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Il Circolo dei lettori propone per l’anno scolastico 2017/18 una programmazione dedicata alle Scuole Secondarie di Secondo Grado perché gli studenti approfondiscano argomenti intra ed extra curriculari in maniera nuova e coinvolgente. Obiettivo dei protagonisti degli incontri, che hanno fatto delle storie la propria professione, è coinvolgere i ragazzi nella (ri)scoperta di tutta la bellezza e gli stimoli che ogni racconto (letterario e di vita) nasconde. per info e prenotazioni 011 4326666 | [email protected] È obbligatoria la lettura del libro collegato all’incontro. Tutti gli incontri, a ingresso libero, si svolgono presso il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino). il Circolo per le scuole

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Il Circolo dei lettori propone per l’anno scolastico 2017/18 una programmazione dedicata alle Scuole Secondarie di Secondo Grado perché gli studenti approfondiscano argomenti intra ed extra curriculari in maniera nuova e coinvolgente.

Obiettivo dei protagonisti degli incontri, che hanno fatto delle storie la propria professione, è coinvolgere i ragazzi nella (ri)scoperta di tutta la bellezza e gli stimoli che ogni racconto (letterario e di vita) nasconde.

per info e prenotazioni 011 4326666 | [email protected]

È obbligatoria la lettura del libro collegato all’incontro.Tutti gli incontri, a ingresso libero, si svolgono presso il Circolo dei lettori (via Bogino 9, Torino).

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Il mio errore è stato pensare che il mio amore

ti avrebbe salvata,come il tuo arrivo aveva salvato me.

L’amore smuove le montagne, diceva qualcuno. Non sempre riesce a colmare i vuoti dell’esisten-za, ma – come scrive Michela Marzano - «senza amore si è morti, prima ancora di morire».Perché è una forza che non lascia invariate le vite

Michela Marzano, docente di Filosofia morale all’Uni-versità Paris Descartes, è editorialista de “la Repubbli-ca” e autrice di, tra gli altri, Volevo essere una farfalla (Mondadori, 2011), L’amore è tutto: è tutto ciò che so dell’amore (Bancarella 2014), Papà, mamma e gender (2015), entrambi UTET, e L’amore che mi resta (Einau-di, 2017).

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in cui passa. Perché ognuno di noi ha il desiderio di essere accolto e capito, ha paura di essere abbandonato, ha un ostinato bisogno di amore, nonostante tutto, nonostante quei momenti in cui non si ha più speranza. Come accade a Daria, la protagonista di L’amore ch e mi resta, quando Gia-da si suicida. Giada è una bambina sveglia dai grandi occhi color cobalto. Daria e Andrea l’hanno adottata a soli sei mesi con la convinzione che l’amore potesse riparare ogni cosa. Fino a quella notte. Scavando nella verità delle relazioni umane, la Marzano parla di tutti noi. Della difficoltà di co-municazione fra genitori e figli. Della fatica di poter trasmettere proprio a chi ci ama le ferite dell’ani-ma. Dello spazio che i sentimenti hanno.

I SENTIMENTI SOPRA

OGNI COSAcon Michela Marzano

da L’amore che mi resta (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola

FAMIGLIA / SENTIMENTI / MORTE

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Clan, rete sociale, tribù: comunque la chiamiate,

chiunque siate, della famiglia avete bisogno.

I parenti non si scelgono, si hanno. Quello che si può scegliere è, invece, il modo di rapportarsi a loro. Tan-ti sono, però, gli elementi in campo: dal carattere di ognuno agli incastri di visioni della vita, dai ricordi ai progetti.

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Più o meno allargate, più o meno canoniche, le famiglie sono insiemi di persone che si evolvono, muovendosi per, intorno o nonostante il nucleo fon-damentale dei sentimenti. Di rapporti, inciampi, lega-mi, nonni, cugini, amici - l’unica famiglia che si può scegliere -, parla Fabio Genovesi a partire dal suo ultimo romanzo, storia di un percorso di formazione rocambolesco, poetico e stralunato.

E, senza scomodare uno dei più famosi incipit della letteratura - quello su famiglie, felicità e somiglianze -, la riflessione e il confronto è su come ognuno di noi, tenendo comunque ben presente il proprio ine-sauribile tesoro di unicità, deve fare i conti con chi gli sta intorno, da quando è nato.

Fabio Genovesi, scrittore, collabora con “Corriere della Sera”. Ha pubblicato, per Mondadori, i ro-manzi Esche vive (2011), Versilia Rock City (2012) e Chi manda le onde (premio Strega Giovani 2015), il diario on the road Tutti primi sul traguardo del mio cuore (2013) e, per Laterza, il saggio cult Morte dei Marmi (2012).

LA MIA FAMIGLIA

È LA TUA

con Fabio Genovesida Il mare dove non si tocca (Mondadori)

FAMIGLIA / SENTIMENTI / CRESCITA

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Non ho mai visto un sacco di cose e di posti (...);

ma sono stato a Pietra Ligure al mare.

Crescendo, si occupa più spazio nel mondo, questo matto mondo che a volte è comprensibile (e com-prensivo), altre sembra non volerci. Crescendo, au-mentano i pensieri, le sensazioni, i problemi. Cre-scendo, si complica tutto, sembra che sia il mondo stesso a diventare troppo grande. E allora non resta che guardarlo e affrontarlo da quel posto tutto nostro

Fabio Geda, scrittore, ha pubblicato, tra gli altri, Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani (Instar Libri, 2007), con Baldini&Castoldi Nel mare ci sono i coc-codrilli (2010) e L’estate alla fine del secolo (2011), con Einaudi Se la vita che salvi è la tua (2014) e Anime scalze (2017), con Mondadori la serie per ragazzi Berlin (con Marco Magnone, 2015-2016).

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che ci siamo costruiti nel corso del tempo. Anche se da piccoli non ne siamo per niente convinti, tutto lo sforzo e le sofferenze del crescere si trasformano in capacità di vivere.

Come accade a Ercole Santià, per cui sembra che il caos sia scritto nel destino della sua famiglia. Il ra- gazzino costretto a diventare adulto da solo, fra primi amori, padri distratti, madri confuse e segreti sco-modi con cui fare i conti, è il protagonista del nuovo romanzo di Fabio Geda. Seguendo la sua struggente avventura, viviamo la fatica e la meraviglia di cercare un posto nel mondo. Una ricerca complicata ma bel-lissima, personale ma anche condivisa, di ognuno di noi ma anche di tutti.

UN POSTO TUTTO PER ME

con Fabio Gedada Anime scalze (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola FAMIGLIA / SENTIMENTI / CRESCITA

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In ogni storia si incrociano punti di vista diversi.

E se si rileggesse l’Iliade attraverso gli occhi del re di Micene,

comandante in capo dei Greci? Come andarono i fatti della guerra di Troia tutti lo sanno. Tutti ricordano l’ira di Achille e l’astu-zia di Ulisse. Ma chi era a capo di quegli uomini che espugnarono la città con l’inganno del caval-lo? Agamennone, il re di Micene. Il suo sguardo

Giulio Guidorizzi, docente di Teatro e drammaturgia dell’antichità all’Università di Torino, ha pubblicato, tra gli altri, con Einaudi Io, Agamennone (2016) e Il mito di Edipo (con Maurizio Bettini, 2004), La trama segreta del mondo. La magia nell’antichità (Il Mulino, 2015) e Corpi gloriosi. Eroi greci e santi cristiani (Laterza, 2012).

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dimenticato, forse meno affascinante di quello di altri personaggi dell’Iliade, è però il più stratificato e complesso, il più adatto a farci entrare davvero nell’universo omerico.Giulio Guidorizzi ricostruisce l’appassionante punto di vista del condottiero degli Achei a partire dalle sue origini, che hanno radici nel mito e nel sangue, e conduce un viaggio nelle profondità del mondo degli antichi: i loro eroi, i loro valori, il loro senso della gloria e della vendetta, dell’amore e della morte. Il racconto di una società in parte tribale, in cui ogni uomo però agiva già dietro l’impulso di una sfida continua con le grandi forze dell’esi- stere, le stesse che oggi ancora ci parlano nella quotidianità non più epica delle nostre vite.

DALLA PARTE DI AGAMENNONE

con Giulio Guidorizzi da Io, Agamennone (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola

EPICA / SFIDE / EROI&UOMINI

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Terra e lacrime.Cosí nacque la stirpe umana.

Piangere non è da deboli. Piangono Ulisse, Agamen-none, Ettore, Menelao, Telemaco, Patroclo, Priamo. Persino l’eroe degli eroi Achille. Non cercano pietà o compassione, ma solo appagamento ai dolori dell’anima di fronte a un amico perso, a una sconfitta cocente, a tattiche che non funzionano, a un amore che muore.

Matteo Nucci, scrittore, collabora con “il Venerdí di Repubblica” e “Il Messaggero”. Ha curato una nuova edizione del Simposio di Platone (Einaudi, 2009). Ha pubblicato, con Ponte alle Grazie, Sono comuni le cose degli amici (finalista premio Strega 2010) e Il toro non sbaglia mai (2011), con Einaudi Le lacrime degli eroi (2013).

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Non temono di mostrarsi in lacrime. Singhiozzano, gridano, tremano, fino a soffrire la fame, piangono per saziarsi del pianto. Perché in quelle lacrime risie-de il germe di una passione indomabile.

E se lo fanno loro che hanno combattuto le battaglie piú dure e vinto i nemici piú agguerriti, senza provare vergogna, chi siamo noi per limitarci? Soltanto gli uomini che hanno la forza di non nascondere le pro-prie debolezze possono vincere il nemico piú odioso: la paura della propria mortalità.Esplorare il cuore dei poemi omerici vuol dire viag- giare nell’epica dei sentimenti arrivando a fare i conti con noi stessi, i limiti e le risorse, i vizi e le virtù della nostra bellissima, ineguagliabile, umanità.

ANCHE GLI EROI PIANGONO

con Matteo Nuccida Le lacrime degli eroi (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola EPICA / SENTIMENTI / EROI&UOMINI

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Non ho bisogno di vivere con te, Orfeo.In questo buio dove non ti vedo

e non ti ho è perfetto amarti. Fare a meno di te è l’amore.

I miti sono quel che resta dopo il tempo che pas-sa, racconti favolosi con i quali gli uomini cercano di comprendere e afferrare grandi verità. Parlano a noi e di noi, per questo sono eterni.

Le loro trame, a volte, hanno spazi bianchi, riempien- do i quali si creano nuovi significati che parlano di realtà. Paola Mastrocola lo ha fatto con alcune storie

Paola Mastrocola, scrittrice, ha esordito con La gallina volante (premio Calvino, 1999). Ha pubblicato, tra gli altri, con Guanda Palline di pane (finalista premio Stre-ga 2001), Una barca nel bosco (Campiello 2004), Che animale sei? (2005), con Einaudi Non so niente di te (2013) e L’esercito delle cose inutili (2015).

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della mitologia antica. È cosí che sappiamo perché Arianna si consegna a Teseo, quali gesti e parole si scambiano Ippolito e Fedra, o Apollo e Dafne, Eros e Psiche, Atalanta e Ippomene, quali quelle che Eu-ridice rivolge a Orfeo prima di essere condannata a restare nell’Ade.

Legandole con un invisibile filo fatto di perdita e con-quista, morte, cedimento e resistenza, queste storie si richiamano e inseguono. E lasciano a noi una serie di domande sulla natura struggente dell’amore, sulla bellezza che rapisce il cuore, sulla forma dei senti-menti, sulle promesse lunghe un istante o condite di eternità. Su quella cosa che toglie la libertà, ma anche nutre l’anima.

UN AMORE DI MITO

con Paola Mastrocolada L’amore prima di noi (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola

EPICA / SENTIMENTI / EROI&UOMINI

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Qui ad Atene noi facciamo così:le leggi, qui, assicurano

una giustizia eguale per tutti ma noi non ignoriamo

mai i meriti dell’eccellenza. Tucidide

La giustizia dipende solo dalle nostre decisioni o deve rispondere a istanze piú alte, a un ordine delle cose superiore a cui dobbiamo conformare le nostre azioni?Tali domande non sono solo politiche, implicano, in-fatti, una riflessione piú ampia sul senso dell’esistenza

Mauro Bonazzi, docente di Storia della filosofia antica all’Università di Milano. Ha insegnato anche a Bor-deaux, Lille, Lovanio e all’École Pratique des Hautes Études di Parigi. Ha pubblicato, tra gli altri, Platone, Menone e Fedro (2010) e Il platonismo (2015), entrambi Einaudi, À la recherche des Idées (Vrin, 2015) e Con gli occhi dei Greci (Carocci, 2016).

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umana. Aiuta la ricerca delle risposte guardare ai Greci, resi grandi dalla consapevolezza che la realtà è qualcosa di ambiguo, da cui è impossibile ricava-re indicazioni di valore o regole di comportamento. Questo, a sua volta, conduce a interrogarsi su cosa sia quell’essere sfuggente che è l’uomo: un animale inquieto, che, senza posto fisso nel mondo, è sempre proteso alla conquista della natura, sempre esposto al rischio di commettere errori fatali.L’incontro è un viaggio alla scoperta del mondo cul-turale dell’Atene del V secolo, città in cui si è discus- so con un’intensità rara sui grandi problemi che riguardano ogni essere umano. Una città inquieta, e proprio per questo cosí appassionante e importante per capire chi siamo.

SUMMUM IUS, SUMMA INIURIA

con Mauro Bonazzida Atene, la città inquieta (Einaudi)

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FILOSOFIA / GRECIA ANTICA / UOMINI&REGOLE

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Pochi uomini desiderano la libertà;molti uomini si augurano

solo un padrone giusto.Sallustio

Il Progetto Odeon, nato nel maggio 2014 a Torino, è una realtà associativa costituita da laureati in Scien- ze umanistiche dell’Università di Torino, animati dalla profonda convinzione che la dimensione della cultura classica non rappresenti il residuo trascu- rabile di una stagione passata, ma la fondamentale eredità da cui trarre energia e ispirazione per l’edifi-cazione del futuro.L’obiettivo è quello di fornire sostegno e contribu-to alla sempre maggior necessità di un momento

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di diffusione culturale tra un pubblico di non spe-cialisti - ma di appassionati e lettori - e un grup-po di giovani, che al rigore scientifico del metodo accostano la passione consapevole di una scelta apparentemente anacronistica quale è oggi quella di impegnare la propria vita nello studio e nella trasmissione della cultura umanistica classica.

venerdì 26 gennaio 2018L’EBRAISMO È MEMORIANarra un’antica leggenda che la Terra stessa si alzerà un giorno per difendere gli oppressi. In occasione della Giornata della Memoria, la con-ferenza-spettacolo invita a riscoprire il valore della

tradizione e dei diritti umani, perché la dignità non venga mai dimenticata.

giovedì 19 aprile 2018DEMOCRAZIA E LIBERTÀA partire dal momento in cui nacque la democra-zia, e con essa le fondamenta dei nostri diritti, la conferenza-spettacolo mette in scena il significato della parola «libertà», che non solo merita rispetto, ma necessita d’amore.

IL CLASSICO CHE NON IMPEGNA

a cura di Progetto Odeon

DEMOCRAZIA / LIBERTÀ / MEMORIA

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Non aspettarmi vivo lo dicono alla mamma,

con cui chattanofino al giorno prima di farsi esplodere,

promettendole Ci vediamo in paradiso.

C’è una generazione «pericolosamente in bilico tra Eu-ropa e Califfato», ragazzi che prima di essere adescati sul web dalle promesse del radicalismo religioso erano stu-denti modello, musicisti trasgressivi, calciatori prodigio,

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majorette vanitose, discotecari in fissa coi marchi alla moda, adolescenti affettuosi. E nelle loro storie ci sono gli sms che questi giovani jihadisti mandano alle madri, gli ultimi post di Facebook prima di farsi esplo-dere, la disperazione dei padri disposti a morire pur di riportarli indietro, lo sgomento degli amici.

Chi sono questi ragazzi? Cosa li spinge a partire lascian- dosi tutto alle spalle per fare la guerra agli infedeli? Com’è che si lasciano convincere che quella che stan-no vivendo non è la vita vera? Dopo anni di lavoro sul campo, le due giornaliste restituiscono per la prima volta un viaggio crudo e scioccante nella quotidianità e nell’immaginario dei ragazzi sedotti da Da‘ish, svelando un paesaggio esotico ma ben piú familiare del previsto.

Stefania Miretti, giornalista e film-maker, ha lavorato a “La Stampa” ed è stata vicedi-rettrice di “Gioia”. Per Einaudi ha pubblicato, con Anna Migot-to, Non aspettarmi vivo (2017).

Anna Migotto, giornalista e film-maker, inviata speciale per Mediaset, è esperta di esteri e Medio Oriente. Per Einaudi ha pubblicato, con Stefania Miretti, Non aspettarmi vivo (2017).

CI VEDIAMO IN PARADISO

con Anna Migotto e Stefania Miretti

da Non aspettarmi vivo (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola

ATTUALITÀ / PAURE / SCELTE

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Il coraggio non mi manca.È la paura che mi frega.

Totò

Bisogna saper scegliere anche di cosa avere paura. È più da temere uno squalo o una noce di cocco? Il caldo o un fulmine? Rispondete l’esatto contrario di quello che vi suggerirebbe il vostro istinto e sarete nel giusto.Alluvioni, asteroidi, eruzioni, epidemie e terremoti

Mario Tozzi, Primo Ricercatore del CNR, è presiden-te del Parco dell’Appia Antica e membro del consiglio scientifico del WWF. Conduce Fuori Luogo su Rai1 e collabora a Kilimangiaro su Rai3. Ha pubblicato, tra gli altri, con Rizzoli Italia segreta (2008) e Pianeta Terra ultimo atto (2012), con Einaudi Tecnobarocco (2015) e Paure fuori luogo (2017).

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terrorizzano l’umanità, sono eventi naturali diventati vere e proprie paure collettive. Ma i disastri non sono tutti uguali e le cause sono cambiate nel tempo. Quasi nessuno di quelli contemporanei è veramente naturale o non prevenibile. Eppure, invece di mantenere com-portamenti adatti ad affrontarli, noi uomini del terzo mil-lennio ne siamo ancora spaventati a morte e ne sfug-giamo ragioni e spiegazioni, ricadendo addirittura nel fatalismo magico-religioso. Il problema non è la paura ma il suo oggetto. Bisogna prestare attenzione ai veri problemi di oggi - cambiamento climatico, fine delle risorse, consumo del suolo e così via - e comprendere che le catastrofi naturali non esistono a prescindere, ma ci sono eventi naturali che la mano sprovveduta dell’uo-mo trasforma in tragedia.

P COME PAURA

con Mario Tozzida Paure fuori luogo (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola

PAURE / NATURA / ATTUALITÀ

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«Lampedusa»: da lepas, lo scoglio che resiste.

O da lampas, la fiaccola che sconfigge l’oscurità.

Come si scelgono le parole per raccontare il presente? «Il primo sbarco l’ho visto a Lampedusa assieme a mio padre. Approdarono al molo in tantissimi, ragazzi e bambine, per lo più. Né io né mio pa-dre riuscimmo a dire nulla. Era la Storia quella che

Davie Enia, narratore, ha pubblicato Italia-Brasile 3 a 2 (2010), maggio ‘43 (2013) e Appunti per un naufragio (2017) con Sellerio e Così in terra (Baldini e Castoldi, 2012). Come attore, regista e autore di teatro ha vinto, tra gli altri, i premi UBU, Tondelli, ETI, Mezzogiorno, Gassman. Suo è il radiodramma Rembò di Radio2, edito da Fandango.

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ci stava accadendo davanti. Allora, ho iniziato ad ascoltare alcuni testimoni diretti: i pescatori e il personale della Guardia Costiera, i lampedusani e chi era appena sbarcato. Ma non bastava. Dovevo capire chi ero io, innanzitutto, per riuscire a trova-re le parole giuste. E così, non senza sforzo, ho iniziato a parlare con mio padre. E ho scoperto che mio papà ha sentimenti e timori tanto simili ai miei. E anche lui ha avuto un rapporto silenzioso con il proprio padre. Così, l’ho guardato come uno specchio, ritrovando in lui il mio stesso linguag-gio del corpo e parte delle mie parole, e ho usato questa esperienza come un filtro per raccontare questo presente di approdi e naufragi.»

NAUFRAGI E SILENZI,

CORPI E PAROLEcon Davide Enia

da Appunti per un naufragio (Sellerio)ATTUALITÀ / PAURE / SCELTE

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Cambiare è possibile.Servono coraggio, caparbietà

e tutta la bellezza della letteratura.

Un ex testa matta si racconta.

Negli anni Novanta, Salvatore Striano era una Testa matta, a capo di una banda di ragazzini che spadro-neggiava nei Quartieri spagnoli di Napoli fuori dalle regole dei clan. Quando i boss gli chiesero di scegliere da che parte stare, iniziò la sua tempesta: latitante

Salvatore Striano è stato tante cose: detenuto in Spagna e a Rebibbia, ha incontrato il maestro Fabio Cavalli che gli ha ricordato che lui era prima di tutto un attore. Da allora ha recitato per Matteo Garrone, per Guido Lom-bardi, per i fratelli Taviani, per teatro, cinema e tv. Ha pubblicato con chiarelettere La tempesta di Sasà (2016) e Teste matte (con Guido Lombardi, 2015).

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prima, in carcere poi, trovò comunque il coraggio di cambiare. Conobbe i libri e Shakespeare a Rebibbia, da allora non li ha più lasciati, perché gli hanno cam-biato, letteralmente, la vita: «Ero in mare aperto con onde che rischiavano di travolgermi per sempre. I libri erano tavole galleggianti a cui aggrapparsi per non morire. Shakespeare mi ha tolto la povertà dell’anima». Ne ha scritti lui stesso due, ha partecipato a Gomorra e all’Orso d’oro 2012 Cesare deve morire, recita per tv e teatro ma soprattutto gira l’Italia per raccontare la sua storia. Per urlare che cambiare è possibile, sempre. Che i libri aprono mondi inaspettati. Che il poco tempo a disposizione bisogna usarlo bene, perché, come scrisse il Bardo, «nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita».

TEMPESTA DI SASÀ

con Salvatore Strianoda La tempesta di Sasà (Chiarelettere)

SCELTE / SENTIMENTI / LETTERATURA

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Un incontro non per insegnare qualcosa, ma per aiutare

a perdersi nelle storie e nei significati nascosti delle parole

senza smarrire la consapevolezza.

A leggere si impara da bambini. Quando si capisce che le parole nascondono un significato e si possono quasi toccare, si fa un passo avanti diventando «let-tori creativi». Non si tratta solo di comprendere, ma di provare a sentire cosa c’è dietro i segni, l’emozione

Marcello Fois, scrittore, ha pubblicato, fra gli altri, con Einaudi Manuale di lettura creativa (2016), Nel tempo di mezzo (2012), Stirpe (2009) e Memoria del vuoto (2007). Scrive anche per cinema, tv e teatro. È tra i fon-datori del festival letterario L’isola delle storie di Gavoi.

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diversa che comunicano ogni volta.Marcello Fois ci porta con sé alla scoperta di testi e autori che ha amato: dai classici dell’Ottocento a J.D. Salinger e Leonardo Sciascia, passando per Grazia Deledda e Sergio Atzeni. Li guarda tutti con occhi confidenziali, senza la pretesa di insegnare nulla dall’alto ma con la voglia di trasmettere tutto l’amore per i libri e per i tanti mondi a cui danno vita. Perché ciascuno quando apre un libro può diventare un let-tore creativo, deve solo avere il coraggio di mettere tutto se stesso nella storia che sta leggendo. Un incontro non per insegnare qualcosa, ma per aiutare a perdersi nelle storie senza smarrire la consapevolezza. Perché le ossessioni di uno scrittore passano, ma i sogni di un lettore restano.

ESERCIZI DI LETTURA

CREATIVAcon Marcello Fois

da Manuale di lettura creativa (Einaudi)

in collaborazione con Giulio Einaudi editore. Lo struzzo a scuola LETTERATURA / FORMAZIONE / LIBRI

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Il gusto personale e la visione priva di spiegazioni contestuali spesso rovinano il modo in cui si guar-da un’opera d’arte, inquinandolo di pregiudizi che ne sminuiscono l’essenza.Quante persone di fronte all’orinatoio di Marcel

Luca Beatrice, critico d’arte, insegna all’Accademia Al-bertina di Belle Arti e allo IAAD di Torino. Collabora con “Il Giornale” e con la rivista “Bikers”. Ha pubblicato, fra gli altri, Per i ladri e le puttane sono Gesùbambino (Baldini&Castoldi, 2016) e con Rizzoli Nati sotto il Bi- scione. L’arte ai tempi di Berlusconi (2015), Sex. Erotis-mi nell’arte da Courbet a Youporn (Rizzoli, 2013) e Pop. L’invenzione dell’artista come star (2012). È il presiden-te del Circolo dei lettori di Torino.

TARGET: 1° 2° 3° 4° 5° anno | info e prenotazioni [email protected]

Duchamp o ai tagli di Lucio Fontana, adagiandosi su preconcetti, li hanno denigrati non comprendendone la forza espressiva? Ora sembra strano, ma c’era chi nel Cinquecento voleva distruggere il Giudizio Uni-versale di Michelangelo e chi nell’Ottocento conside- rava l’Impressionismo come uno scherzo di cattivo gusto. Solo se non si capiscono o non piacciono non sono opere d’arte? È una questione di tempo? di ac-cettazione sociale? di soggettivo versus oggettivo?Luca Beatrice, attraverso un excursus iconografico e storico del periodo dal secondo Novecento a oggi, dimostra scientificamente come spesso si tratta di pregiudizi, che viziano lo sguardo. Queste scorcia-toie mentali si radicano sotto il livello di coscienza e diventa difficile modificarle, ma non impossibile.

L’ARTE CONTEMPORANEA

È PIÙ SEMPLICEDI UN MANUALE

D’USO DEL TELEFONINO

con Luca Beatrice

ARTE CONTEMPORANEA / PREGIUDIZI / STORIA