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–Modulo 1 –Introduzione al Project Management
e Discipline di PM
Il Modello di Project Management del Consorzio Operativo
3
“ Il è una combinazione integrata di persone, risorse e fattori organizzativi predisposta
temporaneamente per raggiungere obiettivi definiti con risorse limitate e rispettando vincoli di tempo, costo e
qualità”
“Il è l’applicazione di conoscenze, competenze, strumenti e tecniche specifiche alle attività
di un progetto, finalizzate a raggiungere gli obiettivi definiti”
(Project Management Institute - 2000)
ALCUNE DEFINIZIONI
Progetto
Project Management
4
LE DISCIPLINE DI PROJECT MANAGEMENT
ProjectManagement
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
GESTIONE RISCHI
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE COSTI
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE QUALITÀ
5
IL CICLO DI VITA DI UN PROGETTO
GESTIONE COSTI
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
IMPOSTAZIONE PIANIFICAZIONE REALIZZAZIONE E CONTROLLO CHIUSURA
6
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE COSTI
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE TEMPI
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
7
La disciplina Gestione Obiettivi ed Ambito si occupa di delineare le finalità ed i confini dell’intervento progettuale.Inoltre, gestisce le eventuali variazioni d’ambito definite nel corso del progetto
Formalizzare i requisiti del richiedente al fine di garantire che il lavoro venga impostato e svolto in coerenza con essiRecepire le eventuali nuove richieste affinché vengano soddisfatte dalle attività di progetto
COSA E’ A COSA SERVE
IIIEstensione o
modifica ambito
IIIEstensione o
modifica ambito
IIApprovazione
obiettivi ed ambito
IIApprovazione
obiettivi ed ambito
IDefinizione obiettivi
ed ambito
IDefinizione obiettivi
ed ambito
PASSI PRINCIPALI
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
8
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
Formalizzazione delle caratteristiche tipiche del progetto:area di influenza del progetto (ambito) e risultati attesi (obiettivi)vincoli e ipotesi di basetecnologie utilizzatecompetenze e numerosità delle risorse umane necessariescadenze previsteprincipali aree di rischio
I. DEFINIZIONE OBIETTIVI ED AMBITO
Approvazione di obiettivi ed ambito da parte degli organi competenti per delimitare chiaramente i risultati da produrre: in questo senso si parla comunemente di ‘contratto’ con il richiedente (cliente)
II. APPROVAZIONE OBIETTIVI ED AMBITO
Recepimento di nuove richieste o delle modifiche alle richieste originarie, con conseguente estensione o modifica ambito di progettoDefinizione di una nuova baseline
III. ESTENSIONE O MODIFICA AMBITO
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
IIIEstensione o modifica
ambito
II Approvazione obiettivi ed
ambito
IDefinizione obiettivi ed
ambito
la baseline è il riferimento di tempi e risorse per il progetto, su cui confrontarsi periodicamente per rilevare gli eventuali scostamenti; tra i documenti che la esplicitano vi sono, ad esempio, il Piano di
Lavoro e il documento Obiettivi ed Ambito
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GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
ES. DOCUMENTO OBIETTIVI ED AMBITO
Anagrafica di Progetto
Data Documento .................
Nome Progetto ....................Project Leader .....................
Obiettivi del Progetto..Ambito del Progetto..Ipotesi di base..Tecnologie utilizzate.
Principali scadenze..Budget..Risorse umane e gdl..Aree di rischio.
Committente .......….............
Riferimenti documento Data condivisione ...............
… ‘contratto’ nei confronti del cliente
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LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTI
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI GESTIONE
TEMPIANNO +1
3
11
LA GESTIONE DEI TEMPI
La disciplina Gestione dei Tempi occupa di definire e controllare i tempi di completamento delle attività del progettoGestisce, inoltre, le eventuali variazioni sulle scadenze pianificate
Stabilire la durata del progettoGarantire che il lavoro venga svolto nel rispetto delle scadenze pianificateRidurre gli impatti di eventuali ritardi di singole attività sulla scadenza finale
COSA E’ A COSA SERVE
IVControllo e revisione scadenze
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
IDefinizione attività e
milestones
PASSI PRINCIPALI
ANNO +1
3
GESTIONE TEMPI
12
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
L’articolazione del progetto in attività e milestones è fatta organizzando attività e scadenze in aggregazioni logiche omogenee rispetto, ad esempio, ai risultati o al tipo di impegno
La granularità con la quale definire le attività progettuali sarà da bilanciare con la significatività a livello di risultati e deliverables previsti, impegno di risorse e capacità di controllo
I. DEFINIZIONE ATTIVITA’ E MILESTONES
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
concetti associati
WORK BREAKDOWN STRUCTURE (WBS)
WORK PACKAGE
MILESTONE
SEQUENZA DI ATTIVITÀ
13
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
La Work Breakdown Structure (WBS) è una rappresentazione del progetto che organizza le aree di attività, e le attività di dettaglio, per linea gerarchica secondo criteri di processo o di prodotto
il Work Package (WP) è un’aggregazione di attività logicamente significative, a disposizione degli utenti per supporto nella pianificazione
I. DEFINIZIONE ATTIVITA’ E MILESTONES
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Livello 4
Work package A
Work package B
Work package C
attività - aattività - battività - c
Work package 1
Work package 2
Work package 3
attività - aattività - battività - c
Progetto 2Cantiere
Progetto 1Prodotto Finito I Progetto 2Prodotto
Finito II
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LA GESTIONE DEI TEMPI: ESEMPIO
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
ES. WBS
Cantiere
Prodotti finitio aree di intervento
Workpackageo aree di attività
Attività di dettaglio
RISTRUTTURAZIONE APPARTAMENTO
PROGETTAZIONE OPERE ELETTRICHEOPERE MURARIE OPERE DI FINITURA INTERNA
PAVI
MEN
TI
PITT
URA
INFI
SSI
APER
TURA
TR
ACCE
POSA
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I
CHIU
SURA
TR
ACCE
ABBA
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ENTO
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EESI
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ENTO
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IND
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QU
ISIT
I
AVVI
O P
ROG
ETTO
INCARICO A PROFESSIONISTA
PREDISPOSIZ. E REALIZZAZ.VERIFICA/
APPROVAZIONE
DEFINIZIONE FABBISOGNIINCARICO A
PROFESSIONISTA
SCELTA SOLUZIONEVERIFICA/
APPROVAZIONE
INCARICO A PROFESSIONISTA
PREDISPOSIZ. E REALIZZAZ.VERIFICA/
APPROVAZIONE
INCARICO A PROFESSIONISTA
PREDISPOSIZ. E REALIZZAZ.VERIFICA/
APPROVAZIONE
15
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
Le milestones sono scadenze o eventi significativi che caratterizzano il percorso del progetto, e possono corrispondere a momenti di controllo del progetto
I. DEFINIZIONE ATTIVITA’ E MILESTONES
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
POSA PARQUETLUCIDATURA PARQUET….CONSEGNA CUCINA ….
sett 3 sett 4 sett 5 ……
16
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
La sequenza delle attività esplicita le relazioni tra le attività in base ai vincoli che possano condizionare la successione temporale degli eventi del progetto
I. DEFINIZIONE ATTIVITA’ E MILESTONES
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
FINE-INIZIO il successore deve iniziare dopo la fine del predecessore
es.chiusura delle tracce prima di imbiancatura pareti
INIZIO-INIZIO il successore deve iniziare dopo l’inizio del predecessore
es.progetto dell’architetto rispetto all’individuazione fabbisogni
FINE-FINE il successore deve finire dopo la fine del predecessore
es.approvazione opere murarie rispetto al termine delle stesse
INIZIO-FINE il successore deve finire dopo l’inizio del predecessore
es.selezione soluzioni rispetto all’individuazione fabbisogni
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LA GESTIONE DEI TEMPI
La stima degli impegni è una valutazione di tipo intuitivo ed empirico delle diverse variabili di progetto che comportano sforzi e disponibilità di impegno, basata su esperienze e osservazioni oggettive
II. STIMA DEGLI IMPEGNI
Gli impegni sono definiti in termini di giorni uomo ed economici; le stime sono supportate da eventuali ipotesi, ad esempio tecnologia utilizzata, costo di mercato del pacchetto swindividuato, output previsti (es. n° schermate, n° report, n° transazioni,…)
Esistono due approcci alla stima:TOP – DOWN: utilizzato quando le variabili in esame sono di tipo globale (es. impegno totale del progetto, numero di persone necessarie, ..); generalmente si utilizza nella fase di Impostazione del progetto, in carenza di informazioniBOTTOM – UP: approccio analitico utilizzato quando le variabili di progetto vengono stimate sulle singole componenti del lavoro, previste dalla WBS; tale approccio si basa su informazioni più dettagliate relative alle singole attività progettuali da svolgere
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
18
L’approccio top-down prevede che dalla stima dell’impegno complessivo di progetto si determini a cascata, seguendo la WBS, la stima per i singoli componenti del progetto fino al livello di dettaglio richiesto (es. utilizzando impegni standard %)
II. STIMA IMPEGNI: APPROCCIO TOP- DOWN
DAIMPEGNO
COMPLESSIVO
AIMPEGNO
SUI SINGOLI WP
Ristrutturazione Appartamento
Progetto di ristrutturazione
Impianto ElettricoLavori in muratura Finiture Interne
Pav
imen
ti
Pit
tura
Infi
ssi
Ape
rtu
ra
trac
ce
Pos
a ca
vi
Ch
iusu
ra
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m.
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Abb
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m.
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uov
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Indi
vidu
azio
ne
requ
isit
i
Ste
sura
P
roge
tto
Progetto
Sottoprogetti
Workpackage
1000
100 400 300 200
20 80 100 120 180 100 100 100 60 100 40
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
19
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
II. STIMA IMPEGNI: APPROCCIO BOTTOM-UP
L’approccio bottom-up prevede che dalla stima dell’impegno per le singole componenti del progetto si determini, attraverso un processo di sintesi dei dati per livelli gerarchici superiori, l’impegno complessivo del progetto
AIMPEGNO
COMPLESSIVO
DAIMPEGNO
SUI SINGOLI WP
Ristrutturazione Appartamento
Progetto di ristrutturazione
Impianto ElettricoLavori in muratura Finiture Interne
Pav
imen
ti
Pit
tura
Infi
ssi
Ape
rtu
ra
trac
ce
Pos
a ca
vi
Ch
iusu
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Abb
atti
m.
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sist
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Abb
atti
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lizza
zion
e n
uov
e m
ura
ture
Indi
vidu
azio
ne
requ
isit
i
Ste
sura
P
roge
tto
Progetto
Sottoprogetti
Workpackage
1000
100 400 300 200
20 80 100 120 180 100 100 100 60 100 40
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
20
LA GESTIONE DEI TEMPI
III. DEFINIZIONE DATE ATTIVITÀ
Sulla base dei vincoli di dipendenza tra le attività e delle milestones fissate, vengono definite le date d’inizio e di fine di ogni attività
Il percorso critico è la sequenza delle attività che determinano la durata dell’intero progetto, ovvero: la durata complessiva del progetto corrisponde alla somma delle durate delle attività collocate lungo il percorso critico ed ogni ritardo delle attività sul percorso critico influenza la durata del progetto
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
A5
S = slittamento
B
C
F
D E
H
G
I0
50 (5)
125
125128
95 (4)S = 3
2214
135
1612
1612
2017
85
2220
108
2216
2216
2622
2622(7)
(8)
(3) (2)
(4) (6) (4)
S = 9
S = 12 S = 12
ATTIVITÀCRITICHE
ATTIVITÀNON CRITICHE
(x) = durata attività
Inizio al piùpresto
Fine al piùpresto
Inizio al piùtardi
Fine al piùtardi
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Procedere al controllo delle scadenze significa:verificare il rispetto delle scadenze pianificateidentificare le cause degli eventuali ritardi e definire appropriate azioni correttive, valutando l'impatto di queste sulle scadenze futureripianificare le scadenze non rispettate e/o impattate
Nel caso in cui gli eventi di progetto rendano necessario variare alcune scadenze significative (es. data di fine progetto, milestones di rilascio prodotti finiti,…), èprevista la revisione della baseline di progetto e la successiva approvazione di una nuova versione di Piano di Lavoro
IV. CONTROLLO E REVISIONE DELLE SCADENZE
LA GESTIONE DEI TEMPI
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
la baseline è il riferimento di tempi e risorse per il progetto, su cui confrontarsi periodicamente per
rilevare gli eventuali scostamenti; tra i documenti che esplicitano la baseline vi sono, ad esempio, il Piano di
Lavoro e il documento Obiettivi ed Ambito
IVControllo e revisione scadenze
III
Definizione date attività
II
Stimaimpegni
IDefinizione attività e
milestones
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ES. DIAGRAMMA DI GANTT
PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE
LAVORI IN MURATURA
IMPIANTO ELETTRICO
ABBATTIMENTO MURATURE/PAVIMENTI
INDIVIDUAZIONE REQUISITI
STESURA PROGETTO
APERTURA TRACCE
POSA CAVI
1^ SETTIMANA 2^ SETTIMANA 3^ SETTIMANA 4^ SETTIMANA
NUOVE MURATURE
CHIUSURA TRACCE
Completamento Progetto
Completamento Muratura
Completam.Impianto
elettrico
LA GESTIONE DEI TEMPI: ESEMPIO
GESTIONE TEMPIANNO +1
3
23
LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE COSTI
24
La disciplina Gestione dei Costi si occupa di stimare i costi complessivi di un progetto e controllarne l’evoluzione nel tempo, gestendo gli eventuali scostamenti dal budget iniziale
Fornire una stima complessiva dei costi del progettoGarantire che il lavoro venga svolto nel rispetto del budget previstoMinimizzare gli impatti sul percorso critico del progetto di eventuali scostamenti rispetto al budget previsto
IVRevisione del budget di progetto
IVRevisione del budget di progetto
IIIControllo dei
costi
IIIControllo dei
costi
IIAllocazione del budget
IIAllocazione del budget
IStima dei
costi
IStima dei
costi
PASSI PRINCIPALI
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE COSTI
LA GESTIONE DEI COSTI
25
La stima iniziale dei costi di progetto è fatta sulla base delle seguenti categorie di impegno:
personale internoprestazioni professionali esterne (es. progetti)forniture di software (es. licenze e canoni)forniture di materiali
I. STIMA DEI COSTI
GESTIONE COSTI
LA GESTIONE DEI COSTI
IVRevisione del budget di progetto
III
Controllo dei costi
II
Allocazione del budget
I
Stima dei costi
Le modalità di stima fanno riferimento a:costo medio standard (es. per il personale interno)dati storici disponibili, tra cui:
-precedenti ordini a favore degli stessi fornitori-contratti quadro a livello di Gruppo-offerte ricevute da altri fornitori per analoghe prestazioni
costo di iniziative analoghe
26
GESTIONE COSTIIV
Revisione del budget di progetto
III
Controllo dei costi
II
Allocazione del budget
I
Stima dei costi
LA GESTIONE DEI COSTI
L’allocazione del budget valorizza economicamente le categorie di costo (voci di spesa) secondo quanto previsto dalla contabilità aziendale
II . ALLOCAZIONE DEL BUDGET
Le voci di spesa da utilizzare nel Consorzio fanno riferimento a:personale internoprestazioni professionali esterni e softwareforniture di materiali
27
ES. BUDGET DI PROGETTO
GESTIONE COSTI
LA GESTIONE DEI COSTI: ESEMPIO
cantiere / Prodotti Finiti
Stima impegni
prestazioni e forniture esterne
costi complessivi
gg/u
e valorizzazione gg/ u
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Gli obiettivi del processo di controllo dei costi sono:verifica del rispetto del budget tramite monitoraggio dei consumi in corsoindividuazione delle cause dell’eventuale mancato rispetto del budget, predisposizione e attuazione di appropriate azioni correttivevalutazione e analisi dell’impatto delle azioni correttiverichiesta di una modifica del budget (eventuale)
III. CONTROLLO DEI COSTI
Nel caso in cui risulti necessario richiedere una modifica del budget assegnato si dovrà attivare il processo di riallocazione o extra-budget; anche in questo caso vi è una revisione della baseline di progetto
IV. REVISIONE DEL BUDGET DI PROGETTO
GESTIONE COSTIIV
Revisione del budget di progetto
III
Controllo dei costi
II
Allocazione del budget
I
Stima dei costi
LA GESTIONE DEI COSTI
29
LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTI
GESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
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La disciplina Gestione dell’Organizzazione delle Risorse Umane si occupa degli aspetti organizzativi legati alla gestione dei progetti, definendo l’organizzazione del gruppo di lavoro ed i relativi ruoli
Identificare le figure professionali necessarie alla realizzazione del progettoAssegnare ruoli e responsabilitàOttenere l’effettiva disponibilità delle risorse assegnate garantendo coerenza tra assegnazioni e fabbisogni
PASSI PRINCIPALI
IVAllocazione risorse
e controllo corretta allocazione
IVAllocazione risorse
e controllo corretta allocazione
IIIDef. organigramma
di progetto e assegnazione risorse
IIIDef. organigramma
di progetto e assegnazione risorse
II Def. delle figure professionali di
progetto
II Def. delle figure professionali di
progetto
IIndividuazione Responsabile di
Progetto
IIndividuazione Responsabile di
Progetto
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE ORGANIZZAZIONE RISORSE UMANE
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE
31
GESTIONE ORG. RIS. UMANEIV
Allocazione risorse e controllo
IIIDef. organigr.di progetto e
assegnaz. risorse
IIDef. delle figure
prof.li di progetto
IIndividuazione del Responsabile di
Progetto
Procedere all’assegnazione del Responsabile di Progetto significa identificare la risorsa competente e disponibile per guidare l’iniziativa progettuale in maniera efficace ed efficiente, nel rispetto sia dei fabbisogni e dei requisiti espressi dal committente, sia dei vincoli di risorse (tempo, competenze, budget,…)
I. INDIVIDUAZIONE RESPONSABILE DI PROGETTO
Le Direzioni, per i progetti del proprio ambito, definiscono gli Uffici di competenza e, insieme ai Capi Ufficio, identificano i Responsabili di Progetto del Consorzio
In caso di progetti particolarmente complessi la Direzione e l’Ufficio Pianificazione e Controllo del Consorzio prevedono che la gestione delle tematiche di PM venga svolta con il supporto di Project Manager
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE
32
La definizione delle figure professionali da impiegare è strettamente correlata a:
tipologia di attività previstedurata di ciascuna attivitàparallelismo/ sequenzialità tra le attività
II. DEFINIZIONE DELLE FIGURE PROFESSIONALI DI PROGETTO
GESTIONE ORG. RIS. UMANEIV
Allocazione risorse e controllo
IIIDef. organigr.di progetto e
assegnaz. risorse
IIDef. delle figure
prof.li di progetto
IIndividuazione del Responsabile di
Progetto
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE
33
GESTIONE ORG. RIS. UMANE
Una volta individuate e quantificate le figure professionali necessarie alla realizzazione del progetto, il Responsabile di Progetto può elaborare un organigramma di progetto, per il momento non nominativo, che evidenzia i riporti gerarchici tra le figure professionali che si pensa di impiegare nel progetto
Tale proposta di organizzazione di progetto deve essere condivisa con le Direzioni interessate in termini di:
verifica dell’effettiva disponibilità delle figure professionali individuateindividuazione nominativa delle risorseverifica della coerenza tra le competenze richieste e le risorseeffettivamente disponibili, ciascuna per il periodo previsto
III. DEFINIZIONE ORGANIGRAMMA DI PROGETTO E ASSEGNAZIONE RISORSE
IV
Allocazione risorse e controllo
IIIDef. organigr.di progetto e
assegnaz. risorse
IIDef. delle figure
prof.li di progetto
IIndividuazione del Responsabile di
Progetto
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE
34
GESTIONE ORG. RIS. UMANE
ES. ORGANIGAMMA DI PROGETTO
Responsabile di Progetto
ResponsabileProdotto Finito 1
ResponsabileProdotto Finito 2
ResponsabileProdotto Finito …
Project Manager(Staff)
Resp. Comunicazione(Staff)
Resp. Archit. e Integrazione(Staff)
ResponsabileProdotto Finito n
Analisti funz.
Analisti tecnici
Programmatori……..
Analisti funz.
Analisti tecnici
Programmatori……..
Analisti funz.
Analisti tecnici
Programmatori……..
Analisti funz.
Analisti tecnici
Programmatori……..
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE: ES.
35
Dopo aver ottenuto l’assegnazione delle risorse al progetto il Responsabile di Progetto procede all’allocazione nominativa delle risorse sulle attività, in base alla compatibilità di disponibilità e competenze
IV. ALLOCAZIONE RISORSE E CONTROLLO CORRETTA ALLOCAZIONE
GESTIONE ORG. RIS. UMANEIV
Allocazione risorse e controllo
IIIDef. organigr.di progetto e
assegnaz. risorse
IIDef. delle figure
prof.li di progetto
IIndividuazione del Responsabile di
Progetto
E’ necessario verificare la disponibilità delle risorse per tutta la durata del progetto:evidenziare e risolvere eventuali situazioni di sovra-utilizzo (fabbisogno maggiore della disponibilità) e di sotto-utilizzo (fabbisogno minore della disponibilità) delle risorselivellare il carico delle risorse agendo, tra le altre, sulle leve della pianificazione ad esempio modificando i parallelismi tra le attività, spostando le date di alcune attività, rivedendo opportunamente l’allocazione delle risorse, eccetera
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE
36
GESTIONE ORG. RIS. UMANE
ES. DIAGRAMMA DI CARICO DELLE RISORSE
sovraccaricosottocarico
periodo 1-18 per Risorsa o gruppo di risorse
impegno standard(normale, tollerato,contrattualizzato,…)
LA GESTIONE DELL’ORGANIZZAZIONE E DELLE RISORSE UMANE: ES.
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LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTIGESTIONE RISCHI
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE ORG. RISORSE UMANEGESTIONE CRITICITÀ
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE QUALITÀ
38
La disciplina Gestione della Comunicazione si occupa di predisporre e diffondere le comunicazioni tra tutti i partecipanti al progetto e di garantire coerenza tra le comunicazioni di PM da utilizzare sia all’interno del progetto sia verso entità esterne
Diffondere e condividere le informazioni all’interno del gruppo di lavoro, rafforzare l’integrazione fra le persone e gestire eventuali divergenze o conflittiGarantire visibilità sull’avanzamento complessivo delle attività agli organi esterni al progetto
IIProduzione e diffusione delle comunicazioni di Project Management
IIProduzione e diffusione delle comunicazioni di Project Management
IComunicazione interna rivolta
ai partecipanti al progetto
IComunicazione interna rivolta
ai partecipanti al progetto
PASSI PRINCIPALI
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE COMUNICAZIONE
LA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE
39
La comunicazione interna, rivolta ai partecipanti al progetto, presenta diversi obiettivi a seconda della fase progettuale nella quale è svolta
I. COMUNICAZIONE INTERNA
GESTIONE COMUNICAZIONEII
Comunicazioni di PM
I
Comunicazione interna
In fase di avvio e pianificazione la comunicazione interna serve a:chiarire l’organizzazione complessiva del progetto specificando le figure di responsabilità e a chi devono riportare le risorsecomunicare e condividere gli obiettivi comunicoinvolgere e concordare con ciascuno le responsabilità assegnate, evidenziando le interdipendenze tra gli obiettivi assegnati alle singole persone
Durante la fase di realizzazione e controllo del progetto, la comunicazione interna ètipicamente svolta con incontri periodici del gruppo di lavoro al fine di:
definire lo stato di avanzamento dei lavoricondividere e commentare i risultati raggiunticoncordare eventuali modifiche al piano di lavoro
LA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE
40
GESTIONE COMUNICAZIONEII
Comunicazioni di PM
I
Comunicazione interna
II. PRODUZIONE E DIFFUSIONE DELLE COMUNICAZIONI DI PM
La produzione e diffusione di comunicazioni di PM ha lo scopo di garantire la corretta visibilità su obiettivi, organizzazione e avanzamento complessivo del progetto; ciò vale sia all’interno del gruppo di lavoro, sia nei confronti di entitàesterne che in vario modo e a vari livelli possono essere interessate al progetto
Le attività ricorrenti nella predisposizione e diffusione delle comunicazioni di PM sono:definire quali report di PM produrre, con quali informazioni e/o per quali interlocutori e/o con quale periodicitàindividuare gli strumenti più appropriati per raccogliere le informazioni necessariepredisporre e distribuire i reportarchiviare la documentazione prodotta
Il tipico documento di PM volto a descrivere l’avanzamento delle attività e delle maggiori evidenze del progetto (criticità o meno) è lo Stato Avanzamento Lavori (o SAL) -di seguito vedremo quali sono, in particolare, i documenti previsti dal Consorzio per la gestione dei progetti-
LA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE
41
GESTIONE COMUNICAZIONE
ES. STATO AVANZAMENTO LAVORI DI PROGETTO
LA GESTIONE DELLA COMUNICAZIONE: ESEMPIO
Progetto XXAttività completateAttività in corso Attività future pianificateAvanzamento impegno gg/u e costiCriticità e altre evidenze…
BSL ACT ETC EAC=(ACT+ETC)
Delta=(BSL-EAC)
Budget inizialeapprovato
(baseline)
Lavoro effettivo
Lavoro rimanente
Lavoro totale(budget
ripianificato)Scostamento
42
LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTIGESTIONE RISCHI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE CRITICITA’ GESTIONE
ORG. RISORSE UMANE
43
La disciplina Gestione delle Criticità si occupa di individuare, gestire e risolvere le potenziali sorgenti di problemi che possono compromettere i risultati del progetto
Individuare le circostanze critiche per le attività di progettoDefinire le opportune modalitàper attenuare gli impatti su obiettivi e risultati di progetto
IIIAggiornamento stato criticità
IIIAggiornamento stato criticità
IIAssegnazione e monitoraggio delle criticità
IIAssegnazione e monitoraggio delle criticità
IIndividuazione e
segnalazione delle criticità
IIndividuazione e
segnalazione delle criticità
PASSI PRINCIPALI
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE CRITICITA’
LA GESTIONE DELLE CRITICITA’
44
Qualsiasi risorsa appartenente al gruppo di progetto può individuare e segnalare una criticità, in maniera da anticipare quanto possibile la valutazione di eventuali azioni correttive da parte del Responsabile di Progetto
I. INDIVIDUAZIONE E SEGNALAZIONE DELLE CRITICITÀ
GESTIONE CRITICITA’
LA GESTIONE DELLE CRITICITA’
III
Aggiornam. stato criticità
IIAssegnazione e monitoraggio delle criticità
IIndividuazione e
segnalazione delle criticità
Le criticità che emergono nel corso di un progetto sono caratterizzate dai seguenti requisiti:
possono avere impatto negativo sugli obiettivi del progetto o sulle attività previstesono risolvibili tramite azioni e decisioni ad hocpossono necessitare di una escalation per individuare il giusto livello a cui affrontarle
Le criticità possono sorgere in qualsiasi momento e riguardare tutti gli elementi del progetto, dalle risorse alle dinamiche di svolgimento delle attività; tutte le criticità devono essere conosciute dal Responsabile di Progetto, che è responsabile della rimozione
La gestione delle criticità prevede la catalogazione in una delle seguenti categorie: tecnologica, di Project Management, organizzativa, esterna
45
Le criticità possono essere classificati in categorie, ad esempio:tecnologica, se connessa all’utilizzo di tecnologie innovative o particolarmente complesse, oppure alla difficoltà di integrazione con altri sistemi, ecceteradi Project Management, se relativa all’impiego di discipline e strumenti di PM, alla possibilità di definire l’ambito di intervento, a scadenze troppo stringenti, ecceteraorganizzativa, se relativa alla insufficiente disponibilità di risorse umane, a conflitti derivanti dalla condivisione di risorse da parte di più progetti / dalla difficoltà di reperimento di particolari competenzeesterna, se di altra natura o fuori del controllo del Project Management (es. normative, leggi, andamento del mercato, eccetera)….
CLASSIFICAZIONE DELLE CRITICITÀ
LA GESTIONE DEI RISCHI
III
Aggiornam. stato criticità
IIAssegnazione e monitoraggio delle criticità
IIndividuazione e
segnalazione delle criticità
GESTIONE CRITICITA’
46
GESTIONE CRITICITA’
Il Responsabile di Progetto è tenuto a conoscere ed analizzare tutte le criticitàche dovessero emergere, al fine di monitorarne l’evoluzione
II. ASSEGNAZIONE E MONITORAGGIO DELLE CRITICITÀ
LA GESTIONE DELLE CRITICITA’
Il Report delle Criticità deve essere aggiornato periodicamente al fine di:segnalare le variazioni di stato o la chiusura delle criticità risolte (chiusa)inserire nuove criticità individuate
III. AGGIORNAMENTO STATO CRITICITÀ
III
Aggiornam. stato criticità
IIAssegnazione e monitoraggio delle criticità
IIndividuazione e
segnalazione delle criticità
47
Grafo degli stati della criticità
Inserimento criticità nel
Report
Valutazione criticità:Criticità
accettata
Valutazione della criticità:
Criticitàrifiutata
Assegnazione della criticità
Identificazione di una soluzione:
Soluzione corretta
Identificazione di una soluzione:Soluzione non
corretta
Risoluzione della criticità
SEGNALATASEGNALATA
APERTAAPERTA ASSEGNATAASSEGNATA INDIRIZZATAINDIRIZZATA CHIUSACHIUSA
ANNULLATAANNULLATA
Nuova criticità
GESTIONE CRITICITA’
LA GESTIONE DELLE CRITICITA’: ESEMPIO
La gestione prevede diversi passi operativi, associati al cambio di stato della singola criticità
48
GESTIONE CRITICITA’
ES. REPORT DELLE CRITICITÀ
LA GESTIONE DELLE CRITICITA’: ESEMPIO
N° Categoria Criticità Autore della segnalazione
Data segnalazione
Riferimento WBS
Rilevanzanza Impatti Impatti Stato Proprietario Soluzione
Data Chiusura Prevista
1 Project Management
Carenza di supporto sulle attività di PM
Risorsa A 03/01/03 1-Alta Ritardi nella conclusione delle
attività di pianificazione
4-Chiusa Risorsa A Richiedere assegnazione di una
risorsa dedicata al PM
10/01/03
2 Organizzativo Necessità di reperire rapidamente risorse
con competenze funzionali
Risorsa A 14/01/03 Attività di analisi
funzionale
1-Alta Ritardo nell'inizio delle attività di
analisi funzionale
3-Indirizzata Risorsa B Richiedere assegnazione
tempestiva di risorse con competenze
funzionali
01/02/03
3 Organizzativo Ritardo nella definizione dei fornitori
esterni
Risorsa B 14/01/03 Attività dei fornitori esterni
2-Media Ritardi su alcune attività previste dal
piano di lavoro
3-Indirizzata Risorsa C Organizzare una riunione per valutare e
scegliere i fornitori
24/01/03
4 Esterno Ritardo nella ricezione dell'offeta da parte del
fornitore "X"
Risorsa C 15/01/03 2-Media Ritardi nella formalizzazione del
1-Aperta
49
GESTIONE CRITICITÀ
LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTI
GESTIONE QUALITÀ
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE RISCHI
GESTIONE ORG. RISORSE UMANE
50
La disciplina Gestione dei Rischi si occupa di identificare i rischi che possono avere effetti negativi sul progetto, analizzarli quantitativamente e monitorare il livello di rischio complessivo
Identificare e valutare i rischi cui il progetto è esposto, anticipatamenteIndividuare le azioni necessarie per ridurre la portata dei rischi sul progettoMonitorare e comunicare i progressi effettuati nel controllo dei rischi
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE RISCHI
LA GESTIONE DEI RISCHI
PASSI PRINCIPALI
II
Gestione e controllodei rischi
II
Gestione e controllodei rischi
I
Identificazione e valutazione dei rischi
I
Identificazione e valutazione dei rischi
51
GESTIONE RISCHI
Il rischio è un evento che, se si verifica, può avere un effetto negativo su uno o più elementi del progetto, in particolare:
ambito: modifica o estensione dell’ambito del progettocosti: mancato rispetto del budget inizialmente previstotempi: mancato raggiungimento degli obiettivi nei tempi stabilitiqualità: ridotto livello qualitativo del prodotto/ servizio realizzato
I: IDENTIFICAZIONE E VALUTAZIONE DEI RISCHI
LA GESTIONE DEI RISCHI
II
Gestione e controllo dei rischi
I
Identificazione e valutazione dei rischi
Le possibili aree di rischio sono tipicamente identificate attraverso l’analisi di: documentazione di progetto e/o di progetti similicontratti e accordi stipulati con i fornitorianalisi di rischi già identificati/ rilevati su progetti analoghi…
52
GESTIONE RISCHI
In generale, la gestione dei si propone di controllare l’andamento del rischiocomplessivo valutando la necessità di intervento in caso di scostamento con quanto pianificatoIn particolare, ciò avviene tramite l’analisi dei rischi, ovvero:
individuare idonee azioni di controllo per monitorare gli elementi di rischiopianificare l’attuazione ed i risultati delle azioni di controllo
nonché tramite confronto periodico tra il profilo di rischio iniziale (baseline) e quello del periodo di controllo considerato, tipicamente mensile
II: GESTIONE E CONTROLLO DEI RISCHI
LA GESTIONE DEI RISCHI
II
Gestione e controllo dei rischi
I
Identificazione e valutazione dei rischi
53
GESTIONE RISCHI
ES. REPORT DEI RISCHI
LA GESTIONE DEI RISCHI: ESEMPIO
La rappresentazione del profilo di rischio utilizza tre parametri:• Impatto [I] - gravità delle conseguenze che il verificarsi del rischio ha sulle attività progettuali: da 1 a 6, da meno a più grave• Probabilità [Pr] - percentuale di probabilità che il rischio si verifichi• Livello di controllo [Lc] - rilevanza delle leve del progetto che mitigano il rischio: da 1 a 4, da minore a maggiore controllo
Il risultato della combinazione dei tre parametri esprime il fattore di rischio: I x PrLc
qualificazione valutazione
54
GESTIONE RISCHI
ES. GRAFICO DEL PROFILO DI RISCHIO
LA GESTIONE DEI RISCHI: ESEMPIO
Andamento dell'indicatore di rischio totale
0,0
0,2
0,4
0,6
0,8
1,0fe
bbra
io
mar
zo
april
e
mag
gio
giug
no
lugl
io
agos
to
sett
embr
e
otto
bre
nove
mbr
e
dice
mbr
e
genn
aio
Mesi
Indicatore di rischio totale
Rischio tot.RivistoBaseline
55
LE DISCIPLINE DEL PROJECT MANAGEMENT
GESTIONE COSTIGESTIONE RISCHI
GESTIONE COMUNICAZIONE
GESTIONE AMBITO E OBIETTIVI
GESTIONE TEMPI
ANNO +1
3
GESTIONE QUALITA’
GESTIONE ORG. RISORSE UMANEGESTIONE CRITICITÀ
56
La disciplina Gestione della Qualitàha il compito di definire i requisiti qualitativi che il progetto dovràrispettare e verificarne il rispetto durante la realizzazione
Definizione delle performance previsteVerifica del raggiungimento dei livelli di performance stabiliti
IIGestione e controllo
della Qualità
IIGestione e controllo
della Qualità
IPianificazione della
Qualità
IPianificazione della
Qualità
PASSI PRINCIPALI
COSA E’ A COSA SERVE
GESTIONE QUALITA’
LA GESTIONE DELLA QUALITA’
57
Identificazione degli standard qualitativi ritenuti rilevanti per il progettoDefinizione delle modalità di raggiungimento (es. definizione modalitàstandard per preparazione casi di test)
I. PIANIFICAZIONE DELLA QUALITÀ
Verifica delle performance complessive di progetto e dei risultati specifici per assicurarsi che siano in linea con gli standard definiti; in particolare:
confronto tra performance effettive e pianificateindividuazione tempestiva di eventuali problemi di performanceattivazione di azioni specifiche volte al raggiungimento dei livelli di performance stabiliti
II. GESTIONE E CONTROLLO DELLA QUALITÀ
GESTIONE QUALITA’II
Gestione econtrollo della
Qualità
I
Pianificazione della Qualità
LA GESTIONE DELLA QUALITA’
– Modulo 2 –La gestione di un progetto: dalla richiesta del
cliente all'utilizzo degli strumenti di PM
Il Modello di Project Management del Consorzio Operativo
59
INPUT
OUTPUT
Dalla richiesta del cliente alla definizione dei requisiti…
In pratica…
FaseNascita
dell’esigenzaAcquisizione
della richiestaStima
dell’intervento ICT
Inserimento nel Piano Operativo
Mercato
Innovazione tecnologica
Adeguamenti normativi
Business case
Requisiti di business
Richiesta censimento Master Plan
Studio di fattibilità
Cantiere e Prodotti Finiti con stima COSTI e DATE rilascio
Censimento Cantiere nel Master Plan ICT
Responsabile
Corporate Center
Banche Commerciali
Società Prodotto
Società di Servizio
Business case
Requisiti di business
Richiesta censimento Master Plan
Corporate Center – Area Organizzazione e Tecnologie
Richiesta validata
Censimento Progetto/ Cantiere nel Master Plan
Consorzio GMPS
Studio di fattibilità
Cantiere e Prodotti Finiti con stima COSTI e DATE rilascio
Corporate Center – Area Organizzazione e Tecnologie
Consorzio GMPS
Cantiere e Prodotti Finiti consolidati
60
PRINCIPALI OUTPUT
PRINCIPALI ATTIVITÀ
Fase Impostazione del Progetto
Pianificazione del Progetto
Realizzazione e Controllo del
ProgettoChiusura del
Progetto
Documento Obiettivi ed Ambito di progettoMacro piano di lavoro(o piano di lavoro di massima)…
Definizione ambito e obiettivi di progettoStesura macro piano di lavoroVerifica del budget di progettoStima competenze previsteAnalisi costi/beneficiIndividuazione dei rischi…
Piano di lavoro di dettaglioOrganigrammanominativo di progetto…
Stesura piano di lavoro di dettaglioDefinizione struttura organizzativa di progetto(Analisi di dettaglio dei rischi)…
Rilascio in gestione e Comunicazione di rilascio Prodotto FinitoPresentazione di rilascioRapporto finale sul progetto…
Rilascio prodotti finitiFormalizzazione accettazione risultatiprodotti dal progettoRilascio risorse di progetto…
SAL periodico (Stato Avanzamento Lavori)Report delle criticità(Report dei rischi)…
Realizzazione attivitàdi progetto (o attuazione piano di lavoro)Coordinamento risorse progettuali (interne ed esterne)Gestione rapporti con fornitoriMonitoraggio avanzamento: tempi, costi, risultatiVerifica criticità e rischi…
… alla gestione del progetto con la metodologia di PM
Ciclo di vita del progetto
61
STRUMENTI A SUPPORTO
DELPM
STRUMENTI A SUPPORTO DI ARTEMIS
STRUMENTI DI PM
In pratica…
FaseImpostazione del
ProgettoPianificazione del
ProgettoRealizzazione e
Controllo del Progetto
Chiusura del Progetto
template di REQUISITI DI BUSINESS (*)
template di OBIETTIVI ED AMBITO
schema di REPORT DEI RISCHI
schema di WBS STANDARD
schema di WP STANDARD
schema di ORGANIGRAMMA DI PROGETTO
MANUALE DI PIANIFICAZIONE OPERATIVA
template di LETTERA DI RILASCIO
template diPRESENTAZIONE DI RILASCIO
template di PRESENTAZIONE DI AVVIO
template di STATO AVANZAMENTO LAVORI
template di PRESENTAZIONE DI SAL
schema di REPORT CRITICITÀ
schema di REPORT DEI RISCHI (avanzamento)
template di PRESENTAZIONE DI PROGETTO
MODALITA’ DI CONSUNTIVAZIONE DEGLI IMPEGNI
(*) pre-requisito al documento Obiettivi ed Ambito, redatto nella fase precedente a quella di impostazione
approfondimento nelle pagine successive
62
STRUMENTI DI PM
documento Requisiti di Business (.doc)
in relazione alla richiesta del Cliente definisce:
CONTESTO
OBIETTIVI
REQUISITI
il documento è redatto e condiviso col committente a cura della BU e costituisce un input per
l’impostazione del Progetto (Obiettivi ed Ambito)
63
STRUMENTI DI PM
documento Obiettivi ed Ambito di progetto (.doc)
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
descrive l’intervento in termini di:
CONTESTO
OBIETTIVI
VINCOLI
SOLUZIONE REALIZZATIVA (per ciascun PRODOTTO FINITO)
MACRO-PIANO DI LAVORO
BUDGET
RISCHI
64
STRUMENTI DI PM
Le necessità di:– fornire delle linee guida a
tutti i capi progetto– ottenere una pianificazione
omogenea e confrontabile tra diversi progetti
– quantificare il peso dei vari WP (in termini di spesa e/o di tempi)
ha portato l’introduzione, presso il Consorzio, di una WBS standard da utilizzare per la pianificazione di dettaglio delle attività di progetto
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
Project View
65
STRUMENTI DI PM
documento SAL periodico (.doc)
descrive l’avanzamento (almeno mensile) del progetto evidenziando, per ciascun Prodotto Finito:
ATTIVITÀ CONCLUSE
ATTIVITÀ IN CORSO
ATTIVITÀ PREVISTE
IMPEGNO DELLE RISORSE
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
66
STRUMENTI DI PM
documento Comunicazione di rilascio (.doc)
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
formalizza il rilascio all’ utente, in produzione, di Prodotti Finiti evidenziando:
NOME PF E DESCRIZIONE
DATA DI RILASCIO:
PREVISTA
EFFETTIVA
IMPEGNI:
PREVISTI
EFFETTIVI …
67
STRUMENTI DI PM
documento Rilascio in gestione (.doc)
IMPOSTAZIONE DEL PROGETTO
PIANIFICAZIONE DEL PROGETTO
REALIZZAZIONE E CONTROLLO DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
CHIUSURA DEL PROGETTO
formalizza il rilascio alla gestione (al/i Settori) di Prodotti Finiti evidenziando:
NOME PF E DESCRIZIONE
DOCUMETAZIONE TECNICA
…….