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Azienda Pubblica di Servizi alla Persona MARGHERITA GRAZIOLI IL MELOGRANO Inserto al Periodico Bimestrale Tuttapovo, edito dal Club InterassociativoTuttapovo Anno V - n. 1 marzo 2012

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Azienda Pubblica di Servizi alla Persona

MARGHERITA GRAZIOLIIL

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Inserto al Periodico Bimestrale Tuttapovo, edito dal Club InterassociativoTuttapovo

Anno V - n. 1marzo 2012

La Redazione, la Direzione ed il Consiglio di Amministrazione

AUGURANOa Ospiti , Familiari , Dipendenti

ed a tutti i lettori del“Melograno” una

FELICE PASQUA

IL MELOGRANO

InsertoredazionaleacuradellaA.P.S.P.“M.Grazioli”diPovo-Tuttapovo-marzo2012 3

Marzo 2012 - n. 1Anno V - XVII num. pubblicato

COMITATO DI REDAZIONE

DIRETTORE: Paolo Giacomoni

COORDINAMENTO: Antonio Bernabè

IN REDAZIONE: Antonio Bernabè - Erica Ciresa - Giuseppina Ciurletti - Renzo Dori - Gerolamo Iob - Roberto

Maestri - Renata Ricci

FOTO: Antonio Bernabè - Renzo Dori - Roberto Maestri - Marco Paris

- Fonti varie -

IMPAGINAZIONE E GRAFICACarlo Nichelatti

Si ringraziano tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito a dar vita a questo numero de

“IL MELOGRANO”inserto redazionale

al periodico TUTTAPOVO

STAMPATipografia Arti Grafiche Publistampa - Pergine

Valsugana

Budget RSA 2012 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .4

Riconfermato il marchio Q & B . . . . . . . . . . . . . . . . . .6

Appello per ben invecchiare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8

Per fare una vera Pasqua . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .9

Il tempo del gioco . . . i giochi di un tempo . . . . . . . . .10

Soddisfazione per gli standard qualità dei nostri servizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .15

Che spiza dormir su quei pajoni! . . . . . . . . . . . . . . . .23

Carnevale al Centro Diurno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .25

Tanto per ridere – concorso a premi . . . . . . . . . . . . .27

Santina . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .28

La pagina della poesia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30

Plenaria personale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .31

Notizie flash . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .33

Ricordando la Festa dell’undici febbraio 2012 . . . . .34

Il Libro della Solidarietà . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .35

s o m m a r i o

Se vuoi conoscerci meglio basta un clic www.apspgrazioli.it

Il sito aziendale è stato recentemente aggiornato attraverso l’inserimento dei testi in pdf delle

carte dei servizi relative alle varie attività. Chi fosse interessato può verificarne i contenuti

come sempre con un semplice clic.

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IL M

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RANO

È ormai consuetudine dedica-re l’editoriale del primo nu-

mero dell’anno del Melograno ad un commento sulle previsioni contenute nel budget per l’anno ormai iniziato relativo alla voce di spesa più consistente che riguar-da la previsione di spesa per la RSA. L’appuntamento è riservato a quanti non hanno potuto par-tecipare alle riunioni organizzate a fine dicembre e a quanti hanno potuto avvalersi dei nostri servizi dopo l’approvazione di tale docu-mento fondamentale per l’attività aziendale.

Va subito precisato che la nostra Azienda, attuan-do una pluralità di servizi, “costruisce” il proprio bilan-cio preventivo attraverso la definizione di ben sei singoli budget riservati ognuno ad ogni attività (RSA - Cen-tro Diurno - Centro Servizi - Cucina - Alloggi Protetti - Punto Prelievi) e, come anti-cipato in premessa, queste brevi note riguardano esclu-sivamente il budget 2012 della RSA sopratutto per l’impatto che le singole voci di spesa hanno sull’utenza più numerosa che usufrui-sce dei nostri servizi.

Va premesso che anche

quest’anno forse in modo anco-ra più stringente dell’anno scor-so, si sono rilevate due tendenze che hanno reso particolarmente impegnativo il compito di “costru-zione” delle proposte di budget: una generale contrazione delle ri-sorse disponibili da parte dell’ente pubblico Provincia e Comune di Trento e una progressiva difficoltà dell’utenza a far fronte agli aumen-ti generalizzati del costo della vita e quindi anche dell’aumento delle tariffe dei servizi. Basti qui ricorda-re un dato che a fronte di un au-mento del costo medio della vita

(indice ISTAT) in corso d’anno pari a circa il 3,4% con picchi riferiti ad alcuni generi come gasolio, luce, rifiuti e alcuni generi alimentari che andavano ben oltre tale percen-tuale e l’adeguamento tariffario di finanziamento della Provincia che non andava oltre il 1,5% (che se-gnava comunque un risultato po-sitivo rispetto alla media nazionale che vedeva la presenza pressoché generalizzata di tagli anche pesan-ti anche in questo settore).

L’attenzione si è quindi rivolta principalmente sul come era pos-sibile contenere i costi pur garan-

Budget RSA 2012, tra necessità e contrazione delle risorse disponibiliIl PresIdente renzo dorI

E d i t o r i a l e

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tendo un processo di migliora-mento dei servizi e come si pote-vano realizzare economie di scala e risparmi attraverso la razionaliz-zazione della spesa ed un ulteriore sviluppo del controllo di gestione per eliminare qualsiasi spesa “non

produttiva”. Questo intento era poi reso ancora più cogente dal fatto che il budget di previsione dell’an-no precedente (2011), pur appro-vato in pareggio, dai controlli e proiezioni budgettarie presentava con ogni probabilità un saldo ne-

gativo che per evitare di pe-sare sulla previsione 2012 doveva essere sanato con precedenti utili di esercizio. In questo quadro era quin-di necessario operare nel contenimento e controllo della spesa senza penaliz-zare la qualità dei servizi e nel riparto più equo pos-sibile dei sacrifici a partire anche da un taglio sensibile delle indennità spettanti agli Amministratori (meno 20%) con l’obiettivo di giungere ad una proposta contabile a pareggio. Anche la scelta di privilegiare la presenza not-turna dell’infermiera rispetto a quella del medico di turno è stata fortemente medita-ta dopo la conferma avuta dalla PAT che non avrebbe più coperto il costo dell’in-fermiera di notte come negli anni precedenti; alla fine è prevalsa la scelta (non faci-le) di garantire la presenza operativa dell’infermiera più rispondente alle necessità assistenziali e sanitarie dei nostri ospiti e di sostituire la presenza del medico con una eventuale servizio di reperibilità.

Fatte tutte le valutazioni e previsioni di spesa si è co-munque riusciti a far “qua-drare il cerchio” presentan-do un budget in pareggio

alla bella cifra di oltre 9.200.000 euro, con aumenti contenuti delle rette a carico dell’utente e attestati attorno a valori prossimi al tasso inflattivo dell’anno (più 3,4%). Le tabelle riportate qui di seguito ri-sultano particolarmente significati-

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ve delle voci principali di spesa e del loro “peso” rispetto al totale e delle voci di entrata costituite dalle tariffe - finanziamento PAT e dal-le rette a carico dell’utente con il loro andamento progressivo negli anni; abbiamo inoltre allegato una tabella particolarmente significa-tiva che evidenzia il personale ol-tre parametro finanziato da parte della PAT necessario a garantire la attuale qualità dei servizi.

Il sacrificio chiesto all’utenza, at-traverso l’aumento delle rette, non riguarda tanto la copertura di costi di gestione ordinari quanto piutto-sto l’investimento necessario per garantire quel processo di miglio-ramento della qualità della vita dei residenti e di chi usufruisce dei nostri servizi contenuti negli obiet-tivi inseriti nel budget 2012 e che, solo per citarne alcuni riferiti alla RSA, sono:• Prendersi cura attraverso la per-sonalizzazione degli interventi in sintonia con le indicazioni conte-

nute nella certificazione del mar-chio Qualità & Benessere;• affinamento dei sistemi di con-trollo di gestione ai fini di una co-stante ottimizzazione delle risorse;• formazione e supervisione del personale di equipe assistenziali;• rafforzamento del coordinamen-to assistenziale e valorizzazione del ruolo dell’OSS (Operatore So-cio Sanitario);

• ulteriori iniziative per l’au-mento della sicurezza dei residenti e degli operatori;• ulteriore sviluppo di ricerca di sinergie nei settori appal-ti e prestazioni di terzi con altre APSP per consolidare economie di scala;• ricerca di finanziamen-to di iniziative da parte di privati attraverso anche sponsorizzazioni;• avvio dell’attività del Comi-tato Etico interno alla RSA;• mantenimento e sviluppo della musicoterapia e della stimolazione cognitiva;

avvio di attività di forma-zione per esterni in qualità di provider.

Da questo elenco, non esaustivo dell’attività programmata per l’an-no in corso, appare evidente l’im-pegno dell’Azienda nel voler ga-rantire a tutti i residenti una buona qualità di vita e agli operatori una continua progressione nella loro professionalità e tutto ciò nono-stante la ristrettezze delle risorse economiche disponibili.

Riconfermato alla nostra Residenza Sanitaria Assistenziale il marchio Qualità & Benessere

Nel corso del convegno nazio-nale “Qualità nell’invecchiamento” promosso da UPIPA (Consorzio di tutte le Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona del Trentino) e da Kairòs (Azienda specializzata in sistemi qualità nel mondo as-sistenziale), tenutosi nei giorni 23 e 24 febbraio scorso, è stato ri-confermato anche quest’anno alla nostra azienda il marchio Qualità

& Benessere. Tale certificazione risulta particolarmente significati-va in quanto valuta ben 12 fattori individuati come importanti per la qualità della vita ed il benessere degli anziani residenti in RSA che sono:• il rispetto: che riguarda i tempi

ed i ritmi di vita, la privacy, la dignità della persona

• l’autorealizzazione: possibilità

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di attuare le proprie aspirazio-ni, desideri

• l’operosità: possibilità di valo-rizzazione delle proprie capaci-tà e attitudini

• l’affettività: possibilità di man-tenere relazioni affettive ed emotive

• l’interiorità: possibilità di frui-re di occasioni e momenti di spiritualità

• il confort: vivere in un ambien-te che risponda alle proprie esigenze

• l’umanizzazione: essere ac-colti nella propria globalità con una presa in carico attenta all’ascolto

• la socialità: essere inseriti in un contesto sociale e comunitario significativo

• la salute: poter fruire di azio-ni di prevenzione, cura e riabilitazione

• la libertà: possibilità di muo-versi liberamente entro i limiti di rischio correlato alle proprie capacità

• il gusto: fruire di un servizio di ristorazione con alimentazione sana, varia, gustosa e dieteti-camente controllata

• la vivibilità: vivere in un luo-go caldo, accogliente, con-fortevole e con un’atmosfera stimolante

Al convegno è stata offerta l’op-portunità alla nostra Apsp di pre-sentare il progetto da noi sviluppa-to nel corso del 2011 avente come tema “La riorganizzazione degli spazi al servizio delle persone”. Il progetto, illustrato ai convegnisti dalla Responsabile Qualità, pren-de avvio dai fattori di qualità legati al marchio per declinare aspetti di miglioramento dell’ambiente rag-giunti anche attraverso esperienze

innovative. In particolare si sotto-linea la collaborazione del nostro fornitore Risto3 che integra la nostra competenza in merito alla valorizzazione delle sale da pran-zo offrendoci la consulenza di un esperto; in secondo luogo è stato apprezzato il contributo dell’ap-proccio “Homelike” seguito negli arredi del nucleo per demenze che ha risvolti terapeutici oltre che di gradimento dell’ambiente di vita; infine particolarmente significativa la cura dell’”ambiente sonoro” per noi realizzato dalla musicoterapi-sta, come ulteriore elemento di mi-glioramento della qualità del vivere legato alla residenzialità.

Questo approccio all’ambien-te con un progetto di monitorag-gio e miglioramento continuo per raggiungere il “sentirsi a casa” dei residenti ha suscitato un forte inte-resse nei partecipanti al convegno.

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Noi firmatari di questo appello siamo consapevoli che l’invec-

chiamento non è una malattia, ma un’esperienza, unica per ciascuno, comune a moltissimi e condivisa con i propri cari. Per questo motivo ci impegniamo perché questa espe-rienza possa essere vissuta da tutti nel modo migliore, facendo leva sulle risorse e le opportunità di ciascuno e sulla solidarietà della comunità. Chiediamo quindi a tutti i responsa-bili della programmazione politica dei servizi agli anziani di riconosce-re, rispettare ed applicare nella loro attività i seguenti principi e valori, in cui ci riconosciamo come persone…. Chiediamo inoltre a tutti coloro, che - come noi - desiderano poter invec-chiare bene, di unirsi a questo nostro appello.

I servizi per gli anziani e per l’invec-chiamento sono un bene pubblico primario in una società civile e atten-ta ai bisogni di tutti. Devono quindi essere organizzati come. servizi della comunità e per la comunità, accessi-bili a tutti secondo criteri di equità, e non come prestazioni individuali che ciascuno può acquistare solo in base alle proprie capacità economiche.

Le persone che invecchiando di-ventano gradualmente non autosuf-ficienti e sviluppano una dipendenza dagli altri e dalla comunità hanno di-

ritto ad un supporto ed una assisten-za globale e. individualizzata, che le. consideri nella loro personalità com-plessiva, con le loro risorse e non solo con i loro deficit.

E’ impegno e obbligo di tutti, di fronte all’invecchiamento della so-cietà nel suo complesso, garantire la continuità e la sostenibilità nel tem-po delle risposte al problema della non autosufficienza, anche trovando la giusta integrazione tra intervento pubblico, forme di assicurazione e di mutualità, intervento degli interessati e dei loro cari, coerentemente con i principi delta equità, responsabilità e sussidiarietà.

E’ necessario rompere l’isolamento sociale e relazionale in cui si trovano oggi gli anziani, ammorbidendo le dif-ferenze culturali tra le nuove genera-zioni e le vecchie, riducendo la loro esclusione sociale dovuta all’allonta-namento dalla vita attiva e partecipa-tiva, restituendo così maggior dignità al tempo, alle relazioni, alle volontà e ai desideri delle persone di ogni età. Perciò ci impegniamo a promuovere la cooperazione tra generazioni, la restituzione del patrimonio esperien-ziale e culturale degli anziani verso le. giovani generazioni insieme all’in-novazione e creatività di questi, per contribuire insieme a sviluppare una società più vivibile.

E’ e sarà nostro impegno fare in modo che le strutture fisiche di ser-vizio semiresidenziale e residenziale per gli anziani non siano concepite come “depositi”, deve le persone vengono prese in custodia per cu-rarne le malattie e prolungarne la so-pravvivenza senza vitalità, ma come luoghi di abitazione e di vita, dove le persone trovino un ambiente pro-tetto capace di aiutarle a superare le proprie limitazioni e recuperare la propria vitalità e la propria capacità di relazione.

Desideriamo che le strutture di assistenza agli anziani si trovino in tutti i sensi “nel cuore della comuni-tà”: fisicamente e geograficamente al centro, facilmente raggiungibili. e permeabili, ma anche, culturalmen-te e politicamente tra le priorità della comunità stessa, come attenzione e come supporto per il loro corretto funzionamento.

Ci impegniamo a coinvolgere le comunità in cui operiamo nella pro-mozione della qualità della vita e del benessere della persona che, per noi, passano dal rispetto della di-gnità e dei valori di ciascuno, dalla sua autorealizzazione, dalla salute e dal benessere fisico e mentale, dalla socialità, dall’affettività, dalla libertà e dalla partecipazione attiva, utilizzan-do tutti. gli strumenti a disposizione, compresa la formazione permanente di tutti gli attori coinvolti e, più in ge-nerale, della comunità locale.

Vogliamo essere parti attive del pro-cesso di rimodulazione dei servizi per offrire alle comunità locali sistemi di presa in carico efficienti, efficaci, so-stenibili e tesi all’accompagnamento dell’anzianità in una logica preventiva e non ripartiva, perché con il suppor-to e la vicinanza della comunità, tutti possano davvero invecchiare bene.

Insieme per invecchiare beneAnche l’AzIendA MArgherItA grAzIolI hA AderIto, sottoscrIvendolo, Al docuMento-cArtA deI dIrIttI dell’AnzIAno - ProPosto dAll’uPIPA (Il consorzIo dI tutte le APsP del trentIno) In teMA dI InvecchIAre con dIgnItà e nel rIsPetto delle volontà delle Persone

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Tutte le preoccupazioni dei sommi sacerdoti e dei farisei

si rivelano inutili perché il sepolcro era vuoto. È questa la sconsolante rivelazione dell’Angelo del Signore alle donne che si sono recate, di buon mattino, alla tomba di Cristo.

L’Angelo del Signore non si ma-nifesta solo alle donne, ma anche alle sentinelle del sepolcro. L’an-nuncio che la vita è più forte della morte però serve solo a spaventa-re le guardie. L’evangelista presen-ta un paradosso: le guardie poste a custodia del morto diventano “come morte”, mentre il morto è vivo. Credevano di custodire un cadavere e non si rendono conto che erano loro a essere morti.

Non è per nulla facile credere, ancora oggi, che Gesù è vivo, che Gesù non può rimanere sepolto, né in una tomba di pietra, né in un tabernacolo dorato, né in una ce-rimonia liturgica di grande impatto folclorico, né in una comunità che si ripiega su se stessa credendo di possedere tutta la verità, tutta la Vita del Risorto. No! Gesù Ri-sorto va oltre ogni spazio, oltre ogni aspettativa degli uomini del potere religioso, politico, sociale. E viene incontro agli amici suoi fuori da Gerusalemme, fuori dal-la città santa e del potere, ma la nella Galilea delle genti, sul Monte delle Beatitudini, come dimostra Matteo. Questo per dire che solo chi ha il cuore e l’animo puri e li-

beri può cogliere e godere la nuo-va vita del Risorto.

Col denaro i sommi sacerdo-ti si sono impadroniti di Gesù per ucciderlo e con il denaro tentano ora, comprando e corrompendo le guardie, di impedire l’annuncio della sua risurrezione. No! Non ci può essere neppure oggi nes-suna capitale, nessuna potenza umana che possa frenare questa presenza di Gesù nel mondo, fre-nare quanti lo credono, quanti lo cercano, lo amano come il Vivente e per il quale continuano a pro-porre e a realizzare, pur con sem-plicità ma con altrettanta tenacia la Pasqua, cioè il “passaggio” ad una vita più vera, più onesta, più dinamica nell’amore; una vita che donata ancora può e riesce a far indietreggiare la morte, l’egoismo, le incomprensioni, le separazioni, lo sfruttamento, la miseria, la vio-lenza, le varie schiavitù di oggi.

Le donne che erano andate di buon mattino al sepolcro per com-pletare l’opera pietosa di sistema-zione del corpo di Gesù, con bal-sami e profumi, coscienti di quanto è accaduto, la Resurrezione, “ab-bandonarono in fretta il sepolcro, con paura e gioia grande corsero a dare l’annuncio ai discepoli” (Mt. 28,8). Allontanandosi dalla tom-ba, luogo di morte, incontrano il Vivente. La fede delle donne nella resurrezione del Cristo non si basa sulla visione di un sepolcro vuoto,

ma sull’incontro con Gesù vivo e vivificante.

Ora l’esperienza di vedere Cri-sto resuscitato “immagine del Dio invincibile” (Col. 1.15) non è un privilegio concesso storicamente a poche decine di persone, ma una possibilità per i credenti di tutti i tempi. Perché vederlo non dipende dalla vista, ma dalla fede: nessuno è stato testimone diret-to della resurrezione di Cristo, ma tutti possiamo diventare testimoni di Gesù che risorto vive in mezzo a noi.

E questa è la forma migliore per vivere la Pasqua, per fare Pasqua: diventare uomini e donne che per fede aiutano gli altri, le altre a tran-sitare il mare di questa esistenza con la gioia di poter amare gli al-tri, di poter aiutare gli altri, di poter confortare chi soffre, di poter tra-smettere un po’ di vita migliore a quanti incontriamo.

È questo infatti ciò che rende il Cristo Vivente in mezzo a noi e la fa libero per trasformare tutta la no-stra vita in una Pasqua costante.

Ci sia concesso di viverla così questa Pasqua 2012 nella nostra comunità “Margherita Grazioli”, nelle nostre famiglie, nella comu-nità dei credenti affinché il mondo intero possa credere, accogliere, seguire Colui che amando fino a morire, ha assicurato e dimostrato come la vita sia più forte della mor-te. Buona Pasqua a tutti!

Per una vera PasquaAlcunI PensIerI dI don gerolAMo Iob

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La partecipazione al concor-so promosso quest’anno

dall’Upipa: “Il tempo del gioco... e i giochi di un tempo” ha offerto l’occasione per raccogliere dagli ospiti dell’APSP “M. Grazioli” una grande quantità di notizie non solo su quali erano i giochi di una vol-ta, ma soprattutto sul contesto e sulle modalità in cui questi si svolgevano.

Generalizzata è l’osservazione che, dopo la scuola, prioritari era-no i “lavoretti” e la collaborazione in famiglia e solo quanto si erano assolti questi impegni, era con-cesso andare a giocare.

Interessante notare come qual-cuno degli ospiti racconti di aver

trasformato le incombenze chieste dai genitori in momenti di vero e proprio gioco.

“Dovevamo aiutare nella coltiva-zione dei bachi da seta - racconta un’ospite. A quell’epoca ne deriva-va un introito importante per le no-stre famiglie. Il nostro lavoro con-sisteva nell’allestire i cameroni con le “arelle” preparate con le canne, su queste si posavano i bachi da seta che in dialetto trentino vengo-no chiamati “cavaleri”. Tutti i giorni dovevamo raccogliere le foglie del gelso da noi chiamate “foie de mo-rar” per poi darle da mangiare ai bachi da seta che dovevamo an-che pulire dagli escrementi, ogni due giorni. Forse posso dire che

a quel tempo questo lavoro veni-va considerato come una specie di gioco da noi bambini; si faceva insieme e non pesava così tanto”.

“Quando ero matelela - raccon-ta un’altra ospite - dovevo portare al pascolo la vaca. Era diventata come ‘na matelota; mi chiamava, muuu...muu..., dovevo portarla dove lei voleva, altrimenti la rugna-va; solo così era contenta! Quan-do ero sola giocavo spesso con la vaca. Mi nascondevo in modo che non mi potesse vedere, dietro di lei o in un cespuglio e allora la vaca mi chiamava muuu... muu...; a quel punto mi facevo vedere e lei mi dimostrava tutta la sua con-tentezza! A volte al pascolo veni-

va la mia compagna Bruna che aveva una capra; allo-ra quando arrivavamo sul posto lasciavamo libere la vaca e la capra e giocava-mo assieme”.

Il giorno in cui era più fa-cile per tutti trovarsi a gio-care era la domenica, per-ché i grandi non lavoravano nei campi e i bambini erano più liberi. Perciò la maggior parte dei giochi racconta-ti dagli anziani sono giochi all’aperto che si facevano al termine della scuola o, come detto, la domenica. Sono un paio i giochi che tutti ricordano e descrivono: quello “della settimana” co-

Il tempo del gioco... i giochi di un tempodI AntonIo bernAbè

IL MELOGRANO

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nosciuto anche come “am salam” e il gioco del “nascondino” detto anche “scondilever”.

Per fare il “gioco della settimana” si doveva essere come minimo in due e comunque in numero pari per poter fare le squadre. Si gio-cava con un sasso (scaia) che veniva lanciato sul lu-nedì e poi di seguito sugli altri giorni fino a domenica. Si partiva saltellando su un piede solo, alternando sulle caselle. Era squalificato chi metteva a terra l’altro piede o saltava sulle righe. Vince-va chi riusciva a completare il giro della settimana senza errori.

Il gioco del “nascondino” cominciava con la conta per vedere a chi toccava “stare sotto”. Costui (guardia) si metteva con la testa appog-giata al muro o a un albero e con una mano sugli occhi contava, mentre gli altri (la-dri) andavano a nasconder-si. Quando si veniva trovati, si doveva correre e grida-re punto mio e il nome del bambino, toccando il muro con la mano prima di chi era incaricato della caccia. Il gioco finiva quando tutti i ladri erano stati scovati.

Ovviamente non man-cano i ricordi di altri giochi all’aperto come la “mosca-cieca” detto anche “maria orba”, quello della “sgrin-zola” (o altalena), giocare a rincorrersi e a “darsela”.

Interessante è la descri-zione di come si svolge-va un tempo la “caccia al tesoro”.

Prendevamo una carta colorata oppure ori di caramelle e le met-tevamo sotto terra e coprivamo tutto con un vetro sopra il quale mettevamo la terra. Guai però a di-menticarsi il posto! Poi andavamo alla ricerca del tesoro e quando lo

trovavamo avevamo diritto ad uno più grande.

Meno numerosi di quelli all’aper-to erano i giochi che si facevano in casa. Giochi che ancora oggi si svolgono con le stesse immutate modalità: la tombola, le carte, i

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dadi. Solo che i dadi - ricordano gli anziani - erano dei quadratini di legno o di sughero che facevamo noi bambini. Si andava a cercare qualcuno che avesse il taglierino per tagliare il legno, si tagliavano dei pezzet-tini a forma di cubo e poi li si metteva in una scodella in ammollo (in questo modo diventavano più resisten-ti). Sopra le facce del dado si segnavano i numeri. Per giocare si mescolavano dentro le mani e si buttavano sul tavolo. Vinceva chi faceva più punti! Segnavamo i punti, ma non sui fogli perché quelli costavano, c’era crisi: ai nostri tempi si usava la carta del pane.

C’erano poi dei giochi che erano tipici o dei ma-schietti o delle femminucce. Per i maschi i ricordi più belli sono generalmente legati al gioco del “sercio” (cerchio).

Per fare questo gioco, utilizzavamo i cerchi delle botti o la ruota di una bici fuori uso alla quale veniva levato il copertone e tagliati i raggi e poi li facevamo rotolare. Vinceva chi riusciva a fare il percorso più lun-go senza far cadere il “sercio”. All’esterno del cerchio c’era un manico che grazie a un marchingegno in fer-ro faceva ruotare il cerchio. Non c’erano molti “serci”, per cui c’è lo prestavamo a vicenda. Per giocare noi bambini ci incontravano nelle piazze o lungo le strade del paese. Allora non c’erano problemi di traffico che

oggi renderebbero impossibile la pratica di questo gioco!

Per le femmine, accanto agli immancabili giochi con le bambole, troviamo ben descritto il “gioco del fogolaret”.

Il mio “fogolaret” aveva proprio la forma della cuci-na economica, per vedere la fiamma usavo un lumino da chiesa. Io ho giocato tantis-simo a questo gioco. Avevo una padellina piccolina, era in alluminio e il manico era in ottone. Facevo le “fortaiote” piccoline e poi le mangiavo, non erano buone, ma che bello farle! Mio fratello più vecchio controllava quello che stavo facendo e poi mi chiedeva; “Allora è pronto?” Questo suo interessamento e partecipazione mi faceva sentire una vera cuoca, mi sentivo importante e brava!

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Ci sono ancora i giochi legati alle filastrocche. Per esempio questa:“Giro, gironteChe passa sotto il ponteChe salta, che balla,che gioca alla pallaChe fa complimentiChe sta sull’attentiChe dice buon giorno,girandosi attornoGira, rigiraLa testa mi giraNon ne posso piùLa palla mi cade giù”.

È una filastrocca che si canta-va quando si giocava alla palla. Il bambino doveva tirare la palla sul muro e fare quello che gli veniva detto. Ogni verso veniva mima-to rispetto al contenuto della fila-strocca. Esempio: sta sull’attenti, bisognava mettersi sull’attenti e tirare la palla, passa sotto il pon-te, la palla veniva passata sotto la gamba... eccetera.

In conclusione accenniamo ad un paio di giochi per così dire “proi-biti” poiché generalmente gli adul-ti si affrettavano ad interromperli quando s’accorgevano che quello era il divertimento dei piccoli. Ci ri-feriamo al gioco della “mamma e papà” o al “gioco dell’infermiera”, quando tutti i maschietti volevano farsi provare la febbre. Ma c’era pure un altro gioco che di solito provocava le ire degli adulti. Lo descrive bene un anziano:

Andavamo a slittare con gli slit-tini o con i pattini che noi stessi c’eravamo costruiti. I pattini erano fatti con una lama, con dei buchi nei quali passava il cordone che permetteva di legarli alle scarpe. Andavamo in una strada proibi-

ta, là c’era una fontana; si pren-devano i secchi pieni di acqua, si buttavano sulla strada, e poiché il posto era all’ombra e verso nord si formava sempre un grosso stra-to di ghiaccio. Quante beghe! Gli uomini arrivavano e rompevano il giaccio, per permettere alle donne di andare alla fontana senza spac-carsi le gambe e noi invece lo fa-

cevamo perché volevamo slittarci!Quanta nostalgia per quei tempi

spensierati e felici, nonostante la miseria dei tempi passati, traspa-re dai ricordi degli anziani ospiti. E quanto siamo lontani dal modo di divertirsi dei nostri bimbi!

Il perché di un concorsodI roberto MAestrI

Nel partecipare al concorso UPIPA “II tempo dei giochi

e i giochi d’un tempo”, il Servizio Animazione della APSP Margheri-ta Grazioli ha inteso sviluppare un progetto partendo dalla convinzio-ne che le narrazioni degli anziani assumono un senso nel momento in cui vengono trasmesse e affida-te ai bambini e ragazzi di oggi, fa-cendo in modo che le nuove gene-razioni possano ritrovare piacere e beneficio nell’incrociare le loro sto-rie di vita con quelle degli anziani.

Per questo, oltre al materiale narrativo registrato dagli operatori del Servizio Animazione, le opera-trici di Azione 10 e alcuni volontari e racchiuso in un libretto, è stata prevista la raccolta di materiale che ha coinvolto i giovani con la messa a punto di un documentario girato negli spazi dell’Azienda, in partico-lare Centro Diurno e RSA.

II progetto si è sviluppato in di-verse fasi:• lavoro all’interno dell’Azienda

per la raccolta del materiale, attraverso la registrazione di narrazioni in piccoli gruppi e

attraverso interviste individuali, raccogliendo in modo sistema-tico le storie di vita degli anzia-ni, allo scopo di valorizzarne i vissuti.

• coinvolgimento di altre realtà territoriali interessate al tema quali:

- La Fondazione Museo Storico del Trentino che ha fornito sup-porto professionale e tecnico, oltre alla formazione di alcuni giovani, al fine di realizzare un DVD che documentasse il per-corso del progetto stesso.

- la Biblioteca Comunale di Povo per il reperimento di materia-li che favorissero lo stimolo al ricordo e alla discussione nei gruppi degli anziani.

- coinvolgimento di agenzie edu-cative territoriali per operare assieme nell’ottica di favorire l’incontro intergenerazionale e per mantenere vivo in anziani e giovani il senso di appartenenza alla comunità.Nello specifico sono state

coinvolte:- la Cooperativa sociale Kaleido-

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scopio, che opera sul territorio con i giovani in am-bito socio educativo, la quale ha promosso l’inizia-tiva sul territorio in ambito giovanile. L’iniziativa ha riscontrato interesse presso i giovani infatti si sono resi disponibili a collaborare al progetto tre giovani universitari e una tirocinante.

- La classe terza C della Scuola Primaria “U. Moggio-li” di Povo e le classi terza B e terza C della Scuola Primaria “E. Bernardi” di Cognola. Con i bambini si sono organizzati degli incontri a scuola, dove gli anziani raccontavano le loro esperienze di gioco e degli incontri in struttura dove i bambini si speri-mentavano nei giochi proposti dagli anziani.

- Le operatrici di Azione 10 e alcuni volontari già ope-ranti in Azienda per la raccolta delle narrazioni e per la realizzazione di un laboratorio di costruzione e confezionamento di bambole di pezza in collabora-zione con i residenti della RSA.

BAMBOLE

Bambole de pèzade celuloidede cartaCon tanti vestidòti!Bambole de vardare no tocar,messe lì per beleza.Bambole vive che ò ‘ncontra;se le gaveva ‘n còr‘l èra senz’altro stofegà‘n tra nastri e pizi.Ma...’l còr dele me bambolede pèzade celuloidede cartae per beleza,el bate ancor...el bate sol per micon tenereza!

(Emma Valcanover)

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InsertoredazionaleacuradellaA.P.S.P.“M.Grazioli”diPovo-Tuttapovo-marzo2012 15

Il primo importante esito nel corso del 2011 è stato conseguito con la pubblicazione del Bilancio Socia-

le che rinforza e amplia gli impegni dell’Azienda ver-so i cittadini e la comunità rendendoli partecipi del miglioramento dei servizi in particolare offrendo loro informazioni ed elementi per conoscere la nostra atti-vità e i nostri risultati.

Quindi l’Azienda con il Bilancio Sociale integra la Carta dei Servizi e offre uno strumento di informazio-ne e trasparenza circa le attività ed i risultati, circa gli esiti delle verifiche di qualità dei servizi e circa la sod-disfazione espressa dagli utenti durante l’Anno 2011.

E’ possibile consultare il Bilancio Sociale pres-so la Apsp o scaricandolo dal sito aziendale www.apspgrazioli.it entrando nella sezione Azienda dalla homepage.

Le forme di ascolto e partecipazione degli utenti e familiari Per Ascolto del cliente si intende il complesso di

strumenti utilizzati dall’Azienda per raccogliere le opi-nioni, le proposte, le richieste, le segnalazioni da par-te dell’utenza. Essi sono principalmente i seguenti: i Focus Group (in seguito FG) sono gruppi di ascolto in cui alcuni residenti (6-8 persone) sono invitati ad approfondire argomenti relativi alla qualità dei servi-zi offerti con la presenza in genere del Responsabile Qualità e di un coadiutore che verbalizza l’incontro; lo stesso strumento è rivolto anche ai familiari. Gli incontri di “Vita in Struttura” dedicati ai Residenti di RSA, sono convocati sistematicamente da personale sociale che registra le proposte, richieste, vissuti e le segnalazioni ritenute significative;

Il Panel dedicato alla Ristorazione è uno strumen-to di verifica della qualità del risultato raggiunto nella Ristorazione residenziale; si convoca una commissio-ne mista di familiari, residenti e personale che pranza

con i residenti e poi esprime la propria opinione in una scheda di valutazione. E’ uno strumento di recente applicazione che dà notevoli riscontri di efficacia.

Incontri di condivisione sono dedicati a familiari o utenti in sede di pianificazione o verifica di un servizio.

La raccolta dei moduli di Monitoraggio consente di verificare in modo sistematico i giudizi di qualità presso gli utenti di un servizio. Il Punto d’Ascolto è uno spazio offerto agli utenti delle residenze protette come momento organizzato (presenza di un incarica-to) per esporre le proprie istanze.

Come si può riscontrare nei dati riportati in Tabella a pagina 16, nel corso del 2011 sono stati rispettati gli impegni relativi all’ascolto del cliente. Con queste iniziative è stato possibile registrare la qualità perce-pita anche in aspetti peculiari dei servizi erogati ed è stato possibile intraprendere azioni di miglioramen-to oltre che assecondare nuove proposte nate dagli utenti/residenti; Qualche esempio concreto… per i Residenti in RSA la scelta dei brani e generi musicali nelle iniziative di ascolto musicale, un terrazzo odo-roso coltivato dai residenti, la valorizzazione di alcuni “Angoli del sacro” cui ha collaborato anche il nostro assistente spirituale d. Gerolamo Job, l’allestimento di un piccolo Angolo per bambini”, luoghi per gite e uscite e scelta per feste del Centro Diurno..

lA QuAlItà deI servIzI verIfIcA nel corso del 2011

RSAGli esiti dell’ascolto dei residenti e familiari di RSA

essi sono stati i seguenti:Soddisfazione Buona per la qualità delle relazioni,

rispetto della privacy, rispetto degli oggetti di valore affettivo, per la varietà di iniziative di incontro con il

La qualità e la soddisfazione per i nostri servizi nel 2011: l’Azienda ne fa un resoconto.dott.ssA MIchelA tonIolo

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Tabella riepilogativa delle iniziative

Ambito TipologiaNumero previsto

Numero effettuato nel 2011

Frequenza

RSA

FG Residenti 3 6 Annuale

Incontri “La vita in struttura” 18 24 Annuale

FG Familiari 3

3 1 familiari post - ingresso

1 generale1 familiari N. Demenza

Annuale

Incontri di condivisione familiari pazienti NAMIR 12 12 Annuale

Incontri con il Direttore familiari pazienti NAMIR 1 2 Annuale

Panel: Residenti, familiari e personale 2 2 Annuale

Monitoraggio “Come avete mangiato oggi” 99

1 per ogni residenzaQuotidiano

Centro Diurno

Monitoraggio “Come avete mangiato oggi” 1 1 Quotidiano

FG utenti 3 3 Annuale

Incontro di verifica sul servizio con i familiari 1 1 Annuale

Alloggi protetti

Monitoraggio “Come avete mangiato oggi” *per chi usufruisce del pasto

1 1 Quotidiano

Punto d’Ascolto 11

1 oraSettimanale

FG Residenti 1 1 Annuale

Centro Servizi

Incontro di presentazione del piano delle attività 11

Riunione degli iscritti 2011Annuale

territorio, per la ristorazione e pulizie ambientali; (Standard 3.2 - vedi oltre le verifiche di qualità del servizio specifiche - Standard 3.4 - Standard 3.5 - Standard 3.6).

Servizi Alberghieri: (Standard 3.1 3.2)Ristorazione: Per quanto riguarda il Servizio Ristorazione, che è

trasversale ai servizi gestiti da Apsp, sono stati analiz-zati tutti i riscontri di qualità del risultato e della qualità percepita come segue:

5 FG riservati ad utenti e residenti1 = esito giudizio OTTIMO4 = esito giudizio BUONOSono stati realizzati 2 Panel con i seguenti risultati

Panel Media Valutazione complessiva Min Max

17 feb 2011 8,9 7 10

16 giu 2011 8,1 6 9

Oltre alla media di giudizio complessivo sono state raccolte molte segnalazioni significative di particolare dettaglio

Sono stati realizzati 2 FG con familiari con risultato BUONO in entrambi i casi; merita di essere segnalato il riscontro del miglioramento rispetto all’anno prece-dente con la realizzazione del pasto frullato da menù del giorno e l’ampliamento della scelta nel menù serale.

Raccolte segnalazioni dai residenti negli incontri di “vita in struttura”.

Il Monitoraggio pasti attivo quotidianamente nel corso dell’anno ha dato l’esito indicato nel grafico 1.

Pulizie AmbientaliEffettuate 4 Verifiche di qualità del risultato con risul-

tato soddisfacente circa la Qualità verificata rispetto alla Qualità Attesa del servizio. Raccolta la soddisfa-zione in N. 3 FG Residenti; Raccolta la soddisfazio-

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InsertoredazionaleacuradellaA.P.S.P.“M.Grazioli”diPovo-Tuttapovo-marzo2012 17

ne senza elementi di criticità nei 2 FG con i familiari. Qualche aspetto da monitorare (come formazione agli operatori incaricati e procedure di programmazione e verifiche puntuali) è stato concordato con i Respon-sabili della ditta appaltatrice

Guardaroba: raggiunta la garanzia della tempestivi-tà della presa in carico dei capi personali dal momen-to dell’ingresso (infatti in giornata sono personalizzati con etichetta e riposti nell’armadio), si è attuata una analisi per l’introduzione di nuovi strumenti per mo-nitorare il vestiario e ridurre i casi di smarrimento dei capi senza etichetta.

Servizi Assistenziali e di cura della persona Presa in carico in ingresso (Standard 1 e 2 della

Carta dei Servizi)

N° Ingressi55

Residenza14 Sollievo*

N° Colloqui di preparazione all’ingresso

55 14

N° casi con applicazione del protocollo operativo

stesura PAI ingresso55 14

N° Casi con effettuazione della visita medica entro il primo giorno di ingresso

55 14

N° Casi con valutazione fisioterapica entro 2 giorni

lavorativi dall’ingresso55 13

N° Casi rivalutati in équipe e stesura del PAI dopo

valutazione dell’inserimento55

(Non previsto)

*sollievo: posti di accoglienza temporanea di sollie-vo alla famiglia (60gg/anno max 40 consecutivi)

Per il totale dei residenti entrati nel corso dell’anno sono stati fatti i colloqui preparatori all’accoglimen-to del nuovo residente; la raccolta dati con i familiari è curata dal personale di coordinamento e sociale il quale ha applicato un protocollo operativo per ga-rantire qualità al processo di inserimento; la qualità si esprime anche con la tempestività della presa in carico medica e fisioterapica (nel primo giorno in tutti i casi eccetto un posto sollievo), che accanto alla di-mensione assistenziale vanno a comporre il Piano As-sistenziale Individualizzato che accompagna l’utente

grafico 1

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per tutta la fase di inserimento; questa fase si con-clude con la verifica e riformulazione del piano dopo circa un mese. Quest’ultimo costituisce la base per il confronto con i familiari che è proposto poi a fre-quenza semestrale attraverso un colloquio con alcuni membri dell’équipe.

Condivisione dell’Assistenza (Standard 3.3 della Carta dei Servizi)

Nel corso del 2011 sono stati convocati i residenti ed i familiari 2 volte (1° e 2° semestre) per la condivi-sione del Piano Assistenziale individualizzato propo-sta dall’èquipe con i risultati indicati in grafico 2.

Nel grafico 3 l’andamento nel triennio dimostra il progressivo aumento della partecipazione dei familiari ai colloqui dando all’équipe un prezioso momento di confronto e condivisione degli indirizzi dell’assistenza

grafico 3

grafico 2

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ai residenti.Qualità della vita Residenziale: (Standard 3.2 - Stan-

dard 3.4 - Standard 3.5 - Standard 3.6).l’Ambiente di vita, le Relazioni che in esso si gene-

rano e si curano (familiari, personale, volontari e altri residenti), le relazioni con l’esterno (la comunità che entra in struttura e i residenti che frequentano il ter-ritorio) e le Attività proposte ai, e dai, Residenti nel corso dell’anno sono questi tutti ambiti valutati dal Marchio Qualità & Benessere cui la RSA ha aderito dal 2008. I fattori di qualità residenziale esplorati sono molti e ognuno consente di approfondire gli aspetti importanti della vita in struttura (il rispetto, l’umaniz-zazione, la salute, la libertà, l’affettività, l’operosità, la socialità, l’interiorità, la vivibilità, l’autorealizzazione, il gusto ed il comfort); il giudizio di autovalutazione rag-giunto e confermato anche nel 2011 da una commis-sione esterna (Audit) ci consente di individuare aspetti di miglioramento e aspetti di qualità da promuovere per i residenti della nostra RSA.

Nella medesima logica di miglioramento stiamo pre-sidiando gli aspetti di qualità necessari a mantenere i requisiti di Accreditamento istituzionale della PAT fino alla prossima revisione.

Alcuni ambiti di miglioramentoNel corso del 2011 tutto il personale delle equipe

multidisciplinari ha conosciuto e condiviso documen-ti guida per l’operatività; si tratta dei seguenti cruciali ambiti assistenziali: l’accoglimento del nuovo residen-te, la personalizzazione dell’assistenza nel quotidiano e l’accompagnamento nelle cure di fine vita.

Di particolare rilievo inoltre l’investimento compiuto dall’Azienda per migliorare la cura nelle fasi di malat-tia terminale o del fine vita; infatti nel corso del 2011 è stato redatto il Regolamento del Comitato Etico di futura istituzione.

La qualificazione del personale dedicato all’Assi-stenza e alle cure sanitarie (qualifica e aggiornamento ECM e non). L’Apsp nel corso del 2011 è stata ac-creditata come provider per la formazione e questo consente di programmare ed effettuare eventi for-mativi a sostegno e rinforzo dei piani di miglioramen-to aziendale; su argomenti attinenti gli sviluppi ed il cambiamento organizzativo da un lato e il costante aggiornamento specifico dall’altro il 70% del perso-nale soggetto ad ECM ha ottenuto i crediti formativi e il personale non ECM è coinvolto in aggiornamenti

professionali specifici per la RSA.Professioni Crediti *

Medico 62

Infermiere 29

Fisioterapista 37,5

Educatore 48,7

*valore medio trai professionisti dei crediti ottenuti per profilo professionale

Il restante personale dell’Apsp è coinvolto in aggior-namenti specifici per la professionalità svolta in RSA e altri servizi (operatori all’assistenza, centralinisti, am-ministrativi, cuochi etc..)

Ecco i corsi di formazione più significativi del 2011• PAI: Miglioramento della procedura• Informatizzazione della cartella

socio sanitaria integrata• Il metodo del lavoro di equipe• Gentlecare e scale di valutazione

per la demenza• Cura del fine vita• Approccio Bioetico in RSA• Coordinamento e supervisione dei volontari• L’affettività dell’anziano• Musicoterapia: l’ambiente sonoro• Marchio Qualità e Benessere• Privacy

Servizi di cura della persona Per quanto riguarda questi servizi possiamo rias-

sumere i seguenti dati: è garantita la prestazione del igiene straordinaria con bagno assistito con una fre-quenza media di 2,9/mese;

Per i residenti maschi è garantita una prestazione di cura dei capelli ogni bimestre, mentre le donne hanno ricevuto 1 prestazione di taglio/piega ogni 40 giorni (8,4) prestazioni /anno.

Ad integrare questo servizio da alcuni anni si attiva un progetto “Io e te per un sorriso” che coinvolge gli studenti della scuola per parrucchieri/estetisti di Tren-to che per 1g/mese da gennaio a maggio pratica-no interventi di cura dei capelli e delle mani ai nostri residenti.

Ascolto dei Residenti e dei familiariSono attivate sistematicamente le forme di ascol-

to dei Residenti (almeno 3FG Residenti/anno); sono

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attivati gli incontri di ascolto dei residenti “La Vita in struttura” (ogni residente ha la possibilità di parteci-pare ad un incontro ogni bimestre).

La partecipazione dei Familiari è stata possibile attraverso: • 2 incontri con i familiari di RSA, • 2 incontri dedicati ai familiari dei residenti del nu-

cleo demenze (1 riunione e 1 FG) e • 1 volta al mese dedicato ai familiari dei pazienti

del nucleo NAMIR (persone in stato vegetativo). Nel corso del 2011 si è regolarmente incontrato il Comitato dei familiari della RSA.

Alloggi ProtettiServizi alberghieri E’ stato effettuato il servizio di pulizie di fino men-

sili per ogni alloggio nel corso dell’anno e sono stati attivati per i richiedenti i pasti preparati dalla cucina dell’Azienda.

La protezione assistenziale è stata costante attra-verso la visita serale dell’operatore ai residenti e il sistema di chiamata 24/24ore dal domicilio verso l’operatore.

Ascolto dei Residenti: il Punto d’Ascolto è stato at-tivato per 1 ora e ½ tutti i lunedì ed è stato utilizzato secondo necessità dai vari residenti; inoltre è possibi-le contattare direttamente i referenti per i vari problemi (Educatore, Ufficio residenti).

Nel 2011 è stato introdotto 1 FG dedicato ai resi-denti degli alloggi di cui è stata data sintesi al Comu-ne di Trento committente del servizio.

Centro Diurno Presa in carico dell’utente: (Standard 1.1 – 1.2 – 1.3

Carta dei Servizi)Tempestività della presa in carico: il 94% di inseri-

menti è avvenuto entro i 7 gg lavorativi dal colloquio, con una media di 3,3 giorni lavorativi di attesa (Min. 2 Max 5);

Positivo riscontro della soddisfazione circa la presa in carico e la tempestività attraverso un focus group con gli utenti entrati nel periodo precedente (1 FG per l’anno 2011).

Servizi Alberghieri: (Standard 2.1 – 2.2 – 2,6 – 2.7 della Carta dei Servizi)

Ristorazione: Monitoraggio quotidiano attraverso il modulo “Come avete mangiato oggi?” (vedi dati pub-

blicati nel grafico ristorazione RSA);Riscontro positivo circa la qualità percepita della ri-

storazione rilevata attraverso 2 focus group con gli utenti.

Pulizie ambientali: effettuato monitoraggio della re-golarità delle prestazioni a cura della Responsabile e verifica della soddisfazione nei FG utenti.

Cura della persona: 21 utenti usufruisce del bagno assistito e 44 su 53 hanno usufruito delle prestazio-ni di cura ed estetica (parrucchiera ed estetica del piede).

Partecipazione degli utenti e familiariIl 90% degli utenti ha partecipato alla verifica del

proprio piano di frequenza del Centro con l’Assistente sociale ed il Responsabile del Centro Diurno, alcuni utenti (3) hanno effettuato la verifica in assenza dei fa-miliari impossibilitati, sono state effettuate 58 verifiche per i 49 utenti.

Le attività effettuate presso il Centro possono esse-re così suddivise:

Attività occupazionali, di stimolazione cognitiva, di animazione musicale, laboratori e bricolage, di intrat-tenimento, ludiche e ricreative svolte presso il Centro

Gite di giorno intero e uscite di mezza giornata Feste religiose, della tradizione, dei compleanniLaboratori di cucina, lettura, creazioni a tema, giar-

dinaggio, creazione del presepe per la rassegna “…se a Povo a Natale un presepe”

Tra queste la Gita al Santuario “La Salette” - al Rifu-gio Campel ospitati da un familiare - al Centro Servizi di Ruffrè e alle Gorghe di Meano, Gita al Mercatino di Natale ad Arco. 3 uscite al mercato e 1 uscita per shopping in Centro città sono state scelte per desi-derio degli utenti.

Inoltre a seconda della volontà dell’utente viene organizzata la propria festa di compleanno presso il Centro. L’attività motoria di gruppo è offerta per un’ora al giorno ai 19 frequentanti giornalieri.

E’ stata proposta la consueta riunione annuale per i familiari degli utenti alla presenza della Coordinatrice del Comune di Trento in cui si presenta la relazione dell’anno di attività; nel febbraio 2012 erano presenti 2 rappresentanti dell’Azienda Sanitaria e al consue-to Odg si è aggiunto l’obbiettivo di informare circa il passaggio di gestione dei servizi Socio Sanitari dal Comune di Trento all’Azienda Sanitaria. In questo

IL MELOGRANO

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senso il Direttore dell’Apsp ha Informato i familiari che il passaggio di consegne sta avvenendo in maniera positiva e che vi è un buon raccordo tra operatori del distretto e collaboratori dei Centri Diurni sottolinean-do l’obbiettivo comune di evitare ripercussioni negati-ve sugli utenti inseriti al Centro.

Aspetti di qualità del Centro Presenza quotidiana di personale qualificato: 5 OSS

- 1 Educatore professionale -1 Animatore - 1 Addetto all’attività motoria (2 ore/al giorno) 1 Referente Tecni-co Operativo;

questo personale è costantemente aggiornato e coinvolto in progetti di miglioramento.

Centro ServiziAnche nel 2011 il Centro Servizi ai 218 iscritti ha

offerto la consueta varietà di proposte suddivise TRA ATTIVITÀ MOTORIA (in palestra o piscina anche per disabili) - ATTIVITÀ CULTURALI, (Allenamente - Le visite alle mostre d’arte - L’incontro con l’Opera) - LABORATORI (maglia) e ATTIVITÀ RICREATIVE E DI ANIMAZIONE: I pomeriggi danzanti con una media di 55 partecipanti; feste a tema, Incontro con il teatro, film, musica, documentari, giochi vari, merende par-ticolari tutti realizzati con la significativa e rinnovata presenza di volontari che apportano al centro un con-tributo superiore alle 200 ore annue. Anche nel 2011 molti i progetti realizzati con gli attori della comunita’ locale e la collaborazione con il polo sociale; 22 sono le associazioni del territorio coinvolte; gli spazi del Centro Servizi sono a disposizione di Circoli anziani, dell’UTETD, dell’ANFASS, dell’Associazione Parkin-

son, di Associazioni sportive e culturali e del sociale.

Punto PrelieviPer questo servizio l’Azienda che fornisce in media

233 al mese con 28 utenti medi per ogni giorno di apertura con punte minime di 10 e massime di 43 ha previsto di poter garantire ridotti tempi di attesa dall’accettazione alla esecuzione del prelievo i dati at-tuali ci consentono di escludere prestazioni nel corso del 2011 che siano durate complessivamente più di 20’. E’ attivo il pagamento tramite POS richiesto dai cittadini, A breve sarà diffusa notizia circa il cambia-mento di sede per trasferimento presso la RSA in Via della Resistenza, 63 ove si può trovare una hall di at-tesa ampia, il vicino Bar e altri punti ristoro collocati vicino al Punto Accettazione e Cassa.

Punto Riabilitativo per esterni Apertura al pubblico dal 1 marzo 2011ha avuto un

afflusso di utenza inferiore alle aspettative; per questo è in corso un piano di acquisto di attrezzature che consentiranno l’ampliamento delle prestazioni. Sono stati riconsegnati 11 questionari di gradimento del servizio.

Gli item chiesti Informazioni – prestazioni – orari – ambiente – cortesia del personale sondati con la pos-sibilità di giudizio Insufficiente – sufficiente o buono ha dato come esito:

Sufficiente il giudizio dato sulle informazioni all’ac-cettazione in due casi mentre per gli altri item e in tutti i rimanenti questionari il giudizio è stato buono.

In 5 casi il servizio è stato conosciuto dal passapa-

grafico 4

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rola di altri utenti, in 4 casi dal medico curante o spe-cialista, in 2 casi da depliant e 1 caso dal personale di Apss.

Pasti esterniSegnalazioni telefoniche e tramite moduli reclamo.I reclami e i suggerimenti26 i reclami o segnalazioni pervenuteci nel corso

del 2011 distribuiti come illustrato nel grafico 4.

Rispetto dei tempi di risposta scrittaIn 5 casi al reclamo non è seguita una risposta

scritta ma un colloquio con Responsabili (Direttore, Responsabile Qualità o Dirigente medico o Coordina-tore Assistenziale); in 2 casi il modulo era incompleto e non è stato possibile restituire una risposta; negli altri casi le risposte sono state date entro i 30 giorni previsti.

Prossimo appuntamento nella primavera del 2013 per dare riscontro degli Standard dei Servizi pubbli-cati nella Carta dei Servizi e per gli esiti delle verifiche di qualità accertata e percepita nel corso dell’anno corrente.

Tipologia dei reclami secondo l’argomento

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InsertoredazionaleacuradellaA.P.S.P.“M.Grazioli”diPovo-Tuttapovo-marzo2012 23

Oggi, assieme agli operatori di ex “Azione 10”, il nostro in-

teresse si è oggi incentrato su un articolo di Renzo Francescotti che parla dei vari tipi di materassi che venivano utilizzati ai tempi dei no-stri nonni.

Sappiamo che esistevano tre tipi di materasso:• il più economico e anticamen-

te il più usato era quello che si faceva in casa con le foglie di granoturco; era il materas-so dei contadini e si chiamava “paion”;

• poi c’era il materasso di “se-

egras” fatto di erbe essicate. Questi materassi erano certa-mente più comodi ma ci vole-vano i soldi per comperarli;

• infine c’erano i materassi di lana, tanto costosi che sol-tanto i ricchi se li potevano permettere.

A questo punto Giuditta rac-conta che il luogo dove i contadi-ni si trovavano a “sfoiar” era l’ara. Questa attività impegnava tutta la comunità, i nonni, i bambini e i ra-gazzi fino a tarda sera. La giornata trascorreva allegramente tra can-ti, racconti e pettegolezzi. C’era

sempre qualcuno che suonava la fisarmonica e si ballava. Si man-giavano pere cotte, castagne e si beveva il buon vino novello. In quelle sere a volte tra ragazzi suc-cedeva di innamorarsi.

Rita racconta che quando ci si rigirava nel letto il “paoin” faceva tanto rumore che spesso ci si sve-gliava. Al mattino per rifare il letto era necessario inserire le mani tra le foglie per ridare voluminosità al materasso.

Norma pensa che il “paion” era un materasso sano, ma poteva diventare un rifugio di tarme, acari

Che “spiza” dormir su quei “paioni”rIcordI con glI oPerAtorI dell’ex “AzIone 10”

24 InsertoredazionaleacuradellaA.P.S.P.“M.Grazioli”diPovo-Tuttapovo-marzo2012

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ed insetti; per impedire questo i materassi do-vevano essere messi di frequente all’aria.

Vittoria racconta che oltre al materasso si fa-cevano anche i “piumoni”; si mettevano le foglie di granoturco nei sacchi di iuta e diventava un piumone leggero e caldo.

Agnese si ricorda che soltanto molto più tardi si incominciò ad utilizzare la piuma per realizza-re materassi, cuscini e piumoni.

Descrivendo la stanza da letto e cosa si face-va una volta prima di andare a dormire, Giuditta racconta che le stanze di una volta erano grandi con il soffitto alto, al centro la lampadina in un piatto smaltato illuminava la stanza. A fianco si trovava un lavabo sopra il quale c’era un catino grande e sotto una brocca d’acqua. Le tende erano di lino bianco ricamate e coprivano metà finestra; il pavimento, fatto con assi di legno di larice, doveva venir pulito con i “bru-schini”, che erano spazzole di legno rigido.

Il letto in inverno veniva riscaldato in vari modi. Il più semplice era mettere acqua calda in una bottiglia di vetro con il tappo ermetico. Altra usanze per scaldarsi era quella di mettere nel forno della stufa dei mattoni, che poi venivano avvolti in vecchi panni e por-tati a letto e che assicuravano un te-pore costante per alcune ore.

Per riscaldare le lenzuola di lino o canapa si usava lo scaldaletto, uno strumento in rame con il coperchio bucato dal quale usciva il calore del-le brace. Il tutto veniva messo in una struttura di legno e poi infilato tra le coperte, ma era necessario usare molta attenzione perché era sempre presente il pericolo del fuoco. Il dram-ma era la mattina quando ci si alzava. I vetri delle finestre erano ricamati di ghiaccio e si vedevano i ghiaccioli che pendevano dalle grondaie.

“Sfoio”

Ai primi de novembre, i binava el formentaze noi zoveni, fòr per el dìne meteven d’acordo:“Stasera, tuti a sfoiar via lì”.Nò mancava nessun, vel podè enmaginar;l’era l’ocasion bòna per rider e cantar...Le matele le se arsiava con le dreze ben petenade,el grembial pù bel e le zopèle enpatinade;i matèi enbrilantinadi, con le “giugiole” en scarsela,pronte per la conquista, da ofrir a la pù bela.Un con la fisarmonica, arsiada per sonarquando, fenì el sfoiò, se podeva anca balar...En ten canton i omeni che feva su i mazòtie che i contava le storie dei tempi più remoti.Ma ghèra qualcoss altro, oltre a la compagnia,l’era el moment bòn per star con la simpatia.Le manze lì, sfoiade, le luseva come l’oro...E nà voze la diseva pian: “tè sèi el me tesoro”!Forsi l’era el rumor de quei che ciacerava,pareva el fussa en sogn... e dopo tutt pasava.Ma nò, no l’era en sogn, quela voze la era vera...Fioriva en matrimonioa Pasqua, en Primavera!

(Lidia Tecilla Roat)

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Martedì 14 febbraio ci hanno fatto visi-ta i bambini della classe III B di Povo,

possiamo dire che ormai sono nostri amici infatti in quest’anno scolastico è già la terza volta che ci incontriamo e per noi è sempre un incontro speciale.

Tutti i bambini erano addobbati con una mascherina sugli occhi e un burattino in mano creato da loro.

Una bimba entrando dalla porta ha escla-

mato: “Guarda che c’è la mia compagna di gioco “era la nostra Ilda che nell’incontro precedente aveva giocato al “Telefono senza fili”. Nel sentire questa frase ILDA è rimasta davvero stupita di essere stata riconosciuta. Ogni bimbo, facendo parlare il burattino, ha raccontato la barzelletta che si era prepara-to. Erano tutte barzellette simpatiche e diver-tenti e noi abbiamo fatto tante risate.

In ultimo, i bimbi con le loro maestre hanno cantato un’allegra canzone.

Abbiamo fatto centro con la merenda a base di pane e nutella, i bimbi hanno spaz-zolato tutto ma anche noi non ci siamo tirati indietro.

Un incontro davvero speciale

D a l C e n t r o D i u r n o d i P o v o

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La tradizionale festa di carnevale, organizzata dal Centro Diurno in collaborazione con il Polo

Sociale e il Centro Diurno ha visto coinvolti anziani del Centro Diurno di Povo;

anziani seguiti dal Servizio Domiciliare Pubblico;residenti negli Alloggi ProtettiNel realizzare la festa gli organizzatori hanno vo-

luto porre l’attenzione alla socializzazione e al pro-tagonismo dell’anziano assieme a quello di avvici-nare le persone del territorio ai servizi, rimangono prioritari in quest’evento.

Qui di seguito i commenti degli anziani del Cen-tro Diurno.

Per la festa di carnevale noi del Centro Diurno ci siamo preparati davvero per tempo, con un mese di anticipo abbiamo pensato al tema e poi prepa-rato i costumi con carta, cartoncino e materiale di recupero. Ci siamo addobbati con cappelli colora-ti, gonne in tinta e pon pon per le majorettes. Gli strumenti musicali; tamburo, fisarmonica, flauto, maracas, chitarra, cembali sono stati realizzati in materiali di recupero.

Erano in sala Incontri ad attenderci gli anziani de-gli Alloggi Protetti e gli anziani del Territorio accom-pagnati dagli Operatori Domiciliari. Siamo entrati in sala sfilando sulle note della Marcia di Radetzky, guidati dal nostro mazziere Ernesto subito seguito dalle majorettes che hanno fatto colpo con le loro gonnelline variopinte e le loro gambe slanciate.

Un pomeriggio davvero divertente introdotto dal-le poesie allegre di nonna Renata ed una scenetta preparata da Gabriella con Ilda e Cornelia. È poi proseguito con l’intrattenimento musicale di Gior-gio e Marzio, che a suon di mazurke e valzer ci hanno fatto ballare tutti. E per concludere in bellez-za abbiamo gustato degli ottimi crostoli e krapfen.

Non vi promettiamo nulla ma chissà che l’anno prossimo non ci vediate sfilare per le vie cittadine assieme agli altri gruppi mascherati.

Festa del Giovedì grasso

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t a n t o p e r r i d e r e . . .

Ricchi premi riservati agli ospiti della Rsa e del Centro diurno che sapranno indicare le risposte esatte ad almeno uno dei due indovinelli.

Indovinello n. 1: Entra solo se le giri la testa... Cos’è ?

Indovinello n. 2: Pelosetta e colorita... son larga due o tre dita... se mi sfiori con la mano ti si gonfia e ti gratti invano... non importa che ti dica che faccio rima con amica... chi sono ?

Le soluzioni vanno consegnate agli operatori di animazione con indicato il nome dell’anziano; seguirà la premiazione con nome e

foto del vincitore nel prossimo numero de “IL MELOGRANO”!!

Ritorna il grande concorso a premi

. . . e d i v e r t i r s i u n p o ’

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Io a tredici anni avevo un’amichetta, siamo anda-

ti avanti per due anni così, amichevolmente. Ci trova-vamo tutti i giorni e io e mio papà avevamo un pascolo fuori della campagna; era un terreno di millequattrocento metri a prato che non viene tagliato perché essendo pa-scolo, non si taglia mai. Que-sta amichetta aveva quattro capre e non aveva pasco-lo e allora andava su quello del comune che era vicino al mio. A quindici anni ci siamo fidanzati ufficialmente e allora le ho detto: “ Sposta le tue capre qui con me che siamo sempre in compagnia” e alle quat-tro e mezza così si andava perché era il tempo fresco anche per gli animali e io prendevo le mucche e andavo via in questo prato e lei veniva con le capre e ci facevamo compagnia. Un giorno una del-le capre era uscita dal recinto, io l’ho vista mentre lei, chiacchieran-do, non si era accorta e ho detto: “guarda Santina, la capra è nella proprietà di un altro e lì ci sono le viti e le capre fanno danni e sai che il proprietario è una persona catti-va, vai subito a prendere la capra, falla girare, falla venir giù”. Lei è andata di corsa a recuperare que-sta capra e la capra è venuta e lei sento che grida: “Aiuto Lino! Aiuto Lino!” tre volte. Io dico: “Cosa è successo?” Guardo e viene zop-

picando. Dice: “mi ha morso una vipera!” “Ma sei sicura che è stata una vipera?” “altro che una vipera non è stato, perché è stato su nel-le siepi e mi ha morsa” Il morso era alla caviglia, ho guardato e c’erano proprio i segni dei denti della vipe-ra e non era ancora gonfia, non sapevo, avevo le bestie, non sape-vo più come fare... “lasciamo tutto e vieni con me!” Subito l’ho por-tata in una casa vicina dove c’era un’infermiera in pensione, Maria: “guarda, ti ho portato Santina per-ché gli ha beccato una vipera” “Sei sicuro che è una vipera?” “Guarda” dico “è proprio una vipera, perché ci sono i denti della vipera” e allora ha preso una lametta da barba di quelle che usavano una volta, le ha fatto una croce e poi continuava a

farle uscire il sangue e più sangue veniva fuori e meglio è, diceva lei, poi a un certo punto ha smesso di sanguinare e le ha legato la gam-ba sopra il ginocchio non mi ricor-do se era una calza, se era uno straccio, che ero un po’ anch’io avvilito, spaventato. L’ha legata e mi dice: “portala a casa dai suoi genitori che la metteranno a letto e chiamate il dottore”. E va bene allora, portala a casa ed è venu-ta sua madre e mi fa: “cosa c’è, Lino?” “la Santina le ha morso una vipera, siamo andati dalla Maria...” le ho raccontato cosa le ha fatto “è legata qui e va zoppicando, met-tiamola a letto, così mi ha detto Maria.” “Ma come è successo?” Io glielo ho spiegato e suo padre intanto è andato a chiamare il dot-

SantinadI lIno eccher

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tore del paese e il dottore... avanti che è arrivato quell’altra comincia-va ad attorcigliarsi come una vipe-ra e mi prendeva per mano e non mi mollava voleva che la tenessi col braccio e l’ho tenuta vicina io su una sedia vicino al letto e mi guardava con questi bei occhi che aveva da bella ragazza e mi fissava forte forte e mi pareva di avere la colpa io e lì ho preso ancora più spavento, adesso prendo la col-pa io ma non ho colpa, è stata la capra che è andata dove faceva danni... A un certo punto è arriva-to il dottore che la guarda e non le ha fatto niente, ha detto solo queste parole: “Tienila vicina per-ché non dura tanto, ormai è trop-po tardi, non posso fare niente.” E se ne è andato senza farle niente, nemmeno una puntura. È andata avanti fin verso sera, continuava a tenermi il braccio, poi non parlava più, e io continuavo a chiamarla: “Santina, parla, dimmi qualcosa...” e mi guardava con questi occhi spalancati e sembrava mi dicesse: “guarda che la colpa è tua, se ta-cevi...” e invece non era vero che la colpa era mia, perché la capra andava a far danni. E poi ha co-minciato a attorcigliarsi e soffriva sempre più finché mi è spirata in braccio. C’erano lì suo padre, sua madre, sua sorella e ho detto: “è andata.” L’abbiamo accomodata sul letto, e sono rimasto lì, non ero più capace di andare a casa, non sapevo che strada prendere, non sapevo più cosa fare... Arriva mio padre: “ho immaginato che sei qui, cos’è successo?” e gli ho raccon-tato il fatto. “Ma è morta?” “Sì, è morta, mi è morta in braccio.” E poi ho detto: “Papà, le mucche le ho lasciate e anche le capre” “Le

mucche le ho ritirate io e le capre le ho consegnate ai padroni, sono venuto a vedere ma non sapevo dov’eri e sono venuto a cercar-ti e adesso vado a casa” “vengo anch’io, tanto non posso fare più niente”. A casa non ho cenato e, allora si usava che i morti resta-vano a casa, si recitava la corona e alla sera sono andato e c’era diversa gente perché la parola si è sparsa subito e abbiamo detto le preghiere e dopo ho salutato i suoi, sua sorella e sono andato a casa.

Sono passati tanti anni, però nel mio cuore è rimasta una ferita an-cora aperta, roba da non credere. Era bella, carina, mi piaceva mol-to, ci volevamo bene. Eravamo coscritti, medesima età. Purtrop-po è successa così, niente da fare. Tutti i giorni alle quattro e mezzo, alle cinque, ci trovavamo là, lei ve-niva con le sue capre e io con le mucche, apriva il portello del re-cinto e veniva dentro con le sue capre, perché il prato era recintato di siepi e le capre cercano le siepi per mangiare, non l’erba per ter-ra, come le mucche. Io mollavo le mucche e lei mollava le capre che andavano in giro per il recin-to a mangiare le foglie e i rami dei cespugli.

E così abbiamo passato dei mo-menti preziosi, vicini. Io non vede-vo l’ora di andare al pascolo con le mucche, lei non vedeva l’ora di arrivare con le capre e così è sta-ta e poi è successo questo caso, purtroppo e peccato che la storia sia finita così. Mi dispiace e a me è rimasto ancora, ripeto, nel cuo-re questa ferita e dopo tanti anni c’è ancora e quando la penso, e ho avuto anche una moglie, penso

alla moglie ma il primo amore non si dimentica mai. Questo proverbio è vero e sacrosanto.

Il funerale di SantinaDopo 48 ore il parroco del paese

ha fissato l’ora della sepoltura. Nei giorni che era ancora sopra la ter-ra, ho provveduto ad alcune cose. Ho radunato i coscritti per trova-re qualcuno più o meno della mia stessa altezza per portare la pom-pa funebre sulle spalle, perché a quel tempo era in uso la portan-tina. Insieme ad altri tre coscritti, Bruno, Primo e Severino, abbiamo poi portato a spalla il feretro da casa al cimitero.

Nel frattempo, i miei genitori mi diedero un suggerimento: “Perché non fai due corone, una per i co-scritti e un’altra tua personale?” “Ma io non sono capace” risposi “Ti aiuto io” disse mio padre. Andò nel bosco, tagliò due piantine di frassino e tornato disse: “Una la facciamo rotonda per coscrizione e l’altra a forma di cuor, tua per-sonale”. Si mise al lavoro, piegan-dole bene, una rotonda e una a forma di cuore, prese della paglia di frumento per l’imbottitura e alla fine mi disse: “Tu pensa alle rose”. Allora andai nell’orto e nei dintorni a cercare tutte le rose che potevo trovare ma non erano sufficienti e quindi andai dalle famiglie vicine e chiesi per favore se mi poteva-no dare delle rose e così riuscii a tornare a casa con tante rose suf-ficienti per le due corone. Utiliz-zando della carta da zucchero feci due scritte: “La coscrizione” per la corona rotonda, mentre per quella a forma di cuore, “Un caro saluto dal tuo Lino”. Al funerale la coscri-zione seguì la pompa funebre con le due corone.

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Carnevaledi nonna Renata

È carnevale, grande allegria!specie se è buona la compagnia !Metti una maschera sopra il tuo visoco’ uno smagliante grande sorriso.Inventa tutte cose burlone,calcati in testa un berrettone.Scordati gli anni e il capo bianco,se ridi e canti non sarai stanco.Non devi fare balli e capriole:pur da seduti gioir si pole!E allora forza, che lieta sia,in questi giorni la fantasia.Belle risate non fanno male,evviva dunque il carnevale!

La tarantelladi Giuseppina Ciurletti

La sera è placida...gli innamoratisuonan la seranata sotto i balconie dentro le bettole...fanno cin cin ai vini buoni.Van come passeri in compagniaRidono, scherzano lungo la via...La sera è placida e lieti i cuotiE tutti sono in allegria.Al suon di chitarraNelle stradelleCinte di fiori le donzelleSotto la candida luna novellaSaltano e ballano la tarantella.

L a p a g i n a d e l l a p o e s i a

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I primi giorni di marzo, come di consueto, si è tenuta presso al

sala incontri del Centro Polifunzio-nale la riunione plenaria del perso-nale dedicata alla illustrazione dei progetti di miglioramento dei ser-vizi attraverso specifici percorsi di formazione e qualificazione delle singole professionalità, a cui sono legati anche gli incentivi economici previsti dal contratto di lavoro. È un appuntamento che si ripete ormai da qualche anno e che vede sem-pre una grande adesione e parte-cipazione del personale dell’Azien-da a testimoniare quanto interesse ci sia verso i percorsi di costante miglioramento della propria pro-fessionalità e di conseguenza dei servizi resi all’utenza. Va dato atto

che l’adesione volontaria dopo un turno di lavoro impegnativo o nella giornata di riposo, di un nu-mero così cospicuo di personale, evidenzia quanta condivisione e adesione agli obiettivi aziendali, quanta “tensione-attenzione” nei confronti di ciò che si propone e si fa poi quotidianamente, quanta disponibilità a condividere percorsi innovativi e per questo impegna-tivi, pur di aderire meglio alle ne-cessità dei nostri ospiti residenti. Questo grande patrimonio di don-ne e uomini così motivati nel loro lavoro rappresenta la garanzia incontestabilmente più significati-va per una azienda che opera al servizio delle persone. Non è facile riscontrare questa sommatoria di

elementi e per questo riteniamo giusto valorizzarli senza enfasi, ma per quello che effettivamente sono e rappresentano. Siamo cer-ti che se un anziano nostro ospite o un familiare potesse partecipare a questi incontri rafforzerebbe in modo significativo dentro di se la convinzione che con quell’impe-gno e quella concretezza i risultati non possono che essere forte-mente ancorati ad un progressivo bene-essere generale per tutti.

Dopo l’introduzione del Presi-dente che ha voluto sottolinea-re l’importanza del lavorare per progetti obiettivo ringraziando poi il personale citando un bre-ve scritto che riportiamo in calce, si sono susseguite tre relazioni: la prima fatta dalla responsabile della formazione che ha illustrato il “Piano della formazione 2012” alla luce anche delle nuove po-tenzialità e iniziative che come azienda si potevano mettere in campo anche per l’esterno vi-sto che siamo stati riconosciuti provider di formazione; la se-conda della responsabile della

Plenaria personale: un incontro importante e di grande significato

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qualità incentrata sugli interventi migliorativi già messi in campo e da sviluppare ulteriormente per accentuare l’effetto “sentirsi a casa” per i residenti e infine quel-la del Direttore Generale che ha delineato i progetti e le aree di miglioramento dei servizi previsti per il corrente anno.

Tante indicazioni e tanti pro-getti proposti: dalla ulteriore informatizzazione dei dati rela-tivi all’assistenza degli ospiti, al tema della sicurezza di operatori e ospiti, al perfezionamento dei modelli di reportistica legati al controllo di gestione, alla cura e attenzione dell’ambiente in cui si opere e soprattutto vive il residente, ad una sempre più attenta personalizzazione de-gli interventi, allo sviluppo della

musicoterapia, agli adempimen-ti conseguenti all’adesione del marchio “Qualità & Benessere”, alla promozione dell’approccio etico e costituzione del Comita-to Etico aziendale.

Una “sventagliata” di progetti e impegni importanti e che hanno ottenuto il pieno consenso di tut-to il personale presente e che at-traverso la loro pratica attuazione sapranno garantire quel processo di progressivo miglioramento dei servizi su cui l’azienda da tempo si sente fortemente impegnata.

Riportiamo qui di seguito il te-sto utilizzato per ringraziare tutto il personale per il lavoro che quoti-dianamente svolge, ove l’attenzio-ne all’ascolto è l’elemento fondan-te della relazione e del prendersi cura:

Vi prego di ascoltare attenta-mente e di cercare di sentirequello che dicociò che vorrei poter dire.Quello che per soprav-vivere dovrei dire,ma che non posso dire.Ogni volta che siete gentilie dolci e incoraggianti,ogni volta che cercate di capire, perché lo sentite veramente,al mio cuore crescono le aliali molto deboli, ma ali.Voglio che sappiatequanto siete importanti per meChi sono?Sono qualcuno che co-noscete molto beneperché sono ogni uomo che incontratesono ogni donna,sono voi.

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Punto PrelIevI e dI AnAlIsI

A partire da martedì 3 aprile l’ambulatorio del punto prelievi si è trasferito dall’attuale sede presso gli am-bulatori medici di famiglia - Centro Polifunzionale via della Resistenza 61/a nella nuova sede presso la Re-sidenza Sanitaria Assistenziale in via della Resistenza n. 63 (tel. 0461-810688). Il nuovo ambulatorio è al piano terra, privo di barriere architettoniche con am-pia sala d’attesa e punto di accettazione, pagamento ticket e ritiro referti nella hall d’ingresso; all’esterno è dotato di ampio parcheggio.

Il nucleo gIrAsole AddottA un bel MIcIo

Dopo lunghe e pacate trattative alla fine il micio ha vinto ed è riuscito a farsi adottare con infinita gioia di tutti gli ospiti del nucleo.

AdesIone Al MArchIo fAMIly AudIt

La nostra Azienda ha recentemente condiviso l’obiettivo di promuovere e sostenere il benessere familiare dei dipendenti attraverso una migliore con-ciliazione famiglia e lavoro attivando il processo di ac-creditamento sulla base delle linee guida definite dalla PAT. L’accreditamento avverrà dopo un forte coinvol-gimento di tutti i dipendenti per l’individuazione delle azioni tendenti a garantire una migliore conciliazione del rapporto famiglia-lavoro.

PensInAMento dellA resPonsAbIle del PersonAle

Con gennaio di quest’anno la Responsabile del Per-sonale della nostra Azienda dott.ssa Innocenti Lucia è andata in pensione. Il Consiglio di Amministrazione, la Direzione ed il personale hanno ringraziato la dott.ssa Innocenti per il lavoro fatto con dedizione e compe-tenza riservandogli nell’incontro della presentazione dei progetti formativi del 2012 momenti di simpatica cordialità (vedi foto).

Notizie Flash

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Solo chi ha potuto prendere parte attiva alla celebrazione

solenne che si è realizzata nel-la cappella della nostra comunità “Margherita Grazioli”, l’undici feb-braio scorso, è riuscito a cogliere quanta serenità, quanta gioia può scaturire sul volto anche dei più sofferenti come dono di un Dio Pa-dre e Madre, che sempre si prende cura di quanti più sono nel dolore.

Alla RSA di Povo, come certa-mente in ogni casa di riposo, si or-ganizzano giustamente, con entu-siasmo e soddisfazione, tante fe-ste. Aiutano assai i nostri fratelli e sorelle anziani a vivere momenti di serenità e di letizia. Ma la conten-tezza che si è visto e che ha coin-volto tutti i presenti nella celebra-zione dell’Eucarestia con la Sacra Unzione, nella giornata dell’amma-lato e dell’anziano di quest’anno, è stata come un’esplosione di gau-dio, come un vero, forte dono di quel Dio che sempre sa fare “nuo-ve tutte le cose”.

I numerosi ospiti che gremivano la cappella, i parenti, gli amici, il prestigioso coro di Tassullo, la so-lerte e amorosa collaborazione de-gli operatori e di diversi volontari, i cinque presbiteri concelebranti: tutti uniti nello stesso spirito, nella stessa voglia di condivisione ha fa-vorito un clima di forte emozione, di intensa partecipazione che ha allietato e ricreato tutti.

Giacomo, l’autore di una im-

portante lettera ai primi cristiani, riportata dalla Bibbia, scrive che l’ammalato o l’anziano, ricevuta l’unzione con l’olio sacro e fatta la preghiera con fede “il Signore lo ri-alzerà”. È vero; nessuno dei nostri amici ospiti si è alzato da solo dalla sua sedia a rotelle, ma in tutti, come hanno loro stessi testimoniato, si è “rialzato” nel loro cuore, nel loro in-timo un sentimento di serenità, di fiducia, di abbandono in quel Dio che proprio in chi soffre ha riscon-trato la sua immagine ed ha riposto la sua simpatia, il suo amore.

Si, è stata una festa, una festa “grande” perché si è potuto, più che mai, nella collaborazione di tante persone, verificare come il “donare veramente ad un altro ri-chiede una grande libertà da se stessi, perché donare ad un altro è sempre donare se stessi ad altri”. Ed è questo che hanno percepito e non potranno facilmente dimen-

ticare, i nostri ospiti. Questo incon-tro, questa “festa” ha dato loro la certezza di essere più compresi, più amati, meglio accompagnati e sostenuti da quel Dio che, pur re-stando sempre un “mistero” a cau-sa della loro quotidiana lotta con il dolore, con i limiti causati dall’età, apre orizzonti di luce, di speran-za, di grande fiducia guardando al passaggio verso l’Altra Vita.

Alla fine della celebrazione in cappella il coro, che ha reso così solenne e così viva la preghiera di tutti, gentilmente ha offerto una serie di canti, che oltre a testimo-niare la generosità e la competen-za musicale, ha suscitato nell’ani-mo degli ospiti e di tutti i presenti sentimenti profondi di gioiosa no-stalgia, di forte emozione.

Siamo veramente molto grati a tutti coloro che nelle forme più diverse hanno dato il meglio di sé perché questo incontro non si ri-ducesse ad una “funzione religio-sa”, ma potesse diventare, come lo è stato, una vera “festa” di vita. Ci auguriamo che il piccolo ricordo di questa giornata, collocato sopra il letto di ogni ospite, possa rinno-vare l’esperienza di un “Incontro” indimenticabile.

Ricordando la Festa dell’undici febbraio 2012don gerolAMo Iob

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Si ricorda a tutti che

Il libro della solidarietàè sempre aperto

e pronto a registrare al proprio interno un atto di generosità, una donazione ed ogni sostegno economico al nostro agire quotidiano per migliorare e qualificare sempre più la risposta verso le persone anziane che si trovano in una situazione di difficoltà.

I primi che hanno aderito all’iniziativa sono:• Diego Brunelli - donazione opere pittoriche (gennaio 2012);• Famiglia baron Salvadori - donazione in denaro (agosto 2011)• M. B. – donazione in denaro (marzo 2011) • Ditta MILLS s.r.l. – donazione del mulino a vento in giardino (settembre 2009)• Cassa Rurale Trento – contributo acquisto automezzo (maggio 2009)• B. R. – donazione in denaro (febbraio 2009)Per informazioni su come effettuare eventuali donazioni rivolgersi al nostro economo dott. Fausto Galante; il

nome del donatore verrà inserito nel “Libro della Solidarietà” presente presso il nostro archivio.

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