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IL CASTello PARROCCHIA DI CARPENEDOLO IL CASTello novembre 2011 tezza che con la morte sono chiamato a passare da questa vita terrena, pur bella e importante, a quella Vita Eterna, che sarà di tale pienezza che neanche so im- maginare? Per quella Vita Eterna, riesco a fare le scelte più grandi: l'impostazione della mia vita, il senso del lavoro e della famiglia, la povertà di spirito "non accumulate tesori sulla terra, ma per il cielo"? "Che cosa serve al- l'uomo guadagnare anche il mondo intero se poi perde la sua anima"? "Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non possono uccidere l'anima". Per rendere viva e solida la nostra fede nella Vita Eterna possiamo ripensare ai tanti passi del vangelo e di tutta la Parola di Dio, come quando Gesù sulla croce dice al ladrone pentito: "Oggi sarai con me in paradiso". "Come Cristo è morto e risorto, così sarà di quanti sono di Cristo". (Segue a pagina 2) La solennità dei Santi e la Commemorazione dei de- funti e un recente grave lutto in famiglia mi offre la ne- cessità di riesaminare, con le ragioni della fede, il futuro nostro e dei nostri cari dopo la morte. Attingo alle note di un convegno, cui ho partecipato, “accompagnamen- to ai malati terminali e le ragioni della speranza di una vita oltre la vita” e che costituiscono tuttora motivo di conforto e stimolo a scelte decisive nell’oggi. Quando una persona ha il coraggio di accettare la morte preannunciata, il martirio e la morte per un idea- le grande, per la sua fedeltà al Signore, per non perde- re la sua anima, ma per salvarla per la vita che durerà sempre per l'eternità, vuol dire che ha la forza di crede- re davvero nel Signore, di credere davvero nella vita eterna; vuol dire che è consapevole che la vita terrena è solo una parte, una piccola parte, che è una prepara- zione alla vita piena e definitiva che il Signore ha prepa- rato per l'eternità. Così è stato per quei sette fratelli di cui ci parla il libro dei Maccabei, così è stato per i tanti martiri della fede, lungo la storia; così è dei martiri e dei testimoni di oggi. Occorrerebbe essere pronti al martirio, a una morte lenta e inesorabile o ad una morte improvvisa e sapere che è una possibilità che ci potrebbe capitare. Se io sarò chiamato a una testimonianza forte, a un dolore insopportabile, ad una persecuzione, a subire sofferenze per la mia fede, addirittura la minaccia della morte, cosa farò, cosa penserò, da che parte starò; ce- derò per una salvezza terrena oppure sarò disposto a tutto per il "Tutto della mia esistenza"? Certo sono le ipotesi più gravi, che ci fanno estremamente paura, e sappiamo che solo il Signore ci può dare la forza di te- stimonianze così grandi; noi non possiamo presumere di noi stessi, sappiamo che da soli non siamo certo ca- paci di affrontare la sofferenza, la morte, tanto più la persecuzione e il martirio. Ma a Dio tutto è possibile. E all'uomo può essere data la forza di Dio; scrive S. Pao- lo:"Tutto posso in Colui che mi dà forza". Ora il problema è la fede. "Credo in un solo Dio". Cre- do davvero al Signore? Lui è il Creatore e colui che so- stiene e dà vita a tutte le cose. Lui è il Padre: mi ha volu- to e mi ama, come figlio carissimo. Lui mi ha donato il Figlio Suo Gesù Cristo che con la sua vita, morte e re- surrezione mi ha salvato e tutti abbiamo salvezza e senso pieno della vita in Lui. Lui ci ha donato e ci dona continuamente il suo Spirito, che è amore, pace, gioia, forza, potenza per la mia debolezza. "Credo la risurrezione della carne e la vita eterna". Credo davvero alla Vita eterna? Porto nel cuore la cer- Crediamo alla vita eterna?

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IL CASTelloPARROCCHIA DI CARPENEDOLO

IL CASTellonovembre 2011

tezza che con la morte sono chiamato a passare daquesta vita terrena, pur bella e importante, a quella VitaEterna, che sarà di tale pienezza che neanche so im-maginare?

Per quella Vita Eterna, riesco a fare le scelte piùgrandi: l'impostazione della mia vita, il senso del lavoroe della famiglia, la povertà di spirito "non accumulatetesori sulla terra, ma per il cielo"? "Che cosa serve al-l'uomo guadagnare anche il mondo intero se poi perdela sua anima"?

"Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo,ma non possono uccidere l'anima".

Per rendere viva e solida la nostra fede nella VitaEterna possiamo ripensare ai tanti passi del vangelo edi tutta la Parola di Dio, come quando Gesù sulla crocedice al ladrone pentito: "Oggi sarai con me in paradiso"."Come Cristo è morto e risorto, così sarà di quanti sonodi Cristo".

(Segue a pagina 2)

La solennità dei Santi e la Commemorazione dei de-funti e un recente grave lutto in famiglia mi offre la ne-cessità di riesaminare, con le ragioni della fede, il futuronostro e dei nostri cari dopo la morte. Attingo alle notedi un convegno, cui ho partecipato, “accompagnamen-to ai malati terminali e le ragioni della speranza di unavita oltre la vita” e che costituiscono tuttora motivo diconforto e stimolo a scelte decisive nell’oggi.

Quando una persona ha il coraggio di accettare lamorte preannunciata, il martirio e la morte per un idea-le grande, per la sua fedeltà al Signore, per non perde-re la sua anima, ma per salvarla per la vita che dureràsempre per l'eternità, vuol dire che ha la forza di crede-re davvero nel Signore, di credere davvero nella vitaeterna; vuol dire che è consapevole che la vita terrenaè solo una parte, una piccola parte, che è una prepara-zione alla vita piena e definitiva che il Signore ha prepa-rato per l'eternità.

Così è stato per quei sette fratelli di cui ci parla il librodei Maccabei, così è stato per i tanti martiri della fede,lungo la storia; così è dei martiri e dei testimoni di oggi.

Occorrerebbe essere pronti al martirio, a una mortelenta e inesorabile o ad una morte improvvisa e sapereche è una possibilità che ci potrebbe capitare.

Se io sarò chiamato a una testimonianza forte, a undolore insopportabile, ad una persecuzione, a subiresofferenze per la mia fede, addirittura la minaccia dellamorte, cosa farò, cosa penserò, da che parte starò; ce-derò per una salvezza terrena oppure sarò disposto atutto per il "Tutto della mia esistenza"? Certo sono leipotesi più gravi, che ci fanno estremamente paura, esappiamo che solo il Signore ci può dare la forza di te-stimonianze così grandi; noi non possiamo presumeredi noi stessi, sappiamo che da soli non siamo certo ca-paci di affrontare la sofferenza, la morte, tanto più lapersecuzione e il martirio. Ma a Dio tutto è possibile. Eall'uomo può essere data la forza di Dio; scrive S. Pao-lo: "Tutto posso in Colui che mi dà forza".

Ora il problema è la fede. "Credo in un solo Dio".Cre-do davvero al Signore? Lui è il Creatore e colui che so-stiene e dà vita a tutte le cose.Lui è il Padre:mi ha volu-to e mi ama, come figlio carissimo. Lui mi ha donato ilFiglio Suo Gesù Cristo che con la sua vita, morte e re-surrezione mi ha salvato e tutti abbiamo salvezza esenso pieno della vita in Lui. Lui ci ha donato e ci donacontinuamente il suo Spirito, che è amore, pace, gioia,forza, potenza per la mia debolezza.

"Credo la risurrezione della carne e la vita eterna".Credo davvero alla Vita eterna? Porto nel cuore la cer-

Crediamo alla vita eterna?

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:54 Pagina 1

Sono lieto di concludere questa intensa giornata, culmi-ne del Congresso Eucaristico Nazionale, incontrando voi,quasi a voler affidare l’eredità di questo evento di grazia allevostre giovani vite.Del resto, l’Eucaristia, dono di Cristo perla salvezza del mondo, indica e contiene l’orizzonte più ve-ro dell’esperienza che state vivendo: l’amore di Cristo qualepienezza dell’amore umano; grazie anche perle domande che mi avete rivolto e che io accol-go confidando nella presenza in mezzo a noidel Signore Gesù:Lui solo ha parole di vita eter-na, parole di vita per voi e per il vostro futuro!

Quelli che ponete sono interrogativi che, nel-l’attuale contesto sociale, assumono un pesoancora maggiore. Vorrei offrirvi solo qualcheorientamento per una risposta. Per certi aspet-ti, il nostro è un tempo non facile, soprattuttoper voi giovani. La tavola è imbandita di tante cose preliba-te, ma, come nell’episodio evangelico delle nozze di Cana,sembra che sia venuto a mancare il vino della festa. So-prattutto la difficoltà di trovare un lavoro stabile stende unvelo di incertezza sull’avvenire. Questa condizione contri-buisce a rimandare l’assunzione di decisioni definitive, eincide in modo negativo sulla crescita della società, chenon riesce a valorizzare appieno la ricchezza di energie, dicompetenze e di creatività della vostra generazione.

Manca il vino della festa anche a una cultura che tende aprescindere da chiari criteri morali: nel disorientamento,ciascuno è spinto a muoversi in maniera individuale e au-tonoma, spesso nel solo perimetro del presente. La fram-mentazione del tessuto comunitario si riflette in un relativi-smo che intacca i valori essenziali; la consonanza di sen-sazioni, di stati d’animo e di emozioni sembra più impor-tante della condivisione di un progetto di vita. Anche le

scelte di fondo allora diventano fragili, esposte ad una pe-renne revocabilità, che spesso viene ritenuta espressionedi libertà, mentre ne segnala piuttosto la carenza. Appar-tiene a una cultura priva del vino della festa anche l’appa-rente esaltazione del corpo, che in realtà banalizza la ses-sualità e tende a farla vivere al di fuori di un contesto di co-

munione di vita e d’amore.Cari giovani, non abbiate paura di affrontare

queste sfide! Non perdete mai la speranza.Ab-biate coraggio, anche nelle difficoltà, rimanen-do saldi nella fede.Siate certi che, in ogni circo-stanza, siete amati e custoditi dall’amore diDio, che è la nostra forza. Per questo è impor-tante che l’incontro con Lui, soprattutto nellapreghiera personale e comunitaria, sia costan-te, fedele, proprio come è il cammino del vostro

amore: amare Dio e sentire che Lui mi ama. Nulla ci puòseparare dall’amore di Dio! Siate certi, poi, che anche laChiesa vi è vicina, vi sostiene, non cessa di guardare a voicon grande fiducia. Essa sa che avete sete di valori, quelliveri, su cui vale la pena di costruire la vostra casa! Il valoredella fede, della persona, della famiglia, delle relazioniumane, della giustizia. Non scoraggiatevi davanti alle ca-renze che sembrano spegnere la gioia sulla mensa dellavita. Alle nozze di Cana, quando venne a mancare il vino,Maria invitò i servi a rivolgersi a Gesù e diede loro un’indi-cazione precisa: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" (Gv 2,5).Fate tesoro di queste parole, le ultime di Maria riportate neiVangeli, quasi un suo testamento spirituale, e avrete sem-pre la gioia della festa: Gesù è il vino della festa!

Come fidanzati vi trovate a vivere una stagione unica,che apre alla meraviglia dell’incontro e fa scoprire la bel-lezza di esistere e di essere preziosi per qualcuno, di po-

Comprendiamo allora la fermezza dei fratelli Macca-bei che dicono al persecutore: "Tu, o scellerato, ci elimi-ni dalla vita presente, ma il re del mondo, dopo che sa-remo morti per la fedeltà a lui, ci risusciterà ad una vitanuova ed eterna". E' bello morire a causa degli uominiper attendere da Dio l'adempimento delle speranze diessere da lui di nuovo risuscitati. Questo avviene per-ché, come dice il vangelo, "Dio non è il Dio dei morti,ma dei vivi; perché tutti vivono per lui".

Comprendiamo allora la fermezza della fede e il co-raggio di tanti santi, di tanti martiri, come ad es. Ignaziodi Antiochia, il quale va incontro al martirio a Roma e af-ferma con piena consapevolezza: "Quando sarò giuntolà (nella vita eterna), allora sarò pienamente uomo".

Oggi non siamo aiutati a "credere alla vita terna"; siva dietro all'immediato, al superficiale, si vuole evitare ilpensiero salutare della morte, quando addirittura nonla si banalizza. Si finisce poi tante volte per essere di-sperati di fronte alla morte delle persone care o allapropria morte; si finisce per essere anche causa dimorte senza farsene troppi problemi.

E pensare a queste cose non è per renderci tristi, maper camminare sulla strada della gioia vera; uno chenon ci pensa, non è più felice, è più sciocco (il vangelodice stolto). E chi crede di andare chissà dove impo-stando la vita solo in senso materiale, non va da nessu-na parte; si troverà con le mani vuote.

La dottrina cristiana ci insegna che il pensiero dellamorte ci aiuta a costruire bene la vita e che l'attesa e lapreparazione alla vita eterna, non solo non indeboliscema addirittura intensifica l'impegno umano e cristianonelle realtà terrene: basta pensare alle parabole dellavigilanza, dei talenti, del giudizio finale.

"Vieni servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco,ti darò autorità su molto; entra nella gioia del tuo Signo-re, perché ho avuto fame e mi hai dato da mangiare".

"Entra nella gioia del tuo Signore" è la grazia chechiediamo per i nostri defunti e anche per tutti noi,quando saremo chiamati ad essere sempre con il Si-gnore. E allora capiremo che le "sofferenze della vitapresente non sono paragonabili alla gloria della vita fu-tura", "perché grande è la ricompensa nei cieli

don Franco Tortelliparroco

ILCASTELLO 2

(Segue da pagina 1)

Il Papa ai fidanzati:“Bruciare le tappe finisce per ‘bruciare’ l’amore”

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tervi dire reciprocamente: tu sei importante per me.Vivetecon intensità, gradualità e verità questo cammino. Non ri-nunciate a perseguire un ideale alto di amore, riflesso e te-stimonianza dell’amore di Dio! Ma come vivere questa fa-se della vostra vita, testimoniare l’amore nella comunità?Vorrei dirvi anzitutto di evitare di chiudervi in rapporti intimi-stici, falsamente rassicuranti; fate piuttosto che la vostrarelazione diventi lievito di una presenza attiva e responsa-bile nella comunità. Non dimenticate, poi, che, per essereautentico, anche l’amore richiede un cammino di matura-zione: a partire dall’attrazione iniziale e dal "sentirsi bene"con l’altro, educatevi a "volere bene" all’altro, a "volere ilbene" dell’altro. L’amore vive di gratuità, di sacrificio di sé,di perdono e di rispetto dell’altro.

Cari amici, ogni amore umano è segno dell’Amore eter-no che ci ha creati, e la cui grazia santifica la scelta di unuomo e di una donna di consegnarsi reciprocamente la vi-ta nel matrimonio. Vivete questo tempo del fidanzamentonell’attesa fiduciosa di tale dono, che va accolto percorren-do una strada di conoscenza, di rispetto, di attenzioni chenon dovete mai smarrire: solo a questa condizione il lin-guaggio dell’amore rimarrà significativo anche nello scor-rere degli anni. Educatevi, poi, sin da ora alla libertà dellafedeltà, che porta a custodirsi reciprocamente, fino a vive-re l’uno per l’altro. Preparatevi a scegliere con convinzioneil "per sempre" che connota l’amore: l’indissolubilità, primache una condizione, è un dono che va desiderato, chiestoe vissuto, oltre ogni mutevole situazione umana. E nonpensate, secondo una mentalità diffusa, che la convivenzasia garanzia per il futuro. Bruciare le tappe finisce per "bru-ciare" l’amore, che invece ha bisogno di rispettare i tempi ela gradualità nelle espressioni; ha bisogno di dare spazio aCristo, che è capace di rendere un amore umano fedele,felice e indissolubile. La fedeltà e la continuità del vostrovolervi bene vi renderanno capaci anche di essere apertialla vita, di essere genitori: la stabilità della vostra unionenel Sacramento del Matrimonio permetterà ai figli che Diovorrà donarvi di crescere fiduciosi nella bontà della vita.

Fedeltà, indissolubilità e trasmissione della vita sono i pila-stri di ogni famiglia, vero bene comune, patrimonio prezio-so per l’intera società. Fin d’ora, fondate su di essi il vostrocammino verso il matrimonio e testimoniatelo anche ai vo-stri coetanei: è un servizio prezioso! Siate grati a quanticon impegno, competenza e disponibilità vi accompagna-no nella formazione:sono segno dell’attenzione e della cu-ra che la comunità cristiana vi riserva. Non siete soli: ricer-cate e accogliete per primi la compagnia della Chiesa.

Vorrei tornare ancora su un punto essenziale: l’esperien-za dell’amore ha al suo interno la tensione verso Dio. Il veroamore promette l’infinito! Fate, dunque, di questo vostrotempo di preparazione al matrimonio un itinerario di fede: ri-scoprite per la vostra vita di coppia la centralità di Gesù Cri-sto e del camminare nella Chiesa. Maria ci insegna che ilbene di ciascuno dipende dall’ascoltare con docilità la pa-rola del Figlio. In chi si fida di Lui, l’acqua della vita quotidia-na si muta nel vino di un amore che rende buona, bella e fe-conda la vita. Cana, infatti, è annuncio e anticipazione deldono del vino nuovo dell’Eucaristia, sacrificio e banchettonel quale il Signore ci raggiunge, ci rinnova e trasforma.Non smarrite l’importanza vitale di questo incontro: l’as-semblea liturgica domenicale vi trovi pienamente partecipi:dall’Eucaristia scaturisce il senso cristiano dell’esistenza eun nuovo modo di vivere (cfr Esort. ap. postsin. Sacramen-tum caritatis, 72-73).Non avrete, allora, paura nell’assume-re l’impegnativa responsabilità della scelta coniugale; nontemerete di entrare in questo "grande mistero", nel qualedue persone diventano una sola carne (cfr Ef 5,31-32).

Carissimi giovani, vi affido alla protezione di San Giu-seppe e di Maria Santissima; seguendo l’invito della Vergi-ne Madre – "Qualsiasi cosa vi dica, fatela" – non vi man-cherà il gusto della vera festa e saprete portare il "vino" mi-gliore, quello che Cristo dona per la Chiesa e per il mondo.Vorrei dirvi che anch’io sono vicino a voi e a tutti coloro che,come voi, vivono questo meraviglioso cammino dell’amo-re.Vi benedico di vero cuore!

Benedetto XVI

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Battesimi50. Singh Jasmeen di Jabtar e Ruocco Teresa51. Bicelli Riccardo di Claudio e Marocchi Cristina52. Tamassia Matteo di Oscar e Ravenoldi Elisa53. Fontanini Martina di Claudio e Nodari Daniela54. Arrighi Matteo di Enrico e Brazzale Oriana55. Bettari Alice di Giorgio e Rossini Emanuela56. Bevilacqua Matteo di Cristian e Frigerio Ilaria57. Fraccaro Gaia di Mattia e Zaniboni Eleonora 58. Tironi Giulia di Silvano e Romagnoli Stefania59. Ghisleri Elisa di Marco e Alberti Emanuela60. Astori Gregorio di Paolo e Maifredi Tania61. Rivera Manuel di Davide e Perini Stefania62. Vitali Vittoria di Mauro e Visani Gloria63. Mombelli Filippo di Cristian e Cavalleri Claudia64. Laffranchi Sofia Maria di Roberto e Bonati Daniela65. Azzini Giulia di Francesco e Daini Rachele66. Bonati Alessandro di Daniele e Barletta Maddalena67. Fusari Aurora di Claudio e Galvani Moira68. Bellini Andrea di Fabio e Nodari Sara

69. Bondioli Sophie di Marco e Russo Desirée70. Tonini Matilde di Alessandro e Engheben Beatrice71. Tortelli Stella di Ivan e Bonetti Arianna

Matrimoni6. Delpero Francesco con Boscaglia Simona7. Allig Stefan con Silvestro Vera8. Tafelli Paolo con Tononi Maura9. Tononi Marco con Mori Desirée10. Chizzolini Luca con Cobelli Francesca11. Pedersoli Alberto con Cornale Michela12. Chioda Alessandro con Chiarini Sofia Marinella13. Novello Simone con Turini Maria Eletta14. Tortelli Ivan con Bonetti Arianna

Defunti49. Bettari Cesare di anni 8750. Zecchini Lucia di anni 9051. Araldi Luigi di anni 76

52. Marcolini Sergio di anni 8453. Granelli Maria Antonietta di anni 7254. Bettari Angelo di anni 7055. Mura Renato di anni 7256. Suor Chiara Bertoletti di anni 10057. Tellaroli Elsa di anni 9858. Bazzoli Luciano di anni 7059. Corna Luigia di anni 8560. Treccani Caterina di anni 8561. Pari Fulvio di anni 6362. Bettari Giulio di anni 8463. Biemmi Maria di anni 7464. Stagnoli Annunciata di anni 7865. Zaniboni Agnese di anni 8666. Bordanza Aristide di anni 7767. Piazza Mario di anni 8068. Marini Rosa di anni 7469. Zucco Stella di anni 9770. Ghio Giuseppina di anni 78

AAAANNNNAAAAGGGGRRRRAAAAFFFFEEEE PPPPAAAARRRRRRRROOOOCCCCCCCCHHHHIIIIAAAALLLLEEEE

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È difficile pensare che la visionedella Gerusalemme celeste concui si chiude la rivelazione dellaBibbia possa diventare un progettopolitico: asciugare ogni lacrima dalvolto dell’uomo, cancellare la mor-te per sempre, risolvere le situazio-ni di lutto, di lamento e di affanno èun programma troppo ampio; lapolitica deve accontentarsi di moltomeno. E tuttavia è impossibile cheun buon politico rimanga indiffe-rente davanti a queste parole: Dioabiterà con gli uomini e gli uominisaranno suoi popoli ed Egli sarà ilDio con loro. C’è in queste parole ilsenso vivo della dignità dell’uomo,l’esigenza che l’uomo viva e che lasua vita sia crescita di libertà e dipienezza. Un politico vero devesentire queste parole come un ap-pello;non, come dicevo, un appelloa realizzare il paradiso in terra; maa desiderare il paradiso perchél’ordine, sulla terra, ne sia un se-gno, una prefigurazione, una pre-parazione. Un politico deve patire,come fossero proprie, le ingiustiziepatite dagli altri; deve desiderare ilbene per tutti, se vuole riuscire afare qualcosa per qualcuno. PaoloVI insegnava che la politica è unaforma esigente di amore; e inten-deva dire che l’impulso sano a oc-cuparsi di politica può nascere soloin un cuore che sappia amare, chedesideri sinceramente migliorarela condizione degli altri e che, perquesto obiettivo, sia disposto a pa-gare un prezzo personale, ancheelevato; altre motivazioni sarebbe-ro improprie e finirebbero per crea-re ambiguità e danni.

In questo rito di esequie salutia-mo un cristiano sincero, Mino Mar-tinazzoli, che ha trovato la sua vo-cazione nell’impegno politico, cheha speso le sue energie per il benedella nostra città come sindaco edel nostro paese come ministro ecome uomo di partito. Lasciandonaturalmente ad altri le valutazionisul significato e il valore della suaattività politica, vorrei ricordare lasua testimonianza sulle righe delvangelo che abbiamo ascoltato: ilmessaggio delle beatitudini; una

parola che Martinazzoli conosce-va bene, che ha mosso e illumina-to la sua attività. Viene subitospontanea l’obiezione: le beatitu-dini sono belle, ma sono paroleideali, astratte; la concretezza del-la vita le uccide prima ancora chenascano; se vogliamo fare poesia,recitiamole pure; ma se intendia-mo parlare di politica, ci aiuta piùMachiavelli che il vangelo.

Non mi azzardo a discutere e inogni modo non sarebbe questa lasede. Ma voglio parlare di uma-nità, di un uomo degno della suaintelligenza, della sua libertà e del-le sue aspirazioni; e sono convintoche questo uomo si riflette meglionella semplicità delle beatitudiniche nella tortuosità della furbiziapolitica. Un bambino diventa mo-ralmente adulto quando impara adistinguere il bene dal male, ciòche è realmente bene da ciò che èsolo gradevole; e diventa moral-mente buono quando impara ascegliere il bene anche quandocosta sacrificio, a rifiutare il maleanche quando è attraente e appa-re gratificante. Nello stesso modoun politico diventa politico autenti-co quando impara a distinguere ilbene di tutti dal bene personale edal vantaggio della sua parte poli-tica; e diventa politico buono quan-do sa scegliere ciò che è bene peril paese anche se questo va controla convenienza personale e delsuo partito. Che non sia cosa faci-le, lo si può ammettere facilmente:l’interesse personale o di gruppo, ilsuccesso personale o di gruppopossiedono una grande forza di at-trazione che agisce a livello di im-pulsi e di sentimenti, che impedi-sce talvolta di vedere la realtà

com’è e la deforma più o menoconsapevolmente. Bisogna per-correre un cammino interiore diconversione e di purificazione perindividuare tutte le ambiguità delcuore, confessarle a noi stessi condolore e vergogna, e combatterlecon decisione. Non è facile; manessuno ha mai detto che esserepienamente umani sia cosa facile.Bisogna passare inevitabilmentedalle beatitudini: “Beati i miti…quelli che hanno fame e sete dellagiustizia… i puri di cuore… gli ope-ratori di pace…”

Le beatitudini non compongonoun quadro sereno e idilliaco; ci col-locano piuttosto nell’ambito deldramma e della possibile tragedia.La vita di Gesù e soprattutto la suamorte ne sono la dimostrazionepiù evidente. Chi si pone nella viadella mitezza – e non semplice-mente perché non ha forza, maperché sa che è cosa meschinausare la forza per prevalere su chiè debole; chi non rinuncia mai aperseguire la giustizia perchè unmondo ingiusto gli pare indegnodell’uomo; chi allontana dal suocuore ogni doppiezza rinunciandocosì a irretire i semplici; chi pone lariconciliazione e la pace come va-lori superiori rispetto alla vittoria diparte… chi agisce così non ha ga-ranzia di riuscita mondana; al con-trario deve mettere in conto che leopposizioni ci saranno e sarannodure; detto in termini cristiani: chela croce è un destino possibile eforse anche probabile. Ma sa an-che che solo superando questaprova la sua coscienza esce puli-ta. Non è facile vivere costante-mente all’altezza della propriaumanità; come non è facile esserecon coerenza un buon politico.Non è facile per le conoscenze e lecompetenze che si debbono ac-quisire – la politica è un’arte com-plessa e raffinata; non è facile peril disinteresse che si deve crearedentro di sé – la politica mette acontatto coi soldi e col potere e fi-nisce per costituire una continuatentazione; non è facile per la spe-ranza che bisogna mantenere sal-

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Esequie dell’on. Mino MartinazzoliOmelia del vescovo Luciano Monari

Chiesa Cattedrale di Brescia, 6 settembre 2011

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da in mezzo alle delusioni e da-vanti allo spettacolo desolante del-l’egoismo privato e di gruppo. Diffi-cile, quindi; ma necessaria.

Abbiamo parlato della città pro-messa da Dio, delle beatitudiniche dirigono l’uomo verso questapromessa, della vocazione alta alservizio politico. Abbiamo parlatodi Martinazzoli? Sono convinto disì; ma ciascuno di voi, che lo aveteconosciuto e stimato, può ritrovarenella sua memoria il segno cheMartinazzoli ha lasciato e verifica-re questo segno sulla pagina divangelo che abbiamo ascoltato. Ame sembra che la parola di Dio,parlando dell’integrità dell’uomo,dello stile del cristiano, dell’amorecome motivazione suprema di uncredente abbia fatto il ritratto piùbello di Martinazzoli. Non l’ho co-nosciuto molto. L’ho incontrato so-prattutto in occasione di confronticon giovani, quando gli venivachiesto di rendere la testimonian-za di chi alla politica aveva dedica-to molto di sé. Colpiva la suaschiettezza, l’ampiezza della suacultura, la solidità delle sue rifles-sioni, la libertà di fronte ai luoghicomuni, ai giudizi del politicallycorrect. Quanto a me, sono statocolpito soprattutto dal suo deside-rio di coinvolgere i giovani in uncammino di impegno politico o, più

ampiamente, di responsabilità so-ciale. Forse è questo l’aspetto incui sentiremo maggiormente lasua mancanza. Intuiamo che sia-mo di fronte a mutamenti epocali;che non bastano aggiustamentipiù o meno furbi; che deve cambia-re il modo stesso di pensare allaconvivenza umana; che dobbiamodiventare responsabili verso le ge-nerazioni future, cosa che non ab-biamo certamente fatto negli ultimidecenni. C’è una sfida complessache i giovani debbono affrontare;per questo loro, i giovani, hannobisogno di persone credibili che listimolino, che facciano loro intra-vedere la possibilità e la bellezzadi una politica fatta di intelligenza,di sincerità, di coerenza, di passio-ne per l’uomo.

Nessuno di noi possiede tutte lerisposte utili. Non sono più in com-mercio visioni di società perfetteda comporre pezzo per pezzo.Questo tipo di certezza ci è nega-to. Abbiamo invece sempre piùchiara la consapevolezza che unfuturo degno dell’uomo potrà es-sere costruito solo attraverso lescelte di persone umane autenti-che: sagge e non stupide; moral-mente responsabili e non infantili;capaci di riflessione critica e di au-tocritica; appassionate del benedelle persone concrete e disponi-

bili ai sacrifici necessari per co-struire una civiltà degna dell’uo-mo, quella che Paolo VI chiamava:la civiltà dell’amore.

Celebrando le esequie la comu-nità cristiana vuole consegnare al-l’amore e alla misericordia di Cri-sto la vita dei suoi membri. Con fi-ducia e speranza grande la Chiesabresciana affida al Signore la vitadi un suo figlio, Mino Martinazzoli:unito a Cristo nel battesimo e nellacresima, nutrito continuamente colcibo dell’eucaristia e cioè con l’a-more oblativo di Cristo egli ha per-corso l’arco della sua esistenzaterrena; ha conosciuto momenti disuccesso, ha conosciuto anchemomenti di sofferenza e di croce.Credo di poter dire che ha cercatoe ha vissuto con lealtà la sua voca-zione nel servizio politico per il be-ne di tutti. Il Signore gli dia la ri-compensa dei servi fedeli, secon-do la promessa. “Udii una voce dalcielo che diceva: Scrivi: d’ora in poibeati i morti che muoiono nel Si-gnore. Sì – dice lo Spirito – essi ri-poseranno dalle loro fatiche, per-ché le loro opere li seguono.”

Quanto a noi, benediciamo il Si-gnore per quanto di bello ci è statoinsegnato e testimoniato. Ci vienelasciata un’eredità nobile; Dio ciconceda di conservarla e arric-chirla.

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È morto, a 74 anni, il vescovo diRumbek, monsignor Cesare Maz-zolari, amministratore apostolicodella diocesi di Rumbek, in Sud Su-dan, lo Stato che da poco è diventa-to indipendente con un referendumstaccandosi dal Sudan.

Mons. Mazzolari stava concele-brando la Messa quando è statocolpito da un infarto. Proprio unasettimana fa, sabato 9 luglio avevapartecipato alla cerimonia per l’indi-pendenza del Sud Sudan.

Nato il 9 febbraio 1937 a Brescia,era entrato poi nei Comboniani e il17 marzo 1962 era stato ordinato

sacerdote. Dopo aver lavorato negliStati Uniti tra le comunità di neri emessicani, nel 1981 si era stabilitoin Sudan, diventando amministrato-re apostolico della diocesi di Rum-bek (Sud Sudan) nel 1990.

Nel 1994 fu vittima di un rapimen-to: catturato e tenuto in ostaggio per24 ore dai guerriglieri dello Spla(Esercito Sudanese di LiberazionePopolare), gruppo armato indipen-dentista in lotta contro il governo diKhartoum.

Era stato ordinato vescovo da pa-pa Giovanni Paolo II il 6 gennaio1999.

La morte improvvisa del vescovo combonianobresciano durante la messa

16/07/2011. Una recente immagi-ne di monsignor Mazzolari.

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«Signore, faremo la nostra parte per il bene del nuo-vo Paese»

Onorevoli leader di governi, membri del corpo di-plomatico, cari visitatori e voi tutti miei fratelli e sorelle,vi invito a raccogliere i vostri cuori in preghiera.

Preghiamo:Dio di ogni grazia, in questo giorno dell'indipendenza

della nuova Repubblica del Sud Sudan, rivolgiamo umil-mente a te le suppliche struggenti del salmo 51, cantatoin tempi antichi dalla guida scelta per il tuo popolo, il reDavide. Ascolta con pietà, o Signore, le sue e le nostrepreghiere:"Abbi pietà di noi, o Dio, nella tua bontà.Dona segni di guarigione alla nostra nazioneperché tu non sei un Dioche si compiace del sacrificioma piuttosto un Dio che ci chiama ad essere il suo popoloper nutrire un cuore umile e contrito,un popolo che ascolta e obbedisce alla tua parola.Dio di misericordia, nella tua bontà,rimani con noi e fa che possiamo essere capacidi ricostruire le mura della nostra Gerusalemmeche è la nostra nuova Repubblica del Sud Sudan".

Innanzitutto gridiamo a te con il tuo re Davide etutti i martiri, i patrioti e gli eroi sudanesi: "Signore, tunon sei un Dio che si compiace del sacrificio". Sì, Signo-re, abbiamo avuto sacrifici e sangue versato a sufficien-za nella nostra terra: 2 milioni di sudanesi sono morti in22 lunghi anni di guerra, centinaia di migliaia di eroi, pa-trioti e martiri il cui sangue oggi presentiamo a te. Diopieno di misericordia, poni fine a questo sacrificio. Sacri-fico che tu non vuoi, ma che ancora oggi crea morte, fa-me, profughi e atrocità umane provocando sofferenzanella nostra terra.

Dolore e sacrificio a sufficienza. Come nell'AnticoTestamento tu, o Dio, hai visto la sofferenza del tuo po-polo e ne hai avuto misericordia, ancora una volta abbipietà oggi del tuo popolo sudanese mettendo fine al do-lore.

In secondo luogo, o Signore, consegniamo a te inostri cuori contriti. Con sincerità ci pentiamo di esse-re un popolo in conflitto, diviso dall'avidità, dall'egoismo,dalla vendetta e dalla violenza nei confronti del tuo donodella vita. Tocca i nostri spiriti con la tua mano divina ecompassionevole "per cambiare i nostri cuori da cuori dipietra in cuori di carne"...per renderci capaci di perdona-re, così come il Tuo Figlio ci ha perdonati, per farci diven-tare popolo di riconciliazione, perché non può esistereuna nazione divisa. Da ogni lingua, tribù e gente unisci iltuo popolo sudanese in un'unica nazione.

Con cuore umile e contrito la nostra nazione oggipromette di ascoltare e obbedire alla tua parola, in mo-do tale che il governo dei nostri leader, le parole e lo spiri-to della nostra Costituzione, così come la voce della co-

scienza di ogni sudanese riconoscerà, rispetterà e adem-pirà la tua Legge Divina nella nostra terra.

Imprimi nel profondo dei nostri cuori le parole dituo Figlio Gesù perché noi vogliamo adempiere al suocomandamento: "Ciò che desidero è misericordia, nonvendetta, poiché mia è la vendetta". "Non rispondete almale con il male, ma ripagate il male con il bene". E so-prattutto: "Perdonatevi gli uni gli altri come io vi ho perdo-nati". E così saremo capaci di conquistare ogni giorno lapace, la libertà e la prosperità per la nostra nazione.

E ora, o Signore, arriva il nostro impegno. Congioia ti ringraziamo nel giorno dell'indipendenza per lagrazia di una nuova nazione e di una bellissima madre-patria. Congiungiamo le mani insieme a te, nostro Pa-dre, e tra noi reciprocamente per ricostruire le mura diGerusalemme, che è il nostro Sud Sudan.

Crediamo che "finché il Signore costruisce la ca-sa, invano la costruiranno i lavoratori" e per questo,promettiamo solennemente di costruire la nostra nuovanazione riponendo piena fiducia in te, nostro Dio. Al con-tempo siamo consapevoli che tu hai affidato il Sud Su-dan al lavoro delle nostre mani.

Perciò fa che possiamo amare il nostro Paese allastregua dei nostri patrioti che per esso diedero la vita.Donaci il coraggio e la saggezza di lavorare in modoonesto. Rendici capaci di lavorare insieme alle altre na-zioni del mondo con sincera solidarietà per la nostra cre-scita.

Siamo già grati per tutto ciò che le altre persone enazioni faranno per noi. Ma pianta nel profondo nellenostre anime sudanesi la consapevolezza che ciò chedavvero conta per la nascita di una nuova nazione è chenoi, come individui del popolo sudanese, faremo la nostraparte per il Paese. Non dovremo dunque chiederci cosafaranno gli altri per noi, ma cosa noi, sud sudanesi, fare-mo per il Sud Sudan. Allo stesso modo non dovremo di-pendere da ciò che altri ci offriranno, ma piuttosto dal du-ro lavoro delle nostre mani, dei nostri cuori e delle nostrementi per provvedere alla nostra famiglia e al bene comu-ne della nostra nazione.

E le parole profetiche del salmo 85 diventerannorealtà per il Sud Sudan:"La prosperità sarà nella nostra terra.Giustizia e pace si bacerannoLa verità sgorgherà dal cuoreLa giustizia sorveglierà dal cielo.Il Signore ci donerà abbondanzae la nostra terra darà i suoi frutti.La prosperità camminerà davanti al Signoree il bene lo seguirà”.

Che la benedizione di Dio Padre, Figlio e SpiritoSanto scenda su ciascuno di noi uniti qui a celebrarel'indipendenza della nuova nazione del Sud Sudan.Amen

OTTOBRE MISSIONARIOL’ultimo discorso di Mons. Mazzolariper l’indipendenza del Sud Sudan

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ILCASTELLO7

La devozione al S. CuoreMario Trebeschi

Tra le molte devozioni che si svilupparono nelle no-stre parrocchie, nella seconda parte dell’Ottocento,vi è quella del S. Cuore di Gesù.

La devozione, già iniziata nel Medioevo, ebbe svi-luppo specialmente dal 1600, con S. Giovanni Eudes(1601-1680) e con la monaca visitandina MargheritaMaria Alacoque (1647-1690), del monastero di Pa-ray-le-Monial. Dal 1673 la suora ebbe alcune visionidel S. Cuore, apparso secondo quell’immagine chetutti noi conosciamo e che nel secondo Ottocento fucollocata in tutte le chiese, raffigurante Gesù che in-dica con la mano il proprio cuore coronato di spine,posto sul suo petto.

Margherita Maria Alacoque, guidata dal gesuita S.Claudio de la Colombière (1641-1682) ricevette daGesù indicazioni sulle pratiche di questa devozione:la comunione al primo venerdì del mese, l’Ora Santadi adorazione, la celebrazione della festa del S. Cuo-re, il venerdì dopo l’Ottava del Corpus Domini.

Nonostante la grande diffusione della devozione,la monaca ebbe riconoscimento ufficiale della suasantità molto tempo dopo la sua morte: infatti fu bea-tificata da Pio IX il 18 settembre del 1864 e canoniz-zata il 13 maggio 1920 da Benedetto XV.

La devozione al Cuor di Gesù fu incrementata dalpapa beato Pio IX. Egli, nel 1856, istituì la festa delSacro Cuore per tutta la Chiesa; nell’anno santo1875, esortò le parrocchie e le diocesi a tenere atti diconsacrazione al S. Cuore in varie date.A sua volta,il 16 giugno di quell’anno, egli fece atto di consacra-zione di tutta la Chiesa al Sacro Cuore.

Anche a Carpenedolo la devozione si affermò,proprio in quest’epoca.

Come aveva disposto Pio IX, si tenne la consacra-zione della parrocchia di Carpenedolo al S. Cuore, il4 giugno 1875, con una messa solenne, celebratadal rettore don Giuseppe Botta, essendo infermo ilparroco don Camillo Brescianini.

Il successore di questi, don Giovanni Isonni (1876-1878), confermò la devozione con varie iniziative. L’I-sonni era stato direttore spirituale nel seminarioSantangelo e qui aveva dato inizio a una Pia Unionedi Apostolato, tra i chierici, intitolata al S. Cuore, nel1866, con protettori S. Carlo e S. Giovanni Berch-mans. Appena arrivato a Carpenedolo, nel 1876,diede grande risalto alla festa del S. Cuore celebran-dola nel suo giorno, venerdì dopo l’ottava del CorpusDomini, con messa solenne e discorso, benedizionecol SS.mo, alla sera; alla festa fu premessa la nove-na del S. Cuore.

Ancora l’Isonni introdusse la ricorrenza del 1° ve-nerdì del mese, nella quale l’arciprete celebrava lamessa del S. Cuore, con discorso, “condecorando lafunzione con numerose comunioni al suo altare” e conil suono delle campane a festa. L’Isonni introdusseun’altra funzione del S. Cuore, all’ultima domenica diCarnevale (Quinquagesima), con messa solenne almattino, predica alla sera e benedizione col SS.mo.

Le orme di Pio IX furono seguite dal suo successo-re Leone XIII. Questi volle solennizzare l’anno santodel 1900, seguendo l’esempio di Pio IX. Con la lette-ra enciclica Annum Sacrum del 25 maggio 1899 eglistabilì la consacrazione di tutta l'umanità, non solodella Chiesa, al Sacro Cuore di Gesù.

A Carpenedolo furono seguite le esortazioni delpapa. L’arciprete don Antonio Trotti (1891-1914), il 9,10, 11 giugno 1899 (venerdì, sabato, domenica) ce-lebrò un solenne triduo in onore del S. Cuore. Allasera dei tre giorni si tenne l’esposizione del SS. Sa-cramento con la benedizione. La funzione si fece al-l’altar maggiore, coll’apparato solenne delle Quaran-tore. La festa fu sostenuta dalla Confraternita delleConsorelle del SS. Sacramento. A Carpenedolo esi-steva anche il culto al S. Cuore di Maria, che si eraaffermato più di quello del S. Cuore di Gesù. Nel1880 alcuni devoti del S. Cuore, osservando che ladevozione del Cuore di Maria, introdotta recente-men te da l l ’ a r c i p re te Francesco Treccan i(1878.1890), superava il culto al S. Cuore, al fine dielevare a maggiore solennità quest’ultimo, nel primovenerdì del mese aumentarono, con proprie offerte,il numero dei lumi all’altare del S. Cuore e fecero ag-giungere la benedizione del SS.mo, alla sera. Eraun’altra epoca, quando si gareggiava nelle devozioniper renderle più solenni!

Nella seconda metà dell’Ottocento molte congrega-zioni religiose si intitolarono al S. Cuore. Esse perònon limitarono la devozione all’aspetto confortativo,secondo le parole di Gesù: “Imparate da me che sonomite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostreanime”, ma ne evidenziarono l’aspetto apostolico. IlCuore di Gesù trafitto sulla croce è il segno dell’amoredi Dio, che ha amato gli uomini fino a donare il suo fi-glio, divenuto vittima per loro.Dal Cuore di Gesù croci-fisso scaturisce la ragione della missione della sal-vezza delle anime.Ad esempio, S.Daniele Comboni, icui missionari sono intitolati al S. Cuore, rilevavaespressamente questo aspetto nel suo famoso Piano

Interno Chiesa S. Cuore.

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Come è l’amore?1 Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degliangeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonanteo uno squillante cembalo. 2 E se anche avessi il dono diprofezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza eavessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non hoamore, non sono nulla. 3 E se spendessi tutte le mie fa-coltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per esserearso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova. 4

L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia,non si mette in mostra, non si gonfia, 5 non si comportain modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non siirrita, non sospetta il male; 6 non si rallegra dell’ingiusti-zia, ma gioisce con la verità, 7 tollera ogni cosa, credeogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

1 Corinzi 1314b …Il Signore è testimone fra te e la moglie della tuagiovinezza, verso la quale ti sei comportato perfida-mente, benché ella sia la tua compagna e la mogliedel tuo patto. 15b Badate dunque al vostro spirito e nes-suno si comporti perfidamente verso la moglie dellasua giovinezza. 16 Poiché il Signore, il Dio d’Israele, di-ce che egli odia il divorzio e chi copre di violenza lasua veste, dice il Signore degli eserciti. Badate dun-que al vostro spirito e non comportatevi perfidamente.

Malachia 2L’amore è un comandamentoe una scelta, non un sentimentoLe scelte sono dettate dalla volontà, i sentimenti, inve-ce, dalle circostanze, dagli ormoni…18 Non farai vendetta e non serberai rancore contro i fi-gli del tuo popolo, ma amerai il tuo prossimo come testesso. Io sono il Signore. 34 Lo straniero che risiedefra voi, lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’a-merai come te stesso, poiché anche voi foste stranierinel paese d’Egitto. Io sono il Signore, il vostro Dio.

Levitico 1943 «Voi avete udito che fu detto: ‹Ama il tuo prossimo eodia il tuo nemico.› 44 Ma io vi dico: ‹Amate i vostri ne-mici, benedite coloro che vi maledicono. Fate del benea coloro che vi odiano, e pregate per coloro che vi mal-trattano e vi perseguitano, 45 affinché siate figli del Pa-dre vostro, che è nei cieli. Poiché egli fa sorgere il suosole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i

giusti e sopra gli ingiusti.› 46 Per-ché, se amate coloro che viamano, che premio ne avrete?Non fanno altrettanto anche ipubblicani? 47 E se salutate sol-tanto i vostri fratelli, che fate distraordinario? Non fanno altrettanto anche i pubblica-ni? 48 Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padrevostro, che è nei cieli.»

Matteo 537 E Gesù gli disse: «‹Ama il Signore Dio tuo con tutto iltuo cuore, con tutta l’anima tua e con tutta la tua men-te.› 38 Questo è il primo e il gran comandamento. 39 E ilsecondo, simile a questo, è: ‹Ama il tuo prossimo co-me te stesso.›» Matteo 2229 E Gesù gli rispose: «Il primo comandamento di tuttiè: ‹Ascolta, Israele: Il Signore Dio nostro è l’unico Si-gnore›, 30 e: ‹Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuo-re, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e contutta la tua forza›. Questo è il primo comandamento. 31

E il secondo è simile a questo: ‹Ama il tuo prossimocome te stesso›. Non vi è alcun altro comandamentomaggiore di questi.» Marco 1234 «Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gliuni gli altri. Come io vi ho amato, anche voi amatevi gliuni gli altri. 35 Da questo conosceranno tutti che sietemiei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri.»

Giovanni 1312 «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gliuni gli altri, come io ho amato voi. 13 Nessuno ha amorepiù grande di questo:dare la propria vita per i suoi ami-ci. 17 Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.»

Giovanni 159 Infatti questi comandamenti: «Non commettere adul-terio, non uccidere, non rubare, non dir falsa testimo-nianza, non desiderare.» E se vi è qualche altro co-mandamento si riassumono tutti in questo: «Ama iltuo prossimo come te stesso.» Romani 1314 Tutta la legge infatti si adempie in questa unica paro-la: «Ama il tuo prossimo come te stesso.» Galati 58 … Avendo prima di tutto un intenso amore gli uni pergli altri, perché «l’amore coprirà una moltitudine dipeccati». 1 Pietro 4

di rigenerazione dell’Africa “Il cattolico, trasportatodall'impeto di quella carità accesa con divina fiammasulla pendice del Golgota, ed uscita dal costato delCrocifisso per abbracciare tutta l'umana famiglia,sentì battere più frequenti i palpiti del suo cuore; e unavirtù divina parve che lo spingesse a quelle barbareterre, per stringere tra le braccia e dare il bacio di pacee di amore a quegl'infelici suoi fratelli”.

Nelle nostre parrocchie la devozione al S. Cuore si

è venuta delineando nella storia con connotazioni in-timistiche,vista soprattutto come pratica per la sal-vezza della propria anima; ma, di fronte ai bisogni dievangelizzazione del nostro tempo, questa devozio-ne, riscoperta nel suo significato apostolico, puòspingere i cristiani a lavorare quotidianamente comemissionari, per attrarre alla fede un maggior numerodi anime, a costo di qualsiasi sacrificio, sull’esempiodi Cristo Crocifisso.

ILCASTELLO 8

Che cosa dice la Bibbia sul matrimonio? Ecco alcune considerazioni tratte dalle suepagine. Esse possono darci degli spunti per le nostre decisioni e i nostri comportamenti.

Il matrimonio visto dalla Bibbia

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21 E questo è il comandamento che abbiamo ricevutoda lui: chi ama Dio, ami anche il proprio fratello.

1 Giovanni 412:31 Ora voi cercate ardentemente i doni maggiori; e vimostrerò una via ancora più alta. 13:1 Quand’ancheparlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma nonho amore, divento un bronzo risonante o uno squillan-te cembalo. 2 E se anche avessi il dono di profezia, in-tendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tuttala fede da trasportare i monti, ma non ho amore, nonsono nulla. 3 E se spendessi tutte le mie facoltà per nu-trire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, manon ho amore, tutto questo niente mi giova. 4 L’amoreè paziente, è benigno.L’amore non invidia, non si met-te in mostra, non si gonfia, 5 non si comporta in modoindecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita,non sospetta il male; 6 non si rallegra dell’ingiustizia,ma gioisce con la verità. 7 Tollera ogni cosa, crede ognicosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.

1 Corinzi 13

Lo Spirito Santo ci aiuta ad amare22 Il frutto dello Spirito è: amore gioia, pace, pazienza,gentilezza, bontà, fede, mansuetudine, autocontrollo.

Galati 512 E il Signore vi faccia crescere e abbondare nell’a-more gli uni verso gli altri e verso tutti, come anche noiabbondiamo verso di voi. 1 Tessalonicesi 313 Se voi dunque, che siete malvagi, sapete dare buonidoni ai vostri figli, quanto più il vostro Padre celestedonerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono.

Luca 11

7 Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma diforza, di amore e di disciplina. 2 Timoteo 1

Amore e non amore9 Chi dice di essere nella luce e odia il proprio fratello, èancora nelle tenebre. 10 Chi ama il proprio fratello dimo-ra nella luce e non vi è niente in lui che lo faccia cadere.

1 Giovanni 2010 Da questo si riconoscono i figli di Dio e i figli del dia-volo: chiunque non pratica la giustizia non è da Dio, eneppure lo è chi non ama il proprio fratello. 14 Noi sap-piamo di essere passati dalla morte alla vita, perchéamiamo i fratelli; chi non ama il proprio fratello rimanenella morte. 15 Chiunque odia il proprio fratello è omici-da, e voi sapete che nessun omicida ha la vita eternadimorante in sé. 16 Da questo abbiamo conosciuto l’a-more: egli ha dato la sua vita per noi anche noi dob-biamo dare la nostra vita per i fratelli. 18 Figlioletti miei,non amiamo a parole né con la lingua, ma a fatti e inverità. 23 E questo è il suo comandamento, che credia-mo nel nome del suo Figlio Gesù Cristo e ci amiamogli uni gli altri come egli ci ha comandato.

1 Giovanni 38 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio èamore. 20 Se uno dice: «Io amo Dio», e odia il propriofratello, è bugiardo.Chi non ama infatti il proprio fratel-lo che vede, come può amare Dio che non vede?

1 Giovanni 46 Siamo tutti come una cosa impura, e tutte le nostreopere di giustizia sono come un abito sporco; avviz-ziamo tutti come una foglia, e le nostre iniquità ci por-tano via come il vento.

(Segue sul prossimo numero)

Ministristraordinaridella comunioneeucaristicaper il triennio2011/2014

Sabato 3 settembre 2011 hanno ricevuto dal Vescovo, in Cattedrale, su indicazione del parroco, il mandato i mini-stri indicati nella foto; da sinistra, in alto: Tortelli Carla, Panizza Maria, Poltronieri Elide, Suor Maria Grazia AstoriF.S. Cuore, Suor Giovanna Fiori, Perini Pietro, Turini Renato; da sinistra in basso: Passeri Tina, Lazzari Maria Alba,Redondi Regina, Desenzani Rinalda, Sarzi Marina, Potocco Giovanna, Moretti Giuseppe.

CastelloOTTOBRE11 2-11-2011 9:26 Pagina 9

ILCASTELLO 10

La mattina del 13 ottobre, Agosti-no,35 anni, ha fatto quel gesto cheogni papà si appresta a compierenon appena vede gli occhietti dellasua creatura riaprirsi al nuovo gior-no... ha abbracciato la sua Irene,piccola...ma grandissima gioia perlui e l'amatissima moglie Claudia,nipote del nostro parroco.

Un'immagine dolcissima : un uo-mo che nel suo abbraccio stringe ipezzi della sua vita, un quadro di-pinto con i colori dell'amore e dellafede cristiana.

Gli stessi elementi con i qualiAgostino e Claudia avevano getta-to le fondamenta della loro unione.

Quella mattina Agostino ha vistoil sole alto nel cielo, lo stesso solenegli occhi di Irene, ha chiuso laporta della sua casa con il baciodella sua bambina stampato sulcuore e l'ha portato via con se qua-si come un sigillo.

Non poteva sapere che di lì a po-co, al di là del vortice di un cardanoassassino ci sarebbero state duebraccia ancora più forti delle sue,tese verso di lui... si il Signore lostava aspettando, aveva già presola Sua matita per finire il disegnodella vita terrena di Agostino e dise-gnargli il tracciato per il Paradiso.

Gli ha teso la mano, lo ha ab-bracciato e stretto a sé sul cuo-re...proprio come ha fatto lui poco

prima con la sua piccola e con suamoglie.

Mi piace pensare che sia volatovia così, dal cuore della sua fami-glia al cuore del Signore, mi piacepensare ad Agostino che mette lesue mani in quelle del Signore ementre prende la scala per il cielo,guarda sulla terra e spera che lasua bambina sia ancora rivestitadell'amore paterno.

Non voglio ricordare il modo incui Dio ha scelto di portarlo via daquesta terra, non finirei mai di chie-dermi perché Lui da e toglie conquei che, confidandomi con DonFranco, ho osato definire “disegnistrani”.

Di una cosa sono sicura, il Signo-re aveva bisogno di un angelo cheseminasse bontà nel suo passag-gio sulla terra.

Nella sua vita terrena Agostinoera un giovane buono, mite,sempli-ce e saggio, in contrasto con la gio-ventù chiassosa dei nostri tempi.

Ho vivo in me il ricordo di questoragazzo alto,robusto, appoggiatoal finestrino del pulmino dell'orato-rio che ci stava portando in Roma-nia, eravamo un gruppo di 10 gio-vani felici di poter fare una nuovaesperienza con don Franco e donRoberto e 18 giovani rumeni gui-dati da suor Maria basiliana e donVasile ora vescovo di Baia Mare

nel Maramures.Agostino era stato di poche paro-

le durante il viaggio, all'inizio ti pote-va sembrare una persona di quelleche passano inosservate, magariun po' “orso”.

Ma in quei dieci giorni, che tuttorabenedico di avere vissuto, ho impa-rato da lui, caratterialmente oppo-sto a me, che non per tutti è faciledimostrare, che parlar poco non èindifferenza, che l'ascolto vale piùdi mille parole.

Lui sapeva ascoltare il gruppo elo arricchiva con la sua presenza...con la sua interiorità mite e dolce.

Voglio ricordarlo così, mentreeravamo in una realtà per noi lonta-nissima, tutti insieme mangiavamoil riso nelle verza senza capire co-s'era e Ago diceva:“Hai fame?man-gia senza chiederti cos'è”.

E' dura pensare che anni dopo misarei ritrovata ad abbracciare Clau-dia, la sua fidanzata di allora, giàvedova con una piccola di18 mesi.

Ma spero nella fede che hannovissuto insieme e nella forza chesolo Dio ti da.

Spero di rivedere sul volto diClaudia quella parola che tutti ab-biamo imparato in Romania: BU-CURIE. Gioia, la gioia di cui ha bi-sogno Irene.18 ottobre 2011,

Elena Zaninelli

Agostino, un giovane papà volato in cielo(venne con noi giovani di Carpenedolo

nell’esperienza spirituale 2002 in Romania)

CARPENEDOLOA Tina Passeri il premio S. Bartolomeo 2011

La Parrocchia, in occasionedelle feste per S. Bartolomeo,ha assegnato il tradizionalepremio a Tina Passeri (foto), davent’anni segretaria dell’ufficioparrocchiale.

Fra l’altro, Tina cura la bache-ca della stampa cristiana e soli-dale, tiene i contatti con la radioed il notiziario parrocchiali.

Il riconoscimento consiste in

una statuetta in miniatura raffi-gurante quella di S. Bartolo-meo, come rappresentata nellanicchia del versante est delcampanile.

Il premio viene assegnato daalcuni anni a chi (enti o perso-ne), nel corso dell’anno, si è di-stinto per particolari meriti nelcampo della solidarietà e delsociale.

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 10

ILCASTELLO11

Hai mutato il mio lamento in danzaIl 24 di Settembre, con il cuore

abitato da una grande gioia, hoavuto l’occasione di raccontaread alcune persone a me care unpo’ della mia storia. Erano conme: la mia famiglia, alcuni asso-ciati e un bel gruppo delle suoredi Roma; insieme abbiamo vissu-to il momento del mio ingresso inprenoviziato nella famiglia delleSuore Francescane dei Poveri.

La loro presenza e il loro sostegno nella preghierainsieme all’affetto di quanti, in tanti modi diversi, mihanno raggiunta sono stati per me un gran dono:un ri-flesso dell’Amore del Padre che si fa concreto tramite ifratelli e le sorelle.

“Hai mutato il mio lamento in danza” è stato il titolodel momento di preghiera in cui ho ringraziato il Si-gnore delle meraviglie che ha operato nella mia vita:

ha preparato i l terreno,affondato le radici e riempitola terra perché io potessiportare frutto; mi ha dato se-te di Lui e ha posto accantoa me sorelle e fratelli che mihanno aiutata ad avvicinar-mi alla sorgente.

Mi ha dato da bere e il mioterreno è stato irrigato dalSignore. In questa terra haposto un piccolo seme cheè il mio sì all’ingresso in pre-noviziato.

Ora c’è un nuovo seme che il Signore, nel suo modomisterioso, di notte o di giorno, che io vegli o dorma,che io studi, passeggi o preghi, farà germogliare ecrescere come Lui vorrà.

Maria Chiara (www.sfpitalia.it)

Il pellegrinaggio serve a ricordare ai fedelila loro vera meta, il cielo

Lo ha affermato Papa Be-nedetto XVI, perché, come hadetto San Paolo “La nostracittadinanza infatti è nei cieli”(Fil 3, 20).

“Qui sulla terra, la lunga tra-dizione di pellegrinaggio dellaChiesa nei luoghi santi servea ricordarci che siamo direttiverso il cielo”, ha aggiunto, in-dicando che “richiama la no-stra attenzione sulla vocazio-ne alla santità, ci porta sem-pre più vicino al Signore e cirafforza con nutrimento spiri-tuale per il nostro viaggio”.

Il Papa ha ricordato chemolte generazioni di pellegri-ni “rafforzano le radici dellaloro fede, e le radici, comesappiamo, sono la fonte delnutrimento donatore di vita”.

I pellegrini ,molte volte, haindicato, “tornano nei loroPaesi rinnovati e rafforzati nella fede ed elevati dalloSpirito Santo nel viaggio in avanti e verso l’alto finoalla loro casa celeste”.

Per questo, anche noi preghiamo che i partecipan-ti ai pellegrinaggi organizzati dalla parrocchia “ritor-nino alle proprie dimore con fede più salda, speran-za più gioiosa e amore più ardente per il Signore,pronti a impegnarsi con nuovo zelo nel compito direndere testimonianza a Cristo nel mondo in cui vi-vono e operano”.

Maria Chiara al centro.

I pellegrini della“Casa di Nazaret”

alla Madonna di Piné.

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 11

All'inizio di un nuovo anno pa-storale, tra i gruppi che intendonooffrire il loro umile servizio c'èquesto: costituito da una ventinadi ragazzi dell’età dai sette aiquattordici anni essi hanno accet-tato, col sostegno dei genitori, diaccompagnare il sacerdote nellecelebrazioni liturgiche.

Hanno il privilegio di stare all'al-tare e più da vicino, di gustare "imisteri" del Signore. Come dun-que meritano stima per la loroadesione e cura da parte dei sa-cerdoti e genitori per renderli con-sapevoli, non solo dei piccoli ser-vizi manuali, soprattutto delle di-sposizioni interiori con le quali es-sere all'altare!

A conferma di questo, mi ha fat-to piacere sentire il parere di donEmilio che fin dai primi anni di sa-cerdozio sempre curò con grandezelo e passione i "suoi chierichet-ti". Recentemente infatti, preso daun po' di nostalgia, si è fatto por-tare da una mamma alcuni qua-derni che suo figlio, oggi adulto,aveva compilato con riflessioni diquesto taglio: puliti dentro (=lasincerità), la paralisi spirituale(fatta di bestemmie e peccati sen-za la confessione ed il pentimen-to), la volontà contrapposta a ma-lavoglia e capriccio, occhi e cuorerivolti a Dio mediante la preghie-ra, il nostro nome con il quale Dioci conosce, ci chiama e guida, ilvalore del sacrificio, il male della

gelosia e la mentalità del mondoche ci allontana da Dio.

Ho citato volentieri questo adedificazione di tutti, piccoli e gran-di. Lo faccio anche nella speranzache i genitori siano i primi a consi-gliare i loro bambini, a sostenerliin questo prezioso servizio, ac-compagnandoli, spronandoli,su-scitando i più nobili sentimenti ca-paci di frutti per l’avvenire.

Come si va evidenziando facil-mente, i ministranti più generosied assidui sono quelli seguiti dailoro cari ed aperti al dialogo col

sacerdote.Non resta che iniziare tutti con

buona volontà: i già ministranti equelli che lo desiderano in questonuovo anno. Sarete tutti i benve-nuti, sotto la protezione dei duesanti Patroni che impareremosempre megl io a conoscere:S.Tarcisio e S. Domenico Savio.

A tutti l'augurio,accompagnatoda questa foto ricordo, in compa-gnia di don Francesco che visi-tammo lo scorso fine giugno.

Don Gian Maria

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Gruppo “Ministranti”

La campana dei Caduti a Roveretovisitata dagli iscritti alla “Casa di Nazaret”

La Campana dei Caduti è la campanapiù grande del mondo che suona a diste-sa. Tutte le sere cento rintocchi si diffon-dono nella valle per ricordare i caduti ditutte le guerre e portare un messaggio dipace.

Fusa con il bronzo dei cannoni degliStati, vincitori e vinti, che hanno parteci-pato alla prima guerra mondiale, la Cam-pana dei Caduti, battezzata Maria Dolensper simboleggiare la maternità dolorante,è stata inaugurata ufficialmente il 4 ottobre 1925 e po-sizionata sul torrione del castello. Rinnovata nei de-cenni successivi da due fusioni necessarie per miglio-

rarne il suono, la prima, e sanare le feritedi un'irreparabile fessurazione, la secon-da, la Campana ha infine trovata la suadefinitiva collocazione in località Miraval-le.

Nella colorata cornice delle bandiere diottantatre paesi (oltre a quelle del consi-glio d'Europa e dell'Unione Europea), laCampana continua a parlare di pace efratellanza. I recenti lavori di rinnovamen-to della sua sede hanno rafforzato anco-

ra di più la testimonianza e l'incidenza delle iniziativenate attorno ad essa: l'Università della Pace (UNIP),l'Osservatorio sui Balcani, il Congresso dei Ragazzi.

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 12

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Trekking sui monti Dio, un'espe-rienza sulle montagne del Gaver, vici-no a Bagolino.

Sono stati 4 giorni intensi di cammi-no, sia fisico che spirituale organizzatidalle sorelle della comunità "Tenda diDio" del Rinnovamento Nello Spirito.

Il gruppetto si è formato poco primadella partenza, ci siamo conosciuti esubito in sintonia con il desiderio co-mune di fare una nuova esperienza diDio, abbiamo accolto la sfida, ardua,di raggiungere le vette dei monti da-vanti a noi.

Siamo partiti con lo stesso spiritocon cui Maria ha deciso di far visita al-la cugina Elisabetta presso la regionemontuosa di Giuda, con lo stesso ti-more e con la stessa paura, per il nuo-vo cammino, ma con la stessa fiduciain Colui che tutto aveva gia pensato epreparato affinché si compisse il Suodisegno. Il cammino ci ha visto impe-

gnati nel raggiungere le mete indicatenel percorso, e così con notevole sfor-zo fisico, ma con la necessaria deter-minazione, ci siamo messi in marciaconiugando la fatica alla preghiera,alla meditazione, e alla condivisionefraterna. Un'esperienza fra i monti diDio, è il tema che ci ha aiutato nella ri-flessione, e così alle vette da raggiun-gere abbiamo dato un nome: il montedelle Beatitudini, il Tabor, il Calvario el'Ascensione.

Tutte le meditazioni si sono con-centrate quindi sugli avvenimenti ac-caduti su questi monti sacri, e sulmessaggio che Gesù diede a coloroche gli erano vicini, il cui eco, senza fi-ne, raggiunge ancora oggi chi porgepazientemente l'orecchio e ascolta.

Ogni giorno un traguardo ardito,una conquista importante ottenutacon tanta fatica, ma alla sera seppurestanchi la ricompensa di un tesoro

senza pari: essere più vicini a Lui,sentire di abitare di nuovo nella SuaCasa, con una rinnovata serenità in-teriore, e la gioia grande nel riscoprireancora una volta di appartenerGli.

Davvero una benedizione essereaccompagnati da Don Bruno Mar-chesi, con lui ogni sera abbiamo cele-brato l'Eucarestia, coronando la gior-nata con il più importante fra i mo-menti di intimità con Gesù.

Un abbraccio nel Signore alle so-relle della comunità Lella e Monicache ci hanno accompagnato e soste-nuto in questa esperienza, ma so-prattutto grazie per la loro testimo-nianza di amore fraterno, e amicizia,in loro abbiamo visto la gioia nella pie-nezza di una vita spesa solo per il Si-gnore.

Franco Treccani - Gruppo "Sion"del Rinnovamento nello Spirito diCarpendolo.

Trekking sui monti di Dio

Nei giorni 24/25 settembre 2011un pullman messo a disposizionedall’Ass. Liberacion ha raccolto ungruppo di persone per parteciparealla “Marcia per la Pace Perugia-Assisi”.

Queste le considerazioni deidue partecipanti più giovani Chri-stian e Jacopo: “È stata un’espe-rienza faticosa ma, quando siamoarrivati, la soddisfazione di essereriusciti a camminare per tutti quei

chilometri ha prevalso sulla stan-chezza. Intorno a noi la gente can-tava, era felice e si respirava un cli-ma di festa. Una volta concluso ilnostro percorso abbiamo potutovisitare alcuni dei luoghi dove S.Francesco ha vissuto ed operato.È stata un’esperienza molto emo-zionante soprattutto perché tuttinoi, anche se diversi per moltiaspetti, eravamo uniti da un senti-mento comune: la voglia di PACE”.

Marcia della pace

Quanti pani avete?...andate a vedere!

Dopo l’esperienza del Grest Battibaleno abbiamo propo-sto alcuni giorni di villeggiatura in montagna. Abbiamo re-spirato un’aria nuova e soprattutto vissuti alcuni giorni lon-tano da casa con i nostri amici… Giorno per giorno è emer-so il significato del pane attraverso la scoperta degli ele-menti che lo compongono fino ad arrivare a vedere in Gesùil Pane della Vita vera, che nutre i sogni più belli e le sceltepiù grandi. Riflessioni, giochi e ambientazioni fantastiche,preghiere, celebrazioni che rimandando ai Sacramenti del-l’Iniziazione Cristiana hanno dato significato al cammino difede vissuto durante l’anno. L’esperienza nella casa di Sta-dolina, recentemente pitturata a nuovo das alcuni volontari,è stata il luogo ideale per vivere insieme questo sogno.

AL BAR RITROVO da tre anni ormai c’è la possibi-lità di vedere tutte le gare di campionato di Juventus,Inter, Milan, Roma, Napoli, Lazio, Genoa, Bari, Fio-rentina, Palermo, Brescia e Bologna, tutta la UefaChampions League e, solo su Premium Calcio, inesclusiva, tutta l'Europa League e il Campionato delMondo per club.

Inoltre, Diretta Premium, Diretta Champions Lea-gue e Premium Calcio. Anche queste possono essereoccasioni per incontrarci e passare insieme seratesportivamente interessanti… inoltre, se desideri, po-tresti aiutarci come volontario/a al Ritrovo per i turnidel Bar… ti aspettiamo.

Iniziativein teatro e in Oratorio:

CastelloOTTOBRE11 2-11-2011 9:29 Pagina 13

ILCASTELLO 14

In data 02/10/2011 si e' tenuto il rito di presentazionedei cresimandi alla Comunità Parrocchiale, sono 85 iragazzi che in data 20 Novembre 2011 riceveranno iSacramenti della Cresima e dell'Eucarestia dal Vesco-vo. Da tempo questi ragazzi, hanno intrapreso il cam-mino di Iniziazione Cristiana e attraverso questo nuovorito di passaggio, hanno manifestato la volontà di conti-nuare a conoscere Gesù Cristo; così come i genitoriche hanno dimostrato il desiderio sincero di affiancare iloro figli dandone l'esempio, riscontrato della parteci-pazione attiva ai vari incontri . Noi catechisti abbiamoespresso il nostro assenso all'ammissione ai Sacra-menti confidando nell'opera della grazia divina, inquanto è proprio confidando nello Spirito Santo, chepossiamo garantirgli che il Signore sarà sempre prontoad accoglierli nel suo cuore. E' altrettanto un impegnoper tutta la Comunità che ha assistito a questo rito, con-tinuare ad affiancarli con la preghiera. Confidiamo nelvostro aiuto. (le catechiste)

1 - GR. BETLEMME: 6 incontri annuali, come da ca-lendario e cammino differenziato di A.C. tutte le do-meniche mattina, dopo la S. Messa delle 9.452 - GR. NAZARETH: il catechismo si svolge la dome-niche mattina dopo la S. Messa delle 9.45e cammino differenziato di A.C.3 - GR. CAFARNAO: il catechismo si svolge la dome-niche mattina dopo la S. Messa delle 9.45e cammino differenziato di A.C.4 - GR. GERUSALEMME: il catechismo si svolge la

domeniche mattina dopo la S. Messa delle 9.45e cammino differenziato di A.C.5 - GR. EMMAUS: il catechismo si svolge la domeni-che mattina alle 9.45, a seguire la S. Messa delle11.00 e cammino differenziato di A.C.6 - GR. ANTIOCHIA: il catechismo si svolge la dome-niche mattina alle 9.45, a seguire la S. Messa delle11.00 e cammino differenziato di A.C.GR. CRESIMANDI: e cammino differenziato di A.C.

CAMMINI POST CRESIMA:GR. 2 MEDIA: gli incontri si svolgono il lunedì dalle15.30 alle 16.30 - e cammino di A.C.GR. ADOLESCENTI: gli incontri si svolgono il venerdìdalle 20.30 alle 21.30 - e cammino di A.C.GR. GIOVANI: gli incontri si svolgono il lunedì (1 voltaal mese) dalle 20.30 alle 21.30 - e cammino di A.C.GR. ADULTI DI AZIONE CATTOLICA: gli incontri sisvolgono il mercoledì (1 volta al mese) dalle 20.30 alle21.30. E’ appena iniziato… daremo le comunicazionidi volta in volta in Chiesa.

Gruppi di catechismo,orari e catechisti

Gruppo cresimandiPellegrinaggio alla Cattedrale

ICFR 6 - Gruppo Emmaus

Sabato 29 ottobre noiragazzi di terza mediacon i nostri catechisti econ don Gianluca ab-biamo vissuto un pelle-grinaggio alla Cattedra-le di Brescia “per cono-scere e vivere il legame con il nostro Vescovo”.

Accompagnati da don Federico abbiamo visitato ilDuomo Vecchio. Abbiamo parlato della storia e del si-gnificato anche storico che ha avuto il duomo per la no-stra diocesi. Abbiamo scoperto che la fede a Brescia ègiunta in epoche antichissime, grazie ai santi Filastrio eGaudenzio. In seguito abbiamo visitato anche il DuomoNuovo e pregato vicino alla cattedra del Vescovo. Ab-biamo visto anche il monumento a Paolo VI e scopertoche il papa bresciano indica a noi il valore ed il pregiodell’Eucaristia! Un buon inizio per riscoprire e conosce-re l’apostolicità della nostra fede.Grazie a tutti !

Anche quest’anno migliaia di giovani provenienti datutto il mondo hanno colto con entusiasmo l’invito delSanto Padre a partecipare alla Giornata mondiale del-la gioventù svoltasi a Madrid, durante la quale è statoribadito che cosa dobbiamo fare per raggiungere ilcentuplo e la vita eterna:essere radicati in Cristo e sal-di nell’amore. Siamo arrivati all’aeroporto di CuatroVientos in tarda mattinata, sotto il sole cocente dellaSpagna, tra le strade affollate di Madrid e con un saccoa pelo ormai sgualcito. Le bandiere colorate avevanopreso il posto delle nuvole e in ogni tratto di strada sipoteva ascoltare la pronuncia di una lingua diversa.Siamo giunti a Madrid da ogni angolo del pianeta por-tando con noi le nostre culture e le nostre abitudini etutti desiderosi di incontrare il successore di Colui cheha che ha tolto l’estraneità tra gli uomini.Nei giorni pre-cedenti avevamo partecipato alle catechesi e aveva-mo visitato la città: eravamo un po’ turisti e un po’pelle-grini. Ma quel giorno, l’effetiva giornata mondiale dellagioventù, ci sentivamo solo pellegrini in cammino, gliultimi di un’infinita catena di uomini che nel corso dellastoria hanno lasciato le proprie case per seguire l’ecodi una domanda e trovare delle risposte. Nel bel mez-zo dell’era del relativismo dove tutto sembra essereverità e menzogna, dove la tradizione è guardata consospetto e il pessimismo dilagante, due milioni di gio-vani si sono rivolti al Papa. Volevano chiedergli se c’èancora motivo di credere, sperare e amare. E la rispo-sta non si è fatta attendere. Ci è letteralmente piovutadal cielo.

La Veglia di preghiera è cominciata la sera, facevafresco ed eravamo tutti in piedi nell’immenso aereo-porto, pronti a trascorrere la notte sotto le stelle.Ma c’èil solito imprevisto che l’efficace organizzazione uma-na non può controllare. Un’esercito di nuvoloni neri si

Rivoltiallo stesso Cielo

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 14

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Dopo i grandi successi del Varietà Musicale 1, 2 e 3 il grup-po dei genitori dell’Oratorio si sta organizzando per intratte-nerci con un’altra serata dedicata alla scuola. La pressanterichiesta nel realizzare un nuovo spettacolo porta a pensaredi salire sul palco con una nuova serata di sano divertimento.Siete pertanto tutti invitati SABATO 3 DICEMEBRE, alle ore20.30 presso il Teatro Parrocchiale Paolo VI, per vivere insie-me questo nuovo momento il cui ricavato sarà devoluto, co-me già in precedenza, per il nostro Oratorio.

Varietà musicale 4...Evviva la scuola!

Sabato 10 dicembre alle ore 20.30, presso il Teatro Par-rocchiale Paolo VI, siete tutti invitati a vivere una serata in fa-miglia con il gioco della tombola. Questa serata, come giàaltre vissute in precedenza, vuole essere un’opportunità perstare insieme: genitori e figli, nonne e nonni, zie e zii… pergiocare ed intrattenerci serenamente sfidando la fortuna!Durante la serata, inoltre, sarà presente un simpatico presti-giatore che ci intratterrà con numeri e giochi di prestigio.L’in-casso sarà devoluto interamente per l’Oratorio… i premi in-vece rimarranno ai più fortunati.Vi aspettiamo numerosi!!!

Tombolata in Oratorio

Il Grande Grest a Carpenedolo ha avuto un’appendicemolto interessante: l’English Grest, un’iniziativa moltoapprezzata nata tra la collaborazione della Parrocchia,l’Amministrazione Comunale e la Prof.ssa Nadia Zanac-chi che si è svolta nei locali dell’Oratorio S. Filippo Neridal 29 agosto al 9 settembre. Il progetto “City Camp” na-sce dall’idea di avvicinare gli studenti allo studio della lin-gua inglese attraverso un approccio didattico e ricreativo,in un ambiente famigliare, protetto e non lontano da ca-sa. In questo modo i ragazzi si trovano coinvolti in un’e-sperienza di reale comunicazione abbinata ad esperien-ze pratiche e non esclusivamente “scolastiche”. (m.f)

English Grest a Carpenedolo

avvicina minaccioso, il vento alza le tende (per queipochi che le avevano) e comincia a piovere. Non chesia strano essere colti a sorpresa dalla pioggia, ma sa-pere che non c’è alcun riparo se non i propri vestiti eche ad attenderci c’è una notte intera…bè diciamo cheil brivido dell’avventura si fa sentire e vi assicuro che sipercepisce più il brivido che l’avventura!

I ragazzi cominciano ad agitarsi e il Papa è in evi-dente difficoltà tant’è che i suoi ministri lo sollecitano arinunciare e a tornarsene a casa prima di ammalarsi.Ma il Papa rifiuta e dice la frase più commovente chesia stata pronunciata da un’autorità negli ultimi tempi:se i giovani restano, resto anche io. Si è alzato e con ilvolto graffiato dal vento ha invitato tutti i giovani a pre-gare. In pochi istanti si è ripristinato l’ordine, abbiamorinunciato a cercare nello zaino l’ombrello dimenticato,abbiamo cominciato a pregare e il Papa ha esposto ilSantissimo. È calato il silenzio. Un silenzio sacro. Duemilioni di giovani di paesi diversi di fronte al Santissi-mo, sotto lo stesso temporale della vita, sotto la stessapioggia di dubbi e debolezze e con la stessa speranza.Ha smesso di piovere. Per quei dieci minuti non è sce-sa una lacrima dal cielo. ‘ Non lasciate che la pioggiaspenga la fiamma della vostra fede’ ha detto il Papa, eancora ‘ Se rimarrete nell’amore di Cristo, radicati nellafede, incontrerete, anche in mezzo a contrarietà e sof-ferenza, la fonte della gioia e dell’allegria […]che nes-suna avversità vi paralizzi!Non abbiate paura del mon-do, né del futuro, né della vostra debolezza’. Dopo nonaver rinunciato a niente di quel che doveva dirci se n’èandato. Ha piovuto ancora un po’ e io e mia sorella ab-biamo raccolto tutto il nostro spirito di sopravvivenza ela nostra creatività per crearci un semi-riparo e con deiteli e gli zaini ce l’abbiamo fatta. Ho pregato e mi sonoaddormentata. Mi sono svegliata presto: davanti a mela luna e a est il cielo cominciava a pennellarsi con i co-lori dell’alba, tutti’intorno il mondo in miniatura dormivae tra le braccia stringevo mia sorella.E Dio rideva, sod-disfatto del suo modo sempre sorprendente di dirci lecose. (Noemi Ferrari)

Musical per bambinie le loro famiglie

La CompagniaTeatrale dei Pica-ri, un gruppo diadolescenti ap-passionati di mu-sica, danza e re-ci tazione del laparrocchia di Fol-zano presenta ilMusical: La storia di Ercole.

E’ uno spettacolo pensato e realizzato per i bambinie le loro famiglie: metteremo in campo tutta la nostraenergia e la nostra voglia di fare per intrattenere e fardivertire il nostro pubblico...

Vi aspettiamo Sabato 12 novembre alle ore 20.45presso il Teatro parrocchiale di Carpenedolo, per di-vertirci insieme a chi ci guarda!

A conclusione di una sofferta gestazione a fine luglio havisto la luce la prima corrida degli adulti presso l’oratorio sanFilippo Neri. Dopo le sparuteadesioni della prima ora, quasiestorte, il numero dei parteci-panti si è allargato a macchiad'olio. Agli organizzatori è ve-nuto il dubbio che li avesseropresi per "X-factor". Si è tratta-to di un lieto evento vista la nu-merosa e calorosa partecipazione del pubblico divisosi tral’interno del gremito teatro e i cortili attigui poiché non c’eraposto sufficiente per tutti. I promotori sono contenti che laserata abbia richiamato così tante persone e sicuri che ilproblema del “sovraffollamento” sarà definitivamente supe-rato dopo la ormai prossima inaugurazione della sala poli-valente. Appuntamento all’estate prossima per un’altra pia-cevole serata? Gianni e Flavia

La Corrida degli adulti

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 15

“Il Castello” - Novembre 2011 - Aut. Trib. BS N. 13/94 del 14/5/94 - Direttore responsabile: Mons. Antonio FappaniDirezione e redazione: Parrocchia S. G. Battista V. Ventura, 1 Carpenedolo (BS) - Videoimpaginazione: GraficaCM - Bagnolo Mella (BS) - Stampa: Grafinpack - Calvisano (BS)

Eccoci qua: siamo i 380 ragazzi del Grest, tra cui 70 animatori, 24 educatori e 4 referenti per affrontare con gioia egrinta le tematiche di “Battibaleno, insegnaci a contare i nostri giorni"… Grazie a tutti coloro che ci hanno aiutato a vi-vere questa fantastica esperienza… ci siamo stretti un po’, ma quelli presenti il giorno della foto ci sono proprio tutti!

L’estate vissuta in un Battibaleno

CastelloOTTOBRE11 31-10-2011 10:55 Pagina 16