IL CALENDARIO - Prof. PORFIDO...
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IL CALENDARIO
Probabilmente il calendario nacque 5 000 anni fa, quando gli uomini, i sacerdoti in particolare,
cominciarono a osservare sistematicamente il movimento degli astri e si accorsero che tali
movimenti seguivano dei cicli regolari; essi riuscirono poi a realizzare un sistema per dividere il
tempo e indicare così l’epoca più adatta alle semine. Tutto ciò diede la possibilità di controllare la
produzione del cibo e quindi di migliorare sensibilmente la vita dell’intera società. Il calendario
divenne allora uno dei più importanti “strumenti” della vita sociale e lo è ancora oggi.
Lo scorrere del tempo, e quindi il calendario, è in relazione con i maggiori cicli astronomici
naturali: la rotazione della Terra su se stessa e la sua rivoluzione intorno al Sole che scandiscono la
vita vegetale e animale.
Mentre il concetto di anno ebbe la sua origine
dall’osservazione dell’alternanza delle stagioni, che
ha un’importanza grandissima nel ciclo delle colture,
l’origine del mese e della settimana è legata alla
Luna. Il ciclo della Luna, infatti, è composto da
quattro fasi (crescente, piena, calante, nuova) che
durano 7 giorni ciascuna, per un totale di 29 – 30
giorni, le settimane oltre al ciclo lunare fondano la
loro origine nella tradizione biblica della creazione.
Anche i Babilonesi identificavano ogni giorno con
una divinità e quindi con uno dei sette astri maggiori: quelli dei cinque pianeti allora conosciuti
(Saturno, Marte, Mercurio, Giove, Venere) più quelli del Sole e della Luna.
Gli egizi contavano i giorni dell’anno a partire dal levare della stella Sirio, all’incirca in prossimità
del solstizio d’estate ed in concomitanza dell’arrivo delle inondazioni del Nilo. Per gli antichi
romani l’anno iniziava con la primavera.
Ogni popolo ed ogni civiltà contano generalmente gli anni a partire da un determinato evento: il
calendario giuliano parte dalla fondazione di Roma, il gregoriano dalla nascita di Cristo e quello
islamico dall’Egira.
Due anni diversi
L’anno è il tempo che la Terra impiega per compiere un intero giro intorno al Sole: dopo millenni di
misurazioni, oggi sappiamo che la durata esatta dell’anno solare è di 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e
46 secondi.
E’ chiaro che l’anno solare non potrà mai coincidere con l’anno del calendario, a causa di quelle
quasi 6 ore eccedenti i 365 giorni. Da qui è nato il problema che ha preoccupato gli astronomi fin
dai tempi antichi.
Il calendario lunare e solare
Il raggruppamento delle settimane in mesi è sempre stato mutuato dalle fasi lunari: il ripetersi,
ogni 29 giorni circa del ciclo lunare. La Luna nuova, infatti, si ripresenta ogni 29 giorni e mezzo
circa e da una primavera all'altra ricorrono circa dodici Lune nuove. Il numero dodici si rivela molto
agevole all’impiego in quanto è divisibile, senza dare resto, per due, per tre, per quattro e per sei e
Quattro coppie di ORUS - dio della forza rappresentano
nord-sud-ovest-est.
Quattro NEFERTARI - regina della giustizia rappresentano
le quattro stagioni.
Quattro coppie di ORUS più quattro NEFERTARI
rappresentano i 12 mesi dell'anno.
Le loro 24 mani rappresentano le 24 ore del giorno.
Le 52 immagini all'interno rappresentano le settimane in
un anno.
nessun altro numero così piccolo ha queste caratteristiche. Viene quindi spontaneo pensare che gli
antichi, non molto abili nel far di conto, abbiano trovato utile dividere l'anno in dodici mesi ed
adottare quindi le fasi lunari per scandire ulteriormente il tempo. Con la rendicontazione del
trascorrere del tempo mediante questa divisione in giorni, settimane, mesi ed anni era nato quello
che ancora oggi viene chiamato “CALENDARIO”.
Per curiosità e completezza d’informazione rivediamo l’origine del termine ‘calendario’. La parola
“calendario” deriva da calendae, il primo giorno del mese, termine che a sua volta trae origine dal
verbo latino calare che significa “convocare”, “chiamare a raccolta”. Nel giorno delle calendae,
infatti, si usava pagare i debiti che erano segnati su un registro chiamato calendarius. Siccome nel
calendario greco le calende non esistevano, si diceva pagare alle calende greche per intendere che
non si sarebbe pagato mai; oggi è rimasta l’espressione “rinviare alle calende greche” quando si
allude a qualcosa che non si farà mai!
Il calendario lunare fu usato dalle prime civiltà mediterranee. Però, essendo il mese lunare più
corto di quello solare, necessita di frequenti correzioni per riallinearlo al moto della Terra e quindi
al ciclo stagionale.
Il calendario solare, visto che si basa sul moto della Terra intorno al Sole, è sincronizzato alla
durata delle stagioni. Però, anche in questo caso occorre una correzione, è stato necessario
introdurre l’anno bisestile per garantire un certo sincronismo fra l’anno civile e quello tropico.
Ecco ora i vari tipi di calendario adottati dai popoli antichi.
Il calendario egizio
Il calendario egizio risale al 4244 a.C., si è
giunti alla sua origine misurando le
gallerie della piramide di Cheope
(incisioni sulle pareti dei corridoi segreti)
dove, ogni pollice di lunghezza,
corrisponde un anno di 360 giorni.
L’estensione è pari a 4800 pollici che
indica un periodo di 4800 anni.
Il periodo rappresentato nel calendario
corrisponde a un antichissimo percorso
astrologico che comprende le 12 porte
celesti, più precisamente nel periodo di
passaggio dall’era del Toro (creazione) a
quella dell’Ariete (osservazione).
Questo calendario, solare e razionale, dei
giorni fausti e nefasti (giorni buoni e
cattivi) riportava le date delle feste e
degli avvenimenti più importanti della
vita dei mortali e ricordava la nascita
degli dei. Nel sacro calendario egizio,
inoltre, ogni ora e ogni giorno era
presieduto da una divinità che
interveniva nella vita quotidiana degli uomini.
Per indicare un giorno veniva indicato l’anno del regno del sovrano, il mese della stagione e il
giorno.
L’anno era diviso in 12 mesi di 30 giorni ciascuno, più 5 giorni per arrivare a 365. I cinque giorni
complementari, che venivano aggiunti alla fine della stagione dei raccolti, erano giorni di festa e
venivano considerati un piccolo mese a parte. Essi erano detti epagomeni da un termine greco che
significa "portare sopra", "aggiungere".
Ogni mese comprendeva 3 decani. Ogni quattro mesi c’era una stagione.
Da ottobre a gennaio Akhet, la stagione dell’inondazione
Da febbraio a maggio Pert, la stagione della germinazione e semina
Da giugno a settembre Shemu, la stagione del raccolto
Ne 2769 a. C., durante la IV dinastia, il saggio Imhotep aggiunse 5 giorni, nei quali nascevano gli
dei. Nel primo giorno veniva festeggiata la nascita di Osiride, nel secondo Horus, nel terzo Seth,
nel quarto Iside e nel quinto Nephthys.
L’anno egiziano iniziava il giorno in cui Sirio sorgeva al levar del Sole. Questo fenomeno, chiamata
levarsi eliaco della stella di Sirio, combaciava con la piana del Nilo.
L’anno egizio aveva 365 giorni trascurando le 6 ore dell’anno solare, il suo inizio tardava di un
giorno ogni 4 anni. Ogni 100 anni il ritardo diventava di 25 giorni, quasi un mese. Affinché l’anno
cosmico e l’anno ufficiale coincidessero bisognava attendere 1461 anni. Questo ritardo fece
notare che l’estate del calendario corrispondeva con la stagione invernale, da qui nacque il nome
di anno vago.
Il ciclo di 1461 prese l’appellativo di ciclo sotiaco e permise di teorizzare un’altra data dell’origine
del calendario: 2783 a.C. (teoria trovata nei “Testi delle Piramidi” di Saqqara.
Nel 238 a.C. si migliorò il calendario egizio con il “decreto di Canopo”
introducendo l’anno bisestile, che fu adottato da Giulio Cesare nel 46 a.C.
Il calendario romano
l primo calendario romano fu quello di Romolo e lo si fa risalire alla fondazione di Roma (735 a.C.),
era composto di 10 mesi. cioè i mesi in cui si svolgevano i lavori nei campi, mentre trascurava il
resto dell'anno. Si trattava, fondamentalmente, di un calendario lunare che veniva raccordato con
le stagioni in modo approssimativo. I nomi degli ultimi quattro mesi di questo antico calendario:
settembre, ottobre, novembre e dicembre, che indicavano, rispettivamente, il settimo, l'ottavo, il
nono e il decimo mese.
Si attribuisce a Numa Pompilio, secondo re di Roma, che regnò dal 715 al
672 a.C. , la prima riforma. Egli essendo forse a conoscenza del calendario
greco costituito da 12 mesi alternativamente di 29 e 30 giorni, aggiunse
Ianuarius e Februarius che furono posti immediatamente dopo December
e quindi prima di Martius: i mesi di 30 giorni furono portati a 29 ed i nuovi
ebbero rispettivamente 29 e 28 giorni.
Si ebbe così un anno composto da 355 giorni, poco diverso da quello greco
che ne contava 354.
Il re Numa Pompilio calcolò invece la differenza tra anno solare e anno lunare in 11 giorni (che
è la differenza tra 365 e 354) e raddoppiò gli 11 giorni e li aggiunse ogni due anni al mese di
febbraio sotto forma di mese intercalare con 22 giorni. Ma questa correzione ne richiederà altre
ancora maggiori.
I mesi risultano mediamente
di lunghezza pari al ciclo
lunare (29,53 giorni), ma
facendo in modo, per ragioni
scaramantiche, di avere
l’anno ed i mesi composti da
un numero dispari di giorni,
con la sola eccezione di
Februarius.
Febbraio era diviso in due
parti: 1 – 23 (fine anno
religioso) e la seconda parte
dal 24 al 28.
Al fine di mantenere l’anno del calendario allineato all’anno solare, il re Numa Pompilio calcolò
invece la differenza tra anno solare e anno lunare in 11 giorni (che è la differenza tra 365 e
354) e venne aggiunto ad anni alterni un mese intercalare di 22 giorni (tredicesimo mese), il
mercedonio (dal latino merces che significa “mercede”, “relativo alla paga”), mensis intercalaris,
tra la prima e la seconda metà di febbraio. Fu collocato dopo il giorno delle terminalia il giorno
dedicato a Termine, il dio dei confini, che si festeggiava il 23 febbraio, cioè in pratica alla fine
dell’anno che allora iniziava a marzo, con la prima lunazione di primavera.
Il mese aggiuntivo doveva comprendere anche gli ultimi cinque giorni di febbraio, ma la regola non
sempre veniva rispettata. Come abbiamo già detto, le decisioni circa il calendario venivano prese
dai sacerdoti i quali, un po’ per ignoranza, un po’ per motivi politici e di interesse personale
Numa Pompilio
754 a.C. – 673 a.C.
(essendo gli stessi anche dei funzionari pubblici), lo manomettevano spudoratamente al fine di
prolungare il periodo del loro mandato o abbreviare quello degli avversari.
Con il calendario numano per il computo pratico dei giorni dei mesi c’erano tre date fondamentali.
Le kalendae (primo giorno di ciascun mese), da cui deriva la parola calendario, era il giorno della
luna nuova.
Le nonae (quinto giorno del mese) era il giorno del primo quarto (mezza luna) e le idus
(tredicesimo giorno del mese) nei mesi di 29 giorni, mentre nei mesi di 31 giorni, (gli attuali Marzo,
Maggio, Luglio ed Ottobre), le nonae erano fissate al settimo giorno e le idus al quindicesimo. Le
idi corrispondevano con buona approssimazione al giorno del plenilunio (luna piena).
Per indicare un giorno del mese i romani contavano indietro a partire dalle calende, none, idi del
mese successivo: p.es., il 24 febbraio (mese di 28 giorni) era il sesto giorno prima delle calende di
marzo. Si contava praticamente così: 1 marzo (calende di marzo), 28 febbraio, 27 febbraio, 26
febbraio, 25 febbraio, 24 febbraio = sei giorni.
Soltanto nel VI sec. d.C. questo metodo fu sostituito dalla numerazione in avanti.
Mesi
Idi
None
calenda
Giorni
Le lettere A, B, C, D, E, F, G e H sono i giorni che intercorrevano tra il giorno di mercato e/o di riposo e il suo successivo. Lettera A corrisponde a “nunindae”, l’intervallo A-A “nunindum” (periodo di nove giorni). F = dies fastus, giorni in cui era permesso trattare affari pubblici e privati, si potevano eseguire formule e sentenze giuridiche. N= dies nefastus, giorni non favorevoli per trattare affari pubblici e privati, il magistrato non poteva pronunciare sentenze. C= dies comitiales, giorni in cui si potevano eseguire i comitia, le assemblee del popolo FP= dies fastus principio, giorni nei quali il magistrato poteva amministrare la giustizia solo nella prima parte. NP= dies nefasti publici, probabilmente giorni di feste religiose pubbliche EN= dies endotercisus, giorni divisi (intercisi) in un periodo fasto ed in un periodo nefasto, solitamente vigilie di grandi
feste. Al mattino si sacrificava un'hostia agli dei e le sue exta, le interiora, erano offerte la sera. Il periodo fasto era
quello compreso tra il sacrificio e l'offerta, quello nefasto era la mattina e la sera. Q.R.C.F= quando rex comitiavit fas, erano il 24 Marzo e il 24 Maggio, considerati fasti solo dopo che il rex
sacrorum aveva dichiarato i comitia calata sciolti.
Q.ST.D.F.= quando stercus delatum fas, era il 15 giugno, giorno conclusivo delle Vestalia, nel quale si compiva l'annuale pulizia del Tempio di Vesta e si trasportavano le stercus nel luogo stabilito. Fino a questo momento il giorno era considerato nefasto.
I numeri più esterni sono le nostre ore. I numeri nella zona azzurra e blu sono
quelli romani.
Calendario di Romolo (735 a.C)
Martius 31
giorni
Aprilis 30 giorni
Maius 31
giorni
Iunius 30
giorni
Quintilis 31
giorni
Sextilis 30 giorni
September 30 giorni
October 31
giorni
November 30 giorni
December 31 giorni
Totale 304
giorni
Calendario di Numa Pompilio (713 a.C.)
Ianuarius 29 giorni
Februarius 28 giorni
Martius 31
giorni
Aprilis 30 giorni
Maius 31
giorni
Iunius 29
giorni
Quintilis 31
giorni
Sextilis 29 giorni
September 29 giorni
October 31
giorni
November 29 giorni
December 29 giorni
Totale 355
(377) giorni
Calendario giuliano (46 a.C.)
Ianuarius 31 giorni
Februarius 28 o 29 giorni
Martius 31
giorni
Aprilis 30 giorni
Maius 31
giorni
Iunius 30
giorni
Iulius 31
giorni
Augustus 31 giorni
September 30 giorni
October 31
giorni
November 30 giorni
December 31 giorni
Totale 365
(366) giorni
Mese di Giano,
dio dll’inizio
Mese della purificazione
Mese di
Marte
Mese dei
germogli
Mese della
crescita delle
piante
Mese di Giunone
In onore
di Giulio Cesare
In onore di
Augusto
settimo ottavo nono decimo
L'anno basato sui cicli della luna è più corto di 11 giorni e un
quarto rispetto all'anno solare, perciò il calendario romano
restava indietro rispetto al sole e la differenza aumentava di
anno in anno, nonostante i tentativi fatti per correggerla.
Al tempo di Giulio Cesare i mesi non corrispondevano più alle
stagioni effettive: p.es. quando il calendario segnava marzo, il
grano era già maturo ed era ora di mietere. Solo i sacerdoti
conoscevano la durata esatta dell'anno e usavano aggiungere
all'improvviso il cosiddetto mese intercalare, chiamato
"mercedonio", sulla base della riforma di Numa.
Per rimediare ai molti inconvenienti, nel 46 a.C. Cesare affidò a
Sosigene, astronomo e matematico greco di Alessandria
d'Egitto, l'incarico di modificare il calendario.
Quest'ultimo fissò la durata di 30 giorni per i mesi di aprile,
giugno, settembre e novembre, di 28 per febbraio e di 31
per tutti gli altri. Portò il capodanno al 1° Gennaio (in
precedenza era il 1° Marzo). Inoltre, calcolando la durata
dell'anno solare in 365 giorni e 6 ore, venne introdotto
l'anno bisestile, stabilendo che ogni quattro anni, il mese
di febbraio avesse 29 giorni al posto di 28. Il giorno in più
si aggiunge dopo il 24 di febbraio che era il “sexto die
ante Kalendas Martias” (cioè il sesto giorno prima delle
calende di marzo), pertanto con febbraio di 29 giorni, il
giorno 24, che era “sexto die”, sarebbe diventato
“septimo die”, ma dato che “septimo die” era il giorno 23,
non potendo chiamare il 24 “septimo die” lo chiamarono
”bis sexto die”. Di qui il nome di anno bistestile. Fu
necessario aggiungere all'anno 46 ben tre mesi
supplementari.
Gaio Giulio Cesare 101 o 100 a.C. – 44 a. C.
In questo calendario dell'età di Cesare le figure in alto rappresentano varie divinità che simboleggiano i mesi. I fori sotto ciascuna di esse servivano per introdurre un piolo indicante appunto il mese in cui ci si trovava. I fori in verticale, a fianco dei numeri romani, servivano per introdurre il piolo che indicava il giorno.
Sosigene stabilì che un anno ogni quattro
fosse bisestile. Ne consegue che il
calendario giuliano è ciclico ogni 4 anni
equivalenti a 365x4 + 1 =1461 giorni. In
questo modo la durata media dell’anno
giuliano risultava di 365 giorni e un quarto
(1461/4 = 365,25 giorni ovvero 365 giorni
e 0,25x4 = 6 ore). La differenza con l’anno
solare risulta di soli 11 minuti e 14
secondi circa, una precisione molto
accurata per quell’epoca.
Dopo la morte di Cesare inoltre il mese
"quintile" prese il nome di luglio, a ricordo
della gens Iulia. Invece dopo la morte di
Augusto il sestile fu chiamato agosto.
I romani avevano inoltre una settimana di
otto giorni: dopo sette giorni di lavoro i
contadini avevano un giorno di riposo per
recarsi al mercato, sbrigare i propri affari
ecc. Nel 321 d. C. l’imperatore Costantino introdusse la settimana di sette giorni, fissando la
domenica come giorno festivo.
Il nome dei giorni della settimana ha origine dai pianeti, secondo le credenze romane: lunedì era
dedicato alla luna (lunae dies = giorno della luna), martedì a Marte, mercoledì a Mercurio, giovedì
a Giove, venerdì a Venere. La parola "sabato" invece proviene dall'ebraico Shabbath e significa
"riposo", mentre la parola "domenica" ha
origine cristiana e significa "giorno del Signore",
a ricordo della resurrezione di cui si parla nei
vangeli. Molte civiltà al posto di "giorno del
signore" usano "giorno del sole" (p.es. sunday o
sonntag).
Per indicare gli anni i romani citavano i nomi dei
due consoli in carica per quell'anno ("sotto il
consolato di... e di...") o degli imperatori
regnanti. Verso la fine della repubblica fissarono
un punto di partenza per il conto degli anni,
scegliendo il 21 aprile 753 a.C., data della
fondazione di Roma. A proposito di anni , il loro
conteggio è cominciato solo nel VI secolo dopo
Cristo adottando l'anno di nascita di Cristo come
punto di partenza.
Due secoli dopo il Concilio di Nicea, le Chiese d’Oriente e quelle d’Occidente, nonostante l’invito di
Costantino, non si erano ancora messe d’accordo sulla data della Pasqua.
Nel 525 d.C., papa Giovanni I (470 ca - 526) chiese ad un monaco sciita di nome Dionigi il Piccolo,
abile matematico e astronomo, di fissare delle regole facili e comprensibili a tutti per calcolare la
data della Pasqua senza dover ricorrere di volta in volta al calcolo astronomico.
Mentre eseguiva i suoi calcoli, notò che le tavole allora in uso per la determinazione del giorno
della Pasqua erano basate sul primo anno di regno dell’imperatore Diocleziano (fra l’altro un
persecutore dei cristiani) mentre, per la definizione di una ricorrenza tanto importante per la
cristianità sarebbe stato più logico e più giusto iniziare il computo dalla incarnazione del Signore.
Questa data tuttavia non era nota. Egli però decise, non si sa bene servendosi di quali fonti, che
Cristo era nato il 25 dicembre del 753 dalla fondazione di Roma (753 ab urbe condita, come di
diceva a quel tempo).
Si fece quindi corrispondere l’anno 754 al primo dell’Era di Cristo.
Questo computo è risultato in seguito errato, essendo da attribuire il Natale di Gesù quasi
sicuramente al 5 a.C.
Le date del Natale fissate al 25 dicembre in Occidente ed al 6 gennaio in Oriente sono state nei
tempi moderni generalmente sempre considerate come scelte in maniera arbitraria, per motivi
pastorali, ed indipendenti tra di loro.
Si può ragionevolmente supporre che il calendario ebraico, originariamente usato anche dalla
Chiesa, si trasformò poi per motivi pratici nel calendario romano con una trasposizione dei giorni
dei mesi ebraici nei medesimi giorni dei corrispondenti mesi romani.
Così nel calendario ebraico il 25 del mese di Kislew può essere stato comparato al 25 dicembre,
dato che Kislew corrisponde grosso modo a dicembre.
Ma nell’anno 5 a.C., che si ritiene, come si è detto, il più probabile della nascita di Gesù, il 25
Kislew con accurati calcoli astronomici si nota che corrispondeva esattamente al 6 gennaio: così si
spiega come in un’altra tradizione il Natale viene assegnato a una diversa data.
Il modo di indicare i giorni continuò nella tradizione romana fino a che i Visigoti introdussero
l’abitudine di assegnare un numero progressivo ai giorni, metodo che divenne ufficiale con Carlo
Magno (742-814 d.C.).
Il calendario giuliano accumula un giorno di ritardo ogni 128 anni rispetto al trascorrere dei giorni.
Infatti come abbiamo già detto l’anno solare medio è più corto di 11 min e 14 s ovvero di 11x60 +
14 = 674 s che trasformato in giorni è :
Il calendario gregoriano
Per riformare il calendario giuliano, come deciso dal concilio di Trento,
Papa Gregorio XIII nominò una commissione di esperti, presieduta dal
monaco gesuita bavarese Cristopher Clavius. Ai lavori diedero un
contributo il medico astrologo calabrese Luigi Lilio Ghiraldi e il
matematico perugino Ignazio Danti e furono usate le misurazioni
astronomiche di Niccolò Copernico.
Il 24 Febbraio 1582 il Papa Gregorio XIII introdusse con la bolla papale
“Inter gravissimas” il calendario gregoriano che prende il nome dallo
stesso papa.
Con il passare dei secoli ci si accorse che il Calendario Giuliano non si accordava più con certi
traguardi astronomici, come equinozi e solstizi; ciò derivava dal fatto che la durata dell’anno non
era di 365,25 ma di 365,2425 giorni, come risultava dalle più attendibili misurazioni fatte dagli
Alfonsini già nel 1252.
Avendo notato che oramai l’accumulo di 11 minuti in più col calendario giuliano aveva creato uno
scarto di oltre 13 giorni e le date non corrispondevano più alle stagioni. Questo significava che la
primavera, in base alle osservazioni astronomiche, non risultava più iniziare il 21 marzo, ma l’11
marzo. Ma le preoccupazioni erano per lo più religiose, infatti la Pasqua, che in base a quanto
stabilito dal Concilio di Nicea (325 d. C.) doveva
cadere la prima domenica dopo il plenilunio di
primavera, veniva a cadere nella data sbagliata.
Fu così che di colpo con la riforma gregoriana si passò
da giovedì 4 ottobre a venerdì 15 ottobre 1582 e
alcuni stati, quelli veramente cattolici lo adottarono
subito mentre gli altri lo accettarono via via più tardi
anche per ragioni politiche e religiose. Fu scelto il
mese di ottobre per il cambio delle date non a caso
perché in esso non erano presenti particolari
manifestazioni di religiose o secolari che ne
impedissero l’attuazione. In pratica prima il
calendario gregoriano venne proposto in un periodo
di dispute religiose, mentre Italia, Spagna, Portogallo,
e Francia l’adottarono immediatamente, da altri Paesi
(protestanti e ortodossi) venne osteggiata. Austria,
Polonia e Svizzera la accolsero nel 1584, l’Ungheria
nel 1587, Germania e Olanda nel 1700, Gran Bretagna
nel 1752, il Giappone nel 1873, la Bulgaria nel 1917, in
Russia fu introdotto nel 1918 durante la prima guerra
mondiale dal governo rivoluzionario russo; la
Romania nel 1919, in Grecia nel 1923, nella Cina
comunista nel 1949 ed in India nel 1957.
Regola per verificare se un anno è stato o sarà bisestile
Secondo il calendario giuliano, sono bisestili gli anni la cui numerazione è multipla di 4 o è divisibile
per 4.
Con il calendario gregoriano gli anni sono bisestili se sono divisibili per 4, ad eccezione degli anni
centenari (1700, 1800, 1900, 2000, 2100, 2200,…) a meno che non siano divisibili per 400.
Esempio:
L’ anno 1800 è divisibile per 4 infatti viene 450, perciò Febbraio ha 29 giorni; ma 1800 è un anno
centenario, cioè è divisibile per 100, infatti viene 18, pertanto non è bisestile e Febbraio ha 28
giorni.
L’ anno 2000 è divisibile per 4 infatti viene 500, perciò Febbraio ha 29 giorni; ma 2000 è un anno
centenario, cioè è divisibile per 100, infatti viene 20, pertanto non dovrebbe essere bisestile e
Febbraio dovrebbe avere 28 giorni; ma è divisibile per 400 infatti viene 5 e quindi l’anno 200 è
bisestile e Febbraio ha 29 giorni.
Anche il calendario gregoriano non si accorda perfettamente con il moto del Terra, poiché esiste
ancora una differenza di 26 secondi ogni anno. Infatti ci sono 97 anni bisestili ogni 400 anni (100,
200, 300 non sono bisestili perciò 400/4 -3 = 97), invece di 100. L’anno gregoriano medio è quindi
3/400 di giorno più corto di quello giuliano:
La differenza dall’anno solare:
365 giorni 5 h 49 min 12 s (anno gregoriano)
365 giorni 5 h 48 min 46 s (anno solare)
26 s
Questa differenza equivale a circa un giorno ogni 3323 anni, quindi essendo stato istituito
nell’anno 1582 bisognerà sopprimere un giorno soltanto nell’anno 4095.
Una corrispondenza esatta con la durata media dell’anno solare, convenzionalmente pari a
365,2422 giorni, si ottiene non considerando bisestili sia gli anni multipli di 4 000, sia quelli multipli
di 10 000, cioè non sarebbero bisestili gli anni 4 000, 8 000, 10 000, 12 000, 16 000, 20 000 …. In
questo modo vi sarebbero 4 844 anni bisestili ogni 20 000 anni per cui 4844/ 20 000 = 0,2422.
Oggi il Calendario Gregoriano è ormai universalmente adottato in tutto il mondo, anche se a volte
parallelamente ad altri calendari e utilizzando una diversa Era legata ad eventi storici locali.
TANTI CALENDARI DIVERSI
Ancora oggi, infatti, in vari Paesi ci sono in vigore altri calendari oltre a quello gregoriano: nel
realizzarli sono stati tenuti presenti anche elementi di carattere storico, religioso, politico e
sociale.
Per questo i mussulmani, gli ebrei, gli iraniani, gli indiani e molti popoli cosiddetti primitivi hanno
calendari particolari.
Il calendario musulmano
E’ formato da 12 mesi lunari, cioè di 29 o 30
giorni: in totale 354 o 355 giorni. Il conteggio
degli anni inizia dalla fuga di Maometto dalla
Mecca a Medina (Egira = emigrazione) che
avvenne il 16 luglio 622 secondo il calendario
gregoriano.
L'alternanza di mesi di 29 e 30 giorni comporta
una durata media del mese di 29,5 giorni (29
giorni e 12 ore).
Per compensare questo errore, ogni circa tre
anni l'ultimo mese viene fatto durare 30 giorni
anziché i consueti 29. L'introduzione di questi
anni "bisestili" da 355 giorni viene fatto sulla
base di un ciclo di 30 anni,
In un ciclo di trent'anni, il 2°, 5°, 7°, 10°, 13°,
16°, 18°, 21°, 24° e 26° sono anni bisestili di 355
giorni; tutti gli altri sono composti da 354 giorni. L'anno lunare musulmano è di dieci o undici
giorni più breve di quello cristiano. Il giorno non comincia subito dopo la mezzanotte, ma al
crepuscolo, quando tramonta il sole. La maggior parte paesi musulmani usa il calendario dell'Egira
(che riporta tutte le feste religiose) insieme a quello cristiano.
Prendendo come riferimento mercoledì 1 Gennaio 2014, secondo il calendario islamico esso
corrisponde a mercoledì 28 Safar 1435.
Nella maggior parte dei paesi islamici insieme al loro calendario viene anche usato quello
gregoriano per facilitare i rapporti con i paesi non musulmani.
Le principali festività dell'anno islamico sono:
Ashura, il 10 di muhàrram
Id al-adha la festa del sacrificio, il 10 di Dhul-hijja
Id al-fitr la festa della rottura del digiuno di ramadam, il 1° di shawwàl
Mawlid nascita del Profeta, nel mese di rabì al àwwal (il 12 per i sunniti, il 17 per gli sciiti).
I mesi lunari sono i seguenti:
Muharram (محرم (الPrimo mese di 30 giorni: considerato sacro durante il
quale ricorre la nascita del Profeta
Safar (فر ص )
Conta 29 giorni: considerato un mese di non buon
auspicio, perciò non adatto per il pellegrinaggio alla
Mecca
Rabi' al-awwal (Rabi' I) (يع ل رب Conta 30giorni (األو
Rabi’ al-thani (Rabi’ II) (يع ر رب Conta 29 giorni (اآلخ
Jumâda Al-Awwal (Jumada I) (ي جمادى Conta 30giorni (األول
Jumâda Ath-Thânî (Jumada II) (رة جمادى Conta 29 giorni (اآلخ
Rajab (رجب)
Conta 30 giorni: mese adatto per la visita alla città
santa ed è interdetta la guerra. Tra il 26 e il 27 cade
l’ascensione notturna del Profeta
Sha'ban (بان ع ش )
Conta 29 giorni: il 15 del mese ricorre il capodanno
islamico. Questo mese è dedicato alla memoria dei
defunti
Ramadan (ضان (رم
Conta 30 giorni: è il mese del digiuno e della
purificazione. La notte tra il 26 e il 27 è considerata
la notte della Rivelazione
Shawwal (شوال )
Conta 29 giorni: è uno dei quattro mesi sacri perché
prossimo al pellegrinaggio alla Mecca. Al primo del
mese si celebra la festa della fine del digiuno
Dhul-Qa` (عدة ذو ق (الConta 30 giorni: mese sacro di preparazione al
pellegrinaggio
Dhul-hijja (حجت ذو (ال
Conta 29 giorni: i giorni dal settimo al decimo sono
consacrati al pellegrinaggio alla Mecca e alle
cerimonie religiose associate
Il calendario ebraico
ll calendario ebraico (העברי הלוח) ha una base sia lunare sia solare. Il calendario è formato da anni “comuni” intercalati da anni “embolismici”.
Poiché le festività ebraiche seguono le stagioni agricole dell’anno solare (ossia 365 giorni) e devono cadere nella stagione giusta, bisogna colmare la differenza di undici giorni tra l’anno lunare e l’anno solare. Si aggiunge quindi un tredicesimo mese sette volte ogni diciannove anni.
Gli anni embolismici sono il 3º, il 6º, l' 8º. l'11º, il 14º, il 17º ed il 19º anno del ciclo. Se ne ricava che il ciclo è composto di 12 anni di 12 mesi (144 mesi) e da sette anni di 13 mesi (91 mesi) per complessivi 235 mesi lunari. Il tredicesimo mese si chiama Adar Sheni.
Il conteggio degli anni parte dal 3760 a.C. (anno israelitico della creazione del mondo). Perciò ad esempio nel settembre dell'anno gregoriano 2014 inizia l'anno ebraico 5775 (bisogna tener conto che non esiste l'anno zero).
Originariamente la durata dei mesi non era stabilita in anticipo, ma l'inizio di ogni mese veniva fissato tramite l'osservazione diretta della Luna nuova; nel 358 il sommo sacerdote Hillel II codificò un sistema matematico che fissa l'inizio dei mesi e la durata degli anni in base a regole di calcolo precise e immutabili.
Gli archeologi hanno ritrovato una tavoletta di argilla, nota con il nome di "Calendario di Gezer". Essa risaliva all'epoca di Salomone e conteneva un testo singolare, che gli studiosi hanno variamente interpretato. Alcuni ritengono che si trattasse di un testo amministrativo, altri di un esercizio scolastico, altri ancora di una filastrocca per bambini. Il testo illustra l'anno degli agricoltori: "Due mesi per il raccolto (delle olive). Due mesi per la semina (del grano). Due mesi per la semina tardiva. Il mese della zappatura del lino. Il mese del raccolto dell'orzo. Il mese del raccolto e delle feste. Il mese della cura delle vigne. Il mese dei frutti estivi".
Il mese lunare dura circa 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi (il valore usato per i calcoli è 29 giorni, 12 ore e 793/1080 di ora, con uno scarto di pochi decimi di secondo). L’anno solare, invece, dura circa 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi. Da questo deriva che nell'arco di un anno il calendario lunare di 12 mesi resta indietro di circa 10 giorni e 21 ore rispetto a quello solare. Alternando anni di 12 e 13 mesi come specificato, però, si riesce a compensare quasi esattamente
la differenza: lo scarto tra 19 anni solari e 235 mesi lunari è appena di 2 ore e 5 minuti circa, pari a circa 7 minuti per anno.
Oggi si sa che la velocità della Luna è in continuo, anche se infinitesimale, aumento con una conseguente riduzione del periodo lunare: questo introduce un'ulteriore fonte di errore.
La sequenza dei mesi del calendario ebraico è la seguente e portano i nomi di origine babilonese:
Tishrì (30 giorni): settembre-ottobre;
Cheshvan (29 o 30 giorni): ottobre-novembre;
Kislev (29 o 30 giorni): novembre-dicembre;
Tevet (29 giorni): dicembre-gennaio;
Shevat (30 giorni): gennaio-febbraio
Adar (29 o 30 giorni): febbraio-marzo
(Adar Shenì) (29 giorni) ...
Nisan (30 giorni): marzo-aprile
Iyar (29 giorni): aprile-maggio
Sivan (30 giorni): maggio-giugno
Tammuz (29 giorni): giugno-luglio
Av (30 giorni): luglio-agosto
Elul (29 giorni): agosto-settembre
Il mese di Adar Sheni- detto anche Veadar- manca negli anni normali ed è presente negli anni embolismici. I mesi di Cheshvan e Kislev variano di durata a seconda del tipo di anno.
Gli anni normali possono durare 353, 354 o 355 giorni; gli anni embolismici 383, 384 o 385. Il ciclo di 19 anni può durare da 6939 a 6942 giorni.
Il calendario ebraico si ripete esattamente dopo un ciclo di 689.472 anni, pari a 251.827.457 giorni.
La durata media dell'anno è quindi di circa 365,2468 giorni (365 giorni, 5 ore, 55 minuti e 25 secondi): la deviazione rispetto all'anno solare medio è di circa 6 minuti e 39 secondi, quindi il calendario ebraico rimane indietro di un giorno rispetto all'anno solare ogni circa 216 anni (per confronto, il calendario giuliano perde un giorno ogni 128 anni, quello gregoriano ogni 3323 anni).
Una giornata comincia al tramonto e si finisce il giorno all’uscita delle prime tre stelle. Lo Shabbat (settimo giorno) comincia il venerdì sera e termina il sabato sera. Tutte le feste cominciano al tramonto.
Le principali festività dell'anno ebraico sono:
Purim salvezza degli Ebrei dallo sterminio del perfido Aman; equivalente come aspetti folkloristici
al carnevale occidentale Pesaḥ ( Pasqua) indica il “passaggio”: la fuga degli Ebrei dall’Egitto; è una festa primaverile,
che celebra l’inizio del raccolto dei cereali
Shavuot Dono della Torah a Mose sul monte Sinai; Pentecoste (50 giorni dopo la Pasqua); ringraziamento per il raccolto dei cereali;
Yom kippur indica il giorno dell’espiazione (ravvedimento dai peccati commessi)
Sukkoth (capanne) permanenza degli Ebrei nel deserto del Sinai; celebrava la vendemmia e la fine dell’anno agricolo
Simchath Torah giorno seguente alla festa di Sukkot, segna la fine del ciclo della lettura della Torah e l'inizio di un nuovo ciclo
Chanukkah dedicazione del tempio di Gerusalemme 164 a.C. ad opera di Giuda Maccabeo; rappresenta attualmente una sorta di festività ebraica parallela al Natale cristiano (scambio di doni e clima gioioso)
Il calendario ebraico è oggi il calendario ufficiale dello Stato d’Israele.
Il calendario indiano
Il calendario indiano (talvolta chiamato calendario Saka) è il calendario civile ufficiale in uso in
India, assieme a quello gregoriano.
Mese Significato Durata Data d'inizio (gregoriana)
1 Chaitra Tempo dei venti 30/31 22 marzo*
2 Vaisakha Tempo dei semi 31 21 aprile
3 Jyaistha Tempo di misurazione 31 22 maggio
4 Asadha Tempo dei monsoni 31 22 giugno
5 Sravana Tempo per stare in casa 31 23 luglio
6 Bhadra Tempo di introspezione 31 23 agosto
7 Asvina Comparsa dei germogli 30 23 settembre
8 Kartika Tempo di brillare 30 23 ottobre
9 Agrahayana Tempo dei cavalli 30 22 novembre
10 Pausa Tempo dei reclami 30 22 dicembre
11 Magha Tempo di decisione 30 21 gennaio
12 Phalguna Tempo della canzone 30 20 febbraio
*Negli anni bisestili, Chaitra ha 31 giorni e inizia il 21 marzo.
I mesi della prima metà dell'anno hanno tutti 31 giorni, per tenere in considerazione i movimenti più lenti del Sole attraverso l'eclittica in questo periodo.
Gli anni sono contati basandosi sull'Era Saka, che ha il suo anno 0 nel 78 d.C.. Per determinare gli anni bisestili si deve aggiungere 78 all'anno Saka. Se il risultato è un anno bisestile del calendario gregoriano, allora lo è anche l'anno Saka.
Il calendario agricolo
Nella vita di ogni società ci sono poi particolari attività o ricorrenze, di solito legate ai cicli
stagionali (lavori agricoli, transumanza delle greggi, riti, ecc.) che sono stati “codificati” in calendari
particolari. Fra questi, molto importante e diffuso è il calendario agricolo, nel quale vengono
indicate, in relazione con i cicli stagionali, le diverse attività agricole.
Dicembre/Gennaio Macina delle olive (ali') nei frantoi e uccisione del
maiale (puerck') per farne salami e soppressate.
Febbraio/Marzo Si potavano le viti, si zappava la vigna, si legavano le
viti ai sostegni.
Aprile Si zappava il terreno nei campi di grano.
Maggio Si toglievano dai campi di grano le erbacce
Maggio/Giugno Sulle viti, si pompava il verderame e si spandeva lo
zolfo; si raccoglievano le fave.
Giugno Mietitura del fieno (fin'), orzo (ersc'), avena ('a
vena), grano (grn').
Giugno/Luglio
Carratura e trebbiatura (tr'bbià) di orzo, avena e
grano; arsura delle stoppie (rstucc'); trattamento
della vigna col verderame ogni 8-10 giorni.
Agosto/Settembre Aratura
Ottobre/Novembre Vendemmia
Novembre Semina di orzo, avena e grano; raccolta delle olive; si
piantavano le fave.