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SCHEDA RIASSUNTIVA
Il Fondo SocIale europeo: polItIche attIve del lavoro e ServIzI pubblIcI per l’ImpIego
Commissione europea
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Né la Commissione europea né alcuna persona che agisca a nome della Commissione europea è responsabile
dell’uso che dovesse essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.
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nota Importante
L’informazione in questa brochure è estratta da uno studio più estensivo, prodotto da Bernard Brunhes
International (BBI, www.bb-international.eu) all’interno del contratto “Rapporti sugli interventi del FSE in
UE”. Il rapporto “FSE: Politiche attive del lavoro e servizi pubblici per l’impiego” è stato scritto da Jacques
Dahan e Livia Di Nardo ed è disponibile in lingua inglese all’indirizzo http://ec.europa.eu/esf
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politiche attive del mercato del lavoro: comprenderne il concetto di base
In anni recenti la lotta e la prevenzione della disoccupazione e la riduzione dell’inattività di massa a
lungo termine sono diventate problemi critici per l’Unione Europea. Dovendo confrontarsi con nuove
realtà del mercato del lavoro e dovendo tenere conto delle modalità con cui i vari Paesi le affrontano,
la Commissione Europea, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) e l’Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) hanno sostenuto il trasferimento delle risorse da
politiche passive a politiche attive del mercato del lavoro (nell’acronimo inglese ALMP – Active
Labour Market Policies).
Negli ultimi quindici anni nell’Unione Europea le politiche attive del mercato del lavoro hanno
riscontrato un ampio consenso politico, dal momento che sono considerate lo strumento più
esauriente e pragmatico per combattere la disoccupazione, creando al contempo nuovi posti
di lavoro. Nella fase di passaggio da misure di sostegno quali ammortizzatori fiscali o sociali e
legislazione del lavoro altamente protezionistica, le politiche attive del mercato del lavoro hanno
il pregio di trasmettere ai lavoratori un maggiore senso di sicurezza. Tali politiche non si limitano
infatti a combattere la disoccupazione ma tutelano l’occupabilità e, se combinate con politiche
sociali, sono fondamentali per rendere il mercato del lavoro più inclusivo per tutti.
L’attuazione delle politiche attive del mercato del lavoro viene realizzata principalmente dai Servizi
Pubblici per l’Impiego (SPI) e ha l’obiettivo finale di favorire il reinserimento dei disoccupati nel
mondo del lavoro. Le misure attuate sono volte a migliorare la capacità degli individui di gestire
cambiamenti rapidi, a ridurre i periodi di disoccupazione e a facilitare il passaggio a una nuova
occupazione. Le varie tipologie di politiche attive del mercato del lavoro comprendono, a titolo
esemplificativo ma non esaustivo, la formazione su misura, le tecniche attive di ricerca del lavoro,
il sostegno al lavoro autonomo e alla creazione di nuove imprese, i servizi di ricollocamento e
mobilità o gli incentivi per favorire la partecipazione nel mercato occupazionale o per conciliare
vita privata e professionale.
Ciò che distingue le politiche attive del mercato del lavoro è la loro capacità di influire
simultaneamente e in modo positivo su persone e mercati del lavoro. La garanzia di pari
opportunità di accesso al lavoro influisce concretamente sui soggetti temporaneamente inattivi,
in particolare sugli individui e sui gruppi discriminati o svantaggiati all’interno del mercato del
lavoro. Le politiche attive del mercato del lavoro rendono inoltre più dinamico e inclusivo l’intero
mercato del lavoro.
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Il Fondo Sociale europeo in sintesi
Il Fondo Sociale Europeo si dedica alla promozione dell’occupazione nell’Unione europea. Il Fondo
supporta gli Stati Membri nel fornire alla forza lavoro e alle imprese europee gli strumenti adatti ad
affrontare nuove sfide di portata globale. Esso contribuisce a finanziare gli interventi sostenuti da
fondi pubblici e privati nazionali. La strategia e il budget del FSE vengono negoziati e approvati tra
Stati Membri dell’UE rappresentati nel Consiglio dell’Unione Europea, Parlamento e Commissione
europea. Su tali basi, i Programmi Operativi (OP) settennali sono pianificati dagli Stati Membri e
approvati dalla Commissione Europea.
Programmi operativi 2000-2006: spesa complessiva richiesta (espressa in milioni di Euro) per Stato
Membro aggiornata al 2 Settembre 2008
Gli interventi e le spese presentate non tengono conto dell’Iniziativa comunitaria EQUAL, anch’essa
finanziata dal FSE nel periodo 2000 – 2006.
Stato Membro Spesa Stato Membro Spesa
Austria 1.326 Lussemburgo 47
Belgio 2.416 Malta 9
Cipro 22 Paesi Bassi 2.458
Danimarca 779 Polonia 1.776
Estonia 71 Portogallo 7.145
Finlandia 2.365 Regno Unito 13.285
Francia 12.204 Repubblica Ceca 297
Germania 20.930 Slovacchia 241
Grecia 4.783 Slovenia 60
Irlanda 1.778 Spagna 17.388
Italia 12.909 Svezia 2.661
Lettonia 115 Ungheria 288
Lituania 166
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FSe: fatti e cifre
La maggior parte delle informazioni contenute nel presente opuscolo fa riferimento al periodo
2000-2006. Nel 2000 il FSE era aperto agli allora 15 Stati Membri dell’UE. Nel 2004 sono stati avviati
dei programmi aggiuntivi per andare incontro alle priorità dei dieci nuovi Stati Membri. Vengono
riportati di seguito alcuni dati che illustrano la portata degli interventi del FSE:
2000 - 2006
Per gli oltre 200 Programmi operativi sono stati spesi complessivamente 105 miliardi di Euro ®(fino a settembre 2008): la metà circa dei contributi (54 miliardi di Euro) è stata erogata dal FSE, mentre il settore pubblico e privato degli Stati Membri ha investito i restanti 51 miliardi di Euro.
Le attività del FSE hanno coinvolto oltre 75 milioni di cittadini, pari a circa il 24% della ®popolazione complessiva dell’Unione europea tra i 16 e i 64 anni.
Il FSE è impegnato nella promozione delle pari opportunità. Nel complesso, l’impegno del ®FSE è risultato equilibrato, coinvolgendo il 52% di donne e il 48% di uomini.
Il FSE aiuta i giovani a trovare un lavoro adeguato: il 37% dei partecipanti ai programmi si ®colloca nella fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni.
Le iniziative volte a mantenere i cittadini nel mondo del lavoro sono fondamentali per il FSE, ®in particolare per quanto riguarda i lavoratori più anziani: il 7% dei partecipanti alle attività del FSE aveva, infatti, più di 55 anni.
In totale, il 54% dei partecipanti è risultato disoccupato, il 38% aveva un posto di lavoro e l’8% ®è risultato inattivo, ovvero non disponibile immediatamente a entrare e restare nel mondo del lavoro.
Le valutazioni ed i monitoraggi rivelano che approssimativamente la metà dei partecipanti ®ha trovato un impiego nei dodici mesi successivi al completamento dell’attività. Il tasso d’inserzione di questi ultimi varia dal 40 all’80%.
dal 2007 in poi
I dati disponibili sul 75% dei programmi attuali hanno dimostrato che nel 2007 e nel 2008 ®almeno 6 milioni di cittadini hanno beneficiato degli interventi di sostegno del FSE.
Il 13% dei partecipanti apparteneva a gruppi di soggetti vulnerabili quali migranti, minoranze, ®soggetti diversamente abili, Rom, ecc.
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politiche attive del mercato del lavoro nell’unione europea
Le politiche attive del mercato del lavoro fanno parte della ridefinizione della natura e delle
ambizioni dello stato sociale. Il loro obiettivo è quello di tutelare o migliorare la partecipazione
dei cittadini nel mercato del lavoro. Gli interventi delle politiche attive del mercato del lavoro
si concentrano sui soggetti esterni al mondo del lavoro e in particolare su gruppi target quali
disoccupati a lungo termine, giovani e soggetti diversamente abili. Le politiche attive del mercato
del lavoro si rivolgono tuttavia anche ai soggetti attualmente impiegati, quali lavoratori anziani
o soggetti a licenziamento per esuberanza di personale che devono adattarsi a condizioni di
lavoro mutevoli, con lo scopo di tutelare o migliorare la loro occupabilità e di conseguenza la loro
posizione nel mercato del lavoro.
Nel 1997 il Consiglio Europeo di Amsterdam ha riconosciuto il lavoro come una tematica di interesse
comune. Il vertice di Lussemburgo dello stesso anno ha evidenziato il lancio della Strategia Europea
per l’Occupazione (SEO). Uno dei quattro principi fondamentali della SEO è il passaggio da misure
passive a politiche attive, al fine di garantire la partecipazione dei disoccupati al mercato del lavoro.
La SEO presta inoltre particolare attenzione alla dimensione locale del lavoro e valorizza le iniziative
locali.
Nel 2000, nella cosiddetta Strategia di Lisbona, il Consiglio Europeo ha stabilito di giungere
alla “piena occupazione” entro il 2010. La rinnovata Strategia di Lisbona definita nel 2005 ha
adottato “orientamenti integrati per la crescita e l’occupazione”. Questi orientamenti evidenziano
ulteriormente l’importanza delle politiche attive del mercato del lavoro e suggeriscono agli Stati
Membri di attuare politiche occupazionali volte al conseguimento della piena occupazione, al fine
di garantire mercati del lavoro più inclusivi per i soggetti in cerca di occupazione o svantaggiati, di
coordinare al meglio le esigenze del mercato del lavoro e le competenze dei lavoratori disponibili,
di promuovere flessibilità e sicurezza del lavoro, di ridurre la segmentazione del mercato del lavoro
e di adeguare i sistemi educativi e formativi alle nuove competenze richieste.
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politiche attive del mercato del lavoro: l’esempio più significativo del sostegno del FSe nell’unione europea
Prestando particolare attenzione all’obiettivo della piena occupazione promosso dalla Strategia
di Lisbona, il Fondo Sociale Europeo raccoglie la sfida di rendere il mercato del lavoro europeo
più aperto ai soggetti vulnerabili e discriminati. Nel periodo di programmazione 2000 - 2006, 150
Programmi Operativi (OP) hanno attuato le politiche attive del mercato del lavoro. Oltre il 26% delle
misure previste dal FSE è stato stanziato a questo scopo.
Il FSE ha sostenuto persone, strutture e sistemi. Gli Stati Membri hanno investito i fondi del FSE per
assistere i cittadini attraverso:
servizi personalizzati e piani di azione integrati; ®
formazione destinata a disoccupati, soggetti a rischio disoccupazione e soggetti inattivi; ®
incentivi per la creazione e il consolidamento diretto di posti lavoro, per promuovere la ®creazione di nuove imprese, per il lavoro assistito e l’inserimento nel mercato del lavoro dei soggetti esclusi;
misure attive per gruppi target specifici, quali giovani o soggetti diversamente abili. ®
Per ottenere i risultati migliori è necessario che le politiche attive del mercato del lavoro si sviluppino
in un contesto favorevole. Il FSE ha contribuito a finanziare 18.400 progetti volti a modificare il
sistema, le strutture e le condizioni di funzionamento del mercato occupazionale. Vari interventi
volti a modernizzare i Servizi Pubblici per l’Impiego e a sviluppare iniziative locali per l’impiego
hanno consentito un utilizzo migliore delle politiche attive del mercato del lavoro e di conseguenza
hanno facilitato l’erogazione dei servizi a un numero maggiore di partecipanti.
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Tra il 2000 e il 2006, circa 28 milioni di cittadini europei hanno partecipato ad ®attività legate alle politiche attive del mercato del lavoro e co-finanziate dal FSE. La metà dei partecipanti erano donne, di cui il 73,4% disoccupate e il 38,9% giovani. In media ogni anno il FSE ha coinvolto nelle proprie attività il 30% della popolazione disoccupata dell’Unione Europea.
270.000 soggetti diversamente abili hanno partecipato ad attività specifiche ®per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Ogni anno le attività co-finanziate dal FSE hanno coinvolto in media almeno il ®35,6% dei partecipanti agli interventi di politica del mercato del lavoro (in base ai dati raccolti da Eurostat).
Le informazioni disponibili sugli interventi specifici delle politiche attive del ®mercato del lavoro nei singoli Stati Membri indicano che circa la metà dei soggetti disoccupati che hanno partecipato ad attività finanziate dal FSE allo scopo di trovare un impiego ha trovato lavoro.
Il FSE ha stanziato 17 miliardi di Euro a favore di attività destinate nello specifico ®al sostegno delle persone e 5 miliardi di Euro per sostenere il miglioramento di strutture e sistemi del mercato del lavoro. Il 41,2% della spesa complessiva co-finanziata dal FSE è stato dedicato inoltre alle politiche attive del mercato del lavoro nell’Europa a 25. Sei Stati Membri (Austria, Germania, Ungheria, Lettonia, Slovacchia e Spagna) hanno investito più del 50% del proprio budget in attività connesse alle politiche attive del mercato del lavoro.
Nel periodo di programmazione 2007 - 2013, i 27 Stati Membri hanno previsto ®di rafforzare le attività legate alle politiche attive del mercato del lavoro, con un apposito stanziamento di risorse del FSE pari a 29 miliardi di Euro. Sei Stati Membri (Austria, Belgio, Francia, Spagna, Svezia e Regno Unito) stanno investendo più del 50% del budget previsto per il periodo 2007 - 2013 in attività correlate alle politiche attive del mercato del lavoro.
Nel 2007 e nel 2008, 2,5 milioni di persone hanno partecipato ad attività ®legate alle politiche attive del mercato del lavoro e co-finanziate dal FSE. Il 42% era disoccupato. Un partecipante su cinque apparteneva a categorie particolarmente vulnerabili, quali migranti, minoranze o soggetti diversamente abili.
Sintesi del sostegno del FSe alle politiche attive del mercato del lavoro e ai Servizi pubblici per l’Impiego
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Sintesi del sostegno del FSe alle politiche attive del mercato del lavoro e ai Servizi pubblici per l’Impiego
le politiche attive del mercato del lavoro mettono al primo posto le persone…
Le attività sostenute dal FSE hanno posto l’accento sulla personalizzazione dei servizi, al fine di garantire l’incontro tra competenze e aspettative dei cittadini e posti di lavoro disponibili. Motivo fondante di questa particolare attenzione è il valore aggiunto delle politiche attive del mercato del lavoro che tengono conto delle situazioni specifiche dei singoli individuii. Per generare risultati positivi i servizi devono essere personalizzati. In molti Paesi sono stati utilizzati metodi di elaborazione del profilo personale al fine di personalizzare i servizi offerti e costruire percorsi integrati a favore dell’impiego. Dodici Stati Membri hanno quindi investito 4,3 miliardi di Euro in tali servizi di cui hanno beneficiato 2,6 milioni di cittadini. L’orientamento a favore dell’individualizzazione è ancora più marcato nell’attuale periodo di programmazione del FSE.
La personalizzazione delle attività legate alle politiche attive del mercato del lavoro ha interessato anche la formazione: i percorsi formativi specializzati sono stati sempre privilegiati rispetto alla formazione “di massa”, volta invece a migliorare il livello generale di occupabilità, senza però risultare specifica per una posizione lavorativa concreta. Tra il 2000 e il 2006, 3,9 milioni di persone hanno partecipato a programmi di formazione co-finanziati dal FSE.
... migliorando al contempo sistemi e strutture…
Il FSE ha favorito il migliore funzionamento delle istituzioni del mercato del lavoro, con l’obiettivo di potenziare la governance locale e nazionale delle problematiche legate al mondo del lavoro. Questo tipo di assistenza diffusa si è concentrato su una preparazione più approfondita dei Servizi Pubblici per l’Impiego, mettendoli nelle condizioni di erogare servizi personalizzati a un numero maggiore di cittadini europei. In maniera analoga, è stato favorito lo sviluppo di nuove organizzazioni che sono in grado di occuparsi di un sostegno personalizzato a favore dei disoccupati e di affrontare le problematiche che mirano a garantire la transizione professionale a un maggior numero di persone. Il FSE ha sostenuto inoltre iniziative locali per l’impiego che hanno coinvolto soggetti interessati, pubblici e privati, allo scopo di migliorare l’efficienza dell’erogazione delle politiche nazionali del mercato del lavoro.
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creazione di posti di lavoro nuovi e migliori…
Dodici Stati Membri hanno utilizzato il contributo del FSE per creare nuove opportunità di impiego
e per aumentare le possibilità di accesso al mercato del lavoro. 5,5 milioni di cittadini hanno
beneficiato di svariate azioni volte a promuovere il lavoro, tra cui sussidi lavorativi, misure a
favore della creazione di imprese o del sostegno all’inclusione sociale come primo passo verso
l’occupazione. La strategia del “lavoro prima di tutto”, che sostituisce le formule di sostegno
finanziario passivo, ha prevalso anche in questo caso e ha incoraggiato i cittadini a tornare al lavoro.
In linea con questa tendenza, la creazione di nuove imprese e la promozione del lavoro autonomo
rappresentano i principali obiettivi del periodo di programmazione 2007 - 2013.
approfondimento:
Germania: il “modello Thüringen“L’Ufficio Federale per l’Impiego (Die Bundesagentur für Arbeit),, in collaborazione con le municipalità
di Thüringen, ha realizzato una serie di progetti volti all’integrazione diretta dei disoccupati nel
mercato del lavoro. Il modello in tre fasi promosso a Thüringen combina una qualifica iniziale con un
tirocinio e una formazione guidata sul posto di lavoro. Questo approccio multilivello è stato definito
in seguito a una ricerca che ha dimostrato come le qualifiche a breve termine mirate a soddisfare le
esigenze dei singoli partecipanti e di una posizione lavorativa specifica rappresentassero l’elemento
fondamentale per il reinserimento positivo del disoccupato nel mondo del lavoro. Una ricerca
effettuata quattro anni dopo la realizzazione del progetto ha confermato che il 42% dei partecipanti
ha trovato lavoro entro sei mesi dalla conclusione della formazione.
… per tuttI i soggetti che sono in grado di lavorare…
Tra le attività finanziate dal FSE, molte iniziative fondamentali sono state rivolte a gruppi che presentavano esigenze particolari. Quattordici Stati Membri hanno investito 11 miliardi di Euro nella riduzione degli ostacoli riscontrati dai gruppi svantaggiati e discriminati e nella promozione della partecipazione di questi soggetti al mercato del lavoro. Giovani, soggetti diversamente abili e appartenenti ad altri gruppi vulnerabili hanno ricevuto un’assistenza specifica e svariate tipologie di sostegno sotto forma di attività combinate legate alle politiche attive del mercato del
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approfondimento:
Portogallo: integrazione sociale e professionale in tre fasi dei soggetti diversamente abiliTra il 2000 e il 2006 in Portogallo circa 52.750 soggetti diversamente abili hanno beneficiato di
un programma contrattuale finanziato dal FSE in collaborazione con Istituto per l’occupazione
e la formazione professionale (IIFP) (Instituto de Emprego e Formação Profissional (IEFP). Il
programma è riuscito ad armonizzare integrazione sociale e professionale e ha affrontato
l’assistenza ai soggetti diversamente abili attraverso tre piani complementari: (1) sviluppo
personale e professionale offerto dall’IIFP e rivolto principalmente a giovani e a soggetti
scarsamente qualificati; (2) integrazione nel mercato del lavoro attraverso informazione,
valutazione, orientamento, collocamento e impiego; (3) azioni innovative basate sullo schema
“Nuove opportunità” nell’ambito del reinserimento professionale.
… con un’attenzione particolare ai soggetti diversamente abili.
Sono state realizzate venticinque misure destinate nello specifico ai soggetti diversamente abili,
al fine di migliorare la loro occupabilità e semplificarne la partecipazione nel mercato del lavoro.
270.000 soggetti diversamente abili, di cui 115.000 donne, hanno beneficiato di misure collegate
alle politiche attive del mercato del lavoro. 250.000 soggetti, ovvero il 93% dei partecipanti, erano
inizialmente disoccupati.
lavoro, con lo scopo finale di creare servizi consoni a ciascun soggetto e di rendere più inclusivo per tutti il mercato del lavoro. 5,1 milioni di cittadini svantaggiati hanno beneficiato di attività di affiancamento, formazione, acquisizione di competenze per la ricerca attiva del lavoro, incentivi, percorsi di integrazione e sostegno per la creazione di piccole imprese.
Tutti i gruppi di soggetti discriminati e vulnerabili sono stati inclusi e ciascun Paese si è concentrato
sulle categorie che avevano più bisogno di aiuto. In generale tuttavia è utile notare che in numerosi
Stati Membri il FSE ha sostenuto soprattutto i giovani e i soggetti diversamente abili.
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modernizzazione delle istituzioni del mercato del lavoro…
Le iniziative attuate si sono concentrate in particolare sulla modernizzazione dei Servizi Pubblici per
l’Impiego, prestando particolare attenzione alla formazione professionale dei dipendenti dei SPI e
aggiornando le loro competenze per poter affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro. Quindici
Stati Membri hanno affrontato questa problematica nello specifico, contribuendo a finanziare la
formazione dei dipendenti della pubblica amministrazione a livello nazionale, regionale e locale. In
parallelo, questi Paesi hanno utilizzato nel complesso 1,74 miliardi di Euro dei fondi stanziati dal FSE
per attuare una riforma completa delle proprie amministrazioni.
… per creare un contesto favorevole alle politiche attive del mercato del lavoro
In vari Stati Membri, quali Finlandia, Francia, Portogallo, e in alcuni nuovi Stati Membri, tra cui Slovenia, Estonia, Lituania, Lettonia e Repubblica Ceca, sono stati definiti nuovi strumenti e norme per rendere più flessibile e sicuro il mercato del lavoro, per migliorarne l’organizzazione, per consentire a un numero maggiore di cittadini di accedere a servizi dedicati e per permettere ai fornitori locali di servizi di erogare iniziative collegate alle politiche attive del mercato del lavoro.
Oltre 8 milioni di cittadini hanno partecipato ad attività e programmi collegati alle politiche attive del mercato del lavoro e associati a una maggiore accessibilità di questi contesti. L’elevata partecipazione dei giovani (46%) o dei disoccupati a lungo termine (84%) ha dimostrato che queste
azioni hanno raggiunto i soggetti previsti.
realizzazione di soluzioni locali a fronte di problematiche locali
Un altro aspetto significativo del sostegno del FSE alle politiche attive del mercato del lavoro è
rappresentato dalle iniziative locali per l’impiego. Il FSE ha contribuito a favorire la creazione di posti
di lavoro a livello locale e a coordinare le esigenze di domanda e offerta in mercati del lavoro di
proporzioni ridotte. Questo sostegno orientato alla realtà locale ha assunto svariate forme. Alcuni
Stati Membri come Germania, Spagna, Grecia e Belgio hanno realizzato una collaborazione tra
soggetti interessati pubblici e privati, mentre altri Paesi hanno definito reti per l’impiego e/o per la
creazione di nuove imprese, per lo sviluppo delle risorse umane, per il trasferimento di aziende, per
la creazione di fondazioni per il lavoro o “centri per l’impiego”.
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un tasso significativo di inserimento nel mercato del lavoro
In definitiva le politiche attive del mercato del lavoro e il FSE mirano a promuovere l’accesso o il
reinserimento dei cittadini nel mercato del lavoro. A causa delle svariate tipologie degli interventi
legati alle politiche attive del mercato del lavoro e delle categorie a cui essi sono destinati, non è
possibile indicare un tasso di inserimento medio valido per tutta l’Unione Europea e basato su dati
comparabili. Le relazioni degli Stati Membri indicano che il tasso di inserimento dei partecipanti
disoccupati si colloca generalmente attorno al 35%. Gli studi di valutazione che esaminano i
programmi specifici a livello nazionale o regionale stimano che una percentuale tra il 40 e l’80% dei
soggetti che ha partecipato alle attività finanziate dal FSE con lo scopo di trovare lavoro ha avuto
realmente accesso al mercato del lavoro al termine del percorso di formazione.
approfondimento:
Spagna: iniziative locali per l’impiego realizzate in Andalusia In Andalusia, il FSE ha favorito la collaborazione tra servizi regionali per l’impiego e altri soggetti
interessati locali, la promozione delle risorse e lo sviluppo di strategie locali per l’impiego. La regione
andalusa ha erogato sovvenzioni ai 114 uffici delle Unità Territoriali d’Impiego, Sviluppo Locale e
Tecnologia (UTISLT) (Unidades Territoriales de Empleo, Desarrollo Local y Tecnológico (UTEDLT)
che operano come enti operativi del servizio pubblico regionale per l’impiego. Sono stati erogati
434 incentivi per favorire l’attività di nuove imprese, promuovere l’introduzione delle tecnologie
dell’informazione nelle aziende locali e sviluppare rapporti di collaborazione per l’attuazione di
progetti innovativi di sviluppo locale. Inoltre, le UTISLT hanno ottenuto assistenza per migliorare le
capacità di intermediazione del proprio personale. Con il sostegno di questa misura del FSE sono
stati creati oltre 35.000 posti di lavoro destinati anche a gruppi vulnerabili e oltre 46.000 dipendenti
hanno ottenuto assistenza dalle unità territoriali.
Nel complesso, 1,8 milioni di cittadini hanno partecipato a iniziative locali per l’impiego finanziate
dal FSE: l’80% dei partecipanti era disoccupato, di cui il 50% a lungo termine, e il 53% donna. La
percentuale di disoccupati a lungo termine è notevole ed evidenzia l’importanza data a iniziative
popolari che riuniscono soggetti interessati locali.
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Fondo Sociale europeo 2007-2013: investire nelle persone
Nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, il FSE ha stanziato 76 miliardi di Euro per
contribuire a finanziare 117 Programmi operativi in tutti i 27 Stati Membri. I fondi pubblici e privati
nazionali prevedono altri 41 miliardi di Euro di finanziamento. Gli interventi sostenuti si concentrano
nei settori seguenti:
(i) adattabilità di lavoratori e imprese;
(ii) accesso all’impiego e inserimento nel mercato del lavoro;
(iii) inclusione sociale dei soggetti svantaggiati;
(iv) riforme dei sistemi di istruzione e formazione;
(v) buona governance, collaborazione e coinvolgimento delle parti sociali.
La tabella mostra come il FSE sostenga attività in tutti i 27 Stati Membri in base a due obiettivi. Le
ulteriori priorità nelle cosiddette regioni di convergenza sono:
(i) apprendimento, ricerca e innovazione permanenti;
(ii) rafforzamento delle capacità delle amministrazioni e dei servizi pubblici.
Programmi operativi 2007-2013: budget complessivo (espresso in milioni di Euro)comprendente
anche il finanziamento nazionale per Stato Membro
Stato Membro Budget Stato Membro Budget
Austria 1.184 Lussemburgo 50
Belgio 2.320 Malta 132
Bulgaria 1.395 Paesi Bassi 1.705
Cipro 150 Polonia 11.420
Danimarca 510 Portogallo 9.210
Estonia 462 Regno Unito 8.598
Finlandia 1.420 Repubblica Ceca 4.436
Francia 10.275 Romania 4.335
Germania 15.666 Slovacchia 1.764
Grecia 5.726 Slovenia 889
Irlanda 1.360 Spagna 11.426
Italia 15.321 Svezia 1.383
Lettonia 657 Ungheria 4.270
Lituania 1.210
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eSF 2007-2013 Investiamo nel vostro futuro
Il livello dei finanziamenti FSE differisce da regione a regione in base alla rispettiva ricchezza relativa. Le regioni dell’Unione europea sono divise in quattro categorie in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media UE (a 27o 15 Stati membri).
Regioni “Convergenza” con un PIL procapite inferiore al 75% della media UE-27
Regioni in phasing-out con un PIL pro capite maggiore del 75% della media UE-27, ma inferiore al 75%
della media UE-15
Regioni in phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2000-2006, ma
superiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2007-2013
Regioni “Competitivitá e occupazione”: tutte le restanti regioniPozizionne a gennaio 2007
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cosa fa il FSe per teFSe: politiche attive del lavoro e servizi pubblici per l’impiego
FSe: adattabilità delle imprese e formazione continua dei lavoratori
FSe: sviluppo del potenziale umano in materia di ricerca e innovazione
FSe e mobilità della manodopera
FSe: educazione ed apprendimento durante tutto l’arco della vita
FSe: politiche in favore delle pari opportunità e conciliazione della vita privata e professionale
FSe e Rom
FSe: sviluppo sostenibile ed eco-tecnologie
FSe: migranti e minoranze
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