Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo · Fare Natale per noi vorrà ... menti della...

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ANNO 4 – n. 4 NATALE 2015 Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo Questa parola di Gesù conferma la condizione di esule che vive fin dal suo nascere come la pagina biblica racconta, sia in Luca che in Matteo. Nella narrazione del primo evangelista, esu- le è già Giuseppe che dal suo amore di sposo deve migrare in un territorio per lui ignoto quello della paternità adottiva, rinunciando alla legittima aspettativa della carne. Esule perché questo figlio indesiderato nella casa d’Israele lo costringe a peregrinare dalla terra di Giuda all’Egitto e dall’E- gitto alla Galilea delle genti. Esule dal- la sua stessa fede e condotto a rico- noscere in quel figlio il Messia salva- tore. Secondo l’evangelista Luca an- che Maria dalla maternità biologica è chiamata ad una maternità nella fede e della fede che si estenderà dalla Croce del Figlio alla Chiesa. Esule è Cristo stesso non tanto perché sballottato dalle cir- costanze ma perché ucciso fuori dalla porta della città santa estraniato dalla fede dei padri. Così, fe- dele alla volontà del Padre, è costituito primogenito di una moltitudine di fratelli. Anche l’umanità rivive questo mistero –“dove sono io, là sarà anche il mio servo”- nel pellegrinaggio della fame, della miseria, della povertà, della schiavitù, dell’ignoranza, della guerra… della ingegneria genetica, dei sogni di onnipotenza, dei falsi mi- ti… Possiamo ben dire che i figli degli uomini, fratelli del primogenito Gesù Cristo, oggi non hanno dove posare il capo. Tragedia umana per un verso, segno e strada di apertura al Mistero, per l’altro. Questo Natale 2015 lo af- ferma, forse più di altri, con plastica eloquenza. Fare Natale per noi vorrà dire prenderne atto e sentirci coinvolti in questo pellegrinaggio verso una terra che non è solo il desiderio di un mondo migliore ma è la comunione con Dio per l’eternità. Perché la meta ultima sia colta, c’è bisogno della spo- liazione del nostro ‘io’, affinché, fatti fratelli in terra, ci senta fratelli in cielo. Fare Natale vorrà dire riconoscerci nell’esule Gesù Cristo che si è fatto amore accogliente fino a dare la vita. Buon Natale. don Dennis Il Signore Gesù benedica: il nostro Papa il nostro vescovo eletto Antonio, l’Amministratore Apostolico, il vescovo Dante, le autorità dello Stato e della città di Cremona, le suore Adoratrici di Via Bissolati, le monache di clausura di S. Sigismondo, i giovani in ricerca della propria vocazione, i collaboratori della nostra Unità Pastorale, i malati, i poveri e gli immigrati, le famiglie specie quelle in difficoltà economica, i bambini e gli anziani, i lontani e chi ha perso la fede, ogni uomo amato dal Signore. Mons. Antonio Napolioni Vescovo eletto di Cremona Per lui la nostra preghiera

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ANNO 4 – n. 4 NATALE 2015

Il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capoIl Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo Questa parola di Gesù conferma la condizione di esule che vive fin dal suo nascere come la pagina biblica racconta, sia in Luca che in Matteo. Nella narrazione del primo evangelista, esu-le è già Giuseppe che dal suo amore di sposo deve migrare in un territorio per lui ignoto quello della paternità adottiva, rinunciando alla legittima aspettativa della carne. Esule perché questo figlio indesiderato nella casa d’Israele lo costringe a peregrinare dalla terra di Giuda all’Egitto e dall’E-gitto alla Galilea delle genti. Esule dal-la sua stessa fede e condotto a rico-noscere in quel figlio il Messia salva-tore. Secondo l’evangelista Luca an-che Maria dalla maternità biologica è chiamata ad una maternità nella fede e della fede che si estenderà dalla Croce del Figlio alla Chiesa. Esule è Cristo stesso non tanto perché sballottato dalle cir-costanze ma perché ucciso fuori dalla porta della città santa estraniato dalla fede dei padri. Così, fe-dele alla volontà del Padre, è costituito primogenito di una moltitudine di fratelli. Anche l’umanità rivive

questo mistero –“dove sono io, là sarà anche il mio servo”- nel pellegrinaggio della fame, della miseria, della povertà, della schiavitù, dell’ignoranza, della

guerra… della ingegneria genetica, dei sogni di onnipotenza, dei falsi mi-ti… Possiamo ben dire che i figli degli uomini, fratelli del primogenito Gesù Cristo, oggi non hanno dove posare il capo. Tragedia umana per un verso, segno e strada di apertura al Mistero, per l’altro. Questo Natale 2015 lo af-ferma, forse più di altri, con plastica eloquenza. Fare Natale per noi vorrà dire prenderne atto e sentirci coinvolti in questo pellegrinaggio verso una terra che non è solo il desiderio di un mondo migliore ma è la comunione con Dio per l’eternità. Perché la meta ultima sia colta, c’è bisogno della spo-liazione del nostro ‘io’, affinché, fatti

fratelli in terra, ci senta fratelli in cielo. Fare Natale vorrà dire riconoscerci nell’esule Gesù Cristo che si è fatto amore accogliente fino a dare la vita. Buon Natale.

don Dennis

Il Signore Gesù benedica: il nostro Papa il nostro vescovo eletto Antonio, l’Amministratore Apostolico, il vescovo Dante, le autorità dello Stato e della città di Cremona, le suore Adoratrici di Via Bissolati, le monache di clausura di S. Sigismondo, i giovani in ricerca della propria vocazione, i collaboratori della nostra Unità Pastorale, i malati, i poveri e gli immigrati, le famiglie specie quelle in difficoltà economica, i bambini e gli anziani, i lontani e chi ha perso la fede, ogni uomo amato dal Signore.

Mons. Antonio Napolioni Vescovo eletto di Cremona

Per lui la nostra preghiera

Papa Francesco ha concluso il Sinodo sulla famiglia invitando i 270 padri sinodali a “tornare a cammina-re insieme”. Se la Chiesa è “synodos”, il Sinodo “non significa aver concluso tutti i temi inerenti la famiglia o aver trovato soluzioni esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi”. Significa invece “aver sollecita-to tutti a comprendere l’importanza dell’istituzione della famiglia e del matrimonio tra uomo e donna, fondato sull’unità e sull’indissolubilità, e ad apprez-zarla come base fondamentale della società e della vita umana”. “Il primo dovere della Chiesa non è quello di distribuire condanne o anatemi, ma di pro-clamare la misericordia di Dio, chiamare alla con-versione e condurre tutti gli uomini alla salvezza del Signore”. È ormai sera quando il Papa dice queste parole. Si leva un applauso. Sorride. Sarà Lui a de-cidere alla fine. Ma sono parole soddisfatte, quelle del Papa. Voleva che l’assemblea gli lasciasse una porta aperta ed è quello che è successo: “L’esperienza del Sinodo ci ha fatto capire meglio che i veri difensori della dottrina non sono quelli che difendono la lettera ma lo spirito; non le idee ma l’uomo; non le formule ma la gratuità dell’amore di Dio e del suo perdono”. Francesco ha preso la pa-rola alla fine, dopo aver assistito a tre settimane di discussione e, tra l’altro, non l’ha mandata a dire a chi è rimasto sulle barricate fino alla fine: ”le opinio-ni diverse che si sono espresse liberamente, e pur-troppo talvolta con metodi non del tutto benevoli, hanno certamente arricchito e animato il dialogo, offrendo un’immagine viva di una Chiesa che non usa moduli preconfezionati”. Tutto parte da una do-manda: ”Che cosa significherà per la Chiesa con-cludere questo Sinodo?” Significa, spiega France-sco, ”aver cercato di aprire gli orizzonti superando ogni ermeneutica cospirativa o chiusura di prospetti-ve, per difendere e diffondere la libertà dei figli di

Dio, e trasmettere la bellezza della Novità cristiana, qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o non comprensibile”. Significa tante cose, questo Sinodo, amare, sostenere e difendere la fa-miglia, ma anche “aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascondono perfino dietro gli insegna-menti della Chiesa, o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla cattedra di Mosè e giudicare, qualche volta con superiorità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite”. Al centro c’è l’idea di Chiesa aper-ta cara a Francesco: ”il Vangelo rimane per la Chie-sa la fonte viva di eterna novità, contro chi vuole indottrinarlo in pietre morte da scagliare contro gli altri”. Perché la Chiesa “è Chiesa dei poveri in spiri-to e dei peccatori in ricerca del perdono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti e dei santi quan-do si sentono poveri e peccatori”. Ora si tratta di “tornare a camminare insieme” per “portare in ogni parte la luce del Vangelo”, conclude Francesco. L’essenziale, “senza mai cadere nel pericolo del re-lativismo oppure di demonizzare gli altri”, è la frase di san Paolo che Francesco ha voluto scrivere a ca-ratteri maiuscoli: ”La bontà e la misericordia di Dio supera i nostri calcoli umani e non desidera altro che TUTTI GLI UOMINI SIANO SALVATI”.

Franco Verdi

Concluso il Sinodo dei Vescovi sulla vocazione e missione della famiglia oggi

“Oggi è Tempo di Misericordia”“Oggi è Tempo di Misericordia”

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Il diritto d’asilo tra tradizione e attualità

“Voi siete presso di me come forestieri”“Voi siete presso di me come forestieri” La questione dell’accoglienza dei profughi in Italia e in Europa è non solo delicata e difficile, ma anche un se-gno dei tempi e un segno di contraddizione. I numeri ci raccontano di una vicenda umana senza precedenti, con milioni di donne, uomini e bambini che cercano pro-tezione da guerre, persecuzioni ed umiliazioni. Ci rac-contano di persone a cui sono stati rubati, prima di ogni cosa, la dignità e il futuro. Di certo siamo di fronte a un problema non nuovo nella storia dell’uomo: molti popoli, tra cui Egizi ed Ebrei, riconobbero un diritto d’asilo volto alla protezione di alcune categorie di persone. La parola “asilo” (dal greco àsylon) significa “inviolabile”, ovvero luogo “senza violenza”. Ed è proprio dalla violenza, nel-le sue varie e molteplici espressioni, che si fugge cercando rifugio. La protezione dello straniero viene ri-chiamata più volte nell’Antico Testa-mento: “Non maltrattare e non op-primere il forestiero, perché anche voi foste forestieri in terra d’Egit-to” (Esodo 22,20); “Quando un fore-stiero dimorerà presso di voi nel vostro paese, non gli farete torto … lo tratterete come uno di voi, che è nato nel vostro paese ”(Levitico 19,33-34). Con l’inizio dell’Età Moderna, l’asilo perde progressivamente i suoi con-notati religiosi per diventare espres-sione della sovranità dello Stato e rivendicazione del principio di su-premazia territoriale; ma solo nel XIX secolo viene riconosciuto come diritto individuale, mentre nel secolo scorso vengono codificate le norme che ancora oggi rappresentano il riferimento giuridico in questa materia. Lo strumento internazionale di più ampia portata in ma-teria di rifugiati è la Convenzione delle Nazioni Unite (Ginevra 1951) che attribuisce lo status di rifugiato “a chiunque nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza e non puo o, per tale timore, non vuole domandare la protezione di detto Stato”. Ma quanti sono i rifugiati nel nostro paese e cosa li contrad-distingue dai cosiddetti “migranti economici”? Un dato di fatto è che il maggior numero di rifugiati è accolto da paesi extraeuropei: a fine 2013 su un totale di circa 11 milioni di rifugiati solo 1 milione e 700 mila sono accolti nel nostro continente, ovvero lo stesso nu-mero di quelli accolti in Pakistan. In Italia, sempre stan-do ai dati del 2013, il numero dei rifugiati è pari a circa

78 mila unità e nonostante il nostro paese sia per molti il primo paese d’arrivo l’Italia, è agli ultimi posti in Europa per incidenza dei rifugiati sulla popolazione locale (0,13%). A seguito della situazione internazionale il numero dei rifugiati in questi anni è evidentemente in aumento: la Germania è il paese che ha ricevuto più domande di asilo nel primo trimestre del 2015, sia in termini assoluti (73 mila domande) che relativi (quasi il 40% di tutte le domande in Europa). Seguono l’Ungheria con 32 mila domande (il 18% del totale), l’Italia e la Francia (entrambe con circa 15 mila domande, l’8% del totale). Ovviamente non tutti i migranti che giungono in Italia

sono considerati rifugiati: per ottene-re questo status occorre presentare domanda di asilo tramite gli organi di Polizia; una Commissione Territo-riale effettua un colloquio approfon-dito con il candidato, e, dopo analisi dei fatti pertinenti che riguardano il Paese di origine oltreché una valu-tazione della situazione individuale del richiedente, stabilisce se la per-sona è meritevole di protezione in-ternazionale, decidendo quindi se concedere lo status di rifugiato. Ol-tre alla protezione internazionale (assegnata ai rifugiati sulla base dei parametri stabiliti dalla convenzione di Ginevra) l’ordinamento comunita-rio riconosce la protezione sussidia-ria per quei cittadini stranieri che, pur non possedendo i requisiti per essere riconosciuti come rifugiati, presentano la possibilità di subire

gravi danni (es. condanna a morte, tortura o altra forma di pena o trattamento inumano, minaccia grave e indivi-duale alla vita) se ricondotti nel proprio paese. Come reagire di fronte a tutto questo? Oltre ad attivarsi

per doverose forme di accoglienza (che la nostra comu-

nità sta già praticando) è importante tenere alta l’atten-

zione rispetto a quanto accade al di fuori dei nostri confi-

ni; così nel panorama odierno risuonano di forte attualità

le parole di S. Giovanni Paolo II: “Costruire condizioni

concrete di pace, per quanto concerne i migranti e i rifu-

giati, significa impegnarsi seriamente a salvaguardare

anzitutto il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e

dignità nella propria Patria”. È buona cosa quindi soste-

nere campagne come quella adottata dalla Caritas Ita-

liana “Il diritto di rimanere nella propria terra” in occasio-

ne del Giubileo della Misericordia (info su

www.caritasitaliana.it).

Francesco Monterosso

Una Chiesa che “preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore”

Il GIUBILEO straordinario della MISERICORDIAIl GIUBILEO straordinario della MISERICORDIA

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Nel motto, tratto dal Vangelo di Lu-ca, Misericordiosi come il Padre, si propone di vivere la misericordia sull’esempio del Padre che chiede di non giudicare e di non condanna-re, ma di perdona-re e di donare amore e perdono senza misura.

Il logo è opera di padre Marko Ivan Rupnik. L’immagine, molto cara alla Chiesa antica – perché indica l’amore di Cristo che porta a compimento il mistero della sua incarnazione con la redenzione – propone il Figlio che si ca-rica sulle spalle l’uomo smarrito.

Il disegno è realizzato in modo tale da far emergere che il Buon Pastore tocca in profon-dità la carne dell’uomo e lo fa con amore tale da cambiargli la vita. Un particolare, inoltre, non può sfuggire. Il Buon Pastore con estrema misericordia si carica l’umanità, ma i suoi occhi si confondono con quelli dell’uomo. Cristo ve-de con l’occhio di Adamo e questi con l’occhio di Cristo. Ogni uomo quindi scopre in Cristo la propria umanità e il futuro che lo attende.

La scena si colloca all’interno della mandorla, anch’essa figura cara all’iconografia antica e medioevale che richiama la compresenza delle due nature, divina e umana, in Cristo. I tre ovali concentrici, di colore progressivamente più chiaro verso l’esterno, suggeriscono il mo-vimento di Cristo che porta l’uomo fuori dalla notte del peccato e della morte. D’altra parte, la profondità del colore più scuro suggerisce anche l’imperscrutabilità dell’amore del Padre che tutto perdona.

Il Papa desidera che questo Giubileo sia vissuto a Roma così come nelle Chiese locali; questo fatto comporta un’attenzione particolare alla vita delle singole Chiese e alle loro esigenze, in modo che le iniziative non siano un sovrapporsi al calendario, ma tali da essere piuttosto complementari. Per la prima volta nella storia dei Giubilei viene offerta la possibilità di aprire la Porta Santa – Porta della Misericordia – anche nelle singole diocesi, in particolare nella Catte-drale o in una chiesa particolarmente significativa o in un Santuario di particolare impor-tanza per i pellegrini.

Il Giubileo della Misericordia a livello diocesano sarà aperto ufficialmente domenica 13 dicembre. Quattro le chiese giubilari sul territorio: la Cattedrale di Cremona e i santuari di Caravaggio, Castelleone e Casalmag-giore: è qui che saranno programmati diversi momenti di spiritualità oltre all'ormai tradizionale "24 ore per il Signore”.

“Desidero che l’indulgenza giubila-re - scrive il Papa - giunga per ognuno come genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenti-cando completamente il peccato commesso”. “Per vivere e ottenere l’indulgenza”, basta compiere “un bre-ve pellegrinaggio verso la Porta Santa, aperta in ogni Cattedrale o nelle chiese stabilite dal Vescovo dioce-sano, e nelle quattro Basiliche Papali a Roma, oltre che “nei Santuari dove si è aperta la Porta della Miseri-cordia e nelle chiese che tradizionalmente sono identificate come Giubilari”. Per Papa Francesco, inoltre, “è importante che questo momento sia unito al Sacramento della Riconciliazione e alla celebrazione della san-ta Eucaristia con una riflessione sulla misericordia”. Indulgenza “piena” anche per opere di misericor-dia. “Ho chiesto che la Chiesa riscopra in questo tempo giubilare la ricchezza contenuta nelle opere di mi-sericordia corporale e spirituale”, ricorda il Papa: “Ogni volta che un fedele vivrà una o più di queste opere in prima persona otterrà l’indulgenza giubilare piena, frutto dell’evento stesso che viene celebrato e vissuto con fede, speranza e carità”.

8 dicembre 2015 solennità dell’Immacolata Concezione apertura della Porta Santa nella Basilica di San Pietro

20 novembre 2016 Solennità di Gesù Cristo Signore dell’Universo, conclusione dell’Anno Santo.

3 aprile Giubileo per il mondo che si ritrova nella spiri-tualità della misericordia (movimenti, associa-zioni, istituti religiosi)

24 aprile Giubileo per i ragazzi del dopo la Cresima

29 maggio Giubileo per i diaconi che per vocazione e mi-nistero sono chiamati a presiedere la carità nella vita della comunità cristiana.

3 giugno Festa del Sacro Cuore di Gesù Giubileo dei Sacerdoti

12 giugno Giubileo per tutti gli ammalati e le persone di-sabili e quanti si prendono cura di loro con amore e dedizione.

30-31 luglio Giubileo di giovani in occasione della GMG a Cracovia

4 settembre Giubileo per il mondo del volontariato caritativo

25 settembre Giubileo dei catechisti e delle catechiste

9 ottobre si celebra la Madre della Misericordia

6 novembre Giubileo dei carcerati.

Le sette opere di misericordia corporale

Dar da mangiare agli affamati Dar da bere agli assetati Vestire gli ignudi Alloggiare i pellegrini Visitare gli infermi Visitare i carcerati Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale

Consigliare i dubbiosi Insegnare agli ignoranti

Ammonire i peccatori Consolare gli afflitti

Perdonare le offese Sopportare pazientemente le persone moleste.

Pregare Dio per i vivi e per i morti.

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Le proposte dell’Oratorio per l’estate 2016

Potrà sembrare un po’ affrettato parlare di estate mentre ci accingiamo a celebrare il Natale e la mon-tagna evoca volentieri pensieri di neve, sci, discese più che di vette, salite e prati, tuttavia la program-mazione, non solo dell’Oratorio ma anche delle fa-miglie, ha i suoi tempi e dunque eccoci a parlare delle ormai classiche vacanze estive pensate per i ragazzi dalla quinta elementare ai primi anni delle superiori. Le novità non mancano. L’esperienza della vacanza di gruppo 2016, infatti, si terrà a Falcade (Bl) da sabato 9 a sabato 16 lu-glio. Saremo ospiti dell’Hotel Orsa Maggiore (in foto

la facciata) che ci garantirà un buon servizio alber-ghiero, si tratta di un hotel tre stelle, preservando tuttavia per il nostro gruppo alcuni elementi impor-tanti: lo spazio per la preghiera e il gioco, una siste-mazione non dispersa ma riservata, alcuni lavoretti, preziosi in chiave educativa, lasciati alla nostra au-tonomia e responsabilità. La località, in parte già nota all’oratorio per le due “Bianca Vacanza” qui tenutesi, gode del fascino delle dolomiti bellunesi con alcuni nomi che da soli sono sinonimo di bellez-za: Civetta, Pelmo, Pale di San Martino, Cima Uo-

Un’estate giovane e buonaUn’estate giovane e buona

mo e, dietro a quest’ultima, la Marmolada. Il paese è grande e tutto da scoprire, con spazi confortevoli per il gioco e visioni da apprezzare. Il prezzo è fis-sato a € 255 a ragazzo con sconti per i fratelli. Co-me al solito andranno tenute in conto alcune spese per le gite. Inutile nascondere che questa vacanza ci lancia una sfida: aver il coraggio di cambiare, di adattarci a nuove avventure, abbandonare alcune sicurezze diventate negli anni a noi care, per riscoprire sem-pre di nuovo la fonte della gioia di fare vacanza in-sieme: la voglia di coltivare belle relazioni di amici-zia tra di noi e con Dio!

don Stefano

“Beati i misericordiosi”: GMG 2016 a Cracovia 19 Luglio - 1 Agosto, sono queste le date della pro-posta lunga che la FOCr propone ai pellegrini della Diocesi di Cremona che intendono partecipare alla GMG della prossima estate. Tra questi ci saranno anche gli adolescenti (dai 16 anni compiuti) e i giovani dell’Unità Pastorale. La proposta prevede una sosta a Graz nell’andata, il gemellaggio con la diocesi di Katowice, la visita, straordinaria, ai luoghi di Giovanni Paolo II e al campo di concentramento di Auschwitz oltre alle catechesi, alle celebrazioni e all’incontro col Papa a Cracovia.

Da Londra a Durham in compagnia di T. Moro, J.H. Newman...Da Londra a Durham in compagnia di T. Moro, J.H. Newman...

Inghilterra 2016: viaggio sulle tracce della coscienza

L’avevamo annunciato sul numero di set-tembre: un viaggio in In-ghilterra sui passi di tre grandi cristia-ni. Moro, Newman e Beda il Vene-rabile, rappre-sentano un

cammino all’interno della coscienza credente alla scoperta di Dio e delle ragioni dell’impegno civile. Rivedere i luoghi della loro vita scoprendo alcuni tratti del loro pensiero permette di accostare la sto-ria e il presente della chiesa inglese. Perciò non pro-pongo un viaggio come gli altri, ma un itinerario a suo modo spirituale visitando luoghi non da tutti co-nosciuti. Il percorso, la guida, gli ingressi ai monu-menti e, non ultimo, il costo della sterlina rendono il viaggio impegnativo ma ne vale la pena. Ecco l’itinerario. 30 Luglio: partenza, arrivo a Londra, Westminster Abbey, Westminster Cathedral, St.Paul's, breve pa-noramica, pernottamento a Londra. 31 Luglio: Hampton Court, Tower con visita alla cappella dov’è sepolto St. Thomas More, breve pa-noramica, pernottamento a Londra. 01 Agosto: Canterbury visita Cattedrale, visita Chiesa Anglicana di St. Dunstan, pernottamento a Londra. 02 Agosto: Lincoln visita alla Cattedrale, trasferi-mento a York, pernottamento a York. 03 Agosto: Visita al Castello ed alla Cattedrale di York, pernottamento a York.

04 Agosto: Castel Howard, Durham, Cattedrale e Cripta di Breda, Castello; pernottamento a Birmin-gham. 05 Agosto: Visita J.H.Newman's Shrine, trasferi-mento a Oxford con visita a Oriel e Trinity Colleges, pernottamento ad Oxford. 06 Agosto: Oxford visita Chist Church e College - rientro in Italia. Quota per persona in camera doppia € 1930.00 Comprende: - tutti i trasferimenti

- 7 notti in hotel trattamento mezza pensione - guida parlante Italiano - tutti gli ingressi Non Comprende: - volo, con tariffe a partire da € 205.00 andata/ritorno - eventuale assicurazione contro le penali di annullamento Per avere il programma dettagliato e per l’iscri-zione rivolgersi all’Agenzia Guindani Viaggi Sas – Corso Garibaldi 88/90 – Cremona

don Dennis

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Offerta natalizia

Al presente numero di “CITTANOVA” è allegata la busta per la tradizionale offerta natalizia a favore delle parrocchie che vivono

quasi esclusivamente della generosità dei parrocchiani. Il ricavato servirà per realizzare

i lavori di salvaguardia e di adeguamento degli immobili.

GRAZIE PER QUANTO POTRETE OFFRIRE

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Notiziario delle parrocchie di S. Agata e S. Ilario riservato ai parrocchiani

Casa Parrocchiale (Sant’Agata) 0372 - 28791 Segreteria Pastorale Sant’Agata-Sant’Ilario 0372 - 20503 Fax per le due parrocchie 0372 - 080923 Mons. Dennis Feudatari 0372 - 28791 Cell. 338 - 9766446 Don Stefano Montagna - Vicario 0372 - 20503 Cell. 338 - 7428282 Don Angelo Guerreschi Parizzi 0372 - 412734 Don Franco Regonaschi - San Bassano 0372 - 35112 Cell. 371 - 1296467 Oratorio di via Chiara Novella 0372 - 35459

Sito internet: www.santagatasantilario.it

Preti del fronte russoPreti del fronte russo

Don Florindo Caserini

Siamo rimasti in pochi a ricordarlo. Io ed il mio amico, due su-

perstiti di quegli anni di ragazzi di oratorio. Don Florindo, infatti,

fu assistente dei ragazzi e dei giovani nella parrocchia di

Sant'Agata. Nel giro di poco tempo, diventò per tutti don Floris.

Alto, magro e molto attivo, aveva un viso sorridente e cordiale

che ti metteva subito a tuo agio ed entravi immediatamente in

comunicazione con lui. Quando capitava di tirare qualche cal-

cio al pallone metteva le mani in tasca e tirava su la veste per

potersi muovere liberamente. Con i più grandicelli o giovani

partecipava spesso a gite in bicicletta presso qualche santuario

o a semplici scampagnate presso qualche parrocchia con pran-

zo al sacco. Noi ragazzi eravamo contenti quando era lui a ce-

lebrare la nostra messa, perché la celebrazione era coinvol-

gente, molto puntuale, ma arrivato all'omelia, pur breve e con

contenuti profondi e comprensibili, parlava rapidamente come

una mitragliata di parole. Non so se per timidezza o per un suo

stile oratorio. La conversazione, negli incontri di catechesi per i

ragazzi e per i giovani, aveva, invece, normali ritmi di esposi-

zione e di dialogo. Sempre molto sereno ed incoraggiante, mai

giudice ma padre. Purtroppo rimase poco tempo fra noi e dopo

altri incarichi diocesani, divenne cappellano militare sul fronte

russo. Di quel periodo ricordiamo poco, perché le notizie erano

ridotte, si diceva per censura, e l'unica che circolava riguardava

il suo totale e generoso impegno nell'assistere i militari preoc-

cupati, depressi, feriti e moribondi, nell'inferno dell'inverno rus-

so, sopportando con loro i disagi della fame e del freddo. Pur-

troppo ci giunse la notizia che don Florindo era morto durante

la disastrosa ritirata dal fronte. Il dispiacere colpì tutti ed anche

se passò poco tempo presso la parrocchia di San'Agata, venne

ricordato da tutti, poi da molti ed oggi dai superstiti. Terminata

la guerra, il C.S.I. organizzò gruppi sportivi ed anche noi di

Sant'Agata aderimmo formando un gruppo diventata una squa-

dra di pallacanestro, denominata "Floris" in ricordo di don Flo-

rindo.

Luigi Zambini

Ora il suo ritratto è stato collocato nella sala grande dedicata a lui,

sopra il teatro di S. Agata.

Calendario Dicembre 2015

Lunedì 21: Ore 21.00, in S. Ilario, Penitenziale per giovani e adulti. Giovedì 24: Ore 9.00-12.00; 15.00-19.00, Sacra-mento della Riconciliazione in S. Ilario e in S. Aga-ta; Ore 24.00, celebrazione Eucaristica della Notte di Natale in S. Ilario. Venerdì 25, NATALE DEL SIGNORE: Ore 7.30, Celebrazione Eucaristica del Natale in S. Ilario; Ore 9.00, Celebrazione Eucaristica del Natale in S. Bassano. Ore 10.00, Celebrazione Eucaristica della comu-nità nel giorno del Natale, in S. Agata. Ore 17.30, Vespri solenni del Natale in S. Ilario; Ore 18.30, Eucaristia in S. Agata. Sabato 26, Santo Stefano: Ore 7.30, Celebrazione Eucaristica in S. Ilario; Ore 9.00, Celebrazione Eucaristica in S. Bassano; Ore 10.00, Celebrazione Eucaristica in S. Agata; Ore 18.00, Eucaristia prefestiva in S. Ilario. Martedì 29: Ore 18.00, in S. Ilario, suffragio mensi-le. Giovedì 31: Ore 18.00, Eucaristia in S. Ilario e can-to del Te Deum; Ore 21.00, Veglia per la pace in S. Ilario presieduta dal Vescovo.

Gennaio 2016 Venerdì 1, Maria Madre di Dio: Orario festivo. Mercoledì 6, Epifania del Signore: Orario festivo; Ore 16.00, Accoglienza dei Magi in S. Ilario. Mercoledì 13, Festa liturgica di S. Ilario: Ore 8.30, Eucaristia in S. Ilario; Ore 18.00, Eucari-stia solenne in S. Ilario. Martedì 19, Memoria di S. Bassano: Ore 18.00, Eucaristia solenne in S. Bassano. Venerdì 22, Memoria di S. Vincenzo: Ore 18.30, Eucaristia solenne in S. Vincenzo. Venerdì 29: Ore 18.00, in S. Ilario, suffragio mensi-le.

Febbraio Mercoledì 3: Ore 18.30, in S. Agata, suffragio men-sile. Giovedì 4: Ore 15.00-18.00; 21.00-22.00, Adora-zione Eucaristica in S. Ilario. Venerdì 5, Festa liturgica di S. Agata: Ore 8.30, Eucaristia in S. Agata; Ore 18.30, in S. Agata, Celebrazione Eucaristica solenne nel giorno della Santa. Domenica 7: Ore10.00 in S. Agata, Eucaristia so-lenne nella Festa Patronale. Mercoledì 10, LE CENERI - giorno di magro e di digiuno: Ore 8.30, Eucaristia in S. Ilario; Ore16.00, Eucari-stia in S. Bassano; Ore 16.30 in S. Ilario, Imposizio-ne delle ceneri a bambini e ragazzi; Ore 18.30, in S. Agata, Eucaristia solenne della comunità. Giovedì 11: Ore 18.00 in S. Ilario, Eucaristia e Un-zione degli infermi. Lunedì 29: Ore 18.00, in S. Ilario, suffragio mensi-le.

Marzo Mercoledì 2: Ore 18.30, in S. Agata, suffragio men-sile. Domenica 20 - Le Palme: Ore 10.00 Benedizione delle palme in Sant’Ilario, Processione e Eucaristia in Sant’Agata. Lunedì 21: Ore 21 00 Celebrazione penitenziale per giovani e adulti in Sant’Ilario.