Il Lago Laudemio e il Massiccio Sirino-Papa

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— 123 — dialetto fosse), dove l’opera millenaria della degradazione meteorica ha i m p resso segni diffusi e m a rcati che denunciano un paesaggio selvaggio e tormentato in un intreccio di valli afflitte da frane, da strapiombi, da pro f o n d i burroni, dove non esiste un accenno di pianura. Dalle pieghe settentrio- nali di Serra Ma l o m b r a (1296 m) nasce il Calore, che entrando nel Vallo di Diano prende il nome di Tanagro e va a sfociare nel golfo di Salerno. Il fiume Noce scaturisce dalle Murge del Principe (1398 m), un gruppo di altopiani che può conside- rarsi uno sperone avanzato a nord del Sirino, e va a terminare la sua corsa tra Maratea e Praia a Mare. È importante sottolinea- re che lo spartiacque del massiccio del Pollino si snoda secondo la direzione E-O, a differenza dei monti del Sirino-Papa che p resentano un orienta- mento NO-SE. Qu e s t i ultimi infatti, secondo il Magliano 2 , “si sollevarono con un primo diastrofismo post-triassico, che produs- se corrugamenti lungo i meridiani, mentre l’ a p- pennino ebbe origine da un successivo grande dia- s t rofismo eocenico, che determinò sia la caratteri- stica disposizione a quinte sia l’accennata direzione NO-SE delle pieghe”. Dal punto di vista geologico, dunque, la regione mon- tuosa del Sirino-Papa ri- sulta essere tra le più anti- che, emersa dai fondali marini ancor prima della stessa catena appenninica, insieme al Volturino e a l l’ a rea montuosa del Pi e rfaone. Gli studi del De Lorenzo 3 hanno rivela- to che il massiccio del Sirino, naturale continua- zione del sistema calcareo dolomitico della Ma d- dalena, è costituito essen- zialmente da rocce calca- ree risalenti al Triassico, caratterizzate dalla presen- za di liste e noduli di selce all’interno degli strati, con i n t e rcalazioni di scisti marnosi e argillosi e di depositi di arenarie del- l’era mesozoica e cenozoi- ca con la sovrapposizione di scisti silicei e di diaspri policromi o di strati mar- nosi e argillosi di colore rosso o letti di selce gialla- stra o cerulea. Durante la glaciazione Wurm, nel quaternario, la nostra area montuosa era abbondantemente ricoper- ta da ghiacciai. In partico- lare due giacevano sul lato settentrionale della cima del monte Papa: il primo, IL LAGO LAUDEMIO E IL MASSICCIO DEL SIRINO-PAPA di Bruno Niola S econdo il Racioppi 1 la denominazione del massiccio deriva dall’ antica città di Siri, fondata alla foce del Sinni, fiume conosciuto dagli antichi col nome di Siris, originato dalla radice sanscrita sar, che significa scorrere, flui- re. Quando la città, nel secolo V a.C., fu vinta e distrutta dai Tarantini, gli abitanti furono spinti nel- l’ e n t roterra verso l’ a l t o della valle del fiume, costi- tuendo quei popoli “Sirini” menzionati da Plinio i quali diedero a loro volta il nome al monte. Il complesso montuoso del Sirino-Papa con le sue due vette, del Sirino (1907 m) e del monte Pa p a (2005 m), separate da una cresta impervia chiamata “Schiena d’Asino”, segna lo spartiacque appennini- co tra i bacini dei fiumi Agri e Sinni a levante, del Calore e del Noce a po- nente. Dal versante orientale nasce il fiume Sinni che, traendo le sue sorgenti da Serra della Gi u m e n t a (1518 m), è ingrossato da destra dalle acque defluen- ti da ampi e capaci solchi naturali scavati sui fianchi del monte Papa: Fosso dei Garrara, Fosso della Peta, Fosso Sciemprione, Fosso Niella. Doline carsiche (in

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Articolo in Basilicata Regione anno 1996 - n. 5/6

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dialetto fosse) , dovel’opera millenaria delladegradazione meteorica hai m p resso segni diffusi em a rcati che denuncianoun paesaggio selvaggio etormentato in un intrecciodi valli afflitte da frane, dastrapiombi, da pro f o n d ib u r roni, dove non esisteun accenno di pianura.

Dalle pieghe settentrio-nali di Serra Ma l o m b r a(1296 m) nasce il Calore ,che entrando nel Vallo diDiano prende il nome diTanagro e va a sfociare nelgolfo di Salerno.

Il fiume Noce scaturiscedalle Murge del Pr i n c i p e(1398 m), un gruppo dialtopiani che può conside-rarsi uno sperone avanzatoa nord del Sirino, e va at e r m i n a re la sua corsa traMaratea e Praia a Mare.

È importante sottolinea-re che lo spartiacque delmassiccio del Pollino sisnoda secondo la direzioneE-O, a differenza deimonti del Sirino-Papa chep resentano un orienta-mento NO-SE. Qu e s t iultimi infatti, secondo ilMa g l i a n o2, “si solleva ro n ocon un primo diastrofismopost-triassico, che produs-se corrugamenti lungo imeridiani, mentre l’ a p-pennino ebbe origine daun successivo grande dia-s t rofismo eocenico, che

determinò sia la caratteri-stica disposizione a quintesia l’accennata direz i o n eNO-SE delle pieghe”. Dalpunto di vista geologico,dunque, la regione mon-tuosa del Si r i n o - Papa ri-sulta essere tra le più anti-che, emersa dai fondalimarini ancor prima dellastessa catena appenninica,insieme al Volturino ea l l’ a rea montuosa delPi e rfaone. Gli studi delDe Lorenzo3 hanno rivela-to che i l massiccio delSirino, naturale continua-zione del sistema calcare odolomitico della Ma d-dalena, è costituito essen-zialmente da rocce calca-ree risalenti al Tr i a s s i c o ,caratterizzate dalla presen-za di liste e noduli di selceall’interno degli strati, coni n t e rcalazioni di scistimarnosi e argillosi e didepositi di arenarie del-l’era mesozoica e cenozo i-ca con la sov r a p p o s i z i o n edi scisti silicei e di diasprip o l i c romi o di strati mar-nosi e argillosi di colorerosso o letti di selce gialla-stra o cerulea.

Durante la glaciazioneWurm, nel quaternario, lanostra area montuosa eraabbondantemente ricoper-ta da ghiacciai. In partico-lare due giacevano sul latosettentrionale della cimadel monte Papa: il primo,

IL LAGO LAUDEMIO E ILMASSICCIO DEL SIRINO-PAPA

di Bruno NiolaSecondo il Racioppi1 l adenominazione delmassiccio deriva dall’

antica città di Siri, fondataalla foce del Sinni, fiumeconosciuto dagli antichicol nome di Siris, originatodalla radice sanscrita s a r,che significa scorre re, flui-re. Quando la città, nelsecolo V a.C., fu vinta ed i s t rutta dai Tarantini, gliabitanti furono spinti nel-l’ e n t roterra verso l’ a l t odella valle del fiume, costi-tuendo quei popoli “Si r i n i”menzionati da Plinio iquali diedero a loro volta ilnome al monte.

Il complesso montuosodel Sirino-Papa con le suedue vette, del Sirino (1907m) e del monte Pa p a(2005 m), separate da unac resta impervia chiamata“Schiena d’ A s i n o”, segnalo spartiacque appennini-co tra i bacini dei fiumiAgri e Sinni a levante, delC a l o re e del Noce a po-nente.

Dal versante orientalenasce il fiume Sinni che,traendo le sue sorgenti daSerra della Gi u m e n t a(1518 m), è ingrossato dadestra dalle acque defluen-ti da ampi e capaci solchinaturali scavati sui fianchidel monte Papa: Fosso deiGarrara, Fosso della Pe t a ,Fosso Sciemprione, Fo s s oNiella. Doline carsiche (in

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di notevoli dimensioni, sii n c a s s a va nella valle delLago Remmo o Laudemioallungandosi per quattrochi lometri fino a Pe t i -nachiana: di questo è ri-masta ben visibile la more-na frontale che ora delimi-ta il lago. Il secondo sii n c u n e a va invece nellavalle del Cacciatore, com-presa tra la Spalla dell’Im-peratr ice a oriente e lep ropaggini settentrionalidel Sirino ad occidente;anche per questo oggi èvisibile la morena del lagoZa p a n o. Un terzo e piùpiccolo ghiacciaio, occu-pava la stretta valle situataa sud del monte Papa.4

L’ i n c a n t e vole lago Re m-mo5, a quota 1525 in ter-r itorio del comune diL a g o n e g ro, si estende perpiù di due ettari dietroSpalla dell’Imperatrice. Diforma arrotondata, borda-

to da un fitto bosco di altifaggi, appare di un sugge-s t i vo colore smeraldo perla vegetazione algale aCaracee che ospita sot-t’acqua. Tra le piante ac-quatiche sono diffuse Po -tamogeton natans e El e o -charis palustris6.

Segnalato fin dal 1971dalla S.B.I.7 quale biotopodi rilevante intere s s evegetazionale, il lago èstato sottoposto alle se-guenti leggi di tutela: Ri-s e rva Naturale Re g i o n a l econ DPGR 426/858, in-cluso nel piano Te r r i-toriale Paesistico di va s t aarea “Massiccio del Sirino”con L.R. 3/909, ed è statoindividuato dalla L.R.28/9410 quale area natura-le protetta.

Quasi invisibile a causa

della vegetazione palustree purt roppo trascuratodalle nuove norme di tute-la , è il minuscolo lagoZapano, a 1380 nel vallo-ne del Cacciatore.

Questi due laghi pleisto-cenici costituiscono i piùmeridionali di tutto l’ Ap-pennino tra quelli di origi-ne glaciale. A complemen-to della parte idro g r a f i c ava citato il lago Sirino, aquota 788 m.l.s., tipicolago di sbarramento, pro-babilmente ultimo re l i t t odel grande lago pleistoce-nico che occupava la valledel Noce.

A ridosso del lagoRemmo, nell’area detriticacentrale, e sulle aree cul-minali della montagnavegeta l’ interessante ende-mismo rappresentato dalla

Vicia sirinica1 1, una legu-minosa perenne raccoltaper la prima volta daHu t e r, Po rta e Rigo1 2 n e l1877. Alta fino a 40 cm,p resenta sul fusto unapelosità lanosa grigiastra,fiorisce in luglio-agosto eproduce un legume pelosodi 2-3 cm di lunghez z a1 3.Cresce solo in quattro sta-zioni del massiccio, su diu n’ a rea complessiva dicirca 2 kmq, preferendo lezone aperte, i brecciai eattecchendo, seppur rara-mente, anche nelle fendi-ture delle rocce. La specied e ve essere considerataendemismo vicariante del-la congenere orofila pire-naica Vicia argentea o g g iin via di estinzione.

A l t re specie montanemolto interessanti sonol’As t ragalus s irinicus el’As t ragalus semperv i re n sp u re tutelate insieme alla

Lagonegro (Pz): lago Laudemio e monte Sirino(Foto Ottavio Chiaradia)

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Vicia sirinica da specificiprovvedimenti regionali14.

Le pendici della monta-gna sono ricoperte daboschi di querce, di casta-gni e più in alto di faggi.Laddove il bosco si infitti-sce troviamo il carpino,l’orniello, l’ontano a fogliecuoriformi (Alnus cord a -t a), il pioppo bianco e iltremolo e, nelle vallate piùfresche, qualche esemplaredi abete bianco. In t e re s-sante è pure la pre s e n z adel noce forse di originespontanea o coltivato inepoche antichissime comeattestatato dal toponimodel fiume Noce15.

Analogamente l’ a n t i c adenominazione di Va l l edei Porcili trarrebbe origi-ne dalla presenza del cin-ghiale, mentre l’altra diValle dei Cacciatori testi-monierebbe la ricchezza difauna ospitata in passato.Al contrario oggi la faunanon è molto abbondante.Probabilmente vi nidificail falco pellegrino (Fa l c op re re g r i n u s ), e non mancail nibbio, con le due spe-cie, bruno (Milvus mi -

g ra n s ) e reale (Milvus mil -v u s )1 6. Sono comuni ghian-daie, picchi ve rdi, picchirossi maggiori, cornacchiegrigie, corvi imperiali ec o l o m b a c c i .

Tutta l’ a rea del massic-cio è attualmente inclusan e l l’istituendo parco na-zionale della Val d’ A g r i -L a g o n e g rese ai sensi della3 9 4 / 9 11 7 ed è oggetto diun intervento di tutela evalorizzazione da part edella Provincia di Potenza.

1 G. RACIOPPI,

, vol. I, E. Loescher,Roma, 1889. Ristampa ana-statica curata da A. CapuanoEditrice, Francavilla S.S. (Pz).2 R. MAGLIANO,

, in

, settembre1970, a cura dell’IspettotatoForestale di Potenza, LaBuona Stampa, Napoli,1970, p. 16.

3 G. DE LORENZO,

, Laterza,Bari, 1904.4 C. PESCE,

, Reale Tipo-grafia Pansini, Chistro S.Lorenzo, Napoli, 1914.5 A. BAVUSI, G. SETTEMBRI-NO, ,Alfagrafica Volonnino, Lavel-lo, 1992.6 V. MAZZILLI,

, in AA.VV., , guida

WWF, Edizioni Ambiente,Milano, 1996.7 S.B.I.,

, Ca-merino, 1971.8 D.P.R.G. 19.04.1985, n.426. L.R. 22/5/1980, n. 42.

, B.U.Basilicata 16.6.1985, n. 22.9 L.R. 12.2.1990, n. 3,

, B.U. Basilicata 16/2/1990, n. 5.10 L.R. 28.7.1994, n. 28.

, B.U. Basilicata04.07.1994, n. 31.11 O. GAVIOLI,

, S.B.I., Firenze,1948.12 P. PORTA,

. N. Giorn. Bot. Ital.,1879, 11:224-290. Rist. ed.Prometeo, Castrovil lari,1992.13 S. PIGNATTI, ,vol. I, Edagricole, Bologna,1982.14 D.P.G.R. 9.7.1986, n. 793.L.R. 22.5.1980, n. 42,

, B.U. Ba-silicata 2.9.1986, n. 37.15 F. PRATESI, F. TASSI,

, ed.Mondadori, Milano, 1979.16 AA.VV.,

, Fontana dei Pastori,11.9.1993, Delegazioneregionale WWF Basilicata,Sezione WWF Val d’Agri.17 Legge 6.12.91, n. 394.

, B.U. 13.12.1991, n.292.

Monte Sirino(Foto Ottavio Chiaradia)

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Lagonegro (Pz): lago Zapano(Foto Ottavio Chiaradia)