Il Fondo SocIale europeo e mobIlItà della...

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SCHEDA RIASSUNTIVA IL FONDO SOCIALE EUROPEO E MOBILITà DELLA MANODOPERA Commissione europea

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SCHEDA RIASSUNTIVA

Il Fondo SocIale europeo e mobIlItà della manodopera

Commissione europea

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Né la Commissione europea né alcuna persona che agisca a nome della Commissione europea è responsabile

dell’uso che dovesse essere fatto delle informazioni contenute nella presente pubblicazione.

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nota Importante

L’informazione in questa brochure è estratta da uno studio più estensivo, prodotto da Bernard Brunhes

International (BBI, www.bb-international.eu) all’interno del contratto “Rapporti sugli interventi del FSE in

UE”. Il rapporto “FSE e mobilità della manodopera” è stato scritto da Nicholas Glytsos e Mark Delmartino ed

è disponibile in lingua inglese all’indirizzo http://ec.europa.eu/esf

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la mobilità del lavoro a vantaggio dei cittadini e della società

Il principio di libera circolazione dei cittadini rappresenta il concetto fondante dell’Unione Europea

e dello Spazio Economico Europeo. I cittadini possono decidere di cambiare occupazione, datore

di lavoro o regione e di trasferirsi in un altro Stato Membro. Gli spostamenti legati al lavoro e i

cambiamenti a essi correlati rientrano nel concetto di mobilità del lavoro. Il passaggio a occupazioni

e datori di lavoro diversi viene definito mobilità occupazionale, mentre per mobilità geografica si

intende l’insieme degli spostamenti verso altre regioni e Paesi.

In seguito al trasferimento, di tipo lavorativo o geografico, i lavoratori vanno a occupare posti

vacanti nelle imprese, nelle regioni o nei Paesi di destinazione, riducendo la forza lavoro in esubero

o non idonea nelle aree geografiche o nei settori economici di partenza. Il vantaggio immediato

di una simile compensazione consiste nel miglioramento dell’incontro tra domanda e offerta di

lavoro e la conseguente armonizzazione, in grado di incrementare la crescita economica a livello

locale, regionale, nazionale e internazionale. I cittadini tendono a individuare le aree produttive

migliori e a scegliere i lavori più remunerativi. Le loro scelte individuali hanno un effetto a lungo

termine sul miglioramento del sistema di previdenza sociale e potrebbero arricchire le aziende con

innovazioni e nuovi stimoli.

Rispetto ad altri territori quali Australia o Stati Uniti, in Europa la mobilità, sia geografica che

occupazionale, risulta relativamente bassa, consentendo un ampio margine per l’ulteriore

circolazione dei lavoratori. Negli ultimi cinque - dieci anni, all’interno dell’Unione Europea si è

verificato un aumento significativo ma non massiccio della mobilità, in particolare dai dodici “nuovi”

Stati Membri verso i quindici “vecchi” Stati Membri.

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Il Fondo Sociale europeo in sintesi

Il Fondo Sociale Europeo si dedica alla promozione dell’occupazione nell’Unione Europea. Il Fondo

supporta gli Stati Membri nel fornire alla forza lavoro e alle imprese europee gli strumenti adatti ad

affrontare nuove sfide di portata globale. Esso contribuisce a finanziare gli interventi sostenuti da

fondi pubblici e privati nazionali. La strategia e il budget del FSE vengono negoziati e approvati tra

Stati Membri dell’UE, Parlamento e Commissione Europea. Su tali basi, i Programmi Operativi (OP)

settennali sono pianificati dagli Stati Membri e approvati dalla Commissione Europea.

Programmi Operativi 2000-2006: spesa complessiva richiesta (espressa in milioni di Euro) per Stato

Membro al 2 settembre 2008

Stato Membro Spesa Stato Membro Spesa

Austria 1.326 Lussemburgo 47

Belgio 2.416 Malta 9

Cipro 22 Paesi Bassi 2.458

Danimarca 779 Polonia 1.776

Estonia 71 Portogallo 7.145

Finlandia 2.365 Regno Unito 13.285

Francia 12.204 Repubblica Ceca 297

Germania 20.930 Slovacchia 241

Grecia 4.783 Slovenia 60

Irlanda 1.778 Spagna 17.388

Italia 12.909 Svezia 2.661

Lettonia 115 Ungheria 288

Lituania 166

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FSe 2000-2006: fatti e cifre

La maggior parte delle informazioni contenute nel presente opuscolo fa riferimento al periodo

2000-2006. Nel 2000 il FSE era aperto agli allora 15 Stati Membri dell’UE. Nel 2004 sono stati avviati

dei programmi aggiuntivi per andare incontro alle priorità dei dieci nuovi Stati Membri. Vengono

riportati di seguito alcuni dati che illustrano la portata degli interventi del FSE:

Per gli oltre 200 Programmi Operativi sono stati spesi complessivamente 105 miliardi di ®Euro: la metà circa dei contributi (54 miliardi di Euro) è stata erogata dal FSE, mentre il settore pubblico e privato degli Stati Membri ha investito i restanti 51 miliardi di Euro.

Le attività del FSE hanno coinvolto oltre 75 milioni di cittadini, pari a circa il 24% della ®popolazione complessiva dell’Unione Europea tra i 16 e i 64 anni.

Il FSE è impegnato nella promozione delle pari opportunità. Nel complesso, l’impegno ®del FSE è risultato equilibrato, coinvolgendo il 52% di donne e il 48% di uomini.

Il FSE aiuta i giovani a trovare un lavoro adeguato: il 37% dei partecipanti ai programmi si ®colloca nella fascia di età compresa tra i 16 e i 25 anni.

Le iniziative volte a mantenere i cittadini nel mondo del lavoro sono fondamentali per il ®FSE, in particolare per quanto riguarda i lavoratori più anziani: il 7% dei partecipanti alle attività del FSE aveva, infatti, più di 55 anni.

In totale, il 54% dei partecipanti è risultato disoccupato, il 38% aveva un posto di lavoro e ®l’8% è risultato inattivo, ovvero non disponibile immediatamente a entrare e restare nel mondo del lavoro.

Le valutazioni ed i monitoraggi rivelano che approssimativamente la metà dei partecipanti ®ha trovato un impiego nei dodici mesi successivi al completamento dell’attività. Il tasso d’inserzione di questi ultimi varia dal 40 all’80%.

I dati presentati non tengono conto dell’Iniziativa comunitaria EQUAL, anch’essa finanziata dal FSE.

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l’impegno dell’unione europea volto a eliminare gli ostacoli alla mobilità

L’Unione Europea presta particolare attenzione alla promozione dei vantaggi della mobilità del

lavoro e ha emesso numerose comunicazioni volte all’eliminazione degli ostacoli alla mobilità del

lavoro in Europa. L’Unione Europea considera l’eliminazione di tali ostacoli un fattore fondamentale

per la formazione di una forza lavoro altamente qualificata che rappresenta la base per lo sviluppo

di un’economia dinamica fondata sulla conoscenza.

L’Unione Europea mette inoltre in atto alcune misure volte a rendere più flessibili i sistemi di

istruzione e formazione, collegandoli meglio ai mutevoli mercati del lavoro, e ad accrescere

formazione, acquisizione di competenze e certificazioni permanenti. Le azioni messe in atto

con maggiore frequenza dall’UE al fine di eliminare gli ostacoli alla mobilità tra gli Stati Membri

comprendono:

l’erogazione di diversi incentivi a favore della mobilità; ®

l’introduzione di riforme nelle pratiche del mercato del lavoro; ®

la divulgazione costante di informazioni e consulenza ai lavoratori; ®

il miglioramento dei Servizi Pubblici per l’Impiego o di altri servizi a sostegno della mobilità; ®

la definizione di incentivi volti al trasferimento dei lavoratori e ®

l’erogazione di borse di studio e sovvenzioni per studenti e ricercatori che desiderano ®trascorrere un periodo di studio o ricerca all’estero.

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Il Fondo Sociale europeo semplifica la mobilità del lavoro

La mobilità del lavoro non rappresenta un ambito di intervento specifico del FSE. Ciò non significa,

tuttavia, che gli interventi a favore della mobilità del lavoro non possano beneficiare del sostegno

del FSE; al contrario, i Regolamenti del FSE citano espressamente la promozione della mobilità del

lavoro come parte delle politiche di apprendimento permanente (per il periodo 2000 - 2006) e

come strumento per migliorare l’accesso al lavoro dei soggetti in cerca di lavoro e inattivi e il loro

inserimento sostenibile nel mercato del lavoro (per il periodo di programmazione attuale 2007 -

2013).

Molte azioni inerenti agli obiettivi principali della politica del FSE, quali adattabilità di lavoratori

e imprese, politiche attive del mercato del lavoro e apprendimento permanente, influiscono,

inoltre, sulla mobilità del lavoro. Vengono realizzate di conseguenza numerose azioni sostenute dal

FSE che non risultano direttamente collegate alla mobilità del lavoro, ma che rivestono un ruolo

fondamentale per incentivare singoli lavoratori, soggetti in cerca di lavoro o studenti a cercare un

nuovo posto di lavoro, in regioni o Paesi diversi. Di seguito vengono presentati alcuni esempi.

Grazie al sostegno di iniziative volte a migliorare la qualità dei sistemi di istruzione e formazione ®negli Stati Membri, il FSE semplifica l’acquisizione di competenze complementari da parte di lavoratori e soggetti in cerca di lavoro che risultano, quindi, maggiormente qualificati per accedere o restare nel mercato del lavoro e, ove possibile, per cercare un nuovo posto di lavoro in altre regioni o Paesi.

Grazie alle misure di sostegno volte a migliorare l’efficienza dei Servizi Pubblici per l’Impiego ®(SPI), il FSE garantisce una migliore assistenza e consulenza ai soggetti in cerca di lavoro che, di conseguenza, risultano più informati in merito alle opportunità offerte dal mercato del lavoro, compresa la possibilità di applicare le proprie competenze in regioni in cui esse risultano particolarmente richieste.

Attraverso il sostegno alle iniziative volte a favorire il riconoscimento delle qualifiche, il FSE ®favorisce l’eliminazione di un ostacolo rilevante alla libera circolazione dei cittadini e, di conseguenza, alla mobilità transnazionale dei lavoratori.

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Quasi due terzi degli Stati Membri dell’Unione Europea e oltre un ®terzo dei programmi del FSE affrontano tematiche relative alla mobilità del lavoro.

Circa 675.000 cittadini hanno beneficiato delle attività sostenute dal ®FSE e collegate direttamente alla mobilità del lavoro.

Almeno 17.000 organizzazioni, in prevalenza aziende, sono state ®incoraggiate attraverso il FSE ad adeguare e/o migliorare la propria organizzazione allo scopo di incrementare la mobilità.

Oltre 100.000 lavoratori e tirocinanti hanno ricevuto assistenza per ®cambiare lavoro o per effettuare un primo periodo di formazione professionale in luoghi diversi dal luogo di residenza.

Quasi 100.000 ricercatori hanno beneficiato di borse di studio, la ®maggior parte per lavorare in altre regioni o Paesi.

Quasi 60.000 cittadini hanno ottenuto il riconoscimento e la ®certificazione delle proprie competenze e delle proprie abilità.

Il sostegno del FSe alla mobilità del lavoro in sintesi

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la mobilità del lavoro come risultato indiretto degli interventi del FSe

Se si analizza il contributo del FSE volto alla promozione della mobilità del lavoro e l’eliminazione

degli ostacoli che la limitano, si osserva innanzitutto che, nonostante la mobilità del lavoro

rappresenti un tema meritevole di attenzione in tutta l’UE, non tutti gli Stati Membri sembrano

dare all’argomento lo stesso rilievo che emerge, invece, dalle opportunità previste dal FSE. Ciò

significa che in alcuni Stati Membri la mobilità ha già raggiunto un livello tale da garantire la sua

funzione stabilizzatrice, mentre in altri Paesi non ci si attendono vantaggi tali da rendere proficuo

l’incremento dei livelli di mobilità. In altri Stati Membri la mobilità del lavoro può, inoltre, essere

stata conseguita con mezzi diversi dai finanziamenti del FSE.

Una seconda osservazione fa emergere come la mobilità del lavoro possa essere il risultato

concreto, ma non pianificato, di alcuni interventi del FSE. È probabile, quindi, che gli Stati Membri

abbiano messo in atto misure a seguito delle quali almeno una parte dei beneficiari ha cambiato

lavoro o ha cercato opportunità di formazione e impiego all’estero. La formazione è l’attività

principale sostenuta dal FSE; una conseguenza di tale formazione potrebbe essere rappresentata

dal conseguimento da parte dei soggetti delle competenze necessarie che potrebbero indurli a

cambiare lavoro o a svolgere un periodo (temporaneo) di lavoro o studio all’estero.

Circa un terzo degli Stati Membri dell’UE, infatti, ha indicato nei documenti del FSE come la mobilità

del lavoro costituisca un problema e che tale tematica dovrebbe quindi essere affrontata nel quadro

di altri ambiti di intervento o priorità del FSE. Molto spesso gli interventi previsti riguardano azioni

che potrebbero contribuire a limitare o eliminare ostacoli specifici alla mobilità e fanno riferimento

a un quadro più ampio, ad esempio la modernizzazione dei Servizi Pubblici per l’Impiego.

Il sostegno del FSe alla mobilità del lavoro in sintesi

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Il FSe favorisce l’eliminazione degli ostacoli alla mobilità del lavoro

Il sostegno del FSE alla mobilità del lavoro fa riferimento a due tipologie di intervento che affrontano

diversi ostacoli: le misure destinate ai servizi di informazione e orientamento e quelle a favore del

riconoscimento e della certificazione delle competenze. Il FSE sostiene gli Stati Membri e le regioni

nell’affrontare il tema dei servizi di informazione e orientamento, contribuendo a finanziare la

realizzazione o lo sviluppo dei servizi di informazione. Tali centri di informazione non si limitano

a trattare la tematica della mobilità del lavoro, ma la integrano in una serie completa di servizi. La

realizzazione di servizi informativi, di orientamento e di consulenza semplici e ad ampia diffusione

in merito alle opportunità di istruzione e formazione e alle opportunità di lavoro in altre regioni o

all’estero semplifica la mobilità lavorativa e geografica. Il FSE promuove, inoltre, la cooperazione

tra Servizi Pubblici per l’Impiego e altri enti di rilievo che favoriscono la mobilità interregionale e

internazionale. L’approccio e i servizi offerti possono essere diversi, ma lo scopo risulta identico, vale

a dire offrire ai cittadini le informazioni utili a prendere decisioni informate sulle nuove prospettive

occupazionali.

approfondimento:

Il registro nazionale spagnolo delle professioni certificateIn Spagna il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali ha sviluppato un Registro Nazionale delle

Professioni Certificate. Nel solo 2006 sono state create o aggiornate quarantatré certificazioni.

Le certificazioni professionali sono regolate da un Regio Decreto e hanno carattere ufficiale in

tutta la Spagna. Tale ufficialità migliora la trasparenza delle certificazioni e favorisce la libera

circolazione dei lavoratori, garantendo la qualità omogenea della formazione professionale.

Il sistema portoghese per il riconoscimento, la convalida e la certificazione delle competenze Il Portogallo ha realizzato con successo un sistema di Riconoscimento, Convalida e Certificazione

delle Competenze, con lo scopo specifico di ridurre la carenza di qualifiche educative e

professionali. Il sistema va a colmare una carenza indicata dall’UE come uno dei principali ostacoli

alla mobilità. Fin dal 2000, con questa metodologia sono stati coinvolti oltre 50.000 cittadini, sia

lavoratori che disoccupati, in 182 centri regionali. Quasi due terzi dei beneficiari hanno ottenuto

un lavoro in seguito alla certificazione delle competenze.

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approfondimento:

Il programma finlandese per la mobilità professionale ha promosso il lavoro a rotazione

per favorire le comunità che stavano attraversando una fase di cambiamento. Il programma ha

promosso la riorganizzazione del lavoro e l’assunzione di nuovo personale all’interno delle aziende

e ha sviluppato la collaborazione tra enti di formazione e imprese. Il programma si rivolgeva in

particolare ai cittadini con più di quarant’anni e promuoveva azioni specifiche volte a migliorare il

livello di istruzione di tali soggetti. Il programma ha coinvolto più di 45.000 cittadini e 8.600 aziende.

In seguito agli interventi sono stati creati o tutelati circa 5.500 posti di lavoro e sono state avviate

460 aziende. Il lavoro a rotazione ha dimostrato di essere particolarmente funzionale in oltre 6.600

PMI, metà delle quali microimprese con meno di cinque dipendenti. Circa 19.000 cittadini, di cui

8.000 soggetti con più di quarant’anni, hanno conseguito una certificazione o una qualifica.

Il programma francese a sostegno della mobilità aveva lo scopo di favorire l’integrazione

professionale dei soggetti svantaggiati in cerca di lavoro nei settori meno allettanti, in particolare

attraverso lo stanziamento di incentivi e altri sussidi finanziari volti a coprire i costi delle procedure

di assunzione. Il Servizio Pubblico per l’Impiego francese (ANPE) e l’Associazione per l’Impiego

nell’Industria e nel Commercio (ASSEDIC) hanno provveduto a sostenere i beneficiari che hanno

avviato un’attività per almeno un anno in una località diversa dal luogo di residenza. Beneficiari del

progetto sono stati i soggetti in cerca di lavoro a cui veniva erogato il contributo sociale minimo.

Il FSe semplifica la mobilità dei lavoratori

La maggior parte degli interventi a favore della mobilità sostenuti dal FSE tra il 2000 e il 2006 si

è concentrata sulle azioni a favore della mobilità dei singoli individui, ovvero soggetti in cerca di

lavoro, lavoratori, studenti e ricercatori. La mobilità di lavoratori e soggetti in cerca di lavoro viene

spesso migliorata attraverso alcune tipologie di sostegno finanziario, quali ad esempio l’assistenza

per viaggi, soggiorni e servizi di ricollocamento e riqualificazione dei dipendenti.

Uno degli ostacoli principali alla libera circolazione dei lavoratori è il riconoscimento delle certificazioni

scolastiche e professionali all’estero e la loro possibile equivalenza con i titoli di studio conseguiti

nel Paese ospitante. Coadiuvando le politiche dell’UE volte a favorire l’armonizzazione del sistema

dell’istruzione superiore (lauree di primo e secondo livello in ambiti professionali o scientifici, il

cosiddetto Processo di Bologna) e a definire un quadro di qualificazione valido sia a livello nazionale

che a livello europeo, il FSE sostiene il riconoscimento dell’apprendimento formale e non formale e

favorisce la creazione di istituzioni volte a convalidare le competenze e a promuovere la trasparenza.

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Il FSe promuove la mobilità di studenti e ricercatori

Si può ipotizzare che i cittadini desiderino trascorrere un periodo all’estero, ma che gli studenti o i

soggetti disoccupati che dispongono di risorse finanziarie limitate incorrano in alcune difficoltà per

coprire i costi di trasferimento, per non parlare dei costi di un soggiorno non retribuito all’estero.

Il FSE ha sostenuto gli studenti con borse di studio per trascorrere un periodo di formazione in

un’altra regione o in un altro Stato Membro e per il rientro nel luogo di residenza. La mobilità

transnazionale degli studenti ha avuto luogo in particolare dal dipartimento d’oltremare di La

Réunion verso le metropoli francesi e prevedeva il rientro nei luoghi di origine al termine del

periodo di studio o formazione. Complessivamente, tra il 2000 e il 2006, gli studenti e i tirocinanti

che hanno ricevuto il contributo del FSE a sostegno della mobilità sono stati 58.000, di cui 48.000

cittadini provenienti da La Réunion, dipartimento francese con 793.000 abitanti, dato che evidenzia

l’importanza del progetto educativo per l’isola.

Alcuni Stati Membri, in particolare Italia e Lituania, hanno sfruttato il sostegno del FSE per favorire

il rientro dei propri ricercatori che lavoravano all’estero. Questo fenomeno rappresenta il processo

contrario alla fuga dei cervelli che in passato ha privato gli Stati Membri dei propri cittadini più istruiti.

approfondimento:

Mobilità di studenti e ricercatori in Sardegna, Italia Un programma di mobilità della regione Sardegna chiamato “Master and Back” ha fornito borse

di studio e tirocinio ai giovani desiderosi di studiare in altre regioni italiane o in un altro Paese

dell’UE o extraeuropeo, per rientrare poi nella regione di origine. Il programma ha avuto una

durata variabile da sei a trentasei mesi e ha sostenuto studi superiori (per studenti fino a 35

anni), periodi di formazione e tirocini di durata compresa tra sei a dodici mesi in università,

aziende, centri di ricerca ed enti pubblici in Italia o all’estero (sempre per cittadini fino a 35 anni)

e incentivi alle aziende o alle istituzioni della Sardegna, volti all’assunzione di ricercatori sardi

(fino a quarant’anni di età) che lavorano all’estero o in un’altra regione italiana per un periodo

di uno o due anni.

La mobilità professionale e geografica dei ricercatori in Spagna La Spagna ha promosso la mobilità professionale dei ricercatori tra università e settore privato

in numerose regioni: i progetti hanno previsto lo stanziamento di incentivi per l’assunzione di

dottori di ricerca nei reparti di Ricerca e Sviluppo delle aziende private e hanno sostenuto il

rientro e l’inserimento dei ricercatori che lavoravano all’estero. Nel complesso, 62.000 cittadini e

6.000 aziende hanno beneficiato dei programmi spagnoli a favore della mobilità dei ricercatori.

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l’impatto del FSe sulla mobilità del lavoro in europa

Il contributo del FSE alla promozione della mobilità del lavoro va ben oltre gli esiti e i risultati

conseguiti nell’ambito degli interventi specifici a favore della mobilità. In realtà i risultati presentati

sottovalutano la portata reale degli interventi del FSE, ma si può comunque affermare che l’assistenza

diretta o indiretta del FSE a favore della mobilità del lavoro ha rappresentato un’occasione unica per

i beneficiari e gli Stati Membri che hanno sfruttato al meglio le opportunità offerte.

La maggior parte dei dati citati descrive i risultati di un numero limitato di programmi e Stati

Membri, ma può contribuire a dare un’idea dell’impatto considerevole che tali programmi hanno

avuto sulle politiche a favore della mobilità del lavoro nei Paesi interessati, in particolare tenendo

conto del fatto che il FSE ha sostenuto:

quasi 75.000 ricercatori in Spagna; ®

circa 45.000 lavoratori in Finlandia; ®

oltre 27.000 studenti che frequentano dottorati e master in Italia; ®

la convalida delle competenze per oltre 50.000 cittadini in Portogallo. ®

La creazione di un numero maggiore di posti di lavoro più qualificati rappresenta l’essenza e il

fondamento della Strategia di Lisbona e della Strategia Europea per l’Occupazione. La mobilità

del lavoro è parte integrante di queste strategie, poiché migliorando l’occupabilità e l’adattabilità

della forza lavoro, la mobilità del lavoro consente di ottenere una forza lavoro più produttiva e di

incrementare l’occupazione. L’Unione Europea si attende risultati molto positivi e auspica che la

mobilità del lavoro in tutte le sue forme abbia un’influenza concreta sull’attuazione delle politiche

a favore dell’occupazione. Nel periodo di programmazione 2000 - 2006, il FSE ha contribuito con

efficacia al raggiungimento di questi obiettivi e continua a farlo nel periodo attuale.

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Stato Membro Budget Stato Membro Budget

Austria 1.184 Lussemburgo 50

Belgio 2.320 Malta 132

Bulgaria 1.395 Paesi Bassi 1.705

Cipro 150 Polonia 11.420

Danimarca 510 Portogallo 9.210

Estonia 462 Regno Unito 8.598

Finlandia 1.420 Repubblica Ceca 4.436

Francia 10.275 Romania 4.335

Germania 15.666 Slovacchia 1.764

Grecia 5.726 Slovenia 889

Irlanda 1.360 Spagna 11.426

Italia 15.321 Svezia 1.383

Lettonia 657 Ungheria 4.270

Lituania 1.210

Fondo Sociale europeo 2007-2013: investire nelle persone

Nell’attuale periodo di programmazione 2007-2013, il FSE ha stanziato 76 miliardi di Euro per

contribuire a finanziare 117 Programmi Operativi in tutti i 27 Stati Membri. I fondi pubblici e privati

nazionali prevedono altri 41 miliardi di Euro di finanziamento. Gli interventi sostenuti si concentrano

nei settori seguenti:

(i) adattabilità di lavoratori e imprese;

(ii) accesso all’impiego e inserimento nel mercato del lavoro;

(iii) inclusione sociale dei soggetti svantaggiati;

(iv) riforme dei sistemi di istruzione e formazione;

(v) buona governance, collaborazione e coinvolgimento delle parti sociali.

La tabella mostra come il FSE sostenga attività in tutti i 27 Stati Membri in base a due obiettivi. Le

ulteriori priorità nelle cosiddette regioni di convergenza sono:

(i) apprendimento, ricerca e innovazione permanenti;

(ii) rafforzamento delle capacità delle amministrazioni e dei servizi pubblici.

Programmi Operativi 2007-2013: budget complessivo (espresso in milioni di Euro) per Stato Membro

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eSF 2007-2013 Investiamo nel vostro futuro

Il livello dei finanziamenti FSE differisce da regione a regione in base alla rispettiva ricchezza relativa. Le regioni dell’Unione europea sono divise in quattro categorie in base al PIL regionale pro capite messo a confronto con la media UE (a 27o 15 Stati membri).

Regioni “Convergenza” con un PIL procapite inferiore al 75% della media UE-27

Regioni in phasing-out con un PIL pro capite maggiore del 75% della media UE-27, ma inferiore al 75%

della media UE-15

Regioni in Phasing-in con un PIL pro capite inferiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2000-2006, ma

superiore al 75% della media UE-15 nel periodo 2007-2013

Regioni “Competitivitá e occupazione”: tutte le restanti regioniPozizionne a gennaio 2007

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