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27 2 continua in ultima di copertina continua a pagina 27 dalla pagina 2 IL NATALE NEI VANGELI IL NATALE NEI VANGELI I l Natale è tutto incen- trato sulla “notizia” più stupefacente che po- tessimo ricevere, rilanciata nel mondo e nella storia da due cronisti d’eccezione, Matteo e Luca; è il raccon- to della venuta di Dio tra gli uomini, dell’infanzia e fanciullezza di Gesù e del- la sua famiglia. È il Vangelo della quoti- dianità e dunque una gui- da sicura per ogni famiglia cristiana. Matteo e Luca vogliono condurci nei meandri di eventi piccoli e grandi per farci scoprire un significa- to superiore e straordina- rio. In quel Bambino si nascon- de il mistero di Dio che si avvicina all’uomo fino al punto di prendere volto e corpo di uomo. Noi ora abbiamo un Dio “Emmanuele”, cioè un “Dio con noi”. Sarà soprattutto Luca a guidarci in questa partico- lare comprensione degli inizi della vita di Gesù. Infatti, come Matteo ha intarsiato le sue pagine con citazioni dell’Antico Testamento, segno dell’u- nità della Bibbia nel Cristo, Luca le ha invece costella- to di preghiere. La prima invocazione a venirci incontro dal testo lucano è l’Ave Maria, la più amata e più semplice preghiera mariana. Giovanni Pascoli nella sua lirica L’Angelus scriveva: “E tu nascesti Dio da un piccolo Ave”. A questa invocazione po- tremmo associare la “bene- dizione” e la “beatitudine” che Elisabetta indirizza a Maria durante la visita “nella casa di Zaccaria”: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!... Beata colei che ha credu- to nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42.45). Abbiamo da un lato, la continuazione dell’Ave Maria e, dall’altro, si ha l’esaltazione della fede di Maria. A questo punto dobbiamo lasciare spazio alla voce stessa di Maria. Ecco, allora, il Magnificat con cui la Madre del Cristo risponde all’invocazione di Elisabetta, tutto intes- suto di reminiscenze bibli- che. È un canto che esalta le scelte di Dio, estrose agli occhi degli uomini: “Dio ha scelto ciò che nel mon- do è debole per confonde- re i forti, ciò che è ignobi- le e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono”, scri- verà Paolo ai cristiani di Corinto (1,1,27-28). Ed eccoci al Benedictus, inno intonato da Zaccaria, il padre del Battista, un cantico che ancora oggi apre le nostre giornate cri- stiane nella liturgia delle Lodi. È una specie di sintesi di tutta la storia della salvez- za che ora approda al suo vertice. Ormai siamo giunti alla notte di Natale e Luca la fa attraversare dal celebre coro angelico del Gloria in excelsis “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). La gloria divina si mani- festa nella “buona volon- tà”, nell’“amore” che il Signore nutre nei confron- ti dell’umanità e che ha la sua più alta espressione nel dono del Figlio suo, Gesù Cristo. A questo punto ci rima- ne l’ultima preghiera del “vangelo dell’infanzia”. Essa fa da sigillo a tutta la narrazione ed è pronunzia- ta da un uomo che sembra Adorazione dei Magi - Corrado Giaquinto - olio su tela 152 x 113 cm - Museo di Bevagna (PG)

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IL NATALE NEI VANGELIIL NATALE NEI VANGELI

Il Natale è tutto incen-trato sulla “notizia” più stupefacente che po-

tessimo ricevere, rilanciata nel mondo e nella storia da due cronisti d’eccezione, Matteo e Luca; è il raccon-to della venuta di Dio tra gli uomini, dell’infanzia e

fanciullezza di Gesù e del-la sua famiglia.

È il Vangelo della quoti-dianità e dunque una gui-da sicura per ogni famiglia cristiana.

Matteo e Luca vogliono condurci nei meandri di

eventi piccoli e grandi per farci scoprire un significa-to superiore e straordina-rio.

In quel Bambino si nascon-de il mistero di Dio che si avvicina all’uomo fino al

punto di prendere volto e corpo di uomo.

Noi ora abbiamo un Dio “Emmanuele”, cioè un “Dio con noi”.

Sarà soprattutto Luca a guidarci in questa partico-lare comprensione degli inizi della vita di Gesù.

Infatti, come Matteo ha intarsiato le sue pagine con citazioni dell’Antico Testamento, segno dell’u-nità della Bibbia nel Cristo, Luca le ha invece costella-to di preghiere.

La prima invocazione a venirci incontro dal testo lucano è l’Ave Maria, la più amata e più semplice preghiera mariana.

Giovanni Pascoli nella sua lirica L’Angelus scriveva: “E tu nascesti Dio da un piccolo Ave”.

A questa invocazione po-tremmo associare la “bene-dizione” e la “beatitudine” che Elisabetta indirizza a Maria durante la visita “nella casa di Zaccaria”:

“Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!...

Beata colei che ha credu-to nell’adempimento delle parole del Signore” (Lc 1,42.45).Abbiamo da un lato, la continuazione dell’Ave Maria e, dall’altro, si ha l’esaltazione della fede di Maria.A questo punto dobbiamo lasciare spazio alla voce stessa di Maria.Ecco, allora, il Magnificat con cui la Madre del Cristo risponde all’invocazione di Elisabetta, tutto intes-suto di reminiscenze bibli-che.È un canto che esalta le scelte di Dio, estrose agli occhi degli uomini: “Dio ha scelto ciò che nel mon-do è debole per confonde-re i forti, ciò che è ignobi-le e disprezzato e ciò che è nulla per ridurre a nulla le cose che sono”, scri-verà Paolo ai cristiani di Corinto (1,1,27-28).Ed eccoci al Benedictus,

inno intonato da Zaccaria, il padre del Battista, un cantico che ancora oggi apre le nostre giornate cri-stiane nella liturgia delle Lodi.È una specie di sintesi di tutta la storia della salvez-za che ora approda al suo vertice.Ormai siamo giunti alla notte di Natale e Luca la fa attraversare dal celebre coro angelico del Gloria in excelsis “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). La gloria divina si mani-festa nella “buona volon-tà”, nell’“amore” che il Signore nutre nei confron-ti dell’umanità e che ha la sua più alta espressione nel dono del Figlio suo, Gesù Cristo.A questo punto ci rima-ne l’ultima preghiera del “vangelo dell’infanzia”.Essa fa da sigillo a tutta la narrazione ed è pronunzia-ta da un uomo che sembra

Adorazione dei Magi - Corrado Giaquinto - olio su tela 152 x 113 cm - Museo di Bevagna (PG)

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ANNO XLVII - N. 6 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2016 - SPED. IN A.P. COMMA 20/C ART. 2 LEGGE 662/96 - BR. FERROVIA

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essere quasi l’emblema di tutto l’Israele di Dio che “aspetta il conforto” di-vino, cioè “il Messia del Signore” (Lc 2,25-26).

Si tratta di Simeone, che incontra Gesù, Maria e Giuseppe nel Tempio e del suo cantico, Nunc dimit-tis: “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in

pace secondo la tua pa-rola; perché i miei occhi hanno visto la tua salvez-za, preparata da te davan-ti a tutti i popoli, luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele” (Lc 2,29-32).

Fin dal V secolo il salmo di Simeone è divenuto la pre-ghiera serale del cristiano, il cantico della Compieta.

Dobbiamo, allora, prende-

Il Natale nei Vangeli 2“Luoghi di comunione” 3L’usura del tempo e il culto mariano 4“Perché ci hai fatto questo?” 6Con Maria, bellezza dell’amore 8Valentini: Maria alla luce della Parola 11Affabile e sempre accogliente 12Un costante riferimento alla Vergine 13

“Un’evidenza che deriva dalla fede” 14Fatti & persone 15Il libro e il calice 18Milano, ottobre del 374 20Sfogliando il messale 21«Tutto è niente...» 22Le devozioni di Dio 24“Costretta a farsi profuga” 25

Sommario

Invitiamo i nostri lettori a rinnovare il loro abbonamento alla rivista

“L’ECO DEL SANTUARIO”e di farsi tramite per la sua diffusione.

Grazie di cuore a quanti accoglieranno il nostro invito.

re tra le mani queste pa-gine evangeliche non solo per “ascoltarle” ma anche per “pregarle” e per “can-tarle”.

Essendo parola “ispirata”, è come se dicessimo a Dio le parole che Egli deside-ra, si attende da noi e che, anzi, ci ha messo sulle lab-bra.

Facciamo, dunque, risuo-nare questa voce divina in noi.

Essa “farà sbocciare la luce nella tenebra del dub-bio, la salvezza sul deser-to del peccato, la gioia nel gelo della tristezza, la speranza nella notte dello sconforto” (S. Agostino).

P. Ruggero M. Di Bitetto

La Direzionedell ’“Eco del Santuario” augura

Sereno e Santo Natalee un Felice Nuovo Anno