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il dialogo bimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzera associazioni cristiane lavoratori internazionali febbraio 2015 numero 1 - anno XXV Etica e libertà Satira e informazione

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il dialogobimestrale d’informazione e di opinione delle ACLI Svizzeraassociazioni cristiane lavoratori internazionali

febbraio 2015numero 1 - anno XXV

Etica e libertàSatira e informazione

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il dialogo 1/152

La vignetta di Daria Lepori

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Direttore responsabile: Aldo Ragusa

Comitato di redazione:Luciano Alban, Antonio Cartolano,Simone Dimasi, Fra Martino Dotta,Francesco Genova, Moreno Macchi,Franco Narducci, Alfonsina Oftinger,Francesco Onorato, Franco Plutino,Luca Rappazzo, Giuseppe Rauseo,Giuseppe Rondinelli

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Grafica:Daria LeporiCoordinamento e impaginazione:Ivana Caldelari

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Il prossimo numero sarà recapitato aaprile 2015. La chiusura di redazioneper contributi scritti è fissata per finemarzo 2015.

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EDITORIALE

Care lettrici, cari lettori, cari aclisti,

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Sommarionumero 1 - anno XXV

Apro questo primo numero del 2015

del nostro periodico pervaso da senti-

menti contrastanti: la preoccupazione

per la sfida grande di assumere la dire-

zione de Il Dialogo, succedendo al com-

pianto amico Luigi Zanolli, cuore,

mente e penna formidabile delle ACLI

della Svizzera e internazionali; l’emo-

zione e la gratitudine per la proposta

lusinghiera; lo smarrimento per ciò che a

inizio anno è accaduto a Parigi attorno

al mondo dell’informazione; la certezza

che Qualcuno di più grande ci pone

davanti delle strade di servizio a cui

non possiamo sottrarci; la voglia di com-

piere ogni minimo gesto utile a far

(ri)scoprire a tutti che la speranza meri-

ta di essere coltivata.

Il mio contributo alla crescita del

Movimento aclista, attraverso il nostro

giornale, cercherà di rimanere nel solco

della continuità dei valori fondanti e si

baserà sulla piena collaborazione con la

Presidenza. Ma un obiettivo personale

che mi sono posto è quello di aprire un

filo diretto con voi, lettrici e lettori, per

cui vi invito a scrivermi per scambiarci

opinioni e sensazioni sui temi trattati e

sui fatti accaduti nel mondo e in

Svizzera in particolare. In questo modo

mi aiuterete a non cadere nell’auto-cele-

brazione e nelle prediche inutili.

Nel mese di gennaio scorso a Parigi si è

consumata una tragedia che ci chiama a

riflettere sul mestiere di chi fa informa-

zione ma anche su chi “consuma infor-

mazione”, perché la sensazione è spes-

so che l’informazione viene trattata

come merce di consumo, quindi soggetta

a un prezzo come ogni altra merce.

Abbiamo assistito increduli a efferati

delitti con mano fredda e calcolatrice in

nome di chi o di che cosa? Abbiamo

partecipato a manifestazioni di solida-

rietà con le vittime chiamandoci tutti

Charlie. Abbiamo seguito dibattiti e

discussioni sull’etica sottostante la

libertà di informazione. Non abbiamo

però modificato una virgola nei nostri

comportamenti. Nei giorni immediata-

mente successivi agli attentati terroristi-

ci siamo stati travolti da quella che

qualcuno ha chiamato “dittatura degli

avvenimenti”, oggi abbiamo ripreso la

vita di sempre. Abbiamo sentito parla-

re di “guerra” alla nostra civiltà occi-

dentale, senza che questa parola terri-

bile abbia scalfito la superficie delle

nostre esistenze.

La mia impressione è che siamo tutti

orientati alla difesa delle posizioni

acquisite e che cerchiamo all’esterno le

cause dei disastri, senza metterci in

gioco. Tutto ciò è evidentemente una

conseguenza del fatto che l’Occidente ha

annacquato ogni suo valore. La costru-

zione della pace attraverso la conoscen-

za dell’altro è la sola strada che può

portarci fuori dalle logiche attuali della

difesa dal terrorismo, senza dimentica-

re, anzi difendendo e facendo conoscere

i nostri valori. Questa a mio avviso è la

sfida più grande.

Aldo [email protected]

Il cuore e la manoLibertà d’informazione tra senso critico e rispetto altrui pag. 4

AcliFaiStati generali, associazionismo tra realtà e sfide pag. 5

PoliticaElezioni COMITES, passaggio democratico pag. 6

Filo diretto con SynaFranco forte, mercato del lavoro in primo piano pag. 7

Libertà d’informazioneIntervista a due vignettisti pag. 8Opinione di un giornalista pag. 10Quando la satira tocca valori forti pag. 11Vita comune possibile soltanto nel dialogo pag. 12Citazioni di Papa Francesco pag. 13Sogno o son desto? pag. 14

Campagna ecumenicaMeno per noi. Abbastanza per tutti pag. 15

In poche battute pag. 16

EditoriaLe donne (di Franca Valeri) e Il bottone di Puskin (di S. Vitale) pag. 16

ENAIPCome abbattere le barriere comunicative pag. 17

PatronatoCapitali all’estero non dichiarati, nuova legge per l’autodenuncia pag. 18Perché Perché pag. 19

Vita delle ACLICircolo di Bellinzona pag. 20 Udienza da Papa Francesco pag. 21Convegno Donne ACLI pag. 22

Sale e PepeAgnello allo zafferano pag. 23

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IL CUORE E LA MANO

Liber tà d ’ in formazione tra senso cr i t ico e r ispetto a l tru i

Se alla luce dei continui attacchi di cui soffre dapiù parti ovunque nel mondo, è giusto invocare lalibertà d’informazione, a mio avviso, essa nonpuò essere disgiunta né dal senso critico (pureautocritico), né dalla correttezza (e quindi verifi-cabilità) delle fonti. Sforare nella propaganda, nell’ideologia o nelpopulismo equivale a tradire il vero significatodella comunicazione: fornire gli strumenti divalutazione utili a costruirsi un’opinione veritierae condivisibile.Non a caso, le Sacre Scritture evocano spesso isuccessi ambigui conseguiti da approfittatori,

stolti, ingiusti o infedeli. Si tratta perlopiù di risul-tati ottenuti con l’inganno, a discapito dei piùdeboli e indifesi, frutto di sfruttamento e guidatida secondi fini. La violenza è l’elemento distinti-vo di questa forma distorta di successo. La mani-polazione dell’informazione è la modalità ricor-rente d’imporre la posizione dei vincitori. La sto-ria recente ce ne fornisce esempi a iosa! La gran-de questione sollevata dagli autori biblici, rivoltain fondo a Dio medesimo, senza ottenerne sem-pre debita risposta, è la causa o il motivo dellasofferenza del giusto. È un dilemma che attraversa l’intera Bibbia e che,a ben vedere, nemmeno Gesù riesce appieno asciogliere: perché il fedele ai precetti divini esociali subisce angherie e fallimenti, mentreall’opportunista e al malvivente le cose sembranosempre andare per il verso auspicato? È una sfidache rimane costantemente lanciata e che accom-pagna l’intera storia umana. Nell’arena pubblica,resa più facilmente accessibile a chiunque graziealla tecnologia della comunicazione, può essereaffermato di tutto e il contrario di tutto, mentrecome negli antichi mercati di bestiame ottiene imigliori capi chi riesce a urlare più forte. Oppureper suscitare emozioni in crescendo, insieme asostanze stimolanti si è costretti ad assumereimmagini sempre più truci.

Non sorprende che il giudizio scritturistico neiconfronti di quanti approfittano della proprialibertà per danneggiare quella degli altri e dell’in-tero tessuto sociale è molto severo. Lo stessoGesù nei Vangeli non risparmia sorta di critica acoloro che si rendono attrattivi o si mettono inbella mostra “davanti agli uomini”, mentre il lorocuore pullula di cattiveria e incoerenza. Nonnuoce perciò ricordare in questo tempo quaresi-male l’invito evangelico a conversione e purifica-zione, premesse per rapporti interpersonali e uni-versali corretti e davvero fraterni, senza discrimi-nazioni, né falsità. Poiché la verità è il presuppo-sto essenziale della libertà in tutte le sue declina-zioni, quanto la ricerca sincera del bene comuneè il fondamento di un autentico futuro per l’uma-nità e l’universo intero. Non accettiamo la con-temporanea cultura della morte senza contrap-porle l’annuncio pasquale!3

di fra Martino Dotta, assistente spirituale ACLI Svizzera

La libertà d’opinione e d’espressione è un acquisito fondamen-tale delle società occidentali moderne, sancita pure dalleConvenzioni internazionali e dalle normative nazionali. Essa sibasa sul riconoscimento del singolo essere umano come sog-getto di diritto: un altro modo di riconoscerne la dignità per-sonale, nonché la possibilità di esprimere al meglio le propriedoti. Nella mentalità corrente, tuttavia, anche tra i credenti,libertà è intesa come la facoltà di esercitare in modo assolutoil proprio libero arbitrio, la propria capacità di scelta e decisio-ne senza condizionamenti. In tal senso, però, l’esercizio dellalibertà personale può facilmente sconfinare nell’arbitrarietà. Inrealtà, sul piano etico e spirituale, libertà è sinonimo di respon-sabilità, di onestà di giudizio, di rispetto delle posizioni altrui.

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Come è stato ribadito in unrecente seminario sul tema, l’o-biettivo non è solo di ritrovaree aggiornare le ragioni di unimpegno del tradizionale asso-ciazionismo degli italiani all’e-stero, carico di due secoli distoria, ma anche di rilanciarecon forza l’interesse delleIstituzioni pubbliche - princi-

palmente Stato e Regioni - che in questi ultimi annihanno disatteso i progetti e le speranze “maturate,soprattutto tra gli anni novanta e l’inizio del secolo,in una stagione ricca d’interazione, d’intelligenza edi reciproco apprezzamento. Indifferenza al proble-ma e tagli finanziari particolarmente pesanti daparte delle istituzioni pubbliche italiane sembrano,infatti, caratterizzare il presente momento”.Ma sarebbe sbagliato far dipendere le criticità e lecrepe che si sono aperte nell’associazionismo italia-no all’estero soltanto dal calo d’interesse delleIstituzioni e dalle conseguenze nefaste della crisieconomica che attanaglia l’Italia. Francamente, nonsi possono omettere, in tale contesto, le responsabi-lità del mondo dell’associazionismo, che non hasaputo aprirsi al nuovo e affrancarsi da un empiri-smo nutrito di visioni univoche, maturate dall’inte-razione tra le espressioni delle comunità all’estero eil mondo del volontariato – con cui s’interfacciavain Italia – e le comuni referenze con quello istitu-zionale nei confronti delle quali, prima con lo Statoe poi con le Regioni, si accreditava come interlocu-tore finale dell’universo migratorio. Per riconquista-re forza e slancio l’associazionismo deve riscoprirnei suoi valori fondanti, la solidarietà come legante, ilcivismo, la responsabilità collettiva per una societàpiù solidale e la partecipazione democratica, rifug-gendo da quella autoreferenzialità che lo portava aconsiderarsi il depositario di una storia che invece

appartiene a tutti, all’Italia e agli italiani all’estero. Il Comitato promotore degli Stati Generali dell’as-sociazionismo italiano nel mondo – di cui fannoparte attivamente le Acli nazionali e la Fai – ha deci-so volutamente di organizzare l’evento nel 2015,l’anno dell’Expo di Milano che aprirà i battenti ilprimo maggio prossimo. Per sei mesi l’Italia sarà alcentro dell’attenzione internazionale, diventerà ilpalcoscenico mondiale in cui i Paesi mostreranno ilmeglio delle proprie peculiarità in ambito agroali-mentare. I numeri parlano di oltre 20 milioni divisitatori provenienti da 130 Paesi che affollerannol’area espositiva di un milione di metri quadrati. Giustamente, si deve ritenere che l’evento avrà rica-dute positive in ambito socio economico non solosull’area espositiva, ma su tutto il territorio naziona-le sviluppando una piattaforma di confronto di ideee soluzioni legate al tema dell’alimentazione e allasostenibilità ambientale. Expo Milano 2015 offrirà atutti la possibilità di conoscere le straordinarie qua-lità millenarie della cultura culinaria italiana dandoenfasi alle eccellenze della tradizione agroalimenta-re e gastronomica delle realtà regionali. Nonché deipatrimoni culturali e artistici che proprio nei mesiestivi, coincidenti con l’Expo, ispirano e animanotantissimi eventi culturali promossi nelle Regioniitaliane, non solo in quelle a più marcata vocazioneturistica.In questa prospettiva gli italiani residenti all’esterorappresentano una grande opportunità, che nonpuò essere gettata al vento, perché visitare i luoghinativi o di origine, durante Expo2015, significaimmergersi in diversi distretti industriali che produ-cono, presentano, elaborano ed esportano il megliodella cultura e della civiltà enogastronomica italiana.Inoltre, significa rafforzare il legame storico cheunisce le comunità emigrate nel mondo con i loroComuni e con la loro Regione, che nel caso delle

di Franco Narducci

“Attraverso l’associazionismo i cittadini italiani residenti all’estero hanno definito la loro appartenenza culturale ela loro identità in una positiva sintesi con le altre culture incontrate. Il mantenimento delle tradizioni e della memo-ria collettiva hanno anche portato un contributo importante alla crescita dei paesi di accoglienza e ampliato le rela-zioni di questi paesi con l’Italia. Questo modo di vivere la cittadinanza richiede, per esprimersi al meglio, il concor-so delle istituzioni e delle varie espressioni della società e delle espressioni della società civile.” Questo passo tratto dal preambolo del manifesto degli Stati Generali dell’associazionismo degli italiani nel mondo èdi per sé indicativo sul portato e sugli obiettivi che questa assise, in avanzata fase di organizzazione, vuole metteresotto i riflettori e all’attenzione di tutti - istituzioni, società civile, italiani all’estero e mondo dell’informazione - perdare nuova linfa e nuovi orizzonti ad un mondo, quello dell’associazionismo all’estero, che mostra evidenti segni distanchezza e rischia di pagare pesantemente le transizioni generazionali e il processo d’integrazione.

ACLIFAI

Stati generali, associazionismo tra realtà e sfide

continua a pagina 22

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POLITICA

Elezioni COMITES: passaggio democratico

di Luciano Alban, vice presidente ACLI Svizzera

Il prossimo 17 aprile, sarà la volta buona, verranno eletti i nuoviCOMITES. Nell’edizione di ottobre del “Dialogo” avevamo giàparlato di queste elezioni che avrebbero dovuto aver luogo loscorso 17 dicembre, ma poi, il 10 novembre, a pochi giorni daltermine delle iscrizioni, con un decreto del Consiglio deiMinistri, le elezioni sono state rinviate ad aprile di quest’anno.

Il termine per le iscrizioni all’elenco elettorale deirispettivi Consolati d’appartenenza, scadrà inveceil 18 marzo prossimo. Come già sappiamo, laparticolarità di queste votazioni sta nel fatto chenon basta essere iscritti all’AIRE – AnagrafeItaliani Residenti all’Estero – per poter partecipa-re al rinnovo dei COMITES bisogna iscriversiall’elenco elettorale compilando e sottoscrivendoun modulo che, corredato dalla fotocopia di undocumento, italiano o svizzero: passaporto ocarta d’identità, dovrà pervenire al proprioConsolato di residenza entro il 18 marzo p.v. Ladomanda, con fotocopia del documento, puòessere portata a mano, inviata per posta normaleo via e-mail. L’indirizzo postale e di posta elet-tronica si trovano nel sito del Consolato. Le moti-vazioni del rinvio sono sicuramente valide: favo-rire una maggiore percentuale d’iscrizione all’e-lenco elettorale, e dare la possibilità, nei venti-quattro Consolati dove non è stata accettata nes-suna lista, di poter presentare una o più liste.

Alla luce dei fatti, sembra però che questo rinvionon dia i risultati sperati, la principale causa èsicuramente la mancanza d’informazione. IConsolati avevano spedito una lettera informati-va a tutti i nuclei famigliari con il termine prece-dente al rinvio delle votazioni, ora però non cisono più risorse per le informazioni sulle nuove

scadenze, la gente che già a iniziodicembre aspettava la scheda elet-torale per votare è rimasta dis-orientata. Le associazioni hanno laresponsabilità e il compito prima-rio d’informare sulle nuove datedel rinvio e di motivare più gentepossibile ad iscriversi agli elenchielettorali, condizione indispensa-bile per poter partecipare al voto.Tutti i circoli ACLI presenti nelterritorio elvetico devono impe-gnarsi per favorire la partecipazio-

ne all’elezione dei COMITES per un’elezionedemocratica e partecipata e per sostenere i propricandidati che avranno il compito di difendere epromuovere le nostre istanze e i nostri valori.

Queste votazioni avranno sicuramente un riflessosul futuro di tutte le forme di rappresentanzademocratica degli italiani all’estero. Siamo consa-pevoli che non è facile motivare la gente, non tirauna buona aria. Il riflesso delle vicende italianepesa molto sulla fiducia dei connazionali all’este-ro verso le istituzioni italiane, le numerose notiziesulle corruzioni, con le complicità di alcune fran-ge della politica, i continui tagli sulle risorse desti-nate all’estero: tagli dei Consolati, ai corsi di lin-gua e cultura, alle “Dante Alighieri” e, non daultimo, alle tassazioni sulle abitazioni in Italia,considerate come seconde case – in pratica sipenalizza gli italiani all’estero che hanno investitonel proprio Paese d’origine. La comunità italianaall’estero si sente trascurata e si è disillusa. LeACLI hanno un importante compito, devonoimpegnarsi a promuovere la partecipazione ditutti i momenti di votazione democratiche, l’a-stensionismo non aiuta a migliorare la situazione.In tutte le vicende pubbliche vi è sempre ancheuna responsabilità individuale dei cittadini.

Considerando che oltre il 50% della comunità ita-liana in Svizzera ha anche la cittadinanza svizze-ra, è utile richiamare l’attenzione sulle importantiscadenze elettorali del Paese in cui viviamo.Quest’anno ci sarà il rinnovo del ConsiglioNazionale svizzero e di alcuni Cantoni tra cui ilTicino. La prima scadenza elettorale sarà quelladel prossimo 8 marzo, i cittadini svizzeri sonochiamati ad esprimersi su due iniziative popolari:1) Esentare dalle imposte gli assegni famigliari edi formazione 2) Imposta sull’energia invecedell’IVA.3

Luciano Alban

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7il dialogo 1/15

FILO DIRETTO CON SYNA

Con la decisione di sbloccare, di punto in bianco, iltetto minimo del cambio franco-euro la BancaNazionale Svizzera BNS ha scatenato un terremo-to globale sui mercati finanziari. È chiaro che que-sta decisione inciderà anche sullo sviluppo econo-mico in Svizzera.

Nessuna vera alternativa Dopo le decisioni della Banca Centrale EuropeaBCE è divenuto chiaro che la BNS non aveva verealternative all’abbandono del cambio minimo. Neiprossimi mesi la BCE intende iniettare sul mercatooltre 1100 miliardi di euro; la pressione sul cambiominimo sarebbe cresciuta eccessivamente, e secon-do le stime più recenti la BNS sarebbe stata costret-ta ad acquistare dai 1000 ai 2000 miliardi di euro. Inteoria la BNS potrebbe anche farlo, ma è più chelecito dubitare che politica e popolazione siano dis-posti ad assumersi, quale alternativa, il rischio diperdite dell’ordine di 200 a 300 miliardi di franchi.

Sei rivendicazioni sul tavolo Già poco dopo la decisione della Banca Nazionale,il consigliere federale Schneider-Ammann ha invi-tato i partner sociali a una tavola rotonda al fine divalutare insieme la situazione. Travail.Suisse ha pre-sentato le sei richieste comuni dei partner sociali: l i partner sociali attestano il loro impegno comu-ne presso la Banca Nazionale affinché assuma ilsuo mandato e adotti misure adeguate all’evoluzio-ne della congiuntura; l i partner sociali attestano il loro impegno comu-ne per la salvaguardia del potere d’acquisto dellelavoratrici e dei lavoratori. Assumono una chiaraposizione contro un abbassamento generalizzatodei salari e contro i salari in euro. A fronte di unaumento della disoccupazione, sostengono inoltrela possibilità di usufruire delle indennità di perditadi guadagno durante due anni anche per le personesotto i 55 anni;

Franco forte: mercato del lavoro in primo piano

di Martin Flügel, presidente Travail.Suisse

È sempre più evidente che la BNS non avevanessuna vera alternativa a lungo termine allosblocco del tetto minimo del cambio franco-euro. La cosa importante, ora, è che a pagare ilprezzo dei problemi di cambio, che hanno causeglobali, non siano le lavoratrici e i lavoratori. Unariduzione generale dei salari o della fiscalità nonè certamente una soluzione. La politica occupa-zionale delle imprese va però ridiscussa.

l i partner sociali sostengono l’accesso facilitato alle indenni-tà per lavoro ridotto per le imprese che subiscono forti calidelle commesse acausa dell’oscilla-zione del cambio; l i partner socialiesigono dalleimprese in Svizzerauna nuova politicadelle assunzioniorientata alla mano-dopera indigena cheoffra opportunitàanche alle lavoratri-ci e ai lavoratori piùanziani e non iperqualificati. Le imprese vengono responsabilizzate attraversoun monitoraggio delle assunzioni, e i risultati dovranno esseremisurabili e visibili; l i partner sociali esigono dalla Confederazione e dai Cantoniun pacchetto di investimenti nella formazione professionaleimmediato e sufficientemente dotato per lavoratrici e lavora-tori non qualificati che hanno perso l’impiego; essi devonopoter sfruttare gli anni di crisi economica per migliorare le loroopportunità future sul mercato del lavoro; l i partner sociali rifiutano i pacchetti di risparmio dellaConfederazione e dei Cantoni e accettano solamente ricalibra-zioni dei sistemi tributari neutrali in termini di bilancio.Attraverso queste misure è possibile ridurre il paventatoaumento della disoccupazione e mitigare gli effetti sulle lavo-ratrici e i lavoratori.

Mantenere la calma – evitare decisioni avventate Attualmente non è ancora chiaro ciò che avverrà nelle setti-mane e nei mesi a venire. In una situazione del genere, pren-dere decisioni affrettate sarebbe controproducente. Nonavrebbe senso neppure rinunciare, per considerazioni a brevetermine, a progetti fondati su una concorrenzialità a lungo ter-mine – come la Strategia energetica 2050 – o cercare di far pas-sare speditamente in Parlamento temi molto delicati come laRiforma III dell’imposizione delle imprese.

Travail.Suisse rifiuta chiaramente queste ed ogni altra decisio-ne avventata, che tentano palesemente di sfruttare il momen-to d’incertezza per imporre singoli interessi. Occorre, invece,mantenere la calma e all’occorrenza adottare misure intese afavorire la popolazione svizzera sia sul breve che sul lungo ter-mine.3

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I l “ d o p o C h a r l i e ” d i c h i l a s a t i r a l a f a

a cura della redazione

Il 7 gennaio scorso un attacco terroristico contro la sededel giornale satirico Charlie Hebdo, a Parigi, ha causato lamorte dodici persone e undici sono rimaste ferite. Manon sono state le sole in quei tragici giorni a morire aParigi per mano dei terroristi. A seguito di quegli eventi è nato un dibattito attorno allalibertà di informazione e i suoi limiti. In questa edizionede Il Dialogo proponiamo alcuni contributi sul tema. Inqueste prime pagine due noti vignettisti ticinesi, ArmandoBoneff e Corrado Mordasini, rispondono alle nostredomande.

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Come vignettista come ha reagito a livello per-sonale ai fatti di Charlie Hebdo?

Boneff - Sono restato sgomento e incredulo,come essere umano prima che come vignettistaessendo inconcepibile, in Occidente, trovare unnesso logico fra una strage di questa portata e lapubblicazione di vignette satiriche anche seoffensive. Non vi è alcuna motivazione chepotrebbe giustificarla all’infuori di una nuova eferoce forma di dittatura incombente.

Mordasini - Erano prima di tutto colleghi, ed èscattato quel senso unitario che contraddistinguechi fa satira. In fondo siamo un po’ dei reietti,detestati da tutti, questo rende il senso corporati-

vistico più forte, e sono frequenti contatti anchecon colleghi all’estero. Chiaramente è stato unmomento di angoscia e tristezza, però subitostemperato dal senso di ribellione che chiunquefa satira dovrebbe avere. Quel che ti fa dire:“adesso ti faccio vedere io!”.

Crede che si possano mettere dei limiti allasatira? Se fosse il caso, dove collocare l'asticel-la?

Boneff - Secondo me non tutto ciò che è dissa-cratorio può giustificarsi con l’appellativo di sati-ra e godere di un’immunità automatica. I frizzirivolti al detentore del potere possono essere sati-ra, quando si accaniscono contro il più debolenon lo sono mai. Ma al di là delle definizioni, per-sonalmente distinguo due tipi di provocazione:una “giusta”, per la quale non ammetto censuradi sorta, quando è una metafora che utilizza lostrumento dell’esagerazione anche feroce peresprimere una critica; l’altra “ipocrita”, quando èfinalizzata unicamente all’insulto, alla bestemmia,alla derisione dell’avversario. Questa non mipiace e trovo ingiusto, in uno Stato democratico,poterla utilizzare senza per lo meno rispondernecome in qualsiasi altra azione che può ledere l’o-nore e/o la sfera dei valori altrui. La discussionesu ciò che è lecito o meno è di per sé positiva per-ché allontana lo spettro dell’interpretazione ideo-logica imposta.

Mordasini - Collocare l’asticella? Asticella, bac-chettina? Tronco? Ognuno ha le proprie sensibi-lità, e se chi fa satira dovesse preoccuparsi dellesensibilità di ognuno, sarebbe giocoforza disoc-cupato semplicemente perché non potrebbe faresatira su nulla. C’è chi ama i ravanelli, chi ritieneintoccabili i cavalli, chi la shoà, chi i palestinesi,chi il cancro e chi i santi. Che spazio rimarrebbea noi? Nessuno. Per questo vi dico chiaramentenon solo che di paletti non ce ne devono esse-re…

Corrado Mordasinigrafico e vignettistacoordinatore del quindicinale satirico “il diavolo”.

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9il dialogo 1/15

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Vignetta di Armando Boneff pubblicata sul Giornale del Popolo

(3.2.2006) in occasione della prima fatwa che condannava tutti coloro

che avessero raffigurato il profeta Maometto.

Armando Boneffda 27 anni grafico e vignettista in prima paginasul Giornale del Popolo.

I fatti di Parigi le hanno fatto cambiare o affina-re l’opinione sulla libertà di satira e di informa-zione?

Boneff - I fatti di Parigi mi hanno reso più con-sapevole della necessità di difendere la libertà intutte le sue espressioni e nel contempo di rispet-tarla non commettendo eccessi capaci di svilirla.Nel mio piccolo mi ha ricordato le mie responsa-bilità quando interpreto i fatti con il mio lavoro.Per il vignettista non è sempre facile “esageraresenza esagerare…”, ma il buonsenso e soprattut-to il rispetto per le persone e per le istituzionipossono stimolare ad affinare il mezzo espressivocon un esercizio mentale divertente e arricchente.In tempi di pace e in uno Stato democratico, lasatira più riuscita, a parer mio, è quella capace difar sorridere anche chi ne è “colpito”.

Mordasini - Assolutamente no, la libertà di stam-pa è fondamentale in ogni paese e vi rendo atten-ti che la Svizzera in questo frangente non è aiprimi posti, anzi, se non sbaglio si guadagna unrisicato quindicesimo posto. Anche in Ticino par-lare di libertà di stampa è molto discutibile. In unpaese dove si creano grandi blocchi editoriali, lanotizia è giocoforza viziata dall’impronta che dal’editore. Berlusconi ha fatto scuola in questosenso.

Come la satira può continuare a dare un con-tributo alla coesistenza pacifica?

Boneff - Credo che l’ironia e l’autoironia sianodue strumenti preziosi e irrinunciabili per aiutar-ci a scoprire i nostri limiti, le nostre contraddi-zioni e sovente ci aiutino anche a relativizzaremolti problemi. Se gli estremisti islamici sono dis-posti a uccidere ma anche a morire per difenderela loro religione, forse anche noi cristianidovremmo dimostrare un maggior attaccamentoalla nostra indignandoci (civilmente!) se un gior-nale satirico, per incrementare le vendite, esibisceuna vignetta-bestemmia in prima pagina. Sonoconvinto che ciò favorirebbe maggiormente unacoesistenza pacifica basata sui valori, fra i quali ilreciproco rispetto, anziché su uno scriteriatosecolarismo qualunquista.

Mordasini - La satira dà il suo contributo percrearla questa pace. Dal momento che la pacereale sopravviene, e con pace parlo anche di inte-grazione, equità ed onestà, la satira non ha piùsenso di esistere. La satira è uno strumento delpopolo nello sbeffeggiare il potere, le vessazionied i soprusi. La satira per questo è libera e hagrosse difficoltà ad esistere. Non ha amici, nonha sponsor tranne i suoi lettori o coloro che laseguono. La nostra aspirazione, e penso di poterparlare anche per i miei colleghi, sarebbe l’utopiadella giustizia globale, ma mi sa che continuere-mo a fare satira come negli ultimi 2000 anni!3

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Quando ci capita di dover negoziare con altrepersone per i più differenti motivi, si finisce spes-so per affermare: “Arrivo fino qui, non possoconcedere più di tanto: è una questione di princi-pio!”. In ultima analisi sui principi non si nego-zia: ognuno ha i suoi! Eppure negoziamo quasitutto con tutti ogni giorno, fin da quando ci alzia-mo al mattino! Scambi, patti, compromessi,alleanze: sono fatti della vita familiare, dei rap-porti di lavoro, della società civile... È una prassidi cui non possiamo fare a meno.

Altri, invece, considerano negoziare un indice didebolezza oppure una sorta di impuro “sporcarsile mani”. Chi negozia è vissuto negativamentecome un individuo che “scende a compromessi”,oppure una persona fraudolenta . Tuttavia, a par-lare così è la nostra antica “componente bambi-no”, che ci portiamo dentro dalla nascita, lacosiddetta “affettività primaria”, che si esprimenei termini: “O mi dai tutto o niente”. In questomodo di pensare, la negoziazione, qualora vengamessa in atto, diviene una competizione per umi-liare fino a distruggere l’avversario: “Vinco io,perdi tu”. Ciò può provocare, anche con l’andardel tempo, la rivalsa dell’avversario, che tenteràappena possibile di “farla pagare”, oppure faràpropria l’idea che “se non posso vincere io faròperdere anche te”.

Libertà, Giustizia, Uguaglianza sono valori forti,resistono al mutamento dei tempi perché sonoprofondamente radicati nell’essere umano. Se cifermassimo a riflettere sulla base dei nostricomportamenti quotidiani, delle nostre scelte,delle valutazioni che forniamo di noi e delle per-sone con le quali siamo in relazione… trove-remmo che in definitiva siamo mossi da queiprincipi, con la prevalenza di uno rispetto aglialtri e diversamente per ciascuno.

Q u a n d o l a s a t i r a

di Claudio Palumbo, docente Uni Parma

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Libertà e coscienza: opinione di un giornalistadi Enrico Morresi, giornalista

Nella sua efferatezza, la strage nella redazioneparigina di “Charlie-Hébdo” è stata un fatto tal-mente eccezionale da giustificare la gigantescamobilitazione a difesa della libertà di espressio-ne – e anche di satira – che l’ha seguita. Ma i termini della questione non sono cambiatida quando l’etica professionale ragiona sui nostridiritti di giornalisti. Non considero perciò unfatto straordinario, e neppure negativo, il farsistrada (dopo le prime totali manifestazioni disolidarietà) di una valutazione critica dei dirittidella satira rispetto ad altri valori quali il rispet-to delle persone o delle credenze religiose,come pure la preoccupazione di difendere lapace sociale e i diritti delle minoranze. I due punti fermi che l’etica dei media pone asalvaguardia, insieme, del diritto della satira edella negazione dei suoi eccessi, sono quelli disempre: in questo l’Occidente non ha bisogno dicambiare i suoi valori. Primo: la libertà di espres-sione è sacra, non nel senso che può permet-tersi tutto ma nel senso che lo Stato non devefare leggi che la limitino. I rischi di un interventodell’autorità sono così tanti (la storia l’ha dimo-strato) da doverlo escludere senz’altro, con l’u-nica eccezione della tutela dell’onore delle per-sone. Secondo: al di là della legge esistononorme di comportamento etico che vannorispettate. Per esempio: non essere ingiusti conle persone, i gruppi, le situazioni. Ovvio che nonsia lo Stato a doverlo definire! Ma è solo alleleggi che noi dobbiamo obbedienza? O nonanche alla coscienza rischiarata dalla ragione? Èsu questo principio che si fonda la libertà distampa. E poiché ne siamo gelosi, vogliamoanche preservarla dalla volgarità e dall’insulto.3

Enrico Morresi giornalista al Corriere delTicino alla Televisione svizzera e alla ReteDue della Radio RSI fino al 1999. Membrodel Consiglio svizzero della stampa (1984-1998), ha presieduto la Fondazione del mede-simo Consiglio dal 1999 al 2011. Ha pubbli-cato due saggi di deontologia: Etica della noti-

zia (Casagrande, Bellinzona 2003) e L’onore

della cronaca (Casagrande, Bellinzona 2008).

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“Niente io, niente tu” è la logica contenuta peresempio negli atti di terrorismo, in particolarenelle azioni da “kamikaze” che prevedono lamorte dell’esecutore. Quando a parlare è invece la “componente adul-ta” dell’individuo, negoziare vuole dire collabora-zione: “Vinciamo insieme”, e anche se in defini-tiva ci sarà un vincitore, l’avversario non saràumiliato. L’adulto negozia e quando lo fa siresponsabilizza. Significa riconoscere la presenzaindispensabile dell’altro da sé e della diversità cheesprime. Negoziare vuole direcomunque agire e rendere almenoin parte esplicite le contraddizioni,senza le quali non c’è progresso.

Quanto detto finora può essere uti-lizzato per fornire un’interpretazio-ne psicosociologica alle reazioniviolente nei confronti di chi attacca, come con lasatira, i principi di qualcun altro; e questo indi-pendentemente dalle peculiarità dello specificocredo etico, politico e religioso. La componentebambino e più arcaica dell’individuo, insieme coni successivi condizionamenti ricevuti dai contestifamiliari e sociali più ampi, sono certamentecause importanti nel determinare reazioni violen-te ai tentativi di mettere in discussione i principipersonali e di gruppo sui quali, come abbiamodetto all’inizio, è impossibile negoziare. Ad ulteriore rinforzo, si aggiunge una modalità dileggere queste reazioni più connaturata all’epoca

t o c c a v a l o r i f o r t i . . .

11il dialogo 1/15

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

in cui viviamo. È la reazione di chi è consapevo-le di vivere una realtà di fronte a sé instabile e chenon realizza facilmente i propri ideali e valoriprofondi; si reagisce così tramite una sorta di“scorciatoia” violenta che vuole rivendicare ilrispetto delle proprie norme etico-morali-religio-se all’interno di un mondo sempre più imbevutodi indistinzioni e che, appunto per questo, fatutto oggetto di satira, anche i credi consideratiindiscussi e non negoziabili. Sentendosi inade-guati alla società contemporanea e non ricono-scendosi in essa, si mette in atto un processo diautodifesa come estremo e disadattato tentativodi riaffermazione di norme considerate in modointransigente, un eccesso nella difesa di un valo-re, ma vissuta come legittima da parte di coloroche la pongono in essere. Si tratta inoltre di per-sone che tendono ad attribuire le responsabilitàcome se fossero costantemente alla ricerca del“colpevole”, fino a trasformarlo in “capro espia-torio”; hanno la propensione a valutare per estre-

mizzazioni e non sono interessati allamolteplicità dei rapporti e dei puntidi vista, mostrando atteggiamentisettari, appunto fondamentalisti,destinati a ritagliarsi un mondo “apropria immagine e somiglianza”.

Accenno ancora ad una ulterioremodalità di interpretare queste reazioni poste inessere con tanta violenza e freddezza. Qui la sati-ra non è più considerata distruttrice di realtà serieprendendole in giro, ma è piuttosto come ungioco dove non c’è più niente da distruggere poi-ché le certezze (religiose, etico-morali e politiche)sono già da tempo state messe in crisi dalla sto-ria; la satira metterebbe in evidenza questa condi-zione: non c’è una realtà seria da demolire perchétutto è un gioco. Il fondamentalista reagirebbequindi in modo violento, poiché viene svelata lafragilità delle sue certezze, e in più si sente infa-stidito dalla “pretesa” del disegnatore satirico didefinirsi come “costruttore di una realtà nuova”,in sostituzione di quella interiorizzata come prin-cipio indiscutibile e inattaccabile.3

Claudio Palumbodocente di psicologia dellaformazione e dellavoro all’Universitàdi Parma

l Palumbo C. e al., 1992, Espressioni del disagio,Torino, Tirrenia Stampatoril Palumbo C., 2006, Andare oltre e 2011, Andare

oltre n. 3, Parma, Edizioni Santa Croce

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Non ci sono dubbi: il nostro mondo staattraversando un momento difficile. Dinuovo, soprattutto nel vicino oriente, maanche nei paesi dell’Europa che sembrava-no protetti dai mali peggiori, la guerra e laviolenza hanno fatto il loro ingresso. Non

c’è più sicurezza, perché in ogni momento e inogni luogo, la distruzione può improvvisamentemanifestarsi. Quando nel mese di febbraio c’è stato l’attaccoalla redazione del settimanale satirico di Parigi, èavvenuto come un tragico risveglio. Ma proprioquesto attentato terroristico, con i morti che haavuto, obbliga la nostra società a porsi alcunedomande. Tutti ricordiamo i fatti: il settimanaleparigino Charlie Hebdo ha pubblicato a più ripre-se delle vignette ritenute (e dico subito a ragione)offensive per i fedeli dell’islam; di conseguenza,gli autori dell’attacco terroristico hanno volutopunire la grave offesa, con un attacco terroristicoe con l’uccisione di alcuni membri della redazio-ne. Non è neanche necessario, mi pare, fermarsi adichiarare e ripetere, che nessuna colpa, nessunerrore giustificano uccisione e assassinio. Tuttavia

è necessario riflettereanche sulla responsabi-lità dei mezzi di comu-nicazione. Le nostresocietà, e in manieraancora più marcata laFrancia, affermano erivendicano il dirittofondamentale alla liber-tà di opinione che com-porta anche quello delladiffusione delle proprieconvinzioni. Questo

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Non ci sono dubbi: il nostro mondo sta attra-versando un momento difficile. Di nuovo,soprattutto nel vicino oriente, ma anche neipaesi dell’Europa che sembravano protetti daimali peggiori, la guerra e la violenza hannofatto il loro ingresso.

Vita comune possibile soltanto nel dialogo

di don Azzolino Chiappini *

* Pro-Rettore della Facoltà di teologia e Professore emerito diTeologia fondamentale, Università della Svizzera italiana

diritto non può essere messo in discussione.Però, come tutti i diritti, non può essere assoluto,ma va esercitato sempre con l’esercizio dellaresponsabilità. Ognuno può affermare le sue con-vinzioni e credenze, ma nessuno può insultarequelle degli altri. Pensieri, posizioni, credenze,affermazioni possono essere criticati; è possibilerispondere anche polemicamente. Ma non èammissibile lo scherno o la satira, quando senzaargomentare esprimono disprezzo nei confrontidell’altro e delle sue posizioni.

Che dire allora, sul caso della vicenda di CharlieHebdo? Quanto è accaduto con l’atto terroristicoè da respingere senza esitazioni, assolutamente;ed è doveroso ricordare le vittime, morti e lorofamiliare e amici, con la massima partecipazionee condivisione del dolore. Nessuna forma di vio-lenza non è mai accettabile. Va però anche dettoche lo stile del settimanale è spesso criticabile,anche aspramente, sia per la forma sia per i con-tenuti, che, con il pretesto della satira, manifesta-no un cattivo gusto. In troppe occasioni, il setti-manale ha mancato di responsabilità, ha fattonon critica, ma espresso disprezzo per credenze,o fede, o convinzioni altrui. Proprio le nostre società, che sono estremamen-te complesse, che vivono un momento difficile datanti punti di vista non possono portare il peso ele conseguenze dell’irrisione, del disprezzo, dellamancanza di dialogo. Queste rapide considerazio-ni non sono un appello alla censura o all’auto-censura; ma un richiamo, alla intelligenza esoprattutto alla responsabilità che ognuno ha neiconfronti degli altri. La vita comune è possibilesoltanto nel dialogo, che significa, anche nel piùtotale dissenso, rispetto dei valori che gli altriconsiderano fondamentali.3

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Le prime parole del Papa all’inizio della celebrazione a SantaMarta sono per l’attacco di ieri nella sede del settimanale satiri-co “Charlie Hebdo”, nel centro della capitale francese:“L’attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta crudeltà, cru-deltà umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia alterrorismo di Stato. Ma la crudeltà della quale è capace l’uomo!Preghiamo, in questa Messa, per le vittime di questa crudeltà.Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perché il Signore cambiil loro cuore”.Da: Avvenire - 8 gennaio 2015

Alcuni stralci di quanto ha detto Papa Francesco all’indomani dei tragici fatti di Parigi

Il Papa: la libertà di espressione comporta dei doveri

estratti a cura di Aldo Ragusa

LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Uccidere in nome di Dio, ha detto per prima cosa il papa, è una aberrazione. E però, la libertà diespressione comporta anche un dovere: “Non si può provocare, non si può insultare, non si puòprendere in giro la fede degli altri”. E ha fatto il più elementare ed efficace degli esempi: non è giu-sto reagire violentemente, ma se un mio grande amico offendesse mia madre, saprebbe che puòaspettarsi un pugno... Anche se la violenza “è sempre sbagliata”, potrebbe aspettarselo. C’è qualco-sa che non bisogna dimenticare, pure nell’orrore e nella rabbia per quella che pare una dichiarazio-ne di guerra al nostro mondo. E quel qualcosa è che al diritto di espressione c’è un limite, che è:non offendere. Soprattutto quando si parla di ciò che per altri è sacro. Per esempio quando si parladi Dio, o di Allah. Parrebbe elementare: in una casa, in un luogo di lavoro, si può discutere di tutto, ma non insultareciò che per l’altro è caro, o fondante. Parrebbe elementare, ma invece, nella emotività della rispostaall’attacco di Parigi, forse qualcuno dimentica che una vignetta blasfema, anticristiana o antislamica,di quelle di cui “Charlie Hebdo” si compiace e va orgoglioso in nome della “laicità” pura, non è, inverità, un diritto. Il che non giustifica minimamente degli assassini che – assai più blasfemi – siappropriano del nome di Dio per uccidere. Assassini che, forse, consumati dal fanatismo, avrebbe-ro ucciso prima o poi anche senza bisogno di provocazioni, così come il terrorismo islamico fa nelTerzo Mondo, mietendo migliaia vittime innocenti, spesso cristiane, là dove nessuno lo offende.Da: Avvenire - 16 gennaio 2015

Alla richiesta di spiegazioni sulla sua affermazio-ne (“nel caso avesse insultato sua mamma sisarebbe meritato un pugno”) Papa Francescorisponde: “In teoria, possiamo dire che una rea-zione violenta davanti a un’offesa, a una provo-cazione, in teoria sì, non è una cosa buona, nonsi deve fare. In teoria, possiamo dire quello cheil Vangelo dice, che dobbiamo dare l’altra guan-cia. In teoria, possiamo dire che noi abbiamo lalibertà di esprimere e questa è importante. Nellateoria siamo tutti d’accordo. Ma siamo umani, ec’è la prudenza, che è una virtù della convivenzaumana. Io non posso insultare, provocare unapersona continuamente, perché rischio di farlaarrabbiare, rischio di ricevere una reazione nongiusta, non giusta. Ma è umano, questo. Per que-

sto dico che la libertà di espressione deve tenereconto della realtà umana e perciò dico che deveessere prudente. È un modo di dire che deveessere anche educata. Prudente. La prudenza èla virtù umana che regola i nostri rapporti. Ioposso andare fino a qui, non posso andare in là,in là… Questo volevo dire: che in teoria siamotutti d’accordo: c’è libertà di espressione, unareazione violenta non è buona, è cattiva sempre.Tutti d’accordo. Ma nella pratica fermiamoci unpo’, perché siamo umani e rischiamo di provo-care gli altri e per questo la libertà deve essereaccompagnata dalla prudenza. Questo volevodire”.Intervista sul volo al rientro dalle Filippine - Lunedì, 19

gennaio 2015

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LIBERTÀ D’INFORMAZIONE

Sogno o son des to ?Parafrasando Renzo Arbore che in una simpatica trasmissioneche ci ha tenuti svegli anche in ore tarde ripeteva che “la vita ètutto un quiz”, oggi si può dire che “la vita é tutto show”, pur-troppo un drammatico show continuo in cui tutto fa spettacolo:una gamma molto estesa che va da Sanremo alle terribili scenedei tagliagole. Il mondo appare “a gambe all’aria” come dicevamolto meglio in dialetto mia nonna che ha vissuto due guerremondiali, la povertà, l’emigrazione e parte della vita in un regimedi dittatura. Oggi, qui dove stiamo bene, non distinguiamo quasipiù fra realtà e mondo virtuale, fra guerre vere, film e videgiochiche abbiamo messo da tempo in mano ai nostri bambini.

di Franco Plutino, Presidente ACLI Svizzera

Sarà poi vero che in Medio Oriente intere popolazioni sistanno distruggendo? Che milioni e milioni di profughisono in giro in cerca di salvezza? Che in Mediterraneoogni giorno centinaia di persone trovano la loro dram-matica sepoltura? E che altre migliaia, dopo lunghi fati-cosi viaggi, riescono a giungere in lidi cosiddetti pacifici ecivili ma accolti in una indifferenza istituzionale agghiac-

ciante? Sarà poi vero che Russied Ucraini, entrambi cristianiortodossi e popoli fratelli fino aieri, oggi si detestino e stianoguerreggiando con morti edistruzioni, nel rischio di unaspaventosa escalation, ancheestesa ad altri Paesi? E che dire dello show che quo-tidianamente si fa nelle TV ita-

liane sulla violenza sulle donne, sugli assassinii in fami-glia, sui bambini morti rifiutati dagli ospedali, su assassi-ni o condannati che diventano perfino star televisive,mentre parlare di chi per es. è in disoccupazione invecenon fa audience. Non è poi difficile da capire anche loshow nella politica di oggi? Dove tanti governanti e par-lamentari passano da un talk-show all’altro, e fanno a garacon i giornalisti a chi grida di più, a chi interrompe prima,a chi tiene lo schermo più a lungo, in barba ai problemiveri, alle decisioni da prendere nel servizio dei cittadini. Se in Italia questo è prassi da tempo, anche la Svizzera,come diceva Woody Allen, non si sente tanto bene. E chedire di quest’Europa disunita e spastica, del tira e mollasul rigore e la crescita, sulla questione greca, sul lavoro el’occupazione in generale, un’Europa che dorme suglisbarchi a Lampedusa?È chiaro che noi, poveri mortali che sappiamo che la vitanon è tutto show, avvertiamo un senso d’impotenza e dismarrimento. Verrebbe ancora da dire “fermate ilmondo, voglio scendere!”Ma quando lo show finisce, non se ne parla più, si passa

ad altro ma il dramma rimane: non si parla più diAfghanistan, di Darfur, di Eritrea, di Iraq in quan-to tale, di Ebola…Stiamo diventando impermeabili, indifferenti, rac-chiusi in noi stessi. Forse è una forma di sopravvi-venza, conscia o inconscia, che funziona però seabbiamo un lavoro o una rendita e se il nostro Statoci assiste. Ma anche così è comunque una vitaingabbiata.In questi giorni però un nuovo show ci sta scuo-tendo e forse ci sveglierà tutti: la situazione libica ela presenza dei miliziani dell’Isis alle porte dell’Italiae dell’Europa. Potremo fare finta di niente?Potremo fare a scaricabarile lasciando i paesi delMediterraneo, Italia in testa, col cerino in mano? Ein Svizzera riusciremo a barricarci come fortezzaautosufficiente e inattaccabile?Stiamo scherzando col fuoco! Quando le regolesono fatte nell’interesse del più forte, quando lagiustizia sociale e la parità di dignità fra gli Statidivengono un’opzione, quando si scatenano guerreper arraffare e sottomettere, quando si sostengonodittature corrotte e se ne gestiscono i capitali sot-tratti alle popolazioni, quando prolifica l’industriadegli armamenti, quando la Carta dei diritti umaniè accettata solo a pezzi da diversi Stati, quando lereligioni si usano per potere o interesse, quando silascia all’economia d’assalto il compito di fare leregole,… i nodi vengono sempre al pettine e la vitadiventa ancora più difficile.Indignamoci pertanto e scendiamo in campo nelnostro piccolo, come cittadini, come lavoratori,come cristiani e come aclisti. Non cadiamo nelmale dell’indifferenza e dove possiamo diffondia-mo la speranza, staniamo le persone di buonavolontà, sosteniamo i politici capaci, sensibili e cor-retti nella democrazia, nel dialogo, nell’ascolto. Neinostri Circoli siamo accoglienti, aperti, promuovia-mo il dialogo sui temi civili, sociali, del lavoro maanche spirituali e di politica internazionale, conchiunque e con altre associazioni e gruppi, cercan-do di dare risposte ai più deboli nel nostro territo-rio e consolidare la vita comunitaria: è questa lanostra risposta reale ad un mondo che oggi apparecome uno show ma show non é.3

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CAMPAGNA ECUMENICA

La campagna ecumenica di Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti propone quest’anno una riflessione sulseguente nesso causale: consumo smodato delle risorse della terra e mutamenti climatici. La somma delleattività umane è all’origine dell’emissione di enormi quantità di gas a effetto serra nell’atmosfera, che diconseguenza si surriscalda.

di Daria Lepori

I paesi industrializzati e quelli emergenti fanno laparte del leone per ciò che riguarda le cause deimutamenti climatici. Invece le conseguenze piùdrammatiche le subiscono persone che vivono inpaesi poveri del Sud del mondo: siccità, alluvioni,uragani. Per loro, il diritto ad avere cibo a suffi-cienza per vivere è in pericolo. Senza un nostroimpegno deciso, senza una nostra conversione,non sarà possibile realizzare la visione di una vita“in abbondanza per tutti”. In diversi suoi interventi, Papa Francesco harecentemente affrontato questo tema.Nell’incontro con i movimenti sociali di tutto ilmondo egli ha parlato del cambiamento climaticoe di come le conseguenze danneggino oggi soprat-tutto i più deboli: “Il cambiamento climatico, laperdita della biodiversità, la deforestazione stannogià mostrando i loro effetti devastanti nelle grandicatastrofi a cui assistiamo, e a soffrire di più sietevoi, gli umili, voi che vivete vicino alle coste in abi-tazioni precarie o che siete tanto vulnerabili eco-nomicamente da perdere tutto di fronte a un dis-astro naturale. Fratelli e sorelle: il creato non è unaproprietà di cui possiamo disporre a nostro piace-re; e ancor meno è una proprietà solo di alcuni, dipochi. Il creato è un dono, è un regalo, un donomeraviglioso che Dio ci ha dato perché ce ne pren-diamo cura e lo utilizziamo a beneficio di tutti,sempre con rispetto e gratitudine.”

Il tema di quest’anno è molto vicino al tema qua-resimale della conversione. È un invito a rivedere

Meno per no i . Abbas t anza per tu t t i

Conseguenze delle mutate condizioni climatiche in Kenya

la nostra relazione con Dio e la Sua creazione, ilnostro stile di vita e la nostra capacità di farci vici-ni al prossimo. Ed è un invito ad agire! Poiché l’im-magine biblica dell’agape ci insegna come fare:invece di carenze per gli uni e abbondanza per glialtri ci suggerisce che è possibile che tutti abbianoabbastanza per vivere bene! Durante questaQuaresima proponiamo perciò di mettere l’accen-to sul nocciolo della questione: la rinuncia alsuperfluo. Non è un messaggio nuovo, ma lo rifor-muliamo ponendo un quesito moderno: è davveronecessario mangiare carne ogni giorno, quandosappiamo che le conseguenze della sua produzio-ne sono all’origine di tanta povertà e di fame all’al-tro capo del mondo? Sappiamo che urterà moltesensibilità… Ci conforta ricordare ciò che PapaFrancesco aveva scritto a proposito della rinuncia:“Diffido dell’elemosina che non costa e nonduole!” Gesù una volta ha fatto un miracolo: trasformaredue pani e cinque pesci in tanto cibo da bastare asaziare 5000 persone. Certo, noi non lo possiamoeguagliare. Possiamo però, nella condivisione diciò che abbiamo, ricercare la pienezza per tutte etutti. Meno per noi. Abbastanza per tutti. 3

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EDITORIA

“Le donne” di Franca Valeri È quanto propone l'Oxfam, la confe-derazione di 17 organizzazioni nongovernative che lancia alla comunitàinternazionale un appello per fornireun aiuto necessario a far ripartire leeconomie di Liberia, Sierra Leone eGuinea in crisi per il drammatico crol-lo dei redditi e l’aumento del prezzodei generi alimentari.

di Moreno Macchi

Che delizia centellinare questa raccol-ta di lettere, di mail, di sms, di scorcidi telefonate uscita dalla mente incre-dibilmente feconda della sola donnaal mondo che sia mai riuscita a farciridere con le sue caricature, le sueincredibili macchiette televisive, i suoipersonaggi cinematografici, la cui gal-leria è infinita.Ancora ad un’età non indifferente(classe 1920) la Valeri conserva la suainverosimile, inconfondibile vervecomica, una freschezza e uno spiritodi osservazione non comuni.Le donne che sorgono dalle paginedel libro sono (ovviamente) inventate.Ma così bene che sembrano più veredel vero. Ci sono la malmaritata, l’exmannequin, la popolana diventatacontessa, la signora bene, la signoracosì così, l’amica del cuore, la vecchiagentildonna, la moglie tradita e moltealtre. Ognuna di queste scrive vuoi adun’amica, vuoi alla sartina, vuoi allacameriera, vuoi alla direttrice del col-legio per sole signorine bene dove sitrovano le figlie dagli improbabilinomi che fanno chic, vuoi nientepo-podimeno che a Montgomery Clift

(“pensare che ti chiami come il miocappotto!”).E tutte le lettere sono dei capolavoridi finissima ironia dove sembra trape-lare la particolarissima voce dell’autri-ce, perché quel tipo di linguaggio lì,quel tono lì li ha usati proprio solo lei.Dai ritratti delle donne “di ieri e dioggi” che si susseguono a spron bat-tuto nelle squisite pagine della Valeri,salta fuori un’italietta querula, didonne preoccupate da nullità, congrandi speranze e piccole storie, conseri problemi che però non vedono (opreferiscono non vedere), con piccolidilemmi che diventano giganteschigrattacapi (per non chiamarli trage-die), con le disgrazie che sono semprein agguato, nascoste dietrol’angolo.3

IN POCHE BATTUTEa cura di Luca Rappazzo

Un piano Marshall per i paesi colpiti da Ebola

Libby Lane, 48 anni, guiderà i suoifedeli come ottavo “Bishop ofStockport”, nella zona di Manchester.Il premier David Cameron ha parlatodi “nomina storica” e di “importantegiorno per la parità fra i sessi”, men-tre l’arcivescovo di Canterbury JustinWelby, primate della chiesad’Inghilterra, si è detto “felicissimo”.

La prima donna vescovodella chiesa inglese

L’aumento del 21% delle offerte dilavoro, con 200mila posti nuovi, èun’occasione da non farsi scappare diquesti tempi. Molti i profili coinvolti ediversi contratti offerti, dallo stagesino ad uno a tempo indeterminato. Acercare lavoro sono per la maggiorparte donne del Nord o giovani italia-ne residenti all’estero che desideranorientrare in patria.

Expo Milano, nuoveopportunità di lavoro

La proposta della presidente dellaConfederazione Simonetta Sommaru-ga riguarda in primo luogo l’applica-zione di standard simili nelle procedu-re e la diminuzione delle disparitàconcernenti la probabilità di ottenerel’asilo per i richiedenti di alcune nazio-nalità. Allo stato attuale 10 paesi euro-pei tra cui la Svizzera registrano il90% delle domande d’asilo di tuttaEuropa.

Per una politica d’asilocomune in Europa

FRANCA VALERI

Le donne (ritratti di donnedi ieri e di oggi) Einaudi Editore

Il bottone di PuškinIl 10 febbraio 1837 Alexander Puškin,sommo scrittore e poeta russo, soc-combe alle ferite inflittegli in duello daGeorges d’Anthès (duello provocatodallo stesso Puškin per difendere l’o-nore della bellissima moglie NataljaAleksandrovna). Da parecchio infattiil d’Anthès le girava intorno dopoessersi aggirato con grande zelo einteresse attorno a molte altre nobil-donne della corte degli Zar.La Vitale, prende spunto da questofatto per imbastire un racconto nelquale mette in scena un colorito spac-cato di vita sanpietroburghese e unagirandola di figure più o meno famo-se che si aggiravano nei fastosi saloni

SERENA VITALE

Il bottone di Puškin (romanzo) Gli Adelphi editore

dell’illuminata ma pettegola corte diNicola I. Per costruire la trama l’autri-ce ha spulciato un vasto carteggiorelativo a Puškin. Costruito con grande intelligenza equasi come una raffinata indaginepoliziesca, il libro sedurrà di certo chiama insinuarsi nell’animo umano perscoprirne i reconditi meccanismi e leoscure tresche.Ma perché Il bottone di Puškin?Chiederete voi. E noi ve lo lasciamoscoprire insieme a tanti altri piccolimisteri e affascinanti rivelazioni.

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ENAIP

La storia è piena di esempi di comecontrollarla, gestirla, veicolarla,viziarla o calibrarla possa avere con-seguenze enormi sulle sorti di paesi,popoli, culture ed epoche. Ma veniamo ai giorni nostri e limitia-mo il campo alle singole persone.Ventunesimo secolo, l’era diFacebook e Twitter, di Whatsapp eSkype. Si vede attraverso un telefoni-no e si parla attraverso un computer.Il concetto di condivisione è statototalmente stravolto. “Condividere” èdiventata una didascalia, accanto allevoci “commenta” e “mi piace”. Nonostante tutto, però, all’internodel processo tra mittente, messaggioe destinatario, spesso accade chemanchi un linguaggio comune. E quisorgono i problemi. Le incompren-sioni, l’incapacità di intendersi e tra-smettere messaggi. E, spesso, il sensodi frustrazione a cui ciò può compor-tare.

Comunicare, dal latino communis =che appartiene a tutti, significa pro-priamente condividere, “metterequalcosa in comune con gli altri”.L’atto della comunicazione ha infat-ti lo scopo di trasmettere a qualcu-no informazioni. Messaggi.È opinione comune, ad esempio, che“non è possibile non comunicare”.Rifiutare di comunicare, infatti, ècomunicare che non si vuole comu-nicare; così come una comunicazio-ne non efficiente è essa stessa unacomunicazione. In poche parole,comunicare è vivere. Un mittente, un messaggio, un codi-ce comune (linguaggio), un destina-tario. Così descritto appare moltoschematico. Banale. Quasi meccani-co. Ma attenzione, perché si tratta diun atto potente e in quanto tale vamaneggiato con cautela, per evitareche ci scoppi in mano. Ogni riferi-mento a recenti fatti di cronacanera è decisamente voluto.

Come abbattere le barriere comunicative

di Fabio Urbisaglia

ENAIP è sensibile a tutto ciò e daanni, giornalmente, si impegna nelcercare di abbattere qualunque bar-riera comunicativa. I suoi innumere-voli corsi di lingua e cultura hannocome obiettivo primario il migliora-mento della qualità della vita di tutti.Ma, in particolar modo, di coloro che,dopo aver concluso un proprio per-corso di studi decidono di non fer-marsi.Che si tratti di integrazione, avvicina-mento ai nuovi media o rispolvero diconoscenze arrugginite poco impor-ta. Ciò che conta è non fermarsi aiprimi ostacoli, ma cercare la chiavegiusta per superarli.

“Competenze di base” è un proget-to nato con l’intento di accontenta-re chi volesse arricchire le propriecapacità o fosse motivato a rispol-verarle. Si tratta di tre percorsi for-mativi che si pongono un obiettivocomune: ampliare le proprie cono-scenze, ma con un approccio rivol-to alle necessità pratiche. In sensostretto.

“Lettura e scrittura”, “Informatica”,“Matematica”. Non semplici corsi,ma un tridente calibrato con unapproccio didattico orientato alla pra-

tica e con particolare attenzione rivol-ta alle esigenze di tutti. Per chi habisogno di rinfrescare il proprio sape-re, integrarlo, orientarlo verso un usopratico. Non solo teoria, spesso fine ase stessa.

Frequentabili singolarmente cosìcome - a seconda delle esigenze -combinati, per chi fosse particolar-mente motivato. Si andrebbe così acreare un vero e proprio percorsoscolastico completo e variegato. Idocenti sono stati attentamente sele-zionati: dovranno infatti soddisfarerequisiti particolari per corsi nonconvenzionali. Concetti formativimoderni, studiati per soddisfare leesigenze reali dei partecipanti.

I primi cicli cominceranno a strettogiro di posta. Gli interessati sono invitati a con-tattare la segreteria dell’ENAIP diZurigo al numero 044 322 10 80. Inalternativa è possibile mandareun’email a: [email protected]

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18il dialogo 1/15

PATRONATO

Con il 1° gennaio di quest’anno è entrata in vigore in Italia una legge che introduce nuovi parametri per l’autode-nuncia di capitali detenuti all’estero da parte di residenti in Italia e che è stata definita con il termine inglese “volun-tary disclosure” (regolarizzazione volontaria). Un’importante novità è l’introduzione del delitto di auto riciclaggio:una novità assoluta nell’ordinamento italiano, poiché finora venivano puniti soltanto coloro che trasferivano dena-ro frutto di un delitto, o operavano in modo da ostacolare l’identificazione della provenienza di questo denaro. Lanuova legge, n. 186 del 15.12.2014, è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 17 dicembre con conseguente entra-ta in vigore dal 1° gennaio 2015.

Capital i al l ’estero non dichiarati : nuova legge

di Domenico Valentino e Gaetano Vecchio, Patronato ACLI Basilea e Aarau

Come già detto, la legge prevedeanche il delitto di auto riciclaggio, inbase al quale le pene previste posso-no diventare anche molto più severe.Si può commettere delitto di autoriciclaggio quando, sempre per osta-colare o impedire l’identificazionedell’origine delittuosa del denaro, siimpiega, sostituisce o trasferisce inattività finanziarie, imprenditoriali ospeculative il denaro, i beni o altreattività provenienti dalla commissio-ne di un delitto. Il concetto si appli-ca evidentemente anche ai reati tri-butari, quando il denaro derivato daevasione fiscale viene reimpiegatoper altre attività economiche.Come spesso avviene in Italia, la tec-nica legislativa è molto complessa eframmentata. Altrettanto spesso leleggi, soprattutto quelle molto tecni-che, come quelle tributarie, diventa-no di difficile comprensione e appli-cazione. Di conseguenza, è necessa-rio un certo tempo e qualche casoconcreto prima di capire bene comequesta legge viene applicata e conquali conseguenze concrete.

Di certo si sa che la nuova normati-va interesserà le persone fisiche, equalche forma assimilabile, che fino-ra non hanno dichiarato attivitàfinanziarie e patrimoniali detenute

all’estero, oppure hanno violatoobblighi fiscali, anche se le sommenon sono state trasferite all’estero.Questo concerne non solo coloroche hanno nascosto o esportatocapitali, ma anche coloro che, peresempio, hanno ereditato immobiliall’estero, o beni mobili o semplicicassette di sicurezza mai denunciateal fisco. Sono presi di mira in parti-colare i Paesi (come la Svizzera)inseriti nella cosiddetta “black list”italiana dove la sanzione è più pesan-te. Essa viene però ridotta se entro60 giorni dalla data di entrata invigore della legge, questi Paesi fir-mano con l’Italia accordi sullo scam-bio di informazioni fiscali.

Da notare in proposito che dopoben tre anni di trattative, l’Italia e laSvizzera hanno raggiunto, a metàgennaio, un accordo fiscale sulloscambio di informazioni che facilitàcosi l’adesione alla “voluntary dis-closure”. L’accordo raggiunto fra idue Paesi modifica l’attuale conven-zione del 1976 per evitare la doppiaimposizione fiscale e consente,come detto, lo scambio di informa-zioni finanziarie su richiestadell’Agenzia delle entrate anche per

un solo contribuente. L’accordo saràesecutivo non appena i due ministridelle Finanze dei due Paesi appor-ranno la loro firma. Cosa non anco-ra avvenuta mentre scriviamo (19febbraio) ma che potrà avvenire neiprossimi giorni. Se ciò non avvieneentro il 2 marzo, le sanzioni controcoloro che vorranno aderire alla“voluntary disclosure” potrebberoraddoppiare rispetto a quelle previ-ste.

Ciò interessa molto da vicino anchei nostri connazionali un tempo quiresidenti e adesso in Italia ma chehanno mantenuto un conto inSvizzera con i loro risparmi matura-ti nel corso della carriera lavorativa edove magari viene oggi anche accre-ditata la propria rendita del primoe/o secondo pilastro. Il PatronatoACLI, in collaborazione con il pro-prio CAF, sta già pensando ad unavasta campagna informativa e diconsulenza nei confronti di questisoggetti perché va chiarito che lanuova legge sulla “voluntary disclo-sure” riguarda anche loro se nonhanno mai dichiarato al fisco italianoil conto detenuto in Svizzera.

Intanto lo scorso 30 gennaiol’Agenzia delle Entrate ha emanato irelativi modelli e le istruzioni permettersi in regola e presentare ladomanda di adesione alla “voluntarydisclosure” che scade il 30 settembredel 2015, permettendo di sanare leirregolarità commesse fino al 30 set-tembre 2014. In pratica, la persona

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19il dialogo 1/15

PATRONATO

Ma ho capito bene? È prevista l'Imu anche sui terreni agricoli?

P e r c h é p e r c h é

Questa la domanda che i nostri operatori del PatronatoAcli hanno ascoltato e a cui hanno dovuto dare le oppor-tune informazioni nelle ultime settimane.

Egregi lettori,

fino al 2013 e secondo la classificazione precedente, i terre-

ni agricoli erano esenti dall'IMU se il comune era ricono-

sciuto come montano o di collina (sulla base di una precisa

classificazione contenuta nella circolare Finanze 9 del 14

giugno 1993). Il Governo è intervenuto una prima volta

sull’argomento con il decreto ministeriale 28 novembre

2014, pubblicato in GU n.284 del 6 dicembre 2014; tut-

tavia questi principi attuativi oggi vanno letti attraverso il

DL n. 4 del 24.01.2015 che rivede l'IMU agricola per il

2015 con effetti anche sul 2014.

Intanto se il primo decreto prevedeva la data di scadenza per

il pagamento dell’IMU 2014 al 26 gennaio 2015, questa

data è superata dal secondo decreto che fissa la scadenza al

10 febbraio 2015.

Pertanto a decorrere dall’anno 2015 con il DL 4/2015,

l’esenzione dalla cosiddetta IMU agricola si applica ai ter-

reni agricoli nonchè a quelli non coltivati ubicati in quei

comuni classificati come totalmente montani sulla base della

nuova classificazione ISTAT.

L’esenzione per i terreni agricoli, inclusi quelli non coltiva-

ti, posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori

agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

Inoltre l’esenzione si applica anche nel caso di terreni con-

cessi in comodato o in affitto a coltivatori diretti o impren-

ditori agricoli.

Questi criteri si applicano anche all’anno di imposta 2014,

oltre che a quei criteri previsti nel DL 28 novembre 2014.

Il precedente decreto infatti prevedeva questi scaglioni ormai

superati dall’ultima classificazione, cui fare riferimento solo

per l'’IMU agricola 2014: alla base vi era l’altezza della

casa comunale del comune dove è ubicato il terreno.

Pertanto:

fino a 280 metri di altitudine: nessuna esenzione; da 281

fino a 600m: esenzione solo per i terreni posseduti da CD

e IAP con previdenza agricola; oltre i 601 m di altitudine:

esenzione su tutti i terreni.

Comprendiamo che vi siano delle lacune che infatti sono

ancora al vaglio ma possiamo consigliarvi di rivolgervi ai

nostri uffici per una consulenza specifica.

Con i nostri migliori saluti.

Patronato ACLI

Elisa Ferrante

in Ital ia per l ’autodenunciainteressata si autodenuncia in cam-bio di uno sconto sulle sanzioniamministrative e penali, ma dietro ilpagamento delle imposte dovute. Lacondizione, però, è che la richiestanon sia presentata dopo che il con-tribuente ha ricevuto formale cono-scenza di verifiche, accertamenti o diprocedimenti penali per violazionedi norme tributarie. Il relativomodello è abbastanza semplice elineare, come ha spiegato qualcheaddetto ai lavori, ma presenta alcuniaspetti delicati come l’indicazionedei cosiddetti “soggetti collegati”.Un esempio in merito fornito dallastessa Agenzia delle Entrate è il caso

di un conto in Svizzera cointestato amarito e moglie: se il marito procedeall’auto denuncia, deve indicare lamoglie quale “soggetto collegato”.

Come risaputo, la massa di capitalidetenuti all’estero dagli italiani èingente: al netto dei 100 miliardi già“scudati” in passato, ci sono attual-mente 150 miliardi nella casse dibanche straniere (in particolare inSvizzera). Se a questa sanatoria ade-risse il 20% degli interessati, rientre-rebbero circa 30 miliardi. Su questacifra si pagheranno poi le tasse peruna entrata nelle casse dello Stato dicirca 5-6 miliardi. 3

Nuovi orari al Patronato ACLI

di Lugano(via Balestra 19)

Dal lunedì al giovedì

9-12 e 14-17

Venerdì

solo su appuntamento

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20il dialogo 1/15

VITA DELLE ACLI

Bellinzona tra il 2014 e il 2015

di Maddalena Segat-Pepe, segretaria Circolo ACLI di Bellinzona

Più di cinquanta tra socie e soci hanno partecipato al pranzo che il Circolo diBellinzona ha organizzato lo scorso 14 dicembre. Una giornata trascorsa all’in-segna dell’amicizia per scambiarci gli auguri di fine anno.Nella foto (sopra): un momento dell’incontro che ha consentito di ritrovarsiprima di iniziare il nuovo anno.

Nella foto qui sopra, il primo incontro del 2015 organizzato dal Circolo diBellinzona all’oratorio di Ravecchia con la tombola e la panettonata: una bellacorrispondenza alle nostre iniziative che ci sprona nel proporre e organizzarenuove attività anche in questo nuovo anno.

U s t e rIl Circolo festeggia il 50° di fondazionesabato 18 aprileinizio alle 10.00Stadthaus Bahnhofstrasse 17, UsterSocie e soci sono invitati a parte-cipare. Per informazioni rivolgersial Circolo ACLI.

Wo h l e nCompilare le tassedal 7 marzo al 9 maggioIl Gruppo dei compilatori, com-posto da volontari è a disposizio-ne di tutti coloro che hanno diffi-coltà a farlo da soli o sono dispo-sti ad apprenderne le modalità.Prenotazioni per la compilazionepresso il Circolo ACLI o telefo-nando al numero 056 622 89 19.

Festa del papàsabato 21 marzo, ore 19.00Cena conviviale presso il CircoloACLI organizzata dal Gruppodonne. Prenotazioni al tel. 056622 89 19.

L u c e r n aSerata informativagiovedì 5 e 19 marzo, 17.00Casa d’Italia, LucernaSerate informative sui servizi diPro Senectute, Spitex e CroceRossa. Organizza il Circolo ACLIin collaborazione con la città diLucerna.

Spettacolo teatralesabato 18 aprile, ore 17.00centro Papa Giovanni XXIIIEmmenbrücke“La Turnàta” con la Compagniadel teatro dell’Argine. Entratalibera.

Corsi cucito e patchworktutti i martedì e mercoledìpresso la sede ACLIWeystrasse 8 - Lucerna

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21il dialogo 1/15

VITA DELLE ACLI

“Abbiamo avuto una bella notiziache ci ha riempito il cuore: le ACLIsaranno in udienza privata con ilSanto Padre il giorno sabato 23maggio alle ore 12 nell’Aula Paolo VI(Sala Nervi)”.

Con questa grande gioia ed emozio-ne il presidente nazionale delle ACLIItalia, Gianni Bottalico, ha comuni-cato la notizia che papa Francescoincontrerà le ACLI il prossimo 23maggio, che potranno così stringersiattorno a Papa Francesco e testimo-niargli la propria vicinanza ed il pro-prio affetto con una rappresentanzadi 7000 persone.“Ci apprestiamo dunque ad un

70° delle ACLI con udienza da papa Francesco

comunicato delle ACLI nazionali Italia

nuovo incontro con il Santo Padre -aggiunge Bottalico - a distanza dinove anni dall’incontro conBenedetto XVI, riservato al sologruppo dirigente dell’Associazione,ed a ben tredici di distanza da quan-do invece andammo davanti alPontefice con un’ampia rappresen-tanza della nostra presenza territo-riale italiana ed internazionale”.

“La bellissima notizia che abbiamoavuto dell’udienza del 23 maggio -conclude Bottalico - ci fa pensareall’emozione del nuovo pellegrinag-gio alla Cattedra di Pietro in occasio-ne della ricorrenza dei 70 anni dallanostra fondazione. Da mesi arrivano richieste da pro-vince e circoli per partecipare alleudienze pubbliche del Santo Padre,tanto è il desiderio delle ACLI dimanifestare la propria vicinanza aPapa Francesco: abbiamo ora l’occa-sione di un incontro espressamentea noi riservato”.3

Nella foto: Sala Nervi.

Le ACLI cantonali e intercantonali in trasferta a Roma

22-24 maggio

Annunciarsi a Antonio Cartolano [email protected], 079 263 95 50.Venerdì 22 maggioAlle 5.30 trasferimento da Lugano alla stazione Centrale diMilano e partenza con Freccia Rossa per Roma. Arrivo alle11.00. Nel pomeriggio visita guidata dei Musei vaticani edella Cappella Sistina. Cena e pernottamento.Sabato 23 maggioUdienza Papale nella Sala Nervi. Domenica 24 maggioSS. Messa in piazza San Pietro.Al Circolo ACLI. partenzaalle 18.00. Arrivo a Milano alle 20.00 e trasferimento aLugano.Quota per persona fr. 650. – (supplemento camera sin-gola fr. 60.–). Iscrizioni con anticipo di fr. 200.–

Dal Ticino22-25 maggio

Annunciarsi a Giuseppe Bertolino la sera dopo le 17.00ai seguenti tel. 061 901 67 78 o 079 681 40 77. Venerdì 22 maggioPartenza alle 19.30 da Basilea e alle 20.00 da Liestal su busGran Turismo. Sabato 23 maggioArrivo a Roma alle 10.00. Udienza dal Papa alle 12.00.Pomeriggio visita della città.Domenica 24 maggioSS. Messa in piazza San Pietro. Pomeriggio libero.Lunedì 25 maggioColazione e rientro. Arrivo alle 22.00.Quota per persona fr. 540. –Supplemento camera singola fr. 60.–Iscrizioni con versamento entro il 30 aprile.

Da Basilea

Programmi dettagliati delle trasferte sul sito www.acli.ch

Concerto dei Solisti della Svizzera italiana in favore della Mensa sociale delle ACLIDomenica 8 marzo, ore 16.30 Centro Presenza Sud, Via Alessandro Manzoni 15, Mendrisio

Giuliana Castellani - mezzosoprano / Loris Peverada - pianoforte

Entrata fr. 20.–. Prevendite presso l’Ente turistico del Mendrisiotto 091 641 30 50Il ricavato sarà devoluto al Centro Bethlehem (Mensa sociale delle ACLI) coordinato da Fra Martino Dotta

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22il dialogo 1/15

VITA DELLE ACLI

Lugano - BellinzonaElezioni politiche cantonaliDibattito con i candidati al Consiglio di Stato

Lugano, martedì 24 marzoPresso il Circolo ACLI.Bellinzona, mercoledì 25 marzoSala del MunicipioEntrata libera.

Femminic id io, prevenzione e contrastoConvegno del Coordinamento Nazionale Gruppo Donne ACLI

8 marzo 2015Pfarrei Heilig Geist Suhr-Gränichen - Tramstrasse 38 - Suhr

Per informazioni rivolgersi a: Alfonsina Oftinger-Beti 079 366 97 44 o Antonella Dussin 076 558 96 65

Programma

14.00 Apertura con i saluti diAlfonsina Oftinger-BetiCoordinatrice del Grupponazionale delle Donne ACLIdella Svizzera

14.40 Intervento di:Della Betta MirjamFrauenberatung, sexuelle gewalt

Discussione

15.40-16.00 Pausa

16.00 Intervento di:Nella SempioPsicologa e psicoterapeuta

Discussione

17.00-17.30 Fine dei lavori

terze e quarte generazioni coincidonospesso con il luogo di origine dei pro-pri genitori o dei propri nonni. Sarà come sostiene con foga ilPresidente del Consiglio, MatteoRenzi, Expo2105 il punto di rotturacon la crisi e del rilancio economicoitaliano? Dobbiamo augurarcelo tutti,poiché in Italia soprattutto la questio-ne lavoro è l’emergenza assoluta.Questione che da anni ha assunto iltono di uno scontro ideologico anzi-ché puntare su strategie innovative esul come aprire il mondo chiuso dellavoro. L’Italia si caratterizza nel pano-rama internazionale come il paesedove è più difficile tanto il passaggiodalla posizione di occupato a quella didisoccupato, quanto il passaggioinverso: un equilibrio che genera ini-quità e inefficienze. Non sorprendeallora la ripresa di quella emigrazioneche ha caratterizzato per due secoli

Continuazione dalla pagina 5

l’Italia e che era stata dichiarata con-clusa grazie ai successi industriali edeconomici del nostro paese. E invecel’emigrazione è tornata ed è in aumen-to come testimoniano le cifre delRapporto Italiani nel Mondo 2014curato dalla Fondazione Migrantes:nel 2013 si sono trasferiti all’estero94.126 italiani, mentre nel 2012 erano78.941. E si deve ritenere che le stati-stiche 2014 registreranno un ulteriorebalzo in avanti degli espatri.Questo fenomeno nuovo occuperàuno spazio significativo negli StatiGenerali; esso, infatti, impone un’ana-lisi puntuale, scevra di retoriche einfingimenti, dell’associazionismo esi-stente per progettare quello del futuro.Un associazionismo capace d’integra-re la tradizionale presenza organizzatacon i nuovi bisogni e le necessità checaratterizzano le sfide attuali efuture.3

Stati generali, associazionismo tra realtà e sfide L o s a n n aGita in Pugliadal 12 al 17 maggio

Prezzo fr. 1300.– (supplementoper camera singola fr. 180.–). Posti limitati.Prenotarsi (versando fr. 500.–)entro il 15 marzo, ai numeri 079 650 99 75 (Costanzo) oppure 079 410 06 64 (Luigi).

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23il dialogo 1/15

VITA DELLE ACLI

L u g a n oIncontro con Mons.Vescovo Valerio Lazzerivenerdì 17 aprile, ore 20.00Presentazione della LetteraPastorale “Passare attraverso il fuoco” .

Presso il Circolo di Lugano.Entrata Libera

Assemblea del Circolodomenica 26 aprile, ore 10.00Presso il Circolo di Lugano.

Gita in Croazia30 maggio - 6 giugnoCosto, 1400.– (per soci 1360.–).Per informazioni e iscrizioni:Circolo di Lugano 091 923 66 46,Angela Cartolano 077 423 77 90.091 923 97 16.

Agnello allo zafferano Ingredienti:1 kg di agnello, 1 bustina di zafferano, 200 g di passata di pomodoro, 1 maz-zetto di prezzemolo, 2 spicchi d’aglio, olio extravergine di oliva, vino vermenti-no, sale e pepe.

Come procedere: - innanzi tutto tagliare a pezzi l’agnello e cominciare a farlo rosolare a fuoco lento in una casseruola per un quartod’ora; - nel frattempo tritare l’aglio e il prezzemolo e aggiungerli all’agnello in casseruola quando la carne di agnello comin-cia a dorare; salare, pepare con moderazione, quindi amalgamare per bene i sapori con l’ausilio di un cucchiaio dilegno, mantenendo bassa la fiamma ancora un quarto d’ora affinché il tutto si insaporisca uniformemente, senzamettere il coperchio;- poi versare nella casseruola la passata di pomodoro e lo zafferano, precedentemente sciolto in poca acqua tiepida.- Adesso mettere il coperchio alla pentola e fare cuocere a fiamma bassa per una mezz’ora buona, girando ogni tantocon il solito cucchiaio di legno. Se la carne tende ad asciugarsi troppo, bagnarla con leggeri spruzzi di vermentino,che ne esalta il sapore. - Servire la pietanza in tavola ancora calda, ma non bollente, perché troppo calda non consente di cogliere appienoi sapori.

Consigli in cucinaPer non sprecare: non buttate via le foglie verdi del sedano. Lavatele, asciugatele, tritatele. Sale e olio, conservateil tutto in frigorifero. Sarà un sugo pronto da aggiungere a zuppe, minestre, intingoli vari.

S a l e e p e p e ( q u a n t o b a s t a )a cura di Giovanni Poete

T i c i n oEstate al mare con le ACLI TicinoUna o due settimane

di vacanza al mare a

Montepaone Lido (Calabria)

oppure a Igea Marina (Rimini)

Montepaone: Hotel Rada Siri; 1settimana camera doppia fr. 990(singola fr. 1290); 2 settimane fr.1790 (singola fr. 1990).Igea Marina: Hotel Cevoli; 1 set-timana camera doppia fr. 690 (sin-gola fr. 890); 2 settimane fr. 1150(singola fr. 1550).

Iscrizioni con un anticipo di fr.250: tel. 079 263 95 50, [email protected] gli iscritti alle ACLI ci saràuno sconto di fr. 20.

B a s i l e aACLI BasileaVacanze al mare14 giorni (27 giugno - 11 luglio)

Hotel Cevoli - Igea Marina

(Rimini)

Iscrizioni entro il 30 aprile. Perinformazioni e riservazioni rivol-gersi a: Anna Garzia 079 304 8663, 061 331 87 62,[email protected] oppure 061 272 64 77,[email protected]

S c h l i e r e nAttività presso il Centroparrocchiale7 marzo - Tante primavere14 marzo - Cena socialeInizio alle ore 19.00

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GAB6982 Agno

Ritorni a:Il Dialogo ACLIContrada Nuova 1 - 6982 Agno

CIRCOLI ACLI CIRCOLI ACLI DELLA SVIZZERADELLA SVIZZERA

ARGOVIAARGOVIASede cantonaleSede cantonale ACLIACLIFeestrasse 2, 5001 Aarau

Circoli ACLICircoli ACLIAarauc/o Comitato CittadinoHammer 1, 5000 Aarau

Ennetbadenc/o MCI, Sonnenbergstr. 23,5408 Ennetbaden

FrickWidenplatz, PF 244, 5070 Frick

LenzburgBahnhofstr. 25, PF 114, 5600 Lenzburg

MöhlinHauptstr. 21, PF 21, 4313 Möhlin

ReinachFärbenweg 16, PF 2, 5734 Reinach

WohlenFreiämterstrasse 1, 5610 Wohlen

BASILEA-BERNA-SOLETTABASILEA-BERNA-SOLETTASede intercantonaleSede intercantonale ACLIACLIAeschenvorstadt 24, 4051 Basel

Circoli ACLICircoli ACLIBasileaAeschenvorstadt 24, 4051 Basel

Liestalpf 576, 4410 Liestal

ROMANDIAROMANDIASede intercantonaleSede intercantonale ACLIACLICP 9, 1066 Epalinges

Circoli ACLICircoli ACLIFriburgoc/o MCI, Rue du Nord 71700 Fribourg

Ginevra CP 26, 1211 Genève 19

LosannaCP 91, 1000 Lausanne 7

RenensAvenue du 14 Avril 341020 Renens 1

SVIZZERA CENTRO SVIZZERA CENTRO ORIENTALEORIENTALESede intercantonaleSede intercantonale ACLIACLIWeberstrasse 3, 8004 ZurigoCircoli ACLICircoli ACLIDietikonCentro parrocchiale S. GiuseppeUrdorferstr. 44, 8953 Dietikon

Diessenhofenc/o Club Boccia, PF 1278253 Diessenhofen

FrauenfeldCP 53, 8500 Frauenfeld

HedingenPostfach 41, 8908 Hedingen

IbachSchützenstrasse 82, 6438 Ibach

Kilchbergc/o kathlolische Kirche8802 Kilchberg

KreuzlingenBärenstrasse 32, 8280 Kreuzlingen

LucernaWeystrasse 8, 6008 Lucerna

Rapperswil JonaNeue Jonastrasse 328640 Rapperswil

Sarnenc/o Centro italiano e portoghese6060 Sarnen

Schlierenc/o katholische Kirche, 8952 Schlieren

Surseec/o Centro italiano, 6210 SurseeUsterPF 6, 8610 Uster

WeinfeldenWeststrasse 14, 8570 Weinfelden

Wilc/o MCI, Scheibenbergstrasse 14, 9500 Wil

WinterthurCP 1552, 8401 Winterthur

Zugoc/o Centro italiano - CP 3146300 Zug

ZurigoWeberstrasse 3 - CP 248026 zurigo

TICINOTICINOSede cantonaleSede cantonale ACLIACLIVia Simen 9, 6900 Lugano

Circoli ACLICircoli ACLIBellinzonaViale Portone 9, 6500 Bellinzona

BodioVia San Gottardo, 6743 Bodio

Cadenazzo/S.AntoninoVia Ai Camp Lung, 6593 Cadenazzo

Faidoc/o Convento Cappuccini, 6760 Faido

LocarnoVia Nessi 22A, 6600 Locarno

LuganoVia Simen 9, 6900 Lugano

Sei in sintonia con i valori della nostraAssociazione?

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