Il mandato del Pontefice: «Aprire le porte dei cuori» · 2016-02-18 · sima. Un momento di...

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DI ANGELO ZEMA uarantacinque minuti nel con- fessionale e un saluto con una raccomandazione: «Non basto- nate la gente, ma accarezzate come ac- carezza Dio. Siate generosi nel perdo- no. Non siamo principi o padroni ma servitori della gente». Si concretizza così, in poco più di un’o- ra, la presenza del Papa nella basilica di San Giovanni in Laterano, giovedì scor- so, per la liturgia penitenziale riservata al clero romano all’inizio della Quare- sima. Un momento di preghiera che so- stituisce il tradizionale incontro del cle- ro in Vaticano con il proprio vescovo, costretto a rinunciarvi per la sua immi- nente partenza verso Cuba e il Messico. Ed è a questo viaggio che il cardinale vi- cario Agostino Vallini fa riferimento nel suo indirizzo di omaggio: «La accom- pagniamo con la preghiera e siamo pie- ni di gioia per l’incontro con il patriar- ca Kirill, una svolta nella storia dell’u- nità». Il cardinale ringrazia per il dono del libro Il nome di Dio è misericordia che Francesco ha voluto indirizzare al clero romano e per la sua visita durante la li- turgia: «Lei ha fatto miracoli perché po- tessimo incontrarci». Una visita che comincia dal luogo del- la misericordia per eccellenza. Alle 11.15, appena entrato in basilica, il Papa si di- rige verso il primo confessionale della navata sinistra e confessa dieci sacerdo- ti. Vi resta circa tre quarti d’ora, prima di confessarsi egli stesso da un peniten- ziere della basilica e di rivolgersi alle cen- tinaia di preti presenti. «Il Signore ci chie- de di capire e perdonare la gente - dice Francesco -. Quanta gente soffre! Non hanno lavoro, tante sofferenze, tanti an- negati nel peccato. Che trovino in noi dei padri. Sentano che c’è un padre che non lascia che il figlio se ne vada. E se uno dicesse "non posso promettere di non ripeterlo" perché si trova in una si- tuazione irreversibile? Sempre cercare di perdonare, come padre Leopoldo (Man- dic, ndr)». Dopo aver ricordato l’origine di questo Giubileo, in un’udienza con monsignor Fisichella e pensando al ma- gistero dei suoi predecessori, il Papa con- clude con un «grazie» ai suoi sacerdoti: «Vi ringrazio per il lavoro che fate. Que- st’anno fate gli straordinari, che non vi saranno pagati. Pregate per me». L’arrivo del Papa è nel momento cen- trale della liturgia, il tempo dedicato al- le confessioni individuali. Ad introdur- re questo spazio, la meditazione del ve- scovo ausiliare Angelo De Donatis - che per volontà del Papa ha l’incarico della cura del clero - sul rinnegamento di Pie- tro e sulla misericordia di Dio. Al cen- tro, sono prima le promesse dell’apo- stolo nel capitolo 14 del Vangelo di Mar- co: «È il versante moralistico della vita cristiana - sottolinea il vescovo -. Il cri- stianesimo dei grandi propositi, che però non regge». Poi, le parole e il pianto di Pietro nel capitolo 22 di Luca. «Ci sono i cristiani che vogliono fare qualcosa per Cristo e i redenti da Dio che vogliono camminare dietro a lui - afferma De Do- natis - ma solo questi ultimi sono i veri credenti che hanno sperimentato il suo amore. E ciascuno di noi ha un cortile in cui ha sperimentato la sua misericor- dia, con uno sguardo come quello di Gesù verso Pietro». A guidare la parte centrale della liturgia è monsignor Mar- co Frisina, tra gli oltre mille Missionari della misericordia scelti dal Papa per il Giubileo. Le offerte raccolte sono desti- nate alla Caritas. Q DI CHRISTIAN GIORGIO guardare dall’alto la navata centrale di San Pietro, la prima cosa che salta agli occhi è una distesa di bianco a ridosso dell’altare della Cattedra. È l’effetto dei camici, regalati da Papa Francesco ai Missionari della misericordia. Sono in 726 a concelebrare con il Pontefice la Messa del mercoledì delle Ceneri. Complessivamente saranno 1.142 a essere inviati, in ogni diocesi del mondo, per assolvere i fedeli di tutti i peccati, compresi quelli solitamente riservati alla Santa Sede. Inizia così la Quaresima del Giubileo della misericordia, con una Messa celebrata non sul colle dell’Aventino ma, straordinariamente, nella basilica vaticana, accanto alle spoglie dei santi confessori padre Pio e Leopoldo Mandic. L’omelia di Francesco, sin dai primi passaggi, individua un doppio interlocutore. Il Papa parla ai peccatori e ai confessori, invitando i fedeli ad accostarsi al perdono rifuggendo «tre ostacoli che chiudono le porte del cuore»: la tentazione di «blindare le porte», quella di avere vergogna di aprirle e, infine, di allontanarsi, da quelle porte. «Riconoscersi bisognosi di misericordia è il primo passo del cammino cristiano», ricorda il Papa, «si tratta di entrare attraverso la porta aperta che è Cristo». Ma «da soli non siamo in grado, abbiamo bisogno di perdono per compiere il bene», e Dio, essendo «più grande del nostro cuore», «vince il peccato e ci rialza delle miserie, se A gliele affidiamo». Ecco quindi il riferimento alle «porte blindate», la tentazione di «convivere col proprio peccato, minimizzandolo, giustificandosi sempre, pensando di non essere peggiori degli altri». In questo caso, prosegue con la metafora Francesco, «si chiudono le serrature dell’anima e si rimane chiusi dentro, prigionieri del male». C’è anche chi ha vergogna ad aprire la porta segreta del cuore. È il secondo ostacolo indicato dal Papa: «La vergogna non deve mai trasformarsi in timore o paura», è «un buon sintomo, perché indica che vogliamo staccarci dal male». E se dalla porta del cuore ci si allontana? È forse l’insidia più ostica: «Succede quando ci rintaniamo nelle nostre miserie, quando rimuginiamo, collegando fra loro le cose negative, fino a inabissarci nelle cantine più buie dell’anima». In questi casi, continua, «diventiamo persino familiari della tristezza che non vogliamo, ci scoraggiamo e siamo più deboli di fronte alle tentazioni». Ai confessori, tra i quali anche i missionari della misericordia che riceveranno dal Papa il mandato prima della benedizione finale, Francesco assegna quindi un triplice compito: «Aiutare ad aprire le porte dei cuori, superare la vergogna, non fuggire dalla luce». Le «vostre mani benedicano e risollevino i fratelli e le sorelle con paternità; che attraverso di voi lo sguardo e le mani del Padre si posino sui figli e ne curino le ferite». L’invito di Dio è quello espresso per mezzo del profeta Gioele, il Papa lo dice chiaramente: «Ritornate a me con tutto il cuore». Ma quanto è difficile: «tutti vediamo come facciamo fatica ad avere veramente fiducia in Dio, ad affidarci a Lui come Padre». C’è una via, quella del Vangelo, e in particolare quella che il Vangelo di Matteo - che apre la quaresima - ci indica, invitandoci a «esserne protagonisti, abbracciando tre rimedi, tre medicine che guariscono dal peccato». La preghiera in primo luogo, che «significa dire: “non sono autosufficiente, ho bisogno di Te, Tu sei la mia vita e la mia salvezza”, la carità, che non è dare qualcosa in modo paternalistico per acquietarsi la coscienza, ma accettare chi ha bisogno del nostro tempo, della nostra amicizia, del nostro aiuto», e il digiuno, la penitenza, «per liberarci dalle portare il pane e il vino all’altare, du- rante l’offertorio, è stata la famiglia Si- cari «idealmente unita a san Pio e a san Leo- poldo nell’accettare con fede il grande mi- stero della sofferenza», osservano in una no- ta i Frati minori cappuccini della Provincia re- ligiosa Sant’Angelo e Padre Pio. Una storia, quella della famiglia Sicari, «scon- volta il 14 luglio 2004 dalla nascita di Ma- riangela, alla ventottesima settimana di ge- stazione da parto gemellare, presso l’ospedale di Reggio Calabria». Già durante le prime set- timane nel grembo materno, a Mariangela e- ra stata diagnosticata una malformazione del volto per cui, nel primo mese di vita, fu tra- sferita all’ospedale pediatrico Bambin Gesù per affrontare un intervento di chirurgia pla- stica. Ma, dopo un episodio acuto d’insuffi- cienza respiratoria e a una grave infezione, la bambina fu ricoverata in terapia intensi- va neonatale dove rimase per un anno e due mesi, vivendo diverse emergenze, tra cui un arresto cardiocircolatorio. Oggi, Mariangela viene definita dai fratellini «la stella cometa della famiglia». Nell’agosto del 2005 entrò per la prima volta nella sua casa, iniziando un percorso di terapia riabi- litativa seguito dal presidio residenziale «Gli Angeli di Padre Pio», che fa capo alla Fonda- zione dei Centri di riabilitazione Padre Pio On- lus dei frati minori cappuccini di San Gio- vanni Rotondo. «Mariangela - dicono i frati - ha acquisito una particolare confidenza con il santo di Pietrelcina che ormai chiama "non- no Pio": tende la mano verso una sua statua, la accarezza, gli sorride». (Chr. Gio.) A La Messa presieduta in San Pietro con i Missionari della misericordia Il mandato del Pontefice: «Aprire le porte dei cuori» dipendenze nei confronti di quello che passa e allenarci a essere più sensibili e misericordiosi. È un invito alla semplicità e alla condivisione: togliere qualcosa dalla nostra tavola e dai nostri beni per ritrovare il bene vero della libertà». Concludendo l’omelia, il Papa fa riferimento alla quaresima come «un tempo di benefica “potatura” delle falsità, della mondanità, dell’indifferenza: per non pensare che tutto va bene se io sto bene; per capire che quello che conta è la pulizia del cuore e della vita; per ritrovare l’identità cristiana, cioè l’amore che serve, non l’egoismo che si serve». Mettiamoci in cammino, «ricevendo le Ceneri e tenendo fisso lo sguardo sul Crocifisso». Le stesse ceneri che poco dopo il cardinale arciprete di San Pietro, Angelo Comastri, impone sul capo del Papa. Avere lo sguardo fisso sul Crocifisso, su Colui che, conclude il Papa, «amandoci ci invita a lasciarci riconciliare con Dio e a ritornare con Lui, per ritrovare noi stessi». Mariangela, devota di «nonno Pio» Il Papa entra nella basilica accompagnato dal cardinale Vallini Anno XLIII • Numero 6 • Domenica 14 febbraio 2016 ROMA SETTE On line su www.romasette.it facebook.com/romasette twitter.com/romasette Supplemento di Avvenire - Responsabile: Angelo Zema Coordinamento redazionale: Giulia Rocchi Sede: Piazza San Giovanni in Laterano 6a 00184 Roma; [email protected] Tel. 06 6988.6150/6478 - Fax 06.69886491 Abbonamento annuo euro 58.00 C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei Spa Direzione vendite - Piazza Indipendenza 11/B 00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209 Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871 I Missionardi della misericordia durante la Messa a San Pietro (foto Cristian Gennari) Il saluto del Santo Padre alla liturgia penitenziale per il clero romano giovedì a San Giovanni in Laterano «Siate generosi nel perdono» E confessa dieci presbiteri Francesco: «Sacerdoti, siate servitori della gente» a Santo Spirito in Sassia fino alla Chiesa Nuova: 7 stazioni per una Via Crucis straordinaria, per le strade della Capitale, dedicata a tutte le donne «crocifisse». È la proposta delle Comunità Papa Giovanni XXIII, organizzata in collaborazione con la diocesi di Roma, per il prossimo 26 febbraio. Un’iniziativa già organizzata nel 2014, con la partecipazione di alte cariche dello Stato, personalità della cultura e la voce di alcune donne «liberate dalla schiavità», ricordano i promotori. L’obiettivo, spiegano, è lo stesso: «Pregare» per queste donne «crocifisse», tante («oltre 100mila solo in Italia»), giovanissime, provenienti soprattutto da Africa ed Europa dell’Est. «Sono prostitute. Sono schiave», affermano con chiarezza dall’associazione fondata da don Oreste Benzi proprio con l’obiettivo di contrastare ogni forma di emarginazione e povertà. Nello stesso tempo, è un’occasione per «aprire gli occhi delle persone e della società civile e politica» sulla realtà che vivono queste donne: «Sopravvivono al masismo un paio d’anni di “lavoro” – si legge in una nota dell’associazione -. Se liberate, non hanno che un desiderio: morire. Sono Cristo in croce, oggi, nella civilissima Italia e nel mondo occidentale. Nel silenzio di tutti». L’appuntamento è per le 19.30 a Borgo Santo Spirito: dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia prenderanno il via le 7 stazioni di questa Via Crucis straordinaria, passando per Ponte Sant’Angelo, fino ad arrivare alla Chiesa Nuova. Ad ogni stazione ci sarà anche una rappresentazione del momento descritto dal Vangelo sulla via Crucis di Gesù Cristo, portato in scena da attori professionisti e dai volontari e figuranti dell’Unitalsi. D La Comunità Papa Giovanni XXIII ripropone il 26 la Via Crucis dedicata alle «donne crocifisse»

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DI ANGELO ZEMA

uarantacinque minuti nel con-fessionale e un saluto con unaraccomandazione: «Non basto-

nate la gente, ma accarezzate come ac-carezza Dio. Siate generosi nel perdo-no. Non siamo principi o padroni maservitori della gente».Si concretizza così, in poco più di un’o-ra, la presenza del Papa nella basilica diSan Giovanni in Laterano, giovedì scor-so, per la liturgia penitenziale riservataal clero romano all’inizio della Quare-sima. Un momento di preghiera che so-

stituisce il tradizionale incontro del cle-ro in Vaticano con il proprio vescovo,costretto a rinunciarvi per la sua immi-nente partenza verso Cuba e il Messico.Ed è a questo viaggio che il cardinale vi-cario Agostino Vallini fa riferimento nelsuo indirizzo di omaggio: «La accom-pagniamo con la preghiera e siamo pie-ni di gioia per l’incontro con il patriar-ca Kirill, una svolta nella storia dell’u-nità». Il cardinale ringrazia per il donodel libro Il nome di Dio è misericordia cheFrancesco ha voluto indirizzare al cleroromano e per la sua visita durante la li-turgia: «Lei ha fatto miracoli perché po-tessimo incontrarci».Una visita che comincia dal luogo del-la misericordia per eccellenza. Alle 11.15,appena entrato in basilica, il Papa si di-rige verso il primo confessionale dellanavata sinistra e confessa dieci sacerdo-ti. Vi resta circa tre quarti d’ora, primadi confessarsi egli stesso da un peniten-ziere della basilica e di rivolgersi alle cen-

tinaia di preti presenti. «Il Signore ci chie-de di capire e perdonare la gente - diceFrancesco -. Quanta gente soffre! Nonhanno lavoro, tante sofferenze, tanti an-negati nel peccato. Che trovino in noidei padri. Sentano che c’è un padre chenon lascia che il figlio se ne vada. E seuno dicesse "non posso promettere dinon ripeterlo" perché si trova in una si-tuazione irreversibile? Sempre cercare diperdonare, come padre Leopoldo (Man-dic, ndr)». Dopo aver ricordato l’originedi questo Giubileo, in un’udienza conmonsignor Fisichella e pensando al ma-gistero dei suoi predecessori, il Papa con-clude con un «grazie» ai suoi sacerdoti:«Vi ringrazio per il lavoro che fate. Que-st’anno fate gli straordinari, che non visaranno pagati. Pregate per me».L’arrivo del Papa è nel momento cen-trale della liturgia, il tempo dedicato al-le confessioni individuali. Ad introdur-re questo spazio, la meditazione del ve-scovo ausiliare Angelo De Donatis - che

per volontà del Papa ha l’incarico dellacura del clero - sul rinnegamento di Pie-tro e sulla misericordia di Dio. Al cen-tro, sono prima le promesse dell’apo-stolo nel capitolo 14 del Vangelo di Mar-co: «È il versante moralistico della vitacristiana - sottolinea il vescovo -. Il cri-stianesimo dei grandi propositi, che perònon regge». Poi, le parole e il pianto diPietro nel capitolo 22 di Luca. «Ci sonoi cristiani che vogliono fare qualcosa perCristo e i redenti da Dio che voglionocamminare dietro a lui - afferma De Do-natis - ma solo questi ultimi sono i vericredenti che hanno sperimentato il suoamore. E ciascuno di noi ha un cortilein cui ha sperimentato la sua misericor-dia, con uno sguardo come quello diGesù verso Pietro». A guidare la partecentrale della liturgia è monsignor Mar-co Frisina, tra gli oltre mille Missionaridella misericordia scelti dal Papa per ilGiubileo. Le offerte raccolte sono desti-nate alla Caritas.

Q

DI CHRISTIAN GIORGIO

guardare dall’alto la navata centrale diSan Pietro, la prima cosa che salta agliocchi è una distesa di bianco a ridosso

dell’altare della Cattedra. È l’effetto deicamici, regalati da Papa Francesco aiMissionari della misericordia. Sono in 726 aconcelebrare con il Pontefice la Messa delmercoledì delle Ceneri. Complessivamentesaranno 1.142 a essere inviati, in ognidiocesi del mondo, per assolvere i fedeli ditutti i peccati, compresi quelli solitamenteriservati alla Santa Sede. Inizia così laQuaresima del Giubileo della misericordia,con una Messa celebrata non sul colledell’Aventino ma, straordinariamente, nellabasilica vaticana, accanto alle spoglie deisanti confessori padre Pio e LeopoldoMandic. L’omelia di Francesco, sin dai primipassaggi, individua un doppio interlocutore.Il Papa parla ai peccatori e ai confessori,invitando i fedeli ad accostarsi al perdonorifuggendo «tre ostacoli che chiudono leporte del cuore»: la tentazione di «blindarele porte», quella di avere vergogna di aprirlee, infine, di allontanarsi, da quelle porte.«Riconoscersi bisognosi di misericordia è ilprimo passo del cammino cristiano», ricordail Papa, «si tratta di entrare attraverso laporta aperta che è Cristo». Ma «da soli nonsiamo in grado, abbiamo bisogno diperdono per compiere il bene», e Dio,essendo «più grande del nostro cuore»,«vince il peccato e ci rialza delle miserie, se

Agliele affidiamo». Ecco quindi il riferimentoalle «porte blindate», la tentazione di«convivere col proprio peccato,minimizzandolo, giustificandosi sempre,pensando di non essere peggiori degli altri».In questo caso, prosegue con la metaforaFrancesco, «si chiudono le serraturedell’anima e si rimane chiusi dentro,prigionieri del male». C’è anche chi havergogna ad aprire la porta segreta del cuore.È il secondo ostacolo indicato dal Papa: «Lavergogna non deve mai trasformarsi intimore o paura», è «un buon sintomo,perché indica che vogliamo staccarci dalmale». E se dalla porta del cuore ci siallontana? È forse l’insidia più ostica:«Succede quando ci rintaniamo nelle nostremiserie, quando rimuginiamo, collegandofra loro le cose negative, fino a inabissarcinelle cantine più buie dell’anima». In questicasi, continua, «diventiamo persino familiaridella tristezza che non vogliamo, ciscoraggiamo e siamo più deboli di frontealle tentazioni». Ai confessori, tra i qualianche i missionari della misericordia chericeveranno dal Papa il mandato prima dellabenedizione finale, Francesco assegnaquindi un triplice compito: «Aiutare adaprire le porte dei cuori, superare lavergogna, non fuggire dalla luce». Le «vostremani benedicano e risollevino i fratelli e lesorelle con paternità; che attraverso di voi losguardo e le mani del Padre si posino suifigli e ne curino le ferite». L’invito di Dio èquello espresso per mezzo del profeta

Gioele, il Papa lo dice chiaramente:«Ritornate a me con tutto il cuore».Ma quanto è difficile: «tutti vediamocome facciamo fatica ad avereveramente fiducia in Dio, ad affidarcia Lui come Padre». C’è una via, quelladel Vangelo, e in particolare quellache il Vangelo di Matteo - che apre laquaresima - ci indica, invitandoci a«esserne protagonisti, abbracciandotre rimedi, tre medicine cheguariscono dal peccato». La preghierain primo luogo, che «significa dire:“non sono autosufficiente, hobisogno di Te, Tu sei la mia vita e lamia salvezza”, la carità, che non èdare qualcosa in modo paternalisticoper acquietarsi la coscienza, maaccettare chi ha bisogno del nostrotempo, della nostra amicizia, delnostro aiuto», e il digiuno, lapenitenza, «per liberarci dalle

portare il pane e il vino all’altare, du-rante l’offertorio, è stata la famiglia Si-

cari «idealmente unita a san Pio e a san Leo-poldo nell’accettare con fede il grande mi-stero della sofferenza», osservano in una no-ta i Frati minori cappuccini della Provincia re-ligiosa Sant’Angelo e Padre Pio.Una storia, quella della famiglia Sicari, «scon-volta il 14 luglio 2004 dalla nascita di Ma-riangela, alla ventottesima settimana di ge-stazione da parto gemellare, presso l’ospedaledi Reggio Calabria». Già durante le prime set-timane nel grembo materno, a Mariangela e-ra stata diagnosticata una malformazione delvolto per cui, nel primo mese di vita, fu tra-sferita all’ospedale pediatrico Bambin Gesùper affrontare un intervento di chirurgia pla-stica. Ma, dopo un episodio acuto d’insuffi-

cienza respiratoria e a una grave infezione,la bambina fu ricoverata in terapia intensi-va neonatale dove rimase per un anno e duemesi, vivendo diverse emergenze, tra cui unarresto cardiocircolatorio.Oggi, Mariangela viene definita dai fratellini«la stella cometa della famiglia». Nell’agostodel 2005 entrò per la prima volta nella suacasa, iniziando un percorso di terapia riabi-litativa seguito dal presidio residenziale «GliAngeli di Padre Pio», che fa capo alla Fonda-zione dei Centri di riabilitazione Padre Pio On-lus dei frati minori cappuccini di San Gio-vanni Rotondo. «Mariangela - dicono i frati -ha acquisito una particolare confidenza conil santo di Pietrelcina che ormai chiama "non-no Pio": tende la mano verso una sua statua,la accarezza, gli sorride». (Chr. Gio.)

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La Messa presieduta in San Pietro con i Missionari della misericordia

Il mandato del Pontefice:«Aprire le porte dei cuori»

dipendenze nei confronti di quello chepassa e allenarci a essere più sensibili emisericordiosi. È un invito alla semplicità ealla condivisione: togliere qualcosa dallanostra tavola e dai nostri beni per ritrovare ilbene vero della libertà». Concludendol’omelia, il Papa fa riferimento allaquaresima come «un tempo di benefica“potatura” delle falsità, della mondanità,dell’indifferenza: per non pensare che tuttova bene se io sto bene; per capire che quelloche conta è la pulizia del cuore e della vita;per ritrovare l’identità cristiana, cioè l’amoreche serve, non l’egoismo che si serve».Mettiamoci in cammino, «ricevendo leCeneri e tenendo fisso lo sguardo sulCrocifisso». Le stesse ceneri che poco dopo ilcardinale arciprete di San Pietro, AngeloComastri, impone sul capo del Papa. Averelo sguardo fisso sul Crocifisso, su Colui che,conclude il Papa, «amandoci ci invita alasciarci riconciliare con Dio e a ritornarecon Lui, per ritrovare noi stessi».

Mariangela, devota di «nonno Pio»

Il Papa entra nella basilica accompagnato dal cardinale Vallini

Anno XLIII • Numero 6 • Domenica 14 febbraio 2016

ROMA SETTE

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Abbonamento annuo euro 58.00C. Corr. Postale n. 6270 intestato a Avvenire - Nei SpaDirezione vendite - Piazza Indipendenza 11/B00185 Roma - Tel. 06.68823250 - Fax 06.68823209Pubblicità: Publicinque Roma - Tel. 06.3722871

I Missionardi della misericordia durante la Messa a San Pietro (foto Cristian Gennari)

Il saluto del Santo Padrealla liturgia penitenzialeper il clero romano giovedìa San Giovanni in Laterano«Siate generosi nel perdono»E confessa dieci presbiteri

Francesco: «Sacerdoti, siate servitori della gente»

a Santo Spirito in Sassia fino alla Chiesa Nuova: 7stazioni per una Via Crucis straordinaria, per le stradedella Capitale, dedicata a tutte le donne «crocifisse». È

la proposta delle Comunità Papa Giovanni XXIII, organizzatain collaborazione con la diocesi di Roma, per il prossimo 26febbraio. Un’iniziativa già organizzata nel 2014, con lapartecipazione di alte cariche dello Stato, personalità dellacultura e la voce di alcune donne «liberate dalla schiavità»,ricordano i promotori. L’obiettivo, spiegano, è lo stesso:«Pregare» per queste donne «crocifisse», tante («oltre 100milasolo in Italia»), giovanissime, provenienti soprattutto daAfrica ed Europa dell’Est. «Sono prostitute. Sono schiave»,affermano con chiarezza dall’associazione fondata da donOreste Benzi proprio con l’obiettivo di contrastare ogni formadi emarginazione e povertà. Nello stesso tempo, èun’occasione per «aprire gli occhi delle persone e della societàcivile e politica» sulla realtà che vivono queste donne:«Sopravvivono al masismo un paio d’anni di “lavoro” – silegge in una nota dell’associazione -. Se liberate, non hannoche un desiderio: morire. Sono Cristo in croce, oggi, nellacivilissima Italia e nel mondo occidentale. Nel silenzio ditutti». L’appuntamento è per le 19.30 a Borgo Santo Spirito:dalla chiesa di Santo Spirito in Sassia prenderanno il via le 7stazioni di questa Via Crucis straordinaria, passando per

Ponte Sant’Angelo, fino ad arrivare alla Chiesa Nuova. Adogni stazione ci sarà anche una rappresentazione delmomento descritto dal Vangelo sulla via Crucis di GesùCristo, portato in scena da attori professionisti e dai volontarie figuranti dell’Unitalsi.

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La Comunità Papa Giovanni XXIII ripropone il 26la Via Crucis dedicata alle «donne crocifisse»

Il Papa: «Rinnovato impegnoper la vita». La Messa di Leuzzi

amiglie, bambini, giovani emenogiovani. È que-sto il «popolo della vita» che tra palloncini ver-

di, striscioni e tanti sorrisi, domenica si è dato ap-puntamento nella suggestiva cornice di una gremi-ta piazza San Pietro in occasione della Giornata perla vita. Dal grembo materno ai viaggi della dispe-razione di chi scappa dalla guerra, dal terrorismo,dalla fame. La «Misericordia fa fiorire la vita», è que-sto il temadella 38maedizione, celebrata con la ne-cessità di tutelare la vita nei vari contesti che la mi-nacciano.Il Papa all’Angelus si è soffermato sull’esigenza diun «rinnovato impegno in favore della vita umana,dal concepimento al suonaturale tramonto, da par-te dei vari soggetti istituzionali, educativi e sociali»,unendosi così a quanto auspicatodai vescovi italiani.«La nostra società va aiutata a guarire da tutti gli at-tentati alla vita, osando un cambiamento interiore,che si manifesta anche attraverso opere di miseri-cordia. Saluto e incoraggio i docenti universitari diRoma e quanti sono impegnati a testimoniare lacultura della vita».La Giornata per la vita, promossa dalla Conferenzaepiscopale italiana, «ci conduce al cuore del Giubi-leo», ha affermato il vescovo ausiliare Lorenzo Leuz-zi, delegato per la pastorale sanitaria, durante laMessa presieduta nella parrocchia di SantaMaria inTraspontina, in via della Conciliazione. «La primao-pera di misericordia di cui c’è grande urgenza – hasottolineato il presule – è l’annuncio e la testimo-

nianza dell’amore co-niugale, prima e fonda-mentale esperienza chefa fiorire la vita, che facrescere il rispetto perogni uomoepone le ba-si per la democrazia.Siamo chiamati – ha ag-giunto – a costruire lasocietà del “noi tutti”,dove ogni uomo e ognidonna partecipa noncome elemento di unprolungamentobiologi-co, ma come soggetto

storico, che con le sue radici contribuisce a proget-tare il futuro non in astratto e secondo i propri in-teressi ma per la promozione di ogni uomo e di o-gni donna».Prendendo spunto dalle letture, il vescovo Leuzzi haesortato ad «accogliere l’invito di Gesù a “prendereil largo e gettare le reti per la pesca”. Ma insiemevogliamo rigettare la rete, nonostante la società con-temporanea si presenti refrattaria all’annuncio delVangelo. È la cultura contemporanea - ha eviden-ziatomonsignor Leuzzi - che non comprende che lasocietà non ha bisogno di annunci misericordiosi odi opere di misericordia, ma dalla presenza di Dionella storia. E allora - ha concluso - Signore sulla tuaparola lascio tutto e ti seguo per annunciare a tut-ti il Vangelo della misericordia, primo ed inesauri-bile dono per far fiorire la vita che tutti amiamo».La Giornata per la vita è stata preceduta da incon-tri e convegni, promossi dall’Ufficio diocesano perla pastorale universitaria, che hanno coinvoltome-dici e docenti universitari.

Alessandro Filippelli

F

AnnoSanto,idonatoridisanguedalPonteficeOperatoridelturismopellegriniaSanGiovannidonatori disangueincontrano per la

prima volta PapaFrancesco. Glioperatori delturismo protagonistidel primo Giubileo

a loro dedicato. I due eventi - il secondo acarattere diocesano - si terranno sabato 20febbraio: il primo in piazza San Pietro, dove idonatori di sangue saranno ricevuti dalPontefice per un’udienza speciale giubilare.L’evento è stato organizzato dalla Fidas,Federazione italiana associazioni donatori disangue. Hanno aderito anche i volontari di Avis,Fratres e Croce Rossa Italiana, associazioniautonome presenti sul territorio nazionale erappresentanti del sistema trasfusionale. Previstol’arrivo di 25 mila persone. L’udienza di PapaFrancesco inizierà alle 10 e al termine i fedelientreranno nella basilica di San Pietro attraverso

la Porta Santa. «Ad oltre 15 anni di distanza idonatori di sangue tornano a Roma - affermaAldo Ozino Caligaris, presidente nazionaleFidas -. Ma dal Giubileo del 2000 con PapaGiovanni Paolo II il sistema trasfusionale èprofondamente cambiato. È cresciuta l’adesionevolontaria alla donazione e l’Italia ha raggiuntol’obiettivo dell’autosufficienza. Raggiunticonsiderevoli traguardi per quanto riguardaqualità e sicurezza del sangue». Un milione e800 mila i donatori di sangue periodici in Italia.Gli operatori del turismo, invece, vivrannol’esperienza del pellegrinaggio e del passaggiodella Porta Santa nella basilica di San Giovanniin Laterano. Previste al momento 500 presenze.«Fino ad oggi non era mai stato fatto unGiubileo per gli operatori del turismo - spiegamonsignor Liberio Andreatta, vicepresidentedell’Opera romana pellegrinaggi che organizzal’evento -. In quest’Anno Santo dellaMisericordia, questo è il secondo eventoorganizzato per la prima volta. A gennaio,

infatti, si è svolto il Giubileo degli operatori deipellegrinaggi. Abbiamo quindi voluto che anchetutte quelle persone che organizzano i viaggi eche accolgono i pellegrini fossero protagonisti evivessero un pellegrinaggio tutto loro.Dipendenti delle agenzie di viaggio, albergatori,ristoratori, tassisti, tutti coloro che operano nelcommercio e nell’industria e che si occupanodell’accoglienza sotto ogni punto di vista, sonoinvitati a fare questo cammino per il passaggiodella Porta Santa nella cattedrale di Roma, SanGiovanni in Laterano, chiesa madre e capo ditutte le chiese di Roma e del mondo». Dalle 9 siterrà nell’aula magna della Pontificia UniversitàLateranense un incontro al qualeparteciperanno monsignor Andreatta, erappresentanti di Mibac, Regione Lazio, RomaCapitale, Prefettura ed Ente del Turismo. Alle 11è previsto il passaggio della Porta Santa e aseguire la Messa presieduta dal cardinale vicarioAgostino Vallini.

Roberta Pumpo

I

Giornatadelmalato«UnaiutodallaParola»DI VANESSA RICCIARDI

on è una giornata soloper chi soffre per lamalattia, tutti quanti

siamo toccati dalla debolezza delcorpo prima o poi. La Giornatamondiale del malato va vistaanche in un’altra ottica, quelladella guarigione. In questo ci aiutala Parola di Dio». Ha esordito cosìil cardinale vicario AgostinoVallini nell’omelia della Messa inoccasione della ricorrenza dell’11febbraio. Alla celebrazione,presieduta nella basilica di SanGiovanni in Laterano, hannopartecipato tutti i soci dell’Unitalsidi Roma. «Condividendo lasofferenza umana, Cristo si offreper amore per trasformare il cuoredell’uomo - ha continuato ilcardinale Vallini -, infondere inesso la forza dello Spirito Santo echiamarlo a vita nuova eprepararlo all’eternità beata. Dovec’è dolore c’è la sofferenza, ma c’èforza e coraggio per affrontarequesta sofferenza». Laconsapevolezza, a cui si arrivaattraverso una scelta, ha spiegatoil porporato, è che «Gesùcrocifisso è la massima rivelazionedi chi è Dio. Quel tragicoavvenimento attraverso il quale,per la congiura di tante persone,Gesù fu messo in croce, era lostrumento umano in cui sirivelava, il più alto e definitivo,quello dell’offerta e del dolore:l’amore di Dio per noi». Primadella Messa il Rosario, guidato dadon Romano De Angelis,assistente ecclesiasticodell’Unitalsi di Roma; inconclusione un inno, durante ilquale tutti, volontari e ammalati,hanno levato le candeleintonando l’Ave Maria. L’Unitalsinasce a Lourdes e si raccoglieattorno alla devozione per laMadonna. La sua storia è fatta dipellegrinaggi, non solo quelli dipochi giorni verso le metemariane d’Europa: «Il nostropellegrinaggio è 365 giorni l’anno

- ha spiegato Emanuele Trancalini,presidente della sezione romana -.Cerchiamo di vivere laquotidianità e di dare una rispostalà dove veniamo chiamati». Attivala partecipazione al rito:«Celebrare questa giornata - hacommentato Trancalini - oltre aessere sempre moltoemozionante, è un grande dono digrazia e un’occasione privilegiatain cui la tenerezza di Maria citocca nell’intimo, ci identifica, ciunisce e vivifica la nostra fede». «IlGiubileo è un momentoimportante - ha ricordatol’incaricato diocesano del Centroper la pastorale sanitaria, ilvescovo ausiliare Lorenzo Leuzzi,al termine della Messa -. Tutti ivolontari possono fare esperienzadi misericordia e quest’anno inparticolare vogliamo comunicare

l’importanza di prendersi curadell’altro». Il Giubileo è un invitoa essere vicini a chi soffre: «È unannuncio che vuole essere unaproposta per tutta la città - haaggiunto il vescovo Leuzzi -, lamalattia appartiene a ciascuno dinoi e dobbiamo stasera ringraziaretutti gli operatori sanitari,l’Unitalsi e tutti coloro checondividono con noi questoprogetto, perché ogni uomo eogni donna di questa città possasentirsene parte. È un impegnomolto grande - ha concluso - madobbiamo fare in modo che aRoma nessuno possa sentirsiabbandonato». Il Giubileo èinfine un messaggio di speranza:«Il Giubileo della misericordia èl’annuncio atteso per guardare alnostro futuro con serenità,sopportazione e speranza».

La Caritas lancia un corsosui rischi del gioco d’azzardo

l via tre iniziative di formazione promos-se dalla Caritas diocesana: spicca un ciclo

di quattro incontri rivolti a quanti, per lavoroo volontariato, possonoentrare in contatto congiovani o adulti che hanno un rapporto pro-blematico con il giocod’azzardo. Incontri al viail 26 febbraio, iscrizioni online gratuite suwww.caritasroma.it.Mercoledì 17 parte il corso per operatori di pa-ce sul tema «La gestione del conflitto»: cinqueincontri, con due esperti, grazie ai quali ad-dentrarsi tra i conflitti e la possibilità di af-frontarli e viverli in modo nonviolento (sca-denza iscrizioni domani, info sul sito Caritas).Proposta formativa anche per gli operatori deicentri di centri di ascolto con due seminari de-dicati alla normativa sull’immigrazione.

A

2 Domenica14 febbraio 2016

La celebrazionepresiedutadal cardinale Vallini: «Cristoinfonde la forza dello Spirito»

La partecipazionedell’UnitalsiTrancalini, presidente romano:è un grandedonodi grazia

PadrePioesanMandic:ultimosalutodei fedeliinSanPietro

Grande affluenza di fedeli,mercoledì scorso, ancheall’ultimo appuntamentoromano davanti allespoglie di Pio daPietrelcina e LeopoldoMandic, scelti dal Papacome testimoni dellamisericordia di Dio: laMessa presieduta dall’arcivescovoRino Fisichella all’Altare dellaConfessione della basilica di SanPietro e concelebrata, tra gli altri, daidue provinciali cappuccini di Foggiae Venezia e dai due rettori deisantuari di Pietrelcina e di Padova(nella foto). È stato l’ultimo atto diuna settimana ricca di celebrazioninell’arco di tre tappe - San Lorenzofuori le Mura, San Salvatore in Lauroe San Pietro -, culminate nellacelebrazione di mercoledì con iMissionari della misericordia (servizio

a pagina 1). Mezzo milione - si leggein un comunicato del PontificioConsiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione - le personepresenti a Roma per l’atteso evento:«Un flusso di pellegrini sopra ogniaspettativa». Da sottolineare anche il«gesto spontaneo» di Papa Francescoche ha voluto unirsi ai fedelisostando in preghiera davanti a sanLeopoldo e san Pio». Toccante laprocessione delle reliquie al terminedella liturgia di mercoledì prima delritorno nelle sedi di provenienza.

formazione

l’appello

SantaMarcella, lapastoraledellasemplicitàDI ANTONELLA PILIA

n clima di coesione efamiliarità caratterizza la vitaparrocchiale di Santa

Marcella, nel quartiere Miani, cuoredell’Aventino Minore che da vialeMarco Polo si estende fino a PortaSan Sebastiano. La comunità, checon circa duemila abitanti è unadelle più piccole della diocesi, oggiriceve la visita del cardinale vicarioAgostino Vallini. A guidarla, da treanni, è don Vladimir RafaelStarnitzky, giovane sacerdotetedesco nato in Israele e cresciuto aRoma, appartenente al cleroromano. «La nostra parrocchia -racconta don Rafael - vive unapastorale improntata sullasemplicità che ha il suo fulcro nella

celebrazione eucaristica delladomenica, dove si ritrova tutta lacomunità. C’è un senso molto fortedi familiarità anche perché, nonessendo tante, le persone siconoscono fra di loro». Laconferma arriva da Vincenzo eBeatrice: «Cerchiamo di assicurare ilnostro contributo. È stato moltobello quando tutti noi parrocchianici siamo dati da fare insieme perrecuperare i fondi necessari aeffettuare delle riparazioniall’edificio della chiesa. Ciascunoha proposto delle iniziative. Noi, adesempio, abbiamo preparato delletorte. È una parrocchia dove nonsiamo tanti ma ci si dà comunqueuna mano, a prescindere dai ruoli odai gruppi, e si cerca di risolvereinsieme le necessità».

Particolarmente evidente è poi lapresenza dei religiosi nel territorio.Ci sono le suore FrancescaneMissionarie di Gesù Bambino, iMissionari Verbiti, i Missionari delPreziosissimo Sangue e quelli dellaSacra Famiglia, le suore della SantaFamiglia, i monaci dell’OrdineLibanese Maronita, l’istitutosecolare dei Servi della sofferenza egli Oblati della Madonna delRosario. Infine, un’oasi di preghierae raccoglimento è il monasterodelle Clarisse di San Cosimato.«Avere tante comunità religiose nelterritorio della parrocchia -sottolinea don Rafael - ha unagrande importanza. Tutte questerealtà ci danno una mano e dannoanche un "carattere" alla nostracomunità, intitolata a santa

Marcella», la prima monacaromana a portare nella città lacontemplazione. Oltre allecatechesi per i ragazzi della primaComunione e della Cresima, stamuovendo i primi passi un gruppogiovani. E anche la dimensionedella carità trova casa in questoangolo di verde e tranquillità a duepassi delle «periferie esistenziali» dipiazzale dei Partigiani, dove siraduna un gran numero disenzatetto. «L’associazione Orme,un gruppo di circa 40 volontari cheil mercoledì sera distribuisce cibo evestiario a questi senza dimora, siappoggia alla parrocchia - spiegadon Rafael - e viene assistita da ungruppo di parrocchiani nellapreparazione e distribuzione degliaiuti».

U

Il parroco don Starnitzky: fulcro dellavita parrocchiale è la celebrazioneeucaristica della domenicaPrimi passi per un gruppo giovanile

Il Giubileotema guidadei «Teatridel sacro»

Da giovedì fino al 17 aprile quattordicirappresentazioni in quattro diversi spaziFiaschini: spiritualità chinata sull’uomo

DI LORENA LEONARDI

ul palco va in scena «una spiritualitàche si china sull’uomo». Non potrebbeessere altrimenti, dato che il teatro è

«corpo, materia, azione, uno dei linguaggiche meglio rappresenta il desiderio didialogare con la spiritualità incarnata, che sifa corpo, sentimento, emozione». FabrizioFiaschini, presidente della Federazionenazionale gruppi attività teatrali (Federgat),presenta così la nuova stagione dei «Teatridel Sacro», il festival dedicato ai temi dellaspiritualità che propone un dialogo tra artee spettatori intorno al concetto di sacro,inteso nella sua accezione più ampia esorprendente. Quest’anno il progetto,promosso in collaborazione conl’Associazione cattolica esercenti cinema(Acec) e l’Ufficio nazionale Cei per leComunicazioni sociali, è a tema «Giubileo»e porterà in scena fino al 17 aprile unaselezione tra gli spettacoli vincitori delFestival negli scorsi anni, quattordicirappresentazioni in quattro diversi spazidella città - laici e religiosi - per riflettere suigrandi temi dello spirito nella Romagiubilare (per informazioni e calendario:http://blog.iteatridelsacro.it/). Ad aprire larassegna, il 18 febbraio al Teatrodell’Orologio, sarà Lourdes, trattodall’omonimo romanzo di Rosa Matteucci,con Andrea Cosentino, per la regia LucaRicci, mentre di fede e di amore parlaL’amore impaziente, in scena alla Chiesa degliartisti due giorni dopo. In calendario permarzo, Caino Royale di Rita Pelusio al TeatroSanta Silvia e Corrispondenze di RobertoAldorasi al Teatro Sammarco; stessalocation per Per obbedienza con FabrizioPugliese. Ad aprile l’appuntamento è al

STeatro India per "Delirium Betlem di AlbertoSalvi, il De revolutionibus di Carullo-Minasi,le liturgie sacre e profane di Pe’ devozione eIo, mia moglie e il miracolo di Punta Corsara.Gli stessi spettacoli trovano posto, a mesialterni, in teatri e sale di comunità,compiendo un vero e proprio viaggio nelrapporto dell’uomo con il divino, a partiredalla rabbia e dal cinismo per arrivareall’amore e alla misericordia. A fare da filrouge, la misericordia: «Abbiamo cercato -prosegue Fiaschini - di interpretarecontenuti e temi legati alla dimensioneanche profondamente umana del sacro, perintercettare istanze che dialogassero consentimenti e inquietudini più attuali chetoccano l’uomo dei nostri tempi». L’intento,sottolinea, è «fare in modo che il linguaggiodel teatro possa dialogare con i temi dellaspiritualità - in modo particolare nell’anno

giubilare - in una chiave attuale, innescandoriflessioni, domande e dubbi dentro i qualipossano riconoscersi le persone che vanno avedere gli spettacoli». All’interno dei quali sifondono una «profonda dimensioneestetica» e «una cifra popolare», in pienostile dei Teatri del Sacro: «Non ci siamo mairivolti a una élite culturale ma a tutti, tant’èche abbiamo portato spettacoli in granditeatri così come in zone decentrate.Vogliamo accendere una rete di luoghiculturali condivisi. Penso, in questo senso,al grande ruolo svolto dalle sale dicomunità, una straordinaria risorsa inquanto spesso sono presidi in territori dovela cultura può fare fatica ad arrivare».Sottolinea l’importanza di «uscire dal«recinto cattolico» e di «relazionarsi con lerealtà laiche» Francesco Giraldo, segretarionazionale dell’Acec: «Oltre agli spettacoli

«L’amore impaziente» alla chiesa degli artistia chiesa degli artisti - la basilicadi Santa Maria in Montesanto apiazza del Popolo - sarà la

location, sabato 20, alle ore 20, dellospettacolo L’amore impaziente,vincitore dell’edizione 2011 delFestival, tratto da un testo di ValeriaMoretti e interpretato da DanielaPoggi per la regia di Silvio Peroni(ingresso libero fino ad esaurimentoposti). Al centro del monologo,l’amore in tutte le sue forme, daquello umano a quello mistico,intrecciate in un parallelismo che nonsi svela mai completamente. «Il

L percorso mistico verso l’amato -spiegano i promotori - non conoscené tregua né riposo, è un amoreimpaziente, smisurato, ossessivo,esuberante, ostinato, che si dà senzarisparmio. Si tratta di un viaggio chesupera la morte per affrontare ilmistero e l’incontro con l’altro, in unnuovo gioco sottile di desiderio eappagamento». In un gioco di intreccie corrispondenze tra ambientazioni -dalla basilica di Santa Maria inMontesanto, uno dei luoghi simbolodella cristianità romana, all’Orologio,sala storica del teatro di ricerca

capitolino - Lourdes, il monologod’apertura della rassegna in scena finoal 28 febbraio, «porta in scena inumerosi personaggi, ognunocaratterizzato al limite delmacchiettismo, a comporre una follain attesa di un miracolo. Ne vienefuori una sorta di mistero buffocontemporaneo, connotato in sensogrottesco, che si apre a unaspettacolarizzazione popolare evirtuosistica tracciando una stradasghemba e irregolare verso unabbandono alla fede, la conversione».

Lorena Leonardi

perché lì impariamo, lì troviamo lastrada». «È bello vedere – ha aggiuntoil cardinale – che la Madonna èpresente, non da osservatrice ma daprotagonista insieme a noi chefacciamo la nostra storia». E ancora,parlando ai seminaristi ha aggiunto:«La Madonna ci dona fiducia, coraggio,ci sorride e ci dice, avanti io sono quicon te. Dio ci ha scelti, Maria ciaccompagna, la Chiesa ci attende». Trai sacerdoti che hanno concelebrato conil cardinale c’erano coloro che hannofesteggiato traguardi importanti delproprio servizio: 10, 20 o addirittura60 anni di sacerdozio. Rivolgendosi aloro, Vallini ha detto: «Affidiamo allaMadonna la nostra storia vocazionale,con la voglia di ricominciare, di fidarcie affidarci ancora. Tanta gente èinquieta ed è alla ricerca di senso dellavita, voi parroci, sacerdoti lo constatatecontinuamente. Noi – ha aggiunto –

elebrare la festa della Madonnadella Fiducia vuol dire

raccogliere la fiducia del Signore e diMaria, ma anche rinnovare la nostrafiducia e dire "sì, mi fido"». Così si èrivolto il cardinale vicario AgostinoVallini ai tanti seminaristi e sacerdotiex alunni, nella Messa del 6 febbraio,giornata conclusiva dei festeggiamentiin onore della patrona del SeminarioMaggiore. Una ricorrenza chequest’anno cade durante l’Anno Santodella Misericordia indetto da PapaFrancesco e, proprio Maria, haaffermato Vallini, «ha sperimentato inmodo eccelso la misericordia di Dio,perché ha sofferto, ha amato, haperdonato, fin sotto la croce. In fondo– ha aggiunto il porporato – laMadonna Addolorata è la Madonnadella Misericordia che intercede.Quindi il Giubileo della Misericordia ciaccosta a Maria e ci fa guardare a lei,

C« abbiamo questo dono immenso, disapere qual è il vero senso della vita,anche oltre quel grande varco che è lamorte, noi siamo per la vita, perchéDio ci ama e a noi ha affidato ilcompito di raccontare la nostraesperienza di fede a quelli che ilSignore mette sul nostro cammino». Èpalpabile l’emozione durante la Messa,soprattutto degli ex seminaristi che inquei luoghi hanno vissuto parte delloro percorso formativo, come haevidenziato il rettore del Seminario,don Concetto Occhipinti: «Guardando iloro volti e conoscendo le loro storie,posso affermare che la misericordia èla vera fonte della fiducia e noi, con lanostra esperienza di fede, di vita e diformazione, qui vogliamo contribuirea dare fiducia alle nostre comunitàcristiane, ai quartieri romani dove lenostre comunità vivono».

Alessandro Filippelli

Consacrati, due incontricon padre Cantalamessa

omenica 21 e domenica 28 febbraiosono in programma due incontri per iconsacrati nella basilica di San

Giovanni in Laterano. Un’iniziativa - che cadea pochi giorni dalla conclusione delllospeciale Anno per la vita consacrata indetto dapapa Francesco - promossa dall’Ufficiodiocesano per la vita consacrata: giàprogrammata da mesi nell’ambito delGiubileo, sarà introdotta dal nuovo incaricatodiocesano per il settore, padre GiuseppeMidili. L’appuntamento, annuncia ilsacerdote, è per le ore 15.15 per tutti e due gliincontri.Protagonista di entrambe le meditazioni saràpadre Raniero Cantalamessa, predicatore dellaCasa Pontificia. I temi: «L’annuncio dellamisercordia» e «Il sacramento dellamisericordia». Per il 2 ottobre è previsto unpellegrinaggio dei consacrati dalla basilica diSanta Croce in Gerusalemme a San Giovanniin Laterano.

D

Daniela Poggi, protagonista di «L’amore impaziente»

Vallini al Maggiore: «Rinnovare il "sì" a Maria»3 Domenica

14 febbraio 2016

la scheda

offriamo spesso una preparazione aglispettacoli stessi, mediante alcuni laboratori,come quello proposto nella cappellauniversitaria della Sapienza. Per ogni sala èimportante fare questo tipo di spettacoliperché il teatro è uno strumentoformidabile per interfacciarsi con lacomunità. Vale per il cinema, certo, mamolto più per un’arte che tocca fisicamentele questioni cruciali della contemporaneità.E non lo fa mai in modo consolatorio,edificante e autoreferenziale ma con unosguardo problematico, ponendo questioni ecercando risposte nel cuore delle domandestesse. La sala così - afferma Giraldo - non èambiente liturgico ma un "limen" dovecredenti e non credenti si incontrano,confrontandosi su temi fondamentali: lavita, la morte, il dolore, la sofferenza, irapporti intergenerazionali e di coppia».

DI MARIAELENA FINESSI

on ho conosciuto don AndreaSantoro ma, dalletestimonianze ricevute e dalla

lettura dei suoi testi, sono portato a direche una delle chiavi della profondità dellasua vita sia stata la fede nella risurrezione,da vivere ogni giorno e da annunciarecome l’unica e definitiva speranzadell’esistenza umana». Il cardinale vicarioAgostino Vallini ricorda così il sacerdotefidei donum della diocesi ucciso dieci anni

fa - il 5 febbraio 2006 - nella chiesa diSanta Maria a Trabzon, Turchia. Durantela Messa per il decennale della scomparsa,venerdì 5 nella basilica di San GiovanniLaterano, il cardinale Vallini haraccontato l’emozione nel vedere traforatada una pallottola la Bibbia di donAndrea, quella sulla quale pregava almomento dell’uccisione. Quelgiorno, era una domenicapomeriggio, il sacerdotesedeva all’ultimo banco dellachiesa, pregando con la Bibbiatra le mani: dei due proiettiliesplosi, uno - dopo averattraversato il corpo delsacerdote - si è conficcato nellibro. In seguito, un ragazzo di16 anni, Ouzhan Akdil,confessò di aver sparato alprete perché sconvolto dalle

vignette satiriche di un giornale daneseche offendevano Allah. Deciso a farincontrare il Cristianesimo con l’Islam, lapresenza del sacerdote in una Turchia amaggioranza musulmana «voleva essereun segno profetico non solo per teneredesta la fede cristiana, lì dove iniziò asvilupparsi - ha spiegato il cardinale -, ma

anche perannunciare cheGesù è il Salvatoredi tutti». DonAndrea, tra l’altro,ha ricordatoancora ilporporato, fecerestaurare lachiesetta di SantaMaria aTrebisonda, e lafece riaprire al

culto nel 2005. Don Santoro, la cui morteè stata «il compimento di un’esistenzavissuta avendo come punto di riferimentola parola di Gesù» lascia a quanti lohanno conosciuto, e non solo a loro, unatestimonianza di sprone «a intraprendereun cammino di maggiore radicalitàevangelica». Nell’aprile 2015, anche PapaFrancesco - ha concluso il cardinale - si èespresso a proposito dell’amore di donSantoro per Gesù, definendolo «eroicotestimone dei nostri giorni». Don Andreascrisse queste righe alcuni giorni primadell’assassinio: «Sono qui per abitare inmezzo a questa gente e permettere a Gesùdi farlo prestandogli la mia carne. Sidiventa capaci di salvezza solo offrendo lapropria carne. Il male del mondo vaportato e il dolore va condiviso,assorbendolo nella propria carne fino infondo, come ha fatto Gesù».

«Don Santoro, invito alla radicalità evangelica»La celebrazione presieduta dalcardinale vicario a S. Giovanniin Laterano: la fede nellarisurrezione chiave della sua vita

Andrea Cosentino in «Lourdes»

4 Domenica14 febbraio 2016

Misericordia: catechesi del cardinale vicarioVallini a Santo Spirito in Sassia, incontri nelle parrocchieUniversitàEuropea,al viaannoaccademicocon il cardinaleRavasi -L’arcivescovoFisichellaaS.PaolaRomana

VicariatoPADRE MIDILI INCARICATO PER LA VITACONSACRATA. Padre Giuseppe Midili,carmelitano, direttore dell’UfficioLiturgico del Vicariato, è il nuovoincaricato dell’Ufficio diocesano per lavita consacrata.

incontriI FIDANZATI A SANTO SPIRITO IN SASSIA.Le coppie di fidanzati di Roma siincontreranno al Santuario dellaDivina Misericordia (chiesa di SantoSpirito in Sassia, via dei Penitenzieri12) per una preghiera, oggi dalle17.30, promossa dal Movimentodell’Amore Familiare.

«ESSERE E AGIRE DA CRISTIANI»,INCONTRO CON IL BIBLISTA PENNA. Ilsecondo incontro del ciclo diriflessione biblica su «Essere e agire dacristiani», tenuto dal biblista donRomano Penna, si terrà alla LibreriaPaoline international (via delMascherino, 94) domani alle 18.30.

MISERICORDIA IN FAMIGLIA, SE NE PARLAA SAN ROBERTO BELLARMINO.Domanialle 19.30, al centro culturale di SanRoberto Bellarmino (via Panama, 13)ci sarà l’incontro «Attraversi la portadella tua casa con misericordia?» conGiovanna Sorrenti, dell’équipediocesana per la pastorale familiare.L’incontro conclude il ciclo di seratesul tema «Le sfide del nostro tempo».

MARTEDÌ DI QUARESIMA ALLA NATIVITÀ.Padre Guido Innocenzo Gargano,docente di Teologia dogmatica espirituale all’Urbaniana, terrà unincontro dal titolo «La misericordianella Chiesa» che si svolgerà nellaparrocchia della Natività (via Gallia,162) martedì 16 alle 19.

MISSIONARI COMBONIANI: «L’ISLAM E LASFIDA DEL DIALOGO». Il primo di treincontri organizzati dai MissionariComboniani (via Luigi Lilio, 81) su«L’Islam e la sfida del dialogo» saràtenuto da Adnane Mokrani, docente alPontificio istituto di Studi arabi eIslamistica, martedì 16 alle 20.30.Tema della serata: «Il Califfato e il suoruolo storico. Può l’Islam vivere senzauna dimensione politica?».

IL CARDINALE RAVASI INAUGURA L’ANNOACCADEMICO ALL’UNIVERSITÀ EUROPEA.Martedì 16 alle 11, in via degliAldobrandeschi 190, si terrà lacerimonia di inaugurazione dell’annoaccademico all’Università Europea.Tema: «L’Europa e la sfidadell’integrazione: cultura, conoscenzae solidarietà». Interverrà il cardinaleGianfranco Ravasi, presidente delPontificio Consiglio della cultura.

L’ARCIVESCOVO PAGLIA A SAN TOMMASOMORO. L’arcivescovo Vincenzo Paglia,presidente del Pontificio Consiglio perla famiglia, terrà, IL 17 alle 20.30, unincontro su «Il Magistero di PapaFrancesco: la rivoluzione dellaMisericordia». L’appuntamento siinserisce nel ciclo «Colloqui con SanTommaso Moro», promosso dallaparrocchia di via dei Marruccini.

LEZIONI SU ANTONIO DI PADOVAALL’ANTONIANUM. Il 17, 18, 24 e 25febbraio, dalle 15.15, si terràall’Antonianum (via Merulana, 124) ilciclo «Antonio di Padova tra storia eagiografia», affidato ad Antonio Rigon.

VENERDÌ 19Alle 18.30 nella chiesa di SantoSpirito in Sassia tiene unacatechesi sulla misericordia.

SABATO 20Alle 11 nella basilica di SanGiovanni in Laterano celebra laMessa con l’Opera RomanaPellegrinaggi per il Giubileo deglioperatori del turismo.

DOMENICA 21Alle 10 incontra gli operatoripastorali e celebra la Messa nellaparrocchia di San Giuda TaddeoApostolo.

AI SERMONI DELL’ORATORIO «ILMARTIRIO DI PERPETUA». Alla chiesa diSanta Maria in Vallicella (piazza dellaChiesa Nuova), giovedì 18 alle 18.30,Alessandro Campus, docente diArcheologia fenicio-punica a TorVergata, parlerà sul tema: «Dall’Africa aRoma, da romana a cristiana: ilmartirio di Perpetua. L’incontro faparte del ciclo «I sermoni dell’Oratoriodi San Filippo Neri».

IL CARDINALE VALLINI A SANTO SPIRITOIN SASSIA.Nel Santuario della DivinaMisericordia (via dei Penitenzieri, 12),per il progetto di catechesi giubilare,venerdì 19 alle 18.30, il cardinalevicario Agostino Vallini parlerà sultema «Rivelazione della misericordia:Dio di misericordia e di grazia».

L’ARCIVESCOVO FISICHELLA A SANTAPAOLA ROMANA. A Santa Paola Romana(via Duccio Galimberti, 9), venerdì 19alle 18.45, il presidente del PontificioConsiglio per la promozione dellanuova evangelizzazione, RinoFisichella, terrà un incontroquaresimale per approfondire gliaspetti storici e biblici del Giubileo.

ISTITUZIONE TERESIANA,CONVERSAZIONE SUL GENDER. Venerdì19 alle 19, presso la sededell’Istituzione Teresiana (via CornelioCelso, 1), si terrà una conversazione-riflessione su «Il gender: una letturaetico-sociale». Guiderà l’incontro ilteologo padre Paolo Benanti.

TAVOLA ROTONDA SULLA BELLEZZA ALCENTRO SAINT LOUIS. «La bellezza cirenderà liberi» è il titolo dell’incontroin programma sabato 20 alle 16 alCentro Saint Louis (largo GiuseppeToniolo, 20). La tavola rotonda èorganizzata dal gruppo «La diaconiadella bellezza». Interverranno l’attriceClaudia Koll; monsignor Robert LeGall, arcivescovo di Tolosa; l’attoreMichael Lonsdale, il pittore Ettore deConciliis e Anne Facérias, responsabilede «La diaconia della bellezza».

SUOR ELENA BOSETTI A SANT’ANDREADELLE FRATTE. Sabato 20 alle 19, suorElena Bosetti interverrà all’incontro«Appuntamenti con la Misericordia» aSant’Andrea delle Fratte (omonimavia, 1) per parlare di «Il filo d’oro dellamisericordia. Maria interpella laChiesa».

culturaVERNISSAGE DI DINO CUNSOLO A SANSILVESTRO AL QUIRINALE. Il maestroDino Cunsolo presenterà, domani alle18, a San Silvestro al Quirinale,l’anteprima della personale «L’uomo eil divino come la materia e lo spirito»:sette opere legate alla misericordiacorporale e altrettante legate allamisericordia spirituale.

PRESENTAZIONE LIBRI: LA CORTE PAPALENELL’ETÀ DI LEONE XII.Domani alle17.30, a San Salvatore in Lauro(omonima piazza), sarà presentato ilvolume di Ilaria Fiumi Sermattei eRoberto Regoli dal titolo «La cortepapale nell’età di Leone XII». Sarannopresenti il cardinale WalterBrandmuller e AntonioMastrovincenzo, presidente delConsiglio regionale delle Marche.

«NOVECENTO» AL TEATRO SAN GIUSTINO.Un cast con 20 attori per la regia diBarbara Cestoni. Si trattadell’adattamento teatrale del romanzodi Alessandro Baricco «Novecento» cheandrà in scena sabato 20 e 27 (ore 21)e domenica 21 e 28 (ore 17) al TeatroSan Giustino (via Alessandrino, 144).L’adattamento è di Valentina Cognatti.

A PONTE DI NONA L’ORATORIO SACROPER SANTA TERESA D’AVILA.Nellastruttura prefabbricata della parrocchiaBeata Teresa di Calcutta (via GuidoFiorini, 12, a Ponte di Nona), sabato20 alle 20 Laura Ferrari, DanielaBazzan, Rossella Mirabelli, RenatoGiannantoni e Chiara Tettoni,animeranno l’Oratorio sacro ispirato aSanta Teresa d’Avila. La narrazione èaffidata alle voci di Fatima Lucarini ePiersabino Di Serio. Le musiche e itesti sono di Marcello Bronzetti. Dirigeil coro e l’orchestra «Fideles Amati»,Tina Vasaturo. Il ricavato della serata(ingresso a offerta libera) saràdestinato all’allestimento degli internidel nuovo complesso parrocchiale.

solidarietàDONARE IL SANGUE CON L’AVIS.Domenica 21 sarà possibile donare ilsangue con l’Avis comunale nellaparrocchia di Santa Giovanna AntidaThouret (via Roberto Ferruzzi, 110).

le sale dellacomunità:i programmi

DELLE PROVINCIE Da mer. 17 a dom. 21V. Delle Provincie, 41 Irrational mantel. 06.44236021 Ore 16.30-18.30-20.30

-22.30

DON BOSCO Lun. 15V. Publio Valerio, 63 Non uno di menotel. 06.71587612 Ore 18-21

Merc. 17Monsieur LazharOre 18-21Gio. 18 e ven. 19Irrational manOre 18-21

Abe Lucas, professore di filosofia ormai privo diqualsiasi interesse per la vita, si trasferiscenell’Università di una cittadina. Preceduto da unafama di seduttore incontra la collega Rita Richardsche cerca di attrarlo a sé per mettersi alle spalle unmatrimonio fallito. C’è però anche la migliorestudentessa del corso, Jill Pollard, che subisce il suofascino e gli si avvicina. Un giorno i due ascoltano,casualmente, la disperata lamentela di una madreche si è vista togliere la tutela di un figlio da partedi un giudice insensibile. E Abe vuole fare qualcosaper quella donna sconosciuta...

Sab. 10 e dom. 21Alvin Superstar -Nessuno di puòfermareOre 16Sab. 20, ore 18-21,e dom. 21, ore 18Natale col boss

cinema

Figaro al Costanziper il bicentenario

a prima assolutade «Il barbieredi

Siviglia»di Rossini fua Roma, il 20 feb-braio 1816. Per fe-steggiare il bicente-nario, Figaro tornain scena al Teatrodell’Opera fino al 21febbraio, per la regiadiDavideLivermore.

L

possibile comporre oggiun poema in prosa? JulioLlamazares (nella foto),

nato nel 1955 a Vegamian, unpaese in provincia di Léon chenon esiste più perchésommerso dalle acque,dimostra che il tentativosarebbe legittimo, ancorchéanacronistico. L’esempio più

recente lo troviamo in Le lacrime di San Lorenzo(Codice, pp. 177, 14,90 euro), nel quale unpadre, separato dalla moglie, cerca di parlare colfiglio dodicenne, di nome Pedro, sotto il cielonotturno illuminato dalle stelle cadenti del 10agosto. Ne deriva uno zibaldone di ricordi,frammenti e riflessioni, privo di spunti tematiciprevalenti, a parte l’isola di Ibiza, luogo in cuil’autore trascorse una gioventù carica di attese.Ad ogni scia luminosa corrisponde latestimonianza di una persona mancante: uominie donne che avevano contato molto e poi sonoscomparse in un attimo. Chi altri, se non uno

scrittore spagnolo, poteva affrontare una simileimpresa? Legare le emozioni fra di loro quasifossero perle di una medesima collana, senzaprecipitare nel caos emotivo del passato,sapendo che la memoria, come leggemmo nelprimo romanzo di Llamazares, La pioggia gialla(pubblicato da Einaudi nel 1993, sei anni dopoche era stato scritto), può essere «una menzognasenza fine». Il piccolo interlocutore resta spessoin silenzio, lasciando che l’adulto reciti il propriodiscorso, con fare eloquente e teatrale, ieratico ealtisonante, spesso rivolto a noi lettori. Vita emorte si scambiano di posto con notevoledisinvoltura, entrambe rievocate dal poteremagico del dettato. La storia europea resta sullosfondo, simile al bagliore lontano di untramonto perduto. Più forti e vividi appaiono iprofumi estivi, i sogni infranti, le illusionismarrite, gli amori finiti. È come se nelle paroleche il protagonista rivolge al suo bambinotornassero quelle che lui sentiva da suo padre, inuna catena fantasmatica di grande fascino chesembra azzerare le generazioni, tracimate come

le foglie dal trascorrere delle stagioni, fino alladomanda estrema, formulata nell’ultima pagina:«Non sarà Dio, il tempo?». A ben pensarci è statoCervantes a fondare, sulle ceneri del poemacavalleresco italiano, le basi del modernoromanzo europeo. Nel gesto genialmenteparodistico dell’indimenticabile hidalgo bruciala febbre degli antichi eroi, ma uno comeLlamazares sembra non sapere che farsene delsemplice disincanto. Altrimenti non scruterebbeinsoddisfatto il cielo notturno alla ricerca di unsignificato che non è riuscito a trovare sulla terra.Tutte le epoche finiscono, gli aveva confidato unvecchio amico. È inutile prolungarleartificialmente come fanno in molti, ignari delfatto che la loro natura consiste proprio nellafugacità. Noi, dobbiamo ammetterlo, siamo conlui: per questo consideriamo Llamazares, chesarebbe riduttivo valutare come un sempliceepigono di Juan Benet, non meno significativo dialtri più celebrati suoi compagni di viaggio, daJavier Cercas a Javier Marías.

Eraldo Affinati

È«LelacrimediSanLorenzo»,unpoemainprosalibri musica

DI VANESSA RICCIARDI

apa Francesco è sempre stato vicino aipoveri, da quando ancora viveva aBuenos Aires, prima provinciale dei

Gesuiti, poi rettore dell’Università di SanMiguel, quindi arcivescovo nella Capitale.L’8 febbraio è stato presentato nella basilicadi San Bartolomeo all’Isola il libro Pastoralesociale edito da Jaka Book, una selezione ditesti, discorsi e omelie di Jorge MarioBergoglio, che traccia il profilo del pensierodel Papa dal 1976 al 2014. Curata da MarcoGallo, direttore della cattedra «GiovanniPaolo II, Benedetto XVI, Francesco» dellaPontificia Università Cattolica Argentina diBuenos Aires, la raccolta segue da vicinol’evoluzione dell’attenzione sociale delPontefice. Gallo, membro della Comunitàdi Sant’Egidio, ha avuto modo di conosceree frequentare Bergoglio in Argentina.Assente alla presentazione del libro, haspiegato lo sviluppo del progetto a RomaSette: «Ho voluto approfondire la continuitàdel suo pensiero, sia sociale sia politico - ha

detto al telefono -. C’è quest’attenzione per ipoveri, che applica in maniera concreta ladottrina sociale della Chiesa». Già a partiredalla fine degli anni ’70 il Papa si scagliavacontro la tratta, parlava di immigrazione elavoro clandestino: «Ha sempre compiutomolti gesti simbolici. Visitava le zone piùdegradate della città, il Giovedì Santoandava sempre nella carceri», comecontinua a fare oggi in Italia. Bergoglio,riferisce ancora Gallo, vede la politica comecostruzione del bene comune: «Ha semprefatto politica dall’altare, ma sempreprofondamente rispettoso delle istituzioni».Il suo impegno politico ha lasciato il segnoin molte occasioni, come ha ricordatodurante la presentazione del libro MarioMarazziti, presidente della CommissioneAffari sociali alla Camera: «Qui non èriportata, ma ricordiamo tutti l’omelia dei"sepolcri imbiancati" di qualche tempo fa»ha detto riferendosi alla Messa alla presenzadegli esponenti politici all’altare dellaCattedra della basilica vaticana, in cui ilPapa attaccò i corrotti. Padre Diego Fares,

gesuita che ha avuto modo di studiare conBergoglio, ha spiegato che «per papaFrancesco la politica è la forma più alta dicarità. Ci raccontava le cose che adessosentiamo da Santa Marta - l’attuale dimora -quando eravamo una piccola comunità aBuenos Aires. E mette ancora al centro laperiferia del mondo». Per Elisabetta Piquè,corrispondente a Roma del quotidianoargentino La Nación, Francesco ha sempredato la spinta per far diventare «la realtàsuperiore a qualsiasi idea». Una visione nonsolo cristiana: «C’è chi dà credito al TrickleDown, lo sgocciolamento - ha spiegatol’economista Leonardo Becchetti - per cui ibenefici dei ceti abbienti favorirebberonecessariamente l’intera società, compresa laparte disagiata. Papa Bergoglio si è accortoprima che non è così, e alla fine si è vistoche aveva ragione». Per Marco Impagliazzo,presidente della Comunità di Sant’Egidio, laforza delle ragioni di Francesco è evidente:«Tutto questo si fonda sulla radicalitàevangelica. La fonte da cui si abbevera, lasua energia spirituale è il Vangelo».

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Pastoralesociale: lostilediBergoglio

Un libro con discorsi e omeliedal 1976 al 2014 evidenziala costante attenzione ai poveri«La sua fonte? Il Vangelo»

Sterilità coniugale:i rischidell’etàavanzata

a sterilità coniugale - l’ incapacità alla procreazione na-turale dopo un anno di rapporti volti alla ricerca di gra-vidanza - ha modificato negli ultimi anni le sue caratte-

ristiche etiopatogenetiche. Sebbene ancora siano presenti inmodo significativo disturbi della ovulazione o alterazioni del-la funzione tubarica o cause legate a patologie del liquido se-minale e della funzione testicolare, oggi vi è un nuovo profi-lo dei fattori di sterilità in cui la componente ambientale e so-cio-antropologica assume una rilevanza particolare.È un dato acquisito che oggi la causa principale della sterilitàconiugale risieda nell’avanzata età (35-40 anni) in cui la don-na cerca la gravidanza e che la espone ad insuccessi notevolinon solo per la procreazione naturale ma anche quando si u-tilizzano tecniche di procreazione assistita. Il motivo fonda-mentale è legato alla difficoltà o impossibilita di ovociti ovu-lati da donne in età avanzata di essere fecondati o, per la lo-ro intrinseca incapacità "programmatica", ad evolvere in unembrione cosiddetto viabile e in termini di impianto e di svi-luppo postimplantatorio.Questa situazione appare sempre più connessa con uno sta-tus educativo ed antropologico che porta le coppie a cercarela gravidanzaquandoaltre condizioni "esistenziali" siano sod-disfatte, determinandosi così, in modo spesso inconsapevole,l’impossibilità a trovare soluzioni terapeutiche adeguate an-che con le più ardite tecniche a disposizione: da cui il cre-scente ricorso alla fecondazione eterologa.Tuttavia ciò esprime solo la punta di un iceberg benpiù dram-matico poiché il cercare figli ad età avanzata espone le coppieanche ad un incremento di comorbilità che aumentano conl’età (fibromi uterini, patologie associate alla sterilità qualil’endometriosi o le infezioni pelviche). Pertanto le coppie "sitrascinano", oltre che fattori avversi biologici intrinseci, altrifattori che amplificano il problema di base. Altre caratteristi-che di tipo ambientale o educazionale stanno stratificandosiin modo significativo: primo fra tutti il fattore peso determi-na un dimezzamento della fertilità naturale e da Fivet indu-cendomeccanismi di alterata spermatogenesi, anovulatorietào ridotta qualità degli ovociti; analoghi effetti negativi sonolegati a comuni inquinanti ambientali, che a dosi nemmenomolto elevate entrano nella catena alimentare; lo stesso fu-mo di sigaretta determina un invecchiamento biologico del-l’ovaio edeprime la funzione testicolare; anche l’alcool apparesempre più, se utilizzato in dosi generose o abitudinarie, ave-re effetti significativamente negativi sulla fertilità.Pertanto si apre uno spazio importante per un intervento e-ducazionale e preventivo che inizi fin dall’età scolare nel sen-sibilizzare i futuri protagonisti al concetto alto e insurrogabi-le della fertilità come bene da salvaguardare anche in un’ot-tica di inversione del preoccupante calo demografico in Italia.

Antonio Lanzone, DirettoreUnità Operativa Complessa di Patologia Ostetrica

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