Il genocidio del Ruanda

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Chiara Bianchi IIIA, a.s. 2013-2014, Ist. Compr. “San Vito” San Vito Romano (RM)

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IL GENOCIDIO DEL RUANDA

Chiara Bianchi

IIIA, a.s. 2013-2014, Ist. Compr. “San Vito”

San Vito Romano (RM)

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ll genocidio del Ruanda fu uno dei più sanguinosi episodi della storia del XX secolo, che si manifestarono in Africa. Vennero massacrate sistematicamente almeno 500.000 persone. In questo continente, infatti, sono state combattute o sono tuttora in atto guerre di liberazione, guerre secessionistiche e inclusionistiche, ribellioni riformiste e conflitti tra i warlords: imprenditori che ricorrono alla violenza per aumentare la propria ricchezza. Queste guerre hanno delle motivazioni di vario genere: economiche, politiche, culturali, ma anche etniche e religiose.

HUTU e TUTSI Il genocidio ruandese è il risultato di una combinazione di varie situazioni e di diverse cause, che lo hanno reso possibile. Esso sembra vedere sulla scena gli Hutu e i Tutsi : due gruppi che hanno coesistito per secoli in maniera pacifica nella condivisione degli stessi usi e costumi, nonostante le chiare distinzioni di tipo somatico e di “casta”. Gli Hutu sono per la maggior parte agricoltori, mentre i Tutsi sono degli allevatori. Va anche precisato che il passaggio da un gruppo all’altro poteva avvenire col cambio di attività o di “casta”. Questo ci porta ad escludere di per sé la motivazione puramente etnica

del conflitto che ha insanguinato il Ruanda nel 1994. Se fossero state unicamente motivazioni etniche a scatenare il genocidio, sarebbe difficile spiegare la contemporanea pacifica convivenza tra gruppi Hutu e Tutsi stabiliti in altre aree dell’Africa. Il colore della pelle era un tratto fisico generale che veniva in genere utilizzato nella identificazione "etnica". I ruandesi dal colore più chiaro erano tipicamente Tutsi, il gruppo di minoranza, mentre i ruandesi dalla pelle più scura in genere erano Hutu, il gruppo di maggioranza in Ruanda. In molti casi, gli individui Tutsi erano separati dalla popolazione generale e talvolta costretti ad essere schiavi degli Hutu. Le donne Tutsi sono state spesso indicate come "zingare" e sono state frequentemente vittime

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di violenza sessuale. La differenza era prevalentemente di tipo sociale: i Tutsi erano più ricchi degli Hutu e nell'ultimo gradino della scala sociale vi erano i Twa. Ma non era definitivo, chiunque poteva migliorare la propria condizione. I colonizzatori belgi fecero l'errore di considerare questi gruppi come delle divisioni razziali.

CAUSE

Le motivazioni più plausibili sono quelle di tipo politico ed economico. La base politica del conflitto risale al periodo coloniale. Il governo coloniale privilegiò il ruolo sociale dei Tutsi e formalizzò le preesistenti distinzioni con l’emissione di carte di identità etniche.

Con l'indipendenza del Ruanda, questa situazione diede inizio a un'epoca di rivendicazioni da parte degli Hutu. Inoltre, loro si opposero al rimpatrio degli Tutsi, che si era rifugiati in altri paesi ( in particolar modo in Uganda), adducendo tra l'altro

la motivazione che i Tutsi ,provenienti dall'Uganda, erano ormai troppo lontani dalla realtà culturale e sociale ruandese, persino per motivi linguistici, essendo l'Uganda un paese anglofono e il Ruanda un paese francofono. Per sostenere in modo più efficace i propri diritti, i Tutsi rimpatriati si organizzarono in una associazione politico-militare chiamata Fronte Patriottico Ruandese (RPF), guidata dal generale maggiore Fred Rwigema.

Le iniziative intraprese dal presidente del Ruanda Juvénal Habyarimana allo scopo di riconciliare Hutu e Tutsi (fra cui la nomina di una commissione nazionale sulla questione) non risultano convincenti per l'RPF. Il 1º ottobre 1990 cinquanta ribelli dell'RPF attraversarono il confine fra Uganda e Ruanda, uccidendo le guardie di frontiera e consentendo il successivo ingresso nel paese di un esercito di oltre 4000 Tutsi ben addestrati, in gran parte provenienti dall'esercito ugandese.

Nei conflitti venne ucciso il generale Fred Rwigema e il presidente del Ruanda chiese aiuto ai belgi, che sostennero la popolazione, ma non intervennero con l’esercito.

TUTSI

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La situazione precipitò notevolmente: tanti furono gli scontri tra i due gruppi, gente massacrata, tra cui bambini, donne e anziani.

A far fronte a questa grave situazione, nel luglio del 1993, un’azione diplomatica a cui fecero parte la Francia e gli Usa, portò a un accordo: gli accordi di Arusha, dove venivano ridotti i poteri del presidente del Ruanda e dando più importanza al governo transitorio di larga base, che comprendeva molti rappresentanti dell’ RPF.

La pace ottenuta ebbe breve durata, perché il presidente fu ucciso. Le tensioni continuarono, e continuano ancora oggi, anche se le notizie arrivano nei paesi Occidentali, molto frammentarie.