Il Giradischi

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Introduzione

Sebbene possa sembrare anacronistico parlare oggi di grammofono o giradischi (o più in generale di riproduzione

musicale analogica), questa tipologia di sorgente sonora ha, per fortuna, ancora il suo buon seguito grazie ad

appassionati ed estimatori del suono vero, quello non digitalizzato, quello che amo definire “suono 2.0” e che non potrà

mai essere sostituito dal suono 5.1. Nella stragrande maggioranza dei casi la credenza che il CD abbia una qualità audio

migliore del disco in vinile, si è fondata sul fatto che il giradischi, per suonare come si deve, ha la necessità di essere

ben tarato e, per far ciò, ci sono alcuni aspetti tecnici di quest’ultimo che devono essere conosciuti: da ciò, ahimè, non si

può prescindere.

L’intento di questa guida altro non vuole essere che quello di tornare utile a coloro i quali si avvicinano per la prima volta

all’utilizzo del giradischi e non hanno familiarità né con la terminologia legata a quest’ultimo, né con la sua installazione e

regolazione.

Per quanto riguarda la terminologia tecnica, procederemo nell’illustrarla man mano che andremo avanti e che la

incontreremo; una volta compresa quest’ultima, procederemo con la descrizione del processo di regolazione.

Com’è fatto un giradischi

Molto, molto in breve, il giradischi è oggi un apparecchio elettronico composto essenzialmente da una struttura di base

solida sormontata da un disco rotante sul quale viene poggiato il disco. Ruotando, ciò che è inciso nei solchi del disco

viene letto grazie ad una particolare puntina collegata al resto della struttura per mezzo di un braccio mobile. La puntina

decodifica ciò che è inciso nei solchi trasformandolo in segnale elettrico analogico; questo segnale, attraverso le uscite

del giradischi, viene inviato all’amplificatore e da qui agli altoparlanti. Questo è ciò che la maggior parte della gente

conosce ed a grandi linee è corretto. Andiamo quindi ad analizzare e comprendere più in dettaglio i vari componenti che

costituiscono il giradischi e la loro interazione col resto del sistema.

Il telaio del giradischi

La base (o telaio) del giradischi poggia normalmente (dico normalmente in quanto ci sono diverse tipologie di telaio) su

quattro piedini regolabili in altezza ed ammortizzati che servono a livellarlo sul piano dove dovrà prendere posto ed a

stabilizzarlo da eventuali piccole vibrazioni che potrebbe ricevere. A seconda del tipo di giradischi, il telaio può essere

rigido o flottante. Il telaio rigido ha la caratteristica di essere particolarmente facile da regolare anche se, a differenza

di quello flottante, è più sensibile alle vibrazioni e quindi, se non regolato ed installato a dovere, potrebbe portare alla

generazione dell’effetto “Larsen”. Il telaio flottante, invece, è un tipo di telaio libero di muoversi e di ammortizzare quindi

le piccole vibrazioni.

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Il telaio flottante, si compone invece di un telaio esterno e da un controtelaio interno disaccoppiato dal precedente

tramite un sistema normalmente composto da molle (in realtà le modalità di disaccoppiamento sono molteplici ed alcune

persino stravaganti come supporti in gomma, aria compressa eccetera). I giradischi a telaio flottante sono generalmente

molto più costosi e particolarmente difficili da installare rispetto a quelli con telaio rigido; questa difficoltà d’installazione

fa si che spesso sia ritenuta una scelta migliore optare per un giradischi a telaio rigido che può essere installato con

precisione senza particolari problemi e quindi, suonare meglio senza bisogno di continui aggiustamenti e tarature

(almeno per quanto riguarda il telaio). Nel corso di questo documento si farà sempre riferimento a giradischi con telaio

rigido. Al di sopra del telaio troviamo il piatto del giradischi che viene fatto girare trasferendogli il moto generato da un

motorino elettrico.

La trazione del giradischi

Un aspetto molto importante del giradischi, è la modalità di trasferimento del moto generato dal motorino elettrico al

piatto che farà girare il vinile: migliore sarà la qualità della trazione, tanto più il sistema sarà esente da vibrazioni.

Possiamo considerare due differenti tipologie di trazione: la trazione a cinghia e la trazione diretta.

La trazione a cinghia ha la peculiarità di permettere un buon isolamento dalle vibrazioni che il motorino, durante il suo

funzionamento, produce. Il moto generato dal motore elettrico viene trasferito al piatto da una cinghietta di diametro

circolare o piatto. Questo permette di posizionare il motorino sia internamente al telaio che esternamente allo stesso; nel

primo caso il motorino è posizionato sotto al piatto rotante e, tramite la cinghia, viene trasferito il moto del motore ad un

sottopiatto che mette in movimento il piatto del giradischi. Nel secondo caso, quando il motore elettrico è posizionato

esternamente al telaio, la cinghia trasferisce il movimento direttamente al piatto scorrendo sul bordo dello stesso.

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La trazione diretta, invece, vede il motorino posizionato esattamente sotto al piatto e collegato a quest’ultimo

direttamente, senza alcun elemento di trasmissione. Questa tipologia di trasmissione, se implementata a dovere, da

ottimi risultati qualitativi in quanto non vede alcun elemento esterno ed elimina i problemi di usura, manutenzione e

sostituzione della cinghia che deve trascinare il piatto del giradischi. Un esempio storico di ottima implementazione del

sistema a trazione diretta è senza dubbio il “Technics SL-1210” (e successivi modelli).

Il braccio del giradischi

Altro elemento principe del giradischi è il braccio di lettura. Può assumere diverse forme ed essere costituito da differenti

materiali con l’obbiettivo di renderlo il più possibile rigido e soprattutto leggero. Possiamo paragonarlo ad un tubo dove al

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suo interno scorrono i fili che portano il segnale elettrico alle uscite audio del giradischi. Tra questi, possiamo distinguere

tre tipologie differenti: il braccio di lettura dritto, il braccio ad S ed il braccio di lettura tangenziale. Il braccio di lettura

dritto permette di ottenere un braccio che abbia una massa (un peso) più bassa, in genere, rispetto agli altri due in

quanto, semplicemente, la quantità di materiale che lo costituisce è minore; in seguito vedremo cosa comporta questa

caratteristica.

Il braccio ad S è così strutturato per tentare di ridurre il più possibile l’errore di lettura tangenziale (altro argomento che

verrà trattato in seguito) ed al contempo essere ben bilanciato rispetto ai primitivi bracci curvi.

Infine, abbiamo i tanto blasonati bracci a lettura tangenziale; si tratta di bracci particolarmente articolati nonché costosi

che promettono di annullare l’errore di lettura tangenziale in quanto permettono di spostare la puntina sul disco

scorrendo sull’asta che li equipaggia.

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La testina del giradischi (il fonorivelatore)

Come detto precedentemente la testina, o fonorivelatore, è quel componente del giradischi che permette di trasformare

in musica ciò che è stato inciso nei micro-solchi del nostro amato vinile; senza addentrarci troppo in ambito

elettrotecnico, possiamo definire il fonorivelatore come un trasduttore, un dispositivo cioè che permette di trasferire

energia da un punto ad un altro alterandone alcune caratteristiche al fine di poter rendere questa energia sfruttabile in

base alle nostre esigenze finali. Nel nostro caso, il dispositivo, viene sfruttato per convertire l’energia prodotta dalle

vibrazioni che si creano quando la puntina scorre nel solco del disco in segnale elettrico. Sebbene andremo in seguito

ad analizzare in dettaglio le parti dalle quali è composta, possiamo descrivere la testina come composta da una puntina

o pick-up di diamante collegata al resto del corpo tramite un piccolissimo braccetto di materiale rigido chiamato

cantilever ancorato al resto del corpo della testina tramite un fulcro siliconico che le permette così di oscillare

liberamente. Le testine possono essere classificate in tre principali famiglie: “MM” (Moving Magnet – Magnete Mobile),

“MC” (Moving Coil – Bobina Mobile) e quelle dette a “Riluttanza variabile” o “Ferro Mobile”.

Testina MM

Le testine a MM vedono il cantilever che sostiene un piccolo magnete libero di muoversi tra due piccolissime bobine

fisse (se stereo, una bobina se mono). Il magnete posto all’estremità opposta della puntina vibra e quindi si muove, in

base alla conformazione del solco nel quale scorre in modo da tale da creare un micro generatore elettromagnetico ed

inducendo così una piccola corrente nelle bobine generata dal campo magnetico che si viene a creare. In base al

movimento il campo magnetico aumenta e diminuisce generando così il segnale udibile tramite gli altoparlanti. Le testine

MM sono caratterizzate da un buon livello di segnale d’uscita che si aggira attorno ai 3/5 millivolt.

Testina MC

Questo tipo di testine, hanno un funzionamento pressoché inverso rispetto alle precedenti: in questo caso, troviamo le

bobine posizionate sul cantilever dello stilo che si muovono all’interno di un campo magnetico fisso che viene modificato

dal movimento generando così corrente. Le bobine che costituiscono questa tipologia di testina, sono costituite da

avvolgimenti di filo sottilissimo che permette quindi di avere un peso inferiore rispetto alle testine MM con conseguente

maggior reattività nel tracciamento del solco, quindi maggiore fedeltà audio e maggiore estensione in frequenza. A

differenza delle testine MM la tensione di uscita generata con questo sistema è notevolmente inferiore (nell’ordine di

poche centinaia di microvolt) in quanto gli avvolgimenti che costituiscono le bobine devono essere minimi per non

appesantire troppo il tutto; ciò rende necessario pre-amplificare il segnale prodotto prima di poter essere prelevato

dall’amplificatore.

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Testina a riluttanza variabile

Questa tipologia di testine (molto meno diffusa delle precedenti) hanno un elemento ferroso collegato al cantilever

“immerso” in un campo magnetico creato da un magnete fisso; vibrando in base alla lettura effettuata dalla puntina sul

disco, l’elemento ferroso, genera una sorta di “perturbazione magnetica” nel campo del magnete. Anche in questo caso,

la variazione di campo magnetico permette di fornire il segnale elettrico.

Lo stilo (pick-up)

Lo stilo o puntina (in inglese pick-up) venivano originariamente costruite in acciaio o fibra con l’estremità appuntita che

permetteva loro di affondare bene nel solco del disco. Essendo una delle componenti del giradischi più soggette ad

usura, poteva essere sostituita all’occorrenza. Oggi, dopo aver sperimentato diversi materiali (quali ad esempio lo

zaffiro) è stato riconosciuto come standard costruttivo il diamante. Lo stilo, come è facile intuire, è una delle parti più

cruciali del giradischi in quanto rappresenta l’unico contatto della macchina col disco (tolto il piatto dove poggia). E’ la

parte che si occupa di trasferire le proprie vibrazioni al resto del sistema e ci si aspetta che svolga questo compito con

precisione per due motivi fondamentali: deve leggere fedelmente ciò che è inciso e non deve usurare il supporto (il

vinile).

Il cantilever

Il cantilever è una sorta di “tubicino” che sostiene il pick-up di lettura. Nelle testine più commerciali ed economiche è

costituito da alluminio o boro, in quelle più ricercate, possiamo trovare cantilever fatti da rubino, diamante, berillio o

addirittura fibra di carbonio per le loro caratteristiche intrinseche di leggerezza ed allo stesso tempo di grande rigidità.

La regolazione del giradischi

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Glossario tecnico V.T.A. :

o Vertical Tracking Angle

Azimuth :

o L’azimuth è

Cantilever :

o webwbgv

Testina - Fonorivelatore

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Headshell

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Stilo – Puntina - Pick-Up

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