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Noi non ci fermiamo mai ; vi è sempre cosa che incalza cosa . .. Dal momento che noi ci fermassimo, la nostra Opera comincerebbe a deperire DONBOSCO 15OTTOBRE1960 ANNOLXXXIV N.20 DIREZIONEGENERALE :TORINO714 VIAMARIAAUSILIATRICE,32 TELEFONO22-117 EDIZIONEPERIDIRIGENTIDEICOOPERATORISALESIANI IlConvegnoannualedeiDelegatiIspettorialidellaP .U . QuestonumeroèdedicatoallarelazionedelConvegnoannualedeiDelegatiIspettorialidellaPiaUnione, svoltosiaRomaallafinedelloscorsosettembre . InaperturariportiamolaletteracheilSuccessorediDonBoscohavolutofarpervenireaiConvegnisti . Ildocumentoèveramentepreziosoeperlaveneratapersonadacuiprovieneeperlesapientidi- rettivecheinessodàeperl'importantefunzionecheilSuperioreattribuiscealmovimentodeiCoo- peratoriedaquantiperessolavorano . MentredaquestepagineringraziamoilRettorMaggioreperlepaterneeispiratedirettiverivolteci, vogliamoassicurarlocheiDelegatiIspettorialiCooperatori,econessiDirigenti,Collaboratorie membridellaP .U .farannotesorodellesueesortazioni,impegnandosiconrinnovatofervoreall'at- tuazionedelprogrammacheilConvegnohasegnatoperilnuovoannosociale . CarissimiDelegatiIspettorialidellaPiaUnioneCooperatoriSalesiani, Viraggiungoa PonteMammolo, raccoltiameditare,adascoltarerelazionieadiscutereprogrammi sull'attivitàsalesiana chel'obbedienzavihaaffidato . Invocosuivostrilavoril'assistenzae l'ispirazionebenevoladellanostraAusiliatrice,sovrana Patrona dellacooperazione,pregoS .GiovanniBoscoelaschieradei nostri Santicheportino tutto ilcontributo della lorosilenziosa maefficace presenza, perilluminarelementiesuggerireipensieri elepropostepiùadatteepiùpratiche inognipuntodelletrattazioni . Reputoinfattidisomma importanza illavorochestatefacendo,chenon èsolodiaffrancamento all'attività dei Salesiani edelle Figliedi MariaAusiliatrice,maunlavorocheconcorredirettamente alla vita cattolica, nelle Parrocchie, nelleDiocesi ; che concorre adarSacerdoti eReligiosiallaChiesa tutta ; unlavoroquindialtamente meritorio, anchesetalora nascosto,umileesconosciuto . Imparatequindi gliuni daglialtri, « aemulaminicharismatameliora», credeteall'efficaciadel- l'organizzazionedelbene,amatelavostra obbedienzae nonrisparmiatenèenergie,nètempo,nè spese perraggiungere sìalto finenelnomeeconlospiritodel nostro incomparabilePadre,divinatore deltempocheoranoidobbiamovivereesantificare . Anchenel vostrocampopoteteapplicareaperfezione ilmotto« ConDonBoscoecoitempi» . Sarò felicedi leggerepoi nella vostra Relazione finale l'entusiasmoe ilfervoredellevostreGior- natediStudio . Torino,24settembre1960 Mementote sempermei aff .mo DON R .ZIGGIOTTI 433

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Noi non ci fermiamo mai ;

vi è sempre cosa che incalza cosa . ..

Dal momento

che noi ci fermassimo,

la nostra Opera comincerebbe

a deperireDON BOSCO

15 OTTOBRE 1960ANNO LXXXIV • N. 20

DIREZIONE GENERALE: TORINO 714 • VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 • TELEFONO 22-117EDIZIONE PER I DIRIGENTI DEI COOPERATORI SALESIANI

Il Convegno annuale dei Delegati Ispettoriali della P . U .Questo numero è dedicato alla relazione del Convegno annuale dei Delegati Ispettoriali della Pia Unione,svoltosi a Roma alla fine dello scorso settembre .In apertura riportiamo la lettera che il Successore di Don Bosco ha voluto far pervenire ai Convegnisti .Il documento è veramente prezioso e per la venerata persona da cui proviene e per le sapienti di-rettive che in esso dà e per l'importante funzione che il Superiore attribuisce al movimento dei Coo-peratori ed a quanti per esso lavorano .Mentre da queste pagine ringraziamo il Rettor Maggiore per le paterne e ispirate direttive rivolteci,vogliamo assicurarlo che i Delegati Ispettoriali Cooperatori, e con essi Dirigenti, Collaboratori emembri della P. U. faranno tesoro delle sue esortazioni, impegnandosi con rinnovato fervore all'at-tuazione del programma che il Convegno ha segnato per il nuovo anno sociale .

Carissimi Delegati Ispettoriali della Pia Unione Cooperatori Salesiani,

Vi raggiungo a Ponte Mammolo, raccolti a meditare, ad ascoltare relazioni e a discutere programmisull'attività salesiana che l'obbedienza vi ha affidato .

Invoco sui vostri lavori l'assistenza e l'ispirazione benevola della nostra Ausiliatrice, sovranaPatrona della cooperazione, prego S . Giovanni Bosco e la schiera dei nostri Santi che portino tuttoil contributo della loro silenziosa ma efficace presenza, per illuminare le menti e suggerire i pensierie le proposte più adatte e più pratiche in ogni punto delle trattazioni .

Reputo infatti di somma importanza il lavoro che state facendo, che non è solo di affrancamentoall'attività dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma un lavoro che concorre direttamentealla vita cattolica, nelle Parrocchie, nelle Diocesi ; che concorre a dar Sacerdoti e Religiosi alla Chiesatutta ; un lavoro quindi altamente meritorio, anche se talora nascosto, umile e sconosciuto .

Imparate quindi gli uni dagli altri, « aemulamini charismata meliora », credete all'efficacia del-l'organizzazione del bene, amate la vostra obbedienza e non risparmiate nè energie, nè tempo, nèspese per raggiungere sì alto fine nel nome e con lo spirito del nostro incomparabile Padre, divinatoredel tempo che ora noi dobbiamo vivere e santificare .

Anche nel vostro campo potete applicare a perfezione il motto « Con Don Bosco e coi tempi » .Sarò felice di leggere poi nella vostra Relazione finale l'entusiasmo e il fervore delle vostre Gior-nate di Studio .

Torino, 24 settembre 1960

Mementote semper mei aff.mo DON R . ZIGGIOTTI

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LA FUNZIONE DEL MOVIMENTO COOPERATORI

Quest'anno l'incontro ha trovato la sua sedeaccogliente presso il nuovo grandioso complessodi opere salesiane « Teresa Gerini » a PonteMammolo e si è svolto dal 27 al 30 settembrescorso. Ai Delegati Ispettoriali e Regionali d'I-talia si sono uniti alcuni Delegati esteri . Il Con-vegno fu presieduto dal Rev.mo Don Luigi Ric-ceri, Direttore generale della Pia Unione dei Coo-peratori Salesiani, coadiuvato dal segretario ge-nerale Don Favini .

Apriva la giornata di studio Don NazarenoCamilleri, del Pontificio Ateneo Salesiano, che intre meditazioni profonde, geniali, convincentipresentò un quadro completo della cooperazionevoluta da Don Bosco e affidata alla sua TerzaFamiglia .Il primo giorno la presentò come movimento

unitario (quanto Don Bosco insiste sulla parolaunione, unirsi!) che si inserisce nel grande mo-vimento unitario del Corpo Mistico di Cristo,la Chiesa .

Il secondo giorno ne precisò il fine, l'obiettivo .Per non essere aèrem verberans, o combatterequasi in incertum, per funzionalizzare sempremeglio il nostro lavoro, è necessario perseguireun ideale destinato a diventare vita, prefiggersiun'idea che comandi tutta la nostra vita . È ilsegreto del successo dei figli delle tenebre . Tantopiù sarà il segreto del nostro successo .

Il terzo giorno trattò delle forme, dei mezzie delle iniziative della cooperazione salesiana,considerati sotto l'aspetto tecnico e sotto l'aspettospirituale, ossia dello spirito cattolico e salesianoche deve animare la cooperazione . Facciamo inmodo - concluse - che i nostri Cooperatoriabbiano coscienza e convinzione che sono, comeli ha voluti Don Bosco, « Salesiani nel mondo »,quindi mossi dal nostro stesso spirito e operanticol nostro stesso metodo .

Il signor Don Ricceri s'introdusse dando co-municazione della lettera del Rettor Maggiore,di cui sottolineò i punti più significativi, questosoprattutto : « Credete all'efficacia dell'organizza-zione del bene, amate la vostra obbedienza e nonrisparmiate nè energie, nè tempo, nè spese per rag-giungere sì alto fine nel nome e con lo spirito delnostro incomparabile Padre, divinatore del tempoche ora noi dobbiamo vivere e santificare » .

Rivolse quindi un ringraziamento al Delegatouscente dell'Ispettoria novarese Don Lupano e

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un saluto al nuovo, come anche ai due rap-presentanti della Spagna : Don Saverio Rubio,Direttore del Bollettino Salesiano spagnolo, chein qualità di Assistente nazionale degli Ex allievifa opera bellissima di collaborazione tra Ex al-lievi e Cooperatori, e Don Nemesio Delgado,Delegato ispettoriale di Madrid, venuto anchecome rappresentante degli altri Delegati spagnoli,in preparazione al prossimo Convegno nazionaledei Delegati e Consiglieri ispettoriali della Spagna .Il Superiore non mancò di sottolineare la pre-senza del venerando Don Fasulo e di Don SilvioProvera, Delegato della lontana Thailandia .

La mia prima parola - continuò il sig . Don Ric-ceri - si rifà alle vostre relazioni annuali, cheho letto e riletto e che mi sono state motivodi tanti sentimenti: gioia, ammirazione, edifica-zione. È una somma di lavoro che commuovequando si pensa al cumulo di sacrifici che ècostato .

Dopo che al Signore, la fecondità di quest'annosi deve alla cura che della P . U. si sono presii Delegati ispettoriali e locali ; e, accanto adessi, non pochi Sacerdoti decurioni, come allapreziosa collaborazione delle Figlie di M . Ausi-liatrice e di migliaia di attivi e generosi Zelatorie Zelatrici, ormai organizzati in quasi tutti iCentri .Ebbene, questo lavoro, come ha voluto

Don Bosco e ci ripete ancora oggi il suo Suc-cessore, è un lavoro «che non è solo di affaanca-mento all'opera dei Salesiani e delle Figlie di MariaAusiliatrice, ma un lavoro che concorre diretta-mente alla zita cattolica » .

Con le vostre relazioni ce ne sono giuntealtre dall'estero, non solo dall'Europa ma datutte le parti del mondo . Il Bollettino Dirigentiha dato e darà relazione di quanto si fa un po'dappertutto seguento i vostri buoni esempi .

Queste vostre relazioni saranno argomentodel nostro esame in questi giorni, per confor-tarci ma anche per averne ammaestramento .Noi infatti non solo guarderemo al lavoro fatto,ma al metodo di lavoro . Cercheremo anzituttodi avere sempre più chiare le idee del proprioufficio: essere Delegato dei Cooperatori non si-gnifica organizzare feste, tridui e novene, nonè fare conferenze, cercare offerte ; ma, senzaescludere all'occasione e con la debita misuraqueste cose, il lavoro essenziale del Delegato èfar funzionare i Centri della Pia Unione, ottenerequanto più è possibile la collaborazione dei Sa-lesiani e dei Cooperatori, è rendere efficienti i

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Consigli ispettoriali e locali ; e in tutto questolavoro sapere armonizzare insieme energia edelicatezza, zelo e discrezione, obbedienza espirito di iniziativa, organizzazione tempestivae senso di opportunità, fedeltà a Don Bosco eduttilità di adattamento, disinvoltura nel trattoe interiorità di vita spirituale .

Progressi nell'organizzazione

Il Segretario generale diede quindi relazionedel lavoro compiuto in Italia in seno alla PiaUnione durante l'anno sociale 1959-6o, nei tresettori : organizzazione, formazione, apostolato .

Sotto l'aspetto organizzativo la P . U. ha fattouna notevole avanzata: aumentate le iscrizioni,più funzionanti i centri, migliorate e potenziatele attività organizzative, specialmente con lacreazione e il funzionamento dei Consigli ispetto-riali e locali e dei gruppi di Zelatori e di Zela-trici, crescente l'apprezzamento che circondaovunque la P. U .

Alla lettura della relazione sulla parte organiz-zativa seguì un costruttivo scambio di idee che,mentre portò a conoscenza di tutti belle espe-rienze locali, servì a focalizzare la necessità diintensificare il lavoro su alcuni punti :

i) Campagna per far conoscere la P. U .È necessario farla conoscere soprattutto nelleCase di formazione, a cominciare dagli aspiran-tati . Questi giovani aspiranti e confratelli domanisaranno sparsi nelle varie case e, conoscendolaper quello che è, l'apprezzeranno e darannovolentieri collaborazione al movimento dellanostra Terza Famiglia. Quando si parla a questigiovani della P . U. e si presenta quanto si èrealizzato nell'Ispettoria e altrove, si desta inloro piacevole sorpresa, compiacenza, entusiasmo ;è necessario divulgare anzitutto tra i Salesianiin formazione e poi nel pubblico più vicino anoi, come sono i parenti dei nostri allievi, laconoscenza della P. U. A questo fine si proponedi preparare un opuscolo che integri quelli sto-rici già diffusi, un lavoretto ideologico che portiin sintesi il pensiero di Don Bosco e dei suoiSuccessori sulla P. U. Don Ricceri approva eassicura che in un primo tempo si curerà lapubblicazione di un opuscoletto estratto dalleMemorie Biografiche, che presenti in bell'ordineil pensiero di Don Bosco sui Cooperatori ; poiin un secondo tempo si potrà fare uno studiopiù approfondito e organico, che costituisca comel'ossatura teologica della nostra Pia Unione .

2) Nuove iscrizioni . In Italia la mediaoscilla da io a 12 mila all'anno . È tema vitaleper la P. U. Altrettanto vitale quello dell'iscri-zione di elementi giovani e qualificati . Si è tuttid'accordo sulla necessità di dare alla P . U .ogni anno questo nuovo fiotto di vita . Ma ilSuperiore richiama l'attenzione sui criteri datenersi nelle nuove iscrizioni : vogliamo crescere- dice - ma crescere bene .

In pratica si possono dividere i candidatialla P. U. in tre categorie : gente matura, gentegiovane, gente giovanissima .

Di gente matura se ne trova con una certafacilità, anche se non sempre si può dire altret-tanto per la qualità . Ne troviamo tra i fedelidelle nostre parrocchie, tra i genitori degli alunnie degli oratoriani, tra gli' ex allievi . . . Non si miriperò ad avere la massa, ma i singoli, preparan-doli spiritualmente ad essere elementi positivie operanti nei vari centri di Cooperatori e Coo-peratrici . I Delegati ispettoriali sono invitati amettere in programma per quest'anno la ricercadi buoni elementi particolarmente in alcune par-rocchie, in alcuni oratori, in modo da avere unprogramma concreto di lavoro .

Qui il Superiore segnala all'attenzione di tuttii Delegati locali una speciale categoria di per-sone : i parenti degli alunni e nota come moltagente oggi non avvicini più la Chiesa se nonattraverso la scuola dei figli . Che cosa si fa peragganciarli ? se i nemici di Dio avessero le nostrepossibilità, che cosa non farebbero! Se i nostrirapporti con queste anime con le quali Dio cimette a contatto, si riducessero a soli rapportiscolastici ed economici, come saremmo lontanidall'attuare il nostro programma Da mihi animas! . . .Questo dei genitori degli allievi è un settore vastoche la Provvidenza mette nelle nostre mani . IDelegati mettano nel programma dell'anno questolavoro, almeno per qualche grande Istituto,collaborino con i Direttori a organizzare per lorola festa dei genitori, corsi di conferenze ecc . :serviranno ad avvicinare tanti alla Chiesa edanche alla P . U .

Gli elementi giovani da immettere nella P. U .sono utili per avere nuclei di Cooperatori e Coo-peratrici molto attivi . Si trovano di tali elementitra i giovani nelle parrocchie e negli oratorifestivi. È necessario però curarli particolarmente,farli lavorare e non lasciarli isolati . Si citanoin proposito interessanti esperienze riuscite .Quella dell'Oratorio di Cinecittà a Roma, doveil Direttore ha trovato nei giovani Cooperatorii suoi migliori collaboratori, per tutte le attività

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oratoriane attuando così l'ideale di Don Boscoe la pratica dei primi tempi dell'Oratorio diValdocco, quando i Cooperatori laici ed eccle-siastici formavano le braccia del Santo .

Si sono pure fatte altre esperienze positive,come quella di alcuni centri in cui le Cooperatricigiovani furono organizzate in un gruppo spe-ciale, ottenendo che si entusiasmassero, lavoras-sero con ardore e partecipassero poi in massaagli Esercizi Spirituali . Buona anche l'esperienzadi un Oratorio nel quale i Cooperatori formanol'elemento direttivo di tutte le associazioni, por-tando nella loro attività un eccellente spiritosalesiano, che favorisce l'unione delle forze nel-l'apostolato .

Ci sono in terzo luogo gli elementi giovanissimi.Qui la cosa è più difficile: escludere senz'altrole leve in massa, ma non escluderli in partenzaperchè ci sono esempi belli, come quelli dei gio-vani Cooperatori di due Pensionati studenteschi,dove il Direttore e il Catechista hanno trovatoalcuni elementi buoni degli ultimi corsi (i8-2o anni), li hanno preparati, li hanno uniti ecurati, nominandoli anche Zelatori, e ne hannofatto dei giovani apostoli, che continuano a la-vorare anche usciti dal convitto, specialmentenel settore stampa .

3) Consigli ispettoriali . Quattro Delegatiispettoriali hanno portato nella discussione unprezioso contributo di esperienze sul funziona-mento e sull'utilità di questi consigli . Le adunanzedel Consiglio vengono aperte dal Rev .mo Ispet-tore, che porge il suo saluto e, dopo un pensierospirituale, propone un piano d'azione . Quindii Consiglieri col Delegato, studiano e discutonoargomenti vari, assumendosi ciascuno un impegnod'azione. I membri dei Consigli meglio organiz-zati hanno còmpiti permanenti ben definiti: chiattende al lavoro d'ufficio, chi all'apostolatostampa, chi a quello delle vocazioni, chi ai la-boratori e così via . Alcuni Consiglieri hannoanche tenuto relazioni nei Convegni Zelatori ohanno assolto compiti vari di rappresentanza .

Il sig. Don Ricceri conclude questo puntorallegrandosi dei progressi fatti e rilevando cheper il buon funzionamento di un Consiglioispettoriale della P . U. è necessario curare an-zitutto il criterio di scelta dei Consiglieri : nonsiano lontani dalla sede ispettoriale e abbianozelo e attitudini al lavoro ; inoltre occorre che ilDelegato presenti loro un programma di lavoroben definito. Il Consiglio ispettoriale è un ele-mento insostituibile e prezioso per la vita dellaP. U. nell'Ispettoria ; bisogna però saperlo farfunzionare .

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Si è pure trattato dei Consigli locali, ripetendoin linea di massima quanto si era detto dei Con-sigli ispettoriali .

Da non confondersi col Consiglio ispettorialesono alcuni Centri che qualche Delegato ispetto-riale, senza disturbare i Centri locali e con ele-menti che non frequentano altri Centri, organizzapersonalmente per facilitare l'attuazione prontadi certe iniziative urgenti, e che formano comeun gruppo scelto di militi leggeri o attivisti delbene, sempre a disposizione del Delegato ispet-toriale .

4) Convegni di lavoro . Sono i convegnipiù redditizi perchè, lungi dall'essere adunanzedi parata, sono quanto di più pratico per con-cretare un programma di lavoro . Appunto perquesto vanno organizzati nei primi mesi dell'annosociale . Il primo da tenersi è quello dei Delegatilocali, che non è un pleonasmo ma una necessitàper fare un consuntivo e un preventivo, fissandoun ben determinato programma di lavoro perl'anno in corso . È sempre utilissima, e quindidesiderabile, la partecipazione a tali Convegni,presieduti dal sig . Ispettore, dei Direttori e Par-roci salesiani .

Gli altri convegni di lavoro possono essereimpostati in due modi : convegni per specialità,convegni generali ma articolati per specialità .

I Convegni per specialità - per es. di Zela-tori che si occupano delle vocazioni, dellastampa ecc . - debbono essere fatti con gentequalificata, con elementi selezionati . Si devonoannunziare all'inizio dell'anno sociale e prepa-rare nei minimi particolari . Per la buona riuscitaoccorre la scelta dei relatori, esigere che le rela-zioni siano scritte, preparare un programma bendefinito, ciclostilare le conclusioni a cui si vuolearrivare e distribuirle agli intervenuti . In questapreparazione è preziosa l'opera dei Consiglieriispettoriali, che possono dare la loro assistenzatecnica, organizzativa ecc .

Quando invece si tratta di convegni generaliarticolati, dopo una conferenza di impostazionegenerale, si organizzino dei carrefours specia-lizzati (stampa, vocazioni, segreteria, attività re-ligiose ecc .) presieduti da un Delegato locale eda un Consigliere ispettoriale, seguiti poi dall'as-semblea generale, alla quale si portano le con-clusioni dei lavori compiuti dalle varie sezioni .Ogni Convegno, comunque impostato, con-

viene iniziarlo con la S . Messa ed una medita-zione appropriata . Importantissimo il dosaggiodell'orario .

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Progressi nella formazioneDalle relazioni annuali dei Delegati sul lavoro

svolto nei Centri della P . U. per la formazionedei Cooperatori è apparso evidente che quest'anno,quasi dovunque, si è fatto un bel passo avanti .La prima delle Conferenze annuali si tennedappertutto. Pochissime le eccezioni. La secondafu tenuta in molti centri ; in alcuni è in programmaper lo scorcio dell'anno, in pochi altri non si tenneper la difficoltà di trovare la data opportuna .

Tutte le Ispettorie hanno organizzato corsi diEsercizi Spirituali chiusi con partecipazioneconsolante di Cooperatori e più ancora di Coo-peratrici . In vari centri hanno avuto buon suc-cesso gli Esercizi Spirituali aperti .

Nello scambio di idee su questo argomentodi vitale importanza per la soda formazione deinostri Cooperatori, il signor Don Ricceri si com-piace di poter constatare che va radicandosi neiDirigenti come nei membri della P . U. la con-vinzione della necessità di diffondere semprepiù questa pratica e di facilitarne l'attuazioneal maggior numero possibile di Cooperatori .Aggiunge poi una parola sul modo di impostarli .Sono una cosa seria gli Esercizi . A questa se-rietà porta un contributo essenziale il silenzio .Bisogna esigerlo . Gli Esercizi siano impostatidappertutto in un clima di serietà che escludaqualunque iniziativa distraente : accademiole, lot-terie, pratiche non prescritte dal Regolamento,gite conclusive ecc . A questo tono di serietàcontribuisce anche la cura che i partecipantiformino gruppi omogenei per età, il che facilitapure la trattazione di argomenti più aderenti .

Si è trattato anche di altri mezzi di forma-zione, quali le riunioni sistematiche di Consigliispettoriali e locali, le letture, il Bollettino Sa-lesiano e il Bollettino Dirigenti.

Le riunioni dei Consigli servono anzituttoper la formazione dei Consiglieri . È necessariodare loro idee, idee, idee, che poi si tramutinoin convinzioni. Il Delegato ispettoriale quandovisita i Centri, si preoccupi di trovarsi con iConsigli locali ; i Delegati locali radunino conregolarità i loro Consigli per trasfondere neimembri concretezza di idee, decisione di ini-ziative .

Quanto alle letture formative da suggerireai Cooperatori, si è fatto giustamente notare chenoi cattolici abbiamo una gravissima colpa: nonci rendiamo conto della potenza della «cartastampata ». I comunisti se ne rendono conto e

sfruttano tutte le occasioni, anche quella dellabeneficenza, per introdurre foglietti, giornali,libri di propaganda. Nei nostri ambienti spessosi spende tanto . . . per le caramelle, i palloni, glisport, le gite ecc. e per la diffusione della stampanelle sue varie forme, che cosa si fa? . . . È neces-sario creare tra i nostri Cooperatori « i tifosi »della diffusione della buona stampa, che sentanotutta la bellezza e urgenza di questa missione .

Sempre in tema di buone letture, c'è chi pro-pone di far leggere la Vita di Don Bosco, metten-done in ogni centro qualche copia a disposizionedei Cooperatori. Il signor Don Ricceri estendel'idea e raccomanda la creazione della bibliote-china del Centro P . U. Ci sono già alcuni esempi .Saranno anche solo 20, 30 volumi, ma sceltibene e veramente formativi . Per facilitare aiDelegati locali questo compito, il Bollettino Diri-genti pubblicherà periodicamente qualche notabibliografica .

Alla proposta fatta da un Delegato di valorizzaremeglio il Regolamento della P . U. il Superiorerisponde che sarebbe ottima cosa aprire o chiu-dere ogni adunanza mensile con la lettura diun articolo del Regolamento opportunamentecommentato .

L'argomento a questo punto cade sul mezzodi formazione voluto da Don Bosco quale pre-zioso vincolo di unione tra i Cooperatori e au-tentico portavoce del Rettor Maggiore : il Bol-lettino Salesiano. Tutti sono d'accordo sullanecessità di diffonderlo e di trovare in ogniCentro un paziente Zelatore o Zelatrice che curiil controllo degli indirizzi, per segnalare al Centroi trasferimenti e i decessi e impedire che qualchecopia vada perduta con sperpero di danaro .

Segue un'interessante discussione sul Bollet-tino Dirigenti e si fanno voti che diventi semprepiù funzionale e ricco di sussidi pratici per iDirigenti della P. U. e per i loro collaboratori .A questo fine si fa notare che la collaborazionepiù utile sarà quella che verrà dalla periferia,perchè frutto di esperienza .

Progressi nell'apostolato

a) Laboratori

Il settore dell'apostolato è forse quello chequest'anno ha segnato le realizzazioni più note-voli. La relazione annuale ne ha presentato unconsolante quadro, completato poi dalle relazionisui singoli apostolati che sono seguite : laboratori,vocazioni, stampa ecc .

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Della relazione sui Laboratori tenuta daDon Boffa presentiamo alcune idee praticheche potranno servire ai Dirigenti per perfezio-nare il funzionamento dei Laboratori dei loroCentri .

Si può chiamare Laboratorio di Cooperatricisalesiane quello formato da Cooperatrici che con-vengono in un determinato luogo, in giorni eore determinate, per trascorrere insieme alcuneore, pregando e lavorando con un programmaben definito .

Due tipi di Laboratori meritano questo nome :quello di Cooperatrici che prestano la loro operaa beneficio della casa salesiana o di altra opera ;quello di Cooperatrici che confezionano indu-menti e arredi sacri con destinazione varia, mapreordinata .

Principio fondamentale che regola la vita diogni Laboratorio è quello comune a tutta lacooperazione salesiana ; dar gloria a Dio, santifi-care se stessi, giovare al prossimo, specialmentealla gioventù. Pertanto la produzione non è ilfine principale, ma del tutto secondario. L'e-sempio di Mamma Margherita, le sue preghiere,le sue croci offrono spunti edificanti per la for-mazione delle Cooperatrici che vi si dedicano .L'Indulgenza del Lavoro santificato è uno sti-molo potente. Oltre la preghiera e la buonalettura, non deve mancare la visita e la paroladel Delegato. Così inteso, il Laboratorio risultadistensivo e formativo per tante Cooperatrici,che vi trascorrono ore tra le più belle della set-timana e tra le più utili per la loro anima. IlLaboratorio va rivelandosi anche una fucina dialtre preziose forme di apostolato per le Coope-ratrici, come la diffusione della buona stampa,l'eliminazione di letture sconvenienti dalle lorofamiglie, la segnalazione di particolari situazionifamiliari, la vittoria sul rispetto umano ecc .Questa forma di cooperazione merita dunque diessere presa in considerazione, appoggiata, allar-gata, sapientemente sfruttata .

Don Lucchini legge quindi la statistica deiLaboratori in Italia, divisi per Ispettoria, cheassommano a 128 .

Il signor Don Ricceri se ne compiace e sotto-linea: ogni anno si constata l'utilità polivalentedei Laboratori. È necessario quindi potenziarli,perfezionarli, dirigerli anche per l'utilizzazionedel materiale secondo le nostre direttive : per laCongregazione, le Missioni, l'Ispettoria, le casedi formazione, le parrocchie e chiese povere,la gioventù bisognosa .

Curare che l'ambiente sia un cenacolo di spi-ritualità, non un convegno di pettegolezzi . Stu-diare l'opportunità di fare qualche mostra ispet-toriale . Dare a questi Laboratori, che lavoranoper una Congregazione a raggio mondiale, uno

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spirito aperto, universale, evitando che produ-cano, solo e sempre, per un missionario de-terminato . Dobbiamo aprire e far aprire gliorizzonti. A questo scopo abbiamo pensato dipremiare alcune Cooperatrici tra le più attive,invitandole a Torino per la festa del RettorMaggiore. Vedranno tante cose e al ritorno in-fervoreranno ancor di più le altre . Il problemapiù difficile sarà quello della scelta, ma neglianni successivi se ne potranno premiare altre .

b) Vocazioni

Esaurita la trattazione dei Laboratori, Don Vi-gnato tenne la relazione sulla Campagna perle vocazioni, che ha rappresentato quest'annola più bella caratteristica e fu il problema dimaggior interesse per i nostri Cooperatori . Ilprogramma svolto ebbe un triplice aspetto : spi-rituale, ideologico, materiale . Il relatore presentòil lavoro compiuto in ogni campo e ne risultòuna panoramica ricca di tante feconde iniziativeche fece benedire ancora una volta Don Bosco,che propone ai suoi Cooperatori questo apostolato,ogni giorno più urgente per la vita della Chiesa .

Quest'anno la Campagna delle Vocazioni nonsolo dovrà continuare, ma intensificarsi. A talfine Don Vignato, a conclusione della sua rela-zione, prospettò il seguente programma d'azione,che mira alla continuità di questo apostolato :

i) Sul piano spirituale : continuare l'aposto-lato della preghiera quotidiana, settimanale,mensile. Ogni giorno : la recita dell'Angelus ;ogni settimana : l'assistenza ad una S. Messa ;oppure una mezz'ora di adorazione ; ogni mese:le opere buone di una giornata, preferibilmentequelle del giovedì.

2) Per la diffusione delle idee : a) Si orga-nizzino convegni per categoria: Decurioni, Ze-latori e Zelatrici, Insegnanti . Da parte di Ecc .miVescovi, quando si è trattato nei Convegni diDecurioni il tema delle Vocazioni, c'è stato ilpiù ampio elogio e il plauso più vivo all'iniziativadi questa campagna promossa dalla P . U. Ilsuccesso di un Convegno di Decurioni e di Par-roci si può dire assicurato in precedenza quandosi tratta questo tema ; b) si visitino SeminariDiocesani e le nostre Case di formazione : c) sicontinui a zelare la diffusione degli opuscoli chetrattano il problema delle Vocazioni: d) si celebrinell'anno una « Giornata delle Vocazioni » ; e) sipromuovano contatti di collaborazione con gli in-segnanti Cooperatori e con altri aperti a questo

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problema, e possibilmente speciali convegni distudio per essi . I frutti di tali convegni sono as-sicurati .

3) Sul piano materiale : a) Mediante circo-lare apposita o «blocchetto», si coltivino i Coo-peratori che quest'anno hanno aderito alla cam-pagna, anche in questo settore ; e per mezzoloro si cerchi di estendere l'interessamento adaltri ; b) si esortino i Centri che lo possonofare, ad impegnarsi per la retta di uno o piùseminaristi poveri, di uno o più aspiranti sale-siani o delle Figlie di M . A . ; c) si invitino iCentri a provvedere e confezionare indumentiper aspiranti e seminaristi poveri . . .

Quando Don Vignato ebbe finito la sua rela-zione, Don Camilleri, che volle essere presentea tutto il Convegno, esclamò : Che panorama !com'è felice l'espressione di Don Bosco che« la Pia Unione dei Cooperatori è l'anima dellaCongregazione!» . C'è da augurarsi che continuiquesta vita feconda. . . Qualcuno si chiede se laCongregazione, di centenario in centenario, in-vecchia . L'età d'un'opera si misura dalla fecon-dità: se dagli aspirantati e noviziati escono semprenuovi buoni elementi, la nostra Congregazionefiorirà di perenne giovinezza, e gran parte delmerito andrà ai Cooperatori che hanno lavoratoper le vocazioni .

Seguì uno scambio di idee a commento dellarelazione .

Il signor Don Ricceri ribadì alcuni concettifondamentali . La Campagna deve trasformarsiin apostolato abituale. A questo fine occorreavere un piano ben definito: i) circa la partespirituale, che costituisce l'ossigenazione di questaattività ; 2) circa la circolazione dell'idea, che èil lievito che fa fermentare la massa ; 3) circagli aiuti, che si attuano col reperimento dellevocazioni e col finanziamento delle medesime .

i) La cooperazione spirituale alle vocazionivaria da luogo a luogo, da persona a persona .Ci si può contentare anche di un'Ave Maria .Sono preferibili le pratiche personali e consi-gliate, a quelle collettive e comandate . Non vo-gliamo proporre pratiche collettive che si aggiun-gano a quelle prescritte dal Regolamento . Se c'èuna pratica locale, favorire quella . Alle personeindaffarate consigliare di mettere l'intenzione intutte le opere buone del giovedì .

2) Tener desta l'idea nei Cooperatori: a)con la giornata delle vocazioni, dove non si celebrain parrocchia . L'esperienza però dice che i Par-

roci gradiscono molto l'idea e ne celebranovolentieri una seconda ; b) con la diffusione deilibretti sulla vocazione editi dalla L. D . C. eda altre librerie . Tener presente che c'è anchel'opuscoletto economico : Diamo Apostoli allaChiesa del nostro Ufficio Propaganda ; c) conl'opera dei Maestri.

Il signor Don Ricceri commenta : « Da cinqueanni andiamo ripetendo : dovete agganciare iMaestri, perchè in generale è gente religiosa,è gente che vuol bene a Don Bosco (lo invocacome Patrono), è gente che sente i problemipedagogici e religiosi . Per poter fare, la via èquesta: interessare singoli insegnanti, far cono-scere i Cooperatori, iscriverli . A questo scoposerve molto avere nel Consiglio ispettoriale unMaestro o una Maestra . Aiuta in quest'opera diavvicinamento il Sacerdote che ha la cura delCatechismo nelle scuole, l'Ufficio CatechisticoDiocesano » .

3) Aiuti materiali . Tutti i Delegati ispettorialisu questo punto hanno riferito cose interessantie risultati assai notevoli e concreti non solo pervocazioni salesiane, ma anche per seminari . Fuanche fatto notare che i doni in natura in alcuniambienti sono più facili e quindi da preferirsialle raccolte di denaro .

c) StampaEsaurita la trattazione del problema delle vo-

cazioni, fu data la parola a Don Buttarelli, chetenne la Relazione sulla Stampa, frutto in granparte dell'esperienza fatta nella sua Ispettoria .Non è possibile riportarla tutta ; dobbiamo limi-tarci a fissarne le idee e iniziative che possonoservire ai nostri Dirigenti per condurre con rin-novato impegno questa campagna, che Don Boscoha affidato ai Cooperatori e che la Chiesanon si stanca di raccomandare a tutti i Cat-tolici militanti .

Data la natura di questo apostolato non semprefacile, si è sentita la necessità di insistere sullaformazione di elementi particolarmente adatti adiventare Zelatori della buona stampa . Un Con-sigliere Ispettoriale ebbe l'incarico di seguire ecoordinare il lavoro dei singoli Centri .

A questo lavoro di formazione all'apostolatostampa portò un notevole contributo un'intiera«Giornata di Studio » per tutti i Consigli delLazio. I Consiglieri, divisi per settori di lavoro,studiarono il loro specifico apostolato in adu-nanze presiedute dal corrispondente Consigliereispettoriale e da un Delegato . Il gruppo dei Con-

43 9

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siglieri stampa concluse le sue riunioni con ac-cordi concreti sul come attivizzare i Centri eincrementare la diffusione stampa . Più tardi fuinviata una circolare-svegliarino, che richiamavagl'impegni presi . I risultati furono ottimi, comeappare dal resoconto della campagna abbona-menti e delle rivendite .

Efficace fu pure la mezza giornata pomeridianaindetta per i 14 Centri di Roma il 31 maggio .Nel teatro tenne conferenza sul problema dellastampa Mons. Fausto Vallainc, Consultore Ec-clesiastico per la Stampa Cattolica in Italia,lietissimo di essere stato invitato . Fu ascoltatis-simo perchè documentato e pratico. Ebbe paroledi vero plauso per la nostra stampa, specie perMeridiano 12 . Alla conferenza seguì una sfilatadelle riviste cattoliche, numero accademico chesi rivelò assai efficace perchè mise in evidenzacome fossero ignorate anche da molti cosìdetti «nostri» le più note riviste cattoliche ;mentre tante espressioni di meraviglia e sorpresasi notavano quando si esprimeva un giudizionegativo su pubblicazioni diffuse, che purtroppoentrano anche nelle famiglie cattoliche .

Delle riviste presentate vennero diffuse nu-merose copie-omaggio . All'uscita dal teatro, nel-l'ampio cortile, i partecipanti ebbero modo divisitare un grande Banco di Stampa, contenente,tra l'altro, gli opuscoli L . D. C. sulle vocazioni,che furono venduti in buona quantità .

Per l'anno prossimo è in programma un inten-sificato lavoro di informazione della stampa inmodo che ogni Cooperatore conosca bene ilgiudizio morale su ogni periodico . Sarà diffusoil Segnalatore morale della stampa, ma si farannosoprattutto dimostrazioni pratiche e documentatedi dove e come si nasconde il male in giornalie periodici che sono ritenuti innocui o addirit-tura utili .

Sarà curato anche il funzionamento delleBibliotechine circolanti nei vari Centri, inmodo che ogni mese nel ritiro si possano pre-levare o restituire libri formativi o di amenalettura .

Il signor Don Ricceri commentò a lungo larelazione . « Siamo tutti d'accordo - disse tral'altro - sull'importanza della stampa . Noi mi-nacciamo di illuderci - scriveva il Card. Schu-ster - con dei fiori di carta o con dei fioritagliati, se ci fermiamo alle funzioni religiose,alle processioni e anche ai Sacramenti, e noncuriamo la penetrazione delle idee cristianenel popolo: è con le idee che diamo radici allavita cristiana. E queste idee si diffondono, oggiparticolarmente, attraverso la stampa . Le diffi-coltà ci sono, ma sarebbe un'illusione credere

4 40

di poter fare il bene filando su di una stradadi asfalto .

Cominciamo a dare delle convinzioni ai nostrielementi: vogliamo che ci siano gli attivisti, ivolontari che lavorino per spirito di conquista,di apostolato . Perchè, per es., insistiamo sulla«Rivendita», specialmente su quella spicciola?Perchè la Zelatrice che si reca in quella fa-miglia per portare la rivista, rompe il rispettoumano, si impegna cristianamente con una buonaparola ed apre tante possibilità di contatti apo-stolici.

Qui i Delegati interloquiscono per confermaree portare numerosi esempi edificanti .Al termine della trattazione sulla stampa

Don Olivieri presenta le facilitazioni che l'Am-ministrazione di Meridiano 12 è disposta a fareai Delegati e ai collaboratori per la campagnaabbonamenti '61 ; annunzia pure che dal prossimogennaio la bella rivista sarà illustrata a quattrocolori anche nell'interno .

Importanzadei Convegni Decurioni

Prima di passare alla seconda parte del Con-vegno, il Superiore volle ancora sottolineare l'im-portanza dei Convegni di Decurioni .

L'esperienza antica e recente dice quanto utilie fruttuosi siano questi Convegni. Per la lorobuona organizzazione e felice riuscita il signorDon Ricceri diede alcune direttive :

i) Per il luogo non formalizzarsi sullo stessoposto e sulla stessa diocesi, ma studiare un ciclodi convegni che offra a turno comodità d'inter-vento a tutte le diocesi dell'Ispettoria .

2) Il tema per quest'anno sarà ancora quellodelle vocazioni, da trattarsi però sempre conlarghezza di vedute e con impostazione d'inte-teresse universale .

3) Alla buona riuscita del Convegno giovano :la previa intesa col Vescovo, l'opera e la pre-senza del Direttore Diocesano, la data e il giornoopportuni (il martedì e il venerdì paiono i piùindicati), la scelta oculata del conferenziere(fissargli il tema ; fornirgli il materiale), ladiscrezione nel preparare il programma (nontroppa carne al fuoco, poco ma ben trattato),il tatto e la diligenza nel curare gl'inviti (avvi-

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i-

cinare i singoli, interessarli) e soprattutto moltapreghiera .

In linea di massima la giornata potrebbe im-postarsi su questa traccia : meditazione (20 mi-nuti) - respiro - adunanza con quest'ordine :omaggio al Vescovo, una sola conferenza centrale,possibilità d'interventi ma ben guidati, presen-tazione breve e chiara della P . U . ; si potrebbequest'anno aggiungere una breve presentazionedel coadiutore salesiano nelle sue caratteristiche ;pensiero conclusivo del Vescovo o di chi pre-siede - pranzo rallegrato dall'omaggio dei ra-gazzi con canti e un indirizzo - visita all'Ora-torio annesso, che interessa molto i Parroci,come li commuove un familiare ricevimentopreparato da ragazzi .

In occasione di questi convegni è opportunofare una larga distribuzione del Bollettino Sa-lesiano e di altro materiale di appropriata pro-paganda, da procurarsi in tempo, e tenere prontimoduli già compilati per l'iscrizione alla P . U.e l'invio del Bollettino Salesiano.

Utilità dei PellegrinaggiIl Superiore diede anche norme opportune

per organizzare con frutto i Pellegrinaggi, chesono e devono essere uno strumento di edifica-zione per i Cooperatori .

i) Per l'organizzazione : a) i pellegrinagginazionali e internazionali li organizza il Centrodi Torino e li preannuncia in tempo utile perchè

ISPETTORIE

CentraleSubalpinaAdriaticaCampano-CalabraLigure-ToscanaLombardo-Emil. (Ali)lombardo-Emil. (Bo)NovaresePugliese-lucanaRomanaSiculaVeneta Or .Veneta Oce .

Totali

CENTRIDELLA P . U .

2185314750

10035

1293541

11(1)1944

753

ZELATORI

7811085

25329636254

25514718542594146

2490

i Delegati ispettoriali possano inserirli nel lorocalendario ; b) ogni anno è consigliato un pelle-grinaggio ispettoriale, ma snodato, con un pro-gramma comune da svolgersi nel luogo di ritrovo,che deve essere comodo per tutti i partecipanti ;ma i singoli Centri organizzino per conto loroviaggio, vitto ecc. Il Delegato ispettoriale faci-literà loro questo compito ; c) i Delegati ispetto-riali facciano lavorare i Consiglieri (è un'ottimaoccasione per interessarli) e i Delegati locali,che debbono assumersi la responsabilità dell'or-ganizzazione del loro gruppo ; d) in certe circo-stanze possono essere opportuni i pellegrinaggi-convegni, che fondono insieme i vantaggi di en-entrambe le iniziative ; e) attenti a non accettarepartecipanti estranei alla P . U., tanto meno senon si conoscono ; organizzare gruppi omo-genei, composti di Cooperatori, e non gruppiomnibus.

2) Per l'esito felice : il Delegato sia a completoservizio dei pellegrini e si armi : a) di zelo :quanto può fare, per es., durante il viaggio! ;b) di calma, specie nei momenti critici ; c) digentilezza : un gesto aspro può lasciare una cat-tiva impressione . Inoltre perchè il pellegrinaggioraggiunga il suo scopo, deve tendere a legarei pellegrini tra di loro e con i dirigenti, a farlipiù cristiani e più salesiani .

A questo proposito il Superiore ha lodato iDelegati che sogliono schedare i partecipanti,perchè così a tempo opportuno possono ancoraavvicinarli e interessarli .

PIA UNIONE COOPERATORI SALESIANI - ANNO SOCIALE 1959-60

CONSIGLILOCALI

323

CORSIESERCIZI SPIR .

58

LABORATORI

128

NUOVIISCRITTI

56085S050262959165S66050133410301253139

1665

10 .481

44 1

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PROGRAMMA 1960-61

Ca tQr~a- 4deaéo ca :

IL COOPERATORE È APOSTOLO NELLA SOCIETÀ

In questi anni di ripresa, del movimento Coo-peratori, si è avuto cura di mettere ogni annoin evidenza un punto del Regolamento e si èlanciata la « campagna » annuale corrispondente :stampa, catechismo, apprendisti e gioventù ope-raia, vocazioni ecc .

Quest'anno, più che lanciare una nuova cam-pagna di azione, il Superiore ha dato una pa-rola d'ordine : consolidamento, assestamento neivari settori. Sarà questa la campagna di attivitàper il '6i . Si tratta di consolidare il già fattosia nel campo della formazione e dell'organizza-zione, che in quello delle attività, trasformandole campagne lanciate fino ad oggi in forme diapostolato permanente, come richiede il Rego-lamento della P . U .

Mentre quindi si lavorerà seriamente per taleconsolidamento, si svolgerà una campagna propria,che sarà essenzialmente ideologica e si svilupperàin varie direttrici : i) sviluppare nel Cooperatoreil senso di apostolicità ; 2) sviluppare nel Coo-peratore il senso di cattolicità nell'apostolato ;sviluppare il senso e il metodo salesiano nel-l'apostolato .

i) Il Cooperatore è apostolo : a) lo è per es-senza, perchè il Cooperatore è anzitutto un verocristiano, sente la missione accettata col Battesimoe con la Cresima, richiesta oggi specialmentedalla Chiesa . L'impegno del Cooperatore sale-siano è dunque anzitutto impegno di conquistacristiana ; b) lo è per volontà di Don Bosco. Unasola citazione che racchiude due frasi di un va-lore e significato sorprendenti : « L'opera deiCooperatori, l'Opera del Papa, è fatta per scuo-tere dal languore nel quale giacciono tanti cri-stiani e diffondere l'energia della carità » .

Nelle parole che abbiamo sottolineato c'è ildinamismo e lo zelo proprio del nostro spirito,c'è l'intraprendenza e il coraggio di ogni apo-stolo salesiano . Del resto nel nome stesso di« Cooperatore » e nello stemma Da mini animasè racchiuso il senso di apostolicità voluto daDon Bosco nei membra della sua Terza Famiglia .

4 42

2) Il Cooperatore, nel suo apostolato, ècattolico. Lo spirito magnanimo del santo Fon-datore l'ha voluto così. C'è in merito una suaaffermazione che è fondamentale e che è stataripresa da Pio XII, il quale, per illustrarla, vi hadedicato buona parte del suo classico Discorsoai Cooperatori .

Don Bosco ha detto : « Ho studiato molto sulmodo di fondare i Cooperatori salesiani . Il lorovero scopo diretto non è quello di coadiuvarei Salesiani, ma di prestare aiuto alla Chiesa, aiVescovi, ai Parroci, sotto l'alta direzione deiSalesiani, nelle opere di beneficenza, come ca-techismi, educazione dei fanciulli poveri e si-mili . . . » .

Quindi Don Bosco continua prevenendo un'o-biezione: « Ma i Cooperatori non sono per noi ? »e risponde precisando, chiarendo, ma ribadendoil concetto: « È vero che ad essi si farà appellonelle urgenze nostre, ma essi sono strumenti nellemani dei Vescovi ».

Anzi è andato oltre, Don Bosco : non solo havoluto che i Cooperatori fossero apostoli imbe-vuti in pieno di spirito cattolico, ma che fosserodiffusori di questo spirito . Ecco le sue parole :« I Cooperatori saranno quelli che aiuterannoa diffondere lo spirito cattolico » .

Don Bosco, dunque, ha creato, con la P. U .,un esercito di apostoli, ma cattolici al cento percento, fatti a sua immagine e somiglianza : colPapa, per il Papa, amando il Papa .

3) Il Cooperatore è apostolo nello spiritoe con lo stile di Don Bosco . Egli porta nelsuo apostolato l'intraprendenza, le industrie,l'ottimismo costruttivo, la sana modernità delsanto Fondatore .

Questi i concetti base della campagna ideolo-gica di quest'anno : l'apostolicità, la cattolicitàe la salesianità nell'apostolato dei nostri Coo-peratori . Le due Conferenze annuali e le Confe-renze mensili mireranno ad approfondire neiCooperatori le idee e a guidarli nell'apostolatocon lo spirito e il metodo di Don Bosco .

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Can(1ag1a• .f4atica:

CONSOLIDAMENTO DELL'ORGANIZZAZIONE E DELLEATTIVITÀ A RAGGIO ISPETTORIALE E LOCALE

Qui il Superiore richiamò quanto si era di-scusso e approvato nella prima parte del Con-vegno, raccomandandone la pratica e diligenteattuazione, e diede ancora norme e direttivesu vari punti, che noi elenchiamo schematica-mente :

i) Far funzionare i Consigli ispettoriali,affidando ad ogni Consigliere un compito eassistendolo nello svolgimento del suo lavoro .

2) Rendere efficienti in tutti i Centri i Con-sigli locali, curando che ogni Consigliere abbiauna sua attività specifica e ben determinata :stampa, vocazioni, missioni ecc .

3) Attivizzare i gruppi di Zelatori e di Ze-latrici, preventivamente ben selezionati e curati .4) Ogni Delegato prepari il suo calendario

preventivo delle attività e iniziative dell'annoe aiuti i Centri a preparare il proprio .

5) Organizzare Convegni di lavoro a raggiolocale, zonale, ispettoriale, in base alle normetracciate nelle pagine precedenti .

6) Preparare Convegni di Decurioni e Sa-cerdoti Cooperatori sul tema delle vocazioni, datenersi in diocesi dove non si siano ancora tenuti .

7) Concorrere ad un primo incontro su basenazionale a Torino di Zelatrici dei Laboratori,in occasione della festa del Rettor Maggiore .

8) Indire Pellegrinaggi ispettoriali e locali,seguendo le norme ripetute dal Superiore inquest'ultimo Convegno (pag . 441) .

9) Sviluppare e favorire il senso della cattolicitànei Cooperatori offrendo la collaborazione delproprio Centro in attività diocesane o parroc-chiali, nelle quali sia utile la nostra cooperazione .

E appunto per favorire l'inserimento dellaP. U. nel grande movimento dell'Apostolatodei Laici, il signor Don Ricceri volle che DonMaggio riferisse sulle adunanze della « ConsultaGenerale dell'Apostolato dei Laici », a cuiha partecipato di diritto anche la P . U. dei Coo-peratori salesiani. L'adunanza fu presieduta daS. E. Mons. Castellano, presidente della Con-sulta Generale, che mira a collegare le Orga-nizzazioni di Apostolato laico, pur senza inci-dere sulle loro specifiche finalità e programmi(cfr . Bollettino Salesiano, maggio 196o, p . 192e Bollettino Dirigenti, marzo 196o, p. 128)

Il Superiore concluse: le relazioni con laConsulta Generale saranno curate dal Centro ;

mentre i Delegati ispettoriali, d'accordo con isignori Ispettori, penseranno a curare la presenzanelle Consulte Diocesane e Parrocchiali, man manoche saranno formate tali consulte .

Lavorare uniti e con ottimismoAl termine del Convegno il signor Don Ric-

ceri espresse ai Delegati ispettoriali il grazie dellaCongregazione e della P. U. per il loro fecondolavoro salesiano e cattolico .

Motivo di consolazione - disse - in questitre giorni è stato il lavoro concorde e unanime :questa unione e unità d'intenti è un elementodi forza . Portate questo senso di unione nellevostre Ispettorie: solo così il vostro lavoro vieneelevato a potenza ; solo così si realizza la colla-borazione, che è frutto di volontà unite . Quindilavorate uniti : è un'arte che dobbiamo appren-dere da Don Bosco e dai nostri grandi . Unionetra di voi e unione col Centro nella realizzazionedelle direttive . Unione anzitutto devota e filialecol signor Ispettore, che è anche il Superioredella P. U. Organizzatevi sempre più nel vostrolavoro in collaborazione con i Direttori e vostriDelegati. E questa nostra unione, elemento diforza, si incentri tutta in Don Bosco : la stradaregia per noi è la Regola come Salesiani, ilRegolamento e il Manuale Dirigenti come re-sponsabili della P. U .

La vostra vita di Delegati è una vita che certonon porta di per sè ad interiorità : avete necessitàdi raccogliervi per accumulare nuove energie,di sentirvi uniti a Colui che è la « fonte dellavita e della santità » . Quanto più c'è freddofuori, tanto più sentiamo il bisogno di attingerecalore dall'interno ; curate la vita interiore el'abituale unione con Dio . Così facendo, lavore-rete sì fra le immancabili difficoltà, ma semprenella gioia .

Degli Ebrei nel deserto è detto : Ibant cantantes.Ecco il nostro programma: muoverci, lavorare,ma con ottimismo e nella gioia . Ritornando alnostro lavoro, portiamoli come viatico per il nostrocammino, e siamo i diffusori, dovunque andiamo,di ottimismo e di gioia, che sono i frutti piùbelli della Grazia, e che dànno al nostro aposto-lato lo stile di Don Bosco .

AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI TORINO IN DATA I6-2-1949, N . 403 . - CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICADIRETTORE RESPONSABILE : SACERDOTE DOTT . PIETRO ZERBINO, VIA MARIA AUSILIATRICE, 32 - TORINO (714) . OFFICINE GRAFICHE S.E.I .

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