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Periodico della Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo Settembre 2017 n. 2 Il carisma, una perla preziosa

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Periodico della Congregazionedelle Suore di San Giuseppe di Cuneo

Settembre 2017 n. 2

Incontro Amici

Il carisma,una perla preziosa

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Editoriale

Questo numero di “Incontro Amici” desi-dera essere, in modo tutto speciale, una presenza “amica” per condividere qual-che momento del vissuto straordinario del nostro Capitolo generale dove, per la prima volta, la presenza dei laici è stata particolarmente significativa. La loro voce e quella delle suore che accompagnano i vari gruppi hanno fatto sentire il nostro carisma di comunione come una perla preziosa per noi e per tutti. Si è percepita l’urgenza della necessità di condividere questo dono, di conoscerlo, custodirlo, trovando insieme le strade per aiutarci ad essere donne e uomini di comunione, ognuno nella sua particolare vocazione e sensibilità.Il messaggio “In cammino con passi di gioia evangelica e di compassione”, con cui si è sintetizzato l’invito a percorrere in novità la tappa post-capitolare, è quello che vorremmo vivere insieme e che con fiducia ci consegniamo.

L’équipe della comunicazione

Alla maggior gloria di DioSommario

Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 3

Messaggio dal Capitolo generale

In cammino con passi di gioia evangelicae di compassione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 4

Dal Capitolo generale

Un viaggio, un sussulto, un canto . . . . . . . . . . . . p. 6

XXXIII Capitolo generale . . . . . . . . . . . . . . . . p. 8

Alcuni flash . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 9

Auguri dei Laici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 12

Notizie... dalle nostre comunità

Immigrazione interculture accoglienza . . . . . . . . . p. 13

Dal Camerun: esperienze vissute dalle nostre sorelle . . p. 16

Dalla Repubblica Democratica del Congo . . . . . . . p. 17

Amazzonia - una nuova missione . . . . . . . . . . . . p. 18

Spazio giovani

Dalla Calabria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 19

Dalla Sorgente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 20

Semi di Comunione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 22

Appuntamenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 26

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Messaggio dal Capitolo generaleMessaggio dal Capitolo generale

Carissime Sorelle,carissimi Laici nel Piccolo Disegno,vi raggiungiamo al termine di quest’im-portante tappa del cammino della no-stra famiglia religiosa. Sentiamo che il XXXIII Capitolo generale, vissuto a Vi-coforte (Cuneo) sotto la custodia di Ma-ria, qui invocata con il titolo di Regina Montis Regalis, è stato accompagnato e vissuto, in vario modo, da tutte voi Sorelle ed è stato segnato anche dal-la partecipazione di voi Laici, che avete condiviso, in alcuni momenti, la ricchez-za della spiritualità del Piccolo Disegno, apportando un contributo di vita e di riflessione, secondo la vostra specifica vocazione.

La Parola di Dio, in particolare l’icona biblica della Visitazione, ha continuato ad accompagnarci e a farci guardare al futuro con fiducia. Desideriamo ora rendervi partecipi di quanto abbiamo vissuto in questo in-tenso lavoro di discernimento comune che ci ha condotte a decidere i passi nuovi che la fedeltà al Vangelo, al cari-sma di comunione e all’uomo di oggi ci hanno fatto vedere.L’incontro tra noi, Sorelle provenienti dall’Europa, dall’Africa e dall’America Latina, ci ha permesso di vivere una bel-la ed esigente esperienza di intercultu-ralità che si è espressa nella varietà del-le lingue, nei differenti modi di pregare

IN CAMMINO CON PASSI DI GIOIA EVANGELICAE DI COMPASSIONE

e di animare la liturgia e nella diversità degli apporti a partire dalle rispettive culture e realtà di provenienza. Tutto questo ci ha allenate all’ascolto pazien-te, ad accettare e valorizzare le nostre diversità, ad assumere le situazioni e le problemati-che altrui e a cercare insieme i percorsi possibili per essere testimoni della gioia del Van-gelo e strumenti di compassio-ne nei nostri luoghi di vita e di missione. Fratel Enzo Biemmi, religioso della Congregazione dei Fra-telli della Sacra Famiglia, nelle varie fasi del Capitolo, ci ha permesso di lavorare in un clima di fiducia e di vivere sotto lo sguardo del Signore anche i momenti più impegnativi. La nostra presenza alla celebrazione del bicentenario della diocesi di Cuneo, che ha avuto luogo il 16 luglio, ci ha aiutato a fare memoria delle nostre origini e a riconoscere quanto la Congregazione sia stata parte viva di questo cammino di Chiesa.Tutte noi abbiamo vissuto con gioia e gratitudine l’incontro con la comunità

Tavola rotonda con alcuni laici del Piccolo Disegno e suore referenti dei gruppi, insieme alle sorelle capitolari.

monastica di Bose (Biella) durante la giornata di ‘distensione’ del 23 luglio. La ricca esperienza di questa comu-nità di monaci e monache, cristiani di confessioni diverse, ci ha fatto gustare la bellezza della ricerca di Dio nell’ob-bedienza al Vangelo e nella comunione fraterna. Terminiamo il Capitolo con questo mes-saggio indirizzato a tutti voi, Sorelle e Laici nel Piccolo Disegno. Portiamo in cuore e desideriamo rendervi parte-cipi dell’invito che noi stesse, Sorelle capitolari, abbiamo percepito come fondamentale per il momento presen-

te della nostra famiglia religiosa: rinnovare una sincera e auten-tica alleanza con Dio, tra noi in Congregazione e con voi Laici, per la missione di comunione. È questo il nostro augurio che si fa preghiera. Ci mettiamo in cammino con passi di gioia e di compassione, sostenendoci a vicenda, con la forza che ci viene dal Vangelo e dal carisma.Un cordiale saluto da noi tutte!

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Dal Capitolo generaleDal Capitolo generale

UN VIAGGIO, UN SUSSULTO, UN CANTOLa vita assomiglia ad un viaggio, il cuore è teso ad un sussulto di gioia, di felicità e il canto esprime una pienezza che può solo venire da dentro. Si viag-gia per gioire e per annunciare questa gioia.Da qui anche la felice intuizione del logo del ca-pitolo: tutte di Dio e del pros-simo. Testimoni della gioia, de-boli strumenti di compassione nelle fragilità umane. Le due donne diventano un tutt’uno in un comune sogno e destino. Ma-ria viaggia verso Elisabetta e il suo viaggio as-somiglia a quel-lo dell’angelo, infatti nella narrazione dell’annunciazione troviamo lo stesso schema. Un viaggio a ritroso dalla Ga-lilea alla Giudea. Maria entra e saluta come l’angelo. Il luogo dell’incontro è la casa del sacerdote, valore simbolico con portata teologica. Porta una voce e porta la vita e cambia radicalmente la funzione del sacerdote. Il tempio è lei e la vita vera viene dal suo grembo, il luogo della presenza di Dio non è più solo il tempio, ma la casa.

La casa si riempie di un ‘sussulto’. Gio-vanni esulta nel grembo della madre. Per noi questo diventa un segno neces-

sario alla fede: l’incontro con Cristo trova la sua pienezza nel sussulto dell’a-more che trapas-sa la razionalità e incide nel pro-fondo del cuore. Il regno di Dio si abita dentro una passione, il Van-gelo si annuncia spinti da sussulti di gioia, Cristo si cerca attratti da un desiderio profondo, l’a-more si conosce nell’abbraccio di chi si dona. Dalla bocca di Elisabetta sca-turisce una be-nedizione: ele-

mento dello stupore e della grandezza dell’evento. Non possiamo dimenticare le grandi benedizioni bibliche che sca-turiscono da grandi imprese. Abramo salva Lot e riceve la benedizione di Melchisedek perché è stato generoso e non ha voluto compensi dal re. Maria assomiglia ad Abramo, citato nel canto del Magnificat e Elisabetta assomiglia a Melchisedek, sacerdozio misterioso estraneo ad ogni autorità ereditaria. Giuditta, che simboleggia la sapienza

di Israele, sconfigge Oloferne, libera il suo popolo e riceve dal popolo la be-nedizione.Ma qual è la novità di questa benedi-zione? Se Abramo e Giuditta ricevono benedizione è perché c’è una vittoria su una guerra tra popoli o tra una città e i suoi nemici. Quella su Maria è una be-nedizione che non proviene da vittoria bellica, ma da un annuncio portato ai poveri. Giuditta ha usato il suo corpo impugnando una spada, Maria usa il grembo inerme che lievita un figlio. Dio salva con la debole carne degli umili! Da qui la beatitudine: è la gioia della fede non più legata a dovere, precet-to, tradizione, ma piacere e meraviglia. Maria ha creduto e quindi è lei il vero tempio in contrasto con il sacerdote del tempio Zaccaria reso muto dalla sua pretesa di conoscere Dio.L’anima va dilatata perché non c’è po-sto per tanta pienezza, qui Maria di-venta Israele e lei si definisce “serva” esattamente come Israele “suo servo” al termine del canto. In lei c’è il partner dell’alleanza e della promessa, ciò che si compie in lei appartiene a tutto il po-polo. Non c’è più bisogno del tempio

(infatti nella morte di Cristo si squarcia il velo). Un canto di fede e di visione, un concerto di forza, speranza e meraviglia che arriva dritto agli orecchi di Gesù e sembra dargli suggerimento per il suo primo discorso nella sinagoga di Naza-reth. “Lo spirito del Signore è su di me e mi ha mandato ad annunziare ai po-veri un lieto messaggio.” Gesù impara da sua madre, ella gli imprime il codice genetico, il carattere essenziale della fede cristiana: la buona novella è per i servi, gli umili, gli affamati. Questa don-na annuncerà ciò che poi la comunità cristiana si troverà a vivere per azione dello Spirito e che noi conosciamo dal-la bocca di Paolo: “Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede, siamo invece collaboratori della vostra gioia.” (2 Cor 1,24)Le sette azioni di Dio nel Magnificat sono la pienezza dell’amore e il compi-mento di una promessa fedele. Sareb-be così bello se anche tutti noi fossimo capaci di srotolare le sette azioni di Dio sulla vita della Congregazione, ricono-scendo i tratti del nostro carisma con cui Dio ha davvero benedetto il mondo!

Suor Rosanna Gerbino

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XXXIII CAPITOLO GENERALEDELLE SUORE DI SAN GIUSEPPE

ALCUNI FLASH DAL CAPITOLO GENERALE

L’assemblea capitolare delle Suore di San Giuseppe di Cuneo ha eletto suor Gem-ma Gastaldi come Superiora generale, per il prossimo sessennio 2017-2023, nel XXXIII Capitolo generale riunito nella Casa di Spiri-tualità “Regina Montis Regalis” di Vicoforte – Mondovì, dal 13 al 30 luglio 2017. Guiderà per i prossimi sei anni la Congregazione che opera in Europa (Italia, Svizzera e Romania), in Africa (Repubblica Democratica del Con-go, Camerun), in America Latina (Argentina e

Brasile), e sostituisce Madre Maria Nives Chialva. Unite alla neo-eletta Superiora generale, le sorelle capitolari condivi-dono i loro intensi sentimenti di ricono-scenza a Madre Ma-ria Nives Chialva per il prezioso e instan-cabile servizio che

ha svolto in questi sei anni con tanto amore e dedizione.Madre Gemma Gastaldi è nata a Boves nel 1950, ha lavorato nella pastorale e nella cate-chesi a Basilea (Svizzera) e per diversi anni è stata educatrice e responsabile del Collegio Immacolata a Cuneo; in seguito si è dedica-ta all’insegnamento della religione cattolica nella scuola statale “A. Bonelli” di Cuneo; dal 2005 è membro del consiglio generale della Congregazione. Il Capitolo ha eletto anche il nuovo Consi-glio per i prossimi sei anni: suor Esterina M. Franchino, suor Lucia Gallo, nominata anche vicaria generale, suor Wivine Mboma e suor Marina Lamberti, suor Rita Di Vora riconfer-mata economa generale. Per la prima volta le suore di San Giuseppe hanno nel Governo generale una consigliera proveniente dalla

Delegazione Africa. Questa novità storica per la nostra famiglia religiosa è stata accolta da tutte con gioia e speranza per la ricchezza interculturale che siamo chiamate ad acco-gliere e a vivere. Alla luce delle decisioni capitolari, il nuovo Governo generale avrà il compito di guidare la Congregazione in comunione con la Chie-sa e in ascolto delle istanze del mondo di oggi, secondo l’intuizione profetica del no-stro Fondatore padre Jean Pierre Médaille, gesuita. Stimolate dal tema che ha guidato il capitolo “Tutte di Dio e del caro prossimo. Testimoni della gioia del Vangelo, deboli strumenti di compassione nelle fragilità umane” e su cui si sono incentrate le nostre riflessioni, affidia-mo al Signore il nuovo cammino della Con-gregazione, nella fiducia che siamo nelle Sue mani per la missione di comunione che ci è riconsegnata e chiede la nostra collaborazio-ne.

Suor Maria Rosa e suor M. Esterina

In vista del XXXIII Capitolo Generale delle Suore di san Giuseppe di Cuneo il Gruppo Famiglie e i membri attivi dell’Associazio-ne PODUL di Basilea così si sono espressi riguardo alla diffusione del carisma ai laici, chiedendoci, attraverso alcuni suggerimenti, di «continuare la collaborazione con i laici; intensificare il loro coinvolgimento in attività e in opere di bene (“Non abbiate timore a chiedere”):- Continuare a fare formazione per i laici.- Programmare un incontro per i laici del

Piccolo Disegno, se possibile, anche in Svizzera (Basilea/Berna?).

- Porre una speciale attenzione al feno-meno dei rifugiati: fare accoglienza, dare ospitalità, insegnare la lingua, ecc. Se possibile, utilizzare alcuni edifici, dando-li in gestione a organizzazioni umanitarie disposte a collaborare con voi.

Difficile darvi consigli perché fate già tantissi-mo e spargete semi di vita che portano frutti molto buoni. Siete, come dico sempre, del-le "Api laboriose" e noi tutti vi vogliamo un gran bene. Molte delle attività che a Basilea portiamo avanti sono frutto della vostra testi-monianza e dei vostri insegnamenti.Preghiamo lo Spirito del Signore che illumi-ni le vostre menti, vi guidi alle scelte giuste, vi sorregga, vi dia il coraggio di misurare le proprie forze e di saper accettare anche l'i-

Da sinistra: suor Lucia Gallo, suor Rita Di Vora,madre Gemma Gastaldi, suor Esterina M. Franchino,

suor Wivine Mboma, suor Marina Lamberti

dea di un cambiamento; pensiamo alla crisi di vocazioni, ma anche a una crescita del vo-lontariato composto dai numerosi laici che, guidati dalla gioia del Vangelo, come dice Papa Francesco, vivono il loro essere cristiani mettendo a frutto i propri talenti.Noi laici però abbiamo bisogno di "Guide" capaci di parole e di testimonianze, come sa-pete fare molto bene voi.Vi accompagniamo con la nostra preghiera e con tutto il nostro profondo affetto».

Carmelina Elia Ballarino

UN ARRICCHIMENTO VICENDEVOLE Pensando al vostro Capitolo generale e al desiderio di condividere il vostro carisma con noi laici, sono sempre più convinta che laici e consacrati devono camminare insieme, perché è un arricchimento vicendevole. Al ri-guardo, il Fondatore padre Médaille aveva visto lontano, già allora. Queste coincidenze e il tutto nell’insieme mi fa cogliere quasi una sintonia con papa Francesco. Lo dico da in-competente - perdonate il termine -: padre Médaille e il papa, entrambi gesuiti, cammi-nano a braccetto con gli stessi carismi, “far-si pane spezzato”. L’accoglienza è lasciarsi trasformare dallo Spirito Santo, questo mi fa ritornare alla mente i nostri incontri. Sono un

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arricchimento interiore “infinito”, anche per fare la mamma e insegnare ai miei figli l’im-portanza del vangelo, dell’Eucarestia e farsi pane spezzato per gli altri, senza avere paura del giudizio degli altri. Grazie!

Debora

ECHI DI RITORNO DALLA GIORNATA PRE-CAPITOLARE CON I LAICIUn aspetto del carisma di padre Médaille che vorremmo incarnare è viverlo nell’essere un dono per l’altro, cioè farne dono. Quello che ci è molto piaciu-to è il constatare che è un carisma per tutti.Bello sapere che il ca-risma è un dono per tutti, che le Massi-me, lasciate da padre Médaille, non sono solo per le suore ma anche per noi laici. Queste ci aiutano a vivere nella quotidia-nità la relazione fami-liare e il rapporto con i figli.Fare comunione con i laici dà molto alle suo-re. Deve cambiare un po’ questa mentalità: che siamo solo noi suore che diamo ai laici!Suor Enrica Moia ci ha fatto gustare il ‘Picco-lo Disegno’ come un carisma per tutti. Molto ricca, per me, l’immagine del pane spezzato per tutti; c’erano le mani di tutti: delle suore, dei laici, di tutti… Questa esperienza è molto ricca ma ci manca ancora. Da noi nel Con-go mancano ancora le mani dei laici. Questa giornata ci dà lo slancio di fare il passo per l’altra mano che ci manca.È molto importante essere laici alla ricerca, perché si sente il bisogno in Congregazio-ne di avere delle indicazioni anche da parte dei laici su come calare concretamente, nel-le proprie realtà, il carisma. Un altro aspetto

che ci ha colpiti è l’immagine, presentata da suor Enrica Moia, del carisma che sta tra Ba-bele e Pentecoste. Inoltre, anche il fatto di non avere fretta di istituzionalizzare; lo Spi-rito è vento, è movimento. Occorre ancora tempo lungo e pazienza per ascoltarci, per cambiare mentalità.Da quando ho conosciuto le suore giuseppi-ne ho fatto un cammino eccezionale! Voglio solo dire un grazie enorme per tutto quello che mi hanno insegnato.

Sono laica del ‘Piccolo Disegno’, ho sentito parlare del carisma sempre, ma oggi ho scoperto una novità. Sempre pensavo che il carisma fosse una cosa un po’ distante. Suor Enri-ca Moia mi ha acceso una lampadina: che il carisma è dei cuori semplici, che mi è stato donato e, perciò, mi appartiene. Questa scoperta è molto seria e importante per me. È un dono che appartiene alle cose piccole. Allo-ra ho scoperto che Dio valuta le cose piccole. Sentirmi parte di questo cari-sma, che appartiene alle cose piccole, sento di contribuire alla storia di Dio in ognuno.

LA PAROLA ALLE SUORE COORDINA-TRICI DEI GRUPPI LAICI P.D.La tavola rotonda con le suore che accom-pagnano i vari gruppi dei laici si è svolta alla presenza delle capitolari alla luce della do-manda: "In base a quanto stai facendo e a quanto hai ascoltato nella giornata pre-capi-tolare con i Laici, cosa senti importante che il Capitolo e il Consiglio generale portino avanti per la diffusione del carisma ai Laici?".In sintesi le risposte. - Il carisma del fondatore non deve esse-

re conservato con gelosia. Il carisma è un dono per la Chiesa e per il mondo.

- Opportuna l’apertura offerta ai laici di esprimere il loro parere e dedicare loro una giornata in vista del Capitolo.

- Essere aperte alle sollecitudini della Chie-sa e del mondo a questo riguardo.

- Essere disposte a percorrere cammini nuovi. La storia farà il suo corso. A noi l’a-pertura di far vivere il carisma tra laici e con laici.

- Custodire l’ideale: “Tutte di Dio e del caro prossimo”.

- Accrescere l’impegno e lo zelo per far fruttificare il talento del carisma e conse-gnarlo sempre più bello e luminoso alle nuove generazioni.

- Trasmettere il dono del carisma, anche come comunità, chiede a noi suore prima di tutto di approfondirlo, viverlo, testimo-niarlo.

- Porsi con gioia e positività con le persone che incontriamo e con cui si collabora.

- Fare rete con le altre Congregazioni di san Giuseppe.

- Promuovere incontri e scambi tra i diversi gruppi.

- Fondamentale è un rapporto di comple-mentarietà, nella certezza che la propria identità si rafforza nello scambio: ciascu-na forma di vita aiuta l’altra, senza cadere in confusioni improprie.

- Continuare a dare l’opportunità a chi lo desidera di approfondire il carisma.

- Rispettare il cammino di ogni gruppo ac-cogliendo il loro modo di accostarsi e vi-vere il carisma senza forzature e rigidità.

- Compiere un cammino di crescita e di conversione profonda per non impedire al carisma di portare la sua veridicità e fre-schezza.

- Continuare a riflettere sul nostro modo di vivere il carisma per poter testimoniare la gioia di possederlo.

- È urgente riflettere e incontrare vie per unificare, trasmettere e vivere la propria specificità in una collaborazione concreta.

- Delineare alcuni ambiti operativi comuni. Studiare modalità concrete di collabora-zione e servizio nella realtà di Congrega-zione.

- Curare la preghiera e il cammino di fede.- Dare la possibilità di conoscere i luoghi

dove è nato il carisma, organizzando un pellegrinaggio a Le Puy, Annecy...

- Ripensare e aiutare ad assumere il proprio impegno laicale oggi, nella Chiesa, nella società e nella famiglia per affrontare in-sieme le fatiche della ricerca e della fedel-tà.

- Individuare nuovi modi di incontro, infor-mazione e formazione comune con le lai-che e i laici della Federazione.

- Incaricare alcuni laici di pensare una for-ma di comunicazione e condivisione con le varie realtà laicali dei Paesi.

- Formare una équipe di laici e suore per concretizzare scelte e progetti.

- Delineare alcuni ambiti operativi comuni. Aprire canali di solidarietà, di comunione e partecipazione attiva.

- Riflettere su come raccontare il proprio carisma e accompagnare il percorso spi-rituale, evangelico in uno stile di incarna-zione.

Tutti, suore e laici, abbiamo di fronte grandi sfide per la storia e il cammino in cui siamo inseriti e per vivere il carisma. Diventa essen-ziale curare il primato di Dio, la centralità del-la Parola di Dio, l’Eucaristia, la vita fraterna condivisa, la scelta dei poveri, la multicultu-ralità, la partecipazione attiva dei laici.

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Dal Capitolo generale

AUGURI DEILAICI DEL PICCOLO DISEGNO

ALLA CONGREGAZIONE

• Non smarrisca il sogno della co-munione, annunci il vangelo dando esempio e testi-monianza di vita donata.• Possa sempre amare con passio-ne ed entusiasmo Gesù e far sentire concretamente a chi incontra che Dio vuole bene a ciascuno. Si lasci plasmare dalla Parola di Dio e gui-dare dallo Spirito nelle scelte più o meno difficili.• Rimanga forte e grande nell’umil-tà che accoglie, accompagna, si fa prossima a quanti hanno bisogno.• Siamo orfani di interiorità e la te-

stimonianza di una vita contemplati-va è ciò di cui abbiamo bisogno. • Auguro una primavera di sante vocazioni, così che possano questi ‘deboli strumenti’, essendo molti, continuare ad essere forza.• Sono tante le forme di fragilità umana e c’è un forte bisogno di per-sone capaci di vera compassione, di ascolto, di vicinanza. Questa missio-ne continui con la grazia, la forza e la

luce che il Signore dà a chi sceglie di seguirLo.• Cresca il legame fra le diverse espe-rienze che si por-tano avanti, colti-vando l’unione tra suore e laici. • Non mollate mai!

Notizie

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... DALLE NOSTRE COMUNITÀ

ITALIA

Nel mio impegno di ascolto e di accom-pagnamento al Servizio Migranti del-la diocesi di Torino sento la necessità di sostare, di ripensare al cammino fatto, agli incontri, ai volti di tante persone im-migrate con caratteristiche diverse, altre provenienze e culture. E’ come percepire il pulsare della vita di un nuovo popolo che fa il suo pellegrinaggio, il suo esodo. Sento di vivere da sorella, compagna di viaggio, in ascolto per ospitare lacrime e fatiche, tentando di animare la speranza, di sostenere difficili inserimenti; sono don-ne, uomini, giovani, bambini giunti tra noi, spinti, costretti da guerre, fame, sfrutta-mento, ingordigia di popoli ricchi, mancan-za di umanità. Le parole chiave, che tentiamo di tradurre in impegno quotidiano al Servizio Migranti, sono: accoglienza, dialogo interculturale, incontro, comunione e fraternità, cambia-mento, con tutti gli altri obiettivi e oppor-tunità per tutelare i diritti di ogni persona o famiglia migrante, insieme alla promozione della cittadinanza responsabile di tutti. Abbiamo vissuto esperienze significative, come la condivisione di cammini diver-

IMMIGRAZIONE INTERCULTURE ACCOGLIENZA

si verso l’unico Dio, nella conclusione del mese del “Ramadan” per i mussulmani, celebrato con preghiera, mensa e festa. Questo è l’avvicinarsi che il Dio della vita e della comunione indica e insegna a tutti i suoi figli. Insieme possiamo far crescere l’accoglienza, la passione per la diversità come ricchezza, dono reciproco, perché tutti siamo in cammino, abitanti di quel terreno solcato di nostalgia per ciò che abbiamo lasciato e di aneliti verso ciò che attendiamo. Ci aiutiamo a vivere dovunque come a casa, ma sentendoci sempre un po’ stranieri, in ricerca di un orizzonte che invita oltre, che impegna alla solidarietà, all’acco-glienza reciproca e ci fa camminare come fratelli e sorelle in umanità, come unico po-polo salvato. Mi abita una profonda gratitudine per que-sta missione affidatami, dove imparo e rice-vo molto dal coraggio, dalla fede di tante persone che vivono pesanti situazioni per-sonali e familiari, dallo stare al loro fianco prendendomene cura, nella comune ricerca del senso profondo del cammino e anche nel riscoprirci tutti un po’ assetati di divi-no.

Suor Lodovica Peirotti

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Editoriale Editoriale

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Tu sei la perla preziosa

che alla mia vita dá valore.

Per te lascio ogni cosa

e seguo te o mio Signore.

Voglio seguirti Signore

perché hai sedotto il mio cuore.

Voglio obbedirti Maestro,

il tuo volere con gioia farò.

Tu sei il tesoro più grande,

la vera fonte dell’amore.

Per te vendo ogni bene

e ti proclamo o mio Signore.

Voglio seguirti Signore…

Preghiera

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Notizie Notizie

Dal 1985 le nostre sorelle sono presenti in Camerun, invitate dal Vescovo Jacques de Bernon nella diocesi di Maroua-Moko-lo, nell’estremo nord del paese e luogo in cui i mussulmani sono numerosi. La coabi-tazione non è stata facile. Il cristianesimo si è diffuso nella regione, ma le altre reli-gioni detengono il potere in tutti i settori. Durante questi ultimi anni la setta islamica boko haram, residente in Nigeria, si è infil-trata lentamente lungo le frontiere, facen-do amicizia con i capi villaggi, offrendo loro somme di denaro per fare avanzare il loro progetto: destabilizzare il potere locale. Organizzarono strategie crudeli, massacrando coloro che non stavano ai loro progetti. Ci fu un grande rastrella-mento tra le persone straniere: francesi, italiani, cinesi, gente dei villaggi, autorità, per mantenere con il riscatto i loro piani bellici. Con saccheggi e imboscate si sono distrutti villaggi e impoverito terribilmen-te la popolazione. I mussulmani rifiutaro-no di collaborare con il nemico, anche se molti giovani, incantati dalle promesse di denaro, si arruolarono con i boko haram. I luoghi più popolati: mercati, chiese, mo-schee sono stati presi di mira. Attualmente le autorità politiche organiz-zano comitati di vigilanza nelle campagne e alle entrate dei villaggi e delle città. La tranquillità di certi periodi è stata solo ap-parente. I boko haram cambiano strategia sorprendendo la gente di notte nel son-no per rapire e indottrinare. Molta gente scompare o riappare per insanguinare e terrorizzare. Il governo continua a prepa-rare uomini per combattere, ma fatica a far fronte alle armi pesanti dei terroristi. Nelle nostre due comunità di Mora e di Salak corriamo seri rischi. Sentiamo però necessaria la nostra presenza a sostegno

AFRICA

DAL CAMERUN: ESPERIENZE VISSUTE DALLE NOSTRE SORELLE

DALLA REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO

della popolazione e della fede dei nostri cristiani. Affrontiamo insieme i pericoli e l’insicurezza appoggiate sulle parole di Gesù:” Beati i perseguitati per la giustizia. Beati voi quando vi insulteranno, vi per-seguiteranno, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate” (Mt. 5, 10-11). Serene e fi-duciose continuiamo la scolarizzazione, la formazione dei ragazzi e dei giovani e gli incontri con le famiglie.Tutto però si svolge sotto un costante e severo controllo per evitare che il nemi-co si infiltri nei nostri gruppi. Insieme si collabora per allontanare ogni pericolo. Le visite, le feste, le celebrazioni vengo-no ridotte all’essenziale e svolte in pieno giorno per motivi di sicurezza.

Suor Marie Mbwetshi

Ritornata in Camerun, mio paese nativo, dopo tre anni trascorsi a Roma per motivi di studio, mi ha colpita la presenza di mol-ti déplacés venuti a rifugiarsi a Mora.Vivono in piccole case, in maggioranza sotto le tende. E’ triste e fa male sapere che avevano la loro casa, il loro villaggio, la loro tranquillità e ora sono completa-mente senza sicurezza e una prospettiva di futuro. Ho capito la complessità dell’ac-caduto. Una cosa è sentir parlare da lon-tano, è ben diverso trovarti nella realtà dove la gente vive nella paura e comple-tamente indifesa. Quando c’è il sospet-to di qualche boko haram infiltrato, per precauzione si chiudono tutte le strade, il mercato e la gente sta in casa nascosta e aspetta l’ordine per uscire. All’inizio ho dovuto imparare a distinguere e ad affron-tare con coraggio i colpi mortali dei kami-kaze, sentiti anche a trenta chilometri di distanza, provocando il vibrare della casa

o della cappella. Anche il modo di viag-giare è cambiato, devi sempre presentare la tua carta di identità ad ogni posto di blocco. La comunità cristiana vive e conti-nua ad incontrarsi per l’Eucaristia, quando non ci sono pericoli. Prima di entrare in chiesa ci dobbiamo sottoporre al control-lo dei militari sempre presenti davanti alle chiese cattoliche, ai luoghi di culto prote-stanti e, il venerdì, davanti alle moschee dei mussulmani. Nonostante l’insicurezza e la precarietà, c’è vita e speranza di una vera pace.Le attività parrocchiali per i bambini e i giovani continuano. Le scuole sono aper-te con la collaborazione degli stessi alunni che, istruiti, non accettano cose da estra-nei e vigilano sulle persone non conosciu-te, avvertendo i responsabili della scuola.Ciò che mi aiuta e mi sostiene è la pre-senza delle consorelle e la preghiera di

Il 19 agosto 2017 insieme alla Delegazio-ne Africa con gioia abbiamo ringraziato il Signore per la prima professione di Régi-ne Mutoba, Christelle Modandi, Rachele Bupay, Liliane Amossi, Adeline Madidi. A ciascuna di loro facciamo ancora i nostri migliori auguri perché l’amore per Gesù, il Signore, cresca sempre di più e si riversi in servizio verso i fratelli più poveri.

tutta la Congregazione. Vivo fidandomi e appoggiandomi al coraggio e alla testi-monianza di tanti cristiani semplici pronti a tutto pur di non tradire la loro fede in Gesù.

Suor Justine Souké

Il 26 agosto 2017 la nostra gioia è stata ancora più grande per la professione per-petua di suor Anne Adingisi, suor Ange Mungulu, suor Emérance Mulesima che abbiamo conosciuto; anche a loro il no-stro augurio perché possano vivere il van-gelo con la sfumatura del nostro carisma che ci impegna alla duplice unione totale con Dio e con il prossimo. Per queste oc-casioni ci siamo unite a loro con la nostra preghiera di adorazione; è stato un modo per partecipare più da vicino alla gioia di queste nostre sorelle più giovani.

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Notizie

BRASILE

AMAZZONIA - UNA NUOVA MISSIONE

Da pochi mesi condivido la missione con due suore di S. Giuseppe della Federa-zione italiana, a Boa Vista de Cuçari, nel-la grande area pastorale di Santa Maria Madre di Dio, con le sue 44 comunità ecclesiali, situate in maggioranza lungo i numerosi fiumi che generosamente ba-gnano questo immenso territorio della bassa Amazzonia.Sono in fase di inserimento in questa nuova realtà missionaria per conoscere e incontrare la gente che qui vive, in pre-valenza di origine indigena, portatori di una cultura molto diversa dalla nostra, con costumi, tradizioni e valori propri; per tutte noi si tratta di una grande ricchezza e di una grossa sfida. È un popolo buono, tranquillo, accogliente, profondamente solidale e generoso; amante del creato, vive ancora in sintonia con la natura, ri-spettandone ritmi ed esigenze; un po-polo soprattutto religioso, affidato alla Provvidenza. La visita alle comunità, ac-compagnando i catechisti, o le occasioni della celebrazione della Messa, due o tre volte all’anno nelle piccole comunità, mi permettono di entrare in questo nuovo mondo, con le sue bellezze e conoscere da vicino tante realtà con le loro proble-matiche. Qui la gente lavora con la mandioca, ma sopravvive soprattutto per la pesca. La regione è ricca di pesci con più di trecen-to qualità. Sono 450 i pescatori registrati, organizzati attraverso la "colonia di Pe-scatori" e in questo periodo di piracema, fase della riproduzione che coincide con la riduzione dell’acqua nei fiumi, lavorano 24 ore su 24. I numerosi pesci migrano dal lago per raggiungere le grandi acque

del fiume delle Amazzoni e tonnellate di pesci cadono facili prede nelle reti dei pe-scatori. Questa enorme quantità di pesca è venduta alle grandi imprese frigorifere del Pará, arricchendo naturalmente i ric-chi proprietari, a scapito, come sempre, di chi lavora duramente.La diocesi accompagna le numerose co-lonie di pescatori attraverso un lavoro di coscientizzazione e di organizzazione, ma è molto difficile capovolgere e trasforma-re la situazione per vivere la giustizia e lo spirito di condivisione.Come comunità siamo attente alle fami-glie più povere, prive delle condizioni per poter comprare la minima struttura necessaria per la pesca; la distanza dalla città rende tutto molto costoso. Coscienti che è meglio dare l’amo per pescare, che il pesce, cerchiamo di offrire un aiuto per provvedere: l’amo, le reti, la canoa, l’o-lio per il motore, grazie alla solidarietà di tanti fratelli che sostengono questi piccoli ma preziosi progetti di vita.Unita a questa comunità ecclesiale e reli-giosa ringrazio di cuore le tante persone che condividono la nostra missione.Con riconoscenza!

Suor Anna Clara

Spazio giovani

Vogliamo condividere con voi un’espe-rienza di vita della comunità di Rombio-lo, che ha come protagonisti circa 200 tra giovani, ragazzi e bambini, con la guida dell’équipe di animatori responsabile del coordinamento: una settimana di GREST (GRuppo ESTivo) che si realizza ogni anno a fine agosto, occasione di incontro e di crescita che coinvolge le famiglie e il pa-ese.

Suor Rosanna e suor Elvira

LA PAROLA AI GIOVANIMolte volte ci viene chiesto di parlare di Grest; seppur possa sembrare una doman-da banale, in realtà ci pone di fronte alla difficoltà di poter esprimere in poche pa-role quello che è realmente. Abbiamo fre-quentato il Grest a partire dalla prima edizione che allora venne dedicata ai Puffi e ricordiamo con grande affetto le animatrici più grandi, che in un certo senso, ci hanno iniziato alla grande sfida del Grest. Una sfida, perché dal momento in cui vie-ne scelto il tema fino all’ultimo giorno del-la settimana effettiva, bisogna mettersi in

DALLA CALABRIA

gioco e fare in modo che tutto avvenga non perfettamente, ma con gioia; a partire dall’organizzazione di un bans o di un bal-lo, che mette insieme tante teste pensanti diversissime tra di loro, all’incontro con i bambini che, si sa, è come arrivare all’ulti-

mo livello di un gioco difficilis-simo. Tuttavia, arrivate ormai alla V edizione e con l’espe-rienza di cinque anni, possiamo dire chiaramen-te che tutto

ciò ci rende vive e mature nel nostro pa-ese, anche se solo per una settimana. La giornata tipo per gli animatori, come da tradizione, inizia affidandoci a Dio. Gli confidiamo le nostre perplessità, dubbi e richieste e dialoghiamo apertamente nel-la sua Casa, insieme, come una famiglia. Un’altra definizione di questa esperien-za può essere “stare insieme “, perché Grest significa anche non sentirsi mai soli, allontanare i pensieri cattivi perché, per una settimana, siamo entrate nel cerchio della forza dell’amicizia. Ed è infatti con un grande cerchio che concludiamo la no-stra giornata di Grest, ritornando al nostro punto di partenza che è Dio. Ormai vete-

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Spazio GiovaniSpazio Giovani

DALLA SORGENTEPartire per l'Alpe di Limonetto, con nes-suna domanda nel cuore. Sì, perché "sto bene!" Partire con il solo desiderio di ri-tirarmi un week-end in preghiera, in un "posto incantevole" nel silenzio e, allo stesso tempo, con la compagnia me-ravigliosa di perso-ne che, forse, non conosci. O forse sì, ma con le quali sai, sicuramente, di ave-re "qualcosa" in co-mune, l'Amore. In generale. Partire... Mettersi in cammi-no... Senza grandi aspettative. E torna-re con risposte a domande che non sa-pevi di avere... Come descrivere questa esperienza? È l'ALPE! Bisogna VIVERLA per poterla capire.

Valeria

Vivere le giornate all'Alpe è sempre qual-cosa di meraviglioso! La preghiera sotto il cielo stellato, ove il vento è la carezza dolce di Dio, è un'emozione indimenti-cabile! È stato molto significativo poter dire in prima persona: «Resta con noi, Signore!», interpretando i discepoli di Emmaus. Grazie, suor Sonia, per la tua preziosa testimonianza e grazie anche a tuo papà che durante lo spezzare il pane mi ha fatto rivivere un'esperienza passa-ta. Grazie, Rossana, per averci spiegato

con entusiasmo che l'Amore è concretez-za e determinazione. Un grazie sincero a tutti per la compagnia, le condivisioni, le riflessioni e per tutto ciò che abbiamo potuto vivere in quell'angolo di “paradi-

so”. Grazie, Gesù, e grazie, don Andrea Adamo, per avermi fatto sentire ama-to! Grazie, per aver commentato che la vocazione riguarda tutti i battezzati. La presenza di Dio è decisiva, ma con la consapevolezza del-la nostra libertà. Solo spendendoci per gli

altri e testimoniando Dio con la nostra vita possiamo compiere la nostra missio-ne. Un caloroso augurio a don Andrea per l'importante incarico, ufficialmente affidatogli domenica, quale la gestione dell'Alpe. Un vivo ricordo in preghiera e un sincero abbraccio anche a quanti, quest'anno, non hanno potuto partecipa-re a queste ore di vera Luce. Marco Red

Sei giorni sono il tempo necessario per riuscire a costruire una grande famiglia, che riesce a supportarti nelle piccole fa-tiche quotidiane, quelle fisiche e quelle del cuore. In questi 6 giorni, abbiamo avuto modo di scoprire i tesori e le bellezze dell’altro

e della natura, in un cammino verso la meta, S. Anna di Vinadio, e in un cam-mino verso noi stessi. Abbiamo scoperto nuovi orizzonti e visto i nostri passi da al-tre prospettive.Abbiamo superato paure, colli e stan-chezza per poi dire tutti insieme: “Ce l’abbiamo fatta!”. Abbiamo sperimentato quella fatica che, solo insieme, si può su-perare e vincere.In questi 6 giorni siamo riusciti a tende-re un piccolo filo che ha unito le nostre mani. Un filo resistente che ci ha dona-to una grande energia; ce la porteremo dentro nei prossimi passi.

Francesca

Ho vissuto un'esperienza, come aiuto animatore, al campo scuola-trekking da Murenz (alta valle Stura) a sant’Anna di Vinadio, da martedì 1° agosto a dome-nica 6. É stata un'avventura molto bella ed entusiasmante che porterò sempre nel cuore. Ciò che mi ha colpito di più, oltre gli stupendi paesaggi attraversati, è l’aver visto i giovani aiutarsi e stimarsi tra di loro. Molto toccanti sono state le testimonian-ze di: una Suora, un professore di religio-ne, un'insegnante di scuola elementare e un padre Gesuita, avute durante il tragit-to. Dai racconti dei loro vissuti, come la preghiera costante e la totale fiducia in Dio, è avvenuta una trasformazione delle loro vite in maniera molto positiva: non vedono più solo le loro necessità, ma tro-vano la gioia nel donarsi al prossimo.

Cristian

Il campo-scuola mi è servito veramente tanto. All'inizio ero un po' scettica sulla religione e sulla mia fede. Credevo che ci fosse qualcosa, ma non riuscivo a identi-ficarlo, dentro di me, con il nome di Gesù o Maria o Dio. Poi, però, mi sono posta alcune domande, ad esempio: "Perché tutte queste persone sono così serene

e felici, nonostante i loro problemi?". "Come mai vedo in loro un luccichio negli occhi che in altre non riesco a vedere?". E, poi, mi sono data una risposta… «la fede». Da quel preciso instante ho voluto incominciare il mio cammino verso Dio. E questa era anche un po' l'idea di base del nostro trekking, ovvero quello di cam-minare su sentieri mai sognati, senza fer-marsi su un divano, divorati dalla pigrizia e dalla tristezza. È stato veramente molto divertente e fantastico. Camminare così tanto, insieme a delle persone stupen-de e alla fine contemplare un panorama mozzafiato, è stata una delle esperienze più belle che abbia mai fatto! La consiglio vivamente a tutti.

Anna M.

"Amore e disprezzo" sono due parole che usiamo sovente nel linguaggio, soprattut-to per compiere quelle scelte significative che possono cambiare la nostra esistenza e quella degli altri. In questa settimana, oltre alle risate e al divertimento, abbia-mo potuto riflettere sulle proprie scelte e quindi su noi stessi! Abbiamo avuto l'op-portunità di ripensare a quando usiamo queste due parole nella nostra quotidia-nità. È stato un campo scuola molto in-tenso! Certamente, le riflessioni ci hanno guidato giorno dopo giorno nel cammino e possono ancora aiutarci a vivere sempre più in profondità le nostre relazioni.

Chiara

rane del Grest, pos-siamo dire che tante cose sono cambiate dal primo anno: le persone, l’organiz-zazione e l’attacca-mento ad un’espe-

rienza che forse non potrai più rifare per motivi scolastici o lavorativi. Così in queste sere pensavamo alla nostra goccia nell’o-ceano, convinte che non succede solo il male, ma spesso, senza che riusciamo ad accorgercene, anche la vita rinasce.

Valentina e Lucia

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Semi di ComunioneSemi di Comunione

PROGETTI 2017I SEMI DI COMUNIONE

continuano a crescere grazie alla tua solidarietà:

ArgentinaIn Puerto Piray-Missiones (Argentina) le Suore di San Giuseppe di Cuneo coordinano diversi progetti, in collaborazione con i Centri di Educación Popular a cui partecipano circa 180 bambini di diversi quartieri del-la Parrocchia San Francesco di Assisi, dove risiedono gran parte delle famiglie escluse dalla società e dallo stesso municipio. L’obiettivo é di riorganizzare uno spazio collettivo per bambini, adolescenti e giovani di diversi centri, in collaborazione con le loro famiglie con gli amici e le comunità, per creare un ambiente protettivo e formativo. Tra le varie attività svolte nei quartieri si cerca di potenziare l’educazione con tematiche che includono diversi settori, attra-verso piccoli gruppi di studio e momenti di gioco, aventi come scopo la formazione ai valori e quella professionale, partendo dal vissuto concreto e quotidiano. Con i genitori si portano avanti corsi di giardinaggio e di arte culinaria.Per poter sostenere questi centri è necessario creare nuovi spazi di attività per coinvolgere altri in piccole esperienze imprenditoriali che offrono nuove opportunità di lavoro. Nel mese di luglio di quest’anno abbiamo iniziato con il laboratorio di cucito e di falegnameria, ma con pochissimi strumenti di lavoro non aven-do i fondi necessari per l’acquisto di un maggior numero di attrezzi e materiali adeguati. Chiedia-mo la vostra collaborazione e sappiamo di poter contare sul vostro sostegno perché siete sensibili alla nostra missione. Invochiamo la Santissima Tri-nità affinché benedica la vostra comunità di Suore e Laici del Piccolo Disegno di Cuneo che già collaborate con molte altre missioni.Salutiamo cordialmente.

Mariela GaonaMelisa MelgarejoHna Mari Aimale

Continuiamo a lavorare con tante difficoltà, ma anche con buoni risultati. Quest’anno possiamo contare su un’equipe più unita, che si è identifi-cata maggiormente con la proposta educativa. Quanto all’alimentazione e a tutta la manuten-zione dei Nuclei e Biblioteche continuiamo con la stessa fatica, senza sapere dove cercare e tro-vare aiuti. Abbiamo inviato alcuni progetti, ma non abbia-mo ancora avuto risposta. Cerchiamo anche di sensibilizzare il commercio locale perché possa contribuire alle necessità dei bambini, che quest’anno sono ancora più numerosi. Ed è anche ciò che si chiede al Signore tutti i giorni. Riguardo alle iniziative realizzate quest’anno, oltre alle attività quotidiane, abbiamo partecipato a varie iniziative in rete.Il 21 e 22 giugno nel Nucleo Suor Anita c’è stato un Accampamento Letterario delle Bi-blioteche.Il 1° luglio nel Nucleo Suor Amélia fu la vol-ta dell’ocupa literatura che è promosso dalla “Rede baixada” delle biblioteche di cui il CE-COM fa parte. Questo evento ha visto riuniti tutti i bambini del rinforzo dell’apprendimen-to scolastico, insieme a quelli delle Biblioteche comunitarie, con i bambini del paese. Il 13 luglio si è svolta un’azione congiunta fra nuclei, biblioteche e scuole dell’infanzia del Cecom nel campo sportivo di Vila de Cava, in commemorazione dei 26 anni dell’ECA (Statu-to del Bambino e dell’Adolescente). E’ stato un vero successo!Il 18 agosto si è realizzata la “6° parada do li-vro” nel Centro del capoluogo, Nova Iguaçu. Questo evento ha lo scopo di ricordare (“far pressione”) alle Autorità la messa in opera del piano municipale del libro, lettura, letteratura e biblioteche di Nova Iguaçu, che è il 2º piano approvato in Brasile. In settembre, infatti, il municipio deve approvare il piano pluriennale e includervi le biblioteche comunitarie sparse in tutto il territorio, dal momento che il 2% del preventivo è destinato alla segreteria della cultura.

Equipe CEP (Centro de Educación Popular)

Brasile

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Semi di ComunioneSemi di Comunione

CamerounGrazie ai benefattori continua l’aiuto ai bambini delle famiglie povere di questa zona, che non possono contribuire per le spese scolastiche. La situazione del Paese rende ancora più necessario il so-stegno alle tante famiglie profughe che si sono aggiunte alla popolazione.È bello vedere tanti bambini che fre-quentano la nostra scuola cattolica, dove lo studio e la preparazione è di-

versa rispetto a quella statale. L’inserimento in un contesto dove non c’è differenza tra il più povero o il meno povero, grazie anche alla divisa che indossano, è cosa molto positiva e i bam-bini regalano a noi e a ogni be-nefattore il loro sorriso fiero e consapevole del dono ricevuto.

Suor Justine Souké

Il giorno 11 maggio 2017 il Signore ha chiamato a sé Silvano Gualandi, residente a Bolo-gna.Lo voglio ricorda-re per la sua testi-monianza di fede, l’instancabile ca-rità a sostegno di situazioni di emer-genza e l’affetto per la nostra fami-glia religiosa.Con la moglie Marisa, infatica-bile sostenitrice, nel lontano 1989 nella parrocchia S. Maria della Carità, ha iniziato il “Mer-catino” delle cose di una volta che, da attività discre-ta e semplice, si è ampliata e affermata fino ad oggi, svolgendosi tre volte all’anno. Con il ricavato si sono sostenute tante situazioni di povertà in Italia e nel mondo.Personalmente, già negli anni ottan-ta, missionaria in Congo, ebbi modo di sollecitare e sperimentarne l’aiu-to per il dispensario di Makala, alla periferia di Kinshasa, che iniziava tra tante difficoltà. La nostra Con-

IN RICORDO DI SILVANO

gregazione continua ancora oggi ad usufruire dei contributi di questo

mercatino parroc-chiale per l’acqui-sto di medicinali destinati ai nostri dispensari e ma-ternità nella Re-pubblica Demo-cratica del Congo; anche l’America latina continua a riceve contributi a sostegno delle adozioni a distan-za per i bambini ospiti dei centri di accoglienza e per i giovani da avvia-re ad un lavoro.Insieme alle con-sorelle dell’Africa e dell’America la-tina ringrazio per

l’apprezzata provvidenziale opera del “Mercatino” voluta e sostenuta con generosità e perseveranza da Silvano e collaboratori in quella co-munità parrocchiale aperta al mon-do dei bisogni e animata da spirito di condivisione e di altruismo.Il Signore benedica tutti e conceda il centuplo lassù al nostro indimentica-bile amico Silvano.

Suor M. Valentina

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Congregazione delle Suore di San Giuseppe di Cuneo - 12100 Cuneo - corso Giovanni XXIII, 17Tel: 0171.692269 - Fax: 0171.67319 - E-mail: suore.giuseppine@virgi l io. i t

Sito internet: www.suoresangiuseppecuneo.i t

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