salutarono loro con tono cordiale.

“Arrivederci”- ricambiammo.“Però, che strani i personaggi delle fiabe. Gli antagonisti:prima trattano male una persona,i protagonisti: se sono buoni,prima li puniscono e dopo vanno a prendersi il caffé e il Chinotto.”- conclusi io dubbiosa.“Anche se ci sono molte differenze rispetto ai veri personaggi… questo incontro mi è sembrato pur sempre strano.”- concluse Erminia.E, dopo quell’incontro ci avviammo al nostro albergo: “Locanda di Cappuccetto Rosso”

Mariasole Lasalvia IE

La volpe cattivaNel bosco delle “100 Felicità” vivevano tanti animali felici e allegri;ma c’era

una volpe un po’ troppo allegra. Gli animali non potevano proprio sopportarla perché faceva brutti scherzi a ogni animale. All’inizio gli animali furono pazienti,ma la pazienza ha un limite e tutti gli animali si stancarono di lei. Allora iniziarono a chiamarla Tontonella,dal suo nome che è appunto Antonella.

C’era un anatroccolo di nome Patty,che era un po’ bruttina.

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Quella poveretta era sempre il bersaglio che colpiva la volpe Antonella. Agli animali il comportamento della volpe Antonella era proprio ingiusto nei confronti di Patty. Allora fecero una riunione:”Tontonella deve smettersi di comportarsi così con Patty,quella poverina non le ha fatto niente?!”. Patty,che in quel momento si concentrava per un piano a un certo punto le venne un lampo di genio:”Io ho un’idea. Le dobbiamo far assaggiare la sua stessa medicina. Lei fa brutti scherzi a noi!? Allora anche noi da domani ci comporteremo così con lei:si irriterà e se ne andrà”. Tutti in coro sollevarono Patty e urlarono:”Viva Patty!”.

E così dal giorno seguente iniziarono a mettergli sottosopra la casa e a prenderla in giro. E allora la volpe spazientita disse:”Perché fate così con me?”“E tu? Non fai così con noi!?” La volpe Antonella rimase senza parole e se ne andò. Gli animali festeggiarono e Patty fu molto felice.

Quello che bisogna imparare da questa favola è che: l’unione fa la forza.Mariasole Lasalvia IE

Non lo sposerò maiC’era una volta una ragazza di nome Cenerentola. Tutti voi sapete la storia di questa ragazza:

rimasta senza padre,in affidamento con la matrigna e le due sorellastre che la odiavano e poi… quella lettera da parte del principe per il suo compleanno.Quella lettera fu come aprire un barile d’oro per le due sorellastre e siccome la matrigna si era seccata a vederla litigare,fece leggerla a Cenerentola:”Si invitano tutte le fanciulle del reame per festeggiare il ventesimo compleanno del principe e,alla fine sceglierà chi fra le fanciulle presenti sarà sua sposa!”Le sorellastre subito iniziarono a dare ordini a Cenerentola:”Fammi un vestito,prendimi le misure. Subito!” anche Cenerentola voleva andare a quel ballo,ma la matrigna non le diede il permesso. La stessa sera del ballo loro con una lussuosa carrozza andarono lì e Cenerentola rimase dietro la finestra a piangere e poi come tutti sapete, arrivò la fata e la trasformò in una bellissima fanciulla…e con dei vestiti!

Così andò al ballo con una bella carrozza e, appena arrivata, ballò col principe che era rimasto incantato da lei. Erano arrivati al punto di baciarsi,ma scoccò la mezzanotte e Cenerentola scappò e sulla

scalinata perse la scarpina che il principe raccolse.Cenerentola appena arrivò a casa si lamentò molto perché le facevano male i piedi. Ed esclamò:”Quel principe vive da 20 anni alla reggia e con tutti i balli organizzati balla come un topo! La gente di palazzo è proprio strana!”

Arrivò un giorno un consigliere di corte con la sua scarpetta su un cuscino rosso circondata da veli e disse:”Questa scarpetta è stata persa da una fanciulla. I principe l’ha trovata sulla scalinata;chi calzerà questa scarpetta sarà la sposa del principe!”Mentre le sorellastre si provavano inutilmente la scarpina,Cenerentola tremava per paura che fosse scoperta e fosse portata alla reggia per

sposare il principe, che era quello che non voleva fare.Arrivò il suo turno e a lei… come tutti sappiamo la scarpa calzava a pennello. Ma c’era il problema che lei non voleva sposare il principe per una buonissima ragione:“Io non voglio sposare il principe!”esclamò.“Ma perché bella donzella?”chiese il consigliere.“Perché al ballo mi ha rotto il mignolo. Vede?!”“Bleak. Sì, però…”“Sì, però niente! Io non voglio sposare un topo che vive alla reggia da vent’anni e che balla come un topo. Fateglielo sposare a Genoveffa, anche lei con il ballo sta sulla stessa strada!”“Ma a lei non calza la scarpa!”“Non me ne im-por-ta!”“Queste sono le regole dettate dal mio sovrano e io le devo rispettare,quindi,venga alla reggia con me.”“Ma sei scemo o non capisci?! Io non vengo. E’ impossibile che in questo paese non ci sia un’ altra ragazza che calzi di scarpa il 30?”“Si,c’è… ma ha nove anni.”“A me non importa. Io non lo sposo. Uscite di qui e dite al principe che sono evasa,anzi esageriamo…ditegli che sono morta. E adesso fuori di qui.”“Ma…”“Ma niente! Sparisci tu e i ciambellani che ti porti dietro. Addio, buongiorno, buonasera e buone feste al principe.”E così il consigliere (e i ciambellani che si portava dietro) uscì da quella casa spazientito e con un’aria strana. Cenerentola sposò un fruttivendolo e vissero felici,contenti e… danzanti.

Mariasole Lasalvia IE

Non sempre è bello essere principesse

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Tanto, tanto tempo fa viveva una ragazza di nome Rachel,di origini nobili, ma molto, molto infelice. E’ strano, perché tutte le ragazze sognano di essere principesse, però lei, al contrario, desiderava essere una fanciulla come tutte le altre. Aveva persino una guardia del corpo molto affascinante: si chiamava Eric, era un suo coetaneo di sedici anni e faceva quel lavoro per mantenersi gli studi. Rachel era molto attratta da questo ragazzo, anche se nel suo regno i rapporti dovevano essere soltanto “nobili con nobili”. Per questo motivo, a volte, pensava di scappare via di casa. Rachel aveva un’altra caratteristica:odiava le cene reali e per lei i lunghi vestiti erano molto buffi. Una solare mattina, si svegliò per andare a scuola,si vestì e fece la sua dietetica colazione. Si mise a correre verso la scuola perché era in ritardo e appena vi entrò tutti la osservavano bisbigliando:-Hai sentito la novità? Rachel, la principessa si sposa!

Terminate le lezioni, Linda e Rosa, le sue migliori amiche esclamarono :-Allora chi è il fortunato? Perché non ci hai detto niente?-Cosa,non capisco-disse Rachel.-Ti sposi! Ti sposi con Tom, il marchese e diventi regina!Tutto succedeva alla sua insaputa e, infuriata, andò a chiedere spiegazioni a suo padre, che purtroppo faceva sempre di testa sua. La sera, la principessa, stesa sul letto e avvolta dai suoi pensieri, decise di incontrare Eric, che non vedeva da giorni, forse per la delusione. Ma non aveva molto coraggio, quindi gli inviò una lettera. Eric si era licenziato perché pensava che senza di lei il suo lavoro non avrebbe senso. Rachel si sentiva in colpa,Piangeva,piangeva senza trovare una soluzione. Arrivò il giorno in cui dovette incontrare Tom e sua madre, perfida e pretendente. Era una strega, proprio come sua madre che, però, controllava i suoi poteri. In quel momento Rachel stava per dire “Non me la sento di…..” La strega fermò le sue parole con un incantesimo. La mamma di Rachel voleva il meglio per sua figlia e renderla felice delle sue scelte. Non avrebbe mai voluto che arrivasse ad un momento della sua vita così difficoltoso e di fare qualcosa di obbligato com’era accaduto a lei. La principessa, in un pomeriggio, mentre passeggiava per le strade, vide per terra un fiocco rosso brillante, lo raccolse e lo mise nella sua borsa. In quel momento fu trasportata in un mondo ultraterreno, dove lei non era una principessa ma una perfetta amica di Eric. Appena tolse il fiocco dalla borsa, si ritrovò nel suo mondo infelice. La strega controllava ogni suo movimento con il suo scettro e, per assicurarsi di essere la madre del re Tom con il matrimonio, la bloccò in una potente sfera che la fermò in un unico mondo: quello reale. Passarono molti giorni e nei sogni di Rachel c’era quel mondo fantastico e non riusciva a capire come mai il fiocco non funzionasse.

Era il giorno del matrimonio a cui erano presenti tutti, persino Eric. Nel frattempo si teneva una riunione reale per stabilire nuove regole del regno, la quale finiva all’inizio del matrimonio. Qui era presente anche la madre di Rachel. Fu lei la nuova eroina, infatti promosse la legge che stabiliva il rapporto tra chiunque, anche con i non nobili. Allora ci fu una grande confusione a corte: Rachel sposò Eric, Tom scoppiò a piangere per la vergogna e la strega perse tutti i suoi poteri perché l’amore trionfa. Così finalmente vissero tutti felici e contenti.

Laura Carriero ID

Il vulcanoPrima che esistessero la terra e il cielo, nell’atmosfera abitavano tre

draghi, uno femmina e due maschi. I draghi erano amici del cuore perché erano gli unici a vivere.I due draghi maschi avevano fatto un patto: non dovevano fidanzarsi con il drago femmina. Ma non andò proprio così perché un drago maschio si innamorò del drago femmina.L’altro drago scoprì che il suo compagno si era innamorato.

In quel giorno Dio stava creando la terra. Il drago era invidioso, così ci fu una grande battaglia tra i due draghi maschi per chi si doveva fidanzare con il drago femmina.Ma, dopo una lunga giornata di lanci di fuoco, coinvolsero anche il drago

femmina che venne colpita ma cadde sulla terra. Anche gli altri draghi caddero sfiniti sulla terra sparsi, e da quel giorno quando il draghi si svegliano per liberarsi dalla terra, sputano fuoco così ci sono lapilli e uscite di lava.Così si sono formati i vulcani. Donato ID

Una nuova ragazzaIl professore Francesco era un giovane laureato che insegnava matematica alle scuole medie.

Un giorno disse:”Ragazzi, quest’ anno avrete una nuova compagna di classe, il suo nome è Laura, siate gentili con lei, perché si è appena trasferita!”.

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Nella classe entrò una ragazza magra dal viso pallido, aveva gli occhi marroni e i suoi capelli erano lunghi, castani e raccolti in due trecce; era vestita fuori moda e appena tutti la videro si misero a schernirla. Lei si sedette a fianco a un’altra ragazza che era gentile nei suoi confronti, si chiamava Stefania e aveva capelli lunghi e biondi; anche lei non era accettata dal resto della classe. Alla ricreazione Laura si avvicinò a due ragazze dicendo:”Come vi chiamate? Io sono Laura”.Le due ragazze si misero a ridere e una di queste disse:”Che ti importa? Comunque io mi chiamo Cristina e lei è Serena”.Cristina era alta, alla moda e aveva soffici capelli biondi, mentre Serena aveva i capelli a baschetto, neri e lisci, anche lei alla moda. Poi si sedettero nei loro banchi facendo delle smorfie a Laura, che si sedette al suo banco facendo finta di nulla.Alla fine delle lezioni tutti tornarono a casa.

L’indomani mattina Laura andò a scuola felicissima e voleva imparare tante cose nuove. Suonò la campanella della ricreazione e Cristina e Serena andarono in bagno. Laura le seguì e vide dare le proprie merende ad una ragazza alta, robusta ed aggressiva la quale indossava jeans strappati e una maglia nera con sopra disegnato un teschio bianco, aveva i capelli rossi, lunghi e sciolti che non le si vedeva neanche il viso.Laura intervenne:”Perché tratti i più piccoli e indifesi di te?”Subito il gigante si avvicinò a lei e le tirò i capelli.Laura gridò:”Aiuto, aiutatemi!”.

La sua classe era a fianco al bagno delle ragazze, così uscì il professore Francesco e chiamò subito il preside che punì la ragazza dai capelli rossi e così da quel giorno lei finì di pestare i più deboli e Laura divenne popolare e amica di tutti grazie al suo coraggio!

Federica Nigro IIDL’amicizia profonda

Qualche mese fa nella classe di Stefano arrivò un nuovo compagno di nome Mirko.Stefano, appena apparve Mirko davanti ai suoi occhi, pensò subito che sarebbe diventato il suo migliore amico, quello che da tanto aspettava. Stefano non aveva molti amici e neanche un compagno di banco, era sempre solo.La professoressa, vedendo che Stefano non aveva un compagno, lo fece sedere vicino Mirko.Dopo tre giorni i due diventarono molto amici. Gli altri compagni di classe guardavano male Mirko perché era molto amico di Stefano, il quale non li degnavano neanche di uno sguardo.

Un giorno, mentre facevano merenda, Mirko fece una domanda a Stefano:”Perché i compagni di classe quando parlo con te mi guardano male?” Stefano gli rispose :”Essi non vogliono essere amici miei e non vogliono neanche parlarmi, e a loro sembra strano che tu voglia stare con me.” Mirko aggiunse:”A me non importa, anche perché neanche io ho molti amici”.I due amici si fecero una promessa, quella di non separarsi mai.Nella scuola c’erano anche altre classi e in queste vi erano molti ragazzini. In una classe c’era un bullo e i suoi aiutanti; il bullo si chiamava Antonio, però si faceva chiamare “PUPO” perché credeva che facendosi chiamare così piacesse a tutte le ragazzini della scuola.Dicevano in giro che Pupo appena si accorgeva che due maschi avevano un’amicizia profonda li faceva subito separare, perché credeva che un’amicizia profonda potesse esserci solo tra ragazze.Così nessuno dei maschi aveva un’amicizia, tranne Stefano e Mirko.

Un giorno Pupo venne a sapere che Mirko e Stefano avevano una vera amicizia e così dopo la scuola si precipitò dai due e disse loro che si dovevano separare. Loro risposero di no e pensarono a un modo per far smettere a Pupo di rovinare delle amicizie profonde tra maschi. Ebbero l’idea di far separare Pupo dai suoi amici, per fargli sentire “male “ come aveva fatto sentire male i ragazzini che aveva costretto a separarsi.Il migliore amico di Pupo era uno dei suoi aiutanti, si chiamava Lorenzo. Stefano e Mirko parlarono con Lorenzo del loro piano Lorenzo fu d’accordo con la loro idea.

Il giorno dopo Lorenzo seguì il piano e litigò con Pupo. A Pupo gli si spezzò il cuore per aver litigato con Lorenzo.Stefano, Mirko e Lorenzo andarono a casa di Pupo e gli spiegarono che quello che era successo era stato soltanto un modo per fargli capire quanto male avessero gli altri ragazzini.Pupo ci pensò, capì e non si arrabbiò e da quel pomeriggio non fece più separare i ragazzini che avevano un’amicizia profonda: aveva capito che l’amicizia profonda “Vale per tutti”.

Carmela Nigro IID

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La vitaRicorda sempre la vita è breve!

Infrangi le regole; dimentica in fretta; bacia lentamente; ama sinceramente;

ridi senza controllo e non rimpiangere mai chi ti fatto sorridere! Sara

AmicoIl vero amico è colui che rimane quando il resto del mondo se ne è andato!

Mina

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Che belle amiche !In una stupenda giornata di primavera appartata sotto una grande quercia c’era una lepre. Era

molto stanca perché aveva fatto una gara di corsa con sua cugina adottiva la lumaca, sembra strano ma è proprio così. Come al solito vinceva sempre la lepre quindi non c’era gusto. Quando ad un certo punto

passò di lì una volpe con le sue amiche e le chiese: <<Ciao, cara lepre, come ti chiami?Io sono Sandy con la mia banda delle “più belle del vicinato”>>. La lepre rispose: <<Io sono Jenny, sono molto lieta di avervi conosciuto, la cosa più bella è che non mi capita tutti i giorni di fare amicizia, quindi sono molto contenta>>. La volpe si consultò con la sua banda per decidere se far entrare Jenny o meno. Le altre dissero di sì perché era stata molto buona con loro. Sandy disse a Jenny: <<Vorresti entrare nella nostra banda?>> La lepre ci pensò e rispose: <<D’accordo, se a voi fa piacere io entro a farne parte volentieri.>> A quel punto si sedettero tutte in cerchio sotto quella grande quercia e parlarono un po’ del loro carattere e del loro aspetto. Iniziò Sandy perché era il capo, già questa cosa alla lepre non piaceva. <<Salve, mi presento sono Sandy come tutte sapete, sono molto bella e affascinante, quando passo tutti si incantano dal mio stile di

camminare>>. <<E tu Jenny come ti descrivi?>> disse la volpe. <<Io non sono molto conosciuta dalle mie parti, sono simpatica e generosa ma non molto affascinante come te Sandy>>. Il giorno seguente quando la lepre si alzò tutti gli animali del vicinato parlavano male di lei peggio di prima. In lontananza vide la volpe con la sua banda che ridevano come cornacchie. A quel punto la lepre Jenny ci rimase molto male e se ne andò.

La morale della favola è che “non è tutto oro quel che luccica”.Erminia Liuzzi IE

Fiori Fiori, bellezza della natura senza alcuna disinvolturacolorate il nostro mondocon i vostri colori che fan girotondo.Fiori, gioielli dell’albero di primaverache insieme dipingono l’aria pura e vera,del vostro profumo incantevole alleviate l’olfatto immeritevoledi un uomo che senza pietà vi rovinacalpestando la più piccola piantina.Fiori, voi che mostrate affetto più di qualsiasi altro oggetto.Date alle nostre case un tocco di bellezzacon i vostri petali che emanano leggerezza.Camminate e danzate al sole nel pratopronto per accogliere i bimbi in modo raffinato.

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Con la neve di bianco puro vi fate una copertae siete sempre all’erta.Ma nella primavera, la loro stagione preferitatulipano, viola e margherita,si uniscono per creare una sorpresae per festeggiare la grande impresadi aver toccato il cuore di molti fidanzatinicosì innamorati e carini.Io,caro e bellissimo fiore,farei di tutto per trasmettere un buon odorema voi, aiutate la mia sopravvivenzacon la vostra pazienza di innaffiarmi ogni giornoe ai vostri giardini io farò da contorno

Laura Carriero ID

Il razzismo È una brutta storia,meglio cancellarla,meglio dimenticarla,ma, non emanarla.Uomini superiori, Uomini inferiori,No.D’ora in poi di uomoc’è ne sarà solo uno,e sarà luia mettere le cose a posto.Noi siamo inutili creatorima non risolutori.Noi siamo manon possiamo. IIIH

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Cercate il rifugio tra l’erba durante gli acquazzonie, tra fretta e rabbia,vi date gli spintoni.

Le due SSiamo a Londra, in Inghilterra, in un campetto da calcio. Sono le ore 20:00, il mister del Roversen

Club, una squadra inglese che ha grandi giocatori, chiama James Stevens: un ragazzino con una divisa bicolore, formata da una maglia a fasce rosso scarlatto e blu, da pantaloncini bianchi con due fasce laterali, da calze lunghe e blu notte, sotto le quali c’è un paio di scarpe nere con dei tacchetti lunghi 3 centimetri. E’ un ragazzo biondo, con occhi azzurri e furiosi, attenti e pieni di grinta. Doveva essere alto

almeno un metro e sessanta centimetri, un’altezza notevole per i suoi dodici anni compiuti un mesetto fa; la sua statura è adatta alla corsa poiché lo rende agile. E’ un ragazzo magro, ma con tanta forza nelle gambe. L’ allenatore gli dice:- Ora puoi andare, gli allenamenti sono programmati per domani sera e ricorda di trovare qualcuno che possa svolgere il ruolo di mezza punta per la partita contro i Red Demons. Allora a domani? A questa domanda James smette di palleggiare, fissa dritto negli occhi il suo allenatore e risponde:- Certo, ma per il problema della mezza punta, i ragazzi che conosco non sanno neanche passare la palla. Beh, buonanotte, mister!- James se ne va negli spogliatoi senza degnarlo di uno sguardo. Si avvia, per ritornare a casa sua con il borsone in spalla, per un viale

illuminato quando vede un ragazzo nel parco Sherlock Holmes. Il giovane è più alto di lui e di colore, sta palleggiando con enorme bravura. James si avvicina e gli dice:- Ciao, scusami per l’interruzione, ma ti stavo guardando mentre palleggiavi. Sono James Stevens, e tu?-Il ragazzo, osservandolo con occhio sospetto, risponde:- Sono Micheal Santeras, vengo dal Brasile dove giocavo in una grande squadra: i Black Tiger. Vorrei giocarci ancora, ma sono dovuto andare via perchè lì regna solo la povertà e così mi sono trasferito a Londra. Vedo che anche tu sei un calciatore, in quale squadra giochi ?-Gioco nel Roversen Club nel ruolo di attaccante e sono anche il capitano e il capocannoniere. Ci manca una mezza punta, vorresti giocare nella mia squadra? Micheal é stupito della proposta ma accetta con gioia immensa e si danno appuntamento per la sera successiva. La sera seguente, il mister accoglie Stevesn e Santeras, facendo fare a quest’ultimo dei provini che supera facilmente. Finiti gli allenamenti, i due stringono una forte amicizia che giorno dopo giorno si consolida. Finalmente arriva la sfida tanto attesa tra i Roversen e i Red Demons. Tutta la squadra è

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Vorrei essereVorrei essere il raggio di sole che ogni giorno ti viene a svegliare per farti respirare, farti vivere di me.Vorrei essere la stella che ogni sera vedi brillare così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sto sempre con te.Vorrei essere lo specchio che ti parla e che a ogni tua domanda ti risponde che sei sempre tu la più bella.

Marilena

Hai amatoE quando ti chiederanno cosa hai

amato di più nella vita, tu non dirai niente.

Sorriderai soltanto e quando una lacrima ti solcherà il viso, capiranno

che hai amato veramente...Sara

Aspettare

Aspetto con ansia l’estatePerchè potrò rivedere gli amici lontani che non vedo da un

anno.Aspetto con ansia l’estate

Così potrò rivedere il ragazzo di cui sono pazzamente innamorata.

Aspetto con ansia l’estatePer avere un po’ di relax chiusa la scuola e superati gli esami.

Aspetto con ansia l’estatePerchè potrò sguazzare nell’acqua ad andarmene da quel

posto incantato tutta nera.Purtroppo siamo ancora in primavera e

Dovrò ancora aspettare...

Sara

DomaniFammi respirare sul tuo cuore...Domani avrò almeno una sola occasioneDi volare insieme a te oltre la ragione,Lasciami vivere le tue emozioni...Permetti al mio cuore di provare ad amarti!

Le stelleLa notte mi capita di guardare le stelle,

ma non mi procurano la stessa sensazione che ho quando guardo i tuoi

occhi! Sara

L’amore

L’Amore è una cosa stupenda,perchè quando guardi la persona che ti piacehai vergogna di salutarla ese le devi parlare gli occhi brillano e la voce trema.Ma l’Amore sa anche essere una sofferenzaperchè la persona che ti piace non ti saluta piùoppure vuole un’altra.Grazie alle esperienze negative e agli amiciche ti aiutano ad andare avanti e a voltare pagina,sai riconoscere le persone da cancellare e quelle da tenere per tutta la vita!

Sara

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eccitata perchè la partita è a livello nazionale. Ecco che il commentatore inizia a chiamare i Roversen che escono uno alla volta :- Ed ecco, signori e signore, Jack McNester! Joe Rias! George e Fred Fletcher! Max Ersanter! Olliver Panter! Peter Collier! Elton Gostner! Harry Christyal! Il nuovo giocatore di origine brasiliana ,Micheal Santeras! Infine il Capocannoniere e capitano, James Stevens! Allenatore:Paul Strasoller! La partita inizia e dopo venti minuti c’è il goal di Stevens in rovesciata, mentre, nel 42esimo, la rete di Santeras in punizione da 36 metri. Alla fine, i Roveresen vincono 2-0 e la Coppa Inghilterra dei Giovanissimi è assegnata a Stevens che la dedica a Santeras e questo gesto, suggella la loro amicizia .

Dairo Tommaso Grottola II C

Il racconto che segue parla di una donna … Michelle da poco disoccupata.vive la sua vita in modo molto complesso fin quando…

I baby zombieUn giorno mi ritrovai a camminare in una delle stradine tetre di Los Angeles, quando ad un certo

punto mi squillò il telefono…io risposi con molta tranquillità: “Pronto?” Una voce strana, quasi la voce di un bambino rispose dicendo: “ Solo tu ci puoi aiutare” rimasi in sospeso la telefonata per qualche secondo, risposi ripetendo la mia stessa frase precedente “Pronto?” Questa volta a rispondermi era un uomo: “ Pronto? Parlo con la signorina Michelle Coolman?”- “ Si, chi mi cerca?”- “ Salve, io sono il direttore di un orfanotrofio, il motivo della mia chiamata è lei…siamo a corto di assistenti sociali, lei è disposta a venire in riunione oggi?” – “ Ci proverò!”Dall’ altra parte del telefono si udiva una voce che diceva: “ Solo tu ci puoi aiutare”.- “Scusi la devo lasciare”, rispose Michelle.Rimasi con in volto un’ espressione strana.Il pomeriggio andai alla riunione. “ Salve”, un uomo mi prese per mano, entrai dove stavano tantissimi bambini che mi accolsero molto felici. C’ erano bambini di tutti i tipi, grandi, bassi, magri, grassi, piccolissimi, bambini di ogni età.Un’ ora dopo mi avevano affidato il lavoro. Ho cominciato a lavorare, tutto sembrava normale, fin quando ho fatto il turno di notte.

Mentre camminavo nei corridoi tutto sembrava normale, fin quando una mano mi prese per la spalla, mi misi a gridare, però stranamente nessuno dei bambini si era svegliato, entrai in una delle stanze, vidi che un bambino si era alzato e mi aveva guardato con un’ espressione malvagia, dopo qualche secondo i suoi occhi diventarono improvvisamente rossi, in seguito i bambini si alzarono e a tutti loro diventarono gli occhi rossi. Andata in preda al panico scappai e cercai di trovare una stanza vuota dove mi potevo rifugiare.

Trovata una stanza, mi chiusi al suo interno e un bambino di nome Marcus mi mise la mano davanti alla bocca per non farmi gridare, e mi disse: “Solo tu ci puoi aiutare !”Mi pareva di aver già ascoltato la stessa frase, ma pensandoci meglio l’ avevo sentita al telefono quando mi stavano proponendo il lavoro. Così il bambino mi spiegò che quando fu aperto l’ orfanotrofio, un uomo scontroso che odiava i bambini decise di maledirli, trasformarli in zombie per poi creare un suo esercito personale. Gli chiesi:“Ma…perché tu non sei come loro?”. Marcus rispose: “ Io sono venuto ad abitare qui solo un anno fa e appena ho scoperto qual era la situazione la notte la passo qui, in questo piccolo scantinato”. Continuando gli dissi: “ Se tu dici che quest’ uomo vuole far di voi il suo esercito personale, per quale motivo, i bambini vogliono trasformarmi in una di loro?”.Mentre il bambino stava per rispondermi fu interrotto da una voce molto acuta, che diceva: “ Portatemi la ragazza, voglio fare di lei la mia sposa!”. Ascoltata quella frase io e Marcus rimanemmo zitti e ci addormentammo.

Il giorno seguente Marcus mi svegliò e io gli chiesi se potevo uscire, lui mi disse che i piccoli zombie agivano solo di notte. Uscita dalla stanza preparai la colazione a tutti i bambini . Suonai la campanella e i bambini uscirono dalle loro stanze, mi parlavano allo stesso modo del giorno precedente come se nulla fosse accaduto. Portata la colazione a tutti i bambini, rimase solo Marcus e io gli chiesi come mai i bambini non ricordavano nulla. Lui mi rispose che i bambini non ricordavano nulla perché l’uomo dalla voce acuta, ogni notte pronunciava una formula segreta per far loro dimenticare tutto.

Quello stesso giorno feci andare i bambini a letto prima, per poi nascondermi. Tutto si era ripetuto esattamente come la notte precedente. Tutto ciò si ripeté per tre giorni e tre notti, fin quando mi stancai e chiesi a Marcus qual era il modo per uscire da quella brutta situazione. Lui mi spiegò che la soluzione io la conoscevo già: dovevo pronunciare una formula magica e toccare il medaglione che portavo al collo.

Io ero confusa… Marcus mi spiegò che il padrone dell’ orfanotrofio era mio nonno, e che se chiudevo gli occhi sarei riuscita a salvare tutti i bambini. Feci come mi aveva detto Marcus e quando mi sono sentita pronta, stringendo il medaglione fra le mani, ho pronunciato le parole che sentivo nel mio cuore: una luce abbagliante ha abbracciato tutti i baby zombie che in realtà erano tantissimi anziani. Da quel giorno l’orfanotrofio si trasformò in una casa di riposo e ogni momento del mio tempo libero lo trascorrevo insieme a loro.

Serena Turi IIC

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Il mulinoTom era un amante della campagna e, infatti, egli viveva da solo in un casolare da almeno sei

anni. Ottant’anni prima Charlie Roosvelt, il proprietario di quella abitazione, morì misteriosamente e il suo corpo non fu mai ritrovato. Tutta quella zona fu perlustrata e due poliziotti decisero di controllare anche nel mulino poco distante dalla casa, ma anche loro non uscirono più di lì. Da quell’evento nessuno più si avvicinò in quella zona fino quando Tom Gregory, proveniente dall’ Inghilterra, chiese ad un uomo di affari di vendergli quella dimora, ma egli rispose, con il terrore negli occhi:” Non ti avvicinare a quella maledetta casa: tre persone non ne sono più uscite fuori! “ Ma Tom non gli credette e trascorse i suoi primi anni in piena tranquillità e diede per scontato che l’ avviso dell’ uomo d’ affari e degli altri paesani fosse stata una frottola.

Dopo alcuni anni dovette ritirare quanto detto.Una sera Tom, mentre andava a prendere provviste dal suo mulino, notò che in quel posto davvero non entrava nessuno da tempo, poiché era pieno di topi e ragnatele, ma lui, coraggioso con la sua lanterna, si spinse e andò a prendere un sacco di patate… All’improvviso la lanterna si spense,la porta si chiuse e il buio più fitto calò. Tom, quindi, cominciò a camminare alla cieca per ritrovare la lanterna, ma cadde in una fossa molto profonda. Si ritrovò in un sotterraneo che aveva un pessimo odore di muffa e di sostanze organiche putrefatte da molti anni. Sentì sotto i piedi la presenza di piccoli ciottoli, ne prese due e li sfregò, dando vita ad un fuocherello su un vecchio bastone che si incendiò. La fiamma illuminò l’ambiente e Tom vide delle bare sparse ricoperte di polvere e ragnatele. Il silenzio fu interrotto dal rumore provocato dalle bare che si aprirono, uscirono due scheletri che si avventarono su Tom che, per la paura non riuscì neanche a muovere un dito.Lo presero dalle braccia e dalle gambe e lo immobilizzarono, mentre Tom Gregory cercava di liberarsi con tutta la sua forza, una terza bara si e ne uscì un uomo dalla pelle olivastra con in dosso una mantella che lo nascondeva dal naso in giù. Si slacciò il mantello aprendo la bocca e mostrando gli incisivi superiori lunghi e aguzzi. Tom intravide nel volto di quell’ uomo il vecchio proprietario e quindi pensò che gli altri due scheletri dovevano essere i due poliziotti scomparsi. Il terribile mostro si avvicinò e affondò gli aguzzi incisivi nella gola dell’inglese Tom Gregory.

Il giorno dopo nessuno rivide il povero Tom e, l’uomo d’affari disse con grande indifferenza:“ Io lo avevo avvisato!“.

Dairo Tommaso Grottola II C

La morte RossaMary raccolse la sigaretta ancora accesa che Jim aveva gettato sull’erba gliela lanciò contro

<<Ma che fai?>>urlò Jim. <<Questa la devi spegnere prima di gettarla,potrebbe scatenare un incendio!>>replicò Mary.<<Ma quante storie! Ecco>> disse dopo averla spenta per bene.<<Ragazzi, Non è meglio andare adesso?>> esclamò Mary rivolta ad Alex e Susan che erano seduti su un tronco di un albero. Alex gli fece un cenno poi si alzarono e si avviarono verso l’auto.

Erano le otto di sera, il sole era tramontato e il buio avrebbe invaso il boschetto dove si erano recati per una gita. Si prepararono e partirono verso casa,ma dopo pochi chilometri, la macchina si fermò improvvisamente. <<Hai messo la benzina prima di partire?>>disse Mary al ragazzo che se ne era dimenticato.<<Che facciamo adesso?>> Fuori era ormai buio e faceva anche freddo. All’orizzonte si vedeva la luna splendente come sempre.Jim chiamò il soccorso stradale e gli dissero che sarebbero arrivati dopo qualche ora a causa del traffico in città. <<Perché non cerchiamo un riparo?>> disse Alex accorgendosi che stava per piovere.<<Meglio aspettare qui. Un po’ di pioggia non fa male.>>Rispose Mary,ma la pioggia presto divenne un temporale e cercarono di rifugiarsi in macchina ma Jim aveva chiuso la portiera dell’auto e le chiavi erano dentro…<<Che imbranato che sei!>> esclamò Mary.

Si incamminarono lungo la strada e quando intravidero una piccola casa nel bosco si avvicinarono.Provarono a bussare ma nessuno rispose. Dentro era buio, le finestre erano aperte e Alex provò a chiamare qualcuno ma non ricevette alcuna risposta.Entrò dalla finestra e aprì la porta dall’ interno per fare entrare gli amici, rovistarono in tutta la casa, ma questa era completamente vuota. <<E’ disabitata! Meglio, così aspettiamo qui il soccorso stradale.>><<Io ho un po’ di paura >>disse Susan. <<Di che ti preoccupi? Non c’è nulla da temere, ci sono io>> la rassicurò Alex.Uno sfavillio rossastro attirò l’ attenzione del ragazzo, che incuriosito, si affacciò alla finestra ma non vide alcunché. <<Cosa c’è?>> gli chiese Jim. <<Niente. Mi era sembrato di vedere una luce. Mi sono sbagliato.>>

Intanto fuori prorompevano tuoni e fulmini.Jim cercò del cibo, e trovò un pezzo di dolce in frigorifero, che sembrava ancora buono. <<Non vorrai mangiarlo?!>> gli chiese Mary. <<Perché? E’ ancora buona.>> ribatté Jim. <<Non puoi mangiare qualcosa che trovi in una casa disabitata!>> continuò Mary. <<Ma cosa importa? Qualcuno ne vuole un po’?>> Gli altri tre risposero tutti di no.

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Alex notò di nuovo lo sfavillio rosso di prima ma proprio sul pezzo di dolce che stava mangiando Jim.<<Aspetta! Non mangiarla!>> <<Che c’è?>> disse passando il dolce.<<C’è qualcosa che brilla sopra.>> <<Secondo me non dovresti mangiarlo.>><<Sembra un po’ piccante questo dolce. Mi brucia un po’ la gola>> Mary si era recata in cucina,la luce non funzionava e aprì il frigorifero dove Jim aveva trovato la torta.Sul lato del frigo c’era una luce rossa che sembrava muoversi. Avvicinò lo sguardo per vedere meglio ma quella luce lo accecava; chiamò gli altri e mostrò loro ciò che aveva assaggiato.Jim cominciò a preoccuparsi: aveva mangiato tutto il dolce e forse anche quello strano alimento rosso che brillava.

Ad un tratto Jim si sentì male, cominciò a tossire violentemente, non si reggeva più in piedi,un tremendo dolore allo stomaco lo fece accasciare per terra poi dalla bocca comincio ad uscire un fiume di sangue,le braccia si riempirono di grosse e inquietanti macchie rosse e pian piano si propagarono su tutto il corpo. Mary, Alex e Susan lo guardavano pietrificati dallo spavento.Le macchie si gonfiarono ad una ad una, poi letteralmente esplosero e fuoriuscì quella sostanza rossa brillante che sembrava camminare e avanzare velocemente verso di loro, mentre il povero Jim si dimenava e moriva dal dolore.I tre ragazzi scapparono dalla cucina e cercarono di allontanarsi dalla casa, ma fuori videro gli alberi totalmente coperti da quel liquido che si muoveva e li irincorreva.

Mentre ritornavano in casa Susan inciampò in un sasso e fu assalita dallo stesso liquido rosso che cominciò a penetrare nella pelle, la ragazza si sentiva bruciare e il suo corpo si ricoprì di macchie.Mary e Alex ritornarono in casa terrorizzati; poi notarono che la sostanza rossa che si avvicinava a loro, si fermò quando giunse davanti a una luce proveniente da una lampada ad olio.<<Ma che diavolo è?!>> urlò Mary piangendo. << Non lo so, ma non deve amare molto la luce>> rispose Alex che raccolse la lampada e si fece strada uscendo dalla casa. Infatti non appena avvicinava la lampada al liquido, questa si scansava e indietreggiava.

Riuscirono a tornare sani e salvi alla macchina, e poco dopo arrivò il soccorso stradale. Raccontarono tutto ma nessuno credette ad una sola parola. I corpi di Jim e Susan sparirono e non furono mai più ritrovati.

Mario Carenza IIC

Il mistero dei due fratelliDurante una perlustrazione nel bosco due fratelli, James e Tom appartenenti a una famiglia

benestante, si smarrirono. Quando arrivò il buio della notte i due bambini tremavano dal freddo e rimasero attoniti dalla paura.Ad un certo punto videro un branco di cani, che avevano qualcosa di strano, un becco al posto del muso ed erano enormi. I due fratelli quando li videro cominciarono a scappare via, ma quelle creature mostruose che si nutrivano di carne, si accorsero dei due ragazzi e cominciarono a rincorrerli.

Dopo una lunga corsa i fratelli riuscirono a seminarli, non si vedevano più e riuscirono a riposarsi per un attimo, ma dovevano trovare il posto giusto dove accamparsi per la notte.La mattina seguente i fratelli provarono a trovare l’ uscita da quel bosco per fare ritorno alla loro casa. Ma durante il cammino furono rivisti dai cani, provarono a scappare ma vennero uccisi.Poco dopo i ragazzi morti si rialzarono per magia, sembravano degli zombie.Si diressero verso la loro città natale per tornare alla loro casa dove i genitori in ansia si erano rivolti subito al distretto di polizia, che si era messo a disposizione per ritrovare i due fratelli sperduti.Quando i due fratelli arrivarono in città con il loro corpo putrido e spaventoso, trovarono la polizia che li riportò a casa.

A mezzanotte successe una cosa strana, i due fratellini uscirono di casa e si diressero alla caserma dei carabinieri. Quando arrivarono presero tutte le armi da fuoco poste nel deposito della caserma Cominciarono con bombe a distruggere e a radere al suolo gli edifici della loro città, seminando il panico tra la gente. Arrivarono tutte le forze armate della città per cercare di fermare i due fratelli, ma non c’ era niente da fare, loro erano indistruttibili.Continuarono la lotta uccidendo tutti, compresi carabinieri, poliziotti, e distruggendo palazzi, ma lasciarono integra solo la loro casa.

A questo punto intervennero le forze militari di tutto il mondo ma neanche loro riuscirono a fermarli. Infatti i due fratelli continuarono sulla stessa linea, forse questa era la vendetta per essere stati uccisi da quei terribili cani mostruosi.La loro paura e senso di disperazione, mentre erano nel bosco si era trasformata in vendetta verso tutto e tutti. Dopo che i fratelli distrussero anche la loro casa, furono gli unici ad abitare la Terra e furono costretti a restare soli fino alla fine del mondo.

Gianluca Trisolini IIC

In quella notte di pauraFu in una cupa notte di Novembre che vidi la fine del mio lavoro.

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Sono Jacky Jones, giornalista del quotidiano New York Times ed è con ansia che sono giunta alla fine del mio lavoro;è un articolo che ho deciso di scrivere personalmente sul famosissimomisterioso Frankestein, orrendo mostro fatto da parti anatomiche sottratte a dei cadaveri.Ma proprio in questa tenebrosa notte invernale scopro di aver terminato la mia opera ed è con orrore che mi accorgo di non averla scritta io. Allora chi?

Sono stata tutta la mattina seguente a riscrivere e cercare di capire come questo sia potuto succedere; ma niente: le parole che scrivevo non erano quelle che comparivano sullo schermo del mio computer. Sono arrivate le ventitrè e ho sentito uno strano rumore provenire dalla cantina;sono andata a controllare con un’ansia che arrivava quasi allo spasimo, d’altronde avevo appena finito di leggere quelle scritte che non erano le mie e avevo ancora il cuore che palpitava fortemente. Con coraggio mi sono fatta avanti e ho acceso la luce, aspettavo di trovarmi davanti chissà che

cosa, ma niente…Eppure quel rumore io l’avevo sentito forte e chiaro proveniente dalla cantina.Penso che sia stato solo lo spavento di quel testo, quindi sono uscita dal balcone per prendere una boccata d’aria.

Era già l’una del mattino; la pioggia batteva silenziosamente sui vetri e le pile della lampada si sono spente improvvisamente,quando,al bagliore della luce che andava affievolendosi mi girai improvvisamente e degli occhi giallo opaco mi fissarono attoniti ,la creatura sospirò ansando e un moto convulso gli agitò le membra.

Come posso descrivere le mie emozioni in quel momento, o rappresentare la creatura sulla quale con cura infinita e infinita pena avevo cercato di scrivere un articolo?I suoi occhi erano proporzionati, sinceramente pensavo fosse più bello. Bello! La sua pelle gialla a malapena copriva i muscoli e le arterie, i suoi capelli erano fluenti e di un nero lucente, i denti di un bianco perlaceo,ma queste caratteristiche erano in contrasto con gli occhi acquosi che sembravano quasi dello stesso colore delle orbite in cui erano infossati,pelle rugosa e le labbra nere tirate.Incapace di sopportare la vista dell’essere scappai nella mia stanza, ma lui mi corse dietro gridando come un ossesso. Alla luce dei campi invase la mia stanza, ma in quel momento credetti di vedere Elizabeth, la mia matrigna morta in un incidente misterioso due anni fa.Mi parlò e mi disse che era venuta da me solo per vendicarsi del male che qualcuno un giorno le aveva fatto. Spaventata, immobile non riuscii a reagire,mi strinse la gola soffocandomi e alzandomi per aria,lì capii tutto: quelle parole e incomprensibili sul computer erano le sue, mi avvisava che sarebbe venuta a prendermi, ora capivo tutto,mi sentivo mancare il respiro incapace di reagire. Lasciai questo mondo di inganni e crudeltà e passai ad altra vita, dove forse là sarei stata più al sicuro.Sicuro? Be’, questo proprio non saprò dirlo, sento i miei occhi impregnarsi di sangue e svenire o meglio morire.

Lucy Filomeno IIC

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La paceLa pace è un sorriso

Di un bambino che riceve un dono La pace è essere capaci

Di perdonare lo sbaglio del prossimo La pace è un grande

Impedimento alla guerraLa pace è restare uniti In un momento difficile La pace è un abbraccio

Ad un nostro fratello che soffre La pace non è altro che

La cosa più bella che possa esistere Ma che ancora non copre del tutto

Il nostro piccolo pianeta.Agata Lleshi IIIE

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La pacePer me la pace è

Restare uniti per non dirsi addio Provare nuove emozioni

È sempre bello Per me la pace è tendere la mano

Ad un amico lontano Per sentirlo vicino al nostro cuore!!!

Giusy Mandorino IIIE

La pace nel mondoUn mondo senza guerra,un mondo senza povertà,

un mondo senza fame,un mondo privo di razzismo,

un mondo privo di spari e di rumori,un mondo privo di feriti e di morti…

la pace è tutto questo ma che gli uomini devono coltivare.

Gianluca Miccolis IIIE

La nostra citta’

In ogni angolo della nostra citta’Il vigile sempre stara’,Lui ci guidera’E correggera’ chi sbagliera’!

Se i segnali rispetteremoBella vita faremo,Se non li seguiremoNei guai ci troveremo!

Quando attraverseremoSempre guarderemo,Ingannare non ci faremoLe strisce pedonali sempre attraverseremo!

Andando velocementeTutti rischieremo un incidente,Sicuri saremoSe ogni regola rispetteremo!

I ciclisti andran contentiSempre attenti e diligenti,Tranquilli saran i pedoniChe cammineran nei loro rioni!

Nella strada, sicurezza regnera’Se ognuno qualcosa di buono fara’.Se vita serena vuoi veramente,Inizia a fare qualcosa tu concretamente!

I D( Concorso “Icaro” 2009 come classe selezionata )

Poesia di fine anno scolastico

Al termine sono le lezionie noi siamo entusiasti;dobbiamo evitare distrazioniperché pochi giorni sono rimasti!

Pochi giorni mancano agli esamie la tensione sale sempre più:infatti, non avremo un domanise non ci pensiamo bene su!

Questi tre anni sono trascorsiin compagnia, velocemente,facendo molti e vari percorsicon professoresse attente.

Comunque, al mare già pensiamononostante uno squalo ci sia:lo stesso in spiaggia noi giochiamoe anche dalle proff. scappiamo via!

Tutta la classe IIIG

L’estate sta arrivando

Nell’ aria c’è già l’odoredell’estate che verràcon il profumo di un bel fioreche mi sveglierà.

Tutti i bambini aspettanocon ansiala frescura dell’ombrelloneper giocare con il pallone.

Non pensate all’abito firmatocompratevi un bel gelato!Ma se non volete il gelatocomprate una granitaprima che l’estate sia finita!

Erminia Liuzzi ID

Un ragazzo

Un ragazzoun pochino pazzoera un dormiglionecol suo bel nasone.

Danny Caponio IE

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Soluzione: Aveva bisogno dello spazio vitale

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Definizioni1. In tedesco significa “capo supremo”2. Repubblica che nacque alla fine della prima guerra mondiale in Germania3. Polizia segreta creata nel 19334. Campi di concentramento dove pure portati gli ebrei5. In tedesco significa “impero”6. Nome della moneta tedesca

Francesco Errico IIIG

I fiori fortunati

Sono belli e profumatisono anche coloratie sbocciano sul pratocome un bimbo appena nato.Un prato non ha solo funghinima anche bei fiorellini:sono questi fortunatie sono belli perché spuntatiallegri e spensierati…sono amici regalati!

Cristina Lentini IE

Brilla nel cielo

Brilla nel cielo la stella mattutinache illumina il cammino dei giovaniinsieme agli adulti.Brilla nei cuorinei cuori dei bambinicosì piccini e cariniche innocui segnano il nostro futuro.Impariamo a educarlie che il sole li accompagni.

IE

La bellezza divina

La prima volta che ti vidi una freccia mi colpì il cuore.Eri come una visione meravigliosa.Il tuo viso era come quello di un angelo sceso dal cielo,i tuoi occhi erano come smeraldi splendentie la tua bocca era così carnosa da far impazzire tutti gli uomini del creato.Avviandomi verso di teil mio cuore batteva all’impazzata,i miei occhi erano stati abbagliati dalla tua infinita bellezza,

ero il ragazzo più felice di tutto l’universoe nessuno poteva contrastare la mia immensa gioia.Sentivo dentro di me una sensazione sovrumanae nemmeno il re degli uomini poteva capire ciò che io percepivo.Poi arrivò un maledetto giornoe scoprii un altro al posto mio,questo mi doleva moltoe mi presi un impegno,che le tue dolci membra dovevano essere rinchiuse per sempre nel mio cuore.

IIIH

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Soluzione: Un’importante opera della Letteratura italiana

Definizioni

1) Il sommo poeta2) I peccatori della prima balza dell’inferno3) Il purgatorio e il regno della...4) I ripiani del purgatorio5) Il primo cielo del paradiso6) L’inferno e il regno della...7) Lo è la rosa8) La montagna agli antipodi di Gerusalemme

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BarzelletteTOTTI E DEL PIEROTotti e Del Piero stanno facendo un compito al Cepu. Tutti e due consegnano e Totti gli fa: "Come è andato il compito? " Del Piero risponde: "L’ho consegnato in bianco! "E Totti: "Anche io… mo’ pensano che avemo copiato! "

IN NEGOZIOIlary e Totti entrano in un negozio di vestiti. Ilary si prova una maglietta e dice " ‘Sta maglietta mi ingrassa " Totti " Amore, mica te la devi magnà!"

AL SUPERMERCATO Un uomo si avvicina ad una bellissima donna dentro un supermercato e dice:- Ho perso mia moglie qui, al supermercato. Posso parlare con lei per qualche minuto?- Perché? domanda la donna.- Perché tutte le volte che parlo con una bella donna, mia moglie riappare come per magia...

LA MOGLIE RAPITAUn uomo è convocato al commissariato di polizia.

- Siete voi che avete segnalato la scomparsa di vostra moglie?- Si sono io!

- Bene, l'abbiamo ritrovata!- Ah, e che ha detto?

- Niente!- Niente!?! Allora non è lei!

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9) Quinto cielo del paradiso10) Il trattato dantesco11) La sede di Dio e dei beati12) L’universo di Dante13) Seconda sfera oltre a quella del fuoco14) La donna amata da Paolo Luca Bufano, Francesco De Santo, Domenico Rotolo II F

Proverbi

E concludiamo in musica!

HOUSE MUSICLa musica house è un genere di musica dance nato

nelle discoteche di Chicago e new York nella prima metà degli anni ottanta e fortemente influenzata dalla disco music e da elementi del soul e funk dei tardi anni settanta.

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A casa sua ognuno è re.A caval donato non si guarda in bocca.A Natale con i tuoi, a Pasqua con chi vuoi.A Natale sul balcone, a Pasqua col tizzone.Anno nuovo, vita nuova.A ogni santo la sua festa.A pagare e a morire c'è sempre tempo.Bacio di bocca spesso cuor non tocca.Batti il ferro finché è caldo.Buon sangue non mente.Campa cavallo che l'erba cresce. Chi di spada ferisce, di spada perisce.Chi di speranza campa, disperato muore. Chi disprezza, compra. Chi di verde si veste della sua beltà troppo si fida.

Chi domanda non fa errori.Chi dorme non piglia pesci.Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.Chi è nato citrullo è per gli altri un trastullo.Chi ha tempo non aspetti tempo.Chi la dura, la vince.Chi la fa l'aspetti.Chi ha torto fa clamore contro l'accusatore.Chi imbocca tutti i vicoli, troverà tanti pericoli.Chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova.Chi mena per primo, mena due volte.Chi mostra vende.Chi muore giace, chi vive si dà pace.Chi nasce dalla gatta piglia i topi.Acrostici e citazioni

poetiche

Sapevi benissimo che nel momentoIn cui ti avrei incontratoMi sarei innamorata di teOdiando il tempo che ci divideva maNonostante il dolore, grido il mioAmore per te.

Mattina, notte e seraI miei sogni sono rivolti a teNascondo il mio dolore perAmore del destino che ci ha fatti incontrare

Meravigliosi i giorni che ciAccoglievano a braccia aperte perRicordare la magica avventuraCon te, vissutaOgni giorno della nostra vita

Dopo tanti tentativi ho imparatoAd amare veramente qualcunoNonostante le critiche degli altriI miei occhi sono sinceriE le mie parole vere quindi oraLasciamo andar via le nuvole nel cieloE accogliamo il sole che illumina i nostri cuori.

Viviamo a lungo I momenti di gioiaTanto daOscurare il dolore Mi sembra impossibile eppureAncora ricordo quel giorno segnato inRosso, per ricordare il male che mi hai fattoGiorno dopo giorno verso lacrimeAmare per te, mentre tuRidi soddisfatto del male che mi hai fattoE non ti importa di niente, perché credi cheTutto ruoti intorno a te.

(barzellette, proverbi, acrostici a cura di)

Tievoli Simona, Putino M. Laura, D’Onghia Marilena III C

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A Mottola l’ house music e molto conosciuta, soprattutto dai giovani che adorano ascoltarla e ballarla. I dj più famosi sono: Skizzo, Alex Neri, Alex Picone, Sayan, Giusi Consoli, Tommy Vee ecc. E le discoteche più famose sono il Clorophilla, Dna, Cromie, biba ecc.

Le varie sequenze di passi per ballare l’house sono bizzarre, lo stesso è il modo di vestirsi con qualcosa che sia sempre più strano. Nel nostro paese ci sono molti ragazzi appassionati della musica house; di tutti quelli da me conosciuti il più accanito sulla questione è Vanni Caldararo, un vero è proprio fenomeno nel vestirsi strano, ballare strano, parlare strano e comportarsi strano. Grazie ad un sondaggio fatto da me in persona ho scoperto che purtroppo la musica house influisce sullo studio studentesco, è causa una sempre crescente voglia di andare in discoteca, alle feste e a divertirsi ovunque ci sia della musica house.

Giuseppe Trisolini IIIC

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