Il giardino giapponese

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↑ → 132 133 Giardino del Museo d’Arte Adachi 足立美術館庭園 Yasugi 1970, periodo Shōwa Zenkō Adachi Zenkō Adachi, fondatore di questo giardino-museo, considerava i giardini dei “dipinti viventi”: li paragonava alle grandi opere d’arte, componen- done e stratificandone gli elementi come nei dipinti cinesi a inchiostro della dinastia Song. I giardini di Zenkō Adachi sono suggestivi e al tempo stesso confondono le idee ai visitatori per la scala delle proporzioni e il contenuto: i piccoli pini scolpiti sembrano venerandi alberi selvatici e le dolci colline ondulate assumono le sembianze di paesaggi sconfinati. Lo spazio conta sei aree distinte: oltre al principale paesaggio secco ci sono il laghetto con il suo ponte, un giardino di muschio, un giardino da tè, un giardino di ghiaia bianca con pini e uno con la cascata. Questi ultimi due sono dedicati al pittore Yokoyama Taikan. Giardino del Museo d’Arte Adachi Giardino del Museo d’Arte Adachi

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Giardino del Museo d’Arte Adachi 足立美術館庭園

Yasugi 1970, periodo Shōwa Zenkō Adachi

Zenkō Adachi, fondatore di questo giardino-museo, considerava i giardini dei “dipinti viventi”: li paragonava alle grandi opere d’arte, componen-done e stratificandone gli elementi come nei dipinti cinesi a inchiostro della dinastia Song. I giardini di Zenkō Adachi sono suggestivi e al tempo stesso confondono le idee ai visitatori per la scala delle proporzioni e il contenuto: i piccoli pini scolpiti sembrano venerandi alberi selvatici e le dolci colline ondulate assumono le sembianze di paesaggi sconfinati. Lo spazio conta sei aree distinte: oltre al principale paesaggio secco ci sono il laghetto con il suo ponte, un giardino di muschio, un giardino da tè, un giardino di ghiaia bianca con pini e uno con la cascata. Questi ultimi due sono dedicati al pittore Yokoyama Taikan.

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Kenchōji 建長寺

Scuola Rinzai del buddhismo Zen Kamakura 1253, periodo Kamakura Musō Soseki (attribuito)

Fondato nel XIII secolo dal monaco buddhista cinese Lanxi Daolong (in giapponese Rankei Dōryū), il Kenchōji è uno dei più antichi e importanti monasteri zen della scuola Rinzai in Giappone e contiene il tempio più alto per grado nel cosiddetto “sistema delle cinque montagne” vigente nel periodo Kamakura. Il giardino dietro l’Hōjō è attribuito a Musō Soseki, il monaco che progettò anche il Saihōji, celebre giardino di muschio di Kyoto (p. 90). Il laghetto riproduce l’ideogramma kokoro (心,“cuore, mente, emozione”) e comprende un’isola delle tartarughe, mentre la roccia sulla riva più lontana rappresenta il monte Hōrai.

KenchōjiKenchōji

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↑ 37 Hōnenin

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Fushimi Inari Taisha (Grande santuario di Fushimi Inari) 伏見稲荷大社

Kyoto 711, periodo Nara

In questo proto-giardino è evidente il rapporto tra passaggio e ingresso, tra geometria e trasformazione. Il santuario di Fushimi Inari comprende migliaia di torii, così vicini da formare un tunnel che guida verso il san-tuario interno. Come un lungo canale del parto, questo ingresso conti-nuo assicura la transizione tra sacro e profano, tra questo mondo e il prossimo. A un certo punto il tunnel si divide in due percorsi che corrono paralleli, dando vita a un fenomeno singolare: le linee verticali dei torii sembrano fondersi in un unico tunnel, non più squadrato ma curvilineo, che si snoda nel fitto bosco verso il santuario interno. Il sentiero che attraversa il giardino del santuario è altrettanto orientativo, con pietre da guado di forma geometrica alternate a pietre irregolari che condu-cono a un corso d’acqua. La scala delle proporzioni è intenzionalmente confusa: arbusti sempreverdi ricreano l’effetto di un vasto paesaggio dipinto, mentre una modesta pagoda in pietra assume la dignità di una struttura architettonica.

Fushimi Inari Taisha (Grande santuario di Fushimi Inari) Fushimi Inari Taisha (Grande santuario di Fushimi Inari)

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↑ 53 Ritsurin kōen (Giardino del bosco di castagni)

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Kairakuen (Giardino da apprezzare insieme) 偕楽園

Mito 1841-1842, periodo Edo Tokugawa Nariaki

Kairakuen, “giardino da apprezzare insieme”, è uno dei “Tre grandi giar-dini” del Giappone e uno dei pochi pensati per essere aperti al pubblico. Il suo visionario creatore è Tokugawa Nariaki, signore del feudo di Mito e personaggio chiave nel rovesciamento dello shogunato e nel passaggio alla modernità; la sua grande ambizione e magnanimità si riflettono nel Kairakuen. Il giardino è spettacolare soprattutto in primavera, quando i colori delle chiome fiorite risaltano sul bruno e sul giallo dei prati invernali. Tra febbraio e marzo, sugli oltre tremila susini di cento varietà diverse sbocciano fiori bianchi, rosa, rossi e viola.

Kairakuen (Giardino da apprezzare insieme)Kairakuen (Giardino da apprezzare insieme)

Ritsurin kōen (Giardino del bosco di castagni) 栗林公園

Takamatsu 1642-1742, periodo Edo Ikoma Takatoshi

Eccezionale esempio di giardino da passeggio, il Ritsurin kōen fu fatto edificare da Ikoma Takatoshi, daimyō del clan Takamatsu, e riflette il gusto per lo spettacolare. Anche se ufficialmente non rientra nei “Tre grandi giardini” del Giappone, molti ritengono che ne avrebbe tutti i requi-siti. Il giardino si compone di diverse colline artificiali (tsukiyama) dalle quali si aprono straordinarie vedute sugli specchi d’acqua e, in lontananza, sulle imponenti aree boschive del monte Shiun. Il Ritsurin kōen è celebre per i suoi pini, tra i quali spicca l’esemplare accanto alla casa da tè, dono dello shōgun, così come i numerosi pini “a scatola” (hakomatsu) con i rami potati con cura a ricordare forme e figure geometriche. Il nome della casa da tè, Kikugetsutei (letteralmente “Padiglione per raccogliere la luna”), rimanda a una poesia cinese: “Quando raccolgo l’acqua ho la luna tra le mani”. Vari daimyō organizzarono qui la tradizionale festa per contemplare la luna ammirandone i riflessi sul lago sud da una veranda e dall’Engetsukyō, un ponte di legno a mezzaluna. A fine maggio, nel Giardino degli iris (Hanashōbuen) sbocciano oltre quattromila fiori.

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↑ ↑64 65 Katsura rikyū (villa imperiale di Katsura) Katsura rikyū (villa imperiale di Katsura)

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76 77Ise jingū (Santuario di Ise)

Ise jingū (Santuario di Ise) 伊勢神宮

Ise III-V secolo, periodo Kofun

Il santuario di Ise è il cuore della religione autoctona del Giappone, lo Shintō, o “Via degli Dèi”. Le sue origini risalgono alla preistoria del paese e s’intrecciano ai miti delle antiche cronache Kojiki e Nihon shoki e alla creazione divina della dinastia imperiale. Sede di oltre cento santuari, questo sito sacro è un pro-to-giardino nel cuore di un’antica foresta di cipressi (hinoki) e sakaki (Cleyera japonica) lungo le rive del fiume Isuzu. La sua geografia naturale rappresenta il mononoke, l’energia sublime che si concentra negli alberi, nelle pietre e in altri elementi come i monti e i fiumi. L’intero complesso si basa sull’idea di purezza e di mondo non visibile. Il santuario al centro della foresta, riservato al solo imperatore, è dedicato alla dea del sole Amaterasu. Nel testo dell’XI secolo intitolato Le memorie della dama di Sarashina si legge: “C’era una persona che [mi] diceva sempre: ‘Dovete pregare la dea Amaterasu!’ Allora cominciai a chiedermi dove essa si trovasse e se si trattasse di una divinità shintoista o di un buddha. [...] chiesi spiegazioni a qualcuno che mi disse ‘È una divinità shintoista che si trova a Ise. [...] Di andare a fare un pellegri-naggio a Ise, non se ne parlava proprio! Né tanto meno una persona come me avrebbe mai potuto recarsi a Palazzo per pregare. Allora pensavo [...] che tutto quello che potevo fare era solo rivolgere le mie preghiere al sole in cielo”.

Ise jingū (Santuario di Ise)

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88 89Tairyūsansō

Tairyūsansō 對龍山荘

Kyoto 1896-1899 e 1905, periodo Meiji Ijuin Kanetsune, e in seguito Ogawa Jihei

Costruito da Ijuin Kanetsune nel 1899, Tairyūsansō è oggi un sito protetto. Il giardino fu creato nel 1905 da Ogawa Jihei, a cui si devono anche i giar-dini della villa di Murinan e il santuario Heian (pp.  238 e 102). Raffinato esempio di giardino moderno d’inizio secolo, include una veduta del lon-tano monte Higashi. Le finestre della casa fanno quasi da cornice ai ben studiati scenari del giardino comprendente uno stagno, un torrente, un mulino ad acqua, aiuole di iris, prati, una casa da tè e una superba colle-zione di alberi particolarmente decorativi.

Tairyūsansō

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Nijōjō no Ninomaru teien (Giardino Ninomaru, castello di Nijō) 二条城の二の丸庭園

Kyoto 1602-1603, periodo Azuchi-Momoyama Kobori Enshū

Il giardino Ninomaru, uno dei tre del castello di Nijō, si sviluppa intorno a un laghetto punteggiato da gruppi di rocce, isolotti e vegetazione. Secondo alcuni storici, in origine era asciutto coi ciottoli a vista come in un karesansui. Le vedute migliori si godono dall’interno e dalla veranda dello Shoin, la sala delle udienze. In questo giardino passeggiamo tra gruppi di piante, pini potati ad arte e grandi pietre. I giardini del Nijōjō coprono quasi 4 secoli di storia del Giappone: Ninomaru fu costruito a cavallo tra il periodo Azuchi-Momoyama (1573-1603) e il periodo Edo (1603-1868), il giardino Honmaru risale al periodo Meiji (1868-1912), mentre il Seiryūen al periodo Shōwa (1926-1989).

Nijōjō no Ninomaru teien (Giardino Ninomaru, castello di Nijō)

Kōdaiji 高台寺

Scuola Rinzai del buddhismo Zen Kyoto 1606, periodo Edo Kobori Enshū

Il Kōdaiji fu edificato da Kita no Mandokoro (nota anche come Nene) in onore dell’amato marito, il grande condottiero Toyotomi Hideyoshi; in questo luogo, pervaso da un’atmosfera malinconica, la donna trascorse il resto della sua vita pregando per l’anima del suo caro. Il ponte coperto che ha la funzione di terrazza per contemplare la luna (kangetsudai) faceva parte del castello di Fushimi e fu trasportato qui per essere rico-struito. Le case da tè pare fossero state progettate da Sen no Rikyū e dai suoi allievi. Baisaō, celebre venditore di tè e poeta, visitò spesso il Kōdaiji a cui dedicò i seguenti versi: “Salendo lentamente / sui lunghi gradini di pietra / che portano all’antico Kōdaiji / attraverso un mondo / di aceri rosso ruggine/ che si dispiega come un rotolo dipinto/ vengo a preparare il tè / con l’acqua raccolta / alla mitica Fonte dei Crisantemi / solo una tazza / adesso lo so / chiarisce le cose / per sempre”.

Kōdaiji

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Tenryūji 天龍寺

Kyoto 1339-1345, periodo Muromachi Musō Soseki

I giardini di questo tempio in cui si insegnava il buddhismo Rinzai, opera di Musō Soseki, conservano tuttora gran parte della struttura originaria. In virtù dello shakkei (paesaggio in prestito) le colline di Kameyama fanno da sfondo al giardino con il laghetto, dentro e intorno al quale Soseki dispose varie rocce, tra cui un gruppo di grandi massi a sé stanti che rappresenta le cascate del fiume Giallo chiamate “Porta del Drago”. Le pietre più piccole nelle vicinanze simboleggiano le carpe. Un’altra roccia vicino a una cascata evoca un pesce che si trasforma in drago. E non manca la sacra pietra della medita-zione zazen, riconoscibile dalla sua piatta superficie. Nella visione buddhista il giardino è una manifestazione del Dharma. Recita la poesia “Stupa a testa di tartaruga” di Musō Soseki: “Un pino / dai lunghi aghi / è cresciuto dietro di esso [lo stupa]; / in cima alla torre / un’effigie del Buddha / di eterna beatitudine; / ora le porte e le finestre / sono tutte aperte / e all’interno nulla è celato / le parole del Dharma / innumerabili / sono innanzi ai tuoi occhi”.

TenryūjiNinnaji

Ninnaji 仁和寺

Kyoto Fondato nell’886; ricostruito nel 1641-1646, periodo Edo; giardini ricostruiti nel 1914, periodo Taishō

Qui, nel giardino del tempio principale della scuola Omura del buddhismo Shingon – uno dei più antichi di Kyoto –, un’alta pagoda di cinque piani si erge maestosa dietro gli alberi dando l’illusione della distanza. Il giardino si distingue per l’uso poetico dell’acqua; l’elaborata disposizione delle rocce della cascata ricorda i giardini del periodo Heian. Il nome della casa da tè, “Padiglione dell’onda che si alza” fa forse riferimento al vasto mare che circonda il Giappone su cui viaggiavano i patriarchi che portavano gli insegnamenti buddhisti dalla Cina. Oppure allude al moto di coscienza associato al risveglio della mente predicato dal buddhismo. Il kōan zen chiede: “L’onda lascia una traccia nell’oceano”?

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↑ 115 Chishakuin

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130 131Suizenji Jōjuen

Suizenji Jōjuen 水前寺成趣園

Kumamoto 1636, periodo Edo Hosokawa Tsunatoshi (fondato da Hosokawa Tadatoshi)

 “Oh lumaca, scala il monte Fuji, ma piano, piano!”, così recita il celebre haiku di Kobayashi Issa, poeta del periodo Edo. Come una miniatura del monte Fuji, la montagna artificiale (tsukiyama), circondata da alberi accu-ratamente scolpiti (niwaki) che sembrano immagini dipinte, contribuisce a confondere la scala delle proporzioni e la prospettiva. Il Suizenji è stato fondato dal daimyō Hosokawa Tadatoshi, il quale durante una battuta di caccia con i rapaci notò che dal suolo sgorgava acqua di fonte e decise di costruire in quel punto una casa da tè. Sfruttando la sorgente per ali-mentare l’acqua cristallina di un laghetto che doveva controbilanciare la grande montagna, modificò il paesaggio circostante fino a ottenere questo magnifico giardino. I sentieri sono fiancheggiati da circa 150 ciliegi che in primavera, con la fioritura, offrono una passeggiata spettacolare. Il giardino ospita anche un palcoscenico per il teatro nō con il tradizionale pino sullo sfondo.

Yōsuien 養翠園

Wakayama 1818, periodo Edo Tokugawa Harutomi

Progettato per essere apprezzato in ogni stagione, lo Yōsuien è un bell’e-sempio di giardino aristocratico voluto da un daimyō. Adiacente al palazzo di Nishihama (Nishihama goten) a Wakayama, il sito è definito dai numerosi pini e da un vasto specchio d’acqua alimentato dalle maree di acqua salata che affluiscono dal mare vicino. Il laghetto, di stile cinese, fu progettato per somigliare al celebre Lago di Hangzhou (o Lago occidentale, p.  119). Le linee rette dei sentieri sono intervallate da ponti ad arco che si riflettono nell’acqua offrendone un duplicato incorporeo. Il daimyō locale apparte-neva a uno dei tre rami principali della famiglia dello shōgun reggente, e questo sontuoso giardino riflette la sua importanza politica.

Yōsuien

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Zuihōin (Tempio della Montagna dei Beati) 瑞峯院

Complesso del Daitokuji, scuola Rinzai del buddhismo Zen Kyoto 1961, periodo Shōwa (tempio fondato nel 1546) Mirei Shigemori

Fondato nel 1546 dal daimyō Ōtomo Sōrin, che si convertì al cattolice-simo a quarantotto anni, lo Zuihōin è parte del complesso del Daitokuji, uno dei più importanti della scuola Rinzai. Il più misterioso tra i vari giar-dini dello Zuihōin è il Kanmin no niwa, conosciuto anche come Giardino della Croce, una sorta di santuario cristiano segreto. Nel 1565 i missio-nari gesuiti furono banditi dal Giappone e dal 1620 non fu più possibile professare in pubblico la fede cristiana; coloro che continuavano a pra-ticarla in segreto furono chiamati kakure kirishitan (“cristiani nascosti”). Nel giardino la croce – formata da pietre sepolte nella ghiaia – è nasco-sta in piena vista e in uno spazio adiacente una Madonna è celata sotto una lanterna di pietra. Nell’area principale dello Zuihōin un gruppo di pietre rappresenta il monte Hōrai sacro ai buddhisti e i motivi della ghiaia rastrellata nel giardino secco sono le onde del mare che circonda l’isola su cui sorge questa montagna.

Zuihōin (Tempio della Montagna dei Beati)

Kyokusui (Giardino del Torrente tortuoso), grande santuario di Matsuo 松尾大社の曲水の庭

Kyoto 1975, periodo Shōwa Mirei Shigemori

Questo giardino ha una forte connotazione poetica e letteraria. È noto come Giardino del Torrente tortuoso perché un corso d’acqua si snoda tra rocce verticali e rive lastricate di lisce pietre bluastre. Qui due volte l’anno si svolge il cosiddetto kyokusui no utage: lungo le rive del torrente alcuni poeti compongono versi a tema raccogliendo di tanto in tanto le tazzine di sakè che vengono fatte galleggiare sulla superficie dell’acqua. La leggenda narra che nell’VIII secolo, quando la capitale fu spostata da Nara a Kyoto, sotto la cascata di una sorgente fu trovata una tartaruga e in quel punto si decise di edificare il santuario. Le azalee che fioriscono in primavera nel giardino di Kyokusui – uno dei tre del tempio – hanno foggia di nuvole e tartarughe. Il Matsuo Taisha è un santuario molto importante per le locali fabbriche di sakè, poiché qui si prega affinché le benefiche proprietà della sorgente si riversino nella bevanda.

Kyokusui (Giardino del Torrente tortuoso), grande santuario di Matsuo

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138 139Rengeji (Tempio de Fiore di loto) Rengeji (Tempio de Fiore di loto)

Rengeji (Tempio de Fiore di loto) 蓮華寺

Buddhismo Tendai Kyoto Primo periodo Edo Ishikawa Jōzan

Progettato da Ishikawa Jōzan, il tranquillo laghetto del Rengeji che induce alla meditazione è alimentato da una sorgente del monte Hiei. Nell’acqua si trova una pietra a forma di barca (funaishi), mentre altre rocce raffi-gurano la gru e la tartaruga – su quest’ultima cresce un’azalea. Queste pietre sono profondamente legate al giardino circostante. L’artista Isamu Noguchi, che ha studiato a lungo questo genere di composizioni, spiega: “In un giardino giapponese l’arte delle pietre sta nel saperle posizio-nare. E la posizione ideale non si discosta da quella naturale”. D’autunno, ginkgo biloba, aceri, azalee e mirti crespi inondano il paesaggio con i loro splendidi colori.

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↑ 165 Daisenin (Tempio dei grandi Immortali)

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174 175Ryōgenin Ryōgenin

Ryōgenin 龍源院

Complesso del Daitokuji, scuola Rinzai del buddhismo Zen Kyoto 1502, periodo Muromachi, con aggiunte posteriori Kobori Enshū, Mirei Shigemori e Nabeshima Gakushō

I quattro diversi giardini che compongono il Ryōgenin collegano oggetti e stati fisici. Nel piccolo Kodatei, che si trova all’ingresso, due rocce chia-mate “A” e “Un” fanno riferimento alla pratica dello zazen in cui si presta particolare attenzione all’inspirazione e all’espirazione. Il giardino Tōtekiko, realizzato da Nabeshima Gakushō nel 1958, è il più piccolo karesan-sui del Giappone ed è ispirato a un kōan: “Più forte lanci il sasso nell’ac-qua, più marcate sorgono le increspature”. Inserita nell’architettura del tempio, una roccia orizzontale sembra essere caduta dall’alto nel mare di ghiaia, come un dito puntato sulla roccia verticale della “mente giusta”. In questo giardino tutto incentrato sui concetti di fisicità e di peso, le rocce più piccole provocano increspature meno pronunciate sulla ghiaia. Il giardino più antico, il Ryōgintei di Kobori Enshū, include un mare di muschio (che forse un tempo era di ghiaia) e di pietre strettamente col-legato al giardino Isshidan di Mirei Shigemori, con la roccia a grandezza d’uomo che si erge sulla ghiaia rastrellata a effigie del monte Hōrai.

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↑ 181 Shisendō