Il Brigantino È olandese il più grande di Capitan WillelmIl Brigantino di Capitan Willelm Makkum,...

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Marinai d’Italia 23 Energica e con il fiuto per gli affari, avrebbe trascorso la sua vita fra barche e cantieri navali. Una tradizione di fami- glia portata avanti da Willelm. Ed ecco, veliero dopo veliero, il sogno far- si realtà: un bel brigantino-goletta fiero dei suoi sessantuno metri di lunghezza, della sua straordinaria superficie velica, dei suoi alberi svettanti quasi a voler toc- care il cielo, del suo bompresso a fende- re l’aria, della sua polena a forma di cigno. Era il 1993, nei cantieri Stocznia Gdansk di Danzica, in Polonia, vedeva la luce, su disegno dell’architetto olandese Oliver van Meer, Swan fan Makkum, il Cigno di P er lunghi mesi era rimasto assorto nella lettura dei vecchi giornali di New York, scandagliando annunci marittimi. Amava divorarne e ogni volta era un tuffo al cuore. Ecco un brigantino per Brema, rivestito e cavigliato di rame, ormeggiato ad una banchina dello Scalo Counties. Un brigantino! Quanto sarebbe stato bello salire su quell’imbarcazione dalle murate alte e sottili, dai pennoni snelli, dagli alberi slanciati. Rivestito e ca- vigliato di rame, questo sì che odorava di salsedine! E quanto doveva essere diver- so un brigantino dai battelli in legno a un solo albero che aveva visto scivolare da- vanti la sua casa sul fiume Hudson. Lo Scalo Counties pullulava di magazzini dalle porte arrugginite e dai tetti ricoperti 22 Marinai d’Italia Il Brigantino di Capitan Willelm Stefania Elena Carnemolla È olandese il più grande brigantino-goletta del mondo da veliero vacanziero a nave della solidarietà grazie a Yacht Club Italiano e Marina Militare di tegole. Accatastate sui marciapiedi, vecchie àncore e gòmene. Nei dintorni, caffè fuori moda popolati di lupi di mare bruciati dal sole, che entravano e usciva- no, fumando sigari e parlando di Cuba, di Londra, di Calcutta. I loro racconti aveva- no un non so che di fiabesco. Con loro aveva sognato, Wellingborou- gh, lui che il mare lo aveva sempre vissu- to da terra, dalle banchine dei moli, stret- to nella mano del padre, mentre, più in là, le grandi navi prendevano il largo, fra gri- da di marinai che agitavano i berretti in segno di saluto. Od ancora, fantastican- do davanti ad antiche marine, con i grigi fari in rovina e i velieri poggiati su un fianco, immortalati in acque di un azzur- ro smagliante. Aveva acceso il suo desiderio di viaggi lontani una nave in vetro, adagiata come una reliquia su un tavolinetto da tè olan- dese, portata da Amburgo dal padre, un facoltoso importatore di Broad Street. Si sarebbe imbarcato anni dopo, Wellingbo- rough, su un clipper per Liverpool. Come marinaio. Il marinaio Herman Melville, il grande romanziere americano, padre del Moby Dick. Willelm Sligting era poco più di un ragaz- zo quando su una chiatta frisone attra- versò il lago Hegermeer. Ma già allora sognava l’oceano e i brigantini. La sua bisnonna, l’intraprendente Trijntie, pos- sedeva un barcone. Con quello, nel 1906, s’era ormeggiata a Harlingen, lassù, nel- la Frisia. Il Capitano Willelm

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Energica e con il fiuto per gli affari,avrebbe trascorso la sua vita fra barchee cantieri navali. Una tradizione di fami-glia portata avanti da Willelm.Ed ecco, veliero dopo veliero, il sogno far-si realtà: un bel brigantino-goletta fierodei suoi sessantuno metri di lunghezza,della sua straordinaria superficie velica,dei suoi alberi svettanti quasi a voler toc-care il cielo, del suo bompresso a fende-re l’aria, della sua polena a forma di cigno.Era il 1993, nei cantieri Stocznia Gdanskdi Danzica, in Polonia, vedeva la luce, sudisegno dell’architetto olandese Olivervan Meer, Swan fan Makkum, il Cigno di

Per lunghi mesi era rimasto assortonella lettura dei vecchi giornali diNew York, scandagliando annunci

marittimi. Amava divorarne e ogni voltaera un tuffo al cuore. Ecco un brigantinoper Brema, rivestito e cavigliato di rame,ormeggiato ad una banchina dello ScaloCounties. Un brigantino! Quanto sarebbestato bello salire su quell’imbarcazionedalle murate alte e sottili, dai pennonisnelli, dagli alberi slanciati. Rivestito e ca-vigliato di rame, questo sì che odorava disalsedine! E quanto doveva essere diver-so un brigantino dai battelli in legno a unsolo albero che aveva visto scivolare da-vanti la sua casa sul fiume Hudson. Lo Scalo Counties pullulava di magazzinidalle porte arrugginite e dai tetti ricoperti

22 Marinai d’Italia

Il Brigantinodi Capitan Willelm

Stefania Elena Carnemolla

È olandese il più grandebrigantino-goletta del mondo

da veliero vacanzieroa nave della solidarietà

grazie a Yacht Club Italianoe Marina Militare

di tegole. Accatastate sui marciapiedi,vecchie àncore e gòmene. Nei dintorni,caffè fuori moda popolati di lupi di marebruciati dal sole, che entravano e usciva-no, fumando sigari e parlando di Cuba, diLondra, di Calcutta. I loro racconti aveva-no un non so che di fiabesco.Con loro aveva sognato, Wellingborou-gh, lui che il mare lo aveva sempre vissu-to da terra, dalle banchine dei moli, stret-to nella mano del padre, mentre, più in là,le grandi navi prendevano il largo, fra gri-da di marinai che agitavano i berretti insegno di saluto. Od ancora, fantastican-do davanti ad antiche marine, con i grigifari in rovina e i velieri poggiati su unfianco, immortalati in acque di un azzur-ro smagliante.

Aveva acceso il suo desiderio di viaggilontani una nave in vetro, adagiata comeuna reliquia su un tavolinetto da tè olan-dese, portata da Amburgo dal padre, unfacoltoso importatore di Broad Street. Sisarebbe imbarcato anni dopo, Wellingbo-rough, su un clipper per Liverpool. Comemarinaio. Il marinaio Herman Melville, ilgrande romanziere americano, padre delMoby Dick. Willelm Sligting era poco più di un ragaz-zo quando su una chiatta frisone attra-versò il lago Hegermeer. Ma già allorasognava l’oceano e i brigantini. La suabisnonna, l’intraprendente Trijntie, pos-sedeva un barcone. Con quello, nel 1906,s’era ormeggiata a Harlingen, lassù, nel-la Frisia.

Il CapitanoWillelm

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Il Brigantino di Capitan Willelm

Makkum, il più grande brigantino delmondo. Ottocentesco, nelle linee aggra-ziate e nell’armo classico, il tutto inca-stonato in uno scafo moderno, alla modadei velieri della Wylde Swan Makkum, lasocietà di navigazione di Willelm e Hinkede Vries, sua compagna di vita.E ora che il Cigno ha lasciato per sem-pre l’Olanda e Makkum, pittoresco vil-laggio di pescatori sull’Ijsselmer, ben al-tri sogni verrano realizzati. In altre partidel mondo.Carlo Croce, che dello Yacht Club Italia-no è presidente, il mare ce l’ha nel san-gue, come il padre Beppe, un genoveseclasse 1914, patriarca della vela italiana.Solo chi ha respirato l’odore della salse-dine per una vita sa quanto il mare pos-sa ridare la vita.Anche Carlo aveva un sogno: ridare ilsorriso a chi quel sorriso non l’aveva più.

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Carlo se ne innamorò. Si dice perduta-mente. Col tempo, avrebbe fatto di tuttoper averlo.Nave Italia, è così che si chiama ora. Am-mainate insegne e bandiere frisoni e olan-desi, oggi vi sventola quella della MarinaMilitare, suo nuovo armatore. Fra salottiniold fashion e ottoni luccicanti, nel 2007 vi ènata Tender to Nave Italia, fondazione a fi-ni sociali promotrice di progetti di ricerca,formazione, terapia, aggregazione. V’era un tempo in cui il Cigno di Makkumspiegava le vele da Amsterdam per mèteda sogno. Ogni anno a salpare sul brigan-tino che fu di Capitan Willelm sono tantigiovani Wellingborough e non v’è raccontoalla fine di ogni loro viaggio che non parlidel mare, della salsedine, della Stella Po-lare. Di quel mare di cui sentono nostal-gia. Così come della sua forza e dei suoitanti silenzi.

Un brigantino! Perché no? Perché nonprendere coraggiosamente a bordo il di-sagio, i turbamenti della mente, del cor-po, dell’anima, tentando di lenirli? Il ma-re, con la sua forza e i suoi silenzi, gli sa-rebbe stato complice, in questo. Anni fa, il Cigno se ne stava, con lo scafolucente, fra le vele della Tall Ships’ Race,la grande regata regno di cutter, ketch,yawl, brigantini, golette, navi a palo…

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Il Brigantino di Capitan Willelm

COMUNICATO STAMPA n. 04/20079 febbraio 2007

Presentata a Roma la fondazione Tender to Nave Italia

È stata presentata questa mattina al Campidoglio Tender To Na-ve Italia, fondazione Onlus costituita dallo Yacht Club Italiano edalla Marina Militare. Erano presenti il vicesindaco di Roma,Mariapia Garavaglia, il Capo di Stato Maggiore della Marina Mi-litare, Ammiraglio di Squadra Paolo La Rosa, ed il Presidentedello Yacht Club Italiano Carlo Croce.

Lo scopo della Fondazione

La Fondazione Tender To Nave Italia vuole apportare un contri-buto concreto e significativo a favore del benessere delle per-sone più deboli della società - bambini, adolescenti, portatori dihandicap fisico, psichico, sensoriale, malati e anziani - promuo-vendo il mare e la navigazione quali esperienze preferenziali dieducazione, formazione e terapia.Sostenuta dai tre Promotori Benemeriti Siad, Telecom ProgettoItalia e UniCredit Private Banking, che hanno creduto in questagrande iniziativa di solidarietà, la Fondazione ha ottenuto il rico-noscimento giuridico di ONLUS secondo il DPR 361 e l’iscrizio-ne nel Registro istituito nella Prefettura di Genova.

Nave Italia

Il cuore della Fondazione batte a bordo di Nave Italia, il più grande bri-gantino a vela del mondo, lunga 61 metri e capace di alloggiare più di30 ospiti oltre l’equipaggio (a cui provvederà la Marina Militare).Nave Italia non è un semplice albergo galleggiante, ma un luogo do-ve si realizzano progetti di ricerca, educazione, formazione e terapia,oltre che la formazione di chi opera a contatto con il disagio. Un’uni-versità corsara, insomma, mobile, finanziariamente autonoma, che siaffianca alle strutture esistenti per essere punto di incontro e scam-bio di esperienze diverse ed internazionali: un ambasciatore dell’Ita-lia educante, formativa e solidale nei mari del mondo.

Le aree di intervento

La Fondazione Tender To Nave Italiaopera seguendo due direzioni:1. La progettazione di interventi di sostegno a favore di soggetti

disagiati, in collaborazione con associazioni e organizzazioni.In particolare saranno realizzate:

• Attività di prevenzione della dispersione scolastica• Progetti per l’infanzia abbandonata• Attività educativa per adolescenti segnalati dai servizi

sociali e/o dalle istituzioni giudiziarie• Interventi di orientamento e autonomia rivolti a portatori

di handicap fisico, psichico e sensoriale

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• Progetti sperimentali di integrazione culturale• Attività di sostegno per persone malate e le loro famiglia• Iniziative e progetti per anziani

2. La progettazione di interventi di formazione e aggiornamentodegli operatori nel campo del sociale.In particolare saranno proposte:

• L’esperienza a bordo di Nave Italia come occasione di formazione,sperimentazione e approfondimento nell’ambito di percorsi

universitari inerenti agli oggetti di lavoro della Fondazione• Corsi di aggiornamento accreditati e riconosciuti, rivolti

a operatori scolastici, sociali e socio sanitari, finalizzatia presentare e proporre le potenzialità e gli utilizzi educativi,formativi e terapeutici delle risorse e dei progetti della Fondazione

Il calendario attività 2007 è dedicato ai bambini

Per il primo semestre del 2007 l’ambito prioritario di intervento èstato individuato nei bambini e nella scuola: a bordo di Nave Ita-lia saranno infatti realizzati percorsi dedicati ai minori a rischio diabbandono scolastico e/o con difficoltà a concludere il ciclo del-l’obbligo formativo.La realizzazione di queste attività, finalizzate a specifici obiettivieducativi e formativi, rappresenterà anche una sperimentazionefondamentale per la raccolta di elementi utili alla progettazione2007/08 e degli anni successivi.

Nel corso del 2007, oltre ai progetti scuola, saranno inoltre spe-rimentati interventi dedicati a:• fratelli sani di bambini affetti da sindromi rare• malati oncologici o soggetti usciti dalla malattia che necessitano

di interventi di sostegno psicologico e rimotivazione alla vita• adolescenti e giovani provenienti da 8 paesi d’Europa

per un progetto di integrazione e scambio culturale• minori in carico a progetti di sostegno educativo in funzione

della prevenzione dell’istituzionalizzazione• disabili sensoriali (non vedenti) e mentali

Il Consiglio di Amministrazionedella Fondazione Tender To Nave Italia

La Fondazione è retta da un Consiglio di Amministrazione.Presidente della Fondazione è Galeazzo Pecori Giraldi, PresidenteMorgan Stanley; Vice Presidente è l’Ammiraglio Luciano Zappata,Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare; ConsigliereEsecutivo è Carlo Croce, Presidente dello Yacht Club Italiano.Altri consiglieri sono stati designati dalla Marina Militare, dalloYacht Club Italiano e dai Promotori Benemeriti.La Fondazione Tender To Nave Italia ha aderito all’Unione VelaSolidale, l’organismo nazionale costituito a febbraio 2003 che riu-nisce le associazioni italiane che utilizzano la navigazione a ve-la a fini educativi e di prevenzione e cura del disagio psichico, fi-sico e sociale.

Tender to “Nave Italia”Opportunità di imbarco per 5 giovani ANMI (21-25 aprile 2010)• Programma: Imbarco a Trapani il 21 aprile 2010; Sbarco a Cagliari il 24 aprile 2010

(estendibile al 25 aprile 2010, in caso di vincoli sul rientro aereo o per traghetto)• n° 5 posti per giovani ambo sessi, di età compresa tra 16 e 25 anni, iscritti o figli di Soci ANMI• Per la partecipazione occorre segnalare il proprio interesse a [email protected]• Avuta la conferma della disponibilità residua dei posti, occorre iscriversi

a STA-I versando 50 Euro di iscrizione (vedasi modulo di iscrizione) e versareun contributo di 100 Euro, in favore della Fondazione Onlus "Tender to Nave Italia"

• Per ogni ulteriore informazione rivolgersi a: [email protected] collegarsi al sito: www.tendertonaveitalia.com