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IL LIBRO ANTICO Corso di Bibliografia a.a. 2011-2012

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IL LIBRO ANTICO

Corso di Bibliografia

a.a. 2011-2012

1. Che cos’è un libro antico

• Obiettivo di queste slides è l’apprendimento della definizione di libro antico e la conoscenza a livello minimo della sua manifattura, al fine di comprendere cosa sia e come è stato fatto l’oggetto di questa specifica registrazione bibliografica.

Definizione merceologica o bibliologica

• Un libro antico è un libro prodotto a mano, il cui testo è stato composto con caratteri mobili e stampato su carta fatta a mano con il torchio a un colpo o a due colpi.

• Tale definizione merceologica di libro antico è accettata anche da standard e codici di descrizione

2. Carta e caratteri

• Esaminiamo dunque gli elementi costitutivi del libro antico:

• carta,

• caratteri,

• torchio.

CARTA

• Per fabbricare la carta s’impiegava la polpa ottenuta dalla fermentazione di stracci.

• Tale polpa riempiva le così dette tine entro le quali s’immergeva la forma, ossia un telaio costituito da una rete di fili metallici (i filoni maggiormente distanziati ed equidistanti; le vergelle più serrate e perpendicolari rispetto ai filoni).

CARTA

• Il foglio di carta, che si otteneva dalla colatura della polpa, presentava l’impronta del reticolato (formato dai filoni e dalle vergelle), della filigrana (un disegno costruito con fili metallici sul reticolato, posizionato al centro della forma e ispirato a una varia simbologia) e della contromarca (in genere costituita dalle iniziali del proprietario della cartiera, posizionate in un angolo della forma).

• Tali elementi sono tuttora visibili a occhio nudo guardando la carta in contro luce.

Filigrana. Repertori

• Charles Moїse Briquet: Les Filigranes. Dictionnaire historique des marques du papier dés leurs apparition vers jusqu'en 1600. 4 Vol. Paris etc. 1907. 2nd edition Leipzig 1923. – C. M. Briquet, Les Filigranes. The New Briquet, Jubilee Edition. Ed. Allan Stevenson. 4 Vol. Amsterdam 1968.

• http://www.ksbm.oeaw.ac.at/_scripts/php/BR.php

Filigrana.Repertori

• THE THOMAS L. GRAVELL WATERMARK ARCHIVE

• http://www.gravell.org/

• «Cette base de données donne la reproduction d'environ 6500 filigranes couvrant la période 1400-1835 de la collection Thomas L. Gravell à la bibliothèque de l'University of Delaware plus les ressources venues des archives de C.M. Briquet à la Bibliothèque publique et universitaire de Genève. La recherche est aisée; trois champs d'interrogations : « descriptor fields » (en 4 langues (anglais, français, espagnol et allemand) ou selon les indices de l'IPH ».

Filigrana. Repertori

• Gerhard Piccard, Die Wasserzeichenkartei Piccard im Hauptsarchiv Stuttgart, Stuttgart, Kohlhammer, 1961-1997 . 25 voll.

• Digital Publication of the "Piccard" Collection of Watermarks

• http://www.landesarchiv-bw.de/web/44577

• http://www.piccard-online.de/start.php

• «Version électronique de l'intégralité de la collection de marques de Gerhard Piccard conservée aux archives de Stuttgart. Reprend le contenu du répertoire déjà imprimé (25 vol. publiés entre 1961 et 1997) à quoi s'ajoutent plus de 20 000 occurrences soit près de 95 000 marques reproduites de consultation tout à fait aisée».

Lapide bolognese del Trecento

• Imperiale: 740 x 500 mm

• Reale: 615 x 445 mm

• Mezzana: 515 x 345 mm

• Reçuta (o carta comune): 450 x 315

FORMATO

Le dimensioni di una pubblicazione antica dipendevano dal numero delle piegature che il foglio di carta fatta a mano riceveva per ottenere il formato desiderato (formato bibliologico).

• Osservando la posizione dei filoni, della filigrana e della contromarca deduciamo il formato di un libro.

• Filoni, vergelle, filigrana e contromarca, a seconda del numero delle piegature ricevute dal foglio, si trovano dislocati in varie posizioni nel foglio.

• Diamo un prospetto dei principali formati e rinviamo per un approfondimento alla lettura delle pagine che i manuali dedicano a questo tema (v. Giuseppina Zappella, Il libro antico a stampa: strutture, tecniche, tipologie, evoluzione, Milano, Editrice Bibliografica, 2001, p. 325–355).

Formato Filoni Filigrana Contromarca

1°: in plano orizzontali al centro della

metà

superiore o

inferiore,

intera

in posizione

coricata

nella stessa

posizione

della

filigrana,

nella metà

opposta

2°: in folio

Ottenuto con una

piegatura del foglio

di stampa, lungo

l’asse verticale.

Verticali

al centro di una

delle due

carte

coerenti

prodotte a

partire dal

medesimo

foglio,

intera,

diritta,

capovolta

nella stessa

posizione

della

filigrana,

nell’altra

carta non da

questa

contrassegn

ata

4°: in quarto

Ottenuto con due

piegature: la prima

lungo l’asse verticale,

la seconda lungo

l’asse orizzontale.

Orizzontali al centro della

piegatura

dorsale

divisa a

metà

superiore e

inferiore, in

posizione

coricata (2

carte su due)

nella stessa

posizione

della

filigrana,

nelle due

carte ove

essa non è

presente

8°: in octavo

Ottenuto con tre

piegature: la prima

lungo l’asse verticale

mediano, la seconda

lungo l’asse

orizzontale mediano

e la terza lungo l’asse

verticale.

Verticali divisa in

quattro,

diritta o

capovolta,

nell’angolo

superiore tra

il margine di

testa e

quello

interno (4

carte su 8)

nella stessa

posizione

della

filigrana,

nelle quattro

carte ove

essa non è

presente

In 12°comune

Ottenuto con un taglio

lungo l’asse verticale a

un terzo della

larghezza, dal quale si

originano due frazioni

che vengono poi

piegate tre e due volte.

La frazione minore

(feulleton, quaderno)

viene aggregata alla

maggiore o all’interno o

all’esterno. Nel tipo

detto all’olandese il

feulleton costituisce un

fascicolo separato,

cosicché si ha

l’alternanza regolare di

fasc. di 8 e 4 carte.

Orizzontali divisa a metà,

coricata, nella

parte alta del

margine

esterno (2

carte su 12)

nella stessa

posizione

della filigrana

in due carte

ove essa non

è presente

In 12° lungo

Ottenuto con 4 piegature

senza taglio (due

piegature lungo la

larghezza, in modo da

fare tre sezioni; poi una

piegatura lungo

l’altezza del foglio;

l’ultima a metà

dell’altezza del foglio);

oppure tre e due

piegature con taglio

delle due frazioni.

Nel caso che sia ottenuto da

due frazioni il feulleton

costituisce un fascicolo

separato, cosicché si ha

l’alternanza regolare di

fascicoli di 8 e 4 carte.

Verticali divisa a metà,

diritta o

capovolta, nel

centro del

margine di

testa (2 carte

su 12)

nella stessa

posizione

della filigrana

in due carte

ove essa non

è presente

In 16°: in sedicesimo

Ottenuto con quattro

piegature, oppure un

taglio e quattro e due

piegature (delle

frazioni maggiori e

minori).

Orizzontali divisa in

quattro, in

posizione

coricata,

nell’angolo

superiore tra

il margine di

testa e

quello

esterno (4

carte su 16)

nella stessa

posizione

della

filigrana, in

quattro carte

non

contrassegn

ate

In 24°: in

ventiquattresimo

Viene piegato in modo

che l’altezza sia

divisa in 6 parti e la

larghezza in 4.

Intervengono due

tagli: il primo

verticale al centro

della larghezza ed il

secondo orizzontale

ad un terzo

dell’altezza.

Orizzontali divisa in

quattro,

coricata

nell’angolo

tra il

margine di

testa e

quello

interno (4

carte su 24)

nella stessa

posizione

della

filigrana in

4 carte non

da essa

contrassegn

ate

• I caratteri tipografici, ottenuti da una lega di piombo (80%) e stagno (20%), erano disposti nella cassa tipografica di una serie di caratteri (distinti per tipo, tondo o romano, corsivo o italico, gotico, etc. e dimensioni), suddivisa in due scomparti: la cassa alta contenente le lettere maiuscole e i segni speciali; la cassa bassa contenente le lettere minuscole.

• Una serie di caratteri era sufficiente per la composizione di pochissime pagine, perciò, non appena le due forme di un foglio erano state stampate nel numero previsto di copie, il compositore le smontava e ridistribuiva i caratteri, dopo averli lavati, nei singoli cassettini della cassa tipografica.

3. Il torchio e il processo di stampa

• Il processo tipografico manuale ha come unità base di lavoro la composizione e l’impressione della singola facciata del foglio originale.

• Si chiama forma di stampa la forma composta da un numero variabile di pagine (dipendente dalla struttura dei fascicoli), disposte nell’ordine richiesto da tale struttura (imposizione).

• Esemplifichiamo: per stampare le quattro pagine di un formato in folio (2°) si disponevano nella forma le pagine 4 e 1 da stamparsi sulla facciata A (forma esterna, detta anche forma di bianca) e le pagine 2 e 3 per la facciata B (forma interna, detta anche forma di volta).

• Finita l’operazione di stampa, piegando il foglio una volta lungo l’asse verticale, si otteneva l’esatta successione delle pagine per la lettura.

• Per stampare le otto pagine di un formato in 4° si disponevano nella forma esterna le pagine: 8, 5, 1, 4 e nella forma interna le pagine: 6, 7, 3, 2.

• Per stampare le sedici pagine di un formato in 8° si disponevano nella forma esterna le pagine: 5, 12, 9, 8, 4, 13, 16, 1 e nella forma interna le pagine: 7, 10, 11, 6, 2, 15, 14, 3.

• Il torchio tipografico era una struttura in legno costituita da due gruppi di parti mobili: il carro (che comprendeva il timpano e la fraschetta, la quale serviva a tenere fermo il foglio e ad impedire che si macchiasse d’inchiostro nei margini) e la pressa.

• [nota redazionale: per il torchio link con immagine tav. 24 e con: http://classes.bnf.fr/page/feuill/feuille1/index.htm]

• La forma di stampa veniva collocata sopra il carro; i battitori con i mazzi di inchiostro la inchiostravano, chiudevano il carro (ossia la fraschetta veniva piegata a compasso sul timpano e questo a sua volta era piegato a compasso sulla forma) e lo facevano scorrere con un mulinello fin sotto al piano, la così detta platina, un blocco di legno (o una lastra di metallo) collegato al torchio.

• Nell’epoca più antica era comune il torchio “a due colpi”, che stampava mezza facciata di foglio alla volta, poiché il piano per lo più era grande come la metà di una forma; era pertanto necessario ripetere questa operazione due volte, spostando opportunamente il carro sotto al torchio, per stampare l’intera forma.

• Durante la tiratura di una forma era possibile intervenire per correggere errori tipografici, o grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e nella disposizione delle parti; si poteva, dunque, verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto alla primitiva composizione. È dunque possibile trovare esemplari con varianti testuali, poiché i tipografi non eliminavano (causa l’alto costo della carta) i fogli con il testo ‘scorretto’, e li adoperavano per costituire copie di un’edizione.

• Durante la tiratura di una forma era possibile intervenire per correggere errori tipografici, o grammaticali, per introdurre cambiamenti nel testo e nella disposizione delle parti; si poteva, dunque, verificare la presenza di variazioni (varianti) rispetto alla primitiva composizione. È dunque possibile trovare esemplari con varianti testuali, poiché i tipografi non eliminavano (causa l’alto costo della carta) i fogli con il testo ‘scorretto’, e li adoperavano per costituire copie di un’edizione.

4. Edizione, emissione, impressione, stato

• Le varianti si classificano in due tipi:

• consce (volontarie): dovute all’intervento correttorio intenzionale da parte dell’editore, del tipografo, del correttore e dell’autore.

• Inconsce (involontarie): incidenti intervenuti nel procedimento di stampa, indipendentemente dalla volontà del tipografo o del correttore.

• Tenuto contro del procedimento di stampa manuale, la fenomenistica si riconduce alle seguenti definizioni

• ‘Edizione’: tutte le copie di una pubblicazione a stampa prodotte da una matrice (composizione) sostanzialmente identica, senza riguardo ai cambiamenti avvenuti durante il processo di stampa

SBN antico: IT\ICCU\CFIE\001447 [fare link!]:

• Le Satire di m. Lodouico Ariosto stampate nouamente, con diligenza reuiste, & corrette. [Venezia : Alessandro Viani, non prima del 1551]., In Venetia per Alessandro de Vian

• [32] c. ; 8°.

• Segn.: A-D8. - Ritratto dell'A. sul front. inserito in una cornice rettangolare di mm. 86x67 ca. - Variante B cfr. Edit16. - Cfr. Agnelli-Ravegnani v.2, p.32 (la trascrizione del front. è alquanto diversa). - Per la data dell'ed. cfr. Edit16.

• Dictionarium Syro-Chaldaicum, Guidone Fabricio Boderiano collectore et auctore .Antuerpiae : excudebat Christophorus Plantinus, prototypographus regius, 1572.

• [4], 12, 198, [2] p.

• Autore reale Guillaume Postel, cfr. A. Serrai, Storia della bibliografia, 2,p.22 nota. - Marca (D18331) sul front. – Per altra ed. o variante dat. 1573, cfr. Voet, The Plantin Press, n. 644, 6.4.B.]

• Discorso della virtù feminile, e donnesca, del sig. Torquato Tasso. Alla serenissima sig. duchessa di Mantoua, & c .In Venetia : appresso Bernardo Giunti, e fratelli, 1582.

• 8 c. ; 4°.

• Marca di Bernardo Giunta (Z1147) sul front. - Cors. ; rom. - Segn.: A-B4. - Iniziale xil. - Variante B: stemma sul front. (Camerini p. 463 n°[1]).]

• Alla luce di questa definizione si ricordi dunque che ‘Nuova edizione’ si deve intendere non in relazione alla modifica del testo, ma al processo di composizione delle forme; e che, per contro, edizione ‘nuova’, sul piano filologico, è quella che presenta cambiamenti testuali o interventi critici.

• ‘Emissione’: 1. L’insieme di copie di una edizione che costituiscono un’unità di pubblicazione pianificata, distinguibile dalle altre copie di quella edizione da una o più differenze (p.e. un nuovo frontespizio, o colophon che espressamente identifica le copie come un’unità distinta (vedi anche ‘ Impressione, ‘Stato’, ‘Variante’).

• L’emissione comprende tutti gli esemplari di un’edizione o di un’impressione offerti al pubblico in una volta per la vendita; dunque, presuppone un progetto editoriale intenzionale, non lasciato al caso.

• Le Nouueau Testament, c'est à dire la nouuelle alliance de nostre seigneur Jesus Christ, reueu & corrigé de nouueau sur le grec, par l'aduis des Ministres de Geneue, auec annotations reueuës & augmentees par m. Augustin Marlorat .A Lyon : par Antoine Vincent, 1564. (A Lyon) : par Symphorien Barbier

• [32], 824, [24] p. ; 16°. • Segn.: -28a-z8A-Z82A-2G8. - Marca sul front. variante (S442). -

Altra emissione con note tip.: A Lyon, par Jean Frellon, 1564, cfr. B. T. Chambers, Bibliography of French Bibles fifteenth and sixteenth century, Genève, 1983, 341.

• Historie di Giouanni Zonara monaco, diligentissimo scrittore greco, dal cominciamento del mondo insino all'imperadore Alessio Conneno: diuise in tre libri, tradotte nella uolgar lingua da m. Lodouico Dolce; con una tauola delle cose, che in esse si contengono, separatamente per ciascuna parte .In Vinegia : appresso Gabriel Giolito de' Ferrari, 1564.

• Edizione che è stata reimmessa con ricomposizione del frontespizio, dei preliminari e di parte degli indici nel 1570, 1571 e 1572 (cfr. Bongi II, p. 195 e scheda BVEE018800). - Var. B: 1565.].

• Il Negromante. Comedia di messer Lodouico Ariosto .1538 (Stampata in Vinegia : per maestro Bernardino venitiano Di Vitali)

• [36] c. ; 8°.

• Trattasi di una variante di edizione di quella del 1535, con la sola c. del front. rifatta e sostituita.

• A giudizio di Fredson Bowers e di Conor Fahy, non rientrano nella casistica di emissione quelle pubblicazioni in cui la differenza riguarda solo la data di pubblicazione.

• Bowers, inoltre, non considera emissione il caso di variante del nome dell’editore sul frontespizio, mentre Fahy accetta le edizioni condivise (quelle in cui tipografo ed editore hanno ripartito le spese di produzione, le quali presentano diverse note tipografiche o sono emesse in luoghi distinti o in diversi formati o su supporto diverso) come due emissioni simultanee della stessa edizione.

• Come esemplificazione si veda nell’opac SBN antico la registrazione bibliografica dal seguente codice identificativo: IT\ICCU\BVEE\018392 = Biblia quid in hac editione praestitum sit, vide in ea quam operi praeposuimus, ad lectorem epistola .Lutetiae : ex officina Roberti Stephani, typographi regii, 1545.

• 5 pt. ([12], 15, 172, 116, 180 [i.e. 184], 128, [40] c.) ; 8º.

• Contiene la Vulgata e la versione latina di Zurigo. - Altra emissione con data sul front.: 1565.

• ‘Impressione’: L’insieme delle copie di un’edizione prodotta in una volta o in una sola operazione.

• Nel processo di stampa manuale ‘edizione’ ed ‘impressione’ vengono a coincidere, poiché non appena le due forme di un foglio erano state stampate nel numero previsto di copie, il compositore le smontava. Quindi quella che impropriamente viene chiamata ‘ristampa linea per linea’ è da considerarsi una nuova edizione, giacché si ricompongono le forme per stamparla.

• ‘Stato’: variante all’interno di una pubblicazione che la differenzia da altre copie all’interno della stessa impressione o emissione con riguardo al fatto che l’editore non l’ha intesa rappresentare un’unità di pubblicazione distinta.

• [Nota redazionale: per esemplificazione link con opac SBN antico con la registrazione bibliografica seguente dal codice identificativo: IT\ICCU\CNCE\005759 = La Biblia quale contiene i sacri libri del Vecchio Testamento, tradotti nuouamente de la hebraica verita in lingua toscana per Antonio Brucioli. Co diuini libri del nuouo testamento ... tradotti di greco in lingua toscana pel medesimo .In Venetia, 1532 (Impresso in Vinegia : ne le case di Lucantonio Giunti fiorentino, nel mese di maggio 1532). - Var. B: variante di stato (es. Impr. Rés.A. 363 della Bibliothèque Nationale de France) con front. del v. 2 (Nuovo Testamento) ricomposto, privo della cornice xil., variazioni negli spazi del titolo, cfr. BNCF, La Bibbia. Ed. del 16. sec., Firenze, 2000, n. 70].