IL LIBRO STORIABIBLIOGRAFIECATALOGAZIONE BIBLIOTECHE NEL CATANESE CURIOSITA’ EDIZIONI RARE Creato...

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IL LIBRO

STORIABIBLIOGRAFIE CATALOGAZIONE

BIBLIOTECHE NEL CATANESE

CURIOSITA’EDIZIONI RARE

Creato da...

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Fabrizio Barbera Daniela Mendolaro Silvana Musso Marzia Russo Alfina Trovato

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IL LIBRO La primaria funzione del libro, rimasta immutata nel corso dei secoli, è quella di comunicare e trasmettere il pensiero umano,

oltre le barriere dello spazio e del tempo e per questo è considerato

“Bene Culturale” da valorizzare e tutelare.Una stanza senza libri è come un corpo senz’anima (Cicerone)

• Evoluzione del libro• Struttura del libro• Conservazione e restauro• Evoluzione della scrittura• Frasi celebri

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HANNO DETTO...

L'intellettuale è un signore che fa rilegare i libri che non ha letto. Leo LonganesiPer ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia. Arthur Schopenhauer Chi legge sa molto; chi osserva sa molto di più. Alexandre Dumas figlioAforista: scrittore che con una manciata di parole vuole far concorrenza a un libro intero, e con un piccolo libro a una biblioteca. Julien De ValckenaereIl mondo è un libro e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina. Sant'AgostinoLa vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare. Arthur SchopenhauerChi compone versi non riconosce alcun giudice competente per i suoi scritti: chi non fa versi, non se ne intende; chi ne fa, è suo rivale. Luc de Clapiers de VauvenarguesI lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori.

Achille CampanileI libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.

George OrwellI libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante. Francesco PetrarcaIl mondo è un libro del quale ogni passo ci apre una pagina Alphonse de LamartineL'ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare Blaise Pascal

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HANNO DETTO...

Un uomo deve subire molti castighi per scrivere un libro veramente divertente Ernest Hemingway

I libri sono di chi li legge Andrea De CarloCi sono crimini peggior del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli

Joseph BrodskyUn uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere

Mark TwainNon c'è mobilio più incantevole dei libri Sydney SmithSolo due tipi di libri piacciono a tutti: gli ottimi e i pessimi Madox FordAlcuni libri devono essere assaggiati, altri trangugiati, e alcuni, rari, masticati e digeriti

Francis BaconQuando ho voglia di leggere un libro, me ne scrivo uno Benjamin DisraeliI libri più vecchi, per chi non li ha letti, sono appena usciti Ralph Samuel ButlerCerti libri sembrano scritti non perché leggendoli si impari, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa Wolfgang GoetheNei libri che ricordiamo c'è tutta la sostanza di quelli che abbiamo dimenticato

Elias Canetti

I libri, per quanto buoni, non possono sempre piacere George Crabbe

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Evoluzione del libro

• Il primo materiale utilizzato dall’uomo per tramandare il proprio pensiero, dopo le pareti delle caverne in cui viveva, era la corteccia d’albero, un materiale certamente disponibile in grande quantità che, oltretutto, rispetto alla pietra, offriva il vantaggio di essere facilmente trasportabile.

• Il vocabolo latino "liber", dal quale deriva la parola libro, indica infatti la parte interna della corteccia degli alberi sulla quale, anticamente, erano vergati i simboli.

• Oltre alla corteccia, furono utilizzati come supporto per la scrittura le foglie, le tavolette di argilla, i frammenti di ceramica, e, per un lungo periodo (alcune migliaia di anni) il papiro.

• Nel II sec. a.C., secondo Plinio, fu “inventata” la pergamena, il cui nome deriva dalla città di Pergamo.

• Dal XII secolo gli Arabi iniziarono ad importare in occidente un nuovo materiale adatto alla scrittura di provenienza cinese: la carta.

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La Carta

Questo prodotto, aspramente criticato perché ritenuto poco robusto e poco durevole, prese gradualmente il sopravvento relegando la pergamena solamente ad usi particolari come importanti atti notarili o bolle Papali.Le modalità di riproduzione della scrittura (al contrario del supporto, che dal papiro alla carta aveva subito notevoli evoluzioni), erano ancora affidate al copista amanuense che con pazienza e al prezzo della propria vista permetteva la trasmissione del sapere (manoscritti).

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Il Manoscritto

La trasmissione del sapere era affidata al copista amanuense, che utilizzava una elegante scrittura “gotica” ed arricchiva ogni pagina con splendide miniature .

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Miniature

Il vocabolo “miniatura” deriva probabilmente dal minio, il colore rosso utilizzato nella pittura antica e nelle iniziali decorate dei codici.

Venivano generalmente impiegati colori naturali, ricavati da minerali macinati o bacche, erbe e terre.

Molto spesso il manoscritto veniva ulteriormente impreziosito con l’uso della foglia d’oro.

Nell’immagine il particolare miniato della lettera “A”

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Carattere Gotico

La trasformazione della scrittura carolingia in gotica, avvenne per gradi e fu adottata in tutto il mondo latino dalla fine del XII fino al XIV secolo. I caratteri romani e carolingi utilizzavano lettere iscrivibili dentro un quadrato; nei Paesi nordici però si sviluppa un font che assume una caratteristica molto "verticale”, che si ricollega allo stile gotico, un’architettura slanciata verso l’alto che appariva in quegli anni.

E’ probabile che la motivazione di questa verticalizzazione così esasperata fosse di tipo economico: la pergamena su cui si scriveva era infatti costosissima, e stringere le lettere significava risparmiare.

Questo stile di scrittura è molto fiorito e si arricchisce di svolazzi e soprattutto di iniziali che divengono vere e proprie pagine illustrate.

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Le foglie

Foglie di palma, di platano e di tiglio, utilizzate come supporto per la scrittura.

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Manoscritto su foglia di palma del XVIII sec.

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La corteccia

Sulla parte interna della corteccia degli alberi si incidevano i segni

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La pergamena

La pergamena è un materiale ottenuto dalla pelle o meglio dal derma di vari animali quali capre, pecore e vitelli. All’uso della pergamena è legato un fenomeno importantissimo, ossia il passaggio dal rotulo al codex, antenato dei nostri moderni libri.Questo radicale cambio di forma, fu reso possibile grazie alla maggiore duttilità e robustezza della pergamena rispetto al papiro, molto più fragile e difficile da ripiegare. La pergamena era certamente un materiale idoneo alla scrittura ma l’alto costo conseguente alle difficoltà di approvvigionamento della materia prima non consentiva che limitate produzioni librarie.

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Il Papiro

Il materiale usato per fare la carta da scrivere in Egitto fu la canna di un arbusto chiamato papiro. La parte utilizzata era il midollo. Per ottenere la carta si affettava il midollo in fettucce sottili; si allineavano le fettucce in due strati sovrapposti, in uno dei quali erano disposte in senso orizzontale, nell’altro in senso verticale; quindi il tutto veniva compresso e lasciato asciugare al sole. I fogli così preparati erano spianati e incollati insieme in una lunga striscia, che era tagliata alle lunghezze richieste dagli scribi. I caratteri (cioè i segni di scrittura) erano dipinti con un pennello o scritti con una cannuccia intinta

nell’inchiostro.

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Foglio di papiro

• I rotoli di papiro, chiamati "volumen"; per essere letti dovevano essere svolti come una pellicola fotografica.

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Pareti delle caverne

Incisione nella caverna di Lascaux

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Tavoletta di argilla

• Nel delta del Tigri-Eufrate non cresceva il papiro: si adoperò l’argilla, che in quei luoghi era molto abbondante. Ma non era facile tracciare sull’argilla dei disegni a linee continue, per questo gli scribi utilizzavano delle cannucce con la punta triangolare troncata, che imprimevano dei segni a forma di cuneo sull’argilla tenera. Nacque così la scrittura cuneiforme.

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Biblioteche: Storia (1)

Le più antiche biblioteche (nel senso di raccolta di scritture) a noi note appartengono all’Assiria, grazie soprattutto alla maggior resistenza al tempo del materiale scrittorio: le tavolette di terracotta incise con caratteri cuneiformi. In Egitto sorse la maggiore biblioteca del mondo ellenistico, che raggiungeva il numero di 700.000 volumi allorché fu parzialmente distrutta dall’incendio appiccato dalla flotta di Cesare al porto di Alessandria (47 a.C.).

Abbiamo notizia di raccolte librarie considerevoli, appartenenti a privati, prima in Grecia, particolarmente ad Atene, e poi a Roma.

Il più ricco fondo che ne sia stato rinvenuto è quello emerso, da una villa di Ercolano appartenuta forse a L. Calpurnio Pisone, suocero di Cesare. Con il periodo imperiale si aprirono le prime biblioteche pubbliche, la cui tradizione continuò in epoca cristiana.

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Col Cristianesimo le grandi biblioteche di uso

collettivo tendono a concentrarsi nei cenobi, a cominciare da quelli egiziani e copti. Le biblioteche monastiche dell’occidente e le scuole sorte

attorno alle maggiori cattedrali (Verona, Pavia, Vercelli, Modena,

Lucca), costituiscono per secoli i massimi centri di cultura:

ricordiamo in Italia Montecassino, Cava dei Tirreni, Nonantola, Bobbio.

Alle collezioni spesso insigni messe insieme dai primi umanisti si affiancano e sostituiscono quelle sempre più numerose dovute alla munificenza dei principi: Acaia, Sforza, Montefeltro, Gonzaga, Estensi. A quest’epoca risalgono i più insigni esempi di sale longitudinali con due file parallele di banchi, derivanti dalla forma architettonica

ormai consueta nel Medioevo per le biblioteche monastiche.

Biblioteche: Storia (2)

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Biblioteche: Storia (3)

Fu l’invenzione e la progressiva diffusione della stampa, soprattutto nell’età della Controriforma, a determinare il progressivo diffondersi delle biblioteche come necessario strumento di studio, anche al di fuori della magnificenza di un privato o di un principe

bibliofilo.

Le sedi di molte congregazioni religiose si ornarono di stupende sale-biblioteca, e agli albori del ‘600 si aprirono famose biblioteche pubbliche, prototipo delle moderne; nel 1609 l’Ambrosiana a Milano, nel 1614 l’Angelica a Roma e poi l’Alessandrina e la Casanatense. Nel ‘700 le biblioteche organicamente concepite si vennero diffondendo in tutti i centri di qualche importanza culturale, per lo più in forma di luminosi saloni rivestiti da sontuose scaffalature, forma a cui si mantennero fedeli i costruttori e i bibliotecari ottocenteschi.

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Biblioteche: Storia (4)

Nel corso dell’800 l’enorme aumento verificatosi nella produzione e nella diffusione del libro dopo l’introduzione delle macchine nella fabbricazione della carta prima e nella composizione tipografica poi, è venuto imponendo come principale problema delle vecchie e nuove biblioteche quello dell’immagazzina-mento dei volumi in depositi che unissero il massimo di capienza alla più pronta e rapida accessibilità.

Accanto a biblioteche insigni per istituzione, e fondi antichi e preziosi, destinati soprattutto alla migliore conservazione di questi ultimi ad uso di una ristretta cerchia di studiosi, abbiamo biblioteche specializzate per ogni singolo ramo dello scibile, destinate a permettere e a facilitare le più complete e rapide ricerche per gli specialisti.

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CatalogazioneOgni libro che entra a far parte di una biblioteca viene bollato col timbro della medesima e riceve un numero d'ordine segnato nel registro d'ingresso e riportato sul libro nell'ultima pagina del testo. Successivamente viene sistemato negli scaffali e la collocazione è indicata sul dorso e talvolta sulla prima pagina del libro per mezzo di una sigla chiamata segnatura. La collocazione deve anzitutto tener conto dell'altezza del volume: mettendo insieme libri di piccolo e di grande formato si spreca dello spazio e si espone una superficie maggiore all'azione della polvere e degli agenti patogeni. Altri metodi di collocazione sono quello sistematico o per materie, che consiste nel collocare l'una accanto all'altra le opere che riguardano una stessa materia; quello alfabetico, assai meno usato per i continui spostamenti che comporta; quello cronologico, che consiste nel sistemare i volumi secondo l'ordine di accessione. Con l'uso di scaffalature componibili e mobili il problema della collocazione è divenuto più semplice; nelle biblioteche più antiche occorre invece rispettare l'ordine dei vecchi fondi. L'indicazione della collocazione del libro, cioè la segnatura, viene riportata nelle schede che sono messe a disposizione del pubblico e il cui insieme costituisce il catalogo. Il catalogo può essere — e nelle biblioteche di norma vi sono tutt'e tre i tipi — alfabetico per autori, a soggetto (o alfabetico per argomento) e infine per materia, quando vengono raggruppate insieme, secondo uno schema prestabilito, le schede di una determinata materia. Il metodo più comune di classificazione per materia è la classificazione sistematica decimale.

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La memoria elettronicaLe schede di catalogazione cartacea, utilizzate organicamente dall'inizio del secolo, e poi le schede meccanizzate, sono le antesignane degli odierni sistemi informatizzati. Oggi le informazioni presenti in uno schedario, e i contenuti dei documenti ai quali rimandano, possono essere conservati in forma digitale, così da potere essere memorizzate in modo permanente nelle

banche dati dei computer, per essere quindi ritrovate e trasmesse elettronicamente.

Oggi un documento non è costituito soltanto da testi e immagini, ma può essere anche formato da un testo multimediale costituito da audio e video, e può contenere istruzioni per la programmazione dell'interattività.

La raccolta di documenti nella banca dati di un elaboratore elettronico permetterà sempre più di avvantaggiare ogni possibile lettura delle singole informazioni, ordinatamente conservate, e di porle in relazione reciproca, confrontandone gli elementi, per riscontrarvi concordanze e discordanze, per trovarne delle leggi costanti. Questo processo di memorizzazione, come tutti possono osservare direttamente, è in espansione iperbolica.

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BibliografieLa bibliografia è una delle discipline che studiano il libro, e ha lo

scopo di catalogare le pubblicazioni secondo criteri ben determinati.

Etimologicamente significa “descrizione del libro” ed indica l’autore, il titolo del libro e le note tipografiche (editore, luogo e data di stampa), indicazioni che, di solito, sono tutte riunite nel frontespizio di ogni opera. Come arte è antica quanto le prime biblioteche; come scienza vanta origini relativamente recenti (XVIII sec.), quando, per la vastità assunta dalla produzione libraria, fu praticamente impossibile avere conoscenza particolareggiata dei libri. Può essere descrittiva, analitica, critica, generale, parziale, retrospettiva, corrente, alfabetica (per autore, per titoli, per soggetti), cronologica, sistematica. Le bibliografie possono essere generali e universali se segnalano tutte le pubblicazioni a stampa senza distinzione di argomento e di lingua, ma più spesso sono generali nazionali, cioè limitate ai testi apparsi in una nazione o in una lingua. Dal 1945 sono stati fatti tentativi per la creazione di un catalogo unificato di tutte le biblioteche del mondo; fin dall'inizio del secolo molte nazioni hanno avviato la costituzione di un catalogo centrale nazionale (come si sta facendo in Italia presso la Biblioteca nazionale di Firenze,

che dal 1959 pubblica la Bibliografia nazionale italiana).

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Bibliografie

Le prime bibliografie si interessano più degli autori e dei loro scritti che del libro in sé e, riguardando in modo particolare certe scienze, come la medicina, il diritto, la botanica, la storia, ecc. sono già sufficientemente critiche, con classificazioni delle pubblicazioni, metodiche e precise. Verso la fine del Settecento la bibliografia si estese ad altri aspetti della storia del libro: la bibliofilia, la biblioteconomia, la storia delle biblioteche, specialmente con l'apparizione di numerosi cataloghi di biblioteche e dei primi annali di stampatori. Con i primi dell'Ottocento accanto alle bibliografie retrospettive comparvero quelle di opere correnti, sia a carattere nazionale che particolare: le prime bibliografie specializzate di opere correnti apparvero in Germania sin dal 1822. Per tutto l'Ottocento si moltiplicarono le bibliografie nazionali, a carattere generale; in Italia la Bibliotheca bibliographica italica di G. Ottino e G. Fumagalli (1889-1902), il Catalogo generale della libreria italiana di A. Pagliaini (fino al 1930), il Bollettino delle pubblicazioni italiane ricevute dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze (dal 1886). A poco a poco rassegne e repertori bibliografici, generali e particolari, compilati da specialisti particolarmente competenti, si sono andati moltiplicando e perfezionando, offrendo al ricercatore, con estrema precisione, lo stato degli studi e la più aggiornata produzione libraria su determinate materie o soggetti.

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Edizioni Rare

Sono ricercatissime quelle del sec. XV (incunabuli), e del secolo XVI (cinquecentine),le edizioni principi dei classici e dei primi autori della letteratura italiana (che in parecchi casi hanno il valore di codici preziosi, essendo state condotte su manoscritti andati poi perduti), le edizioni originali dei grandi scrittori italiani, francesi e inglesi, quelle uscite dalle stamperie di celebri tipografi (Aldini, Giunta, Elzeviri, Bodoni, ecc.) e infine quelle tirate a piccolissimo numero di esemplari. Sono inoltre ricercatissimi anche i libri divenuti rari per singolari circostanze (incendi, naufragi, ecc.) che ne hanno distrutto il maggior numero di copie, oppure perché furono soppressi dagli autori medesimi. Infine gli esemplari con dediche autografe o postillati dagli autori o da illustri personaggi, quelli con legature artistiche o storiche e anche gli esemplari unici arricchiti di segni originali o di documenti grafici sono pure molto apprezzati dai bibliofili.

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Incunabuli

ra gli Incunaboli (libri in cuna, in culla, ossia i primi libri a

stampa) sono comprese le edizioni del ‘400.

arte della stampa, per quanto rivoluzionaria, tentò agli inizi di riprodurre i manoscritti, accelerando sì il processo di produzione seriale dei testi, ma ricorrendo agli amanuensi

per il decoro dei capilettera.

L’

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Cinquecentine

Le Cinquecentine sono le edizioni del '500: esse rappresentano un'evoluzione del libro che non cerca più di imitare il modello del manoscritto, ma si propone come un oggetto diverso, in particolare con la prima pagina, del frontespizio, dedicata a contenere le principali informazioni, quali l'autore e il titolo, per identificare l'opera.

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»Il primo libro stampato»Il libro più raro»La più grande biblioteca del mondo antico»La casa editrice italiana al primo posto in classifica per diffusione

»Il libro più veloce del mondo»Il libro è l’oggetto più venduto via Internet»La città ribattezzata dai libri

Curiosità e Record

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Edizioni Aldine

Aldo Manuzio (Bassiano, Latina 1449 - Venezia 1515), è considerato il principe dei tipografi del Rinascimento italiano, inventore del carattere corsivo (che per questo motivo è noto all'estero come italico) e capostipite di una illustre casata di stampatori.

A lui si devono, oltre a importanti edizioni di testi classici, l'uso del formato tascabile per i libri di letteratura e la scelta del carattere corsivo per i testi: le sue edizioni vengono chiamate "aldine" a testimonianza dell’originalità dell'impostazione e dell’accuratezza dell’edizione, per cui sono famose.

La marca tipografica delle edizioni aldine, ancora e delfino, è rimasta nei secoli a simboleggiare l'arte tipografica nei suoi risultati più eccellenti.

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Giovanni Battista BodoniTipografo fonditore (Saluzzo 1740 – Parma 1813) Apprese i primi rudimenti dell’arte tipografica nell’officina paterna, poi si trasferì a Roma, dove venne assunto come compositore nella stamperia della Propaganda Fide. Le prime opere da lui composte furono un messale arabo-copto e l’alfabeto tibetano.

Bodoni pubblicò soprattutto opuscoli e opere di grande formato, da collocare quasi esclusivamente presso biblioteche ed amatori. Ha il merito di aver saputo riunire la semplicità e la bellezza all’eleganza e all’armonia. Fa contrasto con la sontuosità delle edizioni la modestia delle genuine legature bodoniane, aventi per lo più carattere provvisorio e consistenti in una specie di cartella con cartoni rivestiti di carta color mattone scuro, senza alcun titolo o dicitura. Punzoni e matrici di Bodoni con il suo carteggio sono ancora raccolti nella Biblioteca Palatina di Parma; collezioni notevoli si trovano anche alla Nazionale Braidense di Milano e alla Civica di Torino.

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CONSERVAZIONE

CONSIGLI PER CONSERVARE I LIBRI ANTICHI

L’importanza della corretta conservazione di un solo libro o a maggior ragione di un intera biblioteca, non deve mai essere sottovalutata.

• UMIDITA’ - Per eliminare l’umido basta inserire qualche pezzo di carbone nelle librerie chiuse o a vetrina.

• MUFFA - Per preservare i libri dalla muffa bastano poche gocce di essenza di trementina versate sul legno degli scaffali.

• INSETTI - Per allontanare gli insetti inserite dai libri pezzi di canfora o foglie seccate di alloro.

CONSIGLI DI CARATTERE GENERALE

• La temperatura ideale è di 15 °C.• Non pressate i libri fra loro.• Arieggiate almeno una volta ogni due mesi.

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Il Restauro dei Libri

Il restauro di libri antichi è un’arte di scomposizione e di ricostruzione, in cui ogni intervento deve essere misurato, controllato, affinché l’occhio attento e la mano precisa dell’artigiano ricostituisca, nel rispetto dell’opera originale, le lesioni causate dal tempo e dall’incuria umana.

Il procedimento per il recupero dei libri si suddivide in diverse fasi; la prima operazione è quella della disinfestazione dagli insetti. Si può quindi procedere alla pulitura di ogni singola pagina, poi al lavoro di ricomposizione dei fogli, con ricongiungimento delle parole separate da lesioni. I fogli restaurati vengono pressati e ricomposti nell’ordine originario dell’opera, dopo ricuciti vengono uniti alla coperta.

Gli interventi effettuati non devono mai violare l’originalità dell’opera, ma salvaguardare un patrimonio di enorme valore che altrimenti rischierebbe di perire insieme ad una parte della nostra storia.

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La città ribattezzata dai libri• Si tratta di Porto Empedocle, che dal 28

aprile 2003 ha come secondo nome Vigàta, la città di residenza del commissario Salvo Montalbano e nella quale sono ambientati la maggior parte degli episodi polizieschi descritti da Andrea Camilleri. Porto Empedocle è la città natale dello scrittore, un po’ inventata, un po’ dipinta attraverso i ricordi dell’infanzia. Il successo dei libri di Montalbano porterà più turisti alla città, come il set delle riprese dei telefilm della stessa serie ha incrementato il turismo di Ragusa Ibla, città scelta appunto per l’ambientazione televisiva degli episodi.

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Il primo libro stampato

Il primo libro stampato giunto sino a noi è la Bibbia delle 42 linee o Mazarina stampata a Magonza intorno al 1454 grazie all’invenzione dei caratteri mobili di Johannes Gutemberg. Di quell'opera sembrano essere state tirate al mondo circa 180 copie, di cui 48 sopravvivono, in condizioni più o meno buone.

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BIBLIOTECHE RIUNITE CIVICA E A. URSINO RECUPERO

L’antica biblioteca del monastero di S. Nicolò l’Arena di Catania, dopo aver subito la perdita di molti libri e di antichi manoscritti a causa del terremoto del 1693, venne ricostruita nei primi anni dell’ 700. Abati e monaci studiosi l’arricchirono di preziose raccolte di manoscritti, codici miniati, incunaboli e libri di varie scienze, riportandola all’antico splendore.Oggi costituisce una delle istituzioni culturali cittadine più ricche e significative.Uno dei locali più importanti è la splendida Sala Vaccarini, che contiene la collezione libraria dei Benedettini ancora nella sistemazione originaria. Il soffitto è affrescato con allegorie delle Virtù, le Arti e le Scienze; il pavimento è di maiolica di Capodimonte. La biblioteca contiene, oltre il primo nucleo della “Benedettina”, i fondi librari delle corporazioni religiose soppresse e la biblioteca di Mario Rapisardi. Ha un patrimonio librario di circa 200000 unità, compresi i volumi e gli opuscoli a stampa dei secoli XVII – XX, pergamene, manoscritti, lettere, disegni, incunabuli, cinquecentine, stampe, periodici ed alcuni erbari del ‘700.

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Il libro più raro

E’ il “Christianismi Restitutio” di Michele Serveto del 1532, di cui pare esistano solo 3 esemplari. L’opera fu infatti bruciata insieme al suo autore, condannato al rogo perché colpevole di aver esposto una brillante intuizione sulla natura della piccola circolazione sanguigna, dilungandosi nella conclusione di come essa permettesse allo spirito divino di penetrare nel corpo attraverso l'aria.

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La Sala Vaccarini

Alcune immagini della splendida Sala Vaccarini delle Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero

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La più grande bibliotecadel mondo antico

• La maggiore biblioteca del mondo ellenistico era quella di Alessandria in Egitto, che raggiungeva il numero di 700.000 volumi allorché fu parzialmente distrutta dall’incendio appiccato dalla flotta di Cesare al porto di Alessandria (47 a.C.). Questa biblioteca, annoverata tra le più antiche e grandi biblioteche del mondo antico, fu come un centro di diffusione letteraria in cui si mescolarono la civiltà egizia con la corrispondente cultura greca, e la maggior parte delle culture orientali.

La nuova Biblioteca di Alessandria

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BIBLIOTECHE NEL CATANESE

Biblioteche Riunite Civica e A. Ursino Recupero Biblioteca Universitaria Regionale Biblioteca Comunale “Vincenzo Bellini” Biblioteca dello Spettacolo “Domenico Danzuso” Biblioteca Agatina del Seminario Arcivescovile Biblioteca dell’Istituto di Storia Patria Biblioteca dell’Istituto di Studi Romani Biblioteca dell’Osservatorio Astrofisico Archivio di Stato

Emeroteca Biblioteca Comunale di Mascalucia

SERVIZI E ORARI

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SERVIZI E ORARI• Biblioteche Riunite Civica e Antonio Ursino Recupero - Via Biblioteca 13 - Tel. 316883 Biblioteca Universitaria Regionale - P.zza Universita' 2 - Tel. 7366111

Sedi distaccate: Sezione musicale Via Etnea 84 - Tel. 7366111Sezione periodici Via L. Sturzo 74Sezione pubblicazioni Via Orto S. Clemente - Tel. 7366207

• Biblioteca Comunale V. Bellini Via A.di Sangiuliano 307 - Tel. 311261 • Fondazione Verga P.zza S. Francesco d'Assisi 11 - Tel. 7150623 • Fondazione Bellini Via Biblioteca 13 - Tel. 311509 Società Storia Patria per la Sicilia Orientale Piazza Stesicoro 29 - Tel. 316920 • Biblioteca storica cataneseVia Etnea 284 - Tel. 311124 • Biblioteca Agatina c/o Seminario arcivescovile V.le O. da Pordenone 24 - Tel. 333310 • Accademia Gioenia C.so Italia 55 - Tel. 371668 • Biblioteca Regionale di Casa Verga V. S. Anna 9 - Tel. 7150598 • Biblioteca dei libri editi fuori commercio P.zza Bellini 6 - Tel. 321859• Biblioteca Francese dell'Alliance Francaise Via Caronda 482 - Tel. 439913 Biblioteca del Museo

Belliniano P.zza S. Francesco d'Assisi 3 - Tel. 7150535 • Biblioteca dell'Ordine Forense c/o Palazzo di Giustizia P.zza Verga - Tel. 448219 • Biblioteca della Soprintendenza per i beni culturali ed ambientali Via Luigi Sturzo 62 - Tel. 530073 • Universita' Popolare Via Trieste 21 - Tel. 376696 • Cappuccini Via S. Maria della Catena 2 - Tel. 455666 • Biblioteca esperantista Via Plebiscito 784 • Biblioteca Comunale Cibali Via Galermo 254 - Tel. 7141511 • Biblioteca Comunale Libero Grassi C.so Indipendenza 5 - Tel. 457856 • Biblioteca Comunale Librino Str. S. Giorgio 24 - Tel. 206895 • Biblioteca Comunale Livatino Via Pier Giorgio Frassati 2 - Tel. 415164

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La casa editrice italiana al primo posto in classifica per diffusione

Le Edizioni San Paolo (periodici, libri, dischi, film, video, audio, CD, ecc) è la casa editrice italiana al primo posto in classifica per la tiratura ed è anche l’editrice cattolica più diffusa a livello internazionale.

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Biblioteca Universitaria RegionaleContiene 210.000 volumi ed opuscoli a stampa, tra cui 116 incunabuli, 2.719 cinquecentine, e

3.587 periodici. Conserva inoltre 522 volumi manoscritti, 9.815 lettere e documenti preziosi. Fra le rarità, le stesure autografe di Una peccatrice, della Storia di una capinera, de I Malavoglia, di moltissime altre novelle e di documenti e lettere di Giovanni Verga e il manoscritto originario de I Viceré di Federico De Roberto.

La Biblioteca fu aperta a Catania nel 1755, per iniziativa dell’abate Vito Maria Amico, e si trova al piano nobile del Palazzo Universitario. Ebbe come primo nucleo la

raccolta dello storico paler-mitano Giambattista Caruso, poi arricchita dalla libreria donata da mons. Salvatore Ventimiglia nel 1783.La sala principale, una volta ornata da stucchi e dorature, era abbellita da un affresco di Olivio Sozzi che raffigurava Il trionfo di Pallade.

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Il libro più veloce del mondo

Per celebrare l’ultima Giornata mondiale del Libro, la Fondazione per la lettura tedesca ha promosso la singolare iniziativa. Quaranta autori hanno avuto ciascuno due ore (dalle 7,45 alle 9,45) per scrivere un racconto sul tema “Tempo”, da inviare via fax o e-mail ad una casa editrice di Colonia che ha subito messo al lavoro i correttori di bozze. Eliminati errori e refusi, il libro è stato stampato. Alle 17 le mille copie del libro più veloce del mondo sono state trasportate alla stazione, per essere distribuite, attraverso i treni ad alta velocità, nelle librerie di Berlino, Monaco, Stoccarda e Dusserdorf. Agli scrittori che hanno collaborato all’opera non andrà alcuna retribuzione: l’iniziativa servirà per finanziare scuole e asili nido in Afghanistan.

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Il libro è l’oggettopiù venduto via Internet

Nel 1999 negli Stati Uniti il libro su carta è stato l'oggetto più venduto via Internet. Con una quota dell'11 per cento del commercio elettronico complessivo, i libri hanno superato anche i programmi informatici (10 per cento) e i cd musicali (8,7 per cento). Finora, dunque, non solo i tradizionali volumi non sono stati sostituiti dai nuovi supporti digitali ma anzi le tecnologie informatiche hanno contribuito alla loro diffusione.

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Biblioteca Comunale “Vincenzo Bellini”In origine fu aperta nel chiosco del giardino Bellini dal Sindaco Giovanni Perni nel 1950. Era la prosecuzione della vecchia Biblioteca Pubblica Comunale, trasformata durante il fascismo in “centro di studi siciliani” e distrutta poi dalla guerra. Dal 1968 fu ospitata nei locali di via Sangiuliano 303, ad angolo con via Manzoni. Dal luglio 2000 è allocata in via Passo Gravina, 19, mentre si attende per il 2004 il completamento dei lavori di ristrutturazione della sede storica di via Sangiuliano, in cui saranno allestite le sezioni specialistiche. La Biblioteca consta di circa 80.000 volumi ed è dotata di un programma di catalogazione informatizzata accessibile al pubblico. Possiede le sezioni speciali: “Sezione locale”, “Sezione ragazzi”, “Sezione arte e letteratura”.Postazione per accesso internet e consultazione opere multimediali.

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Biblioteca dello Spettacolo“Domenico Danzuso”

E’intitolata al critico teatrale catanese e giornalista de “La Sicilia” scomparso nel 2000, che ha donato la sua vasta biblioteca al Teatro Stabile.

Il fondo consta di circa 500 volumi tematici ed è ospitato a Palazzo Platamone, in via Landolina.

Aperta da Lunedì a Venerdì dalle 9,30 alle 12,30.

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Biblioteca Agatinadel Seminario Arcivescovile

La Biblioteca detiene un patrimonio librario di grande valore qualitativo e quantitativo. Il nucleo centrale è costituito da un notevole numero di volumi donati dal canonico Giovanni Battista De Grossis, fra cui un libro di preghiere pergamenaceo e miniato della fine del XVI sec. ed un Missale di pregevole fattura.

Il patrimonio librario, ampliato ed arricchito a seguito di acquisti e donazioni, risulta attualmente costituito da oltre 50.000 volumi, tra cui 19 incunabuli e circa 200 cinquecentine.

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Biblioteca dell’Osservatorio Astrofisico

La biblioteca dell'Osservatorio Astrofisico di Catania consta di 10.500 monografie, 397 periodici (compresi quelli interrotti), 234 libri antichi, e diverso materiale audiovisivo.

Le tematiche prevalenti riguardano astrofisica e astronomia, anche se

una parte rilevante del posseduto comprende trattati di fisica generale e matematica. Inoltre, e' presente una speciale sezione didattico- divulgativa in continua espansione comprendente videocassette e cd-roms. E’ consentito il prestito esterno agli studenti, ma solo per i volumi di cui si possiede più di una copia, per la durata di 15 giorni. La biblioteca e' aperta tutti i giorni feriali dalle 8:15 alle 13:45 e nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle 14:30 alle 17:30.

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Archivio di Stato

La biblioteca dell’Archivio Storico catanese ha una principale specializzazione in storia siciliana (e più in particolare catanese) nonché nelle materie di carattere archivistico, paleografico, diplomatico e giuridico. La biblioteca consta, a tutt'oggi, di circa 11.700 volumi ed opuscoli, nel cui numero sono comprese anche 290 testate di periodici, per complessive 3000 annate circa. Esiste anche una piccola sezione di compact-disc e videocassette, composta di 20 unità, frutto soprattutto di dono da parte di altri Istituti.

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Emeroteca

I servizi di consultazione (quotidiani, periodici e Gazzette Ufficiali) e di ascolto di cd musicali sono attivi presso i locali dell’Assessorato alla Cultura in Piazza Duca di Genova 26 tel. 095311261. Orari: Da lunedì a sabato 9-13; martedì e giovedì anche  15.15 – 17.45.

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1. I piatti (anteriore e posteriore) consistenti nelle due parti solide che racchiudono l’ insieme dei fascicoli.

2. Il dorso dove si applica la cucitura e, a legatura ultimata, si imprime a fuoco o si scrive a penna il titolo del libro e magari il nome dell’ autore.

3. Le nervature o rialzi che sono quelle sporgenze che attraversano il dorso ad intervalli regolari, determinate dalle cuciture dei fascicoli.

4. Gli spigoli morsi costituiti dai confini tra piatti e dorso sui quali poggiano i cartoni della coperta.

5. La cassa o unghiatura, cioè la sporgenza dei piatti rispetto ai margini dei fogli.

6. I capitelli, consistenti nelle venature in seta o cotone situata alle due estremità del dorso.

7. Il taglio-testa cioè la parte superiore del libro determinata dai margini superiori dei fogli.

8. Il taglio-piede consistente nella parte inferiore del libro opposta alla testata.

9. Il taglio davanti che è la parte esterna del libro, determinata dal margine esterno dei fogli.

10. I fogli di guardia, cioè le pagine bianche poste all’ inizio e alla fine del libro.

11. Le controsguardie o risguardie che sono fodere interne della coperta.

STRUTTURA DEL LIBRO

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CODICE Col termine codice (codex indicava più tavolette di

legno cerate legate insieme) si indicò nell'età romana il libro compatto in contrapposizione a volume, rotolo. Quando si diffuse l'uso della pergamena come materia scrittoria, divenne naturale tagliarla in fogli, piegare questi in quaderni e legarli a forma di libro: il codice soppiantava così il rotolo. All'inizio i codici vennero usati solo per la trascrizione di testi sacri, poi per testi e compilazioni giuridiche, infine divennero di uso generale. La pergamena fu la materia più comune sino al XV sec. ma anticamente si usò anche il papiro e dalla fine del XII sec. anche la carta; si parla perciò di codici pergamenacei, codici papiracei e codici cartacei. Il codice è formato di più quaderni ciascuno di otto pagine risultanti da quattro fogli piegati in due; le pagine anticamente non erano numerate, solo i quaderni recavano un numero o una lettera; per la successione delle pagine si ripeteva in quella precedente la parola con cui cominciava la successiva.

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TAVOLETTA INCERATA

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Evoluzione della scrittura

Fra le scoperte e le invenzioni della prima età dei metalli c’è anche la scrittura.La prima scrittura usata dagli uomini è la successione dei disegni rappresentati nelle

caverne paleolitiche: la scrittura pittografica esprime infatti delle frasi attraverso disegni. Un esempio sono le incisioni presenti sulle pareti delle caverne.

I caratteri egiziani (geroglifici) continuarono a lungo ad essere dei disegni che rappresentavano oggetti (pittogrammi). Ancora oggi usiamo dei segni pittografici, ad esempio nella segnaletica stradale (un bambino con una cartella sotto il braccio indica la vicinanza di una scuola, ecc.).

Dalla pittografia si sviluppò un sistema di scrittura che poteva esprimere cose nuove senza aumentare continuamente i segni. Utilizzando solo il suono delle parole, non il loro significato, era possibile combinarle per ottenere nuove parole, proprio come nei moderni rebus di enigmistica. Questo tipo di scrittura si chiama fonetica, dal greco fonè, che significa suono. Le scritture inventate dagli antichi abitanti della Mesopotamia e dell’Egitto furono in parte pittografiche ed in parte fonetiche.

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Scrittura pittografica

Incisione sulle pareti della caverna di Lascaux

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Scrittura pittografica

Esempio di geroglifici egiziani

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Scrittura pittografica

Esempio di moderni pittogrammi

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La stele di Rosetta

E’ la celebre pietra in basalto nero, scoperta nel 1799 nella città di Rosetta, sul delta del Nilo, che reca una triplice iscrizione in cui accanto ai geroglifici è riportata la corrispondenza in demotico e in greco. Questo ritrovamento ha permesso al francese Jean François Champollion, nel 1822, dopo secoli di infruttuosi tentativi, di decifrare per la prima volta l'antica scrittura geroglifica, aprendo così lo studio dei reperti egizi e la ricostruzione della storia e della cultura di un popolo che fino ad allora era rimasto sconosciuto.

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I fenici e l’alfabeto

Nel corso di scavi archeologici nell’antica città fenicia di Ugarit, vennero scoperte delle tavolette incise a caratteri cuneiformi. Il numero di questi caratteri era limitato a 29; essi esprimevano i suoni fondamentali del dialetto parlato nella città intorno al 1500 a.C. Rispetto alle altre scritture cuneiformi, questa scrittura è ormai completamente fonetica, cioè ad ogni segno corrisponde un suono della lingua parlata. Le prime iscrizioni in un alfabeto non cuneiforme sono state trovate in un’altra città fenicia, Biblo, in cui l’alfabeto è costituito da 22 lettere e scritto da destra a sinistra. In queste iscrizioni sono espresse le sole consonanti; le vocali saranno introdotte dai Greci, i quali adopereranno i segni dell’alfabeto fenicio per rappresentare i suoni della loro lingua, non semitica, ma indoeuropea.

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Produzione della carta

In Cina si fabbricava, poco dopo l'era cristiana, la carta fatta di corteccia d'albero, di bambou macinato e di stracci sminuzzati e ridotti in pasta. Verso la metà del secolo VIII, gli Arabi, che avevano imparato i procedimenti della produzione della carta, li portarono a Bagdad, poi in Yemen, in Asia Minore, in Africa e in Spagna. Questa carta, che si chiama a mano, alla vasca, o alla forma, per distinguerla dalla carta moderna, detta a macchina, senza fine o meccanica, si faceva unicamente con degli stracci di tela bianca, battuti e lavati il più possibile. Gli stracci, tagliati in piccoli pezzi, erano in seguito triturati e ridotti in pasta grazie a procedimenti via via più perfezionati. La pasta molto liquida così ottenuta viene passata in un serbatoio detto vasca, in cui un operaio immerge la forma, o stampo, destinata a trattenere una certa quantità di pasta di carta. La forma è composta da un telaio di legno, attraverso il quale vengono tesi dei fili di rame, vicini tra loro, sostenuti da piccole traversine di legno e mantenuti in posizione da altri fili di rame, molto più spaziati e posati perpendicolarmente ai primi. I fili ravvicinati, tesi parallelamente ai lati lunghi della forma costituiscono, le vergelle; gli altri, perpendicolari, vengono chiamati filoni. Infine si salda, su questa forma, un filo di rame torto, che rappresenta una figura, un qualsivoglia oggetto; questo marchio costituisce la filigrana.

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Produzione della cartaUna cornice mobile, il cui spessore determina quello della carta, viene posata sulla forma, che viene così immersa nella vasca. Il lavorante la ritira colma di pasta e le imprime qualche movimento secco, allo scopo di pareggiare il prodotto e di mischiare bene tra loro i filamenti. L'acqua scola attraverso i fili del telaio e si ottiene così il foglio di carta. La forma, liberata dalla cornice amovibile, è trasportata e rovesciata su un feltro, dove lascia il foglio di carta. Si impila alternativamente un foglio di carta ed un feltro e si pressa il tutto, per far scolare quanta più acqua possibile. Dopo si portano i fogli nello stenditoio e li si appendono a delle corde, dove finiscono di asciugare.Prima di poterla usare per scriverci sopra la carta deve venir incollata. Questa operazione sembra si facesse presso gli arabi con l'amido, o con la gomma adragante, con dei procedimenti che sono stati da poco chiariti. Invece in Occidente si è fatto ricorso quasi subito alla colla animale: si bagnava la carta, un foglio alla volta o a pacchetti, in un liquido carico di gelatina, ottenuto dalla cottura di resti di pelle, di tendini e cartilagini di animali.Molto spesso sulla carta si procede alla satinatura. Il foglio di carta veniva posato su una lastra di marmo liscia e sfregato in tutte le direzioni con una pietra dura, lunga circa da 10 a 20 cm., larga 5 cm. e spessa 3 cm. Certe carte, del XV.° e del XVI.° secolo, lisciate in questo modo, sono di una brillantezza e lucidità rimarchevoli.Questi sono, nei tratti essenziali, i procedimenti molto semplici, quasi primitivi, usati fino all'inizio del XIX secolo nella fabbricazione della carta.

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La filigrana

La filigrana è quell'impronta lasciata in calco nella pasta di carta, da un ornamento fatto con filo di ottone saldato sulla forma. Vista in trasparenza risalta in chiaro sull'insieme più scuro del foglio; è stata normalmente rilevata e indicata per distinguere le carte.La filigrana non occupa sempre lo stesso posto in tutti i fogli di carta. Esiste un repertorio delle filigrane trovate sulle carte degli archivi genovesi (Les filigranes des archives de Genes di Charles-Moïse Briquet) nel quale sono inserite le filigrane qui riprodotte.