IL CASTello · lasciandoci un’eredità preziosa:dal suo costato, ... sapendo che Cristo ci...

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IL CASTello PARROCCHIA DI CARPENEDOLO IL CASTello febbraio 2012 Siamo cristiani credenti e credibili? tra noi. In primo luogo il segno della Parola: il cielo e la terra passeranno, ma non la sua parola (cf. Mt 24, 35); da essa veniamo rigenerati (cf. 1 Pt 1, 22) e nell’impe- gno a praticarla sta il segreto della nostra felicità, co- me ci ammonisce l’apostolo Giacomo: «Siate di quelli che mettono in pratica la parola e non soltanto ascol- tatori, illudendo voi stessi. Perché, se uno ascolta sol- tanto e non mette in pratica la parola, somiglia a un uomo che osserva il proprio volto in uno specchio: ap- pena s’è osservato se ne va, e subito dimentica com’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge per- fetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come un uomo che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel prati- carla» (cf. Gc 1, 22-25). Gesù entrò nel mondo vestito di povertà e debolez- za; uscì da questo mondo morendo nudo sulla croce e lasciandoci un’eredità preziosa: dal suo costato, infat- ti, versò sangue e acqua (cf. Gv 19, 34): simbolo dei sacramenti, segni misteriosi ed efficaci della sua Gra- zia, sorgenti di vita nuova che edificano la Chiesa e ci sostengono nel cammino. Ma per “far posto” a Gesù, non basta accoglierLo (Segue a pagina 2) Gesù,vero uomo e vero Dio è disceso dai cieli, è venuto a cercarci: sapen- do che non avremmo mai, da soli, ritrovato la strada per tornare a Lui, si è fatto Lui stesso nostra via (cf. Gv 14, 6) e ci ha lasciato un esempio perché potes- simo seguirne le orme (cf. 1 Pt 2, 21). Si è fatto “uno di noi”, no- nostante i nostri limiti, e ci ha accolto, con tutti i nostri difetti. «Ci ha amati per pri- mo» (1 Gv 4, 19) e si è do- nato a noi senza riserve, aiutandoci a comprendere che tutto vince l’Amore, poiché chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio in lui (cf. 1 Gv 4, 15). «Egli è di- sceso sulla terra mosso a pietà del genere umano, ha sofferto i nostri dolori pri- ma ancora di patire la croce e degnarsi di assumere la nostra carne. Come ogni anno, il Signore ci chiama a fare memoria di questo mistero: nella semplicità e nel- la povertà di una grotta, e nel doloroso viaggio al Cal- vario. Anche a noi è chiesto di ascoltare la voce degli angeli e di aprire la nostra casa a Colui che sta alla porta e bussa (cf. Ap 3, 20). «Non abbiate paura! – esortava papa Giovanni Paolo II – Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Al- la sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i si- stemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura. Cri- sto sa cosa c’è dentro l’uomo. Solo Lui lo sa» (Omelia per l’inizio del Pontificato - 22 ottobre 1978, n. 5). Far posto a Gesù vuol dire anzitutto accogliere il Suo amore, diventando capaci di amare e di amarci come Egli ci ama; vuole dire accettare umilmente le nostre fragilità, sapendo che Cristo ci accoglie così come siamo. Solo se saremo interiormente riconciliati po- tremo essere testimoni di riconciliazione. Lasciando che risplenda in noi la «Luce vera che il- lumina ogni uomo» (cf. Gv 1, 9), impareremo a scor- gere sempre meglio, e ad accogliere con prontezza crescente, anche i segni tangibili della Sua presenza

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IL CASTelloPARROCCHIA DI CARPENEDOLO

IL CASTellofebbraio 2012

Siamo cristiani credenti e credibili?

tra noi. In primo luogo il segno della Parola: il cielo e laterra passeranno, ma non la sua parola (cf.Mt 24, 35);da essa veniamo rigenerati (cf. 1 Pt 1, 22) e nell’impe-gno a praticarla sta il segreto della nostra felicità, co-me ci ammonisce l’apostolo Giacomo: «Siate di quelliche mettono in pratica la parola e non soltanto ascol-tatori, illudendo voi stessi. Perché, se uno ascolta sol-tanto e non mette in pratica la parola, somiglia a unuomo che osserva il proprio volto in uno specchio: ap-pena s’è osservato se ne va, e subito dimenticacom’era. Chi invece fissa lo sguardo sulla legge per-fetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non comeun ascoltatore smemorato ma come un uomo che lamette in pratica, questi troverà la sua felicità nel prati-carla» (cf. Gc 1, 22-25).

Gesù entrò nel mondo vestito di povertà e debolez-za;uscì da questo mondo morendo nudo sulla croce elasciandoci un’eredità preziosa: dal suo costato, infat-ti, versò sangue e acqua (cf. Gv 19, 34): simbolo deisacramenti, segni misteriosi ed efficaci della sua Gra-zia, sorgenti di vita nuova che edificano la Chiesa e cisostengono nel cammino.

Ma per “far posto” a Gesù, non basta accoglierLo(Segue a pagina 2)

Gesù,vero uomo e veroDio è disceso dai cieli, èvenuto a cercarci: sapen-do che non avremmo mai,da soli, ritrovato la stradaper tornare a Lui, si è fattoLui stesso nostra via (cf.Gv 14, 6) e ci ha lasciatoun esempio perché potes-simo seguirne le orme (cf.1 Pt 2, 21).

Si è fatto “uno di noi”, no-nostante i nostri limiti, e ciha accolto, con tutti i nostridifetti. «Ci ha amati per pri-mo» (1 Gv 4, 19) e si è do-nato a noi senza riserve,aiutandoci a comprendereche tutto vince l’Amore,poiché chi sta nell’amoredimora in Dio e Dio in lui(cf. 1 Gv 4, 15). «Egli è di-sceso sulla terra mosso apietà del genere umano, ha sofferto i nostri dolori pri-ma ancora di patire la croce e degnarsi di assumere lanostra carne. Come ogni anno, il Signore ci chiama afare memoria di questo mistero: nella semplicità e nel-la povertà di una grotta, e nel doloroso viaggio al Cal-vario. Anche a noi è chiesto di ascoltare la voce degliangeli e di aprire la nostra casa a Colui che sta allaporta e bussa (cf. Ap 3, 20).

«Non abbiate paura! – esortava papa GiovanniPaolo II – Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo. Al-la sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i si-stemi economici come quelli politici, i vasti campi dicultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura. Cri-sto sa cosa c’è dentro l’uomo. Solo Lui lo sa» (Omeliaper l’inizio del Pontificato - 22 ottobre 1978, n. 5). Farposto a Gesù vuol dire anzitutto accogliere il Suoamore, diventando capaci di amare e di amarci comeEgli ci ama; vuole dire accettare umilmente le nostrefragilità, sapendo che Cristo ci accoglie così comesiamo. Solo se saremo interiormente riconciliati po-tremo essere testimoni di riconciliazione.

Lasciando che risplenda in noi la «Luce vera che il-lumina ogni uomo» (cf. Gv 1, 9), impareremo a scor-gere sempre meglio, e ad accogliere con prontezzacrescente, anche i segni tangibili della Sua presenza

CastelloFebb12 13-02-2012 15:11 Pagina 1

«Àlzati e va'; la tua fede ti ha salvato!» (Lc 17,19)

Cari fratelli e sorelle!In occasione della Giornata Mondiale del Malato1. Quest'anno, vorrei porre l'accento sui «Sacra-

menti di guarigione», cioè sul Sacramento della Peni-tenza e della Riconciliazione, e su quello dell'Unzionedegli Infermi, che hanno il loro naturale compimentonella Comunione Eucaristica.

L'incontro di Gesù con i dieci lebbrosi, narrato nelVangelo di san Luca (cfr Lc 17,11-19), in particolare leparole che il Signore rivolge ad uno di questi: «Àlzati eva'; la tua fede ti ha salvato!» (v.19), aiutano a prende-re coscienza dell'importanza della fede per coloroche, gravati dalla sofferenza e dalla malattia, si avvici-nano al Signore. Nell'incontro con Lui possono speri-mentare realmente che chi crede non è mai solo!Dio, infatti, nel suo Figlio, non ci abbandona alle no-stre angosce e sofferenze, ma ci è vicino, ci aiuta aportarle e desidera guarire nel profondo il nostro cuo-re (cfr Mc 2,1-12).

La fede di quell'unico lebbroso che, vedendosi sa-

nato, pieno di stupore e di gioia, a differenza degli al-tri, ritorna subito da Gesù per manifestare la propriariconoscenza, lascia intravedere che la salute riacqui-stata è segno di qualcosa di più prezioso della sempli-ce guarigione fisica, è segno della salvezza che Dio cidona attraverso Cristo; essa trova espressione nelleparole di Gesù: la tua fede ti ha salvato. Chi, nella pro-pria sofferenza e malattia, invoca il Signore è certoche il Suo amore non lo abbandona mai, e che anchel'amore della Chiesa, prolungamento nel tempo dellasua opera salvifica, non viene mai meno….

Il compito principale della Chiesa è certamente l'an-nuncio del Regno di Dio, «ma proprio questo stessoannuncio deve essere un processo di guarigione: "...fasciare le piaghe dei cuori spezzati" (Is 61,1)» (ibid.),secondo l'incarico affidato da Gesù ai suoi discepoli(cfr Lc 9,1-2; Mt 10,1.5-14; Mc 6,7-13). Il binomio trasalute fisica e rinnovamento dalle lacerazioni dell'ani-ma ci aiuta quindi a comprendere meglio i «Sacra-menti di guarigione».

2. La Chiesa, continuando l'annuncio di perdono edi riconciliazione fatto risuonare da Gesù, non cessa

nella sua Parola e nei suoi Sacramenti: occorre rico-noscerLo anche nei fratelli che ci camminano accan-to, soprattutto negli “ultimi”, nei deboli, in coloro chenessuno ama.Da ricco che era, Gesù si è fatto poveroper arricchirci della sua povertà (cf. 2 Cor 8, 9): Eglistesso si è identificato con i “fratelli più piccoli” (cf. Mt25, 40.45).

L’ignorarle significherebbe assimilarci al “ricco epu-lone”, che fingeva di non conoscere Lazzaro il mendi-co, giacente fuori della sua porta (cf. Lc 16, 19)» (Gio-vanni Paolo II, Enciclica Sollicitudo rei socialis, 42).Non possiamo considerarci cristiani senza aderire fi-no in fondo a questa fondamentale verità della nostrafede: poiché per amare Dio, che non vediamo, è ne-cessario amare i fratelli, che sono sempre davanti ainostri occhi (cf. 1 Gv 4, 20).

Non facciamoci illusioni.Per essere autenticamentecredenti è necessario essere anche – senza riserve– credibili.Dice il papa Benedetto XVI “Chi ha negatoe continua a negare Dio (cioè la ricerca del vero e delbene) e, di conseguenza, non rispetta l’uomo, sembraavere via facile e conseguire un successo materiale.Ma basta scrostare la superficie per costatare che, inqueste persone, c’è tristezza e insoddisfazione. Solochi conserva nel cuore il santo “timore di Dio” ha fidu-cia nell’uomo e spende la sua esistenza per costruireun mondo più giusto e fraterno. C’è oggi bisogno dipersone che siano “credenti” e “credibili”, pronte a

diffondere in ogni ambito della società quei principi eideali cristiani ai quali si ispira la loro azione. Questa èla santità, vocazione universale di tutti i battezzati,che spinge a compiere il proprio dovere con fedeltà ecoraggio, guardando non al proprio interesse egoisti-co, bensì al bene comune, e cercando in ogni momen-to la volontà divina. (…) L’esempio dei Santi incorag-gia chi si dice cristiano ad essere credibile, cioè coe-rente con in principi e la fede che professa. Non bastainfatti apparire buoni e onesti; occorre esserlo real-mente. E buono e onesto è colui che non copre con ilsuo io la luce di Dio, non mette davanti se stesso, malascia trasparire Dio (attraverso il desiderio del vero ela disponibilità al bene).

Solo testimoniando una carità “a tutto campo” po-tremo anche noi, come Cleopa e l’altro discepolo, par-tire «senza indugio» (Lc 24, 33) per annunciare agliuomini del nostro tempo il Vangelo della Verità, dellaCarità e della Bellezza. Perciò lasciamo che il misterodella Pasqua verso cui ci incamminiamo nel camminoquaresimale prenda dimora e rimanga in noi: sapen-do che il Signore è il Dono più grande che ci è statofatto e il Dono più grande che possiamo fare.

Chiediamo, dunque, allo Spirito che ci renda prota-gonisti autentici della nuova evangelizzazione e allaMadonna domandiamo che aiuti tutti ad accogliere eannunciare, con grande gioia, il messaggio antico esempre nuovo del Signore Gesù Re della storia«Co-lui che era, che è e che viene» (Ap 4, 8).

Buona Quaresimail parroco Don Franco

ILCASTELLO 2

(Segue da pagina 1)

Messaggio del Santo Padre Benedetto XVIper la XX Giornata Mondiale del Malato

(11 febbraio 2012)

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di invitare l'umanità intera a convertirsi e a credere alVangelo. Essa fa proprio l'appello dell'apostolo Paolo:«In nome di Cristo ... siamo ambasciatori: per mezzonostro è Dio stesso che esorta.Vi supplichiamo in no-me di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor5,20). Gesù, nella sua vita, annuncia e rende presen-te la misericordia del Padre. Egli è venuto non percondannare, ma per perdonare e salvare, per daresperanza anche nel buio più profondo della sofferen-za e del peccato, per donare la vita eterna; così nelSacramento della Penitenza, nella «medicina dellaconfessione», l'esperienza del peccato non degenerain disperazione, ma incontra l'Amore che perdona etrasforma … Il momento della sofferenza, nel qualepotrebbe sorgere la tentazione di abbandonarsi alloscoraggiamento e alla disperazione, può trasformarsicosì in tempo di grazia per rientrare in se stessi e, co-me il figliol prodigo della parabola, ripensare alla pro-pria vita, riconoscendone errori e fallimenti, sentire lanostalgia dell'abbraccio del Pa-dre e ripercorrere il camminoverso la sua Casa. Egli, nel suogrande amore, sempre e co-munque veglia sulla nostra esi-stenza e ci attende per offrire adogni figlio che torna da Lui, il do-no della piena riconciliazione edella gioia.

3. Dalla lettura dei Vangeli,emerge chiaramente come Ge-sù abbia sempre mostrato unaparticolare attenzione verso gliinfermi. Egli non solo ha inviato isuoi discepoli a curarne le ferite(cfr Mt 10,8;Lc 9,2; 10,9), ma haanche istituito per loro un Sacra-mento specifico: l'Unzione degli Infermi. La Lettera diGiacomo attesta la presenza di questo gesto sacra-mentale già nella prima comunità cristiana (cfr 5,14-16): con l'Unzione degli Infermi, accompagnata dallapreghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomandagli ammalati al Signore sofferente e glorificato, perchéallevii le loro pene e li salvi, anzi li esorta a unirsi spiri-tualmente alla passione e alla morte di Cristo, percontribuire così al bene del Popolo di Dio.

Nell'Unzione degli Infermi, la materia sacramentaledell'olio ci viene offerta, per così dire, «quale medicinadi Dio ... che ora ci rende certi della sua bontà, ci deverafforzare e consolare, ma che, allo stesso tempo, aldi là del momento della malattia, rimanda alla guari-gione definitiva, alla risurrezione (cfr Gc 5,14)» (ibid.).

Questo Sacramento merita oggi una maggiore con-siderazione, sia nella riflessione teologica, sia nell'a-zione pastorale presso i malati. Valorizzando i conte-nuti della preghiera liturgica che si adattano alle diver-se situazioni umane legate alla malattia e non soloquando si è alla fine della vita (cfr Catechismo dellaChiesa Cattolica, 1514), l'Unzione degli Infermi nondeve essere ritenuta quasi «un sacramento minore»rispetto agli altri. L'attenzione e la cura pastorale ver-so gli infermi, se da un lato è segno della tenerezza diDio per chi è nella sofferenza, dall'altro arreca vantag-gio spirituale anche ai sacerdoti e a tutta la comunità

cristiana, nella consapevolezza che quanto è fatto alpiù piccolo, è fatto a Gesù stesso (cfr Mt 25,40).

4. A proposito dei «Sacramenti di guarigione»S. Agostino afferma: «Dio guarisce tutte le tue infer-mità. Non temere dunque: tutte le tue infermità saran-no guarite... Tu devi solo permettere che egli ti curi enon devi respingere le sue mani» (Esposizione sulSalmo 102, 5: PL 36, 1319-1320). Si tratta di mezzipreziosi della Grazia di Dio, che aiutano il malato aconformarsi sempre più pienamente al Mistero dellaMorte e Risurrezione di Cristo. Assieme a questi dueSacramenti, vorrei sottolineare anche l'importanzadell'Eucaristia. Ricevuta nel momento della malattiacontribuisce, in maniera singolare, ad operare taletrasformazione, associando colui che si nutre del Cor-po e del Sangue di Gesù all'offerta che Egli ha fatto diSe stesso al Padre per la salvezza di tutti. L'intera co-munità ecclesiale, e le comunità parrocchiali in parti-colare, prestino attenzionenell'assicurare la possibi-

lità di accostarsi con frequenzaalla Comunione sacramentale acoloro che, per motivi di salute odi età, non possono recarsi neiluoghi di culto. In tal modo, aquesti fratelli e sorelle viene of-ferta la possibilità di rafforzare ilrapporto con Cristo crocifisso erisorto, partecipando, con la lo-ro vita offerta per amore di Cri-sto, alla missione stessa dellaChiesa. In questa prospettiva, èimportante che i sacerdoti cheprestano la loro delicata operanegli ospedali, nelle case di cu-ra e presso le abitazioni dei ma-lati si sentano veri «"ministri de-

gli infermi", segno e strumento della compassione diCristo, che deve giungere ad ogni uomo segnato dallasofferenza» (Messaggio per la XVIII Giornata Mon-diale del Malato, 22 novembre 2009)…

A quanti operano nel mondo della salute, come pu-re alle famiglie che nei propri congiunti vedono il Voltosofferente del Signore Gesù, rinnovo il ringraziamen-to mio e della Chiesa, perché, nella competenza pro-fessionale e nel silenzio, spesso anche senza nomi-nare il nome di Cristo, Lo manifestano concretamente(cfr Omelia, S. Messa del Crisma, 21 aprile 2011).

A Maria, Madre di Misericordia e Salute degli Infer-mi, eleviamo il nostro sguardo fiducioso e la nostraorazione; la sua materna compassione, vissuta ac-canto al Figlio morente sulla Croce, accompagni e so-stenga la fede e la speranza di ogni persona ammala-ta e sofferente nel cammino di guarigione dalle feritedel corpo e dello spirito.

A tutti assicuro il mio ricordo nella preghiera, mentreimparto a ciascuno una speciale Benedizione Apo-stolica.

Dal Vaticano, 20 novembre 2011, Solennità di No-stro Signore Gesù Cristo, Re dell'Universo.

Benedictus PP XVI

ILCASTELLO3

CastelloFebb12 13-02-2012 15:11 Pagina 3

INTRODUZIONEQuando una Chiesa diocesana deve prendere deci-

sioni importanti per la sua identità e la sua missione,sovente si riunisce in Sinodo. Il termine "sinodo" - dalgreco syn (insieme) e odos (cammino) - significa let-teralmente "convegno", "adunanza".

Lo scopo di tale "convenire" non è giungere a unadecisione democratica, dove la maggioranza del po-polo ha diritto di indicare la via per tutti, ma è discer-nere insieme i desideri dello Spirito Santo, ascoltareciò che lo Spirito dice oggi alla Chiesa. E lo Spirito diCristo parla soprattutto attraverso i "segni dei tempi" ele persone ripiene della sua grazia. Ecco perché il Si-nodo, in un contesto di preghiera e di ascolto della Pa-rola di Dio, prevede sempre anche una consultazionedel popolo di Dio, un discernimento spirituale comuni-tario, in vista di un nuovo cammino comune ed eccle-siale. In questa ottica, prima di ripensare la strutturadiocesana nella forma delle unità pastorali - sceltaparticolarmente rilevante per il futuro della Chiesabresciana - il vescovo Luciano ha ritenuto opportunoconvocare un Sinodo particolare.

Il tema delle unità pastorali non è certamente nuovoper la nostra diocesi. Si è iniziato a parlarne ufficial-mente già con il documento approvato dal Consigliopresbiterale del 2 febbraio 2002. Nel frattempo sonostate istituite l'unità pastorale del Centro storico (connove parrocchie e un presbitero coordinatore) e quel-la di Botticino (con tre parrocchie e un unico parroco).Altre parrocchie stanno camminando da tempo in vi-sta della loro costituzione in unità pastorale. Il Sinodo,che certamente farà tesoro di queste prime esperien-ze, prevede tre tappe, che costituiscono "insieme" l'e-vento del "Sinodo": la riflessione e la consultazionedelle comunità cristiane; l'assemblea sinodale; il do-cumento post-sinodale con le indicazioni normativedel Vescovo.

Il presente testo, elaborato dalla "Commissione an-tepreparatoria", ha lo scopo di aiutare le comunità cri-stiane a vivere intensamente la prima tappa del cam-mino. In modo particolare: la Lettera del Vescovo e laprima parte di questo Strumento per la riflessione e laconsultazione diocesana si pongono al servizio dellariflessione e della catechesi; mentre la seconda parteoffre spunti e sollecitazioni per la consultazione. Laterza parte, poi, indica alcuni momenti fondamentalidel cammino diocesano in vista dell'assemblea sino-dale.

Nel frattempo verrà istituita una Segreteria del Si-nodo, con un duplice compito: da un lato preparare e

spedire alle comunità il materiale necessario per la ri-flessione e la consultazione; dall'altro, raccogliere ilfrutto del confronto e della consultazione diocesanada presentare alla Commissione sinodale che, alla lu-ce delle osservazioni pervenute, redigerà un nuovotesto da offrire alla discussione ed all'approvazionedell'assemblea sinodale.

Lo Spirito del Cristo risorto accompagni con la sualuce e la sua grazia questo anno sinodale, perché lanostra Chiesa, in ascolto del suo Signore, diventisempre di più la comunità dei discepoli che, nella fedee nella comunione, danno ragione della speranza cheè in loro.

Il presidente della Commissionemons. Cesare Polvara

ILCASTELLO 4

Verso il Sinodo Diocesano

SinododiocesanosulleUnità Pastorali

Comunitàin cammino

CastelloFebb12 13-02-2012 15:11 Pagina 4

Dopo le famose missioni tenutenel 1845 da don Luca Passi ecompagni, vi furono a Carpenedo-lo altri corsi di predicazione. Nel1881, 27 agosto-4 settembre, trereligiosi predicarono per novegiorni. Nel 1887 tennero le missio-ni i missionari del beato Bartolo-meo Dal Monte. Questi era un sa-cerdote originario di Bologna, ordi-nato nel 1749, che dedicò tutta lasua vita alla predicazione e fondòla Pia Opera delle missioni per lapreparazione missionaria del clero

diocesano. I suoi missionari ven-nero anche a Carpenedolo, comeè scritto su croci in lamina di otto-ne ancora oggi esistenti sulle por-te della chiesa parrocchiale: “Mis-sioni dell’Opera Dal Monte 1887”.

Ebbe grande premura per la pre-dicazione e per le missioni il ve-scovo di Brescia Giacomo MariaCorna Pellegrini. In una sua rela-zione sulla diocesi, spedita a Ro-ma nel 1894, egli informava che aBrescia si tenevano le missioniogni otto anni. Il vescovo Corna

Pellegrini venne in visita pastoralea Carpenedolo nello stesso anno1894, dall'8 al 10 settembre. Il par-roco don Antonio Trotti, nella suarelazione sulla parrocchia, in oc-casione di questa visita, scriveva:“Non posso passare sotto silenzioil buon esito della Sacra Missionepredicata dal Rev.mo Abate diPontevico (don Bassano Cremo-nesini) dal R.mo Mons. Arcipretedi Lonato e dal P. Baizini (Luigi)dell’Oratorio. Nonostante i lavoricampestri si vide per vari giorni la

Massimo Introvigne alla Conferenza sul dialogointerreligioso a Budapest

“Ogni cinque minuti un cristiano muore ucciso perla sua fede”. E' la notizia agghiacciante diffusa dal so-ciologo Massimo Introvigne nel suo intervento allaConferenza internazionale sul dialogo interreligiosofra cristiani, ebrei e musulmani, in svolgimento a Gö-dollö (Budapest) promossa dalla Presidenza unghe-rese dell'Unione Europea.

Introvigne, rappresentante dell'Organizzazione perla Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) perla lotta all'intolleranza e alla discriminazione contro icristiani, ha reso noto che i cristiani uccisi ogni annoper la propria fedesono 105.000, con-tando solo i ver i epropri martiri, messia morte perché cri-stiani, senza consi-derare le vittime diguerre civili o tra Na-zioni.

“Se non si gridanoal mondo queste ci-fre, se non si ferma questa strage, se non si riconosceche la persecuzione dei cristiani è la prima emergen-za mondiale in materia di violenza e discriminazionereligiosa, il dialogo tra le religioni produrrà solo bellis-simi convegni ma nessun risultato concreto”, ha di-chiarato l'esperto.

All'incontro partecipano personaggi di spicco comeil Cardinale Péter Erdö, presidente dei Vescovi euro-

pei, il Custode di Terrasanta padre Pierbattista Pizza-balla, l'Arcivescovo Antonio Maria Vegliò, Presidentedel Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti egli Itineranti, l'Arcivescovo maronita di Beirut Paul Ma-tar, il metropolita Hilarion, “Ministro degli Esteri” dellaChiesa Ortodossa Russa, il rappresentante del Con-gresso Ebraico Europeo Gusztáv Zoltai, quello del-l'Organizzazione della Conferenza Islamica ÖmürOrhunn e il segretario generale del Comitato per il dia-logo islamo-cristiano in Libano, Hares ChakibChehab.

Il diplomatico egiziano Aly Mahmoud ha dichiaratoche nel suo Paese sono in arrivo leggi che protegge-ranno le minoranze cristiane, perseguendo come rea-

to i discorsi che in-citano all'odio e vie-tando gli assem-bramenti ostili all'e-sterno delle chiese.

“Ma il pericolo -ha sottolineato ilCardinale Erdö - èche molte comunitàcristiane in MedioOriente muoiano

per emigrazione, perché tutti i cristiani sentendosi mi-nacciati scapperanno”.

“L'Europa si prepari a una nuova ondata di emigra-zione, stavolta di cristiani che fuggono dalle persecu-zioni”, ha avvertito.

Dal canto suo, il metropolita Hilarion ha ricordatoche “almeno un milione” dei cristiani vittime di perse-cuzioni nel mondo sono bambini.

ILCASTELLO5

Le missioni tra Ottocento e NovecentoMario Trebeschi

NOTIZIE DAL MONDOOgni cinque minuti un cristiano

è ucciso per la sua fede

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ILCASTELLO 6

Chiesa zeppa di gente e molti uo-mini si sono già accostati ai Sacra-menti e non poche conversioni av-vennero di Cristiani che vivevanolontani da Dio. Deo gratias!”

Altre missioni da ricordare sonoquelle del 1900, anno giubilare,predicate da tre sacerdoti non me-glio precisati: “Michelangelo, pa-dre Luca ed altro”. I documentiparlano di missioni anche nel1905, anno in cui furono tenute fe-ste solenni in Castello, in occasio-ne del cinquantesimo anniversariodella proclamazione del dogmadell’Immacolata (1854).

Il parroco Trotti dà relazione (10gennaio 1911) di un altro corso dimissioni nel 1910. Alla fine diquell'anno invitò tre predicatoriGesuiti. A detta dell 'arcipretesembrava che queste missioni (sitennero dal 28 dicembre all’Epifa-nia) non dovessero aver buon esi-to, perché non si era potuto a unir-le alla Novena di Natale, ma nonfu così: infatti i documenti riporta-no che “il nostro buon popolo avi-do sempre di parola del Signorefrequentò tutte le prediche, che

non furono poche”.I padri Gesuiti predicatori furo-

no: p.Chiocchini, addetto alla casadi Piacenza, “bravo predicatore eMissionario pieno di zelo e di ab-negazione”; p. Mazzucchi, addettoalla casa di Mantova, il più vecchiodei tre “che faceva la Meditazionedella sera un po’ col sistema vec-chio di S. Ignazio, ma bravo e fortepredicatore e d’un zelo indefesso”;p. Pelosi addetto alla casa di Mo-dena, bresciano come p.Chiocchi-ni , “uomo abbastanza erudito eche teneva la conferenza alle ore10 e questa ai soli uomini alla seradopo la Meditazione”. Continuadon Trotti: “Tutti e tre esortarono ilpopolo alla Comunione frequentee si può dire che in parte vi riusci-rono perché sulla fine delle Missio-ni si videro molti uomini fare la Co-munione per tre giorni di seguito:come pure esortarono gli uomini edonne a smettere il brutto viziodella bestemmia, facendo loro ca-pire che quando hanno promessoa Dio di non voler più proferire be-stemmia e anzi sono disposti a fardi tutto per abborrirlo, anche se nel

caso che pel vizio contratto aves-se a scappar loro qualche bestem-mia, pure possono al mattino dopofare la S. Comunione”.

Il parroco nei prime due o tregiorni non poté essere presente. Imissionari, visto che la chiesa eraalquanto buia e che i lumi dellafabbriceria non erano sufficienti,esortarono i fedeli a portare lecandele per tutti gli altari, ma spe-cialmente per quello della Madon-na, che doveva stare scoperta pertutto il tempo della missione, “per-ché a Lei rifugio dei peccatori eraquesta affidata”; e tanto fu il nu-mero delle candele portate che, fi-nite le missioni, avanzarono 30 Kgdi cera. “La chiusa poi delle S.Missioni - dice ancora il parroco -fu veramente edificante poiché sifecero 2000 Comunioni in circa,più della metà di uomini. Alla pre-dica di chiusa, al dopo pranzo, ilnostro maestoso tempio era sti-pato e predicò il P. Pelosi lascian-do alcuni ricordi. Speriamo chedette missioni abbiano a lasciarein Carpenedolo, una vantaggiosaricordanza”.

Ritorna ancor oggi in questa suae nostra chiesa Don Emilio, po-nendosi nella rigidità della morteidealmente sull’attenti davanti alcero pasquale simbolo di CristoRisorto, davanti all’altare dove ce-lebrò la prima messa col singolareprivilegio di rendere Dio obbedien-te ad essere ancora vittima per noiuomini e per la nostra salvezza. Ilvangelo è luce in questo momentoe ci ricorda; “Siate pronti, con lacintura ai fianchi e le lucerne acce-se...tenetevi pronti, perchè il Figliodell’uomo verrà nell’ora che nonpensate”. Don Emilio era pronto.Ha vissuto L’interminabile agoniaguardando alla meta finale dell’in-

contro con il Signore. Il suo fisico,già provato in questi anni da diver-si disagi, non ha retto all’ultimaprova.

Conoscendo il carattere vivacee attivo e non certo facile di donEmilio non ci è difficile compren-dere come gli ultimi anni di pro-gressiva inabilità siano stati untempo di impegnativa purificazio-ne che Dio gli ha chiesto e che luiha saputo vivere con spirito di fedee di affidamento, anche trasfigu-rando la sua sofferenza in offertaper la Chiesa; quasi un ultimo attodel suo sacerdozio che lo univa alsacrificio redentore di Cristo. Co-me flash scorrono nella memoria

Il 23 dicembre 2011 il vescovo mons. Monari ha officiato il funerale di don Emilio Treccani concelebran-do con il provicario generale mons. Polvara, il vicario zonale, l’arciprete, i vicari cooperatori e altri 22 sa-cerdoti. Nelle due serate precedenti mons.Vigilio Mario Olmi già vescovo ausiliare e mons. Mascher vi-cario generale si sono uniti alla comunità per la celebrazione eucaristica di suffragio, a prova della par-tecipazione della Diocesi al lutto che ha colpito la famiglia e l’intera parrocchia. Presente anche un pic-chetto dell’aeronautica militare per rendere omaggio all’ex cappellano e una numerosa rappresentanzadei suoi Chierichetti. La salma riposa nella cappella dei sacerdoti.

Saluto dell’Arciprete a don Emilio Treccani

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ILCASTELLO7

capitoli della tua vita il tuo ministe-ro pastorale che ti ha visto letteral-mente impegnato, terra mare ecielo, in parrocchia come accantoai militari con toni suasivi e atteg-giamenti forti, non ultimo con i tuoichierichetti che filavano come sol-datini e rispondevano al tuo co-mando sempre numerosi e pun-tuali, il gruppo dei lettori fino a po-co tempo fa.

Ciascuno di noi conserva nel ri-cordo ritagli di vita condivisi condon Emilio, anch’io vorrei condivi-dere con voi l’accompagnamentoalla morte che ho vissuto con luiinsieme ai famigliari più cari.Non èfacile neppure per un prete morire,

come non lo è stato neppure perGesù. Più volte correvano dal cuo-re alle labbra le invocazioni di Ge-sù sulla croce, i lamenti ripetuti neisalmi. Quel letto d’ospedale era lasommità del Calvario, dove haconcluso la sua via crucis, ada-giandosi sulla croce senza fare re-sistenza,anche se nelle sue ultimeinvocazioni non mancavi di mette-re fretta a Dio dicendomi il grazieda portare a quanti pregavano perlui e aggiungendo: don Franco di-ga al Signur che ‘l ga ‘n vaghe foraa la svelta a ègner “non smenten-do il suo carattere. Lunedì mentreil male lo aggrediva feroce, nellospasmo del dolore abbiamo a lun-

go alternato preghiere, non ultimequelle imparate dalla mamma: Ge-sù Giuseppe Maria... E quandocon gli occhi volti all’insù muoven-do la mano in segno di saluto dice-va a me e ai fratel l i presenti :Ciao..., vado... arrivederci in para-diso... Fino alla fine gli ho suggeri-to le parole che ogni buon cristianodovrebbe avere sulle labbra nel-l’ultima ora: ...Gesù, Maria, Giu-seppe. ...credo, ...amen. L’ultimaparola che hai pronunciato all’infi-nito fino all’ultima ora è stata pro-prio Amen che ancora giunge nel-l’eco a noi che ti salutiamo.

Carpenedolo 23/12/2011 don Franco Tortelli

Francesco Trebeschi già rappresentante della Parrocchiain qualità di membro di diritto nel Consiglio di Ammini-strazione della Casa di Riposo dal 22 giugno 2002 e presi-dente dal novembre 2003 a luglio 2006, ci trasmette la pre-sente nota che ci è dovere rendere pubblica a servizio del-la verità, da troppi non conosciuta, del proficuo ben ope-rare che contraddistinse quel periodo preparando il futu-ro ai nuovi Amministratori per il bene dei nostri anziani.

AL PARROCO della Parrocchia di CarpenedoloRev. Don FRANCO TORTELLI

Carpenedolo, 28 dicembre 2011

Oggetto: Fondazione S. Maria del Castello - ONLUS e IRAP

Con la presente desidero portare a conoscenza Lei e la par-rocchia di cui fui delegato come rappresentante nel Consigliodi Amministrazione della Casa di Riposo Santa Maria del Ca-stello, alcuni fatti e rilievi.

1. Con la Circolare 1 agosto 2011 n. 38/E, l’Agenzia delle En-trate è tornata a esprimersi in merito all’acquisizione o al man-tenimento della qualifica di ONLUS in capo alle Fondazioni didiritto privato.Dalla nuova circolare si evince che l’Agenzia delle Entrate hamodificato il proprio orientamento rispetto a quanto aveva co-municato con la Circolare 31 ottobre 2007 n. 59/E, per cui lefondazioni costituite in “ONLUS” non perderanno tale qualificaanche allorquando l'organo direttivo sia composto da soggettinominati da enti pubblici. Ciò conferma la bontà della scelta del Consiglio di Amministra-zione di allora di far approvare la trasformazione dell’Ex- Ipab“Casa di Riposo S. Maria del Castello” come Fondazione -ONLUS, avvenuta in data 23 febbraio 2004 come da DGR n.VII/16451 della Regione Lombardia, quando altri avevano so-spetti su questo tipo di scelta.

2. Faccio presente che il sottoscritto, avendo contribuito per-sonalmente in modo determinante alla costituzione in ONLUSdella Fondazione S. Maria del Castello di Carpenedolo, hamotivo di soddisfazione nel rilevare che la Fondazione, pro-prio grazie alle decisioni prese dal Consiglio di Amministrazio-ne da me presieduto e alle precisazioni fornite dall’Ammini-strazione Finanziaria, potrà continuare a risparmiare, ogni an-no, una somma di denaro superiore a 100.000,00 (CENTOMI-LA/00) Euro essendo esentata, in quanto ONLUS, dal paga-mento dell’IRAP. Gli oltre 100.000,00 Euro risparmiati nel2010 hanno indubbiamente favorito la formazione del risultatopositivo di bilancio conseguito dalla Fondazione – ONLUS a fi-ne esercizio che, apprendo dalla stampa, si è chiuso con unutile netto di “…+ 142.000,00 Euro.”. Dal mese di aprile 2004 la Fondazione S. Maria del Castello -ONLUS usufruisce dell’esenzione dal pagamento dell’IRAPper cui, fino ad oggi, l’Istituzione ha risparmiato una somma didenaro complessiva certamente superiore agli 800.000,00Euro circa (OTTOCENTOMILA/00 Euro circa). Per completezza d’informazione si segnala che alla conside-revole somma di denaro sopra indicata va aggiunta anchequella ottenuta attraverso l’eliminazione di tutte le spese chesolamente la trasformazione dell’Istituzione in ente di dirittoprivato (Fondazione – ONLUS), anziché in ente di diritto pub-blico (ASP), ha reso possibile.La somma risparmiata, superiore a Euro 800.000,00 di solaIRAP, rappresenta una cospicua “donazione” fatta alla Fonda-zione S. Maria del Castello - ONLUS dal Consiglio di Ammini-strazione da me presieduto.Colgo l’occasione per porgere gli auguri di Buone Feste a tuttigli Ospiti della Casa di Riposo e ai loro parenti. I miei miglioriauguri e un sentito ringraziamento anche a tutte le persone, di-pendenti e non, che con me hanno collaborato e che, operan-do scelte assai complesse e gravose nel solo ed esclusivo in-teresse della Fondazione – ONLUS, hanno dato vita a un pro-getto del quale, come si può vedere, i frutti vengono a matura-zione ogni anno. Distinti saluti.

Francesco Trebeschi

La verità ci rende liberi

CastelloFebb12 13-02-2012 15:12 Pagina 7

Accendendo il televisore ci si imbatte spesso in in-terminabili e martellanti annunci pubblicitari. Lo sap-piamo tutti e ciascuno si attrezza come può. In attesache il programma prescelto riprenda, spesso, provia-mo a difenderci con una tecnica non meno dannosa,il cosiddetto zapping, e, meraviglia delle meraviglie,anche nelle altre reti… "pubblicità!", magari la stessache stavamo tentando di evitare.

Non essendo esperta nel campo, non sono in gra-do di fare una lettura accurata dell’immagine, ma de-sidero condividere alcune riflessioni semplici ed im-mediate, attinenti la nostra rubrica: la famiglia.

Da qualche tempo a questa parte, una serie di spothanno attirato la mia attenzione, anche se sarebbepiù onesto dire che hanno suscitato in me una vera epropria amarezza e una sorta di indignazione, parolaparticolarmente in voga in questo periodo.

Mi vado chiedendo, infatti, perché per vendereun’automobile ci sia bisogno di usare il corpo femmi-nile, di denigrare l’amore umano, di svalutare la vi-ta…, insomma, di "dis-prezzare" e, è il caso di dire, diinvestire e ferire la famiglia.

Donne e motori, un connubio e uno stereotipo anti-chi quanto il mondo, che mirano a fare mercato, a fareincassi, perché questo è quello che interessa, a qual-siasi prezzo, anche svendendo e negando il valorepiù autentico della persona umana e quello della pri-ma cellula della società.

Da un po’ di tempo a questa parte, mi sembra chela pubblicità si sia spinta oltre, enfatizzando una rela-zione uomo-donna finta ed effimera, proponendo unrapporto disimpegnato, avulso da ogni responsabi-lità, fino a banalizzare i gesti più intimi che una coppiaè chiamata a vivere all’interno della relazione coniu-gale e nell’ambito familiare.

Una nota marca automobilistica, per il lancio, hascelto di usare, riferendoli alla macchina, i terminipropri del corpo umano e i gesti della seduzione co-me, stringimi, toccami, amami… Un messaggio permolti accattivante, che fa leva sull’esaltazione delcorpo, sulla massimizzazione del piacere, su un dila-gante analfabetismo affettivo, su una povertà di valo-ri che impedisce di cogliere la reale differenza tra unacosa e una persona, che impedisce di pensare in mo-do critico, di scegliere.

Purtroppo, non è l’unica pubblicità.Immagino che molti ricorderanno quella di un altro

noto marchio automobilistico, dove un uomo ed unadonna si fermano, spensierati e quasi casualmente,davanti ad una vetrina che vende prodotti per bambi-ni. Mentre la telecamera si attarda su biberon, scar-pette e berrettini, lei dice a lui: "Sai cosa mi piacereb-be?", con la chiara allusione al desiderio di un figlio.Immediatamente, il volto di lui cambia aspetto, diven-ta preoccupato, impaurito per un figlio che già sente

piangere e che vede plasticamente ritratto nel mani-chino che è in vetrina. È un attimo; è lei a toglierlo dal-l’imbarazzo nello svelargli l’oggetto del suo deside-rio: "Le scarpe che indossa la commessa!". L’occhiomagico del regista fa il resto con uno zoom su un paiodi decolté rosse. "TUTTO IL RESTO PUÒ ASPETTA-RE", prosegue una voce fuori campo e una scritta insovrimpressione, mentre lui, rilassato e felice per loscongiurato pericolo, è alla guida della macchina re-clamizzata.

È proprio vero che l’essenziale nella vita di unacoppia sia possedere un’automobile e che a questovada subordinata ogni cosa, ogni scelta, per esserefelici?

Gesù la pensa diversamente e ci indica un’altrastrada, sicuramente più stretta ma anche più veraperché profondamente rispettosa del grande valoredell’esistere e dell’amore (cf. Lc 12, 22-31). Partendodalla constatazione che nessuno di noi può aggiun-gere un’ora sola alla sua vita, Gesù ci invita a riflette-re: "Se dunque non avete potere neanche per la piùpiccola cosa, perché vi affannate del resto?".

Mi domando: se riferendosi ai bisogni primari del-l’essere umano come il cibo ed il vestire, Gesù esor-ta: "Non state con l’animo in ansia: di tutte queste co-se si preoccupa la gente del mondo ma il Padre vo-stro sa che ne avete bisogno", cosa direbbe a chi le-ga la propria felicità al superfluo?

La strada è una sola: cercare il regno di Dio e tutto ilresto ci sarà dato in aggiunta. Dovremmo essere cer-catori dell’amore autentico, quello che non puòaspettare, quello che apre al dono, alla vita, alla co-munione, alla santità.

Il S. Padre, Benedetto XVI, in un discorso del 15 ot-tobre, ha detto che "l’uomo contemporaneo… non dirado, viene allontanato dalla ricerca dell’essenzialenella vita, mentre gli viene proposta una felicità effi-mera, che accontenta per un momento, ma lascia,ben presto, tristezza e insoddisfazione", che lascianella solitudine.

Un amore fine a se stesso non è amore. Un tale"amore" è destinato a morire dentro una pseudo rela-zione che mette insieme due solitudini ma che nongiunge mai alla comunione, è destinato ad alimentar-si di egoismo e di pretesa senza mai aprirsi allo stu-pore, alla gratuità, alla gratitudine.

Se quello proposto negli spot televisivi riteniamoche sia il modello di famiglia più attraente da proporreai giovani e con il quale vorremmo che si identificas-sero, c’è da augurarsi che prima o poi, noi cosiddettiadulti, sappiamo rientrare in noi stessi per un serioesame di coscienza circa il senso della vita e ciò chein essa è veramente essenziale, per offrire alle nuovegenerazioni modelli più autentici e credibili.

Marina Berardi

ILCASTELLO 8

SPOT AUTO?“rottamazione” della famiglia

CastelloFebb12 13-02-2012 15:12 Pagina 8

ILCASTELLO9

- Molto è stato detto e raccontato su Suor Bakhita.Nel 2009 la Rai trasmise anche una miniserie, segui-tissima, che ripercorse in due puntate, l’incredibile vi-ta di questa santa straordinaria.

Nata nel 1869 in un piccolo villaggio del Sudan, al-l’età di soli sette anni venne rapita da dei mercanti dischiavi arabi. Il nome “Bakhita”, infatti, le fu affibbiatodai suoi rapitori, che in arabo significa “Fortunata”, inquanto la futura santa, a causa deltrauma subito dal rapimento, dimenticòil suo nome e quello dei suoi genitori.

Da quel momento in poi la piccolaBakhita passò anni d’inferno, venen-do venduta più volte, maltrattata, pic-chiata e umiliata dai suoi “padroni”.Nel manoscritto contenente l’autobio-grafia della Santa, custodito dallesuore Canossiane di Roma, vengonoraccontate tutte le sofferenze fisiche emorali che patì nel lungo periodo dellasua schiavitù, come il cruento tatuag-gio inflitto da un generale turco, il qua-le le incise più d’un centinaio di segnisul petto, sul ventre e sul braccio de-stro con un rasoio che poi vennero co-perti con del sale, per “marcarla” a vita

Dopo varie vicende e molti supplizi,fu comprata, al mercato di Khartum, dal Console ita-liano Calisto Legnani, che la portò con sé in Italia, nel1885, e la consegnò alla famiglia Michieli di Mirano, inVeneto, presso la quale Bakhita diventò la bambinaiadella figlia. Dovendo raggiungere l’Africa, la famigliaMichieli decide di far ospitare Bakhita e la figlia nelconvento delle Suore Canossiane di Venezia, fino alloro ritorno. Bakhita, avrà così modo di conoscere ladottrina cattolica.

Nove mesi dopo, la famiglia Michieli reclamerà lasua bambinaia, ma Bakhita si rifiutò di seguirli, deci-dendo di rimanere in Convento. Sulla questione inter-verrà anche mons. Domenico Agostini, Patriarca di

Venezia, il quale fece presente che in Italia “non si famercato di schiavi”. Nel 1890 Bakhita ricevette batte-simo, cresima e comunione, e le fu imposto il nome diGiuseppina Margherita Fortunata. Nel 1893, dopoaver conosciuto e sperimentato l’amore di Dio, entrònel noviziato delle suore Canossiane e tre anni piùtardi prese i voti definitivi alla presenza del PatriarcaGiuseppe Sarto, futuro papa Pio X. Lo stesso anno fu

dichiarata legalmente libera.È importante ricordare e riconosce-

re l’importanza che ebbe la ChiesaCattolica nella storia per l’abolizionedella schiavitù nel mondo, in quanto,fin dall’antichità, ne combatté auda-cemente i soprusi e si batté per la li-bertà degli uomini, cosa che tutt’oracontinua a fare.

La figura di Suor Bakhita, ricordataanche da papa Benedetto XVI nellasua seconda enciclica, Spe Salvi, èfondamentale per la vita di ogni cri-stiano. Cuoca, aiuto infermiera, nelcorso della Prima Guerra Mondiale,sacrestana e portinaia, svolse questemansioni con zelo, amore e umiltà,vedendo sempre nel prossimo la figu-ra di Cristo.

Suor Bakhita incarnò nel corso di tutta la sua vitaquel motto che dice “Non resistete al male” e a chiun-que le chiedesse cosa avrebbe detto ai suoi rapitori ri-spondeva: “Se incontrassi quei negrieri che mi hannorapita e anche quelli che mi hanno torturata, mi ingi-nocchierei a baciare loro le mani, perché, se non fos-se accaduto ciò, non sarei ora cristiana e religiosa...”.

Questo dice tutto sullo spessore della Santa,un esempio che deve rimanere costante nella vita ditutti i cristiani, in particolare nei momenti più difficilidella vita, dinnanzi alle sofferenze, ai soprusi e alleingiustizie.

Pietro Barbini

Una vita al servizio del prossimoSuor Giuseppina Bakita, Vergine umile serva di Cristo

Battesimi 201191. John Angela di Twin e Imarigbe Jessika92. Porco Davide di Settimio e Cioffi Debora93. Scovoli Samuele di Roberto e Franceschi Milena94. Bordignon Ludovica Maria di Mirco e Vallenari Elena95. Zilioli Francesco di Davide e Mazzotta Cristina

Battesimi 20121. Kola Diego di Adrian e Kola Kozeta2. Brunoni Davide di Roberto e Bozzola Morena3. Trebeschi Marianna di Marco e Pagani Chiara

4. Trigiani Diego Enea di Francesco e Binda Luciana5. Spaziani Rachele Maria di Paolo e Berra M. Cristina

Defunti 201186. Franceschi Giuseppe di anni 7987. Don Emilio Treccani di anni 8188. Bresciani Caterina di anni 8589. Schiavi Giovannina di anni 89

Defunti 20121. Chiarini Angelo di anni 89

2. Bergamini Alessandra di anni 853. Barbieri Innocenza Lucia di anni 904. Mor Marta di anni 835. Trivella Maria di anni 916. Tononi Francesco di anni 947. Perini Elisabetta di anni 778. Piccinelli Maria di anni 829. Ceni Silvio di anni 8210. Picetti Rosa di anni 8811. Mor Fausto di anni 4812. Buson Ottavio di anni 6713. Tonini Gianfranca di anni 67

AAAANNNNAAAAGGGGRRRRAAAAFFFFEEEE PPPPAAAARRRRRRRROOOOCCCCCCCCHHHHIIIIAAAALLLLEEEE

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Quaresima 2012:il tuo volto noi cerchiamo Sal. 26

Questa icona del Cr istoPantocratore è la più anticagiunta ai giorni nostri (suc-cessivamente analizzerò me-glio questa tipologia). Risalealla prima metà del IV secolo,dipinta su tavola con tecnica aencausto (il colore si uniscealla cera a caldo). La sua con-servazione è dovuta al luogodove è stata tenuta e cioè nelmonastero di Santa Caterinadel Sinai (una fortezza co-struita nel deserto per proteg-gere i monaci tra il 548 e il 565dall’imperatore Giustiniano).La tavola misura 84x45,5 cm

e risulta tagliata. Il Cristo dovrebbe essere seduto suun trono che si scorge dietro le sue spalle.Ha il nimbo(aureola) crociato, su fondo oro-verdastro cosparsodi stelle dorate. È raffigurato frontalmente anche se siintuisce una leggerissima torsione e il suo sguardova sempre oltre. La sua veste (maphorion) forse ini-zialmente era rosso porpora perché era il colore im-periale.

La mano destra è benedicente mentre con la sini-stra regge un libro tempestato di pietre preziose.

Degli studiosi statunitensi hanno sovrapposto que-sta immagine al volto dell’uomo della Sindone e, consorpresa, hanno trovato degli elementi in comune epiù di 250 punti di sovrapponibilità. Considerate chenegli Stati Uniti bastano 60 punti per stabilire l’identitào la similarità di due immagini.

Gli elementi in comune sono quelli che si ritroveran-no poi in tutte le icone successive del Cristo. Ecconealcuni:

- Il volto è asimmetrico: le guance sono diverse per-ché una è tumefatta e per tale motivo le sopracciglianon sono allo stesso livello. Se l’icona fosse stata in-ventata senza avere un modello, l’artista non avrebbefatto tali errori!

- Nelle icone di solito ci sono due o tre ciocche di ca-pelli sulla fronte: nella Sindone compare un rivolo disangue a forma di 3 rovesciato. Gli artisti, vedendo il

telo in positivo, potevano pensare che erano dei ca-pelli.

- Nelle icone alla radice del naso spesso si trova unsegno di un quadrato e una specie di “V”; anche nellaSindone compare, probabilmente dovuto alla tramadel tessuto.

- La barba è bipartita e anche i baffi non sono sim-metrici.

- Tra le guance e i capelli vi è un po’ di stacco e cosìessi appaiono lontani dal viso.

- Gli occhi sono, nell’icona, spalancati e grandi: nel-la Sindone in positivo gli occhi sembrano aperti.

- Naso lungo e diritto, orecchie piccolissime, nonanatomicamente disegnate, la bocca piccola.

- In coincidenza con la mano destra che benedice viè la ferita del costato destro.

Davanti a questa icona Romano il Melode (+ ca.560) pregava: “Possa io vedere la tua immagine divi-na, con coscienza pura, e proclamare: A te convieneonore e adorazione, al Padre, al Figlio con lo Spirito,da tutta la creazione e sempre, nei secoli dei secoli, oAmico degli uomini”.

Questa immagine accompagnerà la nostra preghie-ra quotidiana… BUONA QUARESIMA.

don Gianluca

Proposte di spiritualità“Il periodo quaresimale è momento favorevole per

riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con unasincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sa-cramento della Penitenza e camminare con decisioneverso Cristo” (Benedetto XVI).

1. PREGHIERA:

RAGAZZI DELLE MEDIE E DELLE ELEMENTARI:✘ Ogni giorno verrà proposto un momento di pre-

ghiera. Il libretto sarà distribuito ai ragazzi.✘ Ogni Venerdì pomeriggio, alle ore 16.15, viviamo

la Via Crucis nella Chiesa del Sacro Cuore.✘ Per le classi dell’ I.C.F.R. che si preparano ad un

sacramento è proposto anche un ritiro spirituale (airagazzi verrà dato l’avviso al catechismo la settimanaprecedente con gli orari):

CRESIMANDI:✘ Ogni mercoledì alle 20.30, preghiera insieme

presso la Chiesa Parrocchiale. A questi incontri è ri-chiesta anche la presenza dei genitori per un momen-to di formazione e preghiera.

✘ Ritiro Spirituale (sarà dato l’avviso al catechi-smo).

ADOLESCENTI:✘ Tutte le sere alle ore 19.05, dal

lunedì al venerdì, vivremo la preghie-ra in Chiesa Parrocchiale con la Be-nedizione del Pasto. Sarà distribuitoai ragazzi il testo per la preghiera.Chi desidera potrà seguire questomomento accendendo la radio.

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✘ Il Mercoledì ed il Venerdì, subito dopo la preghie-ra, vivremo l’incontro di formazione con la cena.

✘ Venerdì 9 marzo Via Crucis giovani e giovanissimie Sabato 31 marzo Veglia delle Palme con il Vescovoa Brescia.

GIOVANI:✘ Nei giovedì di quaresima, in Cattedrale di Bre-

scia, alle ore 20.30 il vescovo Luciano guiderà lascuola di preghiera per giovani. L'esperienza avrà co-me titolo "Passione per la Vita".

Queste le tappe del percorso:1 marzo 2012 Dato per voi(Lc 22,7-20) 8 marzo 2012 Profumo di puronardo (Mc 14,1-11) 15 marzo 2012 In lui non trovocolpa (Gv 19,1-16) 22 marzo 2012 Davvero costuiera Figlio di Dio (Mt 27,45-56) ricordando i missionari martiri

✘ Venerdì 9 marzo Via Crucis giovani e giovanissimie Sabato 31 marzo Veglia delle Palme con il Vescovoa Brescia.

2. DIGIUNO:

Alle S. Messe dei ragazzi desideriamo aiutare le fa-miglie più bisognose della nostra Comunità Parroc-chiale portando alcuni degli alimenti tipici che trovia-mo sulle nostre tavole. Imparare a non sprecare il ciboche i nostri genitori ci preparano!

Impariamo inoltre a digiunare dalla “parolacce”, dal-la televisione o dai video giochi e dedicare più atten-zione ai bisogni delle nostre famiglie!

Indicazioni pratiche del digiuno e dell’astinenza:✘ il mercoledì delle ceneri e il venerdì santo sono

giorni di digiuno dal cibo e di astinenza dalla carne edai cibi ricercati o costosi.

✘ i venerdì di Quaresima sono giorni di astinenzadalla carne e dai cibi ricercati o costosi.

✘ Al digiuno sono tenuti i fedeli dai diciotto annicompiuti ai sessanta incominciati; all'astinenza dallacarne i fedeli che hanno compiuto i quattordici anni;anche coloro che non sono tenuti all'osservanza deldigiuno, i bambini e i ragazzi, vanno formati al genuinosenso della penitenza cristiana.

3. CARITA’:

La nostra Diocesi, come ogni anno, desidera aiuta-re i tanti sacerdoti, suore e laici impegnati nelle mis-sioni in tutto il mondo. I soldi raccolti durante le Messedei Ragazzi ed il Mercoledì all’incontro dei cresimandied il Venerdì alla Via Crucis saranno devoluti per le ini-ziative che l’Ufficio Missionario Diocesano vorrà rea-lizzare. Saranno distribuite al catechismo le cassetti-ne per le offerte.

VOCI DALL’ORATORIO:

Febbraio il mese della vita:Dopo una lettura attenta del messaggio per la 34a

Giornata Nazionale per la vita “Giovani aperti allaVita” abbiamo ritenuto opportuno vivere le seguentiattività:

✘ Domenica 5 abbiamo vissuto il Lancio dei pallon-cini e la mostra dei disegni sul tema della vita per leelementari. Siamo convinti che il nostro stile di vita,contraddistinto dall’impegno per il dono di sé, può di-ventare un inno di lode e ci rende seminatori di spe-ranza in questi tempi difficili ed entusiasmanti.

✘ Sabato 11: “Gusta la vita” ovvero pizza per fami-glie e testimonianza sulla vita. Aiutati da alcuni mem-bri del Gruppo Movimento per la Vita abbiamo ascol-tato la testimonianza di Katia, aiutata a portare a ter-mine la gravidanza e riflessioni per scelte quotidianea favore della vita stessa. Abbiamo concluso con unapreghiera per le nostre famiglie.

✘ Giovedì 16 abbiamo visto e discusso il Film “Bel-la”.Tutti i personaggi soffrono a loro modo di problemipiù o meno importanti ma vince su ogni difficoltà la de-cisione di ognuno di amare l’ altro. Per questo mes-saggio profondo e intimo questo film è stato accolto esostenuto in Italia dal Movimento per la Vita. Il bene ela bellezza della vita trionfano affrontando tematichecome l’ aborto, le relazioni tra persone, l’ amore, la di-sperazione, l’ importanza del lavoro e la fede religio-sa. E’ un film che ha commosso e che ha sensibilizza-to a delle riflessioni profonde...

✘ Venerdì 17: Veglia per la Vita per la comunità.Questo momento è stato vissuto pregando anche peri nostri amici che sono già in paradiso. E’ stata una ve-glia commovente e molto partecipata.

Siamo convinti di aver dato l’opportunità alla Comu-nità di riflettere su un tema attuale e scoperto che aCarpenedolo i Giovani sono aperti alla Vita…

Lettera di sensibilizzazionealla comunità“L’aborto e l’eutanasia sono le conseguenze estremee tremende di una mentalità che, svilendo la vita, fini-sce per farli apparire come il male minore”(dal Messaggio dei Vescovi 2012)

5.219.561 sono gli aborti effet-tuati dalla introduzione della leggen. 194/78 al 2010 (Fonte Ministerodella Salute). Questo dato equivalea quattro città spazzate via: Romaabitanti 2.640.000; Milano abitanti1.250.000; Napoli abitanti 950.000;Bologna abitanti 380.000:TOTALE 5.220.000

Al dramma umano dell’aborto si somma il dramma diuna società in pieno inverno demografico tenuta in vitaesclusivamente dall’apporto dei figli degli immigrati.

CastelloFebb12 13-02-2012 15:12 Pagina 11

ILCASTELLO 12

Il figlio si salva non già “contro” ma “insieme” allamadre, la quale va aiutata a ritrovare il senso dell’ac-coglienza che è dentro di sé. Sono 140.000 i bambininati grazie all’aiuto portato alle loro mamme dai Centridi Aiuto alla Vita e dal Progetto Gemma (sono 60 solograzie alla solidarietà di Carpenedolo!)

AIUTARE IL FIGLIO A NASCERESIGNIFICA AIUTARE ANCHE LA MADRE

Movimento per la VitaCentro di aiuto alla Vita CarpenedoloTel. 030 9698059 - 030 969532

030 9697855 - 030 9698392

I.C.F.R. 4Gruppo Gerusalemme

Che bello! Quest'anno con il cammino di I.C.F.R. 4abbiamo la possibilità di usare la "BIBBIA".Stiamo im-parando a leggerla, a sfogliarla, a conoscerla, a con-testualizzarla. Con la Bibbia stiamo conoscendo la"STORIA DELLA SALVEZZA" che narra la storia deimolteplici personaggi che hanno incontrato DIO, fatto

esperienza di gioia, di do-lore, di speranza, di delu-sione, di amicizia e diodio, ma soprattutto han-no fatto una esperienza difede, si sono completa-mente affidati a Dio. Leg-gendo alcuni passi della

Genesi abbiamo imparato che basta osservare ilcreato per farci un'idea di quanto DIO ci AMA; abbia-mo anche imparato che Dio ci ha creato liberi di sce-gliere e che le scelte sbagliate dell'uomo, dettatespesso dall'invidia e dalla gelosia, non impedisconoalla Provvidenza divina di realizzare i suoi benevoli di-segni, anzi esse stesse paradossalmente vengonomesse al servizio di tale realizzazione.

Continuiamo il nostro cammino con grande entusia-smo, siamo solo agli inizi!!!

Anche i nostri genitori stanno scoprendo con noiche la Bibbia è una fonte, una risorsa inesauribile di ri-sposte, di aiuti, di consigli e di suggerimenti per la vitaquotidiana.

Le Catechiste

A te piacerebbe leggere la Bibbia, ma …Per evitare che il tuo spirito rimanga debole dell’ali-

mentazione spirituale, fai attenzione ai suggerimenti,così, la tua lettura non solo si limiterà alla conoscenzadella Parola di Dio, ma farà in modo che si materializzinella sua vita sottoforma di benedizioni:

Preparazione: La Bibbia non è un libro in più. Lei èla Parola di Dio. Anche se è stata scritta da anni e dadifferenti persone, è il libro più attuale che la persona

possa leggere. Lei parla per ogni settore della vita,dando orientamenti che non possono essere trovati inun altro luogo nel mondo. Così, in modo che tu possaapprofittarne della tua Bibbia, prega prima di comin-ciare a leggere, chiedendo a Dio che parli con te – eLui certamente lo farà.

Dove: Cerca di non leggere la tua Bibbia in locali onegli orari che rende difficile mantenere la concentra-zione.La Bibbia deve essere letta lentamente, assimi-lando parola per parola, cerca un luogo giusto nell’oraappropriata.

Da dove cominciare: Tu non hai bisogno di comin-ciare a leggere la Bibbia a partire da Genesi – a menoche, tu non voglia sapere qualcosa in più sulla crea-zione divina e le origini della fede.Ma, per i principian-ti consiglio di iniziare dai Vangeli, cioè: Matteo, Marco,Luca, Giovanni. Questi quattro libri parlano dell’epocain cui il Signor Gesù venne al mondo e rivelò la veraidentità del Padre.

Comprensione: Nessuno capisce la Bibbia com-pletamente. Sii paziente e continua a leggere. Se nonriesci a capire un passaggio, non ti preoccupare, per-ché un giorno lo capirai. Succede così con tutti quelliche leggono la Bibbia. Dio dice ciò che per te è impor-tante in quel momento.Per questo, medita su quel chestai leggendo e mantieni le orecchie ed il cuore apertiper ascoltarLo. Quando Lui non parla è perché non èimportante per te.

I.C.F.R. 5 Gruppo Emmaus:strepitoso successo presepi!

E chi se lo aspettava!!!!All'inizio dell'Avvento abbiamo consegnato ai ra-

gazzi del gruppo EMMAUS delle semplici tavolette dilegno. Ed ecco sono ritornati degli originali e splendidipresepi: circa 70, fatti di tanti materiali diversi, conmessaggi propri del Natale e con una creatività unica!Sono anche stati esposti per tutto il periodo nataliziopresso gli ambienti della Chiesa del Sacro Cuore.

Tante sono state le proposte per prepararsi al Nata-le, ma questa ha coinvolto genitori e figli: per questovogliamo esprimere il nostro ringraziamento a tutti lo-ro per l'aiuto con una preghiera di Giovanni Paolo IIper la Famiglia.

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PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA

O Santa Famiglia di Nazareth, comunità d'amoredi Gesù, Maria e Giuseppe,modello e ideale di ogni famiglia cristiana,a te affidiamo le nostre famiglie.

Apri il cuore di ogni focolare domestico alla fede,all'accoglienza della Parola di Dio,alla testimonianza cristiana,perché diventi sorgente di nuove e sante vocazioni.

Disponi le menti dei genitori, affinché con carità sollecita,cura sapiente e pietà amorevole,siano per i figli guide sicure verso i beni spirituali ed eterni.

Suscita nell'animo dei giovaniuna coscienza retta ed una volontà libera,perché crescendo in "sapienza, età e grazia",vivano in pienezza la loro vocazione. Amen.

Noi Genitori dei ragazzi del Gruppo Emmaus abbia-mo cercato di animare la Giornata della Vita, che si èsvolta domenica 5 febbraio. Fin dal mattino alcuni dinoi si sono alternati nell’animazione delle S. Messe ein collaborazione con il Movimento per la Vita abbia-

mo venduto fiori e libri in piazza.Nel pomeriggio nel piazzale dell’Oratorio, dopo una

preghiera celebrata in Chiesa per ringraziare Dio deldono della vita, abbiamo organizzato dei giochi e lamerenda.

Tra la preghiera ed i giochi si è svolto anche il lanciodei palloncini con legati i messaggi dei nostri ragazzi.L’incontro di catechismo dei nostri figli quindi è statovissuto con gioia, vivendo con noi genitori questagiornata così felicemente animata.

Abbiamo concluso in Teatro con la visione di un fil-mato “dono di vita”. Grazie a don Gianluca, ai catechi-sti, al Movimento per la Vita e a tutti coloro che si sonoimpegnati per la buona riuscita di questa giornata…Alla prossima!

Preparatevi gente,sta per tornare la Corrida

Quest'anno, se tutto va bene, la corrida dei ragazziarriva alla 20° edizione.

Vogliamo fare qualcosa di speciale per festeggiarequesto traguardo?

Se avete immagini, fotografie, notizie, curiosità del-le prime edizioni e potete fornircele, saremo grati e colvostro aiuto potremo preparare qualcosa di carino.

La corrida dei ragazzi verrà proposta, come nelleprime edizioni, per la festa della mamma: sabato 12 edomenica 13 maggio… Contattateci.

ISCRIZIONI PRESSO L’UFFICIO PARROCCHIA-LE oppure da GIANNI FERRARI allo 0309965806 (al-la sera).

In Quaresima riprendono i “Centri di Ascolto”.Il tema che guiderà questo cammino verte

sul “Padre Nostro” in continuitàcon il percorso fatto in Avvento.

Gli incontri si svolgono alle ore 20,30il lunedì o il martedì

secondo il seguente calendario:

27-28 febbraio / 5-6 marzo12-13 marzo / 19-20 marzo

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È appena trascorsa la memoria liturgica di S. Gio-vanni Bosco: come non ricordare il tema caro a que-sto personaggio che di esso fece l'ideale ed il motivodella sua vita, così da essere chiamato "Padre e Mae-stro della gioventù"? In questo nostro terzo millennio"educare" appare poi così urgente da essere stato in-dividuato come una condizione grave cui è chiamataa far fronte l'intera società.

Sono cambiati i modelli di vita, i rapporti tra le gene-razioni si sono fatti più problematici, modalità diversee complesse di comunicazione non sempre l'hannoresa più umana e vicina, l'abbondanza di mezzi han-no favorito più l'individualismo che non una preziosainterdipendenza e collaborazione, false emancipazio-ni hanno creato forme di preoccupante isolamento,addirittura tra i coniugi, genitori e figli, abbandono e ri-fiuto del mondo spirituale e soprannaturale hanno fat-to registrare innumerevoli casi di sbandamento o diesistenziale disperazione.

Partecipi dunque di tali situazioni, i Vescovi italiani,interpreti e desiderosi di aiutare i loro fedeli a rinnova-re nella fede comune la società, illuminati dall'alto ma-gistero di Papa Benedetto XVI, hanno elaborato"Orientamenti pastorali" dal titolo sopra indicato.

Da qui nasce per tutti noi credenti l'esigenza di co-noscere, comprendere, attuare e concretizzare con-tenuti e proposte dell'autorevole ed alto insegna-mento.

Cercheremo di farlo a tappe, con modesto contribu-to fraterno, sollecitando più l'interesse sull'argomentoed il desiderio di approfondirlo che non la pretesa diesaurirlo.

Tutto questo, non senza prima far nostra, nella me-ditazione, la preghiera stessa dei Vescovi:

Maria, Vergine del silenzio,non permettere che davantialle sfide di questo tempo

la nostra esistenza sia soffocata dalla rassegnazione o dall'impotenza.

Aiutaci a custodire l'attitudine all'ascolto,grembo nel quale la parola diventa feconda

e ci fa comprendere che nulla è impossibile a Dio.

Maria, Donna premurosa,destaci dall'indifferenza

che ci rende stranieri a noi stessi.Donaci la passione che ci educa

a cogliere il mistero dell'altro e ci pone a servizio della sua crescita.

Liberaci dall'attivismo sterile, perché il nostro agire

scaturisca da Cristo, unico Maestro.

Maria, Madre dolorosa,che dopo aver conosciuto

l'infinita umiltà di Dio nel Bambino di Betlemme,

hai provato il dolore straziantedi stringerne tra le braccia

il corpo martoriato, insegnaci a non disertare i luoghi del dolore;

rendici capaci di attendere con speranzaquell'aurora pasquale che asciuga le lacrime

di chi è nella prova.

Maria, Amante della vita,preserva le nuove generazioni

dalla tristezza e dal disimpegno.Rendile per tutti noi sentinelle

di quella vita che iniziail giorno in cui ci si apre,

ci si fida e ci si dona.

Tonino Bello

Con essa vorremo accompagnare i nostri sforzi co-muni, ridare slancio ad umili e tenaci propositi, invo-gliare credenti e non, fiduciosi di non seminare invanocon l'intercessione della Madre comune.

don Gian Maria

“Educare alla vita buona del Vangelo”

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VENERDì 17 FEBBRAIO - ORE 20.00 Sposarsi in chiesa non è un obbligo. Parliamo di Dio, ascoltiamo Dio, parliamo con Dio.Fermati - Guarda - Ascolta. Don Franco Tortelli - Arciprete di CarpenedoloSABATO 18 FEBBRAIO - ORE 20.00 Che cosa è il matrimonio. Don Fabio Marini - parroco di Novagli - Doc. Diritto CanonicoDOMENICA 19 FEBBRAIO - ORE 9.00-12.00 l linguaggi dell'amore. Dott. Marco Mason Ore 11.00: Santa Messa e presentazione dei fidanzati alla comunità.LUNEDì 20 FEBBRAIO - ORE 20.00 Il progetto di Dio sulla coppia umana. Il matrimonio nella Bibbia.Don Luigi, Bontempi - insegnante di Sacra Scrittura MARTEDI 21 FEBBRAIO - ORE 20.00 Aspetti etici della vita di coppia. La morale cristiana nel matrimonio: Una proposta controcorrente.Don Sergio Passeri - Insegnante di moraleMERCOLEDI 22 FEBBRAIO - ORE 20.00Inizio della Quaresima - il perdono nella coppia.Don Franco Tortelli - Equipe Commissione FamigliaGIOVEDì 23 FEBBRAIO - ORE 20.00 Matrimonio - Sacramento, Istituzione, aspetti giuridici.Don Fabio Marini - Insegnante di Diritto CanonicoVENERDì 24 FEBBRAIO - ORE 20.00 La comunicazione nella vita di coppia e la gestione delle conflittualità. Rapporto con le famiglie di origine.Psicologa Sandra Perini SABATO 25 FEBBRAIO - ORE 20.00 Procreazione responsabile. Metodi naturali - apertura alla vita - testimonianze.Renato Turini - Maria Grazia Ferrari DOMENICA 26 FEBBRAIO - ORE 9.00-12.00Fedeli e felici si può. La fatica di costruire il "NOI". Ultime raccomandazioni.C'è posto per Dio nella tua vita? Famiglia, comunità in preghiera.Don Luigi Lussignoli - Don Franco Tortelli Ore 11.00: S. Messa con mandato ai fidanzati e consegna attestati dì partecipazione.

CORSO FIDANZATICammino di fede verso il matrimonio 2012

22 coppie al via dal 17 al 26 febbraio

UN’ORA DI INCONTRO MENSILE CON PREGHIERA SULLA PAROLA DI DIO (MC 6, 14-29)

Guiderà l’incontro p. Mario Barbero, imc, biblista, esperto familiare

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“Il Castello” - Febbraio 2012 - Aut. Trib. BS N. 13/94 del 14/5/94 - Direttore responsabile: Mons. Antonio FappaniDirezione e redazione: Parrocchia S. G. Battista V. Ventura, 1 Carpenedolo (BS) - Videoimpaginazione: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

Son morto ch'ero bambinoson morto con altri centopassato per un caminoe adesso sono nel vento. (x 2)

Ad Auschwitz c'era la neveil fumo saliva lentonel freddo giorno d'invernoe adesso sono nel vento. (x 2)

Ad Auschwitz tante personema un solo grande silenzioche strano non riesco ancoraa sorridere qui nel vento. (x 2)

Io chiedo come può l'uomouccidere un suo fratelloeppure siamo a milioniin polvere qui nel vento. (x 2)

E ancora tuona il cannonee ancora non è contentadi sangue la bestia umanae ancora ci porta il vento. (x 2)

Io chiedo quando saràche l'uomo potrà impararea vivere senza ammazzaree il vento si poserà. (x 2)

Giornata della memoria... per non dimenticareTesto Auschwitz (la canzone del bambino nel vento) Nomadi

Il 27 gennaio del 1945i cancelli di Auschwitz

furono abbattuti

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