IL MIO PAPA

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© Riproduzione riservata IL MIO PAPA 47 46 IL MIO PAPA Haydée Dabusti, soprano del coro della cattedrale di Buenos Aires, che si esibiva spesso davanti al Papa, ha un sogno VORREI CANTARE DI NUOVO PER IL SANTO PADRE H aidée Dabusti è una cantante lirica, una so- prano solista che per più di dieci anni ha cantato nel coro Regina Coeli della cattedrale di Bue- nos Aires quando Bergoglio era Cardinale. Ecco che cosa ci ha raccontato nelle quattro chiac- chiere che abbiamo fatto con lei. Qual è il suo primo pensiero quando si parla del Papa? «Che Monsignor Bergoglio mi ha sempre esortato perché an- dassi avanti nella vita. Io sono rimasta vedova per due volte… Il mio primo marito è mancato quando avevo solo 24 anni, dopo tre anni di matrimonio. Avevo appena terminato gli studi al Te- atro Colon di Buenos Aires: sono rimasta senza cantare una nota per 16 anni. Poi, grazie al mio se- condo marito e all’attività nella cattedrale, ho ripreso a cantare». Che ruolo aveva? «Cantavo e insegnavo tecnica vocale nel coro della cattedra- le, prima ancora che arrivasse Bergoglio: allora c’era il cardinal Quarracino. Ho lavorato nel coro per 12 anni». Cosa ricorda del Papa? «Veniva sempre ad ascolta- re la nostra prova generale il giorno prima dei concerti. Lui sa molto di musica: gli piace la musica in generale, ma so che ha una preferenza per la classi- ca, per questo sa riconoscere le opere più difficili da eseguire». È mai venuta a Roma? «Più volte! La prima volta, il Papa non sapeva che sarei stata presente all’udienza. Era l’aprile di Adriano Alimonti VIAGGIO NELL’ ARGENTINA DI FRANCESCO 2013: quando mi ha visto per lui è stata una sorpresa! Abbiamo parlato molto e i giornalisti pre- senti chiedevano “Chi è la signo- ra che parla con il Santo Padre che sembra così contento?”». E le altre visite a Roma? «Sono venuta ormai sette volte». Che cosa le dice Francesco? «Il Papa mi dice: “Che cosa è venuta a cantare, la Norma (ca- polavoro del compositore Vin- cenzo Bellini, ndr.)?” Oppure, “Haidée cosa stai facendo con la tua carriera?” Sa, io ho debuttato a Napoli, ma ho cantato spesso in Italia e in Spagna. Ogni volta che posso vengo in San Pietro all’udienza del mercoledì». Perché chiede della “Norma”? «È un’opera complessa e lui me lo chiede perché sa che è una delle più difficili da cantare». E in cattedrale che musica cantavate? «La Cavalleria rusticana di Ma- scagni, La vergine degli angeli da La forza del destino di Verdi, il finale della Turandot di Puccini! Tante cose, anche l’Alleluia di Mozart. La Cattedrale era sem- pre piena!» Erano occasioni particolari? «Sì. Tutti i concerti che si faceva- no nella cattedrale erano annun- ciati da Mons. Bergoglio. Suo- navamo per Natale, fine anno, Pasqua, Corpus Domini. Prima che lui partisse per Roma, ogni anno c’era “il rosario per la vita”: io cantavo l’Ave Maria di Schu- bert e lui celebrava la messa». Chi faceva parte del coro? «Giovani, persone dai 19 ai 33 anni, quasi tutta gente che conti- nuava con il suo lavoro. Tutti i lu- nedì provavamo i concerti nella cattedrale. Cinquanta, cinquan- tacinque persone: tante donne e uomini che si sono conosciuti in queste occasioni e poi si sono sposati e hanno formato una fa- miglia! Persone straordinarie, con tanti anni di musica anche a beneficio dei bisognosi. E qui devo ricordare anche mio cugino, padre José Dabusti: è lui l’idea- tore del coro e cantava con noi, è un eccellente baritono». Sempre nella cattedrale? «No, anche altrove. Ricordo che nel maggio 2012 mons. Bergo- glio mi chiese se potevo inviargli le foto e le critiche del nostro concerto al Coliseo di Buenos Aires e gli inviai tutto. Si è sem- pre interessato a noi». Si è mai esibita per il Papa? «Ho terminato da poco un con- certo in Vaticano nella Cappella dei Cori con il coro Pontis Ma- riae del maestro Tony Caronna, ma il Papa non era presente. Ov- viamente vorrei cantare per lui, ma ci sono molte richie- ste… Mi affido al destino». IL PAPA AMA LA MUSICA CLASSICA E SA RICONOSCERE LE OPERE PIÙ DIFFICILI DA ESEGUIRE Sette volte. La cantante nota come “la Callas argentina” è una fervente cattolica. Ha lavorato nel coro della cattedrale di Buenos Aires ed è stata in Vaticano ben sette volte. In cattedrale. La foto a sinistra risale a fine anni 90, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires: siamo alla fine di uno dei tradizionali concerti alla presenza del card. Bergoglio. Nel tondo, la soprano con il maestro José Luis Bella. Sotto, in una recente esibizione al teatro Colon di Buenos Aires.

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Haydée Dabusti, soprano del coro della cattedrale di Buenos Aires, che si esibiva spesso davanti al Papa, ha un sogno

vorrei cantare di nuovo per il santo padre

Haidée Dabusti è una cantante lirica, una so-prano solista che per più di dieci anni ha cantato nel coro Regina Coeli della cattedrale di Bue-

nos Aires quando Bergoglio era Cardinale. Ecco che cosa ci ha raccontato nelle quattro chiac-chiere che abbiamo fatto con lei.

Qual è il suo primo pensiero quando si parla del Papa?«Che Monsignor Bergoglio mi ha sempre esortato perché an-

dassi avanti nella vita. Io sono rimasta vedova per due volte… Il mio primo marito è mancato quando avevo solo 24 anni, dopo tre anni di matrimonio. Avevo appena terminato gli studi al Te-atro Colon di Buenos Aires: sono rimasta senza cantare una nota per 16 anni. Poi, grazie al mio se-condo marito e all’attività nella cattedrale, ho ripreso a cantare».

Che ruolo aveva?«Cantavo e insegnavo tecnica vocale nel coro della cattedra-le, prima ancora che arrivasse Bergoglio: allora c’era il cardinal

Quarracino. Ho lavorato nel coro per 12 anni».

Cosa ricorda del Papa?«Veniva sempre ad ascolta-re la nostra prova generale il giorno prima dei concerti. Lui sa molto di musica: gli piace la musica in generale, ma so che ha una preferenza per la classi-ca, per questo sa riconoscere le opere più difficili da eseguire».

È mai venuta a Roma?«Più volte! La prima volta, il Papa non sapeva che sarei stata presente all’udienza. Era l’aprile

di Adriano Alimonti

viaggio nell’ArgentinA di FrAncesco

2013: quando mi ha visto per lui è stata una sorpresa! Abbiamo parlato molto e i giornalisti pre-senti chiedevano “Chi è la signo-ra che parla con il Santo Padre che sembra così contento?”».

E le altre visite a Roma? «Sono venuta ormai sette volte».

Che cosa le dice Francesco? «Il Papa mi dice: “Che cosa è venuta a cantare, la Norma (ca-polavoro del compositore Vin-cenzo Bellini, ndr.)?” Oppure, “Haidée cosa stai facendo con la tua carriera?” Sa, io ho debuttato

a Napoli, ma ho cantato spesso in Italia e in Spagna. Ogni volta che posso vengo in San Pietro all’udienza del mercoledì».

Perché chiede della “Norma”?«È un’opera complessa e lui me lo chiede perché sa che è una delle più difficili da cantare».

E in cattedrale che musica cantavate?«La Cavalleria rusticana di Ma-scagni, La vergine degli angeli da La forza del destino di Verdi, il finale della Turandot di Puccini! Tante cose, anche l’Alleluia di

Mozart. La Cattedrale era sem-pre piena!»

Erano occasioni particolari?«Sì. Tutti i concerti che si faceva-no nella cattedrale erano annun-ciati da Mons. Bergoglio. Suo-navamo per Natale, fine anno, Pasqua, Corpus Domini. Prima che lui partisse per Roma, ogni anno c’era “il rosario per la vita”: io cantavo l’Ave Maria di Schu-bert e lui celebrava la messa».

Chi faceva parte del coro?«Giovani, persone dai 19 ai 33 anni, quasi tutta gente che conti-nuava con il suo lavoro. Tutti i lu-nedì provavamo i concerti nella cattedrale. Cinquanta, cinquan-tacinque persone: tante donne e uomini che si sono conosciuti in queste occasioni e poi si sono sposati e hanno formato una fa-miglia! Persone straordinarie, con tanti anni di musica anche a beneficio dei bisognosi. E qui devo ricordare anche mio cugino, padre José Dabusti: è lui l’idea-tore del coro e cantava con noi, è un eccellente baritono».

Sempre nella cattedrale?«No, anche altrove. Ricordo che nel maggio 2012 mons. Bergo-glio mi chiese se potevo inviargli le foto e le critiche del nostro concerto al Coliseo di Buenos Aires e gli inviai tutto. Si è sem-pre interessato a noi».

Si è mai esibita per il Papa?«Ho terminato da poco un con-certo in Vaticano nella Cappella dei Cori con il coro Pontis Ma-riae del maestro Tony Caronna, ma il Papa non era presente. Ov-viamente vorrei cantare per lui, ma ci sono molte richie-ste… Mi affido al destino».

il papa ama la musica classica e sa riconoscere le opere più difficili da eseguire

sette volte. La cantante nota come

“la Callas argentina” è una fervente cattolica.

Ha lavorato nel coro della cattedrale di Buenos

Aires ed è stata in Vaticano ben sette volte.

in cattedrale. La foto a sinistra risale a fine anni 90, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires: siamo alla fine di uno dei tradizionali concerti alla presenza del card. Bergoglio. Nel tondo, la soprano con il maestro José Luis Bella. Sotto, in una recente esibizione al teatro Colon di Buenos Aires.