Il linguaggio

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# IL LINGUAGGIO Nella defnizione del termine linguaggio c'è un'ambiguità di fondo: se parliamo di “linguaggio dei segni”, ad esempio, ci riferiamo al prodoto , alla lingua stessa, anziché alla facoltà di apprendere ed utlizzare lo strumento lingua , che è l'oggeto di interesse di questa lezione. Scienze biologiche ed umanistche si incontrano nella psicolinguistca , studio dei fatori psicologici e neurobiologici che stanno alla base dell'acquisizione, della comprensione e dell'utlizzo del linguaggio negli esseri umani. E' un campo di studio interdisciplinare, che si avvale dell'apporto di diferent discipline (neuropsicologia, psicologia cognitva, linguistca...). Qualsiasi lingua è un sistema simbolico caraterizzato dall'esistenza di regole condivise che servono a coordinare l'uso dei lemmi. Si parte da un numero fnito di element costtuent (es. suoni) componibili secondo certe regole , per produrre un numero fnito di parole, assemblate tra loro secondo altre regole per essere inserite in una frase, con la possibilità di generare un numero infnito di combinazioni . Qualsiasi lingua permete l'espressione di un pensiero originale . Atraverso la conoscenza degli element base e delle regole combinatorie, qualsiasi individuo potrà esprimere qualsiasi pensiero. Tute le lingue sono regolate da regole descritve , non prescritve. Domande: 1) Il linguaggio è una facoltà a sé stante, o è prodoto delle facoltà “superiori” dell'essere umano? 2) Quali sono le struture cerebrali coinvolte? 3) Come avviene lo sviluppo di questa capacità? Come si impara a parlare? Quali sono le tappe e i processi dell'acquisizione di queste competenze, e i meccanismi che lo permetono? L'uomo è l'animale che meglio si è adatato all'ambiente, fno ad arrivare a modifcarlo, imponendosi sulle altre specie, in virtù probabilmente di capacità intelletve “superiori”, ma senza dubbio col vantaggio dato dal linguaggio. Alcuni psicologi afdano la ragione della supremazia proprio al linguaggio: l'uomo è l'unico animale che parla, nonostante l'esistenza di sistemi anche molto complessi di comunicazione rilevat in altre specie. E' indubbio che il pensiero è preminentemente verbale; il ricordo può essere suscitato da immagini, suoni, odori, ma più in generale si usa comunque la lingua. Jean Piaget aferma che il pensiero non è altro che un linguaggio interno (un'esperienza che appartene quotdianamente a tut noi). Essendo prodoto dell'intelligenza, e facendo riferimento a un pensiero astrato, il linguaggio si identfca quindi col pensiero. Il bambino arriverà a controllare le sue competenze linguistche una volta che avrà maturato una capacità di pensiero di tpo logico, convenzionale, astrato. Ci sono evidenze cliniche che suggeriscono una forte correlazione tra sviluppo di competenze linguistche e più generali competenze intelletve: si osservano casi di gravi cerebropate nelle quali il linguaggio non si sviluppa. Allo stesso modo si osservano sogget che vanno incontro a deterioramento cognitvo di tpo demenziale, e una delle prime cose che perdono è proprio la capacità linguistca. [un test applicabile per riconoscere i segni di demenza, è il test di fuenza verbale: 60 secondi, dire più parole possibile in una categoria fornita dall'esaminatore]. Sembra dimostrabile quindi una streta atnenza: quando si comincia a perdere la capacità di ragionamento, si va a intaccare la produzione linguistca. L'autsmo infantle (sindrome la cui manifestazione più tpica e eclatante è una chiusura, la tendenza a evitare il contato fsico, un rapporto evitante di sguardo, la mancata spinta comunicatva, che porta – a livello linguistco – o all'assenza totale di linguaggio, o al suo utlizzo “anomalo”) conferma e smentsce allo stesso tempo questa teoria, rispetvamente a seconda che sia un autsmo con ritardo mentale, oppure senza ritardo, ad “elevato funzionamento”. Quest ultmi sogget hanno un brillante sviluppo intelletvo, ma non hanno capacità comunicatve. La dimostrazione più evidente viene da quei casi in cui si sono dimostrate le relazioni tra lesione di determinate aree cerebrali e compromissione di specifche sotofunzioni linguistche, in assenza di un deterioramento intelletvo di caratere generale. I pazient descrit da Paul Broca (afasia di Broca) hanno atraversato uno sviluppo assolutamente normale ma, in seguito a una lesione cerebrale a livello della zona del lobo frontale, parte inferiore, dell'emisfero sx, presentano una compromissione seletva di un aspeto del linguaggio , in partcolare della capacità di esprimere verbalmente i propri pensieri . 1

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1) Il linguaggio è una facoltà a sé stante, o è prodotto delle facoltà “superiori” dell'essere umano?2) Quali sono le strutture cerebrali coinvolte?3) Come avviene lo sviluppo di questa capacità? Come si impara a parlare? Quali sono le tappe e iprocessi dell'acquisizione di queste competenze, e i meccanismi che lo permettono?Il documento include un breve riassunto del testo "Il linguaggio" di Patrizia Tabossi

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# IL LINGUAGGIONella defnizione del termine linguaggio c'è un'ambiguità di fondo: se parliamo di “linguaggio dei segni”, ad esempio, ci riferiamo al prodoto, alla lingua stessa, anziché alla facoltà di apprendere ed utlizzare lo strumento lingua, che è l'oggeto di interesse di questa lezione.Scienze biologiche ed umanistche si incontrano nella psicolinguistca, studio dei fatori psicologici e neurobiologici che stanno alla base dell'acquisizione, della comprensione e dell'utlizzo del linguaggio negli esseri umani. E' un campo di studio interdisciplinare, che si avvale dell'apporto di diferent discipline (neuropsicologia, psicologia cognitva, linguistca...).

Qualsiasi lingua è un sistema simbolico caraterizzato dall'esistenza di regole condivise che servono a coordinare l'uso dei lemmi. Si parte da un numero fnito di element costtuent (es. suoni) componibili secondo certe regole, per produrre un numero fnito di parole, assemblate tra loro secondo altre regole per essere inserite in una frase, con la possibilità di generare un numero infnito di combinazioni.Qualsiasi lingua permete l'espressione di un pensiero originale.Atraverso la conoscenza degli element base e delle regole combinatorie, qualsiasi individuo potrà esprimere qualsiasi pensiero. Tute le lingue sono regolate da regole descritve, non prescritve.

Domande:1) Il linguaggio è una facoltà a sé stante, o è prodoto delle facoltà “superiori” dell'essere umano?2) Quali sono le struture cerebrali coinvolte?3) Come avviene lo sviluppo di questa capacità? Come si impara a parlare? Quali sono le tappe e i

processi dell'acquisizione di queste competenze, e i meccanismi che lo permetono?

L'uomo è l'animale che meglio si è adatato all'ambiente, fno ad arrivare a modifcarlo, imponendosi sulle altre specie, in virtù probabilmente di capacità intelletve “superiori”, ma senza dubbio col vantaggio dato dal linguaggio.Alcuni psicologi afdano la ragione della supremazia proprio al linguaggio: l'uomo è l'unico animale che parla, nonostante l'esistenza di sistemi anche molto complessi di comunicazione rilevat in altre specie.E' indubbio che il pensiero è preminentemente verbale; il ricordo può essere suscitato da immagini, suoni, odori, ma più in generale si usa comunque la lingua.Jean Piaget aferma che il pensiero non è altro che un linguaggio interno (un'esperienza che appartene quotdianamente a tut noi). Essendo prodoto dell'intelligenza, e facendo riferimento a un pensiero astrato, il linguaggio si identfca quindi col pensiero. Il bambino arriverà a controllare le sue competenze linguistche una volta che avrà maturato una capacità di pensiero di tpo logico, convenzionale, astrato.Ci sono evidenze cliniche che suggeriscono una forte correlazione tra sviluppo di competenze linguistche e più generali competenze intelletve: si osservano casi di gravi cerebropate nelle quali il linguaggio non si sviluppa. Allo stesso modo si osservano sogget che vanno incontro a deterioramento cognitvo di tpo demenziale, e una delle prime cose che perdono è proprio la capacità linguistca. [un test applicabile per riconoscere i segni di demenza, è il test di fuenza verbale: 60 secondi, dire più parole possibile in una categoria fornita dall'esaminatore]. Sembra dimostrabile quindi una streta atnenza: quando si comincia a perdere la capacità di ragionamento, si va a intaccare la produzione linguistca. L'autsmo infantle (sindrome la cui manifestazione più tpica e eclatante è una chiusura, la tendenza a evitare il contato fsico, un rapporto evitante di sguardo, la mancata spinta comunicatva, che porta – a livello linguistco – o all'assenza totale di linguaggio, o al suo utlizzo “anomalo”) conferma e smentsce allo stesso tempo questa teoria, rispetvamente a seconda che sia un autsmo con ritardo mentale, oppure senza ritardo, ad “elevato funzionamento”. Quest ultmi sogget hanno un brillante sviluppo intelletvo, ma non hanno capacità comunicatve.La dimostrazione più evidente viene da quei casi in cui si sono dimostrate le relazioni tra lesione di determinate aree cerebrali e compromissione di specifche sotofunzioni linguistche, in assenza di un deterioramento intelletvo di caratere generale.I pazient descrit da Paul Broca (afasia di Broca) hanno atraversato uno sviluppo assolutamente normale ma, in seguito a una lesione cerebrale a livello della zona del lobo frontale, parte inferiore, dell'emisfero sx, presentano una compromissione seletva di un aspeto del linguaggio, in partcolare della capacità di esprimere verbalmente i propri pensieri.

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Il parlato risulta poco fuente, mancano parole-funzione (artcoli, preposizioni), è privo di intonazione. A livello di comprensione, sono present disturbi sintatco-grammatcali (es. difcoltà a riconoscere frasi passive), la ripetzione di frasi è compromessa. In genere comunque la comprensione è meno danneggiata della produzione verbale. C'è inoltre la consapevolezza della situazione da parte del paziente, che può sentrsi frustrato e depresso.Per contro, ci sono dei casi di pazient che dimostrano un comportamento per cert versi speculare (afasia di Wernicke): le difcoltà di eloquio sono marginali rispeto alle difcoltà di comprensione e ricezione. La capacità di elaborare un discorso è mantenuta, anche se l'eloquio è anomalo. Il paziente non si rende conto dell'incomprensibilità del suo linguaggio e può manifestarsi collerico.Quest casi...

– confermano l'idea che il linguaggio deve essere considerato una funzione a sé stante, che sicuramente si alimenta del pensiero e alimenta il ragionamento, ma che si può sviluppare ed esprimere indipendentemente dalle capacità di ragionamento più generale, quindi ha senso parlare di una funzione specifca, che fa riferimento a struture cerebrali specifche

– quello che noi chiamiamo linguaggio, è una funzione complessa, artcolata, che coinvolge diverse aree, ognuna delle quali è coinvolta in una certa sotofunzione.

La prima grossolana distnzione è quella tra una zona più anteriore, coinvolta nella produzione linguistca (area di Broca) da una zona posteriore (area di Wernicke) deputata alla comprensione dei messaggi verbali.Quindi la risposta alla domanda 1) è: il linguaggio è una funzione autonoma, con una sua relatva indipendenza.

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Sicuramente dobbiamo riconoscere che nella mente umana è presente un'organizzazione che prevede che i due emisferi cerbrali abbiano funzioni cognitve distnte.In modo sommario, potremmo dire che per la maggior parte degli individui l'emisfero linguistco è quello sinistro, ed in partcolare le aree che stanno intorno alla Scissura di Silvio, aree perisilviane in cui si distnguono due zone principali (area di Broca e area di Wernicke).Un cruccio di Broca...Egli osservava che i suoi pazient non parlavano più in seguito a una lesione dell'emisfero sx. D'altra parte osservava che, per quanto si potesse constatare all'epoca, i due emisferi sembravano simmetrici, pratcamente identci. Perché quando la lesione interviene a sx, non interviene l'emisfero dx a compensare? Qual è il ruolo dell'emisfero dx nella funzione linguistca e nella comunicazione?Un modo per cercare di capirlo, potrebbe essere ad esempio osservare cosa succede in caso di danno all'emisfero destro.Talvolta nella comunicazione acquista più signifcato la tonalità del messaggio veicolato più delle parole stesse, può esserci discordanza evidente tra parola e signifcato. Questa coloritura emotva è pertnenza dell'emisfero destro. Esso è coinvolto anche nella comprensione del linguaggio metaforico.Al di là di queste funzioni paralinguistche, l'emisfero destro non è completamente “muto”, avulso dalla funzione linguistca.Pazient afasici con lesione all'emisfero sx ci portano a pensare che le funzioni di linguaggio fossero ivi collocate; ci sono casi però di recupero, in cui in parte l'emisfero destro sopperisce in qualche modo.L'emisfero dx ha delle competenze linguistche estremamente variabili: possono andare da quelle di uno scimpanzè a quelle di un bambino di 5 anni.L'unico caso in cui possiamo essere sicuri che una funzione aferisca a uno specifco emisfero, è l'asportazione di uno dei 2 (emisferectomia). Essa provocherà ovviamente una paresi controlaterale + problemi cognitvi.Caso 1: grave emorragia a carico dell'emisfero sx, che viene asportato. Individuo resta col solo emisfero dx. Irrimediabilmente afasico.Caso 2: altro individuo, stessa emorragia, emisferectomia. Linguaggio pressoché normale.Soluzione: il caso 2 è un bambino!Il processo di specializzazione non si manifesta ed esaurisce in un momento preciso: dei riscontri autoptci su fet abortt hanno dimostrato diferenze anatomiche già in questa fase. La specializzazione emisferica è riconducibile a un programma genetco, poi – se non intervengono condizioni patologiche – si consolida con

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l'esposizione agli stmoli ambientali. Il bambino che nasce con una predisposizione ad assolvere la funzione linguistca con l'emisfero sx, in condizioni normali porta a termine questo programma e, man mano, l'emisfero destro perde questa capacità.Se siamo ancora in età evolutva, l'emisfero destro conserva una plastcità tale a assolvere ai compit dell'emisfero sx. La pubertà è un momento di cambiamento signifcatvo, ma è determinata dalla secrezione di ormoni sessuali, i quali si pensa che abbiano anche un ruolo per struturare certe organizzazioni cerebrali. E' pensabile quindi che la pubertà segni un discrimine tra un prima e un dopo. Tanto più precocemente interviene la patologia, tanto più completa è la possibilità che l'emisfero dx vicari la funzione del sx. Ne ricaviamo un conceto generale: la funzione mentale non è qualcosa di dato a priori, stabilito, immutabile; è qualcosa di estremamente plastco, dove la plastcità dipende molto dall'età del soggeto.Emisfero dx – capacità linguistche

• operazioni verbali estremamente semplici e automatche• imprecazioni, formule di saluto• comprensioni di ordini verbali cort e prevedibili in base al contesto• i sogget split-brain1 sono in grado di aferrare in senso di parole brevi e comuni presentate

nell'epicampo sx.***

L'apparato uditvo già dalla nascita è sviluppato, pronto, “setato” sui parametri della voce umana. Pare che il neonato preferisca ascoltare la voce umana rispeto ad altri stmoli sonori. Pare inoltre che, verso la “propria” lingua, rispeto ad altre, mostri capacità di discriminazione molto precoci.Apparato fonatorio.Neonato: cavo orale molto piccolo rispeto alle dimensioni della lingua. E' sproporzionato, quindi scoordinato. I moviment fonatori sono moviment estremamente fni, precisi. Il bambino non è in grado anatomicamente di produrre suoni coordinat, ed è altretanto immaturo dal punto di vista della comprensione del codice soteso alla lingua.Evoluzione della capacità fonatorie:

• cooing (tubare), 2 mesi circa, con alta variabilità individuale [eeeh-eeeh, oooh-oooh]suoni di autostmolazione: il bambino è come se si facesse compagnia da solo, senza alcun intento comunicatvo

• lallazione o balbeto, 4-6 mesi [pa-pa-pa, ta-ta-ta], anche gestuale per i bimbi sordomut.• Nei primi 6 mesi: capacità di discriminare qualsiasi fonema• Dopo i 6 mesi: perdita della capacità discriminatva dei diversi fonemi; ci “setamo” solo su quelli

della nostra lingua.• Nel 1° anno: capacità di riconoscere i fonemi più important della lingua madre. I bambini in tuto il

mondo iniziano a parlare e acquisiscono i concet. Si osserva uno sviluppo asimmetrico notevole tra produzione e comprensione (quest'ultma si sviluppa molto prima)

Competenze lessicali in età evolutva:• 1,5 anni: 20 parole• 6 anni: 15.000 parole (10 parole nuove al giorno)

Il processo di associazione parola/oggeto – signifcato è inizialmente lento e difcoltoso. Va imparato prima il meccanismo.

• 1,5 – 3 anni- inizio dei sintagmi e delle frasi- apprendimento della sintassi- discorsi telegrafci a 2 parole- assenza di artcoli e preposizioni

Successivamente, produzione di frasi composte e morfemi grammatcali (coniugazione dei verbi, concordanza).Tuto questo con una larga variabilità individuale, demografca, di genere (a 2 anni, diferenza tra maschi e femmine), livello di istruzione della madre.

1 Con rescissione del corpo calloso tale che i due emisferi cerebrali non comunicano più tra loro (cervello diviso).

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Il “maternese” è quel partcolare stle comunicatvo “richiesto” dalbambino, nel quale la madre scandisce bene le parole, pone enfasipartcolare sugli accent, si pone di fronte al bambino.N.b. Un bambino di 4 anni applica corretamente le regole grammatcali senza conoscerle! La conoscenza delle regole grammatcali è implicita, spesso nemmeno in età adulta le conosciamo perfetamente. Tute le lingue sono dotate di regole, ma esse sono descritve, non prescritve.La comunicazione è tanto più efcace quanto più sono sviluppate le capacità pragmatche degli atori. Es1: qui si vende pesce/////// fresco. Es2: telegramma, il contenuto da comunicare dipende dalle competenze, dalle conoscenze dell'interlocutore. La comunicazione deve essere calata in un contesto.

Fino agli anni '50 non ci si occupava dell'apprendimento del linguaggio.Skinner, condizionamento operante, prova-errore: prova a estendere la teoria all'apprendimento del linguaggio. Era una proposta “estranea” al suo campo di studi.Chomsky, nel 1957, nella sua tesi di dotorato, stronca questa ipotesi. 1. Come fanno i bambini a parlare bene se circondat da pessimi parlant? (argomento abbastanza debole, smentto dall'osservazione sul maternese); 2. la predisposizione ad apprendere le lingue è universale ; 3. tute le lingue sono dotate di regole e sintassi, simili da lingua a lingua. Language Acquisiton Device (LAD): deve esserci qualcosa nel cervello che ci permete di imparare qualsiasi lingua alla quale siamo espost. Grammatca innata e meccanismi di apprendimento.Gli “ipercorretsmi” dimostrano questa teoria (bambino che dice “aprito” invece che aperto).Considerando il meccanismo del LAD in chiave di psicologia evolutva Bruner ritene che esso sia insufciente a spiegare l'acquisizione se non si considera anche il LASS, cioè il Language Acquisiton Support System, costtuito dall'aiuto che il bambino riceve da parte degli adult e di altri bambini più grandi, cioè dall'ambiente sociale di supporto in cui il bambino vive. Comunque anche senza LASS è possibile imparare a parlare, all'incirca nello stesso momento in tuto il mondo.

# Il linguaggio – Patrizia Tabossi# Linguaggio e non linguaggioDiceva Saussure che la lingua è un prodoto sociale della facoltà del linguaggio e nello stesso tempo un insieme di convenzioni necessarie adotate dal corpo sociale per permetere l'esercizio di questa facoltà presso gli individui.Le lingue naturali parlate dalle società umane non esistono come ogget indipendent dalle comunità che le utlizzano. Da questo punto di vista una lingua è un'astrazione con la quale ci si riferisce a un insieme di convenzioni socialmente condivise da un gruppo.In quanto oggeto astrato, una lingua è un sistema simbolico in cui i singoli element si riferiscono a cose reali o immaginarie diverse da sé.Le comunità umane sono in grado di impiegare quest complessi sistemi simbolici in quanto possiedono la facoltà linguistca, capacità che ogni individuo ha di acquisire in età infantle, e poi di usare, la lingua/le lingue a cui è esposto. Il linguaggio è quindi una capacità cognitva, mentale.L'uomo moderno ha una capacità linguistca biologicamente determinata, comune a tut i membri della specie, mentre le diverse lingue sono i prodot socialmente e storicamente determinat di questa facoltà.La capacità di usare sistemi simbolici per comunicare non è appannaggio esclusivo dell'uomo. Non è nemmeno vero che le lingue sono gli unici sistemi simbolici usat nelle società umane (si pensi alla segnaletca stradale, ad esempio). La diferenza fondamentale sta però nella complessità, che non dipende tanto dalla quanttà di simboli impiegat, quanto dal modo in cui vengono usat: la segnaletca stradale non ha una sintassi.

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Acquisizione del linguaggio

Fattori innati

Apprendimento

Condizionamento

Imitazione

Maternese

LAD (Language Acquisition Device)

LASS (l.a. Support System)

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Ciò che rende speciale la lingua umana, tanto da giustfcare l'ipotesi che sia stata la capacità discriminante della nostra specie dalle altre, è la possibilità di combinare parole in infnite espressioni complesse.Gardner condusse esperiment con Washoe, uno scimpanzè che a 3 anni riuscì a imparare un vocabolario di quasi 100 parole in lingua dei segni, componendo frasi di senso compiuto, ed arrivando addiritura a insegnare la lingua dei segni a Loulis, il piccolo scimpanzè di 10 mesi che aveva adotato. A 5 anni Loulis conosceva 47 parole. A 6 anni un bambino ne conosce circa 14.000.

Rapport tra linguaggio e comunicazioneDiceva Bertrand Russell: “la lingua è un mezzo per esternare e rendere pubbliche le nostre esperienze. Un cane non può riferire la propria autobiografa, indipendentemente da quanto eloquentemente sappia abbaiare, non può dirvi se i suoi genitori erano poveri ma onest”. L'arguto commento permete di apprezzare chiaramente la distnzione tra capacità comunicatva e capacità linguistca. Molte specie animali hanno capacità comunicatve: questo non ci autorizza a concludere che abbiano anche capacità linguistche.Quanto alla nostra specie, se è vero che usiamo la lingua per comunicare, è altretanto vero che questo non è l'unico mezzo di comunicazione disponibile, né necessariamente il più efcace.Ma la capacità linguistca si è evoluta al fne di permetere alla specie umana di comunicare? Non c'è accordo su questo elemento tra i ricercatori. Autori del calibro di Chomsky hanno avanzato l'ipotesi che la facoltà di linguaggio non sia prodoto della selezione naturale, e non sia determinata dalla funzione comunicatva.Qualunque sia l'esito a cui condurrà il dibatto, concordiamo sul fato che le due capacità non si identfcano e non vanno confuse; che esiste la possibilità di comunicare senza linguaggio (specie animali, comunicazione non verbale umana); che esiste la possibilità di un uso non comunicatvo del linguaggio, se – come diceva Platone – “pensare è un dialogo nell'anima”.

Rapport tra linguaggio e pensieroDa Platone in poi, l'idea che ci sia un intmo legame tra pensiero e linguaggio, è stata presente ininterrotamente nella nostra cultura, sia pure in forme diverse.Nell'ambito degli studi antropologici e interculturali alcuni ricercatori hanno cercato di stabilire una relazione tra pensiero “primitvo” (qualunque cosa voglia dire) e lingue “primitve”. Ma se davvero le carateristche di una lingua rifetessero le carateristche del pensiero di chi la parla, dovremmo ad esempio concludere che l'inglese sia una lingua più primitva del greco antco, e che quindi gli inglesi e gli americani sono popoli con una capacità di pensiero più primitva dei greci antchi, solo perché l'inglese non permete di tratare agevolmente i temi della flosofa greca, non avendo a disposizione una terminologia adeguata per le distnzioni e le nozioni che appassionavano i greci. Dubito che molt sotoscriverebbero una conclusione di questo genere.Piutosto, esistono relazioni sistematche tra il modo con cui una comunità classifca le carateristche del mondo e rifete queste classifcazioni nel suo vocabolario, e ciò che è rilevante per quella comunità: si pensi alle molte parole diverse per dire “neve” nella lingua degli eschimesi, data dal fato che nell'economia della loro vita la neve ha un ruolo incomparabilmente più importante di quanto abbia nella nostra. Questo esempio non è isolato: una delle popolazioni degli indiani d'America, gli hopi, utlizza una sola parola per riferirsi a tut gli ogget che volano. Analogamente, il modo in cui le diverse lingue si riferiscono ai colori è molto variabile. L'osservazione di queste diferenze ha dato luogo all'ipotesi che la lingua plasmi il modo in cui una comunità linguistca concetualizza la realtà. Per quanto afascinante, questa ipotesi – nota come relatvismo linguistco o ipotesi Sapir-Whorf – si è dimostrata scorreta. Allora, quali sono i rapport tra pensiero e linguaggio?Questo tema è all'origine di uno dei dibatt più appassionant della psicologia di questo secolo, che ha avuto come protagonist Jean Piaget e Lev Vigotskij. Secondo Piaget il linguaggio è un aspeto della capacità simbolica che matura nei bambini intorno alla fne del II anno di vita e segna il passaggio dall'intelligenza sensomotoria a quella rappresentatva. Per Piaget lo sviluppo linguistco presuppone e segue lo sviluppo cognitvo. Di conseguenza, le capacità linguistche manifestate dai bambini in diversi moment del loro sviluppo sono indicatori dello sviluppo cognitvo raggiunto in quel momento. L?atenzione è concentrata sopratuto sulla prestazione del bambino, considerato isolatamente.Vigotskij, invece, pone l'accento sugli aspet interatvi, analizzando lo sviluppo linguistco e cognitvo in relazione all'ambiente socioculturale del bambino. Per V. il linguaggio non presuppone il pensiero, né lo precede: pensiero e linguaggio sono concepit come capacità distnte anche se non indipendent. Se da un lato la maturazione cognitva sostene lo sviluppo linguistco, dall'altro l'acquisizione di capacità linguistche consente al bambino forme nuove di organizzazione cognitva.Sembra oggi prevalere l'opinione che il linguaggio sia una capacità autonoma, distnta da altre facoltà mentali, che ha funzioni inizialmente principalmente comunicatve, ma che svolge poi important funzioni regolatve del

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pensiero.

# Cosa ci insegnano le scienze del linguaggioCome tut i fenomeni complessi, anche i fenomeni linguistci possono essere considerat da molte prospetve diverse, alcune compatbili, altre reciprocamente irrilevant.Molt ricercatori si sono resi conto della parzialità e insufcienza dei loro approcci, se presi singolarmente. Circa 20 anni fa la sistematca constatazione di queste difcoltà indusse flosof, psicologi, linguist, neuroscienziat, a cercare modi più integrat e artcolat di far ricerca. Nacquero così le scienze cognitve. Al loro interno, le discipline che si occupano dei fenomeni linguistci sono innanzituto la psicolinguistca, la linguistca e alcuni setori delle neuroscienze.La linguistca è la disciplina che si occupa dello studio scientfco della lingua concepita come sistema astrato; studia sia le carateristche comuni a tute le lingue che le proprietà di lingue partcolari. Il punto di vista del suo creatore, Ferdinand de Saussure, esprimeva alcune novità important rispeto alle tendenze sino ad allora dominant. In primo luogo privilegiava lo studio della lingua parlata rispeto a quella scrita; un secondo aspeto fu lo spostamento di atenzione dai fenomeni diacronici a quelli sincronici: prima si studiava l'evoluzione delle lingue, mentre a partre da Saussure assume priorità lo studio che guarda alla lingua in una precisa unità spazio-temporale. Poiché le lingue sono sistemi complessi, il loro studio è artcolato, e considera come tpicamente separat 4 aspet fondamentali: i suoni linguistci (fonetca e fonologia), le parole (morfologia), la sintassi e la semantca.Da quando, all'inizio del secolo, la linguistca è giunta a individuare il proprio ambito di indagine, diverse scuole si sono succedute, diversifcandosi sia per le loro concezioni che per il rilievo atribuito ai diversi aspet e fenomeni della lingua. Nell'ambito delle scienze cognitve un posto di rilievo speta alla linguistca generatva (fondatore: Chomsky): la teoria linguistca deve specifcare in cosa consiste la facoltà di linguaggio; a questo scopo occorre determinare le grammatche delle specifche lingue, quindi precisare una grammatca universale, i principi generali che sotostanno alle singole grammatche.Chomsky atribuisce un ruolo fondamentale alla sintassi nello studio della lingua: è la sintassi che rende il sistema linguistco così straordinario e potente, dotandolo di produtvità (numero illimitato di combinazioni nuove da un numero fnito di parole e regole).Come parlant di una lingua, usiamo senza problemi queste regole. Ma la nostra conoscenza è implicita. Chi non ne fosse convinto, provi a rendere esplicite le regole che usa quando sceglie tra “quel” e “quello” in espressioni come “quello studente” e “quel lavoratore”.Chomsky introduce poi la distnzione tra competenza linguistca (di pertnenza della linguistca) e esecuzione (di pertnenza della psicolinguistca), distnzione classica che ha ricevuto molte critche nel corso degli anni. La psicolinguistica può essere definita come lo studio dei fattori psicologici e neurobiologici che stanno alla base dell'acquisizione, della comprensione e dell'utilizzo del linguaggio negli esseri umani. Le neuroscienze studiano le basi fsiche del linguaggio (la neuropsicologia cerca di chiarire il modo in cui l'atvità del cervello determina il comportamento – e talvolta viceversa; quando essa si concentra sul comportamento linguistco, viene spesso chiamata neurolinguistca).Gli antchi non sapevano dove avessero sede i nostri comportament; medici e flosof dibaterono a lungo sul problema, dividendosi tra chi pensava che le facoltà mentali avessero sede nel cuore (Aristotele) e chi (Empedocle, Ippocrate, Galeno) riteneva che avessero sede nel cervello.Platone pensava che esistessero 3 anime, una che ci fa imparare (immortale e divina, ha sede nel capo), una che ci fa provare gli impet dell'animo (mortale, nel peto), una che ci fa bramare i godiment corporei (mortale, nel ventre).Il linguaggio ha avuto storicamente una parte importante nello sviluppo della neuropsicologia moderna, poiché i primi studi che portarono alla chiara identfcazione di aree del cervello deputate a funzioni specifche furono proprio quelli di ricercatori come Dax, Broca e Wernicke che nel secolo scorso scoprirono l'esistenza di relazioni tra disturbi del linguaggio e lesioni dell'emisfero sx. v. → afasia espressiva di Broca, e afasia di recezione di Wernicke.

# Capire = l'ascoltatore sente una serie di suoni dai quali, atraverso varie elaborazioni, deve estrarre l'informazione necessaria a costruire un modello mentale di ciò che il suo interlocutore desidera comunicargli. # Parlare = chi parla parte da un'idea da comunicare e il suo “lavoro” consiste nel trasformare l'idea iniziale, atraverso passi successivi, in una sequenza di suoni linguistci, quegli stessi suoni che costtuiscono il punto di partenza del processo di comprensione.

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# ImparareI processi che portano un bambino a capire e parlare la lingua che sente, assomigliano più a processi maturatvi che di apprendimento vero e proprio. L'acquisizione della lingua è un processo spontaneo, che ha bisogno dell'input dell'ambiente che lo circonda, ma che nelle fasi iniziali procede per tappe autonome, poco modifcabili da fatori esterni.Appena nato il bambino non comunica volontariamente col proprio ambiente, né vocalmente né gestualmente.Solo dopo 6/8 mesi i gest, ai quali è fondamentalmente afdata la comunicazione prelinguistca, diventano intenzionalmente comunicatvi. Prima di questo momento, il bambino ha interazioni signifcatve con persone e cose, ma non riesce a guardare l'adulto con l'intento di farsi dare il giocatolo che lo interessa. Occorre che il bambino sviluppi l'abilità di coordinare le due azioni. Nella fase prelinguistca (primi 10-15 mesi di vita), oltre a saper comunicare coi gest, il bambino sviluppa le sue capacità fonologiche. Inizialmente i suoni prodot oltre al pianto sono assai pochi; presto la situazione si modifca. Il pianto diventa diferenziato, e già dopo il 2° mese di vita possono comparire vocalizzi che assomigliano a suoni vocalici. Verso il 6° mese comincia a produrre sequenze di sillabe (dada gagaga), che intorno al 10° mese si trasformano in sequenze più lunghe e colplesse. E' la fase della lallazione, in cui il bambino produce suoni non tanto a fni comunicatvi, ma come forma di gioco, di esercizio per controllare i suoni. E' in questo periodo che il bambino diventa un parlante della sua lingua.Durante la fase della lallazione, infat, la capacità di discriminare molt suoni linguistci anche non present nella propria lingua, scompare piano piano. Anche sul versante della produzione le cose cambiano: il bambino pronuncia i suoni in modo più preciso e simile a quello degli adult e comincia a produrre sequenze con l'intonazione tpica della sua lingua.

Le prime tappeQuando cominciano a parlare, i bambini capiscono già molte delle cose che vengono loro dete. Dopo un primo periodo, in cui il vocabolario è limitato a 50-70 parole e la produzione stretamente legata al contesto, intorno ai 20 mesi si verifca un “esplosione” del vocabolario: il bambino impara nuove parole con sorprendente velocità, ai nomi si aggiungono aggetvi, verbi, e poco più tardi struture facoltatve, avverbi, congiunzioni e preposizioni. Tra i 2 e i 3 anni comincerà a impossessarsi di alcuni aspet della morfologia della sula lingua, le regole per le forme di genere e numero dei nomi, l'accordo tra persona del verbo e soggeto delle frasi. Tuto questo con diferenze individuali ampie.Si incontrano però ancora errori frequent. Tra quest hanno interesse partcolare gli ipercorretsmi, errori morfologici in cui i bambini producono la forma regolare di una parola che è irregolare (io leggio, ho aprito...): questo fu uno degli argoment utlizzat da Chomsky alla fne degli anni '50 contro la concezione comportamentsta che considerava il linguaggio come uno dei tant comportament appresi dai bambini atraverso meccanismi di rinforzo. Gli ipercorretsmi – sostene Chomsky – non possono essere prodoto di comportament imitatvi, dal momento che nessun adulto li pronuncia; non sono nemmeno distorsioni casuali, perché rifetono l'applicazione di una regola della lingua. Evidentemente i bambini non si limitano a imitare il comportamento adulto, ma hanno capacità innate che consentono loro di estrapolare dal discorso adulto le regole grammatcali e usarle per produrre ogget linguistci. Nel caso degli ipercorretsmi i bambini estraggono e applicano corretamente le regole morfologiche, ma incappano in un errore perché esistono eccezioni che non hanno ancora imparato.Gli argoment ofert da Chomsky servono a sgombrare defnitvamente il campo da concezioni puramente associazioniste, e da una visione solo passiva del bambino nell'acquisizione della lingua.

Gli sviluppi successiviTra i 3-4 anni il bambino acquisisce le struture fondamentali della sua lingua, possiede gli element fondamentali della morfologia ed ha già discrete capacità conversazionali. Fino a questo punto l'acquisizione è stata estremamente veloce e in gran parte indipendente da fatori socioeconomici. Ma il processo è ancora incompleto e le nuove acquisizioni – sempre più infuenzate dall'ambiente e dagli insegnament impartt – richiedono tempi molto lunghi rispeto a quelli delle prime fasi.A 5 anni si riscontrano ancora problemi con alcuni pronomi. Dopo i 6 anni c'è ancora difcoltà nella scelta dell'artcolo maschile plurale (i/gli); è solo atorno ai 9 anni che per l'interpretazione di frasi anomale (“il cane inseguono i gat”) si adota la strategia adulta basata sull'accordo tra soggeto e verbo.Una capacità che i bambini acquisiscono lentamente è tenere conto dell'interlocutore. Piaget: fno a 7 anni un bambino non è in grado di prendere in considerazione il punto di vista dell'interlocutore poiché non distngue tra la propria conoscenza del mondo e quella altrui. Molt studi descrivono il bambino, invece, come molto più consapevole (a 3-4 anni si tene già conto dell'età della persona con cui si parla, si fa distnzione tra adult,

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bambini più piccoli o coetanei). Solitamente però c'è difcoltà nell'adatare la propria conversazione all'ascoltatore.La consapevolezza metalinguistca nasce presto (già dal momento in cui il bambino comincia a giocare con la lingua senza fni comunicatvi), ed è con l'alfabetzzazione che essa fa un salto di qualità: imparando a leggere e scrivere il bambino impara a tratare la lingua come un oggeto.Se i metodi per imparare a leggere sono più o meno simili nelle lingue che usano sistemi di scritura alfabetci, le cose cambiano con i sistemi logografci: il compito di un bambino cinese è più arduo; alla fne delle elementari ci si può aspetare di non conoscere molto più di 3.000 ideogrammi. Prima di proporre gli ideogrammi, si insegna agli scolari la letura del pinyin, trascrizione alfabetca del cinese, sistema di scarsissima utlità per un cinese adulto. Si trata delle trascrizioni fonetche degli ideogrammi, abbandonate solo quando il bambino avrà padronanza del sistema grafco. Finché la letura non diventa agevole, leggere è un'atvità fne a sé stessa. Solo gradualmente si trasformerà in uno strumento di acquisizione di nuove informazioni (verso la fne delle elementari).Anche per la scritura l'insegnamento è determinante. Imparare a esprimersi in forma scrita, a descrivere storie, fare riassunt, è un'impresa piena di ostacoli che richiede sforzo sia da parte dei ragazzi che degli insegnant.

Il bilinguismoCirca metà della popolazione mondiale è bilingue: è l'aspeto legato alle capacità linguistche e cognitve che ci interessa di più. L'orientamento dei ricercatori è molto cambiato: storicamente la questone divenne interessante all'inizio del secolo, quando americani di pure origini anglosassoni e di lingua inglese si misero a usare test per misurare l'intelligenza dei fgli degli immigrat. Il prevedibile risultato fu che queste persone avevano risultat pessimi.Fa bene o male a un bambino piccolo essere esposto a due lingue? Per quanto ne sappiamo, ci sono vantaggi e svantaggi.L'acquisizione del vocabolario tende a essere più lenta nel bambino bilingue, che deve impaare a padroneggiare 2 lessici contemporaneamente.D'altra parte sembra che il bambino bilingue abbia maggior fessibilità nei compit che richiedono operazioni simboliche, sembra in grado di maturare più precocemente consapevolezza metalinguistca.L'ateggiamento culturale è cambiato, poiché se in passato si considerava il bilinguismo come fonte di confusione e motvo di difcoltà nello sviluppo linguistco e cognitvo del bambino, atualmente è percepito come una valenza positva, un fatore di arricchimento e crescita.Sono state fate varie ipotesi sul perché appropriarsi di una lingua sia così difcile per un adulto. Mentre alcuni autori hanno sotolineato aspet neurologici (plastcità), altri hanno indicato la possibile rilevanza di fatori afetvo-motvazionali, altri l'infuenza di fatori cognitvi.La superiore consapevolezza metalinguistca degli adult potrebbe interferire tra lingua madre e lingua straniera più che nei bambini: è difcile abbandonare strategie tanto consolidate e automatche, e la consapevolezza in quest casi non aiuta molto.

# I disturbiDisturbi dell'uditoLe lingue umane sono orali. Data la natura vocale è evidente che per acquisire la propria lingua un bambino abbia bisogno i sentr parlare; i disturbi dell'udito impediscono che ciò avvenga corretamente, con conseguenze anche gravissime (correlate alla severità dei problemi acustci e all'età di insorgenza del disturbo) nello sviluppo linguistco e cognitvo dei bambini non udent.L'efeto più evidente della sordità è nell'artcolazione dei suoni, l'eloquio è fortemente alterato: alcuni suoni sono assent del tuto, altri sono artcolat in forme distorte, il messaggio risulta di difcile comprensione.Nelle prime fasi di vita i bambini sordi, anche congenit, producono suoni linguistci uguali a quelli degli altri bambini ma l'assenza di input impedisce loro di intraprendere lo stesso cammino e imparare a pronunciare i suoni in modo preciso e distnguibile. I problemi maggiori riguardano i ritardi nello sviluppo sintatco, morfologico e semantco, che limitano gravemente le possibilità di successo scolastco e, poi, di afermazione sociale. Le capacità di letura possono essere mediocri, il vocabolario ridoto. Accordi e preposizioni sono di straordinaria difcoltà. Ovviamente gli intervent educatvi sono di importanza fondamentale, prima cominciano meglio è. Sulla loro natura il dibatto è aperto: secondo alcuni la cosa migliore è cercare di educare il bambino a esprimersi oralmente, istruendolo nella letura delle labbra e nell'artcolazione dei suoni, sfrutando al massimo l'udito residuo, ricorrendo a impiant cocleari; secondo altri è indispensabile che padroneggino il linguaggio dei segni che, usato in combinazione con quello vocale permete il massimo di comunicazione possibile.

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Le scelte dipendono da fatori anche ideologici: alcuni genitori sordi non desiderano che i propri fgli vengano educat al linguaggio parlato; per insegnant e familiari non è sempre facile comunicare in un sistema che equivale ad una lingua straniera, e questo è un fato che porta con sé conseguenze per la qualità della comunicazione.Ciò che emerge consistentemente, comunque, è che i bambini espost alla lingua dei segni seguono le stesse tappe di sviluppo linguistco dei bambini espost alla lingua orale, comprese le sovrageneralizzazioni, le sotogeneralizzazioni, gli ipercorretsmi.

Disturbi cognitviCi sono milioni di ragioni per critcare l'uso dei test di intelligenza, ma non si può negare che esista un alto grado di correlazione tra bassi QI e capacità linguistche: la stragrande maggioranza di bambini con un QI inferiore a 50 ha disturbi seri nel linguaggio.Il ritardo mentale può avere cause diverse, non siamo in grado di stabilire con certezza se c'è un rapporto causale tra ritardo mentale e disturbi del linguaggio, ma lo sviluppo linguistco di quest bambini, così come lo sviluppo cognitvo, è più rallentato che deviante.Lo sviluppo delle capacità fonologiche, sintatche, semantche e pragmatche in bambini con e senza ritardo mentale, segue lo stesso ordine.Un discorso a parte va fato per la sindrome di Down, alterazione genetca che produce tra l'altro una forma di ritardo mentale. I bambini afet hanno capacità pragmatche e di espressione gestuali superiori a quelle dei coetanei con/senza ritardo. Nelle fasi iniziali dello sviluppo, le conoscenze lessicali e le capacità di analisi sintatca delle frasi che sentono, corrispondono a quelle dei bambini di età mentale corrispondente alla loro. Tutavia, nelle fasi più avanzate, lo sviluppo delle capacità sintatche rallenta, mentre migliora in proporzione la competenza lessicale. Lo squilibrio si rende evidente a partre dall'adolescenza.

Il linguaggio autstco1 bambino su 10.000 è afeto da quello che Kanner nel 1943 defnì autsmo infantle. Ci sono sintomi di ritardo mentale, ma ciò che li caraterizza maggiormente è la mancanza di interesse nei confront delle altre persone, con cui non cercano interazioni ed evitano il contato direto dello sguardo. Sono atrat piutosto dagli ogget, sopratuto giochi meccanici. Sono disturbat dai cambiament, sono spint da un bisogno di costanza, che fa loro sviluppare comportament ripettvi e ritualizzat.Il linguaggio, quando c'è, presenta carateristche partcolarissime. Molt non parlano afato, ma quelli che parlano sembrano farlo senza pronunciat problemi artcolatori e non ci sono ragioni per pensare che abbiano difcoltà fonologiche. Discorso diverso per la prosodia2: le intonazioni sono inusualmente piate, o partcolarmente cantlenant, o semplicemente inappropriate. Sintatcamente il linguaggio non ha carateristche speciali, se non il fato che il suo sviluppo appare ritardato non solo in relazione all'età cronologica ma anche a quella mentale. La valutazione è comunque difcile poiché il linguaggio è raramente comunicatvo e le intenzioni non sono chiare.L'ecolalia3 è presente fno al 75% nelle diagnosi di autsmo.Il tratamento della sindrome passa spesso atraverso il tratamento del linguaggio, poiché il miglioramento delle capacità comunicatve fa sì che si riducano ateggiament aggressivi e socialmente inappropriat. In casi non sporadici intervent precoci hanno dato otmi esit.

I disturbi specifci del linguaggio (disfasie)E' un gruppo molto eterogeneo, che comprende disturbi della comprensione, della produzione e dell'articolazione, alcuni riconducibili a deficit percettivi, o da cause biologiche (attribuite sempre più diffusamente a disturbi come la dislessia e la disgrafia; almeno per quanto riguarda la dislessia, la rilevanza dei fattori genetici sembra impressionante).Possono essere patologie evolutve oppure acquisite (event traumatci che producono danni al cervello, provocando disturbi linguistci di vario tpo in persone che fno a quel momento non avevano avuto problemi).Danni cerebrali possono verifcarsi anche in bambini che sono ancora nella fase di acquisizione del linguaggio. In quest casi l'esperienza insegna che le conseguenze, spesso inizialmente drammatche, sono fortemente transitorie, e il bambino riuscirà con alta probabilità a riacquistare le proprie capacità e proseguire nel suo sviluppo fno al normale completamento del processo.Nel caso degli adult l'otmismo è minore, anche se il recupero spontaneo di funzioni che all'insorgere del

2 Intonazione, ritmo, durata, accento nel linguaggio parlato.3 Disturbo del linguaggio che consiste nel ripetere involontariamente, come un'eco, parole o frasi pronunciate da altri,

esattamente o con piccole modifiche, talvolta a distanza di molto tempo e in contesti non appropriati.

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disturbo appaiono gravemente compromesse, è talvolta sorprendente.Quando i disturbi acquisit riguardano il linguaggio parlato si parla di afasia, recetva se è compromessa la comprensione, espressiva se è compromessa la produzione.Se la funzione danneggiata è la letura: dislessia o alessìa.In caso di danni alla scritura: disgrafa o agrafa.Difcoltà patologica di “trovare” la parola giusta per indicare un oggeto: anomia.Nella maggior parte dei casi i disturbi non compaiono singolarmente, ma formano delle sindromi. Afasia di Wernicke: sindrome fuente, grave defcit nella comprensione orale, a cui si aggiungono in genere disturbi di letura/scritura. Parlato rapido, scorrevole, discorsi sintatcamente complessi, ben struturat, ma le parole spesso sono inventate, distorte (zata al posto di tazza) e il discorso può risultare complessivamente incomprensibile. Afasia di Broca: è in qualche modo speculare, il discorso è sforzato, senza strutura grammatcale, le sole parole prodote sono di contenuto, l'artcolazione è difcile. E' probabile però che la comprensione sia piutosto buona, sopratuto per frasi semplici e parole isolate.

Conclusioni. I comportament sono determinat genetcamente o culturalmente? Nella storia della psicologia, le propensioni per l'uno o l'altro dei capi di questo dilemma si alternano, portando con sé implicazioni quasi mai necessarie. Non c'è dubbio che il linguaggio sia inscrito nel patrimonio genetco della nostra specie, la quale allo stadio atuale dell'evoluzione ha carateristche anatomiche e fsiologiche che le consentono l'acquisizione e l'uso di sistemi simbolici vocali come le lingue. Nell'homo sapiens il linguaggio è vocale, le funzioni linguistche sono controllate prevalentemente dall'emisfero sx, alcune sue aree sono partcolarmente coinvolte. Ma non c'è sempre una chiara correlazione tra danno cerebrale e danno funzionale, nel caso di molt disturbi, benché molt element ne indichino le origini organiche, queste origini contnuano a sfuggire alla nostra conoscenza.Sappiamo poi che anche l'emisfero destro contribuisce al correto funzionamento del linguaggio. In circostanze partcolari può assumere i compit del sx. La plastcità del cervello è partcolarmente rilevante per comprendere i meccanismi di recupero di funzioni linguistche perse o danneggiate.

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