Il calendario della Tradizione - qdpnews.it · occasione della festa di Sant’Antonio Abate il 17...

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Il calendario della Tradizione 2016 Disegno ad opera di Claudio (figlio di una nostra Ospite). STORIE DI V.I.T.A. - Veramente Importante Testimoniarle agli Altri - Progetto del Servizio Educativo dell’Istituto “F. Botteselle”, con la collaborazione de la classe 2^ della Scuola Primaria “G. Rodari” e la classe 1^ della scuola secondaria di 1° grado del Catechismo della parrocchia, entrambe di Col S. Martino.

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Il calendario della Tradizione2016

Disegno ad opera di Claudio (figlio di una nostra Ospite).

STORIE DI V.I.T.A.- Veramente Importante Testimoniarle agli Altri -

Progetto del Servizio Educativo dell’Istituto “F. Botteselle”, con la collaborazione dela classe 2^ della Scuola Primaria “G. Rodari”

e la classe 1^ della scuola secondaria di 1° grado del Catechismo della parrocchia, entrambe di Col S. Martino.

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Maria Madre Di Dio

S. Basilio Vescovo

S. Genoveffa

S. Ermete

S. Amelia

Epifania di N.S.

S. Luciano

S. Massimo

S. Giuliano Martire

S. Aldo Eremita

S. Igino Papa

S. Modesto M.

S. Ilario

S. Felice M.

S. Mauro Abate

S. Marcello Papa

S. Antonio Abate

S. Liberata

S. Mario Martire

S. Sebastiano

S. Agnese

S. Vincenzo Martire

S. Emerenziana

S. Francesco di Sales

Conversione di S. Paolo

Ss. Tito e Timoteo

S. Angela Merici

S. Tommaso d’Aquino

S. Costanzo

S. Martina

S. Giovanni Bosco

Pan e Vin La sera del 5 gennaio si faceva un grande falò. Questo fuoco rappresentava la luce che aveva rischiarato la via dei Re Magi per giungere da Gesù. Era un segno di buon auspicio per l’anno che doveva venire. In cima alla montagna di legna veniva messa la befana fatta con un pupazzo di stracci imbottiti di paglia, un sacco e calze rotte a penzoloni. Questa vecchia rappresentava l’anno passato, che veniva bruciato per dar inizio a quello nuovo. La befana portava la calza ai bambini buoni, riempiendola con caroboe, stracaganasse, fichi secchi, pomi, cuche, bagigi e mandarin.Dopo il falò si usava mangiare la pinza, un pane fatto con farina di granturco, latte, strutto, uva passa, noci, nocciole, fichi secchi e pezzetti di mela. La si cuoceva sulle bronze del camino. Si accompagnava con il vino caldo (brulè). Da qui, il nome: pan e vin!

El porzel de Sant’AntoniQuella del porzel de Sant’Antoni rappresenta un’antica tradizione: ogni anno a primavera, la comunità comprava un maialino che, una volta benedetto dal prete, iniziava a scorrazzare per il paese in modo che tutte le famiglie, in base alle loro possibilità, contribuissero ad alimentarlo. In occasione della festa di Sant’Antonio Abate il 17 gennaio, il maiale, ormai ben pasciuto, veniva “battuto all’asta” al miglior offerente. Il ricavato sarebbe stato destinato dal parroco alle famiglie bisognose del paese.

I giorni della merlaI giorni della merla corrispondono agli ultimi tre giorni di gennaio, ritenuti i più freddi dell’anno. Un tempo si diceva che, in quei tre giorni, fece talmente freddo che, una famiglia di merli tutti bianchi, per riscaldarsi dal gelo invernale, si fossero riparati sotto un camino. Quando i merli ne uscirono, sporchi di cenere, erano tutti neri. Da allora il merlo è di colore nero.

Simbolo di Sant’Antonio Abate: il fuoco (purificato-re e beneaugurante)

Se le fuische va a sera, poenta pien caliera.Se le fuische va a matina, ciol su el sachet e va a farina.

Annata nevaia, annata frumentaia.

Gennaio fa il ponte e febbraio lo rompe.P

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Gennaio

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S. Verdiana

Presentazione del Signore

S. Biagio

S. Gilberto

S. Agata

S. Paolo Miki

S. Teodoro Martire

S. Girolamo Emiliani

Martedì grasso S. Apollonia

Mercoledì delle Ceneri S. Scolastica

B.V. di Lourdes

S. Eulalia

S. Maura

I di Quaresima S. Valentino

S. Faustino

S. Giuliana Vergine

S. Donato Martire

S. Simone Vescovo

S. Mansueto

S. Silvano

II di Quaresima S. Benedetto

S. Margherita

S. Renzo

S. Mattia

S. Cesario

S. Romeo

S. Leandro

III di Quaresima S. Sisto Papa

S. Giusto

La Candelora Si festeggia la presentazione di Gesù al tempio. Maria Santissima viene purificata dopo 40 giorni che ha partorito (25 dicembre).Una volta anche la puerpera (donna che partoriva) stava 40 giorni a casa con il suo bambino e, al termine di questo periodo, si presentava in Chiesa con una candela e veniva purificata e benedetta.Questa candela veniva accesa in casa nelle giornate di brutto tempo o se qualcuno stava male.

San Biagio Ad un bambino era andata di traverso una spina di pesce. San Biagio, dandogli un pezzetto di pane da masticare, lo salvò. Il giorno di San Biagio, santo protettore della gola, il parroco bene-diva sull’altare caramel-le, panini e mandarini da consumare poi in casa. Chi fosse interessa-to poteva ricevere una particolare benedizio-ne, che avveniva incro-ciando due candele vi-cino alla gola.

Martedì Grasso Nel mese precedente si usava costruire i carri mascherati, chi aveva un trattore lo trasformava: si costruivano le sagome con il filo di ferro e poi venivano ricoperte con la carta pesta. Per coprire il carro si usavano le canne di bambù e le frasche. Nel carro si mettevano ceste di coriandoli che venivano lanciati dalle persone vestite in maschera. La festa si svolgeva il martedì grasso: ci si vestiva con i vestiti della nonna, con delle stoffe, degli stracci e ci si truccava con il carbone. Si mangiavano crostoi, fritoe e castagnoe.

Simbolo di San Valentino: il cuore (amore)

A carnevale ogni scherzo vale.

Il giorno della candelora dall’inverno semo fora, ma se piove e tira vento, all’inverno semo ancora ‘entro.

Primavera di febbraio reca sempre qualche guaio. Pro

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Febbraio

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S. Albino

S. Troadio

S. Marino

S. Casimiro

S. Adriano

S. Vittorino

S.S. Perpetua e Felicita

S. Giovanni di Dio

S. Francesca Romana

S. Caio

S. Costantino

S. Luigi Orione

IV di Quaresima S. Sabino

S. Matilde

S. Luisa

S. Eriberto Vescovo

S. Patrizio

S. Cirillo di Gerusalemme

S. Giuseppe

Domenica delle Palme S. Archippo

S. Benedetto

S. Lea

S. Turibio di M.

S. Caterina di Svezia

Annunciazione del Signore

S. Lucia Filippini

Domenica di Pasqua S. Ruperto

Lunedì dell’Angelo S. Stefano H.

S. Secondo Martire

S. Amedeo

S. Beniamino Martire

Domenica delle Palme Si ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, accolto da una folla in festa. Oggi festeggiamo questo giorno con ramoscelli di ulivo e di palma che poi vengono benedetti e portati a casa.

Venerdì Santo Si ricorda la morte di Gesù.Dopo tre giorni Gesù risorge: è Pasqua (Pasqua alta dopo il 14 aprile, Pasqua bassa prima del 14 aprile).Si cucinavano e si coloravano le uova sode con la buccia delle cipolle (rosse), con le ortiche (verde), con la polvere dei mattoni (giallo). L’era ‘na gran laorada: bisognava fare le pulizie pasquali e cucinare il pranzo di Pasqua (agnello, tacchino, patate al forno, cipolle, colomba e focaccia pasquale).L’uovo, simbolo della Pasqua, rappresenta la nascita, la vita, la resurrezione.

PasquettaÈ usanza fare una scampagnata, un picnic.Si mangiavano i buzzoà (ciambelle dolci), uova, pan e sopressa e focaccia.Si stava insieme e si giocava al gioco della righea o gioco del rodoet: le uova venivano lanciate in uno spazio delineato e bisognava cercare di colpire l’uovo dell’avversario. Quello colpito veniva vinto.Un’alternativa era lanciare la monetina e cercare di infilarla nell’uovo che veniva poi mangiato. Simbolo di San Giuseppe:

il giglio (purezza)

Se piove su ‘a rama, sola sull’ovo.Se sola su ‘a rama, piove sull’ovo.

Marzo pazzerello:guardo il sole e prendo l’ombrello.P

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Marzo

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S. Ugo Vescovo

S. Francesco di Paola

Domenica in Albis S. Riccardo

S. Isidoro

S. Vincenzo Ferrer

S. Guglielmo

S. Ermanno

S. Alberto Dionigi

S. Maria Cleofe

S. Maddalena di Canossa

S. Stanislao

S. Giulio Papa

S. Ugo Vescovo

S. Abbondio

S. Annibale

S. Bernadette Soubirous

S Aniceto Papa

S. Galdino Vescovo

S. Ermogene Martire

S. Adalgisa Vergine

S. Anselmo

S. Caio

S. Giorgio Martire

S. Fedele

Anniversario Liberazione S. Marco

S. Cleto

S. Zita

S. Valeria

S. Caterina da Siena

S. Pio V Papa

Simbolo di San Marco: il leone (potenza e forza)

Nel mese di Aprileogni goccia un barile.

Aprile dolce dormire.

D’aprile non ti scoprire.

April, apriletto, un dì freddo, un dì caldetto.P

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Scherzi del primo AprileIl primo aprile ci si divertiva a mandare le persone da un posto all’altro fingendo che fossero state chiamate da qualcuno oppure si attaccava-no sulla schiena dei pezzi di carta con disegnato un pesce, i malcapitati se li portavano dietro ignari e derisi da chi li incontrava.

Le rogazioniA San Marco iniziava la prima Rogassion. Le Rogazioni (rogare significa pregare con insistenza, ripetutamente), sono processioni che si fanno cantando le litanie dei Santi e altre preghiere per implorare da Dio i beni spirituali e il buon raccolto dai campi.La processione percorre la campagna, cercando di avvicinarsi ai campi di tutti i fedeli: ci si fermava ad ogni capitello, croce o comunque luogo caratteristico e il sacerdote, dopo una breve lettura, cantava “A peste fame et bello” e i fedeli rispondevano: “Libera nos Domine!”“A flagello terremotus”, fedeli: “Libera nos Domine!”. “Ut fructus terrae dare et conservare digneris” (benedicendo la campagna) e i fedeli: “Te rogamus audi nos!”Che tradotto significa: “Dal flagello del terremoto” “Liberaci o Signore!” “Dalla peste dalla fame e dalla guerra” ”Liberaci o Signore!” “Affinché Ti degni di darci e conservarci i frutti della terra” “Ti preghiamo di ascoltarci!”.Si chiamano Rogazioni Maggiori quelle che si fanno nella festa di San Marco e Minori quelle che si svolgono nel triduo antecedente l’Ascensione (lunedì, martedì,mercoledì).

April aprilet ogni dì un jozet (di pioggia).

Se april l’è fredolin tant pan e poc vin.

In april fa ora de piover sete volte e sete volte se suga

Aprile

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Festa del Lavoro S. Giuseppe

S. Cesare

S.S. Filippo e Giacomo

S. Silvano

S. Pellegrino Martire

S. Giuditta Martire

S. Flavia

Festa della Mamma Ascensione

S. Gregorio V

S. Antonino

S. Fabio Martire

S. Rossana

S. Emma

S. Mattia Apostolo

Pentecoste

S. Ubaldo Vescovo

S. Pasquale

S. Giovanni I Papa

S. Celestino V Papa

S. Bernardino da Siena.

S. Vittorio Martire

Ss. Trinita’

S. Desiderio Vescovo

B.V. Maria Ausiliatrice

S. Urbano

S. Filippo Neri

S. Agostino

S. Emilio Martire

Corpus Domini

S. Giovanna d’Arco

Visitazione Beata Vergine Maria

Mese della Madonna Il parroco veniva in visita in ogni casa e portava una particolare benedizione. La famiglia per accoglierlo preparava due candele e un cestino di uova che poi si sarebbe portato in canonica.Ogni sera si recitava il rosario presso i vari capitelli del paese, che erano adobbati con mazzi di fiori di campo o rose, quest’ultime orgogliosamente coltivate allo scopo di portarle alla Madonna. Per i giovani la recita del Rosario era principalmente un’occasione per incontrare gli amici, il moros o la morosa. Tutto questo si faceva prima delle 20, altrimenti sarebbe diventato troppo tardi, buio e pericoloso.Per il mese di Ottobre si chiedeva ai bambini (ma non solo), di fare dei fioretti (piccoli sacrifici): che si ricordavano, facendo dei nodini in una fettuccia di stoffa. Esempi di sacrifici: rinunciare alle ciliegie o alla marmellata.Attualmente, la seconda domenica del mese si festeggia la mamma.

Maggio: mese della Madonna

Simbolo della Madonna: la rosa (amore e pietà)

Aprile non ti scoprire.Maggio vai adagio.Da giugno in poi, fai quello che vuoi.

10 maggio San Cataldosparisce il freddoe arriva il caldo.

Santa Ritaogni rosa è fiorita.P

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Maggio

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S. Giustino Martire

Festa della Repubblica

S. Carlo Lwanga

S. Quirino Vescovo

S. Bonifacio Vescovo

S. Norberto Vescovo

S. Roberto Vescovo

S. Medardo Vescovo

S. Efrem

S. Diana

S. Barnaba Apostolo

S. Guido

S. Antonio da Padova

S. Eliseo

S. Germana

S. Aureliano

S. Adolfo

S. Marina

S. Gervasio

S. Ettore

S. Luigi Gonzaga

S. Paolino da Nola

S. Lanfranco Vescovo

Natività S. Giovanni B.

S. Guglielmo

S. Vigilio Vescovo

S. Cirillo

S. Attilio

S.S. Pietro e Paolo

S.S. Primi Martiri

La barca di San Pietro Il 28 giugno, che è la vigilia di San Pietro, si riempie metà vaso di acqua e si inserisce l’albume dell’uovo. Si lascia per tutta la notte fuori dalla casa. La rugiada, entrando, fa prendere una forma particolare all’albume: una barchetta. A seconda della forma della barca i contadini facevano delle previsioni sulle condizioni del tempo.

La mare de San PieroSi narra che la madre di San Pietro fosse una vecchia cattiva e avara che nella sua vita aveva commesso molti peccati e per questo era finita all’inferno. San Pietro volendo salvare la madre dalle terribili punizioni che le venivano inflitte supplicò il Signore di perdonarla. Mosso a compassione Dio gli diede una corda in modo da poter portare sua madre in Paradiso. Una volta aggrappata alla corda, la vecchia iniziò a farsi scherno delle altre anime che decisero allora di aggrapparsi a lei per andare anche loro in Paradiso. Cercando inutilmente di liberarsi e di salire in cielo lei sola, la corda non la resse e si spezzò.Da allora si dice che il Signore conceda alla madre di S. Pietro di uscire dall’inferno gli otto giorni precedenti e successivi alla data del 29 Giugno: in tale periodo la donna ne combina di tutti i colori, portando temporali e danneggiando gli uomini.

Corpus Domini Si partecipava alla processione nella quale si porta per il paese l’ostia consacrata, che rappresenta il corpo di Gesù. Durante la processione si spargono i petali di rosa rossa, che rappresentano la gioia (il fiore) e il dolore (le spine della corona di Gesù). Si addobbavano i balconi con fiori, si stendevano le lenzuola e si lavavano le tuniche dei chierichetti. I petali gettati per terra venivano raccolti, seccati e poi messi in dei sacchettini per profumare la biancheria, oppure venivano bruciati insieme all’ulivo per scongiurare i temporali.

Simbolo di Sant’Antonio da Padova: il pane (carità ai poveri)

Giugno la falce in pugno.

Se piove ai santi Paolo e Piero piove per un an intero.

Con giugno tonisanteil raccolto sarà abbondante.P

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Giugno

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S. Teobaldo

S. Ottone

S. Tommaso Apostolo

S. Elisabetta

S. Antonio M. Zaccaria

S. Maria Goretti

S. Claudio

S. Adriano

S. Armando

S. Silvana

S. Benedetto

S. Fortunato Martire

S. Enrico Imperatore

S. Camillo De Lellis

S. Bonaventura

N.S. del Carmelo

S. Alessio Confessore

S. Federico V.

S. Giusta

S. Elia Profeta

S. Lorenzo da B.

S. Maria Maddalena

S. Brigida

S. Cristina

S. Giacomo Apostolo

Ss. Anna e Gioacchino

S. Liliana

S. Nazario

S. Marta

S. Pietro Crisologo

S. Ignazio di Loyola

Sant’AnnaSant’Anna, mamma di Maria, è la protettrice delle mamme e delle partorienti. Si festeggiava in alcuni paesi con una sagra paesana, spesso accompagnata da anguriate.

Le Vacanze Durante l’estate non c’era scuola. Si andava in montagna a falciare l’erba a mano con una piccola falce: la mesereta. Si rastrellava il fieno e se ne faceva dei mucchi che venivano mandati a valle con la teleferica. Si raccoglievano le verdure nell’orto. Si portavano al pascolo le mucche: se mangiavano l’erba fresca il latte sarebbe stato migliore. Tra i filari, assieme ai nonni, ci si prendeva cura del vigneto: c’era da girare i cavi, springar con il verderame.A volte si andava a rilassarsi vicino al fiume (Piave), dove ci si poteva bagnare i piedi. Non si poteva fare il bagno perché l’acqua era molto fredda e c’erano gli sghirli (correnti d’acqua che formano un pericoloso vortice).

Madonna del Carmine Il termine “Carmine” deriva dal nome del monte Carmelo. La Madonna del Carmine veniva invocata per ricevere la grazia di partorire un figlio, che poi, in segno di ringraziamento veniva chiamato Carmelo, Carmela, Carmelina.Veniva celebrata la Messa e si faceva la processione, durante la quale i coscritti diciottenni portavano la Madonna. La gente indossava una targhetta di stoffa con un’immagine sacra: lo Scapolare.Si festeggiava andando alle giostre e accendendo un falò la sera, simbolo di rinascita.A Miane c’era una grotta, la grotta Maor, con la statua della Madonna del Carmelo, importata da Gerusalemme da alcuni parrocchiani. In seguito è stata costruita una chiesa dedicata alla Madonna.

Luglio dal gran caldo, bevi, bevi e batti saldo.

La piova de Sant’Anal’e come ‘na mana.

Per Santa Maddalenala nose l’è piena.P

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Santa Maddalena

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S. Alfonso

S. Gustavo

S. Lidia

S. Nicodemo

S. Osvaldo

Trasfigurazione N.S.

S. Gaetano

S. Domenico Confessore

S. Romano

S. Lorenzo

S. Chiara

S. Giuliano

S. Ippolito

S. Alfredo

Assunzione Maria Vergine

S. Rocco

S. Giacinto

S. Elena

S. Ludovico

S. Bernardo Abate

S. Pio X

S. Maria Regina

S. Rosa da Lima

S. Bartolomeo

S. Ludovico

S. Alessandro Martire

S. Monica

S. Agostino

Martirio S. Giovanni B.

S. Faustina

S. Aristide

Perdon d’Assisi Si andava a confessarsi e bisognava recitare sei Ave Maria, sei Padre Nostro e sei Gloria al Padre. Poi si partecipava ad una S. Messa e ci si accostava al sacramento della Comu-nione. Chi lo faceva veniva perdo-nato per tutto l’anno.

Metà agosto Il 15 Agosto sin da tempi assai lontani assume due aspetti: per i Cristiani ricorre la festività dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, per i pagani è Ferragosto (il riposo di Augusto). Per entrambi un’occasione di prendersi una giornata di meritato riposo, ringraziare e festeggiare per il raccolto agricolo. La tradizione lega la data ad un proverbio: Se piov per la Madona, l’acqua l’è ancora bona: se piove fino a metà mese, sarà utile alle coltivazioni, oltre non servirebbe a molto, perché sarebbe troppo tardi.

Madonna Assunta Si festeggia l’Ascensione della Madonna che, dopo essere morta resuscita e sale al cielo. In quel giorno non bisognava andare nell’orto, altrimenti sarebbero giunti insetti e vermi a distruggere il raccolto. L’orto simboleggia l’orto del Getsemani, luogo dove venne sepolto Gesù.

Simbolo di S. Chiara d’Assisi: l’ostensorio (la

preghiera ci salverà)

La prima pioggia d’agostorinfresca il bosco.

Chi vuole avere del buon mostozappi le viti in agosto.

Agosto matura il grano e il mosto.

Luglio, agostomoglie mia non ti conosco.P

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Agosto

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S. Egidio Abate

S. Elpidio Vescovo

S. Gregorio M.

S. Rosalia

S. Vittorino Vescovo

S. Petronio

S. Regina

Nativ. B.V. Maria

S. Sergio Papa

S. Nicola da Tolosa

S. Diomede Martire

Ss. Nome di Maria

S. Maurilio

Esaltazione della S. Croce

B.V. Addolorata

S.S. Cornelio e Cipriano

S. Roberto B.

S. Sofia M.

S. Gennaro Vescovo

S. Eustachio

S. Matteo Apostolo

S. Maurizio Martire

S. Pio da Pietrelcina

S. Pacifico Confessore

S. Aurelia

S.S. Cosimo e Damiano

S. Vincenzo de Paoli

S. Venceslao Martire

S.S. Michele, Gabriele e Raffaele

S. Girolamo Dottore

La vendemmia A settembre fino a metà ottobre si vendemmiava ogni giorno dalle 7.30 a mezzogiorno e poi fino a sera. A pranzo la padrona di casa preparava cibo per tutti: immancabili erano la poenta (polenta) e il pan e sopressa (pane fatto rigorosamente in casa e cotto nel forno a legna).Vendemmiavano tutti: adulti e bambini. Era un’occasione per incontrarsi e lavorare. Si faceva molta fatica perché si raccoglieva l’uva a mano tagliandola con la britola (coltellino). I grasp de ua (grappoli d’uva) venivano riposti nelle cassette di legno o nei tsest (ceste). I cesti venivano trasportati con il bigol (strumento di legno utilizzato per trasportare due ceste contemporaneamente). I proprietari della vigna, chiedevano ai vendemmiatori di lavorare cantando: così era sicuro che non stessero mangiando uva.L’uva raccolta nella tinozza veniva coperta per scacciare gli insetti, poi schiacciata con i piedi e così si otteneva il mosto; il succo d’uva. Il mosto veniva lasciato fermentare per otto giorni (prima fase), poi si travasava nelle botti seguendo il calendario lunare, la tradizione vuole che questa seconda fase avvenisse con la luna calante.

A settembre la notte con il dì contende Aria fresca settembrinadalla sera alla mattina.

Se settembre se sta solarolo,ottobre sarà fungarolo. Di settembre e d’agostobevi il vin vecchio e lascia stare il mosto.

Pro

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San Pio da Pietralcina

Settembre

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S. Teresa del Bambin Gesù

Festa Dei Nonni S.S. Angeli Custodi

S. Gerardo

S. Francesco d’Assisi

S. Placido Martire

S. Bruno

Nostra Signora del Rosario

S. Pelagia

S. Dionigi

S. Daniele

S. Firmino Vescovo

S. Serafino

S. Edoardo Re

S. Callisto I Papa

S. Teresa d’Avila

S. Gallo

S. Ignazio

S. Luca Evangelista

S. Isacco

S. Irene

S. Orsola

S. Donato

S. Giovanni da C.

S. Antonio M. Claret

S. Crispino

S. Evaristo Papa

S. Fiorenzo Vescovo

S. Simone

S. Massimiliano

S. Germano Vescovo

S. Lucilla

La scuolaLa scuola iniziava il primo ottobre. Il 4 ottobre si stava a casa perché è San Francesco. La scuola iniziava alle 8.00 e terminava a mezzogiorno. Andavano a casa a mangiare e poi continuavano la scuola dalle 13.00 alle 17.00. Il sabato si rimaneva a casa.Gli alunni si recavano a scuola a piedi. C’era chi doveva fare anche molta strada. Chi arrivava bagnato o sporco, doveva pulirsi prima di presentarsi in classe. Se erano bagnati si mettevano i vestiti ad asciugare vicino alla stufa di terracotta. Per far funzionare la stufa ogni bambino portava un pezzo di legno. I bambini si scaldavano i piedi con lo scaldino (contenitore con dentro le bronze, braci). Uno dei compiti del bidello era quello di riempire i calamai con l’inchiostro.Ogni mattina si recitavano le preghiere.La cartella era di legno, di cartone o di stoffa. Gli alunni indossavano un grembiule nero con un colletto bianco ed un nastro rosso per le femmine e uno azzurro per i maschi.Le materie erano italiano, matematica, disegno e musica (si cantavano canti di montagna, canti nazionali e patriottici). L’attività motoria si svolgeva nei pomeriggi per le strade (ginnastica fascista). Le punizioni più frequenti erano: le orecchie d’asino, inginocchiarsi sui ceci e la bacchettata sulle mani. Inoltre chi arrivava in ritardo, doveva stare a casa per un’intera settimana.Chi era mancino (mano sinistra: man del diol) doveva imparare a scrivere con la mano destra, la sinistra veniva legata dietro la schiena.

Per San Francescoparte il caldo e torna il fresco.

In ottobre in cantinadalla sera alla mattina.

Se fa bello a San Gal,fa bel fin a Nadal.P

rover

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Simbolo della Madonna del Rosario: il rosario (corona di rose in preghiera)

Se i angeli i se bagna le alepiove fin a Nadale.

Ottobre piovoso, campo prosperoso.

In ottobre compra granoe copriti.

Ottobre

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Tutti i Santi

Commemorazione dei defunti

S. Silvia

S. Carlo Borromeo

S. Zaccaria Profeta

S. Leonardo Abate

S. Ernesto Abate

S. Goffredo Vescovo

S. Ornella

S. Leone Magno

S. Martino di Tours

S. Renato

S. Diego

S. Giocondo

S. Alberto M.

S. Margherita

S. Elisabetta

S. Oddone

S. Fausto Martire

S. Benigno

Presentazione B.V. Maria

S. Cecilia

S. Clemente Papa

S. Giovanni della Croce

S. Caterina d’Alessandria

S. Corrado Vescovo

I d’Avvento S. Virgilio

S. Giacomo

S. Saturnino Martire

S. Andrea Apostolo

Simbolo di San Martino: il mantello (carità)

Ai santi, tabaro e guanti.

Ai santi, calze, lana e guanti.

A San Martinogni mosto è vin.P

rover

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Tutti i SantiIn questo giorno si andava a Messa e poi in processione al cimitero. Infine si mangiavano le castagne roste (arrostite) e si beveva il mosto. Le castagne venivano raccolte in uno scartozet (cartoccio) e le bucce venivano poi usate per alimentare il fuoco.La sera prima (31 ottobre) si svuotava una zucca, si intagliava e dentro veniva messo un lumino per scacciare le anime cattive oppure per spaventare le ragazze. Con la polpa della zucca si cucinavano zuppe, dolci, gnocchi oppure si davano ai maiali (zucca porzelera).

L’estate di San MartinoL’estate di san Martino è il nome con cui viene indicato un periodo autunnale in cui, dopo le prime gelate si verificano condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Il nome ha origine dalla tradizione di San Martino secondo la quale Martino da Tours (poi divenuto Santo), nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà del suo mantello; poco dopo incontrò un altro mendicante e gli regalò l’altra metà del mantello: subito dopo, il cielo si schiarì e la temperatura si fece più mite.

Il contratto agricoloL’11 Novembre era il giorno in cui ogni anno veniva aperto, chiuso o rinnovato il contratto di affitto tra il contadino che lavorava la terra e il proprietario del terreno. Era considerata la chiusura della stagione agricola. Si festeggiava con il primo vino della stagione: il vin novello, solitamente accompagnato con le castagne roste.

A novembre se piove e tona,l’annata sarà bona.

Novembre gelato, addio seminato.

Se in novembre non hai arato, tutto l’anno sarà tribolato.

Novembre

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S. Ansano

S. Bibiana

S. Francesco Saverio

II d’Avvento S. Barbara

S. Giulio

S. Nicola Vescovo

S. Ambrogio Vescovo

Immacolata Concezione

S. Siro

N.S. di Loreto

III d’Avvento S. Damaso Papa

S. Giovanna

S. Lucia

S. Giovanni

S. Valeriano

S. Albina

S. Lazzaro

IV d’Avvento S. Graziano Vescovo

S. Fausta

S. Liberato Martire

S. Pietro Canisio

S. Francesca Cabrini

S. Giovanni da Kenty

S. Delfino

Natale del Signore

S. Stefano

S. Giovanni Apostolo

Ss. Innocenti Martiri

S. Tommaso Becket

S. Eugenio

S. Silvestro Papa

Simbolo di San Nicola: il bastone pastorale (bastone dei pastori poveri in segno di cura e fede per l’altro)

San Nicolò da Barila festa dei scolari.A chi che no fa festaghe baton via la testa.

Dicembre nevoso, anno fruttuoso.

A Santa Lucia, el fret el se invia.P

rover

bi

San NicolòLa sera del 5 dicembre passa S. Nicolò vestito come un vescovo: con la veste bianca, la mitra rossa e il pastorale in mano, con una lunga barba bianca. Quella sera i ragazzi più grandi passavano per le strade e facevano fracasso con i bandot (bidoni) per far paura ai bambini e farli andare a dormire presto. Le mamme mettevano sul davanzale un bicchiere di vino caldo per ristorare San Nicolò e un pugno di fieno per l’asinello che la tradizione vuole, lo accompagni. La mattina del 6 dicembre chi era stato buono durante l’anno trascorso, trovava come doni: cachi, straccaganasse (castagne secche), bagigi, mandarini, arance, uva passa... Chi non si era comportato bene trovava foglie secche o pezzi di carbone.

Natale L’albero di Natale era un ramo di pino o di ginepro che si addobbava con dolcetti e frutta. Chi aveva la possibilità, costruiva il presepio con statuine di gesso o, più semplici, costruite con sagome di cartone. Si mettevano poi le casette di cartone, il muschio e uno specchio per fare l’acqua.La vigilia si andava a Messa a mezzanotte e si metteva sul camino il zoc de Nadal un grosso ceppo di legno che doveva ardere fino all’Epifania (6 gennaio). Questo per scaldare simbolicamente Gesù appena nato. Le massaie usavano preparare il tronco di natale, un dolce a base di farina impastata e cioccolato.

Simbologia dei doni

Dicembre

STORIE DI V.I.T.A.- Veramente Importante Testimoniarle agli Altri -

Il calendario della TradizioneDal 2009, il Servizio Educativo propone questo Progetto di sollecitazione e mantenimento della memoria autobiografica dei nostri Ospiti: per l’edizione 2015, abbiamo scelto il tema de “Il calendario delle tradizioni”.

Quest’anno abbiamo arricchito l’esperienza collaborando con due realtà del Territorio: la classe 2^ della scuola primaria “G. Rodari” e la classe 1^ della scuola secondaria di primo grado del catechismo di Col S. Martino. Da gennaio a giugno 2015 i nostri Ospiti hanno mensilmente incontrato i due gruppi della classe 2^ raccontando delle usanze e feste tipiche di ciascun mese. Con i ragazzi del Catechismo si è raccontato della vita dei santi più significativi per la tradizione locale.

L’obiettivo principale di questo progetto è l’incontro intergenerazionale volto alla trasmissione del sapere orale dei nostri Ospiti, ciò ha incontrato il terreno fertile delle nuove generazioni che hanno prodotto materiale grafico-pittorico (piccoli racconti e disegni). Tutto ciò lo vogliamo condividere con la realizzazione di questo calendario.

Si ringraziano le maestre Elena ed Elena, le catechiste Elena e Luciana, tutti i bambini e i ragazzi che hanno regalato ai nostri Ospiti

la gioia e l’entusiasmo del trascorrere del tempo assieme.

Gli Ospiti della Struttura e le Educatrici Serena Gabrielli e Francesca Bellaio.

Istituto F. BotteselleL’Istituto Botteselle è una delle strutture gestite dalla Fondazione Santa Augusta Onlus di Conegliano.Si trova a Col San Martino, di fronte alla sede della Pro Loco, può ospitare 92 persone, che possono muoversi con ampia autonomia e libertà nei tre piani dell’edificio.La nostra mission principale è quella di prenderci cura degli Ospiti e dei loro familiari, garantendo la miglior assistenza e cura possibile.Il motto della Fondazione è quello di “Creare una Comunità da Vivere ed una Casa da abitare”.

Siamo pronti ad accoglierVi per una visita!

ISTITUTO “F. BOTTESELLE” P.zza Rovere,1

Col San Martino (TV) Tel 0438 898 135

[email protected] Santa Augusta Onlus