IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento – CAPITOLO...

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IL CICLO AMBIENTE Materiali di approfondimento – CAPITOLO 6

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IL CICLO AMBIENTE

Materiali di approfondimento – CAPITOLO 6

L ’ I T I N H E R A R I O I N V I S I B I L E

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Indice

Capitolo 6 - Il viaggio dei rifiuti

6.1 - Raccolta differenziata 3

6.1.1 - Normativa sulla raccolta differenziata 3

6.1.2 - Sistemi di conferimento 4

6.1.3 - SGR 50 5

6.2 - La selezione 5

6.2.1 - Gli impianti di selezione dell’Itinherario Invisibile 6

Gli impianti di selezione di Coriano di Rimini e di Modena 6

L'impianto di selezione di Ferrara 7

6.3 - Il compostaggio 8

6.3.1 - Gli impianti di compostaggio dell’Itinherario Invisibile 9

L’impianto di compostaggio di Voltana di Lugo 9

L’impianto di compostaggio di Ca’ Baldacci di Rimini 11

6.3.2 - Certificazioni di Qualità 12

6.4 - Consorzi per il riciclaggio e Materie Seconde 12

6.5 - Dove vanno a finire i rifiuti che non destiniamo a nessuna raccolta differenziata? 17

6.5.1 - Il termovalorizzatore 18

6.5.1 - La discarica 18

Riferimenti bibliografici 20

Riferimenti web 20

L'ITINHERARIO INVISIBILE Il Ciclo Ambiente – Materiali di approfondimento

© tutti i diritti riservati Gruppo Hera

Testi realizzati da: Catia Musolesi / Divisione Ambiente Hera S.p.A. Simona Nasolini e Sandra Vandelli per Anima Mundi, Nicoletta Borghini, Felicia Cannillo e Kristian Tazzari per Atlantide.

Supervisione impianti: Andrea Carletti / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Roberto Ravelli / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Ruggero Panizzolo / Divisione Ambiente Hera S.p.A., Peppino Sassu / Divisione Ambiente Hera S.p.A, Michele Corli / Akron S.p.A, Luca Bussolari / Ecosfera s.r.l, Giuseppe Lazzazara / Recupera s.r.l.

Supervisione testi: Ing. Claudio Galli, Direttore della Divisione Ambiente di Hera S.p.A.

Coordinamento Redazionale: Catia Musolesi per Hera, Simona Nasolini e Daniele Vignatelli per Anima Mundi. Impaginazione: Simona Nasolini per Anima Mundi.

Edizione giugno 2009

L ’ I T I N H E R A R I O I N V I S I B I L E

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Capitolo 6 - Il viaggio dei rifiuti

6. 1 - Racco l t a d i f fe ren z i at a .

E’ risaputo che il sacchetto della spazzatura di casa è composto all’incirca da un 30% di organico e da un 70% di

imballaggi.

Materiali

pericolosi

(farmaci, pile,

ecc.)

1%

Metalli

4%Vetro

8%

Plastica e

gomma

13%

Organico

30%

Carta e

cartone

24%

Stracci e

legno

20%

Materiali pericolosi(farmaci, pile, ecc.)

Organico

Carta e cartone

Stracci e legno

Plastica e gomma

Vetro

Metalli

riciclo dei rifiuti poiché: solo differenziandoli i rifiuti possono diventare Materie Prime Seconde. Tutto ciò

consente di risparmiare risorse ed energia e di contenere i costi di gestione .

6. 1 . 1 - No rma t i v a su l l a r acco l t a d i f fe ren z i at a .

Prima di procedere alla descrizione dei sistemi di raccolta differenziata adottati dal Gruppo Hera è necessaria una

breve introduzione sulla specifica normativa del settore.

Da un punto di vista legislativo la situazione è complessa, poiché, da un lato, il Testo Unico Ambientale e le

successive disposizioni correttive e integrative (DLgs. 3 aprile 2006, n.152 “Norme in materia ambientale” e succ.

integrazioni e DLgs. 4/08 del 16/01/08 recante ulteriori disposizioni), hanno introdotto modifiche sostanziali alla

disciplina dei vari settori in attuazione di direttive comunitarie, ma, dall’altro, l’attesa della definizione dei decreti

attuativi, rende lo scenario attuale tuttora incerto e privo di un preciso quadro normativo di riferimento. Inoltre, il

quadro normativo regionale e locale è fondato ancora sulle basi del Decreto Ronchi e sue successive

modificazioni. A ciò si aggiunge che la Regione, con l’impiego dell’ Art. 1 comma 1108 (Legge Finanziaria 2007),

provvede, tramite la nomina di un commissario ad Acta, a garantire il governo della gestione dei rifiuti, al fine di

realizzare i risparmi di spesa ed un più efficace impiego delle risorse finanziarie, pertanto, all’interno degli Ambiti

Territoriali Ottimali (istituiti dal Decreto Ronchi con il compito di assicurare una gestione unitaria dei rifiuti urbani)

dovrà essere assicurata una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime:

almeno il 50% entro il 31 dicembre 2009

almeno il 60% entro il 31 dicembre 2011

Fonte: “Il Sole 24 ore” 4 febbraio 2008.

Il contributo più grande alla tutela

dell’ambiente può quindi offrirlo il

cittadino tramite l’utilizzo dei sistemi

di raccolta differenziata.

Il conferimento dei rifiuti nel corretto

contenitore di raccolta è la prima

azione che determina il viaggio dei

nostri scarti; consente, infatti, di

raggruppare i materiali

differenziandoli per tipologia; in tal

modo si può procedere nelle

successive azioni di recupero e

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La raccolta differenziata, dunque, non deve essere intesa come un puro esercizio filosofico di sostenibilità

ambientale, ma deve essere correttamente individuata anche all’interno di un obbligo normativo.

6 . 1 . 2 - S i st em i d i con f er imen to .

Il Gruppo Hera effettua sia la raccolta monomateriale (carta, vetro, plastica, organico, pile, ecc.) che

multimateriale (frazioni secche miste: es. vetro/lattine, plastica/lattine, ecc.). La raccolta differenziata viene svolta

tramite circuiti stradali (mediante contenitori di varia tipologia: campane, cassonetti, bidoni, ecc.) e attraverso

circuiti domiciliari.

I sistemi adottati da Hera si configurano con un mix di soluzioni la cui scelta è a discrezione dei singoli Comuni e

comprendono, sia i servizi di raccolta tradizionale (mediante i contenitori stradali), sia le modalità di raccolta

domiciliari con il sistema porta a porta. Si può quindi parlare di sistemi integrati di gestione e di raccolta rifiuti,

come sviluppo e superamento dei modelli tradizionali di raccolta riconducibili ai sistemi basati solo sui contenitori

stradali o ai sistemi unici quali il “porta a porta integrale”.

A complemento delle diverse tipologie di raccolte, concordate con i singoli Comuni, e realizzate sui diversi

territori, sono inoltre sempre attivi:

o il servizio di raccolta presso le stazioni ecologiche, che sono aree attrezzate, dotate di ampi piazzali e

specifici contenitori, aperte al pubblico per il conferimento diretto da parte dei cittadini di particolari tipologie di

rifiuti. Nel territorio gestito da Hera sono presenti 118 stazioni ecologiche.

o Il servizio di ritiro rifiuti ingombranti: per tipologie difficili da trasportare a cura del cittadino (mobili,

materassi, imballaggi, apparecchiature elettriche o elettroniche voluminose, ecc); si tratta di materiali che per

tipologia, dimensioni o peso non possono essere conferiti nei cassonetti stradali e non sempre possono

essere facilmente portati nelle stazioni ecologiche. Il ritiro avviene con appuntamento su chiamata al numero

verde.

Stazione Ecologica di Cesena. Foto archivio Hera.

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6. 1 . 3 - SGR 50.

Il sistema SGR 50, è il Sistema di Gestione Rifiuti con obiettivo 50% di raccolta differenziata, è un modello ideato

da Hera che garantisce risultati al di sopra della media nazionale, una buona qualità del servizio e il rispetto

dell’ambiente e delle risorse. E’ importante sottolineare che il sistema permette di raggiungere tale obiettivo senza

ridurre i servizi agli utenti ma, anzi, aumentandoli attraverso le seguenti azioni:

o potenziamento dei contenitori stradali per la raccolta differenziata sul territorio;

o ampliamento della gamma di servizi in particolare rivolti alle “utenze target” per specifiche filiere di rifiuti;

o realizzazione di nuove Stazioni Ecologiche e l’ampliamento degli orari di apertura al pubblico di quelle

esistenti.

Ulteriori informazioni nel sito web Clienti del Gruppo Hera, in Clienti/Casa/Ambiente, digitando un qualsiasi

comune (ad esempio per Bologna:

http://www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_lista_servizi/casa_servizio_ambiente/328.html)

6 . 2 L a sel ez i o n e.

Il viaggio dei rifiuti prosegue dopo la raccolta dei materiali differenziati. L’effettivo recupero di materia dai rifiuti

dipende in gran parte dalla scrupolosità del conferimento da parte del cittadino, infatti, la qualità della raccolta è

migliore quanto più i cittadini sono accurati nel conferire i materiali: in un caso ottimale tutti i materiali raccolti

possono essere destinati a effettivo recupero e andare quindi a produrre nuovi oggetti; analogamente, la scarsa

qualità della raccolta differenziata viene provocata da conferimenti poco attenti e non adatti al tipo di raccolta, in

questo caso, il carico raccolto è compromesso e deve necessariamente essere sottoposto a selezione prima di

poter essere avviato al recupero.

Gli impianti di selezione del Gruppo Hera trattano i rifiuti solidi urbani (RSU) derivanti dalla raccolta differenziata

della frazione multimateriale (frazioni secche: vetro/lattine, plastica/lattine, vetro/plastica/lattine, ecc.) e i rifiuti

speciali non pericolosi, cioè quelli provenienti da attività produttive artigianali ed industriali che per legge non

possono essere immessi nei normali circuiti di raccolta stradale.

Alcuni esempi di rifiuti ammessi negli impianti sono: imballaggi in carta e cartone, vetro, plastica, lattine, legno,

metalli ferrosi, materiali misti, ecc.

I rifiuti in entrata vengono controllati al fine di accertare la conformità dei materiali, successivamente vengono

selezionati per tipologia di materiale, eventualmente trattati (lavati e puliti) e quindi stoccati per essere poi avviati

al recupero.

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Particolare impianto di selezione Voltana di Lugo (RA). Alcuni materiali selezionati e imballati.

I differenti materiali vengono poi avviati ai diversi

Consorzi Nazionali, a seconda della filiera

(carta/cartone, plastica, vetro, ecc) – come chiariremo

meglio più avanti - per il recupero conclusivo del

materiale. Lo scarto della selezione, invece, cioè il

materiale sporco o accoppiato o inquinato o non

recuperabile, viene avviato alla fine del suo ciclo di

vita, ossia allo smaltimento finale quindi alla

termovalorizzazione o, al limite dei casi, alla discarica.

6 . 2 . 1 - G l i imp i an t i d e l l ’ i t i nHer a r i o in vi s ib i l e .

G l i imp i an t i d i se l e z i o n e d i Co r i ano (RN) e Modena

Questi impianti sono gestiti da AKRON S.p.a., Società del Gruppo Hera, che opera dal 1993 nel campo dei servizi

ambientali.

Nell’impianto di Coriano sono presenti 4 linee di trattamento dei rifiuti:

1. linea dedicata alla cernita del multimateriale

2. linea dedicata alla cernita degli imballaggi in vetro (dotata di deferrizzatore per metalli ferrosi)

3. linea dedicata alla cernita dei materiali plastici

4. linea pressa, che riduce il volume delle frazioni separate

La tipologia di selezione dei rifiuti in ingresso è sia manuale che meccanica per conferire al materiale le

caratteristiche qualitative di “materia prima secondaria”, cioè di prodotto commercializzabile sui successivi

impianti dei Consorzi Nazionali di recupero.

Materiali in fase di carico per l’avvio a recupero.

Fonte di queste e delle successive immagini: archivio Hera

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Carta e cartone selezioni e imballati. In primo piano tetrapak selezionato e imballato.

Nell’impianto di Modena, invece, sono presenti 2 linee di produzione:

1. linea dedicata alla selezione automatica del materiale

2. linea di riduzione volumetrica delle frazioni separate.

L'efficienza di recupero è stimata attorno al 60% del materiale trattato.

Impianto di selezione Tremonti di Imola. Vetro e lattine selezionati.

L ' imp i an to d i se l ez i o n e d i F e r r ar a

Gestito da ECOSFERA S.p.A., Società del Gruppo Hera, questo impianto è attivo dal 2000 e tratta varie tipologie

di rifiuti:

o rifiuti da imballaggio in carta, cartone, plastica, vetro, legno, materiali ferrosi;

o sfalci e potature;

o rifiuti misti derivanti da raccolta multimateriale svolta nel comune di Ferrara.

La tecnologia di selezione è analoga alle precedenti: i rifiuti in ingresso vengono sottoposti ad un controllo di

conformità e avviati, a seconda della tipologia, alla riduzione volumetrica (legno e rifiuti ingombranti) e/o alla

selezione meccanica con deferrizzazione.

I rifiuti misti derivanti dalla raccolta multimateriale sono inviati alla cernita manuale per essere selezionati in base

alle caratteristiche merceologiche.

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Infine, i prodotti della selezione, sottoposti a riduzione e presso-legatura sono trasportati alle rispettive filiere di

recupero finale (cartiere, pennellifici, impianti di compostaggio, ecc.)

La potenzialità massima di trattamento dell’impianto è di 50.000 t/anno di materiale in entrata. I rifiuti trattati sono

in media 43.000 t/anno.

Carta selezionata, pressata e imballata. Plastica selezionata. Plastica pressata e imballata.

6. 3 - I l compost agg io .

Come sappiamo la raccolta differenziata dei rifiuti è l’unico metodo che fino ad oggi il progresso scientifico ha

individuato per riuscire a gestire in sostenibilità i tanti rifiuti che ogni giorno produciamo.

Anche gli scarti organici provenienti dalla cucina e dal giardinaggio possono diventare preziose risorse. Infatti

sono scarti biologici ad alto tenore di umidità, perciò anche noti come "frazione umida" dei rifiuti solidi urbani

(RSU), per distinguerla da quella “secca” (vetro, carta, plastica, metalli, ecc.).

“Tutti gli scarti di provenienza alimentare, vegetale,

animale ad alta umidità costituiscono il 30 – 35%

della composizione totale dei rifiuti solidi urbani”

Agenzia Regionale Protezione Ambiente - Emilia Romagna.

Il recupero della frazione umida può notevolmente influire sulla diminuzione dei RSU. Ad esempio si possono

raccogliere in modo differenziato: scarti di cucina, scarti di frutta e verdura, alimenti deteriorati, fondi di caffè, filtri

di tè, gusci d’uovo, piatti e bicchieri in bio-plastica (biodegradabili), bucce di frutta, noccioli, piante recise e

potature, pane, ceneri spente di caminetti, piccoli ossi e gusci di molluschi.

Il compostaggio sfrutta il naturale processo di decomposizione della sostanza organica. E'un processo biologico

che, trasforma la materia organica in un terriccio, il compost, dotato di alto potere fertilizzante, impiegato in

agricoltura come ammendante, fertilizzante o substrato colturale.

Il processo avviene in condizioni controllate di umidità e temperatura, per opera dei microrganismi presenti in

natura (batteri, funghi, lombrichi, acari, ecc) e comporta la produzione di calore e la formazione di anidride

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carbonica e acqua. Si evolve attraverso due fasi: la bio-ossidazione, che degrada le componenti organiche, e la

maturazione, che stabilizza il prodotto e lo arricchisce di sostanze umiche (humus).

L’utilizzo del compost è consigliabile poiché ad esso viene riconosciuta una notevole capacità agronomica. Le

principali caratteristiche dei substrati comunemente presenti nel mercato, sono: consentire un buon ancoraggio

delle radici delle piante, trasferire alla pianta capacità di ritenzione idrica e drenaggio, veicolare gli elementi

nutritivi che vengono somministrati, preservare condizioni fisico-chimiche stabili nel tempo, garantire struttura e

aerazione.

6 . 3 . 1 - G l i imp i an t i d e l l ’ i t i nHer a r i o in vi s ib i l e .

L’ imp ian t o d i compost agg i o d i Vo l tan a d i Lugo (RA )

Gestito da RECUPERA S.r.l., Società del Gruppo

Hera, l’impianto fa parte di un "centro integrato di

trattamento rifiuti", comprendente anche un

impianto di selezione della frazione secca dei rifiuti

(gestito da Akron, altra Società di Hera) e una

discarica per rifiuti urbani e speciali non pericolosi

(anch’essa gestita da Hera).

L'impianto di compostaggio riceve e lavora le

seguenti tipologie di rifiuti organici:

o organico da raccolta differenziata;

o organico da selezione meccanica dei rifiuti

urbani;

o potature del verde, sfalci e rami (residui

lignocellulosici).

La capacità di trattamento dell’impianto è di 60.000 t/anno di materiale in entrata.

Tecnologia aerobica

Dopo la ricezione dei materiali e il relativo stoccaggio (immagazzinamento), segue la miscelazione delle matrici

organiche umide con quelle lignocellulosiche allo scopo di favorire la circolazione dell’aria all'interno della massa

in trattamento: il processo avviene infatti grazie alla presenza di ossigeno (aerobiosi).

Nella successiva fase della biossidazione il materiale viene disposto in cumuli dotati di canalizzazioni interrate per

assicurare la ventilazione forzata della biomassa. Per migliorare il processo di ventilazione (stabilizzazione

aerobica) i cumuli sono periodicamente rivoltati con mezzi meccanici.

Questa fase è caratterizzata dall'attività biossidativa dei microrganismi (batteri, funghi, attinomiceti) che degrada i

composti solubili (grassi, zuccheri, proteine, lignina) producendo anidride carbonica, acqua e calore. Il calore di

reazione, accumulato all’interno dei cumuli, raggiunge e supera la temperatura di 40°C, creando il regime

termofilo ottimale per favorire la suddetta azione degradante. La temperatura cresce con l’aumentare dell’attività

microbica: a 55°C avviene la completa igienizzazione del materiale poiché scompaiono i microrganismi patogeni

per l'uomo e le piante. Ma mano che si degradano i composti ossidabili, si verifica la diminuzione dell’attività

Panoramica impianti di Voltana di Lugo (RA).

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microbica e il calo della temperatura, producendo una frazione organica "humificata", ovvero il compost.

Successivamente il prodotto viene sottoposto alle fasi di maturazione e stabilizzazione, poi viene vagliato per

trattenere possibili impurezze e materiali grossolani, ed infine, viene preparato per il reimpiego nei settori agricolo

e floro-vivaistico.

L'impianto di Voltana è dotato di due differenti linee di trattamento: una per la produzione di Ammendante

Compostato Misto (compost di qualità: All.II, D.Lgs n.217/06) e l'altra per la produzione di biostabilizzato (compost

fuori specifica: DGR 1996/2006).

Nella prima linea, dedicata al compost di qualità, la fase di biossidazione dura 25-28 giorni, mentre la

maturazione/stabilizzazione dura circa 90 giorni; infine si ha la raffinazione finale e lo stoccaggio del compost

prodotto.

Fasi di maturazione del compost (Voltana, Lugo-RA).

Nella seconda linea dedicata alla produzione di Biostabilizzato (Compost Fuori Specifica) la biossidazione

riguarda le matrici organiche ottenute dalla selezione meccanica ed è accelerata (per un massimo di 21 giorni).

Entrambe le linee sono dotate di biofiltri per il trattamento appropriato dell’aria aspirata dalle sezioni di

biossidazione e stoccaggio.

Tutte le acque prodotte nelle varie fasi sono convogliate ad una rete di raccolta e vengono inviate a trattamento

appropriato.

Fasi di lavorazione del compost (Voltana, Lugo-RA).

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L’ imp ian t o d i compost agg i o Ca ' Ba l d acci d i R im in i

Anche questo centro di compostaggio è gestito per il Gruppo Hera da RECUPERA.

Sorge su una discarica esaurita nel 1989, sulla quale, completati gli interventi per il recupero ambientale del sito,

si è edificata la struttura attuale.

Come l’impianto di Voltana, è destinato al trattamento biologico di rifiuti non pericolosi mediante compostaggio

aerobico per ottenere compost di qualità (ammendante compostato misto) e biostabilizzato (compost fuori

specifica).

L'impianto tratta le seguenti tipologie di rifiuti organici:

o Rifiuti organici a bassa putrescibilità (scarti verdi e lignocellulosici, segatura, trucioli, frammenti di legno,

sughero);

o Rifiuti organici ad alta putrescibilità (frazione organica umida da raccolta differenziata di RSU, rifiuti vegetali

da attività agroindustriali);

o Frazione organica derivante da selezione meccanica di RSU (FORSU).

Potenzialità di Trattamento di 57.000 ton di rifiuti organici ripartite come segue:

o 22.800 ton di rifiuti organici da selezione meccanica (FORSU) e rifiuti lignocellulosici provenienti dalle

potature urbane;

o 34.200 ton di rifiuti originati dal trattamento meccanico di altri rifiuti.

La tecnologia utilizzata è la medesima dell’impianto di Voltana di Lugo (RA).

Fasi di lavorazione del compost.

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6. 3 . 2 - C er t i f i caz i o n i d i Qua l i t à .

Agli impianti di compostaggio del Gruppo Hera, gestiti da RECUPERA, è stata riconosciuta la certificazione di

qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001 2000 per la produzione di ammendante compostato misto e secondo

la norma UNI EN ISO 14001 2004 relativamente al sistema di gestione ambientale adottato. Hanno inoltre

ottenuto il marchio Compost di Qualità del C.I.C. -Consorzio Italiano Compostatori.

UNI EN ISO 14001 UNI EN ISO 9001 Marchio compost di qualità Marchio volontario

La norma UNI EN ISO 9001:2000 è la norma tecnica internazionale riguardante la certificazione dei sistemi di

gestione della qualità (nota anche come "Vision 2000"), mentre la norma UNI EN ISO 14001:2004 è la norma

tecnica internazionale riguardante la certificazione dei sistemi di gestione ambientale. La norma internazionale Iso

14001 rappresenta uno strumento di adesione volontaria che non richiede obbligatoriamente una comunicazione

nei confronti dei cittadini. La norma Iso è di natura privata ed è orientata al miglioramento gestionale della

variabile ambientale all’interno dell’impresa o di qualsiasi altra organizzazione.

Esiste poi anche la Dichiarazione Ambientale, che è il documento attraverso il quale Hera S.p.a. – Divisione

Ambiente informa il lettore sugli sviluppi delle performances che il sistema di gestione ambientale dell’azienda ha

avuto negli ultimi anni. I dati in essa contenuti si riferiscono all’ultimo triennio.

6. 4 - Conso r z i p er i l r i c i c l agg i o e i l recupero d e i mat er i a l i .

E’ noto che il problema di una corretta gestione dei rifiuti da imballaggio è una esigenza comune a tutti gli stati

membri dell'Unione Europea. Storicamente la grande crescita e diffusione, nei paesi più industrializzati, di

involucri, contenitori, materiali per l’imballo delle merci, ha indotto il legislatore comunitario all’emanazione di

importanti Direttive: n. 94/62/CE, n.75/439/CE, n.76/403, n.78/319, norme che hanno previsto un certo

inquadramento normativo e hanno indicato la strada per favorire il recupero dei rifiuti e l'utilizzazione dei materiali

di recupero, al fine di preservare le risorse naturali e migliorare la qualità della vita e dell’ambiente.

Gli indirizzi europei sono stati recepiti nel nostro paese con diversi provvedimenti, come il DPR 915/82 o la Legge

475/88, quest’ultima, in particolare, è istitutiva del Consorzio obbligatorio per la raccolta delle batterie al piombo e

dei rifiuti piombosi (COBAT), e obbliga i Comuni alla raccolta e al riciclo di quanto recuperato dei seguenti

materiali: vetro, carta, metalli, plastiche, poliaccoppiati, batterie ed oli esausti. Successivamente altre esperienze

maturate in diversi paesi europei (es. Germania) hanno portato alla luce che il solo riciclo delle materie seconde,

cioè i materiali recuperati con le raccolte differenziate, non può risolvere il problema dell’intero ciclo dei rifiuti, anzi

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si è visto che purtroppo si vengono ad innescare altri problemi sul valore economico di tali risorse e l'apertura di

mercati su cui reintrodurle.

Oggi è chiaro che per trattare globalmente la questione "rifiuti", occorre applicare una politica adeguata di

gestione delle merci. L’attuale società dei consumi “usa e getta” vede la prevalenza di prodotti a vita breve che

genera ogni giorno un enorme quantitativo di rifiuti (abbiamo visto che in Italia siamo a 32,5 milioni di tonnellate

di RSU nel 2007 e 134 milioni di tonnellate di RS nel 2006, Rapporto rifiuti 2008, ISPRA). E’importante, quindi,

allungare la vita delle merci, tentando di spostare i processi produttivi verso sistemi più sostenibili, ad esempio

dando vita a oggetti resistenti, riparabili e riutilizzabili; in tal modo, anche la catena produttiva contribuirebbe ad

efficientare l’intero sistema ambiente, a ridurre l’inquinamento industriale e i rifiuti, a contenere i consumi

energetici, l'utilizzo di acqua e di materie prime non rinnovabili. Il passaggio culturale che ci viene chiesto è

dunque quello da un modello usa e getta ad un modello “Usa e Riusa”, dove tutti i cittadini, al di là dei rispettivi

ruoli sociali, sono chiamati a svolgere un ruolo importante.

Il Decreto Ronchi del 1997 ha previsto un’intera sezione dedicata alla Gestione degli imballaggi, definendo

imballaggio “il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere e a proteggere determinate

merci, dalle materie prime ai prodotti finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal produttore al

consumatore o all’utilizzatore, e ad assicurare la loro presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso

scopo.”(Titolo II art. 35 D.lgs 22/97). Lo stesso Decreto stabilisce la nascita del CONAI (Consorzio Nazionale

Imballaggi) e dei “Consorzi per il recupero e il riciclaggio dei rifiuti da imballaggio conferiti al servizio pubblico” in

particolare prevede un Consorzio per ciascuna tipologia di materiale da imballaggio. Vediamo quali sono i

maggiori Consorzi italiani e di cosa si occupano:

Conai: Consorzio Nazionale Imballaggi.

Il CONAI, consorzio senza fini di lucro, costituito da produttori e utilizzatori di imballaggi, svolge una funzione di

raccordo fra tutti i Consorzi appartenenti ad esso. Fra le sue funzioni: la concreta operatività del sistema di

raccolta, trasporto e recupero degli imballaggi, la definizione delle condizioni di ritiro dei rifiuti provenienti da

raccolta differenziata, l’elaborazione e la promozione e l’attuazione di specifici accordi di programma con le

Regioni e gli Enti Locali per favorire il riciclaggio e il recupero dei rifiuti da imballaggio. Dal 1998, anno di

partenza del sistema consortile, il recupero dei rifiuti di imballaggio è passato da 3,6 milioni di tonnellate a oltre 8

milioni di tonnellate con corrispondente riduzione di utilizzo della discarica. In termini di riciclo si è passati da poco

più di 3.000.000 di tonnellate a 7.000.000 di tonnellate di materiali di imballaggio avviati a riciclo e destinati alle

produzioni di nuovi beni e manufatti.

Nel 2007 la crescita del riciclo ha avuto un ulteriore incremento, con contributi da parte di tutte le filiere,

raggiungendo gli obiettivi di riciclo previsti dalla normativa nazionale ed europea per il 2008 relativa ai sei

materiali di imballaggio. Particolarmente positivi rispetto all'anno precedente sono i risultati delle attività di riciclo

di alluminio (+10%), carta, (+9,8%) e plastica (+7%). (Fonte dati: www.conai.org)

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Comieco: Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica.

Riciclando la carta possiamo ridurre la domanda di cellulosa vergine e salvare gli alberi.

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Comieco gestisce volontariamente, d'intesa con Conai, il sistema della raccolta e dell'avvio a recupero di carta e

cartone provenienti dalle raccolte dei singoli comuni. Nel 2007 in Italia sono stati consumati 9.000 ton di prodotti

cellulosici di cui il 64 % è avviato al riciclo. Nel 2008 Comieco e Tetra

Pak hanno monitorato il riciclo e il recupero dei cartoni per bevande

calcolando che il loro recupero è pari a 16.000 tonnellate circa il 17,1%

del totale immesso al consumo nell'anno. Queste equivalgono a più di

800 milioni di confezioni avviate al riciclo attraverso i diversi sistemi di

raccolta differenziata. (Fonte dati: www.comieco.it)

L’Accordo fra Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Conai

2004-2008 (rif. Allegato Tecnico Imballaggi Cellulosici) prevede la

possibilità di recuperare i contenitori di tetrapak poiché, essendo

composti dal 75% di carta, possono rientrare nella categoria degli

imballaggi a base cellulosica, dunque possono essere conferiti nella

raccolta della carta.

Nell’aprile del 2008, il Gruppo Hera e Tetra Pak lanciano insieme

un’apposita Campagna di comunicazione per sensibilizzare i cittadini su

questa nuova importante possibilità di recupero.

Co.re.pla: Consorzio Nazionale per il Recupero dei Rifiuti di Imballaggi in Plastica.

Il 90% dei contenitori di prodotti liquidi per la pulizia della casa e per l’igiene personale è di plastica, che diventa circa 5

milioni di tonnellate annue di rifiuto. Cerchiamo di ridurre il suo utilizzo..

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Corepla è il consorzio italiano che si occupa degli imballaggi in plastica, anche di origine industriale.

Nel 2007 ha recuperato un totale complessivo di 1.352.000 tonnellate di imballaggi in plastica pari al 58.7% di cui

635.000 ton. sono state inviate al riciclo, e 687.000 ton. sono state avviate al recupero di energia. (Fonte dati:

www.corepla.it)

Co.re.pla: “…Occorrono 15 bottiglie di plastica per fare una felpa in pile, 67 bottiglie dell'acqua per fare

l'imbottitura di un piumino matrimoniale, 200 flaconi di prodotti alimentari per fare una pattumiera …”

Campagna di comunicazione Hera / Tetra Pak (Aprile 2008)

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Coreve: Consorzio Recupero Vetro

Il Vetro è importante differenziarlo ed è ancora più importante riutilizzarlo:

il risparmio energetico è 5 volte superiore.

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Coreve: “…Il vetro si può riciclare più volte. Il riciclo riduce il consumo delle materie prime necessarie: da 100 Kg

di rottame di vetro si ricavano 100 Kg di prodotto nuovo, mentre da 120 Kg di materia prima vergine si ricavano

100 Kg di prodotto nuovo…”

Rilegno: Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Recupero e il Riciclaggio degli Imballaggi di Legno.

Con il riciclo di 30 pallet si ottiene un armadio.

Con il legno riciclato ogni anno si producono oltre 4.600.000 metri cubi di pannello truciolare

Rilegno.

Consorzio Nazionale per la raccolta, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi di legno in Italia, di cui fanno parte

le imprese produttrici di imballaggi di legno, i fornitori di materia prima per la produzione degli imballaggi, gli

importatori di materiale o di imballaggi legnosi.

Nel 2008 ha riciclato oltre 1.680.000 tonnellate di rifiuti di legno, riciclando sia imballaggi di legno (che nel 2008

erano 919.622) sia rifiuti legnosi di altra natura, provenienti dal circuito industriale e urbano. (Fonte dati:

www.rilegno.it)

CNA: Consorzio Nazionale per il Riciclo degli imballaggi in Acciaio.

Con 19.000 barattoli in acciaio si può produrre un’automobile

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Il Consorzio Nazionale Acciaio, al quale aderiscono sia i produttori della materia prima che dei contenitori in

acciaio, ha il compito di garantire il ritiro ed assicurare il riciclo degli imballaggi in acciaio provenienti sia dalla

raccolta differenziata dei rifiuti urbani che dalle industrie. Nel 2007 il CNA ha inviato a riciclo circa il 69% degli

imballaggi di acciaio immessi al consumo sul mercato italiano.

Esempio di ciò che si può ottenere dal riciclo dell’acciaio:

o con 100/200 tappi corona circa � una chiave inglese

o con 300/350 fusti circa � la scocca di una Fiat 500

o con 900/ 1000 bombolette circa � una panchina

o con 1000/1500 scatolette di tonno circa � il telaio di una bicicletta

(Fonte dati: www.consorzio-acciaio.org)

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CiAl: Consorzio Imballaggi Alluminio.

Il riciclo dell’alluminio impiega 20 volte meno energia della produzione ex-novo.

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Nato nel 1997, il CiAl, riunisce tutta la filiera industriale degli imballaggi in alluminio destinati al consumo sul

territorio nazionale (produttori di materia prima, fabbricanti ed utilizzatori di imballaggi) oltre ad avere il compito di

ricevere le frazioni di alluminio provenienti dalle raccolte differenziate ed avviarne a riciclo il materiale .

In questi ultimi anni la raccolta degli imballaggi in alluminio ha avuto un incremento significativo sul fronte della

raccolta differenziata dei rifiuti urbani grazie all’azione combinata sul territorio di CiAl, dei Gestori del servizio

pubblico di raccolta, dei Comuni e naturalmente dei cittadini.

Oggi in Italia oltre il 48% dell’alluminio circolante proviene dal riciclo. Si tratta di risultati molto importanti che

hanno permesso, non solo di dare nuova vita ad un materiale prezioso e sempre pronto per nuove e innumerevoli

applicazioni, ma anche di garantire benefici ambientali ed economici per la collettività.

CiAl: “…Riciclando una lattina di alluminio è come se facessimo funzionare un televisore da 14 pollici per tre ore

senza sprecare energia…”

Alcuni esempi di ciò che si può ottenere dal riciclo dell’alluminio:

o 37 lattine � 1 caffettiera

o 800 lattine � 1 bicicletta

(Fonte dati: www.cial.it)

CIC: Consorzio Italiano Compostatori.

L’organico rappresenta la maggioranza dei rifiuti e

per sfruttarlo in modo ottimale deve essere raccolto separatamente.

Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero dell’Ambiente, 2007.

Il C.I.C. è il Consorzio dei compostatori, coloro che separano, lavorano, recuperano e valorizzano le biomasse e

le frazioni organiche producendo compost a livello industriale.

C.I.C.: “…Nel 2008 i compostatori italiani hanno trattato 3.600.000 ton di rifiuto organico. Se questo quantitativo

fosse stato conferito in discarica e non trattato avrebbe emesso 7.200.000 ton. di CO2 in atmosfera…”

(Fonte dati: www.compost.it)

Cobat, Consorzio Obbligatorio Batterie Esauste.

Nato nel 1990 e ha lo scopo di assicurare la raccolta e organizzarne lo stoccaggio di batterie al piombo esauste.

Cede i prodotti alle imprese che ne effettuano il recupero tramite riciclaggio. In 20 anni il Cobat ha raccolto quasi

3.000.000 di tonn di batterie esauste pari a 230.000.000 di batterie inviate al riciclo. Ciò ha permesso di

soddisfazione il 40 % del fabbisogno nazionale di piombo e la sua re-immissione nel circuito industriale ha

permesso un risparmio annuale di 200.000 di euro rispetto alla necessità di importare il piombo dall’estero.

(Fonte dati: www.cobat.it)

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COOU: Consorzio Obbligatorio Oli Usati.

4 kg di olio usato, se versati in acqua, inquinano una superficie pari a un campo da calcio.

Dalla rigenerazione degli oli si producono basi lubrificanti, gasoli e bitume. Da 1,5 kg di olio usato si produce 1 kg di olio

base. Questo processo permette di diminuire le importazioni di idrocarburi.

C.O.O.U.

Il C.O.O.U. garantisce la raccolta e il corretto recupero degli oli lubrificanti esausti e informa i cittadini sui rischi

derivanti dalla loro dispersione nell’ambiente. Ad esso aderiscono imprese che, anche in veste di importatori,

immettono al consumo lubrificanti di base e finiti. Nel 2008 sono state raccolte circa 212.494 ton di oli usati che

rappresentano il 93% del potenziale raccoglibile. Questo risultato ha consentito, attraverso la rigenerazione, di

produrre 117.000 ton di basi lubrificanti e 35.000 ton di altri prodotti petroliferi come gasoli e bitume.

In 25 anni di attività, il Consorzio ha recuperato complessivamente oltre 4 milioni di tonnellate di olio usato, con

un risparmio di oltre 1 miliardo di euro sulla bolletta energetica italiana. (Fonte dati: www.coou.it)

6. 5 - Dove v anno a f i n i r e i r i f i u t i ch e non d est i n i amo a rac co l t a d i f f er en z i a t a?

Abbiamo fin qui visto che le Direttive Europee in tema di rifiuti sono molto precise e indicano ai Paesi membri la

via da seguire: ridurre la produzione dei rifiuti, riusare i materiali, incentivare il recupero di materia, estendere il

recupero di energia e, come ultima ratio, solo alla fine della filiera, lo smaltimento in discarica. Ricordiamo che in

diversi stati Europei, è già stato raggiunto l'obiettivo “discarica zero”, affiancando al riuso ed al recupero di

materia, il recupero di energia, ottenuto termovalorizzando dal 30 al 50% dei rifiuti urbani e producendo, in tal

modo, energia utile per altri usi.

Purtroppo in Italia quasi il 50% dei rifiuti urbani viene conferito in discarica, alcune Regioni superano il 90%, la

media della Regione Emilia Romagna è al 27% (dati al 31.12.07 Report08, Arpa/E.R.).

Per quanto riguarda i rifiuti urbani avviati alla termovalorizzazione, la percentuale italiana del 2007 è attorno al

10%, mentre la media della Regione Emilia Romagna è al 28% (Report08, Arpa/E.R.). I numeri dell’Europa che

termovalorizza, invece, sono più alti: Danimarca, Svizzera e Svezia ricorrono alla termovalorizzazione con

percentuali rispettivamente del 53%, 49% e 46%; in Germania, Francia, Austria e Olanda la percentuale si attesta

tra il 30 e il 35%.

Alla luce di questi numeri è chiaro che l’Italia deve diminuire il ricorso alle discariche e aumentare la sua

percentuale di raccolta differenziata, e ciò potrà essere consentito quando tutta la catena produttiva dei beni di

consumo riuscirà a ridimensionare a sufficienza la quantità di imballi che accompagna le merci, quando al posto

dell’acqua in PET si berrà l’acqua dal rubinetto e quando le persone saranno in grado di separare tutti i rifiuti che

producono cosicché nessuno avrà più bisogno di usare il cassonetto dell’indifferenziato.

Fatta questa doverosa premessa, vediamo meglio in cosa consiste la frazione indifferenziata dei rifiuti urbani.

Stando alla statistica de “Il Sole 24ore” del 4 febbraio 2008, l’indifferenziato di tutti i nostri rifiuti dovrebbe

consistere in circa un 20% di materiale non recuperabile; in realtà, in un qualunque cassonetto grigio possiamo

osservare diverse tipologie di rifiuti: ad esempio materiale combustibile come carta sporca, plastica, stracci,

gomme, poliaccoppiati, residui di legno, ecc., oppure frazioni organiche, o, ancora, componenti inerti sfuggiti alla

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raccolta differenziata, ad esempio ceramica, cocci di vetro o metalli e, via dicendo, tutto ciò che non è stato

conferito in modo accurato.

Il rifiuto gettato nei cassonetti dell’indifferenziato non può essere avviato a recupero, dunque segue

sostanzialmente due vie: quella del termovalorizzatore quando possibile, o, in alternativa, quella della discarica

controllata.

6. 5 . 1 - I l t ermo val o r i zza to r e .

I termovalorizzatori sono impianti utilizzati per lo smaltimento dei rifiuti mediante un processo di combustione ad

alta temperatura (incenerimento) che origina come prodotti finali gas, polveri e ceneri.

Generalmente, nel linguaggio corrente, vengono chiamati termovalorizzatori gli impianti di ultima generazione

dotati di tecnologie per il recupero energetico e per il controllo della qualità dell’aria, mentre vengono chiamati

inceneritori quelli più vecchi, nati e costruiti su basi tecniche e normative del passato.

Negli impianti più moderni, il calore sviluppato durante la combustione dei rifiuti viene recuperato e utilizzato per

produrre vapore, poi utilizzato per la produzione di energia elettrica o come vettore di calore (ad esempio per il

teleriscaldamento).

E’importante chiarire che questi impianti, oltre all’indifferenziato degli R.S.U., raccolgono anche gli scarti degli

impianti di selezione, chiamati sovvalli. E’risaputo, infatti, che circa un 30% dei rifiuti avviati a selezione deve

essere scartato perchè non recuperabile (rif. accreditati studi di settore). D’altra parte, gli stessi impianti di

selezione, se adeguatamente predisposti, possono produrre il Combustibile Da Rifiuto (C.D.R.), differenziando gli

scarti aventi maggiore potere calorifico quali carte sporche, legni trattati e plastiche miste. Un Kg di rifiuti può

produrre fino a 10.000 kJ di energia, ovvero quella che serve per far funzionare per 46 ore una lampadina da 60

watt. (Fonte dato: Lupetti. Trash.edu. Manuale antispreco per trasformare i rifiuti in ricchezza. Federambiente).

6. 5 . 2 - L a d i scar i ca

La discarica per rifiuti non pericolosi è un sistema attraverso il quale vengono avviate allo smaltimento alcune

tipologie di rifiuti, come gli RSU (Rifiuti Solidi Urbani) e gli RSA ( Rifiuti Solidi Assimilabili agli urbani). Il sistema

consiste nello stoccaggio definitivo dei rifiuti in un sito opportunamente predisposto, all’interno del quale i rifiuti

vengono compattati e collocati su strati sovrapposti per un migliore sfruttamento delle superfici; alla fine di ogni

giornata vengono ricoperti con uno strato di terreno di adeguato spessore.

In funzione delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del sito, si hanno discariche:

o in avvallamento: realizzate per riempimento di vecchie cave dismesse o di "fosse" scavate appositamente nel terreno (a);

o in rilevato: che poggiano sul piano campagna e si sviluppano in altezza (b); o a ridosso di pendii: in riempimento di aree in dislivello adatte per la presenza di cave o avvallamenti naturali (c).

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Nella discarica avviene un processo di decomposizione (biodegradazione) e mineralizzazione della sostanza

organica svolto da microrganismi decompositori, in particolare batteri. Inizialmente la decomposizione viene

svolta da batteri aerobi, per via della presenza di ossigeno tra i rifiuti poi, una volta consumato tutto l’ossigeno,

intervengono i batteri anaerobi (non più in presenza di aria).

Durante la biodegradazione, avviene la produzione di biogas e di percolato (cioé acqua). Per eliminare o

comunque contenere l’intera massa dei rifiuti, vengono realizzate delle barriere sul fondo e sui lati della discarica,

che possono essere realizzate in materiale naturale (argilla) e/o artificiale (polietilene).

Le acque derivanti dalla biodegradazione dei rifiuti e dalle precipitazioni atmosferiche, vengono captate da

apposite strutture:

o sistema di drenaggio e di raccolta: i condotti di raccolta dei liquidi di discarica sono convogliati con un

apposito sistema verso un pozzo di raccolta. Dal qui il liquido viene dirottato tramite pompaggio in una vasca

di decantazione, e inviato per il trattamento a un impianto di depurazione, che può essere interno o esterno

all’impianto stesso.

o sistema di captazione del biogas: costituito principalmente da metano e anidride carbonica, il gas naturale

viene estratto dal corpo discarica tramite un sistema di tubazioni collocato negli interstrati dei rifiuti presenti al

suo interno. Il biogas così captato viene convogliato a idonei generatori per la produzione di energia elettrica.

Questa operazione contribuisce anche a evitare la diffusione di cattivi odori nell’aria.

Schema generale del ciclo produttivo della discarica per rifiuti non pericolosi.

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Riferimenti bibliografici

� AA.VV, La Gestione dei rifiuti urbani nel Gruppo Hera. Contesto, numeri, impegno, posizionamento,

strategie, progetti operativi, Hera spa, S. Amaducci, K. Laffi, marzo 2008 - disponibile sul sito

www.gruppohera.it (link diretto: http://www.gruppohera.it/binary/hr_ambiente/banner/Libro_Ambiente.1207063057.pdf)

� AA.VV, Arpa rivista, Speciale Rifiuti, Marzo-Aprile 2007

� Direttiva 2008/99/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 sulla tutela penale

dell’ambiente.

� Direttiva 2008/98/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che

abroga alcune direttive.

� M. Frey, Il management ambientale. Evoluzione organizzativa e gestionale del rapporto impresa ambiente,

Franco Angeli, 1995.

� M. Frey, Il bilancio socio-ambientale e di sostenibilità, in (a cura di) L. Hinna, Il bilancio Sociale cap.5, par.

5.1. Il Sole 24 Ore, 2002.

� Regolamento CEE 1836/1993 EMAS del 29/06/1993 recante Regolamento del Consiglio sull’adesione

volontaria delle imprese del settore industriale a un sistema comunitario di ecogestione ed audit.

Riferimenti Web � www.gruppohera.it

� http://www.gruppohera.it/gruppo/attivita_servizi/business_ambiente/

� www.apat.gov.it

� www.arpa.emr.it

� www.ermesambiente.it

� www.osservatorionazionalerifiuti.it

� www.conai.org

� www.comieco.it

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� www.coou.it

� www.cial.it