Il Giornale dell'Handball - Set/Ott

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Il Giornale dell'Handball - N. 5 (Settembre/Ottobre)

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ProprietàFederazione ItalianaGiuoco HandballStadio Olimpico00196 RomaTel: 0039-06-36858250Fax: 0039-06-3685332

PubblicazioneTelematica BimestraleIscrizione Tribunale Civiledi Roma 30/2012del 13.02.2012

Direttore ResponsabileFrancesco Purromuto

Consiglio FederaleFrancesco PurromutoGiuliano PolettiAdriano La CroixMario BazzanellaAnnalisa BonatiFranco ChionchioAngelo DicaroloAldo Di DarioGiovanni FiliceMaurizio IfrigerioGiuseppe Lo DucaMaria Grazia MelchioriAldo ModicaGiovanni SaporitiAntonio Stanzani

Segretario GeneraleAdriano Ruocco

Collegio Revisoridei ContiGiovanni VeroneseEmanuela CapobiancoClaudio CusanoMaria Luisa GiordanoFabio Tinari

FotografieArchivio FIGH

Le opinioni espresse negli articoli nonriflettono necessariamente il punto divista ufficiale della FIGH. Il materialepubblicato è coperto da Copyright. Gliarticoli della rivista “Il Giornale del-l’Handball” possono essere riprodottisu qualsiasi pubblicazione italiana ostraniera, alla esplicita condizione chene sia citata la fonte e solo dietro au-torizzazione scritta della FIGH.

SommarioUNA GIORNATA DA FUTURALe ragazze di Futura, fuori dal 40x20

VI RACCONTO L’EUROPAIntervista all’azzurro Michele Skatar

UNDER 21: PARLANO I TECNICIVoce a Giorgio Oveglia e Hubert Noessing

LA SERIE A1... DELLE PROMOSSEEmozioni e obiettivi di Mestrino e Conversano

LE SARACINESCHE DELLA SERIE AI portieri meno battuti dell’A Maschile, intervistati

PALLAMANO IN PILLOLEDue mesi di notizie dai 40x20 italiani

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Una giornata da FUTURADalle vittorienella Top Leaguealla ChallengeCup: così cresce ilProgettoOlimpico “Rio2016” con leragazze della Es-ercito-FIGH Fu-tura Roma

Loro sono la Esercito-FIGH Futura Roma. Il ProgettoOlimpico “Rio 2016” avviato dalla Federazione nel-l’estate del 2011 e che quest’anno vede le diciannoveragazze impegnate nella Top League, il massimo cam-pionato femminile sloveno.Ma dietro il nome “Futura” si celano anche dician-nove ragazze che, tutte assieme, condividono ogni at-timo della loro giornata, le une con le altre, al CentroSportivo Olimpico dell’Esercito della Cecchignola, aRoma.La media-età molto bassa - appena superiore ai 19anni - parla da sola: le ragazze della Esercito-FIGHFutura Roma, seppur giovanissime, lavorano giornodopo giorno, affrontando gli impegni sul campo e af-fiancandoli a quelli della vita quotidiana. E mischi-ando al tutto le trasferte in Slovenia per il campionato,quelle in tutta Europa quando si tratta di vestire, in-vece, la maglia delle Nazionali, senior e giovanili.Com’è, allora, la vita quotidiana di Futura? Lo abbi-amo chiesto a due delle ragazze del team Federale:Angela Cappellaro (del 1995), al quarto anno diliceo, e ad Anika Niederwieser (del 1992), stu-dentessa universitaria.

La giornata-tipo“La mia giornata tipo inizia alle 06:30, con la svegliaper andare a scuola, dove rimango impegnata disolito fino all’una ed a volte fino alle due”, raccontaAngela. Inizia presto anche la giornata di Anika: “Disolito - racconta - mi sveglio alle 07:00 per andareall’Università, tra metro e autobus impiego circa 45’per arrivare ed ho lezione fino all’una”.Una volta rientrate in caserma, per tutte arriva l’oradel pranzo - “a volte anche alle 15:30”, dice Angela-, per iniziare la seconda parte della giornata.“Quando abbiamo allenamento in palestra, tre voltealla settimana, dopo pranzo vado subito in palestra”,continua Anika, che da alcune settimane lavora peròquotidianamente per recuperare dall’infortunio allacaviglia, assieme anche al fisioterapista. “In questo periodo - dice Cappellaro - il pomeriggioè scandito anche dalla terapia, che occupa mezzora,poi mi preparo per l'allenamento delle 17:45, fino alle19:45”. La sera, per Futura, è il momento libero diuna lunga giornata: “Ora l’unico tempo che rimaneper studiare è la sera”. E ancora: “una volta finitasalgo in camera per finire gli ultimi compiti e sis-

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Una giornata da FUTURA

la cena, salgo in camera per finire gli ultimi compitie sistemare le varie cose, o per rilassarmi e per recu-perare energie per la nuova giornata”.

Gli impegni quotidiani: tra studio, allena-menti, Nazionale e Slovenia...Gestire così tante attività, tra mille impegni, viaggi etrasferte in Europa, non è cosa da tutti. Come fate?“Certo, gestire tutti gli impegni relativi allo sport e lascuola, contando anche le possibili commissioni o "la-vori casalinghi", non è sempre così semplice - rac-conta di nuovo Angela -. “La soluzione migliore èriuscire ad organizzare la giornata in determinatiorari per i vari impegni, e nelle trasferte utilizzaremagari i tempi di viaggio per avantaggiarsi con icompiti del lunedì seguente”.Le trasferte e l’aiuto di qualche compagna, sono ilsegreto di Anika Niederwieser nello studio universi-tario. “In questo periodo, a causa della fisioterapia edei viaggi con la Nazionale, è un po’ difficile riuscirea conciliare lo studio con il tempo libero. Riesco aguadagnare un po' di tempo per lo studio durante letrasferte in Slovenia, in aereo. Quest'anno ho la for-tuna di avere Sabrina (Porini ndr) in squadra: lei stu-dia astrofisica e spesso mi aiuta nello studio”.

E il tempo libero?Qualche giornata libera durante il mese, in mezzo ad

un mare di partite e allenamenti, con Futura e con leNazionali giovanili e non, rimane.“Il tempo libero che rimane non è molto”, dice subitoAngela Cappellaro. “Ma quando c'è è una buona oc-casione per uscire e rilassarsi, magari andando aprendere un gelato, oppure facendo un giro per il cen-tro di Roma, e se a volte capita una serata libera, unabuona idea è anche quella di uscire insieme a man-giare una pizza o magari andare al cinema”.Anika è sulla stessa linea della compagna di squadranell’impiegare il tempo a disposizione. “Il giornolibero è la domenica, tranne le volte in cui giochiamoin Slovenia. Di solito usciamo per andare in centro oal centro commerciale e, nei giorni più caldi, andiamoal mare a Ostia ad abbronzarci. Le occasioni per fes-teggiare di sera sono poche, ma ogni tanto riusciamoad organizzarci per uscire. Se abbiamo un fine setti-mana libero, anche se quest'anno saranno pochi,colgo l'occasione per tornare a casa per passare ilweekend con famiglia e amici”.

La vita di squadra: 24h/24h insiemeLa caratteristica, il punto di forza, di un ProgettoOlimpico come quello della FIGH, è la possibilità diportare un’attività permanente con uno stesso gruppodi ragazze, che rappresenta al tempo stesso l’ossatura

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della Nazionale.Questo vuol dire, però, non solamente giocare in-sieme, bensì dividere anche ogni momento della gior-nata, ogni emozione, affrontare insieme ognidifficoltà, gioire insieme. Com’è la vita ‘di squadra’costante? 24h/24h assieme, dal 40x20 alla quotidian-ità...“La vita di squadra 24h al giorno comporta co-munque delle difficoltà perché siamo 19 ragazze concaratteri diversi e ognuna ha comunque bisogno deisuoi spazi... Per cui nella quotidianità a volte nonmancano delle incomprensioni”, rivela il pivot, classe1995.

1995. “La possibilità di vivere assieme e superareanche diverse problematiche fa sì che si crei ungruppo più unito fuori dal campo e una squadra piùcomplice in campo. E questo è sicuramente un aspettoimportante per il percorso di crescita che stiamofacendo”. Anche per Anika, terzino sinistro, la vita di squadrarappresenta un elemento imprescindibile per il suc-cesso del Progetto Olimpico “Rio 2016”. “Vivere in-sieme fa parte del progetto, crea una certa sintoniache è molto importante per il gioco di squadra”, diceNiederwieser. “Non è sempre facile vivere in casermapoichè ci sono delle regole da seguire, ma di certo nonci si può lamentare perchè non ci fanno mancarenulla. Pure vivendo tutte quante assieme ognuna ri-esce a ricavare i suoi spazi e questo ti permette anchedi staccare dalla monotonia quotidiana. E se sonostressata dalla giornata mi posso rilasssare nella miastanza singola.

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RK Zagorje - Futura 26-18ZRK Ptuj - Futura 28-34Ajdovscina - Futura 25-31Celje - Futura 19-22RK Piran - Futura 25-26

Per tutte le informazioni, lenews, i video e le foto su Fu-tura, visita figh.it/esercito-figh-futura-roma

SQUADRE NAZIONALI

“Vi racconto l’Europa”

Il suo nome dice più di qualcosa agli appassionati del-l’handball. Anche fuori dall’Italia. Soprattutto fuoridall’Italia.Lui è Michele Skatar, terzino destro dell’HBC Nantese della Nazionale italiana. Gioca nella Ligue-1, Skatar.Uno dei campionati più difficili e competitivi almondo, per intenderci. E non è nemmeno la prima es-perienza: gioca in Germania, prima nel TSG Friesen-heim (2006 e 2007), poi nel TuS N-Lübbecke, squadracon cui vince la 2. Handball-Bundesliga nel 2008-09e si guadagna la promozione nella Toyota Bundesliga,la lega in assoluto più prestigiosa al mondo.Alle sue spalle c’è anche l’Italia, naturalmente. C’è ilTrieste, con cui vince l’Handball Trophy nel 2004-05- oltre ad una finale Scudetto e una di Coppa Italia -,e con cui si laurea miglior marcatore della Serie Ad’Elite, 233 reti realizzate. A cui se ne aggiungono333 in Germania, tra prima e seconda lega. E altre 356con la maglia della Nazionale. Senza contare la Ligue-1 francese, dove solamente l’anno scorso è stato con-siderato, non computando i tiri dai sette metri, ilgiocatore più prolifico della rosa.Michele Skatar come orgoglio azzurro in Europa.Senza dubbio.

Ciao Michele. Benvenuto su “Il Giornale del-l’Handball”. La prima domanda riguarda la tuaesperienza in Ligue-1: quarto posto momentaneocol tuo Nantes. Come procede l’avventura nel mas-simo campionato francese?Per quanto riguarda la situazione attuale in casaNantes, posso solo dirti che ci abbiamo messo un pòad ingranare visti i nuovi arrivi, ma dopo un primo

Michele Skatar:l’HBC Nantes,l’Europa e laNazionale az-zurra...

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periodo di rodaggio la squadra si è amalgamatamolto bene. E' emersa anche la qualità dei singoli, inparticolar modo di Jorge Maqueda e Alberto Entr-errios. Quest'ultimo un fuoriclasse eterno. Con-siderando poi, che al momento in classifica abbiamoalle spalle squadre a dir poco ottime come il Mont-pellier, che si sta riprendendo dalla bufera‘scommesse’, o il Saint Raphaël, l'augurio è di man-tenere il ritmo fin qui impostato perché forse più deglialtri anni, questo si prospetta un campionato forte-mente competitivo che, secondo me, difficilmentelascerà spazio ad errori. Personalmente, questo è ilterzo al Nantes, una squadra con un progetto impor-tante, sostenuta da tutta la città'. Abbiamo la mediadi spettattori più alta in Francia. 70 mila paganti su13 partite casalinghe credo sia un considerevole in-dicatore della crescita d'interesse nei confronti diquesto sport, crescita che va di pari passo con l'incre-mento delle sponsorizzazioni. Mi ritengo molto fortu-nato a giocare in un Club cosi', viste anche le ottimeannate passate, un 5^ ed un 4^ posto, che ci hannocatapultato in Europa.

L’anno scorso sei andato a segno in 93 occasioni e,con le tue prestazioni, ti sei guadagnato la con-ferma in un campionato che ospita grandi campi-oni dell’handball mondiale. Qual è il segreto percompetere, come te, a questi livelli?Sono andato lontano da casa molto giovane, è vero,Mi sono allenato seriamente, ho voluto mettermi incompetizione con i migliori atleti del mondo della pal-

lamano ma non credo ci sia nessun segreto partico-lare. Come nella vita, una volta individuata la stradada percorrere tutto si riassume in umiltà, spirito disacrificio, buona volontà e tanto lavoro.

In Ligue-1 hai l’opportunità di confrontarti anchecon grandissimi giocatori, da Karabatic ad Abalo.Un’esperienza per te comunque non nuova, vistoche in passato hai giocato anche in Bundesliga, unodei campionati più competitivi al mondo. Provi an-cora ‘emozione’, alla vigilia delle partite impor-tanti, nel calcare palcoscenici importanti dellapallamano europea?I palasport tedeschi li definirei ‘monumenti’ di questadisciplina. Qui in Francia la Ligue-1 non può esserecomparata alla Bundesliga. La gente solo ora sta in-iziando pian piano a scoprire questo sport. Eccezionfatta per il pubblico di squadre come lo Chambery e,notoriamente, il Montpellier non c’è una vera culturadell'handball. Però questo e' un campionato in nettacrescita, grazie soprattutto ai successi della squadraNazionale che sta spopolando e fa letterarmentesognare il popolo francese lasciando così un'improntaconcreta sui giovani, spronandoli a intraprendere leorme dei loro beniamini.Per quanto rigurda l'emozione del pre-partita? Intra-montabile. Non saprei descrivertelo: ogni volta ècome se contenesse un qualcosa che appartiene allaprima volta. Ma poi, sceso in campo stacco e trovo la

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giusta concentrazione per giocare la partita così comel'abbiamo preparata, aldilà dei nomi degli avversari.

Nazionale italiana, di cui continui a essere, partitadopo partita, uno dei migliori realizzatori. Comegiudichi la vostra ultima partita contro la Grecia equal è il tuo pensiero sulla qualificazione dell’Italiain questo primo turno per EURO 2016?Sul tema Qualificazioni non vorrei sembrare monot-ono. Purtroppo è il risultato quello che conta. Nonsiamo riusciti a portare a termine una gara che ave-vamo in pugno per 35-40 minuti circa. Noi cerchiamodi dare del nostro meglio anche se quella sensazionedi poterecla fare, con delle squadre che sulla cartasono considerate più forti, fa rimanere con l'amaro inbocca. Le speranze di qualificazione si sono notevole-mente ridotte, bisogna battere i greci in trasferta conun minimo di 7 gol di scarto. Ovviamente non è an-cora detta l'ultima parola, sarà fondamentale af-frontarli con il massimo impegno.

In campo, con l’Italia, hai dimostrato in più occa-sioni di saper prendere la squadra ‘per mano’,trascinandola coi tuoi gol. Ti senti ‘cucito addosso’il ruolo del leader, essendo anche uno dei più es-perti della squadra?Non basta segnare dei gol per essere un leader. In-vece penso che a noi, ritmo delle partite importanti aparte, manchi uno spronatore che nel momento giustopossa trasmettere sicurezza e coraggio ai propri com-pagni, e non mi riferisco solo ai momenti più delicatidelle partite, ma anche al tempo che trascorriamo in-sieme come rappresentativa.

Cos’è la pallamano per Michele Skatar?La pallamano è un gioco, e questo è un particolareche non andrebbe mai trascurato. Purtroppo, moltospesso oggi lo sport professionistico fa dimenticare ivalori più importanti che sono l'amore e la passioneoriginaria di un atleta per la propria disciplina. Molticedono alle varie pressioni, tentazioni: si sente quo-tidianamente di doping, scandali scommesse... Infondo si tratta di scelte, e da questa io mi sento app-agato, rappresenta una buona fetta della mia vita.

Un saluto, se vuoi, ai lettori de “Il Giornale del-l’Handball”.Vorrei approffittare di questo messaggio di saluto ri-volto a tutti gli amici de “Il Giornale dell’Handball”lanciando un piccolo appello ai lettori più giovani diquesta valente iniziativa, invitandoli ad avvicinarsisenza timore a questo amabile gioco che custodisceimpareggiabili momenti di divertimento e di gioia.

Con l'augurio che anche voi possiate un giorno indos-sare la maglia della Nazionale e scoprire la bellezzadel rappresentare il nostro Paese solcando i campi deicampionati più forti del mondo. Vi saluto tutti affettu-osamente!

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SQUADRE NAZIONALI

Under 21parlanoi tecnici

Giorgio OvegliaHubert Noessingparola ai tecnicidella NazionaleUnder 21, incampo per lequalificazioni aiMondiali.

All’orizzonte di entrambi c’è la Bielorussia. Ci sonole qualificazioni ai Campionati Mondiali di BosniaHerzegovina 2013. Gruppo 3 per l’Italia, che dal 4 al6 Gennaio affronterà i locali bielorussi, la Polonia ela Svizzera.Loro guideranno i ragazzi dalla panchina: GiorgioOveglia e Hubert Noessing, i tecnici della NazionaleU21 che prepara, in queste settimane, l’importante ap-puntamento di Gennaio.Con loro “Il Giornale dell’Handball” fa il punto sulleattività future, sugli obiettivi, sui sogni azzurri.

Primi due raduni alle spalle, a Dicembre nuovo ap-puntamento. Facendo il punto del lavoro svoltofino ad ora, come si presenta la Nazionale U21 ital-iana alle prossime qualificazioni Mondiali?Giorgio Oveglia: Abbiamo svolto un ottimo lavoro,sia di quantità sia di qualità, ricercando la miglioramalgama possibile in vista dell’impegnativo gironedi qualificazione che ci aspetta a Gennaio.La squadra ha risposto bene a quanto richiesto di-mostrando buone individualità e soprattutto, nel sec-ondo stage, è stato molto importante affiancare illavoro di preparazione a tre gare consecutive con unabuona squadra come l’Austria under 21, è stato unconfronto che ha messo in risalto pregi e difetti delgruppo, e precisamente buon gioco con ottima difesanelle prime due gare mentre la terza gara ci ha vistosoccombere a livello di resistenza ed esperienza purdimostrando un buon carattere. Da questo impegnoabbiamo richiesto ai ragazzi di aumentare concen-trazione e preparazione nelle loro società per arrivarein condizione agli ultimi due stage di fine dicembre inprogramma a Trieste.

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Hubert Noessing: Devo dire che l'organizazzionedegli stage era veramente ottima. I raduni sono staticaratterizzati da allenamenti e amichevoli. Abbiamoprovato nuovi atleti, ma anche ragazzi che avevanogià fatto parte di questo gruppo negli anni passati.Solo provando, abbiamo potuto capire quale sarebbestata la nuova rosa che affronterà le qualificazioni. ADicembre naturalmente il gruppo sarà definito. Devodire che i ragazzi si stanno dimostrando caratterial-mente forti, grintosi. Siamo veramente contenti del la-voro svolto. Speriamo di poter lavorare altrettantobene nei prossimi stage e speriamo che i ragazzi ab-biano lavorato bene anche con le loro società, per ar-rivare pronti all’appuntamento.

Avete già lavorato, coi ragazzi convocati, sulleavversarie che l’Italia affronterà in Bielorussia(ovvero Svizzera, Polonia e proprio Bielorussia)?Giorgio Oveglia: Io e Hubi conosciamo direttamentela forza della Polonia ed abbiamo analizzato, in DVD,sia la Svizzera sia la Bielorussia. Da questo lavoro,definito di studio, stiamo organizzando con i ragazzila strategia migliore per affrontarli nelle qualifi-cazioni. Certamente, tralasciando il ranking, abbiamodi fronte quasi l’eccellenza a livello giovanile(Svizzera e Polonia) e un’ottima realtà, la Bielorussia,che affronta il girone in casa e dunque può essere fa-vorita. La principale difficoltà sarà a livello fisico,perché tutti gli avversari ci sovrastano a centimetri echili - ad esempio i terzini bielorussi alti cm. 210... -.Comunque se riusciremo, sia nei club che nei prossimistage, a lavorare “duro”, con continuità e profession-alità, faremo sicuramente bella figura. Proprio perquesto stiamo cercando di organizzare, assieme allaFederazione che ci supporta in tutto, altre amichevoliimportanti.Hubert Noessing: Grazie ai contatti di Giorgio ab-biamo potuto studiare tramite DVD la Polonia, laBielorussia e la Svizzera. La Svizzera l'abbiamo quar-data insieme ai ragazzi nel primo stage, così da anal-izzare il ritmo di gioco a cui andremo incontro e sulquale dovremo lavorare anche noi. A nostro parere laSvizzera è sicuramente la squadra più forte, ma laBielorussia, in quanto squadra di casa, dirà la sua. Eanche i polacchi sono fortissimi.

Come giudichi l’integrazione tra i ragazzi piùgrandi (1992-1993), col biennio ‘entrante’, quellodei ‘94-’95 che hanno terminato l’anno scorso l’es-perienza con la Nazionale U18?Giorgio Oveglia: Quando ci è stata assegnata, a mee Hubi, la guida degli under 21 per le qualificazioniabbiamo subito deciso di lavorare in primis per le

qualificazioni abbiamo subito deciso di lavorare inprimis per la qualificazione ma non abbiamo volutoche questi stage e impegni under 21 abbiamo un fineunico, ma bensì abbiamo voluto lasciare ai ragazzidel 92/93, che secondo noi potranno essere il serba-toio da attingere per la Nazionale seniores del futuro,un grosso bagaglio di esperienza europea. Mentre ab-biamo individuato alcuni elementi del gruppo under18 che saranno prossimamente protagonisti nellanuova under 21: i vari Colasuonno, Dapiran, Sta-bellini e Bulzamini, tutti con una grossa esperienzagià acquisita in questo periodo. Dunque, un duplicelavoro di programmazione per il futuro, sia nei con-fronti dei giovani da inserire nella Seniores, sia neiconfronti delle nuove selezioni azzurre. Questa è statala filosofia con cui abbiamo lavorato, integrando iragazzi 92/93 con i più giovani under 18.Hubert Noessing: La cosa fondamentale è sicura-mente trovare i ragazzi con grandi potenzialità.Credo sia importantissimo che tutti possano fare delleesperienze in campo internazionale, con squadreanche più forti di loro. È proprio questo che li faràcrescere nel migliore dei modi. Fondamentale è chequesto gruppo deve avere come obiettivo quello di es-sere il futuro della Nazionale Seniores.

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La Serie A1... delle promosseMestrino e Con-versano, le neo-promosse dellaSerie A1 Fem-minile. Raccontatedai loro capitani.

C’è chi torna, c’è chi è all’esordio assoluto. Per en-trambe l’inizio del campionato di Serie A1 Femminileha rappresentato un traguardo importante: LombardiEcologia Conversano e Alì Mestrino sono giunte nelmassimo campionato ‘in rosa’ con l’ambiziose e l’o-biettivo di rimanerci più a lungo possibile.Dei sogni, delle sensazioni, dei momenti che le dueneo-promosse dell’A1 Femminile vivono, abbiamoparlato coi due capitani: Marilena Fanelli (Conver-sano) e Valentina Piasentini (Mestrino) sono le pro-tagoniste di questa chiacchierata.

È passato qualche tempo, ma: che ricordi hai dellapromozione in Serie A1? Emozioni e sensazioni?Marilena Fanelli: Non è la prima volta che passiamoin A1, ma quello che è successo lo scorso anno è statoeccezionale. È vero che purtroppo in Italia il livellodei campionati si è abbassato e probabilmente il cam-pionato di A2 a 7 squadre dello scorso anno non èparagonabile alle passate stagioni, però per la primavolta siamo state impeccabili. Avevamo una squadragiovane ma compatta, con tante individualità e talentida coltivare. Inoltre ad eccezione del portiere ar-gentino, Mary Sol Carratu, che ha dato un contributoimportantissimo alla vittoria, il resto della squadra ènata e cresciuta qui a Conversano. Siamo cresciuteinsieme su un campo da pallamano ed Enza Fanelli èla nostra seconda mamma. Insomma una vittoria di

famiglia. Certamente la vittoria più esaltante è stataquella di Nuoro contro il Sassari. Dopo una estenu-ante trasferta in traghetto e con poche ore di sonno,riuscire per la prima volta nella nostra storia a vin-cere in terra sarda è stata l'emozione più grande cheabbia mai visstuto in questo sport, ricordo ancoral'abbraccio di gruppo e le lacrime di gioia. Che gior-nata indimenticabile!Valentina Piasentini: Non sono ricordi facili da de-scrivere perché si mischiano fra la pazzesca pro-mozione del 2010, che poi purtroppo non si èconcretizzata con la partecipazione alla massimaserie, e quella ancora più straordinaria del 2012. Inentrambi i casi un lungo cammino con partite emozio-nanti e una continua crescita di tutta la squadra. Nellafase di ritorno dell'ultima stagione abbiamo infilato10 vittorie consecutive, fra cui la larghissima vittoriacontro la favorita Vigasio in un palazzetto stracolmo.Il ricordo più nitido è certamente la vittoria casalingacontro Ferrara, che ci ha dato la matematica certezzadella promozione in A1F. Ricordo molto bene anchetutti i festeggiamenti che ne son seguiti, la gioia ditutte le mie compagne, le tantissime congratulazioniche abbiamo ricevuto.

Com’è stato l’approccio con il massimo campi-onato femminile della tua squadra?Marilena Fanelli: Quest'anno abbiamo una squadradavvero competitiva, e questo l'abbiamo capito subito,già in preparazione, durante le amichevoli disputatecon il Salerno. Abbiamo capito che questo campi-onato è alla nostra portata, e la vittoria in casa con ilTeramo della prima di campionato ci ha dato ragione.Valentina Piasentini: Beh, ricordo che negli spoglia-toi prima dell'inizio della gara d'esordio controSalerno, la tensione era molto forte, la paura di nonessere all'altezza era un sentimento comune. Poi peròper l'intero match abbiamo lottato alla pari e, anchese alla fine ha meritatamente vinto Salerno, la con-sapevolezza di poter lottare alla pari con le squadre

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di A1 è cresciuta e anche nelle partite successive ab-biamo dimostrato che esaltando le caratteristiche delnostro gioco, difesa aggressiva e velocità, possiamocompetere con tutte le squadre del massimo campi-onato. Sono arrivate anche due vittorie a Nuoro e aTeramo e questo ci ha dato ancora più entusiasmo.

Quali sono le vostre aspettative, giunte a questopunto della stagione, in Serie A1?Marilena Fanelli: L'obiettivo principale è lasalvezza che è decisamente alla nostra portata, maanche se siamo la squadra più inesperta del campi-onato, soprattutto ora che siamo senza Elena (Baranindr), possiamo comunque dar filo da torcere a tuttele altre e lavorando di più per raggiungere le giusteintese e smussando qua e là qualche angolo, possiamogiocarci tutte le partite alla pari delle altre, allaricerca dei play-off.Valentina Piasentini: Il nostro obiettivo rimane co-munque la permanenza nella massima serie. Ci aspet-tiamo di continuare a giocare con la stessa intensitàespressa finora e che arrivi presto una vittoriacasalinga anche per ringraziare i nostri tifosi. Speroanche che tutti i nostri sforzi creino entusiasmo e pas-sione nelle atlete delle categorie giovanili che sono ilfuturo della nostra società.

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Le saracinesche della Serie AVito Fovio, Luigi Malavasi, PaoloSirsi. I meno battuti della Serie AMaschile si raccontano.Chiamateli pure, se volete, “Saracinesche”. Non statecommettendo un errore. Loro sono Vito Fovio delLoacker Bozen, Luigi Malavasi del Carpi, Paolo Sirsidella Junior Fasano.In comune hanno la professione: portieri, tutti. E poi,di comune, hanno anche qualcos’altro: sono i menobattuti della Serie A Maschile - 1^ DivisioneNazionale, rispettivamente con 166, 156 e 203 retisubite. Meno di tutti. Merito delle rispettive difese,ma anche e soprattutto merito loro, dei portieri.E proprio della vita dell’estremo difensore parliamoin questa intervista ‘a tre’, rilasciata a “Il Giornale del-l’Handball”.

Ciao e benvenuto su "Il Giornale dell'Handball".Partiamo dalle origini, le tue origini: come hai in-iziato a giocare a pallamano e quando hai capitoche saresti stato un portiere?Fovio: Iniziare a giocare a pallamano nella mia città,Fasano, è quasi una tappa per tutti i ragazzini. Poi ioabito nel quartiere dove si trovava l'ex palazzetto delFasano, quindi approcciarmi a questo sport è statofacile e subito me ne sono innamorato. Ho iniziato agiocare in porta per scelta del mister Lino Alberto So-leti, che ha creduto in me e mi ha sottoposto per tuttala mia giovinezza ad allenamenti ed ha fatto sì che iom’innamorassi di questo ruolo. Fasano ha un’ottimascuola di portieri: io, Sirsi e poi altri ragazzi vera-mente promettenti.Malavasi: Ho iniziato a giocare a pallamano all'etàdi 8 anni. Sin dal primo allenamento ho chiesto all'al-lenatore di giocare in porta, ma non saprei spiegareil perché. Semplicemente penso che fosse l'unico ruoloche facesse al caso mio. La mia prima squadra è statail Ravarino, in provincia di Modena. Giocavamo an-cora all'aperto; solo se pioveva avevamo a dispo-sizione la palestra della scuola, che però aveva leporte disegnate con il nastro adesivo.Sirsi: Mi sono avvicinato alla pallamano all'età di 9anni, coinvolto da un gruppo di miei coetanei che

da qualche mese giocava. Ho iniziato come terzino,mai miei tecnici mi convinsero a giocare in porta. Inrealtà non ero entusiasta di questa scelta, preferivocorrere e segnare piuttosto che essere preso a pal-lonate, ma mi sono subito reso conto che in porta mitrovavo a mio agio e parare mi veniva quasi naturale.

Quanto credi influiscano il tuo ruolo e le tueprestazioni, dunque, nell'andamento delle partite?Fovio: Io sarò esagerato ma penso che l'apporto delportiere nella pallamano sia fondamentale... Sicura-mente il 60% e in certi casi anche più. Lo so, sono diparte, ma la penso così.Malavasi: Il portiere è il ruolo più importante nellapallamano, essenzialmente per due motivi. Primo: inogni partita giungono nello specchio della porta al-meno una quarantina di tiri. Secondo: se un esternocommette un errore il risultato non cambia; se l'erroreè commesso dal portiere, invece, il tabellone segna+1 per gli avversari. Di conseguenza le mieprestazioni - ma così vale per ogni portiere - sono fon-

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Le saracinesche della Serie A

conosco per rendere utile l'allenamento è creare unacondizione tale per cui faccia la differenza parare omeno un determinato tiro. Ci sono vari sistemi, pereempio includere nelle consegne di un esercizio la re-gola che la difesa deve subire meno di un tot di goal,e così via.Sirsi: In settimana cerco innanzitutto di curare lacondizione fisica, se si sta bene fisicamente è tutto piùfacile. Successivamente mi concentro sugli aspetti piùtecnici e sulla preparazione della partita, magari stu-diando qualche DVD degli avversari. Durante la par-tita mi impegno a non pensare al gol appena preso ecerco di tenere a mente quelle "informazioni" sugliavversari che ho raccolto in settimana.

Con la tua squadra, detieni il primato della migliordifesa del girone. Quanto conta l'apporto delladifesa nelle tue prestazioni?Fovio: Nelle mie prestazioni, ma credo che questovalga per qualunque portiere, la difesa è fondamen-tale. Avere una buona difesa ti dà la possibilità, mag-ari, di anticipare la parata o comunque di subire tirisempre sotto contatto. Penso, quindi, che la difesa siaassolutamente fondamentale.Malavasi: La difesa è ovviamente fondamentale. Ilrapporto difesa-portiere è basato su una stretta col-laborazione. Se poi sia il portiere, con i suoi inter-venti, a stimolare la difesa o piuttosto quest'ultima aconsentire al portiere di riprendersi in caso di diffi-

damentali per la squadra. Quello del portiere è un-ruolo di grande responsabilità, pur essendo un ruolopassivo.Sirsi: Sono tra quelli che credono che le partite sivincono in difesa, pertanto considero il portiere ilruolo più importante, le sue prestazioni condizionanomoltissimo l'esito di un incontro.

Come ti prepari durante la settimana? E in chemodo, durante la gara, mantieni la concen-trazione?Fovio: Durante la settimana, oltre a fare allenamentispecifici, studio molto forse troppo le squadre cheandrò ad affrontare, con la visione di tanti video.Quindi cerco di avere più informazioni possibili suitiratori avversari. Il livello di concentrazione è moltocondizionato da come mi sento fisicamente, quindicerco di essere sempre preparato, così da non perderelucidità durante le gare.Malavasi: Durante la settimana il difficile è simularele situazioni di gioco della partita. Non è importantesolo il numero delle parate: è decisivo il momento in cui il portiere riesce ad evitare un goal. A volte valedi più una parata all'ultimo minuto che non venti in-terventi nel corso dell'intera gara. L'unico modo che

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coltà, questo forse non sta a me dirlo. Diciamo chedipende dalle circostanza di gioco.Sirsi: La collaborazione del portiere con i suoi com-pagni è fondamentale nella riuscita di una difesa, noigiochiamo insieme ormai da parecchi anni e abbiamoraggiunto un livello di affiatamento invidiabile. Cisono situazioni in cui sia i difensori che io in porta,sappiamo esattamente cosa fare e questo nell'econo-mia di una partita e di un campionato è un valore ag-giunto non da poco.

Il luogo comune, tra gli appassionati della palla-mano, è che i portieri siano 'pazzi' (naturalmentein senso positivo). Confermi? Hai delle 'pazzie' daraccontarci?Fovio: Io non sono tanto pazzo, ma i portieri gen-eralmente lo sono. Invece, sono molto scaramantico:da quando ho iniziato a giocare, ho sempre gli stessiriti prima delle partite che ripeto ormai automatica-mente.Malavasi: Confermo. Essere disposti a rimetterci lafaccia (in senso letterale) di fronte alle cosiddette can-nonate dei tiratori non è da tutti. E in materia ho ac-quisito negli anni una discreta esperienza.Sirsi: Un briciolo di pazzia è evidente in noi che esul-tiamo come pazzi dopo aver preso una pallonata ad-dosso e che mettiamo la faccia dove altri nonmetterebbero nemmeno la mano..... se non è pazziaquesta!

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VITOFOVIOSSV Bozen

LUIGIMALAVASIPall. Carpi

PAOLOSIRSIJunior Fasano

PALLAMANO in PILLOLEDue mesi di notizie dai 40x20, raccoltein due pagine...15 SettembreIl Loacker Bozen vince la Supercoppamaschile, battendo in finale la Junior Fasano28-24.29 SettembreSupercoppa femminile alla Jomi Salerno:finisce 20-25 la contesa sul campo dell’HCTeramo, campione d’Italia in carica.30 SettembreSi chiude a Terrasini, in Sicilia, la seriedi raduni che la FIGH ha riservato agli Ar-bitri Nazionali di 1° e 2° livello, svoltiinoltre a Roma e Lignano Sabbiadoro.3 OttobreEsercito-FIGH Futura Roma sulla homepagedella European Handball Federation, con unarticolo di approfondimento (www.eurohand-ball.com/article/15568) sul ProgettoOlimpico “Rio 2016”.7 OttobreL’Italia femminile torna a vincere intrasferta dopo 19 anni: 27-29 in casa della

PALLAMANO in PILLOLELituania, nella seconda garadelle qualificazioni ai Mondialidi Serbia 2013.21 OttobreI giovani arbitri Simone Zendalie Stefano Riello debuttano nelleCoppe Europee. Finisce 36-22 lagara di Challenge Cup femminile tra GAS Ana-gennisi Artas (GRE) ed Enosi Neoleas Athienou(CYP).23 OttobreA Vienna si svolgono i sorteggi relativi allequalificazioni agli Europei U17 e U19 fem-minili. Italia con Svezia, Spagna e Bulgariain U17 (dal 22 al 24 Marzo); contro Francia,Portogallo e Montenegro le azzurre U19 (dal17 al 19 Maggio).4 NovembreSi chiude il secondo raduno dell’Italia U21maschile, dopo tre amichevoli contro l’Aus-tria. Il bilancio è di una vittoria, unasconfitta e un pareggio.