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Il depliand di “Terra Arte e Radici 2013”

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Introduzione

La performance teatrale “Ciboland: tra passato e futuro” è il frutto del lavoro di

collaborazione tra i Docenti di Lettere, di Arte e Immagine e di Educazione Musicale della

Scuola Secondaria di 1° grado dell’Istituto Scolastico Comprensivo “M.Montessori”. Lo

spettacolo ha preso spunto dalla partecipazione delle classi al Progetto di Educazione

Alimentare “Mangiar sano per crescere sano” che l’Amministrazione Comunale ha garantito in

questo anno scolastico.

La tematica dell’alimentazione è legata anche alla scelta di lavoro effettuata dal Consiglio

Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze che, in relazione a questa problematica, ha raccolto

fondi per assicurare pacchi alimentari a un gruppo di anziani della Bolivia con il progetto

“Adotta un nonno”, in collaborazione con ACISS onlus di Gallarate.

Il testo della performance, che è il frutto di un lavoro di ricerca e di cooperazione delle

Docenti di Lettere e dei loro alunni, è organizzato in 14 scene, una per ogni classe della

Secondaria di 1° grado, che affrontano la questione del cibo nelle diverse epoche storiche. Tra

una scena e l’altra sono presenti delle “pillole di sostenibilità”, cioè intermezzi con consigli per

mangiar sano, vivere meglio e salvaguardare l’ambiente.

Le scene sono collocate nella cornice di una città immaginaria, Ciboland, divisa in 14 quartieri,

ognuno dei quali si riferisce ad un’epoca storica. Durante il viaggio il pubblico incontra

personaggi letterari, come Ulisse o Trimalcione, oppure spaccati di vita delle varie epoche

storiche, di cui si evidenziano i gusti e i cibi delle diverse categorie sociali.

Le “pillole di sostenibilità”, che sono collegate per contrapposizione o per affinità alle scene,

veicolano il messaggio che la performance vuole dare e sono il legame con il tema proposto

dalla manifestazione “Terra, arte e radici” di questo anno. Con questo spettacolo si è voluto

sottolineare che il cibo va trattato:

- con RISPETTO, senza sprecarlo e senza denigrarlo;

- con INTELLIGENZA: scegliendo i cibi genuini che ci fanno bene e riconoscendo il cibo

spazzatura

- con SOSTENIBILITA’: per lasciare un ambiente pulito ed integro a chi verrà dopo di noi;

- con GRATITUDINE: pensando a chi, ancora oggi, non ne ha abbastanza.

Il Docente di Educazione Musicale ha contribuito con l’inserimento di cori che fossero

collegati al periodo storico, mentre il Docente di Arte e Immagine ha permesso la realizzazione

degli elaborati utilizzati per l’allestimento della hall del Novotel.

Si devono ringraziare: la Cooperativa CIR, che ha allestito lo stand con prodotti alimentari dei

diversi continenti, le mamme, che con arte hanno realizzato i costumi di scena, e i genitori che

hanno permesso la realizzazione delle scenografie e degli oggetti di scena.

Mariagrazia Aspesi

Funzione Strumentale

per i rapporti con il Territorio

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Le classi partecipanti

1-2-3 sez. A

1-2-3 sez. B

1-2-3 sez. C

1-2-3 sez. D

1-2 sez. E

I Docenti

Lettere Aspesi Mg.

Bottini M. Cerutti R.

Marras M.

Martines I. Morello R.

Storti A. Vernocchi M.E

Educazione Musicale

Benci C.

Arte e Immagine

Arleo A.

Operatrice del CCRR

Perrone M.

Stesura del copione: Mg. Aspesi, M. Bottini

Editing per il sito: Mg. Aspesi

Fotografie della performance: M.Perrone

Sig. Negrini

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I nostri Arcimboldo

Continente che vai, cibo che trovi

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Ciboland: tra passato e futuro

Entrano i cinque ragazzi che sono le guide per Ciboland:

R.1: Benvenuti a Ciboland! R.2: Incominciamo la nostra avventura nella città del buon cibo? R.3: che cosa possiamo mostrare ai turisti che visitano la nostra città?

R.4: Abbiamo solo l’imbarazzo della scelta … R.5:… cibi buoni, cibi cattivi, cibi di oggi, cibi di ieri, cibi poveri, cibi ricchi, cibi sani e cibi meno sani … R.1: Non solo questo, ma anche pillole di sostenibilità … R.2: … pillole di che? R.3: pillole, cioè piccoli consigli per mangiar sano, vivere meglio e salvaguardare l’ambiente R.4: Incominciamo adesso insieme il nostro viaggio per conoscere i quartieri di Ciboland, la nostra città R.5: Ogni quartiere rappresenta un’epoca storica o un’abitudine alimentare

R.1: Buon viaggio!

Escono

Ciboland

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Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 1- Classe 3C : Weight Watchers men

Weight watchers blues Weight watchers blues voglio mangiare finche' non ce la faccio piu' Guardo nel cielo cade una stella il mio desiderio e' la mortadella

Weight watcher blues Gelato in cono quanto sei buono! mo' faccio un botto ma giuro che e' l'ultimo gianduiotto e poi mi metto a dieta dura che sono chiatto da far paura Weight watchers blues Weight watchers blues Weight watchers blues Baby, fra lui e te io scelgo lui il Cioccolato al caffè Ora son solo ma la donna non è tutto, vivo in un frigo con panini al prosciutto; Weight watchers blues

anche un'amante trova posto nel mio cuor due metri quadri di cioccolato al liquor; ci ho i super brufoli e pure le croste ma grazie lo stesso mi mangio due aragoste. Weight watchers blues Weight watchers blues Weight watchers blues voglio mangiare finche' non ce la faccio piu' tra cellulite, pancia, panciera ormai sono all'adipe della carriera . Weight watchers blues Comunque giuro che adesso dimagrisco appena questo TIR di dolci mi finisco, appena scade il mese dei pasticcini, appena svuoto il frigo dai salamini. Perche' e' molto meglio essere sani percio' tutti a dieta ma... da domani Weight watchers blues

Escono

Coro: La canzone della mietitura

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

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Scena 1 – Classe 1 D- Il banchetto di Ulisse

Entra in scena un cantore-narratore che si siede sul lato sinistro del palco.

Cantore: Ulisse tornato finalmente a Itaca ha ripreso la sua vita. Oggi ha organizzato un banchetto per i suoi amici. Durante il simposio mangeranno e berranno insieme in allegria e tranquillità. Prima dell'inizio del pasto hanno celebrato i rituali propiziatori agli dei offrendo cosce di tori a Poseidone e grani d'orzo ad Atena. Ulisse entra con due amici e si siede al centro dwl palco. Davanti a loro dei piatti e dei boccali.

Ulisse: Benvenuti, amici miei! Sono felice della vostra compagnia. Possiamo chiamare le ancelle e iniziare il nostro banchetto. Avremo vino e acqua, carni in abbondanza, focacce e pani di ogni tipo. Entrano due ancelle che posano dei piatti davanti ai commensali. Cantore: Le ancelle iniziano servendo una grande varietà di "mesedes" dai sapori intensi preparati con acciughe, olive, zucchine e altre verdure e accompagnati da focacce.

I Amico: Noi greci abbiamo ben oltre 70 varietà di pani: quali possiamo gustare questa sera? Ulisse: Tra i molti tipi di pane della nostra tavola ho scelto i più saporiti: il daraton cotto senza lievito, lo scuro phaios, il semidelis con il più pregiato fior di grano e poi pani con olive, uva passa e fichi secchi. Le ancelle portano i pani II Amico: Una selezione veramente raffinata. Ulisse: E' giunto il momento delle carni. Il cuoco ha preparato capretto, agnello e lepre accompagnati dal "cibo degli dei", il dolce miele selvatico, alimento per una lunga vita. Le ancelle portano altri vassoi con il cibo

II Amico: Ma su quei piatti c'è anche del pesce e del formaggio

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Ulisse: Certo, ho voluto che i miei ospiti assaggiassero la pregiatissima anguilla della palude Copaide e non solo il comune pesce disseccato condito con olio e aromi. Grazie alle greggi allevate sulla nostra isola posso offrirvi cagliata e formaggi. (Parlando quasi tra sè) Che cibi prelibati....ma che tristi ricordi: nell'antro di Polifemo i graticci eran carichi di formaggi,

traboccavano di siero tutti i vasi, secchi e conche, lavorate con arte.. I Amico: Vedo arrivare il vino e l'idromele, la bevanda degli dei. Entra un ragazzo con un ampio vaso e un mestolo per versare il vino, si avvicina e versa il vino nei boccali Cantore: Il vino, che accompagna e allieta il cibo,viene, come d'uso, diluito con acqua e mescolato nel cratere, prima di essere servito agli ospiti, affinché se ne dilettino senza diventare ebbri. Ulisse: Sono lieto di offrirvi il vino prodotto dalle mie vigne: spero sia di vostro gusto. II Amico: E' un vino dolcissimo, degno della tavola degli dei. Entrano ancora le ancelle con altri piatti che posano davanti agli ospiti. I Amico: Quale altra delizia hanno portato le ancelle? Ulisse: Dolci frutti della nostra terra per concludere il nostro pasto. Cantore: Il banchetto è giunto al termine, ma il convivio continuerà con libagioni, mentre gli amici disserteranno di politica e filosofia, ma anche con indovinelli e aneddoti accompagnati dalla musica.

Gli attori escono e lasciano libero il palco

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 2 - Classe 2E : Poesia alimentare per diventare un campione

1 Per imparare a mangiare

Segui i consigli della “poesia alimentare”: di frutta e verdura puoi abbondare con i grassi e i dolci ti devi limitare. Per crescere protetto e sano Vitamine e proteine ti danno una mano, per giocare e studiare degli zuccheri non possono mancare e per saltare in allegria anche i grassi ti danno energia. Se in forma vuoi restare Di tutto un po’ devi mangiare. 2 Pollo, patate, spinaci e prosciutto Mi sento bene de mangio di tutto Occhio di falco con le vitamine Forza da tigre con le proteine Latte, formaggio fan le ossa più dure Pancia sveglia con fibre e verdure. Miele, insalata, bistecca e poi soia Mangio di tutto e niente mi annoia. 3 Il panino con il prosciutto Me lo mangio proprio tutto. Quando ho fame Mangio pane e salame Le banane Le mangio tute le settimane.

Se di miele è la crostata Me ne faccio una bella scorpacciata. 4 Colazione, certamente, se a tavola c’è gente se c’è qualcuno intorno a cui dare il buongiorno. Pranzo e cena, con piacere, però in mezzo a facce vere spegni la televisione fai parlare le persone. La merenda mi va bene Se però mangiamo insieme E magari, che ne dici… Invitiamo degli amici? 5 Saranno buoni i pomodori A forma di stelle multicolori Gli spinaci gialli e blu

Mi piaceranno un po’ di più, farò grandi scorpacciate di carote ricamate diventerò davvero golosa di zucchine gialle e rosa. Di tutto un po’ senza esclusione Diventerai un vero campione!!

Escono

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CORO: Il vino dei castelli

Esce il coro

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 2 – Classe 1 B – Apicio e il banchetto di Trimalcione

Entrano Apicio, il grande cuoco romano, con Trimalcione e sua moglie Apicio: Ave ! io sono Apicio il più grande cuoco romano, ho inventato tante ricette, anche fantasiose che, dopo la mia morte, sono confluite nei dieci libri del De re coquinaria (L'arte culinaria). Trimalcione: se non fossi stato così bravo non ti avrei chiamato per organizzare la mia cena, la cena di Trimalcione che dovrà essere ricordata non solo dai miei ospiti, ma anche dai posteri. Dovrà essere abbondante e stupefacente, come si confà alla mia ricchezza. Moglie di Trimalcione: mi raccomando ci devono essere tutti i tre momenti di una cena romana: la gustatio, con antipasto stuzzicante con uova, verdure e ostriche;la primae mense, con carne, pesce verdura, arrosti, e la secundae mense, con dolci e frutta fresca e secca. Io metterei… Apicio: ( la interrompe seccato) vedo che non avete bisogno dei miei servigi, visto che sapete già tutto voi! Me ne vado! ( fa per uscire, ma viene fermato da Trimalcione) Trimalcione: la scusi grande Apicio! E’ perché vuole farmi fare bella figura con i miei ospiti importanti. ( rivolto alla moglie)Vai a far preparare il triclinium con i divani e controlla che gli ospiti trovino tutto predisposto. ( la moglie va verso i triclini ed entrano 2 schiavi)

Apicio: (parlando sottovoce con Trimalcione, facendo sentire al pubblico solo qualche parola)) Pensavo che per stupire….asini…..ostriche….cinghiali… Trimalcione: ( intercala esclamazioni) Per Ercole! Incredibile! Trimalcione e Apicio scendono dal palco Trimalcione: Cenabis bene, mi Fabulle, apud me paucis, si tibi di favent, diebus, Moglie di Trimalcione: ( ai due schiavi) sono pronti gli oli odorosi e l’acqua profumata per lavare le mani tra una portata e l’altra? Dove sono gli scissores, gli schiavi tagliatori del cibo in piccoli pezzi per gli ospiti? 2 Schiavi ( insieme): è tutto pronto! Apriamo le porte del triclinium (fingono di aprire le porte ed entrano Trimalcione con 2 ospiti; si coricano sui triclini e aspettano l’arrivo delle portate) 1°ospite: con cosa ci stupirai questa volta Trimalcione? 2° ospite: le cene da te sono sempre ricche di sorprese … Entra Apicio accompagnato dai due schiavi che fingono di portare dei cibi: Apicio: cominciamo con un antipasto scelto e abbondante. Ecco l vassoio degli antipasti: un asinello di bronzo con due bisacce piene di olive bianche e di olive nere,circondato da grassi ghiri conditi con miele e papavero. 1°ospite: ci sono anche salsicce calde, prugne di Siria e chicchi di melograno. .. 2° ospite: siamo ancora all’ antipasto,ed ecco che arriva un gran vassoio con una cesta nella quale ci sono uova di pavone che vengono distribuite ai convitati Trimalcione:..... apriamo il guscio delle uova dentro troviamo un beccafico bello grasso che nuota in un rosso d’uovo pepato.

Moglie di Trimalcione:.....Ecco ora una portata preparata in modo stupefacente: su un gran vassoio circolare,ci sono i dodici segni dello zodiaco e su ognuno di essi il cuoco ha posto un cibo corrispondente: ceci cornuti; bistecca di

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manzo; rognoni; fichi d’ Africa; un maialino; una torta e una focaccia;un pesciolino di mare;un corvo;una locusta di mare; un ‘oca e due triglie. Nel centro poi una zolla di terreno che sostiene un favo di miele.....

1°ospite: Ecco che entra un altro vassoio con pollame ingrassato , ventresche di scrofa e, nel mezzo, una lepre ben pasciuta. Agli angoli del vassoio quattro satiri d’argento versavano da piccole ampolle d’oro salsa piccante sopra alcuni pesci che nuotavano nella salsa come se fossero stati in mare … 2° ospite: guardate! arriva un gran vassoio con un cinghiale immenso dalle sue zanne pendevano due cestelli di pieni l’uno di datteri freschi e di datteri secchi. Tutt’ intorno c’ erano porcellini fatti di pasta dura alternati con grassi tordi. Apicio: gli invitati ora possono scegliere tra tre maiali bianchi vivi, di due, tre e cinque anni da cucinarsi subito, all’istante Trimalcione: scegliamo il più grosso. 1°ospite: … e quando il maialino è cotto dal suo ventre escono salsicce e sanguinacci. 2° ospite: Su un vassoio viene portato un vitello intero che viene tagliato completamente distribuito ai presenti. Apicio: E per finire in mezzo alla mensa vien posto un enorme vassoio pieno di torte, con statue di pasticceria e uva e

frutta d’ ogni genere.. Trimalcione: ( si alza e con lui, la moglie e i suoi ospiti): Possiamo alzarci e passare nel cortile: un po’ di movimento ci farà bene! ( esce con tutti gli altri ed Apicio. Rimangono solo i due schiavi) Schiavo1: beati loro che mangiano tutto questa roba! Noi schiavi della casa mangiamo solo gli scarti. Ma ce ne sono proprio pochi! Schiavo 2: ascolta che cosa ho sentito dire dal grande Seneca: Gli dei e le dee maledicano una ghiottoneria che oltrepassa i confini del nostro impero! Portano a Roma da ogni parte dell’Impero cibi raffinati e si dimenticano la sobrietà romana; trasportano ciò che lo stomaco lascia appena entrare: vomitano per mangiare, mangiano per vomitare, e non si danno neppure la pena di digerire le pietanze reperite in ogni angolo della terra.

I due schiavi escono di scena

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Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 3- Classe 1 C : Junk food

Junk food :locuzione sostantiva maschile invariabile. Cibo da consumare in genere fuori pasto, ad alto contenuto calorico ma di scarso valore nutrizionale; quindi di bassissima qualità ll termine junk food :"Le bibite sono la quintessenza del junk food, tutto zucchero e calorie senza nessun nutriente. Gli americani stanno affogando nelle bibite". Michael F. Jacobson, fondatore del Centro per le Scienze di Pubblico Interesse, usò in questa dichiarazione del 1972 per la prima volta l'espressione junk food. Il termine può essere tradotto in cibo spazzatura. Cosa contiene il cibo spazzatura?Si tratta di prodotti alimentari ricchi di calorie vuote, ovvero ipercalorici ma senza adeguati principi nutritivi. Gli zuccheri la fanno da padrone, in dosi enormi, spesso non giustificabili dal semplice

bisogno di ottenere un gusto dolce. I conservanti sono parte integrante di questi alimenti. Spesso sono presenti anche i grassi nocivi, noti come idrogenati, che contengono acidi grassi trans. Tutti questi ingredienti portano varie patologie.

Questioni di soldi: Il cibo spazzatura costa poco. Riempie lo stomaco per pochi spiccioli, pur non offrendoci alcun valido nutriente. La crescita del consumo di questi prodotti aumenta di anno in anno, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Ovunque, a preferire questo genere di alimentazione sono le fasce sociali basse, le persone non istruite …. e i ragazzi. Senza demonizzare:Merendine, bibite e piatti pronti non sono il demonio, questo è chiaro. Ma la disinformazione, invece, lo è. Sarebbe quindi bene sapere sempre cosa si sta mangiando. Il junk food non è strettamente correlato con il fast food: molte catene di tavole calde offrono alimenti di buona o media qualità. Di quali alimenti controllare l'etichetta? In particolare: dado da brodo, cereali, salatini, dolci confezionati, merendine, bibite, piatti pronti da frigo. Ricordate che gli ingredienti utilizzati sono elencati in ordine decrescente di peso. I valori calorici e dei nutrienti (grassi, proteine, zuccheri, fibre...) devono essere indicati sulla confezione. La presenza di grassi idrogenati sull'etichetta può assumere diverse diciture, la più comune è quella di olio vegetale idrogenato. Fate attenzione anche quando tra gli ingredienti compaiono margarina oppure olii vari: nulla garantisce siano grassi buoni

Escono

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 3 – Classe 1 C – Il medioevo: confronto barbari/romani

Medioevo-Intorno al V secolo d.C. cominciarono le grandi invasioni barbariche e tutta l’area del Mediterraneo fu sconvolta dalla calata di numerose tribù nomadi nordeuropee. Queste popolazioni vivevano soprattutto dei prodotti derivati dall’allevamento del bestiame (carne, latte e formaggi) e l’impatto con la più raffinata ed evoluta cucina romana fu sconvolgente. I grassi - La cucina romana conosceva soprattutto l’ olio, anzi letteralmente grondava d’olio. Il lardo compariva unicamente delle classi povere. - All’olio, simbolo della civiltà agricola latina, si contrapponevano il lardo e il burro, a loro volta simboli della civiltà nomade e pastorale dei barbari. Nell’alto Medioevo, la valorizzazione dell’economia forestale, con il diffondersi della

cultura “barbara”, portò l’ affermazione del lardo nel sistema alimentare. Il lardo divenne il grasso per eccellenza della cucina aristocratica e perfino dell’alimentazione monastica. - A questo facevano eccezione gli obblighi di digiuno o di magro imposti dal calendario liturgico, che impegnavano i cristiani a sostituire il lardo animale con l’olio vegetale, generando così per la prima volta una alternanza tra i due grassi.

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- C’erano tuttavia delle differenze nella scelta dell’olio. L’olio d’oliva veniva consumato dalla élite, mentre le classi subalterne usavano oli vegetali alternativi, come quello di noce o di mandorle.

- Negli ultimi secoli del Medioevo le autorità ecclesiastiche consentirono per i giorni di magro anche l’uso del burro, inizialmente solo nelle regioni del nord Europa, dove la tradizione popolare già lo utilizzava, poi anche nei paesi come l’Italia. Secondo gli studiosi le aree del nord preferivano il burro per il suo sapore, che era più dolce rispetto a quello dell’olio. Inoltre il burro nel nord era più presente rispetto all’olio, perché l’olivo non cresceva per ovvi motivi climatici. Il burro inoltre, derivato dal latte, era un prodotto più popolare, alla portata della fascia povera della popolazione. nord che al sud. Il momento decisivo di tale svolta avvenne nel XV secolo, come testimoniano le ricette di un certo Mastro Martino.

Nel Cinquecento la cucina di corte faceva ormai regolarmente uso del burro. - L’Opera di Scappi ci fa sapere come si usavano i grassi: -lardo e strutto per i giorni di grasso; -burro per i giorni di

magro (venerdì e sabato); -olio d’oliva o di mandorle per le vigilie e le quaresime. Il burro poteva però,

all’occorrenza, anche sostituire gli altri grassi.

-Tra Sette-Ottocento l’avanzata dei grassi continuò secondo regole più<geografiche> e Pellegrino Artusi scriveva che ogni popolo usava per friggere l’unto che meglio si produceva nella propria area. In Toscana si dava la preferenza

all’olio d’oliva, in Lombardia al burro e nell’Emilia al lardo. - La carne e le uova Per quanto riguarda la carne, sulla tavola signorile predominava la cacciagione, mentre i contadini si affidavano piuttosto alla pastorizia e dunque alle carni di maiale o di pecora. -Tuttavia occorre fare una distinzione tra Alto e Basso medioevo. Nell’Alto medioevo, prima dell’anno 1000, ai contadini non era vietato cacciare nei boschi e quindi anche sulle loro tavole non mancava la cacciagione, però in

quantità limitata. -Invece dopo il 1000 la caccia venne riservata ai signori e sulle tavole dei contadini la carne che compariva, sempre in piccole quantità, era quella di maiale. Il suo consumo era più diffuso rispetto a quella bovina, anche perché quest’ultima non si prestava bene alla salatura e non poteva essere conservata a lungo. -Del maiale si utilizzava quasi tutto: carni, frattaglie, grasso, piedi, pancetta, lingua, midollo, preparati in svariati modi: arrostiti, alla brace, fritti o sbollentati.

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-Non bisogna poi dimenticare che dal maiale si potevano ricavare numerosi tipi di salumi le cui tecniche di preparazione erano note da tempo: prosciutti, salami, salsicce si ottenevano mescolando la carne di maiale con quella di bue e di montone. -Anche l’impiego delle uova in cucina cominciò a diffondersi in modo massiccio dopo l’anno 1000. L’uovo si utilizzò sia

per insaporire le vivande, sia come piatto a sé, e di conseguenza sorse la necessità di conservare opportunamente le uova nel tempo. - Vennero escogitati diversi metodi di conservazione , come l’immersione delle uova nella segatura, nella calce, nella cenere, nel sale, nella crusca, nell’olio; oppure la copertura del guscio con grasso di montone o con cere o anche con cenere impastata con acqua.

Escono

CORO: Carmina Burana Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 4 – Classe 1 A – Cibi medievali ( cereali /legumi)

- I legumi erano considerati nel Medioevo un piatto povero ed erano consumati soprattutto dalle classi sociali

basse. Per queste caratteristiche divennero uno dei simboli dell’alimentazione monastica che, in contrapposizione alla mentalità dei potenti basata nell’abbondante consumo di carne quale espressione di superiorità.

- Al di là dei significati simbolici, nel medioevo i legumi rappresentarono per la popolazione più povera i

migliori alimenti da affiancare o da sostituire ai cereali, non solo in periodi di crisi e carestia, ma anche in momenti di normalità.

- In cucina, quasi tutti i legumi, soprattutto le fave e i piselli, potevano essere consumati verdi, con un po' di sale ed olio oppure con erbe aromatiche o salse particolari. In genere però il resto dei legumi, grazie alla loro facile conservazione, venivano essiccati ed erano utilizzati in cucina interi o franti o addirittura macinati. Servivano particolarmente per la preparazione di minestre, di brodi, di creme o zuppe calde, ma potevano anche essere preparati insieme agli ortaggi o semplicemente cotti e conditi con l’olio. Raramente accompagnavano i piatti di carne e nelle mense delle classi più agiate, dove peraltro non avevano una grossa presenza, potevano essere serviti insaporiti dall’aggiunta di spezie.

-

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 4- Classe 1D : Cibo a Km 0

Entrano in scena un ragazzo e una ragazza Ragazza: (Prende giacca e borsa e si rivolge al ragazzo)Allora, sei pronto? Hai fatto la lista per la spesa? Ragazzo: (Entra con in mano carta e penna per preparare la lista) Certo! Fammi solo aggiungere due cose, poi ho finito. (Scrive) Ragazza: Bene ! Allora andiamo! Oggi poi c'è una grande novità: spesa a chilometro zero! Ragazzo: (Guarda la ragazza un po' perplesso, poi si siede) Ah! Bene! Allora telefoniamo o ordiniamo via internet, cosi non facciamo neanche un metro di strada: è proprio una bella novità!

Ragazza: No! Non hai capito niente! I chilometri non sono quelli che percorriamo noi, ma quelli che percorrono i prodotti che noi compriamo!

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Ragazzo: Ma sì, dai, scherzavo!

Ragazza: Per fortuna! Cominciavo a preoccuparmi. Vediamo questa lista Ragazzo: (legge) Dunque: mele, pere, arance,in questo periodo le migliori sono quelle sudafricane, asparagi dal Perù, noci pecam, ananas, cocco,... Ragazza: Fermo, fermo, fermo.. Forse è meglio che ti spieghi cosa significa chilometro zero. Dobbiamo imparare ad acquistare prodotti del territorio e soprattutto di stagione, una scelta che fa bene alla salute, all'ambiente e anche alle nostre tasche. Ragazzo: Cioè?

Ragazza: Se i prodotti non devono arrivare da lontano aiutiamo l'ambiente: pensa per importare un chilo di asparagi dal Perù o un chilo di ciliegie dall'Argentina che viaggiano in aereo significa lasciare nell'atmosfera 6 chili e mezzo di anidride carbonica emessa dai carburanti fossili. E non solo: frutta e verdura di stagione sono più saporite, perché raccolte al giusto grado di maturazione dal momento che non devono fare tanta strada per arrivare sulla nostra tavola e sono più sane perché non hanno bisogno di prodotti chimici per conservare un aspetto fresco, da frutta o verdura appena colte. Ragazzo: Hai ragione! Direi che mi hai convinto! Ragazza: E non ho finito: variare la nostra alimentazione in base al clima della stagione, fa bene alla salute ,ma anche al nostro portafoglio:l'assenza di intermediari ed il mancato trasporto fanno scendere i prezzi dei prodotti anche del 30%. Ragazzo: Meglio di così...Credo che dovrò rivedere la mia lista (Straccia il foglio)...Allora, Andiamo? Però adesso ho io una proposta per aiutare l'ambiente:per andare a fare la spesa che ne dici di una bella pedalata? Ragazza: Perfetto! Metto il cestino sulla bicicletta.

Escono

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 5 – Classe 1 E – Storia del pane fino al Medioevo

Nonno e nipote stanno cenando e il nipote incomincia a fare al nonno delle domande sul pane. Nipote: Ma come è buono questo pane! Nonno: Stamattina mi sono alzato presto per farlo. Nipote: Ma come l'hai fatto? Nonno: La mia vecchia nonna, un giorno, mi spiegò come si faceva il pane una volta. Nipote: Me lo racconti? Nonno: Incominciamo dalla preistoria,i chicchi di cereali venivano frantumati tra due pietre e poi mescolati con acqua per preparare una pappa cruda molto nutriente. Nipote: Ma come fai a sapere tutte queste cose? Nonno: Uno dei pochi prodigi dell'età è l'esperienza. Bene comunque continuiamo la storia. Nonno: L'Egitto aveva una terra molto fertile, grazie al Nilo. Nipote: Nonno ma che cos'è il Nilo? Nonno: E' un fiume che attraversa l'Egitto. Nipote: Vai avanti con la storia! Nonno: La pianta principale per fare il pane era il frumento...

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Nipote: E dove lo cuocevano? Nonno:Veniva cotto su dei massi in una buca del terreno nella quale si accendeva il fuoco la buca veniva chiusa e il pane cuoceva lentamente. Nipote: Dimmi qualcos'altro. Nonno: Per Greci la coltivazione del grano era abbondante,e successivamente iniziarono anche loro a utilizzare il frumento. Lo condivano con: olio, latte, vino, miele, pepe e altre erbe. I fornai greci furono i primi a fare il pane di notte. Nipote: Inizio ad essere un po’ stanco Nonno: Ancora 10 minuti e basta. Nipote: OK Nonno: I Romani coltivavano cereali e farro. Nipote: Nonno, ma che cos'è il farro? Nonno: La farina! Deriva dalla parola farro. Nipote: Ok continua

Nonno: dai Greci impararono a lievitare il pane. Durante l'Impero Romano, Vitruvio inventò un mulino ad acqua che macinava i chicchi dei cereali. Nipote: zzzzz (dorme) Nonno: Svegliati! Nipote: Ah! Scusa!, vai avanti. Nonno: Nel Medioevo non era facile trovare la farina. Nei conventi, però, i monaci coltivavano i cereali e la vite. Nipote: Quanto manca alla fine di questo racconto? Nonno: Poco poco Nipote: OK sbrigati Nonno: Nel Medioevo si usava il sistema romano: i mulini ad acqua. La consegna del pane a domicilio fu inventata nel Medioevo. Nipote: sono stanchissimo, non ce la faccio più. Possiamo andare a letto? Nonno: si va bene tanto ho finito.

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 5- Classe 2B : eccesso e abbondanza di cibo

Alunna 1:

Ho mangiato, ho mangiato troppo. Ho mangiato per fare come gli altri, perché ero invitato, perché ero nel mondo ed il mondo non m’avrebbe compreso; e stentavo a mandar giù ogni portata. Alunna 2: Ho mangiato troppo, mentre nello stesso momento, nella mia città, più di 1500 persone facevano la coda alla mensa dei poveri mentre quella donna mangiava in soffitta

quello che la mattina aveva raccolto nelle immondizie … Alunna 3: Circa 870 milioni di persone nel mondo non hanno cibo sufficiente a condurre una vita sana. Ogni giorno una persona su 8 nel mondo va a letto affamata.

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Alunna 4: l’Occidente spreca quasi la metà del cibo: non si tratta di bucce di patata e ossi di pollo, ma di roba buona. Perfettamente commestibile. Alunna 3: La fame è al primo posto nella lista dei fattori di maggior rischio per la salute nel mondo. Ogni anno uccide più persone di AIDS, malaria e tubercolosi insieme. Alunna 4: L’Unione Europea butta ogni anno 90 milioni di tonnellate di cibo. Europa e Nord America buttano una quantità di cibo tre volte superiore a quella che servirebbe per dar da mangiare a tutti gli affamati del mondo. Alunna 3: La maggior parte delle morti per fame sono causati da malnutrizione cronica , che, oltre alla morte, causa indebolimento della vista, stato di affaticamento, bassa capacità di concentrarsi e di lavorare, crescita stentata ed estrema suscettibilità alle malattie. Alunna 4: Sprecare gli alimenti non è solo un “lusso”, un insulto per chi soffre di fame e malnutrizione, ma è anche un’emorragia di acqua, terra ed energia usati per produrli. Alunna 1: Ho mangiato, ho mangiato troppo. Ho mangiato per fare come gli altri, perché ero invitato, perché ero nel mondo ed il mondo non m’avrebbe compreso; e stentavo a mandar giù ogni portata. Alunna 2: Ho mangiato troppo, mentre nello stesso momento,

nella mia città, più di 1500 persone facevano la coda alla mensa dei poveri, mentre milioni di persone ni muoiono di fame… Alunna 3: E pensare che la fame è il più grande problema RISOLVIBILE che affligge il nostro mondo Alunna 4: E pensare che ad evitarla basterebbe il ritorno ai semplici principi delle nostre nonne e delle economie familiari di altri tempi, ovvero al “in casa non si butta mai nulla”, o ai tanti accorgimenti della “cucina degli avanzi”…

Escono

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 6 – Classe 2 A – Cibo nel Rinascimento

La classe II A è andata alla scuola di cucina per assistere alla preparazione di alcune ricette. James: Che noia! Che barba! Che ore sono? Edward: Sono le 12:05. Mancano ancora 50 minuti alla fine dell’ora. James: Uffa! Professore: State zitti e ascoltate l’esperto! Esperto: Dovete sapere che una corretta alimentazione è importante per la salute del vostro corpo. Edward: Com’era la cucina nel Rinascimento? In storia stiamo studiando quest’epoca… James: Ma stai zitto che dopo la lezione diventa ancora più noiosa! Professore: Dovete sapere che nel ‘400 e nel ‘500 la cucina si sviluppò molto. A quell’epoca si usavano molte spezie. Si adoperava anche molto lo zucchero: il gusto dominante era infatti quello dolce. Si usavano anche molte salse a base di frutta o di piante aromatiche. Esperto: Si, è vero. Dovete sapere anche che la frutta e gli agrumi si adoperavano all’inizio del banchetto come se

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fossero un antipasto. Edward: Da dove prendevano spunto per cucinare? Professore: Nel Cinquecento ci fu una vera e propria fioritura di manuali sulla cucina che mostravano le regole di comportamento a tavola, l’apparecchiatura, il taglio delle vivande. Con la Controriforma si tornerà all’alternanza dei

giorni di magro e di grasso e questo favorirà lo sviluppo di una cucina magra. Le tecnciche di cucina diverranno sempre più complesse e le ricette più accurate. Esperto: Inoltre la sala del banchetto veniva addobbata da artigiani e artisti per migliorare ulteriormente il pranzo. L’Italia rinascimentale fu la patria dei cuochi più abili, rinomati e creativi d’Europa. Edward: Davvero interessante! James: Ma stai zitto che sei noioso!

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 6- Classe 2 C : Contro lo spreco alimentare

L’alimentazione non è certo un gioco il cibo va mangiato e sprecato poco; con grande fatica l’uomo lo coltiva rendendo la natura molto produttiva; se staremo attenti a come lo useremo il nostro pianeta migliore renderemo; i bambini poveri non dobbiam dimenticare che tutti i giorni non hanno da mangiare; perciò da oggi in poi noi ci impegneremo e la fame nel mondo abbatteremo. Lo spreco va evitato, il cibo va mangiato. Per noi il cibo è vitale e perciò non lo sprecare.

CORO: Chevalier de la table ronde

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 7 – Classe 2 E – Banchetto rinascimentale

-Prima dell’arrivo degli invitati Dama(rivolta ai servi) Forza,muovetevi! Gli invitati saranno qui a momenti! Non fateci fare una brutta figura! Signore: Calma, cara... -Gli invitati entrano, accolti dai servi Signore: Buonasera a tutti e benvenuti al banchetto in onore del nostro fidanzamento. Invitato 1: Ma che bel salone! Davvero ben allestito!

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Signore: Prendete pure posto. (bisbiglio) Visto, cara, abbiamo fatto in tempo! (rivolto agli invitati) Per prima cosa proporrei un brindisi. Cantore: Or dunque vi narro di quello che è stato delle grandi imprese di eroi del passato... -Il racconto del cantore sfuma

Signore: Che si serva il vino! Coppiere: Come desidera, mio signore.

Invitato 1: Delizioso! Invitato 2: No, grazie. Io non bevo. Signore: Come primo piatto, il nostro cuoco ha preparato solo per voi: zuppa di patate, pane e cipolle. Invitato 1: Invitante! -Entrano i servi che distribuiscono il cibo -Il primo piatto viene consumato Dama: Presto, entrino lo scalco e il trinciante!

-Scalco e trinciante preparano il secondo piatto(tagliano la carne e la sporzionano nei piatti) Signore: Come secondo abbiamo selvaggina di ogni tipo tra cui anatra, maiale, lardo, galline e oche, il tutto accompagnato da formaggi e uova. (rivolto al coppiere) Serve dell’altro vino! Scalco: Subito mio signore! -Il coppiere serve altro vino e birra Invitato 1: Un pasto molto ricco vedo! Invitato 2: Un cibo davvero sublime, degno del Paradiso Invitato 1: Mai mangiato niente di più delizioso! Invitato 2: Colui che l’ha cucinato è veramente un mago della cucina! Signore: Si! Avete proprio ragione, che entri allora il mio cuoco personale. -Entra il cuoco

Cuoco: Eccomi al vostro servizio! Signore: I nostri invitati vorrebbero complimentarsi con voi.

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Invitato 1: Oggi abbiamo gustato delle prelibatezze mai assaggiate prima, la vostra arte è davvero sublime. Invitato 2: è proprio vero, il nostro ospite è davvero fortunato ad avere un cuoco come voi al suo servizio. Cuoco: Grazie signori, troppo gentili. (e si inchina per ringraziare) Signore: Grazie. Ringraziamo anche coloro che ci hanno servito!

Servi, Scalco e Trinciante: (inchino) Al vostro servizio! -Si mangiano frutta e bevande intanto che un giullare intrattiene Dama: (bisbiglio) Signore: Che bella idea mia cara, brindiamo al nostro banchetto. Salute! Invitati 1 e 2: Grazie, alla vostra! -Gli ospiti si avviano per uscire Invitato/a: Ottimo banchetto! Invitato/a: Grazie dell’ospitalità!

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 7- Classe 2 A : Biodiversità

Alice: Mamma, guarda in giardino, sta volando una farfalla!

Mamma: Oh, che bella! E’ veramente meravigliosa! Alice: Mamma, perché la farfalla viene nel nostro giardino e si posa sui fiori? Ha già così tanti colori! Mamma: Alice, su dai, che sciocchezze! Lo sai che le farfalle si nutrono del nettare dei fiori. E poi viene nel nostro giardino perché fa parte di un ecosistema. Alice: Ma, mamma, perché non esiste un mondo solo di farfalle? Mamma: Perché nel mondo esiste la biodiversità e ogni essere ha la sua ragione di vita! Infatti se il mondo fosse fatto solo di farfalle non ci saremmo né io né te, non esisterebbero i fiori, gli alberi, i cani, i gatti, non i cavalli, i lupi, gli orsi, le papere, le oche, le mucche, le zebre, gli gnu, i bisonti, le pecore, gli squali, i leoni, i camaleonti, i conigli, le lumache, gli scarafaggi, i ragni, i pavoni, le gru, le scimmie, le volpi, i cinghiali, i maiali, le galline, le formiche, , i criceti, gli elefanti, le gazzelle, le talpe, i coccodrilli, i due leocorni… beh no, forse i due leocorni no, ma insomma tutti gli esseri viventi … E’ per questo che non può e non deve esserci un mondo fatto da una sola specie perché deve essere equilibrato. Alice: Mamma, era una domanda così per chiedere…non ti ho chiesto la ricerca di scienze!

Escono

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 8 – Classe 2 B – Scoperte geografiche e cibi nell’immaginario popolare

Entrano un esploratore, uno studioso del Cinquecento, un indigeno del nuovo Mondo, un nobile e due contadini Studioso: L’evento che, nel lungo periodo, modificò completamente le abitudini alimentari europee fu la scoperta dell’America. Esploratore:siamo stati noi esploratori e conquistatori i primi a mostrare diffidenza e stupore verso piante, animali e cibi sconosciuti, tanto che sentimmo l’immediato bisogno di introdurre nel nuovo mondo animali e piante provenienti dall’Europa che ci consentissero di mantenere le nostre abitudini alimentari.

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Nobile: Sulle tavole degli europei giunse il mais (o granoturco), un cereale che Colombo stesso portò con sé fin dal primo viaggio, insieme con indiani ornati di piume e pappagalli variopinti. Esploratore: giungono anche patate, pomodori,peperone, peperoncino, fagiolini, cacao, caffè, arachidi, zucca, ananas, fragole tacchino…

Indigeno: in America arrivarono frumento, riso, banane, agrumi, caffè, canna da zucchero, buoi, pecore, polli, maiali e cavalli …

Studioso: Se però alcuni generi alimentari ebbero un’immediata diffusione ( i peperoni e i peperoncini, o i fagioli, o il tacchino) per altri alimenti, pur destinati a diventare essenziali nell’alimentazione europea, come il mais e la patata il processo fu molto più lungo e contrastato. Contadino 1: Anche la patata , originaria del Perù, si diffuse lentamente, soprattutto perché non si sapeva bene come cucinarla, ma quando si affermerà, diventerà un alimento fondamentale sulla tavola di noi poveri e una grande risorsa in caso di carestia. Ma questa è un’altra storia Contadino 2: Due, tre secoli saranno necessari perché si verificasse l’assimilazione dei nuovi alimenti americani alla

nostra dieta, sembravano così estranei rispetto ai nostri gusti! Nobile: i nuovi prodotti sembravano non servirci, potevano andare bene per decorare giardini, erano anche ritenuti velenosi, come la patata e il pomodoro! Studioso: gli Europei cominciarono a capire l’importanza dei nuovi prodotti sotto la molla della fame. Nobile: Fame? Noi nobili non sappiamo cosa sia. Sulle nostre tavole c’è cacciagione , gru e cigni sono squisiti , per non parlare dei pesci, soprattutto d'acqua dolce, in particolare le anguille Contadino 1: noi poveri invece sappiamo cos’è la FAME, siamo talmente denutriti da morire spesso di fame. Solo chi ha qualche mezzo può nutrirsi con pane, cipolle, aglio, cavoli, rape, carote, uova, frutta … La carne non la mangiamo mai, ce la sognamo …

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Contadino 2: … ci immaginiamo un luogo tutto da mangiare, un luogo straordinario, il paese di Cuccagna: una specie di mondo alla rovescia, dove si può trovare per strada, gratuitamente, ogni ben di Dio… Esploratore: come per raggiungere il nuovo mondo, anche per raggiungere Cuccagna bisogna andare verso ovest e superare il mare… ( esce cercando con l’ovest)

Contadino 1: A Cuccagna c’è una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stanno genti che cuociono maccaroni e raviuoli e poi li gettan giù, e chi più ne piglia più ne ha… Contadino 2: Colà non si lavora se non che per la Gola. Nei fiumi scorron latte e miele, oppure vin bianco e nero. Gli alberi fruttano formaggi e mortadelle. Quando grandina, dal cielo scendono confetti; qualor vi piove diluviano gli’intingoli di cacciagione. Ad ogni angolo c’è cibo pronto: busecca, gattafura, sfoglia, maccheroni, bucellai, salami, bigoncio…per dirla in breve ogni populo vi trova il proprio cibo. Contadino 1: le case son fatte di pesci, di salcicce, di formaggio e d’altre cose ghiotte. I muri sono dipinti in bianco con la ricotta e sono ornati di fegatini di pollo, salsicce e mortadella. Per le vie vi son tavole sempre imbandite d’ogni vivanda, a cui ognuno può liberamente mangiare ciò gli aggrada, senza mai pagare un becco di un quattrino. … Contadino 2: una mucca può partorire un vitello quotidianamente e le galline deporre 200 uova al giorno. Dalle miniere vengono estratti zucchero,dolci e marzapane Studioso: E un mondo idealizzato che segue schemi cari al Cinquecento e che rivela il sogno ideale di corpi ben nutriti, ben vestiti; è la terra promessa a tutti gli affamati che però sanno che è solo un sogno. Nobile: per tutto il Cinquecento e il Seicento noi signori abbiamo finanziato distribuzioni gratuite di cibo per i poveri affamati; cercavamo di far dimenticare, con la generosità di un giorno, la fame vera che per loro durava tutto il resto dell’anno. A Bologna, ad esempio, il 24 d’agosto dall’alto di un balcone o di una torre si lanciavano al popolo radunato in piazza … Contadino 1: … polli, cibarie, monete e, come gran finale, una porchetta arrostita, che la folla cercava di agguantare al volo, in un parapiglia indescrivibile di grida, urtoni e zuffe terrificanti. Nobile: si rovesciava poi sulla piazza anche il grasso bollente in cui era stata cotta la porchetta… Contadino 2: fra il fuggi fuggi generale e le risate di noi poveri affamati. Studioso: proprio di questo periodo è la creazione di personaggi letterari che raffigurano giganti che si abbuffano, come Gargantua e Pantagruel di Rableis o Margutte del Pulci Gargantua: ( voce fuori campo) Mangiare e ancora mangiare, vivre en paix, joie, santé, faisant toujours grande chère! Studioso: vivere in pace, gioia, salute, facendo sempre delle grandi abbuffate! Ecco il sogno di chi ha tanta fame!

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 8 - Classe 1B : cibo spazzatura

Entra una ragazza con sacchetti di patatine, bibite, merendine in un cesto, si mette in mezzo al palco e comincia a

tessere gli elogi dei prodotti spazzatura contenuti: Alessia: merendine, patatine, bibite zuccherate, bibite gassate, snack…ecco ciò che mi piace! Mamma: ( voce fuori campo) Alessia hai saltato ancora la colazione! Alessia: merendine, patatine, bibite zuccherate, bibite gassate, snack…ecco ciò che mi piace! Mamma: ( voce fuori campo) Alessia, la verdura! Alessia: merendine, patatine, bibite zuccherate, bibite gassate, snack…ecco ciò che mi piace! Mamma: ( voce fuori campo) Alessia, la frutta! Alessia: Uffa! Uffa! Uffa! Sono più buone merendine, patatine, bibite zuccherate, bibite gassate, snack…ecco ciò che mi piace!lo dicono i miei amici, lo dice la tivù… Mamma: ( voce fuori campo) Ma che posso fare? Entrano 3 ragazzi accompagnati da un medico

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Raga 1-2-3: ( insieme) Okkio alla salute! Ascolta Alessia … Medico: Il nostro apparato digerente è creato per digerire e assimilare carboidrati, grassi e proteine Siamo una macchina biologica e se utilizziamo carburanti diversi o sbagliati non faremo altro che rovinare nel medio e lungo termine la macchina stessa. Alessia: Ma io sono giovane, mangio quello che preferisco…patatine, brioches … Raga 1: Non sempre quello che preferiamo è salutare! Uno stile di vita sbagliato, crea adulti malati. Il consumo eccessivo di cibo spazzatura è la prima causa di sovrappeso e obesità Raga 2: In Italia i dati cominciano ad essere allarmanti: tra i 6 e i 17 anni il 20% dei ragazzi è sovrappeso e il 4% è già obeso Alessia: ( si guarda intorno, ma continua a guardare con golosità il suo cesto) Medico: Il pericolo non è solo l’obesità: moltissime sono le patologie legate al cibo spazzatura e ad una sbagliata

alimentazione. Infarto, ipertensione, arteriosclerosi, iperuricemia, ipertrigliceridemia … Raga 3: … diabete in chi è predisposto, sindrome metabolica, calcolosi renale … Alessia: appoggia il cesto per terra e si allontana di un passo Raga 1: calcolosi biliare, carie dentale, tumori all’intestino, allo stomaco … Medico: malattie degenerative del sistema nervoso come Parkinson, Alzheimer … Alessia: si allontana dal cesto Raga 2: allergie, asma, malattie della pelle, alterazioni ormonali … Medico: i problemi legati al sovrappeso e all’obesità si aggravano, anzi si decuplicano se alla cattiva alimentazione si combinano altri fattori di rischio: consumo di alcool, fumo di sigaretta e ridotto movimento Alessia: Quante malattie e quanti problemi legati al cibo spazzatura! Ma io sono ancora piccola! Raga 3: Fai attenzione perché le statistiche dicono che oltre il 60% dei bambini in sovrappeso prima della pubertà saranno in sovrappeso anche da adulti Raga 1: secondo l’OMS nel mondo ci sono circa 1miliardo e mezzo di adulti sovrappeso, di cui 200 milioni sono uomini e 300 milioni sono donne.

Raga 2: La condizione di eccesso di peso è infatti il quinto fattore di rischio per i decessi a livello mondiale, causando ogni anno la morte di circa 2,8 milioni di adulti. Medico: L’obesità oltre ad incidere sulla salue, pesa molto anche da un punto di vista economico. I costi sociali legati all'obesità ammontano a 23 miliardi di euro, di cui 11 a carico del Sistema sanitario nazionale. A questi poi si aggiungono i costi indiretti quantificabili intorno ai 65 miliardi di euro annui e rappresentanti da decessi, riduzione della produttività lavorativa, assenza dal lavoro, sussidi pensionistici e disoccupazione. Alessia: Mi avete convinto! Basta cibo spazzatura! ( dà un calcio alla cesta) Da oggi solo cibo naturale e sano e movimento fisico.

Raga 3: ( insieme) Brava Alessia! La soluzione è “mangiar sano, per crescere sano”! Alessia, i Raga 1-2-3 e il Medico: (escono dal centro della sala, cantando): Alessia da oggi mangia sano!

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 9– Classe 2 D – Cibo nel ‘700

Scena interno di una stalla o locale di cascina Personaggi 3 contadini: padre e due figli (Cecco e Berto)

CECCO: “Papà, ma è vero che i cibi che Cristoforo Colombo ha portato dall’America nel 1492 hanno impiegato due- trecento anni per essere utilizzati come veri alimenti dagli Europei?” PADRE: “Si, perché il cibo non serve solo a sfamarsi, ma anche a soddisfare un’insieme di bisogni culturali.” BERTO: “Allora com’erano usati questi cibi?”

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PADRE: “Come curiosità o come foraggi da bestiame. Solo le tremende carestie del ‘700 fecero cambiare idea agli europei.” CECCO: “Cioè è successo anche per il mais che noi produciamo?” PADRE: “Si, il mais portato in Europa nel 1493 non sostituì mai il grano nelle coltivazioni. Gli stessi nomi con cui il mais fu chiamato fanno capire che fu mentalmente assimilato al miglio e al sorgo: in Francia ancora adesso si chiama millet, in molti dialetti italiani melega. Furono usate anche denominazioni esotiche come grano rosso, grano turco, grano d’egitto, grano arabo. Il mais non fu mai utilizzato nella cucina “alta” e i contadini lo consideravano alimento più da bestie che da uomini.” BERTO: “Ma quando furono accettati i nuovi prodotti americani?” PADRE: “Nel ‘700, il secolo della fame, quando la popolazione europea aumentò in modo spaventoso: 145 milioni a metà settecento e 195 milioni sul finire del secolo. Le carestie si abbatterono sugli strati sociali più deboli. La prima carestia fu del 1709-10 e colpì tutta l’Europa, quella del 1739-41 mise in ginocchio la Francia e la Germania, quella del 1741-43 l’Inghilterra, quella del 1764-67 l’Italia e la Spagna e quella del 1771-74 il Nord Europa.” CECCO: “Ma papà quante notizie sai. E per quanto riguarda le patate?” PADRE: “Le patate, a parità di superficie coltivata, riescono a sfamare il triplo della popolazione. Le Accademie scientifiche si

ingegnarono per trovare un modo di sfamare le popolazioni e un concorso nel 1772 fu vinto da Parmantier che poi avrebbe inventato la famosa crema di patate. Tuttavia le patate chiamate tartufi bianchi rimasero per molto tempo considerate alimento per i maiali. Federico Guglielmo, re di Prussia, e suo figlio Federico Il Grande si sforzarono di introdurre la patata in Germania: tuttavia fu solo la Guerra dei Sette Anni e la carestia del 1770-72 che riuscirono a farla diventare alimento ancora oggi diffusissimo in Germaia.” BERTO: “Ahhhh che buone le patate fritte! Ma mi piacciono anche al forno e gli gnocchi!!!” PADRE: “Se fossi vissuto nel ‘700 non le avresti mangiate, perché la polpa era acida, acquosa e il contenuto della tossina, la solanina, era alto e pericoloso, se assunto in grande quantità. Fu solo nell’800 che divenne un alimento per i ricchi. Il mais invece restò sempre un alimento povero. Guarda caso ancora oggi si cerca di farne una materia prima per produrre alcool per carburanti piuttosto che utilizzarlo come alimento per debellare la fame nel mondo.”

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 9 - Classe 2D : la carestia

C’è un’amica mia

che ha la zia di nome carestia. Quando la gente la va a trovare la zia non lascia niente da mangiare. Carestia viaggia sempre in compagnia nei paesi senza democrazia. La zia carestia dalle vacanze va via solo se il cibo più non c’è! Zia carestia tanti anni ha di gloria ed ha fatto disastri anche nella storia! Carestia nell’Egitto ha prosciugato il Nilo fitto.

Carestia nel Settecento ha fatto danni al frumento! Per non parlare della rivoluzione ha fatto di cibo poca razione! Carestia combina guai che non si ferma mai. Noi speriamo che un buon dì

se ne vada via da qui. Dalla Terra scappi via con sorella malinconia. E magari vada su Marte che sicuro non si fa da parte. Da prosciugare non c’è più niente carestia addormentati felicemente

Esce la lettrice

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CORO: Canto sardo sulla ricotta

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 10 – Classe 2 C – Storia del pane dal ‘700

Il racconto si svolge in una cascina in campagna nella località di VillaSimius, una cittadella in Sardegna. Andrea arriva a casa dei suoi nonni per il pranzo domenicale. La nonna sforna una teglia di taralli che offre come accompagnamento all’antipasto Andrea: Nonna, sono buonissimi! Mi racconti la loro storia? Nonna: Pensa, i taralli sono nati nel 1700. Quelli che stai mangiando sono formati da un anello di pasta non lievitata e cotta in forno. L’ impasto è composto da farina, acqua o vino, olio e sale. Andrea: Ma esisteva solo questo tipo di tarallo? Nonna: No, erano famosi quelli al pepe, ciambelle fatte con acqua e farina a cui vengono aggiunti, strutto e pepe. Venivano successivamente cotte in forno a legna. Queste ciambelle sono due file di pasta a cui viene data la forma circolare. Andrea: Ma io ho sentito che il pane deve lievitare prima di essere cotto! Nonna: Hai ragione! La lievitazione consiste nel mescolare e impastare la farina di forza con acqua,malto e lievito fino ad ottenere un impasto piuttosto sostenuto. Per fare in modo che questo pane lieviti, nelle grandi produzioni deve riposare almeno 16 ore, ma se lo vuoi preparare a casa, deve riposare solo 2-3 ore. Entra il nonno Carlo Nonno: Di cosa state parlando? Andrea: La nonna mi sta raccontando quello che sa sul pane! Nonno: Ma la sai la storia del pane nel rinascimento, visto che lo stai studiando a scuola? Andrea: No, me la racconti? Nonno: Nel Rinascimento il pane bianco di frumento era mangiato dai ricchi, mentre il pane nero di crusca o d’avena era mangiato dai contadini e dalla gente povera. Andrea: Ma a quell’ epoca come si macinava il grano? Nonno: Il sistema più diffuso per macinare il grano era quello romano del mulino ad acqua. Chi comprava la farina e infornava il pane nei forni pubblici, doveva pagare una tassa. Andrea: Perché si doveva pagare una tassa? Nonno: Perché costruire il mulino e i forni era molto costoso. Chi non aveva molti soldi a disposizione cercava di macinare il grano o infornare il pane durante la notte proprio per non pagare queste tasse. Arrivata l’ora di pranzo, il bambino si siede a tavola e nota del pane piatto e croccante e del pane dal colore giallastro… Andrea: Qualcuno mi racconta del pane giallo? Nonna: Il pane giallo è un pane tipico lombardo, ha una forma rotonda e viene confezionato con il 70% di farina di mais e con il restante 30% di farina di frumento, acqua, sale e lievito. E’ croccante esternamente e morbido dentro, di colore giallo all’interno, risulta ruvido al palato. Si prepara impastando gli ingredienti, dandogli la forma rotonda di pagnotta e lasciandolo lievitare per 20 minuti. La cottura avviene in forno aperto. Il pane giallo è particolarmente gustoso. E’ indicato caldo per accompagnare i formaggi, come stai facendo tu, o nel classico caffé e latte. Andrea assaggia quel pane piatto di cui non sapeva il nome… Andrea: Buono questo pane come si chiama?

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Nonno: Questo è il pane carasau, ma viene chiamato anche “carta da musica” per il rumore che fa quando si mastica. Quando ero piccolo io questo era l’ unico pane che si mangiava perché la mia famiglia non era molto ricca e non poteva permettersi gli altri tipi di pane, più elaborati e costosi. Devi sapere che all’ epoca non era come oggi. Adesso vai al più vicino supermercato e compri tutto quello che ti serve, invece allora bisognava fare molta strada per comprare ingredienti semplici come acqua, farina, lievito e sale.

Ricordo come se fosse ieri che quando mi alzavo al mattino la casa era inondata dall’odore del pane appena sfornato, ma ancora più impresso nella mia mente è rimasto il suo sapore croccante. Andrea: Ma come veniva preparato? Nonno: Mia mamma scioglieva il lievito nell’ acqua e il sale in altra acqua e poi aggiungeva l’ ottenuto alla farina che bisognava impastare fino ad ottenere un composto morbido e asciutto; poi si divideva l’ impasto in vari pezzi e si disponevano su una spianatoia per farli lievitare per 3-4 ore. Poi con un attrezzo simile al mattarello si ricavavano delle sfoglie sottili, infine si disponevano su una teglia infarinata con farina di grano duro. Si infornavano per pochi minuti e si sfornavano velocemente dividendo con un coltello la parte superiore da quella inferiore così da ottenere due sfoglie separate. Poi si disponevano su delle teglie e venivano rinfornate per farle diventare croccanti. Andrea: Grazie nonni, adesso avrò delle storie speciali da raccontare! E’ così che il pranzo domenicale si concluse al meglio

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 10 - Classe 3D : impronta ecologica

Voce fuori campo: Pianeta Terra; anno 2198.

Entrano due ragazzi: uno da destra, l'altro da sinistra. Uno ha in mano una lettera. Segretario: Signor Ministro, è arrivata una lettera dal pianeta Nek. Ministro: Dal pianeta Nek? E cosa dice? Segretario: Gliela leggo? Ministro: Certo, mi sembra logico! Allora, sentiamo.... Segretario: (Legge la lettera)Egregi abitanti del pianeta Terra, la presente ha lo scopo di avvisarvi che il vostro stile di vita e la vostra imprudenza stanno rovinando le nostre attivitàò quotidiane e minando il nostro sistema di trasporti. Ogni giorno milioni di abitanti del nostro pianeta rischiano la vita per colpa vostra! Ministro: Rischiano la vita per colpa nostra? Ma cosa dice? Segretario: Io non lo so: sto solo leggendo Ministro: Va' bene, continui...

Segretario: (Riprende la lettura) Allora... Le vostre esagerate emissioni di gas tossici nell'atmosfera stanno creando un vortice proprio vicini alla via che percorriamo ogni giorno per passare dall'altra parte della galassia e raggiungere gli altri pianeti. Questo minaccia di risucchiare noi e i nostri veicoli. Essendo il nostro pianeta "Ambasciatore della galassia" ha il compito di monitorare la situazione ambientale presente sugli altri globi e i nostri osservatori ci stanno segnalando terribili situazioni che mettono in pericolo anche la vostra incolumità. Ministro: Che esagerazione! Quali saranno mai queste "terribili situazioni"? Segretario: Continuo a leggere? Ministro: Certo, certo, continui... Segretario: (Continua a leggere) Ognuno di voi produce quintali di spazzatura, quantità enormi di anidride carbonica e, quel che è peggio, non sapete sfruttare le migliaia di ettari di bosco che potrebbero ridurre le dispersioni di

CO2:sembra vi divertiate a disboscare e a veder avanzare il deserto! Abbiamo calcolato che ogni abitante consuma di circa due ettari di Terra per sostenere le sue attivtà, mentre ne ha a disposizione molto meno. Prendete esempio da noi: la nostra impronta ecologica è quasi pari allo zero.

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Ministro: Be', non credevo che fossimo giunti a questo punto: bisogna intervenire! Ma cosa possiamo fare?

Segretario: Credo che qui ci siano anche dei suggerimenti...Continuo? Ministro: Ma certo che deve continuare! Che domande! Segretario: Ecco, infatti... Il nostro titolo di Ambasciatore prevede che i pianeti sovra inquinati ricevano aiuti e consigli: potete limitare l'uso dell'automobile,fare la raccolta differenziata in modo serio e attento, evitare di sprecare l'acqua e immettere nell'ambiente sostanze inquinanti. Inoltre, per ridurre la vostra impronta ecologica, potreste assumere meno carne, preferire vegetali di stagione e locali e utilizzare prodotti acquistati in modo più responsabile. Vuole che legga anche l'ultima frase? Ministro: Su, finisca! Segretario: Insomma Terrestri, non siate cocciuti, se proprio non volete farlo per noi, fatelo per voi stessi! Ministro: Ci hanno dato una bella strigliata! Ma hanno proprio ragione: dobbiamo cambiare stile di vita! Forza, segretario, andiamo : abbiamo molto lavoro da fare!

Escono insieme di scena

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 11 – Classe 3 A– Cibo dell’Ottocento

1800 - Rivoluzione industriale – nascono i processi di conservazione alimentare- UN ESEMPIO DELLA STORIA ITALIANA :IL POMODORO IL FRUTTO DELLA ” CONSERVAZIONE”

Agli inizi del secolo scorso, in moltissime località del mezzogiorno d'Italia, il mese di agosto era caratterizzato da lunghe tavole ricoperte di pomodori spaccati e da grandi recipienti colmi di succo. I pomodori della qualità "fiaschella", possibilmente San Marzano, dopo essere stati cosparsi di sale, venivano lasciati ad essiccare e poi passati al setaccio, ricavandone una salsa densa, che si custodiva in piatti di terraglia esposti al sole, dal mattino al tramonto, per parecchi giorni. Divenuta solida e scura, la conserva veniva riposta in vasi di creta o di vetro, ricoperti con foglie di fico o di basilico e sigillati con la carta pergamena. Oggi è rarissima in città, come in campagna, la confezione artigianale della conserva, mentre è ancora diffusa nel mezzogiorno la conservazione del pomodoro in bottiglia.

Allorquando il pomodoro entrò di prepotenza nella tradizione culinaria del nostro paese, la fantasia ed l'ingegnosità popolare furono alla base dell'intuizione di conservare il prezioso prodotto, dando luogo, nell'800, alla prima trasformazione artigianale della bacca. Filippo Re nel 1811 descriveva infatti, dettagliatamente, i requisiti per la preparazione della "conserva nera che viene adoperata moltissimo per manicaretti per tutto l'anno". D'altro canto, Nicolas Appert, nello stesso periodo, cioè tra la fine del '700 e i primi dell'800, effettuò una serie di sperimentazioni, che avevano alla base lo sfruttamento del calore per la conservazione degli alimenti, grazie all'uso di contenitori ermetici che, sterilizzati, avrebbero dovuto garantire la preservazione del contenuto. Il rivoluzionario principio, di per sé valido, incontrò numerose difficoltà, a causa della mancanza di tenuta e di robustezza dei recipienti, che metteva in discussione il grado di inalterabilità del prodotto. In Inghilterra, invece, si diffusero ben presto nei negozi gli alimenti in scatola, grazie all'uso della banda stagnata. Ma le brillanti intuizioni di Appert ed i principi attinti dalla tradizione popolare trovarono un referente ingegnoso e dinamico in Francesco Cirio, che decise di provvedere industrialmente a conservare i prodotti della campagna all'epoca di maturazione, per poi venderli tutto l'anno. Nel 1867, all'esposizione di Parigi, il suo metodo ottenne la consacrazione ufficiale, come una delle più utili invenzioni moderne, ed un'apposita legge, varata dal ministro De Pretis nel 1885, gli consentì, con l'applicazione di una tariffa ferroviaria ridotta, di trasportare, su migliaia di vagoni bianchi, rossi e verdi, i suoi prodotti in tutta

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l'Europa. Anche il pomodoro conquistò così un suo posto tra i generi alimentari di cui si poteva godere in tutte le stagioni. Il primo esempio di complesso industriale dedito alla produzione del concentrato sorse a Parma e si deve a Soleri, inventore della tecnologia di trasformazione. Alla fine dell'800 si erano sviluppate due aree interessate ad insediamenti di industrializzazione: una meridionale che abbracciava la Campania, la Puglia e la Sicilia e l'altra situata nelle province di Parma e Piacenza. Lo sviluppo progressivo delle tecniche di trasformazione provocò la dilatazione della coltivazione da familiare ad industriale, innestando un processo di espansione del pomodoro, che lo avrebbe portato a collocarsi tra i prodotti agricoli, quantitativamente ed economicamente più significativi per il mercato.

Escono

CORO : La Bella Gigogin

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 12 – Classe 3 C – Cibo nella 1^ Guerra Mondiale

Studente - Per la mia tesi di laurea ho fatto una ricerca su cosa si mangiava nel territorio del Montello e del fiume Piave, in provincia di Treviso, durante la Prima Guerra Mondiale e negli anni immediatamente successivi. Questo territorio è sempre stato povero e lo diventò ancora di più durante e dopo la Guerra. Negli anni 1917 e ’18, dopo la disfatta di Caporetto, fu occupato dalle truppe italiane in ritirata verso il Piave. La gente continuava a viverci, tra mille difficoltà. Ho intervistato una cinquantina di persone anziane, che ricordano ancora come si viveva in quegli anni difficili. Con grande sorpresa, raramente nelle interviste ho sentito pronunciare la parola <fame>, che oggi invece si usa spesso a sproposito. Dalle interviste si intuisce che chi ha provato davvero la fame non vuole più sentirne parlare.

Intervista A Tre volte al giorno si mangiava la polenta, la polenta era l’alimento base della nostra alimentazione Intervista B Coltivavamo esclusivamente mais, perché dava rese più alte di tutti gli altri cereali . Quindi dipendevamo dal mais e dalla polenta in tutto e per tutto Intervista C La vita era dura . La polenta ci ha fatto sopravvivere. Ogni giorno per 3 volte al giorno una polenta nel mezzo della tavola. La polenta era gioia e dolore, poiché riempiva la pancia, ma ti portava anche a star male come mai in tutta la tua vita perché ti faceva ammalare di pellagra. Vocabolario : Pellagra : “Malattia causata da carenza alimentare di vitamina PP e di triptofano, caratterizzata da disturbi a carico dell’apparato digerente, da disturbi nervosi e psichici e soprattutto da lesioni cutanee. Fino all’inizio del XX secolo la pellagra era molto diffusa specialmente tra le popolazioni povere di alcune regioni (Veneto e Lombardia) la cui alimentazione era a base di mais” Studente - La cura dei pellagrosi consisteva in cicli di alimentazione speciale presso le Locande Sanitarie , nelle quali i malati ricevevano un’alimentazione più sana per due periodi l’anno di cinquanta giorni ciascuno: un pasto al giorno costituito da minestra (1/2 litro), pane (200 g), carne lessa senz’osso (80 g) e vino (1/4 litro). Ai ragazzi spettava metà razione.

Inoltre alle famiglie povere con pellagrosi veniva riconosciuta dai Comuni la concessione gratuita di sale. Intervista A Le verdure erano abbondanti, una su tutte il radicchio di Treviso Intervista B La vita era divisa in stagioni: tre mesi patate e fagioli, tre mesi polenta e salame, tre mesi erbe cotte e radicchio e tre mesi frutta e verdura.

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Intervista C . Piantavamo meloni e per cena c’era pane, melone e anguria. Il pane vecchio si inzuppava nell’acqua del melone. Studente La verdura e la frutta si accompagnavano all’ immancabile polenta e latte. Al latte veniva aggiunta dell’acqua per riempire di più lo stomaco .

Il maiale si macellava d’inverno in modo che il freddo conservasse la carne . Intervista A Del maiale si mangiavano anche le orecchie, il muso, le zampe e la coda. Le ossa si lessavano per recuperare la carne. La pelle del maiale si macinava per farne il cotechino e con l’unto che restava si friggeva.

Intervista B. Con l’acqua di cottura del cotechino, si faceva la minestra Intervista C Il sangue veniva immerso in acqua bollente, cotto e raccolto all’interno di un budello; oppure era utilizzato per una specie di torta dolce con zucchero e fichi secchi. Intervista A Le galline erano più utili per le uova che non per la loro carne. Le uova costituivano un’importantissima risorsa e il principale mezzo di scambio e acquisto della merce. Studente La prima guerra mondiale ha rappresentato il periodo di maggior sofferenza . Durante la guerra veniva mangiato tutto ciò che si riteneva commestibile. . Intervista A. Si mangiavano gli scarti dei militari sulla linea del Piave. Quando i soldati uccidevano un capo di bestiame, la coda, gli arti, la testa venivano divise fra tutte le famiglie vicine Intervista B Molte famiglie senza nulla da mangiare erano costrette a trovare corpi di soldati senza vita nel Piave, nella speranza che indosso ad essi vi fosse qualcosa da mangiare o qualche vestito pesante con cui potersi scaldare. Intervista C I gatti venivano cucinati come se fossero conigli. Delle volte si mangiavano anche i ricci e i colombi.

Studente - L’utilizzo del gatto divenne così frequente nel periodo fra le due guerre mondiali che nel 1943, per il notevole aumento di topi, i prefetti firmarono un decreto che vietava l’uccisione dei gatti . Intervista A Il pane lo si mangiava solamente nelle grandi feste. Era un bene di lusso, anche se grezzo e di macinatura grossolana . Una pagnotta durava fino a otto giorni. Studente Tutto il cibo attorno alla polenta era accessorio, solo una cosa non lo era: il vino. La damigiana o la caraffa di vino non mancavano mai sulle tavole delle famiglie, anche se mancava il cibo. Intervista A. Il padrone di casa riempiva sempre una caraffa di vino, che ci fosse o meno da mangiare Intervista B C’ erano principalmente tre qualità di vino: il vin rosso (dall’uva nera americana), il vin picolo (vino con aggiunta di acqua) e il vin eterno (gli ultimi residui del fondo del vino con l’aggiunta di acqua).

Intervista C: Il vino era antibatterico e calmava la fame; era un modo per allontanare il malessere di quel tempo.

Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” PILLOLA 12- Classe 1 E : Spreco

Contro lo spreco ambientale

L’acqua esce chiara dalla sorgente e disseta piante, animali e ogni essere vivente. Nasce pura pura e fa parte della natura; è preziosa, è ora blu; trattala come un tesoro e non sprecarne più. Se non la sprecherai una bella vita avrai. Al lavoro, al lavoro la natura è come l’oro! Ricicla, ricicla di più e salverai le vite che son quaggiù Se risparmiare vorrai delle regole seguir dovrai Per esempio se al posto del bagno la doccia farai meno acqua userai; se con cura queste regole seguirai non te ne pentirai e un mondo più bello avrai! Ricorda che fa male sprecare inutilmente, meglio riciclare e risparmiare!! Per evitare futuri mali non sprecare le risorse naturali. Non sprecare ciò che puoi usare, c’è la natura da salvare, ricordati che puoi riciclare. Non sprecare, devi riutilizzare e potresti riciclare

Escono

Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte sinistra ( rispetto al pubblico)

Scena 13 – Classe 3 D – Cibo durante 2^ guerra mondiale

Entrano in scena un giornalista e 4 testimoni vissuti nel periodo della seconda guerra mondiale. Si siedono su alcune sedie poste a semicerchio. Giornalista: Buonasera a tutti. Come i nostri ascoltatori già sanno, ci stiamo occupando di come è cambiato nel tempo il modo di alimentarci nel nostro paese. Questa sera siamo felici di potervi far ascoltare le testimonianze di chi ha vissuto un periodo veramente difficile per ciò che riguarda il cibo: stiamo parlando degli anni della seconda guerra mondiale. Bene, signora , lei era molto piccola in quel periodo, cosa ricorda? I Testimone: Sono molti i ricordi, ma mi è rimasta particolarmente impressa la merenda, se vuole chiamarla così, perché ero in collegio e allora ci davano l’olio di fegato di merluzzo, che fa molto bene ai bambini, contiene vitamine, ha delle proprietà nutrienti che servono per le ossa e la crescita, sa a quei tempi non c’era tanto da mangiare! E noi lo prendevamo volentieri, anche se è cattivo, perché subito dopo ci davano un pezzettino di pane, e allora lo bevevi per poter mangiare il pane. La nostra merenda era quella lì. Giornalista: Allora si potevano fare acquisti solo con la tessera annonaria, vero? II testimone: Certo, la tessera era mensile. E se finivi la tessera stavi senza. Non mangiavi più. Non avevi diritto ad acquistare altro. Tutte le volte che andavamo a comperare, tagliavano un pezzetto, un tagliandino.

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III Testimone: La tessera ce la dava il Comune, staccavano il bollino ad ogni prodotto che tu acquistavi, il negoziante tagliava il pezzetto, e non avevi più diritto a comprare dell’altro, ecco, per quel giorno, per il pane un bollino, per il latte l’altro bollino, ecc. Si facevano le code per aspettare , delle code di ore prima che arrivasse per esempio il bidone del latte, e poi ce ne davano un quartino a testa, mica tanto di più. E nel mestolino con cui si versava il latte, poi si metteva un po’ d’acqua per risciacquarlo e per aggiungerne: non si sprecava niente, tutto era necessario. IV Testimone: Chi viveva in campagna, era un po' più fortunato perché aveva di che vivere, mentre in città con la tessera annonaria si riceveva poco e niente. Si prendeva un pezzetto di pane, una pagnotta a testa, e si doveva mangiare nella giornata, perché il giorno dopo non si poteva più mangiare, che era durissimo e nero. Per questo mio papà e mia mamma andavano in bicicletta dai contadini a comprare una pagnottina bianca, perché noi mangiavamo pane nero, nero veramente, era fatto di non so che cosa. I contadini se lo facevano loro il pane in casa e avevano il pane bianco perché avevano la loro farina Giornalista:Chi non riusciva ad avere il pane, cosa mangiava?

II Testimone: Chi aveva la fortuna di avere la farina, faceva la polenta, la polenta a volte la si mangiava anche con il caffelatte, pensate un po’; poi parlo di caffè però forse ho sbagliato dicendo caffè: Era un surrogato di caffè, un insieme di semi che ti faceva un caffè. Addirittura con le bucce delle arance si faceva il caffè, mia mamma prendeva il mandarino o l’arancio, lo sbucciava, poi metteva sulla stufa le bucce e le faceva abbrustolite, venivano come nere, poi c’era il macinacaffè, lo macinava, con il macinacaffè, non elettrico a mano, e poi veniva fuori come una polverina nera e con quello mia mamma faceva il caffè III Testimone: Anche la polenta veniva divisa per le persone in famiglia. Io mi ricordo, avevo già un’età in cui avevo una fame incredibile, allora cercavo di sedermi sempre vicino al tagliere dove mia mamma affettava la polenta. Io mi mettevo lì perché, allora la polenta si tagliava non con il coltello ma si tagliava con il filo, rimaneva sempre un po’ di

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crosta, sul tagliere, e allora appena aveva tagliato la fetta di polenta mi prendevo quel pezzo che rimaneva e me lo mettevo sul piatto per mangiare qualcosa in più. I Testimone: La minestra c’era. Beh, una minestra fatta con un po’ di questo e un po’ di quello, quello che avevano anche, lunga, lunga. La carne c’era una volta la settimana sì e no. La minestra si ricavava solo esclusivamente dalle

verdure, verdure sì se c’erano, ma si usavano tutte le verdure commestibili che si potevano trovare, nei prati, sia selvatiche che coltivate, ogni cosa era buona. Testimone IV: Chi aveva l'orto cercava di sfruttarlo al meglio: ci piantava le patate che poi si condivano con il lardo del maiale sciolto, quando c'era. Giornalista: E' un quadro veramente tragico, per noi, oggi, quasi inimmaginabile. Ma per concludere: quale cibo vi è mancato di più? Testimone III: La carne era il cibo che desideravamo di più! E il pane, per me il pane! Ho sofferto talmente tanto la mancanza del pane che oggi come oggi metto ancora tanto pane in tavola perché mi sembra di rivivere. Sì, sì, non posso vedere il tavolo senza pane. Io lascio il cioccolato, un bignè per una bella pagnottina di pane .. Giornalista: Bene, ringraziamo i nostri testimoni e cerchiamo di fare tesoro delle loro parole. Buonasera a tutti.

Si alzano ed escono.

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” Entra ragazzo/a con triangolo: suonando il triangolo attraversa il palco e si colloca alla parte destra ( rispetto al pubblico)

Scena 14 – Classe 3 B – Summit Mondiale dei Capi di Stato

Giornalista: 1992, Summit Mondiale dei Capi di Stato e di Governo a Rio de Janeiro: si discute del futuro del Pianeta

Presidente del Brasile: Benvenuti in Brasile! Spero che l’accoglienza sia stata ottimale! Ora però dobbiamo parlare della precaria salute della Terra. Presidente Francese: Grazie per averci accolto, ma oggi non siamo qui per festeggiare dato che il mondo è molto malato. L’inquinamento diventa sempre pericoloso per la salute umana e la degradazione delle risorse ambientali minaccia anche la disponibilità di cibo per i popoli. Primo Ministro Italiano: Si, è vero. Dobbiamo cercare di salvaguardare l’ambiente per le generazioni future. Primo Ministro inglese: Una cosa importantissima da tutelare è la biodiversità, dobbiamo cercare di proteggerla dal crescente inquinamento. Preservare la biodiversità significa infatti aver più varietà di frutta e verdura, di cereali, di carne da utilizzare in cucina. Ogni specie vegetale e animale è l’espressione di un territorio e della sua unicità e diversità. Preservare la biodiversità significa, dunque, anche conservare le tradizioni culturali e il patrimonio artigianale di tecniche di lavorazione e produzione legate alla varietà di alimenti presenti sul territorio. Presidente Stati Uniti d’America: Dobbiamo ridurre il consumo e lo spreco di risorse che reca un grave danno

all’ambiente e all’umanità. Ad esempio bisogna porre un freno alla pesca indiscriminata o all’uso massiccio dei fertilizzanti in agricoltura. Primo Ministro giapponese: E vero, caro amico inglese. Bisogna anche tener conto del danno culturale ed economico perché lo spreco di risorse e la perdita di biodioversità comporta anche una perdita di valori e tradizioni. Presidente Francese: Aggiungo anche il danno al patrimonio genetico, che può compromettere in futuro l’evoluzione. Presidente Brasile: Benissimo, cari colleghi. Abbiamo capito da questo incontro che non bisognerà più fare a gara per prevalere economicamente sugli altri Paesi ma al contrario dovremo farci concorrenza nel diventare il Paese più pulito e attento all’uso delle risorse ambientali e alimentari.

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Gli attori escono

Stacchetto: Ritornello “Pappa al pomodoro” Scena finale Salgono sul palco i 5 ragazzi- guide e si dispongono in semicerchio

R.2: siamo arrivati alla fine del nostro viaggio, speriamo di esservi stati utili e che tornando a casa guardiate il cibo con occhi diversi. R.3: con RISPETTO: soprattutto senza sprecarlo e senza denigrarlo. R.4: Con INTELLIGENZA: scegliendo i cibi genuini che ci fanno bene e riconoscendo il cibo spazzatura. R.5: Con SOSTENIBILITA’: per lasciare un ambiente pulito ed integro a chi verrà dopo di noi. R.1: con GRATITUDINE: pensando a chi, ancora oggi,non ne ha abbastanza. R.1-2-3-4-5: ( insieme): Buon cibo a tutti! I Ragazzi rimangono sul palco mentre c’è la musica MUSICA: Pappa al pomodoro Tutti gli attori sul palcoscenico a cantare

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Bibliografia

Tutte le informazioni utilizzate nel testo del copione sono state tratte da vari siti Internet

attraverso un lavoro di ricerca effettuato dagli alunni e dai docenti.

Le informazioni sono state poi rielaborate dagli insegnanti e adattate alla rappresentazione

scenica.