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1 IL LABORATORIO RIVISTA DI STUDI MASSONICI ED ESOTERICI Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana 2014 n. 1-2

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IL LABORATORIORIVISTA DI STUDI MASSONICI ED ESOTERICI

Collegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della Toscana

2014 n. 1-2

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Grande Oriente d�ItaliaCollegio Circoscrizionale dei Maestri Venerabili della ToscanaBorgo degli Albizi 18 � 50122 Firenze � Tel. 055 2340543 � 055 2340544 � Fax 055 2341233

Registrazione del Tribunale di Firenze n. 4229 dell�8 giugno 1992.Realizzazione editoriale e stampa: Copisteria Turri, Via dei Turri 68H, 50018 Scandicci (FI),tel.-fax 055 2577654, e-mail: [email protected] Direzione si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per le immagini e/o parti di testo coperti dacopyright di cui non sia stato possibile reperire la fonte, mentre per le opinioni espresse negli articoli firmati declinaogni responsabilità che è solo dei singoli autori.

IL LABORATORIO è consultabile on line sul Sito e sulle News del Collegio Toscano

ISSN 1128-3599 Rivista fondata da Blasco Mucci

Direttore: Francesco Borgognoni,Presidente del Collegio dei Maestri Venerabili della [email protected]

Direttore Responsabile: Leopoldo Gori

Direttore Scientifico: Mariano L. [email protected]

Organizzazione: Enzo Heffler, Maurizia Trapuzzano

Redazione: Commissione Cultura Collegio Toscano

IL LABORATORIO

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Editoriale - Francesco Borgognoni p. 5

Il Laboratorio della libera-muratoria toscana - Stefano Bisi p. 6

I Poteri delle Chiavi - Mariano Bianca p. 7

I Misteri Eleusini - Giovanni Corbo p. 22

La Stella Fiammeggiante - Luca Scarpelli p. 32

Il Laboratorio dell�Alchimista - Patrizio Comparini p. 36

Palazzo Pazzi sede massonica nella Firenze capitale (1865-1871) -Guglielmo Adilardi p. 47

Storia delle Logge Toscane - La Loggia Albero Mario di San Sepolcro -Francesco Polverini p. 55

Massoni toscani - Antonio Meucci- Luciano Rossi p. 60

Galateo Massonico - Paolo Nardi p. 63

Documenti e testi antichi - Cristiano Bartolena p. 67

Elettrometria Animale e Massoneria - Daniele Talozzi p. 69

Recensioni e segnalazioni bibliografiche p. 75

INDICE

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EditorialeUn punto di equilibrio

Francesco Borgognoni Presidente del Collegio Circoscrizionale dei MM. VV. della Toscana

Tremila fratelli e più, centosedici Logge e la pro-spettiva di poterne contare centoventi entro l�an-no. Ecco i numeri della Massoneria del GrandeOriente d�Italia in Toscana. Numeri che si devonoarticolare nella attività di trentasei Orienti distribu-iti, nella vastità della nostra Regione, su unposizionamento altissimo di Case Massoniche peri due terzi di proprietà.Una realtà associativa imponente, fortemente ra-dicata sul territorio e ramificata dentro un sistemadi relazioni umane caratterizzate da comportamentiaffatto speciali e improntati al rispetto dei principiche sostanziano quel liberalismo laico, libertario eantidogmatico che costituisce il tessuto connettivodella nostra Comunità.Un mondo complesso e articolato, erede della gran-de tradizione dell�associativismo toscano che hafatto la storia della evoluzione economica e civiledella società toscana. Un mondo che è sempreprogredito lungo un binario dove si fronteggiavano,alla giusta distanza e senza alcuna possibilità disepararsi, due tendenze complementari. Esse era-no caratterizzate dalla giusta presenza e rappre-sentazione dei fratelli nella società civile, che sideterminava come logica conseguenza di un per-corso di affinamento e miglioramento del sé dell�individuo. Un cammino di impegno, di lavoro e diconfronto con la diversità che costituisce il centrodi equilibrio dei lavori nelle Logge. �E proprio inquesta congiuntura economica , segnata da unacrisi devastante .- certamente la più grave per l�Ita-lia dalla fine della seconda guerra mondiale- e cheaggredisce il corpo sociale della massoneria to-scana, che occorre non perdere la lucidità e ritro-vare un punto di equilibrio tra operatività e specu-lazione. Un punto di equilibrio �alto�, o meglio � piùalto� di quello da cui siamo partiti, perché più aspresono le sfide che la vita ci propone.In questo quadro una fase di valorizzazione ulte-

riore delle nostre tradizioni appare auspicabile.Abbiamo necessità di trarre linfa dalle nostre radi-ci per meglio protenderci verso il cielo. E per farequesto abbiamo necessità di ripartire dalla Loggiae dal lavoro dei maestri, nella cui specificità risie-de tanta di quella qualità, nei comportamenti e ne-gli approcci, di cui abbiamo bisogno. Non c�è nienteda inventare. Si tratta di far atterrare nellacontemporaneità la nostra tradizione, interpretan-dola anche come uso e costume, finalità e com-portamento. Un modello di riferimento che preve-de al suo centro la regola di un�arte, che ci diatanto la misura dell�operare tra i profani, quanto laricerca della qualità tra gli iniziati, senza scimmiot-tare le accademie dei dotti. Lontani dagli esegetidel sapere saputo.In questa dimensione dell�attività del Collegio Cir-coscrizionale andiamo a ritrovare Il Laboratorio.La nostra rivista di studi massonici dovrà essereespressione tangibile di quell�equilibrio di cui ab-biamo bisogno. Un equilibrio tra ricerca della qua-lità e volontà di essere compresi,che vede il suopunto di caduta nella capacità di rendersi funzio-nale alla Loggia ed alle sue esigenze di program-mazione e di lavoro. Il Laboratorio, quindi, si pro-pone come uno strumento di lavoro; utile per iMaestri Venerabili, nella progettazione dell�attivi-tà e necessario per meglio definire la rappresen-tazione esterna del nostro operare.La Toscana dei liberi muratori sarà la protagonistadi questa avventura editoriale. Essa si esprimeràmediante gli articoli dei fratelli affiliati alle Loggeall�obbedienza del Grande Oriente d�Italia, checostituiranno la quasi totalità dei contributi utilizza-ti nella redazione della rivista. Nessun fratello devesentirsi escluso . La redazione de Il Laboratoriosarà sempre un�area dove si potrà liberamenteparcheggiare le proprie idee e lavorare alla gloriadel Grande Architetto dell�Universo.

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Il Laboratorio dellalibera-muratoria toscana

Una pubblicazione rappresenta sempre una dimensione progettuale. E in questo senso non pos-siamo che rallegrarci per questa �uscita� de Il Laboratorio, la storica rivista dei massoni all'obbe-dienza del Grande Oriente d'Italia in Toscana, fondata dal mai dimenticato fratello Blasco Mucci.

Una pubblicazione, nella quale convergono le sintesi e le elaborazioni di coloro che, dentro leLogge della nostra regione ed immediatamente intorno a queste, concorrono a segnare quellastrada verso il miglioramento del Sè, che è lo scopo del nostro comune lavoro. Migliorare sestessi per provare a migliorare gli altri e consegnarsi alla società civile con attitudine partecipativae solidale.

Una pubblicazione che ho avuto l'onore di dirigere durante gli anni della mia Presidenza delCollegio, come altri prima di me hanno fatto, e che ora esce sotto la direzione della nuovapresidenza eletta il 4 ottobre scorso. A Francesco Borgognoni, Presidente del Collegio Circo-scrizionale dei MM VV della Toscana, va il mio augurio di buon lavoro. A tutti i fratelli il mioringraziamento più sentito per gli anni trascorsi inseme.

Stefano BisiGran Maestro del Grande Oriente d'Italia

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L�espressione Potere delle Chiavi si trova,in forme diverse e simboliche, in molti testiesoterici (ermetici e gnostici, per esempio) ein testi sacri come Il Nuovo Testamento e IlCorano. Il Potere delle Chiavi è concepitocome un potere fondamentale per intrapren-dere un cammino sacro-religioso o iniziaticoe quindi per raggiungere la GerusalemmeCeleste quale simbolo di ciò che è oltre lacondizione attuale o quella terrena.La Chiave è lo strumento per accedere a qual-cosa che non si conosce, ma che si può rag-giungere �cercando e trovando� la giusta Chia-ve per rischiarare il cammino e per aprire leinnumerevoli Porte che si presentano, da apri-re o da chiudere, e che sfidano a superarle.Nella corrente esoterico-iniziatica che partedall�antichità e arriva sino a oggi, in molti suoiaspetti fondativi inalterata, il Viaggio partesempre da una condizione di oscurità, di buio,di ignoranza che si manifesta in una precipi-tosa discesa negli Inferi, nel mondo Ctonio eda qui riprendere la salita verso il Colle, ilCalvario, il plenum della conoscenza con laperdita della dimensione illusoria. Non sisa perché si sia caduti né si conoscono i sen-tieri che si devono intraprendere. In molti casiè qualcosa di inaspettato che genera l�inizio(se si vuole è un Avvento), qualcosa che col-pisce, �stupisce� che sorprende e trascina lon-tano dal mondo sensibile verso un mondo igno-to: come è accaduto ad Alice che, dopo unaprofonda caduta entro la terra, si trovò nelPaese delle Meraviglie.Alice era tranquillamente seduta su un pratoquando �un Coniglio tutto bianco, con due oc-chietti rosa, la sfiorò quasi, passando di cor-sa� spinta dalla curiosità [la vista di quelconiglio con un orologio]�si slanciò dietro di

lui� ed entrò nella tana del Coniglio �che siprolungava, per un certo tratto, come una gal-leria, indi si sprofondava repentinamente�.Alice sprofondò a lungo in questo �pozzo� sintanto che si trovò in una specie di �vestibolo,rischiarato da una fila di lampade sospese alsoffitto. Vi erano parecchie porte all�ingiro,ma tutte erano chiuse a chiave� ed ella nonsapeva uscire �dal quel labirinto�.Alice aveva iniziato il cammino e non potevafar altro che continuare: �A un tratto, scorseuna piccola chiave d�oro, posata sopra un tavo-lino a tre gambe, fatto tutto di cristallo, e il suocuore sussultò di speranza. Ma ahimè! la bellachiavetta non apriva alcuna di quelle porte. Tut-tavia, nel fare una seconda volta il giro del ve-stibolo, i suoi occhi caddero sopra una piccolacortina rossa, dietro alla quale si nascondevauna porticina alta due palmi circa. Provò su-bito ad introdurre nella toppa la piccola chia-ve dorata e, con sua grande gioia, la porticinasi aperse. Questa metteva in uno stretto cor-ridoio, non più grande di una topaia. Alice sicurvò e potè scorgere, all�altra estremità, unbellissimo giardino, il più delizioso giardino cheavesse visto in vita sua!�La porta era troppo piccola per Alice, ma un�al-tra �chiave simbolica� venne in suo soccorso,una piccola bottiglietta, con scritto �bevimi�, cheridusse le sue dimensioni e le permise più tardidi superare la porta e così raggiungere il giardi-no e da lì imbattersi in tutte quelle altre sorpreseche trovò nel Paese delle Meraviglie.Lewis Carroll (reverendo C.L.Dogson, �mate-matico insigne�) in queste poche parole haenucleato non tutto il Potere delle Chiavi, mauno dei suoi significati fondamentali all�internodi un percorso esoterico-iniziatico che prendel�avvio da un fatto �straordinario� e da una ca-

I Poteri delle ChiaviMariano L. Bianca

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duta nel basso, entro la Terra, intesa come mon-do interiore, come mondo ctonio (sotterraneo) ein senso più ampio come ciò che è nascosto inogni cosa. Le Chiavi sono lo strumento per aprire e il loropossesso dona un potere che non è solo quello diaprire, ma anche di chiudere e di compiere mol-te altre azioni che senza di esse non sarebbepossibile eseguire. Quali sono questi poteri chele chiavi possiedono e come si raggiungono? Inquale modo è possibile trovare le chiavi, come sifa a sapere come adoperarle e per quale portasi devono usare? La risposta a queste domanderisiede nella conoscenza dei �misteri�, la gnosi, el�acquisizione dei �rituali� che sono il fondamen-to di ogni via iniziatica. Prima di rispondere aqueste domande si deve capire cos�è una chia-ve e cosa sono le toppe, le serrature e le portecorrelate a essa.

La porta, la toppa/serratura, la chiave

Quando si pensa a una chiave di solito ci si im-magina un oggetto, in genere di metallo, cheha una certa forma e che serve per aprire unaporta che permette di accedere a uno spazio, auna stanza o a qualche altro luogo che possiedeuna parte interna come uno scrigno, un �forziere�o una cassaforte�; un luogo, come una stanza, ouno spazio che contiene qualcosa che si puòconoscere o non conoscere ma che s�intenderaggiungere o possedere. Si pensa solo allo �stru-mento�, la chiave, senza rendersi conto che essosussiste unicamente perché c�è una toppa/ser-ratura nella quale può essere introdotto e ci sonoporte (o coperchi, ecc.) che si possono aprire ochiudere. La ragione d�essere delle chiavi nonsi trova in se stesse, ma nella loro relazione conle relative toppe/serrature e porte cui esse sipossono applicare. È solo perché ci sono porteche si possono avere chiavi, ma anche perchéci sono toppe/serrature nelle porte che si posso-no avere chiavi e qui risiede il significato dellechiavi relative a porte e toppe/serrature. Si deve

iniziare dall�esistenza delle porte per cogliere ilsignificato della ricerca delle chiavi e del lorosignificato e uso. Perciò, contrariamente al mododi procedere di molti studiosi del simbolismo dellechiavi, ci soffermiamo innanzi tutto sul signifi-cato e sul perché dell�esistenza delle porte. Cisi chiede: esistono veramente le porte o sonosolo un modo di considerare le cose del mondointeriore e di ogni altro mondo? Che cosa è una porta e come si può intenderein senso filosofico, esistenziale ed esoterico? Si pensi alla porta degli Inferi, alla porta delCielo, alla porta del Mondo dei Morti o dell�Ol-tretomba (di cui nella cultura egizia era Osirideil dio e Anubi il Custode), alla Porta di accessoai Luoghi Sacri e alla porta dei Templi massonici,custodita dalle due Colonne Jakin e Boaz; ci siriferisce, altresì, alla porta delle proprie dimoremateriali o a quella del proprio mondo interioreinaccessibile allo sguardo degli estranei.In tutti questi casi la porta racchiude e pre-serva un luogo o uno spazio fisico o nonfisico che contiene qualcosa di rilevante,segna un limite, separa e distingue qualcosada qualcosa d�altro che non gli appartiene,è un ostacolo per accedere a qualcosa o aun luogo e indica un divieto di accesso e alcontempo la possibilità di entrare e di usci-re; essa indica anche una condizione di cam-biamento.Nella vita quotidiana le porte di cui ci serviamosono quelle materiali che racchiudono i nostrispazi vitali, come la casa, e in senso non mate-riale sono, da un lato, tutto ciò che infrapponiamotra noi, gli altri e il mondo in modo da preservarela nostra interiorità da sguardi indiscreti e cosìracchiudere ciò che riteniamo essere propriodella nostra sfera interiore (anche i nostri abitiservono a questo scopo); e, dall�altro, sono leprove che poniamo e che intendiamo superareper raggiungere determinati obiettivi. In senso esoterico-iniziatico, invece, come sivedrà, le porte sono quelle che pone l�iniziato oche ritrova nel suo cammino e indicano lo statoin cui si è e la possibilità di superare la condizio-

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ne attuale e aprendole si può entrare in semprenuovi giardini dell�essere in cui tutto è intera-mente diverso e nuovo: sono queste le porte chesi ricercano e più se ne trovano più ci si allonta-na da quello che si è hic et nuc per proiettarsialtrove e in un altrove che non si conosce anco-ra: anche in questo caso le porte sono proveche l�iniziato pone e intende superare. Sia nel senso esistenziale sia in quello esoterico-iniziatico le porte veicolano quei significati chesono stati indicati e sui quali ci si soffermeràancora nel seguito. Le porte, innanzitutto, sonociò che permette di racchiudere e preservareun luogo o uno spazio fisico o non fisicoche contiene qualcosa di rilevante. Se non cifosse alcunché di rilevante e se ogni cosa aves-se lo stesso valore o ruolo, allora non ci sarebbealcuna necessità di porte che preservino spazi oluoghi fisici e non fisici (si pensi, per esempioalle porte del Tempio Massonico che preserva-no i valori sacrali della ritualità esoterica). Alcontrario, proprio perché ci sono �cose� rilevan-ti e altre meno rilevanti o addirittura insignifi-canti, sono necessarie porte per preservare qual-cosa di rilevante che è contenuto in un luogo;anche in senso strettamente biologico si trova-no sbarramenti e porte come, per esempio, ilguscio dell�uovo che mantiene la vita o la scor-za degli alberi che preserva la parte interioreche contiene la �linfa vitale�. Ciò accade nellavita umana individuale e sociale in cui le portesono necessarie per preservare in uno spaziociò che è rilevante, come la vita di una città eper questo, materialmente e simbolicamente, lecittà nell�antichità possedevano grandi porte cheimpedivano l�accesso ma al medesimo tempose aperte lo permettevano. Lo stesso vale inambito esoterico ed è per tale motivo che le portedei Templi massonici devono possedere ancheporte materiali nonché simboliche per tenerepreservata la Massoneria dagli sguardi e dalleinterferenze negative del mondo profano: solocoloro che possiedono la chiave, segni o pa-role, possono accedervi e gli altri devono re-stare al di fuori e sarebbe dannoso se tali por-

te non ci fossero e tutti potessero entrare euscire dai Templi.Come accade in natura, anche gli uomini in modoanalogo edificano porte per racchiudere e pre-servare ciò che si stima rilevante, o meglio, ciòche è più rilevante per la propria esistenza ecosì permettere l�accesso solo a chi si ritienedegno di potervi accedere (in particolare, conriferimento al proprio mondo interiore).Se ciò vale per il mondo terreno vale ancora dipiù per il mondo non terreno o non fisico, perquesto non solo la Gerusalemme Terrena è rac-chiusa da porte (si ricordino le porte della anticacittà di Gerusalemme), ma anche laGerusalemme Celeste possiede le porte di ac-cesso le cui chiavi per chiudere o aprire nellatradizione cristiana sono state consegnate daCristo a S. Pietro che in tutte le raffigurazionitiene in mano le chiavi della Città celeste: �A tedarò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò chelegherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tuttociò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli�(Mt. 16,18); come si vedrà, il Potere delle Chia-vi non è solo quello di aprire/chiudere ma anchequello di legare/slegare.La porta, quindi, segna un limite e, in particola-re, il limite tra ciò che sta dentro e ciò che stafuori: le porte dei Templi, incluso quellomassonico, separano il mondo sacro da quelloprofano; ogni recinto sacro è un limite tra que-sti due mondi e solo coloro che possiedono lachiave, o il potere delle chiavi, possono non soloaccedervi, ma anche uscire senza alcuna diffi-coltà e danno o anche permettere ad altri di ac-cedere; in senso esoterico il significato delleporte non è solo quello di accedere a qualcheluogo ma anche quello di poterne uscire. LeCostituzioni di Anderson sono simbolicamentele porte di accesso alla Massoneria. Un altro significato della nozione di porta è quellocorrelato di separazione e di distinzione. La portanon è solo ciò che separa, ma distingue ciò chesta dentro e ciò che sta fuori e tale distinzione èindicata dalla chiave di accesso e dalla sua for-ma perché è su di essa che ciò che sta dentro è

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inteso come �diverso� da ciò che sta fuori: se sisa solo separare si è certamente lontani da ogniconoscenza e si resta entro ciò che appare,mentre se si sanno formulare le opportune di-stinzioni allora ci si accorge delle differenze edè così che si acquisisce la conoscenza; ogni pro-fano, per esempio, entrando in un TempioMassonico (in un momento in cui non si stannosvolgendo i riti) potrebbe essere in grado di se-parare il mondo esterno da questo �luogo�, po-trebbe anche indicare qualche distinzione tra glioggetti che sono presenti, ma non conoscen-do misteri e simboli non sarebbe in grado didistinguere la natura di questo tempio da qual-siasi altro tempio o luogo, anche se potrebberiscontrare in esso oggetti conosciuti comecandelabri e altri strumenti come squadra,cazzuola o compasso.La porta, inoltre, assume il significato di osta-colo: la porta è un ostacolo per proseguire unqualsiasi cammino, se è aperta e ancor più se èchiusa. Quando si pensa alle porte, quindi, si devepensare a ostacoli che si frappongono e solocosì ci si colloca nella dimensione del cercare lechiavi per poterle aprire o chiudere in modo dapassare oltre. Senza questa comprensione saràdifficile prepararsi a tale ricerca che è la primache si deve svolgere; non si possono ricercarechiavi di porte di cui non si sa nulla della loroesistenza, né ci si può preparare a superareun ostacolo se non si conosce di quale osta-colo si tratta: la chiave è la preparazione ne-cessaria per affrontare gli ostacoli, cioè avvi-cinarsi alle porte e se sono chiuse provare adaprirle e se sono aperte sapere quando è op-portuno chiuderle.Quindi, le porte sono anche divieti di accesso e�lasciapassare� per poter entrare e uscire sen-za che ciò rechi alcun danno, al contrario pro-curi vantaggio: è proprio dalla comprensionedella natura delle porte che si possono trarreindicazioni per entrare in qualche luogo occulto.Per capire l�ultimo significato, che è legato aiprecedenti, è necessario comprendere dove sitrovano le porte. Se si chiede a qualcuno dove

sia collocata ogni porta risponderebbe che è postaall�ingresso di qualche luogo in modo che attra-verso di essa si possa accedervi. La porta staprima o davanti a qualcosa o a un luogo che nonsi intravede. La risposta è corretta, ma non in-teramente perché se fosse solo così non si capi-rebbe il significato di trovarsi davanti alla portao dopo la porta e come si suole dire �stare sul-l�uscio�. La porta non sta né dentro né fuori, masta tra l�uno e l�altro luogo: non è né di qua né dilà, per cui essa può avere impressi al contemposu un suo lato i segni dell�al di qua e sull�altroquelli dell�al di là: come direbbe Dante si sta-rebbe come color che stanno sospesi e in effettichi sta sull�uscio non è né una cosa né l�altra o,se si vuole, è qualcosa ma non ancora un�altra.Per questo, solo gli indecisi perdono la loro vitasostando sempre sull�uscio non sapendo se es-sere di qua o di là. Intesa in questo modo laporta è il segnale della stasi e del timore di pas-sare; essa, invece, è un segno del cambiamentose ci si colloca nell�intento di superarla e quindi,come ha fatto Alice, girare nel luogo in cui ci sitrova per trovare la chiave per aprire la porta.L�iniziato è sempre alla ricerca di porte e così�lavora� (i lavori esoterici) per trovare le chiaviper aprirle o chiuderle, per entrare o per uscire:la porta è il segno del cambiamento, del futurocambiamento e dell�intento di cambiare; se siaccede a una porta, allora si intende cambiarequalcosa di se stessi e ciò significa entrare inqualche altro luogo o stanza interiore.Le porte sono spesso considerate di due tipi:quelle larghe e quelle strette; le prime portanoalla perdizione e le seconde alla conoscenza, allestanze segrete in cui sono nascosti i misteri del-la vita, dell�uomo e del mondo: �entrate per laporta stretta, perché larga è la porta e spaziosala via che conduce alla perdizione, e molti sonoquelli che entrano per essa. Quanto stretta, in-vece, è la porta e angusta la via che conducealla vita e quanto pochi sono quelli che la trova-no� (Mt. 7,13). Da qui il tema primario e ini-ziale della ricerca delle porte e quindi dellechiavi per poterle aprire: per avere il Potere

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delle Chiavi che è anche il Potere sulle Porte.Tuttavia, le porte non solo necessitano di chiaviper agire su di esse, ma sono fatte per riceverele chiavi e in tal modo hanno toppe/serratureche sono il luogo in cui inserire le chiavi perpoterle aprire o chiudere; da qui anche quel si-gnificato generativo che ha la coppia chiave eserratura/toppa: il maschile, la chiave, penetranel femminile toppa/serratura; il maschile e ilfemminile che si incontrano e incontrandosi ge-nerano la vita; chiavi e porte quindi sono ancheidentificabili con lo Yin e lo Yang le due forzecosmiche della tradizione buddista tantrica.

Per questo, sono necessarie le chiavi adeguateche devono possedere la forma �giusta� per po-terle inserire nella toppa/serratura (si è visto cheAlice ha tentato di aprire con la chiave d�oromolte porte che non si sono aperte, tranne unapiccola nascosta da un drappo rosso); la prepa-razione iniziatica ai vari gradi è quella che per-mette di �costruire� (non solo di �trovare�), pro-prio nel senso dell�Arte, le chiavi per aprire unadeterminata porta che permette di accedere aun livello superiore di perfezionamento e di co-noscenza: perciò, la forma e i denti delle chiavidevono corrispondere alla forma della toppa/serratura e ciò si apprende con la preparazioneiniziatica e non per via intuitiva: le chiavi si cer-cano, ma ciò non significa solo trovarle bensì�formarle� con idonei strumenti esoterici.V�è sempre uno stretto legame tra porta, chia-ve e toppa/serratura e le porte esoteriche non

sono materiali ma simboliche, anche se essepossono in alcuni casi avere un lato materialecome accade per l�accesso ai luoghi sacri fisici,incluso il Tempio Massonico inteso in questocaso come un luogo fisico che sottende quellosimbolico.Sulla significazione delle Porte (e quindi relati-vamente anche alle Chiavi) è utile ricordare lafigura di Janus, il dio bifronte, (sul quale ritorne-remo in seguito) che è la divinità della transizio-ne e del passaggio e quindi indica il significatodelle porte come segno del cambiamento: na-scere e morire, passato e avvenire. Sulla base di questa significazione esoterica, sipossono esaminare le chiavi e il loro potere e sirileverà la stretta correlazione tra i significatidelle porte e quelli delle chiavi.

Il simbolismo della Chiave

Da un punto di vista morfologico la chiave è unoggetto di forma tale da poter entrare in un altro(toppa/serratura) e il suo ingresso in quest�ulti-mo permette di agire su una porta: questo signi-ficato morfologico sottende quello simbolico edesoterico. Ogni chiave è tale solo in relazionealla toppa/serratura ed è per questo che per ogniporta è necessaria una specifica chiave e, comenella vita, anche nel percorso iniziatico non visono pas par tous e chi lo ritiene, in sensoesoterico o profano, non è in grado di capirecome si sviluppano i processi vitali nonché quel-li iniziatici. Non essendoci pas par tous è ne-cessario procurarsi le giuste chiavi per le giusteporte e ciò significa che la forma delle chiavideve essere consona alla forma della toppa/ser-ratura e quindi alla porta che la contiene. Laforma della chiave che conosciamo quando lastiamo costruendo o formando con strumentimateriali o esoterici deve adeguarsi alla formadella toppa/serratura che non conosciamo ed èqui la difficoltà della ricerca delle giuste chiaviper le giuste porte. Vi sono molte forme di chiavi, ma tutte hanno

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una simile struttura costituita da una parte cheserve per reggerla e maneggiarla (posta da unlato come solitamente accade) e da un�altra, lapiù rilevante, collocata dal lato opposto, in cui èimpressa la forma ad hoc per una determinatatoppa/serratura di una porta. Il simbolo dellachiave include queste due parti ed è la secondache specifica di quale chiave si tratta: questaparte in senso simbolico veicola i contenuti (laforma) idonei per agire sulla porta. Intesa inquesto modo costitutivo una chiave ricorda il notosimbolo esoterico egizio, il geroglifico della vita,cioè l�Ankh; in effetti, non solo molti faraoni sonorappresentati spesso con un Ankh nella manodestra, bensì anche molti dei partecipanti allecerimonie funebri reggono nella mano un Ankh,Nem Ankh che simbolizza la vita eterna, o me-glio la porta per la vita eterna.

In senso esoterico, la chiave è ciò che permettedi aprire una porta per entrare in un qualcheluogo occulto che non si conosce, ma che si in-tende conoscere o raggiungere. La sua formadeve corrispondere alla toppa/serratura dellaporta per questo, anche se è un singolo oggetto,è costituita da un insieme di tratti o conoscenzeidonee per accedere a una nuova dimensione,un nuovo stato emergente etico, psichico ognosico.La chiave, anche se può essere rappresentatada un oggetto, è un insieme di conoscenze che

permettono di avere il potere sulle porte: il pote-re delle chiavi è il potere sulle porte che esseaprono e queste si possono aprire sulla base diconoscenze che in senso esoterico-iniziatico esacro sono sempre acquisite e mai posseduteab initio.La chiave, perciò, non è un simbolo statico ma,come molti altri, dinamico che indica un�azione,qualcosa che si deve o si intende fare e così èsegno di cambiamento. Se la porta, di per sé,pur stando tra il di qua e il di là, è staticamenteposta, la chiave è invece ciò che sottende unagire, un�azione che si intende compiere: la chia-ve, in effetti, da sola non ha senso se non è usa-ta per agire sulle porte. Perciò si potrebberoconoscere anche molte chiavi, quindi possederediverse conoscenze, ma se queste non si usanoper agire esotericamente (o se si vuole anchemagicamente o alchemicamente), allora essenon hanno alcuna funzione e restano inerti nellaloro morfologia che in questo caso non è attivae generativa ma solo allusiva. Le Chiavi, non solo in senso esoterico, sono alcontempo conoscenze e strumenti: conoscenzeperché veicolano determinati contenuti, comela Chiave per penetrare nell�oscurità (interioraterrae) e trovare la pietra occulta (occultumlapidem); strumenti, perché tali conoscenzepermettono di porre in atto azioni o rituali chesono utili al raggiungimento di un obiettivo che èsimbolizzato dalle porte come nel caso degli stru-menti operativi massonici che sono strumenti sim-bolici per attuare il piano o disegno dell�Arte.Molti simboli (anche se non tutti) sono alcontempo Chiavi perché permettono di acquisi-re conoscenze e agire in base a esse: conoscenzeoperative sia in riferimento a specifici rituali siaa modificazioni del mondo interiore psichico, eti-co e conoscitivo. Le Chiavi, quindi, non sonosolo rappresentate da oggetti o strumenti, daparole o da segni specifici, bensì anche da co-noscenze e da determinati eventi, come quellodell�Avvento, e da figure speciali (guide) chesvolgono la funzione di Chiave, come Virgilio eBeatrice nel viaggio nel mondo dei morti di Dante

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dall�Inferno al Paradiso, o in quello di Odino incui apprende le Chiavi quali l�idromele e il lin-guaggio magico delle rune. La Chiave, di solito, è simbolicamente indicatacome ciò che permette di aprire e di chiudere,ma questo non è il solo significato esoterico-iniziatico, perciò è utile soffermarsi sui diversisignificati simbolici delle Chiavi e del relativoPotere che è fondato su di essi: si osserva, così,l�analogia significativa tra Chiavi e Porte (si ri-veda quanto indicato poco sopra).

I diversi significati simbolici delle Chiavi edel relativo Potere

La Chiave ha assunto diversi significati simboli-ci che, pur in modi diversi, si rifanno al loro con-creto ruolo di poter agire sulle porte per aprirle eper chiuderle. Questa funzione delle chiavi in-duce altri significati che attengono al pianoesoterico e sono riferibili a diverse modalità diattuazione dei rituali e ai diversi gradi del cam-mino iniziatico. Ognuno di questi significati at-tiene a diversi aspetti della via iniziatica che, pro-prio con riferimento alle chiavi, risiede nel tro-vare e nell�aprire continuamente le porte del-l�oscuro e del mistero e chiudere quelle che sonogià state oltrepassate.Si possono evidenziare i seguenti significati/fun-zioni che saranno meglio compresi se sicorreleranno ai diversi gradi iniziatici: a) aprire echiudere, b) legare e slegare o sciogliere, c) de-cifrare e comprendere, d) oltrepassare la soglia,d) solve et coagula, e) nascondere e tenere ce-lato un segreto, f) sostenere e sorreggere. La prima funzione simbolica dell�aprire e delchiudere è la fondamentale dal quale deriva-no o sono correlate quelle relative agli altrisignificati/funzioni. La funzione dell�aprire edel chiudere è riferibile alle porte con queisignificati che sono stati indicati nella parteprecedente: l�aprire e il chiudere, però, non èriferibile solo a un atto fisico bensì a ogni �attopsichico�, etico, gnosico e simbolico che per-

mette di accedere a qualcosa, di passare dauna condizione a un�altra, entrare in un luogo,superare limiti per guardare �più avanti� e peraddentrarsi in una dimensione sconosciuta.Questa funzione significativa, non di rado,sottolinea l�aspetto dell�apertura, ma l�aper-tura completa il suo significato solo se è as-sociata all�operazione del chiudere: in effetti,per poter compiere un progetto, per raggiun-gere un obiettivo, come quelli propri della viainiziatica, è necessario che a ogni progressoraggiunto si chiuda con il passato per aprirsial futuro: la ri-nascita iniziatica (la continuarigenerazione del proprio sé) è un�apertura maè anche una chiusura di un periodo preceden-te: per questo Janus, come si vedrà, dio degliiniziati, possiede due chiavi, una per sopras-sedere al passato e l�altra all�avvenire, cosìcome all�uno e all�altro si riferiscono i suoidue volti.La seconda funzione significativa è quella dellegare e slegare (o sciogliere). Per capirequesta funzione delle chiavi ci si può riferirea quei segni e simboli che indicano in primoluogo i legami che si realizzano entro una co-munità iniziatica e questi legami sono i nodi,come quello rappresentato nella seguente raf-figurazione:

I nodi, come è noto, hanno una duplice funzione,quella di legare e quella di liberare o slegare e lechiavi nella loro funzione di legare/slegare si ri-

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feriscono a quei legami nodali che uniscono odividono gli uomini e legano o slegano l�uomocon il mondo terreno e con quello celeste. Si pensi, per esempio, ai nodi della Massoneriache indicano i legami indissolubili tra i massonibasati sulla comune iniziazione.

o a quelli della tradizione celtica come il seguente,in cui i nodi presentano un doppio triskel (sim-bolo del movimento cosmico eterno), quello cen-trale tra le mani e quello periferico tra le figureumane:

Se le chiavi permettono di aprire una porta equindi di entrare, questa entrata significa lo sta-bilirsi di un legame, quindi di un nodo; lo stessoaccade nella funzione contraria del slegare equindi della recisione di un nodo. In sensoiniziatico, questa funzione significa che ogniapertura/chiusura deve esser tale da stabilire

nuovi legami e da superare o annullare quelliprecedenti.A questo significato è correlato quello alchemicodel solve et coagula che è relativo ai legamialchemici, non solo nel senso dell�alchimia pra-tica bensì di quella speculativa in cui vi sononessi e non nessi tra diversi concetti e nozioni.Per questo, le chiavi possono essere intese insenso alchemico come ciò che permette il pro-cesso della trasmutazione basato sui processi,diversamente intesi, di soluzione e coagulazione.La funzione del comprendere e del decifrareè invece relativa alle forme delle chiavi, o me-glio ai loro contenuti, alla natura delle porte ealle stanze che si potranno trovare al di là diesse. La chiave della conoscenza, cui si riferi-scono anche i Vangeli (Lc.11,52), quindi, inclu-de tutto ciò che permette di comprendere/deci-frare i segni e i contenuti del sapere, perché èinutile venire in contatto con esso se non si pos-siedono gli strumenti (chiavi) per comprendereciò che esso contiene: da qui la ricerca dellaParola Perduta e per trovarla è necessario pos-sedere la chiave che apra la porta verso di essa:la parola perduta è una chiave per rischiararealtri �misteri�.Questa funzione è fondamentale perché i �miste-ri� e l�occulto non si svelano, ma è necessariodecifrarli poiché si presentano in forma simboli-ca i cui simboli per essere compresi è necessarioche siano �decifrati�; in altri termini, si deve riu-scire a superare il livello superficiale e apparentee cogliere il loro significato sottostante: ciò è pos-sibile solo se si possiedono le chiavi per svelare(aprire) il significato nascosto dei simboli. Il significato/funzione dell�oltrepassare la so-glia è derivato direttamente da quello dell�apri-re, ma rileva che la chiave, da un lato, permettedi superare una soglia, un punto intermedio omediano e, dall�altro, di poter andare oltre unlimite e quindi di riuscire a porsi al di là di essonella via dei misteri che come tali sono nascosti.A questa funzione significativa di nascondimentodei misteri o dei segreti fa riferimento la funzio-ne propria delle chiavi del nascondere e del

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tenere celato un segreto. Nella considerazionedi senso comune la chiave non solo apre e chiu-de, ma è utile per nascondere qualcosa che èconsiderato di grande valore e, al contempo, percelare un segreto che non può essere diffusocome, ad esempio, il segreto massonico; da qui,la possibilità che la chiave sia utile per raggiun-gere ciò che è stato nascosto e per conoscere ilsegreto che è stato celato. Infine, il significato/funzione del sostenere esorreggere che è differente dai significati pre-cedenti, ma è anch�esso fondamentale per lacostruzione del Tempio: si tratta delle chiavi,come quella di volta, che permettono di sorreg-gere e sostenere una costruzione; naturalmen-te, non si tratta di una costruzione fisica, bensìdella costruzione simbolica interiore, gnosica edetica, cui si rivolge ogni via iniziatica. Questi significati esoterici delle chiavi, correlati/corrispondenti a quelli delle porte, permettonoall�iniziato di percorrere il suo cammino e di apri-re le porte dei misteri e di chiudere quelle delmondo e quelle che permettono di lasciare die-tro di sé tutto ciò che è stato superato. Questisignificati, in forme diverse, si trovano nelle chia-vi d�oro e d�argento e nelle figure di Janus e deidue Giovanni.

Le due chiavi esoteriche: quella d�argento equella d�oro

Nelle diverse tradizioni esoteriche le chiavi sonostate distinte in due tipi: la chiave d�argento ela chiave d�oro che sono centrali a ogni per-corso iniziatico; queste Chiavi permettono diaccedere a differenti camere segrete o stadi deicammini iniziatici.La Chiave d�argento permette all�iniziato di co-noscere se stesso, scendendo al suo interno(interiora hominis) per liberarsi dai vincoli chelo legano al mondo, dalle schiavitù e dai dodicitormenti. Il primo e più insidioso tormento èl�agnosia o ignoranza. Ermete così dice a Tat:libera te stesso dagli irrazionali tormenti

della materia (Corpus Hermeticum, XIII,7).Tat afferma di ignorare di possederli ed è que-sta l�ignoranza, il primo tormento da cui ci sideve liberare per intraprendere la via dellarigenerazione. L�ignoranza è il mancato ricono-scimento della presenza dei tormenti nel propriomondo interiore; senza tale riconoscimento l�ini-ziato non può neanche operare per liberarsene.L�iniziato per superare questo stato d�ignoranzadeve riconoscere la sua condizione di essere unpuer mosso da vizi e passioni, di essere semprein uno stato di mancanza di conoscenza e quindisempre rivolto a esaudire questa sua sete. Ri-conoscere il proprio stato significa riconoscere ipropri limiti e disporsi a superarli. L�ignoranza èriferita, in particolare, al piano della conoscen-za: essa è la mancata conoscenza di ciò che è inalto e oltre ogni cosa: il fondamento, l�essenza eil senso del reale. Oltre all�ignoranza sono indi-cati altri undici tormenti: il dolore, l�inconti-nenza, il desiderio, l�ingiustizia, la cupidi-gia, l�inganno, l�invidia, la frode, l�ira, latemerarietà, e la malvagità (CorpusHermeticum, XIII,7).La Chiave d�argento, quindi, è quella che �sle-ga� dai vincoli della mondanità e permette discendere nell�abisso di se stessi e del mondo(interiora terrae). Per questo, la Chiave d�ar-gento è quella che permette di entrare nella pro-pria interiorità e anche in quella del mondo e daqui operare per acquisire conoscenze, strumen-ti e riti che portano alla condizione di essere �li-beri�; essa assolve la duplice funzione aprire/chiudere e legare/slegare, nel senso indicato; inquesto modo la Chiave d�Argento è la chiavedei piccoli misteri o del Paradiso in terra o an-cora la chiave del potere temporale o terrestre. La seconda chiave, invece, la Chiave d�oro,allude direttamente all�oro alchemico, all�orofilosofico e quindi alla relativa conoscenza del-le cose segrete e in tal senso essa chiude la viadell�interiore della terra e di stessi, la discesa, eapre la Janua coeli che può essere simboleg-giata dall�Aquila che è l�emblema di GiovanniEvangelista. La Chiave d�oro, quindi, è la chia-

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ve del potere gnosico (o spirituale), o meglio,essa apre la porta a tale potere che, dopo esser-si allontanati dalla mondanità, può permettere laconoscenza dell�oltre e delle essenze che sonoinvisibili allo sguardo mondano.Le Chiavi d�Argento e d�Oro permettono diaprire le porte e così entrare in sempre nuovestanze in cui si può raggiungere un più alto livel-lo iniziatico: la chiave, non permette solo di apri-re o chiudere le porte, ma di saper vedere ciòche si sta vedendo o che si vedrà quando si èaperta una porta e si è entrati in una nuova stanza.Le riflessioni indicate su porte e chiavi sono utiliper esaminare due porte fondamentali legate allacosmologia sacra: le porte solstiziali, su cui sifonda anche la Libera Muratoria, che sono sim-boleggiate dal dio Janus e dai due Giovanni pa-troni della Massoneria.

Le Chiavi e le porte solstiziali: Janus e i dueGiovanni

La riflessione sullo svolgimento ciclico delle sta-gioni e sulla cosmologia sacra permettono dicapire come il mondo naturale offra alla menteumana esoterica un simbolismo connaturato nellecose che si trasforma in un simbolismo che s�in-nesta a fondo nella mente e diventa parte e gui-da del cammino iniziatico. Tale simbolismo èquello degli equinozi e dei solstizi e sono proprioquesti ultimi che sono legati strettamente allechiavi e al loro potere sulle porte. Per comprendere il significato simbolico dei duesolstizi, come Porte e relative chiavi, è utile esa-minare la figura del dio Janus (Giano), da unaparte, e dei due Giovanni, dall�altra.Il solstizio d�estate è la porta zodiacale degli In-feri e il cancro è il segno di questa porta che iromani chiamavano Janua Inferni: essa è laporta che permette di discendere in interioraterrae e in interiora homine per raggiungere illato occulto del cosmo e quindi la sacra pietranera eclissinero più del nero, nero di corvo (si ricordino i

due corvi di Odino con i quali si recava neicampi di battaglia per estrarre la conoscenzadai guerrieri morti), e ancora denudamentoperché la discesa, come si è detto, deve sle-gare dal mondo sensibile e quindi spogliarsi(spogliarsi dei metalli e denudamento parzialedell�iniziando nel processo d�iniziazionemassonica che è l�inizio del viaggio sotterra-neo che ha preso avvio nel Gabinetto di Ri-flessione); si tratta, da un lato, del mondo del-l�al di là, il mondo dei morti di cui era dioOsiride, e che fu visitato da tutti i grandi ini-ziati da Ulisse a Dante, da Pitagora a Odinoche vi restò sette giorni e sette notti perchésolo i morti possono avere la conoscenza per-ché la hanno incontrata dopo la morte fisica;dall�altro, è il mondo interiore di ogni uomo eil mondo sottostante costituito da ciò che ènascosto in ogni cosa. Il primo è il mondo cheogni essere umano costruisce nel corso dellasua vita e che, in senso iniziatico, è formatodalle conoscenze esoteriche che ha acquisito,dai rituali che ha compiuto e dalle varie porteche ha aperto e chiuso, cioè dai diversi �pas-saggi di grado�; il secondo, invece, non è ilmondo dell�al di là o degli inferi, bensì il mon-do sotterraneo che sottostà al mondo sensibi-le: esso è definibile come l�occulto o l�invisi-bile inteso come ciò che sta dietro o sotto aogni cosa; in tal senso, esso è il �risvolto� del-la medaglia, la seconda faccia che insiemealla prima completa l�essenza di ogni cosaumana e non umana: il mondo che si raggiun-ge con la gnosi.L�eclissi, il nero più nero (anche in sensoalchemico) è ciò che deve essere raggiuntoinsieme alla gnosi che è complementare percui per salire è necessario discendere e nonuna sola volta: la via iniziatica è costituita dacontinue discese e salite che sono segnate daporte e da chiavi: le chiavi per aprire ogni di-scesa e per chiuderla, e le chiavi per aprireogni salita e per chiuderla in una processazioneciclica che si ritrova anche nell�alto del co-smo: da qui il motto ermetico, indicato dalla

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stella di Davide, �ciò che sta sotto è eguale aciò che sta sopra�; la via iniziatica s�inseriscenella cosmologia sacra e ne segue il suo an-damento che si svolge, in particolare, con iprocessi solstiziali ed equinoziali.La Porta solstiziale dell�estate (Janua Inferni)è quella che indica e segna l�inizio del viaggionell�oscuro per raggiungere il Lapis Niger.Come si rileverà ancora in seguito, al solstiziod�Estate, il 24 giugno, è legato Giovanni Batti-sta, la voce che urlava nel deserto l�Avvento diDio in terra, che chiude l�Antico Testamento eannuncia la Nuova Era (si ricordi che la datadella fondazione della Massoneria Speculativa èstata fissata il 24 giugno del 1717).Il solstizio d�inverno, invece, cui è correlatoGiovanni Evangelista con la sua Apocalissee l�avvento della Gerusalemme Celeste, è laJanua Coeli, la porta che avendo la giustachiave può essere aperta per entrare nel mon-do celeste, completando così il corso ciclico del-la conoscenza dall�oscuro alla luce, dalla luceall�oscuro e così in continuità superando conti-nuamente i diversi stati di ignoranza o agnosia.Entrambi i solstizi sono Porte le cui Chiaviper aprirle sono le conoscenze che si acquisi-scono e i riti che si celebrano nel mondo inte-riore ed entro uno spazio sacro come il Tem-po Massonico. Porte e Chiavi sono per es-senza la stessa cosa, o sono intrinsecamentelegate le une alle altre, ma sono anche distin-te per la loro forma, significato e funzione. Janus, il dio degli iniziati, aveva il potere diaprire e chiudere le ere e quindi era anchecorrelato a nascita/morte e a passato/futuroe in tal senso era il dio della trasmutazione,del cambiamento e dei passaggi ed è per que-sto che aveva il Potere delle Chiavi e dellePorte, in particolare il potere su entrambi isolstizi. Com�è noto, egli era rappresentatocon due volti, a volte come uno maschile euno femminile e in tal caso era il binomioandrogino (che ricorda il Rebis ermetico);Janus/Janua, come si vede nella seguenteraffigurazione:

In questa raffigurazione ci si riferisce in par-te a Janus ma più ancora a Cristo (IHS) nellesembianze di Janus proprio perché Cristo èsegno del passaggio da un�era all�altra, dueere chiuse e aperte (od annunciate) dai dueGiovanni; Cristo è anche il perno, meglio laChiave (e anche Chiave di Volta come indi-cano i Vangeli) che apre alla prossima resur-rezione e alla discesa in terra dellaGerusalemme Celeste, per questo, come indi-cano i Vangeli, Egli è l�alfa e l�omega: �Iosono l�alfa e l�omega�. il principio e la fine�(Apoc. 1,8; 21,6; 22,13). (Per inciso si osser-vi che nel più antico alfabeto greco l�ultimalettera era la Tau la cui forma si può collega-re all�Ankh e da qui l�uso della Tau dei primicristiani per indicare Cristo e la cazzuolamassonica potrebbe, per la sua forma, esserericonducibile all�Ankh anche perché è unostrumento fondamentale della costruzione delTempio).Nella raffigurazione presentata la Chiave è lachiave dell�eternità (come era l�Ankh nella manodestra di dei e faraoni) e lo scettro è il poteresacerdotale di Melchidesech. In diverse raffigurazioni come quella poco so-pra, i due volti di Janus sono di un uomo giovanee di un uomo vecchio per significare il passag-gio epocale che rappresenta il passato e il futu-ro: Janus vede il passato e il futuro. Janus tienein una mano lo scettro del potere e nell�altra la

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Chiave che apre e chiude le epoche, la Chiaveche apre le porte della trasmutazione, la Chiaveche apre le porte dei segreti e dei misteri. Spesso Janus è rappresentato con due chiaviche sono le chiavi delle due porte solstiziali,Janua Inferni e Janua Coeli, perché egli è ilSignore dei Tempi (come lo è anche Cristo); ledue chiavi erano una d�oro e l�altra d�argento.In tal modo egli è �il Signore delle due vie�, quel-la ascendente e quella discendente (via arcta evia lata, via stretta e via larga) e così è anche�Signore della Conoscenza�, proprio come lo èanche Cristo. Guénon rileva che le due vie nelpitagorismo sono simbolizzate dalla lettera Y lacui verticale si dirama in due direzioni e la lette-ra Y era anche rappresentata ancora una voltacon la Tau.Le due vie, dell�oscuro e della luce o gnosi, ri-spettivamente dello Yin e dello Yang, sono an-che le due vie che deve seguire l�iniziato, di-scendendo prima e poi salendo, e sono le duemetà dell�Uovo del mondo che sono simbolizzatenel segno del Cancro:

Il cancro è inteso come l�inizio della discesa,mentre il capricorno è l�inizio della salita: �ilCancro è favorevole alla discesa e il Capricor-no alla risalita ( Porfirio, Antro delle Ninfe).Per tale motivo, l�anno massonico a rigore iniziacon la porta del solstizio d�inverno e si chiudecon la porta del solstizio d�estate; per questo,con il solstizio d�estate inizia il periodo discen-dente mentre il solstizio d�inverno (27 dicem-bre) indica l�inizio dell�ascesa, l�apertura dei la-vori rituali dell�anno massonico. Le due porte si inseriscono entro la ciclicitàcosmica che, com�è noto, può essere rappre-sentata da diversi tipi di spirali (simboli solari),come la svastica e il triskel

od ancora da quella che in una mia rappresen-tazione figurativa indico nel modo seguente

In queste figurazioni simboliche si ritrova larappresentazione del movimento non solo dellestrutture cosmiche, ma dei processi dellacosmologia sacra (solo per analogia anchedella cosmologia scientifica, per esempio lastruttura delle galassie a spirale) e che sonorispecchiati specularmente nei cicli iniziatici,per cui l�iniziato, che possiede le chiavi delleporte del cielo e della terra, svolge il suo cam-mino nell�alternarsi a spirale dell�ombra e dellaluce ruotando così nel proprio interiore erispecchiando il moto dei processi del cosmo;ancora una volta, si può ricordare il principiodella corrispondenza della Tavola Smeraldinaraffigurato da due triangoli intrecciati (Stelladi Davide); la relazione tra alto e basso el�espansione del cosmo nel molteplice è rap-presentata dal seguente simbolo (denominatoSIPAN) che è il segno metafisico della con-

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cezione esoterica del cosmo e al contempodella via iniziatica:

A questo punto si possono esaminare i signifi-cati simbolici delle figure dei due Giovanni, sucui si fonda la Loggia Massonica (come Loggiadi San Giovanni), che sono legati alle portesolstiziali.Al solstizio d�estate nella tradizione del NuovoTestamento è associato Giovanni Battista (chesecondo tradizione è il giorno della sua nascita)e di lui Cristo si esprime dicendo che: �tra i natidi donna non è sorto uno più grande di Giovanniil Battista� (Mt.11,11, Lc.7,28 ). Il Battista chiu-de l�Antica Legge (anche se com�è noto Cristonon è venuto ad abolirla, ma per darle compi-mento, Mt.4,17) e annuncia la nuova era, l�eradell�Avvento, o meglio del primo avvento, cioèquello della venuta in terra del Figlio di Dio; pertale motivo in Massoneria egli è rappresentatodal Gallo che canta sia in certi quadri di Loggiasia nel Gabinetto di Riflessione che è assimilatoalla terra e quindi indica la via della discesa ne-gli Inferi, la Janua Inferni, l�Opera al nero concui inizia il lavoro esoterico. Il Gallo che cantaall�alba annuncia l�arrivo del nuovo giorno chechiude le tenebre e apre verso la luce, lucegnosica cui aspirano gli iniziati. Il Gallo, nell�an-tichità romana, è l�uccello di Hermes, il dio con

il caduceo e simbolo della conoscenza segreta,proprio quella che fu tramandata da ErmeteTrismegisto (identificato con Hermes e Tot) conil suo Corpus Hermeticum.Il Battista è l�anello di congiunzione tra l�Anticoe il Nuovo Testamento; si apre così una nuovaera e la predicazione di Battista indica la prepa-razione a questa nuova era: �Io sono voce diuno che grida nel deserto: preparate la via delSignore�(Gv.1,23); una preparazione interiore,una discesa negli inferi per poi allontanarsi dalmondo profano e risalire la scala della cono-scenza. In tal senso, Giovanni Battista indica lavia dell�inizio e della preparazione che in terminimassonici è rappresentata dal Gabinetto di Ri-flessione (o Gabinetto di Preparazione, che in-tende portare il neofita entro la terra e fargliiniziare il viaggio negli Inferi) e in seguito dalrito d�iniziazione al primo grado; in effetti, ilBattista non solo annuncia e sprona la via allapreparazione, bensì è colui che impartisce ilBattesimo nel Giordano che è appunto una�iniziazione� per entrare nella nuova era del pri-mo Avvento: �si presentò Giovanni a battezzarenel deserto, predicando il battesimo di conver-sione per il perdono dei peccati� (Mc.1,4); ilperdono dei peccati indica, in senso esoterico,la remissione o l�abbandono dei metalli e quindidelle schiavitù e dei relativi dodici tormenti, ilprimo dei quali e l�ignoranza.Giovanni Battista non è coperto da �morbidevesti� (Mt. 11, 8) bensì è �vestito di pelli di cam-mello e una cintura di pelle ai fianchi� (Mt. 3,4) equesto suo abbigliamento indica la sua condizioneche è ripresa in ambito massonico in riferimentoall�iniziato che si copre delle vesti povere di un�postulante� (la nudità dell�iniziato).Giovanni Battista è associato alla via orizzontale,quindi alla livella (Tourniac, Simbolismo massonicoe tradizione cristiana, p.107), infatti il suo compi-to da Isaia fu profetizzato con queste parole: �Ap-pianate nella steppa la strada per il nostro Dio.Ogni valle sia colmata, ogni monte e colle sianoabbassati� (Is.40,3). L�iniziazione al primo grado èsul piano orizzontale, riferita al piano dell�uomo e

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alla conoscenza e alla condizione del sé, e cosìsono i passi successivi della via iniziatica massonicasino al Terzo grado dal quale parte l�ascesa ver-so uno stadio superiore di gnosi: un�ascesa cheè rappresentabile dalla seconda porta solstizialecui è associato Giovanni Evangelista. La chiave per la seconda porta è il messaggiodel Vangelo di Giovanni e in particolare dellasua Apocalisse. Giovanni Evangelista, allora,chiude la porta del primo Avvento e annuncia, inseguito a uno stato di estasi raccontatonell�Apocalisse, la nuova era della discesa in terradella Gerusalemme Celeste, il secondo Avvento:�Vidi poi un nuovo cielo ed una nuova terra, per-ché il cielo e la terra di prima erano scomparsi eil mare non c�era più. Vidi anche la città santa, lanuova Gerusalemme, scendere dal cielo��(Apoc.21,1-2).Se l�uccello del Battista è il Gallo perché sve-glia gli uomini dal torpore e li spinge a prepa-rarsi per l�attesa, quello dell�Evangelista èl�Aquila che si libra nell�alto e così simboleg-gia il viaggio in ascesa dell�iniziato verso le sferecelesti: l�Evangelista è la Janua Coeli e cosìsimboleggia la via verticale che in Massone-ria è rappresentata dal filo a piombo: il solstiziod�inverno come inizio dell�ascesa, l�inizio deisacri lavori muratori. Giovanni Evangelista in Dante è denominato�L�Aquila di Cristo� (Dante, Divina Comme-dia, Paradiso, Canto XXVI, v.52). Anche perDante l�Aquila è il segno di un grande viaggioin ascesa ed egli racconta che prima di intra-prendere questo viaggio aveva sognatoun�Aquila che si librava alta in cielo (Purga-torio, vv.22-24). L�Aquila è, inoltre, da un lato,simbolo del potere temporale e, dall�altro, unsimbolo presente nello stemma del Rito Sim-bolico Italiano e fondamentale negli Alti Gra-di Scozzesi per il ruolo �elevato� in cui essi sicollocano (oltre il Terzo Grado). Anche nell�Evangelista, porta e chiave per aprir-la, indicano la necessità di una nuova prepara-zione per affrontare il secondo avvento, unanuova iniziazione che permette di seguire il volo

dell�Aquila e quindi librarsi verso l�Alto e l�Ol-tre che attendono ogni iniziato. I due Giovanni (denominati �Figli del Tuono� nelNuovo Testamento) e Janus simboleggiano leporte fondamentali della cosmologia sacra e alcontempo simboleggiano la ciclicità della viainiziatica: la porta dell�Alto e la Porta del Bassole cui chiavi per aprirle e chiuderle per la viainiziatica consistono nella preparazione esotericae rituale all�interno della dimensione sacrale delTempio.I due Giovanni, quindi, sono segni del cambia-mento e delle continue salite e delle continuediscese che deve affrontare l�iniziato che saràin grado di farlo solo se �conoscerà� le chiavidelle porte e così diventerà colui che possiede ilPotere delle Chiavi.Il Potere delle Chiavi, come si è visto, coinvolgeun ampio spettro di significati che, pur in modidiversi, attengono ai processi fondamentali del-le vie iniziatiche e la loro comprensione può es-sere approfondita se ciascun Potere delle Chia-vi è correlato con determinate modalitàiniziatiche; in tal senso, per esempio, tale Poteresi esplica in specifiche forme all�interno dei ri-tuali dei diversi gradi della Massoneria e dei re-lativi Riti.Il Potere delle Chiavi ha una natura simbolicama è proprio su questo piano che si snoda ognispeculazione esoterica che, a sua volta, sirispecchia nelle specifiche forme rituali per cuiil Potere delle Chiavi acquista un concreto ruolo�operativo� nelle pratiche esoterico-iniziatiche. Sul Potere delle Chiavi si fonda lo scopo deipercorsi iniziatici: lo svelamento dei �misteri� edelle cose segrete e quindi l�appropriazione diquella conoscenza che, pur in modi diversi, per-mette di �cogliere� alcune delle �essenze� e deifondamenti che reggono l�intera costruzione eogni sua singola parte: senza chiavi non si puòaprire alcuna porta e senza aprire le porte siresta relegati all�illusorio, all�apparente e all�igno-ranza che, come ha indicato Ermete Trismegisto,è il primo dei grandi tormenti da cui ci si develiberare.

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Il luogo

Chi scrive ha un bel ricordo della sua visita aEleusi, non tanto per la località stessa, un luogoprofanato da ciminiere e capannoni industriali dilamiere arrugginite, da vecchie navi e barconiche coprono la vista del mare azzurro diSalamina; né tanto meno per le rovine a rasoterra, illeggibili per chi non sia archeologo; quantopiuttosto per il breve viaggio che si deve com-piere per arrivarci, seguendo con l�autobus e apiedi l�antica Via Sacra che collegava Atene aquello straordinario centro religioso. Lasciata laperiferia di Atene ci s�inoltra subito tra bassimonti rocciosi coperti da vegetazione bassa: ilprofumo è intenso ovunque, di pino, di timo, dialloro e rosmarino, (Eleusi odorosa d�incenso,leggiamo nell�Inno a Demetra) e accompagna ilviandante fino all�abitato di Eleusi che, superatoil piccolo monastero di Dafnì (XI sec.), si rag-giunge velocemente scendendo verso la baia diSalamina. Solo l�orografia e la vegetazione re-stituiscono intatto l�incanto di un luogo straordi-nario, perché il sito archeologico è incomprensi-bile, una sorta di Hiroshima greca.

Fig. 1. Eleusi oggi

Pausania (II sec. E.V.) descrive con ricchezzadi dettagli il percorso : �Chi va da Atene ad Eleusiper la via che gli Ateniesi chiamano Sacra s�im-batte nel monumento� nella tomba � le sta-

tue votive� il fiume Cefiso � un santuario�1.Ma della città sacra tace perché, dice, �un so-gno mi ha proibito di descrivere quanto si trovaall�interno del santuario, ed è chiaro che ai noniniziati non è lecito conoscere neppure indiretta-mente quelle cose dalla cui vista sono esclusi�.

Il Mito di Fondazione

Il mito di Demetra e Core, l�essenza stessa deimisteri Eleusini, è estremamente complesso inquanto vi confluiscono tradizioni culturali di dif-ferenti aree del mondo mediterraneo: Grecia,Sicilia, Anatolia, Vicino Oriente. Il neoplatonicoGiamblico, fine III sec., collega Eleusi a Pitagora,agli orfici, ai caldei agli egiziani, ai celti. Moltesono le varianti, sia per la notevole antichità delmito che per la vasta area della sua diffusione.Qui sarà presa in considerazione esclusivamentela versione narrata nell�Inno Omerico aDemetra, un ampio componimento di quasi cin-quecento versi risalente al VII secolo a. E.V., ilpiù antico riguardante i misteri di Eleusi, nel qualedistinguiamo, con termine teatrale, tre atti:

Fig.2. Core-Perse-fone da Locri

I Misteri EleusiniGiovanni Corbo

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1°atto. Il rapimento di Core

Core, fanciulla nata dall�unione di Zeus conDemetra (Da/Ga/Gaia Meter, la dea Terra) fainnamorare di sé il potente dio del mondo ctonio,Ades, al quale il fratello Zeus concede di sposar-la. La giovane, mentre raccoglie fiori (croco, rose,viole) insieme alle figlie di Oceano, nota un fiorepiù profumato degli altri, il narciso �narcotizzante�,e lo desidera tanto ardentemente che, nel coglier-lo, ne strappa la radice (vedremo poi che Corecade facilmente preda della tentazione).

Fig. 3. Ratto di Persefone, bassorilievo greco

Subito la terra si apre e dalla voragine esce, conimmenso boato, un carro d�oro trainato da ca-valli nerissimi e guidato dal terribile Ades, il qualerapisce la fanciulla e la trascina urlante nel suoregno sotterraneo, il regno dei morti, ma anchedelle ricchezze che la terra nasconde nel suo seno(Pluto), dove Core trapassa dallo stato di fanciul-la a quello di sposa e signora del mondo ctonio.

2° atto. Il lutto di Demetra e la sua vicenda terrena

La seconda parte ha come protagonista la ma-dre di Core, Demetra, la quale ode il grido dellafiglia e, informata da Ecate della sua sorte, �sislanciò sopra la terra e il mare, come un uccello,alla ricerca�2. Elios, unico tra gli dei, racconta aDemetra del rapimento compiuto da Ades conl�assenso del fratello Zeus, sì che Demetra, ad-dolorata e offesa dagli immortali, lascia l�Olimpo,scende sulla terra e vaga tra gli umani chieden-do loro consolazione e aiuto (Demetra, comeDionysos, è considerata daimon, cioè divinitàche frequenta i mortali e soffre con essi, ricam-biando con doni preziosi, quali il grano e il vino,gli stessi di Dionysos, i favori ricevuti). Trasfor-matasi in donna anziana dall�aria nobile e seve-ra, arriva alla corte del re di Eleusi, Cèleo, chel�accoglie con grande onore insieme alla reginaMetanira. Chiusa nel suo dolore, la dea rifiutacibo e compagnia, finché una delle figlie del re,Iambe, per rinfrancarla, le rivolge motteggi osce-ni (in una variante del mito, Iambe mostra alla deail pube) e le offre del vino, che lei rifiuta mentrechiede �come bevanda acqua con farina d�orzomescolandovi la menta delicata�3, il ciceone che,come vedremo, è la bevanda sacra dei misteri. Ladea per gratitudine ottiene dal re di poter alleva-re l�ultimo nato, Demofonte, ne diviene la nutri-ce e segretamente decide di rendere il fanciulloimmortale: �di notte lo celava nella vampa delfuoco come un tizzone (� ) egli cresceva pre-coce e somigliava nell�aspetto agli dei�. 4

Metanira, meravigliata dalla crescita miracolo-sa del figlio, una notte spia la dea, e quando vedeil figlio nelle fiamme getta un grido e interrompel�opera di Demetra. Il rito è stato profanato, ilbambino non diverrà immortale, ma proprio per-ché resterà mortale, e primo iniziato, renderàpossibile agli uomini l�accesso ai misteri. La deamisericordiosa perdona i mortali e stabilisce cheogni anno � i figli degli Eleusini per sempre ese-guiranno un combattimento tra loro, una mischiaviolenta � e per me un grande tempio, e in essoun�ara � io stessa v�insegnerò il rito�. 5

Fig. 4, Ade e Persefo-ne signori del regno deimorti, terracotta daLocri

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Ingiustamente trattata dagli dei, stoltamenteripagata dai mortali, si chiude nell�ira e nel dolo-re, rende sterile la terra perché gli uomini nonabbiano più nutrimento e gli dei siano privati deiloro sacrifici. Immortali e mortali, il cielo e laterra, tutti soffrono. Allora Zeus invia pressoAdes il dio Ermes, signore della parola, dio dellamediazione, dei mercanti e messaggero, dio chesa convincere (proprio perchè protegge il com-mercio), affinché restituisca la figlia alla madree ponga fine alla situazione insostenibile per deie uomini. Ades acconsente e concede a Coredi tornare dalla madre, ma prima di lasciarlapartire le fa mangiare il dolce seme rosso delmelograno, la pianta dei morti (ancora una voltaCore cede alla tentazione, si lascia sedurre, èdebole, è agita dagli altri) legandola al ciclicoritorno sotto la terra. Madre e figlia allora sa-ranno di nuovo riunite, ma non per sempre. Perdecreto di Zeus Core risiederà tra gli uomini egli dei per due terzi dell�anno, per l�altro terzotornerà regina dei morti. E qui il mito registradue varianti: nella prima Core risiede negli infe-ri con Ades durante l�estate, quando i campi sonoaridi, e con la madre (la Terra) dalla semina allamietitura (Atene e Sicilia); nell�altra varianteCore è regina degli inferi quando in inverno lanatura riposa e torna dalla madre in primaveraper soggiornarvi fino all�inizio dell�inverno. Inquesta variante Core è una dea della vegetazio-ne e non del grano. Il culto di Atene e della Sici-lia era, inutile dirlo, il principale e il più diffuso.

3° atto. Il dono di Demetra ai mortali, ovverol�istituzione dei misteri.

Demetra acconsentì e, prima di tornarenell�Olimpo, pose fine alla terribile carestia, fa-cendo tornare l�abbondanza e donando una spi-ga di grano a uno dei figli del re, Triptolemo:allora insegnò al re e ai suoi figli � la norma delsacro rito, rivelò i misteri solenni, venerandi chein nessun modo è lecito profanare, indagare opalesare, poiché la profonda reverenza per ledee frena la voce� 6.

Questo il mito di fondazione.Nella tarda antichità vi furono del mito due orien-tamenti d�interpretazione diversi: unonaturalistico che celebra l�introduzione dellacerealicoltura in Grecia, detto �logos physikòs�,racconto naturalistico, che vede �Demetra comela terra, Core come le sementi� (Pseudo-Cle-mente); l�altro, detto �logos mytikòs, raccontomitico, assunse con l�ellenismo orientamentiescatologici e soteriologici che gli apologeti cri-stiani combatteranno con ogni mezzo, ritenen-doli temibili concorrenti della nuova religione.

I Misteri

I Misteri furono un fenomeno complesso chepercorre la storia della Grecia dal XV secolo a.E. V. fin quasi al V secolo E. V. La prima cele-brazione viene fatta risalire al 1408/9 a. E.V.,insieme alla prima semina della pianura Raria,che circonda Eleusi. Di essi si è ricostruital�origine e lo sviluppo, da rito agrario a strumen-to di salvezza nel tardo ellenismo, e la funzionepolitica. Eleusi, antico centro religioso già nel IImillennio a.E.V., oggetto di contesa tra Mègarae Atene, fu conquistata da Atene e annessaall�Attica agli inizi del VI secolo, sotto Solone:fu quindi inserita in un ampio progetto politicoateniese di supremazia, nel quale la religione ela cultura giocavano un ruolo primario. Il cultoeleusino divenne il culto pubblico anche di Ate-ne, le antiche famiglie sacerdotali eleusine de-

Fig. 5 , Demetra, Trittolemoe Persefone, stele greca,Museo Nazionale di Atene

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gli Eumolpidi e dei Cerici entrarono a far partedelle grandi casate ateniesi e per pochi giorniall�anno, nel mese di marzo, gli oggetti sacri eranotrasferiti ad Atene, nell�Eleusinion, copiaateniese del più prestigioso e antico complessodi Eleusi, che rimase la sede principale.Malgrado la larga diffusione, la fama e l�inseri-mento nella vita pubblica della città più colta delmondo antico, il silenzio degli iniziati, il tempo ela tradizione orale hanno steso sui Misteri unsilenzio impenetrabile, rispettando alla lettera ilsignificato della parola �mistero�, da �muo� (rad.mu, premere insieme le labbra; cfr. ai. mukas,muto; lat. mutus). �Non si possono rivelare achi non è iniziato. Sono infatti detti misteri per-ché si stringono le labbra�. Il linguista GiovanniSemerano però fa derivare �mistero �dall�accadico �mushu� (notte), da cui Museo, ilcultore dei misteri; e dunque il myste è �colui cheveglia nella notte arcana di attesa� 7.I trasgressori erano puniti severamente, anchecon la morte. Sono rimasti celebri i casi di Eschilo,accusato e processato per aver profanato i mi-steri rivelando in alcune tragedie perdute aspettidel rito; e di Alcibiade, il quale mise in scenanella casa di un amico al Pireo una caricaturadel rito misterico: tale oltraggio gli costò caroperchè, mentre era in Sicilia a capo della spedi-zione militare, fu condannato in contumacia allaconfisca dei beni e all�esecrazione pubblica ci-vile e religiosa.Il percorso di un ateniese che avesse chiesto diessere iniziato ai Misteri cominciava con la par-tecipazione ai Piccoli Misteri, definiti da unafonte (Ippolito) �misteri inferi� ( ta kato, le cosedi sotto), una serie di cerimonie soprattutto lu-strali che si svolgevano in primavera ad Atene,dal 25 marzo alla fine del mese, e proseguiva adEleusi, dal 25 settembre al 4 ottobre, con i GrandiMisteri, ovvero l�iniziazione e la rivelazione: que-sti erano detti �misteri celesti� perché conduco-no verso l�alto� (ta anòthen, le cose di sopra),recita una fonte orfica.Chi scrive ha pensato che il modo migliore perrivivere insieme, almeno in parte, quell�esperien-

za fosse seguire, con l�aiuto delle fonti, il per-corso di un greco di venticinque secoli fa cheavesse chiesto di diventare myste, iniziato.

I Piccoli Misteri

Subito dopo l�equinozio di primavera, il 25 dimarzo, l�iniziando era condotto ad Agrai, sob-borgo di Atene, e alla presenza dello ierofante,la più alta carica sacerdotale di Eleusi, facevaun bagno purificatore sulla riva orientale delfiume Ilisso. Scrive Clemente Alessandrino, sto-rico del II secolo E. V., che �non è fuori luogoche i misteri dei Greci comincino con lepurificazioni (�) Dopo di queste vi sono i Pic-coli Misteri che hanno il proposito di fornire uninsegnamento e una preparazione ai misteri fu-turi, mentre i Grandi Misteri riguardano il tutto ein essi non si tralascia più di apprendere, con-templare e pensare la natura delle cose�. 8

Non aveva accesso ai misteri �chi non ha lemani pure�, cioè chi si fosse macchiato di colpegravi; coloro �la cui lingua è incomprensibile�,cioè chi non parlasse greco (oi barbaroi); chinon fosse cittadino ateniese, per cui gli stranieridovevano essere adottati, come avvenne perErcole; chi non potesse ottemperare all�obbligodi versare una somma di denaro e sacrificareun porcellino (tre dracme), quindi i più poverierano esclusi; chi fosse �atheos �, senza dio.Analogamente, chi aspira ad essere iniziato allaLibera Muratoria ha dovuto fornire il certificatodel tribunale, dimostrare la propria residenza,pagare una certa somma, credere in un esseresupremo �Dunque �i Piccoli Misteri (ta mikrà) si configu-rano come purificazione e conseguimento di unostato di purezza (kathàrsia), preliminari ai Gran-di (ta megàla)�. 9 I primi erano connessi allaTerra (ta kato), come il nostro Gabinetto di Ri-flessione, e miravano a ripristinare nell�adeptolo stato di purità originario, necessario per ac-cedere ai Grandi, che avevano come riferimen-to il Cielo (ta ànothen). Ai riti collettivi di

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purificazione si accompagnava una fase dicatechesi per impartire all�iniziando i rudimentidella prossima iniziazione (gràmmata), metterlonella condizione di conoscere la struttura e gliscopi dell�istituzione, inserirlo, se non ateniese,nella realtà sociale della città e avvicinarlo gra-dualmente alla storia sacra con rappresentazio-ni delle vicende drammatiche di Core, perché �i Grandi misteri erano in onore di Demetra, iPiccoli della figlia Persefone/Core�. 10 Guénon,nell��Esoterismo di Dante�, ricorre a concettidell�esoterismo islamico per descrivere questopercorso del myste, , e vede nei Piccoli Misteriil momento dell�ampiezza, nei Grandi il momentodell� �elevazione�.

I Grandi Misteri

I Grandi Misteri iniziavano ad Eleusi il 25 set-tembre, 14 di Boedromion, equinozio d�autun-no, quando gli oggetti sacri (ta hierà) del san-tuario erano rimossi e una processione guidatada sacerdoti e sacerdotesse si avviava versoAtene. Dopo aver percorso circa cinque chilo-metri la processione incontrava il drappello degliefebi in clamide nera, lancia e scudo inviati daAtene, i quali scortavano gli oggetti sacri finoalla porta del Dypilon , dove il popolo ateniese,con le autorità politiche e religiose, li accoglievae li accompagnava fino all�Eleusinion. Succes-sivamente i sacerdoti salivano all�Acropoli perannunziare alle più alte autorità religiose l�arrivodella processione. L�inizio delle celebrazioni ave-va luogo il giorno successivo, il 26 settembre,quando l�arconte, radunato tutto il popolonell�Agorà, sotto l�Acropoli, in un�atmosfera difesta invitava i sacerdoti e la città a dare il lorosaluto.Il giorno seguente, 27 settembre, gli adepti eranocondotti alla baia del Falero o al Pireo, dove face-vano un bagno purificatore in mare e compivano ilsacrificio di un porcellino, purificato anch�esso inmare. Il 28 settembre, terzo giorno, si compivanoaltri sacrifici, si versava la somma di denaro obbli-

gatoria, si provvedeva alla registrazione degli adeptisu tavolette di legno; mentre il quarto giorno, 29settembre, era dedicato, oltre che ai sacrifici e airiti, ancora alla catechesi primaria e all�attesa dieventuali ritardatari. Tale giorno era detto�Asclepièia� in ricordo del fatto che Asclepiosera giunto con un giorno di ritardo da Epidauro eper ammetterlo all�iniziazione si era ripetuto il sa-crificio e il rito del giorno precedente.Ma in che cosa consisteva la catechesi, cioè�l�insegnamento e la preparazione ai misteri fu-turi� che venivano impartiti agli iniziandi? Que-sti erano istruiti all�osservanza dello specialeregime alimentare eleusino, che imponeva diastenersi dai volatili domestici, dai pesci, dallefave, dalla melagrana (un tabù primitivo consi-derava i cibi di colore rosso cibo per i morti,perché sangue di Adone /Tammuz/Dionysos),da animali macellati in modo improprio. Eranovietate le mele, forse il vino. Il contatto con unapuerpera o con una carogna di animale provo-cava impurità (Porfirio). Ma le tre disposizionipiù importanti e più antiche erano: �onorare igenitori, venerare gli dei, astenersi dalle carni�(Senocrate). E, secondo Porfirio�: Onorare igenitori, glorificare gli dei con i frutti della terra,non nuocere agli esseri viventi�. 11

Il quinto giorno (30 settembre) era il grandegiorno della processione (pompè) che riportavada Atene ad Eleusi gli oggetti sacri (hierà) postiin un canestro (chiste) adornato di nastri colorporpora. �Tutti gli Ateniesi, e soprattutto le don-ne, (�) vi si recavano villaggio per villaggio,trasportati su carri o a piedi, secondo le possibi-lità di ciascuno�. 12 La processione imboccavapoco dopo l�alba la Via Sacra scortata dagli efebiche avanzavano in formazione � in armaturacompleta , incoronati con una ghirlanda di mir-to�. Accompagnava il corteo la statua diIacchos, personificazione del grido tipico dellecerimonie di Dionysos e ricordo benaugurantedella vittoria di Salamina, quando pochi greciavevano vinto molti persiani con la strategia ecol grido sacro. Non posso non citare i bei versidalle Rane di Aristofane. � Iacco dai molti ono-

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ri, insieme a noi vieni dalla dea e mostra comesenza fatica tu compi una lunga strada. Iaccoamante delle danze, accompagnami (Iacchefilocoreuta, sympropempe me). Questi versied altri di autori diversi attestano la presenza diDionysos ad Eleusi. 13 E infatti il corteo, nelsuo procedere lungo la Via Sacra verso �i pro-fondi recessi fioriti di Eleusi�, acquista via viaun tono quasi orgiastico. Le fonti parlano digrida, canti, danze, risa e beffe. Si dicono �mol-te cose ridicole e altre serie�, si fanno scherzi,volano le ingiurie, gli insulti, le battute pesanti.Soprattutto le donne fanno uso del turpiloquio(aiscrologia). Le gerarchie sociali sono capo-volte, tutti sono oggetto di ridicolo, gli uomini perle donne, i superiori per gli inferiori. Seduta sulparapetto del fiume Cefiso, una prostituta (por-ne) lancia frizzi osceni ai passanti, e un�altrafonte parla di un uomo incappucciato che �indi-rizza battute grossolane verso i cittadini illustri,indicandoli per nome�. 14

Dionysos/Iaccos, il dio del riso, della �mania� edel disordine, danza e ride procedendo versoEleusi con tutto il popolo di Atene. Si cominciava con le lustrazioni, con la catechesi,con le procedure burocratiche ateniesi e via via,nei giorni successivi, era un crescendo di eventisempre più incalzanti e impegnativi fino , comevedremo, al vortice finale e al lampo dellateofania.Il corteo faceva due brevi soste a Dafnì, pres-so il tempio di Apollo Peana e presso il tempio diAfrodite, per un riposo e per non lasciare sottola tutela di una sola divinità una festa tanto im-portante dal punto di vista religioso e sociale.Sul far del tramonto la processione raggiungefinalmente Eleusi. Migliaia e migliaia di fiaccolesi accendono e illuminano la notte. Le fonti par-lano di �notti bianche di luce�, di �santuario ri-splendente�, di �luce di molte fiaccole�.Aristofane accenna a veglie notturne, a feste, aperegrinazioni e giochi nel bosco, a danze cheterminano solo con l�alba.L�alba del sesto giorno, il primo ottobre, 20Boemodrion, il gran giorno dell�iniziazione, la

teletè. Gli adepti continuavano con il digiuno, isacrifici e le purificazioni nei laghetti non lontanida Eleusi. Calata la sera, entravano nella grottadi Eubuleo chiamata �Chasma Ghès� (voragi-ne della Terra), ovvero la porta degli Inferi, unacaverna naturale, a lato del tempio, che si eraaperta al passaggio del carro di Ades durante ilrapimento di Core. Come non pensare alnostro�Visita interiora terrae ��? Qui gliiniziandi meditavano sulla condizione umana esi preparavano �all�iniziazione nella morte almondo profano, seguita dalla �discesa agli Infe-ri� che è la stessa cosa del viaggio nel mondosotterraneo cui la caverna dà accesso; e perquanto riguarda l�iniziazione stessa, lungi dal-l�essere considerata una morte, essa è al con-trario considerata una �seconda nascita�, comepure un passaggio dalle tenebre alla luce�. 15

Infatti la �teletè, che in greco è �fine�, �compi-mento�, in latino diventa �initia�. Poi, dopoaver bevuto il ciceone, la bevanda rituale (dakykao=mischiare), gli adepti varcavano i Gran-di Propilei, magnifica entrata in stile dorico si-mile ai Propilei dell�Acropoli: allora penetrava-no nel recinto del santuario e si fermavano difronte all�imponente facciata del Telesterion, iltempio delle iniziazioni, grande costruzione diordine dorico voluto da Pericle e progettato daIktinos, l�architetto del Partenone. Era una gran-de aula quadrata di 52 metri di lato, con settefile di sedili sui lati e sette file di sei colonne

Fig. 6, I Grandi Propilei di Eleusi, ricostruzione

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ciascuna, per un totale di 42 colonne. La partecentrale della copertura aveva un lucernario aldi sotto del quale era l�Anaktoron, il nucleo piùantico e più sacro del complesso. Adornavano iltempio marmi policromi, dal pentelico biancorosato al grigio-blu di Eleusi. Si trattava di unodei capolavori dell�architettura greca classica.Allontanati tutti i profani, cioè la quasi totalità dicoloro che avevano partecipato al corteo, le portevenivano chiuse e� quello che accadeva daquel momento è solo congettura.

Sappiamo che il rito consisteva di tre momentiprincipali: i dròmena, cioè le azioni svolte (dram-ma sacro, apparizioni); i deiknymena,l�ostensione degli oggetti sacri (hierà); ilegòmena, le formule liturgiche comunicate agliadepti, la catechesi ecc. In che cosa consistes-sero il dramma, le formule e l�ostensione non ciè dato di conoscere.Ed è singolare che una cerimonia ripetuta ognianno per milletrecento anni, nella città più coltadel mondo antico, con migliaia e migliaia di ini-ziati, sia rimasta segreta. Ricordo che tra gliiniziati famosi furono, tra i Romani, Augusto ela sorella Livia, Marco Antonio, Silla, i grandibenefattori di Eleusi Adriano e Marco Aurelio,Cicerone, Tiberio, Commodo , Nerone, MarcoPorcio Catone e, last but not least, Giuliano. Egran parte degli Ateniesi, a cominciare da Pla-tone e Aristotele. Eppure le bocche sono rima-ste chiuse e poco è stato scritto e in modo vago.È il mistero dei misteri eleusini.

Ma torniamo al rito. L�arconte offriva un ulti-mo sacrificio e un dolce fatto d�orzo e granodella piana di Eleusi, la pianura Raria, che se-condo il mito fu la prima in Grecia ad esserecoltivata a grano. Gli iniziandi, bendati, in grantumulto entrano nel Telesterion, dove �luce etenebra si manifestano a fasi alterne�.16 Bran-colano confusamente tra le colonne spingendo-si e gridando. Plutarco paragona questo momen-to drammatico del rito al trapasso dalla vita allamorte: ��un�esperienza analoga a quella pro-vata da coloro che si sottopongono ai GrandiMisteri. Perciò anche il verbo �morire�,(teleutàn) come l�azione che esso esprime sonosimili al verbo essere iniziato� (telèisthai). Dap-prima si erra faticosamente, smarriti, correndotimorosi attraverso le tenebre senza raggiunge-re una meta; poi, prima della fine, si è invasi daogni tipo di terrore, spavento, tremore, sudore eangoscia. Finalmente una meravigliosa luce vie-ne incontro � si hanno sante apparizioni�e sidiviene liberi e si procede senza vincoli� si os-serva la massa degli uomini che vivono qui sullaterra, non iniziati e non purificati, calpestarsi espingersi insieme nel pantano (en borbòro) enella polvere attanagliati dalla paura ...�.17

Infine, sceso il silenzio, seduti al centro del tem-pio, gli adepti recitavano la formula misterica diriconoscimento, il synthema: �Ho digiunato, hobevuto il ciceone, ho preso dalla cista, ho com-piuto/maneggiato (l�atto rituale?), ho deposto nelcanestro e dal canestro nella cista�.Si ritiene che gli oggetti che passavano dalla cistaal canestro fossero gli oggetti sacri, hierà, (for-se a forma di pube femminile), che ClementeAlessandrino, teologo cristiano del II/III secoloE.V., enumera a proposito dei misteri dionisiacicon l�atteggiamento malevolo di chi vuol profa-nare, rivelandolo. E scrive. � Bisogna metternea nudo il contenuto sacro e divulgarne il segre-to�. Eppure non va oltre l�elencazione di unaserie di oggetti, insignificanti se separati dal con-testo iniziatico.Poi gli iniziati anziani scendevano dai loro scranni,situati ai lati del tempio, e compivano una danza

Fig. 7, Telesterion, ricostruzione

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intorno al gruppo degli adepti. Infine un colpo digong, battuto dallo ierofante per ricordare il gri-do di Core rapita ed evocarla, segnava l�iniziodella sacra rappresentazione.I veli dell�Anaktoron, il �sancta sanctorum� deltempio, si aprivano e si celebrava il drammamisterico di Core �con le fiaccole, il rapimentoe il lutto� e �la tenebrosa discesa agli inferi�. 18

Qui, ad avviso di chi scrive, terminava la rap-presentazione dedicata agli iniziati del primo gra-do, gli apprendisti della nostra istituzione. Essi,forse, compivano solo questa prima parte delviaggio iniziatico e dovevano aspettare un annonegli �inferi�, come Core (per una fonte addirit-tura cinque anni), prima di accedere al secondoe ultimo grado, all�epoptèia, alla visione.Siamo del tutto all�oscuro circa lo svolgimentodei riti del settimo giorno, 2 ottobre, 21 diBoedromion. Alcuni autori sostengono che laparte più significativa del dramma misterico fa-cesse parte della celebrazione per i contemplanti,�coloro che a Eleusi vengono iniziati al secondogrado iniziatico� (Filocoro). 19 E� possibile, peraltro, che il silenzio che circonda i riti del setti-mo giorno possa essere la spia del fatto che pro-prio questo fosse quello dell�epoptèia, la visio-ne riservata ai pochissimi mystai più avanzatinel cammino iniziatico. Infatti le due famigliesacre degli Eumolpidi e dei Cerici, che gestiva-no per diritto ereditario i misteri, avevano il com-pito di selezionare quanti chiedevano l�accessoalla visione ultima, probabilmente un numero ri-stretto di greci che �uscendo fuori dalle ansie eserietà umane, con impegno tendono a ciò che èdivino� (Platone). 20

Una visione ultima della quale poco si sa. Sem-bra che lo ierofante, con voce impostata, poten-te, �alzando lo sguardo al cielo gridasse �ye�,piovi, e abbassandolo a terra �kye�, concepisci�.21 Poi, all�interno dell�Anaktoron, avevano luo-go �i solenni convegni dello ierofante con la sa-cerdotessa, da solo a sola�, e si celebrava sim-bolicamente (perché lo ierofante si era reso im-potente bevendo la cicuta) la ierogamia tra Zeuse Demetra, o tra Ades e Core secondo altre

fonti. Lo ierofante infine, uscendo dall�Anakto-ron risplendente di luce �grida e urla mentrerecita ad alta voce : �La potente signora gene-rò il sacro fanciullo. Brimò generò Brimòs. Cioèla potente generò il potente�. E mostrava agliastanti una spiga mietuta. 22

Alla fine di tutto questo scompiglio di dei e uo-mini, di terra cielo e inferi, dopo il lutto le lacri-me e il riso, ecco una spiga di grano, simbolodell�equilibrio ristabilito, dell�abbondanza che èsegno del favore divino, della pace, della rina-scita dopo la morte, e soprattutto simbolo del-l�iniziato, il quale, come Brimòs, la spiga, è natoa nuova vita, pronto per l�ascesa.È noto che Platone in alcuni dialoghi, principal-mente nel Fedro e nel Simposio, descrive con illinguaggio misterico eleusino la visione suprema,come nota è la sua condanna della finzione, lamìmesis, teatrale o letteraria che fosse. PerfinoOmero doveva essere bandito dallo stato ideale.E� possibile che una rappresentazione sacra, an-che se svolta in un tempio bellissimo, con effettiluminosi e sonori straordinari, dopo digiunipurificazioni e processioni, fosse la visione supre-ma? Perché questo affermano le fonti antiche.Chi scrive ritiene piuttosto che il dramma sacrofosse la tappa più suggestiva ed emozionante diun percorso faticoso e stressante che apriva apochissimi la porta dell�epoptèia, che in greconon significa �visione�, bensì �contemplazione�.E nella contemplazione, che è excessus mentis,�uscire fuori da sé�, non si vede, perché è pura�intuizione dell�intuibile e del non mescolato edel santo, la quale lampeggia attraverso l�animacome un fulmine� (Aristotele). 23 Anche Dantenegli ultimi versi del Paradiso parla di �mentepercossa da un fulgore�, dopo il quale entra nelcircolo cosmico mosso da amore. E ancora Pla-tone, magnificamente: �Costui ormai, giunto allafine della disciplina amorosa (Eros), scorgerà �in un istante � un qualcosa di bello (katòpsetaiti thaumastòn), ammirabile nella sua natura (�)E il bello neppure si renderà visibile a lui comeun volto (pròsopon) � né apparirà come undiscorso (lògos) o una conoscenza (epistème),

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si manifesterà �piuttosto- esso stesso, per séstesso, con sé stesso � come forma unica chesempre è� (autò kat�autò met�autou�monoeidès aèi on). Qui Platone, con tre colpi,come i nostri sulla pietra, scolpisce l�Essere.24

L�estasi, ci dice Platone, �è conoscenza per nullacomunicabile in parole, come lo sono le altre, madopo una lunga convivenza, indirizzata appunto al-l�oggetto e dopo che si è vissuti assieme, istanta-neamente �come luce che scaturisca da una fiam-ma palpitante - una volta sorta nell�anima, ormai èlei stessa a nutrire se stessa�. 25

Si tratta, per altro, solo di una ipotesi, una sug-gestione che non tiene nella debita considera-zione la capacità dei Greci di provocare nellospettatore, secondo i canoni dell�arte, uno shockestetico di potenza inimmaginabile. Ne abbia-mo un esempio nello Zeus di Olimpia, una delleotto meraviglie del mondo antico. Una statuadel dio seduto su un trono dorato, alta tredicimetri, opera di Fidia, occupava quasi tutto lospazio del tempio. Era di legno rivestito di lami-ne d�avorio sulle quali scorreva olio d�oliva. Laluce che scendeva dal lucernario la faceva bril-lare quasi fino ad accecare l�osservatore. Labellezza dell�opera era tale da indurre sbigotti-mento e paura. I sensi erano sopraffatti �da unaforza sovrana e invincibile� e il sublime pro-rompeva riducendo ogni cosa in briciole, comeuna folgore�.26

L�osservatore non vedeva la statua di un dio,contemplava Dio stesso.Similmente, il myste forse assisteva ad una rap-presentazione sacra che suscitava meraviglia(thàuma), o ad un rito stupefacente, o ad un�qualcosa di bello� che �lo sovrastava, lo mo-dellava, lo assimilava alla visione che lui subi-va�, dice Giorgio Colli. 27 Un �subire�, un �mo-dellare�, un �assimilare�che documentano lanatura passiva dell�iniziazione misterica, contrap-posta all�apprendimento attivo proprio della fi-losofia (mathèin), la quale però, scrive Plutarcoin �Iside e Osiride�, al culmine del percorsosapienziale diventa anch�essa contemplazione,epoptèia: �Perciò Platone e Aristotele chiama-

no �epoptica�, contemplativa, questa parte del-la filosofia, perché chi�ha davvero toccato lapura verità (katharàs alethèias) di esso (il prin-cipio semplice e immateriale), ritiene di posse-dere, come in una iniziazione, il fine ultimo dellafilosofia�. 28

O forse si può supporre che l�epoptèia fosseraggiunta anche grazie all�assunzione di sostan-ze allucinogene, come il Don Juan di CarlosCastaneda. Lo suggerirebbe il mito stesso quan-do Core coglie il narciso �narcotizzante/storden-te� e letteralmente scatena l�inferno, ovvero lepotenze ctonie. E ancora, è noto che uno degliattributi di Demetra era, nel simbolismo eleusino,il papavero, un fiore che rappresenta il momen-to della catalessi nel passaggio rituale dalla vitaalla morte e alla resurrezione. In molteraffigurazioni Demetra è rappresentata recan-te un fascio di spighe e un mazzo di papaveri. Eancora, lo ierofante assumeva la cicuta per ren-dersi impotente, e il ciceone era una sorta dibirra. Durante tale stato di sospensione ipnoti-ca, anelato nel mondo dello yoga, forse il mystevedeva e udiva �cose che ridire/ né sa né puòchi di là sù discende:/perché appressando sé alsuo disire,/ nostro intelletto si profonda tanto,/che dietro la memoria non può ire�.L�ultimo giorno dei misteri, l�ottavo, il 3 ottobre,gli iniziati compivano un ultimo rito. Tenendo inmano due piccole coppe ricolme d�acqua(plemochòe), a forma di trottola, uno dei gio-cattoli del fanciullo divino Dionysos, l�iniziatoversava il contenuto a terra rivolto lungo l�asseest-ovest, l�asse lungo il quale secondo gli anti-chi si svolgeva l�umana esistenza. Come le coppeerano tanto colme da traboccare , così le deeavrebbero colmato di doni sovrabbondanti gliiniziati, concedendo loro una vita nella gioia enel benessere e, dopo la morte, ed ecco l��eschaton�, il destino finale, il �non essere re-legati nelle tenebre e nel pantano (en skoto tekai borbòro) che invece attendono i non inizia-ti� (Elio Aristide).Perché il possesso della conoscenza oltrepassala morte e la vince.

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Il 4 ottobre, nono giorno, gli iniziati tornavano inprocessione ad Atene, all�Eleusinion, nel qua-le, il giorno seguente, il consiglio di stato, laBoulè, si riuniva per ascoltare un rapporto det-tagliato sullo svolgimento delle celebrazioni.

Conclusione

Una breve riflessione su questo lavoro che harichiesto pazienza per tentare di ricostruire suc-cintamente un fenomeno tanto vasto e comples-so, uno dei vertici dello spirito greco. E� statocome cercare di ricomporre un puzzle di cuimancano molte tessere importanti. Sono stateconsultato le opere di studiosi quali Kerenyi,Dodds, Colli, Guénon, Lippolis, Scarpi, Graves,Nilsson, per citare solo i moderni, e presi in con-siderazione i loro suggerimenti, le loro tesi, tal-volta contrastanti. Ma soprattutto si è tenutoconto delle fonti antiche, confuse, frammentarie,spesso ordinate dagli studiosi moderni in modoinadeguato.Alla fine, chi scrive ha detto a se stesso: �Maio sono un iniziato. Anch�io, come il myste ditanti secoli fa, ho brancolato nel rumore e nelbuio, ho udito voci ignote, ho bevuto la bevan-da, ho superato prove, ho fatto promessa disilenzio, ho recitato il mio synthema, la parolasacra, sto cercando la luce. In forza della miaesperienza sono libero di seguire il mio per-corso, di fare la mia ricostruzione�. E alloraè stato emozionante percorrere in libertà e conconoscenza il cammino iniziatico di fratelliantichi che, come noi, hanno varcato la so-glia, trepidanti e timorosi davanti all�ignoto.E� stato emozionante riallacciarsi a una tradi-zione che ci lega attraverso i secoli a uominiche, come noi, hanno cercato la luce, e verifi-care che la via giusta è tracciata da sempre.Ma soprattutto costatare ancora una voltache la conoscenza salva, perché, nel momentodel giudizio, della scelta e dell�azione coluiche conosce giudicherà in modo giusto, sce-glierà rettamente e agirà in modo virtuoso.

BibliografiaG. Colli, La sapienza greca, 3 voll., Adelphi, Milano 1977E. R. Dodds, I Greci e l�irrazionale, La Nuova Italia,Firenze 1959R. Graves, I miti greci, Longanesi, Milano 1977R. Guénon, Simboli della scienza sacra, Adelphi, Mila-no 1975K. Kerényi, Dioniso, Adelphi, Milano 1992Inni omerici, Mondadori, Milano 1975E. Lippolis, Mysteria, Paravia Bruno Mondadori, Mila-no 2006M. P. Nilsson, A History of Greek Religion, Oxford 1925Pausania, Guida alla Grecia, 8 voll., Mondadori, Mila-no 1982Pseudo-Longino, Del sublime, BUR, Milano 1991Plutarco, Diatriba isiaca e dialoghi delfici, Sansoni,Firenze 1962Le religioni dei misteri, 2 voll., Mondadori, Milano 2002

Note1 Pausania, Guida della Greci. L�Attica, Mondadori,Milano 19822 Inni omerici, Mondadori, Milano 1975, p. 433 op. cit., p. 554 op. cit., p. 575 op. cit., p. 596 op. cit. p. 757 G. Semerano, L�infinito: un equivoco millenario,Bruno Mondadori, Milano 2005, pag. 1288 Le religioni dei Misteri, vol. I, a.c.d. P. Scarpi,Mondadori, Milano 2002, pag. 799 ibid.10 op.cit. pag. 7711 op. cit., p. 20312 op. cit., p. 12513 G. Colli, La sapienza greca, Adelphi, Milano 1977,pag. 29 sgg.14 Le religioni cit., p. 13515 R. Guénon, Simboli della Scienza sacra, Adelphi,Milano 197516 Le religioni dei Misteri cit., p. 17917 op. cit., p. 17718 op. cit. p. 14119 op. cit. p. 16520 G. Colli, La sapienza cit., p. 10321 Le religioni cit., p. 15122 G. Colli, La sapienza cit., p. 11523 G. Colli, La sapienza cit., p. 10724 op. cit., p. 9925 op. cit., p. 10526 Pseudo-Longino, Del sublime, Rizzoli, Milano 199127 G. Colli, La sapienza cit., p. 38528 Le religioni cit., p. 175

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Le popolazioni più antiche associarono ilPentagramma al pianeta Venere in quanto essotraccia, durante un ciclo di otto anni sull�eclittica,un perfetto pentagramma.È da notare che inizialmente, data la diversaluminosità del pianeta in momenti diversi del-la sua osservazione (molto luminoso al matti-no = Stella del mattino o Phosphoros o Luci-fero e poco luminosa la sera = Stella dellasera o Hespheros o Afrodite), gli antichi cre-devano che Venere fosse in realtà due pianetidistinti e solo successivamente (Pitagora?) furiconosciuto che si trattava di un solo astro.La prima raffigurazione simbolica delPentagramma risale agli antichi Egizi che lorappresentarono con il segno geroglificotrilettere SB(A) che s�identificava con Horus.Il significato di SBA è sia stella, sia porta ecome tale è rappresentato nelle celle funerariea significare �l�uomo-stella risorto� in atto diorans, ma anche a indicare la porta come pas-saggio fra due ambienti diversi, quelloprettamente materiale e quello spirituale. E�da notare che l�immagine stilizzata di una stellaa cinque punte si ritrova, sempre nell�anticaciviltà egizia, sulla fronte della Dea Sothis (Fig.1) � che successivamente diverrà Iside � aindicare con molta probabilità la stella Sirio ea simboleggiare la perfezione dell�Uomo e/ol�Uomo magico e divino. Inoltre il geroglificoDUAT costituito dal geroglifico SB(A)inscritto in un cerchio (Fig.2), quindi un veropentacolo, è riportato più volte nel famosopapiro �Il libro dei morti�. La tradizione (ma non esistono prove) affermache il simbolo del Pentalfa fu ideato da Pitagora,dopo che ebbe risolto il problema del segmentoaureo, cioè la proporzione per la quale la parte

minore sta in rapporto alla maggiore come lamaggiore sta al tutto. Il valore numerico della�proporzione aurea� è 1.618.

Fig. 1

Un rettangolo avente i lati che rispettano la pro-porzione aurea è detto Rettangolo aureo. Eb-bene esso si può generare infinite volte nelPentalfa (infinite generazioni del numero cin-que). Fatto sta che i Pitagorici usarono il Pentalfacome simbolo d�armonia e lo usavano comesegno di riconoscimento (Signum Igeae, segnodella salute).

Fig. 2

Il termine Pentalfa sembra sia stato coniato sem-pre da Pitagora a significare I cinque alfa, cioèi cinque principi: ai quattro empedoclei (terra,acqua, aria e fuoco, corrispondenti ai quattrovertici inferiori della stella) ne aggiunse un quin-to (che divenne poi la Quintessenza deglialchemici), cioè lo Spirito corrispondente alvertice alto della stella in questione. (Fig.3). Essorappresenterebbe quindi il dominio dello spiritosulla materia.

La Stella FiammeggiantePentalfa, Pentagramma, Pentacolo1

Luca Scarpelli

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Fig. 3

Successivamente il Pentalfa fu adottato daPlutarco per simboleggiare L�uomo eterico acinque rami e cioè l�uomo che, dopo l�iniziazione,una volta purificato dal fuoco e liberato dallescorie, sorge come uomo superiore,pentagrammatico, con le braccia sollevate in ungesto di meraviglia di fronte al mondo spiritualeappena rivelato. In questo contesto il Pentalfacome uomo-pentagrammatico fu ripreso daParacelso e da Agrippa che nel suo De Occul-ta Philosophia (Amberes, 1530) lo raffiguracon un uomo inscritto all�interno con la testa el�estremità dei quattro arti corrispondenti allecinque estremità della stella. (Fig.4)

Fig. 4

In questa guisa, dal medioevo in poi, il Pentalfafu utilizzato dai cultori della Magia bianca comesimbolo benefico e talismano, tanto che, soprat-tutto nel nord dell�Europa, si ritrova tracciatosulle porte delle abitazioni per scacciare i male-fici e i Troll. E in tale guisa si ritrova, graffito, inalcune caverne alpine, denominato �Piede dellastrega� come segno apotropaico contro il male-ficio (e per tale motivo definito anche Pentacolodi passo). Una volta rovesciato, cioè con lapunta rivolta in basso, e talvolta con la testa diun caprone inscritta all�interno, si dice che è uti-lizzato dai cultori della Magia nera come simbo-lo della Bestia (cioè Satana) e come tale utiliz-zato durante i riti di Messe nere. (Fig.5).

Fig. 5 Il Pentalfa rovesciato, in questo senso, vuolsimboleggiare per i Satanisti la vittoria dellamateria sullo spirito e quindi del Demonio suDio. Una stella a cinque punte rovesciata sitrova anche come emblema dell�Ordine delleStelle d�Oriente (Ordine Paramassonico mi-sto fondato dal massone Robert Morris nelXIX secolo) (Fig.6) Ma l�analogia con ilSatanismo finisce qui: nell�Ordine delle Stelledi Oriente ogni braccio ha un colore diverso eognuno di essi s�identifica con un�eroinabiblica: Ester, Rut, Ada, Marta ed Eletta. Inol-tre al centro della stella si trova un pentagonocon all�interno rappresentato un altare con laBibbia aperta. Insomma, la forte improntareligiosa pone questo emblema esattamenteagli antipodi del pentacolo rovesciato deiSatanisti.

Fig. 6

Nella Massoneria il Pentalfa è denominatoStella Fiammeggiante e presenta una Ginscritta al suo interno. Il significato della let-tera non è chiaro: per molti rappresenta l�ini-ziale di G\A\D\U\ o di God (e quindi avrebbeuna valenza religiosa e come tale sarebbe statosostituito alla Y (Yod) di origine ebraica),mentre per altri sarebbe l�iniziale di Gnosi,Grammatica, Genesi, Generazione,Gravitazione, e altro ancora. Esso anzi mute-rebbe significato a seconda che nel Tempio si

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lavori in Camera di Apprendista, di Compa-gno o in Camera di mezzo.2 Ma in definitivaquesta diatriba ha per i massoni poca impor-tanza (dato il significato ermeneutico del sim-bolismo massonico) e quindi ognuno è liberodi interpretarlo nel modo che gli è piùcongeniale. (Fig. 7)

Fig. 7

Incontrovertibile è il fatto che tale simbolo èposto nel Tempio in una posizione preminente(a Oriente, in alto, in posizione centrale e su-bito sotto l�acrostico A\G\D\G\A\D\U\) a di-mostrazione dell�importanza di tale simboloche per molti, insieme al più popolare Squa-dra e Compasso � che avrebbe un significa-to più operativo � rappresenterebbe il simbo-lo più spirituale dell�Istituzione Massonica.Nel suo complesso la Stella Fiammeggianterappresenta dunque il simbolo della scintilladivina che s�irradia all�uomo e lo eleva dallapura materialità a un mondo superiore.Esso s�identifica quindi col Fuoco filosoficodegli Alchimisti e cioè la scintilla vitale comu-nicata dal Creatore alla materia, alchemica-mente ottenuta non con la comune combu-stione, ma con l�acciarino o con la lente usto-ria. Esso è, infine, il centro da cui s�irradiala luce che illumina e fa grandi i fratelli neltempio.Polemiche sono sorte anche per i rapporti tro-vati fra il Pentalfa e la Chiesa Cattolica. Si-curamente la più nota è la presenza di unPentalfa inciso sul dorso della mano sinistradel papa Paolo VI rappresentato su unaformella delle porte di bronzo sul �Battentedel Bene� che rappresenta il Concilio Vatica-no II (Fig. 8)

Fig. 8

La rappresentazione, fatta dallo scultoreMinguzzi, fu realizzata quando Papa Paolo VIera ancora vivo e quindi con il suo consensoed è stata successivamente cancellata dopola sua morte per le proteste di alcuni sacerdo-ti. La presenza del Pentalfa sembra confer-mare le indiscrezioni secondo le quali PaoloVI era molto �vicino� alla Massoneria se nonaddirittura iniziato. A questo proposito si puòanche ricordare che molto recentemente, dopol�elezione di Papa Francesco nel suo stemmala presenza di una stella a cinque punte è sta-ta prontamente sostituita con una stella a ottopunte. (Fig. 9)

Fig. 9

Anche per Papa Francesco sono iniziate le�accuse� da parte di ambienti cattoliciultraortodossi di essere filomassonico se nonaddirittura iniziato alla Massoneria.A completare questa breve trattazione sulPentalfa alcune considerazioni sulla Stella acinque punte che, per molti, ne sarebbe unadiretta derivazione.La Stella a cinque punte è ampiamente rap-presentata soprattutto in ambiente militare (lefamose stellette) soprattutto negli eserciti sta-

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tunitense, cinese, russo, italiano e cubano (ri-cordate la stella a cinque punte sul basco delChe? Fig. 10), in molte bandiere nazionali(USA, Cina, Russia, Cuba, Nord-Corea, Al-geria, Marocco, Somalia), in alcuni stemmipolitici (il vecchio PCI e PDS), nella meda-glia della Rivoluzione Bolscevica, ecc.

Fig. 10 Essa è anche il simbolo della Repubblica Italia-na. (Fig. 11)

Fig. 11

Per molti la presenza della stella a cinquepunte come simbolo della Repubblica e del-l�Esercito repubblicano avrebbe un�originemassonica (derivando direttamente daPentalfa): sarebbe stato nel 1871 l�allora mi-nistro della Guerra, il massone Cesare Ricotti-Magnai, a sostituire la Croce dei Savoia conla Stella Massonica.Per concludere: anche la famigerata Stella acinque punte asimmetrica delle Brigate Ros-se avrebbe avuto una simile origine. Essil�avrebbero ripresa dai Tupamaros, i guerri-glieri sudamericani che a loro volta l�avevanoassunta come simbolo ispirandosi alla Stellamassonica. Bisogna infatti ricordare che inmolte zone del Sudamerica la Massoneria(Bolivar, Garibaldi, Allende, ecc.) ha una net-ta connotazione rivoluzionaria. (Fig.12)

Fig. 12

Note

1. Con Pentacolo s�intende il simbolo circoscrittoin un cerchio, con Pentalfa non circoscritto econ Pentagramma il segno grafico privo di si-gnificato simbolico.2. Ulteriori approfondimenti possono essere ef-fettuati solo in Camera di Compagno e in Ca-mera di mezzo dai soli iniziati massonici.

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La vostra visione diventerà chiara soloquando guarderete nel vostro cuore.Chi guarda all�esterno, sogna.Chi guarda all�interno, apre gli occhi. Carl Gustav Jung

Heinrich Khunrath (1560-1605) o Dr. HenricusKhunrath era un medico, filosofo ermetico,alchimista, forse fratello minore del medico diLipsia Conrad Khunrath anche lui seguace diParacelso. Nel 1570 si iscrisse all�Università diLipsia, con il nome di Henricus Conrad Lips.Nel maggio del 1588 si iscrive all�Università diBasilea conseguendo la laurea in Medicinae

Doctor. Nella stessa Basilea segue i corsi dispagirica � nella terminologia del medico svizzeroParacelso, parte della chimica che si occupadell�analisi degli elementi, specialmente deimetalli, e del modo di eliminarne le impurità �con il mistico protestante Johannes Arndt.

Discepolo di Paracelso praticò la medicina aDresda, Magburgo e Amburgo e forse divenneprofessore all�Università di Lipsia.Dopo il 1588 viaggiò molto e fu a Praga doveincontrò il mago John Dee (1527-1608) mate-matico, storico, mistico, consigliere della Regi-na Elisabetta I, che divenne il suo mentore. Nel1591 fu nominato medico di corte presso il Con-te Rosemberk in Trebona.Morì a Dresda o Lipsia in povertà a quaranta-cinque anni il 9 settembre 1605.La sua opera maggiore fu l�AmphitheatrumSapientiae Aeternae (Atanor di Roma la pub-blica nel 1973). Il libro presenta un alchimia ditipo spirituale simbolico-filosofica, mistica cri-stiana, tanto che non fu preso in considerazioneda molti alchimisti che lo consideravano lontanodalla vera pratica operativa alchemica. La stes-sa critica per gli stessi motivi fu mossa in tempimoderni anche a René Guenon (1886-1951) eall�italiano Julius Evola (1898-1974). Proprio perquesta mescolanza di alchimia, mistica cristianae magia, il libro fu condannato e messo all�indi-ce dalla Sorbona nel 1625.La prima copia stampata ad Amburgo nel 1595conteneva soltanto 4 tavole circolari colorate amano con contorni in oro e argento e con unafascia di testo, e 25 pagine di testo.Dell�edizione del 1595 oltre a quella consultabilesu internet che faceva parte della collezione diDenis I. Duveen (1910-1996) ed ora delle col-lezioni speciali del Memorial Library, University

Il Laboratorio dell�AlchimistaInterpretazione di un disegno

Patrizio Comparini

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of Wisconsin, ne conosciamo solo altre due co-pie a Darmstadt e Basilea.L�edizione più diffusa fu quella pubblicata po-stuma ad Hanau Assia, e non come riportanoalcuni autori Hannover, nel 1609 dal discepoloErasmus Wolfart che pubblica l�opera su legatodell�autore. La tavola che andremo ad analizza-re è una delle più conosciute anche fra i �profa-ni� ed è presente in tutte le edizioni compresa laprima del 1595. Il disegno della tavola è del pit-

tore Hans Vredman de Vries (1527-1604) e l�in-cisione delle lastre è di Paullus Van Der Doort.Prima di passare all�esame di questa tavola vorreispendere alcune parole per il Frontespizio dellibro che nell�edizione del 1609 è sostituito daun disegno.Questo disegno riporta alcune frasi e concettiche troveremo anche nel laboratorio dell�alchi-mista.Interessanti i due obelischi che esotericamente

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rappresentano il collegamento con il Divino.Il mondano che cerca di ascendere verso l�altoper ricongiungersi all�Uno al Tutto. L�obeliscoera un componente importante nell�architet-tura Egizia. Due obelischi veniva posti all�en-trate dei Templi. La posizione dei due obelischiè invertita rispetto a colui che guarda perchéla lettura è araldica, per cui la destra diventala nostra sinistra e la sinistra la nostra destra.I due obelischi richiamano fortemente le due

colonne del Tempio di Salomone la colonna didestra Jackin (Egli stabilirà) simboleggia la forzamaschile attiva e la colonna di sinistra Boaz (in Luila forza) simboleggia la bellezza femminile. Danotare come l�Obelisco-Colonna Jackin sia collo-cato su di un piedistallo che poggia sulla terra, unrichiamo alla simbologia maschile con la scrittaSole; mentre l�Obelisco-Colonna Boaz poggi suun piedistallo che origina dall�acqua, un richia-mo alla femminilità con la scritta Luna.

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Ultima osservazione, sulla roccia in fondo aldisegno la scritta �mercurio�, è il simbolo del-la Monas Hieroglyphica inventato da JohnDee (il simbolo appare nelle pagine del mani-festo rosacrociano delle Nozze Chimiche diRosenkreutz pubblicate nel 1616 da JohannesValentinus Andreae, che insieme al motto �Idquod inferius sicut quod superior� riportate

all�inizio della tavola di Smeralda �quod estinferius, est sicut quod est superius, et quodest superius, est sicut quod est inferius� (Ciòche è in basso è come ciò che è in alto e ciòche è in alto è come ciò che è in basso) hannofatto considerare Heinrich Khunrath come aduno degli ispiratori del movimentoRosacruciano.

Parte Sinistra

�AGENTIBUS NOBIS, ADERIT IPSEDEUS� (Quando ci dedichiamo con dedizioneal lavoro, Dio stesso ci aiuterà). Come dire aiu-tati che Dio ti aiuta.

�NE LOQUARIS DE DEO ABSQUELUMINE� ( Non parlare di Dio senza la luce).Paracelso diceva che �l�alchimia serve a sepa-rare il vero dal falso�. Non si può quindi speraredi conoscere la verità stando nella penombra,senza possedere un po� di Luce simboleggiataqui dalla lampada ad olio. Per portare avantil�opera di purificazione bisogna saper sacrifica-re la parte più materiale di se stessi, (noi direm-mo abbandonare i metalli). In questo senso spi-rituale va inteso il detto alchemico �Per fare l�orodobbiamo avere dell�oro�.

�TIMENTIUM��YHWH� �VOLUNTATE��P. 145�. Salmo 145 �V 19" Voluntatem timen-tium se faciet..� (Egli adempie il desiderio diquelli che lo temono). Stesso concetto lo trovia-mo espresso sempre nella Bibbia nel libro deiProverbi (di Salomone) Cap. 1- Elogio della sa-pienza V. 7 �Il timore dell�Eterno è il principiodella scienza�

�I DUE PENTACOLI� - Il Pentacolo è costi-tuito da un Pentagramma racchiuso dentro uncerchio. Rappresentazione dell�unione del mi-crocosmo con il Macrocosmo. Le punte simbo-leggiano i cinque elementi metafisici:

lo spirito (la punta in alto), l�acqua, l�aria, la ter-ra, il fuoco. Il cerchio che circonda e delimita ilPentagramma essendo una linea senza soluzio-ne di continuità rappresenta l�infinito, l�eternità,la totalità.

�DISCE BENE MORI� (Impara a morirebene). Sotto la scritta vediamo un Teschio e unaClessidra. Il primo significato che possiamo co-gliere dall�insieme e che ci riguarda da vicino èil riferimento alla morte iniziatica la rigenerazionedi noi stessi. Nel fare questo (la clessidra) nondobbiamo sprecare inutilmente la nostra vita.Leggendo la frase mi sono ricordato di unaforisma di Marcello Marchesi, (1912 - 1978)�L�importante è che la morte ci trovi vivi� (IlMalloppo ed. Bompiani 1971).

Parte Destra

�MERCURIO, ZOLFO, SALE (armoniaco)�sono gli elementi originari. Il Mercurio potevaessere trasformato in qualsiasi altro metallo,anche in oro. Lo Zolfo rappresenta il principiooriginario maschile che agisce fecondando il

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passivo e femminile Mercurio. Il Sale rappre-senta nell�immaginario alchemico il terzo prin-cipio, quello che determina l�equilibrio, la stabi-lizzazione, la combinazione armonica tra animae spirito, tra zolfo e mercurio.

�ROS CELI� Rosa del Cielo. La rosa è il sim-bolo dell�Arte Ermetica.

�HYLE�� - Materia prima, detta anche �mate-ria al nero� da cui gli Alchimisti partivano perestrarre il Mercurio. Hyle è la Materia caotica,che deve essere scomposta nei suoi principalielementi, affinché ciascuno di essi possa esseresuccessivamente purificato separatamente.

�ORO POTABILE� - In Alchimia vi era un�al-tra medicina molto conosciuta oltre la Pietra Fi-losofale: l�Oro Potabile. Esso era in grado comela pietra di curare malattie, di ringiovanire, ditramutare l�argento in purissimo oro a 24 carati.Gli Alchimisti, affermavano che in questo Au-rum Celesta o Oro Potabile vi fosse dell�oromonoatomico con un potere di superconduzio-ne, che era necessaria sempre a detta degli al-chimisti, per portare tutti i processi biologici, fi-siologici e psicologici al livello più alto. L�oropotabile rappresentava per l�alchimia, il princi-pio di fertilità, di moltiplicazione e prosperità ditutte le cose.

�DUE TETRACTYS FORMATE DA PESI� -Dieci è il numero della Tetractys pitagorica, datodalla somma dei primi quattro numeri. Questa de-cade era considerata dai pitagorici il più sacrodei numeri. Simbolo della creazione universale.

�NE PUDEAT CARBONUM� (non vergo-gnarti dei resti della combustione). Gli alchimistiammonivano di non gettare via le ceneri. Quan-

to rimaneva della combustione non doveva es-sere buttato via, perché il processo è infinito equel che rimane di corporeo diventa la baseper un nuovo processo di trasmutazione.

�NEC TEMERE NEC TIMIDE� (né teme-rariamente, né timidamente). La stessa frasela troviamo scritta sopra le due cornucopiedel frontespizio dell�Amphiteatrum Sapienti-ae Aeternae. La frase è il motto dell�Univer-sità di Edimburgo e, sorretta da due leoni, so-vrasta lo stemma comunale della Città di Dan-zica. Il compimento della purificazione era an-che descritto come Resurrezione o Opera alBianco (l�Albedo) e raffigurato spesso conun gallo, l�animale che annuncia l�Alba delnuovo giorno.

�ATHENA DEA DELLA SAPIENZA E DEICONFLITTI� aveva come suoi attributi ilgallo, oltre agli emblemi della lancia, dell�uli-vo, della civetta. La figura sotto ci mostra ladea Minerva con tutti i suoi attributi. La ci-vetta rappresenta il fuoco alchemico, che nellaprima fase dell�Opera, consente di �vedere albuio� (cioè nella propria Interiorità) Il galloincarna invece la fase successiva, in cui ilfuoco consente di vedere all�esterno. Secon-do gli alchimisti, infatti, chi guarda il mondoesterno unicamente alla luce del sole è comefosse cieco. Per �vedere� realmente il mon-do esterno bisogna aver prima di tutto guar-dato dentro se stessi.

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Caso curioso anche la città di Hanau dove vie-ne pubblicato il nostro libro ha come stemmauna figura simile a quella che troviamo nel labo-ratorio cambia solo l�animale un cigno ancheesso animale simbolico per l�alchimia.

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Parte Centrale

�SINE AFFLATU DIVINO NEMO UN-QUAM VIR MAGNUS� (Senza ispirazionedivina nessun uomo fu mai grande).Ho trovato una frase dello stesso significato dettada Cicerone: �Nemo igitur vir magnus sine ali-quo afflatu divino unquam fuit� - Non è mai esi-stito uomo grande senza qualche ispirazione di-vina (Cicerone, De natura deorum, Libro II).

�LAMPADARIO A STELLA A 7 RAGGI�Simbolo delle 7 operazioni alchemiche. LaOpus alchemicum o Grande Opera cioè la cre-azione della pietra filosofale avveniva attra-verso sette procedimenti divisi in 4 Operazio-ni: Putrefazione - calcinazione - distillazione -sublimazione. La �materia prima� così otte-nuta da queste quattro operazioni messa nel-l�Atanor insieme con zolfo e mercurio si tra-sforma attraversando �3 stadi�: Nigredo (ope-ra al nero la materia si dissolve putrefacen-dosi); Albedo (opera al bianco durante la qua-le la sostanza si purifica sublimandosi), Ru-bedo (opera al rosso lo stadio in cui la mate-ria si ricompone fissandosi).Per la simbologia Pitagorica il numero 7 rap-presenta la vita. Formato di 3 + 4, il ternario piùil quaternario, rappresenta la perfezione dellospirito, la perfezione dell�invisibile e la comunio-ne dell�uomo con la divinità.Anche nella simbologia religiosa con il numero7 viene ripetuto lo stesso concetto. Il numero 7è dato dall�unione del numero 3 rappresentantela trinità divina e il 4 la materia, rappresentantei quattro punti cardinali. La rivelazione di Dio sututto il mondo.

�MUSICA SANCTA TRISTITIAE SPIRITU-UMQUE MALIGNORUM FUGA: QUIA SPI-RITUS ( YHWH) LIBENTER PSAL-LIT IN CORDE GAUDIO PIO PERFUSO� -(La musica sacra è tristezza ed esilio per glispiriti maligni perché lo spirito di Dio volentieri

suona nel cuore pieno di gaudio virtuoso). Unlungo tavolo pieno di oggetti simboleggia il mon-do contingente. Vi troviamo una bilancia con ipesi, un campanello, un coltello, recipienti vari,due libri uno dei quali di musica ed infine quattrostrumenti musicali che rappresentano i quattroelementi: l�Arpa posta sotto i tre strumenti a si-nistra corrisponde al Fuoco, il Liuto sopra a de-stra corrisponde all�Acqua, la Viola alla Terra eil Sistro all�Aria. Qui ci troviamo di fronte aduna simbologia quaternaria: Fuoco, Acqua, Ariae Terra.Il quattro, il quaternario, per i Pitagorici era ilnumero perfetto. Esso rappresentava la primapotenza matematica, era composto da 1 + 3 cioèla monade (l�uno) ed il triangolo (il tre). Simbo-leggiava l�uomo che portava in sé il principiodivino. Il quattro o Tetrade era il numero ne-cessario di punti per formare la prima figura so-lida la piramide (il Tetraedo uno dei 5 solidi diPlatone, formato da tre triangoli equilateri).

La prima sensazione provata guardando questodisegno è quella di una grande prospettiva chelo differenzia nettamente dagli altri disegni o di-pinti che raffigurano laboratori alchemici. Quel-lo di Giovanni Stradaro, ad esempio che ritrael�alchimista intento a preparare un infuso cir-condato da numerosi apprendisti; o quello di Dela Roche che ritrae l�Alchimista seduto davantial suo Atanor intento a prendere appunti su diun quaderno, oppure quello molto semplice diun affresco del XV secolo che ritrae un alchi-mista seduto davanti a un grande alambicco.Questo disegno non vuole essere un �istanta-nea�, non vuole �documentare�, non vuole rap-presentare il �reale�; non vuole essere testimo-ne fedele di quell�immaginario collettivo chevede il laboratorio dell�alchimista come un luo-

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go sporco, angusto e disordinato, illuminato dal-le flebili luci.L�ambiente qui è completamente diverso la rap-presentazione ha intenti esclusivamente simbo-lici, per questo tutto è ordinato e collocato inun�enorme spazio copiosamente illuminato daampi finestroni. Il disegnatore posiziona ognioggetto e ogni scritta al posto giusto, al postoche gli compete, perché ogni oggetto ed ogniscritta ha un suo preciso messaggio simbolico.Sappiamo che ogni simbolo per sua natura purpossedendo un unico significante ha la capacitàdi rimandarci ad un numero infinito di significati,esso parla a ciascuno di noi in maniera total-mente diversa. Di tutto questo ho tenuto neces-sariamente conto durante il mio lavoro come pureho dovuto tener conto delle sagge e sibilline pa-role inserite dall�autore nell�ultima pagina del-l�edizione del 1609.�Al candido lettore Salute. Nel seguito del-l�esposizione di tutti i gradi, candido lettore,le parole vi sono scivolate per errore: quideve essere inserite le figure del primo 2°-3°-4°-5°-6° e settimo grado. Ora nessun gra-do ha delle figure particolari. Ma è l�Anfite-atro stesso che si accorda con le figure e chepossiede le sue introduzioni, per questo hovoluto avvertirti per paura che pensassi checiò potesse significare qualche cosa, Addio�.Il disegno è �studiato a tavolino� per cui soggia-ce a delle ben precise regole di composizione. Alivello strutturale il nostro de Vries adotta unaregola conosciuta già dai disegnatori e pittoriantichi, utilizzata ancor oggi nella fotografia, lafamosa regola dei terzi. Tale regola consistenel sovrapporre idealmente all�immagine un re-ticolo con due linee verticali e due linee orizzon-tali equidistanti fra di loro.

I punti a-b-c-d- sono detti �punti di forza�, e laparte centrale racchiusa fra questi punti è chia-mata �sezione aurea�. Lo sguardo istintivamenteattratto dalla parte centrale dell�immagine, suc-cessivamente è portato a soffermarsi sui punti diforza in cui vengono collocate le informazioni cheavranno il compito di rafforzare ed aggiungeresignificato alla �Sezione Aurea�. Tutti gli elemen-ti importanti sono infatti collocati in prossimità deipunti di forza, secondo un altro principio impor-tante nella composizione di un immagine.Gli elementi più importanti più �pesanti� in ter-mini non solo di grandezza ma anche di colore(ad esempio a parità di grandezza il nero valepiù del bianco), vengono di regola collocati nellaparte più bassa dell�immagine.È facile notare che tutte le linee di fuga, seguonoquesto principio e sembrano quasi attratte da quel-le che partono dalla zona inferiore del tavolo; perconvergere infine tutte verso l�unico �punto di fuga�la sezione aurea dove si trova il dormitorio.Da quanto detto nasce la seconda sensazioneprovata analizzando il disegno, quella di un gran-de e totale equilibrio formale e sostanziale, inaltre parole la sensazione di una grande �armo-nia�. Un gioco di equilibrio in cui sono determi-nanti il peso e la struttura di ognuno dei due grandiinsiemi del disegno quello di sinistra e quello didestra, ciascuno formato di scritte e rimandi sim-bolici diversi come abbiamo potuto osservareleggendo le pagine precedenti.Sarebbe a mio parere un errore infrangere que-sta �armonia� risolvendo tutta l�interpretazionedel disegno, dando la preminenza al messaggiodi un singolo insieme rispetto all�altro. Sarebbeun errore porre l�accento sul messaggio spiri-tuale di sinistra raffigurante il sacro �Ora� ri-spetto a quello di destra �Labora�. È come tro-varsi di fronte il simbolo del Yin e Yang .

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Due blocchi opposti ma al contempo comple-mentari fra loro. All�interno del disegno di sini-stra abbiamo notato che non mancano richiamialla profanità dell�essere al �Labora�, e vice-versa nel disegno di destra vi sono continui ri-mandi alla sacralità allo �Ora�.

Per chiarire meglio il concetto possiamo raffi-gurarci un archipendolo perfettamente a livella,poggiato su questi due grandi insiemi.Facendo risaltare un insieme rispetto all�altro ot-terremmo soltanto uno spostamento del filo apiombo che prima centrava perfettamente il ter-zo insieme quello rappresentato dal tavolo.Come abbiamo precedentemente detto il ta-volo rappresenta l�immanenza, la quotidianità,il nostro essere spirituale e materiale, in defi-nitiva il nostro essere esistenziale. Il tavolo èil luogo dove si operano le scelte, dove si puòrisolvere il grave conflitto di ogni esistenza,quello fra sacro e profano. Quel tavolo è illuogo dove noi operiamo le nostre scelte, è lanostra �camera di mezzo�. È attraverso que-sto tavolo che noi possiamo accedere verso ilpunto più luminoso del disegno, la �sezioneaurea� rappresentata dalla porta centrale lon-tana attraverso la quale si accede al dormito-rio. Ecco la meta che ci viene indicata. È soloattraverso una maggiore conoscenza di noistessi che possiamo renderesempre più luminosa e bianca la nostra esi-stenza. Notate come la sezione aurea, la metache viene indicata, il dormitorio, sia strana-mente per un luogo al momento disabitato, laparte più luminosa di tutto il disegno. Il dise-gno non ci invita alla ricerca del trascenden-tale. L�infinita distanza che separa il Creato-re dalla creatura è� simboleggiata dall�altezzadella trave a cui è appeso il lampadario ma lostesso trave con la sua scritta, rappresentaun monito per colui che volesse poggiare lapropria ricerca solo sulla �ragione� e sulla

�esperienza� dimenticando quel quid di divinoche è in ogni essere umano: �Senza ispirazio-ne divina nessun uomo fu mai grande�.È solo attraverso la piena conoscenza di noi stes-si che possiamo sperare di raggiungere lo scopodella nostra esistenza; �Dormiens Vigila� (men-tre dormi sii vigile) ecco il paradosso1 a cui cirichiamano anche le parole di Jung messe inepigrafe.A capo del tavolo una sedia, e sopra il tavolosemplici arnesi di lavoro. È su quel tavolo chel�alchimista dopo aver pregato butta giù il pro-getto del lavoro futuro, è sullo stesso tavolo chel�alchimista, quasi sempre dopo aver fatto unpo� di musica, tira le somme di una giornata diintenso lavoro, e annota i progressi della sua ri-cerca. In evidenza gli strumenti musicali e lascritta sulla tovaglia in bella mostra. Sembra qua-si che il disegnatore voglia farci riflettere sulfatto che per raggiungere la verità, per raggiun-gere la parte estrema del cerchio, di quell�idea-le pentacolo che è la nostra esistenza, dobbia-mo passare attraverso le prove dell�acqua, del-l�aria, della terra del fuoco; cioè dei cinque ele-menti metafisici rappresentati da altrettanti stru-menti musicali. Il disegno sembra dirci che nelcompimento della nostra �grande opera� dob-biamo fidarci soprattutto del nostro intuito, rap-presentato dall�arte musicale (la più grande ditutte). L�arte è l�unica che può parlarci in qual-che misura dell�ineffabile, l�unica che può farciraggiungere la parte estrema di quel nostro im-maginario pentagramma, fino a farci quasi toc-care il cerchio che delimita i confini della nostravita umana.Mi piace concludere questa tavola con il dise-gno detto dell�Ossifraga o Frisone che vienegeneralmente posto in fondo all�AmphitheatrumSapientiae Aeternae, ponendo l�attenzione allesignificative parole che lo accompagnano: �Ache servono fiaccole, torce e occhiali, a chichiude gli occhi per non vedere?�P.S. Noterete accanto alla zampa destra delvolatile piccola ma ben visibile, una fogliolina diAcacia2.

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Note

1. Il paradosso, (parà �contro� e dòxa �opinio-ne�, è un affermazione che è in contrasto conl�opinione dei più) è inserito proprio per esseredi grande stimolo alla riflessione, perché urtan-do contro ogni ragionamento logico ci costringea riflettere nuovamente su ciò che abbiamo ap-pena affermato. Il paradosso è spesso usato infilosofia come pure in teologia.2. Per la precisione �Robinia pseudoacacia�. La

durezza e la resistenza del suo legno, segno diforza e perennità simboleggiano la vittoria dellavita sulla morte. Il suo colore verde è simbolodella esistenza e della vita. L�acacia rappresen-ta anche la saggezza e la rinascita e veniva con-siderata nell�antichità legame fra il visibile e l�in-visibile. Per la cultura egizia era l�albero iniziatico,simbolo del passaggio dall�ignoranza alla cono-scenza. Alcuni testi egizi fanno nascere gli deisotto una acacia.

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Giuseppe Mazzoni 2 uomo politico di granderilevanza nel Risorgimento più segreto, fu finoda giovanissimo sotto la lente della repressionepoliziesca come emerge dalla nostra ricercaarchivistica. Negli Archivi giacciono sepolti edinesplorate parti di verità sottaciute o addiritturanegate, talché si potrebbe parlare ancora ades-so di un Risorgimento �segretato�, dopo averascoltato vari Risorgimenti �incompiuti�,�esoterici� per non parlare del �Risorgimentodei vinti� e quant�altro la ricerca storiograficava a scoprire; così leggemmo di un Risorgimen-to popolare, quasi giacobino, poi fu la volta, tesiancora tanto seguita, di un Risorgimento bor-ghese, ove le masse furono strumenti docili emanipolate dagli abili tessitori d�affari, o daimassoni. Ma in definitiva dobbiamo amaramen-te concludere che il Risorgimento è ancora ma-teria viva, non ancora completamente rielaboratasoprattutto nelle coscienze degli Italiani; talchésembra sia ancora attuale la famosa frase diFerdinando Martini o, secondo altri più propria-mente di Massimo d�Azeglio �che una voltafatta l�Italia occorreva fare gli Italiani, que-sta mi sembra sia la verità ultima cui dovrannole generazioni future por mano.Per ciò che riguarda la revisione storica del per-sonaggio Mazzoni abbiamo rinvenuto nell�Ar-chivio di Stato di Firenze la vicenda dell�espul-sione �per moti di liberalismo� dal CollegioFerdinando nel 1825 quando il Nostro aveva 17anni. E a quell�età si era uomini maturi comeinsegnano le tante adesioni ai moti delle guerredi Indipendenza italiane di tanti giovani. Per ren-dersi conto che l��affaire� di Mazzoni non fuuna ragazzata ricordiamo che fu oggetto di un

Storia della Massoneria

Palazzo Pazzi sede massonicanella Firenze capitale (1865-1871)1

Guglielmo Adilardi

processo di quasi un anno di durata in cui furo-no coinvolti molti giovani ribelli fuori e dentro ilCollegio, quindi con partecipazioni dei�sapientini�, con co-interessamento del Vica-rio di Pisa e del Presidente del Buon Governo(Sarebbe oggi il presidente del Consiglio del-l�epoca). Ancora, vi erano nella rivolta alcunisacerdoti, uno dei quali fu Francesco Biagionidi Pisa. Mazzoni, quindi, si connota da subitoquale settario ed emerge la sua giovanileaffiliazione agli �Intrepidi di Dante� e allasetta degli �Illuminati�.Nel 1847, quando il Granduca liberalizzerà lastampa fonderà con il sacerdote Atto Vannucciil quotidiano l�Alba, più volte sequestrato chechiuderanno essi stessi ai primi di marzo 1848.Il 22 marzo Mazzoni fu a capo di una colonna divolontari pratesi e pisani per condurli verso i campilombardi, ma in realtà si fermarono a Modena peresultare della cacciata di Francesco V.Qui occorre aprire due parentesi, la prima è persconfessare quegli storici che vanno sostenen-do che la prima fase risorgimentale non fu com-piuta dai Massoni, in quanto ancora non si eracostituita organicamente alcuna società iniziatica,pertanto i massoni intervennero a Unità conse-guita per sfruttarne le opportunità. Come se lesocietà segrete, compresa la Massoneria aves-sero necessità, in alcuni periodi storici, di librimatricolari o agenzie di marketing. Sappiamodagli studi di Gildo Valeggia3 e dal saggio piùrecente ed esaustivo di Sergio Goretti4 sullaMassoneria fiorentina che esisteva una LoggiaConcordia attiva a Firenze dopo il 1815. Ricor-diamo per inciso che i Circoli popolari si trasfor-marono agli inizi del 1849 in adunanze frater-

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ne e i soci non si chiamavano fra loro �cittadini�ma Fratelli; ciò è quanto emerge dalle memo-rie di archivio dai delegati di polizia fiorentina altempo della Restaurazione5.La seconda parentesi che occorre aprire è quellasull�adesione dei numerosi sacerdoti al Risorgi-mento italiano, una pagina ancora tutta da scri-vere6. Grande è stato il tentativo di ignorare daparte degli storici il peso che essi ebbero nelpartecipare all�Unità d�Italia. Ricordiamo perinciso che l�idea di Italia unita era già presenteda secoli nella cultura latina, appannaggio prin-cipale del clero.Chi meglio dei sacerdoti, uomini colti e mag-giormente repressi anche nel loro stesso ambitochiesastico potevano ambire ad una maggiorelibertà? Chi meglio di loro poteva aver presa sulpopolo ed in particolare sulle giovani generazio-ni che educavano?La famiglia del Mazzoni, ancorché pratese, datempo si era trasferita in Firenze, in via SanJacopo tra Fossi, dove il Nostro esercitava uffi-cialmente la professione dell�avvocatura, ma inpratica facendo a tempo pieno il cospiratore.Anche al rientro in patria dall�esilio (1859), du-rato due lustri in Parigi7, fu costretto dagli avve-nimenti locali a riprendere la strada della cospi-razione essendoci al Governo provvisorio queimoderati alla Ricasoli e Bartolomei che aveva-no contrastato il primo governo provvisorio delTriumvirato considerato rivoluzionario. Ripartìpertanto da ciò che scrisse in un opuscoletto del1848, nel quale proponeva l�abolizione della penadi morte, il suffragio universale, il principiodell�elettività dei magistrati, abolizione dei titolinobiliari, un�unica imposta diretta e proporzio-nale sopra qualunque rendita, garanzia dell�istru-zione gratuita per tutti, assistenza pubblica e giu-sta distribuzione del lavoro, preparazione effet-tiva degli iniziandi al sacerdozio di età non infe-riore a 18 anni. Pose lo studio di legale ancorauna volta a Firenze, presso �Le Colonnine�, main luogo di esercitare la professione si impegnòancor più nella cospirazione divenendo uomo dipunta della massoneria italiana.

È certo che Mazzoni fu iniziato a Marsiglia nelgiugno-luglio del 18498 e che fu risvegliato nel-la Loggia Concordia di Firenze e vi permarràfino al 1872, epoca del trasferimento del Gran-de Oriente d�Italia in Roma, lui officiante, magià nel 1864 all�interno della Massoneria occu-pava una posizione rilevante. Politicamente egliscelse di divenire uno dei principali promotori diquel partito democratico nel quale confluivanole diverse anime della sinistra italiana dell�epo-ca e nel quale potevano riconoscersi sia i re-pubblicani, sia i protosocialisti sia i liberaliprogressisti.La Loggia Concordia9 manifestò subito al suorisorgere un carattere nettamente politico, comeattesta la missione di Giuseppe Giacomo Alvisinel 1861 all�Assemblea Costituente di Torinopresso la Loggia Ausonia, dove il delegato fio-rentino statuì l�indipendenza della Loggia nel:�� principio generale della massoneria ditutto il mondo che nessun problema sia estra-neo al tanto ed assiduo lavoro della filoso-fia massonica�.Quindi anche la tematica politica è ammessanella Concordia da poco ritornata alla luce.Principio come sappiamo tutt�altro che vero inquanto la Massoneria tradizionale non si occu-pa né di politica né di religione.Ma questo carattere politico-sociale invece saràsviluppato dalla Loggia Concordia, a dispettodelle Costituzioni di Anderson, attraverso i suoiuomini più capaci10 quale fu il Mazzoni,apportatore di un programma assai nutrito nonsolo dalla forte intenzione di completareterritorialmente l�Unità d�Italia e lariunificazione delle sparse membra massoniche,ma pure da progetti concreti per migliorare lostato sociale delle classi più povere11.Non mancò alla Loggia Concordia di inte-ressarsi della diffusione di libri per l�educa-zione del popolo e la creazione di un giornale,�Il Tesoretto�, al cui interno erano dispensedi diritto, di economia, scienze, tutte tendentiall�emancipazione del popolo soggiogato dalpretismo ottuso. Giornale che fu il padre di

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tutti i fascicoli a dispense di seguito imitati daaltre testate.Nel 1864 la Concordia creò un altro quoti-diano, �Il Temporale�, che in seguito divenne�Giù il Temporale� con connotazione più ra-dicale del primigenio �Il Tesoretto�.Dal 1861 la Concordia, per far fronte allacongiuntura che aveva colpito la Toscana isti-tuì le prime cooperative di consumo alimen-tare (da cui la Coop) e creò la prima bancapopolare per agevolare il credito agli artigia-ni, per ammodernare i laboratori e per educa-re gli operai al risparmio. Nel 1864, conside-rato il successo della Banca Popolare, Alvisistudiò con i Fratelli della Concordia l�istitu-zione di una Società Concordia�Banca delPopolo, nel cui preambolo mise in risalto lamatrice massonica. La banca doveva esseresorretta da piccoli azionisti, artigiani, commer-cianti, operai, tutta gente lontana da specula-zioni commerciali e finanziarie, ma legata al-l�economia reale. La Banca del Popolo si dif-fuse nel tempo in tutta Italia perdendo la ca-ratteristica cooperativa popolare. Ricordiamoancora, per dovere di cronaca, che alcuniesponenti della Loggia ebbero a cuore la pro-mozione dell�uguaglianza della donna nel ci-vile vivere.Nello stesso tempo Giuseppe Dolfi con Giu-seppe Montanelli, Giuseppe Mazzoni, PieroCironi, Andrea Giannelli e Enrico Civinini, al-tro Fratello della Concordia, furono i fondatoridella Fratellanza Artigiana, quest�ultimocreò anche la Lega economica alimentariaper venire incontro alle necessità del popolominuto.Tenendo fede al nome della Loggia grandeimpulso verrà dato da Mazzoni, come abbia-mo già detto, sia per l�unificazione delle spar-se membra della Massoneria italiana sia perl�unificazione della Sinistra nell� assumere lacarica di vicario del Gran Maestro Frapolli(1869-1870), nel 1870.Proprio nel settembre 1870 con l�abbandonodel maglietto di G.M. di Ludovico Frapolli per

combattere a fianco della Francia contro laPrussia, Mazzoni ne assunse il comando adinterim e contro le accuse che la Gran Log-gia Royal York di Alemagna in Berlino lancia-va per tale adesione azzardata rispose con una�chiara lettera�12 :

�Che la Massoneria debba per suo istitutoastenersi dalle questioni politiche e di re-ligione è principio incontrastabile ed in-contrastato. Ma quali sono le conseguen-ze pratiche di questo principio?Si vorrà egli dire che chiunque è insignitodel carattere massonico non debba maimescolarsi in cose che abbiano rapportocolla politica e colla religione? Ciò nonpuò essere, perché condurrebbe al piùmostruoso assurdo sociale, condurrebbealla negazione della libertà umana neiMassoni e farebbe dell�Ordine una speciedi Società monastica indegna di esistere.Un massone non potrebbe essere deputa-to, non prefetto, non Ministro, non potreb-be appartenere all�amministrazione pubbli-ca, né alla gerarchia militare; lo stesso sidirà di altri uffici. Ma voi sapete del paridi noi, che in fatto non è così, e ciò con-ferma che quella interpretazione non deveammettersi.Ora, come conciliare la libertà individua-le dei Massoni col precetto, per la Masso-neria, di astenersi dalla politica e dallecontroversie religiose?La conciliazione è facile distinguendo gliatti che si compiono sia collettivamente, siaindividualmente dai Massoni come Masso-ni, che è quanto dire nell�esercizio delleloro qualità, dagli atti che da essi si com-piono in modo del tutto profano. Gli attidella prima specie, se rivolti alla politicao alle lotte religiose, sono per noidannabili: quelli della seconda non pos-sono cadere sotto la censura massonica,meno il caso che si trattasse di atti immo-rali o delittuosi�.

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Mazzoni non volle mai essere marchiato daun� etichetta politica, la sua vera vocazionefu sempre per la libertà del cittadino. E ovun-que egli la vedesse risplendere per essa com-batteva. Egli fu un cospiratore instancabile delRisorgimento. Fu così sempre un anticlericaleconvinto, ma questo non gli impedì di assiste-re a Parigi fino agli ultimi istanti di vita l�ami-co Lamennais13. O a legarsi di amicizia al-trettanto fraterna con Proudhon. Così comefu con Mazzini sodale fino al 1859, pur met-tendone in rilievo gli errori, soprattutto quan-do si andava delineando per il genovese lanecessità della formula unità e libertà a de-trimento dell�idea repubblicana. Scontento edarrabbiato per la linea rinunciataria presa daMazzini ripiegò sui temi della libertà e delleautonomie locali come già aveva avanzato nel1848 e successivamente nel 1862 nel costitu-ire a Firenze la Società Democratica, la qualenon a caso aveva alcuni punti di riferimentocol programma Libertà e Giustizia diBakounin creata da questi alla fine del 1866.Piuttosto favorevole all�autonomia dei muni-cipi e delle provincie che non ad unfederalismo alla Cattaneo, secondo alcuni fuun socialista internazionalista o come si espres-se il suo collega parlamentare Antonio Maffi:�Un socialista nel senso vero e pratico�.Vien da pensare all�analogia con Garibaldi,altro sodale di Mazzoni, il quale anch�egli ri-fiutò sempre d�essere etichettato inqualsivoglia modo. Garibaldi tenne il Mazzonisempre in grande considerazione e nel 1862lo invitò ad andare in Grecia per stringere lamano a quel popolo che aveva �Spazzato lacasa sua�. E quando il generale fondò il Par-tito d�Azione, dopo aver abbandonato la viadiplomatica e la Società Nazionale, Mazzonifu pronto a riprendere lo slancio rivoluziona-rio accanto all�Eroe e si fece partecipe di ciòcon un manifesto firmato assieme a Martinatie Giraldi �Appello al popolo� per un milionedi fucili.Certo Mazzoni fu di carattere rigido, un vero

Catone come sin da giovanetto fu apostrofato,che si trovò politicamente vicino a tutti glieterodossi del Risorgimento, quali Alberto Ma-rio, Montanelli, Guerrazzi, Agostino Bertani, chein seguito si raggrupperanno, quali scontenti delRisorgimento, sotto il segno distintivo del quoti-diano da essi gestito nel 1861, La Nuova Euro-pa. E ancora ravvisiamo che la sua adesionealla Fratellanza Internazionale e all�Allean-za Internazionale della democrazia sociali-sta nel cui Consiglio Generale fu chiamato afarne parte dello stesso Fratello Bakounin, fumomentanea, infatti il legame politico fra loro siinterruppe quando le idee dell�anarchico volse-ro verso lidi antidemocratici che Mazzoni nonpoteva condividere.La scissione fra i due settari si può far risalire al1870 quando già Mazzoni da un anno aveva as-sunto l�interim di Gran Maestro al posto diLudovico Frapolli e non intendeva compromet-tere l�Istituzione massonica nel trasformarla inuna centrale anarchica bakouniana.Mazzoni fu il Gran Maestro che condusse quasiin porto l�unificazione delle sparse membramassoniche italiane, poi continuato da AdrianoLemmi, ma fu anche l�artefice principale o unodei principali artefici dell�unificazione della Sini-stra in Italia con il conseguente rovesciamentodella Destra (1876, rivoluzione parlamentare).Questo ribaltamento fu preparato proprio nellaFirenze capitale nel Palazzo Pazzi come vedre-mo14. Per la prima volta andava al potere la Si-nistra che prenderà il nome di �Storica� sia per-ché durò una decina d�anni circa, sia perchéapprontò riforme di modernizzazione del paesetali da migliorarne lo stato sociale. Fu primo mi-nistro il Fratello Agostino Depretis, che toglieràl�iniqua tassa sul macinato pensata da QuintinoSella che determinerà la parità del bilancio delloStato.Ricordiamo, per inciso, che Agostino Depretisfu affiliato nel 1868 alla Loggia Universo di Fi-renze, gestita da Giuseppe Mazzoni all�indomanidi Firenze capitale, ove erano assisi uominipolitici di varie tendenze politiche, ma princi-

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palmente della sinistra, sempre divisi su tutto.Ricordiamo come la Sinistra storica impresseun carattere fortemente laico alla scuola conla riforma Coppino del 187715. Un governo16

del regno che fu fortemente caratterizzatodalla presenza massonica coagulata dal GranMaestro Mazzoni17, il quale prima della Log-gia Propaganda Massonica n.2 da lui creatanel 1877 sul modello avanzato della LoggiaUniverso, riuscì a creare unità d�intenti neivari partiti della sinistra sempre in permanen-te litigio fra loro. Il Mazzoni collaborò conLudovico Frapolli, Gran Maestro nell�erezio-ne della Loggia Universo di Firenze, costitu-ita il 17 luglio 1867, in cui gravitarono da subi-to elementi politici di spicco quali AgostinoDepretis18, il sacerdote Giorgio Asproni19, Gio-vanni Nicotera20, Luigi Pianciani21, RiccardoSineo22, Giuseppe Mussi23, il conte Mauriziode Sonnaz24, aiutante di campo del Re, F.Stigniani, il cav. Luigi Claire, Fabio Cannella,Mauro Macchi�.La Loggia Universo, cofondata da Mazzonidoveva raggruppare i Fratelli deputati provenientida ogni parte d�Italia in Firenze capitale e per-tanto, anche per ragioni di maggior riservatezza,gli associati a tale Loggia � alcuni dei quali ,quindi,con doppia appartenenza - non si riunivano nellavecchia sede di Via della Vigna Nuova al nume-ro civico 19, né nel Palazzo Salviati-Quartaresinumero 102 di via Ghibellina � divenuta nuovasede della Massoneria25 -, ma riservatamentenella nuova e prestigiosa sede del �Palazzo deiPazzi� con ingresso principale in via delProconsolo e un�uscita secondaria in Borgodegli Albizi, dopo essere passati dalla sala o�corridoio dei passi perduti� entravano nellasala ove sul �tavolo verde� concertavano lemosse politiche. Ambedue le parole passiperduti e tavolo verde divennero archetipi,l�uno del Transatlantico in Montecitorio, l�al-tro di Palazzo Chigi, ove fino a poco tempo fail Primo ministro ed i suoi ministri si riunivanointorno ad un �tavolo verde� per concertarel�azione di Governo26.

Costoro si riunivano senza formalità di riti,come si evince dal Libro del Massone diUlisse Bacci, in quanto provenendo dai variOrienti italiani non ancora unificati e ognunodi loro nelle proprie Logge seguiva ritualidifformi, talché il Gran maestro Frapolli neaveva decretato �la dispensa dalle regole�.Questo stato di cose fece gridare allo scan-dalo Enrico Chambion , fondatore della Log-gia Concordia e successivamente anche dellaProgresso Sociale a Firenze ; costui, in quan-to consigliere comunale di Sesto Fiorentino,quindi uomo politico di rilievo, fu ammesso apartecipare ai lavori della Loggia Universocon gli altri aggregati (su 19 componenti, nel1867, 12 erano deputati), ma se ne allontanòsubito apostrofando i Fratelli riuniti: � Voi sie-te uomini politici e non massoni!�27

Note1 I Marchi sul Palazzo Pazzi. La sede massonicanella Firenze capitale con un saggio introduttivo di Giovanni Cherubini. Pontecorboli. Ed. Firenze2014.2 Giuseppe Mazzoni (Prato, 1808- ivi,1880),Ministrosotto Leopoldo II, Deputato del Regno , fu dimenti-cato non solo dagli storici ma anche dai suoi cittadi-ni; egli scomparve nell�oblio dei più. Tant�è che l�uni-ca biografia dell�Adami nel 1979 non fu sufficienteallo statista Spadolini a ricordare nel suo saggio �Gli uomini che fecero l�Italia� il Nostro. Quindi perSpadolini il Triunvirato era composto soltanto daGuerrazzi e Montanelli, come dire che una sedutaspiritica si possa fare con un tavolino a due gambe.Giacomo Adami. Giuseppe Mazzoni, un Maestro dilibertà. Azienda Autonoma di Turismo di Prato. Ti-pografia Giuntina. Firenze,1979.Giovanni Spadolini.Gli uomini che fecero l�Italia. ED. Tea, Firenze, 1999.Più aggiornato e completo con ricerche d�archivio:Adilardi G. Memorie di Giuseppe Mazzoni, l�Uomo,il Politico, il Massone ( 1808-1861). Prefazione diAldo A. Mola. Vol. I. Pacini Ed. Pisa, 2008.3 Valeggia G. Storia della Loggia massonica fioren-tina Concordia (1861-1911). Bertieri e Vanzetti,Milano 1911 (anastatica Forni 1982).

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8 Adilardi G. Idem.9 Della quale il Mazzoni risulta essere nel piedilistafino al 1872 epoca del trasferimento a Roma del GOI.10 Tra i fondatori della Concordia ricordiamo illivornese Leone Provenzal, il francese, naturalizzatofiorentino, Enrico Chambion, il primo Maestro Vene-rabile della Loggia Neri Fortini, Vincenzo Zugni, fon-datore della Loggia Ferruccio di Pistoia, LeopoldoMazzei, Giuseppe Giacomo Alvisi�e per gli altri ri-mandiamo al saggio di Sergio Goretti, op.cit.; oraanche Olinto Dini , op. cit. e Fulvio. Conti , La Log-gia Concordia. Ed. Polistampa,Firenze 2012.11 S. Goretti. Logge e Massoni nella FirenzePostunitaria (1861-1866) in Rassegna Storica To-scana (Organo della Società Toscana per la Storiadel Risorgimento). Anno XLI � n° 1 gennaio-giugno1995. Leo Olschki Editore MCMXCV. In questo sen-so le iniziative verso una maggiore libertà associati-va, verso la beneficenza con il sostegno delle �So-cietà libere Operaie di beneficenza� e l�organizza-zione di �sale di lavoro� per donne indigenti o mala-te, le visite alle inferme, la costituzione di doti�inforte concorrenza con i paolotti, furono di fonda-mentale importanza. E ancora i sussidi in natura di�una o due libbre di carne ai convalescenti dimessidall�Ospedale Civico di Firenze, una sorta di assi-stenza domiciliare ante litteram. Vedi anche OlintoDini, �Loggia Concordia (1861-2000). Ed.Polistampa, Firenze 2009.12 U. Bacci: op.cit. pp.237 ss.13 Adilardi G. Op. cit. �Avrai saputo che il poveroLamennais morì, e morì bene: fu grande insegna-mento quello di vedere un prete andare al sepolcrosenza alcune cerimonie della bottega e di un uomogrande confondersi nella fossa col povero. Feceroil diavolo per poter solamente penetrare in camerasua: andò il padre Ventura dicendo agli astantiessere molto male lasciar morire l�infermo nel pec-cato; poi curati, Sante donnicciole, e frati di tutti igeneri che l�Arcivescovo scavava da tutte lesacrestie, ma tutto invano�.14 Il barone Malaret ministro di Francia ed il conteUsedom , ministro di Prussia, erano spesso a palazzoVecchio a conferire col Visconti-Venosta ministrodegli esteri; ed a casa del conte Usedom, in via delProconsolo, facevano capo vari uomini politici del-

4 Goretti S. Logge e massoni nella Firenzepostunitaria(1861-1866), in R.Toscana,a,XLI(1995),n.1,pp.65-83. Si veda anche Olinto Dini, Log-gia Concordia (1861-2000) I Massoni a Firenze.Ed.Polistampa.Firenze, 2009.5 Questa Loggia segreta, narra Valeggia, il qualeebbe modo di consultare gli archivi massonici pri-ma degli scempi fascisti, lavorava sotto gli auspi-ci del Grande Oriente di Parigi. Quindi era una Log-gia di rito francese (tre Gradi) che può essere so-pravvissuta segretamente fino al 1859 ed esserestata l�embrione della rinascita della Loggia Con-cordia. Soltanto il 23 gennaio 1865 la Loggia al-l�unanimità votava di professare il Rito scozzeseriformato (XXXIII Gradi) anche per non isolarsidalle altre logge Fiorentine che professarono dasubito il Rito Scozzese. Tuttavia da copie di docu-menti in nostro possesso appartenenti agli eredidella famiglia Mazzoni di Prato, viene smentita senon altro l�epoca in cui Mazzoni si riscrisse allaMassoneria fiorentina. Emerge, infatti, un diplo-ma del Supremo Capitolo di Firenze di GiuseppeMazzoni del 2 febbraio 1863 ( registrato il 19.4.1873dal Supremo Capitolo di Livorno) in cui viene insigni-to del Grado Scozzese dei Rosa Croce, a firma del Po-tentissimo Giuseppe Dolfi. Quindi l�entrata nella Con-cordia, di cui il libro matricolare della medesima Log-gia, oggi conservato nella sede del Collegio dei MMVV. di Firenze, non contiene traccia se non per il trasfe-rimento in Roma di Mazzoni nel 1872.6 Si veda in proposito �Il clero liberale� in Atti delConvegno:I protagonisti del Risorgimento:Trono,Altare � Esercito e Popolo (Ed. Pontecorboli, Firen-ze, 2012) di Guglielmo Adilardi e anche Aldo A. Mola.Giosuè Carducci, scrittore, politico, massone. Tasca-bili Bompiani. Bergamo 2006. Non a caso ho citato ilMola in quanto in un suo recente saggio �Storiadella Monarchia in Italia� (Bompiani, 2002) ha sco-perto come l�Inno di Mameli fu a lui erroneamenteattribuito, mentre più giustamente è da riferirsi alpadre scolopio Atanasio Canata, già precettore diPietro Sbarbato, Anton Giulio Barrili, Giuseppe Ce-sare Abba e Giovan Battista Mameli, fratello un tan-tino più studioso del più svogliato e celebre Goffredo,e la dimostrazione che ne da Mola è oltremodo con-vincente.7 Adilardi G. Op. cit. Ove ebbe un processo econo-mico per fatti politici conclusosi positivamente.

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l�opposizione di sinistra(pag. 106- La campagna del1866: Ugo Pesci, Firenze Capitale(1865-1870)Giunti .da R. Bemporat & Figlio, Firenze 1904).15 Nel 1877 Michele Coppino, Ministro della Pubbli-ca Istruzione nel primo Governo Depretis, vara laprima riforma alla legge Casati, nella quale imponel�obbligo di frequenza della scuola elementare co-munale per tre anni: dai 6 ai 9 anni d�età del bambino.Cinque anni dopo nel 1882 sarà riformata dalla Sini-stra storica anche la legge elettorale che porterà ivotanti da seicentomila a due milioni circa purchépossedessero la licenza elementare indipendente-mente dal reddito.16 Depretis, Cairoli, Crispi, Mancini, Zanardelli , sonosolo alcuni dei ministri che daranno vita alla nuovastagione politica caratterizzata, oltre che daltrasformismo anche da importanti provvedimenti dimodernizzazione del paese. Non è un caso che furo-no tutti massoni.17 Adilardi G. Op. cit.18 Agostino Depretis (1813-1887) Fin da adolescentediscepolo di Mazzini e affiliato alla Giovine Italia,prese parte attiva ai moti mazziniani, tanto da rischia-re la cattura da parte degli Austriaci in occasione diun tentativo di far pervenire armi agli insorti di Mila-no. Eletto deputato nel 1848, aderì al gruppo dellaSinistra Storica e fondò il giornale Il Diritto, ma nonrivestì cariche ufficiali fino a quando fu nominatogovernatore di Brescia nel 1859. Nel 1860 si recò inmissione in Sicilia per cercare di mediare fra le posi-zioni di Cavour, che spingeva per l�immediata annes-sione dell�isola al Regno d�Italia, e quella di Garibaldi,che invece voleva rimandare il plebiscito di ratificafino a dopo la progettata liberazione di Napoli e Roma.Pur riuscendo a farsi nominare da Garibaldi dittatorepro-tempore della Sicilia, non riuscì tuttavia a con-cludere l�accordo. Dopo aver accettato il dicasterodei Lavori Pubblici nel Governo Rattazzi I del 1862,fece ancora da intermediario con Garibaldi nell�orga-nizzazione della disastrosa spedizione diAspromonte. Quattro anni più tardi, allo scoppio delleostilità con l�Austria, entrò nel Governo Ricasoli Icome Ministro della Marina. Nel 1873, alla morte diRattazzi, Depretis, ormai capo della Sinistra, preparòl�avvento al potere del suo partito, che avvenne nel1876 quando fu chiamato a formare il primo governodi sinistra del nuovo Regno d�Italia. Durante questo

governo fu varata la Legge Coppino (1877), che ren-deva gratuita e obbligatoria la scuola elementare.19 Giorgio Asproni (1809-1876). Nacque a Gorofai -ora rione di Bitti ma fino al 1881 paese a sé stante -nel 1808, figlio di Giorgio e di Rosalia Demurtas. Ri-masto orfano di padre, fu mantenuto agli studi dalcanonico Melchiorre Dore, suo zio. Laureatosi in giu-risprudenza pur avendo da giovanissimo abbraccia-to la vita ecclesiastica per volontà dello zio. Divennecanonico penitenziere di Nuoro, dove insegnò ap-punto teologia morale. La vivacità dell�ingegno lospinse a condurre una vita piena e movimentata,mentre emergevano le sue tendenze democratiche erepubblicane. Si presentò candidato alla I legislatu-ra, ma la sua elezione fu annullata per incompatibilitàcon la carica di canonico. Svestito l�abito talare nel1849 per seguire questa sua passione politica, di-venne uomo di punta della rappresentanza sarda delparlamento subalpino e della Camera del Regno d�Ita-lia per ben 27 anni, schierato nelle file della sinistra.Iscritto alla Loggia Universo di Firenze.20 Giovanni Nicotera (1828-1894). Aderì alla GiovineItalia, combatté a Napoli nel maggio 1848 e quindiinsieme a Garibaldi durante la Repubblica Romananel 1849. Dopo la caduta di Roma si rifugiò in Pie-monte, dove organizzò la fallita spedizione di Sapricon Carlo Pisacane nel 1857. Nicotera, gravementeferito e arrestato, fu portato in catene a Salerno, dovevenne processato e condannato a morte. La pena futramutata in ergastolo solo per l�intervento del go-verno inglese che guardava con crescente preoccu-pazione la furia repressiva di Ferdinando II. Prigio-niero a Favignana, fu liberato nel 1860 per l�inter-vento di Garibaldi. Inviato per conto di questi in To-scana, formò un corpo di volontari per tentare diinvadere lo Stato Pontificio, tuttavia esso fu costret-to al disarmo e allo scioglimento da Ricasoli e Cavour.Nel 1862 fu al fianco di Garibaldi sull�Aspromonte equindi, nel 1866, a capo di un corpo di volontari con-tro l�Austria, il 6° reggimento volontari. L�anno se-guente entrò in territorio pontificio da sud ma la scon-fitta di Garibaldi a Mentana pose fine all�operazione.Fin dal 1860 aveva anche intrapreso un�attività poli-tica, nei primi dieci anni della quale fu su posizioni diestrema opposizione; dal 1870 iniziò tuttavia ad ap-poggiare le riforme militari di Ricotti-Magnani.Conl�arrivo al governo della Sinistra Storica, nel 1876,divenne ministro dell�Interno nel primo governo

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Depretis, incarico che esercitò con particolare fer-mezza. Fu costretto alle dimissioni nel dicembre 1877;formò quindi la �pentarchia�, con Crispi, Cairoli,Zanardelli, e Baccarini, in opposizione a Depretis.21 Pianigiani Luigi, conte, (Roma,1810- ivi,1890).Confaloniere di Spoleto nel 1847 chiese a Pio IX laconcessione della Costituzione. Partecipò alla primaguerra d�Indipendenza nel 1848, nell�anno successi-vo fu membro della Costituente Romana , votò ladecadenza del papato e la costituzione della Repub-blica. Caduta questa esulò in Francia. Fu amico delMazzini, di Garibaldi e del Mazzoni di Prato condivi-dendone l�esilio in Parigi.Iniziato nel 1867 alla Log-gia Universo con Roma liberata(1870) ne fu il primosindaco. Eletto deputato nel 1865 fece sempre partedella Sinistra storica.22 Riccardo Sineo ( 1805-1876).Prese parte attiva aimoti del 1821 , poi si laureò in giurisprudenzaall�ateneo torinese e fu eletto membro del consigliocomunale di Torino. Nel 1848 ebbe l�incarico conaltri, fra cui Balbo e Cavour, di redigere una nuovalegge elettorale. Eletto deputato a Saluzzo portò allaCamera le nuove istanze liberali. Fece parte di variministeri e si oppose a Cavour per la spedizione inCrimea. Infine fu senatore nel 1873.23 Giuseppe Mussi (1836-1904). Nato da una fami-glia borghese di Milano, si laureò in giurispruden-za all�Università di Pavia, come alunno del Colle-gio Ghisleri, entrando a far parte dell�universo po-litico appena terminati gli studi, aderendo alla cor-rente di pensiero della sinistra storica. Appenaventottenne, fu eletto sindaco dalla cittadinanzadi Corbetta ove il Mussi aveva preso residenzastabile con la propria famiglia (nella stessa villache poi, attraverso sua nipote Carlotta Borsani,passerà allo scrittore Carlo Dossi), rimanendo incarica dal 1864 al 1868 e venendo nuovamenterieletto a tale carica dal 1879 sino al 1886. Dopoessere entrato in stretti rapporti con FrancescoCrispi e Giuseppe Zanardelli, venne nominato de-putato nel partito radicale e nel 1892 fu nominatoVice-Presidente della Camera dei Deputati del Re-gno d�Italia, rimanendo in carica sino al 1894, sot-to la presidenza di camera dello stesso Zanardelli,nella XVIII Legislatura. Il 18 dicembre 1899 venneeletto Sindaco di Milano, rimanendo in carica sinoal 16 dicembre 1903. Il 21 novembre 1901 vennenominato senatore del Regno d�Italia. Divenne pri-

mo Presidente, a Milano, dell�A.N.C.I. (Associa-zione Nazionale Comuni Italiani).24 Ettore de Sonnaz (1787- 1867) generale sabaudoLa prima espressione della sua attitudine militaresi ebbe - dopo le Cinque giornate di Milano e lafuga del maresciallo Josef Radetzky in direzionedel Quadrilatero - già all�inizio della prima guerrad�indipendenza, allorché si dice avesse suggeritoun audace piano d�azione in occasione del Consi-glio di Guerra del 4 aprile 1848, in totale contrastocon la prudenza che ispirava invece le mosse del-lo Stato Maggiore piemontese. La sua idea era cioèdi «avanzare lungo il PO, aggirare la fortezza diMantova, penetrare nel Veneto, collegandosi coipontifici e facendo di Venezia la propria base dioperazioni». Militare di carriera, fu nominato luo-gotenente nel 1813 e capitano nel 1814 (nell�eser-cito napoleonico). Nell�esercito sabaudo fu crea-to maggiore (1821), luogotenente colonnello(1828), colonnello (1831), maggiore generale (1834)e luogotenente generale dal 1842 al 1848. Nellaprima guerra d �indipendenza fu Governatore ecomandante generale della Divisione militare diNovara dal 9 febbraio 1848 al 19 agosto 1848. FuMinistro della guerra e della marina dal 16 dicem-bre 1848 al 2 febbraio 1849 e fece parte sia delladeputazione per recare al sovrano la risposta aldiscorso della Corona nel 1849 sia di quella perricevere a Genova la salma del re Carlo Alberto,sempre nel 1849. Nominato Commissario straordi-nario per la Savoia dal 24 febbraio 1849, fu poimembro di svariate commissioni (per l�esame dellalegge sul reclutamento militare dal 29 dicembre1853, per l�esame del progetto di legge sul Codicepenale militare dal 21 gennaio 1856, per l�esame delprogetto di legge per il trasferimento della marina mi-litare da Genova alla Spezia dal 26 maggio 1857, perl�esame del progetto di legge sulle servitù militari dal7 aprile 1858). Fu anche Inviato straordinario pressol�imperatore di Russia il 24 luglio 1862.25 In effetti era lo studio legale di Giuseppe Mazzoni.26 Rivista Massonica, 1898, p. 282. Vedi anche, Illibro del Massone italiano di Ulisse Bacci (Anasta-tica, 1966. Forni).27 Enrico Chambion . Vicende storiche di un personag-gio dell�Ottocento e del suo lascito al Comune di SestoFiorentino. Saggio collettaneo: Sergio Goretti, Sara Pol-lastri, Piero Paoletti. Aska Edizioni. Firenze, 2014.

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Storia delle Logge della Toscana

La Loggia �Alberto Mario�n. 121 all�Oriente di San Sepolcro

La prima segnalazione della presenza aSansepolcro di una loggia massonica risale aiprimi anni del 1800, dopo l�invasioneNapoleonica, quando il Convento di Santa Martasubì un mutamento tale da influenzare la vitasociale della città. Infatti, uscite le suore dalConvento, il Ricevitore, capo della Dogana dellacittà, prospettò al Governo francese, presentein Sansepolcro con le proprie truppe, ditrasformare il monastero in posto di dogana;essendo questo un luogo molto più ampio delvecchio e quindi più adatto allo scopo. Inoltrel�ex monastero, situato a ridosso della Porta SanNiccolò, oggi Porta Romana, era situato in unpunto strategico nella cinta muraria, sulla via diconfine con lo Stato Pontificio.Il Governo francese accettò la proposta e furonoiniziate le trasformazioni necessarie allo scopo,dopo aver venduto tutti i mobili che le religiosefurono costrette a lasciare sul posto.Terminati i lavori, gli impiegati della nuovaDogana si trasferirono con le loro famiglie neilocali di quel Convento, destinando un locale allaSocietà dei �Framassoni� che vi fondarono unaLoggia di Liberi Muratori.Tutto questo durò ben poco tempo: dal 1810 al1814. Infatti, la sera del 23 gennaio di quell�anno,prima di mezzanotte e sotto un furioso temporale,gli impiegati della Dogana e gli ufficialigovernativi della città, insieme alle truppefrancesi, dovettero abbandonare il monastero eritirarsi a Firenze.Settanta anni dopo, in una lettera datata 9 agosto1884 a firma del Venerabile Giuseppe AlbertoFerrati, della loggia Alberto Mario, e indirizzataal Fr:. Luigi Castellazzo ( affiliato alla Loggia

Francesco Polverini

Concordia di Firenze), per fargli lecongratulazioni per la sua elezione a deputatonel Parlamento Italiano, si ha il primo riscontrodella presenza nella Valtiberina toscana, edesattamente ad Anghiari, della Loggia. In questalettera si parla di una terza riunione preparatoriaper la costituzione di una officina che, inizieràufficialmente, i propri lavori nel gennaio del 1885con il primo Venerabile Francesco Tuti.L�intitolazione della Loggia ad Alberto Mariocostituì per i fratelli fondatori un omaggio allafigura del �garibaldino�, conosciutoprobabilmente, durante le campagne diliberazione ed anche per la sua rigorosa posizionedi esclusione dalle ingerenze clericali nella vitapubblica nazionale.Questa di Sansepolcro è l�unica Loggia delG:.O:.I:. intitolata al patriota, politico egiornalista originario di Lendinara in provinciadi Rovigo e non appartenente all�Istituzione; natoil 4 giugno 1825, si iscrisse all�Università diPadova per frequentare gli studi in matematicaprima e in giurisprudenza poi.Allo scoppio della prima guerra di indipendenzapartecipò alla campagna del Venetocombattendo contro gli Austriaci a Bassano delGrappa, Treviso e Vicenza. Instaurò strettilegami di amicizia sia con Giuseppe Mazzini checon Giuseppe Garibaldi.Dal 1849 al 1857 soggiornò a Genova, assiemeagli altri patrioti in esilio, qui conobbe JessieWhite, giornalista del London Daily News,successivamente i due si sposarono, e partironoper gli Stati Uniti d�America; al ritorno in Italiadivenne direttore di �Pensiero ed Azione�,organo di stampa mazziniano.

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Nel 1860, assieme alla moglie, s�imbarcò per laSicilia dopo l�avvenuto sbarco a Marsala, doveraggiunse Garibaldi, per congiungersi allaspedizione dei Mille partecipando a tutte lesuccessive campagne per la liberazionedell�Italia.Il suo memoriale sulla spedizione è contenutonel libro �La camicia rossa� inizialmentepubblicato in lingua inglese.Eletto deputato dopo l�unità d�Italia, damazziniano convinto, rifiutò l�incarico per nongiurare fedeltà al Re. Morì il 2 giugno 1883.Tre anni dopo lo scioglimento della Loggia diAnghiari, avvenuta nel 1893, il 23 luglio 1896,

con Decreto n. 27 del Gran Maestro delG:.O:.I:., Ernesto Nathan, l�officina vennericostituita all�Oriente di Sansepolcro con iseguenti fratelli:Roberto Giusti, Giuseppe Alberto Ferrati, AdolfoAntolidei, Giuseppe Cignoli, Filippo Palombini,Ugolino Corsi, Francesco Tuti, Giusto Vagnetti,Francesco Galardi, Francesco Testerini,Alessandro Cignoli.La Loggia fu subito attiva e presente in ognimanifestazione pubblica e nella vita politica dellacittà: le cronache di quell�anno riportano che peri festeggiamenti del XX Settembre, celebrati inArezzo, l�Alberto Mario era presente insieme

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al Sindaco, alla Giunta di Sansepolcro e alleassociazioni di Anghiari. Sempre nello stessoanno, la via Maestra di Sansepolcro fudenominata XX Settembre dall�Amministrazionecomunale.L�anno successivo, il 9 maggio 1897, le loggeAlberto Mario e Benedetto Cairoli furonopresenti a Prato per l�inaugurazione delmonumento a Giuseppe Mazzini, Gran Maestrodel G:.O:.I:. e senatore del Regno, già triunvironel 1849 del Governo Provvisorio di Toscanainsieme a Montanelli e Guerrazzi.Nel 1899, la Loggia commemorò il XXSettembre a Sansepolcro con un manifesto.Sempre nello stesso anno un suo rappresentantefu nominato nella commissione per lo scrutiniodella Terna per l�elezione del Gran Maestro delG:.O:.I:..Nei primi anni del 1900, l�attività dei fratelli dellaLoggia si distinse per le numerose partecipazionialla vita sociale e politica nella provincia diArezzo ed anche in altre provincie d�Italia.Il 10 marzo 1901 i fratelli di Sansepolcropubblicarono un manifesto per il 29° anniversariodella morte di Giuseppe Mazzini e lo affissero aStaglieno, cimitero monumentale di Genova,dove giacciono le sue spoglie.

Nel 1903 la Loggia, con una sottoscrizione,devolse £. 85 per le vedove e gli orfani deiBoeri, il XX settembre una delegazione fupresente in Bologna, all�inaugurazione delmonumento ai caduti dei moti rivoluzionari checacciarono gli austriaci dalla città l�8 agostodel 1848.

Nel 1904 mentre era Venerabile il Fr:. GuglielmoNiccolai, un gruppo di fratelli a piè di lista, cherisiedevano a Città di Castello, fondarono inquell�Oriente, una Loggia di Rito Scozzese Anticoed Accettato sotto il titolo distintivo di �XISettembre� per ricordare la liberazione, nel 1860,della città umbra e l�ingresso nello Stato Italiano.Nel 1906 il Venerabile Polidori partecipò allaprotesta contro le atrocità delle repressioni in

Russia: si ricorda che le truppe zariste spararonosulla folla davanti al Palazzo d�Inverno. Inoltrepromosse una sottoscrizione per i cittadini dellaCalabria colpiti dal terremoto del 1905.Il Venerabile Francesco Galardi, nel 1907,organizzò un incontro pubblico al Teatro Dantedi Sansepolcro per festeggiare il centenario dellanascita di Giuseppe Garibaldi, in questa occasioneil Fr:. Ulisse Bacci, quale Segretario Generaledel G:.O:.I:., pronunciò una orazione.Il Venerabile Luigi Massa, avvocato e notaio,deputato e sindaco di Sansepolcro, nel 1910spostò la sede della Loggia in un fabbricato,costruito appositamente per farne la sede diun Tempio massonico: probabilmente è l�unicacostruzione in Italia progettata e nata a questoscopo.All�interno dell�edificio il locale adibito a Tempio,fu decorato con affreschi raffiguranti allegoriemassoniche, con un bellissimo mosaico nelpavimento raffigurante l�Italia Unita, unabellissima porta con due sculture di GiuseppeGaribaldi e Giuseppe Mazzini e con le paretidecorate con motivi a triangolo e tre punti.Ancora oggi, grazie all�opera di restaurodell�attuale proprietario, ne possiamo ammirarela bellezza dei fregi, delle scritte e degli affreschi.L�edificio è oggi adibito ad abitazione privata.

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Nel 1912 il Venerabile Giovanni Cestelli raccolsecon l�aiuto dei fratelli, la somma di £. 20 per lefamiglie dei caduti della guerra d�Africa.L�attività della Loggia non si interruppe duranteil primo conflitto mondiale, anche se leinformazioni a riguardo sono scarse.Come tutte le Logge d�Italia, l�officina diSansepolcro chiuse ufficialmente la propriaattività nel 1925, sotto la persecuzione fascista,anche se dai racconti dei Fratelli più anziani ilavori proseguirono, ininterrottamente, in varieabitazioni private.Il 30 marzo 1946, la Loggia Alberto Mario, senzauna sede fissa, riprese i lavori col VenerabileSantino Meocci, I° Sorv:. Pio Inghirami, II°Sorv:. Rosvindo Guidobaldi, Orat:. GiovanniUgolini, Tesor:. Luigi Bertuzzi, Segr:. SanteSalvi, Fr:. Terr:. Alfiero Innocenti, Fr:. Esp:.Tullio Dini. L�anno successivo il G:.O:.I:. rilasciò all�Officinadi Sansepolcro il numero distintivo �121�.

Il 22 settembre 1957 fu inaugurato un nuovoTempio Massonico in via dei Servi 10, nell�im-

mobile di proprietà del Fr:. Brando Duranti. Il 12 dicembre 1975, la Loggia si trasferì in viaGiovanni Buitoni 56, nei locali dello storicoPalazzo Collacchioni.L�anno successivo, i fratelli che risiedevano aCortona ed erano a piè di lista dell�Alberto Marioalzarono le colonne della loggia �Elia Coppi�all�Oriente di quella città.

Dal 1996, anno in cui fu festeggiato il centenariodella rifondazione, i Fratelli hanno, annualmente,promosso dei convegni pubblici su vari argomenticon relatori di grande spessore e con argomentiche hanno sempre appassionato e coinvolto ilnumeroso pubblico presente; tali convegni sisono svolti quasi tutti nella sala del ConsiglioComunale, con il patrocinio delle varieamministrazioni e la partecipazione dei Sindaci,che sono sempre intervenuti per dare il lorobenvenuto e per rimarcare l�importanza che hasempre avuto la Loggia nel contesto culturale esociale della Città.

La Loggia Alberto Mario, sabato 11 ottobre 2008ha inaugurato sulla facciata del palazzo Pretoriodella città, sotto la lapide a ricordo dei partecipantialle campagne garibaldine, un busto in bronzodel Fr:. Giuseppe Garibaldi, ideato dall�artista eFr:. Franco Alessandrini ed eseguito dal Fr:.Paolo Mercati donandolo alla città di Sansepolcro.Alla base del monumento sono chiaramentevisibili il compasso, la squadra, posizionate soprail Libro Sacro ed il nome della loggia.

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Dal 1976, in questo luogo, in occasione del XXSettembre, i Fratelli depongono una coronatriangolare di alloro in onore dei patrioti garibaldini.Nel 2009, alcuni fratelli della Loggia che risiedevanoin altri comuni della provincia di Arezzo, hannoinnalzato le colonne della Loggia �Giulio Mazzon�all�Oriente di Civitella in Val di Chiana.Il 16 marzo 2011, nel 150° anniversariodell�Unità d�Italia, i fratelli delle tre Logge -Alberto Mario n.121 all�Oriente di Sansepolcro,I Liberi n.1093 all�Oriente di Città di Castello eGiulio Mazzon n. 1358 all�Oriente di Civitella inVal di Chiana, che lavoravano nel Tempio di viaGiovanni Buitoni, - hanno inaugurato la nuovacasa massonica in via Cherubino Alberti n° 36,nel centro storico di Sansepolcro, nei locali dell�exrefettorio della cinquecentesca chiesa degliAgostiniani alla presenza dell� Illustrissimo eVenerabilissimo Gran Maestro Gustavo Raffi,del Presidente del Collegio Circoscrizionale dellaToscana Fr:. Stefano Bisi e di più di 250 fratelliconvenuti da varie parti d�Italia.I locali, acquistati dalla società URBS delG:.O:.I:., sono stati restaurati grazie alcontributo dei fratelli e con particolare cura nelrecupero delle strutture architettoniche. IlTempio è stato progettato e costruito facendoattenzione anche ai minimi dettagli, seguendonelle misure le proporzioni della sezione aureache conferiscono la giusta e particolare armoniaper lo svolgimento rituale dei lavori.La particolarità del Tempio è caratterizzata dagliarredi originali della fine dell�800 che sono statiintegrati con i nuovi arredi creati appositamente

Dal 1946 ad oggi, la Loggia Alberto Mario èstata condotta da 20 Maestri Venerabili(allegato 1) e ad oggi, ha un piè di lista di 43iscritti.Molti Fratelli , fin dalla costituzionedell�officina, hanno attivamente partecipatoalla vita cittadina ricoprendo importanticariche istituzionali e sociali e dando cosìvisibilità pubblica e lustro alla Loggia con illoro operato.La Loggia Alberto Mario è una delle officinapiù antiche della Toscana e nei suoi 130 annidi storia ha sempre conservato vivo lo spiritodi indipendenza intellettuale, nel rispetto dellaritualità e della tradizione ha sempre lavoratoper il miglioramento dell�individuo edell�Umana Società.I fratelli si riuniscono nel punto geografico notoai soli Figli della Vedova il secondo ed ultimovenerdì del mese alle ore 20,30; osservando ilpiù rigoroso rispetto del rituale. A:. G:. D:.G:. A:. D:. U:..

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Antonio Meucci nacque il 13 aprile 1808 a Fi-renze da Amatis, impiegato del governo tosca-no, e da Maria Domenica Papi.

A Firenze frequentò per sei anni l�Accademiadi Belle Arti studiando, oltre alle materie artisti-che, la chimica, la meccanica, la fisica, inclusol�acustica e l�elettrologia, materie introdotte nel-l�Accademia dai francesi durante la loro domi-nazione nel 1799, e mantenute poi dagli Asburgo-Lorena che favorirono così un insegnamentotecnico tra i migliori d�Europa. Meucci mostròun grande interesse per la chimica e nel maggio1825, in occasione dei festeggiamenti con fuo-chi d�artificio per la nascita del figlio del gran-duca Leopoldo II, elaborò una nuova miscelapropellente per razzi i quali però, al momentodel loro utilizzo, causarono danni e qualche feri-to in Piazza della Signoria; Meucci, nel dubbiodi una intenzionalità in quanto accaduto e so-spettato di cospirazione contro il Granducato, fuarrestato per alcuni giorni.Questi sospetti erano giustificati dal fatto cheMeucci era già stato segnalato come simpatiz-zante, se non già affiliato alla Carboneria dal

1823. Fu poi assunto come impiegato doganaledel governo toscano dove lavorò fino al 1830, enel 1831 prese parte ai moti rivoluzionari cheinteressarono molte città emiliane e romagnole,in conseguenza dei quali fu arrestato, imprigio-nato per circa tre mesi ed ebbe come compa-gno di cella Francesco Domenico Guerrazzi.Dopo la scarcerazione lavorò come aiutoattrezzista nel prestigioso Teatro della Pergoladi Firenze, e qui costruì un telefono acustico,tuttora esistente, per comunicare dal piano delpalcoscenico a quello dei �soffittisti�, a circaventi metri d�altezza, per ordinare il cambio del-le scene senza disturbare lo spettacolo Nel 1834si unì in matrimonio con Maria Ester Mochi,costumista che lavorava nello stesso teatro, enel 1835, per sfuggire alle attenzioni sempre piùpressanti della polizia, decisero di accettare ilcontratto che aveva loro proposto l�impresariocatalano Francisco Martí y Torrens del teatroTacòn dell�Avana, e di lasciare l�Italia per tra-sferirsi nell�isola caraibica con altri 81 elementidell�Opera italiana provenienti dal teatro dellaPergola.I quindici anni che i coniugi Meucci passaronoall�Avana furono i più felici e redditizi della lorovita. Oltre ad essere ben pagati, ricevevano dal-l�impresario lauti premi, mentre Ester ricevevaregali dagli artisti ai quali preparava i costumi;inoltre fu loro assegnato un appartamento conadiacente una grande officina per la prepara-zione degli attrezzi e strumenti teatrali, mentre aEster fu assegnato un grande laboratorio di sar-toria. Poiché la stagione teatrale durava da ot-tobre a maggio, Meucci aveva molti mesi liberida dedicare ad altre attività, e si guadagnò subi-

Massoni Toscani

Antonio MeucciFirenze 1808 - Long Island (New York) 1889

Luciano Rossi

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to la stima dei cubani per aver progettato e rea-lizzato un sistema per la depurazione delle ac-que che rifornivano la città; successivamenteprogettò la ricostruzione del teatro,semidistrutto da un uragano, con modificheche lo resero più resistente alle calamità na-turali. Nell�officina del teatro impiantò la pri-ma fabbrica americana di elettrodeposizionee stipulò un contratto con il governatoredell�Avana per l�argentatura e la doraturagalvaniche di equipaggiamenti militari. Neltempo libero approfondì le sue conoscenzesull�elettricità compiendo esperimenti dielettroterapia su pazienti che gli erano inviatidai medici locali; durante uno di questi espe-rimenti, nell�autunno del 1849, ottenne la tra-smissione della parola per via elettrica, dive-nendo così, in assoluto, il pioniere del telefo-no1. Terminata l�esperienza teatrale Meuccifu costretto a lasciare l�Avana anche per ildeteriorarsi dei rapporti con il governatore,non avendo nascosto le sue simpatie politicherepubblicane e per Giuseppe Garibaldi, ormainoto anche nelle americhe per la partecipa-zione alle lotte indipendentiste. Si trasferì aNew York, a Clifton, Staten Island, dove ac-quistò un cottage (oggi trasformato nelGaribaldi-Meucci Museum) e qui con Giusep-pe Garibaldi, emigrato anch�egli subito dopola caduta della Repubblica Romana, organiz-zò una fabbrica di candele di cera con l�inten-zione di dare occupazione ai numerosi esuliitaliani.La fabbrica non ebbe successo, soprattuttoper lo spregiudicato ambiente newyorchesedegli affari, ancora più difficile per un immi-grato italiano, e Meucci tentò allora altre stra-de, tra le quali la costruzione di pianoforti edanche una più convenzionale fabbrica di bir-ra; ma commise l�errore di affidare la dire-zione amministrativa e commerciale a un certoJohn Mason il quale si rivelò un vero e pro-prio imbroglione; in breve tempo privò iMeucci di tutti i loro averi, compresa la casache fu venduta in asta pubblica. In prepara-

zione della terza guerra d�indipendenza funominato, dagli italiani di New York, presiden-te del Comitato Centrale Permanente cheaveva lo scopo di formare un corpo di volon-tari da inviare in Italia. Purtroppo rimase gra-vemente ferito nell�esplosione della caldaia diun traghetto dove aveva trovato lavoro, rima-se tre mesi tra la vita e la morte, ed in quel-l�occasione la moglie, per pagare le spesemediche e procurarsi un po� di denaro, ven-dette tutti i modelli di telefono costruiti daMeucci, e da quel momento vissero dell�ele-mosina dei loro amici. Il supervisore dei po-veri di State Island gli assegnò un piccolo sus-sidio in denaro, con il quale vivrà fino allamorte, avvenuta all�età di 81 anni2.Questa breve cronistoria della vita di Meuccinon rende giustizia della sua genialità e delsuo impegno come patriota. Oltre alla già ci-tata invenzione della miscela per razzi d�arti-ficio ed al telefono acustico ancora in funzio-ne al Teatro della Pergola di Firenze, semprenel periodo fiorentino acquistò notorietà e sti-ma risolvendo il problema della depurazionechimica delle acque, realizzando filtri didepurazione più efficienti rispetto agli esistenti.Successivamente in America realizzò un�ap-parecchiatura per elettroterapia; proprio du-rante i suoi esperimenti di elettroterapia, sco-prì la trasmissione della voce per via elettri-ca, e ripeté l�esperimento installando un col-legamento telefonico tra i suoi laboratori e lastanza della moglie Ester che, colpita da unagrave forma di artrite reumatoide, era prati-camente immobilizzata. Questi esperimenti fu-rono il presupposto per la realizzazione di un te-lefono elettromagnetico di ottima qualità, con unnucleo magnetizzato permanentemente, che gliconsentirà così di eliminare la batteria, invenzio-ne che per problemi di tempistica di brevettazionegli fu poi sottratta dall�ingegnere AlexanderGraham Bell; solo l�undici giugno 2002 il Con-gresso degli Stati Uniti, con la risoluzione 269,ha riconosciuto che se Meucci avesse avuto isoldi per pagare il caveat del 1874, Alexander

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Graham Bell non avrebbe potuto acquistare ilbrevetto, e quindi che il lavoro di Antonio Meuccinell�invenzione del telefono deve essere ricono-sciuto3.

Nel 1852, primo al mondo, introdusse l�usodella paraffina nella fabbricazione delle can-dele, oggi universalmente adottato, con costiminori rispetto alle tradizionali candelesteariche. Vale sicuramente la pena di ricor-dare anche altre sue invenzioni, quali ad esem-pio il procedimento per decolorare il corallorosso rendendolo di colore rosa; inventò unospeciale bruciatore per lampade a cheroseneche rendeva la fiamma più chiara e senzafumo, inventò un procedimento per ottenere,a partire dal petrolio e dal cherosene, oliessiccativi utilizzati per pitture e vernici.Durante la guerra di secessione americana,ed in vista della terza guerra d�indipendenzad�Italia, propose all�esercito americano, e poia Garibaldi, un nuovo tipo di munizioni per fucilie per cannoni da campagna che provocavanouna maggiore distruzione del bersaglio, carat-teristiche che descrisse in una lettera aGaribaldi oggi conservata a Roma nel Museodel Risorgimento.Molto importante fu anche la realizzazione diun procedimento per ottenere la pasta chimi-ca dal legno per la produzione della carta,metodo poi applicato al trattamento della pa-glia, del fieno, del mais, di erbe selvatiche,vecchie funi ed altre sostanze vegetali. Nel1860 iniziò studi per ottenere materiale plasti-

co dalla raffinazione degli oli minerali, bre-vettò tecniche per il controllo della qualità deglialimenti, anticipando le moderne tecnologiealimentari; brevettò anche un lattometro peril controllo chimico della genuinità del latte,sostituendo così il densimetro.Produsse un nuovo tipo di igrometro che ave-va il pregio di essere uno strumento di minoreingombro rispetto ai precedenti, avendo crea-to un avvolgimento ad elica, libero di contrar-si o di svolgersi perfettamente in conseguen-za delle variazioni di umidità dell�aria; questastriscia, avvolta ad elica su un perno che con-sentiva il movimento elicoidale senza attrito,aveva la superficie superiore verniciata consostanza impermeabili all�umidità, mentre quel-la inferiore restava igroscopica; quest�ultima,aumentando di volume determinava l�allunga-mento per tensione della spirale stessa. Mala sua invenzione più significativa fu la realiz-zazione definitiva del telefono, che egli definì�il miglior strumento della mia vita�.

***

Antonio Meucci raggiunse il 33º grado delRito Scozzese Antico e Accettato; l�otto ago-sto 1888 presiedette a New York, per delegadel Gran Maestro del G.O.I., Adriano Lemmi,l�iniziazione di un diplomatico italiano.Oggi a Firenze i Fratelli Massoni sono solitiaprire i loro lavori in una Loggia a lui dedica-ta, all�obbedienza del G.O.I.

Note1. M. Giampietro, A. M. l�inventore del tele-fono, Brescia 19532. www.treccani.it Dizionario Biografico de-gli Italiani - Volume 743. Il governo degli Stati Uniti controAlexander Graham Bell: un importante ri-conoscimento per A. M., in AEI

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..... �dèi sapere che a te convien temperareet ordinare i tuoi modi non secondo il tuo arbi-trio, ma secondo il piacer di coloro co� qualitu usi, et a quello indirizzargli; e ciò si vuolfare mezzamente, perciò chi si diletta di trop-po secondare il piacere altrui nella conversa-zione e nella usanza, pare piuttosto buffone ogiucolare, o per aventura lusinghiero, checostumato gentiluomo. Sì come, per contra-rio, chi di piacere o di dispiacere altrui non sidà alcun pensiero è zotico e scostumato edisavenente.�1 ...... Ho riportato questo bra-no perché mi sembra che abbia colto lo spiri-to massonico ancor prima che la Massoneria,intesa come Istituzione, movesse i suoi primipassi; disegna un uomo libero fra liberi che ècosciente di sé, del suo stato e che rispetta isuoi simili: È stato scritto intorno al 1530 da unnostro conterraneo, Giovanni della Casa, nato inuna delle Terre Nuove, Borgo San Lorenzo, vo-lute dai Medici intorno a Firenze per controllarele vie di acceso alla città.Ho festeggiato qualche anno fa le nozze d�ar-gento con la nostra Istituzione e, nelle mie fre-quenti visite in molte Officine di vari Orientie, senza voler fare il laudator temporis acti,devo constatare che i miei carissimi Fratellihanno perduto, piano piano e in maniera quasiindolore, una parte della giusta misura delmodo di comportarsi in Loggia. L�atteggia-mento che vi si dovrebbe tenere segue, inmolte occasioni, regole non scritte ma ugual-mente cogenti; tali regole trovano la lororagion d�essere sia nella Tradizione che nelrispetto reciproco e consentirebbero, se ap-plicate, un più sereno svolgimento dei nostriLavori. Divengono nel contempo non solo for-

Galateo MassonicoDel modo di ben comportarsi in Loggia

Paolo Nardi

ma, ma soprattutto sostanza come cercheròdi dimostrare nelle successive poche righe.Quale sia la causa di questo perdersi di alcu-ne sagge norme è di difficile definizione; mol-to probabilmente vi hanno concorso una mol-teplicità di fattori che non è sempre facile in-dividuare. Ricordo, ad esempio, che i Maestripiù vecchi, al termine della Tornata prende-vano da una parte il giovane Apprendista, maanche i Compagni d�Arte e i Maestri più gio-vani, e facevano loro affettuosamente notareche quel particolare comportamento o gestood espressione verbale non rispondeva ad uncorretto rapportarsi e suggerivano quello piùconsono alla sacralità del Tempio ed al rispettoche ognuno deve agli altri Fratelli. In questomodo, dolcemente, ciascun Massone venivapreso per mano ed accompagnato nella suacrescita, non solo spirituale, all�interno del-l�Officina. Un�altra causa può essere indivi-duata, forse, in una �democratizzazione� cheha coinvolto la nostra Istituzione in qualsiasisede. E� inutile sottolineare che tale atteggia-mento è in aperto contrasto con i valoriineludibili di ogni Società Iniziatica che, perdefinizione, presenta una struttura rigidamen-te gerarchica ed è per questo che, a nessunlivello, può esistere un �primus inter pares�.Se noi crediamo, com�è vero, che la Masso-neria sia un�Istituzione di questo tipo dovrem-mo, senza indugio o rimpianto, abbandonareun tale modo di pensare e di agire. A suffra-gare queste affermazioni ci sono le opere deimassimi autori, che si sono interessati seria-mente all�esoterismo, che attestano e ricono-scono la indubbia qualità iniziatica della Mas-soneria. Un ultimo aspetto di difficile inter-

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pretazione ed inquadramento è, a mio parere,l�ingresso nei nostri Templi di un certo spiritoprofano: non è semplice capire se questo ècausa od effetto di quanto sopra esplicitato;da ciò deriva una non sempliceschematizzazione e una proposta altrettantodifficile per la messa in opera di eventualianticorpi che possano riportare a comporta-menti più consoni alla sacralità dei nostriTempli. Quando esprimo queste idee vengoaccusato di legami troppo stretti con un tem-po ormai passato; mi si dice: �la Massoneriadeve modernizzarsi, deve essere al passo conl�evoluzione della società e dei costumi!�. Larisposta è semplice e, a mio modo di pensare,non negoziabile. Immancabilmente rispondo:�È l�Uomo Massone che deve vivere nellamodernità portandovi i propri valori resi piùforti dalla sua appartenenza all�Istituzione; laMassoneria, essendo un�Istituzione Iniziaticae Tradizionale, è nata perfetta e non può nédeve cambiare�. Un esempio che chiarisce inmodo definitivo questo concetto ci viene dal-la nostra Loggia Madre che, volenti o nolenti,è la Gran Loggia Unita d�Inghilterra la quale,dall�inizio del �800, mantiene immodificati glistessi rituali e statuti.3

Per una miglior comprensione e schematizza-zione delle regole di quello che chiamo il �Ga-lateo Massonico�, seguirò il percorso fisicoche ciascuno di noi compie fino dall�ingressonelle sedi degli Orienti. Buona parte di quelloche sto per descrivere è probabilmente pecu-liare delle sedi più popolose come la mia Fi-renze quando nella stessa serata si riuniscono5/6 Logge. Nella Sala dei Passi Perduti in-contriamo numerosi Fratelli di altre Officineche rivediamo sempre con immutato piaceree con i quali ci tratteniamo affettuosamenteprima di entrare nella sala che è assegnataper i Lavori della nostra Loggia dove si in-contra una prima violazione al nostro peculia-re Galateo.Non è, ad esempio, edificante vedere, comesuccede da qualche tempo, soprabiti, giacche

a vento, zaini o borse buttati a casaccio sullesedie inutilizzate; esistono in tutti gli Orientispazi creati alla bisogna, al di fuori dei Templi,per lasciare i capi di vestiario e gli accessorimentre le uniche borse tollerate dovrebberoessere quelle del Maestro Venerabile e delSegretario; nessuno si comporterebbe in modoanalogo in altri Luoghi Sacri come Sinagoghe,Chiese o Moschee, ma anche più semplice-mente in luoghi profani come la propria casao quella di amici; si tratterebbe, nel primo caso,di una sorta di profanazione che non dovreb-be essere tollerata. Sembra quasi che non cisi possa fidare fino in fondo dei Fratelli la-sciando incustoditi i nostri abiti. A mia memo-ria ricordo solo un caso di scambio far duesoprabiti identici risolto in tempi brevi perchéil Fratello che era uscito per primo non trova-va, nelle tasche del capo non suo, le chiavidella propria auto.I Fratelli sono entrati ritualmente squadrandonel Tempio rendendo lo spazio sacro e sonoin piedi ed in silenzio prima di indossare leinsegne delle proprie cariche; entrano le ban-diere accompagnate dagli inni ed alcuni into-nano i versi del Fratello Mameli; questo com-portamento è da censurare per molte ragioni,alcune legate al nostro regolamento ed altredi significato più profondo. Fra le prime il fat-to che occorre richiedere al Maestro Venera-bile, per tramite del Sorvegliante preposto allaColonna, il permesso per parlare che è con-sentito solo ad un Fratello per volta; la parola,comunque, non può essere concessa, che ec-cezionalmente, ai Fratelli Apprendisti, che in-vece cantano, e solo su invito dell�MV e nonsu richiesta. Se riflettiamo bene nessuna diqueste condizioni è soddisfatta iniziando dallacostatazione i Lavori non sono ancora ritual-mente aperti e non è quindi possibile prende-re la parola. Le altre ragioni riguardano l�uni-versalità della nostra Istituzione. Il cantare incoro solo l�inno italiano certifica l�appartenen-za ad una sola nazione e mette in secondopiano, nello specifico, la bandiera europea; se

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riteniamo giusto, e non lo è, dovremmo canta-re almeno anche l�Inno alla Gioia dei FratelliF.Schiller e L.v.Beethoven.; sotto questoaspetto inviterei i Maestri di Musica a far suo-nare i due inni nella sola parte orchestrale piùconsona al luogo e al momento di meditazio-ne che i Fratelli dovrebbero riservare alla pro-pria preparazione per l�inizio dei Lavori.�Fratello 1° Sorvegliante qual�è il secondo do-vere dei Sorveglianti in Loggia?� ... �E� quel-lo di assicurarsi che tutti i presenti siano Fra-telli Liberi Muratori.� ... �Assicuratevene,Fratelli 1° e 2° Sorvegliante.� ... �Fratelli, inpiedi.�2

A questo punto i Fratelli si alzano e dovreb-bero girarsi di 90° verso l�Oriente e porsi al-l�ordine mano a mano che con la coda del-l�occhio vedono i Sorveglianti raggiungere l�al-tezza alla quale ognuno si trova. Il razionale diquesto rituale e del conseguente comportamen-to, ignorato costantemente, risale ai primordidella nostra Istituzione e serviva a riconoscere inon iniziati che si fossero fraudolentemente in-trodotti nel Tempio. Si voleva evitare che qual-cuno potesse apprendere la corretta posizioned�assumere osservando quanto facevano gli al-tri come, invece, è inevitabile se manteniamo leattuali posture. Anche il copritore non dovrebbemettersi all�Ordine, come sovente accade, quan-do si reca ad controllare l�avvenuta Coperturadel Tempio.È dato osservare due diverse posizioni del-l�Ordine: la prima, più comune, con la manodestra posta sotto la gola col pollice a squa-dra in corrispondenza della giugulare destra;la seconda con il pollice sulla giugulare sini-stra ed il palmo che si trova tutto al di la dellagola. Tutte e due sono corrette ma necessita-no di un chiarimento legato al fatto che alcuniFratelli me ne hanno chiesto il perché e mihanno anche manifestato preferenza per l�unao per l�altra. Fanno parte di due Rituali diver-si con diversa valenza simbolica; la prima qua-lifica il Fratello che l�adotta come iniziato colRituale cosiddetto, non del tutto correttamen-

te, Italiano e simboleggia un ostacolo postofra le pulsioni viscerali del profano e l�intelli-genza che l�Apprendista è chiamato ad eser-citare per la sua crescita. La seconda appar-tiene al rituale Emulation e richiama la puni-zione a cui verrebbe sottoposto lo spergiuroche avrebbe �....la gola tagliata di traver-so....�.(3)I Lavori proseguono con i Fratelli, soprattuttoi Maestri più vecchi, che siedono scomposta-mente senza rispettare la corretta posizionedetta del Faraone; recentemente ho osserva-to un Apprendista con le gambe completa-mente distese e accavallate e le braccia con-serte sul torace; questo non può essere con-siderato un bel vedere. Si giunge al momentopiù interessante della Tornata: la lettura dellaTavola che la saggezza del Consiglio delleLuci ha assegnato, di solito, ad un Fratello. Altermine il Maestro Venerabile ringrazial�estensore e concede la parola ai Fratelli iquali, sovente, iniziano con alcune frasi daevitare e che invece si sentono ripetere co-stantemente del tipo: �mi complimento per labella tavola, ... sono d�accordo, ... la pensodiversamente...�. Una considerazione gene-rale: tutte le Tavole sono, per definizione, bel-lissime perché, parafrasando il saggista filo-sofo R.W.Emerson, �ogni Fratello da il mas-simo di se stesso perché è tutto quello cheha� e, secondariamente, non è corretto espri-mere giudizi sui Fratelli e sul loro pensierocome è riportato anche negli Antichi Doveri.4

Questo è ancora più vero se l�estensore pos-siede una dignità diversa dal Grado in cui laLoggia lavora: il pensiero di un Maestro nonpuò essere censurato di fronte ai Compagnied Apprendisti, come quello di un Compagnoin presenza degli Apprendisti.Da ricordare, anche, che quando si intervieneci si rivolge non al Fratello estensore, ma alMaestro Venerabile, perché in Officina non èconsentito il colloquio con altri. Bisogna an-che ricordare che non si può che essere d�ac-cordo col Fratello perché ha espresso una sua

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visione dell�argomento trattato come gli è ga-rantito dal Trinomio che tutti dichiariamo dirispettare. Quello che viene richiesto agli in-terventi è un �arricchimento� degli aspetti chenon sono stati evidenziati in modo da forniread altri motivo di riflessione e devono riguar-dare l�argomento della Tavola e non il suocontenuto. E� ancora più scorretto preparare,come si vede purtroppo fare, una Tavola scrit-ta sullo stesso argomento. In questo stessoquadro si inserisce a pieno titolo un�altra cat-tiva abitudine che si sta propagando a mac-chia d�olio nelle Officine e nelle Camere Ri-tuali: ed è quella di battere le palme delle manisulle cosce a mo� di applauso; valgono le stes-se considerazioni sopra espresse con l�aggra-vante di un rumore molesto che turba l�atmo-sfera ovattata di in un luogo sacro.Un altro aspetto che mi piace porre in risaltoin questo contesto è l�involuzione della figuraimportantissima dell�Oratore; questi ricoprequesto ruolo fondamentale ma ogni tanto sidimentica di essere un Fratello della Loggiaed aspetta che gli sia concessa la parola allachiusura dei Lavori per esternare il suo pen-siero; con questo comportamento toglie aiFratelli il piacere-dovere di poter affrontaregli argomenti portati alla loro attenzione per-ché non è più concesso loro di prendere laparola. Le conclusioni che dovrebbe trarresono semplicemente quelle di sintetizzare edevidenziare brevemente gli aspetti salienti diquanto esternato dai Fratelli per offrire ulte-riore materia di riflessione nella tranquillità deiloro momenti di studio.Un ultimo argomento non per importanza masolo per comodità d�esposizione. Occorre par-lare del Maestro Venerabile, la sua figura eprerogative che per le ragioni sopra espostesi sono leggermente appannate. Nelle Socie-tà Iniziatiche chi ricopre quella carica, o l�equi-valente in realtà diverse dalla nostra, dovreb-be essere un monarca assoluto qualità questache gli viene, in parte, riconosciuta anche dalnostro Regolamento. Pochi sanno che tutti i

Fratelli di Loggia, non importa la loro anzianità,saggezza o eventuali cariche ricoperte nell�Or-dine, all�atto dell�insediamento dovrebberoprestare Promessa Solenne (fino a non moltianni fa Giuramento) di fedeltà ed obbedienzaal nuovo Maestro Venerabile e ai Dignitari.(art. 32, § 4 Reg.)4

Fra i suoi diritti-doveri c�è quello di essere aconoscenza di tutti i problemi, anche profani,dei componenti l�Officina e per questo se qual-cuno necessita di aiuto da un altro Fratellonon gli è consentito di chiederlo direttamentema deve passare tramite il Maestro Venera-bile che diventa così garante della correttez-za dei rapporti fra i due; lo stesso concettovale se la cortesia deve essere richiesta daun Fratello di altra Loggia: in questo caso saràcura del Maestro Venerabile coinvolgere il suoomologo dell�altra Officina. La mancata os-servazione di questa prassi ha portato a moltiproblemi, di cui sono a diretta conoscenza, indiverse realtà che hanno minato anche irre-parabilmente la serena coesione fra Fratelli.Un�ultima osservazione: quando ci si rivolgeal Maestro Venerabile la Tradizione richiede-rebbe l�uso del �Voi�.Con questa mia dolce fatica spero di poterriportare negli Orienti che mi leggeranno unpo� del vecchio, ma attualissimo, senso del ri-spetto di leggi non scritte per una migliore eserena vita nella nostra amata Istituzione edifenderla da un declino strisciante che mi sem-bra di intravedere.

BIBLIOGRAFIA1. Giovanni della Casa �Il Galateo overo De�costumi�; Ed. Panini Modena 19902. Grande Oriente d�Italia �Rituali dei GradiSimbolici�; Ed. Benucci Perugia 19983. Grande Oriente d�Italia � EmulationRitual�; Ed. Erasmo Roma 20044. Grande Oriente d�Italia �Antiche Doveri,Costituzione, Regolamento dell�Ordine�; Ed.Erasmo Roma 2005

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Documenti e testi antichia cura di Cristiano Bartolena

Il grande appelloOrientamenti antimassonici

nella Francia di Vichy. Il caso dei�Documents Maçonniques� 1941-1945

La recensione in oggetto nasce da un articoloapparso su Hiram n.3 Agosto 2011 del carissimofratello Gran Bibliotecario Dino Fioravanti,esperto conoscitore di opere inerenti lamassoneria; Fioravanti accenna ad una rivistaintitolata appunto �Documents Maçonniques� edestremamente rara, che peraltro ritengo sia giàstata acquisita dal Grande Oriente, anche se nonne ho la certezza. Quindi credo sia il caso didedicare alcune modeste righe sull�argomentoe rimetterle alla paziente attenzione dei Fratelli.(la rivista completa è in mio possesso ed è stataaccuratamente analizzata).Il 14 Giugno 1940 le truppe tedesche sfilano aParigi, in mezzo all�incredulità e allo stupore deifrancesi. La disfatta militare dei francesi fu bendefinita da Churchill in una storica seduta aiComuni: �la cupa notte nazista è scesasull�Europa�In quel periodo un ebreo o un massone francese,pur senza avere particolari doti di preveggenza,avrebbe potuto chiaramente vaticinare qualesarebbe stato il suo destino.In effetti, per la Germania, dopo la rapidasoluzione militare, s�imponeva quella politica,forse ancor più problematica e difficile. In unaFrancia divisa, zona Nord occupata dai tedeschie zona Sud sotto il regime collaborazionista diVichy, nasce il �Grande Appello�, ovvero in altreparole il programma di sensibilizzazione dellecoscienze nei confronti dei principi basilari delnazismo che, nella sua visione del mondo oWeltanschaung, prevedeva non solol�eliminazione drastica e totale degli ebrei, ma

anche quella dei massoni, consideratiquest�ultimi come gli strumenti più efficaci della�congiura ebraica contro il mondo�. Nonintendiamo in questa sede dilungarci sullecategorie interpretative di siffatta paranoidefilosofia che, a tutt�oggi trova pallidi e lugubriemuli. Ci limiteremo a sottolineare che talefilosofia fu applicata dai tedeschi in modoveramente unico e magistrale.La propaganda nazista in Francia trovò unterreno fertile e già da tempo preparato.I francesi stupirono i tedeschi per lo zelodimostrato nella caccia all�ebreo ed al massone.La Francia poteva annoverare una tradizionesia antimassonica che antiebraica che andavadall�Abate Barruel (metà del �700) a EduardDrumont (inizi del �900) per non parlare del casoDreyfus.Gli allievi riuscirono a superare i lorostessi maestri.Teatro di questa operazione propagandistica fuuna rivista intitolata �Les DocumentsMaçonniques�, che apparve per la prima voltain una veste tipografica veramente eccellente il15 ottobre 1941, per terminare con l�ultimonumero nel Giugno 1944.In tutto trentatrè fascicoli, numeroesotericamente fatidico o strano scherzo deldestino?Al di là del simbolismo numerico e dei presagi,questa rivista riuscì in pochi anni a condensaree a coltivare un�autentica politica dell�odio, questocon il prezioso ausilio anche di alcuni ex massonicome Jean Marques Riviere e di Bernard Fay,quest�ultimo non massone, bensì provenientedall�ambiente monarchico e reazionario1 - vedinote biografiche in didascalia.Ambedue erano profondi conoscitori delladottrina, fini e metodi dell�Ordine massonico;quindi, trovarono nella collaborazione con itedeschi, l�unica soluzione per combattere quegliideali di democrazia e di radicalismo che a lorogiudizio, avevano pervertito e alterato - vedi JeanMarques Riviere - il vero fine della Massoneria.Il materiale riportato nella rivista proveniva dagliarchivi delle maggiori obbedienze massoniche

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francesi, razziate dai Servizi Speciali organizzatiappositamente dai tedeschi. Perciò il valorestorico e documentario apparso nei �DocumentsMaçonniques� è ineccepibile indipendentementedall�uso fattone, considerazione questa bensottolineata anche dal fratello Dino Fioravanti,esperto conoscitore della materia.La Rivista, ormai introvabile nella sua seriecompleta e di difficile reperimento sul mercatolibrario, viene oggi offerta, in una bella e fedeleriproduzione, dalla Casa Editrice : Les Editionsdu Dragon 4, Avenue Prince Héreditaire Albert.B.P. 84 HP 98012 Principato di Monaco Cedex.Si rendono necessarie alcune conclusioni, percerti aspetti paradossali, perchè talvolta il piombopuò diventare oro, così una rivista nata con intentiperversi è diventata una ricca miniera didocumenti massonici ormai introvabili o dispersidalla Guerra, molto utile per gli storici e glistudiosi.Nel grande giardino dell�intolleranza, che spessosiamo costretti a percorrere, il massone riescesempre a muoversi a testa alta, perchètrasparenza vuol dire anche questo.Se a qualche fratello queste brevi righe e questesincere considerazioni sembreranno forse un po�crude, estreme ed inattuali, ricordiamo che �leSoluzioni Finali� aspettano sempre sorridenti ebeffarde dietro l�angolo.

Note

1. su Jean Marques Riviere, vedi schedabiografica a pag. 187 della seguente opera:Autore: Marie � France James Dottore inLettere. Titolo : Esoterisme, Occultisme Franc-Maçonnerie et Christianisme aux XIXe etXxe.Siècles. Edito da Nouvelles Editions Latines. Paris 1981 . Explorations bio-bibliographique.Con prefazione di Emile Poulat (Directeur deRecherches au C.N.R.S.)

Su Bernard Fay vedi la med. opera . pag. 116-117-118.

Tra parentesi Bernard Fay è l�autore delseguente testo sulla Massoneria:�La Massoneria e la Rivoluzione intellettualedel secolo XVIII�, Edito da Einaudi Torino,seconda ed. 1945, ma ristampato anchesuccessivamente nel 1949.Testo importante e sempre attuale.

Jean Marques Riviere è stato tradotto in italianoe pubblicato quanto segue:

All�ombra dei monasteri Tibetani . Ed. PiZetaMilano 1999

Storia delle dottrine esoteriche . Roma Ed.Mediterranee 1997

Amuleti, talismani, pantacoli . Roma Ed.Mediterranee 1994

Verso Benares, la Città santa . Ed. Pi ZetaMilano 2009.

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Nella prefazione del Suo libro: �della raddoman-zia ossia elettrometria animale, ricerche fisichee storiche�, nel 1808, Carlo Amoretti scrive:�Argomento non nuovo, ma difficile imprendo atrattare e ben malagevole reputar deggio l�im-presa, pensando che sinora dei molti che�l ten-tarono l�impresa nessuno è riuscito ad ottenereciò che si era preposto: cioè di convincere ge-neralmente gli uomini che esista una raddoman-zia, preso nel senso giusto, ossia elettrometriaanimale, per cui molte delle sostanze agisconoin singolar modo su alcuni individui, e produco-no in loro tali esterni fenomeni o interne sensa-zioni, per le quali della sostanza che agisce, os-sia elettromotrice, si può giudicare�.Questo breve testo,composto di termini ormaidesueti, a distanza di due secoli rimane ancoraattuale spiegando il fenomeno della �raddoman-zia� e quanto di difficile ci sia in esso.Usando termini contemporanei si può definirela rabdomanzia come la pratica che permette,mediante l�uso di strumenti, di esplicitare il rile-vamento, da parte di un soggetto addestrato, dellefrequenze elettromagnetiche emesse da corpiviventi e sostanze, individuandone in conseguen-za la presenza, anche se occultata. Permetteinoltre di conoscerne l�ubicazione, entità, natu-ra, specie e quantità. Strumenti di amplificazio-ne sono bastoni e aste flessibili, forcelle bifor-cute ottenute sezionando rami di piante o unen-do per un�estremità bacchette .Di questa �arte� conosciuta in tutte le cultureda tempi antichissimi, ci giungono testimonianzedalla Cina e dall�Egitto risalenti a 3000 anni fa. 1Mosè educato alla corte dei faraoni era un rab-domante e di ciò se ne ha testimonianza nel Li-bro dell�Esodo al capitolo 17 versetti 5-6:�5 Allora il Signore disse a Mosè: «Mettiti difronte al popolo e prendi con te alcuni degli an-

ziani d�Israele; prendi anche in mano il bastonecol quale hai percosso il Fiume e va�. 6 Ecco iostarò là davanti a te, sulla roccia che è in Oreb;tu colpirai la roccia: ne scaturirà dell�acqua e ilpopolo berrà». Mosè fece così in presenza deglianziani d�Israele�.

Mosè con il suo � bastone � trovò l�acqua: i rab-domanti più vicini a noi cercano l�acqua converghe biforcute. Le afferrano per le due estre-

Elettrometria Animale e MassoneriaDaniele Talozzi

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mità libere tenendo la punta legata verso il bas-so, divaricano le palme delle mani rivolgendoleal cielo e lasciano aderire i gomiti ai fianchi. Lemani, mignolo contro mignolo, fanno acquisirealla punta una posizione orizzontale e instabile.Si premono inoltre le aste in maniera da fargliacquisire una forma a paraboloide. Il rabdomanteè ora nella condizione di rilevare la variazione dicampo elettromagnetico data dallo scorrimentosotterraneo dell�acqua. Quando, camminandosenza mai lasciare il contatto con il suolo, egliincrocerà il fiume sotterraneo, allora si verifi-cherà la rotazione improvvisa delle bacchettesegnalando la presenza della vena acquifera.Ho avuto la fortuna di reperire tramite un amicobibliofilo il testo �della raddomanzia ossia elet-trometria animale, ricerche fisiche e storiche�in una libreria antiquaria del nord Italia essendoormai quasi introvabile. Oltre a studiarlo atten-tamente ho iniziato a svolgere ricerche sul suoautore. Carlo Amoretti(1), entrò nel 1765, nel-l�Ordine di Sant�Agostino passando poi al clerosecolare, successivamente fu insignito di moltialtri titoli quali quello di Cavaliere della CoronaFerrea e membro del Consiglio delle miniere delRegno d�Italia. Riporto fra le Sue molte qualifi-che questa ultima, in quanto più legata alla rab-domanzia.Dal XVI secolo si hanno testimonianze ripor-tanti le metodiche rabdomantiche per l�indivi-duazione di giacimenti minerari.Sappiamo che in Germania, la bacchetta divina-toria (Schlagruthe, più modernamente Wün-schelrute) era usata largamente nelle miniere,per trovare filoni di carbone o falde metalliche.I mercanti inglesi girovaghi dell�epoca elisabet-tiana introdussero queste pratiche nelle minieredella Cornovaglia, e tanto nella Gran Bretagnaquanto in Francia la rabdomanzia venne ap-plicata alla ricerca dell�acqua sino dal sec.XVII. Gli studi moderni intorno al fenomenoiniziano peraltro solo con la pubblicazione, ri-masta classica, dell�abate L. di Vallemont, �Laphysique occulte ou Traité de la baguette di-vinatoire� del 1693.

Il testo si caratterizza per la presa di posizionecontro la tesi, sostenuta da varie autorità del-l�epoca, secondo cui il fenomeno della rabdo-manzia si doveva ricondurre a influenza diaboli-ca. Il Vallemont sostenne ch�esso si doveva at-tribuire a cause prettamente naturali, e ne de-scrisse minuziosamente le varie modalità.Il termine rabdomanzia, deriva dalle parole gre-che rhábdos che significa �bacchetta� e man-téia che significa �divinazione�, e indica la tec-nica con la quale si individuano, come sopra detto,elementi nascosti, quali vene acquifere o qualsi-asi giacimento sotterraneo. Il termine radieste-sia, designa un�altra pratica affine alla rabdo-manzia ed è stato nel 1919 da H.Bayard eA.T.Boully, rabdomanti francesi, unendo l�idio-ma latino �radium� ( raggio ) con la parola gre-ca �aisthesis (sensazione, percezione). Questaindica una pratica che estende il campo operati-vo di indagine della rabdomanzia a corpi e so-stanze, usando strumenti più sensibili delle� bac-chette �, quali oggetti appesi a fili, corde o cate-ne che permettono di evidenziare percezioni suoggetti e persone non presenti, avendo a dispo-sizione parti piccolissime di esse. Per comple-tezza occorre specificare che esiste un ulterio-re estensione operativa denominata� teleradie-stesia � che si occupa di ricerche compiute adistanza su carte geografiche.Nella prefazione del libro di Amoretti, sono con-tenute alcune indicazioni fondamentali per chi siavvicina a questa fenomenologia: una di questeè inclusa nella frase: � ... di convincere general-mente gli uomini che esista una raddomanzia,presa nel senso giusto ...� .Questa frase indica chiaramente che c�è unsenso da cui prendere le distanze e credo di poteraffermare che sia quello che lega la rabdoman-zia al �milieu del magico�. Molti fenomeni chesfuggono alla scienza finiscono in questo �mi-lieu� e la �raddomanzia� come ElettrometriaAnimale e Massoneria (appunti di ricerca, boz-za aprile 2014) è sicuramente uno di questi. Amo-retti per questo coniuga la raddomanzia conl�elettrometria, per introdurla in quel sapere di

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cui si stava, al momento in cui lui scrive, elabo-rando la sistematizzazione scientifica.J.C.Maxwel l elaborò la prima teoria modernadell�elettromagnetismo raggruppando in un�uni-ca teoria tutte le precedenti osservazioni, espe-rimenti ed equazioni non correlate di questabranca della fisica che presentò alla Royal So-ciety nel 1864.Lo spettro elettromagnetico, che deriva da quellateoria, mostra l�immagine del mondo secondo lafisica, rendendo evidente come tutto ciò che cicirconda e siamo, sia in realtà una frequenza. Inestrema sintesi si può asserire che �L�elettro-metria animale� cioè la radiestesia individua que-sti valori e quelli che vanno oltre questa scala.L�elettrometria viene qualificata da Amoretticome � animale � in quanto gli animali sono ca-paci al pari degli umani di percepire queste fre-quenze e su questo organizzare rotte o rintrac-ciare sorgenti d�acqua. La rilevazione di questifenomeni nell�uomo è un sapere ancestrale eriposto nell�inconscio e pertanto non facilmenterintracciabile.Si crede comunemente che non tutti siano ingrado di rintracciarlo ma credo di poter testimo-niare il contrario sempre che questo sia�il lorovolere�. Occorre rilevare in estrema sintesi chela capacita rabdomantica si ritrova di genera-zione in generazione, anche se si è persa la me-moria di questa tradizione familiare e che essapossa essere trasmessa da un rabdomante aun�altro per contatto diretto.�Elettrometria animale� è quasi sempre ricon-dotta da chi ne scrive, dopo Amoretti, nel nove-ro delle scienze esatte quali la matematica e lafisica e non è mai almeno direttamente legataalle scienze umane fatta eccezione per la storiae la medicina. È utile a questo proposito citare illibro di Yves Rocard �la scienza dei rabdamanti� che compie per l�ennesima volta con l�auto-rità di uno scienziato riconosciuto, essendo fraaltro, stato direttore del laboratorio di fisicadella Scuola Normale Superiore di Parigi, l�in-quadramento di questo sapere nell�ambitodella fisica.

Credo ci siano oggi le condizioni culturali affin-chè le ricerche sopraddette possano integrarsicon ricerche che inquadrino questi fenomeninell�abito di discipline umanistiche come la filo-sofia, la psicologia, le neuroscienze e tutte lealtre, al fine coglierne meglio l�essenza di que-sto � Argomento non nuovo...�. In filosofia sipotrebbe richiamarsi ad esempio a I. Kant chegià dal 700� introducendo il concetto di � nou-meno�, ha indicato una realtà inconoscibile eindescrivibile.Il �noumeno� o cosa in sé è unconcetto-limite, può essere pensato ma nonconosciuto. La scienza conosce i �fenomeni�,perché cadono sotto i nostri sensi, ma non puòconoscere il noumeno che si può comunquepensare.È stato pubblicato recentemente, dopo cinquan-ta anni dalla morte, per volere testamentario del-l�autore, quasi aspettando i tempi migliori, il �Li-bro Rosso� di C.G.Jung, dove in uno dei � dialo-ghi interiori � riportati nel libro , scrive, riferen-do di un dialogo avvenuto nel gennaio 1914 frauna �entità A � e se stesso: �A� alza le mani perricevere ciò che ti aspetta�; Io �Che cosa è?Una bacchetta ?...�.Jung, al pari di Freud, era massone. Il celebrelibro �Il sogno� era una tavola per la loggia Vien-nese B�nai B�rith (Figli dell�Alleanza). Non cre-do sia azzardato rintracciare nella loro opera pro-fana riferimenti alla nostra tradizione massoni-ca. Di riferimenti � nelle neuroscienze � alle�competenze� degli emisferi celebrali ne esisto-no in quantità tale da permettere di ricompren-dere la radiestesia in un ottica condivisibile,sgombrando il campo da riduttivi giudizi.Altro approfondimento conoscitivo, può esseresvolto seguendo i paradigmi dell�arte. Nell�am-bito dell�esperienza artistica si possono trovareelementi di affinità con la radiestesia.L�esperienza artistica, per sua stessa naturasoggettiva, è sempre generata dall�esigenza disviluppare nuovi elementi cognitivi nelle sue di-verse dimensioni: archittura, scultura e pittura,solo per citare quelle di mia competenza. L�arterappresenta non tanto un ambito operativo fra

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le attivitàde l l �uomoquanto unamodalità qua-litativa cheguida la vo-lontà di ap-prendimentodella realtà.In Italia, ri-ducendo ge-o g r a f i c a -mente il cam-po di indagi-ne e, in con-s e g u e n z a ,omettendoautori straor-dinari (fran-cesi e tede-schi, comequale l�Aba-te A. Mer-

met che ha scritto �Comment J�opère�), trovia-mo il testo fondamentale a cui si rifanno i mag-

giori ricercatori e che è stato scritto dall�inge-gner Pietro Zampa nel 1940 col titolo �Elementidi Radiestesia, le meraviglie di una nuova scien-za�. Zampa scrisse altri testi sull�argomento ediventò direttore della collana editoriale dellacasa editrice Vannini dedicata alla radiestesia,tuttora attiva.Ci sono fra i testi di questa collana due di par-ticolare interesse che occorre segnalare: il pri-mo è intitolato �La Radiestesia applicata allamedicina� e il secondo �L�Energia svelata erilevata�. Il primo è scritto dal Prof. Dott. F.Bortone, S.J. missionario in Oriente e Cap-pellano dell�ordine dei Cavalieri di Malta ed èun testo che riprende tematiche già trattatedal Dott. A. Laprice nel suo �Radiestesiamedica� del 1948 e riguarda l�applicazionedella radiestesia alla medicina nella parte dia-gnostica.Il secondo volume citato è scritto da AristideViero che, partendo con un�altro testo �Geo-biologia tra Radiestesia e Rabdomanzia�, piùlegato hai contenuti classici delle pubblicazio-ni sull�argomento, orienta la Sua ricerca nel-l�ambito esoterico.

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L�autore è stato Presidente dell�Associazio-ne Italiana Radiestesisti di Milano, prima as-socaizione nata in Italia per promuovere la ra-diestesia e grazie a anche una pluridecennaleattività di rabdomante che lo ha portato a svol-gerere le sue ricerche acquifere anche nelcontinente Africano a seguito dei padri Com-boniani, ha orientato la propria ricerca allacomprensione della relazione esistenti fra leenergie telluriche derivanti da campi elettro-magnetici terrestri, e i luoghi � Sacri �.Dai rilevamenti radiestetici eseguiti emergeuna sostanziale costanza nella composizione,non materiale, dei maggiori siti sacrali qualiStonehenge, Chartres, o Castel del Monte. Inquesti luoghi mi sono recato personalmente eessendo stato � iniziato� da Viero a questisaperi, ho potuto constatare personalmente lacorrispondenza fra energie telluriche e archi-tettura. Viero ha pubblicato in un Suo recentetesto � Architetture antiche del sacro� un miodisegno che raffronta le dimensioni fisiche diStonehenge e di Notre Dame de Chartres.La mia indagine è poi andata oltre e si è indi-rizzata a individuare energie rilevabili attra-verso la radiestesia nei templi massonici tro-

vandone interessanti riscontri.Nella tradizione massonica si possono indivi-duare molteplici itinerari che rintracciano que-sto antico sapere al nostro ambito speculati-vo.Uno tra altri può essere quello che, partendodal celebre discorso del 1736 fatto da A.M.Ramsey, collega massoneria e cavalieri cro-ciati. I Templari furono i finanziatori e i pro-gettisti delle cattedrali, le stesse che ho visi-tato e rilevato nel Île de France.La mia esperienza nella realizzazione del nuo-vo Tempio nelle casa massonica di Arezzo miha permesso rintracciare in ogni elementocomposito, oltre alla componente simbolica,anche quella energetica.Devo altresì riportare che le tavole da metracciate nelle officine degli Orienti Toscanisono stati un occasione di ulteriore verifica eapprofondimento diretto di questa ricerca chesi è arricchita del contributo degli interventipositivi dei Fratelli.L�elettrometria animale per dirla ancora una voltacon Amoretti, è un ottica di ricerca esoterica-molto particolare che permette di cogliere aspettirituali spesso non comprensibili se non per as-

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sunto tradizionale quali per esempio il senso diimpugnare �bastoni� o eseguire particolari mo-vimenti.

I Saggi dicono che ogni uomo sia libero in ragio-ne dell�autonomia che ha di configurare la pro-pria immagine del mondo. A questo diritto vo-glio aggiungere il �diritto all�opacità� ben defini-to da Claudio Magris nel suo recente libro daltitolo � Segreti e no �.Il diritto a non essere trafitti nel nostro esserepiù intimo dalla conoscenza razionale neppurese usata dalle persone che condividono la pro-pria esistenza. È in questo ambito che credo vadainquadrata da Noi � iniziatiati� questa praticaantichissima che diviene se � presa nel sensogiusto � elemento di esperienza interiore capa-ce di mostrare l�immensità e potenzialità del no-stro essere profondo.

Note1. Per un inquadramento storico approfondito siconsiglia www.airmilano.net

Fonti bibliograficheCarlo Amoretti, �Della Raddomanzia ossia Elet-trometria Animale, ricerche fisiche e storiche�,ed. G. Marelli, Milano 1808.

Cei, �Bibbia di Gerusalemme� EDB,1974, Bo.L. di Vallemont, La physique occulte ou Traitéde la baguette divinatoire, Parigi 1693.Yves Rocard, �la scienza dei rabdamanti�,ed.Longanesi & C, Milano 1990.Abate Mermet � Comment J�opère� Edition dela meson de la radiesteshésie, Parigi 1935.Pietro Zampa, �Elementi di radiestesia , le me-raviglie di una nuova scienza�, ed. Vannini, Bre-scia 1940.Prof. Dott. Fernando Bortone, S.J. , � la radie-stesia applicata alla medicina�, ed. Vannini, Bre-scia.Aristide Viero � Geobilogia tra radiestesia e rab-domanzia�, ed. Vannini, Brescia 1999.Aristide Viero �L�energia svelata e rilevata�, ed.Vannini, Brescia 2002.Aristide Viero � Architetture antiche del sacro�ed.Editoriale Delfino, Milano 2006.Claudio Magris ,� Segreti e no�, ed. Bompiani,Milano 2014.

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Recensioni e segnalazioni bibliografichea cura di Matteo Ranalli

Charles W. Leadbeater, La vita nascostadella Massoneria, Atanòr, 2013Lo scopo della presente Opera è duplice e com-plementare, ovvero il tentativo di rintracciareun�origine dell�Arte Reale, che sia di molto an-teriore alle gilde medievali ed ai Collegia del-l�antica Roma, attraverso uno studio approfon-dito della simbologia, dei rituali e delle cerimo-

nie massoni-che. «La fra-tellanza mas-sonica» �scrive l�A.nell�introdu-zione � «dif-ferisce da tut-te le altre so-cietà nel fattoche i candida-ti entrano ben-dati, e nonpossono rice-vere molte in-formazioni di

essa finché non diventano membri veri e propri.»Sull�origine della Massoneria la tesi del Lead-beater è molto chiara. Secondo l�A., tenuto contodella segretezza dei misteri nell�antichità e dellaquasi impossibilità di tracciare una completa eperfetta discendenza massonica dai documentidisponibili, fu Mosè, straniero cui venne con-sentito d�accedere agli insegnamenti segreti degliEgizi, a passare la sua sapienza alla linea sacer-dotale ebraica e che quindi sopravvisse, nonsenza alterazioni, fino ai tempi di Davide e Salo-mone. Purtroppo, pur essendosi conservata laparte esteriore delle cerimonie, si era perdutauna parte importante della tradizione e del suosignificato. Fu Re Salomone ad aver sostituito,all�interno del rituale, le parole ebraiche conquelle egizie originali. Tuttavia la Massoneria ègiunta in Europa attraverso linee di discendenza

ebraiche, ma assieme ad ulteriori influenze dialtra matrice; per tale motivo l�A. non ritiene dirintracciare un�unica discendenza d�ortodossiamassonica. Lo studio della simbologia massoni-ca del Leadbeater intende superare un�interpre-tazione ridotta al solo dominio morale, perché ildesiderio massonico dev�essere quello di ver-sare le acque della conoscenza esoterica neirecipienti massonici. L�A. utilizza la metaforadel bruco che mangia la foglia. La percezionedel bruco, infatti, si estende poco più in là dellafoglia sulla quale striscia: quanto risulta difficileal bruco trascendere i suoi limiti, allargare la suavisuale e comprendere che la sua foglia è partedi un enorme albero con milioni di foglie.L�Opera contiene, oltre ad un�ampia trattazionedi tutti e tre i gradi massonici, anche un�ampiatrattazione sulla loggia, gli alti gradi e la spiega-zione di due interessanti rituali provenienti dal-l�antico Egitto. Nel primo rituale si espone inmodo chiaro la volontà del Maestro Venerabiledi intercedere presso il Dio Ra, il logos solareche si manifesta attraverso il sole, affinché sve-li l�occulta luce. Il M.·. V.·. - rispondendo alPrimo Sorvegliante - dice «Ra svela la Sua lucequando noi sveliamo la nostra. Dai, cosicché tupossa ricevere.» Per quanto concerne l�esposi-zione sul grado di Maestro il Leadbeater fa no-tare che, mentre il fulcro del lavoro del Compa-gno d�Arte è la scoperta del centro, il MaestroMassone vede, in questo centro, il luogo, ovespera di trovare la verità perduta. In questo cen-tro il Maestro scopre il supremo segreto dellavita trovando al suo interno il sé più profondo, laMonade e triade superiore, ovvero la scopertadella verità attraverso il raggiungimento dellaconsapevolezza che egli è, ed è sempre stato,un tutt�uno con Dio. Gli uomini sono persi nellabirinto della vita, in una grande e terribile fore-sta, ed il loro scopo nella vita è fuggire da essa etrovare la vera felicità, ovvero la natura del pro-prio sé autentico ed essenziale. Gli strumentidel terzo grado sono il Sisaro, per indicare ovescavare le fondamenta della costruzione, lamatita, per disegnare l�edificio e dare istruzioni

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precise agli operai, ed il compasso, affinché leproporzioni siano adeguatamente soddisfatte. E�il cammino della coscienza: dalla squadra al com-passo, dal quadrilatero al triangolo, e da que-st�ultimo al punto, dal sé superiore alla Mo-nade. Il sisaro rappresenta l�azione della Mo-nade, mentre gira attorno ad un perno, emanan-do la rete della vita, proprio come un ragnotesse la tela dal suo corpo. La matita segna ilsentiero o raggio della Monade, la linea dellavita e dell�opera che il Maestro deve scoprire esu cui deve specializzarsi. Il compasso è emble-ma del triangolo, ovvero i poteri dello spirito tri-partito che deve utilizzare nella sua opera. L�in-vito dell�A. è quello di studiare il lato nascostodella vita di ogni giorno, proprio per ottenere moltodi più da essa. La vita e ciò che possiamo faredi essa dipende in larga parte da quanto questerealtà occulte sono per noi reali: qualsiasi cosafacciamo, dovremmo sempre pensare alle con-seguenze invisibili delle nostre azioni.

Ernesto Buonaiuti, Lo Gnosticismo. Storiadi Antiche lotte religiose, Mimesis, 2012Ernesto Buonaiuti (1881-1946) fu sacerdote,teologo e storico del Cristianesimo delle origini.Una voce originale, libera ed osteggiata, su cui,da molti anni, è caduta una vera e propria dam-natio memoriae. Mimesis presenta una nuovaedizione dell�opera giovanile del Bonaiuti, L�Ope-ra è un excursus sulle fonti, gli autori e le dina-miche storiche dello Gnosticismo e della suadottrina. Nonostante lo scritto sia apparso perla prima volta nel 1907, è riuscito a mantenereintatto, negli anni, una sua originalità ed una suaprofondità di pensiero. Certo, l�Opera va lettatenendo in considerazione lo status dell�A., cheperò non inficia lo spessore delle sue conoscen-ze ed i risultati delle sue ricerche. Per l�A., in-fatti, i problemi letterari, cronologici e critici nonpossono essere isolati dagli eventi che li deter-minarono e che a loro volta crearono una com-plessa ramificazione d�eventi; in sintesi, la sto-ria del Cristianesimo, dell�Impero romano e del-

lo Gnosticismonon possonoscindersi. Egli,a tal riguardo,parla delloGnosticismocome diun�enigma.Lo definisceun�esaltazionefebbrile di spe-culazione teo-logica che,sbocciata in-torno alla cul-la del Cristia-

nesimo nascente, è andata sviluppandosi per tuttoil II e III sec., viziando tutta l�atmosfera religio-sa. L�A. identifica la Gnosi con la Conoscenzae fa dello gnosticismo un sistema che, pieno difiducia nelle capacità iniziali della ragione, cre-de di risolvere i vari problemi dell�essere consicurezza e fuori da ogni illuminazione esterio-re; gnosi come contemplazione superiore del-l�infinito. Lo gnosticismo si chiude in una termi-nologia di mistero ed in un�aristocratica riser-batezza, che, cionondimeno, riesce realmentead insidiare la tradizione evangelica. Per usarele parole di E. H. Schmitt: �Noi possediamo unascienza, non una conoscenza... Gnosi è la con-templazione dei fatti del proprio interno, e perquesti e in questi la penetrazione del vincolo cheunisce i vari gradi di tutti i fenomeni�. Non acaso il sottotitolo dell�opera è storia di antichelotte religiose: lo gnosticismo è questo perennecammino di lotta della luce contro le tenebre.

Claudio Bonvecchio, Esoterismo e Mas-soneria, Mimesis, 2007Claudio Bonvecchio firma un�Opera di ampiorespiro, in cui tratta la Massoneria e la sua di-mensione esoterica. Nel primo capitolo, intitola-to dal titolo �L�ombra della Libera Muratoria�l�A. definisce la Massoneria come un continente

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dimenticato,perduto os o m m e r s o ,paragonandolaad Atlantide.La sua esi-stenza prose-gue da tempoimmemorabile,eppure nessu-no si sogne-rebbe di defi-nirla un relittoo b s o l e t o .L�opinio com-munis vede il

Massone con sospetto, magari al centro dei piùdisparati complotti. Ciononostante, andando ascavare nel profondo, quest�ombra massonicasi fa via via luce, perché è innegabile il contribu-ito dato dai massoni nel corso dei secoli nellosviluppo della civiltà occidentale ed europea.L�Ordine massonico richiede ai suoi membri dicercare la luce, di perfezionarsi costantementeed è solo dal miglioramento individuale che puòavvenire quello collettivo. Nel secondo capitolol�A. analizza la Tradizione e, nel paragrafo �Cosanon è la Libera Muratoria�, analizza i rapportitra Libera Muratoria ed estetismo, religione, ideo-logia e filosofia. Sul concetto di Tradizione,l�esposizione dell�A. si rifà a grandi linee, am-pliandola, alla tripartizione del Faivre nei filonipurista, eclettico ed umanista. Il Bonvecchio fanotare giustamente come la Tradizione si possaconsiderare come �l�immagine simbolica dellognostico Pleroma (la pienezza dell�essenza di-vina) contrapposta al Kenoma: il regno del nul-la, del relativismo assoluto, dell�assenza di sen-so in cui l�uomo tende, da sempre, a precipitarese non scopre il Pleroma in se stesso�. In que-sto senso la Tradizione rappresenta l�esistenzadi un centro interiore in cui il Macrocosmo con-verge al Microcosmo, cioè l�uomo, e viceversa.Un altro aspetto rilevante è l�affermazione del-l�A. Secondo cui la psicologia analitica junghia-

na si può considerare interamente inserita inun contesto tradizionale anche se operantein un contesto ed in un linguaggio diverso.L�A., inoltre, sottolinea ne �L�Esoterismo e LaLibera Muratoria�, rifacendosi ad E. Zolla, chesi deve evitare d�intendere l�esoterismo comeuna via di fuga dai problemi esistenziali dell�uo-mo. L�esoterismo è un tentativo dell�uomo diportarsi �oltre� e di ricercare una verità, adog-matica, universale e perenne.

Frederick Graham Speidel, L�Eredità Tem-plare nella Massoneria. Il Rito di York. Acura di Franco Valgattarri, 2010Questo libro, edizione italiana de The York Riteof Freemasonry, tratta principalmente i conte-nuti simbolici ed esoterici del Rito di York, cer-cando di tracciar-ne lo scenariostorico e renden-done note lestrutture e le fi-nalità di tale si-stema. V�è dadire che in Italia,all�interno deglistudi sulla Mas-soneria, alla trat-tazione di questorito non si è con-cesso mai moltospazio. Lo Spei-del, morto nel 2000, fu Cavaliere della GranCroce d�Onore di York e fu Gran Commenda-tore dei Cavalieri Templari del North Carolina(U.S.A.). Il Poema Regius narra la leggenda diYork, secondo cui Athelstan, nipote di Alfredo ilGrande, che governò l�Inghilterra dal 924 al 940,fu un grande protettore della Libera Muratoria,avvalendosi del lavoro dei suoi componenti perl�edificazione di molti castelli, monasteri, abba-zie, fortezze. Inoltre la leggenda narra che a luisi deve l�iniziativa di indire assemblee generalidegli appartenenti alla corporazione dei costrut-

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tori, al fine di dibattere dei problemi comuni eper fissare norme di comportamento eguali pertutti. Con apposito editto, autorizzò i Liberi Mu-ratori a tenere un�assemblea una volta l�annonella città di York, al centro dell�Inghilterra. Daallora York legò il suo nome ai fasti della LiberaMuratoria. Infine leggenda vuole che lo stessoAthelstan nominò il fratello Edwin Gran Mae-stro e che la prima Gran Loggia si tenne a Yorknel 926. Re e principe furono protettori e mece-nati della massoneria operativa, cioè dei veri epropri costruttori d�edifici. Nel libro in questio-ne la storia della massoneria viene ripercorsaanche attraverso l�edificazione di edifici veri epropri, come l�unica e importante costruzione inpietra che rimane del periodo sassone, che sitrova a Londra, nella cripta della Abbazia diWestminster. E� proprio durante il periodo goti-co, più precisamente dal 1312 in poi, cui corri-sponde l�introduzione dell�arco a sesto acuto -al posto degli archi a tutto sesto,che inficiavanola statica complessiva - che molti templari, esper-ti conoscitori dei segreti costruttivi del goticocistercense, cominciano a confluire nella cor-porazione, anche e soprattutto al fine di sfuggi-re alle persecuzioni. Molto interessante la quar-ta parte, dal titolo �La Commenda dei CavalieriTemplari�, una vera e propria rassegna dellacosiddetta Massoneria Cavalleresca. Il volumemette in luce come la Commenda dei CavalieriTemplari fondi i suoi principi attraverso un eso-terismo biblico tratto dal Nuovo Testamento esull�insegnamento morale della pratica di virtùcristiane.

Alfredo Di Prinzio, Misteri della Tradizio-ne Ermetica. Svelando e rivelando, Atanòr,2014In quest�opera vengono raccolti gli articoli diAlfredo Di Prinzio, già noto autore di opere ar-tistiche a carattere esoterico, pubblicati nella ri-vista Hera. L�intento di questa raccolta è quellodi offrire ai lettori ignoti motivi di meditazionee di elevazione spirituale. Infatti l�A. non cer-

ca di sedurre o fascinare, quanto piuttosto disuscitare curiosità nel lettore. Nel quarto capi-tolo, dal titolo �Nigra sum sed formosa, Il SacroGraal e la Merkaba�, l�A. affronta il misterodell�Opera delCarro, LaMa�aseh Me-rkabah, testo dimistica ebraica;il nome è utiliz-zato in Ezechie-le (Ezechiele 1,4-26) con riferi-mento al carro-trono di Dio conangeli dettiChayyot. L�A.divide la parolain tre parti:MER-KA-BA. �Mer�, radice della parola egi-zia �Amore�, che fa parte del �Mrrm�, o �MER-REM�, che significa Amore dell�uomo o del-l�Umanità, secondo la lingua degli antichi egizi.Sempre secondo la stessa lingua, il �KA�, indi-ca la parte luminosa e Spirituale dell�individuo,mentre il �BA� rappresenta l�anima mediatri-ce fra il corpo spirituale e quello fisico. Indefinita la Merkabah - secondo l�A. - è l�uni-ficazione dei tre corpi dell�uomo o dei tre fuo-chi che agiscono in lui Fuoco d�Ariete nellatesta, Fuoco del Sagittario nel sesso e Fuocodel Leone nel cuore. Parimenti i greci chia-mano questi tre centri PHILOS nella testa,EROS nel sesso e AGAPE, nel cuore; men-tre la Chiesa Cristiana li chiama Padre, Figlioe Spirito Santo. Parimenti nel Tempio Masso-nico li ritroviamo rappresentati come Miner-va la Sapienza, Ercole la Forza e Venere laBellezza. Per l�A. Merkabah è l�unificazio-ne dei tre centri, operata attraverso unprofondo lavoro di sublimazione delle for-ze dell�Eros. Molto suggestive sono le im-magini artistiche del Di Prinzio che si alterna-no nei paragrafi di questo libro, suggerendocosì profonde meditazioni.

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Risorgimento e Massoneria, a cura di AldoA. Mola, Luigi Pruneti, Atanòr, 2013Sul Risorgimento italiano la storiografia non èmai riuscita a convergere su una visione com-plessivamente comune. Questa pregevolissi-ma raccolta di saggi è composta da due parti.La prima, �Uomini ed eventi�, è una disaminasui protagonisti e gli eventi che portarono al-l�unificazione dell�Italia. La seconda, �Gli in-tellettuali e la cultura�, è un�analisi sul pro-cesso di unificazione, dopo secoli di divisoneregionalistica. Questa raccolta di saggi offredei contributi fondamentali per comprenderequesto passato comune e spesso dimenticato.Nella Premessa L. Pruneti afferma esplicita-mente - e con determinazione - che il proces-so d�unificazione italiana non fu solo luce, mavi furono anche numerose ombre, ignorate enascoste, per un vezzo, tutto italiano, di volerpreferire l�agiografia alla storia.Proseguendo, l�A. afferma che �fu messa inatto una italianizzazione forzata, che non ten-ne conto delle popolazioni costrette a sovven-zionare il decollo del Regno attraverso un fi-scalismo violento e la tassazione della carne,rappresentata dal servizio obbligatorio di leva.Il brigantaggio non fu un fenomeno criminale,ma una rivolta delle plebi meridionali, vessatee irrise nei loro valori e nelle loro tradizioni.Tuttavia il Risorgimento riuscì a produrre edisseminare idee, diritti e libertà.�Tra i vari saggi quello che suscita sicuramen-te curiosità è �La massoneria, la �bandiera eu-ropea� e l�emblema della Repubblica italiana�di Aldo A. Mola, in cui l�A. si chiede quandoed in quali modi la massoneria abbia concor-so a codificare i segni distintivi dello Stato ita-liano. Un�indagine di difficile soluzione, bastipensare che solo il 25 Aprile del 1872 la Co-stituente convocata a Roma deliberò la deno-minazione della libera muratoria nel regno(�Massoneria Universale - Famiglia italiana�),la separazione del governo dell�Ordine (Gran-de Oriente) dai Riti ed il motto (Libertà, Ugua-glianza, Fratellanza). Inoltre sancì che �La

bandiera e le insegne della Massoneria italia-na sono di color verde listato di rosso�. Ma -come fa notare giustamente l�A. - tali colorinon derivavano nè dalla Massoneria univer-sale, azzurra, nè da quella Scozzese, rossa.La tesi sostenuta dall�A. è che la massoneriaitaliana �crebbe con un piede nel Paese e unonell�Utopia universalistica�; una tesi senzadubbio severa,ma difficil-mente contra-stabile.Contenuto del-l�opera. ParteI, Uomini edeventi: AldoA. Mola Mitoe realtà dellaCostituzionespagnola del1812 nell�uni-f i c a z i o n ed�Italia (1814� 1861); S. Rogari Idee, movimenti e partitinel Risorgimento italiano; A. Combes La mas-soneria francese e la questione romana; J. A.Ferrer Benimeli La Spagna e l�unificazioneitaliana. La questione vista dalla Spagna; M.Severini L�eredità della Repubblica Romana;G. Adilardi Il clero patriottico di metà Otto-cento; B. Di Porto Roma e Gerusalemme. Duepoli di universalità; G. Romanato La soppres-sione degli enti ecclesiastici italiani (1848-1873); T. L. Rizzo Il dramma dell�italiano Gio-vanni Mastai Ferretti (Pio IX); A. ZarconeGenerali e massoneria tra Risorgimento e fa-scismo. Indagine su un rapporto inesistente;L. Pruneti La massoneria e la guerra di Li-bia; A. A. Mola, La massoneria, la �bandieraeuropea� e l�emblema della Repubblica ita-liana; E. Bonaccorti A proposito del ricono-scimento dell�inno nazionale.Parte II, Gli intellettuali e la cultura: L. Pru-neti Scuola, personale docente e massonerianell�Italia del secondo Ottocento; A. G. Ricci

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Roma e Garibaldi nei grandi poeti nazionali;I. Li Vigni �Il poco o il niuno amor nazionaleche vive in noi�. Leopardi e l�idea d�Italia; C.Ceccuti Le origini del giornalismo politico nel-l�Italia dell�Ottocento; M. Biondi Riviste, eli-tes intellettuali, strategie e disegni del primoNovecento; D. Conte Italia e continenti mo-rali: Benedetto Croce e Thomas Mann; N.Perrone Un ispettore itinerante della masso-neria prima della Rivoluzione del 1799; V.Meattini Da Leopardi a Rensi. Nichilismo eonestà dello scetticismo.

Tullio di Fiore, Massoneria e chiesa cat-tolica. Dall�incompatibilità alle condizio-ni per un confronto, Dario Flaccovio Edi-tore, 2013Il presente saggio nasce da un�esperienza per-sonale dell�A., cattolico e responsabile dio-cesano e regionale del Gruppo di Ricerca eInformazione Socio-religiosa (GRIS), con l�in-tento di suscitare un avvicinamento per unareciproca comprensione.L�A. tenta di esplorare quelle che possonoessere le possibilità e le condizioni per un av-vicinamento tra la Chiesa Cattolica e la Libe-ra Muratoria; e quindi non un semplice dialo-

go. È bene dire chiaramente che questo libronon riesce a pieno nell�intento per un proble-ma che inficia fin dall�inizio questo tentativoe cioè che l�A. confronta due cose che nonsono uguali: pone la chiesa Cattolica sullostesso piano della Massoneria (più specifica-tamente la GLRI). Un confronto del genere,non tenendo conto che la Massoneria non puòridursi ad un credo religioso, rende di fattoimpossibile giungere ad un risultato soddisfa-cente. Tuttavia va non solo premiato uno sfor-zo intellettuale onesto e sincero, ma anche labreve ma approfondita ricostruzione storica ela contestualizzazione dei documenti pontifi-ci. Una ricostruzione non di poco conto, te-nendo conto che i documenti vanno dal 1738al 1884, ovvero dalla In eminenti alla Huma-num genus. Il loro contenuto è confluito nelcanone 2335 del CIC (Codice di Diritto Ca-nonico) del 1917, scomunicante ipso facto gliappartenenti alla Massoneria.Tale scomunica scompare nell�edizione delCIC del 1983, che non fa più menzione deimassoni. Ciononostante - ed è questo l�aspettodi non secondaria importanza e spesso dimen-ticato - che per la Congregazione per la Dot-trina della Fede rimane una sostanziale incom-patibilità, per un cattolico, di accedere al me-todo massonico, se non sotto pena di gravecolpa.Come confermato anche dalla dichiarazionedi Würzburg del 1980: � La Libera Muratorianon è mutata nella sua essenza. Un�apparte-nenza ad essa mette in questione i fondamen-ti dell�esistenza cristiana. L�esame approfon-dito dei Rituali della Libera Muratoria e delmodo di essere massonico, come pure la odier-na immutata autocom-prensione di sé, metto-no in chiaro che l�appartenenza contempo-ranea alla Chiesa cattolica e alla LiberaMuratoria è esclusa� (cfr. Dichiarazionedella Conferenza Episcopale Tedesca circal�Appartenenza di Cattolici alla Massoneria,in Civiltà Cattolica, anno 131, v. III, Quader-no 3121, luglio 1980).