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Il Blocco Sud È prevista per luglio l’apertura del Nuovo Blocco Ospedaliero. Negli anni scorsi abbiamo se- guito passo dopo passo la sua costru- zione, abbiamo vissuto la sua presentazione al pubblico e alle autorità, avvenuta lo scorso gennaio, ora è arrivato il momento di varcare la soglia, entrare e conoscerlo meglio dal punto di vista cli- nico: quali discipline avranno sede nella nuova struttura? Quali patologie saranno curate? Quale sarà la sua organizzazione e con quali vantaggi per il paziente? In un'unica struttura le specialità ad alta intensità di cura Tutto in un “Blocco”. Anche questo è un elemento di novità: ad eccezion fatta per il DEA, il Dipartimento dell’Emergenza e Urgenza, Niguarda ha da sempre avuto la sua unità funzionale nel padiglione, tanti, più di 30, il che ha portato ad uno sviluppo in orizzontale dell’Ospedale. Nella nuova struttura la di- mensione privilegiata sarà quella verticale, concentrando in un’unica sede tutte le fasi del percorso assistenziale di cui il paziente ha biso- gno: dalla visita, nel nuovo poliambulatorio, alle indagini diagnostiche, nella radiologia di ultima generazione, fino all’attività chirurgica, po- tenziata dall’apertura delle nuove sale operatorie, e il ricovero, nelle stanze da un unico posto letto o doppio, adeguate, così, agli standard di livello europeo. Blocco, quindi, come area autosufficiente in cui il pa- ziente avrà a disposizione tutto ciò di cui necessita. Inserto Speciale I numeri. Il nuovo Blocco potrà contare su: * 469 posti letto complessivi * 27 postazioni di terapia intensiva * 77 ambulatori * 17 sale operatorie * 5 sale di interventistica cardiovascolare * 2 risonanze magnetiche * 2 TAC * 7 radiologie Nuove tecnologie. Dopo “High Care” entra di diritto anche Hi-Technella lista delle parole chiave per descrivere il Nuovo Blocco, che può, infatti, con- tare su una tecnologia bio- medica di altissimo livello. Una delle novità più rilevanti è costituita dalla sala ibrida. Si tratta di una sala opera- toria - spiega Antonio Rampoldi , Direttore della Radiologia Interventistica - in cui sono presenti apparecchiature radiologiche (un angiografo integrato con tavolo operatorio), che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale che quella interventi- stica a guida radiologica”. Alta tecnologia anche nella sala di chirurgia robotizzata: il robot è di ausilio ai chirurghi, permettendo un maggiore livello di precisione e opera- zioni sempre meno invasive. Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno “integrate“, ciò significa che le apparecchiature medicali presenti saranno collegate tra di loro me- diante dispositivi di controllo ambientale che consentiranno l’utilizzo di tecnologie per videoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per gli operatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screen integrati nelle pareti. Si tratta- spiega Claudio Rossetti , Direttore del Dipartimento Tecnologie Avanzate Dia- gnostico Terapeutiche- di una dotazione tecnologica di ultima generazione. Penso in par- ticolare alla sala ibrida angiografica, in cui sarà possibile effettuare interventi differenti nella stessa stazione: la stessa strumentazione potrà, così, essere utilizzata, con finalità differenti, dal cardiochirurgo, dal radiologo o dallo specialista di chirurgia toracica. Un esempio di modello integrato con ben pochi eguali nel panorama sanitario italiano”. Ci sarà, inoltre, un nuovo strumento per la “caccia” al tumore del seno: il Mam- motome. “Si tratta- spiega Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia- di una speciale sonda che permette di asportare a scopo diagnostico le microcalcifica- zioni, consentendo di individuare tumori molto piccoli”. Alta intensità di cura. Parola d’ordine è High Care. Cosa significa? Per trovare la ri- sposta passiamo in rassegna le discipline che si “accaseranno” nella struttura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l’attività dei tra- pianti e la chirurgia, (chirurgia generale, chirurgia toracica, chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia, ginecolo- gia, urologia, terapia del dolore).Tutte discipline accomunate dal fatto di essere specialità che richiedono un’ alta intensità di cura. Questa caratteristica è, infatti, alla base dell’organizza- zione logistica e sanitaria per l’intero Nuovo Blocco. Il ricovero, per esempio, non avverrà più per aree di specialità, ma i pazienti saranno seguiti in aree suddivise sulla base del- l’assistenza richiesta. In altre parole non esisterà più la degenza separata della cardiochirurgia, dell’oncologia o dell’area tra- pianti. Inevitabile che ciò abbia portato ad un ripensamento dell’assetto infermieristico, riadattato sia dal punto di vista della formazione che della gestione dei compiti in un’ottica di complessità assistenziale. Il medico, inoltre, non avrà più uno specifico reparto in cui visitare i “suoi pazienti”: sarà lui a muo- versi andando al letto del degente in questo o quell’altro settore, secondo il livello di cura richiesto. NOTA: IL TRASFERIMENTO SI COMPLETRA' TRA META' LUGLIO E META' DICEMBRE

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Page 1: Il Blocco Sud -  · PDF fileIl Blocco Sud J prevista per luglio lIapertura Adel Nuovo Blocco Ospedaliero. Negli anni scorsi abbiamo se-guito passo dopo passo la sua costru-zione

Il Blocco Sud

Èprevista per luglio l’apertura delNuovo Blocco Ospedaliero.Negli anni scorsi abbiamo se-

guito passo dopo passo la sua costru-zione, abbiamo vissuto la suapresentazione al pubblico e alle autorità,avvenuta lo scorso gennaio, ora è arrivatoil momento di varcare la soglia, entrare econoscerlo meglio dal punto di vista cli-nico: quali discipline avranno sede nellanuova struttura? Quali patologie sarannocurate? Quale sarà la sua organizzazionee con quali vantaggi per il paziente?

In un'unica struttura le specialità ad alta intensità di cura

Tutto in un “Blocco”.Anche questo è un elemento di novità: ad eccezion fatta per il DEA, ilDipartimento dell’Emergenza e Urgenza, Niguarda ha da sempre avutola sua unità funzionale nel padiglione, tanti, più di 30, il che ha portatoad uno sviluppo in orizzontale dell’Ospedale. Nella nuova struttura la di-mensione privilegiata sarà quella verticale, concentrando in un’unicasede tutte le fasi del percorso assistenziale di cui il paziente ha biso-gno: dalla visita, nel nuovo poliambulatorio, alle indagini diagnostiche,nella radiologia di ultima generazione, fino all’attività chirurgica, po-tenziata dall’apertura delle nuove sale operatorie, e il ricovero, nellestanze da un unico posto letto o doppio, adeguate, così, agli standard dilivello europeo. Blocco, quindi, come area autosufficiente in cui il pa-ziente avrà a disposizione tutto ciò di cui necessita.

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I numeri.Il nuovo Blocco potrà contare su:

* 469 posti letto complessivi

* 27 postazioni di terapia

intensiva

* 77 ambulatori

* 17 sale operatorie

* 5 sale di interventisticacardiovascolare

* 2 risonanze magnetiche

* 2 TAC

* 7 radiologie

Nuove

tecnologie.Dopo “High Care” entra didiritto anche “Hi-Tech”nella lista delle parole chiaveper descrivere il NuovoBlocco, che può, infatti, con-tare su una tecnologia bio-

medica di altissimo livello.Una delle novità più rilevantiè costituita dalla sala ibrida.“Si tratta di una sala opera-

toria - spiega Antonio Rampoldi, Direttore della Radiologia Interventistica - in cui sono

presenti apparecchiature radiologiche (un angiografo integrato con tavolo operatorio),

che consentono di svolgere sia l’attività chirurgica tradizionale che quella interventi-

stica a guida radiologica”. Alta tecnologia anche nella sala di chirurgia robotizzata: ilrobot è di ausilio ai chirurghi, permettendo un maggiore livello di precisione e opera-zioni sempre meno invasive. Inoltre gran parte delle sale operatorie saranno “integrate“,ciò significa che le apparecchiature medicali presenti saranno collegate tra di loro me-diante dispositivi di controllo ambientale che consentiranno l’utilizzo di tecnologie pervideoconferenza, riprese del campo operatorio in alta risoluzione con la possibilità per glioperatori di utilizzare schermi di ampie dimensioni e schermi di controllo touch screenintegrati nelle pareti.“Si tratta- spiega Claudio Rossetti, Direttore del Dipartimento Tecnologie Avanzate Dia-gnostico Terapeutiche- di una dotazione tecnologica di ultima generazione. Penso in par-

ticolare alla sala ibrida angiografica, in cui sarà possibile effettuare interventi differenti

nella stessa stazione: la stessa strumentazione potrà, così, essere utilizzata, con finalità

differenti, dal cardiochirurgo, dal radiologo o dallo specialista di chirurgia toracica. Un

esempio di modello integrato con ben pochi eguali nel panorama sanitario italiano”. Ci sarà, inoltre, un nuovo strumento per la “caccia” al tumore del seno: il Mam-

motome. “Si tratta- spiega Angelo Vanzulli, Direttore della Radiologia- di una

speciale sonda che permette di asportare a scopo diagnostico le microcalcifica-

zioni, consentendo di individuare tumori molto piccoli”.

Alta intensità di cura.

Parola d’ordine è High Care. Cosa significa? Per trovare la ri-sposta passiamo in rassegna le discipline che si “accaseranno”nella struttura: oncologia, ematologia, tutto il dipartimento

cardiologico con la cardiochirurgia, tutta l’attività dei tra-

pianti e la chirurgia, (chirurgia generale, chirurgia toracica,

chirurgia vascolare, chirurgia plastica, ortopedia, ginecolo-

gia, urologia, terapia del dolore).Tutte discipline accomunatedal fatto di essere specialità che richiedono un’ alta intensità di

cura. Questa caratteristica è, infatti, alla base dell’organizza-zione logistica e sanitaria per l’intero Nuovo Blocco.

Il ricovero, per esempio, non avverrà più per aree di specialità,ma i pazienti saranno seguiti in aree suddivise sulla base del-l’assistenza richiesta. In altre parole non esisterà più la degenzaseparata della cardiochirurgia, dell’oncologia o dell’area tra-pianti. Inevitabile che ciò abbia portato ad un ripensamento

dell’assetto infermieristico, riadattato sia dal punto di vistadella formazione che della gestione dei compiti in un’ottica dicomplessità assistenziale. Il medico, inoltre, non avrà più unospecifico reparto in cui visitare i “suoi pazienti”: sarà lui a muo-versi andando al letto del degente in questo o quell’altro settore,secondo il livello di cura richiesto.

NOTA: IL TRASFERIMENTO

SI COMPLETRA' TRA META' LUGLIO

E META' DICEMBRE

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La parola agli specialisti

TumoriOnco-ematologia e chirurgie collegate

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ONCOLOGIA

L’attività clinica èvolta alla cura di tutti itipi di tumore solido,e in particolare del-l’apparato gastroen-

terico ed epatobiliare,del polmone, dellamammella, dell’ovaio

e dell’utero, della testae collo, sarcomi e tumori a sede primitiva ignota. L’iti-nerario diagnostico-terapeutico si svolge in modo inte-grato con gli altri dipartimenti con équipe

multidisciplinari dedicate a patologie anche non fre-quenti come i tumori neuroendocrini, del retto, del ri-

nofaringe, del testicolo e germinali e delmedulloblastoma (tipo di neoplasia che interessa il cer-vello) dell’adulto. L’Oncologia di Niguarda, inoltre, hauna consolidata esperienza nell’innovazione terapeuticaattraverso la conduzione di sperimentazioni cliniche difarmaci a bersaglio molecolare e protocolli di terapia cel-lulare con trapianto di cellule staminali ematopoietiche.

Salvatore Siena, Direttore dell’Oncologia Falck: “Il trasferimento nel Blocco

Sud rappresenta un’importante occasione per il ripensamento organizzativo

dell’itinerario diagnostico e terapeutico per il paziente oncologico, il quale

avrà modo di usufruire delle risorse ospedaliere in maniera ottimale: la mul-

tidisciplinarietà, da sempre nel dna di Niguarda, potrà trovare conferma nel

nuovo blocco ospedaliero”.

Aldo Bocciardi, Direttore dell’Urologia: “Nel caso di

neoplasie maligne della prostata, che richiedono

l’asportazione della ghiandola, la possibilità di eseguire l’intervento con tec-

nica robotica è un enorme vantaggio a beneficio del paziente: il robot con-

sente infatti una maggiore precisione, il che garantisce

una più alta preservazione delle strutture contigue, e una

minor invasività, assicurando tempi di recupero più

brevi”.

Mario Meroni, Direttore dell’Ostetricia e Ginecologia: “Possiamo disporre

di terapie integrate e di tecniche chirurgiche nuove per la cura dei tumori al

femminile. L’obiettivo è quello di consolidare il ruolo di

polo di riferimento per la donna, specializzato nella chi-

rurgia laparoscopica mini-invasiva e tecnica robotica”.

Mario Ravini, Direttore Chirurgia Toracica: “La collocazione della chirur-

gia toracica nel dipartimento cardiotoracovascolare nel nuovo Blocco Sud,

oltre che rappresentare un ritorno alle origini nella storia dell'ospedale Ni-

guarda, favorirà l'ulteriore sviluppo di terapie complesse come il trapianto

polmonare e cardiopolmonare su pazienti affetti da patologie particolar-

mente gravi di interesse comune cardiaco e polmonare”.

Trapianti

L’Ospedale ha iniziato, tra i primi in Italia, nel 1972, un pro-gramma di trapianti di rene da donatore cadavere e vivente, pro-seguendo nel 1992 con il trapianto di pancreas e il trapiantocombinato reno-pancreatico. Il primo trapianto di fegato da vivente in Italia è stato eseguito quia Niguarda nel 2001. A fine 2008 il numero dei trapianti di fegato,realizzati dal nostro Ospedale, ha toccato quota mille; il centro,sempre nell’ambito del trapianto epatico, è, inoltre, leader nel-l’attività di “split-liver” da donatore cadavere (tecnica prevede cheil fegato di un donatore venga diviso in due parti per andare in con-tro alle necessità di due riceventi).

Andrea De Gasperi, Direttore del Dipartimento Trapianti: “Il nuovo e moderno blocco

operatorio, la recovery room, un ambiente dedicato al con-

trollo dei pazienti nel primissimo periodo successivo agli in-

terventi chirurgici e l’aumento dei letti della Terapia

Intensiva sono fattori che possono modificare profonda-

mente la organizzazione della attività chirurgica e rivelarsi

fondamentali per andare incontro alle esigenze del paziente”.

Luciano De Carlis, DirettoreChirurgia Generale 2 e deiTrapianti: “L’aumentata di-

sponibilità di sale operatorie

consentirà di intensificare

l’attività dei trapianti addomi-

nali, che già, attualmente, at-

testano Niguarda nelle prime

posizioni per casistica a li-

vello regionale e nazionale”.

EMATOLOGIA

Leucemie, linfomi, mie-

lomi e anemie, ma anchemalattie emorragiche etrombotiche. Di tuttoquesto si occupa l’Ema-

tologia a Niguarda, centrodi riferimento per le malattie del sangue, che cura con le piùavanzate terapie, accreditate sulla base delle più alte certifica-zioni internazionali. Questa struttura può contare, inoltre, sul-l’attività di un Centro Trapianti di Midollo Osseo che effettuacirca 95 trapianti l’anno e su il servizio di assistenza domici-

liare dedicato ai pazienti affetti da malattie onco-ematologichein fase terminale, in fase cronica e in dimissione protetta.

Enrica Morra, Diret-tore dell’Ematologia: “Il

paziente con neoplasie

ematologiche (leucemie,

linfomi, mielomi) verrà

assegnato nello stesso

settore a posti letto con

caratteristiche diverse,

sia ambientali che assi-

stenziali, in rapporto

alla fase della malattia e alla intensità della terapia di era-

dicazione del tumore. Si tratta di ambienti protetti dal ri-

schio di infezioni, che utilizzano aria filtrata a pressione

positiva, con un numero crescente di ricambi d'aria in rap-

porto al grado di difetto immunitario indotto dal tratta-

mento: dalla terapia d'attacco iniziale alle terapie molto

più forti e debilitanti in corso di trapianto di midollo”.

CHIRURGIA

Operare attraverso incisioni minime se non addirittura invisibili: questo l’obiettivo dellachirurgia mini-invasiva, tecnica che negli ultimi 20 anni ha avuto un forte sviluppo, ri-scontrando un impiego sempre maggiore a tutto beneficio dei pazienti. Qui a Niguardaquesto tipo di approccio è sempre stato di casa. In oltre quattro anni di utilizzo sono statipiù di 160 gli interventi condotti con il robot-chirurgico Da Vinci. L’obiettivo è quello diintensificarne l’applicazione, grazie alla nuova sala di chirurgia robotica dedicata.

Raffaele

Pugliese

Direttoredel DipartimentoChirurgicoPolispecialistico

Cosimo Sansalone

Responsabile Trapianti di Rene-Pancreas

Greco

Dalila

Patrizia

DirettoreDay SurgerCentralizzata

Rondinara

Gianfranco

DirettoreWeek surgery

Dario

Capitani

DirettoreOrtopediae Traumatologia

Giovambattista

Pinzello

DirettoreEpatologia eGastroenterologia

Alfredo Rossi,

DirettoreEndoscopiaDigestivae Interventistica

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La parola agli specialisti

CuriositàSignor Rossi, il pranzo è servitoCon l'apertura del Blocco Sud i pasti, per tuttol'Ospedale, saranno confezionati nella cucina cen-tralizzata del Polo Logistico e distribuiti in tutti ireparti con vassoi personalizzati per ogni degente.Il paziente potrà esprimere la propria preferenzascegliendo tra 3 menù diversi; il pasto arriveràquindi in reparto già porzionato attraverso le “tar-tarughe” automatizzate. Migliore qualità, pasti

più caldi, maggiore igiene e sicurezza, per un’ali-mentazione più vicina alle proprie abitudini.

I nuovi sportelli

Sono 28 e avranno una colorazione diffe-

rente a seconda che si debba prenotare unavisita ambulatoriale, una prestazione in re-gime di day hospital o procedere con un ri-covero. Sono i nuovi sportelli perl’accettazione e prenotazione che avrannosede nella grande hall al piano terra delBlocco Sud. Orari d'apertura: dal lunedi al

venerdi, dalle 7.30 alle 19.30; il sabato

dalle 7.30 alle 13.30.

Cardiologiae Cardiochirurgia

Il Dipartimento Cardiologico di Niguarda ha dato vita alla moderna cardiologia ita-

liana. Gli standard qualitativi, frutto di una consolidata tradizione, sono elevatissimi in tuttii settori dell’attività clinica e chirurgica. Eccellenze di assoluto valore, unanimemente ri-conosciute, sono quelle che riguardano la chirurgia delle malattie valvolari, il tratta-mento della malattia coronarica, delle cardiopatie congenite complesse, l’approcciomultidisciplinare dei pazienti a rischio operatorio molto elevato e il trattamento endo-

vascolare degli aneurismi aortici. Nel 2009, con 38 interventi realizzati, Niguarda è statala cardiochirurgia che ha effettuato il maggior

numero di trapianti cardiaci.

Francesco Mauri, Direttore del DipartimentoCardiovascolare: “Nel Blocco Sud la degenza,

le camere operatorie e l’emodinamica sa-

ranno su unico piano, favorendo la possibilità

di comunicazione e l’interazione tra gli spe-

cialisti. L’ammodernamento tecnologico con-

sentirà importanti facilitazioni. Ad esempio il

nuovo sistema di monitoraggio integrato per-

metterà di seguire in real-time e di registrate

automaticamente gli elettrocardiogrammi

nelle terapie intensive e nella maggior parte

dei letti della degenza”.

Luigi Martinelli, Direttore della Car-diochirurgia: “L’apertura del nuovo

blocco è un’opportunità molto im-

portante. L’ammodernamento tecno-

logico eleverà la nostra

cardiochirurgia al livello dei centri

più avanzanti d’Europa. In partico-

lare la sala ibrida permetterà una più

stretta collaborazione con i colleghi

dell’emodinamica, consentendo in-

terventi a ridotta invasività per

quanto riguarda la chirurgia valvo-

lare, i by-pass e l’impianto di endoprotesi aortiche”.

Aldo Sachero

DirettoreCardiologia 5Ambulatoriale

Maria Frigerio

Direttore Cardiologia2Insufficienza cardiaca

e trapianti

Maurizio Lunati

DirettoreCardiologia3

Elettrofisiologia

Maurizio Puttini

DirettoreChirurgiaVascolare

Silvio Klugmann

DirettoreCardiologia1Emodinamica

Tartarughe veloci per il trasporto

Si chiamano “tartarughe“ ma a dispetto del nomeche portano sono veloci ed ecologiche; stiamo par-lando di grandi carrelli che trasporteranno pesi di

oltre 300 kg per il vitto, i rifiuti speciali e urbani maanche la biancheria e i farmaci: viaggeranno nei 2,2km di sotterranei (nella foto), dal polo logistico,sede dei magazzini, verso i reparti dei poli DEA,Blocco Sud e verso i laboratori. Le altre reti di tra-sporto sono la posta pneumatica (per sacche disangue, analisi urgenti e piccole confezioni di far-maci) e il trasporto leggero (per provette, vacutai-ner e oggetti di piccole dimensioni mediantevaligette sospese a monorotaia).

Assistenza infermieristicaIl modello di curaporterà ad unanuova riconfigura-zione organizzativa,basata sui livelli di

intensità assisten-

ziale. Un assettonuovo, all’avanguar-dia nel panorama sa-nitario italiano edinternazionale.

Giovanna Bollini, Direttore Dire-zione Infermieristica: “Con questa

nuova organizzazione il Coordina-

tore Infermieristico, oltre alle com-

petenze proprie, verrà investito della

gestione del percorso clinico-assi-

stenziale del malato con criteri cor-

relati all’intensità assistenziali. Il

Coordinatore è coadiuvato dall’In-

fermiere Case Manager, figura pro-

fessionale inserita già da diversi

anni a Niguarda”.

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ArteIn

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E’ l’alba per il raggio di sole

Lo scorso 25 marzo in occasionedella venuta di Sua Eminenza ilCardinale Dionigi Tettamanzi per

la lectio magistralis sul tema “cura e spe-ranza” c’è stata la presentazione al pub-blico dell’opera “Raggio di Sole” delMaestro Sergio Alberti, vincitore delconcorso artistico per i 70 anni del-l’Ospedale. La presentazione dell’opera,collocata nella hall del Blocco Sud, è stataaffidata ad un nostro ex primario Enrico

Magliano: un medico cha da sempre haavuto la “malattia dell’arte”. Tema del suointervento la storia dell’arte di Niguarda,dalle origini al “Raggio di Sole” ecconeil contenuto:

LA CITTÀ DELL’ARTE VIVEL’Ospedale di Niguarda idealmente erede

di una tradizione “ospitale” nata a Mi-

lano nel 878 quando Dateo, presbitero

arciprete della cattedrale di S. Salvatore

fece edificare il primo Brefotrofio, è so-

prattutto una filiazione diretta dell’Ospe-

dale Maggiore di Milano “Magna

Domus Hospitalis” “Spedale della Nun-

ciata” più noto come “Ca’ Granda”,

commissionata nel 1456 da Francesco

Sforza al Filarete.

Questa continuità si riconosce nella rea-

lizzazione di opere d’arte commemora-

tive, di tema religioso che sottolineano

ancor oggi il legame del passato con l’at-

tuale Ospedale di Niguarda. In tal senso

nel 1938 erano stati commissionati a due

tra i più importanti scultori del secolo, i

gruppi marmorei che troneggiano all’in-

gresso dell’Ospedale.

A sinistra un capolavoro di Arturo Mar-

tini che mostra i benefattori Francesco

Sforza e Bianca Maria Visconti che pre-

sentano al Papa Pio II Piccolomini il boz-

zetto della erigenda “Ca’ Granda”

(foto1); a destra, una splendida realizza-

zione di Francesco Messina nella quale

San Carlo Borromeo porta la Bolla del

perdono ai Deputati Ospedalieri (foto2).

Le due sculture, oltre ad essere celebra-

tive nel ricordare Francesco Sforza, mu-

nifico mecenate, e San Carlo Borromeo,

il più grande benefattore della “Ca’

Granda”, veicolano nel tempo il messag-

gio della carità materiale (la donazione

dell’edificio) e della carità spiriturale (la

pìetas rappresentata dalla Bolla del Per-

dono).

I milioni di persone che hanno varcato

l’ingresso negli ultimi 70 anni, verosi-

milmente non conoscevano Martini e

Messina, ciònonostante hanno tratto in-

consapevolmente conforto dalla visione

delle opere che conferiscono al luogo

una suggestiva autorità storica garante

anche del presente.

Tra le opere della facciata ricordiamo

un bassorilievo di Franco Lombardi,

“Ave Gratia Plena”, che rappresenta

un’Annunciazione, tema ripreso nella

chiesa centrale di Niguarda dedicata al-

l’Annunciata in una celebre vetrata di

Mario Sironi, un vetro cattedrale tra i

più belli dell’arte moderna mondiale.

Ed ecco Niguarda, la “Città dell’Arte”,

come la definì il critico V. Costantini già

nel 1940, per la sua ricchezza di contri-

buti di numerosi altri famosi artisti

come Carpi, Salietti, Marussig, Monti,

Bucci, De Grada ecc...

Se in Italia vi sono Ospedali con celebri

opere d’arte del passato, basti pensare a

Firenze, Siena, Pavia, Padova e molti

altri, certamente Niguarda può essere

considerata la “Città dell’Arte Mo-

derna” continuamente arricchita da

nuovi capolavori come la recente ac-

quisizione dell’opera di Sergio Alberti

“Raggio di Sole” vincitore del Con-

corso artistico Nazionale “Cura e Spe-

ranza” in occasione del 70°

anniversario della fondazione del nostro

Ospedale e collocata all’interno del

nuovo blocco Ospedaliero e l’installa-

zione permanente di recente posizionata

nell’atrio del Centro Prelievi “L’albero

rovesciato”, opera di Marica Moro. Ed

infine ricordiamo il MAPP (Museo del-

l’Arte Paolo Pini), una realizzazione ri-

conosciuta museo civico a tutti gli effetti

per le importanti opere realizzate da ar-

tisti contemporanei sui muri dell’ospe-

dale Paolo Pini.

Questi artisti negli anni hanno anche la-

vorato a quattro mani con i pazienti af-

fetti da disagi psichici, realizzando

opere che oggi vengono anche esposte

in spazi pubblici ufficiali dell’arte con-

temporanea.

Enrico Magliano

Il salotto con l'artista: a sinistra Sergio Alberti, a destra Enrico Magliano

Foto 1

Foto 2

“Raggio di Sole”,

l’opera Immagine metaforica del sole in ac-ciaio satinato e di un raggio trasver-sale in ottone lucidato.Si rappresenta nell’opera il ciclo delsole esaltandolo in quanto eventovitale perennemente attivo.Attraverso questi elementi si riflettesugli aspetti della sofferenza e dellaguarigione in una prospettiva disperanza confortata da un pene-trante ideale raggio luminoso.

> Intervista181 progetti presentati e alla fine ha

vinto Sergio Alberti. Perché secondo lei

il suo “Raggio di Sole” è stata scelta

come l’opera che meglio ha interpretato

il tema “cura e speranza”?

Io mi auguro per una ragione che riguardail simbolo che è stato adottato. Il tema ri-guardante la cura e la speranza mi ha sol-lecitato un simbolo molto forte e moltospontaneo come quello del raggio di sole.È stata la prima idea e non l’ho più mol-lata. Ho pensato che il soggetto fosse lacosa più importante in questa avventuraplastica e che il sole come referente comearchetipo fosse un simbolo adatto tantoalla cura quanto alla speranza. Mi fa pia-cere che anche la commissione abbia in-seguito quel percorso sia mentale e anchepoetico che io ho scelto.

La sua opera è qui ha Niguarda come

quella di uno dei suoi maestri Francesco

Messina. Sembra quasi un passaggio di

consegne, che cosa si prova?

Francesco Messina è stato il mio grandemaestro, anche se poi io ho risentito moltodi un altro grande autore come MarinoMarini. Grande influenza ha avuto sullamia formazione anche Arturo Martini, tuttigrandi autori che hanno contribuito ad ar-ricchire il patrimonio artistico di Niguarda.

Devo dire che con FrancescoMessina avevo un feeling par-ticolare: io ero uno dei suoi al-lievi prediletti e lui mi haconsegnato le chiavi del pro-cedere in scultura, anche sepoi mi sono distaccato dal suostile, io, infatti, appartengo adun’altra generazione e ho ne-cessariamente esplorato altrevie stilistiche partendo peròdalle linee classiche della scul-tura. E il mio “Raggio di Sole”è un risultato che avviene persintesi lavorando sul pianoplastico in senso storico finoad arrivare alla primordialitàdella forma, che è il simbolo.

Ospedali efficienti che siano

anche belli, secondo lei è un

valore aggiunto di quale importanza?

Ma io credo che la scultura abbia la fun-zione del segnale per cui se l’opera d’arteè riuscita dal punto di vista estetico e poe-tico, necessariamente si propone comesimbolo di quel luogo, di quel contesto,avvalorandolo.

E qui il contesto, vedendo questa im-

mensa hall, è di quelli monumentali…

Si, si tratta di un contesto molto importantee molto ospitale, ma soprattutto invitanteper un artista visto che è ancora in fieri.

La sua opera non è relegata agli spazi

tipici dell’arte, una galleria, un’ esposi-

zione, ma è nel cuore di una cattedrale

della salute. Qual è secondo lei il valore

dell’arte pubblica?

Un valore molto importante che l’arte hasempre avuto nel corso dei secoli. In par-ticolar modo la scultura ha sempre avuto lafunzione di monumentalizzare dei luoghi.È soltanto nell’ ‘800 quando la scultura ha

iniziato ad essere scambio collezionisticoe commerciale che ha battuto strade di-verse. Ma nei secoli scorsi l’opera ha sem-pre avuto la funzione di dialogare con gliambienti. Un esempio molto chiaro è l’arterinascimentale: lo scultore con le sue operedialogava con il contesto architettonico,dando risultati che sarebbero auspicabilioggi, nel caos in cui ci si ritrova.

Complimenti al Maestro Sergio Alberti,

vincitore del concorso artistico “Cura e

Speranza”e grazie per averci aiutato a

comprendere meglio il suo “Raggio di

Sole”.

L’artistaSergio Alberti nasce a Pavia nel 1944 e si forma in ambito milanese dove al-l’Accademia di Brera è allievo di Francesco Messina, con cui sviluppa unfondamentale rapporto di esperienze. In seguito viene sollecitato in modoparticolare dagli insegnamenti di Marino Marini, che gli suggerisce un’in-dagine plastica più aperta a nuovi contenuti. Inizia l’attività espositiva nel1964, anno in cui ancora studente all’Accademia viene selezionato al Premionazionale “Rancati” presso la Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano.

Il Maestro Sergio Albertie il suo Raggio di Sole

GrazieUn ringraziamento speciale adEugenio Cremascoli per aver fi-nanziato e reso possibile l’instal-lazione de “Il Raggio di Sole”.