Il foro nella Gallia Cisalpina

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IL FORO NELLA GALLIA CISALPINA Daniele Di Rubbo A. A. 2009/2010 Urbanistica del mondo classico Foro di Brescia (Brixia)

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IL FORO NELLA GALLIA CISALPINADaniele Di RubboA. A. 2009/2010

Urbanistica del mondo classico

Foro di Brescia (Brixia)

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Etimologia del termine forum

Il foro (forum), nelle città romane, è lo spazio pubblico per eccellenza, attorno al quale ruotano tutte le funzioni politiche, civili e religiose;

Lo spazio analogo al foro, nella pólis greca, era l’agorá (ἀγορά), termine derivante dal verbo ἀγείρω (“radunare”) e col significato etimologico di “(luogo di) raccolta/incontro”.

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Etimologia del termine forum

Il latino forum deriva dal protoindoeuropeo *dhuor-o- “(stanza vicino alla) porta”, accezione passata al protoitalico *fwuoro- “(stanza) vicino alla porta”;

Lo sviluppo semantico del latino forum è stato: “area presso le porte” > “stanza d’entrata, vestibolo” > “stanza pubblica” > “spazio pubblico”.

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Lo spazio sociale nella città romana Nell’antichità classica esisteva una

corrispondenza tra spazio sociale e organizzazione materiale della città;

A Roma, nella tarda repubblica, il potere (politico e religioso) adotta i linguaggi delle forme architettoniche e urbanistiche, in grado di descrivere la vita urbana in un senso che dal livello spaziale passa a quello culturale e arriva a quello civico.

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Lo spazio sociale nella città romana Secondo Pierre Gros nessuna attività

umana è legata alle strutture sociali, politiche ed economiche come l’architettura (e l’urbanistica);

Il “monumento permanente” non nasce dai bisogni concreti della comunità, ma il quadro architetturale si impone man mano che crescono le esigenze del potere centrale e il desiderio di affermazione delle collettività urbane locali.

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La propaganda attraverso i fori cisalpini

Il potere (centrale e locale), attraverso i fori cisalpini, è in grado di definire la propria politica di patronato attraverso architetture in cui si riconosca l’istituzione e la natura del potere stesso;

Da Augusto in poi, la morfologia urbana diventa uno strumento per mobilitare l’opinione pubblica verso il consenso;

Una volta individuato un modello di funzionalità ed esteticità, la sua applicazione diventa la più estesa possibile.

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La romanizzazione della CisalpinaLa romanizzazione della Cisalpina

comporta un processo di trasformazione dell’assetto territoriale sulla base di tre sistemi: rete viaria;

centuriazione;

città.

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Urbanizzazione della CisalpinaL’urbanizzazione certamente è il

fenomeno più innovativo. Guido Achille Mansuelli studia l’urbanesimo in base a tre princípi: «sintassi spaziale»;

«percorsi strutturali»;

«quarta dimensione» diacronica dell’organismo-città.

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Il foro come punto nevralgico

Guido Achille Mansuelli evidenzia come il foro sia il momento decisivo dell’integrazione tra la rete viaria (urbana, extraurbana e territoriale) nel programma edilizio monumentale.

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Linee di tendenza cisalpineL’esame delle sistemazioni forensi

cisalpine sembra evidenziare una sperimentazione secondo due linee: fori “passati” da una grande arteria

di comunicazione; fori “bipartiti” da un (grande) asse viario.

Solo in una fase successiva si approderà a dei fori “standardizzati”, inseriti in impianti a isolati quadrati.

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Fori “passati”

Piacenza (Placentia);Fori “terminali”:

Rimini (Ariminum);

Aquileia (Aquileia); Libarna (Libarna); Parenzo (Parentium);

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Rimini (Ariminum)

Rimini è la prima colonia romana (268 a.C.) di area cisalpina;

Rimini era collegata a Roma dalla via Flaminia (220 a.C.) e a Piacenza dalla via Emilia (187 a.C.).

Rimini (Ariminum)

Via Aemilia

Rimini

Fano

Piacenza

Roma

Via Emilia

Via

Flam

inia

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Fori “passati”: Rimini (Ariminum)

Prima della costruzione della via Emilia il foro era orientato lungo il cardo maximus;

Poi viene raccordato all’asse Flaminia-Emilia (decumanus maximus) e si estenderà a nord fino a quelle che saranno le chiese di S. Michele in Foro e di S. Giorgio in Foro (oggi distrutta);

A est era delimitato da un arco monumentale (oggi solo il basamento) della prima età augustea;

A ovest era “continuato” dal basolato posto dietro la cavea del teatro augusteo e dal tempio di Giove Dolicheno.

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Fori “passati”: Rimini (Ariminum)

Il foro di Rimini costituisce un caso “anomalo” per l’urbanistica cisalpina, in quanto è attraversato in lunghezza dall’asse viario principale della regione. Non va dimenticato, però, il momento particolarmente alto in cui viene a crearsi questo assetto.

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Piacenza (Placentia) Piacenza fu fondata nel

218 a.C., sulla riva destra del fiume Po, come avamposto contro le popolazioni galliche della Pianura Padana;

Piacenza era al centro di due grandi assi viari: la via Emilia la collegava a Rimini, mentre sarà attraversata da est a ovest dalla via Postumia.

Piacenza (Placentia)

Via Aemilia

Piacenza

RiminiGenova

Aquileia

Via Postumia

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Fori “passati”: Piacenza (Placentia)

Il foro è tradizionalmente identificato nell’area di due isolati a sud-est dell’incrocio tra cardo e decumano, presso le chiese di S. Martino in Foro (posizionata erroneamente) e S. Pietro in Foro;

Più plausibile è l’ipotesi di foro su quattro isolati, ripartiti uniformemente dal cardo e dal decumano. In questo modo si riposizionano le chiese nelle giuste locazioni e ne emerge un’ipotesi, suffragata da dati archeologici, che vede un foro esteso in senso est-ovest con fasce di annessi a nord e a sud, e nella chiesa di S. Pietro in Foro il capitolium.

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Galeata (Meuaniola) Mevaniola sorgeva

nei pressi di Galeata (FC). Fu fondata dagli Umbri e successivamente ampliata dai Romani (ca. 50 a.C.). Faceva parte del territorio di pertinenza di Sarsina (altro insediamento di origini umbre).

Galeata (Meuaniola)

Mevaniola

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Fori “passati”: Galeata (Meuaniola) L’asse viario corre da nord-

ovest a sud-est; Vi si affaccia longitudinalmente

il foro, la basilica ad est e il teatro ellenistico a ovest (tutti datati alla metà del I sec. a.C.);

A nord del complesso forense c’è un edificio tripartito (tempio o curia?) della metà del I sec. a.C., mentre a sud della strada ci sono delle terme;

Il foro non era attorniato da portici, bensì da un percorso perimetrale scoperto e percorribile almeno lungo l’asse viario principale; il teatro era raccordato al foro tramite un porticus post scaenam, analogamente al caso di Rimini.

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Aquileia (oggi in provincia di Udine) era una colonia romana fondata nel 181 a.C.;

Aquileia (Aquileia)

Aquileia era collegata a Genova mediante la via Postumia, la quale scorreva attraverso la Cisalpina in senso est-ovest.

Aquileia

Genova

Aquileia

Via Postumia

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Fori “terminali”: Aquileia (Aquileia)

Il cardo maximus giungeva da nord nel mezzo del lato corto del foro;

Cardo maximus

Il foro ha assunto fin dall’epoca repubblicana lo sviluppo allungato lungo l’asse nord-sud;

A nord-ovest del foro c’era il comitium circolare di metà/seconda metà del II sec a.C., successivamente obliterato da un edificio rettangolare (curia?);

Lungo il lato orientale sorgevano delle tabernae, successivamente l’area fu occupata da un portico;

A nord del comitium, nel I sec. a.C., sorse un macellum a corte circolare che in breve tempo viene obliterato da un altro edificio (I sec. a.C.) in fase di studio;

La basilica sorge lungo il lato meridionale del foro, dove precedentemente si aveva il lastricato di una strada non pertinente al decumano “di Aratria Galla”, che ora tocca la basilica a sud. È probabile che la basilica abbia bloccato un preesistente accesso al foro tramite il cardo maximus.

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Fori “terminali”: Aquileia (Aquileia) La chiusura dell’accesso meridionale al foro si

deve probabilmente all’affermarsi del porto fluviale che, spostando i traffici verso est, rende possibile la monumentalizzazione senza pregiudicare i traffici commerciali cittadini, deviati sugli assi viari minori;

Su dati archeologici oggi possiamo dire che tale ristrutturazione generale dell’area forense di Aquileia avvenne probabilmente in età augustea.

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Libarna (Libarna)

Libarna è situata nel tratto della via Postumia tra Genua e Dertona.

Libarna

Libarna (oggi in provincia di Alessandria) fu un oppidum Ligure conquistato dai Romani nel 191 a.C.;

Libarna

Genova

Aquileia

Via Postumia

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Fori “terminali”: Libarna (Libarna)

Il cardo (via Postumia) incrocia il decumano mediante un tetrastilo che costituiva l’ingresso monumentale al foro;

Il foro (112 × 120 m) occupava quattro isolati ed era delimitato da un portico a sud e a ovest (prima età imperiale; I sec. d.C.);

Davanti al portico meridionale si segnala la base di un tempio (15 × 18,5 m) probabilmente dedicato al culto imperiale;

La chiusura del foro è probabilmente della prima metà del I sec. d.C.; infatti, dopo la creazione della via Iulia Augusta, il tratto di Postumia da Genua a Dertona perde parte della sua importanza. Il traffico veicolare, a Libarna, viene probabilmente defluito sulle strade secondarie che costeggiano il foro.

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Parenzo (Parentium)

Parentium ora si trova in Croazia.

Parenzo (Parentium) Parentium fu

costituito come accampamento romano nel II sec. a.C.; divenne municipium nel 12 a.C; all’inizio del I sec. d.C. divenne colonia a cittadinanza romana;

Parenzo (Parentium)

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Fori “terminali”: Parenzo (Parentium) Il foro è organizzato fin dalle origini

come terminale del decumano; La piazza (46,25 × 45 m) è quasi

quadrata ed è delimitata a nord, sud e est da una canaletta di scolo;

A ovest la piazza è chiusa dal podio con scalinata di un tempio (15,30 × 28,60 m) coevo all’istituzione della colonia, ma forse antecedente. La parte posteriore del tempio si affaccia a mare. Forse si tratta del capitolium, ma dalle epigrafi rinvenute pare più plausibile che sia dedicato a Nettuno e agli dèi Augusti;

Di un secondo edificio a nord (non meglio identificato) rimangono solo due colonne e un pilastro.

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Fori “bipartiti”

Brescia (Brixia); Luni (Lunae);

Veleia (Veleia).

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Luni (Lunae)

Luni (Lunae)

La colonia di Lunae (oggi in provincia di La Spezia) fu fondata dai Romani, nel 177 a.C., come avamposto militare, durante le campagne contro i Liguri.

Luni (Lunae)

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Fori “bipartiti”: Luni (Lunae)

Il decumanus maximus bipartisce la zona civile (piazza) da quella sacra (capitolium; secondo quarto del II sec. a.C.);

L’impianto attuale del foro si fissa attorno al 40/50 d.C. e vede la creazione di un porticato lungo i lati est e ovest della piazza, con l’inserzione di tabernae sotto al portico orientale;

Il capitolium vede una prima ristrutturazione in senso “ellenistico” alla fine del I-inizi del II sec. a.C.. Avviene anche la costruzione del triportico;

L’età claudia vede sorgere una probabile curia lungo il lato meridionale del foro e l’ampliamento del braccio orientale del triportico del capitolium, interpretato come sistemazione a basilica, visti anche i dati archeologici (cicli di statue ecc.);

La collocazione tutta particolare della basilica di età claudia può destare stupore e far credere che si tratti di una sorta di “errore di programmazione”. Così non è: la basilica lunense rientra ancora in una fase sperimentale del modello forense e deve aver prevalso il senso pratico.

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Brescia (Brixia)

Brescia (Brixia) Brixia era il luogo di

insediamento della tribù dei Galli Cenomani che, durante il III e il II sec. a.C., si avvicinarono progressivamente al mondo romano, fino alla concessione della cittadinanza nel 40 a.C..

Brescia (Brixia)

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Fori “bipartiti”: Brescia (Brixia)

A Brescia la strada pedemontana costituisce il decumano massimo, che bipartisce settore civile e sacro;

Nel II sec. a.C., a nord della piazza, fu costruito un primo edificio religioso, rimpiazzato a metà del I sec. a.C. dal santuario tardorepubblicano, sorto probabilmente come conseguenza del patto di alleanza tra Cenomani e Romani;

Della stessa epoca sono le tracce archeologiche dei lavori sia sulla parte occidentale che orientale del foro;

In età flavia, sul lato meridionale del foro, sorge la basilica.

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Veleia (Veleia)

Veleia Il villaggio

appenninico di Veleia (in provincia di Piacenza) fu un antico centro dei Liguri Veleiati, successivamente divenne colonia romana (89 a.C.) e poi municipium (49 a.C.).

Veleia

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Fori “bipartiti”: Veleia (Veleia)

Nei primi decenni del I sec. a.C. viene edificato il foro, mediante opere di terrazzamento, anche a svantaggio di preesistenti abitazioni tardo-repubblicane;

Attorno alla piazza (ovest, nord ed est) si sviluppa un portico tuscanico con due serie di tabernae, a oriente e occidente; a sud viene eretta la basilica, mentre l’edificio più occidentale del complesso che chiude la piazza a nord potrebbe essere la curia;

Nella seconda metà del I sec. d.C., sul lato settentrionale, viene realizzato un ingresso monumentale (propileo tetrastilo) che supplisce ai due ingressi laterali precedenti;

Il quartiere a nord del foro sorgeva su una terrazza ribassata ed è stato interpretato come un complesso sacro formato da un tempio centrale, con vani laterali annessi. Un eventuale complesso sacro, in questa posizione, avrebbe goduto della veduta panoramica su tutta la vallata sottostante.

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Fori “standardizzati”

Milano (Mediolanum); Pavia (Ticinum);

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Pavia (Ticinum)

Pavia (Ticinum) Ticinum fu edificata dai Romani come accampamento militare (castrum). Nel 187 a.C. venne raggiunta da un’estensione della via Emilia e crebbe di importanza fino a diventare un municipium.

Pavia (Ticinum)

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Fori “standardizzati”: Pavia (Ticinum)

Il foro si ritiene che fosse presso l’attuale piazza della Vittoria: aveva estensione quadrata (quattro isolati) e si trovava ad occidente del cardo massimo e a cavallo del decumano massimo;

Solo la parte centrale costituiva il foro propriamente detto, mentre l’area restante degli isolati era dedicata agli annessi;

Poco si sa sugli edifici del foro. I materiali risalgono al I sec. d.C.. Si conosce l’esistenza di un tempio a Giove (capitolium?) e si ipotizza la presenza di una zecca che si sarebbe affacciata sul lato orientale del foro.

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Milano (Mediolanum)Milano (Mediolanum) Mediolanum,

l’insediamento più importante dei Galli Insubri, fu conquistata dai Romani nel 222 a.C., nell’89 a.C. divenne colonia latina e nel 49 a.C. municipium civium romanorum.

Milano (Mediolanum)

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Fori “standardizzati”: Milano (Mediolanum)

Il foro si trovava nell’area dell’attuale Biblioteca Ambrosiana; fu realizzato agli inizi dell’impero liberando un quartiere dalle vecchie abitazioni;

La platea è stata definita grazie al ritrovamento della canaletta di scolo per le acque piovane, oltre che di gradini che portavano all’area delle tabernae;

Nell’isolato a nord-ovest è stata identificata la zecca; probabilmente il traffico viario proseguiva dal cardo massimo aggirando quell’isolato;

Nell’isolato a sud-est, appena sotto al decumano massimo, è stata identificata una serie di ambienti che lascia pensare ad un macellum.

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Conclusioni In Cisalpina, dalla fine del II sec.-inizi I

sec. a.C., si assiste alla progressiva conchiusione del comparto forense;

Avviene la regolarizzazione dei complessi forensi attraverso isolati, o gruppi di isolati, in diretto rapporto con l’assetto viario;

La Cisalpina offre ai Romani la possibilità di attuare soluzioni urbanistiche concepite e realizzate dall’esterno.

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Conclusioni L’ordinamento centripeto del centro civico

non risponde tanto alla volontà di attuare un princípio, quanto a quella di seguire una tradizione funzionale;

Il cosiddetto “schema tripartito” verrà effettivamente esportato nelle regioni transalpine come modello funzionale a cui ispirarsi;

Più che di tripartizione si evidenzia una chiara cesura tra area sacra (tempio) e area civile (foro-basilica).

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Conclusioni Ad una prima fase di costruzione e

stabilizzazione, in cui la priorità è garantire l’efficienza e la funzionalità del complesso forense, ne segue una seconda in cui avviene la monumentalizzazione dei complessi forensi;

In questo modo l’assetto urbanistico del foro diventa veicolo di un messaggio voluto fortemente dal potere centrale: la propaganda della grandezza della civiltà e della cultura di Roma.

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Bibliografia LUISA BERTACCHI, Il Foro romano di

Aquileia: gli studi, gli interventi e le principali scoperte fino al marzo 1989, in “Aquileia nostra”, a. 60, 1989, pp. 34-111;

STEFANO MAGGI, Le sistemazioni forensi nelle città della Cisalpina romana: dalla tarda repubblica al principato augusteo (e oltre), Bruxelles, Latomus, 1999;

RICCARDO VILLICICH, I complessi forensi nei centri minori della Cisalpina Romana, Bologna, Ante Quem, 2007.