Il Galileo

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ATTUALITA’ 2 ATTUALITA’ SCOLASTICA 7 SEZIONE ARTISTICA 10 CULTURA 12 AMBIENTE 13 SPORT 14 SOMMARIO Direttore Responsabile: Andrea Antonazzo Vice-direttore: Angelica Pantaleo Impaginatori: Andrea Annunziato; Angelo Mancini Docenti responsabili: Prof. G. Langiu; Prof.ssa A. Sibilla, Prof.ssa N. Caputo Edizione 5 n. 1 A.S. 2013/2014 Un’ Italia italiana I popoli si distinguono fra le altre cose per le diverse tradizioni che dovrebbero in qualche modo essere profondamente sentite da ognuno di noi. Con mio sommo dispiacere noto che noi tarantini ma più in generale noi italiani abbiamo la brutta tendenza a trascurare le nostre splendide tradizioni per importare quelle estere. E ciò che più mi colpisce è vedere che le altre nazioni copiano i nostri stili di vita tradizionali poiché è indiscusso che in campi come moda, gastronomia, scienza e modo di vivere gli italiani hanno sempre rappresenta- to dei modelli da imitare. Noi però non siamo capaci di tutelare il made in Italy e quindi in altri paesi possiamo trovare delle imitazioni dei nostri prodotti tipici. Altro aspetto che trovo preoccupante ad esempio, è il fatto che a Taranto molti negozi stiano chiudendo e allo stesso tempo sorgono locali gestiti da cinesi, il primo fenomeno è senza dubbio dovuto alla crisi ma non solo; infatti, si è soliti dire dai cinesi conviene, si paga poco, e questo è vero, ma possiamo dire anche che la qualità sia la stessa?. Non lasciamoci persuadere dal fatto che alcune aziende italiane hanno le fabbriche in Cina per- ché comunque la materia prima proviene dal nostro Paese. Comprendo che in tempi di crisi sia difficile poter spendere molti soldi per comprare merce che costa di più,ma prima di tutto dobbiamo pensare alla nostra salute. Inoltre quante attività cinesi rilasciano gli scontrini?.... Poche, e quindi almeno pretendiamo che questi rispettino la legge come noi tutti. Altro dibattito di questo periodo è la polemica dei musulmani riguardo alla presenza del crocifisso nelle aule e/o negli uffici pubblici; sono rimasto allibito quando ho sentito nostri rappresentanti dare ragione a queste persone. Perché dobbiamo mettere da parte il pen- siero della maggioranza degli italiani per delle minoranze? Penso che chi dovrebbe tutelare i nostri interessi dovrebbe prestare più attenzione a que- sti aspetti e allo stesso tempo noi cittadini dobbiamo essere fieri di appartenere a questa nazione, privilegiare i prodotti italiani e combattere, affinché nessuno pretenda di imporre stili di vita e tradizioni che non ci appartengono. Sono le tradizioni alla base della nostra gloriosa storia, facendole morire segniamo la “fine” del nostro Paese. Con questa ultima considerazione non voglio chiudere la porta alle altre culture e agli im- migrati, ma vorrei che l’Italia fosse degli italiani Colgo l’occasione per porre a nome di tutta la redazione i più sinceri Auguri di Buon Nata- le e di felice 2014. Andrea Antonazzo

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Il giornalino del liceo Ferraris - Quinto Ennio di Taranto

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ATTUALITA’

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ATTUALITA’

SCOLASTICA

7

SEZIONE

ARTISTICA

10

CULTURA

12

AMBIENTE

13

SPORT

14

SOMMARIO

Direttore Responsabile: Andrea Antonazzo

Vice-direttore: Angelica Pantaleo

Impaginatori: Andrea Annunziato; Angelo Mancini

Docenti responsabili: Prof. G. Langiu; Prof.ssa A. Sibilla,

Prof.ssa N. Caputo

Edizione 5 n. 1

A.S. 2013/2014

Un’ Italia italiana

I popoli si distinguono fra le altre cose per le diverse tradizioni che dovrebbero in qualche

modo essere profondamente sentite da ognuno di noi. Con mio sommo dispiacere noto che noi tarantini ma più in generale noi italiani abbiamo la brutta tendenza a trascurare le nostre splendide tradizioni per importare quelle estere. E ciò che più mi colpisce è vedere che le altre nazioni copiano i nostri stili di vita tradizionali poiché è indiscusso che in campi come moda, gastronomia, scienza e modo di vivere gli italiani hanno sempre rappresenta-to dei modelli da imitare. Noi però non siamo capaci di tutelare il made in Italy e quindi in altri paesi possiamo trovare delle imitazioni dei nostri prodotti tipici. Altro aspetto che trovo preoccupante ad esempio, è il fatto che a Taranto molti negozi stiano chiudendo e allo stesso tempo sorgono locali gestiti da cinesi, il primo fenomeno è senza dubbio dovuto alla crisi ma non solo; infatti, si è soliti dire dai cinesi conviene, si paga poco, e questo è vero, ma possiamo dire anche che la qualità sia la stessa?. Non lasciamoci persuadere dal fatto che alcune aziende italiane hanno le fabbriche in Cina per-ché comunque la materia prima proviene dal nostro Paese. Comprendo che in tempi di crisi sia difficile poter spendere molti soldi per comprare merce che costa di più,ma prima di tutto dobbiamo pensare alla nostra salute. Inoltre quante attività cinesi rilasciano gli scontrini?.... Poche, e quindi almeno pretendiamo che questi rispettino la legge come noi tutti. Altro dibattito di questo periodo è la polemica dei musulmani riguardo alla presenza del crocifisso nelle aule e/o negli uffici pubblici; sono rimasto allibito quando ho sentito nostri rappresentanti dare ragione a queste persone. Perché dobbiamo mettere da parte il pen-siero della maggioranza degli italiani per delle minoranze? Penso che chi dovrebbe tutelare i nostri interessi dovrebbe prestare più attenzione a que-sti aspetti e allo stesso tempo noi cittadini dobbiamo essere fieri di appartenere a questa nazione, privilegiare i prodotti italiani e combattere, affinché nessuno pretenda di imporre stili di vita e tradizioni che non ci appartengono. Sono le tradizioni alla base della nostra gloriosa storia, facendole morire segniamo la “fine” del nostro Paese. Con questa ultima considerazione non voglio chiudere la porta alle altre culture e agli im-migrati, ma vorrei che l’Italia fosse degli italiani Colgo l’occasione per porre a nome di tutta la redazione i più sinceri Auguri di Buon Nata-le e di felice 2014.

Andrea Antonazzo

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ATTUALITA’

COSA COSA RESTARESTA DELLADELLA CAPITALECAPITALE EUROPEAEUROPEA DELLADELLA CULTURACULTURA

Alla fine è andata come tutti, purtroppo, si aspettavano: Taranto non sarà Capitale Eu-

ropea della Cultura 2019. Il capoluogo Jonico non ha superato la preselezione che da

ventuno ha portato a sei le candidate che concorreranno per il prestigioso riconosci-mento istituito nel 1985. Il cammino della candidatura tarantina è stato decisamente ricco di ostacoli sin dall'inizio, specie per le scarse risorse messe in campo per realizzare

le iniziative connesse al grande evento del 2019 (si parla di circa 4500 euro a fronte del-le centinaia di migliaia di euro stanziate dalle altre concorrenti). Infatti non basta essere

una città già ricca di importanti punti di riferimento artistico - culturali per essere desi-gnata Capitale (non si spiegherebbe l'esclusione di Venezia): il criterio fondamentale è la capacità di realizzare i progetti presentati con il dossier di candidatura. I pezzi forti del

nostro programma erano una serie di incontri mensili con i Premi Nobel per la Pace, la realizzazione di un murales lungo il "muraglione" dell'Arsenale Militare, nonché un Fe-

stival della sperimentazione musicale, più altri eventi a corollario. Sfumata la possibilità che questa grande chance si concretizzi, probabilmente non se ne farà più nulla, ma l'auspicio è che qualcosa rimanga di questo sfortunato tentativo. Lo ha detto anche Ni-

cola Baldi, presidente del comitato promotore, che ha affermato: "Le idee contenute nel dossier saranno portate avanti." Magari anche con un occhio di riguardo alle mille po-tenzialità inespresse che sonnecchiano nella nostra città. Basti pensare alla città vec-

chia, che oggi è un simbolo per il suo degrado quando invece dovrebbe esserlo per la sua incredibile varietà di architetture e stili. O ancora, pensiamo al Museo Archeologico

Nazionale, che continua a spedire i suoi reperti in giro per il Mondo mentre moltissime sale sono in allestimento da anni. Volendo potremmo aggiungere anche le potenzialità delle aree che la Marina Militare sta iniziando a dismettere, come l'isolotto di san Paolo.

Pochi lo sanno, ma sull'isola sorge il fortino militare Laclos, voluto nientemeno che da Napoleone Bonaparte. Il piccolo forte è ora in stato di semi-abbandono, ma potrebbe es-

sere facilmente recuperato e utilizzato per attività culturali, come da anni propongono associazioni culturali (ad esempio la Fondazione Michelagnoli). E volendo dilungarsi non mancherebbero altri esempi sui quali poter discutere. Certamente non tutte le pos-

sibilità potranno concretizzarsi in tempi brevi, ma non per questo dobbiamo arrenderci, cosa che, invece, facciamo piuttosto spesso. È da noi tarantini che deve partire lo scatto d'orgoglio per far rinascere la città, in particolare dagli imprenditori che hanno le dispo-

nibilità per poter investire nel territorio, ma ancor più da noi che fra i banchi ci prepa-riamo a diventare la "nuova leva" che prenda in mano le sorti della città e non solo.

Dobbiamo crederci, il resto verrà da sé.

Alessandro Greco

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ATTUALITA’

In base all'analisi di un sondaggio da

me effettuato tra i 29 compagni della

mia classe è emerso che soltanto uno di noi usa meno di un ora al giorno il cellulare e il computer, il 25% li usa

per 1 o 2 ore, il 60% per 3 ore e il 15% arriva addirittura ad utilizzare

tali strumenti anche per ben 4 o 5 ore al giorno! Il dato allarmante emerso è che la maggior parte di questo tempo

non viene utilizzato per scopi benefici e cioè allargare i nostri orizzonti di

scienza e conoscenza e rendere le no-stre menti elastiche, bensì per stare sui social network (facebook, twitter,

ask, menessenger ecc...) il più delle volte scambiando semplici benché simpatiche faccine, cliccando “mi piace” ai vari post senza trarre alcun beneficio per le nostre conoscenze. Naturalmente c'è il momento in

cui siamo al computer per fare ricerche per la scuola o per leggere notizie di attualità, ma è poco tempo rispetto a quello passato a inviare sms, il più delle volte inutili, che

riempiono inevitabilmente la memoria dei nostri telefoni. Un sms arriva e noi rispondia-mo all'istante, e dobbiamo ammettere alcune volte senza discrezione o educazione. U-siamo tali mezzi telematici a volte con tanta superficialità e mancanza di responsabilità

da rimanere vittime o autori a volte anche inconsapevoli di reati informatici o di atti di cyberbullismo.La verità è che a causa di questi strumenti elettronici non riusciamo più

ad avere tempo per stare con i nostri genitori, con i nostri fratelli e con i nostri amici, non usciamo più, preferiamo un messaggio piuttosto che vederci e parlare di persona. Ma ci fa bene rimanere tutto questo tempo col cellulare perennemente fra le mani??

L'uso perenne può provocare danni alla salute, in particolare danni alla spina dorsale, alla vista, rischio di epilessia e poca produzione di melatonina.Certo non ne trae benefi-cio il nostro cervello e si possono sviluppare delle vere e proprie dipendenze. Ricordiamo

che a Roma esistono centri specializzati per la disintossicazione. Ma noi ragazzi e non solo, continuiamo a tenere tra le mani il nostro cellulare senza pensare a questi danni o

nella certa convinzione che non toccheranno mai noi in prima persona. Mi piace pensa-re ai consigli di un grande autore latino Lucio Anneo Seneca: “Non è che abbiamo poco tempo: ne perdiamo molto invece. La vita è abbastanza lunga e ci è elargita con una no-

tevole durata per il compimento delle più grandi imprese, se fosse tutta impiegata bene. Ma quando si consuma tra la lussuria e la noncuranza, quando non la si dedica a nes-suna buona causa, in fine, quando ci costringe la necessità suprema, ci accorgiamo che

è già passata mentre prima non avvertivamo il suo andare. È proprio cosi: non ricevia-mo una vita breve, ma la rendiamo tale e non ne siamo poveri, ma prodighi. Cosi ric-

chezze immense e regali vengono dissipate in un momento quando toccano a un cattivo padrone, ma quando vengono affidate a un buon amministratore, anche se sono modi-che, crescono col loro stesso impiego; cosi la nostra vita si estende a lungo per chi sa

disporne bene.”(De brevitate vitae, I).

Ilaria Donzella

INTRAPPOLATI INTRAPPOLATI NELLANELLA RETERETE

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ATTUALITA’

Il nostro Liceo, con la presenza da quest’anno dell’indirizzo classico, vede al suo interno interagire sinergicamente cultura umanistica e scientifica, attra-verso la lingua che è il mezzo comune che le unisce. Spesso, più, in tanti il con-cetto e la sintesi di cultura sono associati unicamente ad un significato letterario che ne riduce la portata e l’incidenza ri-spetto alla complessa rete delle valenze poste in essere ma una società sempre più attraversata dai cambiamenti e dalle tecnologie. Solo su tale prospettiva di sconfinamento, si può pensare che la cultura si apra a concepire le aspirazioni e le passioni di tutti e, in definitiva mettere tutti nella condizione di trovare se stessi. Tale precisazione si rende necessaria, perché nel nostro paese predominare mi sembra che sia ancor la cultura umanistica con le centinaia di opere let-terarie radicate nella tradizione della cultura italiana, che fanno ancora da punto di riferimento, quasi e-sclusivo, nella formazione dei giovani. Ora per quanto rilevante sia lo studio delle lettere, è, al presente il deficit della cultura scientifica ad allarmarci. Ma perché, poi ritenere che la cultura umanistica è incompa-tibile con la scienza? E quale le incompatibilità delle formule matematiche e le reazioni scientifiche con il processo di approfondimento storico letterario? Ma la contrapposizione tra cultura scientifica e umanisti-ca sarebbe risultata incomprensibile per un cittadino greco del V secolo. La Magna Grecia era sicuramen-te il tempio dell’arte e della cultura con il suo popolo di intellettuali per eccellenza. Basti pensare a Plato-ne che unì la filosofia e la matematica in un legame dinamico trovando il giusto equilibro tra numeri e let-tere, in maniera del tutto armoniosa fra di loro. Dunque potremmo definirli due campi da coltivare, due strade da percorrere confluenti in un unico spazio. La scienza non potrà mai andare avanti senza la cultu-ra umanistica e viceversa, come nel legame ionico che si forma quando le caratteristiche di un atomo sono nettamente diverse, grazie all’attrazione reciproca dai due ioni di carica opposta. Ed è esattamente la stessa cosa che accade tra i percorsi sopra citati.

L’interesse dei filosofi per argomenti di questo tipo non è certo nuovo. Pitagora era affascinato dal circo-

lo e identificava strettamente la realtà con i numeri. Egli era colpito, per esempio, dal calcolo dei rapporti

in musica che dimostrano come la bellezza nella musica dipenda da relazioni matematiche tra le note di

una scala. Il Ragionamento non è altro che “calcolare, cioè aggiungere e sottrarre, le conseguenze di no-

mi generali concordati per designare e rappresentare i nostri pensieri”. L’applicazione della tecnologia

informatica alle discipline umanistiche sta diventando un campo sempre più sfruttato e studiato. La tec-

nologia ha reso la comunicazione più facile anche per gli umanisti, quindi non c’è contrasto. Il pessimismo

circa lo sviluppo e la diffusione della tecnologia è, pertanto, ingiustificato. La matematica, la fisica, la bio-

logia ,sono scienze esatte: sperimentate dal lavoro di grande cultura e professionalità … ma non esiste

una formula matematica per esprimere il concetto di felicità, tristezza, amore .. ed è qui che subentra nel-

le nostre vite la filosofia che, pur non essendo una scienza, riesce a parlarci delle emozioni dell'essere u-

mano.

Miriana Russo

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CULTURA UMANISTICA E SCIENTIFICA, BINOMIO COMPLEMENTARE?

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ATTUALITA’

RIFLESSIONI SULLA TRAGEDIA DI

LAMPEDUSA

Il 4 ottobre 2013 è stato un giorno di lutto naziona-

le, per ricordare nel silenzio più profondo le tantis-

sime vittime del naufragio avvenuto nelle acque di Lampedusa. Più di trecento i morti, tutti emigrati,

provenienti da diversi paesi. Il Papa ha definito que-sta tragedia una vergogna perché è il grande sinto-

mo della mancanza di rispetto per l’ uomo. Dobbia-mo metterci tutti la mano sulla coscienza e pensare a queste povere persone che vengono in Italia a

qualsiasi costo, anche rischiando la morte, per sfug-gire alla miseria, alla guerra dei loro paesi, sperando

in una vita migliore. Certamente coloro che sono responsabili in prima persona di questo evento cosi triste sono gli scafisti persone piene di scrupoli e prive di sentimenti umani

che pur di arricchirsi, hanno trasportato in un barcone di circa venti metri più di cinque-cento “disperati” mettendo a rischio la loro vita e quella di coloro che gli si erano affidati. Gli emigrati che vengono in Italia non sempre vengono soccorsi, benvisti, anzi alcune vol-

te sono anche picchiati e umiliati. Essi svolgono lavori umili e pesanti che molti italiani non vogliono più fare. Gli emigrati non sono persone inferiori e hanno gli stessi nostri di-

ritti: primo fra tutti il diritto alla vita. Una vita come tutti noi di dignità e di lavoro.

Chiara Coladonato

Inizio con una premessa

molto diretta: oggi la scuola

italiana è davvero troppo complessa. Quante volte abbiamo senti-

to parlare di disorganizza-zione scolastica? Quante

volte ci siamo lamentati del-le cose che non vanno bene, che potrebbero essere cam-

biate? Ognuno di noi trova sempre qualcosa di sbaglia-

to; spesso sentiamo la ne-cessità di lamentarci tanto che la situazione della scuo-

la ormai è diventata un ar-gomento di conversazione quotidiana, ma il problema

è che nessuno fa niente per aggiustare le cose.

Cos’è che non funziona nel sistema scolastico? Perché alcuni studenti si sentono

tagliati fuori? Perché vivia-

mo la scuola in modo passi-vo? Cosa ci rimane di una

lezione? Chiunque può prendere un voto ottimo e poi la settimana successiva

non ricordarsi niente. Ma la colpa non è solo dello studente: spesso gli inse-

gnanti classificano troppo facilmente gli alunni solo in

base a quanto studiano, non analizzando altri aspetti del-la loro personalità, non cer-

cando di andare al di là del-le loro conoscenze nozioni-

stiche o di valutare le loro potenzialità. Tutto si basa sulla

“valutazione” che spesso mette solamente in competi-zione noi alunni, rendendo

la vita scolastica ancora più

complicata.

Tuttavia, se il livello di i-struzione è così basso, ov-

viamente, non è solo colpa dei professori, ma anche de-gli alunni che spesso si di-

mostrano poco intenzionati a studiare. Sarebbe bella una scuola

più attenta che garantisca una preparazione in grado

di metterci alla prova nel campo delle esperienze della vita quotidiana, per livelli, in

modo tale da non far sentire scollata la realtà della no-

stra situazione scolastica.

Alessandra Mandese

UNA SCUOLA ATTENTI AGLI STUDENTI

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ATTUALITA’

Le statistiche e i sociologi sono concordi nell’affermare che nella nostra società il ruolo della fa-

miglia e l’importanza che essa ha per i giovani sono cambiati. In passato la famiglia era uno dei

luoghi più importanti, un posto sicuro in cui rifugiarsi dalle difficoltà della vita, la principale

ambizione delle figlie femmine, la responsabilità più attesa dei figli maschi, nonché un posto in

cui esprimere le proprie passioni, soddisfazioni, delusioni, disagi, mantenendo sempre un forte

rispetto per la gerarchia e un timore nei confronti del padre, visto come un’autorità indiscutibi-

le. Oggi, invece, molti problemi nascono proprio all’interno delle famiglie e non riescono ad esse-

re risolti nello stesso ambito. Perciò i giovani preferiscono rivolgersi ai propri coetanei, da cui a

volte ricevono consigli inappropriati, venendo trascinati ancora più lontano dai genitori che

spesso gli amici arrivano a sostituire quasi completamente: ciò può essere visto come un bene,

ma priva la famiglia dall’essere il principale punto di riferimento dell’individuo e soprattutto

dell’adolescente in crescita, così come poteva essere in passato, che ha la necessità di assorbire

valori e ideali sinceri. L’allontanamento non dipende sicuramente solo dai figli, ma anche da al-

cuni comportamenti dei genitori che spesso non vengono tollerati. Ad esempio, a volte, padri e

madri vorrebbero figli diversi da ciò che sono realmente, con ambizioni e valori differenti da

quelli che la società di oggi trasmette, e ciò li porta a non ascoltare più quello che desiderano,

per non concretizzare la delusione iniziale che potrebbero provocare. Di conseguenza, i figli svi-

luppano la convinzione che siano i genitori a non comprenderli, cercano rifugio altrove, in qual-

cuno che condivida le proprie idee e rifiutano di trovare un punto di dialogo con loro. In alcune

famiglie accade invece il contrario. Alcuni tentano di evitare che i figli si allontanino e cercano

di ‘comprarsi la loro approvazione’, diventando troppo permissivi, assecondando ogni loro ca-

priccio, spesso facendo calpestare la propria autorità. Questa è anche una conseguenza di un

aspetto molto preoccupante dei nostri tempi: l’aumento di separazioni e divorzi. Le ultime inda-

gini ISTAT riportano, infatti, che si è verificato un aumento del 2,1% per le separazioni e dello

0,2% per i divorzi, percentuali destinate ad aumentare notevolmente nei prossimi dieci anni.

Inoltre, la maggior parte delle volte, queste coppie hanno già dei figli adolescenti che risentono

molto dei disagi famigliari. Di fronte a situazioni simili, questi si sentono più fragili, impotenti

per non riuscire a ripristinare il rapporto dei genitori, e a volte anche colpevoli; il figlio non rie-

sce a stabilire un rapporto profondo con la famiglia, che non percepisce più come un ambiente

sereno. In questi casi, più che una fonte d’amore o di valori, la famiglia diventa una fonte di de-

naro. Non bisogna poi sottovalutare come la famiglia sia formalmente cambiata col tempo. In

passato, infatti, era formata da numerosi membri che convivevano sotto lo stesso tetto, si aveva

un maggiore spirito di condivisione e il rapporto tra fratelli era una delle più belle cose che po-

tesse esserci. Oggi, non è il rapporto ad essere cambiato, ma il fatto che i fratelli siano sempre

più rari. In media le famiglie italiane sono composte da due figli ma i figli unici sono sempre più

numerosi. Il fatto che questi non abbiano un fratello con cui confrontarsi prima di farlo con il

genitore rende il rapporto diretto a volte più difficoltoso, altre volte troppo confidenziale, trascu-

rando i ruoli, sminuendo l’autorità e ritrovandosi faccia a faccia con un amico qualsiasi e non

con un padre o una madre. Al di là di litigi e incomprensioni, quindi sempre più frequenti nelle

famiglie di oggi, forse l’unica cosa a non essere cambiata è l’affetto. Pur espresso sotto forme

diverse, a volte trattenuto, altre volte esternato in maniera quasi maniacale, l’amore tra genitori

e figli è un sentimento che nasce e si sviluppa inevitabilmente. Che ci sia dialogo, un punto

d’incontro-scontro o un rapporto più o meno sereno, da secoli, le delusioni col tempo svanisco-

no, le incomprensioni si risolvono e, anche se non più come primo punto di riferimento, i geni-

tori saranno sempre genitori e rimarranno lì per sempre, anche quando gli altri saranno ormai

andati via, e questo, alla fine, noi adolescenti lo sappiamo bene.

Maria Scordamaglia

LA FAMIGLIA E I GIOVANI: COSA E’ CAMBIATO?

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ATTUALITA’ SCOLASTICA

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Il Parlamento dei Giovani è la

prima iniziativa italiana che prevede proposte di legge da

parte degli studenti. Obietti-vo del progetto è far vivere agli studenti la vita democra-

tica e il ruolo e le attività che svolge una Istituzione pubbli-

ca. Ogni anno il Parlamento si rinnova per dare a più stu-

denti la possibilità di vivere questa importante esperienza

formativa. Con loro si rinnova la passione, l’interesse, la vo-

glia di fare e di cambiare. proposte di legge e progetti sulla legalità, parità di dirit-

ti, ambiente, turismo,lavoro, sempre con uno spirito costruttivo e propositivo, presentando progetti molto spesso precursori di iniziative governative, a testimo-nianza che i giovani hanno la capacità di guardare avanti, e spesso, molto più a-

vanti dei “grandi”.

Aquesto proposito abbiamo avuto l’occasione di parlare con Francesco Carelli, candidato alle elezioni del parlamento per il corrente anno scolastico.

Buongiorno ragazzi, prima di tutto volevo ringraziare coloro che lunedì 18 nelle elezioni del Parlamento regionale dei giovani mi hanno sostenuto e prometto che questa fiducia

verrà ripagata. Prima di conoscere i risultati delle votazioni ci tenevo particolarmente a informare gli studenti di ciò che è successo nell'ultimo mese, poiché non molti sanno cosa sia accaduto. Circa un mese fa molti altri studenti ed io prendemmo una decisione

difficile, ma che sarebbe stata fruttuosa per la nostra scuola, cioè di candidare un solo studente per tutto l'istituto,il sottoscritto. Purtroppo questi accordi non sono stati ri-spettati e alla fine i candidati sono stati tre. Cercai attraverso l'aiuto del Preside di arri-

vare ad una soluzione per poter arrivare ad un unico candidato. Decisi addirittura, per il bene della scuola, di rinunciare alla mia candidatura affinchè si riuscisse ad eleggere

almeno un alunno del nostro liceo. Qualcuno non si avvide però che la candidatura di uno studente non era ritrattabile. Questi avvenimenti, che personalmente non mi han-no permesso alcuna propaganda se non in alcune classi di Via Abruzzo, non hanno for-

se impedito al più prestigioso istituto di Taranto di avere un rappresentante al PRG? Con questa domando vi saluto promettendovi che non appena si conoscerà la verità dei fatti, sarò il primo ad informarvi.

Angelica Pantaleo

UNA CANDIDATURA AMBIGUA

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ATTUALITA’ SCOLASTICA

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Disponibilità al lavoro gratuito finalizzato a migliorare l’ambiente scolastico, gioioso spiri-to di collaborazione, voglia di rimboccarsi le maniche per risolvere i problemi invece di la-mentarsi sempre di tutto ciò che non va sono gli elementi che hanno portato gli studenti della classe 5aC del Liceo Ferraris e rendersi protagonisti d’una mattinata scolastica alter-nativa. Il giorno 22 ottobre per iniziativa di alcuni docenti con la collaborazione dei volontari della Protezione Civile guidati dal dott. Raffa-ele Russo si è deciso di ripulire il piazzale ed il giardino antistante alle sedi di Santa Tere-sa dove le classi per fare attività fisica in at-tesa che la provincia di Taranto assegni una sistemazione idonea a compensare la man-canza di una palestra in dotazione all’istituto. La situazioni che volontari e studenti si sono trovati davanti era incredibile; fra le sterpa-glie sono stati trovati rifiuti di ogni genere co-me finestre rotte, frigoriferi, bidet ecc. Armati di guanti da lavoro, mascherine e tute protettive gli studenti oltre alla pulizia dell’area hanno provveduto alla riverniciatura delle corsie utilizzate per svolgere le accelera-zioni di atletica.

Tutti quanti dobbiamo ringraziare questi ragazzi che come già successo lo scorso an-no in occasione della pulizia dell’aula magna dopo gli atti vandalici, si sono dimostra-ti veri cittadini e volenterosi di cambiare le situazioni negative senza piangersi addos-so. Si può dire che questi alunni in questa occasione abbiano dato lezioni di vita a tutta la città. Cogliamo l’occasione per ringraziare oltre che la Protezione Civile ed il dott. Russo anche l’AMIU di Taranto che ha fornito gli strumenti idonei. Infine possiamo dire che ancora una volta il Ferraris si è dimostrata una scuola che mira a formare gli alunni non solo dal punto di vista della cultura ma anche come persone

QUESTA DOVREBBE ESSERE LA SCUOLA, QUESTO E’ IL FERRARIS

Andrea Antonazzo

LEZIONI DI VITA

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ATTUALITA’ SCOLASTICA 9

“Le idee vincenti nascono e si concretizzano solo se si ha una visione aperta al mondo e

la capacità di guardare lontano”. Con queste parole, Pietro Chirulli, il socio fondatore

del Consorzio Quadrifoglio, ha accolto nella sua azienda di Montemesola i 18 studenti del Liceo Scientifico e Linguistico “G. Ferraris” partecipanti allo stage aziendale finan-ziato dalla Comunità Europea e riguardante la produzione di beni e servizi per

l’ambiente. Quei ragazzi che hanno raggiunto l’eccellenza nello studio nel nostro Paese e che sono

“emigrati” per cercare fuori dall’Italia condizioni di studio o lavoro più vantaggiose, for-se, rimarrebbero stupiti nel constatare che a Taranto esistono realtà aziendali all’avanguardia che, col loro continuo rinnovarsi e anticipare le richieste e le esigenze

del mercato, riescono, a dispetto della crisi, non soltanto a sopravvivere, ma anche ad espandersi e a proporsi come realtà di eccellenza.

L’attenzione delle imprese aderenti al Consorzio Quadrifoglio non è rivolta unicamente al mercato inteso come luogo di mera commercializzazione: l’azienda madre (“Serveco”), infatti, è nata nel 1987 con la precisa volontà di trasferire nel mondo del lavoro

un’etica fondata sulla solidarietà, sulla condivisione e sul rispetto per l’ambiente e si è sviluppata ramificandosi in numerose aziende “figlie”che, associate tra loro, sono in grado di fornire all’utenza prodotti e servizi innovativi nel settore della tutela ambienta-

le e dell’assistenza alle imprese. Efficienza e risparmio energetico, produzione di energia da fonti rinnovabili, raccolta

differenziata e riciclaggio dei rifiuti, sono alcuni dei settori di specializzazione del Con-sorzio, nei quali sono stati impegnati gli stagisti: un ambiente di lavoro perfetto per ra-gazzi desiderosi di integrare il loro percorso scolastico con esperienze utili al loro orien-

tamento scolastico e professionale e per una scuola, il Liceo “Ferraris”, sempre alla ri-cerca di strategie e mezzi capaci di colmare l’angosciante gap esistente tra istruzione,

lavoro e società. Ma quali sono gli obiettivi che il Liceo mira a raggiungere attraverso questo progetto for-mativo?

Permettere ai giovani di conoscere ambienti e realtà lavorative, sensibilizzarli nei con-fronti del delicato problema dell’inquinamento ambientale e dello sviluppo sostenibile, stimolare in loro lo spirito d’iniziativa e la capacità di mettere in pratica conoscenze e

competenze acquisite a scuola. I 18 ragazzi aderenti al progetto hanno affrontato, prima di cimentarsi in alcune attività

di tipo laboratoriale e progettuale, numerose ore di formazione, arricchita da esperien-ze “sul campo” effettuate nell’ambito di alcune aziende consociate. Lo stage si è concluso il 12 luglio con una visita alla Camera di Commercio di Taranto:

scuola e azienda sperano di aver dato, con questo percorso formativo, il loro piccolo contributo allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse locali. In conclusione, questa esperienza vuole anche essere un invito ad impegnarsi per il progresso e la salvaguar-

dia del territorio in cui viviamo, segnato da uno sviluppo industriale cieco e suicida, e assolutamente bisognoso di energie fresche e portatrici di cambiamento.

Giulio D’alfonso

IL FERRARIS VA IN AZIENDA

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SEZIONE ARTISTICA

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Riproduzione dell’opera “La Sedia” di Vincent Van Gogh

a cura di Arianna Bitetti

Foto scattata in occasione dell’iniziativa “Cuore Solidale “

dell’IIS G.Ferraris

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SEZIONE ARTISTICA

Foto della Tour Eiffel di Andrea Annunziato

“Ho fatto un sogno” di Antonella Verdolino

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CULTURA

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MATTINATE FAI

Il FAI - Fondo Ambiente Italiano, in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione,

dell’Università e della Ricerca e con la partecipazione dell’ANP – Associazione Nazio-nale Dirigenti ed Alte Professionalità della Scuola, ha organizzato per la seconda volta

un programma di visite guidate gratuite per studenti, alla scoperta di beni artistici e paesaggistici di significativa importanza del proprio territorio, condotte da altri stu-denti appositamente formati in aula ed in loco (circa 2500 in Italia), gli “Apprendisti

Ciceroni”. Per quanto attiene la Puglia, ed in particolare la Città di Taranto, l’attenzione dei Responsabili della locale delegazione FAI si è concentrata sulla ex Ca-sa del Fascio, un edificio di rara bellezza architettonica, realizzato dal 1932 al 1937

sotto la guida dell’Arch. Cesare Bazzani, ubicato sul Lungomare della Città ionica.. Attualmente sede della locale sezione della Commissione Tributaria Regionale, lo sta-

bile ricomprende un’intera ala, quella di rappresentanza, recentemente restaurata e messa a disposizione della Pro-Loco cittadina per uso turistico-culturale, aperta gra-tuitamente alla cittadinanza ed ai visitatori. Nelle giornate del 20 e 21 Novembre

scorso, in orario scolastico, gli Apprendisti Ciceroni della Città dei Due Mari, sotto la supervisione di Docenti iscritti FAI (Prof.ssa Adelaide Pagliarulo e Prof.ssa Luciana

Cucci per quanto riguarda il Ferraris), hanno illustrato a numerose scolaresche appartenenti a Licei di ogni indirizzo i par-

ticolari di quest’opera, che racchiude in sé tutte le principali caratteristiche dell’architettura del Ventennio, unica nel

suo genere nel panorama artistico del No-vecento. Il Salone di Rappresentanza, af-

frescato dal pittore di scuola veneziana Mario Prayer, racchiude in sè tutto il sim-bolismo della cultura dell’epoca, tradizio-

nalmente inneggiante alla potenza militare dell’Italia ed alla laboriosità’ degli Italia-ni.Sulle imponenti pareti sono infatti ri-

prodotte ad Est le effigi delle Arti “classiche” quali la Pittura, la Scultura e la Musica, ma anche ”l’Arte della Guerra”, simboleggiata dalle conquiste coloniali, apportatrici di

“civiltà e progresso” alle popolazioni colonizzate. Sul lato Nord appaiono rappresentati i Mestieri dell’uomo: l’Artigianato, l’Agricoltura e la Cantieristica Navale, un tributo sia alla cultura del regime che alla vocazione militare della Città’ di Taranto, che

all’epoca fondava la sua economia industriale non sulle acciaierie ILVA, ma sul Regio Arsenale e sui connessi cantieri Navali Tosi (corsi e ricorsi storici: sempre di acciaio

si tratta ….). La parete Ovest illustra le Scienze: Fisica, Geografia, Chimica ma anche la Filosofia, con sullo sfondo ampi riferimenti alla cultura latina in ambito politico e religioso. Il lato Sud è dedicato alla esaltazione di vittoriose azioni militari italiane,

con un occhio particolare alle clamorose imprese dannunziane, come la “Beffa di Buccari” ed il “Volo su Vienna”.L’iniziativa, efficace esempio di “cultura economica-mente sostenibile”, coerente con l’attuale congiuntura, ha permesso ad un numero

particolarmente elevato di studenti di fare conoscenza con una parte della Storia e dell’Arte della propria Città, guidati da loro coetanei, i “Ciceroni per un giorno”, con lo

scopo di sollecitare in loro la consapevolezza della necessità ed opportunità di valoriz-zare il proprio territorio, per contribuire a garantirsi un futuro di impegno sociale at-tivo e di sviluppo. Il prossimo appuntamento FAI e’ previsto per la primavera del

2014, con l’auspicio che possa continuare ad accrescere il consenso sinora ricevuto, testimoniato dalla fattiva partecipazione di docenti, esperti e studenti.

Marco Bruno

Page 13: Il Galileo

Ho fatto un sogno. Ho solcato le acque del Mar Piccolo, a bordo della mia canoa, ho

visto la mia città, oggi, stretta tra un futuro incerto e un presente soffocante, ho fatto un sogno. Ho immaginato me stessa in questa città tra venti anni, ed ho visto una

città diversa. Ho visto una città dove la mia passione per il mare era diventata un la-voro, dove queste acque meravigliose avevano ritrovato il loro splendore, dove la natura lentamente aveva riparato alla violenza esercitata dall’uomo. Ho immaginato

me stessa, a bordo della stessa canoa, insegnare a bambini, ragazzi ed adulti i segreti di questo mare. Ho sognato di inseguire, a bordo di un catamarano, i delfini del Golfo di Taranto e di condividere questa esperienza parlando “cento lingue diverse”. Ho im-

maginato una città libera dalla grande industria e matura per trovare un’alternativa, un’alternativa possibile, che non lasciasse indietro nessuno. Nemmeno quei giovani

che oggi, vittime della crisi e della noia, “consumano” le loro giornate senza uno scopo preciso. Ho immaginato una città dove l’esperienza del passato non fosse un peso per le nostre scelte future, ma un esempio per non sbagliare più. Ho immagi-

nato una città dove la speranza per il futuro fosse lieve come un palloncino lasciato volar via, al quale è legata una

pergamena, uno scrigno di sper-anze e di sogni. Ho sognato tutto questo e poi mi sono svegliata,

scoprendo che quel sogno può essere realtà, non tra venti anni, ma anche domani … forse.Ho rac-

contato questo sogno ad un caro amico, Massimiliano, il quale ha

deciso di raffigurare il tutto in un semplice, ma “profondo” disegno. Massimiliano, dal mio racconto,

ha subito compreso quello che mi “frullava” nella mente ed ha dato colore al mio sogno!Abbiamo in-

corniciato una realtà multiforme, combattuta, sofferente ma allo stesso tempo de-siderosa di lottare, impegnarsi, costruire e soprattutto con la voglia di “respirare”.

Mettendo da parte i sogni e i colori, però, la realtà si fa sempre più tale ai nostri oc-chi. Credo che Taranto debba ricominciare proprio dal mare e da tutto ciò che esso può offrire. Immaginare una Taranto capitale degli sport acquatici non è un sogno

irrealizzabile, parte di questa idea è già realtà: su viale del Tramonto, a San Vito, è possibile ammirare ragazzi che da tempo praticano canoa, windsurf, paddle surf,

kitesurf e in lontananza le vele di barche e catamarani gonfiate dal vento.Taranto è già, anche, luogo di ricerca e sperimentazione scientifica, in particolare nell’ambito della tutela e lo studio dei cetacei dello Jonio. Tutto questo grazie all’iniziativa di al-

cuni ricercatori della Jonian Dolphin Conservation che la scorsa estate hanno dato anche a me l’opportunità di fare con loro ricerca in mare e vivere esperienze indimen-ticabili.Tutte queste realtà, però, scontano ancora il peso della forte presenza indus-

triale, un peso che schiaccia anche i sogni di noi giovani. Se dobbiamo immaginare un futuro differente per Taranto e realizzare i nostri sogni, abbiamo bisogno della

buona volontà di chi decide, di chi è in grado di trasformare una condizione, quella dei giovani, da precaria a dinamica. Adulti, siate ancora capaci di sognare!

Antonella Verdolino

AMBIENTE 13

HO FATTO UN SOGNO

Page 14: Il Galileo

SPORT

L’ECONOMIA NELLO SPORT

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Lo sport non è solo un’attività fisica, ma un misto di emozioni che si provano grazie

ad un semplice tiro a canestro all’ultimo secondo o ad un rigore parato che vale una Champions League. Esistono tanti sport e a seconda delle nazioni alcuni sono più

importanti di altri. In Cina c’è il Ping Pong, in America troviamo il Basket, il Baseball e il Football mentre in Italia come in tutta Europa lo sport più famoso è il Calcio. L’aspetto economico nel mondo dello sport è molto importante. I dirigenti che com-

prano una società, mettono a disposizione le loro risorse per acquistare giocatori e attrezzature per portare ad alto livello la propria squadra, ricavandone così, anche dei profitti che, nel caso specifico del calcio potrebbero essere molto elevati perché è

diffuso in tutto il mondo .Gli esempi si possono fare anche con altri sport come per esempio il basket o la pallavolo ma in questi casi le cifre sono notevolmente minori .

Lo sport è competizione, che deve essere leale e corretta, ma non sempre questo ac-cade. I tifosi sono sicuramente la maggior causa dellaslealtà che troviamo negli stadi;

senza i biglietti che vengono venduti

a quest’ultimi, le società perderebbe-ro molte risorse e cadrebbero in rovi-

na. Questi tifosi però, spesso e vo-lentieri ,non sono semplici persone che tengono ad una squadra e grida-

no a squarciagola per sostenerla, ma insultano sia i tifosi avversari che i giocatori stessi ,cadendo anche in

scorrettezze come i cori razzisti, su-bendo così delle squalifiche. Un al-

tro aspetto negativo,se così possia-mo definirlo, riguarda i presidenti delle società. l’Italia, calcisticamente

parlando, è sempre stata ai massimi livelli in questo sport ma, purtroppo, la crisi ha colpito anche il calcio e quindi un dirigente, non avendo la possibilità di comprare grandi giocatori la sua squadra per-

de valore. Molti talenti , nascono calcisticamente in una società italiana, ma purtrop-po una volta diventati campioni, le squadre estere con maggiori possibilità economi-

che acquistano questi calciatori per cifre a cui non si può dire di no. Queste azioni comportano delusioni nei tifosi poiché non esistono più giocatori che possono essere definite bandiere. Nelle altre nazioni ,soprattutto in Spagna e Inghilterra, c’è una con-

cezione diversa di sport, che è quella di vincere, costi quel che costi. Per esempio, il Chelsea, una squadra londinese, non è mai stata una molto forte ma, quando nel

2003 il magnate russo Abramović comprò la società, iniziò a spendere cifre enormi per acquistare i migliori giocatori del mondo e iniziare a vincere. Dal 2003 ad oggi infatti il Chelsea può vantare 3 campionati inglesi, 4 coppe d’Inghilterra ,1 Cham-

pions League, un’Europa League ed altri titoli minori. Una storia simile la possiamo trovare con un’altra squadra inglese , il Manchester City, acquistata nel 2008 dagli Sceicchi Arabi che ,grazie alle loro grandi possibilità economiche, si assicurarono

molti campioni così da poter vincere qualche titolo. Lo scandalo maggiore degli ultimi anni, è quello accaduto nell’ultima sessione di mercato. Il Real Madrid, una delle

squadre più ricche e forti di sempre, ha comprato un solo giocatore, Gareth Bale, per la cifra di 101 milioni di euro. Le critiche e gli attacchi al mondo del pallone, dopo questa notizia, sono iniziate ad aumentare; critiche che, venivano anche da dirigenti

di altre squadre o da parte di ex calciatori. >>

Page 15: Il Galileo

SPORT

Questa è la differenza sostanziale che divide il calcio dagli altri sport, perché per e-

sempio nel mondo del Basket americano, è tutto diverso. Ogni anno, quando finisce il campionato, l’Nba, mette a disposizione determinate risorse che vengo date alle

squadre che sono arrivate ultime o comunque nelle ultime posizioni. Questo in pri-mo luogo per garantire uno spettacolo maggiore ed una sana competizione e poi per

non favorire sempre le stesse società che possono permettersi grandi acquisti.

Lo sport, è amore, sofferenza e passione, non dovrebbe essere nient’altro, molti tifosi

questo lo sanno ma purtroppo, come sempre, le ricchezze contano più dei sentimenti

e ormai ai presidenti importa soltanto arricchirsi.

Michael Marcuccio

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Page 16: Il Galileo

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Santa Teresa

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G. FERRARIS

LIBERO SFOGO

IL DIRETTORE:

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IL VICE-DIRETTORE:

Angelica Pantaleo

IMPAGINAZIONE:

Andrea Annunziato 5^C

Angelo Mancini 5^C

GRAFICA:

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Andrea Annunziato

Antonella Verdolino

ARTICOLI DI:

Alessandro Greco, III B

Ilaria Donzella IV B

Miriana Russo 2^AL

Chiara Coladonato 2^AL

Alessandra Mandese 4^BC

Maria Scordamaglia II D

Angelica Pantaleo IIE

Andrea Antonazzo 5^C

Giulio D’alfonso 4^G

Marco Bruno 4 AL

Antonella Verdolino 4^A

Michael Marcuccio 5^A

Si ringrazia per il contributo:

Riabilitazione equestre

Scuola di equitazione riconosciuta da CONI e FISE

Addestramento cavalli

Pensione cavalli

PER INFO:

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SI RINGRAZIANO:

PUBBLICATO NEL MESE DI DICEMBRE