Il corriere della sera

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Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 Roma, Piazza Venezia 5 Tel. 06 688281 Del lunedì www.corriere.it SERVONO UN ESECUTIVO E UNA MAGGIORANZA L’AUTOSTIMA NON BASTA PIÙ di GIAN ANTONIO STELLA «A nche a Dio piace sentir suonare le campane», ammiccò un secolo e mezzo fa il poeta e diplomatico Al- phonse Marie Louis de La- martine. Sono galeotti, pe- rò, i troppi elogi: prima o poi arriva sempre il mo- mento in cui ti vengono ri- baltati contro. E se Mario Monti ancora è ferito dalle ironie feroci sul tormento- ne della sua sobrietà (c’è chi si avventurò a scrivere che alla domanda sul nome del suo cane aveva risposto «no comment»), Matteo Renzi può scommettere che gli verranno rinfacciate scam- panate varie, su tutte quella di essere «un magnifico in- crocio tra Pico della Miran- dola e Niccolò Machiavelli». Bum! Il neo-capo del governo dovrebbe perciò render grazie agli sketch di Mauri- zio Crozza o a Max Paiella che a «Il ruggito del coni- glio» si è inventato una can- zonetta che ride della sua «fissa» del calendario: «Sì, sì, che bel calendario / nes- suno ha mai avuto un pro- gramma più vario / ogni mese, ogni mese, quante sorprese!». Il rischio più grosso che corre l’ex sindaco fiorenti- no, infatti, è quello di ripe- tere lo stesso errore di tanti suoi predecessori. Quello di pensare, partendo da un buon gruzzolo di consensi personali (sia pure non convalidati da un passaggio elettorale) e da una dose esuberante di autostima (che in politica fino a un certo punto può essere per- fino una virtù: nessuno ti segue se non credi tu per primo in te stesso), di poter supplire anche a eventuali debolezze di questo o quel giocatore della squadra. Nella convinzione di saper tappare ora questo, ora quel buco. Non è stato così, in passato. Neppure quando erano in sella uomini che, allora, parevano dotati di non minore carisma. Da Fanfani a Craxi, da D’Alema a Berlusconi. Ricordate il Cavaliere? Via via che perdeva per stra- da un ministro e ne prende- va il posto ad interim, spie- gava d’esser l’uomo ideale agli Esteri («resterò finché non troverò una persona ca- pace di sostituirmi») e l’ide- ale all’Economia e l’ideale allo Sviluppo economico… E nella foga del «ghe pensi mi» spiegò che Pietro Lu- nardi gli aveva chiesto una mano al ministero delle In- frastrutture al quale avreb- be dedicato «un giorno alla settimana»… Risultati? Mah… Meglio un’orchestra dove il direttore fa il diretto- re, il pianista il pianista e l’oboista l’oboista. La spe- ranza, quindi, è che a di- spetto del modo in cui è na- to il nuovo esecutivo e delle diffidenze per questa o quella figura che appaiono davvero fragili a fronte del- l’impegno titanico, Renzi li abbia davvero indovinati tutti, i suoi principali com- pagni di viaggio. Al premier che si presen- ta oggi al Senato viene chie- sto infatti molto più che ai predecessori. Viene chie- sto, come lui stesso ha pro- messo mille volte prima, di «cambiare l’Italia». Un im- pegno che farebbe tremare le vene e i polsi pure a un governo di statisti e fuori- classe. Immaginiamo l’obiezione: l’assalto al cielo potrebbe riuscire proprio a un manipolo di giovani più freschi. Può darsi. Non per altro, su molti punti, fa il ti- fo anche chi renziano non è. Purché il presidente del Consiglio si liberi della «fis- sa» del record (il primo in questo, in quello, in quel- l’altro…) e della tentazione di piacere a tutti. Non ci ser- ve un recordman. Ci servo- no un governo (non un uo- mo: un governo) e una mag- gioranza che facciano final- mente, in tempi ragionevoli ma stretti, le cose che vanno fatte. Lasciandoci alle spalle la stagione degli annunci. © RIPRODUZIONE RISERVATA 9 771120 498008 40 2 2 4> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano L’obiettivo sono ragazze su Facebook, 40 denunciati. Il reato contestato è stalking Caccia ai ladri d’identità (digitale) Lo studio Istat Uomini & donne Come è difficile calcolare il capitale umano di DARIO DI VICO A PAGINA 27 di GIUSI FASANO I n maggioranza sono ragazze o donne le vittime del «furto d’identità» realizzato su Internet attraverso la creazione di un falso profilo Facebook. Almeno quaran- ta denunce negli ultimi mesi a Ge- nova. La Procura ha aperto diversi fascicoli per molestie e stalking. Il caso più clamoroso è quello della giovanissima il cui numero di cel- lulare è stato postato su siti erotici da un ex fidanzato che voleva ven- dicarsi di presunti torti. A PAGINA 19 Dellacasa Vaticano «No agli intrighi e alle cordate» Il Papa richiama i cardinali di GIAN GUIDO VECCHI A PAGINA 23 - A PAGINA 34 Luigi Accattoli Sanremo 2014 Fazio: «Un errore rifare noi stessi» Speciale Moda Fiori, colori, ottimismo La grande freschezza R. Franco e A. Laffranchi a pagina 37 Domani in omaggio con il Corriere Dividendi Ecco le blue chip che offrono di più Barrì, Marvelli, Sabella nel supplemento CorrierEconomia Oggi su Il ministro Lupi: noi contrari a colpire il risparmio. Oggi la fiducia a Renzi al Senato, sì anche da Civati Prelievo sui Bot, primo scoglio Delrio: agire sulle rendite. Poi la nota: nessuna nuova tassa Riforme e alleanze LA L EGGE E LETTORALE È ANCORA URGENTE? di MICHELE AINIS I l gabinetto Renzi I ha appena prestato giuramento nelle mani di Napolitano. Ora giuri di dire la verità, tutta la verità, sulle riforme. A partire da quella più essenziale: la legge elettorale. Volete farla o no, questa riforma sempre promessa e sempre rinviata alle calende greche? A tendere l’orecchio, sullo sfondo già echeggia la risposta: sì, ma senza fretta. Anche se il mese scorso proprio Renzi aveva messo fretta agli altri partiti e partitini. Anche se ci aveva garantito di sbrigare la faccenda in un baleno. CONTINUA A PAGINA 34 Giannelli Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Delrio, esclude la patrimonia- le, ma non l’aumento del prelievo sui Bot. In serata, nota del governo: rimodulazio- ne, nessuna nuova tassa. Il ministro Lupi: contrari a colpire il risparmio. Oggi in Se- nato il primo voto di fiducia al governo. DA PAGINA 2 A PAGINA 13 SUBITO 4 MILIARDI DI T AGLI ALLA S PESA di ENRICO MARRO N on sono le rendite la leva sulla qua- le conta il governo per rilanciare l’economia, ma la revisione della spesa pubblica. Secondo il commissario Carlo Cottarelli, già nel 2014 si potrebbero tagliare almeno 4 miliardi di euro. A PAGINA 3 In primo piano Amato: addio élite ma non tutti i vecchi sono da rottamare di ALDO CAZZULLO A PAGINA 9 Il sondaggio: 2 su 3 favorevoli a sforare il tetto sul deficit di NANDO PAGNONCELLI A PAGINA 6 Sochi, i Giochi si chiudono citando il disguido d’apertura Un cerchio spento, finale autoironico di PAOLO VALENTINO A l Fisht Stadium di Sochi, ieri sera, cerimonia conclusiva dell’Olimpiade invernale. Geniale la chicca autoironica dei 5 anelli olimpici, tutti aperti tranne uno (nella foto), com’era successo per errore tecnico alla festa inaugurale. A PAGINA 41 - ALLE PAGINE 48 E 49 Piccardi, Vanetti D opo due anni di attesa, si aprirà oggi l’udien- za della Corte suprema in- diana che deciderà con quale legge mandare a processo i due fucilieri di Marina, Girone e Latorre: sulla base della legge anti- terrorismo Sua Act o della legge ordinaria? La que- stione sarà una delle prime urgenze che Matteo Renzi e la ministra degli Esteri Federica Mogherini do- vranno affrontare: decide- re come rispondere al go- verno di New Delhi. La strategia di Enrico Letta era il rifiuto della giurisdizio- ne locale. Il ministro della Difesa indiano: «Andremo avanti con le nostre leggi». A PAGINA 13 Oltre le battaglie di Kiev LA F AGLIA INSTABILE TRA L’ E UROPA E L’ E ST di ANTONIO ARMELLINI L’ Ucraina resta una faglia di frontiera, fra l’area dell’influenza democratica dell’Europa e quella della residua influenza russa. A PAGINA 34 -ALLE PAGINE 14 E 15 Battistini, Natale e l’analisi della scrittrice Ljudmila Ulitskaja LAPRESSE / AP / DAVID J. PHILLIP L’udienza a New Delhi: a giudizio in base alle nostre norme L’India non cede sui marò Il nuovo governo punta all’arbitrato internazionale LUNEDÌ 24 FEBBRAIO 2014 ANNO 53 - N. 8 In Italia EURO 1,40 di VIRGINIA PICCOLILLO e DANILO TAINO REUTERS / BAZ RATNER

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cuotidiano italiano del 24 de febrero de 2014

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Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821Servizio Clienti - Tel 02 63797510

Roma, Piazza Venezia 5Tel. 06 688281Del lunedì www.corriere.it

SERVONO UN ESECUTIVO E UNA MAGGIORANZA

L’AUTOSTIMANON BASTA PIÙdi GIAN ANTONIO STELLA

«A nche a Diopiace sentirsuonare lecampane»,

ammiccò un secolo e mezzofa il poeta e diplomatico Al-phonse Marie Louis de La-martine. Sono galeotti, pe-rò, i troppi elogi: prima opoi arriva sempre il mo-mento in cui ti vengono ri-baltati contro. E se MarioMonti ancora è ferito dalleironie feroci sul tormento-ne della sua sobrietà (c’è chisi avventurò a scrivere chealla domanda sul nome delsuo cane aveva risposto «nocomment»), Matteo Renzipuò scommettere che gliverranno rinfacciate scam-panate varie, su tutte quelladi essere «un magnifico in-crocio tra Pico della Miran-dola e Niccolò Machiavelli».Bum!

Il neo-capo del governodovrebbe perciò rendergrazie agli sketch di Mauri-zio Crozza o a Max Paiellache a «Il ruggito del coni-glio» si è inventato una can-zonetta che ride della sua«fissa» del calendario: «Sì,sì, che bel calendario / nes-suno ha mai avuto un pro-gramma più vario / ognimese, ogni mese, quantesorprese!».

Il rischio più grosso checorre l’ex sindaco fiorenti-no, infatti, è quello di ripe-tere lo stesso errore di tantisuoi predecessori. Quello dipensare, partendo da unbuon gruzzolo di consensipersonali (sia pure nonconvalidati da un passaggioelettorale) e da una doseesuberante di autostima(che in politica fino a uncerto punto può essere per-fino una virtù: nessuno tisegue se non credi tu perprimo in te stesso), di potersupplire anche a eventualidebolezze di questo o quelgiocatore della squadra.Nella convinzione di sapertappare ora questo, ora quelbuco. Non è stato così, inpassato. Neppure quandoerano in sella uomini che,allora, parevano dotati dinon minore carisma. Da

Fanfani a Craxi, da D’Alemaa Berlusconi.

Ricordate il Cavaliere?Via via che perdeva per stra-da un ministro e ne prende-va il posto ad interim, spie-gava d’esser l’uomo idealeagli Esteri («resterò finchénon troverò una persona ca-pace di sostituirmi») e l’ide-ale all’Economia e l’idealeallo Sviluppo economico…E nella foga del «ghe pensimi» spiegò che Pietro Lu-nardi gli aveva chiesto unamano al ministero delle In-frastrutture al quale avreb-be dedicato «un giorno allasettimana»… Risultati?Mah… Meglio un’orchestradove il direttore fa il diretto-re, il pianista il pianista el’oboista l’oboista. La spe-ranza, quindi, è che a di-spetto del modo in cui è na-to il nuovo esecutivo e dellediffidenze per questa oquella figura che appaionodavvero fragili a fronte del-l’impegno titanico, Renzi liabbia davvero indovinatitutti, i suoi principali com-pagni di viaggio.

Al premier che si presen-ta oggi al Senato viene chie-sto infatti molto più che aipredecessori. Viene chie-sto, come lui stesso ha pro-messo mille volte prima, di«cambiare l’Italia». Un im-pegno che farebbe tremarele vene e i polsi pure a ungoverno di statisti e fuori-c l a s s e . I m m a g i n i a m ol’obiezione: l’assalto al cielopotrebbe riuscire proprio aun manipolo di giovani piùfreschi. Può darsi. Non peraltro, su molti punti, fa il ti-fo anche chi renziano non è.Purché il presidente delConsiglio si liberi della «fis-sa» del record (il primo inquesto, in quello, in quel-l’altro…) e della tentazionedi piacere a tutti. Non ci ser-ve un recordman. Ci servo-no un governo (non un uo-mo: un governo) e una mag-gioranza che facciano final-mente, in tempi ragionevolima stretti, le cose che vannofatte. Lasciandoci alle spallela stagione degli annunci.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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L’obiettivo sono ragazze su Facebook, 40 denunciati. Il reato contestato è stalking

Caccia ai ladri d’identità (digitale)Lo studio Istat

Uomini & donneCome è difficilecalcolareil capitale umanodi DARIO DI VICO

A PAGINA 27

di GIUSI FASANO

I n maggioranza sono ragazze odonne le vittime del «furto

d’identità» realizzato su Internet attraverso la creazione di un falsoprofilo Facebook. Almeno quaran-ta denunce negli ultimi mesi a Ge-nova. La Procura ha aperto diversifascicoli per molestie e stalking. Ilcaso più clamoroso è quello dellagiovanissima il cui numero di cel-lulare è stato postato su siti eroticida un ex fidanzato che voleva ven-dicarsi di presunti torti.

A PAGINA 19 Dellacasa

Vaticano

«No agli intrighie alle cordate»Il Papa richiamai cardinalidi GIAN GUIDO VECCHI

A PAGINA 23 - A PAGINA 34 Luigi Accattoli

Sanremo 2014Fazio: «Un errore rifare noi stessi»

Speciale ModaFiori, colori, ottimismoLa grande freschezza

R. Franco e A. Laffranchia pagina 37

Domani in omaggiocon il Corriere

DividendiEcco le blue chipche offrono di piùBarrì, Marvelli, Sabella nel supplementoCorrierEconomia

Oggi su

Il ministro Lupi: noi contrari a colpire il risparmio. Oggi la fiducia a Renzi al Senato, sì anche da Civati

Prelievo sui Bot, primo scoglioDelrio: agire sulle rendite. Poi la nota: nessuna nuova tassa

Riforme e alleanze

LA LEGGEELETTORALE È ANCORAURGENTE?

di MICHELE AINIS

I l gabinetto Renzi I ha appena prestato

giuramento nelle mani di Napolitano. Ora giuri di dire la verità, tutta la verità,sulle riforme. A partire da quella più essenziale: la legge elettorale. Volete farlao no, questa riforma sempre promessa e sempre rinviata alle calende greche? A tendere l’orecchio, sullo sfondo già echeggia la risposta: sì, ma senza fretta. Anche se il mese scorso proprio Renzi aveva messo fretta agli altri partiti e partitini. Anche se ci aveva garantito di sbrigare la faccenda in un baleno.

CONTINUA A PAGINA 34

GiannelliIl sottosegretario alla presidenza del

Consiglio, Delrio, esclude la patrimonia-le, ma non l’aumento del prelievo sui Bot.In serata, nota del governo: rimodulazio-ne, nessuna nuova tassa. Il ministro Lupi:contrari a colpire il risparmio. Oggi in Se-nato il primo voto di fiducia al governo.

DA PAGINA 2 A PAGINA 13

SUBITO 4 MILIARDIDI TAGLI ALLA SPESAdi ENRICO MARRO

N on sono le rendite la leva sulla qua-le conta il governo per rilanciare

l’economia, ma la revisione della spesa pubblica. Secondo il commissario Carlo Cottarelli, già nel 2014 si potrebbero tagliare almeno 4 miliardi di euro.

A PAGINA 3

In primo piano

Amato: addio élite ma non tutti i vecchisono da rottamaredi ALDO CAZZULLO

A PAGINA 9

Il sondaggio: 2 su 3favorevoli a sforareil tetto sul deficitdi NANDO PAGNONCELLI

A PAGINA 6

Sochi, i Giochi si chiudono citando il disguido d’apertura

Un cerchio spento, finale autoironicodi PAOLO VALENTINO

A l Fisht Stadium di Sochi, ieri sera, cerimonia conclusiva dell’Olimpiade invernale. Genialela chicca autoironica dei 5 anelli olimpici, tutti aperti tranne uno (nella foto), com’era

successo per errore tecnico alla festa inaugurale. A PAGINA 41 - ALLE PAGINE 48 E 49 Piccardi, Vanetti

D opo due anni di attesa,si aprirà oggi l’udien-

za della Corte suprema in-diana che deciderà conquale legge mandare aprocesso i due fucilieri diMarina, Girone e Latorre:sulla base della legge anti-terrorismo Sua Act o dellalegge ordinaria? La que-stione sarà una delle primeurgenze che Matteo Renzie la ministra degli EsteriFederica Mogherini do-vranno affrontare: decide-re come rispondere al go-verno di New Delhi. Lastrategia di Enrico Letta erail rifiuto della giurisdizio-ne locale. Il ministro dellaDifesa indiano: «Andremoavanti con le nostre leggi».

A PAGINA 13

Oltre le battaglie di Kiev

LA FAGLIA INSTABILETRA L’EUROPA E L’ESTdi ANTONIO ARMELLINI

L’ Ucraina resta una faglia di frontiera, fra l’area dell’influenza

democratica dell’Europa e quella della residua influenza russa.A PAGINA 34 -ALLE PAGINE 14 E 15 Battistini, Natale

e l’analisi della scrittrice Ljudmila Ulitskaja

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L’udienza a New Delhi: a giudizio in base alle nostre norme

L’India non cede sui maròIl nuovo governo puntaall’arbitrato internazionale

LUNEDÌ 24 FEBBRAIO 2014 ANNO 53 - N. 8 In Italia EURO 1,40

di VIRGINIA PICCOLILLOe DANILO TAINO

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2 Primo Piano Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Il governo Le strategie I titoli di StatoLa storia

CORRIERE DELLA SERAFonte: Tesoro, Bankitalia, Unicredit

La prima emissionedi titoli di debito a breve termine risale al 1862, l’annosuccessivo all’unità d’Italia

Con decretodel ministrodel Tesorodel 12 ottobre 1962 venne fissato un sistema di emissioni mensili di Bot

Dal 1º settembre 1987la tassazionesui titoli di Stato emessiè del 12,5%. Precedentemente era del 6,25%

e all’estero

Paesi

Francia

aliquote progressive applicabili

da 0% a 45%

aliquote progressive applicabili

da 0% a 45%

Prelievo sul dividendodelle azioni

Prelievo sull’interesseda obbligazioni

26,375% 26,375%Germania

19% 19%Polonia

21% 21%Spagna

Austria 25% 25%

10% / 32,5%37,5%

10% / 32,5%37,5%Regno Unito

9 % 13 %Russia

Più una potenziale sovrattassa del 3 o 4%Ritenute alla fonte, applicate semplicemente come pagamento anticipato

Le aliquote variano a seconda del livello di reddito1

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8.000 0,629%

12/11/13

6.500 0,688%

11/12/13

5.500 0,707%

10/01/14

8.500 0,735%

Le ultime aste dei Bot

Data RendimentoAmmontare(mln di euro)

6 mesi 1 anno

La tassazione delle rendite in Italia

20%La nuova aliquota per il prelievo sulle plusvalenze da capital gain per partecipazioni non qualificate è salita dal primo gennaio 2012 dal 12,5% al 20%. La nuova aliquota si applica alle plusvalenzee ai dividendi realizzati a partire dal primo gennaio 2012 su azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento, Sicav, Etf, Etc, covered warrant, derivati, pronti contro termine, prestito titoli, depositie conti correnti

12,5%È la tassazione su interessi, premi o altri proventi che derivanoda titoli di Stato. Come Bot, Btp, Cct, ma anche dei titoli emessidagli enti locali e dei titoli obbligazionari di organismi sovranazionali(Bei, Birs)

2 per milleÈ il valore della cosiddetta mini-patrimoniale. Si tratta di un prelievo che si applica non sugli interessi maturati sul capitale bensìsul patrimonio mobiliare in generale. Sono del tutto esenti fondi pensione, fondi sanitari, polizze vita ramo 1, ma anche i conti correnti

Il 35% si applica sugli interessi in base al reddito4

Delrio: agire sulle rendite dei BotPoi arriva la frenata del governoCritiche da Forza Italia alla Cgil. Il premier: subito la lotta alla burocrazia

ROMA — Graziano Delrio, ilsottosegretario di Matteo Renzi,ha scelto lo studio tv di Lucia An-nunziata per annunciare che ilgoverno non punterà sulla patri-moniale e che «non c’è intenzio-ne di sforare il tetto del 3% debi-to-Pil». Ma, certo, l’esecutivo nonsi fermerà davanti alla riduzionedel cuneo fiscale e all’ipotesi diun aumento delle tasse sulle ren-dite finanziarie. Esattamente, il«vice» di Renzi ha detto davantialle telecamere di Raitre: «Se unasignora anziana ha messo da par-te 100 mila euro in Bot non credoche se le togli 25 o 30 euro ne avràproblemi di salute. Vediamo...». Èl’annuncio di nuove tasse sui Bot,magari con il riallineamento allealtre rendite finanziarie, oggi tas-sate al 20% mentre i titoli di Statosi fermano al 12,5. Una bombache attira immediatamente le cri-tiche di Forza Italia e degli alleati

quello di una riduzione dellapressione fiscale attraverso unarimodulazione delle rendite fi-nanziarie e delle tasse sul lavo-ro». Come si farà tutto questo?«Lo saprete oggi dal presidentedel Consiglio», recita la nota. In-somma subito uno scoglio, anco-ra prima della fiducia.

Delrio — che ha già nominatoil segretario generale di PalazzoChigi nella persona di Mauro Bo-naretti, già city manager di Reg-gio Emilia — ha detto che con ilresponsabile dell’Economia PierCarlo Padoan ci sarà un gioco di

squadra: «L’importante è che nonsi crei dicotomia tra il ministrodell’Economia Padoan e il pre-mier come fu tra Berlusconi eTremonti. Ma abbiamo chiaritoprima con Padoan che lui faràparte di una squadra e lui si è det-to contentissimo».

E se il premier Matteo Renziaveva annunciato via Twitter inmattinata che «la madre di tuttele battaglie» è quella contro laburocrazia, Delrio ha messo altripaletti sul programma di governoche deve ancora essere illustratoalle Camere: «Abbiamo bisognodi una legge sul conflitto di inte-ressi»; «Il tema non è tagliare nel-la Pubblica amministrazione marenderla efficiente»; «Sono con-trario a cambiare le regole sul-l’Imu ogni sei mesi». Poi, sullalegge elettorale: «L’Italicum non è congelato. La prima cosa da fareè approvare la legge elettorale, al-la Camera». Ma Forza Italia temeche il Pd se la cavi con il trucco diapprovare l’Italicum alla Cameraa marzo per poi parcheggiarlo alSenato. Così il capogruppo Rena-to Brunetta — intervistato daMaria Latella per skyTg24 —manda un messaggio: «Se Renziallungherà i tempi vorrà dire cheha preso in giro Berlusconi».

Da oggi, però, Delrio ha altregatte da pelare. Sulla sua scriva-nia sono pervenute le richieste dei partiti per le nomine dei sot-tosegretari che potrebbero esserequasi 50: il Ncd ne chiede 8 più 2vice ministri; l’Udc 2; i Popolari diMario Mauro, che hanno perso ilministero della Difesa, 5 (Giro,Olivero, D’Onghia, Di Maggio, DiBiagio); Scelta civica 4 (oltre alledue conferme, Calenda e BorlettiBuitoni, Della Vedova e Zanetti).Il resto al Pd con i renziani in pri-ma fila: Fiano, Rughetti, Manzio-ne, Giordani, De Angelis, Ermini,Carbone, Bonafè, Astorre...». Per la delega ai servizi segreti Renzipunterebbe su un fidato control-lore degli 007: Lorenzo Guerini(in predicato però per fare il«reggente» del Pd) o Luigi Zanda(attuale capogruppo al Senato).Se ne riparlerà dopo il passaggiodel governo davanti alle Camere.Si parte dal Senato (ore 14) dove i6 senatori civatiani assicureran-no il loro appoggio al Renzi I.

Dino Martirano© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il commento

Neanche 30 ore. Ne sono bastate 28. A poco più di un giorno dal giuramento del governo Renzi, ecco che arriva il binomio Bot-tasse. Pronunciato da una delle figure chiave del nuovo esecutivo, Graziano Delrio. Peccato, viene da dire, perché da un governo che ha fatto del «nuovo» e del «fresco» una delle sue bandiere, ci si potevano giustamente attendere cose più «nuove» e «fresche». Non, invece, uno dei più classici «déjà vu»della politica italiana: le tasse. Certo, il debito pubblico fa paura e viaggia intorno al 130% del Pil. Ma proprio per questo, il risparmio che lo finanzia andrebbe trattato diversamente: senzachiamarlo subito in causa, alla prima intervista televisiva, se si vuole incassare nuovo gettito. In questo modo, per quanto la nuova tassazione possa essere contenuta e limitata agli interessi e agli importi più alti, non si invoglia certo il mercato a investire nei titoli di Stato italiani. Per farlo, invece, sarebbe meglio iniziare con un taglio alla spesa, agli sprechi e alle inefficienze. Anche questo, va detto, è stato annunciato dal governo. Ma, purtroppo, quando si è trattato di passare dalle considerazioni di massima ai dettagli, tra le prime parole pronunciate dall’esecutivo ci sono appunto le tasse e i Bot. Palazzo Chigi ha poi precisato che non ci sarà alcuna nuova tassa, aggiungendo però che il governo punta a una riduzione della pressione fiscale attraverso una «rimodulazione delle rendite finanziarie» e delle tasse sul lavoro. L’obiettivo — nobile — è quello di ridurre le imposte sui redditi da lavoro più bassi? Bene, ma per farlo si dovrà «rimodulare» al rialzo le tasse sul simbolo del risparmio italiano (tra l’altro, disincentivandolo)? Forse, sarebbe meglio accelerare con altri dettagli, a cominciare dalle voci delle forbici sugli sprechi. Così i Bot diventerebbero non solo più allettanti, ma anche (ancora) più affidabili. E lo Stato potrebbe risparmiare pagando meno interessi, senza mettere un’altra volta le mani in tasca agli italiani.

Giovanni Stringa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il giorno della fiduciaOggi la fiducia in Senato. I sei civatiani sosterranno l’esecutivo Il nodo sottosegretari

Il senatore centrista Maurizio Rossi

Compra una pagina per dire: voto noHa acquistato una pagina di pubblicità sul Secolo XIX per spiegare perché non voterà la fiducia a Matteo Renzi. Il senatore ligure Maurizio Rossi, dei Popolari per l’Italia, è un imprenditore nel settore della comunicazione e nella sua dichiarazione di non-voto scrive: «Posso dare la fiducia a una persona che ho visto comportarsi molto male con un’altra persona?». Il riferimento è all’ex premier Enrico Letta a cui — scrive Rossi — Renzi ha voluto «soffiare il posto».

Ospite Il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio nella trasmissione di Rai3 «In mezz’ora»

Il nuovo che avanza e la vecchia tentazione di aumentare le tasse

del Nuovo centrodestra, ma an-che della Cgil, e che prima di tut-to preoccupa Matteo Renzi, a po-che ore dal discorso con il qualechiederà la fiducia delle Camere.Il giudizio è che quello di Delriosia un discorso perlomeno im-prudente, per di più a pochi gior-ni da nuove emissioni di titoli diStato. Un pomeriggio di fibrilla-zione per Palazzo Chigi, che sichiude in serata con una nota chesuona come una parziale smenti-ta del neo sottosegretario: «Non èprevista né ci sarà alcuna nuovatassa. L’orizzonte del governo è

La «signora anziana»La frase: se ha 100 mila euro di titoli e le togli 25-30 euro non avrà problemi di salute

Sul blog di Grillo

Scomunicati Bocchino e CampanellaDopo Luis Alberto Orellana, tocca a FrancescoCampanella e Fabrizio Bocchino. Sul blog di Beppe Grillo un altro post in cui due senatori M5S, tra i quattro a rischio espulsione, vengono sfiduciati dal territorio. La nota è firmata dal meetup «Grillo di Palermo» che con i due «non intende più collaborare per qualunque attività parlamentare o extraparlamentare». Nel mirino il «comportamento aperturista» dei senatori, che «hanno attirato — si legge — un certo numero di pseudo-attivisti dell’ultima ora, pronti a cavalcare qualunque tipo di dissenso, nel tentativo di trasformare il M5S allontanandolo dalle sue origini». © RIPRODUZIONE RISERVATA

i voti ottenuti da Letta alla fiducia dell‘11 dicembre in Senato dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza173

In edicola Nel CorrierEconomia in edicola oggi con il Corriere della Sera si affronta il nodo delle tasse. Nell’editoriale intitolato «Niente trucchi, tutelare i risparmi e non tartassarli» Massimo Fracaro e Nicola Saldutti intervengono sulla necessità di salvaguardare i risparmiatori

Page 3: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Primo Piano 3

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I titoli di StatoLa storia

CORRIERE DELLA SERAFonte: Tesoro, Bankitalia, Unicredit

La prima emissionedi titoli di debito a breve termine risale al 1862, l’annosuccessivo all’unità d’Italia

Con decretodel ministrodel Tesorodel 12 ottobre 1962 venne fissato un sistema di emissioni mensili di Bot

Dal 1º settembre 1987la tassazionesui titoli di Stato emessiè del 12,5%. Precedentemente era del 6,25%

e all’estero

Paesi

Francia

aliquote progressive applicabili

da 0% a 45%

aliquote progressive applicabili

da 0% a 45%

Prelievo sul dividendodelle azioni

Prelievo sull’interesseda obbligazioni

26,375% 26,375%Germania

19% 19%Polonia

21% 21%Spagna

Austria 25% 25%

10% / 32,5%37,5%

10% / 32,5%37,5%Regno Unito

9 % 13 %Russia

Più una potenziale sovrattassa del 3 o 4%Ritenute alla fonte, applicate semplicemente come pagamento anticipato

Le aliquote variano a seconda del livello di reddito1

1

2

212

3

3 3

4

27/11/13

7.000 0,539%

27/12/13

8.000 0,827%

29/01/14

8.000 0,591%

29/10/13

8.000 0,629%

12/11/13

6.500 0,688%

11/12/13

5.500 0,707%

10/01/14

8.500 0,735%

Le ultime aste dei Bot

Data RendimentoAmmontare(mln di euro)

6 mesi 1 anno

La tassazione delle rendite in Italia

20%La nuova aliquota per il prelievo sulle plusvalenze da capital gain per partecipazioni non qualificate è salita dal primo gennaio 2012 dal 12,5% al 20%. La nuova aliquota si applica alle plusvalenzee ai dividendi realizzati a partire dal primo gennaio 2012 su azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento, Sicav, Etf, Etc, covered warrant, derivati, pronti contro termine, prestito titoli, depositie conti correnti

12,5%È la tassazione su interessi, premi o altri proventi che derivanoda titoli di Stato. Come Bot, Btp, Cct, ma anche dei titoli emessidagli enti locali e dei titoli obbligazionari di organismi sovranazionali(Bei, Birs)

2 per milleÈ il valore della cosiddetta mini-patrimoniale. Si tratta di un prelievo che si applica non sugli interessi maturati sul capitale bensìsul patrimonio mobiliare in generale. Sono del tutto esenti fondi pensione, fondi sanitari, polizze vita ramo 1, ma anche i conti correnti

Il 35% si applica sugli interessi in base al reddito4

curiositàX

tot. governiX

1

3

4

1

De Gasperi VII

De Gasperi VIDe Gasperi V

I Legislatura (8/5/1948-24/6/1953) 3

1873 giorni

elezioni dom. 18/4/1948

Segni I ZoliScelba

Pella Fanfani IDe Gasperi VIII

II Legislatura (25/6/1953-11/6/1958)

1812 giorni

elezioni dom. 7/6/1953

Fanfani IVFanfani III

Segni II TambroniFanfani II

III Legislatura (12/6/1958-15/5/1963)

1798 giorni

elezioni dom. 25/5/1958

Moro III

Moro I Moro IILeone I

IV Legislatura (16/5/1963-4/6/1968)

1847 giorni

elezioni dom. 28/4/1963

Colombo Andreotti IRumor III

Rumor I Rumor IILeone II

V Legislatura (5/6/1968-24/5/1972)

1449 giorni

elezioni dom. 19/6/1968

Moro VMoro IV

Rumor IV Rumor VAndreotti II

VI Legislatura (25/6/1972-4/7/1976)

1501 giorni

elezioni dom. 7/5/1972

Andreotti V

Andreotti IVAndreotti III

VII Legislatura (5/7/1976-19/6/1979)

1079 giorni

elez. dom. 20/6/1976

Spadolini II Fanfani VSpadolini I

Cossiga II ForlaniCossiga I

VIII Legislatura (20/6/1979-11/7/1983)

1482 giorni

elezioni dom. 3/6/1979

Fanfani VI

Craxi IICraxi I

IX Legislatura (12/7/1983-1/7/1987)

1450 giorni

elezioni dom. 26/6/1983

Andreotti VII

De Mita Andreotti VIGoria

X Legislatura (2/7/1987-22/4/1992)

1756 giorni

elezioni dom. 14/6/1987

Ciampi

Amato I

XI Legislatura (23/4/1992-14/4/1994)

6

5

4

6

5

3

6

3

4

2

721 giorni

el. dom.-lun. 5-6/4/1992

Dini

Berlusconi I

XII Legislatura (15/4/1994-8/5/1996)

754 giorni

el. dom.-lun. 27-28/4/1994

Amato IID’Alema II

D’Alema IProdi I

XIII Legislatura (9/5/1996-29/5/2001)

1846 giorni

elezioni dom. 21/4/1996

Berlusconi III

Berlusconi II

XIV Legislatura (30/5/2001-27/4/2006)

1793 giorni

elezioni dom. 13/5/2001

Prodi II

XV Legislatura (28/4/2006-28/4/2008)

731 giorni

el. dom.-lun. 9-10/4/2006

Monti

Berlusconi IV

XVI Legislatura (29/4/2008-15/3/2013)

1781 giorni

el. dom.-lun. 13-14/4/2008

Renzi

Letta

XVII Legislatura (15/3/2013-...)

2

4

2

1

2

2

a oggi 346 giorni

el. dom.-lun. 24-25/4/2013

2

duratalegislatura capo del governo

governo

I governi della RepubblicaGli esecutivi che si sono succeduti dalle elezioni politiche del 1948 a oggi

24 maggio 1948 Il governo De Gasperi V al giuramento. In prima fila i ministri Attilio Piccioni, Giovanni Porzio, Alcide De Gasperi, Giuseppe Saragat

è la legislatura più lunga della storia repubblicana

2 De Gasperi aveva già presieduto altri governi primadella Repubblica: uno durante il Regno d’Italia (1945-1946) e tre durante il periodo della Costituente

3 le prime elezioni anticipate

4 le prime elezioni col voto per i diciottenni

5 il più giovane prima di Renzi 6 la legislatura più breve

7 l'unica durante la quale si è sottoposto al voto di fiduciaal Parlamento un solo governo

Legenda:

5

6

7

CORRIERE DELLA SERA

Il retroscena Il piano elaborato dal commissario Cottarelli prevede risparmi per 4 miliardi già nel 2014

Il summit Renzi-Padoan:tagli alla spesa pubblicae mobilità dei dirigentiLa spending review per ridurre il cuneo fiscale

ROMA — Anche se il governo Renzidovesse aumentare il prelievo sulle ren-dite finanziarie (Bot compresi, secondoquanto prospettato ieri dal sottosegre-tario alla presidenza Delrio), non è daqui che verrà il grosso delle risorse perrilanciare l’occupazione e la crescitadell’economia. Con un eventuale alline-amento della tassazione alla media eu-ropea (l’Italia, col 12,5% sui titoli di Sta-to e il 20% su azioni, obbligazioni, divi-dendi e depositi, si colloca 2-3 puntisotto) si potrebbe incassare infatti almassimo un miliardo, dicono gli esper-ti. E comunque anche un inasprimentodell’aliquota del 12,5% sui titoli di Statocolpirebbe solo una piccola parte diquesti, quelli in mano alle famiglie, ov-vero 174 miliardi su un totale di 1.740miliardi in circolazione (dati Bancad’Italia). Il 90% dei Bot, Cct e altri titolidi Stato è infatti detenuto da banche, as-sicurazioni e società finanziarie, tuttisoggetti per i quali i redditi da capitalefiniscono nell’imponibile fiscale com-plessivo, e che quindi sono indifferentialle variazioni dell’aliquota secca.

La manovra sulle rendite avrebbe so-prattutto un valore simbolico: come haspiegato Delrio, far pagare di più chi vi-ve di rendita per abbassare il prelievosul lavoro. «Niente nuove tasse — dico-no a Palazzo Chigi — ma una rimodula-zione fermo restando l’orizzonte del go-verno di una diminuzione della pressio-ne fiscale complessiva». Questo propo-sito di Renzi dovrà però fare i conti conle valutazioni del neoministro dell’Eco-nomia, Pier Carlo Padoan, impegnato già ieri sera, a Palazzo Chigi, nella primariunione di lavoro con il presidente delConsiglio. Padoan, da economista, hasempre sostenuto la necessità di un rie-quilibrio del trattamento fiscale tra la-voro e rendita. Ma in veste di titolare delTesoro dovrà fare i conti con la necessitàdi non spaventare i mercati ai quali ognianno l’Italia chiede di sottoscrivere cir-ca 400 miliardi di titoli di Stato per fi-nanziare il proprio debito pubblico.

In ogni caso, non sono le rendite laleva sulla quale conta il governo per azionare il programma di rilancio eco-nomico. Che poggia invece su altre vociben più consistenti. Innanzitutto la re-visione della spesa pubblica. Secondo illavoro fatto sui 25 tavoli di settore coor-dinati in questi mesi dal commissario

Carlo Cottarelli, si potrebbero tagliaregià nel 2014 almeno 4 miliardi di euro.Come? Un miliardo con l’estensione alleRegioni e alle forniture sanitarie delraggio di azione della Consip, la societàdell’Economia per l’acquisto centraliz-zato di beni e servizi, e dal taglio dellaspesa per locazioni (730 milioni l’annosolo quella dello Stato centrale). Rispar-mi importanti dovrebbero arrivare dallachiusura e messa in liquidazione dellesocietà partecipate, in particolare quelledegli enti locali che ne contano oltre 2mila in perdita, dalla rinegoziazione deicontratti di fornitura (energia, servizi,manutenzione), dalla riorganizzazionedell’amministrazione centrale con l’ac-

corpamento di strutture (per esempio lescuole di formazione dei dirigenti), dal-l’attuazione dell’Agenda digitale, dal ta-glio dei costi della politica, a partire dal-le auto blu. C’è poi il capitolo dipenden-ti pubblici: non ci saranno licenziamen-ti, ha detto Delrio. Ma la mobilità sì, perspostare il personale da dove non serve,e gli esuberi verranno gestiti conl’estensione al pubblico degli ammor-tizzatori sociali. Cottarelli ha anche ve-rificato che è possibile ridurre gli incen-tivi alle imprese ed eliminare abusi e so-vrapposizioni, anche con controlli più severi, nelle prestazioni sociali e assi-stenziali, così come si può risparmiareriorganizzando e informatizzando lagiustizia, tagliando enti inutili e accor-pandone altri. È chiaro che non tutto sipotrà fare subito, ma almeno 4 miliardisi dovrebbero ricavare già nel 2014, se-condo il governo, fermo restandol’obiettivo di raggiungere un taglio del-la spesa di 32 miliardi nel 2016.

Quattro miliardi dalla spending re-view quindi, ai quali si aggiungeranno3 miliardi dal rientro dei capitali nasco-sti all’estero, secondo il provvedimentovarato dal governo Letta, e 3 miliardi daminore spesa per interessi sul debito,grazie all’andamento favorevole deimercati. Insomma una decina di miliar-di per finanziare una robusta riduzione,si parla di 7-8 miliardi, del cuneo fiscalesul lavoro: 2,5 miliardi in meno per leimprese con un taglio del 10% dell’Irap eil resto ai lavoratori dipendenti e ai pen-sionati attraverso un aumento delle de-trazioni sui redditi bassi per ottenere fi-no a 450 euro l’anno in più per chi gua-dagna 15 mila euro. I restanti 2-3 mi-liardi potrebbero essere destinati agli incentivi per assumere i giovani e all’as-segno minimo di garanzia, cioè un sus-sidio di disoccupazione cui avrebberodiritto anche in giovani che non riesco-no a trovare lavoro purché partecipino aun programma di formazione. Ci sonoinfine le entrate una tantum, come gli8-10 miliardi dalle privatizzazioni im-postate dal governo Letta e i proventi daun eventuale accordo con la Svizzeraper il rientro dei capitali. Entrate cheandranno a riduzione del debito.

Enrico Marro© RIPRODUZIONE RISERVATA

La nomina

Il ruoloLo scorso ottobre il Consiglio dei ministri, con Letta premier, ha nominato Carlo Cottarelli commissario per la spending review. Prima di lui quel ruolo è stato ricoperto da Enrico Bondi, nominato da Mario MontiI compitiIl commissario ha il compito di razionalizzare e rivedere la spesa delle pubbliche amministrazioni, nonché di alcune partecipate, e introdurre criteri di costi e fabbisogni standard. L’incarico di Cottarelli dura tre anni

Rientro Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan all’aeroporto di Fiumicino di ritorno dal G20 di Sydney

Gli strumentiTre miliardi sono attesi dal rientro dei capitali all’estero, altri tre dal taglio degli interessi sul debito

La strategiaL’obiettivo è recuperare le risorse per una consistente diminuzione delle tasse sul lavoro, si parla di 7-8 miliardi

italia: 52495258535051

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4 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Primo Piano 5

ROMA — È la vigilia del grandebutto e Matteo Renzi nonperde tempo. Macina dossier,controlla quanti miliardi può«strappare» dalla spending re-view, parla con il partner euro-peo più importante — e più dif-ficile — Angela Merkel (che loinvita a Berlino), e si prepara alfuturo che sarà. Qualunque sia,perché lui è abituato così.

Correndo si scansano i colpidegli avversari, correndo si pre-parano le contromosse, e, so-prattutto, si pianifica una ripre-sa che è l’unica ancora di sal-vezza per l’Italia (ma anche perlui). Agli amici confessa che lagittata delle sue ambizioni dapremier è lunga, anzi, lunghis-sima: «So che mi sono dato unatabella di marcia serratissima,ma dobbiamo tornare a far gira-re l’Italia per il verso giusto e fartornare la gente ad avere fiducianella politica». Il (ancora perpoco) sindaco di Firenze sa cheda Monti in poi «non c’è piùstato un governo che non siastato un governo del Presiden-te». Questo non lo è. Il che lo ca-rica di nuove e «pesanti respon-sabilità». E di grandi «aspettati-ve». Per questo, anche con glialleati, il premier è stato chiaro:«Non voglio ibernare la leggeelettorale. Non voglio abbando-nare l’idea di fare le riforme.Non è vero, come è stato detto escritto, che ho rinunciato al-l’Italicum». Un allungamentodei tempi, dovuto al fatto che afebbraio, alla Camera, bisogne-rà votare la fiducia al suo gover-no e il «salva Roma», non signi-fica per lui allungare il brodo.

si chieda niente di più. Questo èil suo esecutivo. E non a caso ilpresidente del Consiglio an-nuncia che, dopo il voto di fidu-cia, riprenderà su Twitter«Matteo risponde»: sul suo«social network» preferi-to il segretario del Pdterrà settimanalmenteun canale di comuni-cazione aperto congli italiani. Lui e lo-ro. Senza gli altri dimezzo.

Ma prima ci saràil discorso di inve-stitura. Quello an-drà pronunciato inParlamento. E verràtrasmesso in televi-sione. Quindi sarà se-guito da un pubblicomolto diverso. Paura?Non parrebbe, visto che fi-nora il premier ha preso soloappunti. Si è fatto una scaletta eallo staff ha spiegato: «Mi giu-dicheranno alla prova dei fatti,al di là delle parole che potròpronunciare». Con il suo accen-to marcatamente toscano e lasua aria un po’ sbruffona, Renzi

può sembrare uno che non saquale sia la posta in gioco. Sba-gliato. La conosce perfettamen-te. «Io mi sto giocando tutto. Loso perfettamente. Non cerco enon cercherò giustificazioni —ha detto ai collaboratori — peròdovete sentirvi tutti coinvolti inquesta sfida, in questa scom-messa. L’importante è partiresubito e bene».

È questo il suo assillo. Non ilvoto alla Camera e al Senato. Suquello è sicuro: «Non ci saran-no imboscate parlamentari», assicura ai suoi. È conscio del

fatto che la par-tita è un’altra. E

anche il campo dagioco è diverso da

quello del Parla-mento dove i Popo-

lari per l’Italia chiede-ranno un po’ di sottose-

gretari in più e il Nuovocentrodestra farà altrettanto

per dimostrare a Forza Italiache chi va con Alfano conquistaposti, mentre quelli che riman-gono con Berlusconi restano aterra.

«So che mi dovrò giocare sulcampo tutto, anche la mia auto-revolezza, perché in Europa c’èchi non mi conosce e ci può an-che essere chi dubita di me». Insomma, il livello della sfida è«alto» e oltrepassa le «beghedella politica di casa nostra»:«Noi dobbiamo dare il segnaleche l’Italia può rispondere allacrisi economica». Così parlaRenzi e così si prepara alla sfidapiù difficile.

Maria Teresa Meli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La sua ultima arma di ricattonei confronti degli Alfano e deipartner più piccoli è sempre lastessa. L’ha evocata, nella suaconversazione con Lucia An-nunziata, il sottosegretarioDelrio. «Se sarà necessario si potrà sempre staccare la spina»,è la parola d’ordine dei renzia-ni. Che non vogliono legarsi

mani e piedi al Nuovo centro-destra o a un governo purches-sia. E infatti il presidente delConsiglio, a chi glielo chiede,anche in quel di Firenze, conti-nua a rispondere: «Questo nonè il governo Renzi-Alfano, nonè come il governo Letta-Alfa-no». Tanto per mettere i puntinisulle i, anche se poi con il mini-stro dell’Interno è pronto a la-vorare e collaborare. Ma non gli

Il governo Le strategie

Debutto in Parlamento:responsabilità pesantiperò è il mio esecutivoI renziani: se necessario si stacca la spinaLa telefonata con Merkel e l’invito a Berlino

In viaggio per RomaMatteo Renzi ieri, mentre lascia Pontassie-

ve, il comune a una decina di chilometrida Firenze in cui vive, per spostarsi,

con porta abiti griffato,a Roma (Ansa)

La comunioneNella prima domenica dapremier Matteo Renzi è andato a messa a Pontassieve: il parroco, don Luciano, ha letto il passo del Vangelo di Matteo in cui si esorta a porgere l’altra guancia

(Fotogramma)

L’intervista Il ministro: la legge elettorale in vigore dopo la riforma del Senato. Il governo non è un monocolore pd

«Non si può partire così. Renzi rispetterà i patti»

La domenica del neopremier

L’applauso sul sagrato della sua Pontassieve«Preghiamo per te»DAL NOSTRO INVIATO

PONTASSIEVE (Firenze) — Pure il brano del Vangelo scelto da don Luciano era «secondo Matteo»: il celebre passo che esorta a porgere l’altra guancia e ad amare i tuoi nemici. Precetti non facili da mettere in pratica nei palazzi romani. Ma tant’è. Eppure, quando Renzi è entrato nella chiesa di San Giovanni Gualberto con la moglie Agnese e la piccola Ester, 8 anni, a messa già iniziata da dieci minuti, nessuno dei parrocchiani e suoi compaesani, a parte qualche fugace occhiata, ha fatto una piega. Ma quando poi è uscito a cerimonia finita, allora sì che ha scoperto con un sorriso che non solo per lui quella di ieri era una domenica speciale, la prima da premier in trasferta domestica. Erano tutti lì, ad aspettarlo sul sagrato. Un applauso lungo,

affettuoso. «Oggiho pregato per te,Matteo» gli hasussurrato unsignore. E un altro:«Se tu fai centro,facciamo tuttibingo».C’era una volta lanormalità nelle

domeniche renziane a Pontassieve, paese di 20 mila anime sulla riva destra dell’Arno, dove Matteo, Agnese e i tre figli vivono in una villetta circondata da un prato pieno di palloni da calcio in cima a una salita da fiatone che si perde nel bosco. Di normale adesso è rimasto a malapena il sorriso aggraziato di Agnese che ancora non ha razionalizzato il ruolo di first lady e questa potrebbe essere una forza: «Matteo? È sereno e io molto fiduciosa». Anche se qualche impercettibile insofferenza verso l’assalto dei media comincia anche lei a manifestarlo (rivolta ai fotografi, lieve ma decisa: «Prima o poi mollerete, o no?»). Eppure Renzi proverà a tenere alto il ponte levatoio tra Roma e Pontassieve. Come ieri. Scorta a distanza di sicurezza. Arrivo in chiesa al volante di una Volkswagen, rischiando di restare imbottigliato nella ressa dei giornalisti. Abbigliamento spiccio: jeans, scarpe da tennis e giubbotto viola. Twitter sempre in canna, dopo la messa il premier si è concesso un pranzo veloce e poi via, in auto verso Roma, cullato dalle radiocronache delle serie A, ma sapendo che la sua partita è di quelle da tripla.

Francesco Alberti© RIPRODUZIONE RISERVATA

I flashLa moglie Agneseai fotografi: prima o poi mollerete, no?

ROMA — L’annuncio del sottosegre-tario Delrio è «sbagliato nel metodo enel merito». In ogni caso, se la via im-boccata dal governo fosse quella di unaumento fiscale «il Nuovo centrodestranon potrebbe accettarlo». Perché, avver-te il confermato ministro delle Infra-strutture Maurizio Lupi «i patti si rispet-tano, e siamo sicuri che Renzi lo farà».Sulle tasse, sulle riforme e sulla legge elettorale che «va varata al più presto,ma potrà entrare in vigore solo quandosarà stato riformato il Senato».

Il governo non ha ancora la fiduciama già si annunciano nuove possibili tasse: se doveva essere inizio choc lo è,non crede?

«Renzi ha detto no a proclami, ha det-to che saremo concreti come i sindaci esiamo assolutamente d’accordo. Evitia-mo però di partire con il piede sbagliato:annunciare che potremmo tassare i Bot èun errore sia di metodo che di merito».

Nel merito?«Il primo nostro atto non può essere

una nuova tassa, ne paghiamo già tante.E poi, tassare i risparmi delle famiglieche hanno creduto nello Stato? No, asso-lutamente no. Nel metodo poi, vogliocredere che si tratti di una battuta. Ma selo è, è battuta che crea sconcerto, tanto

più perché arriva da una persona seria eautorevole come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio».

Ma di questi temi avete mai parlato?Siete sicuri che nel programma di Ren-zi non ci sia questo punto?

«Ma questo non è un monocolore,non è un governo del Pd. Gli accordi siprendono insieme in Consiglio dei mi-nistri, si discute e si decide insieme. Enoi non siamo disponibili ad aumentidelle imposte».

In verità il famoso patto di coalizio-ne, se anche lo avete scritto, non lo havisto nessuno...

«Ci stiamo lavorando e abbiamo da-vanti ancora settimane per metterlo apunto, ma tre pilastri sono chiari: primo,no ad un aumento della pressione fiscalema diminuzione. Secondo, riforma dellaburocrazia. Terzo, nuove politiche sul la-voro incentrate su una maggiore flessi-bilità in entrata e, per compensare quellain uscita, migliori sistemi di ammortiz-zazione sociale».

Per la fretta di far nascere il governonon ci sono troppi non detti su pro-gramma e come procedere? E se Renzivi dirà «chi decide sono io»?

«Non siamo riusciti a scrivere un pat-to alla tedesca, ma lo faremo. Abbiamo condiviso l’idea dell’accelerazione puressendo stati tra i pochi a criticare il pas-saggio con cui si è chiusa l’esperienza del governo Letta. Il fatto che il segreta-rio del Pd si impegni direttamente puòdare una sterzata alla legislatura, noi da-remo il nostro contributo. Ma l’idea che

ora ci sia un uomo solo al comando nonvogliamo nemmeno prenderla in consi-derazione: questo è il tempo del lavoro enon delle polemiche».

Altro patto di cui si è parlato èquello sulle riforme e la legge eletto-rale: esiste o anche qui si vedrà cam-

min facendo?«Esiste eccome, è stato sottoscritto e

sono certo che sarà rispettato. Vogliamodare un forte segnale approvando subitola nuova legge elettorale, ma vogliamoche questa legge si applichi a un Parla-mento cambiato, con una Camera che fale leggi e il Senato con diverse funzioni.Dunque, dovrà entrare in vigore soloquando la riforma del bicameralismo sa-rà attuata: non avremmo mai accettatoun governo con doppio mandato, unoper le riforme e uno per i provvedimen-ti...».

Con quale meccanismo si impediscealla legge di entrare in vigore?

«Esiste un emendamento del senato-re Lauricella che va in questo senso: an-drà aggiustato per evitare ogni profilo diincostituzionalità, ma dovrà essere inse-rito nella legge già alla Camera».

L’esigenza di non trovarvi con la pi-stola puntata alla tempia del voto anti-cipato qualora faceste resistenza suquesto o quel provvedimento è eviden-te, ma se per caso il governo cade pri-ma delle riforme istituzionali che si fa,non si vota più?

«C’è la legge che è stata in qualchemodo disegnata dalla Consulta, si puòvotare con quella. Ma non avrebbe sensolavorare solo sulla legge elettorale senzaavere come obiettivo un cambiamentoradicale delle nostre istituzioni. Noi sia-mo al governo per fare quello che serveal Paese, per questo siamo nati».

Paola Di Caro© RIPRODUZIONE RISERVATA

Lupi: il primo nostro attonon può essere una nuova tassaE sulle riforme l’accordo è chiaro

Dopo Letta-AlfanoIl premier non teme imboscate. E ai suoi dice: non è come il governo Letta-Alfano

Lo schema

DecisioniNon siamo riusciti a scrivere un’intesa alla tedesca ma la faremo nelle prossime settimane. Si discute e si decide insieme

Dopo il malore

Il ritorno di Bersani:la memoria?Magari avessi persoil 5% che dico io

«Bisogna dire la verità al Paese e non inseguire i pifferai». Così Pier Luigi Bersani, 40 giorni dopo il malore e l’operazione del gennaio scorso, a L’Unità. «La mia memoria — scherza — è al 100%. Ma se avessi perso quel 5% che dico io, non mi sarebbe dispiaciuto... ».

La curiosità

La richiesta(complicata)di correresenza scorta

Va a correre ogni mattina e lo farebbe volentieri anche oggi, prima di andare in Aula. Ma gli sguardi con cui i funzionari di Palazzo Chigi hanno reagito alla sua richiesta di fare jogging alle sei di mattina senza scorta non hanno rassicurato il neopremier. Che ieri ha lavorato armato di evidenziatore alle (per ora) 30 pagine del suo discorso, una bozza che sottoporrà a revisione fino all’ultimo, e che potrebbe anche finire nel cestino. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 6: Il corriere della sera

6 Primo Piano Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

L’aumento del Pil comunicato dall’Istat,sebbene di lieve entità (+0,1% rispetto ai tremesi precedenti) rappresenta un’inversionedi tendenza dopo 9 trimestri consecutivi dicalo o stabilità. Le reazioni degli italiani mo-strano una prevalenza di perplessità, co-m’era prevedibile: il 58% degli intervistati,infatti, dubita che possa trattarsi di un se-gnale di progressiva uscita dalla crisi econo-mica; tuttavia il 40% si dichiara fiducioso(8% molto e 32% abbastanza). Tra gli elettoriemergono quindi indicazioni coerenti conquanto rilevato da Istat nel mese di gennaio,con la segnalazione di una lieve crescita del-l’indice di fiducia dei consumatori (da 96,4 a98): sebbene continui a prevalere lo scettici-smo, i segnali deboli che si intravedono evi-denziano una piccola, contenuta ripresa del-le speranze.

Tra gli elettori dei partiti che si apprestanoa costituire il nuovo governo prevale l’otti-

mismo (50% tra gli elettori del Pd e del cen-trosinistra e 66% tra quelli centristi e delNcd); al contrario, nel centrodestra e tra le fi-le dei grillini prevale nettamente il pessimi-smo. Ed è da sottolineare che i ceti impren-ditoriali e professionalizzati sono i più fidu-ciosi, mentre fortemente pessimisti sono ilavoratori autonomi, che più degli altri sonocostretti a contare sulla domanda internache stenta a decollare. In questo contesto ilprogramma economico annunciato da Mat-teo Renzi per il futuro governo suscita aspet-tative positive: 61% ritiene che aiuterà molto(11%) o abbastanza (50%) la ripresa econo-mica mentre circa uno su tre (31%) è di pare-re opposto.

Tra i fiduciosi spiccano ovviamente glielettori del Pd (86%) ed è interessante osser-vare che tra gli elettori centristi e gli alfania-ni si riscontra più cautela e un ottimismo piùcontenuto (49%) rispetto agli elettori di For-za Italia (56%), a conferma del forte appeal diRenzi tra i sostenitori di Berlusconi, e in li-nea con quelli del M5S (50%). Anche in que-sto caso sono gli imprenditori, i dirigenti e iliberi professionisti a crederci di più, mentresono nettamente sfiduciati gli artigiani e icommercianti. Ed emerge anche una nettacesura territoriale: il Centronord si sbilancia

Il governo Il sondaggio

Sforare il tetto del 3% tra deficit e PilL’idea piace a due italiani su tre Il 61% spera nella svolta sulla ripresa. Più scettici i lavoratori autonomi

L’intervista Il ministro dello Sviluppo economico: non volevo scendere in politica, io al governo da imprenditrice

Guidi e la proposta di candidarsi nel Pdl:«Non sono mai stata a cena ad Arcore»

verso la speranza, mentre il Centrosud è piùscettico.

Da più parti si invoca la possibilità di de-rogare rispetto ai vincoli di bilancio impostidall’Unione Europea, sforando il famoso tet-to del 3% nel rapporto tra il deficit e il Pil. Èun’ipotesi che aveva sostenuto anche il pre-sidente del Consiglio incaricato, nella spe-ranza di far ripartire la nostra economia. Eb-bene, quasi due elettori su tre (63%) concor-dano con l’ipotesi avanzata da Renzi ma soloil 23% pensa che riuscirebbe nell’intento diottenere un via libera da parte dell’Ue mentreil 40% appare rassegnato ad un diniego. Ri-sultano nettamente più favorevoli gli elettoridel centrosinistra (74%) ma i sostenitori ditutti gli altri partiti sostengono questa even-tualità con un consenso omogeneo tra loro.

L’esigenza di superare questi vincoli èmolto più sentita di nuovo dai ceti impren-ditoriali e professionalizzati e questa voltadal Nordest che spinge forte su questo peda-le con il 71% che vuole liberarsi da questi lac-ci e più di un terzo convinto che ce la si po-trebbe fare. Viceversa un intervistato suquattro ritiene che Renzi abbia torto e dob-biamo innanzitutto tenere in ordine i nostriconti, senza cercare scorciatoie. Il cambio diatteggiamento rispetto a quanto emergevanei sondaggi della fine degli anni Novanta èdavvero impressionante: allora i sacrifici im-posti per poter garantire all’Italia l’ingresso

nella zona Euro venivano vissuti come unastraordinaria occasione per risanare i contipubblici mentre oggi sono vissuti come unfreno alla crescita. Allora l’orizzonte europeoera vissuto con elevate aspettative di cam-biamento e di miglioramento dell’Italiamentre oggi l’Europa si è indebolita agli oc-chi dei cittadini e dal 2011 in poi (esplosionedella crisi greca) è vissuta da una parte nontrascurabile di italiani come un’entità di-stante, che impone misure draconiane aisingoli Paesi in difficoltà, incurante dei loroproblemi. Allora la fiducia nel futuro eramolto diffusa, oggi la lunga crisi economicaha fiaccato gli entusiasmi. Allora tutti i parti-ti, con poche eccezioni, sostenevano la poli-tica dei sacrifici mentre oggi in Italia (e nonsolo) molti partiti contestano apertamente ledecisioni comunitarie.

Forse è giunto il momento non tanto di ri-mettere in discussione gli accordi europeima di riflettere sull’infinito processo di inte-grazione, sul senso della nostra appartenen-za all’Unione Europea e sul nostro ruolo,riassegnando valore ad un’Europa che agliocchi di molti cittadini appare in mezzo a unguado, svuotata di significato.

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L’Istat ha comunicato che negli ultimi tre mesi del 2013 il Pil è per la prima volta cresciuto dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, dopo 9 trimestri di calo o stabilità. Lei quanta fiducia ha nel fatto che nei prossimi trimestri il ritorno alla crescita del Pil sarà confermato, segnalando l’uscita dalla crisi?

A suo parere, quanto potrebbe aiutare la ripresa economica italiana il programma economicoannunciato da Matteo Renzi per il suo nascente governo?

Matteo Renzi aveva ipotizzato di sforare il vincolo europeo che impone di contenere il deficit al 3% del Prodotto interno lordo, per far ripartire l’economia. Secondo lei è giusto?

Non sa,non indica

Non aiuteràper nulla

Non aiuteràper nulla

I quesiti

LE POSIZIONI

Pd-Ps-CdElettori di: Ncd-Centro FI-Destra M5S altre liste indecisi/non voto

% % %TOTALE

238 84 11

50

2732

44

143

40

25

11

TOTALE TOTALE

Sì e penso che si riusciràa ottenere dall'Europa

lo sforamento

Sì e penso chesi riuscirà a ottenere

dall'Europalo sforamento

2912 16

13

10

7048

4343

35

113738

3434

1

7

7

17

7

6

3

3

3

96

1

8

38

2929

21

41

73

18

18

2

25

23

4543

49

31

64

25

3

454040

5229

18

80

03

410

23

3833

2427

2222

2115

(dati in percentuale)

Molta fiducia

Molta fiducia

Aiuterà moltola ripresa

Aiuterà moltola ripresa

Aiuteràabbastanza

Aiuteràabbastanza

Non sa,non indica

Per nullafiducia

Per nullafiducia

Poca fiducia

Poca fiducia

Aiuterà poco

Aiuterà poco

Abbastanzafiducia

Abbastanzafiducia

Sì ma l'Europanon lo permetterà

Sì ma l'Europanon lo permetterà

No, prima di tuttodobbiamo tenerein ordine i nostri conti

No: prima di tuttodobbiamo tenere

in ordine i nostri conti

Non sa,non indica

Non sa,non indica

Non sa,non indica

Non sa,non indica

Sondaggio di Ipsos PA per Corriere della Sera. Campione casuale nazionale rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne secondo genere, età, livello di scolarità, area geografica. Sono state realizzate 1.001 interviste (su 11.321 contatti), mediante sistema CATI, il 18 e 19 febbraio 2014. Il documento informativo completo sul sito

DisillusioneA partire dalla crisi greca, nel 2011, l’Europa viene percepita come sempre più lontana dai cittadini

ROMA — Il neo ministro allo Sviluppoeconomico ammette di avere «qualcheidea nella testa per imprimere una svoltaal suo dicastero, ma è francamente troppopresto per anticiparle». Prima deve «capi-re che direzione Matteo Renzi vuol impri-mere al governo e in ogni caso so che van-no chiuse alcune partite importanti rima-ste ancora aperte, devo ancora parlare conil mio predecessore Flavio Zanonato e dalui prendere le consegne». Federica Guidi,44 anni, braccio destro del padre Guidal-berto nell’azienda di famiglia DucatiEnergia (130 milioni di fatturato, 800 di-pendenti di cui 250 in Italia) è stata cata-pultata nel giro di poche ore da Modena aRoma.

Sa che l’aspettano 160 tavoli di crisiaziendale?

«Sì lo so benissimo, nei prossimi gior-ni faremo il punto, poi spero di averequalche settimana per confrontarmi con gli altri colleghi».

Conosce Pier Carlo Padoan, il mini-stro dell’Economia?

«Di nome e di fama certamente, manon di persona».

Renzi lo conosceva? E cosa si aspettada lei?

«Sì, da diversi anni. Lui sindaco di Fi-renze, io presidente dei giovani di Confin-dustria. Abbiamo avuto modo di frequen-tarci ma solo in occasioni pubbliche e isti-tuzionali. Mi ha sempre fatto un’ottimaimpressione, altrimenti non avrei accetta-to la sua offerta. Cosa si aspetta da me? Èaccaduto tutto troppo in fretta, non c’èstato tempo per parlarne, vedremo neiprossimi giorni insieme il programma, divalutare spunti e idee».

Sapeva che prima aveva fatto l’offertaal direttore generale di ConfindustriaMarcella Panucci?

«No, l’ho appreso dai giornali».Non crede sia un modo per coinvolge-

re Confindustria ed evitare grosse criti-che?

«Penso proprio di no. Io sono fuori daviale Astronomia da diversi anni. Devo di-re la verità: travolta dal suo entusiasmo hoaccettato quasi al volo. Non ho affrontatoquesti retropensieri. Vorrei che l’azionemia e del governo venisse giudicata dai

fatti. È una scommessa per tutti».Ministro, è vero che lunedì scorso lei

era ad Arcore con suo padre a cena conBerlusconi che le avrebbe offerto unacandidatura alle Europee?

«Assolutamente no. Non sono mai sta-ta ad Arcore a cena e non mi ha offerto al-cuna candidatura alle Europee. Non riescoa capire come sia nata questa invenzione.Certo conosco Berlusconi, l’ho incontratodiverse volte ed è vero che, a essere preci-sa tramite Alfano, mi ha chiesto alle ulti-me elezioni di entrare in lista nel Pdl. Maho rifiutato per due motivi: perché non homai voluto scendere in politica e perchéavevo un bambino piccolissimo».

Però da Renzi ha accettato.«Sì ma il premier non mi ha chiesto al-

cuna appartenenza politica. Sono al go-verno solo come imprenditrice, privatocittadino e per la mia storia professionale.Per mio figlio, che ora ha due anni e mez-zo, sto cercando soluzioni per stare il piùpossibile con lui».

È stata criticata per un conflitto di in-teresse con la sua azienda Ducati Ener-gia che si è aggiudicata alcune commes-

se con società pubbliche come le Poste el’Enel.

«Capisco l’obiezione. Ma è francamen-te risibile. Prima di tutto, sabato ho rasse-gnato le dimissioni da tutti gli incarichi inazienda dove ero dirigente con uno sti-pendio da 4 mila euro netti al mese e di cuinon possiedo alcuna azione. Ho lasciatoanche il Fondo investimenti italiano, unincarico avuto dal ministero dell’Econo-mia per rilanciare le piccole e medieaziende».

C’è il problema delle commesse...«La Ducati Energia ha in Italia solo il

20% del fatturato. Partecipiamo ad appaltiprivati e pubblici in tutto il mondo doveesportiamo in 140 Paesi. In Italia, con leaziende pubbliche abbiano solo il 10% delfatturato, alcuni appalti li abbiamo vintialtri persi. La Ducati è una azienda sanis-sima, ha sempre fatto profitti e non hamai distribuito utili ma li ha sempre rein-vestiti dedicando alla ricerca e sviluppodal 7 al 10% del fatturato puntando sull’al-ta tecnologia. Per questo non abbiamo ri-sentito della crisi».

Il «Sole 24 Ore», quotidiano di Con-findustria, è stato molto critico col go-verno Renzi. Stupita?

«Riconosco che in questo esecutivo cisono innesti coraggiosi e quindi capiscocritiche e perplessità. Chiedo solo di valu-tarci senza pregiudizi e dopo che abbiamoavuto il tempo di fare cose concrete».

Roberto Bagnoli© RIPRODUZIONE RISERVATA

La corsa a sindaco per il centrosinistra

Gori vince le primarie a BergamoBERGAMO — (simone bianco) Sarà Giorgio Gori il candidato sindaco del centrosinistra a Bergamo. Le primarie hanno decretato la vittoria dell’ex manager televisivo, unico concorrente sostenuto dal Pd. «Sono felice, il partito mi ha sostenuto», il commento di Gori, che ha raggiunto il 58,5%, in una consultazione cui hanno partecipato 2.765 bergamaschi. Un anno fa Gori era stato bocciato alle primarie per il Parlamento. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Scenari

di Nando Pagnoncelli

Conflitto di interessiSabato ho rassegnato le dimissioni da tutti gli incarichi in azienda, non ne possiedo azioni

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 7

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8 Primo Piano Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

I cinguettii

CORRIERE DELLA SERA

Il governo Le strategie

IL MITO RIVOLUZIONE DIGITALEPROMESSA (MANCATA) DA 24 ANNIIl premier assicura sorprese. Come in passato, da Andreotti in poi

In Rete

Ministri accortie fuori lineasu TwitterMILANO — Fatti, concreti, non vuoti cinguettii. È la consegna che Matteo Renzi ha dato a sé stesso e ai suoi ministri il giorno del giuramento (rispettata, per ora, più dai democratici che dai nuovi centrodestri). Ieri, in mattinata, digitava una specie di mantra: «Metodo, metodo, metodo. Non annunci spot, ma visione alta e concretezza da sindaci»; per poi staccare: «Mi fermo qui, altrimenti passo la domenica su Twitter anziché sui dossier». Atteggiamento assennato che dà involontariamente ragione ai detrattori dei social, per cui più lavori, meno twitti. Dario Franceschini, ministro (Cultura e Turismo), nonché scrittore e avvocato, ieri ha twittato tre volte la visita al museo romano delle vittime dei nazisti: «Prima visita da ministro al museo di Via Tasso»; in questi due giorni, sei tweet, contro i cinque nei quattro mesi precedenti, tre dei quali sul suo libro. Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ieri ha «affisso» su Twitter il cartello: «At work alla Farnesina», espressione da segnaletica stradale di operai «al lavoro»; il 22 febbraio, comunicava: «Prime due telefonate, oggi. Ai nostri due Marò. E al nostro ambasciatore a Kiev»; in precedenza, un grazie alla Bonino e un pensiero al Festival di Sanremo. Silenzio tweet, tra gli altri, per

Marianna Madia— Pubblicaamministrazione— nel cui profilomanca il nuovoincarico e restal’incipitanagrafico: «Natanel 1980»; e perchi non ha

Twitter, come Pier Carlo Padoan (Economia). Altri raccontano il giuramento, twittando la parafrasi di un emoticon (faccini emozionali) come Maurizio Martina (Agricoltura): «Grandissima emozione»; o scegliendo virtù calcistiche, come Maria Elena Boschi (Riforme), a cui ogni tanto partono dei tweet dal cellulare nella borsa: «Oggi un nuovo inizio con umiltà e determinazione»; Andrea Orlando (Giustizia) twitta, un po’ notarile, il giuramento: «Giuro di essere fedele alla Repubblica...»; mentre Roberta Pinotti (Difesa) ha risposto a chi si lamentava dei ministri che scrivono po’ con l’accento («pò»): della serie Twitto La Qualunque. Cinguettii renzianamente scorretti — cioè intenzionali più che fattuali — per Angelino Alfano (Interni), che ieri chiedeva: «Subito riduzione delle tasse sulle famiglie e sulle imprese»; e Maurizio Lupi (Infrastrutture e Trasporti), il 22 febbraio: «C’è da approvare il piano casa»; poi, lo spot para-elettorale: «Ncd è nato per dare segnali di concretissimo cambiamento». Altrimenti? Una settimana prima, Lupi twittava: «Forza Italia si riprenderà Ncd per le prossime elezioni? Noi non siamo una cosa, si riprendono i cani, forse Dudù». Dudù che, per ora, su Twitter non c’è.

Luca Mastrantoniocriticalmastra

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I due frontiRenzi chiede: niente annunci. Ma Alfano egli altri ncd lancianoi loro programmi

ArretratiNel 2013 gli italiani che non avevano mai usato internet eranouno su tre

ROMA — Resteremo «sorpresi»,twitta Matteo Renzi. Buona fortuna, alui e soprattutto a noi. Per stupire gliitaliani, considerato il punto di par-tenza, basterebbe davvero poco. Che cosa c’è di più semplice al giornod’oggi che far sparire montagne discartoffie, imponendo alla Pubblicaamministrazione l’obbligo di far viag-giare le pratiche da un ufficio all’altrosolo con la posta elettronica certifica-ta? È il primo punto del programmadigitale del nuovo premier. Persinoovvio, se non fosse per un dettaglio.Cioè come garantire il rispetto diquell’obbligo. Ecco allora che Renzi ti-ra fuori la carta segreta: il dirigentedella struttura inadempiente si giocail posto. Ma è più facile a dirsi che a farsi, a giudicare da come vanno di so-lito le cose, con le sanzioni che naufra-gano fra proteste sindacali, ricorsi al Tar, controricorsi al consiglio di Statoe immancabili reintegri.

Il presidente del Consiglio allora ri-lancia, con il progetto di costituireun’anagrafe pubblica digitale nellaquale ogni cittadino avrebbe fin dallanascita una propria identità altrettan-to digitale. Fatto che potrebbe spalan-care orizzonti virtuali sbalorditivi, co-me l’istituzione di un conto tributarioindividuale dove si concentrino tuttele posizioni di ogni singolo cittadinocon il fisco nazionale e locale. Sempli-ce come trasformare un borbottante emalsicuro aeroplanino da turismonell’Enterprise di Star Trek.

Il punto di partenza, appunto. Cor-reva l’anno 1990 quando il settimo go-verno di Giulio Andreotti stabiliva per

legge che «le amministrazioni pubbli-che incentivano l’uso della telematica,nei rapporti interni, tra le diverse am-ministrazioni e tra queste e i privati».Da allora, un diluvio incessante di leg-gi, leggine, decreti. Ma soprattutto pa-role, parole, parole. Nel 2001 SilvioBerlusconi porta al governo «MisterInnovazione». È l’ex capo dell’Ibm Lu-cio Stanca, il quale si affretta a dichia-rare in una intervista a Repubblica checon l’informatica la pubblica ammini-strazione «risparmierà 15 mila miliar-di» (di lire, naturalmente: l’euro non c’era ancora). Mentre il suo predeces-sore del centrosinistra, Franco Bassa-nini, lo punzecchia: «Volevo mandar-gli i documenti via e-mail, ma li ha preferiti in formato cartaceo…».Quindi l’annuncio del decalogo perrendere finalmente digitale la pubbli-

ca amministrazione (marzo 2002). Ela costituzione di una impresa pubbli-ca per la banda larga: Infratel, affidataa Sviluppo Italia (2004). «Favorirà la crescita», garantisce il ministro Mau-rizio Gasparri. Poi un decreto legisla-tivo intitolato «codice dell’ammini-strazione digitale» (2005), giusto insingolare coincidenza temporale conl’avvio del disastroso progetto del sitointernet Italia.it, protagonista di una figuraccia planetaria. E poi il decreto«Taglia carta» del 2008. E poi la leggedel 2009 che impone la pubblicazionedegli atti sui siti internet. E poi pianisu piani per la banda larga. E poil’agenda digitale. In un turbine di au-thority e agenzie pubbliche rapidissi-me solo nei cambi di nome: dall’Aipaal Cnipa, alla DigitPa, all’Agenzia digi-tale Agid. Con esperti che si avvicen-

dano a esperti sempre più esperti.L’ultimo, Francesco Caio: il «digitalchampion» designato dall’ex premierEnrico Letta via Twitter. Che dopoqualche mese getta la spugna. Cosìadesso siamo a Renzi.

Il bilancio che ha davanti? Dice Eu-rostat che nel 2010 (sono le statistichepiù recenti) gli italiani abituati a usareinternet nei rapporti con la Pubblicaamministrazione erano appena 17 sucento. Più numerosi soltanto in con-fronto di Croazia (16), Bulgaria (15),Grecia (13) e Romania (7). La diffe-renza con Paesi quali Danimarca (72per cento) e Olanda (59), ma ancheGermania (37), Francia (36), Spagna(32) e perfino Ungheria (28) era abis-sale. La stessa fonte informa che nel2013 i cittadini italiani che non hannomai usato internet erano il 34%, con-tro il 14 dei francesi, il 13 dei tedeschi,l’8 dei britannici, il 6 dei finlandesi, il 5degli olandesi e il 4 di danesi e svedesi.Più arretrate dell’Italia soltanto Grecia(36%), Bulgaria (41) e Romania (42).

Immobilismo della politica, imper-meabilità della burocrazia, cultura ca-rente. C’è tutto questo negli impietosiconfronti di Eurostat. Ci sono poi dati,come quelli del sito netindex.com, cheaggiungono sale sulle ferite già apertedelle nostre infrastrutture informati-che. Vittime, nel caso di Telecom Ita-lia, di scalate e acquisizioni che negliultimi quindici anni hanno fruttatoimmensi profitti privati caricandolesulle spalle un enorme fardello di de-biti e fiaccandone le capacità di inve-stimento. Resta il fatto che a febbraio2014 l’Italia occupa la posizione nu-mero 89 su 189 nazioni per velocitàmedia di download. Davanti abbiamonon soltanto tutti i Paesi europei, gliStati Uniti (33), la Russia (34) e la Cina(44). Ma anche Mongolia (53), Mada-gascar (59), Turchia (72), Arabia Sau-dita (77) e Namibia (87). Se non sonosorprese già queste, per la settima, ot-tava o nona (ancora per quanto?) po-tenza mondiale...

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Lo slogan

«La strada giusta». E Alfano cita VendolaL’hashtag #lastradagiusta Angelino Alfano l’ha scritto ieri su Twitter parlando di riduzione delle tasse. Ma quella frase, «la strada giusta», è lo slogan usato da Sel al congresso di gennaio. «Che gaffe!», ha presto sottolineato il partito di Vendola, ironizzando con un serie di tweet, con tanto foto, rimbalzati poi sui social.

di SERGIO RIZZO

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Primo Piano 9

Dottor SottileNato a Torino nel 1938, presto trasferito in Toscana, Giuliano Amato si è laureato alla Normale di Pisa e ha poi conseguito un master alla Columbia university di New York. Eugenio Scalfari lo ha soprannominato il «Dottor Sottile»

Professore Amato è stato professore di Diritto comparato all’università di Roma dal 1975 al 1997, ma ha insegnato anche negli atenei di Modena, di Perugia e di Firenze, oltre che alla Law school di New York. Oggi insegna alla School of government della Luiss di Roma

La politicaAderì inizialmente al Psiup per poi passare al Psi di cui fu poi deputato dal 1983 al 1994. Dopo essere stato avversario di Bettino Craxi, ne diventa uno dei principali collaboratori. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio nei due governi Craxi

Ministro e premierTra il 1987 e il 1989 è ministro del Tesoro con i governi Goria e De Mita. Nel 1992 diventa presidente del Consiglio. Nello stesso anno, il suo governo decide un prelievo forzoso e retroattivo del 6 per mille sui conti correnti bancari per ridurre il debito. Tornerà a Palazzo Chigi nel 2000 dopo essere stato, nei due anni precedenti, ministro alle Riforme e del Tesoro. Tra il 2001 e il 2006è senatore dell’Ulivo e, con il secondo governo Prodi, viene nominato ministro dell’Interno

Gli altri incarichi Tra il 1994 e il 1997 è il presidente dell’Authority per la concorrenza. Nel 2002 è vicepresidente della Convenzione incaricata di ridisegnare l’architettura istituzionale dell’Ue. Nel 2009 diviene presidente della Treccani. Lo scorso settembre viene nominato giudice costituzionale dal presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano

P rofessor Giuliano Amato, Renziindica nella lotta alla burocrazia«la madre di tutte le battaglie».Gli uomini a lui più vicini metto-

no sotto accusa l’intero establishmentitaliano. Il quale, dicono, considera ilnuovo premier come un «barbaro».

«A me non è sembrato proprio che losia».

Ma la storia di Renzi è tutta dentro unfenomeno non solo italiano: la rivoltacontro le élite.

«Esistono élite innovative, che porta-no innovazione, ed élite arteriosclerotiz-zate, che ostacolano l’innovazione. Renzinon deve fare la guerra alle élite, ma alleélite arteriosclerotizzate. Abbiamo biso-gno di specialisti dell’innovazione che ciaiutino a cambiare. Altrimenti si ricade inquella che proprio sul Corriere abbiamodefinito “la sindrome dell’uno di noi”».

L’alta burocrazia e tutta la macchinadello Stato sono viste sempre più comeun blocco ostile alla crescita e al ricam-bio. Non crede?

«Trovo interessante che si ponga oggicome questione da risolvere il rapportotra la politica e l’establishment burocrati-co. All’estero mi hanno fatto notare:quando parlate di riforme di struttura, puntate l’occhio sempre e solo sul merca-to del lavoro; ma la prima questione ita-liana sono gli apparati amministrativi, ele esternalità negative che generano».

Appunto.«Ma la battaglia contro la burocrazia

può essere una delle tante battaglie reto-riche contro un facile nemico. Non di-mentichiamoci che la burocrazia, proprioper la regolarità delle sue norme, venneritenuta da Max Weber l’espressione ne-cessaria della razionalità dello Stato ri-spetto all’arbitrio, al carisma, alle varietà

delle tradizioni che prima di essa esiste-vano. È significativo però che lo stessoWeber nei suoi ultimi anni, prima di mo-rire ancora giovane di febbre spagnola,parlò della burocrazia come di “macchinasenz’anima”, “spirito coagulato”. Luistesso coglieva nella burocrazia l’entro-pia cui era soggetta, perdendo di vista ilfine per cui sono state create le norme,pensando all’autotutela dei propri inte-ressi piuttosto che alla tutela degli inte-ressi per cui viene mantenuta dalla socie-tà».

È quello che accade in Italia: la buro-crazia che si autoalimenta.

«Sì, ci sono momenti in cui di questemalattie della burocrazia si risente inmodo particolare. L’Italia oggi attraversauno di quei momenti. Ma ci sono anchemomenti in cui la burocrazia di cui si di-spone viene vissuta come strumento del-le innovazioni che si vogliono introdurre.Pensi al New Deal, all’importanza che eb-bero gli apparati nel realizzare le riformeimpostate nei cento giorni. Pensiamo anoi stessi, alle grandi figure tra il politicoe il burocratico che trasformarono l’Italianei primi decenni del Novecento».

A chi pensa?«Ad Alberto Beneduce: figura tecnica

che riformò tutto il rapporto tra Stato ed

Il governo Gli scenari

L’intervista L’ex premier: nella macchina dello Stato si mandino via i diecimila che non servono e si assumano mille competenti

«Basta con le élite arteriosclerotizzatema non vanno rottamati tutti i vecchi»Amato: credo molto al ringiovanimento. Bene la lotta alla burocrazia

Per le misure sull’ordine pubblico

Spagna, mobilitazionicontro Rajoy

Manifestazioni a Madrid e in altre città della Spagna contro la nuova legge sull’ordine pubblico del governo di centrodestra di Mariano Rajoy. La normativa prevede una serie di restrizioni sulle proteste pubbliche a cominciare dal divieto di manifestare davanti alle sedi istituzionali o di occupare piazze, come accadde durante il movimento degli Indignados . Le manifestazioni si sono svolte nell’anniversario del tentato colpo di stato militare del 23 febbraio del 1981 (Afp)

economia; l’uomo dell’Iri, del Crediop,dell’Imi e, insieme con altri, della riformadella Banca d’Italia. Penso a figure comeArrigo Serpieri, che dà un assetto nuovoalla nostra agricoltura, e come Oscar Si-nigaglia, primo presidente dell’Ilva, poi della Finsider. Ancora pochi anni prima,però, mentre Giolitti sta cercando di tra-sformare l’Italia ancora gretta nell’Italiache riconosce gli scioperi e i diritti socia-li, un uomo come Salvemini fa una spara-ta contro “l’albero mortifero della buro-crazia, lenta, complicatissima, non ri-spondente affatto ai bisogni delle popo-lazioni perché risponde esclusivamenteai propri bisogni”».

Pare il ritratto dell’Italia di oggi.«Oggi l’Italia deve cambiare e percepi-

sce come allora che la burocrazia, anzichéveicolo di cambiamento, è un freno. Giànegli Anni 50 Peter Drucker intuisce che,in un mondo che si sta globalizzando, quei grandi conglomerati burocratici chesono gli apparati pubblici e gli stessi ap-parati delle imprese sono destinati ad an-dare a sbattere, e occorrono organizza-zioni più flessibili, capaci di mettere allaprova tutte le nuove professionalità di cuisi può disporre. Da qui la domanda sedebbano cambiare le regole o le persone ela loro cultura. Sono vere entrambe le co-se: le regole alimentano una vecchia cul-tura; ma senza nuove persone e una nuo-va cultura, le vecchie regole prevalgono».

Mi spiace riportarla da Peter Druckera Luca Lotti...

Per arrivare all’attualità serve ancoraun passaggio. Il reinventing governementdel tandem Clinton e Gore, che avevanocapito la lezione di Drucker, fu un grandepiano di riorganizzazione del personalepubblico volto a cambiare le professiona-lità, e a portare non le procedure ma gliobiettivi al centro dell’azione pubblica».

Perché da noi non è accaduto?

«Perché negli ultimi decenni le figuretecniche sono scomparse dall’ammini-strazione pubblica. Fino agli anni 50 e 60esistono ruoli tecnici che fanno capo inparticolare ai ministeri più operativi: La-vori pubblici, Trasporti, Agricoltura.Questo personale tecnico va in pensionee non viene sostituito. Prevale il laureatoin giurisprudenza, con una media culturain diritto, che è la figura tipica per la qua-le la preoccupazione di non avere proble-mi con la Corte dei conti è naturalmenteprevalente sulla preoccupazione di rag-giungere il risultato dell’azione pubblica.Facciamo anche noi tentativi di reinven-ting governement...».

Ad esempio?«Nei primi anni 80 Giorgio La Malfa da

ministro del Bilancio introduce l’analisicosti-benefici per la valutazione degli in-vestimenti pubblici. Pochi anni dopoMario Sarcinelli, grande direttore gene-rale del Tesoro, fa passare una legge perassumere giovani con nuove professio-nalità, come budget e management del

debito, di cui l’Italia aveva bisogno. È lastagione in cui il Tesoro si rinnova, in cuiarrivano Draghi e Bini-Smaghi. Ci si ren-de conto che il controllo di ciò che fa loStato non può essere solo giuridico, e chela Corte dei conti deve essere formata an-che da economisti».

Oggi nella Corte dei conti gli econo-misti si contano sulle dita di una mano.

«È così. Lo sforzo maggiore lo fa Fran-co Bassanini, con le leggi di fine anni 90che introducono il controllo gestionale eil controllo strategico. È l’intervento ri-formatore più esplicitamente derivatodal modello di Clinton e Gore. Loro peròebbero otto anni, durante i quali lavora-rono anche sul personale. Bassanini ebbesolo due anni: cambiò le regole, non ilpersonale; e le nuove regole vennero as-sorbite dalle vecchie».

Ora è arrivata la crisi del debito, e laspending review.

«E lo Stato non riesce a dotarsi di nuo-ve professionalità. Per spendere il menopossibile fa il blocco del turn-over, trat-tiene finché morte non li separi coloroche non gli servono, e chiude la porta acoloro che gli servirebbero. Dove opera-no dirigenti nuovi, portatori di un nuovospirito, l’amministrazione riesce a fun-zionare. Non va cancellato tutto, nonvanno eliminati tutti. Ci sono molte per-sone disponibili a cambiare. Se ne man-dino via diecimila che non servono, e sene mettano mille nei punti giusti: giovaniche siano fattori di cambiamento».

Il ricambio non è solo un fatto ana-grafico, quindi.

«Deve cambiare non solo l’età, ma an-che la formazione. Non insegniamo piùdiritto e basta: l’analisi economica è in-grediente essenziale della formazione delgiovane giurista. Il medico non studiapiù solo medicina, ma le scienze della sa-lute, che implicano la conoscenza delfunzionamento delle strutture sanitarie. Abbiamo straordinari sovrintendenti,ma i Beni culturali hanno uno spaventosobisogno di manager di Beni culturali;non necessariamente chi ha gestito unMcDonald’s riesce a esserlo, ma difficil-mente può esserlo un bravo archeologo».

Dario Nardella ha indicato tra i “po-teri costituiti” che esercitano un frenoall’innovazione, o un’influenza eccessi-va sul sistema, anche la Banca d’Italia.Lei che ne pensa?

«Anche se il sistema bancario va tuttoin direzione europea, da noi la esercitaperché è diventata l’ultima scuola che èrimasta. Io ho grande stima delle personeche escono dalla Banca d’Italia, in generehanno una preparazione economica su-periore; ma considero non felice il desti-no di un Paese che ha come unica scuoladi formazione la sua banca centrale. Noiavevamo avuto le partecipazioni statalicome grandi scuole di formazione. Io so-no tra coloro che ha contribuito alla li-quidazione dell’Iri, e non ne sono penti-to; ma certo perdemmo un patrimoniopositivo di formazione».

Come trova Renzi? Che effetto le favedere a Palazzo Chigi, dove lei è stato due volte, un “ragazzo” di 39 anni?

«Al ringiovanimento dell’Italia credomoltissimo. Mi auguro che sia così. Or-mai sono chiuso in convento, faccio ilgiudice costituzionale, non mi occupo dipolitica; ma quando ho visto in tv con-frontarsi per le primarie del Pd tre giova-ni di cui il più vecchio aveva 50 anni, daitaliano ho provato d’istinto un senso disoddisfazione».

L’hanno chiamata rottamazione.«Be’, non sono perché vengano rotta-

mati tutti i vecchi. Un minimo di spiritodi autodifesa lo dovrò pure avere... Sonoun ultrasettantenne, ma sono ancora me-glio di tanti cinquantenni, sul campo».

Si riferisce al tennis?«Ovviamente. Il segreto è giocare con

avversari più forti di te. C’è sempre qual-cosa da imparare».

C’è anche chi esce di scena precoce-mente. Letta è stato trattato in modo in-generoso?

«Proprio perché ha 47 anni, EnricoLetta ha un grande futuro davanti. Diquesto sono sicuro».

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Senza nuove persone e cultura prevalgono le soliteregole

Letta ha 47 anni e ha un grande futuro davanti. Ne sono sicuro

5volte Giuliano Amato è stato ministro, a partire dal 1987. Due volte è sta-to presidente del Consi-glio, nel 1992 e nel 2000

di ALDO CAZZULLO

Chi è

Page 10: Il corriere della sera

10 Primo Piano Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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ROMA — Forse non sarà unapriorità dell’azione di governo, ma-gari saranno questioni messe «in coda» dopo lavoro, economia, fisco,riforme, sburocratizzazione, ma suius soli e unioni civili si gioca buonaparte della tenuta del governo Ren-zi/Alfano. Ne è prova la telefonata diieri, tra il premier e il leader di Ncd,alla vigilia della fiducia al Senato. Renzi, nel colloquio, ha «rassicura-to» l’alleato: «Su ius soli e unioni ci-vili non faremo forzature», la pro-messa. E Alfano? «Gli è venuto inmente lo “stai sereno” detto a Let-ta...», replicano i suoi. Battute a par-te, però, il tema è delicato e, fannosapere dal Nazareno, sede del Pd,«dovrebbe essere accennato dalpremier anche nel discorso di inse-diamento».

Da settimane, infatti, tra demo-cratici e alfaniani si tesse la tela: Da-vide Faraone e Ivan Scalfarotto dauna parte, Gaetano Quagliariello eMaurizio Sacconi dall’altra. Obietti-vo, arrivare a una proposta condivi-sa. Per ora, però, niente di scritto:«Solo qualche appunto scambiato»,dicono negli staff. Sullo ius soli,un’intesa di massima c’è: «Superia-mo la legge attuale (chi nasce quidiventa italiano a 18 anni, ma ha unsolo anno per esercitare la scelta,ndr), stabilendo che l’acquisizione della nazionalità è un percorso», di-ce Sacconi. Si parte dalla scolarizza-zione e dalla cultura. Il limite, per glialfaniani, è «l’aver concluso ele-mentari e medie, a 14 anni». Per il

Pd, invece, «basta anche un cicloscolastico». In ogni caso, la lineasembra tracciata. Il resto, sono divi-sioni terminologiche. Roberto For-migoni, ad esempio, lo chiama «iusculturae» e twitta: «Non si faranno

unioni civili né ius soli, l’abbiamo posto come condizione e ottenuto».Significa che c’è uno stop? L’ex go-vernatore della Lombardia spiega:«Intendo dire che non passa il prin-cipio che chi nasce in Italia diventa

automaticamente italiano, ma deveassimilare la nostra cultura». E sulleunioni civili? «Niente equiparazionetra il matrimonio uomo/donna e al-tre forme di unione. Siamo, però,per il riconoscimento di tutti i diritti

individuali», spiegano da Ncd. Noalla reversibilità pensionistica, pe-rò: «Sarebbe — dice Sacconi — lostesso ministro Padoan a mettere ilveto: l’Inps andrebbe in tilt». Stessacosa per gli altri impegni economi-

ci: «Ogni anno, per i coniugi, lo Sta-to spende 70 miliardi tra pensioni,assegni e detrazioni fiscali». Il cen-trosinistra, invece, punta al cosid-detto «modello tedesco»: registra-zione/celebrazione in Comune, stes-si diritti e doveri dei matrimoni ete-ro, tranne le adozioni. Su questo, leposizioni restano distanti. Il proble-ma, comunque, è anche di priorità.Col governo Letta, Renzi spingevamolto sui due temi. E ora? «Sta fa-cendo i conti con la realtà: le emer-genze sono altre», dice Quagliariel-

lo. Mentre al Pd provano a mediare:«È tra i grandi temi che dobbiamoaffrontare, ma le cose possono an-che marciare insieme». La sinistradei democratici è in subbuglio. Lospiega Stefano Fassina, ex vicemini-stro: «Ius soli e unioni civili sononelle proposte che l’area Cuperlo hapresentato a Renzi. Se si va avantibene, altrimenti cercheremo un’al-tra maggioranza in parlamento conSel e M5S». Possibile? «Renzi — di-cono gli alfaniani — ci ha assicuratoche non ci saranno maggioranze va-riabili. Altrimenti qui salta tutto... ».

Ernesto Menicucci© RIPRODUZIONE RISERVATA

»Approfondimenti Il programma

Diritti civili Il premier rassicura Alfanosu ius soli e unioni di fatto

Come funziona in Europa Ius sanguinisÈ il diritto dicittadinanza legatoalla discendenza

Ius soliLa cittadinanza vieneattribuita in baseal luogo di nascita

In Francia:doppio Ius soli

In Olanda:Ius soli debole

In Gran Bretagna:Ius soli forte

Nei Paesi che lo adottano, lo Ius soli non funziona mai come criterio unico di attribuzione della cittadinanza

Vige il «diritto di sangue» ma con procedure di cittadinanza per il minore più semplici che in Italia: basta che uno dei genitori abbia un permesso di soggiorno permanente da 3 anni e viva nel Paese da 8. Per matrimonio con cittadino tedesco dopo 3 anni

In Germania: Ius soli forte

Diventa cittadino chi nasce nel Paese da genitori di cui almeno uno deve essere nato in Spagna. Si può acquisire anche dopo la residenza per 10 anni o per matrimonio con cittadino spagnolo dopo un anno

In Spagna: Ius soli debole

Esiste lo «Ius sanguinis», ma se uno dei due genitori risiede regolarmente nel Paese da almeno tre anni prima della nascita del figlio, allora il minore ottiene la cittadinanza

In Irlanda: Ius soli forte

Acquista la cittadinanza chi nasce in territorio britannico anche da un solo genitore già

cittadino britannico. Per matrimonio dopo 3 anni

Vige il doppio «Ius soli»: è più facile ottenere la cittadinanza per uno straniero nato nel

Paese da genitori a loro volta nati in Francia, ma figli di stranieri. Chi è nato invece da

stranieri con 5 anni di residenza e ha 18 anni può acquisire la cittadinanza. Per matrimonio

con cittadino francese dopo 2 anni

L’acquisizione della cittadinanza prevede la necessità di avere almeno18 anni, un

permesso di soggiorno permanentee 5 anni di residenza ininterrotta

Formigoni«Non passerà il principio che chi nasce qui diventa automaticamente italiano»

Page 11: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Primo Piano 11

Giustizia L’intervista Chi è

Dieci mesi Guardasigilli Annamaria Cancellieri è nata a Roma il 22 ottobre 1943 (70 anni), una carriera da prefetto e da funzionaria. È stata ministro dell’Interno del governo Monti dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 e ministro della Giustizia del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014 Il caso Ligresti Nel novembre 2013 il ministro Cancellieri finisce al centro di fortipolemiche per aver esercitato, secondo le accuse, pressioni per favorire la scarcerazione della figlia dell’amico Salvatore Ligresti, Giulia, coinvolta nell’inchiesta Fonsai (ex Fondiaria, la società assicurativa della famiglia Ligresti)

Cancellieri: era tutto deciso da mesiAttacchi a me per mandare via Letta«Ho lavorato sull’emergenza carceri, nessun partito mi ha aiutata»

ROMA — «Con la nascita diquesto governo si capisce fi-nalmente qual era l’obiettivodella campagna contro di me.Bisognava indebolire il gover-no Letta e io sono stata usataper uno scopo preciso». Il gior-no dopo il passaggio di conse-gne con Andrea Orlando, AnnaMaria Cancellieri non riesce anascondere l’amarezza. E ac-cetta di raccontare questi diecimesi al ministero della Giusti-zia, «una delle esperienze piùdifficili, ma anche esaltantidella mia carriera».

Ministro, ammetterà chequelle telefonate erano quan-tomeno imbarazzanti.

«Posso ribadire, come delresto ho fatto in Parlamento, diaver commesso una leggerezzachiamando la moglie di Ligre-sti il giorno degli arresti. Manessuno mi convincerà di aversbagliato quando sono interve-nuta per Giulia. Mi sarei rim-proverata se non l’avessi fatto.In ogni caso la violenza neimiei confronti è stata di un talelivello che prescinde dalla miapersona».

Per questo ha deciso di nondimettersi?

«Ho sempre avuto l’appog-gio delle istituzioni e poi c’èstata la scelta coraggiosa di En-rico Letta di andare nella sede del Pd a difendermi, non avreimai potuto tradirlo».

Pur sapendo che questopoteva mettere in difficoltàl’intero esecutivo?

«C’è stata la malafede di chimi accusava di aver chiesto lascarcerazione di Giulia Ligrestinonostante la consapevolezzache il ministro non ha alcunpotere su questo e ignorando leparole del procuratore di Tori-no Giancarlo Caselli che hasempre detto il contrario. Difronte alle operazioni politichebisogna rimanere con i nervisaldi».

Lei è stata attaccata anchesul decreto svuota carceri.

«Questo è un Paese che nonama chi si occupa dei detenuti.Io sono orgogliosa del lavoro diquesti mesi. Molto bisogneràancora fare, ma la strada è trac-ciata e io resto convinta siaquella giusta. Siamo passati da69.500 detenuti a 61.000, ab-biamo creato 4.500 posti inpiù, ma soprattutto abbiamo45.000 reclusi in regime di

“celle aperte” che consentequindi una maggiore socializ-zazione. Eppure mi hannomassacrata anche su questo».

A chi si riferisce?«Lega, Movimento 5 Stelle e

Fratelli d’Italia hanno mostratodi essere forcaioli, ma posso di-re che anche gli altri partiti nonhanno fatto nulla per difendereil provvedimento. Tranne

qualche parlamentare isolato,non c’è stato vero appoggio. Ma io conosco bene i motivi».

Che cosa vuole dire?«La politica repressiva paga

in termini elettorali mentreschierarsi dalla parte di chi stain carcere fa perdere consenso.I detenuti sono merce a perde-re. Io ho potuto firmare quelprovvedimento proprio perché

io non faccio parte di alcunpartito. Mi hanno messo inquota Scelta Civica perché Ma-rio Monti mi aveva voluta nelsuo governo, ma alla fine io so-no e resto soltanto un funzio-nario dello Stato».

Lei si è schierata per l’am-nistia e l’indulto. Qualcunoha insinuato volesse fare unfavore a Silvio Berlusconi.

«È stato un modo subdoloper cercare di evitare provvedi-menti di clemenza che invecesarebbero indispensabili. Èl’unica strada possibile se sivuole alleggerire la situazionedelle carceri e il carico di arre-trato nei tribunali. Quanto aBerlusconi, tutto dipende dacome viene formulato il prov-vedimento e in ogni caso a de-cidere è il Parlamento, non ilministro. C’è stata una solleci-tazione chiara anche dal capodello Stato, certamente senzaalcuna intenzione di fare favoria qualcuno. In ogni caso io va-do via con una lettera di ap-prezzamento dell’associazione Antigone per il lavoro svolto. Èper me una delle soddisfazionipiù grandi».

Anche sulla nuova geogra-

fia giudiziaria ha ricevuto nu-merose critiche. Ritiene chesia stata una scelta giusta?

«Giusta e sacrosanta. Capi-sco che ognuno vorrebbe avereil tribunale e l’ufficio sotto ca-sa, ma questo non è possibileanche perché la situazione eraferma da oltre un secolo. È sta-ta una riforma epocale, se nonsarà bloccata inciderà in ma-niera molto positiva sull’orga-nizzazione del lavoro e soprat-tutto sul bilancio dello Stato».

Alcuni sindaci e ammini-stratori pubblici sostengono di essere stati penalizzati in-giustamente.

«Quando si fanno accorpa-menti e trasferimenti c’è sem-pre chi si lamenta. Ho avuto lafila di parlamentari che chiede-vano di avere riguardo per ilproprio territorio».

Difendevano i cittadini. «O forse i propri interessi.

L’importante è che adesso sivada avanti altrimenti moltiuffici sono a rischio efficienzaper la mancanza del persona-le».

Dove?«Le situazioni peggiori sono

a Milano, Modena e Brescia. Cisono problemi anche a Roma.È importante intervenire e farlocon urgenza. La verità è chequesto ministero è al centro diconflitti antichi tra poteri co-stituiti e questo rende diffici-lissimo il lavoro del Guardasi-gilli».

Renzi ha detto che le rifor-me sono la sua priorità, nonbasta?

«In realtà mi preoccupa chela giustizia non sia stata inseri-ta nella sua lista nonostante cisia un’ampia intesa politica chepotrebbe favorire l’approvazio-ne di numerose nuove norme.Noi avevamo in cantiere sva-riati provvedimenti».

Gli avvocati sono già scesiin piazza contro il taglio deitribunali e l’aumento dei co-sti.

«Sono migliaia, devono la-vorare, quindi comprendo leragioni della loro protesta. Pe-rò si deve sapere che molte ri-vendicazioni vengono fattesulla pelle dei cittadini. Con lo-ro abbiamo avuto difficoltà,ora eravamo pronti a riprende-re il dialogo».

Ma davvero credeva che ilgoverno Letta potesse andareavanti?

«Eravamo sotto attacco ognigiorno, ma mai potevamo im-maginare una fine così repen-tina. E invece da mesi qualcunoaveva già deciso tutto».

Fiorenza [email protected]

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DetenutiSchierarsi dalla parte di chi sta in prigione fa perdere consenso

Geografia tribunaliSe la riforma non sarà bloccata inciderà in maniera molto positiva

RiformeMi preoccupa che la giustizia non sia stata inserita nella lista di Renzi

La delusione

Carlo Trigilia non confermato: l’ho saputo in tv«Ho appreso della mancata riconferma ascoltando in tv la lettura dell’elenco dei nuovi ministri. Neanche una telefonata. Quello che però mi colpisce di più è che non sono noti i motivi di questa decisione». Lo dice l’ex ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia in un’intervista al Mattino dove mette in guardia sulla rinuncia del ministero anche alla luce dei miliardi di euro riprogrammati, dei fondi europei da destinare alle attività territoriali e dei piani per il rilancio dell’imprenditoria giovanile.

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La proposta

«Gratteri consulente»Lui: non parloIl silenzio continua anche dopo l’ultima offerta, fatta in diretta tv. Perché Nicola Gratteri, il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, non dice nulla a nessuno, anche dopo la proposta fatta dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, durante la trasmissione «In mezz’ora» in onda su Raitre, di diventare consulente del premier, Matteo Renzi, per la criminalità. «A costo di ripetermi — ha detto Gratteri, contattato dall’agenzia di stampa Ansa — non dico neppure una sillaba».

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12 Primo Piano Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

La crescita L’economia

L’Authority Il banchiere centrale al vertice di Sydney: gli istituti devono separare i crediti deteriorati dal resto. L’ipotesi di una garanzia pubblica

«Il Paese ha bisogno di una strategia per le riforme»Il governatore di Bankitalia Visco:necessario passare dalle parole ai fatti

DALLA NOSTRA INVIATA

SYDNEY — «Occorre un pro-getto, una prospettiva, un disegnoorganico, una strategia»: per il go-vernatore della Banca d’Italia,Ignazio Visco, bisogna partire da lìper alzare l’attività produttiva, ri-lanciare gli investimenti e soste-nere la crescita e con essa l’occu-pazione. Al nuovo esecutivo Visconon vuole dire altro, non è compi-to del governatore di via Nazionaledare suggerimenti diretti, afferma.E poi quel che doveva dire a Mat-teo Renzi lo ha detto nell’incontroa Palazzo Koch prima della forma-zione della nuova compagine go-vernativa. Quanto al neo ministrodel Tesoro, Pier Carlo Padoan, lui«le cose da fare le conosce già, co-me ha detto il commissario euro-peo Olli Rehn», non ha bisogno dialcuna indicazione. E così Viscoracconta che al G20, nel corso delladiscussione dei ministri e dei go-vernatori delle banche centralisulla crescita e sui possibili rischidi ribasso che permangono, «ildocumento che girava, di riferi-mento per il confronto, era ilGoing to growth dell’Ocse, firmatoda Pier Carlo Padoan, ed io nel miointervento ho sottolineato che sitratta del nuovo ministro dell’Eco-nomia italiano».

Il governo guidato da Renzi, ag-giunge Visco, che conversa con i giornalisti presenti a Sydney inuna pausa dei lavori del G20 finan-ziario, «avrà le sue priorità e farà lesue scelte». Il governatore dellaBanca d’Italia «può solo aggiunge-re: purché tali scelte siano dentroun disegno in modo da vedere laquestione nel suo insieme». Perprima cosa comunque «bisogna

attuare le riforme iniziate e realiz-zare le decisioni prese» stando at-tenti a «fare una comunicazioneefficace e complessiva». Certo, ag-giunge, nessuno «ha la bacchettamagica» ed è «difficile fare riformequando c’è la crisi» ma bisognaaver chiaro che «il futuro dipendeda quello che facciamo oggi» e che«non ci muoviamo da soli». Inogni caso «bisogna andare dovevanno i paesi migliori» ricordan-dosi che per farlo occorrono «ri-forme e responsabilità».

Nel Paese, osserva quindi Viscoc’è «una ripresa fragile, lenta an-che se è comunque una ripresa».L’aumento del Pil (Prodotto inter-no lordo) previsto per quest’anno— lo 0,7% per la Banca d’Italia el’1% per il governo — è però trop-po poco per far crescere l’occupa-zione. Quell’occupazione che pe-raltro è associata anche a nuove at-tività produttive e che richiededunque per essere rilanciata ilcompletamento del processo di ri-

strutturazione delle imprese. Ed èper questo che sarebbe opportuno«creare un clima più favorevole al-le imprese» perché possano ri-strutturarsi, trovare strade alter-native al finanziamento bancario,investire e creare occupazione.

Visco si sofferma sull’esigenzadi consolidare la stabilità finanzia-ria e sul ruolo dell’Istituto di viaNazionale per assicurarla. «Noidella Banca d’Italia abbiamo delleresponsabilità specifiche», affer-

della doppia recessione che è statamolto forte, con una caduta del Pilattorno al 10%». Per questo «pos-siamo dire che il sistema ha retto».

Le banche però si lamentanoperché la Vigilanza sarebbe tropposevera e perché non si sentono ab-bastanza difese in Europa. «Sonochiacchiere, i banchieri devono es-sere solo grati alla Banca d’Italia».E in ogni caso, «gli aumenti di ca-pitale si devono fare», non si scap-pa. I mercati poi «hanno un’atten-zione straordinaria», perché «èvero che le sofferenze ci sono, inqualunque modo vengano valuta-te». La Banca d’Italia insomma agi-sce affinché «le banche italiane

tornino a dare credito all’econo-mia attraverso gli aumenti di capi-tale e la pulizia del bilanci» per far-le tornare a finanziare la ripresa. Per far questo «è essenziale sepa-rare i crediti deteriorati dal resto» .Una bad bank? «Basta anche unadivisione interna», risponde Viscospiegando che «l’importante è farechiarezza» guardando ai mercatima anche al merito del credito del-le banche che devono sapere a chiprestare e a chi no. «Quando dicoche in questo campo si potrebbefare qualcosa di più ambizioso,penso a possibili progetti non peruna singola banca ma per gruppidi banche», a soluzioni che nonvedano «le banche da sole» ma ac-compagnate da «un’eventuale as-sistenza pubblica» sotto forma peresempio di garanzia o altro. «Ma èancora tutto da studiare».

Stefania Tamburello© RIPRODUZIONE RISERVATA

All’incontro del G20

Draghi: Roma, il punto «non è sapere cosa fare, ma farlo» DALLA NOSTRA INVIATA

SYDNEY — Il problema per l’Italia ed il suo governo «non è sapere cosa fare ma farlo». Il presidente della Bce, Mario Draghi risponde così alle domande sull’agenda del nuovo esecutivo guidato da Matteo Renzi per sostenere la crescita e l’occupazione. «L’Italia ha bisogno di stabilità e riforme» e «sono in molti a sapere cosa fare» per recuperare i ritardi del Paese, «ma il problema appunto non è cosa fare ma farlo». Draghi, nel corso della conferenza stampa al termine del vertice del G20 (i venti Paesi più ricchi del mondo) a Sydney, si è soffermato sulla crescita in Europa che resta «fragile, modesta, diseguale ma molto meno lenta di prima». Sta cambiando l’atmosfera, ha aggiunto il

numero uno dell’Eurotower, ci sono segnali di ripresa della domanda interna. Si vedono dunque dei progressi anche se non sono spariti i rischi al ribasso. Certo, ha aggiunto Draghi, «il debito resta alto in molti Paesi dell’Eurozona» e «bisogna continuare sulla strada delle riforme strutturali senza sedersi e senza allentare le politiche di bilancio puntando semmai alla ricomposizione delle voci di tassazionie spese». Il vertice si è concluso ieri a Sydney con l’impegno comune dei Paesi partecipanti a raggiungere l’obiettivo di almeno un ulteriore 2% di crescita in 5 anni, vale a dire oltre 2 mila miliardi di dollari. Confermato l’accordo per lo scambio automatico di dati fiscali.

S. Ta.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’Authority Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco

ROMA — Il pubblico è ele-gante e moderato. Un solo ap-plauso fragoroso, contro la leg-ge elettorale in discussione, chenon permette a tutti di parteci-pare e non dà libertà di sceglierei parlamentari. Politici presenti?Giulia Bongiorno, celebre avvo-cato, già finiana.

Corrado Passera presenta al-l’Aranciera di San Sisto il suonuovo «incubatore, start up,movimento politico». Si chiamaItalia Unica, diventerà un parti-to. Il simbolo è fatto di 20 ele-menti geometrici (come le Re-gioni) che si possono comporrein milioni di modi e con coloridiversi, così che ognuno si crei ilsuo logo personale. Uno slogandice: «Io siamo», che significastare assieme, ma valorizzare isingoli. Il giudizio sul governoRenzi è composto: «Ci auguria-mo che abbia l’ambizione e lacapacità di realizzare ciò cheserve. Non abbiamo bisogno diun altro governo di transizio-ne». Italia Unica non sarà né didestra né di sinistra, il progettoè offrire un’alternativa «a quel60 per cento di italiani che nonva a votare o vota scheda bian-ca». La situazione «è gravissima,ci sono 10 milioni di personecon problemi di lavoro e pauradel futuro, metà degli italiani, sesi considerano anche i loro fa-miliari». Eppure - ecco l’altroslogan - «Si può e si deve», nel

senso di cambiare. Perché anco-ra facciamo 400 miliardi diesportazioni in settori competi-tivi, perché abbiamo grandi ri-sorse culturali, artistiche e am-bientali, sia pur «immeritate»,perché le famiglie, le comunità,il terzo settore sono solidi. Però,«non è più tempo di piccoli pas-si».

Passera ha studiato un pianoper mettere in circolo addirittu-ra 400 miliardi. Cominciamo. LoStato dovrebbe rimborsare su-bito 100 miliardi di debiti nei

confronti delle imprese, non so-lo i 15 l’anno che sta restituendodopo l’iniziativa del governoMonti. Come? «Usiamo 20-30miliardi dell’immenso patrimo-nio pubblico per capitalizzare lasocietà che dovrà anticipare lesomme ai creditori». Secondo:mettere nelle buste paga dei la-voratori il Trattamento di finerapporto che si matura da ora inavanti, senza oneri fiscali nécontributivi. Terzo: possibilità per aziende e lavoratori di con-trattare due mensilità in più al-

l’anno senza oneri fiscali nécontributivi a fronte di forti au-menti di produttività. Quarto:200 miliardi di credito a famigliee imprese da parte della Cassadepositi e prestiti, in un ruolomodellato sulla Banca pubblicaper gli investimenti tedesca. Poi,ci sono gli investimenti: 50 mi-liardi di cantieri già finanziati,40 miliardi di lavori finanziatidai Fondi strutturali europei,che l’Italia è abituata a buttar viain mille rivoli, 30 miliardi da in-vestimenti privati in ricerca e

innovazione favoriti da un cre-dito d’imposta, 30 miliardi dainvestimenti che si autofinan-ziano, come recupero del disse-sto idrogeologico, che si pagacon i mancati costi dei disastrievitati. «Sugli investimenti pub-blici sarebbe giusto chiedere al-l’Europa una modifica forte delpatto di Stabilità», dice Passera.

Sulle tasse, Passera proponeun popolarissimo taglio di 50miliardi. Da coprire in che mo-do? Risparmi non lineari suglisprechi pubblici, come i diecimiliardi di contributi regionali apioggia, recupero di entrate nonincassate (bollette e sanzioniamministrative), recupero dievasione fiscale (esempio: «Pre-miamo chi fa solo fatture elet-troniche»).

In un’ora e mezza di discorso,Passera illustra una ricetta perciascun settore della società.Primo punto del programma, lascuola. Tutto va puntato suquattro settori dove l’Italia ha imezzi per farcela: istruzione,cultura, ambiente, innovazione.

Corrado Passera ha incontra-to la politica nel novembre 2011quando Monti lo chiamò a fare ilministro dello Sviluppo econo-mico. Poi, ha ricordato, Montigli propose di entrare nel suonuovo partito, Scelta Civica:«Dissi di no, non vedevo suffi-cienti novità né nell’agenda nénella formazione politica». Lapolitica però lo aveva ormaicontagiato. Da mercoledì sarà inviaggio per l’Italia con Italia uni-ca. Spera di rinnovare i buoni ri-sultati ottenuti da amministra-tore delle Poste e di Banca Inte-sa, risultati che ieri ha ripercor-so, come un augurio.

Andrea [email protected]

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Passera lancia il partito Italia Unica:Tfr subito in busta paga e più creditoL’ex ministro del governo Monti: non siamo né di destra né di sinistra

ma, «partecipiamo alla definizionedi una politica monetaria più ade-guata per garantire la stabilità deiprezzi in tutte e due le direzioni» ecuriamo la Vigilanza sul sistemabancario. In questo quadro «in Ita-lia è stato già fatto il rafforzamen-to» dei patrimoni bancari e ciònon solo in vista degli esami — as-set quality review e stress test —della Bce, «ma perché era necessa-rio avere dei bilanci di buona qua-lità per contrastare i pesanti effetti

La pulizia dei bilanci«Il rafforzamento dei patrimoni bancari è servito contro la recessione»

I nodi

Le stime: Pil in lieve aumento

Per il 2014 la Bancad’Italia si attendeuna crescita dell’economia dello0,7%

Timidi segnali di ripresa a fine 2013

Disoccupazione a livelli record

Nel quarto trimestre il Pil èsalito dello 0,1%. Èdell’1,9% il calo nel2013

A dicembre 2013la disoccupazioneè salita al 12,7%,+1,2% sul 2012

Nell’arena Corrado Passera ha presentato ieri a Roma il suo nuovo movimento politico: Italia Unica

«Italia Unica» di Corrado Passera propone il rimborso di 100 miliardi di debiti dello Stato verso le imprese; il conferimentodel Tfr in busta paga; 200 miliardi di prestiti della Cdp a imprese e famiglie; e un taglio di 50 miliardi delle tasse.

Il programma

Roma-Madrid

Tassi e rating,il sorpasso spagnoloraddoppia

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

MADRID — Non bastava l’1-0 dell’Atletico Madrid al Milan di mercoledì. In economia la Spagna ha messo sotto l’Italia altre due volte questa settimana. La partita che conta è stata simile a quella giocata a San Siro: prima parte a nostro favore, beffa al fischio finale. Parte forte l’Italia. Lunedì Matteo Renzi accetta l’incarico di governo e mette tra le sue priorità le riforme del lavoro, della burocrazia e del fisco. Addirittura annuncia i tempi per portarle a termine: marzo, aprile e maggio. Fretta e decisionismo piacciono ai mercanti. Lo spread scende fino a che i Btp decennali pagano il 3,54% di interessi nella giornata di mercoledì. La Spagna sarebbe superata, invece è un’illusione di pochi minuti. A fine seduta Madrid paga il 3,56, Roma il 3,59 per cento. Tre centesimi di punto, il simbolo di un giudizio internazionale che ci penalizza. Fino al luglio 2011 la norma era che fosse l’Italia a pagare meno interessi anche a dispetto del debito monstre. Nell’estate di 3 anni fa, invece, qualcosa si ruppe nella considerazionedegli investitori. Gli interessi per noi arrivarono al 6% e solo quando toccò a Madrid finire nella centrifuga riuscimmo a risuperarla. E’ il marzo 2012, la riforma delle pensioni di Mario Monti (più le tasse) fa pensare che i conti siano sotto controllo. Madrid, al contrario, è colpita a tenaglia da una doppia crisi, occupazionale e finanziaria, che fa schizzare deficit e debito. Il salvataggio bancario europeo aiuta, ma Madrid spinge sulla riforma del lavoro e torna in vantaggio. La timida ripresa del 2013 fa il resto. Gli spread calano in entrambi i Paesi, con Madrid che però continua a pagare meno interessi. Arriviamo a giovedì. La Spagna riesce a vendere 5 miliardi di Bonos al tasso del 3,55%, il più basso dal 2006. Un successo. Via XX Settembre dovrà cercare di fare meglio la settimana prossima con 3 miliardi in scadenza. Intanto però ecco la doccia fredda per Roma. Venerdì l’agenzia Moody’s alza il giudizio sui Bonos spagnoli da Baa3 a Baa2, lo stesso livello italiano. Per entrambi il baratro del “debito spazzatura” resta ad appena due gradini di distanza, ma mentre per l’Italia l’outlook è “stabile” per il regno iberico è “positivo”. Sfumature? Certo, ma basate sui numeri delle due economie e l’opinione sull’operato e le capacità dei governi. La prossima partita dovrebbe essere per il 25 aprile quando l’agenzia Fitch aggiornerà le sue valutazioni.

Andrea Nicastroandrea_nicastro

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Page 13: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Primo Piano 13

Il governo Il caso I marò saranno processati in base alle leggi indianeA. K. Antony, ministro della Difesa indiano

Marò, l’India decide. Un test per il governo Oggi la Corte Suprema dirà se l’accusa è di terrorismo. New Delhi: nessun compromesso

Il neoministro

Mogherinitelefona ai fucilieri

ROMA — Il nuovo ministro degli Esteri Federica Mogherini è al lavoro da ieri alla Farnesina. «At work (al lavoro in inglese ndr), alla #Farnesina #buonadomenica», ha twittato il nuovo capo della diplomazia italiana. Sabato Mogherini aveva esordito con una telefonata ai due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ribadendo che il loro caso è «prioritario» per il nuovo governo. Ai due fucilieri, il neoministro aveva «garantito la continuità di attenzione da parte dell’attuale esecutivo, anche circa gli aspetti di internazionalizzazione della vicenda ed il possibile ricorso a tutti gli strumenti consentiti».

Sta arrivando il momento delle deci-sioni serie nel caso dei due marò tratte-nuti in India. Ed è un momento che, sel’Italia non lo coglie, non si ripresenteràpiù. Oggi, la Corte Suprema di NewDelhi dovrebbe stabilire con quale leggemandare a processo Salvatore Girone eMassimiliano Latorre. In realtà, potreb-be trovare un motivo per un nuovo rin-vio. Ma forse sceglierà come giudicare idue fucilieri di Marina: sulla base della legge antiterrorismo Sua Act oppuredella legge ordinaria. Il fatto è che perl’Italia non fa molta differenza: a menoche il nuovo governo guidato da MatteoRenzi — con Federica Mogherini agliEsteri — non decida di cambiare strate-gia rispetto a quella portata avanti dal-l’esecutivo precedente.

La questione sarà insomma una delleprime che il nuovo presidente del Consi-glio e i suoi ministri dovranno gestire:decidere come rispondere a Delhi. Alpunto in cui sono arrivate le cose, lamacchina messa in movimento da setti-mane da Farnesina e governo Letta hacome sbocco unico il rifiuto della giuri-sdizione indiana nella vicenda. L’Italial’aveva accettata nel marzo 2013, quandorimandò a Delhi Girone e Latorre. Manegli ultimi tempi ha costruito il casogiudiziario per respingerla: ha cioè ri-creato la controversia sulla questione el’ha comunicata alle autorità indiane conuna nota a verbale (una lettera ufficiale).Sulla base di due contenziosi: i tempi,che si sono allungati in misura non giu-stificabile; e il luogo in cui è avvenuta l’uccisione di due pescatori di cui sonoaccusati i militari italiani, che secondoRoma è in acque internazionali (il checomporterebbe che il processo si tenessein Italia). Oltre alla nota a verbale, ancheil richiamo per consultazioni dell’amba-sciatore Daniele Mancini, avvenuto do-po l’ennesimo rinvio di un’udienza, raf-forza il percorso della controversia, fina-lizzata a ricorrere alla giustizia interna-zionale e cercare di strappare il processoall’India.

A questo punto, insomma, la macchi-na è in moto e comporta che alla giusti-zia indiana non venga più riconosciuta da parte dell’Italia la legittimità a trattare

il caso dei marò. Per questo – e non acausa del cambio di governo a Roma – oggi all’udienza della Corte Suprema non parteciperanno l’ambasciatoreMancini e nemmeno l’inviato specialeStaffan de Mistura. Bene: il nuovo gover-no dovrà decidere se andare avanti o nosu questa linea. Sapendo che, al punto incui siamo, riconoscere il diritto di un tri-bunale indiano, qualsiasi sia, a tenere ilprocesso — Sua Act o leggi ordinariecambia poco — farebbe ritornare allapartenza, cioè a quasi un anno fa quandola giurisdizione indiana fu accettata.L’occasione, dunque, è adesso, non ce nesaranno altre: ricostruirla sarebbe di fat-to impossibile.

Il prossimo passo potrebbe essere unarichiesta di mediazione politica con l’In-dia per cambiare sede al processo. Espe-rita questa, e se fallisse, Roma avrebbe la

strada libera per rivolgersi alla magistra-tura internazionale, cioè alla Corte arbi-trale dell’Aia e al Tribunale per la Leggedel Mare dell’Onu con sede ad Amburgo.Ieri, il ministro della Difesa A. K. Antony– una vecchia volpe della politica india-na – ha detto che «non ci sarà compro-messo» e ha assicurato che il caso saràgiudicato sulla base delle leggi indiane.

Se dunque oggi l’India deciderà diusare la legge antiterrorismo, l’Italia ve-drà rafforzarsi un po’ le sue argomenta-zioni quando andrà a chiedere l’interna-zionalizzazione del caso. Ma se anchedeciderà per la legge ordinaria, la con-troversia già avviata sarà l’unica stradaper riprendere in mano almeno un filodella lunga vicenda: l’alternativa è che ilcaso venga completamente lasciato nellemani di New Delhi.

Danilo Taino@danilotaino

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La vicenda

2012L’arresto a Kochie la corte del KeralaIl 19 febbraio, quattro giorni dopo l’incidente in cui sono uccisi due pescatori indiani al largo del Kerala, i marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone scendono a terra a Kochi e sono messi sotto custodia dalle autorità locali. In marzo vengono trasferiti nella capitale dello Stato, Trivandrum, dove l’Alta Corte del Kerala avvia il processo, con vari rinvii e in un clima ostile ai fucilieri italiani.

2013Il processo a Delhi,il tribunale specialeIn gennaio la Corte Suprema dell’India nega la giurisdizione del caso al Kerala perché l’incidente è avvenuto in acque internazionali: i marò saranno giudicati a Delhi da un tribunale speciale che potrebbe usare la legge antiterrorismo (Sua Act) che prevede la pena di morte. In permesso in Italia, Latorre e Girone rimandano il rientro in India, tra crescenti contrasti diplomatici, fino a quando il ministro degli Esteri indiano esclude la pena capitale

Lo scenario La scelta della continuità

Farnesina e Difesa studiano le contromosse L’ipotesi di ricorrere ai giudici internazionali

735ROMA — Come reagirà l’Italia?

È quel che si domandano tutti, seoggi, come forse accadrà, dovessedavvero venire formulata in aulal’accusa paradossale di pirateriaper i fucilieri Massimiliano Lator-re e Salvatore Girone, sospettati diaver ucciso due pescatori del Kera-la durante un pattugliamento an-ti-pirati a bordo della petrolieraErica Lexie. E cosa eventualmentesi farà di fronte a un nuovo, tatti-co, rinvio? L’Italia attenderà anco-ra che facciano effetto le pressioniinternazionali o passerà a un «pia-no B»?

La domanda, la peggiore possi-bile da prendere in considerazioneper un ministro appena insediato,ieri non riceveva risposte nette. LaFarnesina, che ha visto sostituireEmma Bonino, è guidata da unavolenterosa esordiente della di-plomazia, Federica Mogherini cheha bisogno di più tempo per pa-droneggiare la vicenda di una do-menica passata «at work» (comelei stessa ha twittato), cioè «al la-voro».

Più avvantaggiato, il ministrodella Difesa Roberta Pinotti, es-sendo stata sottosegretario nello

stesso dicastero. Ma è chiaro che la responsabilità della linea da te-nere sarà assunta in pieno dal pre-sidente del Consiglio, Matteo Ren-zi. Non a caso, ancor prima dellafiducia ha voluto assicurare il pae-se e i Marò via Twitter: «Faremosemplicemente di tutto». Ma, an-corché decisionista, difficilmentenelle poche ore di governo appenatrascorse, Renzi avrebbe potutoimbastire, o dare l’avallo, a una li-

nea diversa da quella della cautela,varare una strategia più incisiva:si deve, almeno per il momen-to,restare nel solco della decisionegià presa di ritirare l’ambasciatorea New Delhi e far tornare l’inviatoStaffan de Mistura.

Dunque, a lmeno secondoquanto filtrava ieri da ambienti digoverno, oggi l’intenzione è di at-tendere. Capire le nuove mossedella giustizia indiana. Vedere se

davvero ci sarà l’incriminazione enon il consueto rinvio. E se pre-varrà la linea dura dell’applicazio-ne del «Sua Act», la legge anti ter-rorismo e anti pirateria, o quellapiù morbida della legge ordinaria,che invertirebbe l’onere della pro-va a carico della giustizia indiana,e alleggerirebbe la posizione deidue fucilieri. Secondo alcuni fa-cendo saltare del tutto il processo,ma certamente dando più voce al-la difesa che chiede il rimpatrio inattesa dell’eventuale dibattimen-to.

Sicuramente, filtra dal governo,verrà giocata con più forza la cartadell’arbitrato internazionale, vistoche i due fucilieri del BattaglioneSan Marco avrebbero sparato, siapure in acque contigue alle coste indiane, nel corso di un’operazio-ne militare stabilita da convenzio-ni internazionali anti-pirateria. Edell’eventuale incidente, che i mi-litari continuano a smentire pro-fessandosi innocenti, non sarebbecompetente New Delhi.

Nessuna prova muscolare im-mediata, dunque, anche perchégrazie al lavoro di alleanze intes-sute dal precedente governo, or-

mai il caso è all’attenzione del-l’Unione Europea e nelle prossimeore sarà riproposto dal ministrodella Difesa in una riunione della Nato. E non aiuta eventuali solu-zioni creative, il recentissimocambio al vertice anche dell’Aise, il servizio segreto che opera al-l’estero, ora diretto ad interim dal-l’ex prefetto Paolo Scarpis.

Certo è che se la partita è crucia-le per le elezioni di aprile in India,

visto che si può ritorcere contro ilpartito dell’italiana Sonia Gandhi,lo è altrettanto da noi. Riportare acasa i Marò sarebbe per Renziun’assicurazione sulla vita del go-verno ben più di qualsiasi riforma.Cedere all’India potrebbe metterlofortemente a repentaglio.

Virginia Piccolillo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Come rispondereLa questione sarà una delle prime che il nuovo governo dovrà gestire: decidere subito come rispondere a Delhi

2014Ancora rinvii,la crisi diplomaticaL’anno si apre con ulteriori rinvii della presentazione dei capi di accusa contro i due fucilieri e voci diuna possibile richiesta di condanna a morte. Il 10 febbraio l’accusa chiede di agire in base al Sua Act, cosa che l’Italia respinge chiedendo di internazionalizzare il caso sottraendolo alla giustizia dell’India con cui i rapporti diplomatici sono sempre più tesi. La Corte Suprema oggi dovrebbe decidere se accogliere o meno la richiesta.

Lo scontro

Brunetta:«Madia?Ragazzina»

«Se inizia così, deve studiare ancora molto». Renato Brunetta, 63 anni, capogruppo di Forza Italia alla Camera, non ha gradito le critiche della neo-ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, 33 anni, che aveva detto: «Brunetta appena insediato se la prese subito con quelli che definì impiegati fannulloni. Noi cominceremo dall’alto, dai dirigenti». Ospite di Maria Latella per l’«Intervista» su SkyTg24, l’ex ministro della PA (dal 2008 al 2011) ribatte: «Da parte di una ragazzina, perquanto dinamica, non è un bel dichiarare dire che farà il contrario di quello che ho fatto io. Farebbe meglio a rispettare i propri predecessori».

DebuttoIl neoministro della Difesa Ro-berta Pinotti, 53 anni, mentre fa jogging a Geno-va, la sua città. Già sottosegre-tario alla Difesa esenatrice del Pd dal 2013 è su-bentrata a Mario Mauro (Ansa)

OffensivaIl caso è già all’attenzione della Ue e nelle prossime ore sarà riproposto dal ministro Pinotti a una riunione della Nato

I giorni trascorsi dalfermo di Latorre (in

primo piano nella foto) eGirone (dietro) in Kerala

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14 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

Esteri Un intervento militare russo in Ucraina sarebbe un grave erroreSusan Rice, consigliere per la sicurezza nazionale Usa

Transizione Nella capitale si forma il governo ad interim mentre la folla abbatte i simboli del regimeLa Crimea prepara le brigate di autodifesa

Goodbye Lenin, scatta la caccia ai filorussi

In 4 per la presidenzaYulia e Klitschkosono pronti a sfidarsi

Kiev, è già lotta per il potere

Tv«La fuga del capoin elicottero»KIEV — La tv ucraina Cctv ha diffuso immagini non verificate(a sinistra) di quella che viene descritta come la fuga in elicottero del deposto presidente Viktor Yanukovich e dei suoi consiglieri da Kiev. Dopo la firma degli accordi con l’opposizione il presidente è fuggito venerdì sera a Kharkiv, roccaforte del partito filorusso nell’Est

LiberaTymoshenko«Non saròpremier»KIEV — L’ex premier Yulia Tymoshenko, scarcerata sabato dopo due anni di reclusione,ieri ha incontrato l’ambasciatore Usa in Ucraina Geoffrey R. Pyatt (con lei nella foto Epa) e il capo della delegazione UeJan Tombinski.La Tymoshenko, che pensa alle prossime presidenziali, ha rifiutato l’incarico di premier ad interim.

DAL NOSTRO INVIATO

KIEV — E’ una scatoletta blu, comequelle del tonno. «Contiene aria di Euro-maidan». Il giorno dopo la rivoluzione, oil golpe, la vendono sulla bancarelle a uneuro e mezzo. Sull’etichetta, le foto dellapiazza durante la protesta. Sul coperchio,il simbolo Ue. Sul retro la «ricetta della li-bertà», ingredienti gli spazi occupati intre mesi: «50% di piazza dell’Indipen-denza, 20% di via Kresiatik, 15% di piazzaEuropa, 10% di via Michailevska…».L’aria è cambiata e anche il Parlamento,una votazione ogni quarto d’ora, restaaperto di domenica per approvare a sca-tola chiusa tutto quel che serve a respira-re meglio: eletto il nuovo presidente ad

interim Oleksandr Turchynov, amico diYulia Tymoshenko; destituiti il ministrodegli Esteri e dell’Istruzione; nazionaliz-zazione della villona con zoo e auto vin-tage che il deposto Viktor Yanukovichs’era costruito su una proprietà pubbli-ca; basta col russo come seconda linguaobbligatoria nelle scuole; nomina imme-diata dei nuovi responsabili per le cen-trali nucleari, perché siamo pur semprenella terra di Chernobyl e quelli del vec-chio regime si sono squagliati tutti…

Goodbye Lenin: quaranta statue so-vietiche vandalizzate in un giorno. AKharkicv e a Donetsk, le sorvegliano ar-mati. A parole, Mosca sta zitta e immobi-le. Ma nella Crimea filorussa si formanogià le Brigate popolari d’autodifesa, induemila manifestano contro «i fascistisaliti al potere a Kiev». Verso l’aeroportodella capitale, posti di blocco con basto-ni: i vincitori vogliono impedire cheespatrino i filorussi rovesciati. Yanuko-vich è sempre bloccato al confine russo:

prudente, il sindaco di Kharkiv che l’haospitato se n’è andato a Mosca. L’ex pre-mier Azarov, che a novembre stracciò l’accordo Ue, è in Austria. L’ex ministrodell’Interno che venerdì ha sparato sullafolla è atterrato in Bielorussia, ma il dit-tatore Lukashenko gli ha dato un’ora perandarsene. «Il loro errore — dicel’82enne Mikhail Gorbaciov, che per la secessione ucraina vide dissolversi l’Urss— è stato d’interrompere la perestrojkaavviata vent’anni fa con l’indipendenza».

Ci sarà un governo provvisorio, entrodomani. E quando la Tymoshenko sisveglia finalmente nel letto di casa, laprima telefonata è del nuovo capo delloStato: ti va di fare il primo ministro? Larisposta privata è subito condivisa sul si-

Guarda il video con una chiamata gratuita al +39 029 475 48 50

Page 15: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Esteri 15

Il commento

Esteri L’Ucraina deve dotarsi rapidamente di un governo capace di agireAngela Merkel, cancelliera tedesca

Se ci sarà un pacchetto di aiuti, la Russia non dovrà ostacolarloWilliam Hague, ministro degli Esteri britannico

MonumentoMessaggio«a colori»per MoscaSOFIA — Una donna posa davanti al monumento all’Esercito Sovietico nella capitale bulgara, per l’occasione ridipinta con i colori della bandiera dell’Ucraina che in queste ore sembra più lontana dai progetti del presidente russo Vladimir Putin. La Bulgaria faceva parte della rete dei Paesi satellite dell’Urss.

to Madrepatria, che Yulia non ha maismesso d’aggiornare in due anni e mezzod’arresti: «Vi prego di non chiedermelo nemmeno: non sarò mai un premier adinterim». Se deve tornare alla tavola delpotere, non vuole briciole. E sabato l’hadetto, appena rilasciata: fra tre mesi, leicercherà la presidenza che Yanukovich lestrappò nel 2010, con regolari elezioni. Isondaggi la spingono, Maidan non laama, la sua scarcerazione è stata accoltacon sorrisi tirati dagli altri leader della ri-volta. Nemmeno il suo più dichiaratocontendente — l’ex pugile Vitaly Klit-schko, l’unico che abbia detto di volersicandidare — sembra adatto al ruolo:«Yulia ha un problema — spiega Igor Ko-gut, ascoltato analista politico filoeuro-peo —: è stata condannata per reati dicorruzione, e la Costituzione le vietereb-be la presidenza. Vitaly ne ha un altro: ilsuo passaporto tedesco, per legge, loescluderebbe dalla corsa. Siamo in Ucrai-na, però. E questi in fondo sono dettaglirisolvibili…». O tali da favorire altre am-bizioni, dentro Euromaidan. Una è quel-la dell’ex ministro degli Esteri ArsenyYatsenyuk, giurista classe 1974, longa manus di Yulia. Un’altra è del ricchissi-mo e più anziano Petro Poroshenko, giàgovernatore della banca centrale: allaConferenza di Monaco sulla sicurezza,primi di febbraio, seduto fra John Kerry ei leader europei, Petro già veniva omag-giato come un capo di Stato. «Un leader ol’altro fa differenza per noi, non per l’Eu-ropa — osserva Kogut —. Poroshenko,lo conoscono perché da ministro iniziò anegoziare l’adesione ucraina all’Ue. Yu-lia, perché è sulla scena da dieci anni.Klitschko, per i suoi meriti sportivi eperché ha imparato subito: in questi me-si, s’è fatto ricevere anche all’Eliseo…».L’importante, lo sintetizza il commissa-rio europeo Karel De Gucht: «Quando te-lefoniamo, d’ora in poi vorremmo trova-re qualcuno dall’altra parte».

Francesco Battistini© RIPRODUZIONE RISERVATA

Verso l’accordo Il commissario Ue Rehn: ora una prospettiva politica

Bruxelles prepara gli aiutiSi riapre la partita europeaMerkel chiama Putin. Il Fmi studia un prestito

Un cordone di assistenza intornoalla nuova Ucraina. All’indomani del-la deposizione del presidente ViktorYanukovich e del passaggio di poteriall’opposizione, Unione Europea,Stati Uniti e Fondo Monetario nonhanno esitato a offrire sostegno alPaese che nei prossimi mesi dovràdimostrarsi in grado di recuperare lastabilità politica e affrontare la crisieconomica: tenuta istituzionale, in-tegrità territoriale, superamento dilogiche di vendetta restano le grandisfide interne, mentre la comunità in-ternazionale dovrà dar seguito alledichiarazioni di solidarietà rivolte alpopolo della Maidan.

Se tra le capitali europee più attivenello sforzo di mediazione si sono di-

stinte Berlino e Varsavia, che con Pa-rigi avevano inviato nei giorni scorsia Kiev i loro ministri degli Esteri pernegoziare con Yanukovich, è la can-celliera tedesca Angela Merkel adaver mantenuto aperto in queste oreun canale diretto con il convitato dipietra, il presidente russo VladimirPutin, portando a casa un accordo dimassima sulla necessità di mantene-re unito il Paese — priorità condivisada Washington. La Merkel che paral-lelamente dava a Yulia Tymoshenko«il benvenuto alla libertà», invitan-dola a farsi curare l’ernia del disco inGermania. Delicata la posizione diBruxelles, che deve aiutare l’Ucraina asuperare le incognite di una rivolu-zione nel nome dell’Europa.

Il commissario agli Affari econo-mici e monetari Olli Rehn ha reso no-to che la Ue è pronta ad alzare la postae offrire in assistenza immediata piùdei 610 milioni di euro che erano sultavolo alla vigilia dell’Accordo di as-sociazione sospeso al vertice di Vil-nius dello scorso novembre. Fu il rin-vio di quella firma a innescare la ri-volta antigovernativa e ad attirare co-me premio di consolazione lapromessa russa di prestiti per 15 mi-liardi di dollari. Uno scenario accre-ditato da fonti Ue prevede ora losblocco di due miliardi di euro subitodopo la conclusione di un nuovo pat-to tra Bruxelles e il governo ad inte-rim in via di formazione — oltre al-l’apertura, per le merci ucraine, di unmercato comune da 500 milioni diconsumatori (fatto che nell’imme-diato indebolirebbe ulteriormente un sistema produttivo incapace dicompetere all’estero e paralizzato daaltissimi livelli di corruzione). Dalpunto di vista politico, ha dichiaratoancora Rehn a margine dei lavori delG20 di Sydney, «è importante fornireal popolo una chiara prospettiva eu-ropea»: leggi «adesione», sviluppotutt’altro che scontato, richiederebbeil consenso dei 28 Paesi dell’UnioneEuropea e aprirebbe l’ennesimo fronte di scontro con il Cremlino.

Sempre da Sydney, dove il segreta-rio americano al Tesoro Jack Lewconferma la disponibilità «degli StatiUniti e di altri Paesi a sostenerel’Ucraina nei suoi sforzi per tornarealla democrazia e alla crescita», arri-vano la rassicurazioni — condiziona-te — della direttrice del Fondo mo-netario internazionale, la franceseChristine Lagarde: «Se le autoritàucraine si rivolgeranno al Fondo sa-remo disponibili, sia per consigli cheper discutere aiuti finanziari legatialle riforme economiche». Quelle ri-forme malviste da Yanukovich chedovranno rientrare nell’agenda delgoverno. Eppure, per un Paese a ri-schio default ed esposto alle rappre-saglie energetiche ed economiche diMosca, un allentamento dei requisitia breve termine sarebbe una boccatad’ossigeno. Kiev chiama Europa. Og-gi arriva Cathy Ashton, Alto rappre-sentante per la politica estera della Ue.

Maria Serena [email protected]

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La radice della crisi

Gorbaciov:il regime ha bloccatola perestrojkaLa crisi in Ucraina «fondamentalmente è il risultato del mancato agire democratico da parte del governo» e del suo mancato impegno nel dialogo e nella lotta alla corruzione. Così l’ex leader sovietico, Mikhail Gorbaciov, intervenendo al Forum internazionale di comunicazione di governo nella città di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti. La radice della rivolta, ha aggiunto Gorbaciov, è stata «l’interruzione della perestrojka» e «l’interruzione del processo democratico». Gorbaciov, 82 anni, è stato l’ultimo leader dell’Urss e le riforme che adottò, note come glasnost e perestroika, contribuirono alla caduta del comunismo sovietico nel 1991. Nel 1990 vinse il premio Nobel per la Pace per il suo ruolo nella fine della Guerra fredda. Negli ultimi anni Gorby è stato molto critico nei confronti dell’attuale leader russo Vladimir Putin.

400milioni di euro La fortuna di Oleksandr Yanukovich, figlio deldeposto presidente che ha la gestione degli affari di famiglia (primo business: la vendita di carbone attraverso una società con base a Ginevra)

TRADITO DAI COMPLICI E VIKTOR RISCHIA LA FINE DI CEAUSESCU

G li eventi accaduti negli ultimigiorni in Ucraina basterebberoper un anno. Il primo e il più

atteso è stato che, l’opposizione dipiazza Maidan, il vasto movimentopopolare antigovernativo, ha scon-fitto il potere di Yanukovich.

Dopo che il presidente ha abban-donato Kiev, altri 64 voli partivanodalla capitale ucraina con a bordo icollaboratori più vicini a Yanukovi-ch. Non vorrei usare la parola «com-

plici», ma viene fuori da sola. Punta-vano verso mete diverse — uno l’Eu-ropa, altri la Russia —, molto proba-bilmente i luoghi in cui avevanoproprietà immobiliari e capitali...Yanukovich mi fa pena: è stato ab-bandonato e tradito da tutti quelli acui, per tanti anni, ha dato da man-giare. Non c’è niente da fare: nelmondo della malavita, da cui vieneanche Yanukovich, si usa così.

Alcune ore dopo si è saputo chel’ex primo ministro Yulia Tymo-shenko, che stava scontando la suadetenzione in un ospedale, era stataliberata. Subito, dalla sedia a rotelle,ha annunciato che intendeva candi-darsi alla presidenza. Con questa di-chiarazione metteva fuori gioco il ca-po del partito «Udar» («Colpo», ndt),l’ex campione del mondo di pugilato

Klitschko, e i suoi collaboratori. L’au-torità della Tymoshenko è moltosentita: lei è l’unica tra i politici cheoggi aspirano al ruolo di leader cheabbia esperienza alla guida del Paese,ed è l’unica capace di condurre ilprocesso di contrattazione. Insieme aquesti due eventi — l’uscita di scenadi Yanukovich e il ritorno alla vitadella Tymoshenko —, è stata rein-trodotta la Costituzione del 2004,che, pur non essendo un modello diperfezione, priva il presidenteYanukovich dei molti poteri ottenuticon la Costituzione attuale.

Questa storia potrebbe essere la

trama di un thriller a sfondo politico,se nel corso degli ultimi eventi inpiazza fossero cadute controfigure enon persone reali, uccise mentre sibattevano contro le autorità. In ap-parenza questi fatti ricordano moltodei film già visti: l’ombra di Ceause-scu incombe su Yanukovich, e si spe-ra che lui non faccia la sua stessa fine.Anche se, a dire il vero, il destino del-l’Ucraina ci preoccupa molto di più.

Cosa ci riserverà il domani? Oggil’Ucraina si divide tra due schiera-menti politici inconciliabili. La parteoccidentale del Paese è storicamentepiù legata alla Polonia, alla Lituania

e, di conseguenza, all’Europa; la stra-grande maggioranza della popola-zione parla inglese e ucraino, e havissuto meno a contatto con il regi-me sovietico. La parte orientale del-l’Ucraina, economicamente più forte,ha sempre gravitato intorno a Mosca:lì vivono molti russi e il russo è lalingua predominante. L’economiadell’Ucraina dell’Est è strettamenteconnessa con l’economia della Rus-sia. E poi esiste il problema dellaCrimea e delle basi militari russe chesi trovano nella regione.

In questi eventi c’è anche unacomponente simbolica. Nelle ultime

due notti sono state distrutte alcunedecine di statue di Lenin: l’Ucraina sicongeda così dal suo passato sovieti-co, non uno dei periodi più illumina-ti, bisogna riconoscerlo.

Oggi il pericolo è che l’Ucraina sispacchi in due o persino in tre Statidiversi, tutti in odio tra loro, con unatensione da guerra civile. Un «divor-zio» consensuale, simile a quello av-venuto alla dissoluzione della Ceco-slovacchia, è quasi impossibile. Aquanto pare, le prospettive miglioriper il Paese si avrebbero se rimanes-se uno Stato unitario: grazie a unaposizione geografica unica e alla suastoria, potrebbe trasformare le pro-prie debolezze in vantaggio, diven-tando un anello di congiunzione traOriente e Occidente. A quel puntotutti e quattro — la Russia, i duefronti dell’Ucraina e l’Europa — netrarrebbero beneficio. La Russia è ingran parte responsabile di questa si-tuazione. Sarebbe stato molto piùsaggio mostrare rispetto verso vicinie parenti, e dare all’Ucraina la possi-bilità di risolvere da sola i suoi pro-blemi interni.

(Traduzione di Sara Bicchierini)© RIPRODUZIONE RISERVATA

Cambio Manifestanti a Kiev demoliscono il monumento al Kgb, simbolo dell’era sovietica (Ap/Vojinovic)

di LJUDMILA ULITSKAJA

AutriceLjudmila Ulitskaja, 71 anni, tra i più noti scrittori russi contemporanei

Page 16: Il corriere della sera

16 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

FOTO: MICHAEL POLIZA/NATIONAL GEOGRAPHIC CREATIVEVenezia, Italia: una perfetta combinazione tra fattori naturali e antropici ha dato vita a una laguna tra le più importanti d’Europa.Una rete che dimostra l’importanza della sinergia tra uomo e ambiente.

Portiamo il gas naturale dall’Italia all’Europa e dall’Europa all’Italia attraversando Paesie frontiere. Garantiamo la sicurezza energetica nazionale con una rete di trasporto lungaoltre 32.000 km, 8 siti di stoccaggio, 1 rigassificatore, più di 52.000 km di rete didistribuzione cittadina. Con 6.000 uomini e donne presenti sul territorio, realizziamoe gestiamo un sistema fortemente integrato con il paesaggio e la natura. Perché solocostruendo una rete di valori progettiamo un grande futuro. La rete che rispetta il futuro.

Per fare grandela rete europea del gas,ci siamo ispirati alla natura.

Page 17: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Esteri 17

Scontro ai vertici In nome della lotta alla corruzione, retata contro i super ricchi (mirando ai loro padrini)

Palazzi, omicidi e Rolls RoyceLa caduta dei «miliardari mafiosi»Arrestato il tycoon Liu, espulsa dall’Assemblea la «deputata più bella»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PECHINO — Liu Han era il n°148 nella lista Forbes dei cinesipiù ricchi, con una fortuna per-sonale di 855 milioni di dollari.A 48 anni era alla guida di unimpero che spaziava dall’ener-gia solare alle miniere, dall’edi-lizia all’intrattenimento, 70 so-cietà con asset per 6,5 miliardidi dollari e partecipazioni inaziende minerarie in Australia eStati Uniti. Nel Sichuan, la pro-vincia famosa per i panda e igiacimenti di ferro, Liu Han erapopolare, rispettato e temuto.Aveva una flotta di automobili(Rolls Royce, Bentley e Ferrari);ma era anche apprezzato per gliaiuti generosi ai sopravvissutidel terribile terremoto del 2008.«Sono anch’io un sopravvissu-to», si era vantato nel 2010 con ilWall Street Journal: «Un con-corrente ha cercato di farmi fuo-ri con una bomba». Liu Han erascomparso dal marzo del 2013:ora è riemerso sui giornali cine-si che ne hanno annunciato l’in-criminazione. Le accuse sonoomicidio plurimo, corruzione diufficiali di polizia e politici, co-stituzione di una banda armata.Negli uffici del suo gruppo sonostati trovati decine di mitra, pi-stole, bombe a mano. «Liu Han,il miliardario mafioso», è il tito-lo di un lungo articolo del Quo-tidiano del Popolo.

L’hanno arrestato assieme al

tempo, dall’inizio degli anni Novanta. Ora gli investigatoridicono che Liu Han non avrebbepotuto agire per tanti anni senon avesse avuto «un ombrelloprotettivo» fornitogli dal poterepolitico locale, compensato condenaro e feste settimanali a basedi droga. Il «miliardario mafio-so» era anche stato cooptatonell’Assemblea consultiva delSichuan, il parlamento provin-ciale. Il Quotidiano del Popolocommenta che questa ascesa«non sarebbe stata possibile

senza l’assenso e la complicitàdi certi settori del partito, delgoverno e del potere giudizia-rio». «Smantellare la rete di Liuè stato facile, ma se non sarannosnidati i suoi padrini politici al-tri prenderanno il suo posto»,conclude un editoriale del gior-nale comunista.

Ma quali sono i «settori delpartito» che sostenevano Liu?La stampa di Pechino non fa ilnome, ma tutti gli indizi porta-no a Zhou Yongkang, ex mem-bro del Comitato permanente

del Politburo e fino al 2012 capodei servizi di sicurezza di tutta laCina. Zhou, 71 anni, ora in pen-sione, è scomparso da mesi, di-cono che sia agli arresti domici-liari con la moglie, accusato dicorruzione. Zhou aveva la suabase nel Sichuan e uno alla voltastanno finendo in carcere i suoiprotetti, gente che era ai verticidelle società petrolifere statali.

Venerdì è caduta in disgraziala signora Liu Yingxia, n° 46nella lista delle cinesi più ricche:l’hanno espulsa dall’Assembleapolitica consultiva del popolo diPechino. A 42 anni, l’agenziaXinhua l’aveva definita «la piùbella deputata della Cina». Igiornali ricordano che avevafatto affari con China NationalPetroleum, il gigante petroliferostatale, presieduto fino al 2013

da Jiang Jiemin, arrestato percorruzione. Jiang era l’uomo difiducia di Zhou Yongkang. Arre-sto improvviso anche per LiangKe, capo della sicurezza dellacittà di Pechino. E ieri è toccataal vicepresidente di PetroChinaInternational, Shen Dingcheng.Stessa formula per dire che Shenera stato «segretario di un lea-der particolare». Il leader parti-colare era Zhou. Sono quattro isegretari di Zhou finiti in cella:rispolverato per loro il marchiod’infamia «banda dei quattro».Il presidente Xi Jinping sta fa-cendo piazza pulita.

Guido Santevecchi@guidosant

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Il clan

Panda e miliardiLiu Han era il n° 148 nella lista Forbes dei cinesi più ricchi (855 milioni di dollari). A 48 anni era alla guida di un impero che spaziava dall’energia solare alle miniere, dall’edilizia all’intrattenimento, con partecipazioni in aziende minerarie in Australia e Stati Uniti. Nel Sichuan, la provincia famosa per i panda e i giacimenti di ferro, era rispettato e temuto

La bandaAgli arresti anche il fratello Liu Wei e 33 uomini che secondo l’inchiesta costituivano una gang colpevole dell’assassinio di nove concorrenti, sequestri di persona, ricatti, pestaggi

Il protettore e il petrolioZhou Yongkang, ex membro del Comitato permanente del Politburo e fino al 2012 capo dei servizi di sicurezza di tutta la Cina. Zhou, 71 anni, ora in pensione, dovrebbe essere agli arresti domiciliari con la moglie, accusato di corruzione. Zhou aveva la sua base nel Sichuan e uno alla volta stanno finendo in carcere i suoi protetti, gente che era ai vertici delle società petrolifere statali

La deputataLiu Yingxia, definita «la più bella deputata della Cina», n° 46 nella lista delle cinesi più ricche: l’hanno espulsa dall’Assemblea politica consultiva del popolo di Pechino. Legata al clan di Zhou Yongkang, era in affari con China National Petroleum, il gigante petrolifero statale

Cacciata Liu Yingxia, 42 anni, «la più bella deputata della Cina»

Diritti Un radicale della destra si allea con la sinistra (anche per amore)

Marijuana libera per i malatiLa missione del colono ultrà

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

GERUSALEMME — Per sostene-re le sue battaglie politiche citasempre i Libri sacri. Che debbaproclamare il diritto degli ebrei ainsediarsi in Cisgiordania o chevoglia propugnare la diffusionedella marijuana terapeutica.

Le posizioni di Moshe Feiglinverso i palestinesi sono così estre-miste che per anni è rimasto trop-po indietro perfino nella lista del

Likud per il parlamento e nel 2008la Gran Bretagna lo ha bandito«perché le sue idee fomentano laviolenza».

Eppure da neo-deputato si èconcentrato su un solo progetto dilegge: rendere disponibile l’erba atutti i malati che la richiedano.Senza passare attraverso la buro-crazia del ministero della Sanità(cinque settimane per ottenere ilvia libera, solo ventuno medicihanno la licenza per compilare laricetta). Il ministro Yael German èpreoccupata dalla crescita delle prescrizioni (più 30 per cento nel2013) ma promette «chi ne ha bi-

sogno potrà riceverla». Già adesso con 13 mila pazienti

autorizzati Israele è il secondo Pae-se al mondo per distribuzione (400chili al mese) dopo gli Stati Uniti.Per Feiglin non è abbastanza. Po-chi giorni fa è intervenuto su Face-book per difendere i dottori «mi-nacciati dal governo» per aver pre-scritto i fiori di Cannabis senzapermesso. «Dio ci ha dato la ma-rijuana — ha scritto in un com-mento sul quotidiano YediothAhronoth, il più venduto — ed è luia detenere il brevetto. Le grandi ca-se farmaceutiche non vogliono in-tromissioni nei mercati che domi-nano e limitano la nostra libertà.Noi siamo schiavi solo verso Dio».

Nel dibattito sulla deregola-mentazione la sinistra in parla-mento si ritrova alleata con l’uomoche ha sempre bollato come un pe-ricoloso ultranazionalista. Feiglin vive nella colonia di KarneiShomron. Il suo progetto per porrefine al conflitto israelo-palestineseprevede l’annessione di tutte leterre conquistate nel 1967 durantela guerra dei Sei giorni e l’offerta diincentivi economici agli arabi per-ché emigrino in altri Paesi. Ripetedi essere un libertario e precisa dinon aver mai usato sostanze stu-pefacenti. «Quando ho mal di testanon prendo neppure un’aspirina,bevo un bicchiere d’acqua», ha detto alla Jewish Telegraphic Agen-cy.

Ottenere la marijuana terapeuti-ca per tutti rappresenta anche unasfida personale. La moglie di Fei-glin è affetta dal morbo di Parkin-son e ne fa uso a casa. «Ho visto ibenefici, la aiuta. Le leggi attualiimpediscono ai malati come lei distare meglio».

Davide Frattini@dafrattini

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21

13.000

I medici che hanno la licenza di prescrivere la ricetta (cinque settimane per avere il via libera e ottenere marijuana a scopo terapeutico)

I pazienti autorizzati a fare uso di marijuana in Israele, secondo Paese al mondo per distribuzione (400 chilogrammi al mese) dopo gli Stati Uniti

Deputato Moshe Feiglin, 51 anni, nella Knesset dal 2013

fratello e a 33 suoi uomini chesecondo l’inchiesta costituivanouna gang colpevole dell’assassi-nio di nove concorrenti, seque-stri di persona, ricatti, pestaggi.La procura della Repubblica hapassato ai giornali una quantitàimpressionante di dettagli: imembri dell’esercito privato delmiliardario picchiavano i conta-dini che osavano protestare se laloro terra veniva venduta dalleautorità locali per progetti disviluppo edilizio. E ai palazzina-ri rivali Liu amava dire: «Fatti da

parte finirai i tuoi giorni in unacolata di cemento». Pare che seiconcorrenti riposino per sem-pre nelle fondamenta di qualchegrattacielo del Sichuan. Altri trefurono ammazzati in una spara-toria nel 2009.

Il capo militare della bandaera il fratello, Liu Wei, che nel2008 si era anche tolto lo sfiziodi fare il tedoforo durante lastaffetta per portare la torciaolimpica ai Giochi di Pechino. Sisentivano intoccabili i fratelliLiu. E lo erano stati per molto

ImperoLiu a 48 anni guidava 70 società. Ai rivali diceva: «Fatti da parte o finisci nel cemento»

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18 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 19

Risposte & Domande

?Cronache Internet Falsi profili creati su Facebook e numeri di cellulare diffusi attraverso siti erotici: la vendetta di ex fidanzati o rivali

Le identità rubate alle ragazze sulla Rete Più di quaranta denunce a Genova. La procura indaga stalking e molestie

Abusi e ritorsioniCome difendersi e a chi chiedere un aiutoa cura di GIUSI FASANO

1 Che cosa fare se qualcuno pubblica in Rete il vostroprofilo Facebook falso, una pagina offensiva o daicontenuti non autorizzati?Se si è minorenni la prima regola è parlarne con i genitorie, più in generale, il secondo passo è rivolgersi a chi puòrimuovere quella pagina dal Web, per esempio al centroassistenza del social network che contiene una sezionedettagliata sui passaggi da seguire. Ci si arriva partendodal simbolo della rotellina in alto a destra. Si apre una fi-nestra che ha fra le opzioni «segnala un problema», laquale a sua volta porta a un’altra area per «segnalare abu-si» di vario genere, cyberbullismo compreso.

2 Quando richiedere l’intervento della polizia postale?Se si ritiene che le informazioni diffuse senza consensoabbiano una rilevanza penale (come spesso accadequando le offese sono legate a parole o immagini che ri-guardano la sfera sessuale) la strada da seguire è quelladella denuncia, anche per puntare a un eventuale risarci-mento del danno. È utile fotografare la pagina sotto ac-cusa per scongiurare l’eventualità che sia l’autore a ri-muoverla.

3 Come affrontare il cyberbullismo da genitori?Imparare l’utilizzo della Rete è indispensabile. Ed è fon-damentale far capire ai propri figli alcuni punti chiave:non condividere con nessuno la password che, se possi-bile, va cambiata spesso; non utilizzare webcam o micro-foni con persone che non si conoscono; non rendere inalcun modo pubblico il proprio numero di telefono o da-ti sensibili come il proprio orientamento sessuale o reli-gioso.

4Come comportarsi con l’ideatore della paginaFacebook falsa?Se si tratta di una questione risolvibile, magari unoscherzo che non ha creato danni, si può provare a utiliz-zare il centro assistenza e risolvere tutto bonariamente.Se invece non è così, che si conosca o meno l’identità dichi ha creato la pagina, è importante non rispondere,non interagire, non cedere a nessuna provocazione, enon rendersi cioè in alcun modo attivi in un dialogo, an-che perché questo evita possibili equivoci in una even-tuale causa penale.

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GENOVA — Sono soprattuttogiovanissimi, per lo più ragazze.Ma ci sono anche una studen-tessa universitaria e una com-mercialista. E poi un dentista.Tutti vittime della stessa trap-pola: il «furto d’identità» su in-ternet, la creazione di un falsoprofilo Facebook o altre perfide«costruzioni» virtuali in rete cheprovocano danni concretissimi.Almeno quaranta denunce negliultimi mesi sono arrivate allapolizia postale di Genova e lastessa Procura ha alzato il livellod’attenzione su quella che chia-ma una «reiterazione del feno-meno», tanto che il procuratoreaggiunto Franco Cozzi ha apertodiversi fascicoli con ipotesi direato rafforzate: dalle molestie allo stalking. E poi diffamazio-ne, propagazione di notizie falsee lesive della persona e l’elencopotrebbe non fermarsi qui.

Lo stalking, ad esempio, sipuò applicare al caso della gio-vanissima che ha visto il suocellulare postato da un ex fidan-zato su siti erotici con il risultatoche la studentessa veniva chia-mata ad ogni ora da personenon esattamente educate. Lostalking è avvenuto, per così di-re, per interposta persona: non èstato l’ex in vena di vendette aperseguitare la ragazza ma hafatto in modo che altri lo faces-sero. Tanto pesantemente dapoter ipotizzare il più grave rea-to di stalking che, come spiega ilmagistrato, richiede che la vitti-ma tema per la propria incolu-mità o per quella dei famigliarima anche viva in uno stato diansia o ancora sia costretta acambiare le sue abitudini di vita.

Creare poi un falso profilo Fa-cebook, quasi sempre diffama-torio (ma c’è anche il caso piùtortuoso in cui, per danneggiarela vittima, nel falso profilo si in-seriscono frasi offensive neiconfronti di amici), aggrava lasituazione. È toccato a un’altraragazza trovare in rete il propriofalso profilo in cui si descrivevaal minimo come molto disinibi-ta. «Abbiamo già visto — dice

un investigatore — casi in cuiun ex ha preso il volto della ra-gazza dalle foto del vero profiloFacebook e poi con programmiormai alla portata di tutti lo hasostituito all’originale in filmatie fotografie porno poi messi inrete. Per la vittima è uno choc

fortissimo».L’adulto oggetto di questa

persecuzione ha maggiori risor-se per difendersi ma sono so-prattutto i giovanissimi a restarevittima di quello che i colpevoli— una volta scoperti — cercanodi descrivere come «solo uno

scherzo». Ne sa qualcosa Rober-to Surlinelli direttore del settoretecnico della polizia Postale cheper la Liguria segue il progetto «Vita da social» (si può contat-tare su Facebook), indirizzatoproprio ai ragazzi a partire dallaprima media inferiore anche se,dice, «abbiamo deciso di co-minciare a fare incontri anchecon le quarte e le quinte elemen-tari». Lo scorso anno sono staticontattati 8.500 ragazzi in Ligu-ria, giovanissimi ma già espostiai rischi del web. «Alcuni cihanno raccontato — dice Surli-nelli — che le loro chat sono sta-te copiate e messe in rete, in mo-do che quella che credevano unaconversazione a due è diventatapubblica nella loro cerchia diamici».

Ed è in crescita il fenomenodelle ragazzine che postano alfidanzatino, anche con cellulare,le proprie foto magari ingenua-mente sexy con la richiesta dicancellarle: quando la simpatiafinisce, finiscono nel gran cal-derone della rete per vendetta,per rancore, per quello «scher-zo» che può avere conseguenzedrammatiche. I cyberstalker so-no giovanissimi o adulti. Così come è in crescita in cyberbulli-smo: le denunce a livello nazio-nale sono quintuplicate in unanno. «Denunciate — è l’invitodella Postale alle vittime — mafatelo subito. Troppi vengono danoi solo quando sono ormaistremati da mesi di molestie,quando si rendono conto che dasoli non possono far fronte alfurto di identità e alle diffama-zioni che in rete si diffondo amacchia d’olio».

Erika Dellacasa© RIPRODUZIONE RISERVATA

Francia

Due bimbi mortiper il massosullo chalet

Due bambini di sette e dieci anni sono morti ieri all’alba quandoun enorme masso si è staccato da una montagna ed è caduto, da circa 10 metri, su uno chalet nel villaggio Isola (in alto AP Photo) nelle Alpi marittime francesi. I bimbi erano giunti ieri con le loro famiglie. I soccorritori hanno estratto dalle macerie due persone vive e altre tre sono riuscite a liberarsi da sole.

Le immaginiIn aumento i casi di giovanissime le cui foto private sono state rese pubbliche o manipolate

L’incidente

Gli sfottò sul web, tutti contro Zuckerbergdopo il blocco per 210 minuti di WhatsApp

«WhatsApp è giù? Tutti su Facebook. Missione compiuta per Mark». È questo il tormentone che è girato di più su Twitter dopo che l’app comprata da Zuckerberg per 19 miliardi di dollari sabato sera è andata in crash per ben 210 minuti. «Abbiamo un problema con i server», è stato lo scarno comunicato di WhatsApp. Poi, più niente. Nemmeno una parola, se non per dire che il servizio era tornato attivo. Risultato, tutti in rete si sono scatenati in critiche al grido di #whatsappdown #whatsdown e #ripwhatsapp.Per i più complottisti si è trattato di un attacco hacker. Ma i pirati non prendano quasi mai di mira i mezzi di informazione. Più facile credere alla tesi del sito specialistico TechCrunch. E

cioè che il malfunzionamento sia dovuto a un aggiornamento dei server successivo proprio all’acquisizione da parte di Facebook. Oppure la spiegazione è ancora più semplice: «Il crash può essere dovuto a un picco di nuovi utenti, legato all’annuncio del colpo di Zuckerberg », spiega Paolo Lezzi, esperto di sicurezza informatica. Da quando Mark ha annunciato di aver comprato WhatsApp, gli iscritti infatti stanno aumentando al ritmo di un milione al giorno. E già nello scorso anno il tasso di crescita è stato tre volte più veloce rispetto allo stesso Facebook o a Twitter e Gmail. Un po’ troppo per non attirarsi l’invidia degli dei.

Marta Serafini© RIPRODUZIONE RISERVATA

ParodiaUno dei fotomontag-gi realizzati durante ilblocco dei server del-

la app di messaggi-stica istantanea e

messo in Rete:«WhatsApp non stafunzionando e tuttisono su FacebookMissione riuscita»,c’è scritto di fiancoa un «indiavolato»

Zuckerberg

COMUNE DI FIRENZEUfficio Segreteria GeneraleServizio Contratti e Appalti

ESTRATTO AGGIUDICAZIONE APPALTOSi informa che l’avviso dell’appalto aggiudicatomediante procedura aperta relativo a “Serviziodi monitoraggio, disinfestazione e derattizza-zione per strutture scolastiche e centri dicottura” è stato pubblicato sulla GURI n. 17del 12/02/2014. Il risultato integrale di gara èconsultabile al seguente indirizzo internet:http://wwwext.comune.fi.it/cgi-bin/archivi/forni-ture.cgi?direz=04&interv=0083/2013&step=2.Firenze, 12/02/2014

IL DIRIGENTE - Dott.ssa Carla De Ponti

REGIONE TOSCANAESTAV Nord-Ovest

Sede Legale: via Cocchi 7/9 - 56124 PISAAVVISO DI GARA PER ESTRATTO

Determinazione di indizione n.148 del 11/02/2014 “PROCEDUREAPERTE SVOLTE CON MODALITAì TELEMATICA (PIATTAFORMASTART PER LA GESTIONE IN GLOBAL SERVICE DELLESTRUTTURE SEMIRESIDENZIALI (CENTRI DIURNI) dell’ AziendaUSL 12 di VIAREGGIO dell’Area Vasta N/O.”. Importo totale€ 3.220.000,00, durata 24 mesi. Le offerte per la garadovranno essere presentate entro e non oltre il giorno04.04.2014, ore 12:00, mediante la piattaforma telematicahttps://start.e.toscana.it/estav-nordovest. Il bando integrale dellagara è stato spedito in data 12.02.2014 alla G.U.U.E. La docu-mentazione di gara è disponibile sulla piattaforma informatica eall’indirizzo www.estav-nordovest.toscana.it menu bandi - Re-sponsabile del procedimento Sig.ra Gloria Mezzetti, tel 0586223751, e-mail [email protected].

Il Direttore Dipartimento Acquisizione Beni e ServiziDr. Massimo Santini

AZIENDA OSPEDALIERA“G. BROTZU” CAGLIARI

AVVISI DI GARA1) Procedura aperta fornitura Ecotomografi per laS.C. Radiologia - Fondi FSC 2007-2013. DeliberaCIPE n. 93/03.08.2012. COD. CIG. 5602997B62-5603008478 - CUPC23J12003440009. Aggiudi-cazione ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/06.Importo totale a base d’asta € 280.000,00=Iva esclusa. Scadenza presentazione offerte07.04.2014 ore 12.00. Apertura offerte14.04.2014 ore 09.30. 2) Procedura aperta for-nitura Apparecchiature varie per la S.C. Cardioa-nestesia - Fondi FSC 2007-2013. Delibera CIPEn. 93/03.08.2012. COD. CIG 5603850B4D -56038592BD - CUP C23J12003450009. Aggiudi-cazione ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/06.Importo totale a base d’asta € 310.000,00=Iva esclusa. Scadenza presentazione offerte07.04.2014 ore 12.00. Apertura offerte15.04.2014 ore 09.30. 3) Procedura aperta for-nitura Apparecchiature Sanitarie per monitorag-gio parametri vitali per Strutture Complesseafferenti al Dipartimento Cuore - Fondi FSC 2007-2013. Delibera CIPE n. 93/03.08.2012. COD. CIG56037790B9 - CUP C23J12003460009. Aggiudi-cazione ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. n. 163/06.Importo totale a base d’asta € 565.000,00Iva esclusa. Scadenza presentazione offerte07.04.2014 ore 12.00. Apertura offerte16.04.2014 ore 09.30. Disciplinari di gara, Bandiintegrale, istanza di ammissione e Capitolati Spe-ciali possono essere ritirati presso il Responsa-bile del Procedimento Dott.ssa Agnese Foddis -Azienda Ospedaliera “G.Brotzu”, Servizio Provve-ditorato, tel. 070/539216 dal lun. al ven. - ore09.00 - 13.30 -, ovvero possono essere consultatiliberamente ed estrapolati dal sito internetwww.aobrotzu.it. I bandi di gara sono stati pub-blicati sulla GUUE S33 del 15.02.2014 ed inviatialla GURI in data 19.02.2014.

Il Direttore S.C. ProvveditoratoDott.ssa Agnese Foddis

AZIENDA OSPEDALIERAS. CAMILLO FORLANINI

P.zza Carlo Forlanini, 1 00151 ROMAESTRATTO AVVISO GARA ESPERITA

Questa Azienda con deliberazione n. 204 del14/02/2014 ha aggiudicato una gara a proceduraaperta per la fornitura biennale di materiale perTerapia Antalgica. L’avviso di aggiudicazione èstato inviato alla GUCE il 17/02/2014 e pubblicatosui siti www.regione.lazio.it www.serviziocon-trattipubblici.it www.scamilloforlanini.rm.it/be-nieservizi, da ciascuno dei quali piò essere trattaogni ulteriore informazione utile.

IL DIRETTORE GENERALEProf. Aldo Morrone

CONI SERVIZI SPAESTRATTO AVVISO DI GARA

La CONI Servizi Spa - Foro Italico -Roma - tel. 36851, telegrafo CONIROMA - telex n. 612534 CONIRO I,telefax n. 0632723651, indice unaprocedura aperta (R.A. 006/14/PA)relativa all’affidamento della fornituragas metano per i vari siti di Coni Ser-vizi Spa. CIG 5591948D75.La gara sarà regolata dal D.lgs. 12aprile 2006 n. 163 e dal Regola-mento per la stipulazione deicontratti della CONI Servizi Spa everrà aggiudicata secondo quantodisposto dall’art. 82 del citatoD.lgs 163/2006. Il bando in versioneintegrale pubblicato sulla G.U.R.I.n. 021 del 21 febbraio 2014è reperibile presso. Direzione Acqui-sti - Stadio Olimpico ingresso 18,Curva Sud - 00135 Roma. tel. 0636857634 - fax 0632723651 e sulsito www.coni.it.Le offerte dovranno pervenire entroil termine perentorio delle ore 12:00del 9 aprile 2014.Per ogni informazione relativa allagara, gli interessati si potranno rivol-gere al suddetto ufficio.L’AMMINISTRATORE DELEGATO

(ALBERTO MIGLIETTA)

COMUNE DI MERCATO S. SEVERINOProvincia di Salerno

Quest’Amministrazione, con sede in Piazza E.Imperio, 6 tel. 089/826811 - fax 089/821634, inesecuzione della determinazione del Responsa-bile dell’Area Programmazione Economica n. 988del 16.10.2013, deve procedere, mediante pro-cedura aperta, da espletarsi ai sensi dell’art. 83del D. Lgs n. 163/2006 e s.m.i., all’affidamentodel Servizio di supporto all’Ufficio Tributi, alleprocedure di recupero coattivo, all’individuazionedell’evasione erariale per il periodo 2014/2020 -Codice CIG 5605617D79. - Ammontare presuntostimato dell’appalto: € 785.500,00. Alla spesa sifarà fronte con i fondi del bilancio comunale. Ilpagamento delle competenze avverrà in confor-mità dell’art. 9 del Capitolato di Appalto. Sonoammessi a partecipare alla gara, purché in pos-sesso dei requisiti richiesti, tutti i soggetti indi-cati all’art. 34 del D. Lgs n. 163/2006 e s.m.i..Gli atti di gara e la relativa documentazione sonovisibili e scaricabili sul sito web istituzionale:www.comune.mercato-san-severino.sa.it. IlBando integrale di gara è stato trasmesso per lapubblicazione sul sito internet della G.U.C.E., esul sito web istituzionale: www.comune.mercato-san-severino.sa.it. in data 13.02.2014. Su questostesso sito web sarà pubblicato ogni ulteriore av-viso. Il R.U.P. è l’Istruttore Direttivo Amministra-tivo Rag. Vincenzo Ranisi.Mercato S. Severino, li 13 febbraio 2014

Il Responsabile della 4^ AreaRag. Vincenzo RANISI

Comune di MisterbiancoProvincia di Catania

AVVISO DI GARAQuesta Amministrazione rende noto che in-tende procedere all’espletamento dellaprocedura aperta per l’affidamento del“Servizio di spazzamento, raccolta e tra-sporto allo smaltimento dei rifiuti solidi ur-bani differenziati e indifferenziati, compresiquelli assimilati, ed altri servizi di igienepubblica all’interno dell’aro Misterbianco”.CIG: 5497350CB8. Durata dell’appalto 7(sette) anni per l’importo complessivo abase di gara di € 33.103.490,00 oltre ivacome per legge, comprensivo degli oneridi sicurezza pari ad € 617.771,00 (nonsoggetti a ribasso) e costo del personalepari ad € 24.112.238,00 (non soggetto aribasso). Per le modalità di partecipazionesi rinvia al bando di gara pubblicato sullaGUCE e sulla GURS. Scadenza presenta-zione offerte il 24/03/2014 alle ore 12.00.La documentazione di gara può esserevisionata e scaricata dal sito internetwww.comune.misterbianco.ct.it.Misterbianco 19 febbraio 2014

Il DirigenteF.to Dott. Orazio Condorelli

SETTORE GARE OPERE PUBBLICHE

AVVISO DI GARE CON PROCEDURA APERTAINTERVENTI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA SU STRADE CITTADINE PER EVENTO EXPO 2 LOTTI - Z.D. DALLA 1ALLA 9. CODICE IDENTIFICATIVO GARA (C.I.G.) N. 559170983C - APPALTO N. 11/2014. LOTTO 1 DI 2 - Z.D. 1-6-7-8 -CUP B47H13000700004. Importo Lavori a base d’appalto: € 5.293.442,38 (IVA ESCLUSA). Oneri interni non soggetti aribasso: € 45.783,80 (IVA ESCLUSA). Importo per la qualificazione (importo a base d’appalto oltre oneri interni per lasicurezza): € 5.339.226,18 IVA ESCLUSA; Categoria Prevalente n. OG3 class. V del D.P.R. N. 207/2010. Le opere da ese-guire sono così suddivise: OPERE PREVALENTI: OG3 class. V € 5.214.497,58; OPERE SCORPORABILI: OS10 class. I €124.728,60. CODICE IDENTIFICATIVO GARA (C.I.G.) N. 5591732B36 - APPALTO N. 12/2014. LOTTO 2 DI 2 - Z.D. 2-3-9-4-5 - CUP B47H13000710004. Importo Lavori a base d’appalto: € 5.292.844,65 (IVA ESCLUSA). Oneri interni nonsoggetti a ribasso: € 38.110,38 (IVA ESCLUSA). Importo per la qualificazione (importo a base d’appalto oltre oneri inter-ni per la sicurezza): € 5.330.955,03 IVA ESCLUSA; Categoria Prevalente n. OG3 class. V del D.P.R. N. 207/2010. Le opereda eseguire sono così suddivise: OPERE PREVALENTI: OG3 class. V 5.227.598,31; OPERE SCORPORABILI: OS10 class.I € 103.356,72. Contratto da stipulare a misura mediante ribasso sull’importo a base d’asta, ai sensi dei provvedimenti inderoga del Commissario Straordinario Delegato n. 1 del 9/03/ 2010, n. 4 del 14/06/2010 , del Commissario Unico dele-gato dal Governo per EXPO 2015 n. 14 del 29 gennaio 2014 e O.P.C.M. 11/10/2010 n. 3901. Gli appalti sono finanziati conmutuo della Cassa Depositi e Prestiti con i fondi del risparmio postale Le offerte devono pervenire al Comune di MilanoSettore Gare Opere Pubbliche Ufficio Protocollo - 11° Piano, Via G.B. Pirelli n. 39 - 20124 - Milano - entro e non oltre leore 12,00 del giorno 24/03/2014. L’apertura delle offerte sarà effettuata a partire dalle ore 09.00 del giorno 25/03/2014presso la sala appalti di Via G.B. Pirelli n. 39 Milano. I requisiti richiesti e le modalità di partecipazione sono riportati nelbando integrale di gara in pubblicazione all’Albo Pretorio dal 14/02/2014. Gli interessati possono prendere visione edestrarre copia del bando integrale di gara e del Capitolato speciale d’appalto e degli altri documenti tecnico-amministrati-vi consultando il sito www.comune.milano.it/bandi/gare Non si effettua servizio telefax. Responsabile del procedimento- SETTORE TECNICO - INFRASTRUTTURE: app. 11/2014 è l’Arch. Vilma Canaia - Tel 02/88466315; app. 12/2014 è l’Ing.Renzo Valtorta - Tel. 02/88468026 ai quali potranno essere richieste notizie di carattere tecnico. Per informazioni e chia-rimenti sulla procedura d’appalto e sul presente bando: Settore Gare Opere Pubbliche - dott.ssa Lara De Filpo -Tel. 02/88453214. L’avviso di gara è stato inviato alla G.U.C.E. il 10/02/2014.

IL DIRETTORE DI SETTORE - Dott.ssa Maria Lucia Grande

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Cronache 21

Savona Intervento dal mare mai tentato prima. Il piano per rimettere sui binari il locomotore e il vagone deragliati da 38 giorni

Cinque gru per il treno in bilicoIl vero nemico sono le ondeOggi iniziano le operazioni di rimozione con una super-chiatta

Per salvare il treno non de-vono esserci onde. Ogni pic-cola increspatura può far fal-lire l’operazione. Perchél’inedita e spettacolare rimo-zione dell’Intercity 660, in bi-lico sulla scogliera di Andorada 38 giorni, avverrà dal ma-re. Non è mai accaduto in Ita-lia, forse nel mondo. I tecniciin queste settimane hannostudiato ogni minimo detta-glio, non è possibile sbaglia-re. Raddrizzare il locomotoreda 90 tonnellate e il primovagone che pesa «appena» lametà, rimetterli poi sui bina-ri e scongiurare che finiscanoin acqua, è molto di più cheun’accurata impresa inge-gneristica. È un evento sim-bolo, l’impresa che può rac-contare la rinascita dopo lacatastrofe. Rfi (Rete ferrovia-ria italiana), la società di Tre-nitalia che gestisce la rete del

nostro Paese, si gioca unabuona fetta di immagine,chiamata a rimediare a unafrana che è colpa della natura(le piogge abbondanti) e for-se anche dell’uomo(come hasubito detto il procuratore diSavona), con quella terrazzadi una villa a monte rimastaper settimane sospesa sui va-goni e rimossa solo diecigiorni fa.

Operazione complessa, le-gata a una condizione: tregiorni di mare tranquillo, 72ore di calma piatta per con-sentire di trasferire la chiattada Genova ad Andora, anco-rarla e stabilizzarla, quindidare il via al cuore del recu-pero, il sollevamento primadel locomotore e poi del pri-mo vagone rimasti aggrap-pati alla costa.

La piattaforma galleggian-te, lunga 90 metri e larga 27

— grande insomma come 12campi da tennis — è partitaieri pomeriggio, trainata daun rimorchiatore d’altura. Daquesta mattina all’alba, dopo12-15 ore di navigazione, èdavanti all’ex spiaggia delleSuore, tra Andora e Cervo,sotto quel che resta del con-voglio deragliato (tre carroz-ze, non investite dalla fango,sono state già sganciate eportate via).

Un’altra dozzina di ore ser-viranno per l’ancoraggio del-l’enorme pontone che superaduemila tonnellate. Altri duerimorchiatori lo avvicineran-no alla costa dal lato di pop-pa, quello con il minor pe-scaggio (1,65 metri).

A bordo della chiatta ci so-no cinque autogru telescopi-che definite «di ultima gene-razione», ma solo tre dovreb-bero essere utilizzate nel re-

cupero. Una di questa saràposizionata sulla terraferma e fornirà supporto alle altredue incaricate di sollevare illocomotore il vagone. Queltanto che basta per spostarlipoco più avanti, perfetta-mente sui binari, in modo datrasferirli alla stazione di Im-peria (e ripristinare la linea abinario unico, si spera entrometà marzo).

Il programma, sulla carta,è lineare. Ma non è mai statofatto, e qui sta la principaleincognita. E l’attesa, che haattirato nel piccolo centro diAndora, finora conosciutoper l’ultraventennale Bandie-ra blu per le acque pulite eun’amministrazione virtuosache tenuto basse le imposte,reporter e telecamere. Comeuna sorta di mini «CostaConcordia» in salsa ligure.

Anche in questo caso non

c’è solo da salvaguardare in-columità di uomini e sicu-rezza dei mezzi. La Capitane-ria di Porto di Savona, primadi dare il via libera al proget-to di recupero, ha voluto as-sicurarsi che fossero tenutein considerazione anche leesigenze ambientali, per evi-tare danni all’ecosistema ma-rino.

Da ieri pomeriggio è dun-que scattato il conto alla ro-vescia delle 72 ore nelle qua-li, se le previsioni sarannoazzeccate, l’assenza di motoondoso consentirà di proce-dere senza intoppi. Forse giàoggi, al massimo domanimattina, i due pezzi dell’In-tercity potranno essere solle-vati dal mare e messi al sicu-ro. Se invece le condizioni delmare dovessero improvvisa-mente cambiare, bisogne-rebbe togliere gli ormeggi emettere la chiatta al sicuronell’avamporto di ImperiaOneglia. Ipotesi remota maprevista. Nulla può essere la-sciato al caso.

Riccardo [email protected]

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La franaLa mattina dello scorso 17 gennaio una frana investe l’Intercity 660 Milano-Ventimiglia tra Andora e Cervo, in provincia di Savona. Il locomotore e il primo vagone deragliano e rimangono in bilico sulla scogliera. La tragedia è appena sfiorata: solo 5 feriti, in modo non grave

L’emergenzaDa oltre un mese la linea ferroviaria che collega l’Italia alla Francia attraverso la Liguria è interrotta. In quel tratto c’è ancora il binario unico. Tra le stazioni di Albenga e Diano Marina è stato istituito un servizio sostitutivo di bus

L’incidente

Il meteoSi prevedeun tempo favorevole all’operazione per almeno tre giorni

La posizionePer prepararetutto serviranno almeno dodici ore, poi inizieràil recupero

60 m dai binari60 m dai binari

90 m90 m

Le fasi

Massa

Asti

Savona

Imperia

La Spezia

Genova

PIEMONTE

LIGURIA

EmiliaRomagna

CORRIERE DELLA SERA

IL FISSAGGIOPer tenerla ferma saranno utilizzate catene fissate alla roccia: la chiatta poggerà di poppa sulla costa visto che quello è il suo lato con minor pescaggio (1,65 metri)

3 LE OPERAZIONINella chiatta due gru saranno utilizzate per il sollevamento di quel che resta del treno, un’altra sarà prelevata e posizionata a terra per aiutare nelle operazioni di stabilizzazione e spostamento. Le altre due gru saranno di supporto e rimarranno a bordo

4 LA RIMOZIONEPrima la motrice,poi la carrozza saranno sollevate e posizionate sui binarie trasportate a Imperia

5

I TEMPIL’intera

operazione dovrebbe durare

tre giorni. Tra oggi e domani è

prevista la rimozione di

quello che resta dell’Intercity

IL RIPRISTINOIl binario dovrebbe tornare operativo a metà marzo

CarrozzaMotrice

(90 tonnellate)

6,5 m6,5 m

Lunghezza

Altezza

LarghezzaCatene

La chiatta Flat Top Ballastable

27 m27 m

Le gru che sarannoutilizzateper il sollevamento

L’ORMEGGIO DELLA CHIATTAQuesta mattina la chiatta arriverà ad Andora per iniziare le operazioni di ormeggioe fissaggio che dureranno 12-15 ore: due mezzi più piccoli, Seport I e II,la agganceranno per portarlaa circa 60 metri dai binari

2IL VIAGGIO VERSO ANDORAIeri la chiatta che aiuterà a rimuovere il locomotore e il vagone dell'Intercity deragliato ad Andora ha lasciato il portodi Genova (con a bordo cinque gru) trainata dal rimorchiatore d’altura «Sean Cristopher»

1

Gru

Gru posizionata a terra

Parte del treno già rimossa

AndoraAndora

Il rimorchaitore «Sean Cristopher»

Flat Top BallastableFlat Top Ballastable

Il caso Il legale di Airone: «Ci siamo affidati a persone che non si sono rivelate all’altezza. Nel processo siamo parte offesa»

L’associazione dell’adozione saltata in Kirghizistan: truffati anche noiMILANO — Nella storia

della coppia di Pisa che haraccontato di aver ricevutoin Kirghizistan la propostaindecente di comprare unbambino non c’è soltanto ildolore dei due aspiranti ge-nitori, partiti due anni facon destinazione Biškek peradottare Batik, il figlio di cuida un anno ricevevano le fo-tografie e per il quale aveva-no preparato già la cameret-ta.

Al loro dolore, si aggiun-ge lo sconforto della Onlusitaliana che stava gestendol’adozione. Airone, con piùdi venti anni di storia e oltremilleseicento adozioni an-date a buon fine (nel nostroPaese dal 2000 al 2012 sonostate fatte 39.223 adozioni

internazionali).Questo incidente ha volu-

to dire, tra le altre cose, laperdita di cinquanta postidi lavoro tra l’Italia e l’este-ro: il grosso degli operatori.Il legale di Airone, PilerioPlastina, spiega: «Natural-mente ci dogliamo con lacoppia pisana per quantosuccesso. Vogliamo però ri-cordare che siamo anchenoi parte lesa in questa vi-cenda, perché è molto diffi-cile operare in certi Paesistranieri. Il Kirghizistan eraappena stato accolto nelprogramma di adozione,quando siamo arrivati. Noici siamo fidati di referentiche non si sono dimostrati all’altezza della situazione.Ma nel processo penale che

si sta svolgendo nel Tribu-nale di Biškek noi siamostati riconosciuti parti offe-se per truffa».

I coniugi Alessia e TizianoBernardini hanno detto diaver scoperto solo sul postoche il bambino che avreb-bero dovuto riportare conloro in Italia era gravementemalato ma che, soprattutto,

non poteva essere adottato.Alla vicepresidente dell’as-sociazione, Orietta Maini,risultava invece il contrario.E su questo l’avvocato Pla-stina interviene di nuovo: «Spesso i bambini vengonolasciati intenzionalmentedai genitori, che non posso-no occuparsene perché nonsanno come mantenerli. Se

poi una mamma ci ripensa,questo non può essere im-putato a noi».

La coppia pisana ha quin-di fatto una denuncia con-tro ignoti, per rendere noti ifatti all’autorità giudiziaria.«Devo immaginare che nonci sia stata una prosecuzio-ne delle indagini perché noinon siamo mai stati infor-

mati. Tecnicamente ritengoche le indagini non sianopiù in corso», chiosa il lega-le, per il quale all’ente italia-no non può essere imputatoalcunché. «Ci si dimenticache in Paesi come il Kirghi-zistan si lavora in condizio-ni di estrema difficoltà».

Alla signora Maini nonresta che l’amarezza per unaserie di inghippi burocraticiche hanno danneggiato cosìduramente l’onlus Airone.Alessia e Tiziano Bernardinidesiderano ancora diventa-re genitori adottivi, questavolta di un bambino unghe-rese. Sperano possa accade-re presto.

R. I.© RIPRODUZIONE RISERVATA

La normaI requisiti per l’adozione internazionale sono gli stessi che per l’adozione nazionale, e sono previsti dall’art. 6 della legge 184/83 (come modificata dalla legge 149/2001)I numeri Nel 2013 la Commissione per le adozioni internazionali ha rilasciato l’autorizzazione all’ingresso in Italia per 2.825 bambini (-9,1% rispetto al 2012) provenienti da 56 Paesi, adottati da 2.291 famiglie residenti in Italia

Le adozioni

1.600Le adozioni gestite dalla onlus «Airone» da quando in Italia esiste la Commissione adozioni internazionali

22Milasono i minori tra zero e 17 anniche risultano orfani in Kirghizi-stan, il Paese in cui la coppia di Pisa ha denunciato la truffa

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Cronache 23

Vaticano L’appello a mettersi al servizio degli altri

Richiamo ai cardinalidel Papa che non vuole gli «intrighi di corte»Francesco: no a cordate e favoritismi

Belgio Resteranno in Europa 15 anni

Scontro tra zooper i due panda cinesiaccolti dal premier

CITTÀ DEL VATICANO — «Ilcardinale entra nella chiesa diRoma, non entra in una corte».La prima raccomandazione diFrancesco ai cardinali, i 19 ap-pena creati come i centocin-quanta arrivati ieri a San Pietroper la messa che ha chiuso ilConcistoro, è il richiamo aquella «conversione» che sta alcuore del suo pontificato: nelsenso letterale della «metàno-ia» evangelica, il cambiarementalità e quindi atteggia-menti. Per questo il Papa scan-disce: «Evitiamo tutti e aiutia-moci a vicenda ad evitare abitu-dini e comportamenti di corte:intrighi, chiacchiere, cordate,favoritismi, preferenze».

È una raccomandazioneche sta al cuore del pontificato

di Francesco, fin dall’inizio. Laprima grande riforma di Bergo-glio, la scelta di abitare a SantaMarta e non nel Palazzo Apo-stolico, spezzò d’incanto quelclima da «corte» rinascimenta-le nel quale il potere era misu-rato dall’essere o meno ammes-si all’appartamento, ed era statoterreno di coltura dei veleni cheoriginarono VatiLeaks. Più vol-te il Papa ha avvertito che il pe-ricolo più grande è quella

«mondanità» che è come una«lebbra» e «uccide l’anima, uc-cide le persone, uccide la Chie-sa». Così Francesco, ancora unavolta, richiama all’essenzialeevangelico. «Amate i vostri ne-mici e pregate per quelli che viperseguiteranno», cita il ponte-fice, e spiega: «A chi vuole se-guirlo, Gesù chiede di amarechi non lo merita, senza con-traccambio, per colmare i vuotid’amore che ci sono nei cuori,nelle relazioni umane, nelle fa-miglie, nelle comunità, nelmondo». Di qui la responsabili-tà dei cardinali che hanno giu-rato di servire «fino all’effusio-ne del sangue», il senso dellaloro porpora: «Gesù non è ve-nuto a insegnarci le buone ma-niere, maniere da salotto! Per

questo non c’era bisogno chescendesse dal cielo e morisse sulla croce. Cristo è venuto asalvarci, a mostrarci la via,l’unica via d’uscita dalle sabbiemobili del peccato: e questa viaè la misericordia». Essere «san-ti» scandisce, «non è un lusso,ma è necessario per la salvezzadel mondo».

Tutto si tiene, nella predica-zione di Francesco. «Gesù nonè venuto a insegnare un’ideolo-gia ma una via, una strada dapercorrere con Lui», diceva aicardinali sabato. La stessa di-stinzione che stava al centrodell’omelia durissima pronun-ciata il giorno prima, a SantaMarta: «I cristiani che pensano

la fede ma come un sistema diidee, ideologico: anche al tem-po di Gesù, c’erano. L’ApostoloGiovanni dice di loro che sonol’anticristo, gli ideologi della fe-de, di qualsiasi segno sia-no...Questi che cadono nellacasistica o nell’ideologia sonocristiani che conoscono la dot-trina ma senza fede, come i de-moni». Così, ai nuovo porpora-ti, Francesco raccomanda: «Ilnostro linguaggio sia quello delVangelo: “sì, sì; no, no”; i nostriatteggiamenti quelli delle Bea-titudini, e la nostra via quelladella santità». Un richiamo al-l’unità contro le divisioni, «adessere buoni servitori, non pa-

droni», che poco dopo, all’An-gelus, rivolge a tutta la Chiesa:«Nelle comunità cristiane —diocesi, parrocchie, associazio-ni, movimenti — le differenzenon possono contraddire il fat-to che tutti, per il Battesimo,abbiamo la stessa dignità».

Gian Guido Vecchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

ServitoriIl Pontefice ha esortato i porporati a «essere sempre buoni servitori e non padroni»

Il video viraleSono migliaia le visualizzazioni in poche ore e decine i commenti per l’intervento di papa Francesco registrato con uno smartphone e pubblicato su YouTube (sopra alcuni fermo immagine)

La mondanitàPiù volte ha avvertito che il pericolo più grande è quello della «mondanità»

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

PECHINO — Sono partiti dalSichuan, la provincia cinese che èla loro culla, salutati dall’amba-sciatore del Belgio che li guardavacome se fossero stati due bimbiadottati. E sono stati accolti ierimattina all’aeroporto di Bruxellesdal primo ministro Elio Di Rupocon un cerimoniale da capi di go-verno in visita ufficiale. I due pan-da hanno quattro anni, si chiama-no Xing Hui (Stella Scintillante) eHao Hao (Buona Buona) e sonostati prestati da Pechino al Regnobelga. Per i prossimi 15 anni lacoppia risiederà nello zoo Pairi

Daiza, non lontano da Mons. Il prestito dei rari e preziosi ani-

mali è diventato una tradizioneper la Cina: ce ne sono 43 sparsinel mondo, un gesto ormai defini-to «diplomazia dei panda». Di Ru-po ha tenuto un discorso per direche la concessione rinforza i lega-mi economici, commerciali escientifici tra le due nazioni. Ma inBelgio l’arrivo di Xing Hui e HaoHao ha alimentato la perenne po-lemica tra valloni e fiamminghi.Lo zoo più antico dello Stato, conuna storia di oltre cent’anni, èquello di Anversa nelle Fiandre,che si è sentito tradito dalla sceltadel premier Di Rupo, francofonodi origine italiana, che li ha dirot-

tati nella sua città di Mons, in Val-lonia.

La stampa di lingua fiammingasi è vendicata segnalando il costodel prestito: lo zoo di Mons ha do-vuto spendere almeno otto milio-ni di euro per dotarsi di installa-zioni ultramoderne collocate in un«giardino cinese», con uno spaziodi 5.300 metri quadrati, migliaia dipiante di tè, due recinti e due ca-mere interne per gli orsi. Sono sta-ti piantati bambù e creato un tem-pietto buddista. E poi ci sono lespese per la dieta: 40 chili di bam-bù al giorno e altri 2,5 chili di frut-ta, verdure e una torta di farina dicarne tritata e fagiolini.

Per i curatoridello zoo si trattacomunque di unaffare: calcolano diaccrescere almenodi 100 mila all’an-no il numero deivisitatori e di in-cassare diversi mi-lioni in più con ibiglietti. Resta lapolemica tra le duecomponenti rivalidel Belgio. D’altraparte i panda sonoda tempo al centrodi un dibattito po-litico: ne restanomeno di duemilain Cina allo statolibero, sempre mi-nacciati dall’urba-nizzazione e dalleesigenze dell’agri-coltura che rischiadi distruggere il

loro habitat. Altri 300 vengono al-levati in parchi e centri studi.

E poi si discute sul loro usocommerciale. Uno studio dell’Uni-versità di Oxford ha seguito le or-me dei panda prestati dalla Cinaagli zoo stranieri. E ha rilevato chedal 2008 gli orsi giganti vengono«affittati» a quei Paesi che stringo-no accordi con Pechino per la for-nitura di materiale prezioso comel’uranio, essenziale per il grandebalzo verso l’energia nucleare. Èsuccesso per Canada, Francia e Au-stralia. E poi c’è la Scozia che incambio manda salmone.

Guido Santevecchi@guidosant

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il premier Di Rupo all’arrivo della coppia

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Cronache 25

La decisione Accolto il ricorso delle aziende sui costi delle autorizzazioni

Farmaci omeopatici troppo cariIl Tar interviene e riabbassa i prezzi

ROMA — È un grande sol-lievo per i consumatori di ar-nica e degli altri 12 mila pro-dotti omeopatici. Non ri-schiano di trovare boccette diglobuli e tubi di pomata aprezzi lievitati. E di vederscomparire dalle farmacie lepreparazioni con indicazioniper patologie meno frequen-ti. Il Tar ha infatti accolto il ri-corso delle industrie contro ildecreto che introduceva tarif-fe salatissime per il rinnovodelle autorizzazioni alla ven-dita dei medicinali in com-mercio dal ‘95. Si parla di 21mila euro invece dei 31 previ-sti adesso. Col nuovo sistema,previsto da norme pubblicatein Gazzetta Ufficiale lo scor-so marzo, alcune officine ita-liane avrebbero potuto ridur-re il «campionario» terapeu-tico o alzare i prezzi.

Secondo il tribunale am-

ministrativo la stangata suimedicinali omeopatici e an-troposofici (la medicina al-ternativa fondata da Steiner)è illegittima. L’unico ritoccoconsentito sarà il 10% indica-to dalla legge che porta la fir-ma dell’ex ministro della Sa-lute, Renato Balduzzi. Leaziende rappresentate dal-l’associazione Omeoimpresepresieduta da Fausto Pannilamentano altri guai. Nel2015 entra in vigore la legge che per il rinnovo dell’auto-rizzazione al commercio im-pone di presentare all’Agen-zia nazionale del farmaco, undossier complesso, secondouna direttiva europea. Il ti-more è di non arrivare intempo. In realtà in un docu-mento ufficiale di 8 mesi fal’Aifa raccomandava il da far-si chiarendo, nuovamente,cosa doveva essere fatto per

non trovarsi con l’acqua allagola.

Poi, l’approvvigionamentodelle materie prime. Aifa esi-ge qualità e controlli rigorosi.Nel documento del giugno2013 si parla invece di «mate-rie prime di notevoli criticitàper l’ottenimento di omeopa-tici sicuri. Il problema è anco-ra più evidente se si riflette sul fatto che tali prodotti poi-ché considerati comunemen-te innocui, data l’origine na-turale e la diluizione, vengo-no largamente usati in bam-bini anche neonati e donne instato di gravidanza». Tra gliesempi citati, l’Oscillococci-num, usato per la prevenzio-ne dell’influenza, derivato dadiluizione di fegato d’anatraputrefatto.

Margherita De [email protected]

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Agricoltura Convegno a Firenze. Giulia Maria Crespi: eliminare i veleni dai terreni

Coltivare la terra in modo etico«Così si creano lavoro e qualità»La crescita a due cifre della biodinamica. «Nuovo modello»

FIRENZE — E se fosse l’agri-coltura biodinamica a salvare ilmondo? I numeri che a Firenzeci raccontano agronomi, medi-ci, tecnici, economisti, filosofi,educatori, sociologi e paesaggi-sti non sono utopistici e nono-stante la crisi, la biodinamica,disciplina fondata quasi un se-colo fa da Rudolf Steiner e che ha rivoluzionato l’agricolturacon una visione verde, olistica espirituale, ha una crescita a duecifre. Aumentano produzione e vendita (+20%), lievita in modoesponenziale il gradimento deiconsumatori, s’impenna l’indi-ce dell’occupazione. Sorpren-dente il dato del lavoro. «Se inItalia l’agricoltura fosse intera-mente bio avremmo due milio-ni di posti di lavoro in più», diceCarlo Triarico, presidente del-l’Associazione per l’agricolturabiodinamica.

Triarico ha appena organiz-zato il 32° convegno internazio-nale della disciplina che si èsvolto da giovedì a domenica aFirenze. Un successo, non solodi pubblico, ma d’interventi,idee, progetti.

«I dati ci dicono che nel 2012l’economia primaria è statal’unica ad avere aumentato di 60mila unità i posti di lavoro —continua Triarico —. Se le colti-vazioni tradizionali e intensivediventassero biodinamiche, iposti decuplicherebbero, per-ché per ogni addetto ne servono

almeno dieci. Costi maggioriche il mercato assorbirebbepuntando a nuove alleanze sulcibo di qualità, come Slow Fo-od, per esempio».

Non è solo teoria. Lo testimo-niano gli esempi di imprendito-ri e agricoltori biodinamici. Al-do Paravicini è il direttore del-l’Azienda agricola Cascine Orsi-ni di Bereguardo (Pv), unarealtà che ha sfidato la crisi è havinto. «Con la consapevolezzache per tutti è arrivato il mo-mento di cambiare politica agri-

cola — sottolinea — e di guar-dare a un modello diverso. Scel-te etiche di non avvelenare laterra e di non cercare profittistratosferici possono cambiareil mondo. Abbiamo assunto econtinueremo a farlo».

Nel Veronese la Coop agricolaPrimavera Coor e la Bio Spahanno iniziato con appena 3 ad-detti, oggi hanno 200 dipen-denti. A Capua, Enrico Amico,titolare dell’azienda la Colom-baia, ha già superato quarantadipendenti e ha aperto ristoran-

ti biodinamici anche all’estero, Stati Uniti compresi.

C’è ottimismo, certo, ma an-che la consapevolezza di dover combattere battaglie straordi-narie. Per togliere i veleni dallaterra, farla tornare Madre. Giu-lia Maria Crespi, che su questi temi ha incontrato il presidenteGiorgio Napolitano e ha scrittoal Papa («ma non sono stataascoltata», svela dispiaciuta)lancia un’idea: «Destiniamoparte dei fondi della ricerca con-tro il cancro a togliere i velenidai terreni». Non c’è solo la Ter-ra dei Fuochi da salvare. «Datempo gli agricoltori di Siracusa— denuncia Paolo Guarnaccia,docente di agricoltura biologicaall’Università di Catania — tro-vano nei loro pozzi acqua e pe-trolio. E a Gela e Milazzo la terraè stata uccisa dai veleni. Con-trolli e bonifiche? Carenti, lo de-nuncia anche l’Oms».

Legalità, ma anche una nuo-va pedagogia. Gaia Citriniti è lagiovane coordinatrice dell’Isti-

tuto formazione Apab di Firen-ze: «Siamo il primo polo forma-tivo italiano di agricoltura bio-dinamica, abbiamo centinaia distudenti e una richiesta semprein crescita. Molti giovani guar-dano a un nuovo modello diagricoltura. Ma ci sono anche ti-tolari di aziende tradizionali chevogliono riconvertirsi». Chissà,forse la rivoluzione di Steiner èdavvero dietro l’angolo.

Marco [email protected]

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La parola

‘‘La coltivazione biodinamica è basata

sull’uso di fertilizzanti e concimi biologici non inquinanti e ha lo scopo di aiutare la natura per ottenere una terra sempre più fertile, dalla quale possano trarre giovamentoanche le generazioni future. I principi della biodinamica furono teorizzati dal poliedrico filosofo austriaco Rudolf Steiner (foto in alto). Si appassionò anche di agricoltura su richiesta di alcuni coltivatori preoccupati dai moderni metodi di coltivazione e dal crescente uso di concime chimico

Biodinamica

Da domani

In viaggio con StyleUno sconto vacanzaper chi prenota onlineMILANO — La presentazione, a pagina settantasette, dice già tutto. «Siamo in fondo alle classifiche dell’ottimismo mondiale». La disoccupazione giovanile «supera il 40 per cento». Per non parlare dell’imprenditoria nazionale, ormai in «crisi cronica». E però, in tutto questo, in Italia c’è più di un motivo per essere ottimisti. Perché «c’è una squadra di giovani talenti su cui Wall Street e Forbes suggeriscono di puntare. Li cercano Amazon, Yahoo! e le industrie globali». Sono tutti ragazzi sotto i 30 anni, «giovani, italiani

e fenomeni», «di bassoprofilo» e «per niente snobche sono già l’élite didomani». Come AugustoMarietti, «romano, insocietà con Jeff Bezos eGoogle», o CeciliaBringhelli che «fa lescarpe a Madonna eLapo», come NickD’Aloisio, diventato«milionario grazieall’app per leggerenews», o Livio Valenti,celebrato «per la nuova

tecnologia dei vaccini» fino ad arrivare a Niccolò Ferragamo, laureato in due anni e mezzo e che a 22 anni ha lanciato la sua impresa digitale. Sono i protagonisti della copertina (nella foto sopra) di Style Magazine, il mensile del Corriere della Sera in edicola da domani, martedì 25 febbraio. Un numero da non perdere anche per la sorpresa all’interno: basta arrivare a pagina 132. Qui i lettori troveranno un codice con uno sconto di 50 euro per ogni fine settimana o viaggio che sarà prenotato nella sezione «Le offerte esclusive» di DoveClub (www.doveclub.it). L’offerta vale per una spesa minima di 300 euro e il codice presente all’interno del nuovo numero di Style Magazine si può utilizzare per un mese a partire da domani. ma la vacanza può essere fatta anche molti mesi dopo (fino a quando lo consente l’offerta).

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LondraLe nozzeautorizzatedal giudiceLo scorso dicembre, dopo una battaglia legale durata 5 anni, era arrivato il via libera dalla Corte suprema britannica. Così Louisa Hodkin e Alessandro Calcioli, entrambi di 25 anni, sono diventati i primiconiugi a essersi sposati in una chiesa di Scientology.

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47 Mila Il numero delle aziende bio in Italia; 1,3 milioni i terreni riconvertiti acoltivazioni biologiche e biodinamiche

BIOGEM S.C. A R. L.via Camporeale 83031 - Ariano Irpino (AV)

Bando di gara acquisto Attrezzature Scientifiche - CUP: B91D11000110007Questa società indice una procedura aperta, con il criterio di aggiudicazione dell’ offerta economicamente piùvantaggiosa, per la fornitura di apparecchiature scientifiche da laboratorio nell’ambito del progetto di “Potenzia-mento di una piattaforma integrata per lo studio di malattie umane di grande impatto attraverso l’uso del systemphenotyping di modelli animali: Mouse e Zebrafish clinic - PONa3_00239” a valere sul PON “Ricerca & Compe-titività” 2007-2013 Avviso n. 254/Ric. del 18 maggio 2011 - Progetti di Potenziamento Strutturale finanziati nel-l’ambito dell’Asse I “Sostegno ai mutamenti strutturali” - Obiettivo operativo “Potenziamento delle strutture edelle dotazioni scientifiche e tecnologiche” - Azione I. Appalto diviso in 35 lotti. Valore complessivo dell’appalto€ 2.902.400,00 oltre IVA. Durata: 30 gg naturali e consecutivi, decorrenti dall’affidamento dell’appalto. Terminericezione offerte: 25/03/2014 ora 18.00. Periodo minimo: gg 180. Apertura plichi: 27/03/2014 Ora 10.00. Il bandointegrale e l’intera documentazione di gara e’ scaricabile dal sito istituzionale: www.biogem.it sezione: bandi econcorsi attivi. Invio alla GUCE: 10/02/2014. Biogem, lì 14/02/2014.

IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO - DOTT. TULLIO BONGO

Fondo europeo di sviluppo regionaleMinistero dell’Istruzione,

dell’Università e della RicercaMinistero dello

Sviluppo Economico

AZIENDA OSPEDALIERAUNIVERSITARIA FEDERICO IIServizio Provveditorato ed Economato

Settore Acquisizione Farmacie Presidi Sanitari

AVVISO DI GARA A PROCEDURA APERTACIG 5586612A0E

Questa Azienda intende provvedere all’affida-mento, mediante procedura aperta, dellafornitura in service di n. 1 Facovitrectomo -emulsificatore comprensivo di kit vitrectomia ekit facoemulsificazione occorrenti al DAI Testa-Collo dell’A.O.U. Federico II di Napoli. Duratadell’appalto: anni due, con possibilità di prorogaper un ulteriore anno. Importo presunto trien-nale: € 197.700,00 oltre I.V.A.. Il presente av-viso, il bando, il Capitolato speciale d’appalto erelativi allegati, sono reperibili presso il sitointernet www.policlinico.unina.it. Eventualimodifiche e/o chiarimenti verranno pubblicatiesclusivamente sul sito; è onere delle societàtale consultazione. RUP: Prof. Giovanni Cen-namo (tel. 081 7462293). Il Bando è stato in-viato alla G.U.R.I. in data 21.02.2014.

f.to IL DIRETTORE GENERALEGiovanni PERSICO

CONI SERVIZI SPAESTRATTO AVVISO DI GARA

La CONI Servizi Spa - Foro Italico -Roma - tel. 36851, telegrafo CONIROMA - telex n. 612534 CONIRO I,telefax n. 0632723651, indice unaprocedura aperta (R.A. 035/13/PA)relativa all’affidamento della fornituradi energia elettrica per i vari siti diConi Servizi Spa. CIG 52191746A1.La gara sarà regolata dal D.lgs. 12aprile 2006 n. 163 e dal Regola-mento per la stipulazione dei con-tratti della CONI Servizi Spa e verràaggiudicata secondo quanto dispo-sto dall’art. 82 del citato D.lgs163/2006. Il bando in versione inte-grale pubblicato sulla G.U.R.I. n. 021del 21 febbraio 2014 è reperibilepresso - Direzione Acquisti - StadioOlimpico ingresso 18, Curva Sud-00135 Roma - tel. 06 36857634 - fax0632723651 e sul sito www.coni.it.Le offerte dovranno pervenire entroil termine perentorio delle ore 12:00del 9 aprile 2014. Per ogni informa-zione relativa alla gara, gli interessatisi potranno rivolgere al suddettoufficio.L’AMMINISTRATORE DELEGATO

(ALBERTO MIGLIETTA)

La Rai Radiotelevisione Italiana S.p.A.promuove un’iniziativa di selezione pertitoli e prove finalizzata ad individuare100 Giornalisti Professionisti da utiliz-zare per future esigenze, con contratti atempo determinato, nell’ambito di tutto ilterritorio nazionale.Per candidature e maggiori informazioniconsultare il sito www.lavoraconnoi.rai.it

ROMA CAPITALESegretariato - Direzione generale

Direzione appalti e contrattiComunicazione di aggiudicazione

definitiva di garaServizio per l’esecuzione delle verifiche perio-diche biennali e straordinarie degli impiantielevatori installati negli edifici di pertinenza diRoma Capitale ai sensi del D.P.R. 30/4/1999n. 162, da affidare ad Organismo di Certifica-zione Notificato. Lotto 1 - Municipi 1 (ex 1, ex17), 4 (ex 5), 8 (ex 11), 9 (ex 12), 12 (ex 16),13 (ex 18), 14 (ex 19), 15 (ex 20). Lotto 2 -Municipi 2 (ex 2 ex 3), 3 (ex 4), 5 (ex 6 ex 7),6 (ex 8), 7 (ex 9 ex 10). Imprese aggiudicata-rie: per il Lotto 1 “Bureau Veritas S.p.A. -D.D. n. 1731 del 17/12/2013 e n. 169 del13/02/2014”; per il Lotto 2 “E.L.T.I. S.r.l. Eu-ropean Lift Testing Italia - D.D. n. 1730 del17/12/2013 e n. 170 del 13/02/2014”. (Pos.8/2013S). Sono in visione presso l’Albo Pre-torio ulteriori notizie.

Il direttore - dott.ssa Cristiana Palazzesi

Ai sensi del D.Lgs. 163/2006 si rende noto:- che è stata espletata la gara relativa alla proce-dura aperta per l’affidamento dei lavori relativi agliinterventi di manutenzione straordinaria stradale efognaria della zona orientale della città. Importodei lavori a misura a base d’asta € 830.490,12 oltreI.V.A. (di cui € 784,86 per oneri di sicurezza ed €203.752,35 quale spesa per il costo del personalenon soggetti a ribasso). CIG: 5424079B94. CUP.I57H13000780004. Finanziamento: l’appalto è fi-nanziato ai sensi e per gli effetti dell’art. 53 C. 6del D.Lgs 163/06, con la permuta degli immobilidi proprietà comunale; che il responsabile del pro-cedimento è l’ing. Giovanni Micillo; che è stataespletata la gara relativa agli interventi di manu-tenzione con procedura aperta ai sensi dell’art. 53commi 6 e 12 e dell’art. 82 del D.Lgs. n. 163/06;applicando il criterio del prezzo più basso inferiorea quello posto a base di gara, nel mentre per lavendita dei beni, sono stati applicati gli artt. 73 let-tera c) e 76 del R.D. 827/1924, con il criterio delprezzo più alto e con il metodo delle offerte segretein aumento rispetto al prezzo a base d’asta, stabi-lendo che l’appalto verrà contabilizzato a misura eaggiudicato in favore della migliore offerta econo-mica derivante dalla somma tra il ribasso offertosui lavori ed il rialzo offerto sul valore degli immo-bili. Tempo di esecuzione di lavori: 360 giorni.- che è pervenuta una sola offerta e precisamenteSAMOA RESTAURI s.r.l., la quale è stata esclusadalla gara, con verbale redatto in data 15.01.2014e, pertanto, la procedura di aggiudicazione è statadichiarata infruttuosa.

Il Dirigente del ServizioAppalti-Contratti e Assicurazioni

Avv. Aniello di Mauro

AVVISO PUBBLICOIl Comune di Milano intende ricercare, nel-l’ambito del territorio comunale, un immobileda acquisire in locazione e da destinare a sededi uffici.A tal fine, gli operatori immobiliari e gli altrisoggetti proprietari di immobili nel territoriocomunale, interessati, sono invitati a presen-tare una proposta contrattuale al Comune diMilano, entro il termine del 4 aprile 2014,alle condizioni e con le modalità indicate nell’apposito Avviso Pubblico “per la locazionepassiva di un immobile da adibire a sede tem-poranea degli uffici comunali attualmente sitiin via Pirelli n. 39”.Le offerte devono pervenire al Comune diMilano, presso il Protocollo della DirezioneCentrale Opere Pubbliche e Centrale UnicaAppalti - Via Pirelli n. 39 - 20124 - Milano, 11°Piano - stanza 5 - entro e non oltre le ore16,00 del giorno 4 aprile 2014.Per la consultazione dell’Avviso Pubblico inte-grale, si rinvia al Portale istituzionale delComune di Milano - Servizi on line, SezioneBandi e Avvisi di Gara - Bandi - Avvisi.

Il Vice Direttore Generale Area Territorio eResponsabile del Procedimento

Arch. Paolo Simonetti

TRENORD S.R.L.Piazzale Cadorna n. 14 /16 - 20123 MILANOTelefono 0285114250 - Telefax 0285114621

AVVISO DI GARAViene indetta la gara a procedura ristretta ai sensi delD. Lgs 163/06 per “Servizio di manutenzione sulmateriale rotabile presso i siti del Deposito EstesoCIG: 55979939F4”. Luogo di consegna: Presso i sitimanutentivi e di sosta del Deposito Esteso diTrenord: Milano Fiorenza, Cremona, Lecco, Brescia,Bergamo, Piacenza, Alessandria, Seveso, Pavia.L’importo complessivo dell’appalto a base di garaammonta ad 2.900.000 EUR (euro duemilioninove-centomila00) + IVA, di cui 1.450.000 EUR (euroun-milionequattrocentocinquantamila/00) in opzione,oltre ad oneri per la sicurezza non soggetti a ribassod’asta pari ad 1.500,00 EUR (euromillecinque-cento/00). Valore stimato, IVA esclusa: 2.900.000,00EUR. Criterio di aggiudicazione: L’appalto sarà ag-giudicato al concorrente che avrà presentato l’offertaeconomicamente più vantaggiosa (art. 83 del D.Lgs.163/2006). Le domande di partecipazione, redatte inlingua italiana, dovranno pervenire entro le ore 12,00del giorno 21/03/2014 presso la sede di TRENORDS.r.l. - 20123 Milano - P.LE CADORNA N. 14/16 - UF-FICIO PROTOCOLLO. Il bando integrale di gara èstato pubblicato sulla GUCE 2014/S 030-049099 edinviato alla GURI il giorno 12/02/2014. Il bando inte-grale di gara è altresì disponibile presso il sito inter-net www.trenord.it/bandi-e-gare e sul sitodell’Osservatorio Regionale Contratti Pubblici Re-gione Lombardia.

L’AMMINISTRATORE DELEGATODOTT. ING. LUIGI LEGNANI

MINISTERO DELLA DIFESASegretariato Generale della Difesa

e Direzione Nazionale degli ArmamentiDirezione degli Armamenti Aeronautici

e per l’AeronavigabilitàV.le dell’Università, 4 - 00185 ROMA

[email protected]. 0649865692 - Fax 0649865145

AVVISO DI PUBBLICAZIONEPREINFORMAZIONE 2014

Si rende noto che sulla “quinta serie spe-ciale della G.U.R.I.” nr. 21 del 21/02/2014sono stati pubblicati i seguenti avvisi dipreinformazione per appalti pubblici daespletarsi da parte di questa Direzionenell’anno 2014: • Avviso di preinforma-zione per commesse di valore superiorealla soglia di rilievo comunitario; • Avvisodi preinformazione per commesse di valoreinferiore della soglia di rilievo comunitario.I bandi costituiscono indicazione di mas-sima della attività programmata. Non è almomento nota la data d’inizio delle proce-dure di aggiudicazione. L’avviso dellestesse sarà reso pubblico nei modi dilegge, tramite successivi avvisi/bandi spe-cifici per ogni singola commessa. Copia in-tegrale degli avvisi può essere consultatasu www.armaereo.difesa.it.

IL DIRETTOREGen. Isp. Capo. G.A. ESPOSITO

Ing. Domenico

Per la pubblicità legale e finanziaria rivolgersi a:

Via Rizzoli, 8 - 20132 MilanoTel. 02 2584 6665 o 02 2584 6256 - Fax 02 2588 6114Via Valentino Mazzola, 66/D00142 RomaTel. 06 6882 8650 - Fax 06 6882 8682Vico II San Nicola alla Dogana, 980133 NapoliTel. 081 49 777 11 - Fax 081 49 777 12Via Villari, 50 - 70122 BariTel. 080 5760 111 - Fax 080 5760 126

RCS MediaGroup S.p.A.Via Rizzoli, 8 - 20132 Milano

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26 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Cronache 27

Società e investimenti Lo studio delle fondazioni bancarie su movimenti demografici e invecchiamento della popolazione

L’Italia dei prossimi anni TrentaLa vittoria della provincia sulla cittàMale Torino e Napoli. Salgono Bergamo, Belluno e la Romagna

D’ARCOFonte: Sinloc

La mappa

Debolezza

Le province che nel 2030 offrirannocondizioni di vita peggiori o migliori

Declino

Ripresa

VantaggioCondizioni di vita

superiori allamedia in ulteriore

miglioramento

Condizioniin miglioramento

rispetto a un livelloinferiore

alla media

Condizionisuperiori allamedia ma in

peggioramento

Condizioniin peggioramento

rispetto a un livellogià inferiore

alla media

1,7

298

miliardiI fondi messi a disposizione dall’Ue e destinati alle aree urbane nel periodo 2007-2013. I Paesi membri potrebberodecidere di aumentare la somma nel periodo 2014-2020

milaDi quanto dovrebbe aumentare la popolazione nella provincia di Roma fino al 2030 portando il dato complessivo dell’area a circa 4,3 milioni di abitanti

Come staremo nel 2030? Chiabita nei grandi centri urbanirischia di passarsela peggio dioggi. E questo vale da Milano aNapoli, passando per Roma,Bologna e Venezia. Il Sud si tro-va in una situazione critica. Mala discesa potrebbe non esserefinita, almeno in alcuni territo-ri. Le province in panne si tro-vano soprattutto nelle isole. È ilcaso di Catania, Agrigento, Si-racusa, Cagliari e Sassari. Vacil-lano anche parti della Calabria,della Campania e della Puglia:Brindisi, Lecce, Taranto, Croto-ne, Salerno. Al Nord, piemon-tesi e liguri, da Novara a Savo-na, potrebbero dover rivedereal ribasso gli standard di vita.

Questa la cartina dell’Italia al2030 che esce dal Rapporto sul-la competitività delle aree ur-bane che sarà presentato oggi aMilano. Si tratta di un’indaginealla sua quarta edizione con-dotta da Sinloc (Sistema inizia-tive locali) con il contributodella Bei (Banca europea degliinvestimenti) in collaborazionecon fondazione Ismu, IstitutoTagliacarne e Siti. Sinloc è una

società partecipata da Cassa de-positi e prestiti oltre che da unadecina di fondazioni bancarie,tra cui fondazione Cariplo,Compagnia di San Paolo, fon-dazione Cariparo. Intento dellaricerca è fornire elementi di co-noscenza utili a indirizzare in maniera produttiva le risorseinvestite sui territori dalle stes-se fondazioni bancarie. Ma il

ragionamento vale anche per ifondi europei destinati alle areeurbane attraverso il progetto Jessica (acronimo di «Sostegnoeuropeo congiunto per investi-menti sostenibili nelle aree ur-bane»).

Da notare che tra 2007 e 2013l’Ue ha messo su questo capito-lo 1,7 miliardi di euro. Un inve-stimento che potrebbe aumen-

tare in modo consistente nellaprogrammazione 2014-2020. «Nel 2007 si trattava di una mi-sura nuova, l’avvio è stato lentoanche a causa della necessità diqualche chiarimento del qua-dro normativo», fa notareGianni Carbonaro, responsabi-le unità urbana e regionale del-la Bei. Ma d’ora in avanti non cisaranno scuse. E la conquistadei fondi dipenderà anche dallacapacità dei territori di presen-tare progetti all’altezza.

Tornando alla ricerca, nel-l’individuazione delle aree cherischiano di mutare in peggiola loro condizione nei prossimianni si è tenuto ampio contodegli aspetti demografici cheinfluiscono negativamente sul-lo sviluppo. «Una popolazioneche invecchia, l’incapacità diattrarre immigrazione di quali-tà, nel senso di giovani e fami-glie, fanno abbassare il Pil de-mografico di un territorio. Equesto ha un impatto sulle di-namiche sociali ed economi-che», sintetizza GiancarloBlangiardo, demografo del-l’università Milano Bicocca.

Al Nord le province più de-boli sul fronte della competiti-vità sono penalizzate proprio dall’invecchiamento della po-polazione. E il caso di Milano,Torino e Venezia che però con-tinueranno a veder aumentareil numero di abitanti. Tra le re-altà favorite dalle previsioni,invece, ci sono Bergamo e Bre-scia, per cui è previsto un forteincremento demografico, nel-l’ordine dei 120-150 mila abi-tanti. Oltre a essere attrattive,queste aree dimostrano una ca-pacità di ricambio generazio-nale superiore alla media. Unasituazione favorevole condivi-sa con le province a cavallo traEmilia, Toscana e Marche: Mo-dena, Rimini, Forlì, Ancona,Pesaro, Prato, Arezzo per farequalche esempio. E alcune zo-ne del Nordest, come Trento,Vicenza, Belluno e Treviso.

«Vista la situazione del Pae-se, usare al meglio i fondi chesaranno messi a disposizionedall’Ue da qui al 2020 deve es-sere per tutti un imperativo ca-tegorico — tira le somme Anto-nio Rigon, amministratore de-legato di Sinloc, società che hacurato l’indagine —. Non pos-siamo perdere un’occasioneimportante per cercare di col-mare alcuni deficit di infra-strutturazione, dalla sanità allabanda larga, che rischiano neiprossimi anni di renderci anco-ra meno competitivi».

Rita Querzé© RIPRODUZIONE RISERVATA

VeneziaIl Volodi Juliasu San MarcoApertura da record per ilCarnevale di Venezia nel giorno del Volo dell’Angelo, tradizionaleoverture della kermesse. Se l’anno scorso durantela stessa giornata, che cadde il 3 febbraio, furono 90 mila gli arrivi e 70 mila le persone che assistettero al Volo dell’Angelo, quest’anno sono stati 110 mila i turisti che si sono ritrovati in Piazza San Marco, per assistere, occhi al cielo, alle acrobazie aeree della studentessa universitaria Julia Nasi, 22 anni (foto Ansa)

«Financial Times»

Milano ottavain Europaper capacitàdi far investireMilano motore economico del Paese, per le sue capacità di attrarre investimenti da tutto il mondo. Nonostante le scarse performance dell’Italia, Milano si classifica all’ottavo posto tra le città europee per numero di progetti di investimento stranieri, davanti ad Amsterdam, Berlino, Vienna, Stoccolma e Bruxelles. Emerge dal rapporto pubblicato dal Financial Times «FDI Città europee e Regioni del futuro 2012/2013». «Un risultato che conferma la capacità di Milano di attrarre investimenti, non solo nel campo immobiliare, ma anche nel venture capital e nell’innovazione, nonché dell’intero sistema produttivo della città», ha detto Cristina Tajani, assessore alle Politiche per il lavoro, sviluppo economico, università. La relazione prende in considerazione «468 località, sia città sia regioni, valutate in base alla loro capacità di attrarre investimenti diretti dall’estero in base a sei criteri: potenziale economico, capitale umano e stile di vita, costo-efficacia, infrastrutture, capacità di sviluppare business, e strategie di investimento». Il rapporto del Financial Times presenta i flussi internazionali di investimento verso l’Italia, con particolare attenzione alle immissioni di capitale provenienti da Brasile, Russia, Cina e India. «In questo quadro — si legge nella relazione — la Lombardia si è classificata tra le migliori regioni dell’Europa meridionale per le strategie di investimento, e per il suo potenziale economico rappresenta uno dei quattro motori d’Europa insieme al Baden-Württemberg in Germania, al South East UK nel Regno Unito e all’Île de France».

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L e statistiche sono impietose efotografano di continuo ilgrande gap che esiste tra uo-

mini e donne in Italia. L’ultimo da-to viene da una ricerca condottadall’Istat all’interno di un progettopromosso dall’Ocse e finalizzato amisurare il capitale umano percomparare i singoli Paesi e per esa-minare il livello di sostenibilità deisistemi di welfare, sottoposti a li-velli di stress che non conosceva-mo nel Novecento. Ebbene il datomedio riferito ai maschi è di 435 mila contro 231 mila delle donne,quasi il doppio quindi. La medianazionale, per la cronaca, è di 342mila. Spiega l’Istat: «Il differenzialeè da mettersi in relazione alle diffe-renze di remunerazione esistentitra uomini e donne, ma anche alminor numero di donne che lavo-

rano e al minor numero di anni la-vorati in media nell’arco della lorovita». Ovviamente molto dipendedalla nozione di capitale umanoche si fa propria e in questo casoavendo l’Ocse adottato quella chegli statistici chiamano l’approccioJorgenson-Fraumeni si opera so-stanzialmente su due parametri: illivello di istruzione e il reddito per-cepito. E sappiamo bene come en-trambi gli indicatori giochino —assieme al sostanziale monopolio«rosa» del lavoro domestico —«contro» le donne.

Sul concetto di capitale umano— distinto da quello finanziario eda quello naturale — la scienzaeconomica si è interrogata almenodai tempi di Adam Smith e dellasua Ricchezza delle nazioni. Più direcente, grazie all’apporto della so-ciologia, la riflessione sul capitale umano si è allargata e oggi contem-

pla il peso delle esperienze e la ca-pacità di networking, due fattoriperò difficilmente quantificabili.Non è un caso però che accademicicome Maurizio Ferrera, proprio invirtù dell’allargamento della no-zione di capitale umano, siano por-tati a rivalutare fortemente moltol’apporto femminile dovuto innan-zitutto alla maggiore capacità di far

rete. Più prosaicamente non va di-menticato come nella vita di tutti igiorni le assicurazioni usino tecni-che di valutazione del potenziale diproduzione del reddito di una per-sona scomparsa o impossibilitata(per un trauma) a svolgere il pro-prio lavoro per definire il risarci-mento danni, come raccontato direcente dal film di Paolo Virzì, che

ha come titolo proprio Il Capitaleumano.

Lo studio Istat — definito «spe-rimentale» — adotta, come abbia-mo detto, uno schema più sempli-ficato (definito di Jorgenson-Frau-meni). Il metodo di calcolo usatodall’istituto di statistica considerail valore attuale del reddito da lavo-ro lungo il ciclo di vita previsto te-

nendo conto di possibili cambia-menti della retribuzione (dovuti anche all’esperienza), di ulterioreistruzione che si può acquisire, dimodelli differenziali di partecipa-zione alla forza lavoro e della mor-talità. Quindi si tiene conto dellaformazione, delle condizioni del mercato del lavoro e delle tendenzedemografiche.

Il guaio è che i dati si fermano al2008 e quindi non fotografano glieffetti della Grande Crisi che stan-no mettendo a dura prova il model-lo sociale italiano. Si può aggiun-gere che in qualche maniera i datiforniti dalla rilevazione Ocse-Istatfiniscono per sovrastimare il valorenominale del titolo di studio senzapoter tener conto del fenomeno, adesempio, delle lauree deboli. Rico-noscimenti universitari uguali aglialtri dal punto di vista statistico mache hanno un impatto reale, in ter-mini di occupabilità, molto bassosul mercato del lavoro e che obbli-gano spesso il giovane uscito daglistudi ad accettare un lavoro da«qualcosista», per usare la defini-zione coniata da Giuseppe De Rita.

@dariodivico© RIPRODUZIONE RISERVATA

D’AR

CO

Fonte: Istat

Le cifrePer genere Per fascia d’età

Attivitàdi mercato*

Attivitàdomestiche**

Uomo

Ecco la nostra capacità di creare ricchezza e benessere nell'arco della vita (valori in migliaia di euro)

Donna

0

100

200

300

400

500 453556

293

46

559

396

139231

384 431

15-34 anni 35-54 anniPer tipo di istruzione

Laurea55-64 anni DiplomaLicenza elementare/media

Attivitàdi mercato*

Attivitàdomestiche**

Attivitàdomestiche**

0

100

200

300

400

500

636

409

216

np np np

Attivitàdi mercato*

0

100

200

300

400

500

600600600

*Il valore legato alle potenzialità che impattano sui cicli produttivi ** Il valore (virtuale) connesso a faccende domestiche, cura dei figli, relazioni amicali, sport, lettura, cinema

Il MezzogiornoNella parte più arretrata del Paese la discesa potrebbe non essere finita

L’analisi

L’ISTAT, IL CAPITALE UMANO E LE DONNE SOTTOSTIMATE

di DARIO DI VICO

Gli uomini valgono quasi il doppioma non si considera la capacità di fare rete

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28 Moda Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

di Dolce e Gabbana

Pieghedi Gian Luigi Paracchini

Nico, le sue sorellee lo sdoganamentodella contrattazione

Èstraordinario come la moda sappiaessere evocativa. Soprattutto di epo-che e personaggi. Non soltanto iconepluricelebrate come Marilyn, Steve,Brigitte, Elvis, Audrey e compagnia,

che dal mito sono calati quasi stabilmente sulle passerelle e perfino nelle pubblicità, ma pure nomi più di nicchia, da cineforum. Il mo-do per esempio come Prada si ispira con gusto strehleriano a quella Germania artistico-lette-raria che ruota attorno a Weill, Brecht, Bausch, Von Trotta, Fassbinder, lascerebbe sbalorditi tanti intellettuali che bazzicano i circoli della berlinese Alexanderplatz. John Richmond fa rivivere nella sua nuova collezione l’inquieto profilo di Nico, musa, cantante e destabilizza-trice (dal punto di vista passionale) dei Velvet Underground, la band di Lou Reed. Da cinéphi-le invece, Gaia Trussardi si ispira al fascino di Anna Karina in Bande à part, una chicca di Godard, pura nouvelle vague, vale a dire molta avanguardia, poco botteghino. Ma la moda è

evocativaanche neisentimenti:sa far torna-re bambini,come al fia-besco showdi Dolce &Gabbana,dove gliinvitati ven-gono gentil-menteomaggiati dipacchettinocon deliziosa

borsina tracolla dai diversi colori. Ma è più bella la mia bordeaux o la tua bluette? E subito scatta una maxi operazione di scambio: se do la mia verde a te, tu dai la tua fucsia a lei che mi gira la sua bianca? Non c’è ruolo, ne età che tengano e in una sorta di contagio collettivo si torna ai tempi delle figurine, con relativo ba-ratto, sui banchi di scuola. E gli uomini? Al-l’inizio falsamente indifferenti, supponendo che i sacchetti fossero differenziati e a loro spettasse il solito dopobarba, ma una volta soppesato e valutato il contenuto perché non partecipare? L’inizio sfilata, come il suono dellacampanella, mette fine alle contrattazioni: in un contesto di boschi incantati incedono belle castellane normanne. Che meraviglia le fiabe. Però poi bisognerà pur fare i compiti a casa.

Nonnetto con ritmoC’è qualcosa di peggio per un sempre giova-

ne essere nonno? Sì, diventare contemporane-amente nonno e bisnonno. Capita a Mick Jag-ger: la sua primogenita Jade, 42 anni, a Milano per l’inaugurazione della boutique Gherardini e la di lei figlia Assisi, 21 anni, sono attese in sala parto fra aprile e maggio. Jade a Milano non s’è espressa, limitandosi a sorridere e a fare shopping gratis. Assisi da Londra ha fatto sapere che il nonno Rolling Stone l’ha presa con allegria. A patto che nipoti e pronipoti continuino a chiamarlo Mick, salvo essere cancellati per sempre da qualsiasi spartizione ereditaria.

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Richmond Nico sul cappuccio

Il prossimo inverno Piccoli gufi e volpi, cappucci di cristalli, castellane: una favola ambientata in Sicilia

Le fate del bosco

MILANO — Venite con me nel mio mon-do fatato per sognar… Cantava Pisu il canta-fiabe e poi l’inizio, sempre uguale, rassicu-rante: «C’era un volta in un tempo lonta-no…». Chissà se avrebbe accettato di conti-nuare: «… nel bosco delle Madonie, nellacontea di Sicilia, un gruppo di fate buone,vestite di magie dai due sarti del re, Dome-nico e Stefano, uno, il più basso, era nato lì,l’altro, il più alto, veniva dal regno lontanodel Nord…». In sottofondo Cajkovskij, «Ladanza della fata confetto» e poi il grande al-bero cavo, il trono, il vento e i fili dorati.Non manca nulla alla nuova fiaba di Dolce eGabbana. Un po’ Tim Burton, un po’ Le cro-nache di Narnja, un po’ la foresta di Shrek econ tante creature che ricordano semprequalcuno: Cappuccetto Rosso, la principes-sa, i folletti, i soldati, la donzella, la regina, ilpaggio. Chi con l’enorme cappuccio di pel-liccia, chi con copricapo da guerriera tem-pestato di cristalli, chi gli stivali da guardia,chi la tunichetta (sempre un po’ scampana-ta) da castellana con stampate le chiavi del-la magione, chi con le cappe da dama diastrakan ricamate di volpi. È un gran lavorodi fantasia e realizzazione persino sul capostesso. Ecco allora la tecnica di un ricamo-collage che riproduce su maxi felpe, cap-potti, abiti e completi tweed, pellicce e setee personaggi fanciulleschi: gufetti, giardinifioriti, scoiattoli. Forme semplici: legger-mente scampanate. Spesso le pieghe. Tail-leur e cappotti e abiti. Scarpe ma soprattut-to stivali (molto lunghi medievali) con il tacco basso: solo le streghe cattive portano itacchi. Non è vero?

Da Ferragamo Massimiliano Giornettisi lascia un po’ andare, dimentica gliequilibri e sperimenta le esagerazionidi artigianalità incredibili. Sceglie unasala asettica, quasi una galleria arte, epoi espone abiti «manipolati» comele tele in un pittore contemporaneoscozzese, Callum Innes, che lo stili-sta ha scoperto e amato da subito. Letinte che colano e si stratificano neiquadri, negli abiti sono un lungo gi-let (capo clou) di persiano agugliato(la tecnica che consente di passareda un materiale all’altro) alla seta asua volta agugliata alla volpe; i cap-potti di alpaca maculato e sfuma-to, gli abiti di maglia di seta e vi-scosa plissettata e tinta in capo;il montone over con le mani-che in castoro; il giubbino dicoccodrillo spazzolato e ca-renato. È una collezione ma-tura, impegnativa che chie-de di essere «toccata»,non solo guardata.

Un po’ come la moda diMarco De Vincenzo, l’italiano che ufficialmente è passato alloscuderia del colosso francese Lvmh. Non acaso. Lo stilista ha tocco su tessuti e lavora-zioni (ma anche sui colori non scherza) co-me pochi. Ossessionato dall’arte cinetica edagli effetti 3D, come lui confessa, ecco chetutto, fra le sue mani, si trasforma per di-ventare qualcosa che incuriosisce e invo-

Dolce e GabbanaOgni uscita una storia a sé: da Cappuccetto Rosso a Biancaneve. E tanti riferimenti a mondi di fiaba: i gufi portafortuna ma anche i cappucci dei guerrieri, solo iper ricamati di cristalli e pietre dure, come i guanti da principessa e la borsetta

Trussardi Proporzioni eispirazione alla Nouvelle Vague

Anteprima Il giallo sole, colore della prossima stagione

Marni Pellicce di volpe aintarsio e a macchie di colore

Biagiotti Abiti sognanti e cappe di cashmere jacquard

Rocco Barocco Rosso pompeiano con fregi stampati

MSGM Il trench con le stampe e la treccia

Missoni Gonne portafoglio e pellicce dai colori forti

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L’artigianalità da «toccare» di FerragamoDe Vincenzo nella scuderia Lvmh

glia. Per esempio un semplice montone luilo lasera, ne colora il pelo di fucsia e quandoti avvicina non puoi che toccarlo per capirecos’è! Come quel cappotto di cammello bu-cherellato e foderato di lurex o i completi digarza tecnica multicolor.

Anche da Marni sono forme e materia.«Ebbene sì, ho esagerato», confessa Con-suelo Castiglioni la stilista con quel filo di voce che tradisce una romantica timidezza.Ancora un artista, tedesco, Magnus Plessen,ad ispirare il gioco degli eccessi di tinte e di-segni come pennellate o spruzzate o sugge-stioni su maxi t-shirt di neoprene, gonnecon i volant, bomber di montone, pantalonigiganti e sorprendenti pellicce. Tutto è oversovrapposto. Primeggiano i mocassini con para di gomma e punta d’acciaio.

L’arte, il nuovo mondo, anche per i «ra-gazzi» alla Massimo Giorgetti che dopo ilsuccesso con le felpe a stampa-tutto-il-pos-sibile, prova a passare oltre, s’ispira ai dipin-ti a spatola di Gerhard Richter, li elabora at-traverso le foto di Dario Catellani e alle tem-pere di Luca De Gaetano e fa abiti, cappotti-

ni, completi, bomber fra tessuti tecnici e sete e maglie. Interessante. L’arte per RoccoBarocco è Pompei con le sue rovine e i suoisimboli. «Nessuno se ne occupa allora lofaccio io, raccontando questa meraviglia suimiei abiti» dice (e fa lo stilista): i pavimentie fregi e i colori della città distrutta dalla lavasono la stampa (discreta) in abiti, completi,cappotti, maglie. Da Trussardi è la pelle, na-turalmente, per tutto e di più. Belle le nuovegonne con le balze e gli abiti scivolati a ca-notta con scolla olimpionico e le felpe e lapolo che diventa tuta e il cardigan. Esplosio-ne delle proporzioni. Premio alla coerenzaanche a Missoni: 85 per cento della collezio-ne in maglia il resto praticamente è pelliccia.Forme più che rilassate, sovrapposizioni,colori tranquilli eccetto interventi a sorpre-sa (giallo, arancio, azzurro): cappottini, pul-lover, gonne longuette, abiti scivolati, cap-pucci. Un capo può avere più maglie: a pun-to riso, rovescio, a costa, rasa. Un’alchimia.

Laura Biagiotti festeggia i 15 anni di sfila-te al piccolo teatro e lo fa con un bel saggiodi quel che sa lavorare meglio: il cashmere.Il poncho/cappa che non è un poncho/cappama una coperta che veste a piacere ancheperché double, persino nella versione coc-codrillo jacquard. Un tema doc anche perJohn Richmond: il teschio che, iper ricamatoo stampato, è su bomber felpe, abiti da sera,tweed e giacche. L’alternativa? Il volto di Ni-co, l’ex musa di Lou Reed. Atmosfera VelvetUnderground, certo.

Paola Pollo© RIPRODUZIONE RISERVATA

A confrontoPennellate sugli abiti di MarniIl coccodrillo jacquard di Biagiotti, il rosso pompeiano di Rocco Barocco

La prima collezione

Le collegiali romantiche di HoganIl casual Anni 70 diventa psichedelico

Il giaccone di pelliccia (ma è lana di agnello o cashmere) portato con il bermuda al ginocchio di fustagno grigio e gli stivali alti in cavallino lucente con il monotacco a zeppa. Il chiodo da motociclista in montone, allungato e con il collo in castoro, indossato sulle tuniche in voile Anni 70 che invece dei fiori hanno musi di gatto con occhi celeste. Romanticismo, sartoria maschile, stampe delicate e psichedeliche. Simon Holloway riassume così gli «ingredienti» della prima collezione di prêt-à-porter firmata per Hogan (dopo quella maschile). Una piccola rivoluzione di stile che conquisterà ragazze di tutte le

età. In una sorta di Studio 54 (sullo sfondo c’è un set fotografico ispirato a David Bailey), le modelle schierate ai lati vestono di bianco e nero, magenta, porpora e rosso sangue. I capispalla hanno silhouette ardite e pulite ma sempre con un tocco ironico. Lestampe naif create in esclusiva dall’artista Julie Verhoeven per la griffe del gruppo Tod’s ricorrono anche sulle bowling bag in vitello martellato. Una profusione di stivali: in pelle lucida o suede con il tacco alto, medio o basso e un dettaglio metallo. Così le figlie dei fiori balzano nel futuro.

Maria Teresa Veneziani© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il personaggio La Hemingway testimonial di Agnona: sportiva che sogna il cinema (e le salumerie)

Sulle tracce del bisnonnoDree, modella e gourmet«Pilati? Non impone un costume alle donne»

MILANO — «Il mio rapportocon Stefano (Pilati, direttore crea-tivo di Agnona, ndr) si riassumecosì: quando gli ho chiesto cosaindossare per la presentazionedella collezione mi ha detto “quel-lo che vuoi tu, quello che ti sentimeglio addosso”. Ecco, ci sono glistilisti fissati con l’imporre la lorovisione e poi, molto più rari, quellicome Stefano: che hanno fiducia nel proprio lavoro, e nelle donneche indosseranno le loro creazio-ni. Stefano sa che tutto quello chedisegna ti farà sentire bene. Conlui non ti senti mai in costume». Dree Hemingway è una modellaatipica per tanti motivi: selvaggiadonna-fauno nella campagna Agnona eccola remota e quasi algi-da (e bruna) nel «book» appenascattato a Londra (e che 36 ore do-po era già stampato, rilegato dabelle copertine di lana alla presen-tazione di via Sant’Andrea a Mila-no).

Dree sarebbe una modella spe-ciale anche se il suo cognome fos-se diverso (è figlia di Mariel, unadelle modelle più famose degli an-ni ‘80, e pronipote di Ernest): ha lasana costituzione della ragazza na-ta e cresciuta in Idaho, «il postoche, ancora oggi che vivo tra NewYork, Los Angeles e l’Europa, chia-mo casa». Quella Sun Valley doved’estate ama andare in canoa a re-mare tra le rapide (incarnato sa-nissimo a parte, la passione per lavita all’aperto le ha anche conferi-to una stretta di mano ferrea, inso-

lita in una modella taglia 38). Ac-carezzando il caldo cashmeredouble-face (Agnona è delgruppo Zegna) firmato Pilatiche la avvolgeva, spiegava che«viaggiare continuamente ticostringe a cercare il capo ide-ale per spostarti su e giù dagliaerei, quello dal quale non ti se-pareresti mai. Come la magliache indosso, per esempio...». Ine-vitabile la domanda: dovrà resti-tuirlo, al termine della presenta-zione? «Non ho capito bene, perdire la verità...». Poi ride: «La ten-tazione è quella di indossare piùcapi possibile, a strati uno sopral’altro, fingere di dover andare cin-que minuti al bar e scappare in ae-roporto con il bottino».

Modella atipica, a Milano Dreesi è divisa nel pochissimo tempolibero tra le sue due destinazioni

preferite: il Duomo e il Salumaio (ilnegozio di gastronomia e ristoran-te a Palazzo Bagatti Valsecchi). Satutto di cucina perché le piacemangiare e perché il suo fidanzatoè Philip Winser, ristoratore inglesedi solido successo newyorchese.Conversatrice vivace, ama condi-videre ricette di primi piatti, fal’elogio della panna in tutte le suedeclinazioni, e da grande appas-sionata di salumerie (i «deli»

n e w y o r c h e s i )chiede informa-zioni sugli insac-cati italiani tipicipiù saporiti e me-no conosciuti al-l’estero.

Fa collezione dicopertine, campa-gne, e occasional-mente sfila in pas-s e r e l l a m a d agrande vuole farel’attrice (ha de-buttato in piccolifilm indipendenticome The Starlet,Nous York, e haappena finito digirare While we’rey o u n g d i No a hBaumbach, chepuò essere il saltod i q u a l i t à c o nconseguente «mi-

grazione» a Hollywood in piantastabile).

I n m o v i m e n t o t r a s e t eshowroom milanesi, non è mairiuscita a vedere l’edificio a pochipassi dal Duomo dove Ernest He-mingway nell’estate del 1918 si in-namorò dell’infermiera Agnes vonKurowsky che ispirò Addio alle ar-mi. Chiede l’indirizzo (via Armo-rari) e sorride quando le si dice chenon può sbagliare perché c’è unatarga commemorativa: «Davvero? È un gesto meraviglioso. Mi famolto, molto piacere».

Matteo Persivale© RIPRODUZIONE RISERVATA

FamigliaQui sopra Ernest He-mingway (1899-1961). A destra Dree, 26 anni, nello showroomdi Agnona

Con il Corriere

Protagonisti e tendenzeDomani lo speciale Esce domani con il Corriere lo speciale Moda dedicato alle tendenze della prossima primavera-estate: 48 pagine di personaggi, backstage e consigli ispirati al tema della prossima stagione, il floreale. Tra le interviste ai protagonisti della moda, la designer inglese Vivienne Westwood e Riccardo Tisci, direttore creativo di Givenchy.

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Ferragamo e De Vincenzo In alto, un capo Salvatore Ferragamo: un gilet (pezzo forte della collezione ma anche della stagione) di pelliccia persiano agugliato (tecnicache in pratica permette di passare da un materiale all’altro) a volpe. Sotto invece un’uscita di Marco De Vincenzo: il giacchino di cammello con piccole aperture tagliate al laser dalle quali si intravede la fodera di lurex; brillante e multicolor anche la gonnella. Il marchio è entrato a far parte del gruppo del lusso Lvmh di Bernard Arnault

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«L a Premiata ditta SorelleFiccadenti è lieta di an-nunciare la sua prossimaapertura il giorno merco-

ledì 1° dicembre. Merci di Qualità ePrezzi Imbattibili vi attendono». Daquel giorno del 1915 la vita di Bellanonon fu più la stessa. Il bel paese che siaffaccia, sereno e ordinato, sulla spon-da orientale del lago di Como fu per-corso da un brivido che si trasmise digente in gente fino a sconvolgere desti-ni che sembravano condannati alla ri-spettosa routine di esistenze prigio-niere dentro regole sociali immobilidai tempi dei tempi. E invece…

Ecco Giovenca Ficcadenti. Contitola-re del nuovo, prestigioso ed elegantenegozio che definirlo semplicemente Merceria non basta, Giovenca è cosìbella... Tanto bella da scatenare subitoimpossibili desideri sentimentali ederotici tra i maschi di ogni età e rangosociale. Alta, bionda, appariscente,Giovenca gode di una naturale sfronta-tezza che, senza essere mai volgare, ledona un fascino assassino. Anche i ve-stiti le cadono addosso che sembranodipinti su un corpo scolpito, pieno mamai e da nessuna parte eccessivo.Quando prende il treno che conduce aMonza si concede il lusso della secon-da classe: non si mischia alla odorantegente che affolla le dure e scomodepanche della terza classe. Giovencaporta il suo riconoscibile e raffinatoprofumo nella carrozza piena di sguar-di che voltano tutti verso di lei. Quelviaggio lo fa tutti i giovedì. E per tutti, aBellano, è il «viaggio misterioso».«Possibile — si domandano in paese,dalla perpetua al prevosto, dal mare-sciallo ai due merciai che soffrono la sua concorrenza — , possibile che ven-da così tanto da dover andare, come di-ce lei, una volta la settimana a ordinarenuova merce per il negozio suo e dellasorella? E come è possibile che sia an-data a ordinare nastri e bottoni anchegiovedì 2 dicembre, appena il giornodopo l’inaugurazione e quindi con ap-pena un giorno d’incassi?».

Questo e altri misteri che avvolgonoGiovenca si srotoleranno andandoavanti a leggere il nuovo libro di An-drea Vitali: Premiata ditta Sorelle Fic-

cadenti. Un racconto complicato comeun orologio nei meccanismi, ma lisciocome l’olio nella scrittura. Una storiafantastica ma dove tutti i personaggisono quelli veri di quel primo Nove-cento italiano. Accanto a Giovenca simuove la sorella Zemia che di Gioven-ca sembra l’esatto opposto: tanto bellal’una quanto brutta l’altra. Vale la penadi ascoltare il paragone tra le due chefa Rebecca, la perpetua di don Primo Pastore, il prevosto di Bellano che«dalla sua poltrona consigliava o scon-sigliava matrimoni, e alcuni li combi-nava».

Rebecca è «convinta di vedere ovun-que il fiammeggiare del diàol bestia»,ma, nonostante l’ossessione satanica, ètestimone attendibile. Avendo «appe-na intraviste» le sorelle, sapeva che ve-nivano a Bellano dalla non lontanissi-ma Albate, che «la Giovenca era la mi-nore, ventotto anni occhio e croce, alta,bionda, ben fatta. Vestiva sgargiante efumava. Sempre incipriata e con il ros-setto a disposizione nella borsetta perdarsi ogni tanto una ritoccatina. Dava

l’idea di essere sempre sul punto dipartire per una festa o di salire su unpalcoscenico». L’altra, la Zemia, nonsembra nemmeno la figlia dello stessopadre. O della stessa madre. Piccola,magra. Rachitica. Era la più anziana,forse poco più di trent’anni. Di coloritogrigio come i vestiti che indossava. Aincontrarla di notte c’era da credereche i morti ogni tanto se ne uscisserodalle tombe per andare a spasso. E lemanca un dito, il mignolo della manosinistra. Grigia o nera che fosse nei ve-stiti, nessuna a Bellano era più lugubredi lei. Vendeva cose luccicanti, ma for-se, anche lei, Zemia-Zombie, nascon-deva segreti inquietanti. Segreti che ilbuon burbero maresciallo Citrici ten-

terà di svelare. Citrici è un buon inve-stigatore e anche un bravo cristo: pri-ma di mettere in guardina qualcuno,prima di denuncialo alle superiori au-torità, prima di segnalare comporta-menti strani a quelli dell’Ufficio di Igie-ne che poi ti mandano in manicomio,offre sempre una seconda possibilitàalle sue vittime. Ma che le donne nonsi mischino troppo in queste storie enon si ficchino nel suo lavoro «perchéqueste sono questioni da uomini».

E di uomini ne girano intorno a Gio-venca. C’è il Geremia che ha trentadueanni, «un viso lievemente asimmetri-co, spalle da muratore ma alle dipen-denze del locale cotonificio, fronte altasulla quale spiccava, a destra, un bozzofrontale, frutto di un colpo di scopamenatogli vent’anni prima dal padre,capelli neri, fitti e irti». Carattere doci-le, di buon comando, tetragono alla fa-tica. Timoroso di Dio e dei suoi coman-damenti. Aiutava il parroco a tenere inordine le verzure della canonica. «Nonaveva vizi. Ne avesse avuti gli sarebbemancato il tempo per praticarli... Non

erano pochi, in paese e in fabbrica, amormorare che al Geremia mancavaqualche giovedì. Era infatti difficilecredere che un uomo regolare di zuccae borsa potesse andar contento solo dicasa, chiesa e bottega». Ma il giovedì eanche il venerdì e il sabato e la dome-nica al Geremia sparirono dalla zuccatutti assieme quando vide e s’innamo-rò, senza aver rivolto a lei o ascoltato dalei nemmeno una parola, della Gioven-ca. Bastò vederla: «O la sposo o mi am-mazzo...». E questo è soltanto l’inizio.Dopo compare anche Novenio.

Novenio Trionfa era «un ventotten-ne scartato dall’esercito perché aveva un solo coglione, pure atrofizzato, eche ancor prima era stato espulso dalseminario dopo un violento altercocon il proprio confessore e confidentespirituale a causa di Gabriele d’Annun-zio del quale il Novenio aveva letto unacopia clandestina di Primo Vere e delCanto Novo, invaghendosene perduta-mente». Come s’invaghì di Giovencagridandole: «E alfin ti giunsi! Con tre-pida ansia, su le ninfee ti stesi e... e unbacio co’l labbro convulso t’impressi…Or sei mia». E il bacio glielo diede dav-vero. «Or sei mia» lo avrebbe anche vo-luto declamare il Notaro.

Il «Dottor Editto Giovio, Notaro inComo», come annunciava la grossola-

na targa apposta sulportone del suo stu-dio in sobborgo SanBartolomeo, era «unessere grasso al limitedel la r ipugnanza,sempre sudato, dalladubbia igiene perso-nale, soprannomina-to vonciòn dai pro-prietari delle trattoriedove quotidianamen-

te consumava pantagruelici pranzi ecene». Cinquantenne ricco rubando isoldi ai poveri ignoranti di leggi e dicodici, ancor prima di vederla di per-sona la Giovenca perse la testa per lei:gli bastò una fotografia finita strana-mente in mano sua… Un bagno caldo,un vestito nuovo del sarto, un taglio dicapelli con la riga nel mezzo si pensavadi conquistare quella «manza di talesplendore». Ma le cose non vannosempre così come uno se le pensa…

Però a far quadrare i conti, a ricom-porre i tasselli di un mosaico che sem-brava impossibile restaurare ci pensalui, il medico condotto — come si di-ceva una volta — di Bellano, l’autore diquesto libro. Andrea Vitali di libri neha scritti tantissimi ma, citando a me-moria, quindi con il rischio di sbaglia-re, il critico letterario e giornalista An-tonio D’Orrico si può dire che: «l’ulti-mo suo libro è sempre il più bello». Equando vedremo il film che la Premia-ta ditta Sorelle Ficcadenti ispirerà di-remo: «Era meglio il libro».

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Lo scrittore

] Esce in libreria dopodomani, mercoledì 26 febbraio, il nuovo romanzo di Andrea Vitali (nella foto) «Premiata ditta Sorelle Ficcadenti», edito da Rizzoli (pagine 447,e 18) ] Questo libro, come quasi tutti quelli di Vitali, è ambientato a Bellano, il paese in provincia di Lecco, sul lago di Como, dove l’autore è nato, vive e lavora. La trama ci porta indietro nel tempo, per l’esattezza nel 1915, quando la vita tranquilla del piccolo centro viene messa a soqquadro dall’apertura di una merceria gestita dalle sorelle Ficcadenti, una delle quali è stupenda e fa innamorare tutti gli uomini intorno a sé

] Nato nel 1956, medico di base a Bellano, Vitali ha esordito nel 1990 con il romanzo breve «Il procuratore», edito da Camunia. Ha vinto il premio letterario Piero Chiara nel 1996 con «L’ombra di Marinetti» (Periplo) e il premio Grinzane Cavour nel 2004 con «Una finestravistalago» (Garzanti)]Vitali ha pubblicato diversi romanzi con Garzanti, tra cui «La signorina Tecla Manzi» (2004), «La figlia del Podestà» (2005) e «Un bel sogno d’amore» (2013). «Premiata ditta Sorelle Ficcadenti» è il suo primo libro editoda Rizzoli

Donne agli antipodiBionda e attraente, Giovenca prende il treno ogni giovedìZemia è minuscola, rachiticagrigiastra come i suoi vestiti

di FRANCESCO CEVASCO

Anteprima Esce da Rizzoli un nuovo romanzo ambientato a Bellano, il paese natale dell’autore

I segreti di due «sorelle diverse»turbano il mondo di Andrea VitaliL’apertura di un negozio sconvolge la routine in riva al lago

Cultura Shoah, morta la superstite più anzianaAlice Herz-Sommer, la più anziana tra le persone sopravvissute alla Shoah di cui si avesse notizia, è scomparsa a Londra all’età di 110 anni. Ebrea, era vissuta a Praga e aveva conosciuto Franz Kafka (con lei nella foto): deportata nel 1943 nel lager di Terezin, era stata liberata dai russi nel 1945. Un film su di lei, The Lady in Number 6, è candidato all’Oscar come documentario corto.

Maestri Nel 1947, con Consagra e altri, fondò Forma 1. Fu femminista e comunista non ortodossa. Scelse Roma come sua città e avrebbe compiuto 90 anni a ottobre

Addio a Carla Accardi, la signora dell’astrattismo

«C i interessa la forma del limone, non il li-mone». In questa dichiarazione d’intentidel Gruppo Forma 1 — fondato nel 1947

con Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Perilli, Turcato e il futuro marito Sanfilippo — sta gran par-te della poetica di Carla Accardi, l’artista siciliana scomparsa ieri all’ospedale Santo Spirito di Roma.Avrebbe compiuto 90 anni a ottobre.

Cosa significa ci interessa la forma e non l’ogget-to? Vuol dire che l’arte doveva essere Purovisibilismoe concentrarsi sulle potenzialità del rapporto tra for-ma e percezione, senza rappresentare la realtà. For-me, linee e colori erano sufficienti per esprimere isentimenti, come tematizzato nel 1908 da WilhelmWorringer (Astrazione ed empatia) e sintetizzato daWassily Kandinskij in un celebre aforisma: «Il con-tatto dell’angolo acuto di un triangolo con un cer-chio non ha un effetto minore di quello del dito diAdamo in Michelangelo».

Nata a Trapani nel 1924, figlia di un ingegnere e diuna proprietaria di saline, la Accardi fu pioniera delfemminismo insieme alla scrittrice Carla Lonzi (la

teorica della «differenza sessuale») e divenne la si-gnora dell’astrattismo. Compiuti gli studi a Palermoe a Firenze — dove «andavo a copiare Beato Angeli-co» ricorderà ironicamente — si trasferì a Roma, do-ve iniziò a frequentare l’Osteria dei pittori, fonted’ispirazione anche per il Barone rampante di Calvi-no. Esordì con la prima personale nel 1950 alla Galle-

ria Numero di Firenze, poi espose alla Libreria Saltodi Milano (dove era nato il Movimento arte concreta)opere cubiste-astratte, specie bicromie. A Roma (do-ve poi prese studio in via del Babuino) frequentò Consagra, che nella seconda metà negli anni Cin-quanta ospite di Renato Guttuso, paladino del Reali-smo e oppositore dell’Astrattismo. «Quando si for-mò il gruppo Forma 1 Guttuso si arrabbiò – ricordò laAccardi – e disegnò uno scarabocchio. Lui era comu-nista, ma a quel tempo anch’io ero iscritta al Pci. Luisosteneva il figurativo perché lo voleva il partito».

Dalla sinistra gli artisti astratti furono osteggiati:nel 1952 era uscito su «Rinascita» un articolo chesconfessava l’astrattismo (l’arte doveva essere «ris-pecchiamento della realtà») e Antonello Trombado-ri li prendeva di mira. Intanto, fuori dal coro, la Ac-cardi incominciò ad affrontare problematiche di ri-duzione cromatica documentate dalla personale del1955 alla Galleria San Marco di Roma, anno in cui partecipò, invitata da Michel Tapié, alla rassegna«Individualità d’oggi»: fu il suo periodo dell’auto-matismo segnico.

Nel 1961 reintrodusse il colore nelle composizioni,aderì al Gruppo continuità e incominciò ad allestire

personali a New York e Londra. Dal 1964 fu presentealle Biennali e iniziò cicli di opere che investigavanoi rapporti con l’ambiente (Tenda e Triplice tenda).

Realizzò anche Rotoli, opere trasparentie grandi lenzuoli (realizzerà a Milanoanche una copertura per un cantiere direstauro) con schemi geometrici ripetu-ti quasi ossessivamente. Fece opere a360 gradi e lavorò con Burri e Rotella alMunicipio a Gibellina. Nel 1999 vennepubblicato il catalogo ragionato dellesue opere (Charta, con testi di GermanoCelant), che evidenziò anche rapporticon l’Informale e l’Arte Povera.

Nel 2004 una grande mostra al Macrodi Roma, a cura di Danilo Eccher, fu de-dicata ai suoi anni Settanta, alle opere in

sicofoil (un materiale industriale). Nel 2007 tenneuna mostra nel museo progettato da Frank Gehry aHerford, intitolata Carla Accardi incontra Lucio Fon-tana. Commentandola, Achille Bonito Oliva rinveni-va alcuni tratti definitivi della poetica dell’Accardi:un’adesione «affrancata dai condizionamenti» al-l’astrattismo con aperture in varie direzioni, tenendofermo nella pittura il dato bidimensionale dello spa-zio, «lo sbarramento di ogni profondità prospettica»e un uso non materico del colore.

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di PIERLUIGI PANZA

L’artista Carla Ac-cardi: per il «Cor-riere della Sera» ha realizzato la copertina del supplemento «la Lettura» del 16 dicembre 2012. A sinistra: «Ri-scontri imperfet-ti» del 2006

Marcello Dudovich (1878-1962), particolare del manifesto per la pubblicità del «Cordial Campari» (1915)

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Dibattito

Per opporsi alla dittatura del marketing

CRITICA E PUBBLICOLA NUOVA ALLEANZAdi PAOLO MEREGHETTI

I nterrogarsi ancora sulsenso della critica puòsembrare ai limiti dell’au-tolesionismo, visto che

ogni gerarchia è caduta defi-nitivamente. E la frase semi-seria di Truffaut secondo cui«tutti hanno due mestieri, ilproprio e quello di critico ci-nematografico» si è trasfor-mata con gli anni in una spe-cie di maledizione: invece distimolare in ognuno il «lavo-ro del critico» (cioè le capaci-tà di ragionare sui valori o suidisvalori di un qualsiasi pro-dotto) ha finito per giustifica-re il peggior soggettivismo,dove spesso chi si fa sentire èsolo chi ha la voce più forte. Oil blog più alla moda. E nellaversione 2.0 della notte schel-linghiana, dove tutto è ugualea tutto, ecco che la critica per-de ogni valore.

Potrebbe essere una con-quista. Forse.

Eppure, le persone chehanno riempito la Sala Melatodel Piccolo, qualche giornofa, per ascoltare lo scambio di

opinioni tra Ronconi e Cor-delli, erano lì a dimostrareche di critica se ne sente an-cora il bisogno. Proprio comericordava Martin Scorsesesulla «New York Review ofBooks» dell’agosto scorso,quando sosteneva che «i gio-vani devono capire che nontutte le immagini sono fatteper essere consumate comeun dolce e poi dimenticate».E che bisogna insegnare a di-stinguere «quelle che hannoqualcosa da dire al cuore e al-l’intelligenza da quelle che silimitano a voler vendere qual-cosa». Praticamente lo stessodiscorso che faceva Cordellidurante il dibattito organizza-to da «la Lettura», quando la-mentava l’eccesso di spettaco-li (cioè di prodotti pensati so-lo per vendere) se paragonatoalla scarsità di idee.

Certo, dedurre in questomodo la necessità della criticapuò essere un esercizio azzar-dato. Ma può aiutare a riba-dirne l’utilità. Soprattutto se si tiene in considerazione ilterzo invitato al tavolo dove siedono autori e critici. E cioèil pubblico. È da lui, dalle sueesigenze e aspettative che do-vrebbe ripartire il discorso,perché solo così si può farpiazza pulita in un colpo solodi quella marea di narcisismiche la proliferazione deglispazi e delle occasioni ha ine-vitabilmente prodotto.

Per chi si scrive? Ecco la do-

manda cui bisognerebbe sa-per rispondere sempre. Se lofaccio per me stesso, per af-fermare le mie ambizioni discrittura, allora un bel «chis-senefrega» basta a chiudere ladiscussione. La critica non èun surrogato della velleità let-teraria, della voglia di scrive-re. Per quella ci sono altri spa-zi e altri percorsi. Certo, an-che la critica deve avere unsuo stile, una sua scrittura ri-conoscibile, ma sempre su-bordinata a entrare in relazio-ne col suo destinatario. E pos-sibilmente senza dover far ri-corso a un traduttore simul-taneo, ma tenendo sempreben a mente che non tutti ipubblici sono uguali, hannola stessa cultura, le stesse co-noscenze e le stesse aspettati-ve.

Un’affermazione, questa,che si capisce meglio quandosi tiene presente la secondafondamentale domanda dellavoro critico: perché si scri-ve? Non voglio scivolare nelpatetico, ma penso che il bra-vo critico sia mosso soprattut-to da una specie di missionepedagogica. L’intima convin-zione che il suo compito èquello di aiutare il lavoro cul-turale a difendere la proprianecessità. Per questo pensoche il critico non dovrebbemai essere un giudice che as-solve o condanna, così comepenso che non siano più itempi in cui un critico dovevatrasformarsi in un avvocatoper difendere un autore difronte all’incomprensione delpubblico. Oggi di incompresinon ce ne sono praticamentepiù e il rischio è casomai l’op-posto, di essere compresitroppo. Per questo il criticodovrebbe assomigliare a unbravo maestro, capace di tra-smettere ai suoi lettori glistrumenti che servono per ca-pire quello che sta vedendo (oleggendo o sentendo). Peraiutarlo a orientarsi in unmondo dove si fa fatica a di-stinguere — per usare le pa-role di Scorsese — tra chivuole solo vendere qualcosa echi vuole parlare alla nostraintelligenza. Tra marketing ecultura, tra superficialità e ne-cessità. Per aiutare il criticoche c’è in ognuno ad affinaremeglio i suoi strumenti edesprimere un’opinione perso-nale motivata e pertinente.

Perché non è detto che sidebba sempre andare d’accor-do col critico, ma aver ancoravoglia di confrontarsi conqualcuno a cui si riconoscecredibilità è il modo miglioreper spiegare a chi non lo vuolcapire perché la critica è im-portante: perché è con l’auto-revolezza che deriva dalla suacredibilità (e da nient’altro)che il critico aiuta gli spettato-ri (e i lettori e gli ascoltatori) aessere un po’ migliori, cioèpiù attenti, più informati e —perché no — più esigenti.

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Dice Scorsese: non tutte le immagini sono destinate a essere consumatee dimenticate

Personaggi Un volume della Fondazione Corriere ripropone gli articoli di Amalia Moretti Foggia

Petronilla, un medico in cucinaSalute, figli, fornelli: le storiche rubriche rivolte alle lettrici

Amalia Moretti Foggia, ma chisarà mai? Neanche il titolo Lericette di vita del dottor Amale di Petronilla chiarisce al-

cunché ai lettori di oggi. Un po’ di piùdice la data «1929-1947», molto anticaper chi prende in mano questo bel vo-lumotto rosa appena pubblicato dallaFondazione del Corriere della Sera. Masì, qualche nonna frugando nella me-moria ritrova quei due nomi «dottorAmal» e «Petronilla» che, appunto, inanni lontanissimi, erano assai popola-ri. Se poi si legge la bella ed esaurienteprefazione della storica Maria Giusep-pina Muzzarelli, vien subito voglia diconoscere una donna «comune e d’ec-cezione»: la sua popolarità nascevadalle varie rubriche che teneva ognisettimana sui supplementi del «Cor-riere», senza firmarsi però, ma usandopseudonimi: Dottor Amal sulla «Do-menica» e sulla «Lettura» (evidente-mente in quei tempi un medico uomodoveva sembrare più credibile e auto-revole di un medico donna), Petronilla(derivato dalla buffa moglie di Arcibal-do, nel fumetto americano celebre al-lora anche in Italia) che dispensava lasua «arte cucinaria» sempre dalle pa-gine della «Domenica», «La massaiascrupolosa» sul «Romanzo Mensile» e«Una mamma» sul «Corriere dei pic-coli».

Del resto l’amministratore del «Cor-riere» Eugenio Balzan la chiamò nel1929 proprio per fare la giornalista —rara avis, in anni in cui le donne alloraerano al massimo collaboratrici comeAda Negri o la marchesa Colombi —perché a Milano era molto conosciuta.Medico, laureata a Bologna con Augu-sto Murri di cui era stata perfino assi-stente, laica, socialista — era amica diAnna Kuliscioff — e, si può ben dire,femminista, aveva fondato la Poliam-bulanza di Corso Venezia, dove curavale donne — mamme, ragazze e ancheprostitute — e i bambini, soprattuttodi famiglie povere.

Giornalista dunque, ma anche unpo’ sottostimata: d’accordo, lei era«una delle colonne più salde della “Domenica”» , tuttavia il 18 dicembre1944 aveva scritto al proprietario di al-lora del «Corriere della Sera», il dotto-re Mario Crespi, perché riteneva umi-liante il fatto di non aver ricevuto lagratifica natalizia e cioè di non far par-te del «Presepio allestito nel grandecamino della famiglia del “Corriere”»:esclusione evidentemente dovuta al

fatto che lei era l’unica giornalistadonna!

Ma adesso andiamo a sfogliare «lericette di vita», per scoprire anzituttola sua abilità nel mutare linguaggio: ildottor Amal traduce in parole chiarequel che dice il dottore, spiega comeleggere i risultati degli esami e comecambia il corpo nei bambini, negliadolescenti, nei vecchi; soprattuttodetta semplici ricette di igiene e dieducazione fisica: camminare, peresempio, è obbligatorio per tutte leetà: «È molto novecento farsi sempretrasportare dalla carrozza, dall’auto-

mobile, dal tranvai, dal treno. Comodoinvero, e dolce, ed allettante e assai…moderno, ma… quanto contrario a ciòche esige la sovrana Natura!».

«Una mamma» invece si esprimeper favolette: narra le piccole malefat-te dei bimbi che possono causare ma-lattie anche molto gravi, come quelladel ragazzino che si è ficcato un fagio-lo nell’orecchio o di quell’altro chenon si è messo la maglia di lana dopouna gran sudata.

Il vero fascino, però, si scopre nellericette dedicate alle lettrici che voglio-no scoprire la dignità dello «spignat-

tare» e anche la sua funzione rassere-nante per tutta la famiglia: «Se seguitela mia ricetta, avrete di certo, comel’ho avuto io, uno di quei maritali “gra-zie, cara” che scendon dritti dritti den-tro il cuore». E sono anche, questiscritti, briciole importanti di storia; seinfatti prima della guerra i cucchiai so-no sempre ben colmi, siano di burro,zucchero, olio o latte, durante la guer-ra tutto diventa misero, in casa c’è sol-tanto quello che passa la tessera anno-naria: al punto che si può «allestireuna torta squisita anche senza uova,senza burro, e persino senza zucche-ro… che farà correre con il pensiero aquel famoso “pan di Spagna” del tem-po che fu». Ma il massimo Petronillalo raggiunge con «La ciambellona»del 27 maggio 1945. «Grande allegria!La guerra è finita!....Ora sai. Ora è cer-to. Egli ritorna». E alla fine ecco la«squisitissima ciambellona pronta afesteggiare la tanto sospirata riunio-ne».

Insomma, un libro davvero delizio-so e inatteso, fatto di briciole di storia— dicevamo — tuttavia importantiper conoscere e capire un periodo tra ipiù interessanti e complessi della no-stra Storia maiuscola.

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di GIULIA BORGESE

Su Rai Uno

Cordelli, Ronconi: torna in replicail confronto del Piccolo TeatroL’ intervento di Paolo Mereghetti si inserisce nel dibattito suscitato dal forum (organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera) che martedì scorso, 18 febbraio, al Piccolo Teatro Studio di Milano, ha visto il regista Luca Ronconi e il critico teatrale Franco Cordelli dialogare con il giornalista Paolo Di Stefano sul tema I critici e i pubblici. Il servizio televisivo sul forum potrà essere riascoltato in due puntate su Rai Uno nell’ambito del programma «Terza pagina»: questa notte alle due la prima parte e domani notte, sempre alle due, la seconda parte.

Doris Emrick Lee (1905-1983), «Il giorno del Ringraziamento» (1935, olio su tela, cm 71,3 x 101, 8, particolare)

La presentazione a Milano

Fare giornalismo al femminileSi tiene a Milano dopodomani, 26 febbraio, la presentazione del libro Le ricette di vita del dottor Amal e di Petronilla 1929-1947, a cura di Maria Giuseppina Muzzarelli, edito dalla Fondazione Corriere della Sera (pp. 443, e 14), che raccoglie gli articoli di Amalia Moretti Foggia sulle testate di via Solferino.

L’incontro, coordinato da Barbara Stefanelli, si svolge alle ore 18 presso la Biblioteca Nazionale Braidense (Via Brera 28) e fa parte della serie «Dalla terra alla tavola, vita in cucina» su cibo, storia e società. Partecipano Camilla Baresani, Francesca Zajczyk e Maria Giuseppina Muzzarelli.

Usa L’analisi di Lucchini e Matarazzo: Obama ha prevalso grazie ai dati raccolti su ispanici, gay, afroamericani

Le minoranze sono la carta vincentenella corsa digitale alla Casa Bianca

N ell’era dei 18 centesimi di secondo— la nuova unità di misura dellaconoscenza imposta dal motore

di ricerca Google — potrebbe sembraredifficile prendere tra le mani un libroche tratta della seconda campagna presi-denziale di Barack Obama, Anno Domini2012. Due anni ci riportano ormai, non solo emotivamente, nel paleolitico dellamodernità. Eppure ci sono validi motivi,anche di cronaca, per dedicarsi a La le-zione di Obama. Come vincere le elezioninell’era della politica 2.0 di Stefano Luc-chini e Raffaello Matarazzo (Baldini&Ca-stoldi, pp. 118, e 14,90). Non è il primo te-sto che analizza la più costosa e tecnolo-gica campagna elettorale della storia (2 miliardi di dollari considerando solo loscontro finale tra Obama e lo sfidanteMitt Romney) e non sarà nemmeno l’ul-timo. Il 2012 è destinato ad essere ogget-to di un perenne studio, uno spartiacquetra l’epoca della tv e quella del Web. Lapolitica dei like, dei tweet e dei Big Datain Italia non ha ancora trovato domiciliostabile. Appare talvolta nell’approcciogiovanile e nella dialettica del neopre-mier Matteo Renzi che, non a caso, vienedalla politica locale e da un incarico di

sindaco che ha molti contatti con l’ele-zione diretta del presidente Usa. Appareanche nel laboratorio del Movimento 5Stelle e negli esercizi di «democrazia di-retta» tramite la piattaforma Internet.Ma, appunto, per parafrasare una famo-sa battuta del fondatore di Amazon, JeffBezos, siamo in Italia alla politica 0.2, inattesa di quella 2.0. La grammatica del Web nazionale appare ancora quella diun bambino di sei anni, che prova gran-de soddisfazione nel maneggiare per laprima volta una lingua complessa, nonrendendosi conto della comicità che alleorecchie degli altri provocano i suoi stra-falcioni. Ecco, dunque, in un momentostorico in cui le elezioni sono evocatequasi all’ordine del giorno, per quantorinviate fino al rinviabile, l’interesse diquell’autunno che ha permesso l’Obama2, vittoria basata, come ci spiegano gliautori, sulla triade soldi, tecnologia, nar-razione. Laddove, se è vero che ognunodei tre elementi può essere traslato ge-rarchicamente, pur rimanendo insosti-tuibile, allo stesso tempo è anche veroche l’elemento di distinzione rispetto alpassato arriva dalla tecnologia, dall’usodel data mining, cioè della discesa nellaminiera dei dati che noi europei consi-deriamo ancora ingenuamente protetti

calmo e vai avanti) che Obama aveva mu-tuato dai rifugi antiaereo londinesi dellaSeconda guerra mondiale. L’era dei di-battiti politici in tv, la cui più famosa

espressione fu il confronto traNixon e Kennedy, termina forseper sempre, perlomeno nel ter-ritorio sperimentale e anticipa-tore Usa, nel 2012. Ne è una ri-prova il fatto che a vincere in tvfu, per consenso unanime,Romney. L’asso nella manica diObama si chiamava la «Bestia»,mastodontico quartier generalehigh-tech di Chicago, dove tracomputer, server e Big Data, siera rifugiato già dopo la vittoriadel 2008 il poco noto JeremyBird, mago del ground game,della ricerca del voto casa per ca-sa che fu uno degli elementi disvolta nelle due ultime settima-ne delle elezioni, quelle in cui il

popolo degli indecisi decide paradossal-mente per tutti. Ma nulla avrebbe potutoBird senza i 126 milioni spesi già nel 2011per «profilare», termini orribile ma effi-cace, quelle minoranze fatte di ispanici,gay, afroamericani che, sommandosi,avrebbero puntellato la maggioranza. Lalezione di Obama tornerà forse utile an-che a noi nonostante una popolazionepiù omogenea per origine e demografia,ma non per scontento e per accesso a In-ternet.

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di MASSIMO SIDERI

Sostenitori di Barack Obama (foto Afp)

da un diritto alla privacy novecentesco. Ilfinanziamento privato deriva infatti dal-la svolta imposta dopo lo scandalo delWatergate nell’era Nixon. La narrazione ela presenza di ghost writer e supercon-sulenti delle public relation sono un’ere-dità degli anni Novanta. La novità indub-biamente, anche rispetto al primo Oba-ma, è derivata dall’uso professionale e freddo di Internet. Keep calm and switchon, stai calmo e accendi (la Rete) sembrauno slogan, alla prova dei fatti, più adat-to di quel keep calm and carry on (stai

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34 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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DEMOCRAZIA E OLIGARCHIE

Faglia di frontiera tra Europa e RussiaLe sfide dell’Ucraina oltre le barricatedi ANTONIO ARMELLINI

La vittoria del Maidan rappresenta unsuccesso per la democrazia e riaffer-ma il primato dell’Europa nella pro-mozione dei valori fondanti dellasocietà civile. L’opposizione celebra

un risultato pagato a caro prezzo e si interroga su quanto possa considerarlo definitivo. Vik-tor Yanukovich è sparito da Kiev lasciandosi dietro l’immagine di una spoliazione rapace: quella incredibile residenza — con il suo par-co, i campi da golf e il galeone simil-spagnolo — più che al lusso un po’ paesano di Nicolae Ceausescu ha fatto pensare alla protervia pac-chiana dei tanti palazzi che Saddam Hussein aveva disseminato in Iraq. Non si sa dove sia, ma è probabile che non sia riparato in Russia, come si è detto, e stia cercando di riannodare i fili di una possibile reazione partendo dalle roccaforti nell’est del Paese. Il presidente prov-visorio Oleksandr Turchyonov garantisce un rapporto saldo con Yulia Tymoshenko e cerca di imprimere una sembianza di ordine a una situazione che rimane confusa ed esposta al rischio di provocazioni. Non solo da parte degli sconfitti: il peso dei movimenti del-l’estrema destra nazionalista è controverso, ma il fatto che abbiano cominciato a svolgere un servizio d’ordine in accordo non si sa quanto definito con le forze di polizia dovreb-be far sollevare più di un sopracciglio. L’Ucrai-na non ha davvero bisogno in questa fase di risvegliare il demone dell’antisemitismo: non vorrei che i cartelli inneggianti all’ambiguo estremista nazionalista Stepan Bandera faces-sero apparire all’orizzonte il fantasma di un nuovo Viktor Orban (che tante preoccupazioni sta già destando in Ungheria). Ha fatto bene Yulia Tymoshenko a chiamarsi fuori per il momento dalla contesa: avrà tempo e modo per recuperare appieno il ruolo che le compete, ma adesso le si presenta il compito forse più difficile. Quello di essere a un tempo l’icona di un movimento rivoluzionario che mira a ripristinare la legittimità democratica e il possibile punto di giunzione fra le diverse anime di un Paese che, per quanto fratturato, può ben difficilmente diventare qualcosa di molto diverso, se non a costo di prezzi che nessuno — e men che meno l’Europa — intende sopportare. È osannata dal suo popolo ma conosce e sa come trattare con la Russia; è l’alfiere di una lotta alla corruzione che vorrebbe vedere uscire di scena il gruppo di oligarchi arricchitisi all’ombra di Yanukovich, ma può contare su un suo (più o meno...) oligarca, quel Petro Poroshenko che ha finanziato la protesta e ha intanto fondato per buona misura un suo partito.L’Ucraina resta una faglia di frontiera, fra l’area dell’influenza democratica dell’Europa e quella della residua influenza russa. Diversa-mente da qualsiasi altro Paese della regione, lafaglia non gli corre accanto, bensì lo attraversa nel bel mezzo, e nessuna soluzione stabile

può essere immaginata se non partendo da questo dato di fatto. Chi aveva pensato che la fine della Guerra fredda e la caduta del Muro avrebbero aperto la strada a una evoluzione democratica dell’insieme dell’ex Est europeo, ha trovato nella crisi ucraina una ennesima smentita: la spinta verso il ricongiungimento delle due Europe sotto le bandiere dei valori occidentali di libertà e democrazia si è andata indebolendo man mano che la Russia — che per un momento era sembrata decisa, o quan-tomeno rassegnata, ad avviarsi in questa dire-zione — ha recuperato le caratteristiche di «democrazia oligarchica» consone alla sua tradizione e tutto sommato non ostiche alla maggioranza della sua popolazione. La Polo-nia — e le postazioni di missili russi nell’en-clave di Kaliningrad — erano sembrate a un certo momento rappresentare un punto finale di confine, ma il compromesso era in questo caso ancora possibile, stante la collocazione geopolitica e la radicata tradizione antirussa del Paese. Con l’Ucraina no: essa è al tempo stesso parte inscindibile della storia russa, come di quella tedesca e polacca. Le divisioni interne rispecchiano questa connotazione: il punto di equilibrio nella faglia dovrà passare attraverso il riconoscimento di due anime che né russi né europei sono disposti a separare.Sebastopoli è la principale base della Marina russa. Vladimir Putin non potrà mai accettare una Ucraina nella Nato (sarebbe per lui un vulnus ben più grave di quello evitato nel sangue in Georgia), e vede nel rapporto di Kiev con l’Unione Europea il cavallo di Troia di una deriva in senso occidentale che rischia di mettere a rischio le sue esigenze di sicurezza. L’Europa, dal canto suo, non può rinunciare alla possibilità di offrire un ancoraggio demo-

cratico che corrisponde alle aspirazioni non solo della parte occidentale, ma di buona parte del Paese. Bisognerà trattare con Putin e rassicurarlo che non è necessaria la secessio-ne della Crimea per garantire il libero accesso della flotta russa a Sebastopoli. Al tempo stes-so, egli dovrà accettare di non opporsi a un più stretto legame con la Ue, cominciando dall’indispensabile supporto economico già saggiamente annunciato da Olli Rehn a Syd-ney. L’Ucraina ha bisogno di consolidare in tempi brevissimi la situazione interna, per mettersi nella condizione di avviare un simile negoziato che, una volta passate le elezioni di maggio, vedrà probabilmente in Yulia Tymo-shenko il timoniere indispensabile. Sarà que-sto il modo per stabilizzare quella linea di confine all’interno di un faglia per altri versi destinata a restare aperta. Sarà un equilibrio fragile, esposto al rischio di continue stru-mentalizzazioni, ma si tratta anche dell’unica via d’uscita consentita dal contesto geopoliti-co dell’Europa.Una breve notazione conclusiva italiana. La Ue ha parlato quasi esclusivamente attraverso la voce di Angela Merkel, con il controcanto francese e polacco. Che il fatto rispecchi i rapporti di forza al suo interno, e lo specifico interesse tedesco nell’area, è pacifico; il rapporto con Mosca e con Kiev è tuttavia strategico per l’Italia e, senza mettere in discussione percorsi annunciati che rispondono anche al nostro interesse, dovremmo cogliere l’occasione per una voce un po’ più assertiva nel reclamare una conduzione della politica estera comune dell’Unione più collegiale e meno «per delega».

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RIFORME E ALLEANZE

Se sulla legge elettorale ora non c’è più frettaSEGUE DALLA PRIMA

E anche se Renzi ha poi disar-cionato quel lentocrate del suopredecessore invocando l’esigen-za di far presto, di non sprecaretempo.

Diciamolo: siamo preoccupati.Ci è venuta un’altra ruga sullafronte, e in quest’epoca giovanili-sta non sta bene, non è più dimoda. Ma sta di fatto che la leggeelettorale resta urgente, perché èurgente mettere il sistema in si-curezza. Altrimenti al primo in-ciampo (e in Italia i governi in-ciampano ogni anno) rischiamodi votare con il Porcellum sforbi-ciato dalla Consulta: senza pre-mio di maggioranza, ma con unpremio parlamentare ai nanettiche viaggiano sotto il 2%.

Qual è invece la loro ricetta?Prima la riforma del Senato, poila legge elettorale. Idea geniale,benché non proprio inedita, dato

che ci risuona nelle orecchie dadue legislature. È il vecchio giocodell’uovo e della gallina: chi è na-to prima? Ed è meglio un uovooggi o una gallina domani? Peròin questo caso è nuova la gallina,ossia il Senato brevettato da Ren-zi. Un Senato a costo zero, senzaindennità per i suoi 150 compo-nenti. E con funzioni sottozero.Dimenticando tuttavia che Palaz-zo Madama ha 800 dipendenti, ec’è qualche bolletta (salata) dapagare. La democrazia non è maigratis. Sicché, meglio sbarazzarsidel Senato che trasformarlo in unorpello. Tanto più se l’orpello fa-rà spazio a 21 senatori nominatidal capo dello Stato: un partitodel presidente, suvvia.

E l’uovo? Anche in questo casolo infiocchetta una trovata:l’emendamento Lauricella, aquanto pare l’autentico collante dell’accordo tra Renzi ed Alfano.Significa che la legge elettorale si

può anche scrivere domani, maandrà in vigore quando verrà ap-provata la riforma del Senato.Una bizzarria legislativa, o me-glio una finzione: come dire cheil nuovo Senato scatterà dopo lariforma del Titolo V, e il Titolo Vdopo il presidenzialismo, e il pre-sidenzialismo dopo che un discovolante atterrerà sul Cupolone.No, c’è bisogno d’una legge vera,mica falsa. E oltretutto non saràsemplice timbrarla, oggi più diieri. Perché l’Italicum ha per pa-

drino Berlusconi, e perché fastrage dei piccoli partiti. Ma ladoppia maggioranza è praticabi-le quando i piloti sono due, co-m’erano Letta e Renzi. Non sequest’ultimo incarna il doppioruolo, non se ha bisogno dei pic-coli partiti per continuare a go-vernare.

Dice: però ritardare l’Italicumè un’assicurazione sulla vita delgoverno. Perché i parlamentarivogliono durare, e perché sannoche la riforma elettorale permet-terebbe a Renzi di correre al voto.Balle. Il governo dura se fa cose,non se rimane fermo come unpappagallo sul trespolo. E Renzi può far cose se c’è una nuova leg-ge elettorale, se può condiziona-re il Parlamento attraverso il ri-catto delle urne. Dunque sbri-ghiamoci, anche perché la vita èbreve.

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CHIA

RA D

ATTO

LA

di MICHELE AINIS

Siete fumatori e vivete un momen-to particolarmente difficile, vi sen-

tite depressi e ansiosi e magari state pen-sando di farvi prescrivere qualche farmacoper tiravi su il morale? Non fatelo, forse ba-sterà che smettiate di fumare: uno studio prova che lasciare le sigarette migliora l’umore, riduce gli stati ansiosi e ha un ef-fetto antidepressivo simile a quello di moltifarmaci in commercio.

Lo studio è stato pubbli-cata in questi giorni sulBritish Medical Journal. Èun’analisi di più ricerche(in questo caso 26) già pub-blicate su riviste scientifi-che, che rispondono ad al-cuni criteri comuni e i cuidati vengono reinterpretaticonsiderandoli nel lorocomplesso.

Se le prime 24-48 ore dalla cessazionedel fumo si accompagnano a irritabilità,ansia, difficoltà a concentrarsi, impazien-za e insonnia, questi sintomi regredisconogradualmente nell’arco di un mese al mas-simo e sono riconducibili all’azione stimo-lante che la nicotina ha sul sistema nervo-

so centrale. Ma già a distanza di mesi dallasospensione del tabagismo si manifestaun significativo miglioramento delle fa-coltà intellettive e dell’umore, quasi unavera e propria azione antidepressiva.

È difficile capire in che modo il fumodetermini ansia e depressione. Una possi-bile spiegazione potrebbe essere legata aimomenti di privazione dalla nicotina che

passano tra una sigaretta el’altra, e ai conseguenti upand down, alti e bassi, di al-cuni mediatori e neurotra-smettitori del nostro orga-nismo. Se questo è risulta-to vero nei soggetti sani, lostesso si è visto anche neglischizofrenici o in coloroche soffrono di disordinipsichici maggiori (e chesono spesso forti fumato-

ri): anche per loro lasciare la sigaretta nonsi è tradotto in problemi maggiori, al con-trario. Non resta che provare, anzi smette-re, per credere.

Sergio [email protected]

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DA SINDACA-ICONA A MINISTRA-ALIBIIL SUD FLAGELLA LANZETTA E SE STESSO

Renzi la usa, il Sud la getta. Pove-ra ministra Lanzetta, condannata

a fare la fine del Kleenex. Nella perenne disputa tra terronisti, e cioè tra italiani delNord, del Centro e del Sud che vivono dipregiudizi e rivendicazioni, chi ora rischiadi più è proprio lei, l’ex sindaca anti‘ndrangheta di Monasterace, nella Locrideabbandonata. Al governo non ci sono ve-neti e piemontesi, eppure chi si lamentaper questo non aggiunge al danno del-l’esclusione anche la beffa dell’autoflagel-lazione. Nel caso della neoministra, inve-ce, le due cose si sommano. Matteo Renzi,dicono i sudisti, la usa come alibi, comespecchietto per le allodole. Ma così dicen-do, gli stessi inevitabilmente la gettanovia, ne sottovalutano la presenza nell’ese-cutivo fino a ritenerla insignificante. Cosavuoi che sia averla ripescata all’ultimo mi-nuto, probabilmenteal posto di Nicola Gratteri, procuratore aggiunto di ReggioCalabria destinato alla Giustizia, per collo-carla agli Affari regionali?

È pur vero che prima, con MassimoBray, Nunzia de Girolamo e Gaetano Qua-gliariello, di ministri meridionali ce n’era-no di più, ma è un fatto che, nella foga lo-calistica, di Angelino Alfano, siciliano di Agrigento, quasi ci si dimentichi. Così co-me è un fatto che alla povera Maria Car-mela Lanzetta, ieri icona da esibire, oggi

nulla venga perdonato. Perfino quel suoabbandonare la carica di sindaco per pro-testa contro l’immobilismo generale orale si ritorce contro. Eppure, ancora non molti mesi fa, la sua storia, raccolta daGoffredo Buccini in L’Italia quaggiù, rice-veva applausi al limite della commozione.Da sindaca, vestiva camicette di seta anniSettanta; da ministra, sabato al Quirinaleera l’unica a indossare gli stivali e non i tacchi a spillo. Lei di certo non è cambiata.

Mentre l’Italia leggera, oltre alla geno-vese Arisa, festeggia il salernitano Rocco Hunt, cantore della Terra dei fuochi, e lodifende dalle battute equivoche della Gia-lappa’s, l’Italia pesante dei sindacalismiterritoriali torna a dividersi. C’è poco Mez-zogiorno nel governo, lamenta da Napoli aBari. Vero o falso, l’assunto merita una premessa. Pochi dibattiti si sono rivelatitanto noiosi quanto inconcludenti come quello sulla questione meridionale. Se dunque Renzi volesse una volta tanto ri-spondere con i fatti e non con le teorie,perché scoraggiarlo? Una riforma al mese,ha promesso. E allora facciamo così: quel-la relativa al Mezzogiorno mettiamola incoda, a novembre o a dicembre, ma met-tiamola.

Marco Demarco@mdemarco55

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SIGARETTE, SALUTE E NON SOLOSMETTERE MIGLIORA ANCHE L’UMORE

L’IRA DI FRANCESCO CONTRO LA CORTEUN ANTIDOTO AGLI INTRIGHI VATICANI

«Il cardinale entra nella Chiesa diRoma, non entra in una corte»: ie-

ri in San Pietro si è udita un’eco delle invet-tive dei secoli contro la «Corte di Roma». Iltono e lo sguardo d’ira di Francesco chiari-vano che quella era un’invettiva in piena re-gola, che mirava a interdire i «comporta-menti di corte», che ha chiamato così e cheha elencato: «Intrighi, chiacchiere, corda-te, favoritismi, preferenze». Era chiaro il ri-ferimento ai mali che hanno tribolato gliotto anni di papa Benedetto e che papaFrancesco sa di dover estirpare se non vuo-le esserne travolto. «La corte è la lebbra delpapato», aveva detto a Eugenio Scalfari loscorso autunno. Ma già la Domenica dellePalme, dieci giorni dopo l’elezione, parlan-do dell’ingresso di Gesù a Gerusalemmeaveva sentenziato: «Cavalca un puledro,non ha una corte che lo segue».

Corte papale, o Corte di Roma, era unadicitura ufficiale dal XII secolo alla metàdel Novecento: e dunque fino ad allora si poteva dire che diventando cardinale unoentrava in una corte. I cardinali erano dettiinfatti «principi della Chiesa», come vi era-no i principi presso le altre corti. Il Trattato

tra la Santa Sede e l’Italia (1929) elenca leesenzioni di cui godono rispetto al nostroordinamento gli appartenenti alla «Cortepontificia».

La Corte del Papa si è tirata dietro nei se-coli ogni improperio. Per Dante era «unacloaca», per il Boccaccio «in Corte di Ro-ma» si conduce «vita scelerata e lorda».Più severa tra tutte, paragonabile a quelledi Martin Lutero, è l’invettiva del Guicciar-dini: «Non si può dire tanto male dellaCorte romana che non meriti se ne dica dipiù».

Forse un solo Papa, nella storia, ne haparlato con sdegno simile a quello che eraieri nella voce di Francesco. Adriano VI nel1523, nel mezzo della Riforma luterana, ammette come «nella Corte romana» sia-no avvenute «cose abominevolissime».Dopo mezzo millennio e dopo che la Cortepapale formalmente è stata abolita, siamoa un altro Papa che si trova a lanciare lostesso monito. La tenacia della storia noncessa di stupire.

Luigi Accattoliwww.luigiaccattoli.it

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Renzi può «far cose» soltanto se può condizionare il Parlamento con il ricatto delle urne

Page 35: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 35

Lettere al Corriere Le lettere, firmate con nome, cognome e città, vanno inviate a:«Lettere al Corriere» Corriere della Seravia Solferino, 28 20121 Milano - Fax al numero: 02-62.82.75.79 @ E-mail: [email protected]

oppure: www.corriere.itoppure: [email protected]

RispondeSergio Romano

LA RIVOLUZIONE UNGHERESELE REAZIONI DEGLI USA E DEL PCI

Vorrei informarmi sulla rivoluzione ungherese del 1956. Quali conseguenze ha avuto per l’assetto geostrategico dell’epoca? Risponde a verità che Giorgio Napolitano ha votato allora una mozione a favore dell’intervento sovietico?

Marcello [email protected]

Caro Sassoli,

A lla sua prima domandatemo di dovere rispon-dere: nessuna. Quella

degli ungheresi fu certamenteuna protesta popolare e de-mocratica con la partecipa-zione di tutti i ceti sociali, mal’avvenimento, in ultima ana-lisi, fu trattato dalle potenzeinteressate con il più classicodei criteri: quello dell’equili-brio delle forze. L’Urss inter-venne militarmente perché

temette che la rivoluzione un-gherese avrebbe contagiatogli altri Paesi del blocco so-vietico e offerto al blocco oc-cidentale l’occasione perestendere la propria influenzasino alle sue frontiere. GliStati Uniti e gli alleati dellaNato capirono quale impor-tanza Mosca attribuisse alcontrollo dell’Ungheria e nonvollero rischiare un altro con-flitto mondiale.

Aggiungo, caro Sassoli, chenell’autunno 1956, mentre sicombatteva nelle strade diBudapest, gli americani sipreparavano a votare nelleelezioni presidenziali. Ei-senhower ottenne infine ilrinnovo del mandato, ma pri-ma del voto non poteva met-tere in discussione la sua rie-lezione con mosse che unaparte dell’elettorato avrebbeverosimilmente considerato

azzardate. Il punto dolentedell’intera vicenda fu l’inco-raggiamento alla lotta che gliinsorti ungheresi credetterodi vedere nelle reazioni indi-gnate delle società occidenta-li e di molti uomini di gover-no dei Paesi della Nato. Que-sto spiega i sentimenti di rab-bia e delusione che sonoriemersi a Budapest in occa-sione delle celebrazioni per ilcinquantenario nel 2006.

Le prime reazioni del Parti-to comunista italiano furonoprobabilmente ispirate dalconvincimento che quella diBudapest fosse una controri-voluzione, magari finanziatadai servizi d’intelligence degli

Stati Uniti. Più tardi, tuttavia,dovettero capire che i motierano spontanei e che la par-tecipazione popolare era in-negabile. Ammisero che la di-rigenza ungherese avevacommesso molti errori, macontinuarono a difendere lapolitica dell’Urss nella con-vinzione che la coesistenzapacifica, avviata dopo l’av-vento di Kruscev al potere,potesse venire preservata sol-tanto rispettando gli equilibricreati dalla Seconda guerramondiale. A giudicare dallasua polemica con AntonioGiolitti, fu questa, credo, laposizione di Giorgio Napoli-tano. Messo di fronte alla ne-cessità di una scelta — con ilpartito o contro il partito — siispirò probabilmente allamassima che è attribuita a ungrande cardinale inglese,John Henry Newman, il sacer-

dote anglicano convertito alcattolicesimo nel 1845. Di-scorrendo degli errori dellaChiesa romana, Newmanavrebbe detto che è megliosbagliare con la Chiesa piutto-sto che avere ragione fuoridella Chiesa.

Il graduale distacco di Na-politano dal Pci comincia piùtardi, durante gli anni Settan-ta, e ricorda per molti aspetti,anche se con altro stile e incircostanze diverse, quello diAltiero Spinelli. Alla fine diquesto percorso Napolitanonon esitò a riconoscere in unlibro autobiografico e in altreoccasioni di avere commessoun errore. A Budapest, per ilcinquantesimo anniversariodell’insurrezione, volle ren-dere omaggio alla tomba diImre Nagy, l’uomo che avevapagato la sconfitta con la vita.

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AUTORI SICILIANISalvatore QuasimodoCaro Romano, nella risposta «L’Italia senza la Sicilia,un errore politico e culturale» lei fa un elenco di autori siciliani,ma non cita Salvatore Quasimodo: nel 1959 ebbe il premio Nobel, sia pure contestato da una parte dei critici. È stata una omissione voluta o una distrazione? Nella sua ideale biblioteca nazionale Quasimodo meritava di essere ricordato. O non ha simpatia per i poeti?

Mattia Testa, Itri (Lt)La lista non aspirava alla

completezza e avrebbe potutocomprendere, tra molti altri,un musicista, Vincenzo Belli-ni, e un pittore, Renato Guttu-so. Nel caso di Quasimodol’omissione non nascondevaun giudizio critico. Sono per-sonalmente convinto che ilpremio Nobel, nel suo caso,fosse meritato.

DESTINO COMUNEPopoli europeiSi ripete spesso, e giustamente, che occorre ora

realizzare una «Europa dei popoli», ma per realizzarla i popoli europei dovrebbero maggiormente sviluppare la loro conoscenza reciproca ancora assai scarsa e, pur mantenendo ognuno le proprie specifiche caratteristiche nazionali, acquisire una coscienza comune: soprattutto la coscienza di essere votati a un comune destino, in modo da diventare veramente un «popolo europeo». Le crisi mondiali hanno dimostrato chiaramente che gli Stati nazionali europei non sono più in grado di affrontare individualmente i grandi rischi di una economia globalizzata. Per questo è altamente auspicabile che nel nuovo Parlamento di Strasburgo prevalgano le

forze che intendono promuovere un ulteriore sviluppo del processo di integrazione e non forze animate da vecchie ideologie nazionalistiche, disgregatrici dell’unità europea, che in passato hanno provocato immani rovine all’Europa.

Antonino TramontanaRoma

BUROCRATIDavvero inamovibili?Con l’annunciata «madre di tutte le battaglie», e cioè la lotta alla burocrazia, vengono messi alla berlina i dirigenti

dei vari ministeri come fossero i più pericolosi nemici dello Stato, ma nessuno di loro ribatte. Evidentemente l’esperienza deve avere insegnato che è meglio tacere e aspettare che passi «la nuttata»: i governi passano, ma «gli inamovibili» sono sempre al loro posto. Per definizione.

Piera [email protected]

CONTRO I DIRIGENTI PUBBLICICaccia agli untoriI continui esagerati attacchi agli alti dirigenti pubblici sembrano ricordare le incredibili cacce agli untori descritte da Alessandro Manzoni nei «Promessi Sposi».

Aurelio Casini, Roma

SANZIONI INCOMPRENSIBILILavoro nero e slotUn pizzaiolo napoletano si è tolto la vita dopo aver ricevutouna multa di 2.000 euro dall’ispettorato del lavoro. Cosa aveva fatto di così grave? La moglie lo aiutava in negozio senza essere assunta. Che Paese è questo, in cui i gestori delle slot-machine evadono il fisco per cento miliardi e poi possono saldare pagando solo una piccola percentuale, mentre un umile lavoratore viene trattato come il peggiore dei criminali?

Carla Salani, Vicenza

SOCHI 2O14Il nostro medagliereÈ sorprendente notare come l’Italia, Paese in prevalenza montagnoso si ritrovi, a fine Olimpiade, con un medagliere insignificante. Ciò dimostra che non siamo dotati di un vero sistema sportivo. È fondamentale partire dalle scuole mettendo a disposizione strutture adeguate.

Ermanno [email protected]

La tua opinione susonar.corriere.itL’anno scolastico italiano è il più lungo d’Europa: 200 giorni. Ma è anche tempo «speso» bene?

SUL WEB Risposte alle 19 di ieri La domanda di oggiIl ministro Delrio esclude una tassa sul patrimonio, ma non sulle rendite: «Come in Europa». Condividete?

Interventi & Repliche Bozzetto

L’Osservatorio sulle case famigliaHo appreso dal Corriere del 14 febbraio 2014 che l’on. Michela Vittoria Brambilla avrebbe presentato una proposta di legge per istituire un Osservatorio nazionale e permanente sulle case famiglia. Informo che tale proposta, che nasce da una mia idea, è già agli atti parlamentari, depositata alla Camera dei Deputati n. 1299 a firma degli on. Rondini più altri, dal titolo Istituzione dell’Osservatorio nazionale sulle case famiglia. Oltretutto, relativamente alla predetta proposta è stata fatta anche una conferenza stampa alla Camera il 3 dicembre 2013, che è anche presente sul canale YouTube. Presenti alla conferenza stampa, oltre al sottoscritto e all’Avv.

Gabriella Zimpo, anche gli on. Giorgetti, Rondini, Molteni e Bragantini. Si invita pertanto l’on. Brambilla a non prendersi il merito di proposte che non le appartengono, perché già presentate in Parlamento e perché ideate dal sottoscritto diversi anni fa, come possono documentare tutte le interviste televisive, radiofoniche e su quotidiani e riviste rilasciate dal sottoscritto, nonché molteplici convegni svolti fin dall’anno 2009, nei quali è stato presentato l’Osservatorio nazionale sulle case famiglia e il sottoscritto ha parlato dello stesso. Si potranno trovare molteplici riscontri su internet e sui quotidiani del 14 dicembre 2010, in cui si fa espressa menzione dell’Osservatorio nazionale

sulle case famiglia. Si specifica inoltre che il nome Osservatorio nazionale sulle case famiglia è anche un marchio depositato dal sottoscritto all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, per cui si diffida chiunque dall’utilizzo di tale nome senza l’autorizzazione del sottoscritto.

Aw. Giorgio Aldo Maccaroni

Provincia di Lecco: la denuncia di VirzìSono rimasto favorevolmente colpito dal puntiglio con il quale Paolo Di Stefano ha trattato la vicenda Provincia di Lecco/Virzì (Corriere, 18 febbraio). Vi sono tuttavia due considerazioni importanti che vorrei fare. Prima di tutto, la Brianza di oggi non è certo quella degli

Anni 50 , delle mosche e delle menti ristrette di gaddiana memoria anche se, senza il lavoro svolto dai nostri padri in mezzo a quelle mosche, l’Italia sarebbe un po’ peggio di quella che è. Seconda e più importante questione è che il signor Paolo Virzì , rispetto a Carlo Emilio Gadda, ha preso un sacco di soldi pubblici, quindi anche dei tartassati italiani della terra brianzola, per fare i suoi film. E questa è un’aggravante non da poco.

Daniele Nava, presidente Provincia di Lecco

Ringrazio dell’attenzione. Credo che destinare i finanziamenti pubblici solo a opere apologetiche sia tipico dei regimi fascisti. E questo, per fortuna, non è il nostro caso. (p. d. s.)

Si 27 No 73

Particelle elementari

di Pierluigi Battista

Quando le statistichesono palloni mediatici

La matematica non è un’opinione: dappertutto, però,tranne che in Italia. Ieri sul Corriere Dario Di Vico harivelato che secondo il ministero dell’Economia i de-biti che la pubblica amministrazione deve ancora sal-dare con le imprese non ammontano a 90, bensì a 50

miliardi circa. Solo che la cifra dei 90 miliardi non l’aveva dettal’avventore di un bar, e nemmeno di un talk show, ma addiritturala Banca d’Italia. Di chi dovremmo fidarci? Chi tira numeri a caso?

Si capisce bene che non stiamo assistendo a una disputa stati-stica, ma alla battaglia per la vita o per la morte di migliaia diaziende che vantano crediti con uno Stato che non sa onorare ipatti, e sottrae ai suoi cittadini il dovuto. Ma se non sappiamo inche consiste questo «dovuto» su quali basi ragioniamo? Appun-to, in Italia neppure sulle cifre riusciamo a intenderci. È vero, unacerta propensione all’evanescenza dei dati ha contagiato un po’tutto il mondo. Come dimenticare i «milioni di morti» pronosti-cati con inconfutabile sicumera dalle autorità sanitarie mondialicome conseguenza ineluttabile dell’aviaria (o della mucca pazza,o della febbre suina, a seconda delle preferenze zoologiche diciascuno)? Come far finta di niente se consessi di austeri scien-ziati, già sostenuti da ex candidati alla presidenza Usa come AlGore, sono stati costretti ad autosmentirsi per aver propalato labufala dei ghiacciai dell’Himalaya scomparsi sicuramente entroil 2035 per effetto del global warming , il «riscaldamento globa-le», causato dall’uomo? Del resto, c’è stato chi ha profetizzato la

scomparsa del petrolio entro il1970, e guardate a che punto sia-mo.

Ma se questi sono palloni me-diatici, altra cosa è il balletto dellecifre su questioni delicatissimeche riguardano la vita, la soffe-renza, le stesse possibilità di so-pravvivenza di una gran quantitàdi persone. L’evasione fiscale, peresempio. Si dice, secondo autore-voli stime, che la cifra complessi-va dell’evasione in Italia raggiun-

ga i 180 miliardi. Ma se è nero, come si fa a riconoscere? E se si fariconoscere, come è possibile che resti nero? Sono cifre oggetti-ve, o proiezioni, ipotesi, probabilità vagamente realistiche, me-die ponderate? Se oggi ho pagato in nero l’idraulico e il falegna-me, ciò che evado o eludo quanto ci deve mettere per entrare nelcomputo globale dei famosi 180 miliardi? E se ci entra, come fa arestare nascosto? Mah.

Mah: anche su molte cifre di cui pure non si afferra l’oggettivainconfutabilità. Stime accertano che il 60% della corruzione eu-ropea stia in Italia. Brutta cosa: ma come si calcola, esattamente,quella cifra? La magistratura è la fonte oppure, si teme, è una proiezione un po’ bizzarra anche questa. Per poi arrivare alla tra-gedia dei numeri che vanno da una parte all’altra quando si trattadi quantificare con precisione le morti causate dall’Ilva a Tarantoo dalla Tirreno Power-Sorgenia a Vado Ligure: perizie che cam-biano, a seconda dei punti di vista, ma come è possibile? In Italialo è.

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La matematica non è un’opinione: ovunque, tranne che in Italia

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ISSN 1120-4982 - Certificato ADS n. 7682 del 18-12-2013

La tiratura di domenica 23 febbraio è stata di 436.830 copie

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36 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 37

o ieri o semprehanno 26-27 anni eche non sono strafighe. Prefe-riscono quindi far sorridere che tirarsela, puntare sullapropria generosità e il propriocarattere. Le direi di smetterladi buttarsi giù perché un gior-no ce la farà. Basta volerlo. An-che se poi non ho ancora capi-to se ce l’ho fatta io».

L’anno dopo “Sincerità”c’era stato un passaggio a vuo-to, sempre a Sanremo, con

morirà. Ma forse è una canzo-ne che ha bisogno di più inti-mità per essere scoperta e nondell’esposizione che c’è qui alFestival». Sincerità, appunto. Con quella canzone nel 2009

« M a l a m o r e -n ò » . Q u i n d i « X

Factor» che la chiama nel 2011come giudice e nel 2012 anco-ra il Festival. Seconda con «Lanotte». Col talent non si sonolasciati benissimo, in quest’ul-tima edizione non c’era. Peròha vinto il Festival. «Conta laqualità. Devi far felice il pub-blico e lui ti rende felice. Biso-gna però andare avanti cer-cando sempre di stupire chi tisegue, dando qualcosa di più

SpettacoliDopo il Festival L’autocritica dei conduttori: è mancata l’empatia conil pubblico anche se non stiamo parlando di una catastrofe

Fazio: un errore rifare noi stessima non escludo Sanremo 2015Persi tre milioni di spettatori. Littizzetto: pausa senza divorzi

Il confronto

2000Fazio

2001Carrà

2002Baudo

2003Baudo

2004Ventura

2005Bonolis

2006Panariello

2007Baudo

2008Baudo

2009Bonolis

2010Clerici

2011Morandi

2012Morandi

2013Fazio

2014Fazio

54,4

1%

48,4

0% 54,0

2%

43,4

4%

38,9

8%

52,7

9%

40,0

5% 48,0

7%

35,4

4%

47,9

6%

47,8

4%

47,8

1%

47,2

9%

47,2

6%

39,3

2%

13.586.000

11.366.000

9.731.00010.335.000

10.924.400

11.450.600

11.136.000

6.612.0007.617.000

11.936.6008.763.000

11.784.00011.279.000

8.888.000

8.947.000

SpettatoriMedia delle cinque serate

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C.D.

S.

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SANREMO — «Penso sincera-mente che l’anno scorso fossimopiù simpatici, ci fosse più empa-tia con il pubblico, eravamo diper sé un evento. Quest’anno in-vece non più, e quindi è manca-to l’effetto sorpresa con in piùl’aggravante che ci siamo rifatti anoi stessi». Cala il sipario del Fe-stival (quello che nella puntata inaugurale non si era aperto: unsegno). Tempo di bilanci, di au-tocritiche, ma anche di rivendi-cazioni sul lavoro fatto. Fabio Fa-zio offre la sua analisi su uno deiFestival meno visti da quando esiste l’Auditel. La media ponde-rata delle cinque serate è stata di8.763.000 spettatori (solo Baudo2003, Panariello 2006 e Baudo2008 avevano fatto peggio) conuno share del 39,3% (peggio soloBaudo 2008). Rispetto all’annoscorso si sono persi per strada tre milioni di spettatori.

Fazio non ci sta: «Non stiamoparlando di una catastrofe: siusa la parola flop in modo scioc-co, si è trattato di un ascolto in-feriore rispetto all’anno scorsoche ha tanti perché. Bisogneràfare riflessioni, sarà mio interes-se farle, con la volontà di analiz-zare e cercare di capire senzapregiudizio e senza aggressività.Fare la seconda volta una cosa,già per il fatto che sia la secondasi rischia di deludere, ma l’erro-re è stato ripartire da dove ero ri-

masto anziché azzerare quantofatto». Il pubblico davanti alla tvè una cosa, la qualità però è unaltro discorso: «La frammenta-zione degli ascolti — prosegueFazio — è un dato di fatto, equindi credo che per la tv gene-ralista dovremo abituarci a un

diverso esito delle cose, a mag-gior ragione andrà valutata laqualità». In questo senso il con-duttore non ha dubbi: «È stataun’esperienza esaltante, sonosoddisfatto per alcune scelte fat-te, ci sono stati bellissimi mo-menti di televisione. La scelta

degli ospiti stranieri è stata an-che spericolata, non abbiamopreso le boy band. A volte fa unpo’ sorridere l’imputazione di quelli che dicono “non avete fat-to questo o quello”: un conto è ildesiderio, un conto è il possibi-le. Mi sarebbe piaciuto avere gli

U2 e Paul McCartney, ma biso-gna fare i conti con gli impegnidelle star e il budget a disposi-zione. Un discorso simile valeper la gara, non è facile convin-cere artisti affermati a partecipa-re alla competizione: non hannovoglia che la loro carriera sia

messa in discussione perchémagari si trovano in fondo alla classifica del Festival di Sanre-mo».

Fazio ribadisce concetti giàespressi: quanto a Sanremo 2015«mi prendo un tempo ovvio perrifletterci, perché io ne farei 10di seguito, bisogna pensare a unprogetto, a un’idea».

Il direttore di Rai1 Leone è co-munque contento: «Stiamosempre parlando di un pro-gramma che nelle cinque seratefa una media ascolti di quasi il40% e che in finale tocca la me-dia share del 43%. E’ la confermache questo è un evento, tra le po-che tipologie in grado di illumi-nare una rete. Il bilancio in ter-mini editoriali è coerente rispet-to a quello che volevamo, mi ri-conosco in questo Festival di cuiho apprezzato moltissime co-se». Prosegue: «Il Festival nondeve essere la ricerca di false no-tizie, illazioni che durano mesi,situazioni scabrose che avven-gono prima e durante lo spetta-colo, e via dicendo».

Mentre il Codacons, l’associa-zione dei consumatori, sta pre-parando un esposto da presen-

tare alla Corte dei Conti per ac-certare il presunto danno eraria-le per le spese del Festival, lacoppia di fatto Fazio-Littizzettosi giura amore eterno finché du-ra. Magari si prenderanno unapausa, ma non si separeranno.Lui: «Non ci lasceremo mai».Lei: «Dovremmo prendere unapausa da questo continuo lavoroche stiamo facendo, ma nonposso divorziare da Fabio, ci hasposato Don Matteo e non è ilcaso di rivolgersi alla Sacra Ro-ta».

Anche per la comica peròqualcosa va ripensato: «E’ comequando ti fidanzi con qualcuno:il primo anno è tutto fighissimoe anche le pecche ti sembranopregi, poi dopo un anno scopriche sono diventati difetti». Eccol’errore: «Non abbiamo cambia-to la formula: l’anno scorso erauna novità e i difetti diventanopregi». Scherza: «A Sanremo citorno, ho già prenotato duesdraio ai bagni Paradiso. Miprenderò qualche giorno quicon Vessicchio».

Renato Franco© RIPRODUZIONE RISERVATA

GioiaArisa, 31 anni, sul palco con Fabio Fazio (49) stringe il premio dopo aver vinto il Festival; la cantante (il cui vero nome è Rosalba Pippa) in questi anni si è dedicata anche al cinema, recitando con piccole parti in diversi film, e alla televisione: è stata giudice della quinta e della sesta edizione di «X Factor»

Il retroscena

I giudici di qualitàhanno bocciatoil favorito RengaBocciato dalla giuria di qualità, non dal televoto. Il favorito Renga paga le scelte di una commissione che non l’ha apprezzato (e che molti mettono in discussione). Il televoto di giovedì aveva portato al primo posto Renga e al secondo Arisa, sabato in cima alla classifica c’erano gli stessi due cantanti ma a posizioni invertite. Se Renga non è riuscito a entrare nella terna dei finalisti (Arisa, Gualazzi & The Bloody Beetroots, Rubino) deve ringraziare la giuria di qualità che lo ha spedito al sesto posto (Arisa, Rubino, Gualazzi i primi tre). Il risultato della somma dei tre giudizi (il televoto 25% più 25%, la giuria di qualità 50%) ha regalato a Renga la medaglia di legno. Il cantante l’ha presa bene: «È un gioco, sono contento della vittoria arrivata dal pubblico» (R. Fra.)

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Il sogno degli U2Fabio: avrei voluto Paul McCartney e gli U2 però bisogna fare i conti con il budget

La vincitrice Arisa Da «Sincerità» a «Controvento»: consacrazione della cantante

«Trionfo con il brano che non mi piaceva»Il primo trofeo

Arisa al 59º Festival di Sanremo del 2009 esultaper la vittoria nella categoria «Nuove proposte»

con il brano «Sincerità». La cantante geno-vese è poi tornata sul palco del teatro

Ariston nel 2010e nel 2012

A lla fine ha vinto Arisa. Nel festival che in passato ha fatto vincere Marco Carta, Scanu, Emma si ripete un risultato che

lascia perplessi. Eppure c’erano tante canzoni migliori. Misteri del porcellum sanremese che mescola televoto e giuria di qualità. Il secondo e il terzo posto a Gualazzi e Renzo Rubino ci stanno. Probabilmente la volontà encomiabile dei giurati di qualità di tirarsu Gualazzi, ha finito per penalizzare il candidato Renga. (M. L. F)

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La ripetizione di un verdetto

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SANREMO — «All’inizionon credevo molto in “Contro-vento” e a Sanremo avrei por-tato un’altra canzone». Peruna che ha debuttato con unacanzone che si chiamava «Sin-cerità» tutto rientra nei piani.Arisa, all’anagrafe RosalbaPippa, non nasconde nulla.

Quando è maturata la suacandidatura a questo Festivallei avrebbe scelto un altro deibrani di «Se vedo te», il suoquarto album uscito in questigiorni. «Soltanto a Natale hoscoperto il senso di quelle pa-role. Ho fatto una lunga vacan-za in famiglia, sono stata conmia sorella e mia nipotina.Quella canzone parla di vici-nanza, dell’esserci».

«Lentamente», l’altra can-zone che ha portato al Festival,firmata da Cristina Donà, le èrimasta nel cuore. «Avevamole bandiere alzate per quelbrano. E sono certa che non

ogni volta, cercando di non ri-petersi. E poi non dimenti-chiamoci che nel 2012, quan-do sono arrivata seconda, c’eraEmma, una che ha milioni dicontatti sui social network».Sabato è stata lei la più televo-tata. E anche la preferita dallagiuria di qualità. «Questa can-zone è bella e raffinata, ma rie-sce anche a essere pop».

Non ha pianto alla vittoria,ma si è commossa ieri sera a«Domenica in» lasciando ilpalco in lacrime dopo aver vi-sto un video in cui intervista-vano la mamma. Come ha fe-steggiato? «Sono andata adormire alle 5 del mattino. Erocon i miei cari. In “Stai bene sudi me”, l’ultimo brano del mionuovo album, c’è una frase chedice: “Amore mio, abbiamovinto la guerra”. L’ho detto ab-bracciando i miei cari prima diandare a letto».

Andrea Laffranchi© RIPRODUZIONE RISERVATA

vinse Sanremo Giovani. Moltinotarono gli occhialoni da fu-metto. E i suoi modi stralunatie naïf. In meno notarono lavoce da usignolo. Quella è ri-masta. È cambiata la cornice.

Sabato aveva l’abito più ele-gante della serata. «Di cam-biamenti ne ho fatti tanti. Se-guono la mia evoluzione per-sonale — dice —. Mi compor-t o i n p u b b l i c o e n e l l aprofessione come se fosse lamia vita privata. Guardate ladonna che avete di fianco: daun anno all’altro la troveretecambiata. Tutte noi evolviamoe cresciamo. Lo dico sempre:per me l’evoluzione finiscel’ultimo giorno della vita». Co-sa direbbe alla ragazza con gliocchialoni? «Quella Arisa eracome tutte le ragazze che oggi

UnitiSposati da Don Matteo: non è il caso di farci separare dalla Sacra Rota

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38 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Spettacoli 39

L’intervista DeGeneres: anno straordinario da Amy Adams a Meryl Streep

Ellen, signora degli Oscar:Hollywood esalta le donne«E con Portia sono impegnata per i diritti gay»

InsiemeDopo una lunga relazione,il 16 agosto 2008 Ellen DeGeneres ha sposato l’attrice australiana Portia de Rossi (41 anni, insieme nella foto). Nel 2011 Forbes le ha

inserite tra le coppie più potenti del mondo: secondo la stampa Usa oggi le due sarebbero in crisi. DeGeneresè stata legata dal 1997 al 2000 all’attrice Anne Heche, ex di Steve Martin. Dopo la fine della storia con DeGeneres, Heche ha avuto due compagni e due figli

La coppiaLOS ANGELES – «È sempre un

onore quando l’Academy ti offre il ruolo di conduttrice. Non dimenticomai quando, ragazzina, guardavo intv la serata e, anni dopo, applaudivoBilly Crystal, che mi è sempre pia-ciuto come maestro di cerimonie»,dice Ellen DeGeneres.

Per la seconda volta, dopo il 2007,condurrà la notte delle stelle il pros-simo 2 marzo. Parla nella sua nuovacasa sulle colline di Be-verly Hills, dove abita conPortia de Rossi (attrice,sua compagna da moltianni, sposata nel 2008)anche se sulla stampaUsa si è parlato di crisidella coppia. Capelli cor-ti, jeans e t-shirt in priva-to o quando gioca con isuoi numerosi cani, Ellensi sta preparando con cu-ra meticolosa per gliOscar. Come fa sempreper il suo popolarissimoshow televisivo dove in-contra i personaggi piùdisparati: protagonisti del mondodello spettacolo, intellettuali, spor-tivi e gente comune. Li sottopone aun fuoco di fila di domande e il con-fronto si risolve spesso in uno scam-bio acceso di opinioni opposte.

Sempre ironica anche quandoparla di sé («Mi terrorizza presenta-re gli Oscar, ma mi piacciono le sfidecon me stessa»), Ellen è amata datutti in America e non certo solo dal-

le comunità gay che applaudirono ilsuo coming out, avvenuto quandoera ancora un tabù dichiarare la pro-pria omosessualità.

Dice con tono serio: «Sono orgo-gliosa di questa America sempre invia di cambiamento che consente indiversi Stati i matrimoni senza di-stinzioni di sesso. Con Portia sonoimpegnata sul fronte dei diritti civilidi ogni comunità o minoranza, perle pari opportunità sociali e senti-mentali».

Ha avuto dubbi o ripensamenti al-l’idea di tornare sui teleschermi delmondo come conduttrice della not-te delle stelle?

Risponde con una battuta: «Lestelle stanno in cielo. A Los Angelesspesso è difficile vederle perché lacittà ha troppe luci anche di notte. Ioconsidero ogni star o attore in lizzauna persona come le altre». Raccon-ta che lo show sarà ricco di ospiti, cisarà tanta musica. «Avere dubbi suquesto impegno totalizzante sareb-be impensabile. Anche perché è sta-to un anno fantastico e di grandequalità per il cinema e non solo quello americano. È stato proprio unanno - come suggerisce il film diSorrentino in gara - di grande bellez-za che ha saputo raccontarci dalloschermo problemi, drammi, sospet-ti, sogni e verità».

Ricorda anche recenti lutti a Hol-lywood. «È stato anche un periodo lungo e doloroso per tante perditedel cinema, a cominciare dal grande

Philip Seymour Hoffman. Nellospettacolo saranno tutti commemo-rati».

Per il suo ruolo ovviamente Ellennon può indicare i suoi candidatipreferiti ma è chiara: «Sono amicadi molti concorrenti, li ho avuti almio show. Parlo soprattutto delledonne, da Meryl Streep ad AmyAdams, che sempre trovo bravissi-ma. È una attrice ideale da intervi-

stare perché parla e comunica pas-sioni e curiosità. Come Judi Dench. Eho ammirato le interpretazioni diJulia Roberts e di Sally Hawkins,quest’ultima davvero speciale inBlue Jasmine».

Osserva: «Mi piace tantissimo checi siano in ogni categoria attori e at-trici di diverse generazioni. Leo Di-Caprio per esempio dà tutto se stes-so in The Wolf of Wall Street come ilveterano Bruce Dern in Nebraska».

Partendo dal presupposto cheuno dei film da lei prediletti di sem-pre è Il mago di Oz e che sta scriven-do i testi della serata con suo fratelloVance, Ellen è una spettatrice appas-sionata. Riflette: «Come la musica, ilcinema sta diventando sempre piùglobale, un linguaggio che parla atutti, che si ascolta e si vede al tempostesso e che ha un potenziale forma-tivo enorme per il pubblico. Saremotutti noi portatori di questo magicoveicolo, che è anche legittimo criti-care, quando è il caso».

Chi saranno i tanti presenters del-la notte delle stelle? «Non capitaspesso di avere in un solo colpo co-me ospiti Daniel Day Lewis, JenniferLawrence, Anne Hathaway, gli U2,Bette Midler, Sandra Bullock, Chan-ning Tatum… E una parte dello spet-tacolo sarà dedicata al tema dei su-pereroi. Comunque vada, essere agliOscar è sempre un grande traguar-do».

Giovanna Grassi© RIPRODUZIONE RISERVATA

BellezzaNelle nomination c’è «grande bellezza» come suggerisce il film di Sorrentino in gara

Conduttrice Ellen DeGeneres con la statuetta. E’ nata il 26 gennaio del 1958

Il preferito «Il mago di Oz» con Judy

Garland, uno dei prediletti da Ellen

Debutti La drammaturga Lina Prosa: trilogia del naufragio a teatro

Le vite di «Lampedusa Beach»successo italiano in Francia

Sul palcoQui sopra Lina Prosa, a sinistral’attrice Céline Samie in «Lampedusa Beach» (foto: Cosimo Mirco Magliocca)

Atlanta

Un quartierecontro Bieber

Justin Bieber vorrebbe acquistare una casa da 11 milioni di dollari nel ricco quartiere di Buckhead ad Atlanta. Ma 136 residenti non vogliono il cantante canadese diciannovenne e protestano: «Sarebbe negativo per i nostri figli. Non possiamo consentirea un ragazzino di rovinare quello che abbiamo e per cui abbiamo lavorato duro».

T ra i barconi di immigratidestinati a sbarcare a Lam-pedusa, uno è arrivato fino

a Parigi. Lo ha portato Lina Prosa,prima autrice e regista italiana c h i a m a t a d a l l a C o m é d i e -Française, tra i più antichi teatri europei. La drammaturga sicilia-na è andata in scena un paio disettimane fa con una trilogia sul-la tragedia degli sbarchi e, sullascia di questo successo, il 21 mar-zo, finalmente, Lampedusa Bea-ch arriverà con un nuovo allesti-mento anche al Teatro Biondo diPalermo. Curioso però che siastato un teatro francese a occu-parsi per primo di un problemaspesso percepito come solo ita-liano, quando non siciliano.«Qualcuno portò il testo di Lam-pedusa Beach al comitato di let-tura della Comédie-Française,ancora non so chi — spiega LinaProsa —. Il comitato ogni annoseleziona testi da tutto il mondo.Dopo la prima scrematura vienefatta una lettura pubblica di cin-que opere e il pubblico decidequale andrà in scena». Ha vintola sua.

Il teatro francese ha messo inscena lo scorso aprile questo mo-nologo (tradotto) che racconta ilnaufragio di una migrante africa-na: «Nel suo scendere negli abis-si del mare, questa donna rac-conta la sua vita, fino a quandotocca il fondo: lei crede sia unmondo al contrario. Sul punto dimorire, chiede asilo politico: unatto rivoluzionario che fa cam-biare la rotta della migrazione».Una storia applauditissima, alpunto che il teatro francese hachiesto a Prosa una «trilogia delnaufragio»: «È una storia di pub-blico. Il pubblico ha portato inscena questi tre testi». Gli altridue sono Lampedusa Snow e

Lampedusa Way: «LampedusaSnow è nato da una notizia che mi pareva incredibile: 100 immi-grati africani, per mancanza dispazi a Lampedusa, erano statiportati in un centro a 1800 metrisulle Alpi Orobiche. Pensavo chesolo l’immaginazione arrivasse atanto. Ho scritto così di Moha-

med: stanco di essere in un con-testo non suo, scala la vetta dovel’hanno portato. Il suo sarà unnaufragio in montagna». Nel ter-zo spettacolo i parenti dei prota-gonisti degli altri due arrivano aLampedusa in cerca di notizie:diventeranno clandestini. I tre te-sti sono stati pubblicati in Italiada Editoria spettacolo. «Il teatroha una importante funzione civi-le — racconta l’autrice —. Sonosiciliana e per me è inaccettabileche avvenga tutto questo sullecoste della mia isola». Si aspetta-va questa accoglienza in Francia?«Il successo non è solo mio ma èanche quello di una società chevuole riflettere su certi temi». Senon avesse avuto supporto dallaFrancia, la trilogia esisterebbe?«In Italia non avrei mai compiutoquesto viaggio, non ci sono glispazi. Il nostro teatro ha un defi-cit verso i nuovi testi enorme. Ilteatro francese è più ricettivo ver-so nuovi autori e nuovi spettaco-li: sono orgogliosi di scoprirequalcosa che merita di essere vi-sto». Con Lina Prosa l’hanno fat-to.

Chiara Maffioletti© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 41

BOLOGNA-ROMACHIEVO-CATANIAINTER-CAGLIARIJUVENTUS-TORINOLAZIO-SASSUOLO

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Sportlunedì Serie A25a giornata

Classifica*una partita in meno; **due partite in meno

LIVORNO-VERONANAPOLI-GENOAPARMA-FIORENTINASAMPDORIA-MILANUDINESE-ATALANTA

2-3oggioggi0-21-1

JUVENTUSROMA*NAPOLI*FIORENTINA*INTER

6657504440

VERONAPARMA**TORINOLAZIOMILAN

3936363535

GENOA*SAMPDORIAATALANTAUDINESECAGLIARI

3128282825

CHIEVOBOLOGNALIVORNOCATANIASASSUOLO

2121201917

Serie A Continua la marcia della capolista, battuto anche il Torino. Cresce e vince il Milan di Seedorf, rallenta l’Inter

IL TORO NON GIOCAI BIANCONERI SÌTORNEO PIÙ POVERO

I l Torino ha giocato un derby quasi incomprensibile, rinunciando a passare la

propria metà campo per quasi 80 minuti, facendo anzi di questa rinuncia una sua convinzione furba. Ha ottenuto invece di lasciare la partita alla Juve e soprattutto di non usare i mezzi tecnici che pure ha in abbondanza. Una partita talmente tattica da diventare elementare, quasi una macchia sulla strada sempre molto creativa di Ventura. Il Torino non è questo. Ha giocatori che possono tenere una partita normale fattadi alti e bassi. Al massimo finisce che la perdi, ma con una faccia diversa. Questo non toglie che nel piccolo finale del Torino l’arbitro non abbia visto un rigore semplice e chiaro di Pirlo su El Kaddouri. Difficile dire che il Toro avrebbe a quel punto meritato il pareggio, ma il rigore c’era, e il calcio è fatto anche di episodi. Non succede invece niente. Continua a perdere il derby il Torino, continua a non segnare alla Juve, continua la Juve ad avere il suo vantaggio intero sulla Roma. Ha giocato così così anche la Juve, ma quando la partita è presto scomparsa, aveva già segnato. Gioca bene il Milan, quando ha avversari di qualità inferiore sembra una squadra quasi pronta. In campionato la differenza con Allegri comincia a vedersi, è nell’insistenza e la maggior velocità del gioco. È cambiato il modo di stare in partita, meno rassegnato, più vivace. Taarabt è una pietra dura sconosciuta, nessuno sa ancora fermarlo. Gioca più per sé che per gli altri, ma finisce sempre per pesare sul risultato. È cresciuto Montolivo, perfino Muntari porta un po’ più di profondità. Honda sta entrando nel meccanismo. Non è nata una stella, ma sta ricominciando una squadra diversa. Fa invece un passo indietro l’Inter, di nuovo macchinosa, bravissima nel soffocarsi da sola. Il Cagliari ha chiuso gli spazi, il resto lo ha fatto la lentezza di Alvarez e dello stesso Guarin, peraltro buono in generale ma mai determinante. Difficile dare la responsabilità all’assenza di Hernanes. Il problema è più generale. In casa l’Inter subisce la sua lentezza, il suo gioco piuttosto individuale, dove molti sono gli aspiranti playmaker ma nessuno lo diventa mai davvero. Tornando indietro di una settimana, direi che ha ragione Capello, siamo un campionato in discesa. Mancano i grandi portieri, mancanoi centrocampisti che sappiano tirare in porta. Si vedono su molti campi errori al tiro che prima erano eccezioni. Non si sanno più usare i calci d’angolo, sembra diventato quasi un peso tirarli. Ci siamo chiusi nell’essenziale, infatti è tornato il libero, i contropiedi sono molto più rari. E sono diventati un’esigenza, non più una scelta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

di MARIO SCONCERTI

L'analisi

Un gol di Tevez decide il derbyLa Juve mantiene 9 punti sulla Roma

di trombaSquillo

L’Inter ha pareggiato in casa contro il Cagliari:ci sono ora a disposizione 39 punti per risalire la classifica.

Secondo voi è in grado di agganciarela zona Europa League (A) o le speranze sono finite (B)?

il sondaggio

Vota con uno squillo. Chiamata gratuita

A +39 029 475 4851 B +39 029 475 4852

Un gol di Tevez dopo mezz’ora decide il derby, anche se il Torino si lamenta per un netto rigore (fallo di Pirlo su El Kaddouri) e per la mancata espulsione di Vidal, che avrebbe meritato il secondo giallo. Vince il Milan sul campo della Sampdoria ma sul secondo gol c’è una chiara scorrettezza di Pazzini sul portiere. Furibondo Mazzarri dopo l’1-1 dell’Inter con il Cagliari: il rigore concesso ai sardi è dubbio (mano involontaria di Juan Jesus) mentre ai nerazzurri viene negato un penalty per una netta trattenuta ai danni di Icardi. Oggi incampo Parma-Fiorentina alle 19 e Napoli-Genoa alle 21.

Vittoria Rami festeggia con Seedorf, il Milan ha battuto la Samp (Ap)

Pareggio Rolando festeggiato dopo il gol dell’1-1 al Cagliari (Ansa)

Sochi 2014 Conclusa l’Olimpiade più costosa di sempre. Promosse organizzazione e sicurezza. L’autoironia del cerchio spento

I Giochi sono fatti, adesso è tempo di sfideOra la Russia deve gestire gli investimentiCio al bivio: ancora grandeur o sobrietà?

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SOCHI — Il sogno di Vladimir Putin siè avverato. La nuova Russia ha conclusoin testa al medagliere le Olimpiadi di So-chi, volute dal signore del Cremlino percelebrare il suo potere, regalare al suopopolo il senso di una riconquistata su-periorità e offrire al mondo un’immaginemoderna e vincente del Paese. È mancatasolo la medaglia d’oro nell’hockey, cheper i russi è il padre di tutti gli sport in-vernali, a rendere completo il successo diun’operazione, dove la dimensione spor-tiva si è sovrapposta fino a confondersicon la grandeur strategica e la rinascitanazionale, rivendicate da Putin.

I Giochi del Mar Nero rimarranno nel-

la narrativa olimpica. Non solo per il re-cord dei costi, i famosi 51 miliardi di dol-lari investiti nell’impresa. Contrariamen-te ai timori della vigilia, i russi hanno of-ferto buona organizzazione, trasporti efficienti, tecnologie d’avanguardia, im-pianti di pregio architettonico, un’atmo-sfera rilassata e amichevole, grazie a 20mila volontari entusiasti e disponibili,anche con insospettabile creatività.Quanto alla sicurezza, il cerchio di ferroha funzionato, ma in modo mai invasivo.

Nessuno vuol tacere gli episodi nega-tivi, spia delle intolleranze e dei buchi neri che marchiano il sistema Putin. Mala coraggiosa contestazione delle PussyRiot, fermate e malmenate da un gruppodi cosacchi, o la provocazione «arcobale-

no» di Luxuria, allontanata dal villaggio,non cancellano la riuscita delle Olimpia-di. Che ancora una volta sono state so-prattutto una festa dello sport, ricca digrandi prestazioni, riconferme leggen-darie, exploit a sorpresa, drammi perso-nali ed epiche battaglie, come la sfida dihockey vinta dagli Usa contro la Russia.

Certo suonano troppo ottimiste le pa-role di Dmitry Kozak, vice premier e re-sponsabile dell’organizzazione, secondoil quale «le facce sorridenti, il tepore delsole e il fascino delle Olimpiadi hannorotto il ghiaccio dello scetticismo versola nuova Russia e reso il nostro Paese, lanostra cultura e il nostro popolo più vici-ni e facili da capire per il mondo intero».No, ha ribattuto Sergei Nikitin, capo diAmnesty International a Mosca, «la re-pressione non si è fermata durante i Gio-chi e il Paese non ha rispettato l’impegnodi promuovere i diritti umani».

La fine delle Olimpiadi più costose

della storia, con un’altra cerimonia gran-diosa e suggestiva, lascia comunqueaperti una serie di quesiti. In primo luo-go per Putin, che da oggi deve affrontareuna sfida ancora più difficile: giustificarecon qualcosa di meno effimero l’immen-so investimento di Sochi, facendone unadestinazione internazionale capace di at-trarre turisti non solo per avvenimentieccezionali, come la Formula 1 o i Mon-diali di calcio 2018.

Ma dilemmi forti si pongono ancheper il Cio, il Comitato Olimpico Interna-zionale. Il gigantismo e le spese faraoni-che dei russi devono essere esempio daimitare o da esorcizzare? I giochi dovran-no premiare nazioni emergenti, quasisempre disposte a spendere di più do-vendo costruire tutto dal nulla, ovveronazioni sviluppate con buona parte delleinfrastrutture e degli impianti già pron-ti? La decisione sulle Olimpiadi invernalidel 2022, vede riassunta questa dicoto-

mia nelle due città considerate favorite:l’emergente Almaty in Kazakhstan e laclassica Oslo. Solo il tempo dirà se Putinha fatto bene a scommettere in modo co-sì massiccio il suo prestigio nell’impresadi Sochi. E se questi Giochi avranno se-gnato una svolta nel processo di asse-gnazione.

Oggi vi lasciamo con le immagini del-la seconda, fantasmagorica celebrazionedella cultura russa, quella alta e quellapopolare, vista ieri sera al Fisht Stadiumnella cerimonia conclusiva, prodottadall’italiano Marco Balic. Un altro viaggioonirico tra cielo e terra, nell’arte, la musi-ca, il balletto, la letteratura e perfino ilcirco, inondato alla fine da una straordi-naria cascata di mimose e concluso sullenote del I Concerto per pianoforte e or-chestra di Chaikovsky. Geniale la chiccaautoironica dei 5 anelli olimpici, tuttiaperti tranne uno, com’era successo pererrore tecnico alla festa inaugurale. Que-sta volta l’hanno fatto apposta. Che stia-no imparando?

Paolo Valentino© RIPRODUZIONE RISERVATAMascotte Cerimonia finale (Epa)

TrombaCarlitosTevez;nel tondo, Antonio Conte (Afp)

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42 Sport Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

TORINO — Un derby un po’così. Non aspro, come la stra-cittadina farebbe pensare, noncattivo (e questo è un bene),forse un po’ troppo flaccido (equesto è un male). L’atteggia-mento distaccato dei conten-denti, in diversi passaggi, in-duce a pensare al pareggio. Mail calcio è anche un gioco di(grandi) interpreti e allora ec-co Carlitos Tevez con il suo ge-nio, il suo gol e la sua trom-betta, perepepè, per festeg-giarlo. Decide l’Apache, uncampione camallo, per dirlaalla genovese, un artista cheporta i sacchi di juta: è lui, ilmigliore in campo, a esseredecisivo nel derby di Torinonumero 138 (in serie A), unapartita anomala. Anche nellabassa intensità delle polemi-

che. Per una volta, tutti i pro-tagonisti si conformano a uncerto aplomb nel gestire gliepisodi incriminati, cioè losgambetto di Pirlo a El Kad-douri (rigore) e il fallo di ma-no di Vidal (da secondo cartel-lino/non da secondo cartelli-no: il dibattito è aperto). Si di-ce quello che si deve dire, dauna parte e dall’altra, ma sen-za sceneggiate, manco fossi-mo britannici. E questo è ilbello del derby, il brutto sonocerti cori d’insulti da una partee dall’altra e certi striscioniche ancora offendono la me-moria della tragedia di Super-ga. Che tristezza.

A parte loro, i soliti idioti, èun derby sui generis, con lepolveri ben custodite, tutt’al-tro che esplosivo. Il Torino loaffronta con attendismo e fi-nisce ponendo l’assedio al-l’area di Buffon, la Juventus locomincia controllando e fini-sce con il ponte levatoio tiratosu. Un andamento lento e biz-zarro, a parte qualche accele-razione granata in avvio. Il fat-to è che, a parte l’ultimo quar-to d’ora, la sceneggiatura delderby è questa e non cambianeanche dopo il gol (numero14) di Carlitos Tevez che scar-dina la buona organizzazionedifensiva predisposta da Ven-tura: palla di Asamoah, con-trollo al limite e giravolta im-provvisa con palla depositatanell’angolo destro di Padelli,forse non reattivo come in unaprecedente occasione, sempredell’Apache. Ma non era facileartigliare.

Malgrado lo svantaggio, ilTorino continua il suo derbycome prima. Non carica (comesi presupporrebbe dal suo no-

Europei 2016:per gli azzurriCroazia e Bulgaria

Norvegia, Bulgaria, Croazia, Azerbaigian e Malta sono le avversarie dell’Italia nel girone H di qualificazione per gli Europei di Francia 2016. Il sorteggio è avvenuto ieri a Nizza dove era presente Cesare Prandelli: «È vero — ha il detto il c.t. azzurro — non affronteremo né il Belgio né la Svizzera, ma non credo che la Croazia sia inferiore anzi è una potenziale vincitrice del gruppo insieme alla

Bulgaria. Anche con Malta abbiamo giocato di recente e conosciamo le difficoltà che ci attendono, la Norvegia è una buona squadra e l’Azerbaigian sta attraversando una fase di crescita». Gli altri sorteggi. Girone A: Olanda, Repubblica Ceca, Turchia, Lettonia, Islanda, Kazakistan. Girone B: Bosnia, Belgio, Israele, Galles, Cipro, Andorra. Girone C: Spagna, Ucraina, Slovacchia, Bielorussia,

Macedonia, Lussemburgo. Girone D: Germania, Eire, Polonia, Scozia, Georgia, Gibilterra. Girone E: Inghilterra, Svizzera, Slovenia, Estonia, Lituania, San Marino. Girone F: Grecia, Ungheria, Romania, Finlandia, Irlanda del Nord, Far Oer. Girone G: Russia, Svezia, Austria, Montenegro, Moldova, Liechtenstein. Girone I: Portogallo, Danimarca, Serbia, Armenia, Albania, Francia.

Le pagelle Juventusda uno dei nostri inviati a Torino

Vidal corre a vuotoS.V. BUFFON Graziato da El Kaddouri, chiude il derby senza una parata. Non male per uno che aveva sempre subìto gol nelle ultime sei partite.6 BARZAGLI Controlla senza penare le rare sortite offensive dei granata. Soltanto all’inizio si fa sorprendere dalla penetrazione centrale di El Kaddouri.6,5 BONUCCI Tiene alta la difesa e non si concede distrazioni. Anche un giallo, meritato e inevitabile, per un fallo al limite dell’area.6 CACERES Concentrato e preciso nella marcatura sino all’intervallo, un po’ in confusione nell’ultima mezz’ora quando il Toro prova a riacciuffare il pari. Da un suo errore nasce il giallo a Bonucci.6 LICHTSTEINER Spinge moltissimo, senza però sfondare.5 VIDAL Corre a vuoto con un’indolenza che sorprende il popolo bianconero. E, già ammonito, per due volte rischia il rosso: soprattutto nel primo tempo per un fallo di mano al limite dell’area, nella ripresa per una trattenuta a Vives. Conte, per evitare di rimanere in dieci, a un quarto d’ora dalla fine lo sostituisce con Marchisio. Squalificato contro il Milan.6 PIRLO Ritmo lento e uno sgambetto da rigore. Ci prova quattro volte su punizione, ma soltanto in un caso trova lo specchio della porta.5,5 POGBA Qualche bella giocata, molti errori. Distratto, non sfrutta la sua strapotenza fisica.6 ASAMOAH Un’incertezza lancia Cerci che, per sua fortuna, non è ispirato. Poi si riscatta.6 LLORENTE Gioca bene, soprattutto spalle alla porta. Ma nella ripresa sbaglia troppo.

7,5 TEVEZ Imprendibile e implacabile. L’unicovero combattente bianconero della serata. Con il gol-derby, un destro secco sul primo palo, raggiunge Rossi in testa alla classifica dei cannonieri, confermandosi l’uomo in più della Juve.

6,5 CONTE Tredicesimo acuto consecutivo allo Stadium, 11 punti in più dell’anno scorso. E pazienza se, per una volta, non è la solita Juve.

Alessandro Bocci© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pagelle Torinoda uno dei nostri inviati a Torino

Immobile combatte6,5 PADELLI Forse parte con un pizzico di ritardo sul tiro fulminante di Tevez, ma è bravo in almeno tre circostanze, soprattutto in uscita sull’Apache al quale nega il secondo gol.5,5 BOVO Grintoso, ma a volte pasticcione.5 GLIK Esce tardi dall’area per chiudere lo specchio della porta a Carlitos. Distratto anche prima e dopo.6 MORETTI Un fallaccio al limite dell’area su Llorente, ma anche molte belle chiusure. Il migliore tra i difensori granata.5,5 DARMIAN Dovrebbe spingere indietro Asamoah, invece gli concede metri di campo anche quando il Toro deve rimontare.5 KURTIC Non approfitta della scarsa vena di Pogba, il suo dirimpettaio, anzi si adegua al ritmo blando dei centrocampisti bianconeri.6 VIVES Rischia un giallo per una evidente trattenuta su Asamoah e spreca il colpo del possibile 1-1 davanti a Buffon.6 EL KADDOURI Subito una penetrazione centrale, anche se sbaglia la mira del pallonetto. Nel secondo tempo costringe Bonucci a un fallo da cartellino giallo e guadagna un rigore che l’arbitro Rizzoli non vede. Quando il Toro è pericoloso, il marocchino c’è. 5 PASQUALE Gioca per l’infortunio di Masiello (probabile stiramento al polpaccio nel riscaldamento), ma non riesce a calarsi dentro la partita.

6,5 IMMOBILE Stavolta non segna, Prandelliperò fa bene a tenerlo in considerazione per il Mondiale. Ciro lotta su tutto il fronte d’attacco, salvando l’onore granata.

5 CERCI A volte devastante, altre (come questa) inutile. Va preso così: fosse continuo, sarebbe tra i più forti del mondo. Migliora leggermente nell’ultima mezz’ora. Ma niente in confronto al vero Cerci.

5,5 VENTURA Il Toro gioca per non prenderle anche quando è sotto e non sfrutta le ripartenze, la sua arma migliore. La stagione della sua squadra resta però altamente positiva.

a.b.© RIPRODUZIONE RISERVATA

L’argentino consegna il derby alla JuveL’arbitro non vede un rigore per il Torome) ma attende la palla buo-na, una palla persa dagli ju-ventini, più che una costruitada sé. Con questo approccio,in precedenza, i granata ave-vano ottenuto due opportuni-tà: la prima con Cerci che per-de il tempo e, soprattutto, conEl Kaddouri che, stressato dal

ritorno di Barzagli, alza troppoil pallonetto davanti a Buffon.

La Juve fa più possesso pal-la, il Torino quando ce l’hapredilige il passaggio all’in-dietro piuttosto che la propo-sizione. Non c’è particolarecattiveria, per essere un derby,ma Rizzoli parte subito fiscale

con i cartellini e, dopo, è co-stretto a frenare. Vidal, am-monito in avvio (salterà il Mi-lan), rischia il secondo giallo:Rizzoli gli fischia un fallo dimano che però non giudicapassibile di un secondo sven-tolamento. Si procede un po’ così, a strappi. A proposito, c’è

un problema con la porta diBuffon e se ne vanno due mi-nuti per rimettere a posto untirante.

C’è un problema anche conla partita che risulta lenta, conla Juventus che tiene palla e ilToro che aggredisce solo a ra-gion veduta. Nel secondotempo, per lunghi tratti, si as-siste a un torello bianconero,con i giocatori della Juventusche tengono palla e quelli delTorino che tentano di portar-gliela via, ma rigorosamentenella loro metà campo, comese alzare il pressing sia perico-losissimo. Sembra che lasquadra di Ventura attendache la Juventus cominci a pa-gare dazio all’impegno di Eu-ropa League e/o alla disatten-zione (come le accade da seigare a questa parte). In effettiMadama arretra pericolosa-mente, subisce un assedioche, però, a parte l’episodiodel rigore, non produce nulla.Alla fine Conte è sollevato, manon troppo. I numeri confor-tano la Juve (a differenza delToro che non vince il derby dal1995 e non segna nel 2002): 13vittorie in casa su 13 partite,11 punti in più in classifica del2013. Però Conte non è tran-quillo. Un anno fa non c’eraquesta Roma che non mollaun colpo. Un anno fa Madamapoteva fare salotto. Ora no.

Roberto Perrone© RIPRODUZIONE RISERVATA

Carlos: «Stavolta su Twitter ci metto il golLa trombetta? Omaggio a un amico musicista»

TORINO — Prima un missile a 97 all’ora. Poi l’esultanza da trombettiere e la puntura di spillo: «Stavolta su Twitter metto il gol». Dopo la foto della caviglia con i segni dei tacchetti di Immobile eredità del derby d’andata, questa volta sul profilo di Carlos Tevez ci sarà spazio per un cinguettio con la gemma che ha deciso la stracittadina di ritorno. Controllo spalle alla porta e destro micidiale da oltre venti metri: così l’Apache sale in vetta alla classifica dei cannonieri a quota 14 reti. «È stato un gran gol — ammette — sono contento perché è valso una vittoria importante in una partita in cui c’è stato da soffrire. È stata dura, davanti avevamo un Toro in un grande momento mentre noi eravamo un pò stanchi, anche perché reduci dall’Europa League di giovedì, e avevamo comunque l’obbligo di vincere. Io voglio vincere lo scudetto, il titolo di capocannoniere passa in secondo piano». Tevez chiude la gara con un dito di una mano lussato e la borsa del

ghiaccio sul ginocchio sinistro («Ma non ci sono problemi per il Milan» assicura) poi spiegail perché della scelta di mimare il trombettiere, lui musicista che si cimenta con l’octapad, una specie di batteria elettronica. Carlitos, bomber del popolo, ha dovuto rinunciare alle famose magliette dedicate ai quartieri difficili di Buenos Aires: «In Argentina pensavano fosse un messaggio politico ma io pensavo soltanto alla gente che amo. La tromba è dedicata a un amico che la suona quando ascoltiamo la “cumbia” argentina». Poi su Twitter aggiunge: «Ancora qualche dubbio che Torino è bianconera? Suoniamo la trombetta come a Fort Apache». Antonio Conte intanto lo esalta: «Carlos mi ha sorpreso notevolmente, si è adattato alla perfezione e il gioco della squadra sta esaltando le sue caratteristiche. Da un po’ di anni non segnava tanti gol come adesso».

Filippo Bonsignore© RIPRODUZIONE RISERVATA

Strette di manoAntonio Conte complimentatoal termine della partita da Alessio Cerci e Giampiero Ventura (Afp)

Il dopopartita

La capolistaI granatasi svegliano tardi Nessun tiroverso BuffonPer i bianconeri13 vittorie in 13 partite in casa

Tevez matador12annidall’ultimo goldel Toro nel derby: Cauet, 24/2/2002

DecisivoCarlitos Tevezrealizza il golche regala il derbyalla Juve (Newpress)

Page 43: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Sport 43

Atletico Madridtravolto a PamplonaIl Real solo in testa

L’Atletico Madrid, reduce dalla vittoria di San Siro contro il Milan nell’andata degli ottavi di Champions, è stato travolto in campionato 3-0 a Pamplona, sul campo dell’Osasuna. Tutti i gol sono stati messi a segno nel primo tempo e nella ripresa la squadra di Simeone non è riuscita a recuperare, anzi ha rischiato di subire il quarto gol. Con questo risultato, il Real Madrid di Carlo Ancelotti

si ritrova al comando solitario della Liga con tre punti di vantaggio, dopo il successo di sabato (3-0 contro l’Elche) e la sconfitta del Barcellona (3-1 con la Real Sociedad). Tre gol di Ibrahimovic trascinano il Paris Saint Germain a Tolosa: 4-2 per la squadra di Blanc che riporta a 5 punti il vantaggio sul Monaco.

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Noi potevamoche con l’italianonon me la cavodi LUCA BOTTURA

INTER FONO V Clamoroso retroscenasul blackout che sabato, gettandonello sconforto milioni di utenti intutto il mondo, ha mandato in tiltl’applicazione per telefonini What-sapp: l ’aveva appena comprataThohir.TRUCCO E PARRUCCO V «Ieri Cairoha detto che lei e Conte vi assomi-gliate». «Vorrei assomigliargli, ma hoqualche carenza estetica» (GiorgioPorrà e Giampiero Ventura, «Skycal-cioshow»).L’HO PRESA BENE V «Ha una certaetà, Giampiero, però è un bell’uomo eso che piace, so che in giro è uno chepiace» (Antonio Conte, «Skycalcio-show»).STRANI SOGGETTI V «La lettura del-la partita è stata in quel là: ...nel se-condo tempo abbiamo avuto un epi-sodio che potevamo essere giudicatoallo stesso modo, non c’è stato dato»(Rolando Maran, «Stadio Sprint»,Raidue).LA METTE V Clamoroso al Milan: pareche pur di apparire nello spot dellaschiuma Nivea insieme a Galliani,Barbara Berlusconi si stia facendocrescere la barba.DATEMI UN MARZULLO V «L’ultima domanda a Mihajlovic gliela fa SinisaMihajlovic... ehm, Abel Balbo». «Ahme la faccio da solo? Fatti una do-manda e datti una risposta». «Quelloè un altro però: non sono io» (EnricoVarriale e Sinisa Mihajlovic, «StadioSprint», Raidue).COE(RENZI)E V «Non parlo di arbitri...non fatemi parlare di arbitri per favo-re... degli episodi parlate voi che sietetutti uomini di calcio, io non voglio piùparlare di arbitri visto il passato...».Trenta secondi dopo: «Ma certo che èrigore, è talmente evidente. Come sifa a stare zitti? È troppo clamoroso per non dirlo, dai» (Walter Mazzarri,«Skycalcioshow»).SOFT CORE INGRATO V Tempo di crisianche a Premium: per vestire MikaelaCalcagno, sabato sera, dai magazziniMediaset avevano rispolverato addi-rittura un vestito usato nel film «Mo-nella» di Tinto Brass.CONCLUDENDO V Moggi: «Quello suEl Kaddouri è il classico rigore che sipuò dare (alla Juve) o non dare (alToro)».

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Posticipi Al San Paolo il Genoa, i viola a Parma

Napoli e Fiorentinaprovano a tenere il passo

Parma, ore 19

PARMA(3-5-2)83 Mirante

2 Cassani29 Paletta

6 Lucarelli7 Biabiany5 Gargano

32 Marchionni 16 Parolo18 Gobbi99 Cassano11 Amauri

FIORENTINA(3-5-2)

1 Neto40 Tomovic

2 Rodriguez15 Savic11 Cuadrado10 Aquilani

7 Pizarro20 Borja Valero23 Pasqual72 Ilicic32 Matri

Arbitro: Gervasoni di Mantova

Tv: ore 19.00 su Premium Calcio, SkySuperCalcio

Napoli, ore 21

NAPOLI(4-2-3-1)25 Reina11 Maggio21 Fernandez33 Albiol31 Ghoulam88 Inler

8 Jorginho7 Callejon

17 Hamsik14 Mertens

9 Higuain

GENOA(3-4-3)

1 Perin8 Burdisso

90 Portanova15 Marchese

3 Antonini27 Matuzalem91 Bertolacci13 Antonelli77 Konaté11 Gilardino29 De Ceglie

Arbitro: Banti di Livorno

Tv: ore 21 su Sky Calcio, Sky Sport e Mediaset Premium

Incastrato tra l’andata e il ri-torno dei sedicesimi di EuropaLeague, stasera c’è il posticipoper Napoli e Fiorentina. Lasquadra di Benitez, che giove-dì ospiterà lo Swansea (ierisconfitto 4-3 a Liverpool) do-po il pericoloso 0-0 dell’anda-ta, attende al San Paolo il Ge-noa: «La partita che viene pri-ma è sempre la più importantee delicata — dice Benitez —. IlGenoa occupa una posizionetranquilla in classifica e ver-ranno qui sicuramente pergiocarsela». Rafa recuperaFernandez e Jorginho; in avan-ti ballottaggio Pandev-Ham-sik; in porta Reina, mentre ilclub è alla ricerca di un sosti-tuto di Rafael, partito ieri per ilBrasile dove verrà operato neiprossimi giorni. Più tranquillain Europa League dopo il 3-1 aEsbjerg, la Fiorentina va a Par-ma contro una delle squadrepiù in forma della serie A. Montella però può contare sulritorno di Gonzalo Rodriguez,Cuadrado e Vargas. A parte Rossi, squadra al completo: èla prima volta questa stagione.

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Gli inseguitori Polemiche sull’arbitro di Torino

Rabbia e infortuniLa Roma aspetta Tottiper sognare ancora

ROMA — Resettare e ripar-tire. Anche se non sarà facile.Perché la Roma, dopo la vitto-ria di Bologna, sperava che ilTorino fermasse la Juve. Per-ché il rigore non fischiato peril netto contatto tra Pirlo ed ElKaddouri ha scatenato di nuo-vo in città il partito dei «com-plottisti»: socialnetwork e radiohanno tracimato.Perché alla societàsi sentono presi ingiro da commentiper cui a volte èsemplice e a volte èdif f ic i le vederequello che succedein campo, tra pe-nalty e cartellini.Perché stanno per arrivare duepartite molto impegnative,contro Inter e Juventus, el’emergenza infortunati restaalta. Alla moria dei terzini (sa-bato ne mancavano 4 su 4) si èaggiunto l’infortunio alla cavi-glia di Florenzi.

La linea della società e diRudi Garcia è comune: conti-nuare a spingere con tutte leforze, senza cadere nel vitti-mismo e, nello stesso tempo,senza fare «la figura dei fessi».Un equilibrio non facile. Pen-sare che il campionato sia giàfinito sarebbe l’errore più gra-

ve: se non si mira al primo po-sto, può diventare più difficiledifendere il secondo.

Tutti devono dare il massi-mo, per non avere in futuronessun rimpianto. In questosenso un segnale importantepotrebbe venire da Francesco

Totti. Il capitano sta pensandodi rinunciare al giorno supple-mentare di riposo, che Garciaha dato alla squadra, e presen-tarsi a Trigoria non solo per lafisioterapia ma anche per unprimo test in vista della garacontro l’Inter. In ogni caso, la

decisione sarà presa in strettocontatto con lo staff medico.C’è una sola cosa peggiore dinon andare in campo: farloquando non si è ancora prontie rischiare una ricaduta.

Il rientro di Totti contro l’In-ter è possibile, quello di Mai-con improbabile. Garcia, però,sabato potrà recuperare alme-no Torosidis. Gli affanni diTaddei, terzino d’emergenza aBologna, sarebbero molto piùdifficili da ammortizzare con-tro Inter e Napoli. AlessandroFlorenzi sarà sottoposto anuovi esami alla caviglia de-stra. Miralem Pjanic deve con-vivere con il dolore al ginoc-chio, eredità della gara del 5gennaio allo Juventus Sta-dium. Sarebbe utile recupera-re Totti, magari con una staf-fetta tra lui e il bosniaco, per lagestione delle risorse. I due in-fortuni muscolari della stagio-ne in corso hanno limitato ilminutaggio di Totti a 957 mi-nuti. Tutti gli altri attaccanti,tranne Destro (526’, ma è rien-trato solo l’8 dicembre), han-no giocato di più: Gervinho1.605’, Florenzi 1.324’ e Ljajic1.144’. Pjanic addirittura1.706’. Per tenere testa alla Ju-ve fino alla fine serve il migliorTotti. E poi sarà quel che sarà.

Luca Valdiserri© RIPRODUZIONE RISERVATA

BandieraFrancesco Totti, 37 anni, è alla sua ventiduesima stagione con la Roma. In questo campionato ha segnato finora 5 gol(LaPresse)

957minuti giocatida Francesco Totti finora in questo campionato: l’attaccante che ne ha giocati di più è Gervinho (1.605)

Fair play Serata quasi british, a parte gli striscioni su Superga

Conte: «Il fallo c’era»Ventura: «Con loronon siamo fortunati» El Kaddouri: «Ho sentito bene il contatto»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

TORINO — Va a finire che AntonioConte diventerà anche simpatico: «Il fallo su El Kaddouri in area? Poteva ac-cadere di tutto, dall’ammonizione persimulazione al rigore... per fortuna Riz-zoli ha deciso bene...». Mentre lo dice con aria furba, il tecnico che ha regalatoalla Juve anche il record dei sei derbyvinti di fila, si rende conto che suona unpo’ come una presa in giro e scoppia inuna risata nervosa. «Effettivamente ilrigore ci può stare — riprende l’allena-tore dopo essersi ricomposto — anchese l’arbitro può essere stato influenzatodallo stesso El Kaddouri che sembrache si stia preparando a cadere e questopuò avere ingannato...».

Se Conte è accomodante, Ventura vaoltre, facendo da cerimoniere al galà delfair play che va in scena dopo un derbynon bello, ma intenso e vissuto. Il tecni-co del Toro parte addirittura con toniecumenici: «Le situazioni di oggi nonhanno importanza». Poi di fronte allamoviola, traballa un po’: «Purtroppo adesso che lo vedo dico che il rigore èevidente». Al quinto-sesto giro di mi-crofoni e di replay, il fallo di Pirlo in areadiventa un fatto quasi secondario, macomunque «clamoroso» per il tecnico granata: «Con la Juve non abbiamo for-tuna — chiosa elegantemente Ventura— perché è il terzo derby che perdiamocon situazioni sfavorevoli per noi. Di-spiace, certo. Perché se Rizzoli avessedato rigore e noi lo avessimo realizzatosarebbe stato un pareggio meritato. Mase mi chiedete se prevale il rammaricoper il risultato o l’orgoglio per la cresci-ta della mia squadra, allora non ho dub-bi: raramente si è vista la Juventus nelsuo stadio messa così in imbarazzo».

Il punto, per una volta è questo: il ri-gore mancato è solo un tassello diun’anomalia più grande, rimasta negliocchi. La Juve ha rischiato poco, ma si èchiusa nel finale per evitare il pareggio.«Ci siamo abbassati più del solito — ri-conosce Conte —. Ci sono stati alcunipericoli, solo per le mischie che si sonocreate. Credo che sia subentrato più chealtro il timore di ripercorrere il finale diVerona, dove siamo stati raggiunti al-l’ultimo secondo».

A suo modo anche questa è una no-vità. E non è l’unica: «Qui hanno presotre gol Napoli, Roma, Inter, Milan — ri-corda Ventura —. Ecco perché noi sia-mo partiti in modo accorto e siamousciti nel finale. Credo che come tattica

abbia avuto una sua logica. E dimostracome il nostro percorso di maturazionesia sulla strada giusta: il divario con legrandi del nostro campionato c’è anco-ra, ma ci stiamo avvicinando a loro eper una squadra che due anni e mezzofa era in serie B è qualcosa di importan-te».

La Juventus invece dà qualche segna-le di stanchezza e l’agenda intasata diimpegni non lascia tranquillo Conte: «Abbiamo 11 punti in più di un anno fama mi sento meno sereno. La Roma èpiù forte del Napoli dello scorso cam-pionato e per molti versi mi ricorda la mia prima Juve. Dire che è stato un der-

by particolarmentesofferto mi sembraesagerato, ma rap-p res e n tava u n agrandissima inco-gnita e ne siamousciti bene, facen-do una gara tatti-camente perfetta.Adesso giochiamogiovedì sera in Tur-chia, rientriamo ve-nerdì all’alba e do-menica abbiamo ilMilan: è incredibi-le, ma non possia-mo farci niente».

L a c a r e n z a d isonno per il rigoremancato sembrainvece solo un pro-blema di Omar ElKaddouri: «Era net-to — dice la mezza-punta granata —. Ilcontatto c’è stato el’ho sentito bene.

Rizzoli mi ha detto che mi sono buttatoma non è così. E sul secondo giallo nondato a Vidal può darsi che non se la siasentita. Ma come ci ha detto il misterdobbiamo essere orgogliosi e non di-spiaciuti».

La frase detta a caldo da Gigi Buffonmagari suona come una provocazioneper il popolo granata: «Per dare rigore ci vuole qualcosa di netto — sostiene ilportiere azzurro —, non basta esseresfiorati...». Ma è niente in confronto aisoliti striscioni juventini, grevi e offen-sivi sulla tragedia di Superga. Nella not-te del fair play e dei toni pacati, non sipuò sperare di avere tutto.

Paolo Tomaselli© RIPRODUZIONE RISERVATA

DuelloAndrea Pirlo, 34 anni, e Omar El Kaddouri, 23. Il contatto fra lo juventino e il granata in area della Juventus non è stato sanziona-to con il calciodi rigore(LaPresse)

Juventus 1Torino 0

Marcatore: Tevez 30’ p.t.

JUVENTUS (3-5-2): Buffon s.v.; Barzagli 6, Bonucci 6,5, Caceres 6; Lichtsteiner 6, Vidal 5 (Marchisio s.v. 29’ s.t.), Pirlo 6, Pogba 5,5, Asamoah 6; Llorente 6 (Padoin s.v. 44’ s.t.), Tevez 7,5 (Osvaldo s.v. 46’ s.t.). All.: Conte 6,5

TORINO (3-5-2): Padelli 6,5; Bovo 5,5 (Meggiorini s.v. 36’ s.t.), Glik 5, Moretti 6; Darmian 5,5, Kurtic 5 (Basha s.v. 47’ s.t.), Vives6, El Kaddouri 6 (Farnerud s.v. 40’ s.t.), Pasquale 5; Immobile 6,5, Cerci 5. All.: Ventura 5,5

Arbitro: Rizzoli 5Ammoniti: Vidal, Pasquale, Bonucci, El KaddouriRecuperi: 2’ più 3’

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44 Sport Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

zionato, tutt’altro. Là davantic’è Pazzini (Balotelli ha maleuna spalla ed è impegnato a li-tigare coi fotografi in discote-ca), l’ex che viene applauditoda Marassi e fa un grande lavo-ro di sacrificio in area (che siapiù punta centrale del suo col-lega Balo è ormai assodato),soffrendo prima per una bottaalla caviglia e poi per una frat-tura al naso; subito dietro, gio-

ca la sorpresa Sa-ponara (forse l’uni-co elemento ancoraun po’ estraneo),mentre sia Hondache Taarabt, oltre af o r n i r e o t t i m ispunti in avanti,difendono così di-ligentemente che ilMilan sembra averdecisamente opta-to per un più co-p e r t o 4 - 4 - 1 - 1 .Stesso modulo, maanche stesso spiri-to e stessa compat-tezza visti con l’At-letico: e questo in-dipendentementedagli interpreti.Buon segno.

I rossoneri tro-vano il gol in unodei primi attacchi:al 12’ Rami lancialungo per Taarabt,lasciato solo, chesbaglia di testa, manon di piede dopoche Da Costa è cosìgentile da respin-gergli la palla pro-prio addosso. Datoche la Samp nonriesce a far male ri-partendo in con-tropiede (Eder làdavanti è spaesato,Gabbiadini non

trova interlocutori), il Milancontrolla in tranquillità, an-dando anche vicino al raddop-pio (Saponara al volo, su crossdi Constant). La gara potrebbeun po’ cambiare nel secondotempo quando Mihajlovic de-cide di tentare la carta MaxiLopez: i benefici sarebberoevidenti, ma la Samp non ha iltempo di goderne perché al 13’è Taarabt a trovare il lanciogiusto. Pazzini salta a ostaco-lare Da Costa, Rami è solo e in-sacca. C’è giusto il tempo perfar crescere la tensione (simoltiplicano i cartellini, finoalle proteste per l’intervento diAmelia e all’espulsione di Ma-

xi Lopez) e per saggiare la re-attività di Seedorf che toglieConstant e Muntari non ap-

pena, nervosi, prendono ilgiallo. Il Professore con la

Samp aveva iniziato l’avventu-ra italiana da giocatore (conSinisa come compagno), forsecontro la Samp ha cominciatoa vestire al meglio i nuovi pan-ni di allenatore.

Arianna Ravelli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pagelle Sampdoriadal nostro inviato a Genova

Palombo si salva4,5 DA COSTA D’accordo, il colpo di testa di Taarabt era ravvicinato, ma lui glielo respinge proprio sul piede. D’accordo, Pazzini probabilmente gli fa fallo, ma lui era comunque uscito male. Due gol, due colpe.5 FORNASIER Il terzino non è il suo ruolo e si capisce quando lascia così tanto spazio a Taarabt. Costantemente in affanno.5,5 MUSTAFI Prova a francobollarsi sul Pazzo e ci riesce abbastanza, ha il merito di un salvataggio sulla linea in avvio, ma in più di un’occasione sembra andare in tilt. Ha l’alibi, però, di non essere al meglio. 6 REGINI Torna centrale ed è il migliore della difesa: gioca spesso d’anticipo, i gol non arrivano per colpa sua.5,5 COSTA Dietro non fa neanche male (dalle sue parti transitano Honda e Saponara), ma i cross sono tutti sballati.

6 PALOMBO Ci prova: con grinta, ma senza perdere la testa. Insomma, è quello che fa la figuramigliore.

5 OBIANG Una quantità di palle perse che fa innervosire tifosi e allenatore. 5,5 GABBIADINI È il primo in ordine cronologico ad avere responsabilità sul gol di Taarabt. Però è l’unico che prova a inventarsi qualcosa. Calcione a Taarabt di pura frustrazione. 5 KRSTICIC Schierato trequartista viene arretrato dopo mezz’ora. Ha il numero 10, ma non si prende mai la responsabilità di fare la differenza.5 WSZOLEK Non arriva su un tiro cross di Gabbiadini, si perde sulla sinistra senza fare il solletico al Milan. Bocciato dopo un tempo. 5,5 EDER Male da unica punta, meglio quando entra Maxi Lopez, che lo lancia in porta per il dubbio di giornata (rigore o no? non sembrerebbe). Ha sui piedi l’occasione del 2-1, ma Amelia lo blocca.4,5 MAXI LOPEZ Un disastro: magari ha pure ragione a chiedere il fallo, ma insistere nelle proteste è da folli. E dire che serviva come il pane. 5,5 SORIANO Fa meglio di Wszolek ma non incide.

5 MIHAJILOVIC Aveva chiesto una reazione, ha visto la sua peggior Samp. Forse era meglio rischiare Maxi Lopez dall’inizio.

a.rav.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pagelle Milandal nostro inviato a Genova

Pazzini naso rotto6,5 AMELIA Lo si nota per la prima volta quando la Samp chiede il rigore ma la sua uscita sembra sul pallone. Lascia il segno quando para su Eder a 10’ dalla fine.6 ABATE Non è che da quella parte i doriani gli abbiano creato molti patemi. Partita ordinata, senza guizzi.6,5 ZACCARDO Chiamato a sostituire Bonera, fuori gioco all’ultimo minuto, è chiamato a lavorare un po’ di più nei 16’ in cui Maxi Lopez resta in campo. Non sfigura.

7 RAMI Dietro fa valere il fisico, come sempre, maquesta volta senza neanche una disattenzione. Fornisce una buona palla a Taarabt ed è nel posto giusto quando si tratta di chiudere la partita di testa. Meglio di così.

5,5 CONSTANT Gli unici vaghi problemi il Milan li ha quando parte Gabbiadini e il francese va un po’ in difficoltà. Poco propositivo (a parte un bel cross per Saponara). 6,5 HONDA Il giapponesino finalmente giustifica il numero di cronisti al seguito. Lancia più volte i rossoneri in avanti (subito al via Pazzini), tenta il tiro, ma soprattutto ha imparato anche a tornare a difendere. Utile.6,5 MONTOLIVO Attento e pulito nelle chiusure, avvia anche qualche buon contropiede. 6 MUNTARI Qualche pasticcio, di foga e di nervoso(viene tolto dopo essere stato ammonito), la solita generosità.7 TAARABT Uno dei punti fermi di questo Milan. Non solo prova a saltare l’uomo, non solo resta freddo e non sbaglia al momento del gol, non solo ricambia l’assist a Rami, ma sa anche sacrificarsi. 5,5 SAPONARA Chiamato a sostituire Kakà, un po’ soffre. Qualche buon inserimento nel primo tempo, quando si esibisce in un tiro al volo (di poco alto), ma fatica a integrarsi.6,5 PAZZINI Per la causa ci mette prima le caviglie (botta), poi il naso (sospetta frattura). Grande lavoro, va a disturbare Da Costa sul raddoppio.6 POLI Conferma il buon momento.6 ESSIEN L’esperienza che serve per mantenere il vantaggio.

6,5 SEEDORF Per la prima volta il suo Milan vince e convince. Forse ha trovato la strada.

a.rav.© RIPRODUZIONE RISERVATA

DAL NOSTRO INVIATO

GENOVA — Il Milan ha tro-vato un senso, e questa voltaanche la vittoria. Finora unodei due era mancato. Merito didue gol dal profumo di Maroc-co, firmati Adel Taarabt e AdilRami (che si scambiano gli as-sist) e nati a gennaio: i rosso-neri più convincenti sono arri-vati nell’ultima sessione dimercato, a costo zero (trattasidi due prestiti).

All’ottava partita della ge-stione Seedorf si vede final-mente un percorso, quasi unastrada ben segnata, in mezzoalla foresta di difficoltà di que-sta stagione. Ora non resta cheproseguire. Certo, servono av-versari di maggior livello perstabilire che la crescita è servi-ta e la Juventus, domenicaprossima, sarà in questo sensola prova più utile. La Sampdo-ria, al contrario, s’è persa: do-po la sconfitta con la Roma cheaveva fatto infuriare Mihajlo-vic si vede una delle peggioriSamp della stagione (alla pri-ma sconfitta in casa della sua

era), e questo al netto delleproteste (legittime) per il se-condo gol dei rossoneri, vizia-to dal fallo di Pazzini sul por-tiere Da Costa. Meno legittimele proteste per l’anticipo diAmelia su Eder (non sembrarigore, il portiere rossonerocolpisce prima la palla), prati-camente folli quelle che hannoportato Maxi Lopez a beccarsi

Sampdoria 0Milan 2

Marcatori: Taarabt 12’ p.t.; Rami 13’ s.t.

SAMPDORIA (4-2-3-1): Da Costa 4,5; Fornasier 5, Mustafi 5,5, Regini 5,5, Costa 5,5; Palombo 6, Obiang 5 (Maxi Lopez 4,5 11’ s.t.); Gabbiadini 5,5, Krsticic 5 (Renan s.v. 36’ s.t.), Wszolek 5 (Soriano 5,5 1’ s.t.); Eder 5,5. All.: Mihajilovic 5

MILAN (4-4-1-1): Amelia 6,5; Abate 6, Zaccardo 6,5, Rami 7, Constant 5,5 (Emanuelson s.v. 30’ s.t.); Honda 6,5, Montolivo 6,5, Muntari 6 (Essien 6 18’ s.t.), Taarabt 7; Saponara 5,5 (Poli 6 11’ s.t.); Pazzini 6,5. All.: Seedorf 6,5

Arbitro: Doveri 5Espulso: Maxi Lopez 28’ s.t.Ammoniti: Constant, Mustafi, Palombo, Costa, Muntari, Gabbiadini, HondaRecuperi: 0’ più 3’

RompighiaccioTaarabt raccoglie una respinta

del portiere della SampdoriaDa Costa e porta in vantaggio

il Milan dopo appena12 minuti di gioco (LaPresse)

Il caso Insulti con un fotografo sabato a Portofino, rissa sfiorata

Balotelli litiga col paparazzoGENOVA — Il grande as-

sente è sempre quello che piùfa discutere. Mario Balotelli,non convocato per il traumacontusivo alla spalla rimedia-to in Champions, si è resoprotagonista sabato notte del-l’ennesima intemperanza. Ri-fugiatosi a Santa Margheritaper un giorno di relax con lafidanzata Fanny e alcuni ami-ci, ha prima avuto un diverbiocon un fotografo mentre ce-nava a Portofino al ristorante«U magazin». Geloso dellapropria privacy, SuperMarioha chiesto al paparazzo di al-lontanarsi. Peccato che lostesso fotografo lo abbia poiseguito in scooter al Covo, no-to locale della riviera. La suapresenza non ha messo dibuon umore l’attaccante mila-

nista tanto che sono volati in-sulti (secondo il Secolo XIXanche dei calci). Ma il giocato-re si difende: «Mi sono tenutoa distanza». Il fotografo avreb-be chiesto l’intervento dei ca-rabinieri ma la serata si è con-clusa senza denunce (tantoche poi la punta è entrata indiscoteca). Ieri però non era intribuna: pare che abbia assi-stito alla gara dei compagnidavanti alla tv nella casa diBrescia.

Chissà se recupererà per laJuve visto che Giampaolo Paz-zini ieri è uscito da Marassicon il naso rotto. I medici han-no cercato di ridurre la frattu-ra con una manipolazione,oggi però sono previsti nuoviesami. Potrà giocare la super-sfida con i bianconeri in pro-

gramma fra sei giorni con lamaschera (considerando chegià nell’ottobre del 2009 avevasubito lo stesso infortunio)?

Per fortuna, comunque, ilMilan a Marassi vince. «Ma-rocco 2-Sampdoria 0». Adria-no Galliani festeggia in tribu-na il successo del suo Milan (ilsecondo in trasferta targato Seedorf), propiziato dai goldei maghrebini Taarabt e Ra-mi. «È stato un buon Milan,targato dagli innesti del mer-cato di gennaio. Nuovo l’alle-natore, nuovi i marcatori, vec-chi solo i dirigenti». Che co-munque hanno avuto il meri-to di portare nella campagnaacquisti di gennaio quattrogiocatori a costo zero (cioèanche Essien e Honda, ieritutti in campo nel secondo

tempo). Dopo un avvio di sta-gione difficoltoso, la squadra

di Seedorf migliora nel gio-co e in classifica. «Nel giro-ne di ritorno abbiamo to-talizzato 13 punti in 6partite. Siamo ritornatialla nostra media punti

solita», sospira l’a.d. mila-nista che non vuole parlaredi Europa League come

obiettivo più vicino («Cal-ma!») ma che dedica parole dielogio al tecnico olandese: «È

stato reattivo nel toglieredal campo Muntari e Con-

stant dopo che erano statiammoniti».

L’allenatore olandese si ri-lassa: «Le cose cominciano agirare, non è mai bello per unclub come il Milan vivere co-sì tanto tempo sotto pressio-ne. Obiettivi? Se uno guardala classifica diventa matto, iconti li faremo alla fine».

Monica Colombo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Rincorsa Turnover di Seedorf. Nella seconda rete rossonera fallo di Pazzini sul portiere

Il Milan trova la strada giustae la vittoria «made in Marocco»Taarabt e Rami, gol e assist. Sampdoria brutta e nervosa

due gialli uno di seguito all’al-tro e a uscire dopo 16’ disputa-ti (era partito dalla panchina).

Clarence Seedorf, un po’ perscelta (decide, per esempio difar respirare Kakà), molto pernecessità (l’ultimo forfait lastminute è quello di Bonera, chetorna a Milano prima dellapartita causa influenza: in tut-to erano dieci gli indisponibi-

li) cambia nove undicesimi ri-spetto alla squadra che ha per-so, ma convincendo, control’Atletico. Non per caso, gliunici superstiti di mercoledìsono Rami e Taarabt, i due chehanno deciso la partita, e chein questo periodo mostranopiù testa e più gambe di tutti.Ma non si può dire che il mas-siccio turn over non abbia fun-

Il tecnico doriano

Mihajlovic furioso con Maxi Lopez«Ha perso la testa, così non si fa»GENOVA — (m. col.) Lo stadio ribolle di rabbia verso l’arbitro, reo secondo i tifosi di aver condizionato la gara con decisioni dubbie. Sinisa Mihajlovic spiazza il popolo doriano e devia l’attenzione da Doveri. «Non voglio alibi. Piuttosto parlerò con Maxi Lopez domani, perché se lo avessi fatto dopo la gara avrei commesso anch’io qualche cavolata. Si può perdere una partita ma non la testa. Non possiamo permetterci di compromettere le prossime gare: Maxi è venuto a Genova per darci una mano, non per metterci ancora più in difficoltà. Così non si deve fare».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

FestaTaarabt, dopoil gol,corre adabbracciare il compagnoMexèsin panchina (Pegaso News)

Page 45: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Sport 45

Il dopopartita Il tecnico nerazzurro non nasconde l’amarezza e torna sull’occasione negata a Icardi

Mazzarri: «Un rigore troppo netto per stare zitti»MILANO — Il 10° pareggio,

il 7° per 1-1, certifica che que-sta è proprio una stagione inaltalena per l’Inter. Unica co-stante: zero rigori a favore, da27 giornate di campionato cheregalano alla squadra di Maz-zarri un primato del quale fa-rebbe volentieri a meno: è ri-masta, infatti, l’unica in tutta laseria A, a non aver mai calciatodal dischetto. Eppure anchecontro il Cagliari ci sarebberostati gli estremi quando Ros-settini e Sori hanno impedito aIcardi di colpire di testa a portavuota.

Walter Mazzarri si era ripro-messo di non lamentarsi piùdegli arbitri sino al terminedella stagione. Un buon propo-sito che è durato poco. «Parlatevoi, non voglio più tornare su

questo argomento», erano sta-te le prime parole del tecnico,ma davanti alle immagini del-l’episodio contestato, ha finitoper lasciarsi andare. «Lo vede-te Icardi che stava facendo gol?E li vedete i due del Cagliari,uno in particolare che sposta eschiaccia il nostro attaccanteche, se non fosse stato ostaco-lato, avrebbe sicuramente fattogol? Questo è un rigore tropponetto per stare zitti e, se ricor-date bene, io avevo ammessosubito che il gol di Icardi a Fi-renze era in fuorigioco».

Già, Mauro Icardi, sempreuomo copertina in casa Inter,pure quando non segna. Maz-zarri l’ha mandato in campo ainizio secondo tempo, accoltoda un doppio applauso del po-polo nerazzurro. E l’attaccante

ha rischiato di lasciare il segno.«Il ragazzo ha retto per tutti i45 minuti ed era la prima voltache rimaneva tanto in campo— ha sottolineato il tecnico in-terista —: sta crescendo e stafacendo molto bene. Vedremoin settimana se farlo partiredall’inizio sabato sera contro laRoma all’Olimpico. Sperandogiri meglio di quanto è capita-to contro il Cagliari che èun’ottima squadra, però noiabbiamo avuto almeno tre cla-

morose occasioni per vincerela partita».

La tentazione di Mazzarri difar giocare Icardi dal primominuto è forte, dopo aver pre-so atto di quanto siano lenti,quasi impercettibili, i progres-si di Diego Milito sul piano fi-sico. E, infatti, quando al tecni-co è stato chiesto chi stessemeglio tra i due attaccanti ar-gentini ha replicato che avreb-be tenuto per se la risposta.Pure Erick Thohir, che non hamai nascosto la grande consi-derazione che ha per il giovaneargentino, vedrebbe bene ilsuo debutto dall’inizio. A finepartita il presidente se ne è an-dato senza parlare, però in tri-buna al gol di Rolando avevasottolineato ai vicini di posto,tra i quali Moratti arrivato a fi-ne primo tempo, con un gestoeloquente quanto era statapreziosa la sponda di Icardi.

Franco Fiocchini© RIPRODUZIONE RISERVATATrattenuto Icardi affrontato da Rossettini (Ansa)

MILANO — È finita come al-l’andata: dal fango di Trieste (29settembre) al sole di San Siro, ècambiato moltissimo nell’Internon il risultato della partita conil Cagliari. Invece della terzaconsecutiva, dopo quelle conSassuolo e Fiorentina, è arrivatoil decimo pareggio (il settimo1-1) di questo campionato, nelquale i nerazzurri non riesconoa cambiare passo, perché, al dilà dei difetti evidenti, continua-no a buttare via punti e occasio-ni, con l’Europa che apparesempre lontana. E questo spiegaperché Mazzari, alla fine, fossefurente con il mondo, così comeè risultata pesantissima l’assen-za di Hernanes, fermo per pre-cauzione. Erick Thohir, in tribu-na (quarta partita a San Siro, daquando è diventato presidente,terzo pareggio dopo quelli conSamp e Catania, il derby resta unepisodio isolato), ha sperato fi-no all’ultimo nei tre punti e allafine sarebbe potuta arrivare lavittoria se il colpo di testa diMaurito Icardi non fosse andatoa sbattere sulla traversa e se nelseguito dell’azione l’arbitro

Russo avesse punito con il rigo-re l’intervento contemporaneodi Rossetti e Astori sul numero9. Tutto regolare, invece; cosìl’Inter resta l’unica squadra dellaserie A a non aver ancora avutorigori a favore.

Su rigore la squadra di Maz-zarri era andata sotto (40’), do-po un primo tempo anonimo,giocato a ritmi troppo lenti, per

immaginare di poter far male alCagliari: troppi passaggi, e quasitutto orizzontali; nessun sensodella profondità; poca aggressi-vità. Pinilla ha calciato un pallo-ne verso l’area, che Samuel nonè riuscito a intercettare e che èfinito sul braccio di Juan Jesus,peraltro già ammonito dopo seiminuti, per un contrasto in cor-sa con Ibarbo. Un giallo che con-

ferma come l’arbitro Russo nonc’entri nulla con il gioco del cal-cio. Il Cagliari ha chiesto l’espul-sione di Juan Jesus sul «mani»da rigore; Russo non ha estrattoil secondo giallo, rifacendosi auna norma Fifa/Uefa di dubbiainterpretazione (il pallone nonstava andando a un altro gioca-tore del Cagliari), perché il rego-lamento è diventato un’opinio-ne: ogni arbitro ha la sua. Ormaisi può dire e decidere tutto o ilcontrario di tutto; resta il fattoche Pinilla ha consentito al Ca-gliari di chiudere il primo tem-po in vantaggio.

Così Mazzarri ha cambiatoMilito con Icardi, per la felicitàdi San Siro e proprio il numero 9ha offerto l’assist per il pareggiodi Rolando, che a Trieste avevafirmato l’autogol dell’1-1 e chestavolta ha trovato la porta giu-sta. Siccome erano passati appe-na 7’ (nel frattempo in tribuna era apparso Moratti), c’era tuttoil tempo per immaginare una ri-presa ruggente dell’Inter. È an-data più o meno così, anche sequesto è un momento in cui alpubblico di San Siro non piace

niente, ma la squadra nerazzur-ra ha sbagliato troppi passagginella «zona calda» del campo,quando sarebbe stato indispen-sabile mantenere la giusta fred-dezza per trovare spazio controun avversario che dimostrava disapersi difendere con ordine econcentrazione, aumentando ilnumero degli interditori inmezzo al campo (Eriksson perAdryan).

Quando Palacio ha colpitosull’assist di Guarin, san Siro hacreduto che fosse arrivata l’oradel 2-1; invece Avramov è arri-vato a deviare con il piede e que-sto ha messo l’Inter nella condi-zione di dover attaccare, facen-dolo però in maniera scompo-sta, perché è evidente che lasquadra, soprattutto senza Her-nanes, resta poco connessa fra ireparti, non riesce a dare fluiditàallo sviluppo del gioco d’attaccoe ad avere uomini che si muovo-no senza palla. Nemmeno l’en-trata in campo di Kovacic per Al-varez è servita a dare profondi-tà, anche perché Kuzmanovic hafatto da tappo alle azioni interi-ste. Nel frattempo, Palacio si èdannato nel pressing alto, men-tre Icardi è rimasto a lungo aguardare, come gli attaccanti diuna volta, in attesa dell’attimofuggente. Che è arrivato al 45’,con la traversa, che gli ha negatoil bis dell’andata e il rigore nonfischiato. L’Inter non è bella. Manemmeno fortunata.

Fabio Monti© RIPRODUZIONE RISERVATA

La rabbia del difensore

Juan Jesus: «Un gesto involontarioEro immobile, potevano solo spararmi»MILANO (f. fio.) — Non è stata una domenica fortunata quella di Juan Jesus. Subito un giallo, poi un fallo di mano e il rigore per il Cagliari. «Non stavo aspettando la palla, il mio quindi è stato un gesto involontario: io erofermo e la palla mi è venuta contro. E lo si vede bene dalle immagini: ero immobile, potevano solo spararmi», ha provato a discolparsi il difensore brasiliano, prima di commentare l’ammonizione a inizio gara. «Ho toccato Ibarbo e lui si è buttato: non posso farci niente. Certo: lui è molto bravo, però io credo di aver fatto una buona partita. E l’Inter avrebbe meritato di vincere per quello che ha fatto nel secondo tempo con le grande occasioni di Palacio e Guarin. Per non parlare della traversa di Icardi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

7gli 1-1dell’Inter: Juve, Cagliari(2), Atalanta, Bologna, Sampdoria, Chievo

Inter 1Cagliari 1

Marcatori: Pinilla (rigore) 40’ p.t.; Rolando 7’ s.t.

INTER (3-5-2): Handanovic 6; Rolando 6, Samuel 6, Juan Jesus 6; Jonathan 5, Guarin 6,5, Kuzmanovic 4 (Botta s.v. 33’ s.t.),R. Alvarez 6 (Kovacic 5,5 21’ s.t.), Nagatomo 7; Milito 5 (Icardi 6,5 1’ s.t.), Palacio 6. All.: Mazzarri 6

CAGLIARI (4-3-1-2): Avramov 6,5; Dessena 5,5, Rossettini 6, Astori 6,5, Avelar 5,5; Vecino 6, Cossu 6 (Perico s.v. 32’ s.t.), Ekdal 6,5; Adryan 6 (Eriksson 6 12’ s.t.); Pinilla 6 (Nené s.v. 26’ s.t.), Ibarbo 6,5. All.: Lopez 7

Arbitro: Russo 4Ammoniti: Juan Jesus, Dessena, Vecino, Ekdal, IbarboRecuperi: 1’ più 4’

BlitzIl difensore portoghese

dell’Inter Rolando, 28 anni,segna l’1-1. Inutile il tentativodel portiere Avramov, 34 (Ap)

Presidente delusoThohir vorrebbe il giovane argentino in campo da subito. Poi se ne va senza parlare

Le pagelle Inter

Il mistero Kuzmanovic 6 HANDANOVIC Partita tutta in discesa: pochi e facili interventi. Niente da fare sul rigore.6 ROLANDO Ordinato e reattivo sul gol del pareggio, che gli dà coraggio offensivo.6 SAMUEL Meriterebbe un voto più alto, anche per alcuni recuperi, ma il giudizio è condizionato dal «buco» che trae in inganno Juan Jesus sul rigore. 6 JUAN JESUS Si prende subito un giallo (eccessivo), duello rusticano con Ibarbo, non è fortunato sul rigore. Ripresa frenata per evitare guai.5 JONATHAN Corre molto, ma risulta troppo approssimativo nei passaggi, in una partita nella quale servirebbe grande precisione, visto che il Cagliari tende a chiudere tutti gli spazi.6,5 GUARIN Cerca soluzioni difficili; ogni tanto sparisce dai radar e non sempre le sue giocate sono lineari. Però, in questa Inter, uno capace di operare il break, attraverso corsa e forza, resta importante. Splendido l’assist per Palacio (20 s.t.), poi spreca il 2-1 per la voglia di stupire.4 KUZMANOVIC Lento a pensare, a muoversi e a muovere la squadra. Gioca sulla piastrella e resta il mistero: perché deve giocare titolare nell’Inter?6 R. ALVAREZ Rientra da un infortunio, non è più quello di inizio stagione. Qualche buono spunto.

7 NAGATOMO Si scatena nella ripresa. Suo il cross dal quale nasce il gol dell’1-1; suoi gli spunti più interessanti per gli attaccanti. Instancabile.

5 MILITO Resta da capire se sia lui che non aiuta abbastanza la squadra o la squadra che non aiuta lui. A fine primo tempo, cerca il tiro vincente, ma trova Avramov, Mazzarri lo sostituisce nell’intervallo.6 PALACIO Ha la palla del 2-1, ma trova un super Avramov. Corre per due (cioé anche per Icardi) e non si può pretendere che sia anche lucido.6,5 ICARDI Non è interessato al gioco della squadra, però si presenta con un super-aggancio in area (e conclusione alta); a seguire, magnifico assist di testa per il pareggio di Rolando; a chiudere traversa e rigore su di lui non visto da Russo.5,5 KOVACIC Rimpiazza Alvarez, ma non si notano gli spunti verticali che si aspetta Mazzarri.

6 MAZZARRI La squadra è più tonica rispetto a un mese fa e lui prova tutte le soluzioni per vincere salvo una: sostituire Juan Jesus a inizio ripresa; giocare con la difesa a 4, aggiungere Icardi a Milito.

f. mo.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le pagelle Cagliari

Un super Avramov6,5 AVRAMOV La paratona su Palacio salva il risultato (20’ s.t.); decisivo in altre tre occasioni; sbaglia l’uscita su Icardi, ma viene salvato dalla traversa. Grandi riflessi, anche in uscita. 5,5 DESSENA Lopez lo schiera da terzino destro; per un tempo, regge bene l’urto delle avanzate nerazzurre sulla sua corsia; poi, quando Nagatomo gli scappa via, il tecnico mette Perico e lui si alza.6 ROSSETTINI Fa in fretta a capire che non è il caso di prendere troppe iniziative. Buon salvataggio su Palacio nel primo tempo; rischia il rigore alla fine. 6,5 ASTORI Partita di personalità, sempre attento e deciso; gioca spesso sull’anticipo. Insieme con Rossettini, sbilancia Icardi, ma gli va bene.5,5 AVELAR Dà sempre l’idea di essere impacciato e dalla sua parte, l’Inter prova spesso a sfondare, anche se poi Jonathan sbaglia nei momenti decisivi e lui si salva anche su Guarin.6 VECINO Partita di sostanza, con lavoro di quantità in mezzo al campo e qualche proiezione offensiva interessante, come quella del 36’ del primo tempo (conclusione a lato).6 COSSU Lopez lo schiera al posto di Conti (squalificato) e lui risponde bene, anche se quello di regista non è il suo ruolo. I piedi buoni lo aiutano.6,5 EKDAL Sempre lucido e presente, unisce qualità (le giocate) a quantità (recuperi di alcuni palloni importanti).6 ADRYAN Tocca a lui fare il trequartista, alle spalle di Pinilla-Ibarbo. Alcune sue giocate, nel primo tempo, mettono in difficoltà la difesa dell’Inter. Quando comincia a sentire la fatica, viene sostituito da Eriksson.6 PINILLA Si procura il rigore, provando il tiro e lo realizza. Molto pressing sui difensori nerazzurri, segno di grande impegno. Sostituito nel finale.

6,5 IBARBO Come sempre le sue qualità atletiche, palla al piede, mettono in croce gli interisti. Siccome spende molto, anche questa voltaha un notevole calo nella ripresa. Però è un giocatore sempre bello da vedere quando scappa.

6 ERIKSSON Rileva Adrian ed entra subito in partita: deve frenare l’Inter e lo fa.

7 LOPEZ Tra infortuni e squalifiche, deve ridisegnare il Cagliari. Lo fa bene. E bene ha fatto Cellino a non esonerarlo in settimana.

f. mo.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Con il Cagliari I nerazzurri non sono riusciti a infilare la terza vittoria consecutiva contro un grande avversario

L’Inter mette la decima Xsulla voglia di tornare in EuropaRigore di Pinilla, pareggio di Rolando e traversa di Icardi

Page 46: Il corriere della sera

46 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

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Page 47: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Sport 47

Punti G V N P V N P V N P F S JUVENTUS 66 25 21 3 1 13 0 0 8 3 1 60 19ROMA 57 24 17 6 1 10 2 0 7 4 1 49 11NAPOLI 50 24 15 5 4 8 3 1 7 2 3 49 27FIORENTINA 44 24 13 5 6 7 3 2 6 2 4 43 26INTER 40 25 10 10 5 6 6 1 4 4 4 43 29VERONA 39 25 12 3 10 8 1 4 4 2 6 43 42PARMA 36 23 9 9 5 5 5 2 4 4 3 36 27TORINO 36 25 9 9 7 5 5 2 4 4 5 39 32MILAN 35 25 9 8 8 6 4 2 3 4 6 39 35LAZIO 35 25 9 8 8 7 3 2 2 5 6 33 34GENOA 31 24 8 7 9 5 4 3 3 3 6 27 31UDINESE 28 25 8 4 13 5 2 5 3 2 8 29 36SAMPDORIA 28 25 7 7 11 4 4 5 3 3 6 27 37ATALANTA 28 25 8 4 13 7 2 3 1 2 10 25 37CAGLIARI 25 25 5 10 10 5 4 4 0 6 6 23 35CHIEVO 21 25 5 6 14 3 2 7 2 4 7 19 35BOLOGNA 21 25 4 9 12 2 6 5 2 3 7 22 41LIVORNO 20 25 5 5 15 3 3 7 2 2 8 26 45CATANIA 19 25 4 7 14 4 5 3 0 2 11 19 43SASSUOLO 17 25 4 5 16 3 1 8 1 4 8 25 54

Serie A Classifica Punti totali In casa Fuori casa

G giocate V vinte N nulle P perse F reti fatte S reti subite

Punti G V N P V N P V N P F S PALERMO 47 26 13 8 5 8 3 2 5 5 3 36 19EMPOLI 45 26 12 9 5 5 7 1 7 2 4 35 20CESENA 42 26 10 12 4 5 6 2 5 6 2 31 20TRAPANI 41 26 10 11 5 6 5 2 4 6 3 35 27VIRTUS LANCIANO 41 26 11 8 7 5 6 2 6 2 5 26 22AVELLINO 40 26 10 10 6 8 3 2 2 7 4 31 28LATINA 39 26 9 12 5 6 4 2 3 8 3 24 20CROTONE 39 26 11 6 9 6 4 3 5 2 6 37 35SPEZIA 39 26 10 9 7 5 5 3 5 4 4 29 32BRESCIA 37 26 8 13 5 4 7 2 4 6 3 37 33CARPI 35 25 10 5 10 4 3 6 6 2 4 30 32SIENA (-7) 35 26 10 12 4 8 3 2 2 9 2 40 29PESCARA 34 26 9 7 10 4 4 5 5 3 5 34 33VARESE 33 26 8 9 9 6 6 1 2 3 8 33 34MODENA 32 26 8 8 10 7 2 3 1 6 7 33 27TERNANA 31 26 7 10 9 6 4 4 1 6 5 33 32BARI (-3) 29 26 8 8 10 6 4 3 2 4 7 26 31NOVARA 27 26 6 9 11 5 4 4 1 5 7 23 34CITTADELLA 22 26 4 10 12 2 5 6 2 5 6 22 35REGGINA 22 26 5 7 14 4 4 5 1 3 9 20 37PADOVA 21 25 5 6 14 4 5 4 1 1 10 19 35JUVE STABIA 15 26 2 9 15 1 5 7 1 4 8 23 42

Serie B Classifica Punti totali In casa Fuori casa

G giocate V vinte N nulle P perse F reti fatte S reti subite

MARCATORI: 14 RETI: Tevez (JUV), Rossi (FIO) 13 RETI: Immobile (TOR), Toni (VER) 12 RETI:Higuain (NAP), Berardi (SAS) 11 RETI: Palacio (INT), Vidal (JUV), Gilardino (GEN), Cerci (TOR) 10RETI: Llorente (JUV), Balotelli (MIL), Paulinho (LIV) 9 RETI: Callejon (NAP), Denis (ATA), Eder (SAM)8 RETI: Cassano (PAR) 7 RETI: Gabbiadini (SAM), Candreva (LAZ), Di Natale (UDI), Jorginho (NAP)6 RETI: Destro (ROM), Hamsik (NAP), Klose (LAZ), Pandev (NAP), Parolo (PAR), Pogba (JUV)

PROSSIMO TURNO: Sabato 1/3, ore 20.45: Roma-Inter. Domenica 2/3, ore 12.30: Cagliari-Udinese. ore 15.00: Atalanta-Chievo, Genoa-Catania, Verona-Bologna, Sassuolo-Parma, Torino-Sampdoria. ore 18.30: Livorno-Napoli. ore 20.45: Fiorentina-Lazio, Milan-Juventus.

PROSSIMO TURNO: Venerdì 28/2, ore 20.30: Latina-Padova. Sabato 1/3, ore 15.00: Brescia-Carpi, Cesena-Trapani, Cittadella-Novara, Modena-Crotone, Palermo-Bari, Reggina-Varese, Siena-Empoli, Spezia-Ternana, Virtus Lanciano-Juve Stabia. ore 18.00: Avellino-Pescara.

26ª giornataCROTONE-BRESCIA 1-0 BARI-PESCARA 1-0 CARPI-CESENA 1-2JUVE STABIA-CITTADELLA 1-1 NOVARA-REGGINA 1-0 PADOVA-EMPOLI 0-1TERNANA-SIENA 2-2 TRAPANI-MODENA 2-0 VARESE-AVELLINO 1-1VIRTUS LANCIANO-LATINA 0-0 PALERMO-SPEZIA 1-1

BOLOGNA ROMA 0-1Nainggolan (Ro) 37' Arbitro: Massa di Imperia

LIVORNO VERONA 2-3Jankovic (Ve) 33', Romulo (Ve) 43', Toni (Ve) 46', Paulinho (Li) 27' s.t., Greco (Li) 28' s.t. Arbitro: Peruzzo di Schio

CHIEVO CATANIA 2-0Thereau (Ch) rig. 37', Rigoni (Ch) 23' s.t. Arbitro: Orsato di Schio (Vi)

INTER CAGLIARI 1-1Pinilla (Ca) rig. 40', Rolando (In) 7' s.t. Arbitro: Russo di Nola (Na)

SAMPDORIA MILAN 0-2Taarabt (Mi) 12', Rami (Mi) 13' s.t. Arbitro: Doveri di Roma 1

UDINESE ATALANTA 1-1Brivio (At) 24', Di Natale (Ud) rig. 26' s.t. Arbitro: Di Bello di Brindisi

JUVENTUS TORINO 1-0Tevez (Ju) 30' Arbitro: Rizzoli di Bologna

LAZIO SASSUOLO 3-2Radu (La) 37', Floccari (Sa) 28' s.t., Klose (La)29' s.t., Floro Flores (Sa) 34' s.t., Radu (La) 38's.t. Arbitro: Giacomelli di Trieste

PARMA FIORENTINA oggi 19.00Arbitro: Gervasoni di Mantova

NAPOLI GENOA oggi 21.00Arbitro: Banti di Livorno

Serie A / 25ª giornata

ALBINOLEFFE REGGIANA 1-0FERALPI SALO' PAVIA 4-2LUMEZZANE CREMONESE 0-1PRO PATRIA VICENZA 1-1PRO VERCELLI COMO 1-1SAVONA SAN MARINO 0-0VENEZIA CARRARESE 1-2VIRTUS ENTELLA SUDTIROL 2-0Classifica: 44 Virtus Entella 39 Pro Vercelli37 Cremonese 36 Vicenza (-4) 33 Como,Venezia, Albinoleffe (-1) 32 Savona 30Sudtirol 29 Feralpi Salo’ 26 Lumezzane 23Pro Patria (-1) 22 Reggiana, Carrarese 15Pavia, San Marino

REAL VALLADOLID LEVANTE 1-1REAL MADRID ELCHE 3-0CELTA VIGO GETAFE 1-1REAL SOCIEDAD BARCELLONA 3-1ALMERIA MALAGA 0-0RAYO VALLECANO SIVIGLIA 0-1REAL BETIS ATHLETIC BILBAO 0-2VALENCIA GRANADA 2-1OSASUNA ATLETICO MADRID 3-0ESPANYOL VILLARREAL oggi 22.00Classifica: 63 Real Madrid 60 Atletico Madrid,Barcellona 47 Athletic Bilbao 43 Real Sociedad40 Villarreal 35 Siviglia, Valencia 33 Levante 32Espanyol 30 Celta Vigo 29 Osasuna 27 Granada26 Elche, Getafe, Almeria 25 Malaga 22 Real Val-ladolid 20 Rayo Vallecano 14 Real Betis

CHELSEA EVERTON 1-0ARSENAL SUNDERLAND 4-1CARDIFF CITY HULL CITY 0-4MANCHESTER CITY STOKE CITY 1-0WEST BROMWICH ALBION FULHAM 1-1WEST HAM UNITED SOUTHAMPTON 3-1CRYSTAL PALACE MANCHESTER UNITED 0-2LIVERPOOL SWANSEA 4-3NEWCASTLE UNITED ASTON VILLA 1-0NORWICH CITY TOTTENHAM HOTSPUR 1-0Classifica: 60 Chelsea 59 Arsenal 57 Manche-ster City 56 Liverpool 50 Tottenham Hotspur 45Everton, Manchester United 40 Newcastle Uni-ted 39 Southampton 31 West Ham United 30Hull City 28 Swansea, Aston Villa, Norwich City27 Stoke City 26 Crystal Palace 25 WestBromwich Albion 24 Sunderland 22 Cardiff City21 Fulham

SpagnaInghilterra Lega Pro 1ª div./A

Il campo e la televisioneLe due verità del calcio

I l divario tra la partita sul campo e quella che la televisione è in grado di

rappresentare sta assumendo dimensioni rilevanti. Infatti anche i calciatori e gli arbitri, che pure hanno «costruito» i fatti di gioco, corrono alla fine dei 90’ davanti alla tv per scoprire una possibile nuova realtà. Questa corsa è stata fatta certamente dopo Juve-Toro, diretta dal miglior fischietto italiano. Due fatti in discussione: il contatto certo tra la gamba di Pirlo e quella di El Kaddouri, in area, e la caduta ritardata del granata. Rizzoli, senza tv, vede una caduta a due metri da Pirlo e l’arbitro di porta Calvarese non fornisce elementi certi. Ammonito El Kaddouri. In precedenza, sul fallo di Vidal, già ammonito, per un controllo del pallone tra coscia e braccio, fuori dall’area, arriva il fischio Rizzoli, vicino, per la punizione. E il secondo giallo? Esiste una disposizione di Fifa-Uefa che limiterebbe il giallo ai falli che intercettano traiettorie del pallone tra compagni oppure che si inseriscono su tiri verso la porta. Il fallo di Vidal non rientrerebbe nella sanzione. Questa disposizione, esistente ma di difficile lettura, serve a

capire perché, in Inter-Cagliari, il fallo di mano di Juan Jesus è stato punito da Russo con il rigore, ma senza il giallo, che avrebbe causato il rosso in quanto Juan Jesus era già stato ammonito. In effetti il fallo di Juan Jesus poteva essere giudicato perfino involontario in considerazione della casualità della corsa del pallone. Orsato, in Chievo-Catania, ha punito Alvarez del Catania per fallo di mano in area con il rigore e con il giallo: il tiro di Frey era diretto in porta e allora la disposizione nonpone limiti all’arbitro. Parlando di falli di gioco sorprende che Doveri (Samp-Milan), abbia considerato regolare l’impatto alto tra Pazzini e il portiere Da Costa: il braccio del rossonero era tra le braccia protese del portiere. Dalla tv appare corretta l’uscita di Amelia su Eder, in area milanista: in campo, invece,si è gridato al rigore, espulso Maxi Lopez per proteste. Ci sono stati tanti altri episodi bisognosi di verifica: la discrezionalità (autorizzata) dell’attività arbitrale è diventata così grande da rendere necessario un intervento di semplificazione. Almeno per limitare le corse dei protagonisti verso la tv.

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Fischio finale

di Paolo Casarin

SCHALKE 04 MAINZ 05 0-0AMBURGO BORUSSIA DORTMUND 3-0BORUSSIA MONCHENGLADBACH HOFFENHEIM 2-2FRIBURGO AUGSBURG 2-4NORIMBERGA EINTRACHT BRAUNSCHWEIG 2-1STOCCARDA HERTHA BERLINO 1-2WOLFSBURG BAYER LEVERKUSEN 3-1EINTRACHT FRANCOFORTE WERDER BREMA 0-0HANNOVER 96 BAYERN MONACO 0-4Classifica: 62 Bayern Monaco 43 Bayer Leve-rkusen 42 Borussia Dortmund 41 Schalke 04 39Wolfsburg 35 Borussia Monchengladbach 34Hertha Berlino, Augsburg, Mainz 05 26 Hof-fenheim 24 Hannover 96 23 Norimberga 22Eintracht Francoforte, Werder Brema 19 Stoc-carda, Amburgo 18 Friburgo 15 EintrachtBraunschweig

Germania

PERUGIA BENEVENTO 0-0VIAREGGIO SALERNITANA 0-5GUBBIO LECCE 1-2ASCOLI CATANZARO 0-1L'AQUILA BARLETTA 2-0NOCERINA PRATO 0-3PAGANESE PISA 0-1PONTEDERA FROSINONE 2-1Classifica: 48 Frosinone 46 Perugia 43 Lec-ce 39 L’Aquila, Pisa 38 Benevento, Catanza-ro 34 Salernitana 33 Prato, Pontedera 31Grosseto 29 Gubbio 21 Viareggio 18 Barlet-ta 15 Ascoli (-4) 13 Paganese 12 Nocerina(-2)

Lega Pro 1ª div./B

Lazio 3Sassuolo 2

Marcatori: Radu 36’ p.t.; st Floccari 27’, Klose 29’, Floro Flores 34’, Radu 38’ s.t.

LAZIO (4-3-2-1): Berisha 6; Konko 6, Biava 6,5, Dias 6 (Ciani 5 11’ s.t.), Radu 7; Gonzalez 6 (Onazis.v. 48’ s.t.), Ledesma 6, Mauri 5 (Biglia 5,5 20’ s.t.); Candreva 6, Lulic 5 ; Klose 6. All.: Reja 6

SASSUOLO (3-5-2): Pegolo 6; Mendes 6, Cannavaro 5, Ariaudo 6; Rosi 5,5, Biondini 5,5, Chibsah 5 (Ziegler 5 1’ s.t.; Floro Flores 6,5 30’ s.t.), Magnanelli 5,5, Longhi 6; Zaza 5,5 (Berardi 6 16’ s.t.), Floccari 6,5. All.: Malesani 5,5

Arbitro: Giacomelli 6Ammoniti: Magnanelli, Rosi, Radu, ZazaRecuperi: 1’ più 4’

Chievo 2Catania 0

Marcatori: Thereau (rigore) 37’ p.t.; Rigoni 23’ s.t.

CHIEVO (4-3-1-2): Agazzi 6; Frey 5,5, Dainelli 6, Cesar 6, Dramé 5,5; Rigoni 6,5 (Radovanovic s.v. 34’ s.t.), Guana 6 (Bernardini 6 28’ s.t.), Guarente 6; Hetemaj 6; Paloschi 6, Thereau 7 (Stoian 6 8’ s.t.). All.: Corini 6,5

CATANIA (4-3-3): Andujar 6,5; Peruzzi 6, Spolli 6, Belusci 6,5, Pablo Alvarez 5,5; Izco 6, Rinaudo 5,5 (Plasil 6 19’ s.t.), Lodi 6; Keko 6 (Fedato 6 16’ s.t.), Castro 6 (Boateng 5 26’ s.t.), Bergessio 5,5. All.: Maran 5,5

Arbitro: Orsato 6Espulso: Sardo dalla panchina 42’ p.t. Ammoniti: Rinaudo, Frey, Pablo Alvarez, Guana, Bergessio, Rigoni, Cesar, LodiRecuperi: 1’ più 6’

Udinese 1Atalanta 1

Marcatori: Brivio 24’ p.t.; Di Natale (rigore) 26’ s.t.

UDINESE (3-5-1-1): Scuffet 6; Naldo 5,5 (Bruno Fernandes 6 32’ p.t.), Danilo 6, Domizzi 6; Widmer 5, Badu 5,5, Allan 6, Pinzi 5,5 (Yebda s.v. 43’ s.t.), Basta 6; Muriel 5 (Nico Lopez 6,5 12’ s.t.); Di Natale 6,5. All.: Guidolin 5,5

ATALANTA (4-4-1-1): Consigli 5,5; Benalouane 6, Stendardo 5, Yepes 6, Brivio 6,5; Raimondi 6,5 (Estigarribias.v. 36’ s.t.), Baselli 6 (Cigarini 6,5 24’ s.t.), Carmona 6,5, Bonaventura 6,5; Moralez 6 (Di Luca 5,5 17’ s.t.); Denis 5,5. All.: Colantuono 6,5

Arbitro: Di Bello 6Ammoniti: Domizzi, Bruno Fernandes, Raimondi, StendardoRecuperi: 1’ più 4’

Livorno 2Verona 3

Marcatori: Jankovic 33’, Romulo 43’, Toni 46’ p.t.; Paulinho 27’, Greco 28’ s.t.

LIVORNO (3-5-2): Bardi 5,5; Coda 5,5, Rinaudo 5,5 (Gemiti 6 16’ s.t.), Castellini 4,5 (Belfodil 6 s.t.); Mbaye 6(Mosquera s.v. 46’ s.t.), Greco 6,5, Emerson 6, Duncan 5,5, Mesbah 6,5; Emeghara 5,5, Paulinho 7. All.: Di Carlo 5,5

VERONA (4-3-3): Rafael 6,5; Cacciatore 6, Marques 5,5, Moras 5, Albertazzi 6; Romulo 7 (Donati s.v. 39’ s.t.), Donadel 6, Marquinho 6; Iturbe 7 (Sala 6 34’ s.t.), Toni 6,5, Jankovic 7 (Gomez s.v. 39’ s.t.). All.: Mandorlini 6

Arbitro: Peruzzo 5Ammoniti: Emerson, Toni, Greco, Gemiti, Sala, CodaRecuperi: 1’ più 5’

Sassuolo k.o. Doppietta di Radu, Floccari segna e non esulta

Vittoria col brividoma per i lazialil’avversario è LotitoIn 40 mila per contestare il presidente

ROMA — L’antipatia è un lus-so. Per potersela premettere, al-meno nel calcio, esiste un solomodo: procurarsi la copertura dei risultati. Ma se non ci sonoquelli, come quest’anno per laLazio di Lotito, allora è tutto piùdifficile e la contestazione di-venta lo sbocco naturale di undisagio che, in verità, ha storia decennale e che ha portato ilpresidente a vivere sotto scorta.«O lui o noi», lo striscione in ca-po al corteo dei laziali che hariempito l’Olimpico per l’eventodoubleface «Libera La Lazio»: cioè, in 40 mila un po’ per mani-festare contro Lotito e la sua po-litica che, di fatto, ha indebolitola squadra (tutto è ricominciato,infatti, con la sommossa per lacessione di Hernanes) e un po’per regalare il colpo d’occhiobuono a solleticare gli appetitidi un eventuale compratore delclub. Così anche se alla fine ci scappa il 3-2 col brivido controil Sassuolo, con i suoi 12 acquistila reginetta dell’ultimo mercato,il presidente biancoceleste, che a gennaio non ha comprato unbel niente e che ieri ha rivistogiocare la sua Lazio di tre annifa, si è trovato tutto solo sotto ildiluvio di fischi nel suo posto intribuna autorità, con l’opportu-no cuscinetto di sedili vuoti aprotezione e gli steward a bloc-care l’assalto dei tifosi imbufali-ti.

Mentre tutto l’Olimpico, fattaeccezione per la strepitosa dop-pietta di Stefan Radu (bolide al-l’incrocio nel primo tempo e ilcross che si insacca nel secondoregalando la vittoria alla suasquadra), per il beffardo gol del-

l’ex Floccari, per la stoccata diKlose e per la punizione stupen-da di Floro Flores, si disinteres-sava di quello che succedeva sulcampo per tendere come nonmai le corde vocali: «Aridatece iMarò e pijateve Lotito» oppure«assoluta maggioranza», in re-plica alla «sparuta minoranza»con cui il presidente ha da sem-pre bollato i fischi al suo indiriz-zo. Fino al colpo al cuore delcontestato: «A Cragnotti je spic-ci casa», ovvero gli pulisci il do-

micilio. Non l’avrà presa benis-simo. Però Lotito sapeva perfet-tamente che ieri sera avrebbedovuto mandare giù un bocconeamaro. Infatti per tutta la setti-mana ha provato strenuamentea sabotare l’iniziativa dei suoi ti-fosi/detrattori: prima alzando il prezzo dei biglietti delle tribu-ne, poi pubblicando i dati dellevendite dopo l’opportuna corre-zione al ribasso, così, per evitarel’effetto valanga. Che però si èpuntualmente verificato, lo sta-dio ha fatto registrare un pieno-ne che, se si pensa alla caraturadell’avversario, ha davvero delsensazionale. Il Sassuolo, inquesto caso, era stato scelto ap-posta, è troppo facile riempirel’Olimpico se a sfidare la Lazioscende una «big».

I laziali non si sono persid’animo nonostante, diciamo,gli inconvenienti. Il tam tam hacominciato a girare sempre piùforte con l’avvicinarsi dell’even-to, gli appelli sulle radio e suisocial sempre più convincenti ecoinvolgenti. E, con essi, hannoiniziato a girare anche i trucchiper annullare l’ostracismo diLotito: frotte di tifosi a fare laCartafreccia presso le F.S. part-ner del club perché, di fatto, an-nullava il rialzo del 30% sul co-sto del biglietto deciso dal presi-dente, collette per chi non avevai soldi per venire allo stadio, finoalle code dell’ultim’ora ai botte-ghini. Si narra di laziali arrivatida New York e da Glasgow soloper contestare. Un successo,quindi. Sottolineato da una ca-terva di fischi.

Andrea Arzilli© RIPRODUZIONE RISERVATA

Carambola Candreva guarda la palla calciata da Radu andare in porta: è il 3-2 finale (Jpeg)

Emozioni Toni golIl Verona volama il Livornoalla fine sfiorala rimontaLIVORNO — Un gran primo tempo con tre gol di Jankovic (33’), Romulo (43’) e Toni (46’) consente al Verona di espugnare l’Armando Picchi di Livorno e fare un nuovo passo in avanti verso l’Europa. Da dimenticare invece per la squadra di Mandorlini la seconda frazione di gioco. I veronesi hanno subito due gol del Livorno in un minuto con Paulinho (27’) e Greco (28’) e hanno rischiato d’essere raggiunti in extremis. Il tecnicodell’Hellas a fine partita: «Mai più un secondo tempo così». Risponde Di Carlo: «Mi è piaciuta la reazione della squadra: possiamo salvarci».

m. ga.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sorpasso Bene il Chievo

Atalanta superAll’Udineseva bene il pariUDINE — Centosettantatré panchine con l’Udinese, più di ogni altro nella storia bianconera, ma Guidolin non festeggia il record con la vittoria. Si tiene stretto il pari efa bene, perché al successo va più vicina l’Atalanta. In avvio palo di Bonaventura e gol divorato da Muriel, poi Brivio batte Scuffet (24’): il pari a metà ripresa grazie a Di Natale che si conquista il rigore del suo 8°centro. L’Atalanta sfiora ancora il gol con Cigarini (traversa). Il Chievo torna a vincere dopo 9 partite, batte 2-0 e scavalca il Catania grazie anche a un rigore (il primo della stagione per i veneti).

Riccardo De Toma© RIPRODUZIONE RISERVATA

Page 48: Il corriere della sera

48 Sport Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

La Di Centasi candidaalla guida Fisi

Manuela Di Centa si candida alla presidenza della federazione sport invernali. L’ex olimpionica del fondo lo ha annunciato ieri a Sochi, nel giorno della chiusura dei Giochi. «Se non ci provo dopo tutte le esperienze — ha detto Di Centa, 51 anni — sarebbe come lavarsene le mani». In corsa per le elezioni al vertice della Fisi, in programma il 12 aprile a Modena, anche il presidente uscente Flavio Roda.

Chiusuratrionfaleper i russi

La Russia chiude trionfalmente la «sua» Olimpiade invernale. Nella gara di sci di fondo 50 km a tecnica libera podio completamente russo, oro a Legkov, argento a Vylegzhanin e bronzo a Chernousov (gli azzurri: 11° Clara, 16° Hofer, 25° De Fabiani). Nel bob a 4 oro alla Russia, davanti a Lettonia e Usa, Italia 18ª. Per i russi alla fine 33 medaglie di cui 13 d’oro. Canada d’oro dell’hockey, Svezia argento, Finlandia bronzo.

Sesto casodi doping,è svedese

Il bilancio Il presidente del Coni pesa le 8 medaglie della spedizione azzurra«Delusi per l’oro che non è arrivato, ma abbiamo rispettato le previsioni»

Soddisfatti,non contenti

Malagò: «È andata meglio che a Vancouverma tra 4 anni dovremo fare molto di più»

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SOCHI — Il rischio, nel trac-ciare il bilancio dell’Italia ai Gio-chi bianchi, è di farsi sedurredagli aspetti negativi (nessuntitolo: non capitava da Lake Pla-cid 1980), tanto quanto dallatentazione opposta, ovvero diguardare alle cifre positive —eccome se ci sono — che carat-terizzano la spedizione in Rus-sia. Condividiamo pertanto lasintesi che il presidente del Co-ni, Giovanni Malagò, ha formu-lato a Casa Italia al calare del si-pario su Sochi 2014: «Non miaccontento, ma sono soddisfat-to». E subito dopo: «C’è delu-sione per l’oro che non è arriva-to. Ma avevo detto che avrem-mo dovuto fare meglio di Van-couver e ci siamo riusciti: leprevisioni sono state rispetta-te». Tra ombre e luci. È così cheabbiamo vissuto le due settima-ne di gare nel Caucaso, cercandodi mascherare un dato oggetti-vo — non abbiamo una compe-titività spalmata su più discipli-ne, a differenza di tanti Paesiparagonabili al nostro — e spre-mendo, al di là della novità delbiathlon, straordinarie eccel-lenze, dalla Fontana a Innerho-fer, al «dinosauro» Zoeggeler, aCarolina Kostner, una campio-

nessa a cavallo tra la piena ma-turità e un’età che nel pattinag-gio è già avanzata.

I Giochi da due argenti e seibronzi ci danno una carezza(piccola) e ci rifilano un mezzoceffone per gli otto «legni» checostituiscono il nostro nuovorecord: siamo dodicesimi siaper quantità di podi sia nellaclassifica del Cio, che premiacon il diploma i piazzamenti fi-no all’ottavo; ma per qualità sci-voliamo al posto numero 22 su26 nazioni andate a medaglia. Aproposito: da tre edizioni deiGiochi invernali, 26 è il numerodei Paesi sul podio. Come dire:la torta è questa, per migliorarcisarà necessario rosicchiare a chigià ha. Non facile. «Però nel2018 in Corea — è l’editto delpresidente — l’Italia dovrà con-quistare dalle 10 alle 13 meda-glie, 3 o 4 d’oro».

La riflessione conduce al filo-ne del rammarico e alla partenegativa del consuntivo. Maprima proviamo a consolarcicon il lato positivo. Sta nella lea-

dership televisiva di una Ko-stner, che ha raggiunto un’au-dience da 2 milioni su Cielo, ilcanale in chiaro di Sky, e soprat-tutto in una raffica di numeri:l’età media dei medagliati, chenel 2002 era di 30,47 anni e nel2010 di 27, è scesa a 25,81; 58 at-leti su 110, cioè più di un iscrit-to su due, ha disputato finali eha concluso tra i primi otto (aLillehammer ’94, Giochi da 22medaglie, i finalisti furono 44).Basterà per guardare con fidu-cia al futuro? La domanda ogginon ha risposta. Con i numerinon ci si deve né deprimere, manemmeno esaltare e la massima

di Malagò («Non si misura unPaese dal ranking del medaglie-re») vale pensando a una Ger-mania che, pur avendo perso unterzo delle medaglie di Vancou-ver a causa della scarsa se-conda settimana, rimaneuna nazione che in pochigiorni sa centrare 6-7 ti-toli.

Traduzione: bisognalavorare. «Lo dovremofare subito: il bene e ilmale di Sochi servano dalezione» sottolinea Mala-gò, snocciolando il rosariodei dolori («Il doping del bobbi-sta Frullani è stato imbarazzan-te; il presidente della Fisi, Roda,è stato un gentiluomo a scusarsia nome di tutti») e quello chenon va. Tira aria di ribaltone peril fondo («Detesto i dirigenti chesi piccano di fare gli allenatori;ma sarà necessario sedersi con itecnici e fissare una riparten-za»), ci sono voragini da colma-re: «Mancano all’appello tre set-tori: il pattinaggio di velocità, ilbob e lo skeleton». Nell’agenda

di Malagò il progetto per glisport «bianchi» dovrà essere inevidenza. E dovrà coinvolgerepiù soggetti. Senza giri di paro-le: i Giochi sono cominciati sot-to il governo Letta e terminanocon il governo Renzi. Impossi-bile non parlarne: «Ho apprez-zato che Letta sia venuto qui asostenere la possibile candida-tura di Roma ai Giochi estivi

2024. Quanto a Renzi, mi consi-dero fortunato: sono amico diMatteo da tempi non sospetti,so che è attento allo sport e sonoottimista per quello che farà pernoi». Auguriamocelo.

Il risultato ibrido di Sochi èanche figlio dell’eredità di Tori-no 2006, tradita sul fronte delreclutamento, della propagandae degli impianti lasciati andare

alla malora. «Le sfide olimpiche— dice Malagò — sono in tre at-ti e il terzo è la solidità della “le-gacy”. Ma questa compete a chirimane sul posto». Vero e nonvero. È il sistema-Italia che hafallito dopo l’Olimpiade pie-montese. Ma nel sistema-Italia,piaccia o no, c’è pure il Coni.

Flavio Vanetti© RIPRODUZIONE RISERVATA

In copertinaChristof Innerhofer;

sotto, Malagò

Note dolentiMancano all’appello tre settori: pattinaggio velocità,bob e skeleton

Retrospettiva Problemi ridotti a zero, clima salubre, ma anche dubbi sulle alghe fluorescenti

Tanto tuonò che non successe nullaChe belli i Giochi meno freddi della storia

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SOCHI — E alla fine, dopo aver vi-sto 98 medaglie d’oro contese da2800 atleti di 89 paesi per 17 giorni,è arrivato il momento di dirlo: spasi-ba, e dasvidania.

Il buono (tanto), il brutto (l’effet-to Truman Show, un po’ alienante,essendo Sochi 2014 un polo olimpi-co e nulla più: la città vera è a 40 km)e il cattivo (Putin, chi altri?) dellaXXII Olimpiade invernale, la menofredda della storia, passano agli an-nali insieme ai controlli di sicurezza(voto 10: velocissimi e mai invasivi),alle alghe del Mar Nero servite allamensa del centro stampa (voto 3:troppo fluorescenti per essere vere)e al clima salubre (voto 10 e lode)della località-sanatorio di Stalin cheha guarito i raffreddori molto occi-dentali di caterve di inviati, restituitimarci di stanchezza ma intatti (voto0 al terrorismo psicologico pre-Olimpiade) alla vita civile.

Era cominciata con la sfilata in in-fradito e bermuda di Travers Dow,sciatore delle Cayman, emblema dichi a Sochi era venuto solo per par-tecipare (voto 11 per l’attaccamento

al dovere: 76° dopo la prima man-che del gigante, poi saltato), ed è fi-nita con la tripletta russa nella 50 kmdi fondo, Legkov-Vylegzhanin-Chernousov, il graffio indelebile chela Grande Madre incide nel meda-gliere: 13 ori, 11 argenti, 9 bronzi(s.v. come il dominio olandese nellospeed skating). Per strada, oltre alsolito turista di Timor Est arrivato a50’’ da Matt in slalom, abbiamo in-contrato re effemminati (Yuzuru

Hanyu, pattinaggio), regine bises-suali (Ireen Wust, speed skating) eargenti lesbo (Daniela Iraschko sultrampolino si è portata anche il co-gnome della moglie, Stolz) che maiavremmo enfatizzato se questa nonfosse stata venduta al mondo comel’Olympiada Vladimirova anti-gay(voto -2 a noi che siamo cascati neltrappolone).

Ci sono piaciuti i gemelli olandesida podio (Michel e Ronald Mulder,

oro e bronzo nei 500 m della pistalunga), le sorelle svizzere del bia-thlon (Selina, argento nella 15 km,Elisa e Aita Gasparin) e quelle cana-desi delle gobbe (Justine e Chloe Du-four-Lapointe, oro e argento), più ilpodio a due piazze dello snowboard:Vic Wild e Alena Zavarzina, marito emoglie.

Non ci sono piaciute le cadute,troppe, all’Extreme Park di RosaKhutor, giudicato all’unanimità

troppo difficile (voto 2), tanto che lastella Usa Shaun White ha rinunciatoallo slopestyle: Yuki Tsubota si èfratturata la mascella, Maria Komis-sarova una vertebra, Jacqueline Her-nendez ha rimediato un trauma cra-nico, gli azzurri Michela Moioli eOmar Visintin sono usciti in toboga.Da censurare anche i pantaloni deinorvegesi del curling (voto 1 allo sti-lista), prematuramente eliminati.

Le due trovate migliori vanno ri-conosciute ai siti internet della con-correnza: l’odometer (contachilo-metri) del New York Times, un mi-suratore di stranezze e curiosità ag-giornato in tempo reale, e il Putin-O-Meter del Wall Street Journal, chegiorno per giorno ha calcolato il tas-so di soddisfazione dello zar per lo svolgimento dei suoi Giochi (voto 8:

evviva, anche sui giornali seri scri-vono fesserie).

Tra le primizie di Sochi, la primagiornalista iraniana inviata ai Giochidella neve (Leily Khorsand del Ta-mashagaran) e le gare miste, untrionfo delle pari opportunità che ciha regalato il titolo più inatteso: ilbronzo nella staffetta del biathlon(voto 8). Resiste solo il baluardo del-la combinata nordica, ultima disci-plina tutta al maschile, destinato acrollare ai Giochi 2022. Lauryn Wil-liams, equipaggio Usa 1 del bob adue, è la campionessa double face:dall’argento nei 100 m ad Atene 2004all’argento nel toboga del Sanki Sli-ding Center (voto 8, non esistonopiù le mezze stagioni). Quella di Ca-nada e Slovenia contro la Franciadello skicross, oro-argento-bronzo,la polemica più pretestuosa dei Gio-chi (voto 1, respinta): Bovolenta,Chapuis e Midol avrebbero modifi-cato il fondo dei pantaloni per creareun effetto aerodinamico contrarioalle regole. La bad girl è l’inglese del-lo short track Elise Christie, la bion-dina che ha atterrato Arianna Fonta-na nella finale dei 500 m d’argento:tre gare e tre squalifiche (s.v.).

Il rimpianto? Uno solo. Seppurabbondantemente annunciato, Vla-dimir Putin non si è mai presentatoa Casa Italia. Si è perso le penne alsalmone del cuoco Giovanni (voto9). Forse perché ha saputo che nonci mette la vodka.

Gaia Piccardi© RIPRODUZIONE RISERVATA

I voti

1

Quando lo stilista esageraI pantaloni della squadra norvegese di curling non erano il massimo della sobrietà: lo stilista ha decisamente esagerato e si becca un bell’1 (Afp)

8

Classe mista azzurraIl quartetto azzurro terzo classificato nella staffetta mista del biathlon: la prima volta di uomini e donne insieme. Una bella novità che merita 8 (Ap)

11

In infradito dalle Isole CaymanTravers Dow portabandiera in ciabatte delle isole Cayman: ha chiuso la prima manche del gigante al 76° posto, poi è saltato. L’11 è per l’attaccamento al dovere (Reuters)

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Sport 49

Il reMuhammad Ali, oggi 72 anni, mostrala prima pagina di un giornale che consacra il suo passaggio all’Islam:il nome Cassius Clay non esiste più (Ap)

Sesto caso di doping ai Giochi di Sochi. Nicklas Backstrom, nazionale svedese di hockey, è stato trovato positivo e subito escluso dalla squadra, prima della finale olimpica persa contro i campioni del Canada. I casi precedenti: i fondisti Duerr (Austria) e Lisogor (Ucraina), la biathleta Sachenbacher-Stehle (Germania), il bobista Frullani (Italia) e l’altro hockeista Pavlovs (Lettonia).

Volley, Macerata senza freniSerie A1, 7ª giornata ritorno: C. di Castello-Trentino 2-3, Mo-

dena-Macerata 0-3, Piacenza-Latina 3-0, Ravenna-Cuneo 3-0,Verona-Molfetta 2-3, Vibo V.-Perugia 0-3. Classifica: Macerata 49;Piacenza 45; Perugia 39; Trentino 33; Cuneo 26; C. di Castello, Ve-rona e Modena 25; Ravenna 20; Vibo V. 19; Molfetta e Latina 15.

Sbk, Laverty e Guintoli volanoEugene Laverty (Suzuki) e Sylvain Guintoli (Aprilia) vincono il

primo round del Mondiale Sbk, scattato ieri a Phillip Island in Au-stralia. Il podio in gara 1 è completato dal duo Aprilia Melandri eGuintoli, quello di gara 2 dal duo Kawasaki Baz e Sykes. Leaderdel Mondiale è Guintoli. Prossimo round: 13 aprile Aragon.

Hockey

Price è la saracinescadi un Canada troppo fortela Svezia coi cerotticostretta alla resa in finale

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI

SOCHI — L’oro dell’hockey rimane al collo del Canada. Ma a differenza della vittoria casalinga del 2010 contro gli statunitensi, l’apoteosi di una nazione travolta dalla gioia al golden gol di Sid Crosby, il 3-0 rifilato alla Svezia è rimasto un po’ sotto traccia. Volete mettere quanto appeal in più avesse la semifinale che offriva il riscatto (poi fallito) agli Usa? Svaporato in intensità a causa dell’eliminazione degli attesissimi russi, il torneo di hockey si è consegnato a una partita per il titolo dall’esito in fondo già scritta. La Svezia,

che alla vigilia del torneo avevaperso per infortunio HenrikSedin e dopo una partita HenrikZetterberg (e che alla vigiliadella finale è stata colpita dallapositività al doping di NicklasBackstrom), ci ha però provatocon tenacia. Ma ha scoperto chese Crosby era stato l’eroe diVancouver, stavolta la chiave divolta del Canada era il portiere.Più che quattro anni fa RobertoLuongo. Carey Price, deiMontreal Canadiens, è stato uneroe inatteso. Pur promosso

titolare, era giudicato un potenziale punto debole. Invece si è dimostrato una saracinesca: una media di appena «mezzo gol» subito a partita, il 97% di efficacia negli interventi. Nel secondo tempo contro gli svedesi ha salvato qualcosa come 24 occasioni da rete e ha concluso con la porta inviolata nelle due partite più importanti. «È stata la fiducia della squadra a darmi la forza», ha sottolineato Price. Il secondo dei tre gol è stato segnato da Crosby e questa è un’altra storia a lieto fine: non aveva ancora segnato e il dettaglio non era sfuggito. Trionfo e contorni positivi: che cosa chiedere di più? Il Canada è olimpionico per la nona volta, ma è il primo oro a cinque cerchi lontano dal Nord America. E nell’era dell’apertura ai «pro» è la prima squadra a ripetersi, oltretutto con l’imbattibilità nel torneo. Come la grande Urss trent’anni fa a Sarajevo.

f.van.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Goalie Carey Price (Epa)

Gli ultimi risultati

Le medaglie di ieriSci di fondoV 50 km mass start tl maschile1. Legkov (Rus) 1.46’55’’22. Vylegzhanin (Rus) 1.46’55’’93. Chernousov (Rus) 1.46’56’’011. Clara (Ita) 1.47’28’’616. D. Hofer (Ita) 1.47’35’’725. De Fabiani (Ita) 1.47’51’’8BobV Bob a 4 maschile1. Russia 3’40’’602. Lettonia 3’40’’693. Usa 3’40’’9918. Italia (Bertazzo, Fontana, Romanini, Costa) 3’43’’45HockeyV finale 1°-2° posto maschileSvezia-Canada 0-3

MedagliereO A B T

1. Russia 13 11 9 332. Norvegia 11 5 10 263. Canada 10 10 5 254. Usa 9 7 12 285. Olanda 8 7 9 246. Germania 8 6 5 197. Svizzera 6 3 2 118. Bielorussia 5 0 1 69. Austria 4 8 5 1710. Francia 4 4 7 1511. Polonia 4 1 1 612. Cina 3 4 2 913. Corea del Sud 3 3 2 814. Svezia 2 7 6 1515. Rep. Ceca 2 4 2 816. Slovenia 2 2 4 817. Giappone 1 4 3 818. Finlandia 1 3 1 519. Gran Bretagna 1 1 2 420. Ucraina 1 0 1 221. Slovacchia 1 0 0 122. Italia 0 2 6 8

Le medaglie dell’ItaliaargentoV sci alpino: discesa masch.Christof InnerhoferV short track: 500 m femm.Arianna FontanabronzoV sci alpino: supercomb. masch.Christof InnerhoferV pattinaggio di figura: ind. femm.Carolina KostnerV short track: 1.500 m femm.Arianna FontanaV short track: staff. 3.000 m femm.Arianna Fontana, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Elena VivianiV slittino: individuale masch.Armin ZoeggelerV biathlon: st. 2x6 km femm. più 2x7,5 km masch.Lukas Hofer, Karin Oberhofer, Dorothea Wierer, Dominik Windisch

L’Italia ai Giochi invernaliO A B pos

1924 Chamonix 0 0 01928 St. Moritz 0 0 01932 Lake Placid 0 0 01936 Garmisch 0 0 01948 St. Moritz 1 0 0 10.1952 Oslo 1 0 1 7.1956 Cortina 1 2 0 8.1960 Squaw Vall. 0 0 1 14.1964 Innsbruck 0 1 3 12.1968 Grenoble 4 0 0 4.1972 Sapporo 2 2 1 8.1976 Innsbruck 1 2 1 10.1980 Lake Placid 0 2 0 13.1984 Sarajevo 2 0 0 10.1988 Calgary 2 1 2 10.1992 Albertville 4 6 4 6.1994 Lillehammer 7 5 8 4.1998 Nagano 2 6 2 10.2002 Salt Lake C. 4 4 5 7.2006 Torino 5 0 6 9.2010 Vancouver 1 1 3 16.2014 Sochi 0 2 6 22.

totale 37 34 43 114

I numeri azzurriV Italia a quota zero vittorie: l’ultima volta ai Giochi invernaliè stato 34 anni fa, a Lake PlacidV Le 8 medaglie conquistate dall’Italia sono la sestamiglior prestazione di sempre:meglio gli azzurri avevano fattoa Lillehammer ‘94 (20), Albertville ‘92 (14), Salt Lake City 2002 (13), Torino 2006 (11)e Nagano ‘98 (10)V Il 22° posto nel medagliereè la peggiore prestazionedella storia azzurra

La ricorrenza Conversione annunciata 50 anni fa, il 23 febbraio 1964, dopo la vittoria su Liston

Cassius Clay divenne Alicosì l’America e la boxescoprirono l’Islam e AllahIl più grande: «Ora so dove andare e conosco la verità»

Un giorno d’estate del ’63, Ferdie Pache-co girava per i viali di Miami sulla sua Cadil-lac decappottabile, con Cassius Clay e dueragazze adagiati sul sedile posteriore. A uncerto punto, Clay si sporse in avanti e disseal suo dottore: «La vedi quella cosa in alto?»e indicò il cielo con un dito. «La vedi quellacosa, doc? È la nave spaziale». Pacheco nonaveva ancora fatto l’abitudine alle strambe-rie del suo giovane amico: «Quale nave spa-ziale, Cassius?». «Quella è la Nave madre. Lerazze non bianche sono oppresse dai bian-chi, ma presto da quella nave scende-ranno persone che cancelleranno ibianchi dalla faccia della Terra. Il loroinferno sarà il nostro paradiso». Clay,poco più che ventenne, aveva impa-rato a memoria il mito di redenzionedella Nation of Islam, il movimentodei musulmani di colore guidati daElijah Muhammad, un ex nipote dischiavi nato in Georgia e capo in-discusso del gruppo politico-reli-gioso. Di lì a qualche tempo, Claysarebbe diventato membro attivodella Nation.

Accadde ufficialmente il 26febbraio 1964, 50 anni fa: la seraprima, Cassius aveva battutoSonny Liston, conquistando a22 anni e 39 giorni il titolomondiale dei massimi. Non erastato un match facile: Clay, sfa-vorito 7-1 dai bookmakers,sovvertì il pronostico. Liston,nel minuto di riposo fra 6°e7° round, scosse il testone edisse basta. Sentiva dolore auna spalla e forse non avevapiù voglia di soffrire. Qual-cuno parlò di truffa, di ma-tch combinato, persino diListon che aveva scommes-so contro se stesso. La mat-tina del 26 febbraio, Clay sipresentò alla Convention Hall diMiami per la prima conferenza stampa dacampione del mondo. A un certo punto uncronista aveva alzato la mano: «Cassius, èvero che sei un membro dichiarato dei mu-sulmani neri?». Sussulto di Clay. DavidRemnick, autore di una bellissima biografia

di Ali intitolata «Il re del mondo», ricorda perché: «Uno, dire “membro dichiarato” sa-peva molto di maccartismo. Due, la defini-zione black muslims, musulmani neri, pergli adepti della Nation era un termine ripu-gnante». Ma Clay aveva reagito subito. Lan-ciando il suo primo messaggio politico: «Iocredo in Allah e nella pace: adesso non sonopiù un cristiano, so dove andare e conoscola verità». Confermando, in pratica, la suaavvenuta conversione.

La svolta religiosa, che avrebbe portatoCassius a situazioni estreme come il carcere

per renitenza alla leva e il bando dal mondodello sport, non era arrivato dal nulla: pri-ma di andare ai Giochi di Roma 60, dovevinse la medaglia d’oro nei mediomassimi,aveva incontrato Elijah Muhammad a Chi-cago, incuriosito dalla retorica dell’orgogliorazziale che i black muslims esprimevano,ma anche dalla disciplina e dal contegno, dal loro senso di gerarchia e di rispetto reci-proco, dal rifiuto di fumare, di bere e gozzo-vigliare. La curiosità divenne adesione gra-zie anche alla stretta e tormentata amiciziacon Malcolm X, il più radicale tra i seguacidi Elijah, teorico politico dell’autodifesa,che lascerà la Nation prima di essere assas-

sinato nel 1965. Oggi, 50 an-ni dopo, Ali devolve ancoraparte dei suoi introiti (il suoè un «brand» praticamenteimmortale) alla causa, e nonpassa giorno che, sfidandoanche il Parkinson che lo tor-menta da 40 anni, non dimo-stri di essere un buon musul-mano. Non è un azzardo soste-nere che in quella manciata diore tra la sera del 25 e la mattinadel 26 febbraio 1964 molte cosecambiarono nella boxe mondia-le e nella vita degli americani.

Qualche settimana dopo ilmatch contro Liston, ElijahMuhammad tenne un discorsoalla radio. Sostenne che il nome diCassius Clay «mancava di signifi-cato divino»: da quel momento, luie i suoi fratelli lo avrebbero chia-mato Muhammad Ali. Muhammad,Maometto, significa «degno di lo-de»; Ali è il cugino del profeta. Cas-sius Marcellus Clay, che amava ilproprio nome come se stesso (unavolta disse: «È bellissimo: ti fa pensa-re ai gladiatori romani»), ne fu sor-preso ma accettò il cambiamento: daallora, firma ogni pezzo di carta dellasua vita, dal semplice autografo agliatti notarili, con un semplice Muham-

mad, «uomo degno di lode». E se lo chiamiCassius, neppure si volta.

Claudio Colombo© RIPRODUZIONE RISERVATA

Dopo 20 giornate di campio-nato, pian piano, come la goc-cia che scava il sasso, Milano halentamente sgretolato le avver-sarie e si ritrova per la primavolta da sola in testa alla classi-fica. Laddove tutti l’avevanopronosticata. La EA7 si è presala strada liberata da Brindisi,sconfitta nell’anticipo di Reg-gio Emilia, e sola si ritrova sen-za nemmeno troppo faticarecontro la Granarolo Bologna, incrisi nera.

Partita del reflusso, per la161esima volta tra Milano e Bo-logna, in quello che un tempoera il derby d’Italia (25 scudettil’Olimpia e 15 la Virtus). Quasiun allenamento per la EA7 (15punti Gentile, 13 per Hackett,Langford e Moss, 12 per Lawale 11 per Samuels) in vista della

prossima serata di passione inEurolega, giovedì (20.45 al Fo-rum) contro il Panathinaikos,spareggio per una Milano an-cora più vicina all’Europa. Sol-tanto buio, invece, per l’oriz-zonte della Virtus, che dispera-ta per una totale assenza di gio-co sembra mettere la testadentro un sacchetto di plastica,che ne soffoca il respiro, men-tre il tiro da 3 non è (quasi) maiopzione, ma roulette russa del-la disperazione.

È stata la sera dei Gentile, albuon rientro di Ale a Milano, hafatto eco l’esplosione di Stefanocanturino, che con 24 punti hainondato Avellino e spinto l’Ac-qua Vitasnella al secondo postoraggiungendo Brindisi.

w.p.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Serie A 20ª giornata

Reggio Emilia-Brindisi 76-68Varese-Sassari 91-112Avellino-Cantù 59-77Roma-Caserta 82-79Pesaro-Montegranaro 88-75Milano-Bologna 89-66Cremona-Pistoia 81-76Venezia-Siena 66-71

ClassificaMilano 30 Venezia 18Brindisi 28 Caserta 18Cantù 28 Pistoia 16Siena 26 Varese 16Roma 24 Bologna 16Sassari 24 Cremona 14Reggio E. 20 Montegranaro 12Avellino 20 Pesaro 10

Atletica

Fassinottirecord2,34 nell’altoL’acuto più significativo della seconda giornata degli assoluti indoor di Ancona arriva da Marco Fassinotti, che si arrampica a m 2,34, nuovo record italiano indoor e outdoor, diventando così il numero uno di sempre del salto in alto e superando in un colpo solo Marcello Benvenuti e Silvano Chesaniche condividevano con lui il precedente primato di m 2,33. Fra le altre gare di giornata circolino rosso per il 46’’97 di Matteo Galvan nei 400 metri.

gi. ro.© RIPRODUZIONE RISERVATA

Basket L’EA7 domina Bologna e stacca al comando Brindisi

Milano è sola per la prima volta

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50 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

Adesso

Corriere Motori

Anteprima La berlina di Ford arriverà sul mercato in ottobre. Modificato il design, un nuovo motore diesel e tanta elettronica per sicurezza e intrattenimento

La nuova Focus consiglia il ristorante e fa anche da deejayDAL NOSTRO INVIATO

FRANCOFORTE — Le do-mande vengono spontanee:perché cambiare la Focus ameno di quattro anni dal lan-cio dell’ultima generazione?Che bisogno c’è di rischiare sel’anno scorso ne sono statevendute un milione e 100 milain 140 paesi, delle quali 300mila soltanto in Cina?

Una cifra enorme. Per avereun paragone basti dire che inItalia nel 2013 sono state im-matricolate poco più di un mi-lione e 300 mila macchine di tutte le marche e i modelli.

Ma in Ford sono fatti così:«Essere i numeri uno non cibasta» ripete Stephen Odell,presidente della divisione eu-

ropea. Che si siano montati latesta? Improbabile, la spiega-zione è un’altra: un’auto chedistribuita in tutto il mondodeve essere aggiornata con ra-pidità, altrimenti invecchiamale. E rischia di essere supe-rata dalla concorrenza.

Ecco perché a Francoforte,in un’anteprima organizzata apochi giorni dal debutto alWorld Mobile Congress diBarcellona, i manager del-l’Ovale Blu continuano a sot-tolineare come questo non siail classico restyling di metà«vita» ma qualcosa di più. C’èda credergli? In parte sì. La Fo-cus cambia completamente i«lineamenti»: la griglia trape-zoidale, già vista sulla Fiesta, èil biglietto da visita. Nel ridi-segnare la vettura è stato ne-

cessario cambiare il cofano e ifanali. A prima vista sembraun lavoro ben riuscito: la partedavanti non ha l’effetto «da-vanzale» che si nota sulla Fie-sta o sulla Focus elettrica, ap-

pare più proporzionata. «Ab-biamo abbassato la linea deifari, che ora sono molto piùsottili, così sembra più larga esnella pur avendo le stesse di-mensioni — spiega Claudio

Messale, designer di lungocorso della casa americana —«dietro il lunotto è nuovo,mentre le saldature al laserhanno permesso di eliminarealcune parti di plastica nella

zona del porta-targa».A guardare certe cornici

cromate, sembra che la Focusvoglia salire di livello, magariper dar fastidio alle compattetedesche di lusso. Ma il prezzo

non dovrebbe crescere, pro-mettono dalla Casa, anche sebisognerà attendere ottobre(quando sarà in vendita) persaperlo. Le dotazioni, quellesì, sono più ricche.

L’altro bel colpo dei proget-tisti è stato rivedere la planciaeliminando parecchi tasti inu-tili. Bastano la voce o un toccosul dito con il nuovo sistemaSync 2.0 con schermo da 8”. Segli dici che hai fame, ti propo-ne i ristoranti più vicini, affer-ra bene le parole anche duran-te le pause; se gli chiedi gli«U2» va a cercarli su lettoremp3. Cose così, che chi è abi-tuato agli smartphone apprez-za. Infine i motori: al debutto ilnuovo 1.5 turbodiesel con po-tenze da 95 a 120 Cv, mentre iltre cilindri turbo EcoBoost abenzina da un litro sarà dispo-nibile anche nella versionepiù potente da 125 Cv.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RestylingA sinistra la nuova Focus che sarà in vendita in ottobre. A destra, gli interni con il sistema multimediale Sync 2.0 che funziona sia in modalità touch screen che con icomandi vocali

ROMA — Modelli in via d’estin-zione. Auto destinate a lasciarci.Nessuno si dispererà, qualcuno po-trebbe fare un affare. Tanto più se adabbandonare il mercato è un’interagamma. È il caso di Chevrolet: dallafine del 2015 le auto con il «cravatti-no» non saranno più vendute in Eu-ropa. Una decisione a sorpresa perun marchio che in Italia conta quotedi mercato doppie rispetto alla me-dia europea e una reputazione co-struita sul buon rapporto qualità –prezzo. Non è un caso allora che, do-po l’iniziale periodo di smarrimen-to, i clienti sembrano continuare adapprezzare: «Pur non nascondendonulla sul futuro, abbiamo chiuso ungennaio record», dichiara FrancescoFrosio, concessionario Chevrolet.Forza del marchio e degli sconti: «SuSpark possono arrivare al 30%, sullaTrax al 25%», spiega Frosio. Ancheperché, «le auto saranno comunquegarantite per 3 anni dall’acquisto e iconcessionari Chevrolet si trasfor-meranno in officine autorizzate percontinuare ad assicurare la manu-

tenzione». Il problema semmai è unaltro: «Le auto a disposizione inizia-no a scarseggiare», conclude Frosio.Come dire: tutto potrebbe finire benprima del 2015.

Un finale simile è quello che at-tende anche un marchio storico co-me Lancia. Lacrime per gli appassio-nati, il the show must go on però èstato già annunciato da Sergio Mar-chionne: «Il marchio Lancia saràpresente solo in Italia e solo con Yp-silon». Delta e Thema dunque fino aesaurimento, con sconti sempre piùconsistenti: per una Delta 1.4 turbobenzina – gpl si può contare su 5.000euro mentre per il top di gammadella Thema, la versione Executive

3.0 V6 benzina da 239 cavalli, c’è untaglio di 11.600 euro e un prezzo fi-nale di 39.700 euro. Quotazioni uffi-ciali: in concessionaria trattando sipuò ottenere qualcosa in più. Un va-lore, vista la tiratura limitata (996 unità vendute in Europa nel biennio2012 – 2013), lo potrebbe avere laFlavia: più che un acquisto, unascommessa per il futuro al prezzo di24.000 euro rispetto ai 38.000 di li-stino. Rimanendo nel gruppo, il theend è deciso anche per la Fiat Punto:una storia iniziata nel 1993, scritta inquasi 9 milioni di esemplari e invendita oggi a partire da 8.950 euro.Un risparmio di 3.360 euro: la 1.2Street benzina 69 cavalli in promo-

zione, rispetta già la normativa Euro6 in vigore da settembre 2015.

A sparire sono anche i numeri. IlSedici ad esempio. La compatta Fiatdall’abito cross sviluppata conSuzuki è arrivata ormai a fine corsa ein estate sarà sostituita dalla 500X, sorella gemella della piccola Jeep chevedremo invece già nei prossimigiorni al Salone di Ginevra. Per laSedici lo sconto rispetto al prezzo dilistino è del 25%.

Altro numero a fine carriera è il107: Peugeot ha annunciato che lanuova generazione della più piccola,sviluppata insieme a Citroen C1 eToyota Aygo, si chiamerà 108. Un so-lo numero di differenza che vale og-gi circa 2.500 euro di risparmio avantaggio della più anziana 107.Prendere o lasciare. Non sparisce maperde comunque una versione, laSerie 1 di Bmw: la variante coupé sitrasforma in Serie 2. Stessa sorte toc-cherà alla cabrio. Per chi è solo que-stione di numeri, acquistare oggiuna delle Serie 1 coupé e cabrio ri-maste, presenti per lo più nella rete

Peugeot 107Prima dell’estate arriva la nuova 108: c’è poco tempo per acquistare la meno ricca107 con uno sconto di circa 2.500 euro

Ford KaLa nuova generazione, totalmente differente,arriverà a fine 2015. Ora si acquista a 7.950 euro con sconto del 20% sul listino

Fiat PuntoViene prodotta fino all’arrivo (non confermato)della 500 a 5 porte: con la 1.2 Street benzina 69 cavalli si risparmiano 3.360 euro

Bmw Serie 1 CoupéÈ già uscita di produzione, sostituita dalla nuova Serie 2 coupé. In qualche concessionario si può però trovare con uno sconto del 30%

Mercato Dalla Bmw coupé alla Punto, quali sono le vetture che conviene acquistare prima che spariscano dal listino

o mai piùSono molte le auto che usciranno di produzione. Veri affari: si possono comprare con sconti fino al 40 per cento

AmmiragliaSulla Thema versione Executive 3.0 V6 benzina da 239 cavalli, c’è un taglio di 11.600 euro sul prezzo

Chevrolet TraxÈ l’ultima arrivata in casa Chevrolet, come le altre però non sarà più venduta da fine 2015: risparmi fino al 25 per cento. Su Spark possono arrivareanche fino al 30 per cento

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 Motori 51

Saloni Dal 6 al 16 marzo la tradizionale kermesse svizzera nella quale verranno presentati anche 146 modelli in anteprima mondiale o europea

Ferrari e Lamborghini, a Ginevra sarà show per le sportive

Il test Pesanti ma agili con il motore da 1,7 litri, le moto inglesi si distinguono per comfort

Sulle strade della Californiacon le Triumph da «viaggio»La due versioni della Thunderbird alla prova del deserto

MILANO — Mentre non si saancora se in Italia vedremo unoo due saloni nel 2014 (Bolognae Milano si contendono il ruo-lo di capitale dello show a mo-tore), nel mondo dell’auto ri-mane una certezza: il SaloneInternazionale dell’Auto di Gi-nevra (6-16 marzo) che si ri-conferma l’appuntamento più prestigioso in territorio «neu-tro». Non è la Parigi dei france-si, nè la Francoforte dei tede-schi, nè la Detroit degli ameri-cani, è la terra d’elezione sul la-go Léman che tutti i costruttoriscelgono per lanciare all’iniziodell’anno le proprie novità.

Questa 84° edizione del Sa-lone di Ginevra si prepara a de-buttare con numeri record: 146anteprime mondiali ed euro-pee distribuite su una superfi-

cie di 110.000 metri quadrati,250 espositori da 30 Paesi, tut-te le case automobilistiche rap-presentate e una serie di eventiche arricchiscono l’offerta diun evento che negli ultimi anniha raddoppiato il numero delpubblico italiano e si è trasfor-mato in una gigantesca vetrinache attende oltre 700.000 visi-tatori. BMW serie 2 Active Tou-rer, Mercedes Classe S Coupé, Citroën C4 Cactus e C1, OpelAdam Rocks, le nuove RenaultTwingo, Peugeot 108, 308 SW eToyota Aygo, VW Polo, SubaruImpreza WRX STI e la cineseQoros 3 Hatchback, alcunedelle anteprime di prodottopiù attese accanto alle sportiveregine del salone ginevrino. Sututte la nuova Ferrari Califor-nia T con motore V8 biturbo a

iniezione di-retta, accantoalle McLaren650 S , AudiS1, Zenvo ST 1made in Dani-marca e Lam-borghini Hu-

racan LP 610-4. E per il terzoanno consecutivo nella gior-nata che precede l’apertura delSalone, una giuria di 58 gior-nalisti del settore assegnerà ilPremio Car of the Year ad unadelle sette finaliste: BMW i3,Citroën C4 Picasso, Mazda 3,Mercedes S-Klasse, Peugeot308, Skoda Octavia e Tesla Mo-del S. «Ginevra è stato il primoevento internazionale a daregrande spazio e risalto alle vet-ture verdi — dice il presidentedel Salone Maurice Turrettini

— raggruppando già dal 2009in un padiglione i veicoli azio-nati da energie alternative erinnovabili; questo tipo di mo-delli rappresentano in questaedizione circa il 7,2% di quelliesposti e verranno presentati direttamente sugli stand dellevarie Case con una mappa rea-lizzata ad hoc per segnalarequelli le cui emissioni non su-perano 95g CO2/km» .

«Per assecondare le richiestedel pubblico — continua ilPresidente Turrettini — abbia-mo preparato nel Padiglione 1su uno spazio di 870 m2 unapista prove per Cityspeedster; ivisitatori avranno così a Gine-vra per la prima volta la possi-bilità di provare live le autoelettriche di BMW, Citroën, Mitsubishi e Renault» . Nuovi

modelli ma anche storia del-l’auto con una EsposizioneSpeciale dedicata alla 24 Ore diLe Mans grazie alle auto dellacollezione dell’ AutomobileClub dell’Ouest: il Padiglione 3si trasforma in un prezioso setper 20 modelli entrati nel mitoper aver vinto nei 90 anni distoria della gara, dalle primeBentley Speed Six 6 cilindri del’29, i «camion da corsa» comeli definiva Ettore Bugatti, alleAlfa Romeo 8C 2300 del 33progettata da Vittorio Jano, alleultime Audi R8, dee incontra-state del Circuito de la Sarthe,passando per le Ferrari 166, leJaguar DType, le 250 Testa Ros-sa di Olivier Gendebien e PhilHill, le Ford GT 40, le Porsche917, e la Sauber-Mercedes C9di Peter Sauber con la quale ilCostruttore svizzero vinse nel1989.

Savina Confaloni© RIPRODUZIONE RISERVATAUn’immagine della scorsa edizione. Sopra , Maurice Turrettini

Honda Insight HybridNon è più in listino: qualche unità si può ancora trovare online a 17.000 euro, 7.000 in meno rispetto al prezzo originale

Lancia DeltaIn attesa di conoscere quando finirà la produzione della Delta, la 1.4 turbo gpl può contare su 5.000 euro di sconto

Fiat SediciConclusa la collaborazione con Suzuki, si appresta a esaurire le ultime unità prodotte con sconti minimi di circa il 25 per cento

Opel AgilaUscirà dal mercato a fine anno: lo sconto rispetto al listino originale è del 20%. Le versioniattuali offrono anche una dotazione più ricca

non ufficiale Bmw, può significare un risparmio del 30%.

Non sono da meno le alleanze: an-che per alcune di loro è arrivata la conclusione. Fiat 500 e Ford Ka noncondivideranno più piattaforma estabilimento di Tychy. Gli americaniandranno per la loro strada e la Ka diventerà un prodotto globale:«L’unico modo per fare profitti nelsegmento delle più piccole è vende-re la stessa auto in tutto il mondo»,spiega Roelant de Waard, a capo divendite e marketing di Ford Europe.Per questo la futura Ka sarà rivolu-zionata: carrozzeria a 5 porte, di-mensioni più grandi (il nuovo pia-nale è quello della Fiesta) e produ-zione in Brasile. Meno europea e piùadatta ai Paesi emergenti. Arriverà inItalia a fine 2015: nel frattempo l’at-tuale generazione si acquista a 7.950euro invece dei 10.000 euro di listi-no. Conclusa anche la partnershiptra Opel e Suzuki dalla quale sononate Agila e Splash. Diverso il desti-no delle due. La Splash continuerà avivere, seppur sostituita dalla Cele-rio (anteprima europea a Ginevra), nessun avvicendamento è previstoper l’Agila: il ciclo di vita si chiuderàa fine anno, fino ad allora l’Agila saràvenduta con uno sconto del 20%. Lostesso risparmio, Opel lo offre sulsuv Antara, modello anch’esso desti-nato a chiudere la sua avventura a fi-ne 2014.

A sorpresa, a lasciare il mercatosono anche le ibride. Il loro succes-so, con quote di mercato finalmente«visibili», non è stato sufficiente perHonda a mantenere in listino l’Insi-ght: online alcuni concessionari of-frono la berlina ibrida a poco più di

17.000 euro, ben 7.000 in meno ri-spetto alla quotazione ufficiale di fi-ne 2013. Per chi ha il cuore «verde» èuna buona occasione.

Toglietemi tutto ma non il nome.Un cambio di rotta per la nuova Re-nault Twingo (anche in questo casoanteprima a Ginevra) così netto daconsiderarlo alla pari di un’uscita dalmercato: cinque porte e trazione po-steriore. Una rivoluzione. Non pertutti: le linee anticonvenzionali dellaprima Twingo del 1992, seppur rivi-sitate, sono oggi disponibili a prezzidi saldo da 7.250 euro. Seduzioned’altri tempi a basso costo.

Alessandro Marchetti Tricamo© RIPRODUZIONE RISERVATA

IbridaHonda Insight: online si trova a poco più di 17.000 euro, 7.000 in meno rispetto alla quotazione di fine 2013

SAN DIEGO (Stati Uniti) — «Bornto be wild», «Highway to hell». Maanche «Vado al Massimo», sempreche gli inflessibili CHiPs non si na-scondano dietro quella roccia o qual filare di palme là in fondo. Cambianoin fretta le canzoni che ti girano per latesta mentre guidi fra questi spazigrandiosi, dove in un’ora di moto passi dalla voluttà dell’Oceano Pacifi-co al fascino aspro del deserto, con inmezzo quindici o venti gradi di escur-sione termica.

Quello che non cambia, quando cisi trova dietro al manubrio della nuo-va Triumph Thunderbird – versioneCommander o LT che sia – è la sensa-zione di viaggiare un gran bene, diavere a disposizione nella manopola del gas tutta la coppia che serve perdare del tu alla sensazione di velocità,di poter contare su una ciclistica sanache tra le curve della montagna tiporta (troppo) presto a fare scintillecon le pedane, a dispetto di massa edimensioni del veicolo.

Piacere di guida in salsa cruiser,verrebbe da dire. Nel senso che in sel-la alle nuove Thunderbird ci si trovain una dimensione diversa dalle soli-te: alla possanza del motore e allasveltezza dell’avantreno fanno dacontraltare posizione di guida e geo-metrie fatte apposta per godersi lastrada senza la frenesia delle motosportive o delle naked moderne, viag-giando miglia, e miglia, e miglia po-tendosi stancare solo del panorama.

La formula è senza dubbio azzecca-ta ed è stata elaborata intorno a un belbicilindrico in linea da 1,7 litri – il piùgrosso sul mercato – associato a tela-io, ruote e sovrastrutture da grandeviaggiatrice, oltre che a chili di metal-lo cromato. Ed è anche tradotta in re-altà nel modo giusto, perché le Thun-derbird, fatta eccezione per il tappodel serbatoio senza serratura, sonosolide, piacevoli da toccare e trasuda-no qualità. Ma soprattutto conduce aun risultato lontano anni luce dallaflemma tipica delle moto custom acui per certi versi queste Triumph siispirano: le bicilindriche inglesi, chepesano pur sempre 340 (la Comman-der) e 380 chili (la LT) sono insospet-tabilmente agili e maneggevoli inmovimento, e regalano un bel gusto,tanto mentre si viaggia a velocità co-

un sorriso, così come l’impianto fre-nante (con Abs di serie) e la sella, in-credibilmente comoda. Perciò, quan-do nei pressi di Borrego Springs, tracespugli e cacti, cominciano a intra-vedersi primordiali creature ruggino-se emergere dalla sabbia, si può starcerti di non essere in preda ad alluci-nazioni: le Triumph Thunderbird so-no molto comode e se ci si ferma astudiare queste strane sculture me-talliche è solo per curiosità. Del restouno scorpione di ferro alto tre metri epassa nel bel mezzo del deserto non ècosa da tutti i giorni.

Stefano Bargiggia© RIPRODUZIONE RISERVATA

stante su rettilinei di campagna chesembrano non finire mai, quantomentre si aggredisce l’asfalto perfettoche si snoda all’interno della VolcanMountains Wilderness Preserve. Ol-tre all’estetica, poi, queste moto han-no un carattere diverso: la Comman-der, più aggressiva nell’aspetto, ob-bliga a una posizione di guida legger-mente più protesa verso l’anteriore,che però paradossalmente è menoagile nei cambi di direzione rispetto aquello della più turistica LT.

Solo sfumature, che non cambianoil sapore forte del motore, la cui spin-ta poderosa ai bassi regimi (il picco dicoppia è di 151 Nm a 3.500 giri, con94 cavalli di potenza) regala sempre

In alto la Triumph Thun-derbird LT. A sinistra, la Commander e qui soprai due modelli nel deser-to californiano tra i «ru-deri» di un bus e una cabina telefonica inglesi

MOTORE Bicilindrico in linea, 1699 cc, iniezione elettronica, 4 valvole per cilindroPotenza 94 cavalli a 5.400 giri. Coppia 151 Nm a 3.500 giriCAMBIOA sei marceFreni: anteriore a doppio disco da 310 mm; posteriore a disco da 310 mm, Abs di serieRUOTEin lega da 17 pollici (a raggi da 16” per la LT)Peso 340 chili (380 la LT)PREZZO17.590 euro (18.530 la LT)

La scheda

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52 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

LUCIANOFRANCESCONIUNA MATITA GENIALEAL CORRIERE DELLA SERAA CURA DI OMBRETTA NAI E FRANCESCA FADALTI

Inaugurazione 25 FEBBRAIO ore 19.00

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Necrologie: € 5,00Adesioni al lutto: € 10,00

Necrologie: € 1,90Adesioni al lutto: € 3,70

Solo anniversari, trigesimie ringraziamenti: € 540,00

Solo anniversari, trigesimie ringraziamenti: € 258,00

Corriere della Sera

Gazzetta dello Sport

PER PAROLA:

A MODULO:

PER PAROLA:

A MODULO:

Servizio sportello da lunedì a venerdìMilano: Via Solferino 36

orario continuato dalle 9 alle 17.45

I figli Natalia e Franco, Silvia, Guido, Marco eSharon abbracciano la loro carissima mamma

Maria Luisa Dubini Daccòe la accompagnano con affetto e riconoscenzanel suo cammino di ricongiungimento a Chico.-I funerali si svolgeranno nella parrocchia di SanBabila lunedì 24 febbraio alle ore 14.45.- Milano, 23 febbraio 2014.

Cara

nonna Maria Luisaavremo sempre nel cuore la tua generosità, il tuosorriso e il tuo stile inconfondibile.- Sei il nostropunto di riferimento e ti ricorderemo con tantoamore.- Francesca, Luca, Carlo, Valentina, Na-talia e Martina. - Milano, 23 febbraio 2014.

Un ricordo affettuoso alla

nonna bis Maria Luisache ci ha mostrato la forza e la lucidità con cuicostruire il nostro presente.- Federico, Chiara,Carlo e Carlo Alberto.- Milano, 23 febbraio 2014.

Caroline partecipa al dolore di Guido e dei suoifratelli per la scomparsa dell'affettuosissima

Maria Luisa- Milano, 23 febbraio 2014.

Elisa con Mario piange la scomparsa della ca-rissima sorella

Maria Luisae si stringe nel dolore a Natalia, Silvia, Guido,Marco. - Milano, 23 febbraio 2014.

Partecipano al lutto:– Ginevra Joe e Carlotta.

Luzi, Paolo, Alberto e famiglie sono vicini a Na-talia, Silvia, Guido e Marco nel ricordo della cara

Marialuisa- Milano, 22 febbraio 2014.

Le zie Giulia e Lella e tutti i cugini, nipoti dellanonna Carla, abbracciano con affetto Natalia,Silvia, Guido e Marco con le loro famiglie nel ri-cordo della carissima cognata e zia

Maria Luisa- Milano, 22 febbraio 2014.

Giulia, Giovanna e Ketty con le loro famiglieannunciano con dolore la scomparsa di

Maria Luisa Dubini Daccòe abbracciano affettuosamente Elisa e Mario,Natalia, Silvia, Guido, Marco.- Milano, 22 febbraio 2014.

Partecipano al lutto:– Pino e Rosa Hensemberger.

Massimo e Valerie Rombolotti si uniscono aldolore di Marco e famiglia per la scomparsa di

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 24 febbraio 2014.

Marco e Afef, Giada, Ilaria e Giovanni Tron-chetti Provera partecipano con affetto al doloredi Marco e dei suoi familiari per la perdita dellamamma

Maria Luisa Daccò Dubini- Milano, 23 febbraio 2014.

Luca e Bea con Cecilia e Guido abbraccianoforte Natalia Silvia Guido Marco ricordando conaffetto la loro cara mamma

Maria Luisa Dubini- Milano, 23 febbraio 2014.

Franco e Vittoria Minardi de Michetti con Nic-colò e Camilla abbracciano affettuosamenteMarco per la perdita della cara mamma

Maria Luisa Daccò Dubini- Milano, 22 febbraio 2014.

Giuse con Roberto, Vera, Francesco e Alessan-dro abbraccia con tanto affetto Marco, Natalia,Silvia e Guido ricordando la cara

Maria Luisa- Milano, 22 febbraio 2014.

Pupa, Giovanni, Carlos sono vicini con affettoa Silvia, Natalia, Guido, Marco e le loro famigliericordando la cara

Maria Luisa- Arese, 22 febbraio 2014.

Partecipa al lutto:– Maria Crivelli.

Alfredo Camillo Filippo Gerolamo Giorgio eNicolò sono vicini con affettuosa e sincera ami-cizia a Marco ed alla famiglia nel ricordo dellamamma

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 23 febbraio 2014.

Alessandro e Marzia, Federico e Ludovica diCarpegna Brivio partecipano con molto affetto algrande dolore di Marco, Sharon, Valentina, Mar-tina, Guido e Silvia per la perdita della madre

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 22 febbraio 2014.

Riccardo e Matilde sono vicini con molto affettoa Marco, Sharon e tutta la famiglia nel ricordodell'amata madre

Maria Luisa Dubini Daccò- Saint Moritz, 23 febbraio 2014.

Enrico e Patrizia Parazzini partecipano con af-fetto al dolore dell'amico Marco per la scomparsadella mamma signora

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 23 febbraio 2014.

Gli amici Angelo e Paola, Carlo e Raffaella, Re-nato e Anna con Nicolò partecipano con affettoal lutto di Marco per la perdita della mamma

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 23 febbraio 2014.

Benedetta con l'amicizia di sempre abbracciaMarco partecipando al dolore per la scomparsadi

Maria Luisa Dubini- Milano, 23 febbraio 2014.

Gli amici di sempre Cesare, Lodo e Marco ab-bracciano affettuosamente Guido nel ricordo del-la sua mamma

Maria Luisa Dubini Daccò- Milano, 24 febbraio 2014.

Puricelli & Ghezzi Srl, Gpg Assicurazioni Srl, CibInsurance Broker sono vicini al loro Amministra-tore Delegato Marco Dubini Daccò e famiglia perla triste scomparsa dell'amata mamma

Maria Luisa- Milano, 23 febbraio 2013.

Partecipano al lutto:– Renzo Ghezzi.– Edoardo Ghezzi.– Francesco Colombo.– Giovanna Turri.– Vittorio Massardi.

I dipendenti della Puricelli & Ghezzi, Gpg e Cibsono vicini in questo triste momento al loro Am-ministratore Delegato Marco Dubini Daccò e atutta la famiglia per la grave perdita della caramamma

Maria Luisa- Milano, 23 febbraio 2014.

Il Consiglio di Amministrazione e i dipendentitutti di Asscom Insurance Brokers Srl di Milano,Roma e Torino sono vicini al loro Presidente Mar-co Dubini Daccò in questo triste momento per laperdita della cara mamma

Maria Luisa- Milano, 23 febbraio 2014.

Partecipano al lutto:– Carlo Clavarino.– Paolo Rubini.– Carlo Incontri.– Marcello Bottazzi.– Roberto Boccalini.– Marco Cervetti.– Giovanni Borra.

Il gruppo Crespi con il Consiglio di Amministra-zione e i dipendenti partecipa al lutto della fami-glia per la scomparsa della signora

Maria Luisa Dubini Daccò- Ghemme, 23 febbraio 2014.

Maria Luisa Dubini Daccò

Partecipano al lutto:– Pio Laura Gavazzi.– Alessandra Baglione.– Antonio e Adele Fusi Rossetti.– Lia Beni Blumer e figli.

Il giorno 22 febbraio è mancata laContessa

Lina Zoja Geraldiniprofondamente commossi e addolorati ne dannoannuncio i figli Alessandro con Linda, Ada conFabrizio, Manfredi, i nipoti Jacopo con Claudia,Luisa con Johnny, Matteo, Sebastiano con Car-lotta, Elisabetta con Ray, Alessandro, Edoardocon Alessandra ed i pronipoti Alessandro, Lavi-nia, Georges, Matilda, Sebastiano Derek, Leo-nardo George, Virginia e Manfredi e i fedelissimiCristoforo e Alina.- Il funerale verrà celebratomertedì 25 febbraio nella chiesa di San Camilloin via Piemonte alle ore 12.- Sarà celebrata unamessa di sepoltura nella parrocchia di San Mau-rizio di Ghiffa mercoledì 26 febbraio alle 10.- Roma, 24 febbraio 2014.

Ha lasciato questo mondo dopo 101 anni laContessa

Lina Geraldini Zojapersona di superiori qualità morali e intellettua-li.- Lascia un'impronta di sé in tutti quelli che han-no condiviso con lei un percorso di vita e anchenelle persone che l'hanno incrociata in qualchemomento della propria esistenza.- L'annunciaFabrizio, confortato dalla certezza di avere dalsuo ricordo un aiuto impareggiabile per affron-tare le difficoltà della vita.- Roma, 24 febbraio 2014.

Luigi, Marcello e Valerio con Eva, Silvia e Wen-dy e i figli Stefano, Sara, Elisabeth; Maurizio eWilia con Silvia e Lorenza; Giorgio e Romina conBeatrice e Miriam; Gabriele e Silvia; Claudio eSara con Alice e Gabriele faticano a pensare chela presenza rassicurante, integra, affettuosa di

zia Linadopo tanto tempo, improvvisamente non li ac-compagni più e si ritrovano vicini come una voltaad Alessandro, Ada e Manfredi.- Milano, 23 febbraio 2014.

Cristina, Jacopo, Claudia, Alessandro e Laviniaricorderanno sempre con grande affetto la lorocara

nonna Lina- Milano, 23 febbraio 2014.

Partecipano al lutto:– Roland Gantes.– Laura Cattaneo.

Carmelita abbraccia Ada nel ricordo di

Linaamica nel profondo, unica e insostituibile per tut-ta la vita. - Lodi, 23 febbraio 2014.

Resterà sempre nel nostro cuore e nella nostramemoria

Lina Geraldini ZojaClelia e Andrea, Camilla e Andrea con Ernesto,Maddalena e Nicola con Giovanni e Tommaso,Luisella e Paolo, Giancesare, Nicola e Sara.- Milano, 23 febbraio 2014.

Lina Zoja Geraldini

Partecipano al lutto:– Paola Alessandro e Michele Scotti.

Giovanni e Maria si stringono con affetto a Sil-via e Carlo nel ricordo e rimpianto di

Ercole Brusamolinosempre generoso e curioso, leale e coraggioso,competente e solidale.- Pavia, 23 febbraio 2014.

Alberto Lelè e Stefania ricorderanno per sem-pre l'affetto di

Giancarlo Bruno- Monza, 24 febbraio 2014.

Con immenso dolore il figlio Marco con MariaGrazia e la nipote Emanuela con Giacomo an-nunciano la scomparsa di

Bruno Tedeschie ricordano il coraggio e la generosità con cui èvissuto.- I funerali si celebreranno a Milano mar-tedì 25 febbraio nella chiesa parrocchiale SantaCecilia, via della Casa Giovanni 15.- Per l'ora deifunerali telefonare all ' Impresa San Siro02.32867. - Milano, 23 febbraio 2014.

Partecipano al lutto:– Elisa Monti.– Paolo e Cristina con Raffaella e Gigi.

Marco Fabrizia, Alberto Elena, Chicco Roberta,Marco Paola, Gianni Elena, Giandomenico Cri-stina, Luca Mirella, Enzo Daniela, Franco Luisa,Umberto Antonella sono vicini con molto affettoa Marco e a tutta la sua famiglia nel dolore perla scomparsa del caro papà signor

Bruno Tedeschi- Milano, 23 febbraio 2014.

La figlia Antonella con dolore e amore infinitoannuncia la fine della vita terrena di

Carla Accardinella certezza che la sua arte vivrà per sempre.- Roma, 23 febbraio 2014.

La figlia Antonella, il genero Piero e i nipotiAngelica e Lorenzo comunicano l'improvvisascomparsa di

Carla Accardiavvenuta il 23 febbraio.- La data dei funerali ver-rà comunicata in seguito.- Roma, 23 febbraio 2014.

A

Carla AccardiCon immensa gratitudine, stima e affetto.- Marioe Dora. - Roma, 23 febbraio 2014.

Sconvolti dalla prematura scomparsa di

Federico MartaEvelyne e Massimo si stringono a Raffaella contanto affetto e immenso dolore.- Monaco, 23 febbraio 2014.

Nanni e Camilla, Carlo e Serena, Franco eAdriana, Roberto e Henriette, Anna e Beatriceabbracciano forte Raffaella nel dolore per la per-dita del suo

Federico- Milano, 23 febbraio 2014.

Federico Marta

Partecipano al lutto:– Vittorio e Paola Antonietti.

I colleghi di McCann Health desiderano testi-moniare il loro cordoglio alla famiglia di

Susanna Scottiinesauribile esempio di professionalità, dedizio-ne e motivazione per tutti noi.- Un grande ab-braccio agli amici e ai famigliari tutti colpiti, an-cora più nel profondo, da questo immenso lutto.- Milano, 23 febbraio 2014.

Michel, Louise and Chris, on behalf of McCannHealth Region Europe take part to the sorrow duefor the early passing of

Susanna Scottione of the most talented people at McCannHealth Milan. - Milano, 23 febbraio 2014.

È mancato all'affetto dei suoi cari ilCommendator

Angelo BocciarelliLo annunciano con immenso dolore la moglieAntonietta e la figlia Luisella.- Addio nostro amo-re, non ci hai lasciati, sarai sempre con noi.- Ifunerali saranno celebrati in Centenaro di Ferrie-re (PC), con successiva tumulazione nella cappel-la di famiglia. - Milano, 22 febbraio 2014.

È mancata all'affetto dei suoi cari

Teresa Marini Navapiù che un'amica di una vita, una sorella.- Lapiange sgomenta Eleonore De Micheli Garibottoe famiglia e abbraccia forte Piero Ezio Paola Giu-lia e Linda con grande affetto.- Milano, 23 febbraio 2014.

Il Cavaliere del Lavoro Loris Fontana, Presiden-te del Gruppo Fontana Bullonerie, i figli Enio,Giuseppe e Luigi Fonata con le rispettive fami-glie, esprimono il più profondo cordoglio per lascomparsa di

Rodolfo Pirovano- Veduggio, 21 febbraio 2014.

Il Consiglio di Amministrazione della Bullone-ria Fontana Luigi SpA, con il Gruppo Fontana tut-to, partecipa al lutto per la scomparsa di

Rodolfo Pirovano- Veduggio, 21 febbraio 2014.

Gli amici - colleghi del C.N.R. sono vicini adAnna ed ai familiari di

Giuseppe RosinaLaura Luciano Stefano.- Milano, 23 febbraio 2014.

A trent'anni dalla scomparsa del

Prof. Waldo Mollacontinuano a vivere nel ricordo dei suoi cari conamore e nostalgia la dolcezza dei suoi tratti, laserietà della sua persona, lo stile di vita.- Milano, 24 febbraio 2014.

1995 - 2014Con immutato affetto i famigliari ricordano l'

Avv. Prof. Umberto Azzolina- Milano, 24 febbraio 2014.

Page 53: Il corriere della sera

Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 53

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a cura di

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1 mar. 8 mar. 16 mar. 23 mar.

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Su gran parte delnostro continente lapresenza dell'altapressione garantiscetempo abbastanzastabile su gran partedelle nazioni.Precipitazioni sonopresenti sui settorisudorientali per lospostamento verso Estdell'area depressionariache era presente sullaPenisola italiana. Altrepiogge e nubi diffuseinteressano la Penisolaiberica.

Oggi e domani il tempo sulla nostra Penisola sarà generalmente poco nuvoloso su gran parte delle regioni. Da mercoledì aumenterà l'instabilità su gran partedelle regioni con piogge sparse al Nord, più diffuse e moderate invece al Centro, specie su Toscana e Lazio. Giovedì i fenomeni si spostano anche verso leregioni meridionali mentre da venerdì una nuova e più intensa perturbazione raggiungerà il Nord con piogge diffuse e neve sui monti.

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Direttavideo daPalazzo

Madama apartire

dalle 14.

Page 54: Il corriere della sera

54 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera

Tv in chiaro

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Rete4mediaset.it/rete4

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Canale5mediaset.it/canale5

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21.10 NON È MAI TROPPOTARDI. Miniserie

23.20 PORTA A PORTA. Att.0.55 TG1 NOTTE.1.25 CHE TEMPO FA.1.30 SOTTOVOCE. Attualità2.00 TERZA PAGINA. Att.2.30 VIAGGIO IN SECONDA

CLASSE. Varietà.Conduce Nanny Loy

21.00 LOL :-). Serie. ConRéal Bossé, MarinDrainville, JulieMénard

21.10 REX 6. Telefilm. ConFrancesco Arca,Augusto Zucchi,Pilar Abella

22.55 THE GOOD WIFE.Telefilm

22.15 ASPETTANDOBALLARO’

23.10 HOTEL6 STELLE.DocuFiction

24.00 TG 3LINEA NOTTE.

0.10 TGREGIONE.

20.30 TEMPESTA D’AMORE.Soap Opera

21.15 QUINTA COLONNA.Attualità

23.55 TERRA. Attualità0.55 DONNAVVENTURA.

Attualità1.45 TG 4 NIGHT NEWS.2.05 MUSIC LINE -

SPECIALE. Musicale

21.10 IL TREDICESIMOAPOSTOLO 2 - LARIVELAZIONE.Miniserie

23.30 FILM HOUDINI -L’ULTIMO MAGO.(Dramm., Aus/Gb,2007). Regia diGillian Armstrong.Con Ca. Z.-Jones

21.10 FILM LOSPACCACUORI.(Commedia, 2007).Regia di PeterFarrelly, BobbyFarrelly. Con BenStiller, MichelleMonaghan, JerryStiller.: Tgcom;Meteo.it

21.10 PIAZZAPULITA.Attualità

24.00 TG LA7 - NIGHTDESK. Attualità

1.10 MOVIE FLASH.Attualità

1.15 FILM MONA LISA.(Drammatico, Gb,1986). Regia di NeilJordan

15.30 MODERN FAMILY.Telefilm

16.00 GINNASTE - VITEPARALLELE. Varietà

16.25 GINNASTE - VITEPARALLELE. Varietà

16.50 TEEN MOM. Varietà17.50 TEENAGER IN CRISI

DI PESO. Varietà18.50 DIARIO DI UNA NERD

SUPERSTAR. Telefilm19.20 SCRUBS. Serie20.15 MODERN FAMILY. Tf21.10 LE RAGAZZE DEL

REDNECK HEAVEN.Varietà

22.00 ARE YOU THE ONE?UN ESPERIMENTOD’AMORE. Varietà

23.00 GEORDIE SHORE.Varietà

SERA

15.00 MELISSA & JOEY.Telefilm

15.30 OCCUPY DEEJAY.Musicale

17.00 DEEJAY HITS.Musicale

18.00 SIX DEGREES.Telefilm

19.00 PERFETTI MA NONTROPPO. Serie

19.30 MELISSA & JOEY.Telefilm

20.00 LOREM IPSUM.Musicale

20.20 FUORI FRIGO. Varietà20.45 MICROONDE. Varietà21.00 REVENGE 2. Telefilm

Deejay TV

Rai4rai.it

Rai5rai.it

RaiStoria

rai.it

RealTime

realtimetv.it

RaiYoYo

rai.it

RaiGulp

rai.it

DMax

dmax.it

La7dla7.it

7.00 SABRINA VITA DASTREGA. Serie

7.30 STREGHE. Serie9.00 LOST WORLD. Serie9.45 XENA. Serie

10.30 PRIVATE PRACTICE.Serie

11.15 BROTHERS &SISTERS. Serie

12.00 STREGHE. Serie13.30 RUSH. Telefilm14.15 PRIVATE PRACTICE.

Serie15.00 BROTHERS &

SISTERS. Serie15.45 90210. Serie16.30 ONE TREE HILL. Serie17.15 XENA. Serie18.00 RAI NEWS - GIORNO.18.05 STREGHE. Serie19.35 SANCTUARY.

Serie20.25 SUPERNATURAL.

Serie21.10 FILM IP MAN: THE

FINAL FIGHT.(Azione)

22.55 GAME OF THRONES.Serie

0.50 ANICA ...

18.10 RAI NEWS - GIORNO.18.15 DAVID LETTERMAN

SHOW. Talk show19.05 DELIUS, BRITTEN,

DVORAK. Musica20.35 PASSEPARTOUT.

Attualità21.15 5 BUONI MOTIVI.

Attualità21.20 LA FIGLIA DI IORIO.

Teatro

20.00 RAI 54. Documenti20.30 IL TEMPO E LA

STORIA. Documenti21.15 CORREVA L’ANNO.

Documenti22.15 REWIND-BINARIO

CINEMA. Documenti0.15 RES GESTAE FATTI.

Documenti0.45 IL TEMPO E LA

STORIA. Documenti

19.40 ABITO DA SPOSACERCASI. Attualità

20.10 BEST BAKERY. Att.21.10 EXTREME

MAKEOVER: DIETEDITION. Attualità

22.10 DIMMI COSAMANGI... Attualità

22.40 DIMMI COSAMANGI...Attualità

17.30 KUNG FU PANDA.Cartoni

18.20 GULP GIRL2013/2014. Attualità

18.45 GRACHI. Telefilm19.30 VIOLETTA. Telefilm20.20 VICTORIOUS. Telefilm21.10 WINX CLUB. Cartoni22.00 KUNG FU PANDA.

Cartoni22.50 MIA AND ME.

14.00 QUELLI DEL LUNEDÌ.Rubrica sportiva

16.00 TG GIORNO.Attualità

16.30 TG SPORT. Attualità17.50 LAW&ORDER.

Telefilm19.30 PUNTO E A CAPO.

Attualità21.00 KILLER INSTINCT 12.

Telefilm

19.00 A CACCIA DI AUTO.Attualità

19.30 AFFARE FATTO!Documentario

20.20 BANCO DEI PUGNI.Documentario

21.10 TOP GEAR. Attualità22.00 DALLAS CAR

SHARKS. Attualità22.50 GT CUSTOMS.

Attualità

18.05 CAMBIO MOGLIE.Reality

18.55 TG LA7.19.00 I MENÙ DI

BENEDETTA. Attualità20.05 CUOCHI E FIAMME.

Attualità21.10 CAMBIO MOGLIE.

Reality0.10 THE DR. OZ SHOW.

Varietà

Tv2000

tv2000.it

19.50 GOCCE DI MIELE. Att.19.55 STORIE DA LOURDES.

Attualità20.00 ROSARIO DA

LOURDES - INDIFFERITA. Religione

20.30 NEL CUORE DEIGIORNI INDACO. Att.

20.55 TG TG.21.20 FILM ZORRO E I TRE

MOSCHETTIERI.

La5mediaset.it

19.05 IL CIBO SI FA BELLO.Reality

19.30 GLEE. Telefilm20.20 UNA MAMMA PER

AMICA. Telefilm21.10 FILM LA MIA

ADORABILE NEMICA.Nel programma: TgCom; Meteo.It

23.25 BELLA PIÙ DI PRIMA.Reality

Cielo

cielotv.it

17.15 VENDITEIMPOSSIBILI. Varietà

17.45 VENDITEIMPOSSIBILI UK.Varietà

18.15 FRATELLI IN AFFARI.Varietà

21.10 FILM WATER HORSE- LA LEGGENDADEGLI ABISSI.(Fantastico)

Iris

iris.mediaset.it

17.20 FILM L’ARCANGELO.19.18 LIVE FROM

HOLLYWOOD.19.33 A-TEAM. Telefilm20.15 RENEGADE. Telefilm21.06 FILM L’UOMO NEL

MIRINO.23.02 FILM MYSTIC RIVER.1.32 FILM TROPPO

RISCHIO PER UNUOMO SOLO.

6.30 TG 1.PREVISIONI SULLAVIABILITÀ - CCISSVIAGGIAREINFORMATI.

6.45 UNOMATTINA.Attualità

10.00 UNOMATTINA STORIEVERE. Attualità

10.30 UNOMATTINA VERDE.AttualitàCHE TEMPO FA.

11.00 TG 1.11.25 UNOMATTINA

MAGAZINE. Attualità12.00 LA PROVA DEL

CUOCO. Varietà13.30 TELEGIORNALE.14.00 TG 1 ECONOMIA.

Attualità14.10 VERDETTO FINALE.

Attualità15.20 LA VITA IN DIRETTA.

Attualità18.50 L’EREDITÀ. Quiz20.00 TELEGIORNALE.20.30 AFFARI TUOI.

Varietà

6.35 CARTOON FLAKES.Ragazzi

7.30 WINX CLUB. Cartoni7.55 CHAPLIN AND CO.

Cartoni8.05 PROTESTANTESIMO.

Attualità8.35 DESPERATE

HOUSEWIVES - ISEGRETI DIWISTERIA LANE. Tf

10.00 TG2 INSIEME. Att.11.00 I FATTI VOSTRI. Att.13.00 TG 2 GIORNO.13.30 TG 2 COSTUME E

SOCIETÀ. Attualità13.50 MEDICINA 33.14.00 DETTO FATTO.

Attualità16.15 COLD CASE - DELITTI

IRRISOLTI. Telefilm17.45 TG 2 FLASH L.I.S.

METEO 2.17.50 RAI TG SPORT.18.15 TG 2.18.45 SQUADRA SPECIALE

COBRA 11. Telefilm20.30 TG 2 20.30.

10.05 RAI PARLAMENTOSPAZIOLIBERO.Attualità

10.15 MI MANDA RAITRE.Attualità

11.10 TG3 MINUTI.11.15 ELISIR. Attualità12.00 TG 3.12.25 TG3 FUORI TG. Att.12.45 PANE QUOTIDIANO.

Attualità13.10 IL TEMPO E LA

STORIA. Attualità14.00 TG REGIONE.

TG REGIONE METEO.14.20 TG 3. METEO 3.14.50 TGR LEONARDO. Att.15.00 TG 3 LIS.15.05 TGR PIAZZA AFFARI.

Attualità15.10 TERRA NOSTRA. Tf16.00 ASPETTANDO GEO.

Documenti16.40 GEO. Documenti19.00 TG 3.19.30 TG R. TG R METEO.20.00 DIRETTA DAL

SENATO.

6.25 CHIPS. Telefilm7.20 MIAMI VICE. Telefilm8.20 HUNTER. Telefilm9.45 CARABINIERI.

Telefilm10.40 SAI COSA MANGI?

Attualità10.50 RICETTE

ALL’ITALIANA.Attualità

11.30 TG 4 - METEO.IT12.00 IERI E OGGI IN TV

SPECIALE. Varietà12.05 DETECTIVE IN

CORSIA. Telefilm12.55 LA SIGNORA IN

GIALLO. Telefilm14.00 LO SPORTELLO DI

FORUM. Attualità15.30 HAMBURG

DISTRETTO 21.Telefilm

16.30 I DELITTI DEL CUOCO.Telefilm

18.50 ANTEPRIMA TG 4.18.55 TG 4 - METEO.IT19.35 IL SEGRETO.

Telenovela

6.00 TG 5 PRIMA PAGINA.Attualità

8.00 TG 5 MATTINA.8.45 LA TELEFONATA DI

BELPIETRO. Attualità8.50 MATTINO CINQUE.

Attualità10.05 TG 5 ORE 10.11.00 FORUM. Attualità13.00 TG 5. METEO.IT13.40 BEAUTIFUL. Soap14.10 CENTOVETRINE. Soap14.45 UOMINI E DONNE.

Talk show16.10 IL SEGRETO.

Telenovela16.55 POMERIGGIO

CINQUE. Attualità17.50 TG5 MINUTI.18.50 AVANTI UN ALTRO!

Quiz20.00 TG 5. METEO.IT20.40 STRISCIA LA NOTIZIA

- LA VOCEDELL’IRRUENZA. TgSatirico. ConduceEnzo Iacchetti, EzioGreggio

6.55 FRIENDS. Serie7.40 UNA MAMMA PER

AMICA. Telefilm9.30 EVERWOOD. Telefilm

11.25 DR. HOUSE -MEDICAL DIVISION.Telefilm

12.25 STUDIO APERTO.METEO.ITSPORT MEDIASET -ANTICIPAZIONI.

13.00 SPORT MEDIASET.13.40 FUTURAMA. Cartoni14.05 I SIMPSON. Cartoni14.30 DRAGON BALL GT.

Cartoni14.55 BIG BANG THEORY .

Serie15.45 DUE UOMINI E 1/2.

Serie16.40 NIKITA. Telefilm18.15 LOVE BUGS 2. Serie

STUDIO APERTO -ANTICIPAZIONI.

18.30 STUDIO APERTO.METEO.IT.

19.20 C.S.I. - SCENA DELCRIMINE. Telefilm

6.00 TG LA7.7.50 OMNIBUS METEO.

Attualità7.55 OMNIBUS. Attualità9.45 COFFEE BREAK.

Attualità11.00 L’ARIA CHE TIRA.

Attualità13.30 TG LA7.14.00 TG LA7 - CRONACHE.14.40 LE STRADE DI SAN

FRANCISCO.Telefilm. Con KarlMalden, MichaelDouglas

16.40 THE DISTRICT.Telefilm. Con CraigT. Nelson, JonathanLaPaglia

18.10 COMMISSARIOCORDIER. Telefilm.Con Pierre Mondy,Bruno Madinier,Antonella Lualdi

20.00 TG LA7.20.30 OTTO E MEZZO.

Attualità. ConduceLilli Gruber

3.30 FILM DANTEFERRETTI:SCENOGRAFOITALIANO. (Docum.,Italia, 2010). Regiadi G. Giagni

23.40 TG 2.23.55 RAZZA UMANA.

Attualità. ConducePiero Marrazzo

1.15 RAI PARLAMENTOTELEGIORNALE.

1.05 FUORI ORARIO. COSE(MAI) VISTE.Attualità. ConduceEnrico Ghezzi

3.00 RAI NEWS 24.Attualità

3.00 MODAMANIA.Attualità

3.50 FILM LA MOGLIEINGENUA E ILMARITO MALATO.(Commedia)

1.15 TG 5 NOTTE.METEO.IT

1.45 STRISCIA LA NOTIZIA- LA VOCEDELL’IRRUENZA. TgSatirico

23.25 TIKI TAKA - ILCALCIO È IL NOSTROGIOCO. Sport

1.40 STUDIO APERTO - LAGIORNATA.

1.55 SPORT MEDIASET.

3.10 L’ARIA CHE TIRA.Attualità.Conduce MyrtaMerlino

4.50 OMNIBUS.Attualità

DATI DI PROGRAMMAZIONEFORNITI DA COMPUTIME

19.15 LA CASA DELLE API(THE HIVE). Cartoni

19.30 LA CASA DITOPOLINO. Cartoni

20.05 I CARTONI DELLOZECCHINO. Cartoni

20.10 PEPPA PIG. Cartoni21.15 PEPPA PIG. Cartoni21.20 LE NUOVE AVENTURE

DI PETER PAN.Cartoni

17.50 RAI NEWS - GIORNO.17.55 BETTY LA FEA. Telen.18.40 PAGINE DI VITA. Telen.19.25 ARMY WIVES:

CONFLITTI DELCUORE. Serie

20.10 IL MARESCIALLOROCCA. Serie

21.10 UN CICLONE INCONVENTO.Telefilm

class.it

ClassTv

RaiPremium

rai.it

RaiMovie

rai.it

17.35 RAI NEWS - GIORNO.17.40 FILM TRE UOMINI E

UNA CULLA.19.30 FILM FANTOZZI

CONTRO TUTTI.21.15 FILM COSTRETTO AD

UCCIDERE.23.10 FILM PULP FICTION.1.45 RAI NEWS - NOTTE.1.50 TARANTINIANI.

Documentario

Teleraccomandodi Maria Volpe

Film e programmi

PER CONOSCERE

Santamaria è il maestro Manzi

Lo spottone sanremese certo sarà di grande aiuto. La seconda serata del Festival si è infatti aperta con l’attore Claudio Santamaria (foto) protagonista della fiction in onda stasera e domani dedicata al maestro Alberto Manzi, che negli anni Sessanta con le sue lezioni trasmesse dalla Rai ha insegnato ad un milione e mezzo di italiani a leggere e a scrivere. Santamaria è rimasto affascinato dalla figura di quest’uomo che è passato dall’insegnamento nelle carceri a quello in televisione.

Non è mai troppo tardiRai1, ore 21.10

PER RIFLETTERE

Floris sulla fiduciaal governo Renzi

Nella passata settimana è stato tutto un susseguirsi di speciali e approfondimenti per seguire Renzi e la nascita del nuovo governo. Si era vociferato anche di uno speciale «Ballarò» venerdì sera per commentarea caldo le nomine dei ministri, ma poi la Rai deve aver pensato che il rischio di togliere (altri) telespettatori al Festival di Sanremo era troppo alto. E così finita la kermesse, Giovanni Floris ( foto) può tornare in onda per commentare la fiducia del Senato al governo Renzi. Tra gli ospiti Eugenio Scalfari e il presidente della Bnl Luigi Abete.

Aspettando BallaròRai3, ore 22.15

Uma Thurman apreun ciclo su Tarantino

Si apre oggi una rassegna su Tarantino: per un mese, ogni lunedì in seconda serata, andrà in onda un suo film. Si inizia con un suo classico con protagonistaUma Thurman (foto).Pulp FictionRai Movie, ore 23.10

Arca torna a indagarecon il cane poliziotto

Al via la sesta serie con protagonista il cane poliziotto e con il detective interpretato da Francesco Arca (foto). Oggi un professore universitario verrà trovato ucciso. Rex 6Rai2, ore 21.10

Da Corrado FormigliMoretti e Toti

Stasera da Corrado Formigli si parla del piano trimestrale di Renzi. Tra gli ospiti di Formigli: Alessandra Moretti, Giovanni Toti, Giorgia Meloni e Bianca Berlinguer.PiazzapulitaLa7, ore 21.10

In scena la tragediadi D’Annunzio

In scena la tragedia pastorale intre atti del 1903, di D’Annunzio. La vicenda è ambientata in un Abruzzo rurale, patriarcale e superstizioso, nel giorno di San Giovanni. La figlia di IorioRai5, ore 21.20

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Corriere della Sera Lunedì 24 Febbraio 2014 55

Pay Tv

Filme programmi

Rush esperto d’arte cade in una trappola

La vita di un apprezzato esperto d’arte (Geoffrey Rush, foto) scorre al riparo dai sentimenti fin quandouna donna misteriosa gli chiede una valutazione. Sarà l’inizio di un rapporto che lo travolgerà.La migliore offertaSky Cinema 1, ore 21.10

Il destino degli uomini deciso a testa o croce

Llewelyn Moss (Josh Brolin, foto),saldatore texano reduce del Vietnam, si imbatte in un regolamento di conti per una partita di droga. Per i fratelli Coen quattro Oscar nel 2008.Non è un paese per vecchiSky Cinema Oscar, ore 21.10

Emma Thompson Tata magica

Una misteriosa tata, Nanny McPhee (Emma Thompson, foto), cambierà per sempre la vita di sette orfani e del loro padre spiantato, travolgendoli in avventure magiche. Nanny McPhee -Tata MatildaSky Cinema Family, ore 21

Nuove avventureper le Tartarughe NinjaAl via le nuove avventure sulle Tartarughe Ninja. Nuove avventure e temibili nemici mutanti aspettanoLeonardo il leader, Donatello il cervellone, Raffaello il forzuto, e Michelangelo il combina guai. Tartarughe NinjaNickelodeon, ore 17.30

11.45 CHERNOBYL DIARIES -LA MUTAZIONE Contro ogniraccomandazione e buon senso, seituristi alla ricerca di percorsialternativi si spingono nella zona diChernobyl. Sky Cinema Max HD

12.10 AGAINST THE ROPES Jackie (M.Ryan) vede combattere Luther - unragazzo di colore -, capisce che hala stoffa del campione e ne divental’agente. Sky Cinema Passion HD

13.45 CENA TRA AMICI Vincent, prossimoa essere padre, viene invitato a cenadalla sorella e bersagliato didomande sul nascituto. Tutto beenfinchè... Sky Cinema Cult

14.05 GLORIA Appena uscita di prigione,Gloria si ritrova a badare a unragazzino portoricano in possesso diun dischetto compromettente.Sky Cinema Passion HD

15.15 IL PRINCIPE ABUSIVO Un intrecciodi situazioni comico-romantiche.Protagonisti: un campione delloscrocco, il suo gruppo di amici e unatriste principessa. Sky Cinema 1 HD

16.30 L’ULTIMO IMPERATORE Nove Oscarper il film diretto da B. Bertolucciincentrato sulla vita di Pu-Yi, l’ultimoimperatore della Cina.Sky Cinema Oscar HD

17.15 IL CASTELLO NEL CIELO Dopo 26anni dalla sua realizzazione arriva inItalia il film d’animazione di Hayao

Miyazaki: la storia di Sheeta, tenutaprigioniera dal colonnello Muska.Sky Cinema Family

18.55 SPIDER-MAN S. Raimi - regista di“The Gifth” - dirige T. Maguire e K.Dunst nella saga dell’uomo ragno,alias Peter Parker.Sky Cinema Max HD

19.15 KRAMER CONTRO KRAMER Ladura battaglia di Ted Kramer (D.Hoffman) per ottenere la custodia disuo figlio Billy. Cinque premi Oscar.Sky Cinema Oscar HD

19.25 PAZZE DI ME Quando finalmenteincontra la donna della sua vita,Andrea la deve difenderedall’ingombrante presenza dellefemmine della sua famiglia.Sky Cinema 1 HD

21.00 DON CAMILLO MONSIGNOREMA NON TROPPO DonCamillo/Fernandel viene finalmentenominato Monsignore. Regia di C.Gallone, della commedia realizzatanel 1961. Sky Cinema ClassicsIL ROSSO E IL BLU Il film, tratto daun libro di Marco Lodoli, racconta lestorie che s’intrecciano all’interno diuna bizzarra scuola romana.Sky Cinema CultNANNY MCPHEE - TATA MATILDATratto dal romanzo di ChristiannaBrand, Emma Thompson è la tataMatilda. Sky Cinema Family

Cinema Sport

14.15 AMERICAN DAD Fox HD15.30 COLD CASE Fox Crime HD16.40 LIFE BITES Disney Channel17.40 SEX & THE CITY Fox Life18.20 AUSTIN & ALLY Disney Channel19.15 I GRIFFIN Fox HD20.20 VICTORIOUS Rai Gulp21.00 N.C.I.S. Fox Crime HD

THE WALKING DEAD Fox HDGREY’S ANATOMY Fox Life

21.55 THE BLACKLIST Fox Crime HDSLEEPY HOLLOW Fox HDSCANDAL Fox Life

22.00 LIFE BITES Disney ChannelI ROBINSON K2

22.50 C.S.I. MIAMI Fox Crime HDTHE WALKING DEAD Fox HD

23.35 LE SORELLE FANTASMA DisneyChannel

14.40 NON DITELO ALLA SPOSA!IRLANDA LEI

15.00 REBELDE WAY Rai Gulp16.00 MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky

Uno17.15 CASE CHE NON TI ASPETTI Sky

Uno18.50 JUNIOR MASTERCHEF AUSTRALIA

Sky Uno18.55 IN CUCINA CON GIALLOZAFFERANO

Fox Life19.35 MASTERCHEF MAGAZINE 3 Sky Uno20.20 THE X FACTOR USA Sky Uno21.00 CAMBIO CUOCO LEI21.10 TOTAL WIPEOUT - PRONTI A

TUTTO! K2THE X FACTOR USA Sky Uno

22.00 LA GUERRA DELLE TORTE LEI22.45 THE X FACTOR USA Sky Uno

18.45 LE NUOVE AVVENTURE DI PETERPAN DeAkids

18.50 DREAMWORKS DRAGONS: IPALADINI DI BERK CartoonNetwork

19.00 MALEDETTI SCARAFAGGIBoomerang

19.05 GROJBAND K219.15 LO STRAORDINARIO MONDO DI

GUMBALL Cartoon NetworkOGGY E I MALEDETTISCARAFAGGI DeAkidsSPONGEBOB Nickelodeon

19.30 I DALTON K219.40 TEEN TITANS GO! Cartoon

NetworkSANJAY AND CRAIG Nickelodeon

19.50 TOM & JERRY TALES Boomerang20.00 I DALTON DeAkids

14.05 SQUADRA SPECIALE UFO NationalGeographic

15.10 COME È FATTO Discovery Science16.05 CACCIATORI DI MITI History

Channel17.20 GRASSI CONTRO MAGRI LEI18.00 SEGRETI E MISTERI History

Channel19.00 AFFARI AL BUIO History Channel20.00 AFFARI A QUATTRO RUOTE

Discovery Channel HD21.00 EINSTEIN, IL GENIO INCOMPRESO

History Channel21.10 MARCHIO DI FABBRICA Discovery

Science21.50 ESPERIMENTI ESPLOSIVI National

Geographic22.00 UN BARILE D’AFFARI Discovery

Channel HD

Serie Tv Intrattenimento Ragazzi Documentari

L’UOMO SENZA OMBRA Per contodell’esercito degli Stati Uniti, il dottorSebastian Cain sta sperimentando unsiero in grado di rendere invisibili...Sky Cinema Max HDDEAR JOHN John è un soldato che,in licenza, si innamora, ricambiato, diSavannah. Dopo l’11 settembre però,John parte per il Medio Oriente.Sky Cinema Passion HD

21.10 LA MIGLIORE OFFERTA Il battitored’asta Virgil Oldman, maniacale esolitario, torna ad amare grazie allabella Claire. Niente sarà comesembra. Sky Cinema 1 HDNON È UN PAESE PER VECCHIQuattro Oscar, tra cui quello per ilmiglior film e miglior attore a J.Bardem, per la pellicola diretta daifratelli Coen. Sky Cinema Oscar HD

23.00 QUEL MALEDETTO TRENOBLINDATO Dei soldati americani siaffiancano ai partigiani francesi. Filmdi guerra apprezzato da Q. Tarantino.Sky Cinema Classics

23.15 TITANIC 11 Oscar per la pellicolache ha lanciato nel firmamentocinematografico L. DiCaprio e K.Winslet. Sky Cinema Oscar HD

23.25 NOI SIAMO INFINITO Charlie,timido e introverso, arriva in unanuova scuola dove solo la bella Same il suo fratellastro Patrick gli offronoamicizia. Sky Cinema 1 HD

11.30 BILIARDO: 1A GIORNATA WelshOpen. Diretta Eurosport

12.00 YACHT & SAIL Yacht & Sail13.30 CALCIO: TERZO TEMPO, IN ONDA

CON NOI Sky Sport 1 HD14.00 BASKET: OKLAHOMA CITY - LA

CLIPPERS NBA Sky Sport 2 HD15.00 ATLETICA LEGGERA: GIULIETTA E

ROMEO HALF MARATHONRaiSport 1

16.00 CANOA: KAYAK DIARIES Yacht &Sail

17.00 CALCIO: CHIEVO - CATANIA Serie ASky Sport 1 HD

18.00 CALCIO: BOLOGNA - ROMA Serie ASky Sport 1 HD

19.15 FRECCETTE: FINALI Sei NazioniEurosport

20.00 BILIARDO: 1A GIORNATA WelshOpen. Diretta Eurosport

20.45 SURF: NAUTICAL ADVENTURESLANDLOCKED COUNTRY Yacht &Sail

20.55 CALCIO: NAPOLI - GENOA Serie A.Diretta Sky Sport 1 HD

21.30 BASKET: OKLAHOMA CITY - LACLIPPERS NBA Sky Sport 2 HD

23.30 PUGILATO: ITALIA - UCRAINAWorld Series of Boxing Sky Sport 2HD

0.30 BILIARDO: 1A GIORNATA WelshOpen Eurosport

1.30 VELA: LOUIS VUITTON TROPHYYacht & Sail

Sky

15.00 PARKS AND RECREATION. Tf JOI15.11 ZOOM. Show Premium Cinema15.17 THE VAMPIRE DIARIES. Tf MYA15.19 THE ADVENTURER - IL MISTERO

DELLO SCRIGNO DI MIDA. FilmPremium Cinema

15.26 THE MIDDLE. Telefilm JOI15.50 STUDIO ZONE: ACADEMY AWARDS

NOMINATION 2014. Show StudioUniversal

15.53 THE MIDDLE. Telefilm JOI16.00 THE LIFE OF DAVID GALE. Film

Studio Universal16.06 DANCE ACADEMY. Telefilm MYA16.19 DURO A MORIRE. Telefilm JOI16.35 DANCE ACADEMY. Telefilm MYA17.01 RED CARPET. Rubrica Premium

Cinema17.05 PRETTY LITTLE LIARS. TfMYA17.09 DURO A MORIRE. Telefilm JOI

17.14 OUTLANDER - L’ULTIMOVICHINGO. Film Premium Cinema

17.57 GOSSIP GIRL. Telefilm MYA18.44 PARENTHOOD. Telefilm MYA18.45 IL COLPO. Film Tv Studio

Universal19.07 ZOOM. Show Premium Cinema19.18 CHE COSA ASPETTARSI QUANDO

SI ASPETTA. Film PremiumCinema

19.34 THE VAMPIRE DIARIES. TelefilmMYA

19.35 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.Telefilm JOI

20.23 THE VAMPIRE DIARIES. TelefilmMYA

20.25 DR. HOUSE - MEDICAL DIVISION.Telefilm JOI

20.45 CHI TI CREDI DI ESSERE?.Documentario Studio Universal

21.15 THE BOURNE LEGACY. FilmPremium Cinema

21.15 THE VAMPIRE DIARIES. TelefilmMYA

21.15 F.B.I - PROTEZIONE TESTIMONI 2.Film Studio Universal

22.05 THE VAMPIRE DIARIES. TelefilmMYA

22.55 DESPERATE HOUSEWIVES. TelefilmMYA

22.55 STUDIO ZONE: ACADEMY AWARDSNOMINATION 2014. Show StudioUniversal

23.00 MERLIN. Telefilm JOI23.05 THE MANGLER, LA MACCHINA

INFERNALE. Film Studio Universal23.30 PAUL. Film Premium Cinema23.48 THE ORIGINALS. Telefilm MYA23.51 MERLIN. Telefilm JOI0.36 PRETTY LITTLE LIARS. Tf MYA

Mediaset Premium

Forum «Televisioni»: www.corriere.it/grassoVideorubrica «Televisioni»: www.corriere.tv

A fil di retedi Aldo Grasso

Crozza, Grilloe l’appello a Giletti

Due noterelle in margine al Festival. È la prima vol-ta, nella storia della Repubblica, che un presiden-te del Consiglio la mattina giura nelle mani delcapo dello Stato e la sera, dal palco di Sanremo,viene imitato e preso bonariamente per i fondelli

da Maurizio Crozza: «Cambierò il Paese, abbasserò il Pil eaumenterò il Pilates… Meno welfare, più Woolrich. Il primodecreto sarà far durare marzo due anni e mezzo, fare di mar-

zo non il mese del fare, ma deldurare». Niente di che, un par-rucchino e i denti finti, ma tan-to basta per passare alla storia.

Poco prima, Crozza aveva az-zardato un giudizio sul suoconcittadino Beppe Grillo:«Abbiamo ceduto la Corsica aifrancesi e Napoleone c’è natopoco dopo. Per poco non è natogenovese. A Genova c’è già natoBeppe Grillo, ci mancava un al-tro pazzo che voleva dichiarareguerra all’Europa. Te la imma-gini Waterloo in diretta strea-ming?».

Niente di che, anche qui, maprima che iniziasse l’ultima se-rata di Sanremo, «Blob» avevatrasmesso un documento for-midabile: Grillo incrocia in ungarage (così mi sembra) Massi-mo Giletti e comincia ad attac-cargli un bottone sulle fontirinnovabili, sui pannelli solari,sui risparmi della bolletta. «Tuhai milioni di persone che ti se-guono», dice proprio così Gril-lo a Giletti. A Giletti, capite!Tutta la forza eversiva di Grillofinisce in un appello a Giletti.

Ma questo è poco interes-sante. Quel frammento rivela lavera natura di Grillo: è un lo-

gorroico, un pericoloso attaccabottoni, un maniacale chiac-chierone. I suoi monologhi, il suo non lasciar parlare gli al-tri, nascono da questa insopprimibile loquacità. È un ade-scatore, un parolaio, uno di quelli che ti strattonano per lamanica nella certezza (tutta loro) che hanno qualcosa di in-teressante da dirti. È identico a quelli che frequentano il sa-lotto di Giletti, solo che lui è convinto di essere Napoleone.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Vincitori e vinti

NathanFillionLa serialitàUsa superail cinema.

Tiene Rai2 nella serata finale di sabato del Festival di Sanremo: per «Castle» (con protagonista Nathan Fillion) 1.755.000 spettatori, 6,3% di share

BruceWillisIl cinemaUsa superatodalla

serialità. Su Rai3va in onda, ancora una volta, «Armageddon»,il film con protagonista Bruce Willis: per 886.000 spettatori, 3,3% di share

Page 56: Il corriere della sera

56 Lunedì 24 Febbraio 2014 Corriere della Sera