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I monti della valle della Dora Baltea La Serra Le sponde del lago di Candia Il lago di Candia Canavese Vische (insediamento storico) Vitigni dell'erbaluce L'economia di Caluso si basa sull'agricoltura (mais, foraggi, cereali) e in particolare sulla viticoltura. L'erbaluce è un ottimo vino bianco ottenuto dall'uva omonima che si coltiva nella zona di Caluso e del lago di Candia, conosciuto già nell'antichità classica è l'unico vino italiano che richiede almeno sei mesi di appassimento naturale nei solai. Castello di Masino e comuni limitrofi Il lago di Candia è la zona umida canavesana meno antropizzata: le sponde sono circondate da canneti, paludi, aree coltivate, colline e boschi. Conserva, dunque, un ecosistema quasi intatto da tutelare attraverso l'annullamento degli inquinanti agricoli e la valorizzazione dell'habitat palustre, quasi ovunque scomparso. Le sponde del lago di Candia La viticoltura Su una delle basse ondulazioni collinari collegate all'anfiteatro morenico, prospicenti la pianura solcata dalla Dora Baltea, sorgono il castello di Masino e alcuni piccoli comuni come Vestignè e Borgomasino. La fortezza dei conti Valperga, costruita nel XI secolo, il parco e i boschi attigui sono stati acquistati nel 1988 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, che li ha aperti al pubblico. La valle della Dora Baltea La serra Il lago del comune di Candia Canavese, piccolo centro di origine romana, è il risultato del ritiro del ghiacciaio che ha formato anche l'anfiteatro morenico di Ivrea e il lago di Viverone. E' una tra le più importanti zone umide del Piemonte: ospita numerosi uccelli acquatici (è inoltre un luogo di sosta per volatili svernati e di passaggio) e una ricca flora idrofila strettamente legata agli ambienti palustri e lacustri. Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia A metà Trecento Pietro Azario, notaio novarese delle truppe dei Visconti di Milano, descrive il Canavese come una terra estremamente fertile grazie ai molti corsi d'acqua, con una zona pianeggiante ricca di viti, coltivi e prati, una montuosa fornita di giacimenti di ferro, boschi e cacciagione, poche città, tanti piccoli borghi e castelli. Ad oggi la presenza industriale non ha cancellato le peculiarità della zona: le aree verdi e i coltivi prevalgono su quelle urbanizzate, la viticoltura ha un ruolo dominante nella zona fra la Serra e Chivasso, in Val Chiusella resiste, seppur scarsa, l'attività estrattiva, la cittadina più grande è Ivrea con circa 24.000 abitanti. A parte Chivasso vi sono numerosi centri abitati di piccole dimensioni ma di una certa importanza come Mazzè, avamposto savoiardo ai confini del Monferrato con il grandioso castello dei Valperga, Candia, dove è stato istituito nel 1995 il Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e Caluso. Nel Cinquecento il conflitto fra Francia e Spagna portò a Caluso il maresciallo Charles de Cossè de Brissac, il quale, oltre essere un apprezzato militare, fu anche un abile imprenditore. Nel 1558 iniziò lo scavo della Bealera Brissacca, un canale di derivazione che dall'Orco (a Spineto, frazione di Castellamonte) trasportava l'acqua sino al feudo. La bealera fu un decisivo fattore di sviluppo economico: acqua potabile, irrigazione dei campi, energia per opifici, fucine e mulini. Nel tempo divenne un fiorente centro agricolo, in particolare la viticoltura fu il cuore pulsante dell'economia di Caluso sin dai Romani: Erbaluce e Passito. Nell'Ottocento l'industria cotoniera si afferma nella cittadina e verso metà Novecento viene sostituita dalla produzione dei sistemi informativi, ora bloccata in seguito alla crisi generale del settore. Alle spalle della Serra, sullo sfondo, svettano le Alpi Graie valdostane, dove nasce sul Monte Bianco la Dora Baltea. Nel Canavese, la vallata della Dora non possiede una testata, risultando così aperta sia sulla Val d'Aosta sia sul Piemonte: una porta naturale verso le Alpi e l'Europa occidentale. Tra 730.000 e 130.000 anni fa la seconda avanzata del ghiacciaio balteo (la prima produsse i rilievi biellesi) distrusse alcune delle morene precedenti edificando la straordinaria altura della Serra, le colline di Cavaglià, Cuceglio, Mazzè, Moncrivello, Torre Canavese e Colleretto Giacosa, cioè gran parte dell'attuale anfiteatro morenico. Montagna Collina Pianura Litorale Naturale Rurale Urbano PM-12 Il lago di Candia e l'anfiteatro morenico Punto di ripresa: Castello di Caluso (Torino) [PAYS.DOC] Osservatorio virtuale del paesaggio mediterraneo # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # # #

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I monti della valle della Dora Baltea

La Serra

Le sponde del lago di Candia

Il lago di Candia Canavese

Vische (insediamento storico)

Vitigni dell'erbaluce

L'economia di Caluso si basa sull'agricoltura (mais, foraggi, cereali) e in particolare sulla viticoltura. L'erbaluce è un ottimo vino bianco ottenuto dall'uva omonima che si coltiva nella zona di Caluso e del lago di Candia, conosciuto già nell'antichità classica è l'unico vino italiano che richiede almeno sei mesi di appassimento naturale nei solai.

Castello di Masino e comuni limitrofi

Il lago di Candia è la zona umida canavesana meno antropizzata: le sponde sono circondate da canneti, paludi, aree coltivate, colline e boschi. Conserva, dunque, un ecosistema quasi intatto da tutelare attraverso l'annullamento degli inquinanti agricoli e la valorizzazione dell'habitat palustre, quasi ovunque scomparso.

Le sponde del lago di Candia La viticoltura

Su una delle basse ondulazioni collinari co l legate a l l ' an f i tea t ro moren ico, prospicenti la pianura solcata dalla Dora Baltea, sorgono il castello di Masino e alcuni p iccol i comuni come Vest ignè e Borgomasino. La for tezza dei conti Valperga, costruita nel XI secolo, il parco e i boschi attigui sono stati acquistati nel 1988 dal Fondo per l'Ambiente Italiano, che li ha aperti al pubblico.

La valle della Dora Baltea La serra

Il lago del comune di Candia Canavese, piccolo centro di origine romana, è il risultato del ritiro del ghiacciaio che ha formato anche l'anfiteatro morenico di Ivrea e il lago di Viverone. E' una tra le più importanti zone umide del Piemonte: ospita numerosi uccelli acquatici (è inoltre un luogo di sosta per volatili svernati e di passaggio) e una ricca flora idrofila strettamente legata agli ambienti palustri e lacustri.

Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia

A metà Trecento Pietro Azario, notaio novarese delle truppe dei Visconti di Milano, descrive il Canavese come una terra estremamente fertile grazie ai molti corsi d'acqua, con una zona pianeggiante ricca di viti, coltivi e prati, una montuosa fornita di giacimenti di ferro, boschi e cacciagione, poche città, tanti piccoli borghi e castelli. Ad oggi la presenza industriale non ha cancellato le peculiarità della zona: le aree verdi e i coltivi prevalgono su quelle urbanizzate, la viticoltura ha un ruolo dominante nella zona fra la Serra e Chivasso, in Val Chiusella resiste, seppur scarsa, l'attività estrattiva, la cittadina più grande è Ivrea con circa 24.000 abitanti.

A parte Chivasso vi sono numerosi centri abitati di piccole dimensioni ma di una certa importanza come Mazzè, avamposto savoiardo ai confini del Monferrato con il grandioso castello dei Valperga, Candia, dove è stato istituito nel 1995 il Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia e Caluso. Nel Cinquecento il conflitto fra Francia e Spagna portò a Caluso il maresciallo Charles de Cossè de Brissac, il quale, oltre essere un apprezzato militare, fu anche un abile imprenditore. Nel 1558 iniziò lo scavo della Bealera Brissacca, un canale di derivazione che dall'Orco (a Spineto, frazione di Castellamonte) trasportava l'acqua sino al feudo. La bealera fu un decisivo fattore di sviluppo economico: acqua potabile, irrigazione dei campi, energia per opifici, fucine e mulini. Nel tempo divenne un fiorente centro agricolo, in particolare la viticoltura fu il cuore pulsante dell'economia di Caluso sin dai Romani: Erbaluce e Passito. Nell'Ottocento l'industria cotoniera si afferma nella cittadina e verso metà Novecento viene sostituita dalla produzione dei sistemi informativi, ora bloccata in seguito alla crisi generale del settore.

Alle spalle della Serra, sullo sfondo, svettano le Alpi Graie valdostane, dove nasce sul Monte Bianco la Dora Baltea. Nel Canavese, la vallata della Dora non possiede una testata, risultando così aperta sia sulla Val d'Aosta sia sul Piemonte: una porta naturale verso le Alpi e l'Europa occidentale.

Tra 730.000 e 130.000 anni fa la seconda avanzata del ghiacciaio balteo (la prima produsse i rilievi biellesi) distrusse alcune delle morene precedenti edificando la straordinaria altura della Serra, le colline di Cavaglià, Cuceglio, Mazzè, Moncrivello, Torre Canavese e Colleretto Giacosa, cioè gran parte dell'attuale anfiteatro morenico.

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Particolare della fotografia aerea della Regione Piemonte (alluvione 2000): zona di Caluso in cui si trovano i resti del castello

Campi coltivati fra Caluso e Candia

I canneti sul lago di Candia Canavese

Caluso e la pianura del Chivassese dal castello di Caluso

La cascina Luisina nel territorio di Vische, centro rurale nei pressi del Lago, ai piedi di una modesta altura morenica in una zona altamente fertile

Il castello di Mazzè e la Dora Baltea (foto da www.castellodimazze.it)

L'illustrazione, di un anonimo miniatore del XIV secolo, inclusa nel manoscritto di Pietro Azario De bello canapiciano, 1363 (Biblioteca Ambrosiana di Milano, cod. D. 269).

L'autore descrive il Canavese come una terra appartenente a diversi Conti, cosparsa di piccoli centri, castelli, boschi, viti, coltivi e prati, confinante con la Lombardia, Vercelli, il Monferrato, il Piemonte e la Val d'Aosta savoiarda. Azario narra la guerra fra i Savioa-Acaia, guelfi, e i marchesi del Monferrato, ghibellini, le scorrerie di Malerba, l'assedio di Caluso e la fuga dei difensori guelfi. In questa miniatura sono rappresentate le fortezze e i territori canavesani solcati dalla Dora Baltea e dall'Orco, in basso verso il centro del foglio è raffigurato il castello di Caluso. Caluso ha origini antiche probabilmente salasse, sicuramente romane; il centro storico è situato alle falde del monte Rotondo,

dove si sviluppòò soprattutto in epoca medievale: del XIII secolo il Castellazzo di cui rimangono alcuni ruderi, del 1342 l'arco ogivale la Purtassa, unico resto delle quattro porte fatte erigere dai Savoia-Acaia.

Giuseppe Camino, Lago di Candia verso Vische, 1865 circa (edito in Dragone Piergiorgio (a cura di), Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1865-1895, Torino 2000, p. 52).

Giuseppe Camino (Torino 1818 – Caluso 1890) è un paesaggista tardo romantico, dipinge soprattutto il contado e le montagne piemontesi, in particolare numerose campagne canavesane, fra il 1853 ed il 1856 è professore Accademico Nazionale dell'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, raffigura affreschi religiosi e vari scenari teatrali, espone in tutta Italia e in alcune capitali europee. Il dipinto rappresenta il lago di Candia Canavese nel 1865 circa (olio su cartone, collezione privata torinese): dalla sponda meridionale verso il paese di Vische, che si trova ad Est. E' un tema sicuramente molto amato dal pittore che in più occasioni lo ripropone; attualmente la presenza di varie specii animali, paludi, coltivi, colline boscose e vitigni intorno al lago rendono ancora la zona di grande interesse naturalistico, ma anche turistico ed economico, infatti è diventata dal 1995 Parco naturale di interesse provinciale del Lago di Candia, per garantire, appunto, la conservazione delle caratteristiche paesaggistiche e storiche del territorio.

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